Tutto come prima

di arwen sunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risvegli e vecchi amici ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** Say something ***



Capitolo 1
*** Risvegli e vecchi amici ***


Angolo autrice: dopo aver letto le storie di HugMeJay ho deciso di farmi coraggio e pubblicare anche io una storia su Chicago fire, soprattutto dopo aver scoperto che non sono l'unica ad amare e shippare Shay e Severide!
Non definisco questa storia 'spoiler' perchè ad oggi non c'è nulla di certo sulla terza serie, ma è quasi impossibile che andrà così (anzi, togliamoci pure il quasi, va.).




Shay non era mai stata una fan dei luoghi comuni, ne' una che si esprimesse con frasi fatte; nella vita aveva spesso fatto scelte poco scontate, nel privato come nel lavoro. Ma nei momenti in cui aveva avuto la percezione di poter morire, subito prima di perdere coscienza sotto a quelle macerie, aveva provato quello che tutti i sopravvissuti raccontavano: la sensazione di rivedere la propria vita scorrere davanti agli occhi, il rimpianto per cose non dette o non fatte. Quando poi si era svegliata in un letto d'ospedale, aveva avuto appena il tempo di rendersi conto di essere sopravvissuta prima di ripiombare nel sonno, solo vagamente conscia che qualcuno le stava tenendo la mano.

Dopo qualche ora, finalmente tornata pienamente cosciente, aveva messo a fuoco Severide che dormiva su una poltroncina reclinabile accanto al suo letto, tenendole una mano stretta tra le sue. Per quanto vedeva, sembrava che stesse bene, e Shay si sentì immensamente sollevata. Un'infermiera di mezza età entrò a controllare i suoi parametri, e dopo le domande di routine rispose alla sua tacita domanda: “Non c'era modo di staccarlo dal suo letto, abbiamo pensato di procurargli almeno qualcosa di più comodo di una sedia. È stato molto fortunato, non ha subito danni interni. Lei, invece, ha subito una concussione cerebrale importante, per qualche giorno è rimasta sedata. Ma non si preoccupi, non avrà alcuna conseguenza a lungo termine.”. E Dawson, e Casey, e Mouch, e gli altri? Solo il pensiero la atterriva. “Scusi, i miei colleghi... insomma, può dirmi se...”. La paura le impediva persino di terminare la frase. “Qualche frattura, diverse lacerazioni, e uno dei vigili del fuoco ha subito uno schiacciamento della milza, ma non è stato necessario asportarla. Siete tutti vivi e vegeti. Visto quello che è successo, è quasi incredibile. Io ai miracoli non credo, ma se esistono questo lo è sicuramente.”. Sorrise, aggiustandole la regolazione della flebo di soluzione salina. “E ora le suggerirei di svegliare il bell'addormentato...” concluse, uscendo dalla sua stanza.

Shay guardò Kelly, il suo migliore amico, la sua roccia. Era stata la sua voce l'ultima cosa che aveva sentito prima dell'esplosione, ed era stato il suo sorriso l'ultima cosa a cui aveva pensato prima di perdere coscienza. Vederlo lì accanto a lei, e sapere che stava bene... era tutto quello che contava, non c'erano altre parole. Gli strinse la mano, e quel piccolo gesto fu sufficiente a farlo risvegliare. Appena si accorse che era cosciente, si aprì nel sorriso più bello che Shay gli avesse visto fare. Si alzò dalla poltroncina, avvicinandosi al suo letto per abbracciarla. “Sei sveglia... mi avevano detto che era questione di ore, ormai, ma non ce la facevo più.” confessò, accarezzandole i capelli. “Mi sei mancata da morire!” ammise, continuando a guardarla come se avesse paura che scomparisse. “Ciao” gli rispose lei, semplicemente. “Tu come stai?” “Bene, ora che ti ho vista sveglia. Mi hai fatto preoccupare.” “Sto bene, Severide. E poi non è il mio primo trauma cerebrale, no?”, disse, tentando di farlo sorridere. “Già... e stavolta non ho nemmeno paura che mi abbandonerai per andare da Dawson!” rispose lui, mantenendo lo stesso tono. “A proposito, Dawson come sta?” “Bene, fortunatamente. Ha un braccio ingessato, ma è già stata dimessa. Direi che sta più che bene, anzi... ma se ti racconto le novità si arrabbierà molto, e Gabriela Dawson arrabbiata mi spaventa come poche cose al mondo, perciò...” “Ha accettato la proposta di Casey?” lo interruppe lei.. “Aspetta, tu come sai che le ha chiesto di sposarlo?” “Chi credi che abbia accompagnato Casey a comprare l'anello? E chi credi l'abbia ascoltato parlare di come farle la proposta?”. Severide rise, continuando a stringerle la mano. “Non vedo l'ora che torni a casa, davvero.” “Da quanto so nemmeno tu ci sei stato molto a casa, un'infermiera mi ha detto che non ti muovevi dalla mia stanza” “Certo che no, ma è inutile che mi sgridi, tu avresti fatto lo stesso.” “Lo so. Grazie, Kelly. Di tutto.” “Non dirlo neanche. Sei la persona più importante della mia vita, Shay.”. Gli occhi le si riempirono di lacrime. “Per me è lo stesso, lo sai.” “Sì che lo so..”. Si schiarì la voce. “E ora è meglio che chiami gli altri, erano preoccupati anche loro.”.

