The dark side of the moon

di Ossidiana_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luce ***
Capitolo 2: *** We'll never be as young as we are now ***



Capitolo 1
*** Luce ***


Tutti nel quartiere sapevano che la piccola e dolce Lucinda Greyson, chiamata dal mondo Luce, era tanto amica di quei quattro ragazzi che volevano sfondare nel mondo della musica, e pensavano che fosse una cosa molto dolce nei suoi confronti, quella povera ragazzina aveva perso entrambi i genitori quando era ancora piccola, non se li ricordava nemmeno, aveva pure una malattia al cuore. E quei quattro ragazzi sembravano quasi dei supereroi agli occhi di tutti, così uniti a lei, pronti a difenderla da qualunque cosa. Era la bambolina di tutti, amata dal quartiere intero, con i suoi occhioni azzurri e le gote rosse e paffute.
Ma il problema era che Luce ormai aveva 15 anni e una bambina non lo era più. Il fisico stava cambiando, le curve stavano spuntando nei punti giusti, gli occhiali da vista ormai avevano lasciato liberi i suoi bei occhioni azzurri messi in risalto dalla matita e dal mascara, i vestiti, le gonne e gli skinny jeans avevano preso il posto dei jeans larghi e senza forma, Luce stava semplicemente crescendo, e quei quattro se ne stavano accorgendo, soprattutto Ashton Irwin, il più grande del gruppo.
Il problema era che il riccio era il suo vicino di casa, gli bastava aprire la finestra, salire sul ponticello di cemento che collegava le due casa e battere due colpi. Il problema era che Ashton Irwin era stato il compagno della sua prima vera sbronza, quello che ‘Dai Luce un altro bicchierino’ e che poi le aveva retto la testa quando aveva vomitato anche l’anima, il problema era che Ashton Irwin era stato il suo primo bacio perché ‘ehi bambolina oggi è il tuo quindicesimo compleanno e voglio che tu abbia un ricordo speciale di questo giorno’, il problema era che Ashton Irwin aveva visto crescere quella ragazza sotto i suoi occhi ed ora il provare qualcosa per lei gli sembrava troppo strano, in fondo lui aveva 18 anni e pensava fosse sbagliato. Il problema era che Luce ormai non si accontentava più di quell’amicizia e aveva puntato i piedi non parlando al ragazzo e lui semplicemente non sapeva cosa fare, il problema era che loro insieme erano la soluzione.
                                 ***
-Andiamo Luce, sono quasi due mesi che non vi parlate- giro la cannuccia nel mio frappé sbuffando, Michael di fronte a me addenta un morso di ciambella ed il ripieno gli cade sui pantaloni, impreca.
-Lui ha fatto la sua scelta, lui ha voluto baciarmi il giorno del mio compleanno, io ho aspettato anche troppo per chiedergli spiegazioni e quando l’ho fatto lui mi ha detto che gli sembrava strano mettersi insieme- mi ricordo perfettamente le sue parole, il modo in cui si torturava le mani, sembrava che non fosse convinto di cosa stesse dicendo.
-Lo sai che per lui è complicato accettare il fatto di provare qualcosa per te, ti abbiamo vista crescere giorno dopo giorno e…-
-Non sono più una bambina Michael, ho 15 anni cazzo!- il biondo sospira incrociando le braccia e appoggiandosi con la schiena alla sedia.
-Lo so, lo sappiamo tutti Luce- sospiro passandomi le mani tra i capelli ramati con le punte azzurre, odio questa situazione, Ashton è sempre stata la mia ancora. –Tra un po’ci sarà il ballo di primavera e sai che ti vuole invitare, sai che siete stati candidati come re e reginetta- perché ovviamente anche a scuola si erano accorti che tra me ed Ashton ci poteva essere qualcosa di più di un’amicizia, anche il suo semplice modo di portarmi sulle spalle alla fine di ogni giornata, il suo modo di stringermi quando un compito andava male, ogni sua cosa era perfetta davanti ai miei occhi.
-Lo so…mi sembra ieri che mi inseguiva in giardino-
-Perché sta sera non esci con noi? Andiamo al the Duck-
-Ci vedremo là, ma io ho già un appuntamento- le sopracciglia di Michael si curvano accigliate, la sua mano va a grattarsi il mento mentre le mie labbra si aprono in un sorriso furbo.
-E con chi sarebbe questo appuntamento se mi è concesso chiedertelo?-
-Con Cameron McGruver- il volto di Michael cambia colorazione un paio di volte prima di tornare normale.
-Tu non solo stai uscendo con il puttaniere di tutta la Norwest, ma anche con una delle persone che Ashton odia di più al mondo, sai quanto ci ha messo i bastoni tra le ruote da quando abbiamo fondato il gruppo-
-Lo so, dimenticate che passo la maggior parte del mio tempo con voi…lui però a differenza di Ashton sembra tenerci a me-
-Questa è la più grande cazzata che tu abbia sparato in quindici anni di vita! Ashton darebbe la vita per te e questo tu lo sai meglio di me. Sei in ogni canzone, sei in Heartbreak girl, sei in Unpredictable, in Out of my limit, sei in ogni cosa che fa o che scrive- mi massaggio le tempie chiudendo gli occhi, queste cose le sapevo, le sapevo da quel giorno di maggio in cui abbiamo affrontato l’argomento, ma avevano semplicemente perso di significato quando lui aveva pronunciato quelle parole. –Senti lo so che vuoi vendicarti, ma ti prego, sta sera non fare cazzate-
-Tranquillo Mikey, so badare a me stessa- il suo sospiro mi fa presumere che non si fidi di me, in tutti questi anni non sono mai stata da nessuna parte senza di loro, sempre appiccicata a quei quattro, e i pettegolezzi non sono mai mancati, soprattutto da quando sono entrata quest’anno al liceo.
Pur essendo ormai settembre inoltrato e quindi la primavera sia vicina, oggi fa un freddo madornale, non so come farò ad indossare il vestito sta sera senza congelare, penso che sarà un’impresa praticamente impossibile.
Aria J
Pronta per l’appuntamento di sta sera?
Yeah

Aria è forse l’unica amica che ho, per il resto sto sempre con quei quattro, mi mettono allegria, quando sto con loro sembra che il peso della mia vita non esista totalmente.
Mentre cerco qualche vestito che non mi provochi una morte per congelamento, sento il suono della batteria di Ashton. Sposto leggermente la tenda e lo vedo alzato davanti alla finestra, il block notes nelle mani e la testa che si muove a ritmo, starà scrivendo una nuova canzone. Mi ero dimenticata di quanto fosse fottutamente bello e perfetto, gli occhi verdissimi, il volto dagli zigomi scolpiti ma ugualmente dolce, le braccia muscolose e il sorriso più bello che abbia mai visto contornato da due adorabili fossette.
I sensi di colpa mi attanagliano lo stomaco mentre la maglietta lunga grigia con le paiettes mi fascia il corpo, troppo freddo per indossare un vestito. Non sembro una ragazza pronta per andare in discoteca, con i leggins e gli Ugg, ma Michael ha spento il mio spirito, perché nella mia testa il pensiero di Ashton è tornato più vivido che mai.
 
