In punta di piedi nudi lungo il fiordo

di lunadelpassato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anna. Kristoff. ***
Capitolo 2: *** Elsa ***
Capitolo 3: *** Olaf ***
Capitolo 4: *** Hans ***



Capitolo 1
*** Anna. Kristoff. ***


 La terra senza Inverno                        (455 parole)
 
Le trecce le volavano dietro a ritmo delle percussioni.
Anna ballava, ballava nella notte e nel calore di un fuoco in una terra a lei sconosciuta.
Ballava leggera come una nuvola. La popolazione dalla pelle olivastra cantava a ritmo una filastrocca ripetitiva:
 
balla balla che sei libera e sei bella
balla balla senti il corpo come brilla.
 
Anna ballava senza freni, senza più temere porte in faccia, senza più i confini di Arendelle a bloccarla. Alle percussioni si aggiunsero degli strani flauti dal suono magico e una fisarmonica accentuava e accompagnava quel ritmo sempre più veloce. Sorrideva felice insieme ai bambini e alle donne dalle lunghe gonne in quella notte stellata.
Anche Kristoff ballava.
Dimentico del ghiaccio che aveva sempre vissuto, ballava nella terra senza inverno, affondando i piedi nudi nella sabbia candida sotto la luce del fuoco. Gli uomini l’avevano costretto a togliere gli abiti pesanti, così danzava a petto nudo, distinguendosi dalla folla solamente per la sua carnagione dannatamente chiara. Al petto gli brillavano tre lunghe gemme.
Il cielo era dominato dalla luna piena.
Gli indigeni incominciarono ad evocare una danza spietata e mistica intorno al fuoco e i due di Arendelle li seguirono con l'adrenalina che scorreva nelle loro nordiche vene. Non potevano sapere, ma il Fuoco era stato acceso in loro onore dal villaggio, ormai ridotto ad una centinaia di anime.
Il ritornello era sempre più forte, sempre più veloce. Anna ebbe la certezza che si trovava davanti a creature mitologiche, in una terra intrisa di magia dove le stelle parlavano e gli alberi cantavano melodie antiche di sangue ribollente.
I piccoli uomini dalla pelle d'oliva lanciavano grida di guerra. La fierezza di quel popolo destinato ad un'inevitabile decadenza si poteva respirare densa nel fumo acre del falò, inebriando i cervelli e rilasciando la parte più selvaggia e predatrice degli uomini.
Anna ballò con loro tutta la notte.
Kristoff ballò con loro per metà notte.
Al risveglio si ritrovarono distesi nelle brande a loro riservate, nella lunga nave diretta al loro regno d'origine. Non videro i bambini scuri salutarli dal rudimentale porto.  Nessuno dei due avrebbe mai dimenticato i piccoli uomini e la notte passata in spiaggia insieme alle creature dalla pelle olivastra e dalla lingua di miele nella terra,  mai più raggiunta in tutta la loro vita, in cui non esisteva l'inverno.
Non avrebbero più ballato nella sabbia candida di quel mare alieno e terribile che nascondeva gelosamente quel popolo di fierezza e allegria.
Entrambi si convinsero nel loro animo di aver visitato quel posto incantevole solo in sogno.
Intanto l’isola sfumava i suoi contorni, andava svanendo dietro la poppa.
Il mare aperto davanti a loro si faceva sempre più scuro e profondo, come i loro ricordi sempre più vaghi.






  Questa raccolta è in parte interattiva: infatti potete scegliere chi volete sia il protagonista della prossima storia tra tutti quelli presenti nel film Frozen, compresi cameo e personaggi secondari. I capitoli usciranno uno alla settimana previo impegni urgenti e difficilmente rimandabili con altre storie.
I capitoli usciranno anchese non ci sono recensioni. Alla prossima storia!

