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di LateNight_01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitudine ***
Capitolo 2: *** Anna ***
Capitolo 3: *** Il risveglio ***
Capitolo 4: *** Ricordi ***
Capitolo 5: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 6: *** Parole di ghiaccio ***
Capitolo 7: *** La visita ***
Capitolo 8: *** Paura ***
Capitolo 9: *** La proposta ***
Capitolo 10: *** Confessioni ***
Capitolo 11: *** Un grave errore ***
Capitolo 12: *** Parole e silenzi ***
Capitolo 13: *** Sotto le stelle ***
Capitolo 14: *** Sai correre? ***
Capitolo 15: *** Un atto di vero amore ***
Capitolo 16: *** Davanti alla porta ***
Capitolo 17: *** All'altare ***
Capitolo 18: *** La festa ***
Capitolo 19: *** Finale-Note dell'autrice ***



Capitolo 1
*** Solitudine ***


Si era seduta contro la porta, per abitudine, ormai. Era passata una settimana da giorno della sua incoronazione, il giorno che avrebbe perso tutto. La fiducia in se stessa, il controllo, sua sorella...
(Non si puó perdere qualcosa che non hai mai avuto...)
Elsa cercó di scacciare quella voce nella sua testa, quella voce che vedeva tutto dal lato piú brutto, quella a cui aveva dato retta in tutti quegli anni.
(É colpa tua, solo colpa tua. Se Anna sta morendo, è solo colpa tua. E tu sei qui, senza fare niente)
-No...-Bisbiglió, quasi per non sentire il suono dei suoi pensieri. Fuori c'era la tempesta. Non si vedeva piú il sole da una settimana. La temperatura nella stanza era sottozero, ma ad Elsa non importava, non importava di nulla. Dal soffitto pendevano alcune piccole stalattiti.
La regina mise una mano per terra. La mattonella ghiacció in pochi attimi. Elsa ritrasse la mano, piú addolorata che spaventata. Perchè,  perchè doveva essere tutto cosí difficile? In tutti quegli anni aveva nascosto tutto ció che era, solo per proteggere Anna. E ora, la sorellina era su un letto, nella stanza davanti alla sua, col cuore pieno di ghiaccio. Si stava per congelare, e allora sarebbe stato tutto inutile. Non aveva avuto il coraggio di vederla. Le avevano riferito che i suoi capelli stavano diventando bianchi, la sua pelle era sempre piú fredda. Non aveva molto tempo, e tutto quello che serviva per rompere l'incantesimo che lei stessa aveva creato, era un atto di vero amore. Avrebbe potuto stringerla a sè e scusarsi per tutti quelle porte chiuse in faccia. Ma se avesse peggiorato le cose? Se appena l'avesse toccata, avesse perso del tutto il controllo dei suoi poteri e l'avesse congelata?
Si avvicinó lentamente alla finestra. Poggió le mani sul vetro. Si formó rapidamente una lastra di ghiaccio, come quando aveva otto anni. Tutto come prima, se non peggio.
(Celare, domare, non mostrare)
Le lacrime cominciarono ad affiorarle ai lati degli occhi. Li strinse forte, sperando fosse solo un sogno. Ma lei lo sapeva, era la realtá. C'era qualcosa che le scoppiava dentro, che stava prendendo il controllo della sua vita.
Una lacrima le scese, quasi come per dispetto, sulla guancia pallida. Le gambe presero a tremare. Fece un passo avanti, ma non aveva le forze. Si accasció per terra. Qualche fiocco di neve cominció a roteare in aria. Ne vennero
altri. Faceva male, bruciava. Essere diverse senza volerlo, avere poteri che non
desiderava. Che le avevano rovinato la vita. Altre lacrime si aggiunsero alla prima.
Altra neve si aggiunse alla prima.
Il pavimento si era cristallizzato.
Completamente.
(Non mi importa di quello che dicono, lascia andare la tempesta)


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Note dell'autrice: ciao a tutti, mi sono decisa a correggere l' HTML di questa storia. Spero che così vada meglio e vi piaccia :-)
SweetDream_01