-Sembri proprio una bambolina sta sera- il braccio di Cameron va a circondare i miei fianchi mentre entriamo in discoteca, il rumore della musica e la puzza di fumo misto ad alcool ed erba mi investe come una cappa.
Prendiamo posto al nostro tavolo insieme ai suoi amici e in quel momento un paio di occhi verdi entra in rotta di collisione con i miei azzurri, merda.
-Ma guarda un po’chi c’è lì, Irwin e gli altri quattro componenti della band più scarsa della scuola-
-Ehi vedi che stai parlando dei miei amici- un sorriso sghembo si dipinge sul volto prima di affondare le labbra sulla mia guancia. Mi porge una bottiglia di vodka, io scuoto la testa e tutti ridono.
-Andiamo bambolina non mi dire che non bevi?- avevo preso solo una sbronza in vita mia, con Ashton e lui mi aveva retto la testa tutta la notte per farmi vomitare. ‘Prima e ultima sbronza LuLu, non lo fare mai più, soprattutto senza di me’. –A quanto pare Ashton e Scarlett sono tornati insieme- punto lo sguardo dove si è posato il suo, Scarlett Dawson, capo delle cheerleader è avvinghiata ad Ashton che sorride come un deficiente. Sono stati insieme un anno, si sono lasciati sette mesi fa.
-Cam versami un po’di vodka- avvicino il bicchiere al moro, la sigaretta incastrata tra le labbra gli dà quell’aria da bello e dannato che ormai tutti conoscono. Quando il liquido scende giù lungo la mia gola sento un bruciore intenso e una fottuta voglia di fare arrabbiare ancora di più Ashton cresce, ce la stiamo giocando tutta.
All’ennesima volta in cui Cameron mi riempie il bicchiere, la mia testa se ne è ormai andata a fanculo, non riesco a formulare un pensiero di senso compiuto.
-Vieni bambolina, andiamo a ballare- mi trascina sulla pista da ballo, dietro di me vedo Luke e Calum mimare qualcosa che purtroppo non capisco. Quando però le labbra di Cameron si avvicinano pericolosamente al mio collo e le sue mani al mio sedere una mano mi strattona dalle sue braccia ed un pugno si infrange contro il suo naso. Il moro barcolla prima di cadere per terra, io mi volto incontrando lo sguardo furioso di Ashton che non ne vuole sapere di allentare la presa.
-Tu ora vieni con me- si abbassa afferrando le mie gambe e sollevandomi su una spalla, peso più di sessanta chili come cazzo fa?
-Mettimi giù Ashton!-
-Subito- mi ritrovo sul sedile della sua macchina con la cintura allacciata e pronta per partire. –Ma cosa diavolo ti è saltato in mente?!-
-A me? A te!-
-Se non fossi intervenuto io quello ti avrebbe portato a letto-
-E a te che importa? Tu sei tornato con Scarlett!-
-Ero con lei solo perché volevo farti arrabbiare- la macchina si ferma, i suoi occhi mi guardano con un misto di dolcezza e tristezza.
-Mi viene da vomitare-
-Immagino, mi avevi promesso che quella sarebbe stata la tua prima e ultima sbronza, e se ce ne fosse stata un’altra solo con me- mi aiuta a scendere dalla macchina cercando di fare il più in fretta possibile. Quando arriviamo in camera sua mi fiondo in bagno vomitando anche l’anima. –Aspetta- le sue mani mi spostano delicatamente i capelli, io crollo tra le sue braccia.
-Mi sento uno schifo-
-Ci credo, hai fatto un miscuglio tremendo- affondo la testa contro il suo petto incapace di fare qualsiasi altra cosa, le sue labbra si posano sulla mia testa. –Senti Luce ora ti do una mia felpa per dormire va bene? Che non faccia la fine delle altre però- rido, quando lui mi presta una felpa o una maglietta finisco sempre per prendermela, amo indossare le sue cose, mi stanno larghe e poi sono intrise del suo profumo.
Mi getto sul letto, un mal di testa tremendo e tutto che ancora gira, Ashton si sdraia accanto a me e mi attira contro il suo petto.
-Ashton perché mi hai detto quelle cose l’altra volta?- porta la sua mano a combaciare con la mia, la manica della sua felpa cade lasciando scoperti i segni di questi due mesi.
-E tutti questi perché li hai fatti tu?-
-Perché non mi sono sentita abbastanza Ashton, cavolo ho iniziato a non parlarti più dall’oggi al domani- mi stringe contro di lui ancora di più, le sue labbra mi scoccano un bacio sulla fronte prima di sospirare.
-Avevo una fottuta paura Luce, paura perché in tutti questi anni io ti ho vista crescere ed iniziare a provare qualcosa di veramente forte nei tuoi confronti mi ha mandato in tilt-
-Ashton sei più grande di me di soli tre anni-
-Luce io voglio stare con te e con nessun altra- quelle parole mi bloccano il respiro, quello di Ashton mi sfiora il viso delicatamente. –Tu vuoi stare con me?-
-Prima di risponderti possiamo provare a recuperare il rapporto che avevamo prima? Non mi va di stare insieme dopo che per quasi due mesi non ci siamo parlati-
-Mi sembra più che giusto…allora notte Luce-
-Notte Ashton-
 