 

Cinque giorni dopo Shay venne dimessa, e dopo una settimana di convalescenza a casa poté finalmente tornare al lavoro. Dawson e Severide si erano dati il turno non farla rimanere sola, mentre era a casa, ed anche Casey le era stato accanto. Dawson sfoggiava raggiante il suo anello di fidanzamento, e le aveva già chiesto di essere la sua testimone. Con sua grande gioia, inoltre, aveva deciso di rimanere alla caserma 51 come paramedico. Era un lavoro che amava, le aveva spiegato, e l'idea di cambiare caserma era diventata ancora meno allettante da quando aveva temuto di non rivederli più.

In caserma erano uniti più che mai. Avevano condiviso un'esperienza che li avrebbe legati per sempre, che li avrebbe cambiati per sempre. Non ne avevano mai discusso, almeno non in modo esplicito, ma non serviva.


 

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


“Allora, mi dici che hai?”.

La voce di Dawson riscosse Shay dai suoi pensieri. Erano in caserma, e stavano sistemando l'ambulanza. Non c'era nessun altro, nei paraggi. “Io... niente. Cioè” si interruppe poi, vedendo lo sguardo dell'amica “è complicato.” “Shay, se non ne parli con me con chi puoi farlo?” “Hai ragione, Dawson, è che davvero, fatico anche a ammetterlo.” “Shay, ora mi stai preoccupando. Che succede?”. “Io te lo dico, ma ti prego, niente commenti o giudizi.” “Shay, di che parli, da quando io ti giudico?” “Credo di essermi innamorata di Severide”.

Shay non aveva mai visto Gabby senza parole, ma in quel momento sembrava incapace di replicare. Con un cenno della mano, le fece segno di continuare. “Prima di perdere coscienza, lì sotto, continuavo a pensare a Kelly: al suo sorriso, al suo odore quando mi abbraccia. E da quando mi sono risvegliata, continuo a rifletterci.”. “Shay, ma... sei sicura di quello che dici? Io ti voglio bene, sei la mia migliore amica e so che per te è lo stesso. Ma so anche che il tuo rapporto con Severide è importante per te, sei pronta a rischiarlo?” “No, capisco cosa intendi. E non credere che non ci abbia pensato. Se per ipotesi provassimo ad avere una relazione, ma andasse tutto a rotoli? Riusciremmo a recuperare la nostra amicizia? Non so immaginare la mia vita senza Kelly, lui è la mia roccia. E pensare che potrei incasinare tutto per una sensazione che potrebbe rivelarsi sbagliata, sì... mi spaventa. Certo” concluse “non che sia un problema.”. “Che intendi? In che senso non è un problema?” “Nel senso, Dawson, che per correre il rischio dovremmo essere in due.” “Cioè?” “Cioè” disse Shay, col tono di chi spiega una cosa ovvia “Severide mi vuole bene, certo, ma non mi vedrà mai come potenziale interesse amoroso.” “Beh, ha ragione. Intendo” specificò, vedendo l'occhiataccia dell'amica “tu hai sempre detto di essere lesbica. Sei praticamente l'unica donna in tutta Chicago che non gli si è gettata ai piedi. A parte me, ovviamente” precisò “perchè io sono troppo intelligente.” “No, perchè tu ti sei innamorata di Casey. E mentre lo aspettavi non sei rimasta in castità, ma due tenenti sono troppo anche per te.” scherzò Shay. Si guardarono e cominciarono a ridere. Furono interrotte da Casey, che però fece scorrere lo sguardo dall'una all'altra e disse “Non voglio sapere.” prima di allontanarsi di nuovo.