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Capitolo 2
*** Anna ***


Non riusciva a fermarlo, non riusciva a controllarlo.
La neve turbinava nella stanza, mentre Elsa era per terra, cercando di controllarsi. L'aveva fatto in tutti quegli anni, perchè ora no?
Aveva chiuso tutti i rapporti con il mondo, e con sua sorella. Pensó a quegli attimi in cui le era stata vicino. Ai suoi occhi verdi, con qualche sfumatura celeste. Pensó al suo sorriso, forse quel sorriso non l'avrebbe rivisto mai più. Le separava solo una porta.
Questo pensiero sembró bloccare tutto. L'aria sembrava meno fredda. Elsa alzó la testa. La neve era sparita. Anche tutto il ghiaccio. La regina prese alcuni attimi per riprendersi. Il pensiero di Anna aveva fermato la tempesta. Sua sorella l'aveva salvata, di nuovo.
Le sue guance erano ancora umide, e le mani tremavano.
Dopo pochi minuti di silenzio, la regina si alzó in piedi e si mise di spalle alla finestra.
(Corri da lei, non scappare)
- Non posso...- sussurró, come per convincersene
In quel momento bussarono alla porta
(Vuoi fare un pupazzo di neve insieme a me?)
La voce della sorellina risuonó nella sua testa. Sembrava cosí reale, così vera...
(Elsa...vuoi lasciarmi entrare?)
Questa volta era Anna a quindici, forse sedici anni, che parlava. Subito dopo la morte dei suoi genitori.
Il dolore la colpì come una spada affilata, il suo equilibrio vacilló all'indietro. Si aggrappó alla prima cosa che trovó. Il davanzale della finestra.
Ghiacció anche quello, sotto il tocco delle sue mani.
- Di nuovo no!- Disse un po' più forte, come per farsi coraggio.
Bussarono di nuovo.
- Si?- fece lei, riuscendo a nascondere la voce piena di lacrime.
- Forse è meglio se mi seguisse...- rispose Kai. Elsa sentí un velo di preoccupazione nella sua voce.
(Anna!)
Si, era sicura, era successo qualcosa alla sorellina.
Non disse niente, e nonostante il cervello le ordinasse di non muoversi, le sue gambe andavano da sole. Attraversó la grande stanza, fino all'entrata, dove indugió davanti alla porta scura.
(Non girare quella maniglia!)
Poggió la mano sul pomello dorato. Aspettó che si congelasse. Niente. Non successe niente. Tiró un sospiro di sollievo.
Appena fuori dalla stanza si trovó faccia a faccia con il medico.
- Le devo parlare- Non la guardó negli occhi, quasi avesse paura del suo sguardo.
(Eh sì, tutti hanno paura di te)
La regina ignoró quella voce e rispose al medico, con tranquillitá
- La ascolto-
- Sua sorella...-
(Ecco, ti sta per dire che non ce l'ha fatta. No, fermalo, prima che dica altro!)
Le mani cominciarono a pizzicarle. La temperatura si abbassó, ma continuó ad avere quello sguardo insensibile.
-...due giorni fa si è addormentata, forse per lo chock, e ancora non riprende i sensi...forse le vuole fare visita?-
Elsa si sentì profondamente sollevata perchè la sorella era ancora viva.
(Per ora)
Ma subito rimpiombó nell'ansia. Aveva poco tempo, e ora non si svegliava piú!
- Vi...visita? D'accodo...- balbettó, e cominció a seguire il dottore, fino a quando si ritrovó nella stanza di Anna. Da sola, con lei.
Tenne gli occhi chiusi per alcuni secondi, per assicurarsi di non perdere la calma.
Buttó fuori un respiro, ora avrebbe dovuto affrontare tutte le sue paure.
(Ora é tardi per tornare indietro)
"Lo so, lo so" rispose prontamente un'altra parte di lei, quella che sapeva controllarsi.
Aprí lentamente gli occhi, con la paura di quello che avrebbe visto. Con la consapevolezza che, qualsiasi cosa avesse trovato, era colpa sua.
Anna era lí, in quel letto.
Era avvolta in mille coperte, per tenerla al caldo. Aveva un'espressione di assoluta calma, come se non fosse successo niente. I suoi capelli erano sparsi sul cuscino, i suoi capelli che prima erano rossi, ora erano quasi tutti bianchi. Fatta eccezione per due ciocche, che avevano conservato il loro colore.
Dormiva, come doveva aspettarsi.
La regina si trovó accanto a lei. La osservó, con il cuore che stava per sciogliersi. Non sapeva come comportarsi
(Fai quello che avresti dovuto fare in tutti questi anni)
Suggerì la voce. Elsa decise di seguire il consiglio. Allungó la mano...
(Ferma! E se la uccidi?)
Ritrasse la mano, spaventata. Non ci aveva pensato. Era una stupida, una stupida.
Anna respiró, e rimase alcuni secondi immobile.
Il panico prese possesso di Elsa. Il pavimento intorno ai suoi piedi si congeló. Il suo cuore smise di battere.
Anna espiró.
Il cuore della regina ricominció a battere, ma questa volta forte, la martellava. Lo sentiva nelle orecchie. I suoi occhi si bagnarono di nuovo. Quasi involontariamente, cominció ad accarezzare i capelli alla sorellina. Una delle due ciocche rosse, cominció a diventare bianca, dalla radice. Elsa non se ne accorse. Aveva tenuto tutto dentro, per troppo tempo.