I tetri raggi del sole mi arrivano dritti sul volto e a nulla servono le mie proteste o i miei sotterfugi per potermici riparare, sono costretta ad alzarmi. Ashton non è accanto a me, lui è sempre stato quello mattutino ed io la dormigliona, ricordo che quando eravamo più piccoli saltava sul mio letto per svegliarmi.
Scendo le scale e un profumino mi entra dentro le narici, Lauren è seduta al tavolo che mangia tranquillamente, appena mi vede sorride.
-Ciao Luce, era davvero troppo tempo che non ti vedevo-
-Ciao Lauren, effettivamente sì, ne è passato di tempo-
-Luceeeeeee- un piccolo ometto biondo viene correndo verso di me e mi abbraccia. Harry Irwin è il bambino di otto anni più dolce del mondo.
-Ciao piccolino, come sta il mio Irwin preferito?- ride, la somiglianza con suo fratello è impressionante, mi ricorda lui in tutto.
-Bene…Luce ma è vero che tu sei la mia fidanzata? A scuola non ci credono-
-Certo che lo sono- il suo viso si allarga in un luminoso sorriso, gli si formano sempre le fossette quando lo fa, proprio come ad Ashton.
-Sai non so se essere arrabbiato per ieri sera o sotterrarmi perché il mio fratellino di otto anni mi ha appena fregato la ragazza- Ashton compare davanti a noi, un piatto di pancakes in mano, la bottiglia di succo d’arancia nell’altra ed una felpa azzurra con una canottiera nera che gli stanno divinamente.
-Tuo fratello è adorabile-
-Non lo metto in dubbio- mette davanti a me tutto ciò che teneva e prende posto al mio fianco.
-Hai cucinato tu?-
-Sì-
-Dimmi la verità Irwin, stai cercando di eliminarmi- scoppia a ridere, mai suono è stato più dolce della sua risata. In quel momento noto che ha gli occhiali sul naso, altra cosa che gli incornicia perfettamente il volto.
-Assaggia e dimmi- accetto la sfida, ne taglio un pezzo e lo porto alla bocca, è davvero buono.
-Però sei davvero bravo-
-Bang! Potrei andare a Masterchef- gli do uno spintone e lui fa finta di cadere per farmi spaventare. –Oggi vieni con me alle prove-
-E scusami, lasci i bambini da soli?- in quel momento il campanello suona ed Ashton va ad aprire, la figura di Scarlett compare davanti ai miei occhi. –Chicosadovequandoesoprattuttoperché?- il piccolo Harry accanto a me ride continuando il suo disegno mentre io porto lo sguardo prima su Ashton e poi su Scarlett.
-Rilassati Luce, sono venuta per fare da babysitter ad Harry e Lauren, sei contento cucciolo?- Harry fa una smorfia, poi mi chiedono perché adori quel bambino.
-Bene, andiamo Luce?-
-Aspetta devo passare a casa, mi devo cambiare, posare le cose…-
-Oh tranquilla, ho portato io le cose a tua zia sta mattina rassicurandola, per il resto puoi rimanere con la mia felpa, tanto sotto hai i leggins- alzo le mani in segno di resa prima di prendere il cappotto che la sera precedente non so come avevo attacco all’ingresso e la borsetta che contiene il mio iPhone ormai del tutto morto.
-Questo è per te Luce- Harry mi porge un foglio dove ci sono disegnati due omini, un maschio ed una femmina, che si tengono per mano. –Siete tu ed Ashton- sorrido teneramente al biondino prima di scoccargli un bacio in fronte, arrossisce.
-Grazie cucciolo, sei un tesoro…ora però tienilo tu, appena torno dalle prove me lo porto e me lo appendo al muro di camera mia- i suoi occhietti verdi sembrano brillare di uno scintillio fiero ed orgoglioso.
-Lo appenderai al ‘Story of my life’? Sul serio?- Story of my life è come ho ribattezzato una parte del muro di camera mia interamente occupato da foto mie con i ragazzi o che ritraggono momenti importanti della mia vita. Prima che le foto inizino, subito di fianco, troneggia la scritta ‘I always remember you’ e a circondare questa scritta post-it con frasi delle mie canzoni preferite o semplicemente cose che mi passano per la mente e che decido di buttare giù, la scrittura è l’unica valvola di sfogo che conosco.
-Certo Harry, è un disegno davvero molto bello- inizia a saltellare come un pazzo per tutta la ragazza ridendo, Ashton mi si avvicina circondandomi la vita con un braccio e dandogli un affettuoso buffetto sulla guancia.
-Ehi nanerottolo non ti eccitare tanto, sai quante foto ci sono mie su quel muro?- Harry gli fa la linguaccia e torna a perfezionare il suo disegno, Lauren ride. –Bene noi andiamo, Scary se ci sono problemi chiamami-
-Certo Ash- usciamo mentre io mi lascio sfuggire dalle labbra un imitazione del suo ‘Certo Ash’ che non passa di certo inosservata al batterista che mi guarda accigliato.
-Che c’è?-
-Non vi sopportate proprio eh?- tamburello le dita sul cruscotto dell’auto, lui cerca le chiavi.
-Non so cosa sia stato peggio, lo ‘Scary’ o il ‘Certo Ash’-
-E’ un diminutivo, come il tuo Lucinda- faccio una smorfia, non sono abituata al mio nome per intero. –E ricordati che sono stato io a chiamarti ‘Luce’ per la prima volta, avevo tre anni e poca voglia di memorizzare troppi nomi lunghi-
-Tu te li ricordi i miei genitori?- la sua presa sul volante diminuisce, i suoi occhi verdi mi sorridono teneramente.
-Sì, avevo circa sei anni quando…ehm…-
-Puoi dirlo Ashton, non scoppierò a piangere come all’asilo-
-Quando sono morti- è sempre stato cauto su questo argomento, cercato di misurare la parole ed evitarlo il più possibile.
-Io mi ricordo soltanto che un attimo prima mia madre mi aveva mandato da te a giocare e un attimo dopo mia zia è arrivata piangendo- Ash ferma la macchina prende la mia mano tra le sue e vi poggia delicatamente le labbra. –Sai a volte mi sembra di avere come un vuoto dentro che non potrà mai essere colmato-
-Ti prometto che ti darò tutto il mio cuore- sospiro posando lo sguardo sulle nostre mani uniti, Ashton vi ci gioca, accarezza il palmo con il pollice, sembra non aver fatto altro tutta la vita.
-Dai ti aiuto a portare dentro la batteria- mi chiedo perché Ashton non decida di lasciarla nel garage di casa Clifford, dopotutto fanno sempre le prove lì.
-Oh oh oh guardate chi ci degna della sua presenza- le mani di Calum prendono il tamburo che stavo portando prima di spalancare le braccia e abbracciarmi.
-Vi sono mancata vero?-
-Più che altro ci mancava scrivere cose felici, sai Ash non faceva altro che buttare giù frasi tipo ‘Potrei sorvolare un migliaio di oceani ma niente sarebbe paragonabile a quello che avevamo’, Lana del Ray stava per ritirarsi davanti a noi- Luke scoppia a ridere per la sua stessa battuta ma inciampa e il tamburo che portava gli finisce sui gioielli di famiglia, si narra che le sue urla si odano ancora per le mura di casa Clifford.
-Ehi, ehi ma che è tutto questo casino?- Louise Clifford, capelli lunghi e biondi e fisico longilineo fa capolino dalle scale e ci squadra con aria da finta arrabbiata.