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Capitolo 2
*** Elsa ***


La fine dell'avventura                              (329 parole)

L'aria gelata della notte non le dava fastidio.
Semplicemente si era tolta i tacchi leggeri e ora, con i suoi piedi candidi a contatto con il pavimento gelato, ballava.
Il vestito si accomodava nelle sue forme in modo sinuoso, la fasciava nel suo involucro freddo e la rendeva più regale che mai. Elsa ballava, e la neve ballava con lei.
Finalmente la solitudine era sparita. 
La treccia candida volteggiava leggera nella tempesta che lei stessa stava creando.
Ad occhi chiusi, si librava nell’aria finalmente libera. La neve ringhiò attorno al suo corpo, ma quasi non se ne accorse, presa com’era dalla danza in punta di piedi che la faceva volteggiare eterea, impalpabile nei candidi fiocchi.
Aprì le labbra cremisi in un sorriso freddo e sensuale, lasciando il castello in preda alla tempesta che stava creando. Le prime crepe già si formavano nelle spesse mura di ghiaccio.
La regina ballava solitaria nella stessa notte in cui la sorella, a poche ore di distanza, dava alla luce il suo terzo figlio.
Elsa ballava sopra le sofferenze, sopra gli errori e sopra il fatto che ormai erano sedici anni che il trono le apparteneva e non aveva avuto ancora eredi. Ballava libera con il sibilo del ghiaccio attorno a lei.
La prima colonna iniziò a cedere. Si piegò sotto la forza della tempesta, si spezzò a metà e ricadde sulla sua base lanciando frammenti ovunque. Elsa ballava, ma il mondo le si sfaldava attorno.
Ballava attorno ai resti di quello che era stato un lampadario andato distrutto in battaglia anni prima. Con una delicata piroetta scansò un grosso frammento di soffitto, che andò così a frantumarsi nel pavimento congelato. Il piano in cui Elsa ballava crollò sopra quello inferiore.
Continuò a ballare finché i suoi piedi non incontrarono la soffice neve perenne che avvolgeva la montagna. Solo allora smise di ballare e assistette immobile al crollo della più maestosa struttura di ghiaccio mai realizzata.
Assistette alla fine della sua gabbia di ghiaccio.







Ciao a tutti!
eccoci alla seconda storia. Sono molto brevi, ne sono consapevole, ma questo è dovuto alla loro semplicità nel tempo: se i protagonisti le raccontassero a voce, non durerebbero altrettanto. Questa piccola fiaba è ambientata circa un anno dopo gli avvenimenti descritti in Frozen e racconta dell'addio definitivo di Elsa alle regole che si era autoimposta e alla prigionia che la permaeva fin da bambina.
La prossima tra una settimana. Se non arriveranno recensioni a decretare personaggi specifici sarà una Missing Moments.
See you soon,
Luna.

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Capitolo 3
*** Olaf ***


Il primo respiro della neve                                               (461 parole)



La prima cosa fu una voce.
Una voce femminile che cantava.
Let it go (scorderò), let it go (quel che so)
Turn away and slam the door (e da oggi cambierò)
Aprì gli occhi. La seconda cosa fu la neve. La stessa neve di cui aveva fatto parte non molto tempo prima, ora lo circondava candida e immateriale. Una donna avanzava diritta e sicura si sé alla sua sinistra: forse era lei che cantava. Portava un lungo mantello scarlatto che la avvolgeva e i capelli chiari raccolti in uno chignon. La guardò allontanarsi lasciando una scia di ghiaccio dietro di sé. Gli ci volle un po’ per capire che era stata
(Elsa)
a crearlo. Che cos’era? Non lo sapeva ancora.
Provò a muovere le dita a sinistra, sapendo bene di non possederne. Con sua enorme sorpresa, ci riuscì. Provò la stessa cosa con la destra, poi avanzò incerto di un passo per vedere se gli erano apparse anche le gambe tanto desiderate. Gli sembrava così strano… lui, che non era che candida neve destinata a sciogliersi tra pochi mesi.
Cadde rovinosamente nell’azione di ripetere il passo incerto di prima, e ridacchiò divertito mentre si rimetteva in piedi. Dopotutto era appena nato! Seguì arrancando nella neve la voce della donna (elsa?) finché gli fu possibile; quando divenne troppo stanco per camminare si fermò, sedette e resto così, interrogandosi sulla sua natura.
Un pensiero si fece sempre più nitido nella sua mente e lui non esitò a esprimerlo al mondo con la sua nuova voce. Il suo primo pensiero fu ascoltato solamente dalla luna impegnata a tramontare e dalla montagna innevata; e fu il pensiero del suo essere.
-Ciao, sono Olaf e so di amare i caldi abbracci!
Fece una pausa, poi continuò: -E amo anche l’estate!
Non aveva la minima idea di cosa fosse l’estate: era semplicemente una cosa che sapeva di conoscere e di amare. Si rialzò trottando felice e, dimentico del fatto che non sapeva camminare, avanzò tranquillo nell’unica direzione che conosceva.
Mentre la sua prima alba faceva capolino dalle cime innevate, tornò al luogo in cui era stato creato.
Là ammirò il suo riflesso nel ghiaccio che brillava alla nuova luce rosata. Quasi non si riconosceva: due lunghi bastoncini erano affissi nella sfera centrale del corpo in cui era composto, mentre due occhi sinceri –gli stessi che aveva tanto desiderato quando era semplice acqua allo stato cristallino- facevano capolino nella sfera più alta. Sentì il buonumore inondargli ogni singolo cristallo di cui era formato.
-Che bellezza la vita! –esclamò puntando gli arti superiori verso il cielo.
Dopo di che si coricò e, esausto, si addormentò nella neve soffice di cui un tempo aveva fatto parte.
Il salice piangente sopra di lui brillava di gocce di ghiaccio nella nuova luce.