*Flashback*
-Tua sorella é morta...per colpa tua!-
La spada di Hans che stava per colpirla.
Anna che era arrivata un istante prima, ed aveva strattonato il principe, impedendogli di uccidere la sorella.
E poi, le lacrime.

Non l'aveva abbracciata quel giorno, ma ora lo stava per fare. Poi notó la sua mano.
Le dita erano congelate.
Rimase pietrificata.
- Anna...mi dispiace, non volevo!-
Le disse all'orecchio, come quando da bambine le rivelava i suoi piccoli segeti. Una lacrima fredda cadde sul viso della principessa. In quel momento Elsa notó la ciocca.
Si allontanó, indietreggiando. Le stava facendo del male, di nuovo.
Stava per uscire dalla stanza, si voltó un'ultima volta a guardare Anna.
Le sue palpebre si alzarono leggermente, lasciando intravedere il verde brillante dei suoi occhi.
Il cuore della regina le si fermó in gola.

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Capitolo 3
*** Il risveglio ***


Era tutto vero? Oppure era un altro di quei sogni destinati a svanire nel vuoto? No, era tutto troppo reale, per essere un sogno. Anna aveva sentito la sua presenza, aveva aperto gli occhi. Stava succedendo tutto in fretta. Li richiuse dopo pochi secondi.
Le speranze di Elsa morirono.
- No, no, no!- La regina corse al suo fianco e si buttó ai piedi del letto
- Svegliati, ti prego!-.
Non aveva il coraggio di toccarla, nonostante tutto, la paura era troppa. Come se avesse sentito il richiamo della sorella, Anna spostó leggermente il viso verso di lei. Sulla sua bocca affioró un piccolo sorriso, come se stesse facendo un bel sogno. Elsa rimase ferma ad aspettare. Quel sorriso...era lo stesso che aveva da bambina, quando passavano giornate intere a fare pupazzi di neve...fino al giorno in cui l'aveva colpita involontariamente, mettendo fine a tutti i giochi e gli scherzi.
Il suo sguardo si spostó di nuovo sui capelli. Bianchi, come la neve, fatta eccezione per quel tocco di rosso, che stava svanendo.
(Hai mai pensato a cosa succederá quando diventeranno completamente bianchi? E quando non saranno solo le dita ad essere congelate?)
Commentó la vocina. Certo, che ci aveva pensato, anche se preferiva non ammetterlo.
Anna era bellissima, nonostante tutto. Elsa le poggió una mano sulla spalla, con un sorriso accennato, con gli occhi pieni di lacrime. Sorrideva perché la sentiva vicina. -Ehi...- le sussurró dolcemente, era la prima volta che aveva quel tono.
- Svegliati, io sono qui ad aspettarti-.
Tutta la rabbia si era trasformata in qualcos'altro, qualcosa di più bello, la tristezza stava lasciando piano piano il suo cuore. E poi, si rese conto che aveva la mano sulla sua spalla. Indugió, la doveva togliere? No. Non stava accadendo niente di male. La regina, accovacciata vicino al letto, appoggió la testa sul materasso soffice. Non dormiva da giorni, e se dormiva era svegliata dopo poche ore da incubi. Chiuse gli occhi celesti, e finalmente si sentì al sicuro, accanto alla sua sorellina. Come se fosse lí a proteggerla dai mostri che si trovavano sotto il letto quando erano bambine, e dentro il cuore da adulte. Si addormentó in poco tempo, con il sorriso sulle labbra rosse.
************************************