-Stavamo cercando di portare la batteria di Ash, tranquilla ma’- il suo volto si apre in un sorriso ormai rassegnato, incrocia le braccia e poi posa lo sguardo su di me.
-Luce ma cosa ci fai ancora con questi quattro pazzi?-
-Me lo chiedo ogni giorno Louise- come risultato mi becco quattro scoppole, non sono mai stati il massimo della galanteria.
-Comunque ieri hai lasciato il cappello qui, l’ho dato a Michael- faccio un lieve cenno di sì con la testa, il biondo estrae il mio capello viola dalla tasca degli skinny jeans porgendomelo, tutti gli altri ci fissano.
-Perché ci guardate così?-
-Tu e Luce vi siete visti in queste settimane?-
-Sì Ash, non avrei mai rinunciato al mio orsetto coccoloso- getto le braccia al collo di Michael attirandolo in giù, lui ride e gli altri ci guardano male.
-Cominciamo a provare prima che dalla mia bocca escano cose che non sono parolacce- mi lascio andare sul vecchio divano che sta in quel garage dalla prima guerra punica mentre quei quattro si mettono dietro ai loro strumenti.
-Ehm da cosa iniziamo?- Luke si gratta la testa guardando uno ad uno i suoi compagni.
-Facciamo decidere a Luce- tutti annuiscono all’affermazione di Calum, io mi porto una mano a grattare il mento sospirando.
-Try Hard- incrocio malamente le gambe sul divano e loro iniziano a suonare, io amo quella canzone.
-She’s 17, I’m told her I’m twenty- piccolo particolare che la protagonista della canzone sia tre anni più piccola del ragazzo proprio come me ed Ash.
Quando la canzone finisce io batto le mani, i ragazzi fanno un chino ma un lamento nasce dalle retroguardie. Ashton si tiene il polso destro con la testa poggiata su uno dei tamburi.
-Ashton che succede?- in un minuto sono già vicino a lui che appoggia la testa contro il mio petto.
-Ho suonato troppo forte, credo di essermi rotto un polso- Luke fa cadere il microfono, Michael sviene e Calum si butta in ginocchio imprecando e urlando contro Ashton.
-Non puoi dirmi che ti sei fatto male Ashton, oggi dovevamo suonare all’Hollywood- il batterista dal canto suono cerca di trattenere le lacrime, deve fargli davvero male.
-AshyTashy forse è meglio se ti portiamo all’ospedale- lui fa un cenno di sì con la testa, io e Calum ci guardiamo negli occhi. Gli faccio segno di aiutarmi e mentre lui si occupa di Ashton insieme a Luke io cerco di far riprendere Michael. –Mickey, Mike, Michael!- lo schiaffeggio leggermente e quando apre i suoi fottutissimi occhi verde-acqua tiro un sospiro di sollievo.
-Che succede LuLu?-
-Muoviti dobbiamo portare AshyTashy all’ospedale e parte lui solo tu hai preso la patente- rivolgo un’occhiataccia agli altri due che alzano le mani in segno di resa.
-Io sono stato bocciato-
-Ed io, beh, io sono figo- Luke sorride ed io scuoto la testa contrariata, il braccio di Michael si posa sulle mie spalle prima che si lasci andare ad un sospiro.
-Ragazzi non so se ve ne siete accorti ma io tra poco potrei svenire per il dolore- il grido poco mascolino di Ashton ci riporta alla realtà, salutiamo velocemente la madre di Michael e ci mettiamo in macchina. Il batterista ha la testa appoggiata sulle mie gambe ed i piedi su quelle di Luke. –Dio che dolore-
-Preoccupati di quante te ne darò se per colpa tua dovremo saltare il concerto di sta sera- avvolgo il braccio intorno ad Ashton per impedire che possa cadere e guardo Calum dallo specchietto retrovisore.
-Troveremo una soluzione in caso- il Central Hospital di Sydney è come la mia seconda casa, per via della mia malattia al cuore ci ho passato molto tempo quando ero piccola, conosco quasi tutti i reparti e la maggior parte delle infermiere conoscono me. Tra tutti però c’è il dottor Mark Johson, il mio dottore personale che mi segue praticamente da una vita e che si mette le mani nei capelli ogni volta che mi vede, la prima volta che l’ho visto era solo uno specializzando. –Maaaark- irrompo nel suo studio e il suo viso diventa prima bianco, poi rosso e poi ritorna normale.
-Che hai combinato questa volta?- si passa le mani tra i capelli biondini sospirando.
-Sta volta, che tu ci creda oppure no, niente. Abbiamo però un problema con Ashton-
-Ashton? Il tuo amico batterista? Quello per cui hai una cotta madornale?- le guance cominciano ad andare a fuoco, quattro risolini arrivano da fuori.
-Sì non c’è bisogno di redigere tutta la biografia, anche perché è qua fuori con gli altri tre che molto probabilmente ora se la staranno ridendo all’ennesima potenza- apro la porta e quei quattro come volevasi dimostrare cadono rovinosamente per terra. –Visto?-
-Salve ragazzi-
-Salve dottor Mark- oh guarda, ed io che pensavo che facessero i cori solo quando cantano.
-Allora che è successo?- Ashton si siede di fronte a lui aggiustandosi il ciuffo che ricade quasi fino alla guancia, ha gli occhi lucidi per il dolore.
-Mentre stavo suonando la batteria ad un certo punto ho sentito un dolore lancinante proprio al centro del polso destro- Mark sospira prendendo tra le mani il polso di Ashton, lui geme e per tutta risposta lui gli gira la mano, il biondo potrebbe morire da un momento all’altro.
-Lussazione, ora dovrebbe essere apposto- i quattro lo guardano con occhi interrogativi ed io butto lo sguardo al cielo, come hanno fatto ad essere promossi in tutti questi anni?
-La lussazione è lo spostamento di un osso dalla sua sede originaria, Mark con quello strattone te lo ha rimesso apposto Ash- i quattro si lasciano ad andare ad un ‘aaaah’ che fa ridere il dottore, povera me.
-Ora ti metto la stecca e la fasciatura ma per un mesetto circa non potrai suonare-
-Ma sta sera abbiamo un concerto all’Hollywood! Ashton porca troia- il batterista sprofonda alle parole di Calum, io intreccio le dita della mia mano con la sua.
-Andrà tutto bene, ora pensiamo ad un piano…ciao Mark grazie, ci vediamo-
-Ciao Luce, spero il più tardi possibile- nessuno dei quattro sembra voler più fiatare, Ashton dal canto suo si lascia andare sopra la mia spalla, gli occhi lucidi e la mano che stringe fortemente la mia.
-Porca troia ho avuto un’idea! – Michael ferma di colpo la macchina, il cuore mi scoppia in petto e tutti si voltano verso di me. –E se Ashton fingesse solamente di suonare la batteria?-
-Spiegati meglio bambolina- dagli occhi di Mike capisco che forse lui ha capito tutto.
-Dietro le quinte ci sarei io a suonare, conosco tutte le vostre canzoni a memoria, so suonare tutti i vostri strumenti e so tutte le note, Ash farà solo finta così il suo polso si potrà riprendere- i quattro mi guardano per un tempo infinito, avere tutti i loro occhi addosso mi inquieta.
-Bambolina giuro che questa volta ti sposo- sorrido a Michael che riprende a camminare lasciandosi andare ad un urlo di gioia, il gruppo è tornato.