 

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Capitolo 3
*** Say something ***


“Mi hai finito lo yogurt. Ancora.” “Colpevole” ammise Severide, avvicinandosi alla coinquilina con la sua migliore aria da cane bastonato. Shay fu costretta ad arrendersi. “”Possibile che dopo anni che ti conosco ancora non ho imparato a resistere alle tue moine?” “E perchè dovresti? Toglierebbe tutto il divertimento!”. La fissò, con quei suoi occhi limpidi che amava così tanto.

Aveva sempre saputo di avere un accesso privilegiato al cuore di Severide: con lei non era il tenente sicuro e determinato che non aveva mai un'incertezza; non era il ragazzo affascinante che sapeva conquistare qualunque donna con uno sguardo e una battuta da seduttore. Una volta le aveva detto “Mi fido solo di te, di nessun altro” e sapeva che era sincero, come sapeva di essere l'unica persona con cui Kelly abbassava completamente le difese. “Per farmi perdonare ti porto a cena domani sera. Che ne dici? Al ristorante italiano che hanno aperto da poco e che so che non vedi l'ora di provare...” “Ci sto!” “Allora è deciso. E ora muoviamoci, Casey mi deve parlare prima del turno.”.

La sera dopo,mentre andavano assieme al ristorante, Shay chiese a Severide: “Ehi, Kelly, è un po' che voglio chiedertelo... tu e Lindsay? Non l'ho più vista” “Io e Lindsay niente. Non è nemmeno mai cominciata, forse.” “Ah. Pensavo di sì."

“Già, diciamo che avevamo sopravvalutato la cosa. Ma non importa, voglio dire, non è che ci fossimo promessi amore eterno.” “L'hai più vista dall'incidente?” “Sì, una volta, appena mi avevano dimesso dall'ospedale. Ma tu eri ancora in coma, perciò...” nel frattempo erano arrivati al ristorante, e Severide parcheggiò. “Ora possiamo parlare di qualcosa di più allegro? Non mi va di ricordarmi di quando eri in ospedale.” “Certo. Entriamo!”

 

La mattina dopo Dawson la aspettava agli armadietti con un caffè in mano e l'espressione indecifrabile. Senza darle tempo di aprire bocca sentenziò: “Io. tu. Fuori. Ora.” “Ok...” rispose Shay, dubbiosa.

“Mi dici che c'è?” “Curioso. Te lo stavo per chiedere io. Ci sono state novità tra te e Severide?” “No! Che ti viene in mente?” “E com'è che ieri siete andati a cena nel ristorante più romantico della città?” “Dawson, io e Kelly viviamo insieme da anni. È già successo che uscissimo insieme. E poi tu come lo sai?” “Matt.” rispose lei, semplicemente. “Beh, questo sposta solo la questione. Com'è che Matt lo sa?” “Forse perchè gliel'ha detto Severide?” “Già, certo. Ma non vuol dire niente, non è la prima volta che andiamo a mangiare insieme.” “Sì ma quello non è un ristorante da amici.” “Non pensavo esistessero ristoranti 'da amici' e 'non da amici'. È un ristorante. Entri, ordini, mangi, paghi, esci. Punto.” “Ok. Fai finta di non capire.” “Non faccio finta di non capire, semplicemente siamo usciti a mangiare insieme come abbiamo già fatto decine di volte. Non c'è stato niente di particolare. Se ci fosse stato te lo direi, ma non è così.” “Ma tu vorresti? Voglio dire, ci hai più pensato?” “Sì, ci ho pensato. Praticamente è l'unica cosa a cui riesco a pensare ultimamente.” “E...” “E... non lo so. Da un lato sento che provo qualcosa per lui, dall'altra so che la possibilità di perderlo mi terrorizza. Comunque lui non è innamorato di me, quindi...” “Questo non lo puoi sapere. Se gli parlassi, forse...” “Già, forse. Troppo poco per rischiare.” “Shay, non hai alternative. Lui di certo non farà passi avanti, fino ad oggi non hai mai mostrato interesse per un ragazzo.” “Lo so, Dawson.” “Senti, io capisco che tu non possa andare lì e dirgli 'Ehi, indovina che c'è, forse non ti considero più solo un amico.'. Ma almeno, che ne so, raccontargli che hai dei dubbi, che forse ti piacciono anche i ragazzi?” “Dici che dovrei, eh?” “Sì. E poi vedi la sua reazione. Se non è così positiva... beh, ci penseremo quando succederà. Ma sono sicura che sarà dalla tua parte, come sempre.” “Già, lo spero.”

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