Elsa si sveglió poche ore dopo, per un attimo non capì dove si trovava. Poi, ricordó tutto. Si alzó, e guardó ancora un po' la sorella.
Poi li vide.
I suoi capelli...ora era rimasta solo una ciocca rossa, e metá dell'altra. Il bianco risucchió davanti ai suoi occhi un po' di colore, con un rumore secco di ghiaccio che si sta formando. Non ebbe tempo di pensare a nulla, la regina cercó subito lo sguardo di Anna.
(Quella cosa sta venendo a prenderla, e anche troppo in fretta perchè voi possiate scappare)
La voce aveva ragione, questa volta. Prima che Elsa potesse cadere di nuovo nel caos, successe qualcosa.
Anna fece un leggero colpo di tosse, e subito dopo aprì gli occhi.
-Anna!- La regina era spaventata, la ma gioia le riempì il cuore. Si buttó fra le braccia della sorella, che non ricambió l'abbraccio, anzi la spinse via.
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Quando aprí gli occhi, la prima cosa che vide era una figura di donna in piedi vicino al suo letto. Chi era quella donna? Soprattutto, chi era lei? Dove si trovava? Si sentiva le mani insensibili, tutto ció che provava era un gran freddo. E poi, quella strana ragazza la abbracció, chiamandola con un nome...Anna. Era cosí, che si chiamava? Confusa, spinse via la ragazza. Le fece fare due o tre passi all'indietro, mentre leggeva nei suoi occhi mille domande.
Forse, quella donna era confusa più di lei. Era alta, sui vent'anni, forse ventuno. I suoi capelli erano biondo platino, lunghi, raccolti in una treccia che faceva ricadere su una spalla. Indossava abiti regali, che si adattavano perfettamente al suo fisico esile e slanciato. I lineamenti del suo volto erano delicati, la pelle bianca, e aveva due occhi di ghiaccio, che lasciavano trasparire tristezza e incredulitá.
-Anna...tu...- la chiamó di nuovo con quel nome che non ricordava di avere, ma questa volta il suono della sua voce si spense, a metá frase.
-Chi sei, tu?- la interruppe. Un altro brivido le percorse tutto il corpo. C'era un freddo insopportabile, lí dentro
. ****************************************

Elsa era rimasta di sasso. Perchè non la riconosceva? Aveva aspettato tanto questo momento, e poi...quella domanda.
Fece un passo indietro.
-Sono io, Elsa, tua sorella, non ti ricordi di me?-.
(Che domanda stupida, se si ricordasse di te non te l'avrebbe chiesto!).
La vocina aveva ragione, di nuovo. Vide la sorellina stringersi in un brivido, e il bianco che si impossessava di un'altro centimetro di capelli rossi. La vide così piccola, così...sola. E finalmente le rispose:
- No, non so chi sei, non ti ho mai vista!-. Poi si bloccó.
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La donna che diceva di chiamarsi Elsa, era lì a fissarla. Poi sentì di nuovo il suo nome, Anna.
Anna, certo!
Lei era la principessa di Arendelle! In un attimo si ricordó la sua infanzia, era figlia unica, e passava intere giornate da sola, a giocare...con la neve. Da quando erano morti i suoi genitori, lei non aveva avuto piú nessuno. Questa volta fu lei a cominciare a piangere, singhiozzava, sotto lo sguardo stupito di quella donna. Poi si ricordava vagamente di un'uomo biondo, e di una renna, e infine di un pupazzo di neve...vivo.
Era assurdo, tutti quegli anni da sola. E poi, quel freddo glaciale. Si guardó le mani, e fra le lacrime si accorse che le sue dita stavano diventando come il ghiaccio. Un'ondata di rabbia la colpì improvvisamente e urló:
- Non so chi sia tu, ma so chi sono io! Non ho nessuna sorella, vattene via!-
****************************************

Elsa non riusciva a capire le parole di Anna. Se si era ricordata di essere la principessa di Arendelle...perchè sosteneva di essere figlia unica? L'aveva vista in lacrime, per la prima volta in vita sua. E l'aveva cacciata. La regina, nonostante fosse confusa e speventata da quello che le stava accadendo intorno, non abbandonó del tutto le speranze.
-Dobbiamo fermare l'inverno!...e...- Guardó le mani della sorellina, e anche lei le guardó, come se avesse capito. -Ti prego, ascoltami, prima che sia troppo tardi!-.

Prima che potesse aggiungere altro, Anna le urló di nuovo di andarsene. Il cuore di Elsa si spezzó, e corse via, lasciando dietro di sè una pista di ghiaccio.
Corse, fino a quando non sbattè contro qualcuno...
-Che succede?-
Elsa riconobbe subito la voce, e senza pensarci un attimo, si abbandonó in un abbraccio che nessuno dei due si sarebbe aspettato...