Sbam!

Sì sono tornata, e sì questa è una nuova ff. Mi scuso per l'assenza di questi giorni ma purtroppo il mio amato computer aveva deciso di andarsene a fanculo e cancellare tutti i dati che un santo ragazzo è riuscito a recuperare.
Anyway, come avete visto in questa ff il protagonista è Ash, il mio vero amore, cavolo io adoro quel ragazzo. Questa sarà un po' differente rispetto a quelle che ho pubblicato fino ad ora, ma vedrete più avanti, un bacio, Ossidiana xx
Ps avete sentito le canzoni dell'ep? Omg sono bellissime

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Capitolo 2
*** We'll never be as young as we are now ***


Mi getto esausta sul divano di casa Clifford, stare dietro a quei quattro e, soprattutto, riuscire a seguire contemporaneamente le mosse di Ashton, si è rivelato più difficile del previsto, ma alla fine i ragazzi sono andati più che bene e la cosa ripaga tutti i miei sforzi.
-Allora io proporrei una bella pizza di mezzanotte, voi che dite?-
-Non so Michael, mia zia non mi vede da sabato sera e domani abbiamo scuola, quindi io andrei- faccio per alzarmi ed Ashton mi imita, gli altri tre sogghignano.
-Ti accompagno io, non posso farti andare da sola-
-Ma puoi guidare con quella mano?-
-Certo, che sarà mai?- sospiro passandomi una mano tra i capelli ramati e azzurri ed arrendendomi, tanto lui mi accompagnerebbe lo stesso.
-Va bene, allora ci vediamo domani, ciao ragazzi…ah Michael domani per il compito di matematica facciamo come l’ultima volta vero?- il biondo sbianca e qualcosa mi dice che se lo è dimenticato.
-Compito? Domani abbiamo compito?-
-Sì, a prima ora- si lascia cadere all’indietro sul divano mormorando un ‘sta volta mia madre mi uccide’ prima che io e il batterista usciamo da quella stanza. La serata è leggermente fresca e il vento fa svolazzare i miei capelli, sospiro.
-Domani c’è il ballo di primavera ricordi?-
-Sì certo …ce la fai con la mano?-
-Sì sì tranquilla…stavo pensando che, beh dato che siamo candidati come re e reginetta potremmo andare insieme- lo guardo passarsi una mano tra i capelli e tamburellare le dita sul volante con quella libera, non l’ho mai visto così teso.
-Va bene, però mi prometti una cosa?-
-Certo-
-Ti lasci i capelli ricci? Ti prego così sembri un emo, hai dei capelli così belli al naturale, ci affonderei sempre le dita- sento le guance avvampare per la stupidaggine che ho appena detto, lui dal canto suo inizia a ridere di cuore.
-Se mi dici così allora lo farò sicuramente- scendiamo entrambi dalla macchina mentre io mi preparo per la discussione che sicuramente mi farà mia zia, lui rimane di fronte a me con le mani cacciate negli skinny jeans.
-Notte Ashton, ci vediamo domani-
-Come? Niente bacio della buonanotte?-
-Notte Ashton- lui sospira, si avvicina a me e posa delicatamente le labbra agli angoli della mia bocca.
-Buonanotte Luce- sospiro ed inizio a imprecare mentalmente su quanto questo ragazzo mi farà uscire pazza.
Quando apro la porta trovo mia zia sul divano intenta a mangiare un’enorme ciotola di gelato e a guardare l’ennesima stagione di Desperate Housewifes, mi scappa un risolino.
-Oh Luce, mi hai degnato della tua presenza-
-Sì lo so che manco da praticamente una giornata, ma ho una scusa più che logica-
-Sentiamo- punta i suoi occhi azzurri identici ai miei su di me, e mi stupisco come non abbia ancora trovato un fidanzato decente, è così bella.
-Ashton- sospira squadrandomi con lo sguardo e portando la sua attenzione di nuovo al telefilm.
-Immaginavo che c’entrasse lui…beh almeno ora vatti a fare una doccia che domani hai scuola- salto sul divano abbracciandola, lei ride di gusto.
-Andremo al ballo insieme domani, non è una cosa bellissima?-
-Affascinante tesoro, ma ora sto cercando di vedere se il commissario ha capito che Gabrielle e le altre hanno nascosto il corpo del suo patrigno- scuoto la testa salendo in camera mia e aprendo l’acqua della vasca. Scosto la tendina e noto la luce accesa in camera di Ash.
-Irwin a quest’ora dovresti essere già a letto-
-Sto componendo- scuoto la testa e lui per tutta risposta mi lancia una pallina di carta che mi arriva dritta in fronte, inizia a ridere.
-Aspetta che domani ti prenda e vedrai quello che ti faccio-
-Sto aspettando Luce- spalanca le braccia con fare da boss mafioso, io scuoto la testa prima di rientrare e calarmi nella vasca. Sento mia zia parlare al telefono, sicuramente un’altra discussione con quel cretino di John, dopo nove anni di fidanzamento ha scoperto che la tradiva con la sua sorellastra, sto coglione. Le sue urla arrivano fino a me, così decido di uscire e di raggiungerla.
-Zia tutto okay?- la trovo china con entrambe le braccia appoggiate sul tavolo della cucina.
-Cosa? Sì Luce, ma ora va’ a dormire che si è fatto tardi-
-Sicuro che non hai bisogno di niente?- alza i suoi occhioni azzurri ormai totalmente rossi, mi si chiude il cuore a vederla così.
-Tranquilla Luce, piuttosto pensa a te, domani c’è il ballo, non vorrai svenire tra le braccia del tuo caro batterista perché non hai dormito abbastanza vero?- rido passandomi una mano tra i capelli ramati e azzurri e faccio come dice.
La notte però non mi risulta facile come pensavo: mille pensieri mi passano per la testa, il pensiero di Ashton in particolare non fa che rimanere fisso, complice il fatto che stia suonando la batteria a quest’ora.
Sono le tre di notte quando decido di alzarmi e di ucciderlo. Prendo la sua felpa blu che mi ha dato sta mattina, la metto sopra il pigiama ed esco, ora quel ragazzo mi sentirà. Fortuna vuole che so esattamente dove sono le chiavi di riserva, così alzo il tappetino e il piccolo oggetto d’argento luccica sotto la luce della luna.
In casa tutti dormono, secondo me si sono comprati le cuffie o hanno fatto insonorizzare la stanza perché è impossibile dormire con un tale casino.
-Ashton, Ashton, ASHTON!- gli tiro uno schiaffo sulla spalla e lui sussulta spaventato posando una mano sul cuore, io incrocio le braccia sotto il seno. –Dico ti sembra l’ora di dare sfogo della tua bravura? Hai il polso lussato per giunta!-
-Lo so che è un po’ tardi ma mi sentivo ispirato…non tarparmi le ali!-
-Ti tarpo qualche altra cosa se non la finisci con tutto questo casino ci siamo capiti?- lui mi guarda con quei suoi grandi occhioni verdi e la voglia di abbracciarlo è tanta, sospiro.
-Va bene…aspetta un momento, ma tu come sei entrata in casa mia?-
-Dimentichi che so dove si trova la chiave di riserva…comunque buonanotte- faccio per andarmene ma lui mi blocca.
-Aspetta Luce- mi afferra per i fianchi e fa in modo che le nostre labbra combacino, io all’inizio oppongo resistenza ma poi cedo sotto quel bacio avvolgendo le braccia intorno al collo di Ashton. –Non ti avrei mai lasciato andare sta volta senza il bacio della buonanotte- sorrido prima di staccarmi per evitare che l’episodio si ripeta, lui rimane dubbioso.
-Non ci riprovare…niente più baci fin quando non sarà tutto sistemato-
-Devi riuscire a fermarmi bambolina- sospiro ormai rassegnata e me ne vado ricordandomi che ho soltanto poche ore di sonno. Appena arrivo in camera però mi arriva un suo messaggio.
Ash😍💕
Sappi che non potrai sfuggirmi per sempre😉
Ashton…
Davvero Luce, sei l’unica con cui voglio stare💞

Sospiro prima di spegnere l’iPhone, per oggi ne ho avuto abbastanza di Ashton, di baci, insomma ne ho avuto abbastanza di tutti.
 