Angolo Autore
Eccoci ad una nuova piccola fiaba (?) su Frozen.
Vi ricordo che in questa raccolta potete decidere quale personaggio caratterizzare nel prossimo capitolo; in caso di parità di voto verrà data la scelta al caso.
Sperando che le storie non siano troppo idiote,
Luna

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Capitolo 4
*** Hans ***


Facile vendere tutto                                                                    (373 parole)


L’autrice si dissocia dalle affermazioni dei fratelli maggiori di Hans.
 
Hans recitava.
Era sempre stato bravo a interpretare i vari ruoli che lui stesso di attribuiva. Il suo sogno era quello di diventare un attore di teatro, di quelli che alla fine di uno spettacolo tornano a casa ricoperti di rose. Nessuno l’aveva mai preso sul serio.
I suoi dodici fratelli avevano sempre detto che recitare era una cosa da “ricchioni”. Hans non aveva mai scoperto cosa fossero, ma li immaginava comunque come uomini rigidi con strani baffetti all’insù e il riporto.
Il suo primo spettacolo? Quattro anni.
L’ultimo? Venti: pochi mesi prima.
Aveva smesso di recitare nel momento in cui si era ritrovato davanti ad Anna viva e vegeta con il cuore prima congelato sciolto dall’amore fraterno della sorella. L’unico suo sentimento vero fu stupore. Aveva sbagliato tutto, o forse…
Dopo aver recitato per tutta la vita il ruolo del buon principe azzurro aveva deciso di provare nella parte dell’antagonista, e di farlo lontano da casa, lontano dai suoi fratelli che lo canzonavano. Ad Arendelle.
Aveva confuso la vita reale con quella sul palcoscenico.
Il suo lavoro migliore era stato quando, davanti ad un Anna sempre più fredda, si era inventato sul momento (aveva improvvisato) quella storia assurda sul voler uccidere tutti e diventare il re di Arendelle.
Mai stato così realistico, pensava orgogliosamente ora dalla cella di isolamento in cui era richiuso. Se solo gli avessero insegnato a distinguere la realtà dalla finzione, se solo non avesse recitato per tutta la sua vita, sarebbe ormai diventato duca da tre mesi.
Invece aveva preso il caso di Anna come una sfida: fingere il vero amore. La cosa più difficile in assoluto da rappresentare così, orgoglioso, aveva dato sfogo a tutte le sue capacità.
Poi aveva scelto di diventare il cattivo. Amava la storia delle due sorelle, voleva lasciasse un segno nel tempo ma allo stesso tempo che finisse bene. In quella storia però mancava l’antagonista, così aveva deciso di sacrificarsi per trasformare una semplice storia in una fiaba.
Che fiaba sarebbe stata senza un malvagio?
Mentre veniva condotto alla corda si sentì orgoglioso. Per la prima volta aveva fatto la cosa giusta.
Anche lui si era sacrificato per amore.
Per amore dell’arte.













Ciao a tutti! Ecco Hans in tutta la sua "innocencza". Infatti ho voluto immaginare che la sua condotta derivi da un'educazione sbagliata, che lo porta a non riuscire a distinguere la realtà dalla sua immaginazione.

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