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Capitolo 4
*** Ricordi ***


-Che succede?-
La voce di Kristoff era calda e rassicurante. Elsa, come risposta, chiuse gli occhi e lo strinse ancora piú forte. Aveva ancora il fiatone per la corsa.
Kristoff le accarezzó la lunga treccia bionda, non capiva. Caddero alcuni minuti di silenzio.
Lui e la regina erano come fratelli, nonostante si conoscessero da solo una settimana, si volevano bene come se si conoscessero da sempre.
Elsa sollevó il viso dalla spalla di lui solo quando fu sicura di poter trattenere le lacrime. Lo guardó dritto negli occhi. L'uomo capì da quello sguardo misto di paura, dolore e confusione, che doveva essere successo qualcosa ad Anna.
-Anna...?- Domandó lui, che si aspettava giá la risposta.
La regina fece come per dire qualcosa, poi si nascose il viso fra le mani. Un leggero strato di ghiaccio cominció a formarsi ai suoi piedi. Faceva quel rumore, quel rumore insopportabile...
(i capelli di Anna)
...non c'era tempo per cadere nel panico, Elsa prese la mano di Kristoff e cominció a guidarlo per i corridoi, mentre lui la seguiva. Quel silenzio da parte di lei non faceva altro che far crescere i brutti presentimenti.
Si fermarono davanti ad una porta. Lei gli strinse la mano, tenendo gli occhi di ghiaccio fissi su quella maniglia. Lui la guardó, indeciso se chiedere qualcosa, oppure semplicemente entrare. Come se avesse sentito il pensiero di Kristoff, Elsa strinse ancora di più la presa sulla sua mano. Lui si stupì di quanta forza ci potesse essere in una mano cosí piccola e delicata.
-Lei...- fu la prima cosa che disse la regina da quando si erano scontrati.
A quella parola seguì il silenzio.
-Lei...non...si ricorda di...me...-. Fece uno sforzo per finire la frase, e lui l'aveva capito.
Evitó altre domande, e anticipó Elsa aprendo la porta.
Anna era ancora seduta sul letto, con indosso una vestaglia rosa confetto, con un po' di pizzo. I capelli sembravano privi di vita, ricadevano candidi sulle spalle della principessa. Aveva perso anche il colorito delle guance, ma quel verde misto all'azzurro dei suoi occhi, quello continuava a brillare. Aveva le braccia incrociate sul petto, come se avesse freddo. Continuava a piangere, sembrava che non si fosse neanche accorta dell'arrivo dei due.
Elsa sentì di nuovo una fitta al cuore, ricordando le parole della sorella
(Chi sei? Vattene!)
poco tempo prima. Cercó di liberarsi dalla mano di lui, per poter scappare. Lui non glielo permettè. Si scambiarono un'occhiata veloce, prima di sentire la voce debole di Anna.
-Kristoff...!-.
Sussultarono entrambi, mentre videro la principessa cercare di alzarsi dal letto. Corsero a sostenerla. Kristoff la riportó seduta, e la abbracció.
Elsa avrebbe voluto unirsi all'abbraccio, ma sapeva che non poteva. Stava per voltarsi e andarsene, poi vide gli occhi di lui, come se le dicessero "Lei ha bisogno di te, anche se non ti riconosce". Fu in quel momento che scattò qualcosa. Neanche lei stessa sapeva cosa fosse...questa emozione, non l'aveva mai provata. Era bellissimo.
**********************************************************************************