Quando la mattina seguente suona la sveglia, io brontolo e ficco la testa sotto il cuscino, la mia voglia di alzarmi è pari a zero, colpa di Ashton.
-Ehi dormigliona muovi il culo o arriverai il ritardo- mugolo qualcosa di incomprensibile persino a me stessa e per tutta risposta mia zia mi versa l’acqua di un vaso in testa, rabbrividisco.
-Zia ma che ti è saltato in mente?!-
-Non ti volevi alzare…così impari a darti alla pazza gioia con quegli altri quatto pazzi, ora muoviti- scendo dal letto imprecando e indosso la divisa senza che manchi la mia lotta ormai quotidiana con la cravatta, dopo un anno ancora non ho imparato a fare il nodo. Mi passo un filo di matita e tanto, davvero tanto mascara e poi scendo giù, afferro un toast ed esco.
Suono il campanello di casa Irwin e subito dopo Anne Marie mi apre sorridente.
-Buongiorno Anne, Ashton?-
-Dorme ancora in camera sua, vedi un po’ se tu riesci a svegliarlo- si sposta per farmi entrare ed io vedo Lauren ed Harry fare colazioni tutti tranquilli.
-Buongiorno ragazzi-
-Luce!- Harry mi fa ciao con la manina ed io gli mando un bacio prima di salire dal batterista.
Ho sempre amato camera di Ashton: piena di poster di band, le nostre foto sparse per il muro, la batteria vicino alla finestra, migliaia di fogli accartocciati e il bloc notes sempre aperto. Lui, dal canto suo, dorme ancora beatamente nel letto, la faccia sul cuscino e l’aria di un tenero angioletto.
-Sveglia Irwin dobbiamo andare a scuola- inizio a saltare sul suo letto fin quando lui non si sveglia, mi afferra per una caviglia e mi attira accanto a sé.
-E se io ora non ti lasciassi più andare?- mi blocca avvolgendo le braccia intorno al mio busto io mi divincolo rialzandomi.
-Muoviti Ash o arriveremo tardi- scendo giù dove Anne sta preparando il pranzo per i suoi figli, io guardo la scena seduta accanto a Lauren.
-Hai mangiato tesoro?-
-Un toast- sorrido e lei mi guarda con un sopracciglio alzato prima di mettermi davanti un piatto di pancakes caldi, Ashton in quel momento ci degna della sua presenza.
-Buongiorno famiglia- si siede accanto a me passandosi le mani tra i ricci ribelli, sua madre lo guardo seccata.
-Ashton Fletcher Irwin, ti dai una sistemata o pensi di andare a scuola così?- guardandola con attenzione noto che ha un lembo della camicia dentro i pantaloni e l’altro no, la parte di sopra quasi totalmente sbottonata  la cravatta lasciata slacciate sulle spalle.
-Non ne ho la forza-
-Vieni qui barbone- tiro la camicia dai fianchi facendo uscire anche l’altro lembo, abbottono i bottoni e litigo anche con la sua cravatta prima di riuscire a sistemarla definitivamente. –Ecco fatto-
-Sei fortunato che questa ragazza stia ancora accanto a te e quegli altri tre pazzi, se non ci fosse probabilmente sareste tutti in carcere-
-Amo la fiducia che riponi in me ogni giorno ma’…comunque no ora andiamo, ci vediamo sta sera, ricorda di ritirarmi lo smoking, sta sera c’è il ballo, ciao famiglia- si alza prendendo la tracolla e le chiavi della macchina, io lascio un bacio sulla guancia di Harry che ride diventando tutto rosso prima di seguirlo.
-Fammi indovinare, hai fatto tardi ieri sera- se gli sguardi potessero uccidere io sarei già cenere.
-Luce vuoi litigare?-
-Okay okay scusa- lui sospira lasciandosi andare con la testa sul volante.
-No scusa tu…è che mi sono ricordato di non aver fatto i compiti di studi sociali e se porto un altro brutto voto mia madre mi uccide- poggio la mia mano sulla sua e gli sorrido.
-Li copierai da me tranquillo, a quanto pare sarà una giornata abbastanza frenetica per tutti- si lascia andare ad un rumoroso sospiro mentre io accendo la radio ed inizio a canticchiare. –And they say she’s in the class A-team, stuck in a daydream, being this way since 18 but lately- lui sorride prima di iniziare a cantare con me, col risultato che arriviamo a scuola quasi come se stessimo facendo un concerto.
-Vedo che siete entrambi felici sta mattina- getto le braccia al collo di Michael schioccandogli un bacio sulla guancia, lui sorride prima di scompigliarmi i capelli.
-Pronto per il compito Mike?-
-Assolutamente no-
-Perfetto, anche tu copierai da me, qualcun altro che non ha fatto i compiti?- Calum e Luke si guardano prima di alzare timidamente la mano, io mi sbatto la mano in fronte. –Okay datemi tutto quello che non avete fatto, ci penso io a sistemare le cose-
-Grazie Luce- Calum mi schiocca un bacio sulla guancia consegnandomi un quaderno di letteratura inglese, Ashton quello di studi sociali e Luke quello di spagnolo.
-Quando diventeremo famosi sarai la prima che ringrazieremo- Luke sfodera uno dei suoi soliti sorrisi e si becca scoppole dagli altri tre, io ficco tutto dentro la tracolla.
-Ehi non avete ancora finito di schiavizzare la mia migliore amica?- Aria, un metro e sessanta, capelli scuri e occhioni color smeraldo, arriva a grandi falcate verso di noi e quei quattro si mettono sull’attenti.
-Hanno avuto un concerto ieri, ed Ashton è col polso lussato- i ragazzi si limitano ad abbassare ritmicamente la testa, lei geme buttando gli occhi al cielo.
-Devi finirla di giustificarli sempre…comunque sta sera ci prepariamo insieme a casa tua?-
-Certo, Nick ti passa a prendere lì?-
-Di Nick ne parliamo quando sarei senza lo squadrone dei fantastici quattro, ciaooo-
-Ciao Aria…allora Mike andiamo a fare questo compito?- lui mi fa un lieve cenno di sì con la testa e, dopo aver salutato gli altri, ci dirigiamo verso l’aula di matematica.
-Hai presente quando uno dice che non sa un cazzo? Ecco, io so meno di quello!- si passa nervosamente le mani tra i capelli, quasi arriva a strapparseli, io lo blocco.
-Andra tutto bene Michael, appena finisco il mio vedo di fare qualcosa del tuo- mi rivolge un luminoso sorriso prima di abbracciarmi e schioccarmi un bacio sulla testa.
-Non so davvero dove sarei se tu non ci fossi, sei la mia ancora di salvezza- a quelle parole tutta la classe si gira guardandoci male, l’ho sempre detto che nessuno vede di buon occhio il fatto che io passi tanto tempo con loro, sospiro.
Quando il foglio con gli esercizi appare davanti ai nostri occhi vedo Michael sbiancare e mi scappa un risolino.
-Luce non so fare un cazzo-
-Pazienta altri cinque minuti- appena finisco, scambio rapidamente i fogli e faccio anche quello di Michael, lui mi guarda con gli occhi che brillano.