- Anna, ascolta. Ti ricordi di lei?-
Kristoff aveva un braccio intorno alle spalle della principessa. Lei rispose seccamente di no. Lui sbuffó.
-É tua sorella, Elsa- continuó.
-Io non ho sorelle nè fratelli-
Anna aveva un'espressione dubbiosa, mentre continuava a tenere gli occhi sulla donna. Elsa si stava trattenendo, in tutti i sensi. Non aveva proferito parola da piú di venti minuti.
-Possibile che non ti ricordi? Olaf...- Anna lo interruppe, con un sorriso: -Olaf! Certo che mi ricordo di lui!-.
Kristoff e la regina la fissarono.
-Ti ricordi, chi ha creato Olaf?- provó lui. Anna aveva assunto la sua tipica espressione pensierosa.
-Mmhh...no...perchè fa cosí freddo?-. Kristoff lo sapeva bene, perché facesse così freddo.
-Elsa, ti prego, controllati- si rivolse alla regina.
Lei non l'aveva ascoltato, forse non l'aveva neanche sentito. Piccoli fiocchi di neve si stavano formando nell'aria. Il bianco  avanzó fra i capelli della minore, lasciandole solo una ciocca rossa,  Piano piano cominció a divorare anche quella. Le sue mani erano diventate quasi completamente di ghiaccio.
La paura si dipinse sul volto di tutti e tre.
Elsa cadde in ginocchio, il contatto delle sue mani con il pavimento formó una spessa lastra di ghiaccio.
Altra neve, sempre di piú, sempre piú forte.
La treccia della regina si sciolse, le lacrime cominciarono a cadere.
Come una tempesta.
Sentì un'altra volta quel rumore, i pensieri si affollarono nella sua mente
(Che aspetti? Non c'è piú tempo!).
-Controllati, controllati!- si ripetè. Non ce la faceva. Il vento era sempre piú forte, la neve aumentava.
Quando alzó la testa, gli occhi della regina brillavano di una strana luce. Prese la mano di Anna, che era rimasta quasi paralizzata dal terrore di quello che le stava accadendo intorno. Non cercó di sottrarsi, anzi guardó la maggiore con dolcezza. Elsa ricambió lo sguardo. Poi vide che del colore dei capelli di Anna, era rimasta solo una punta. Il tempo stava finendo. Prese tutto il coraggio che potè.
-Anna...ricordati, ti prego! La neve...i giochi...-
Anna scosse la testa. Ma la sorella non si arrese:
- Il nostro incontro all'incoronazione...la cioccolata...La mia fuga da Arendelle...-.
Qualcosa affioró nella mente della piú piccola, ma non riusciva a mettere a fuoco quel ricordo. Elsa tentó per l'ultima volta, le tenne entrambe le mani:
- Do you want to build a snowman?...- la canzone fu l'ultimo suono che Anna udì.
Strinse le mani della piú grande, la guardó un'ultima volta.
-Elsa...-.
I suoi capelli diventarono completamente bianchi, mentre il ghiaccio cominció ad impossessarsi rapidamente della sua pelle. In alcuni secondi, diventó una statua.
L'ultima cosa che si spense, furono gli occhi verdi.
L'aria intorno a loro si fermó.
Elsa sentì solo dolore. Kristoff aveva assissitito a tutto, ma era troppo sconvolto per fare qualunque cosa. La regina abbracció forte la sorella, e cominció a cantare quella canzone che apparteneva a loro due, da bambine, quando potevano essere loro stesse senza avere paura. Quando erano felici insieme, gli anni più belli della loro vita.
Mentre cantava, Elsa teneva stretta a sè Anna, ogni tanto la melodia veniva interrotta dalle lacrime, dai ricordi.
Non si era neanche accorta che attorno a lei stava succedendo qualcosa. Il sole aveva ricominciato ad illuminare la camera. Nell'aria non c'era piú il gelo. Non si accorse di niente, fino a quando sentì un respiro vicino a lei, e una mano accarezzarle i capelli platinati...

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Capitolo 5
*** Di nuovo insieme ***


Elsa teneva stetto il corpo di Anna, ormai tramutato in ghiaccio. Era stato tutto inutile.
Continuava a cantare quella canzone che le aveva così tenute unite in tutti quegli anni, nonostante fossero separate.