-Professoressa io e Luce abbiamo finito, possiamo uscire?- la Dirgass abbassa gli occhiali con le sue dita ossute e ci squadra dalla testa ai piedi, noi ci limitiamo a sorridere.
-Clifford mi stupisce la celerità con cui tu abbia portato a termine il tuo compito, devo sperare che lo spirito santo sia sceso su di te e ti abbia dato la sapienza?-
-Esattamente, arrivederci prof- Michael mi tira fuori con sé mentre iniziamo a ridere come due pazzi imitando la prof, quelli che passano ci guardano storto. –Dio la Dirgass si dovrebbe fare una scopata…a fine anno le regalo un abbonamento in un locale di spogliarellisti alla Magic Mike…andiamo un po’ sul prato?-
-Sì, così nel frattempo faccio i compiti degli altri tre- l’aria di oggi è particolarmente tiepida, il sole riscalda delicatamente mentre noi, all’ombra degli alberi parliamo, ed io in particolare, eseguo il tema di Calum.
-Quindi tu ed Ashton andrete al ballo insieme sta sera?-
-Sì, vedremo come andrà a finire- Michael rimane in silenzio a giocare con un fiore per un tempo che a me pare infinito, mi piace osservarlo mentre lo fa. –Ho paura Mike-
-Paura di cosa?-
-Paura che Ashton possa farmi del male di nuovo, ho paura che io non gli piaccia davvero, che creda soltanto di essere innamorato di me- Michael sospira sollevandosi e mettendomi il fiore di prima tra i capelli.
-Luce io ti assicuro che non ho mai visto Ashton così preso da una ragazza come con te ora, devi solo riuscire a scacciare le tue paure- in quel momento Aria piomba tra di noi, Michael sbuffa e si lascia cadere all’indietro.
-Allora, ti racconto cosa è successo tra me e Nick…hai presente Scarlett, l’ex di Ashton no?-
-Quell’adorabile ragazza- Michael ride per la mia affermazione, io lo incenerisco con lo sguardo.
-Ecco, allora io ho scoperto che lei e Nick si mandavano messaggi in continuazione, così ho preso e l’ho lasciato-
-Quale ragazza seria si manda messaggi con un ragazzo di tre anni più piccolo e contemporaneamente cerca di rimettersi col suo ex?-
-Di chi state parlando?- la voce calda di Calum arriva dritta dritta nelle nostre orecchie e lui, Luke ed Ashton prendono posto accanto a noi.
-Di Scarlett, a quanto pare ci ha provato con Nick- tutti gli occhi vengono portati sul batterista che ci guarda prima di alzare le mani in segno di difesa.
-Io non ho fatto niente ve lo giuro-
-E quando mai…comunque Calum questo è il tuo tema di letteratura, dì che ti sei ispirato alla storia di Fallen per scriverlo-
-Fallen?- mi guarda curvando la testa di lato, io scuoto la testa, quei quattro a volte sembrano non conoscere niente al di là della musica.
-Cercati la trama su internet…Luke, i tuoi esercizi sono pronti, penso che prenderai il massimo dei voti-
-Poco modesta mi dicono- faccio la linguaccia a Luke prima di prendere il quaderno di Ashton.
-Non mi sto vantando, ma visto che tu sei al primo livello ed io all’ultimo è naturale che siano tutti giusti- si lascia andare ad un ‘aaaah’ prima di sfoderare un sorriso e mettere tutto nella tracolla, fortuna che è bello. -E per finire, Ashton, il tuo lavoro si basa sulla crescita demografica avvenuta agli inizi degli anni cinquanta dovuta ad un grande esodo verificatosi alla fine della seconda guerra mondiale che ha portato milioni di abitanti a cambiare Paese- quei quattro mi guardano con le bocce spalancate, Aria ride. –Beh perché mi guardate così?-
-Perché nel giro di nemmeno un’ora sei riuscita a fare tre compiti di tre materie diverse e a dare spiegazioni che nemmeno io che sono al quarto anno riesco a dare- scuoto la testa mentre Michael stacca tutti i fiori che trova intorno.
-Che posso dire Ashton, voi avete la bellezza ed io l’intelligenza-
-Possiamo un attimo concentrarci sul mio problema?- mi volto verso Aria mentre sento gli altri sbuffare. –Con chi vado al ballo io?-
-Perché non vai con Calum? Tu non hai un’accompagnatrice vero?- il moro scuote la testa mentre la mia amica inizia a mordersi il labbro.
-No, Janis si è ammalata, per me okay, anzi hai detto che ti saresti preparata da Luce ed è praticamente perfetto-
-Se per te non è un problema Cal…-
-Ma figurati Aria- entrambi sorridono ed io mi compiaccio con me stessa immaginandomi già quei due sposati e pieni di bambini, sghignazzo.
-Però, hai appena formato la nuova coppia della scuola- faccio l’occhiolino a Michael prima che entrambi scoppiamo a ridere, Ashton si alza ricordandoci che dobbiamo andare in classe.
-Credo che sia meglio andare…ci vediamo più tardi ragazzi- ognuno si dirige verso la propria classe, tranne io ed Ashton che abbiamo studi sociali insieme, il che è abbastanza strano visto che io sono al primo anno e lui al quarto. –Finalmente ti avrò un’ora solo per me-
-Se Scarlett non è contraria- gli faccio la linguaccia mentre afferro il nostro solito ultimo banco, lui si lascia andare sulla sedia mentre la professoressa Gonzales, l’insegnante più giovane e carina della Northwest, fa il suo ingresso in classe, tutti i ragazzi scattano in piedi.
-Buongiorno ragazzi, allora oggi sarà una lezione un po’ speciale. Come sapete, l’altra volta vi ho dato come compito l’elencare la crescita della popolazione in un periodo di tempo a vostra scelta, la volta prima vi ho fatto descrivere la famiglia tipo nel corso degli anni e adesso vi voglio far calare direttamente nella parte: per una settimana sarete sposati con il vostro, o la vostra, compagno, o compagna, di banco e ad ognuno di voi verrà affidato un anno in cui vivere. Dovrete relazionare la vostra vita e come l’epoca in cui viviate l’abbia influenzata…o e non vi preoccupate se siete in banco con qualcuno del vostro stesso sesso, sarà ancora più interessante esplorare le dinamiche di una coppia omosessuale nel corso della storia- rimango con la bocca aperta prima di lasciare che la mia testa sbatta contro il tavolo.
-Non ci posso credere, io e te sposati?! Ma stiamo scherzando?- inizio a sventolarmi col quaderno, fa stranamente caldo.
-Luce sei tutta rossa- se gli sguardi potessero uccidere Ashton sarebbe già cenere.