Ogni tanto la melodia veniva interrotta dalle lacrime, non ne aveva mai versate tante in tutta la sua vita. "Ti prego, torna" fu l'unico pensiero coerente che la regina ebbe, mentre nella sua testa si affollavano voci, quelle voci cattive che l'avevano sempre spinta a fare cose che non voleva fare, a stare lontana da Anna a causa del suo potere.
E il suo potere, ora, aveva ucciso la sorella.
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La prima cosa che Anna provó, fu il senso di freddo che si allontanava dal suo corpo.
E poi, vide Elsa che la abbracciava. Sentiva i singhiozzi della sorella. Non l'aveva mai vista piangere. Non che l'avesse mai vista esternare qualsiasi tipo di sentimento verso di lei.
Le venne istintivo accarezzarle i capelli, perchè non sapeva come avrebbe reagito la regina se avesse ricambiato l'abbraccio.
Gli occhi celesti della piú grande si alzarono verso di lei, e vide tutto quello che provava.
-Elsa...- Non sapeva proprio che dire -Io...- poi sorrise dolcemente, non seppe neanche lei perchè.
Pensó: "Quindi, a lei importa di me. Mi vuole bene".
La sorpresa piú grande fu quando anche lei sorrise, quel sorriso non lo vedeva da dieci anni, o forse di piú. Anna si guardó velocemente attorno, come se cercasse qualcosa.
Kristoff era rimasto a bocca aperta, letteralmente, e questo divertì la principessa. Poi, come se si fosse ripreso all'improvviso, lui le fece un cenno del capo, che lei capì subito. Senza pensarci ancora, strinse la maggiore come non faceva da una vita.
Le mancavano, quegli abbracci.
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Elsa sentiva un senso di calore che non aveva mai provato prima.
Non ci poteva credere, Anna era viva, era viva e la stava abbracciando. Le lacrime si fermarono, ora tutto quello che per lei contava veramente era accanto a lei, era come se tutti quegli anni di vuoto si fossero riempiti in pochi secondi.
Era una strana situazione, ma fu la piú bella che entrambe le ragazze ricordarono.
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-Ehi, Elsa!-
una voce allegra riempì il corridoio, seguita da un leggero bussare sulla porta. Siccome Anna non udì risposta, entró comunque.
La camera della sorella era diversa da come la ricordava, ma era bella comunque. Vide la finestra aperta, e l'estate che entrava, con tutto il colore e la gioia di sempre.
La principessa giró lo sguardo per la stanza, in cerca della sorella.
Poi la vide nel suo letto che...dormiva? Erano le dieci passate, e lei ancora dormiva?
In un attimo fu vicino al suo letto, e notó i suoi capelli platinati, sempre in ordine, ora arruffati. Rise, portandosi una mano davanti alla bocca: le accadeva lo stesso anche a lei, ogni mattina.
"Bene, una cosa in piú che so di lei" pensó divertita. In quel momento la bionda si sveglió, e vide la sorellina lí. All'inizio sembró un po' sconvolta, ma poi si fece contagiare dalla sua risata.
Era contenta che tutto fosse tornato come doveva essere, e insieme avevano anche fermato l'inverno.
I capelli rossi della piú piccola erano pettinati in due trecce, come li teneva sempre, e gli occhioni verdi erano piú allegri che mai. Si sentì bene come non si sentiva da tempo.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da un sorridente  "Buongiorno" di Anna, e subito dopo un bacio sulla fronte.
-Muoviti, è tardi!- Continuó. Poi le guardó i capelli. -E mettiti in ordine quei cosi-.
Quest'uscita provocó ilaritá a entrambe, poi la minore uscì dalla camera, dicendole che la aspettava per la colazione.
Per Elsa, era tutto perfetto. Mancava solo qualcosa...o qualcuno.
Pensó a Kristoff, e a tutto quello che aveva fatto per lei. Pensó a quella cosa che aveva sentito dentro il suo cuore, appena tre giorni prima, quando lui stava cercando di aiutarla.
Era innamorata?
Scacció subito quell'idea dalla mente, Kristoff era innamorato di Anna, e Anna di lui. Nessuno dei due l'aveva ancora confessato, ma si capiva benissimo. E lei non voleva rovinare nulla. Sarebbe stata al suo posto.
Ancora per poco, peró....