-Ashton, Lucinda dovete estrarre l’anno in cui vivrete- il batterista regala un sorriso luminoso alla professoressa prima di cacciare la mano nel cappello, io trattengo un conato di vomito. –Oh che fortuna, vivrete nell’epoca odierna…su cominciate a pianificare- la professoressa se ne va ed Ashton si gira verso di me con quel sorrisetto stampato sulle labbra.
-Irwin, togliti quell’espressione dalla faccia ora-
-Allora, cominciamo a pianificare la nostra vita: io sarò il batterista della band più famosa del momento, i 5 Seconds of Summer- scuoto la testa ridendo, sarebbe bello se il loro sogno si avverasse. Quando hanno iniziato a suonare non erano per niente bravi, ma col tempo sono migliorati ed ora meriterebbero il successo, anche se loro sono convinti di fare schifo. –Luce?-
-Cosa?-
-Tu cosa vuoi diventare da grande?-
-Scrittrice- un sorriso affiora sulle sue labbra mentre prende a giocare con la punta della cravatta.
-Ci avrei scommesso che avresti risposto così, dopotutto tu scrivi in continuazione: scrivi su quel quadernetto che ti porti sempre dietro, sul computer, dappertutto- alzo le spalle spostando una ciocca di capelli che mi è finita sul viso, Ashton continua a sorridermi. –Poi, dobbiamo decidere quando sposarci-
-Io non ho intenzione di andare all’altare prima dei ventisei anni-
-Ma io ne avrò ventinove!-
-E allora?- sbuffa annotando anche questo sul suo quaderno, lo farò uscire pazzo.
-Per quanto riguarda i figli…-
-Quattro anni dopo il matrimonio!-
-Che cosa?-
-Non ho intenzione di sfornare subito figli-
-Okay, ma ne avremo quattro-
-Che cosa?- mi copro la bocca, ho parlato in falsetto e tutta la classe si è girata, mi ricompongo sventolandomi con la mano, devo essere completamente rossa. –Ashton ma tu lo sai come si fanno i bambini vero?-
-Non credi che ne sappia più di te?-
-Ma insomma apriamo le finestre, c’è caldo!- inizio a vagare per tutta la classe aprendole tutte e sperando così che la mia faccia torni ad un colorito normale, ma quando torno a posto ed Ashton ride capisco che non ha funzionato per niente.
-Sai di essere tutta rossa vero?- incrocio le braccia sbuffando e sussurrando un ‘compito del cazzo’ mentre lui ancora se la ride. –Okay ora torno serio…non volevo metterti in imbarazzo…quanti bambini vuoi avere?- scoppio a ridere per la domanda, stiamo rasentando il ridicolo ormai.
-Due, una coppia di gemelli, un maschio è una femmina-
-Sai che è una cosa rarissima vero? Cioè devi averne qualcuno nel tuo albero genealogico-
-Mio padre aveva una sorella gemella, solo che è morta quando avevano diciott’anni- Ashton si blocca e mi guarda sorridendo dolcemente.
-E allora vuol dire che noi saremo più fortunati bambolina- rimango a fissarmi la punta delle scarpe sospirando, non parlo spesso della mia famiglia, soprattutto perché mi ricordo poco di loro, ma quando lo faccio mi cala sempre una tristezza assurda. –E’ tutto okay Luce?-
-Sì stavo solo pensando- si gira verso di me prendendo le mie mani tra le sue, siamo così vicini che i suoi capelli mi solleticano il naso.
-Ti va di parlarne?-
-Sai a volte ci penso a loro, ma il non riuscire a ricordare niente mi uccide…e a volte penso che…che vorrei essere più fortunata di loro quando sarò grande…voglio mettere insieme i tasselli Ashton, voglio mettere insieme tutti i tasselli dei miei primi tre anni di vita, ma ogni volta che ci provo entro solo in un tunnel buio…- Ashton mi fa una carezza costringendomi ad alzare il volto, i nostri occhi si incastrano alla perfezione.
-Non devi incolparti del fatto che non ricordi, eri piccola-
-Ashton io mi incolpo del fatto di non sapere come sono morti- lui mi guarda confuso andando leggermente indietro con la schiena, io volto lo sguardo a fissare un punto indefinito della stanza.
-Che vuoi dire?-
-Che io non so come sono morti i miei genitori, nessuno lo sa. Quando l’assistente sociale mi ha chiesto di raccontare quello che era successo, io le ho detto che mia madre mi aveva detto di andare a casa tua, stop. Ricordo che lei indossava un vestito nero a maniche corte, e quella collana di perle che papà le aveva regalato qualche tempo prima, si stava sistemando mentre io giocavo sulle sue gambe, le diceva ‘Mamma guarda come vola LuLu, guarda come vola’ e rideva, aveva una bella risata. Poi qualcuno aveva suonato alla porta, lei era andata ad aprire, era tornata da noi ed il resto è molto confuso, ricordo solo te Ashton, ricordo te che mi chiedevi perché stessi piangendo e perché non parlassi- quando riporto lo sguardo su di lui noto che sta lottando per non far scendere le lacrime, tiene ancora le mie mani tra le sue. –Mia zia non mi ha mai detto come sono morti, svia sempre il discorso, ma io so che sono stati uccisi-
-Uccisi? Chi li avrebbe mai voluti morti? E soprattutto perché?-
-E’ quello che sto cercando di scoprire, ma non so da dove iniziare- sposta la sedia più vicino a me, mi sposta una ciocca di capelli e sorride debolmente.
-Se ti può aiutare, ricordo che tu per circa un mese non hai parlato, mi facevano andare tutti i giorni a casa tua per cercare di farti sbloccare- mi passo una mano tra i capelli ramati prima di alzarmi al suono della campanella, Ashton mi guarda confuso.
-Non parlare a nessuno di questo, lo sapete solo tu, Aria e Michael- a quel nome lui sbuffa incrociando le braccia al petto.
-Perché lui sa sempre le cose prima di me?-
-Perché lui per due mesi mi ha parlato pezzo di idiota- tiro un pugno contro l’armadietto, ogni volta che tocchiamo il tasto dei miei genitori finisce così, Ashton non può fare il geloso pure in questi casi, proprio non può.
 

Sbam!

Okay è imperdonabile che io non aggorni questa ff da circa due mesi ma ho avuto tantissime cose per la testa e tanto per complicare ulteriormente le cose il mio ragazzo ha deciso di lasciarmi, quindi per circa una settimana non ho toccato computer.
Anyway, che ne dite di questo capitolo? Ultimamente non so, le mie storie non stanno avendo molto successo ed io mi sto dannando come una pazza per capire il perché, avevo anche pensato di non pubblicare più, complice una recensione in cui mi dicevano che non si capiva niente di quel che scrivevo.
Detto questo, come state passando la vostra estate? Io non tanto bene, non vedo l'ora di partire per l'Australia e lasciare tutti alle spalle *fa al più presto i bagagli*, okay mi sono dilungata troppo, un bacio, Ossidiana xx

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