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Capitolo 6
*** Parole di ghiaccio ***


Elsa fece del suo meglio per pettinarsi quel groviglio di capelli che aveva al posto della sua chioma lucente: quella mattina erano piú ribelli del solito.
Appena vestita, uscì dalla sua camera, decisa a raggiungere Anna per fare colazione insieme. Sarebbe stata la prima volta, dopo 13 anni.
Chiuse la porta dietro di sè, poi si voltó e lo vide. Kristoff era di fronte a lei.
-C-ciao...- balbettó Elsa. Erano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra, i loro occhi si incontravano.
-Ciao!- fece lui.
-Hai...bisogno di aiuto?- quella situazione era piuttosto strana, e la regina non trovó meglio da dire.
I suoi occhi di ghiaccio lo fissavano, non lasciavano trasparire l'emozione. Dopo tutti quegli anni chiusa lì dentro, almeno qualcosa l'aveva imparato.
Lui rise, allontanandosi un po' da lei.
-Stavo per farti la stessa domanda! Tutto bene?-. Lei sollevó un'angolo della bocca, cercando di non arrossire.
-Si..si...tutto a posto- disse infine.
-So quello che provi- continuó lui. Quell'accenno di sorrisó sparì dal viso di Elsa.
Aveva capito tutto?
-...Ma non devi più preoccuparti per Anna, lei ora sta bene, e credo che stia cercando di esserti amica. Valle incontro- Concluse Kristoff, sorridendo e appoggiandole una mano sulla spalla, amichevolmente
. Elsa restó senza fiato, non per le parole di lui, ma per quell'improvviso contatto.
Annuí vigorosamente, per non destare sospetti.
-D'accordo- fece lei e sorrise a sua volta, in modo impacciato. Cercó in qualche modo di torgliere la mano di Kristoff dalla sua spalla, per non far crescere il suo imbarazzo.
Fu subito accontentata, infatti lui la abbracció in modo del tutto amichevole (forse per "consolarla") e lei si vide costretta a ricambiare quell'abbraccio.
Kristoff le infuse un senso di calore che duró pochi secondi, ma in qualche modo riscaldó tutta la sua giornata. Lui le teneva una mano sulla scapola, quella mano cosí calda. Le guance di lei stavano andando a fuoco, avrebbe voluto che quel contatto tra loro fosse eterno.
-D'accordo- disse lui e sciolse l'abbraccio per primo, il suo umore non sembrava per niente cambiato.
Poi se ne andó, lasciando Elsa appoggiata alla sua porta, con il cuore stravolto e lo sguardo perso nel vuoto.
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-Andiamoooo Elsa!- insistette Anna, mettendosi in bocca un'altro pasticcino al cioccolato. La punta del suo naso si sporcó.
-Sará solo per questa volta! Ti prego!-. Le sorelle erano sedute a fare colazione.
-Anna! Non parlare con la bocca piena!- La rimproveró la maggiore, ma poi cambió subito tono di voce, assumendone uno più autoritario:
-Non se ne parla. Il discorso finisce qui-.
E così dicendo si alzó da tavola e fece per andarsene, quando sentì una mano sulla sua spalla. Le ricordó l'episodio di quella mattina. Si voltó e si trovó faccia a faccia con la sorella.  Anna ricominció:
-Non puoi andartene così! Dammi una spiegazione per cui non dovrei invitare il principe Gabriel delle Isole de Sud a pranzo!-.
-Dimmi un motivo per cui dovresti!- si difese Elsa, che aveva i suoi buoni motivi per detestare Hans e tutta la sua famiglia -Ti rendi conto che questo Gabriel è...è...è il fratello di quel verme che ha cercato di uccidermi?-.
-Ma io ti ho salvata- ribattè la minore, ostinata, incrociando le braccia.
-E ha cercato di uccidere anche te!- continuó la bionda -E adesso tu vuoi metterci di nuovo a rischio, solo per uno stupido capriccio?- le sue parole furono secche e taglienti, ma la rossa sapeva come ribattere:
-Elsa! Non giudicarlo, senza neanche conoscerlo! Vuole solo scusarsi per il comportamento di Hans, restare a pranzo, e poi andarsene. Non vedo dove sia il problema!-.
Elsa non sapeva che dire, Anna sapeva essere convincente.
-Va bene- si arrese -Ma sappi che se succederá qualcosa, io...-.
Non fece in tempo a finire la frase, che fu interrotta da un tempestivo attacco di gioia della piú piccola.
-Grazie sorellona! Vado a scrivergli la lettera di risposta che confermi il giorno...domani sará perfetto!-
si allontanó quasi di corsa, poi ritornó sui suoi passi come se si fosse dimenticata qualcosa. Si avvicinó ad Elsa, e le prese le mani.
-Io e Kristoff stiamo insieme- disse quasi in un sussurro, poi alzó palesemente il tono della voce, cominciando a descrivere tutti i momenti più belli che aveva avuto con lui.
La maggiore era rimasta interdetta, ma ascoltava tutto quello che la sorella aveva da dire.
Certo, era contenta per loro, sarebbero stati felici insieme, ma non era giusto. Perchè Anna aveva avuto tutto quello che desiderava (ovvero l'amore di Kristoff) e lei invece doveva stare lì a guardare?
Dopo tutto quello che aveva passato, aveva finalmente trovato uno spiraglio di luce, l'amore. E il destino gliel'aveva soffiato via, così, come se la sua felicitá fosse stata una cosa secondaria, qualcosa che forse era destinata a morire prima di nascere.
Lei amava veramente Kristoff, ma non poteva fare niente, il suo cuore era per Anna.
-Ehi, Elsa, stai bene? Le tue mani sono gelide!- chiese all'improvviso la rossa, mentre continuavano a tenersi le mani.
La bionda non rispose, spostó leggermente lo sguardo, era ferita.
-Ti senti male?-.
Elsa non capiva neanche piú il significato di quello che Anna diceva, pensava solo a controllarsi. Celare, domare, non mostrare. Anche se stava diventando impossibile per lei.
-F..forse é meglio che vada- concluse in un sussurro la maggiore, prima di voltarsi bruscamente verso la porta e uscire.
**********************************************************************************

Anche il giorno seguente Anna andó a svegliare la sorella, ma questa volta con un po' d'anticipo.
-Svegliati!- quasi urló la più piccola, picchiettando insistentemente sulla spalla di Elsa.
Elsa, come risposta, si rigiró ancora di piú nella coperta, ancora con gli occhi chiusi.
-Oggi viene il principe Gabriel!-.
La regina, a quel nome, sbuffó e nascose la testa sotto il cuscino. In certi momenti, le due sorelle si assomigliavano tantissimo.
-Lo sai che ore sono, Anna?- brontoló la maggiore: -Sono le sei, torna a dormire!-.
-Non posso! Il cielo é sveglio, quindi io sono sveglia!-.
Questa risposta provocó un brivido ad Elsa. Le ricordava tanto, troppo, qualcosa...
Tuttavia continuó a restare nascosta sotto le coperte e il cuscino. Sentì Anna che si sedeva sul letto accanto a lei.
-Lo so, che ieri te la sei presa perché parlavo tanto di Kristoff...ma il punto é che io lo amo, e il suo sorriso mi fa quell'effetto...aspetta, che?!-.
A quel punto la bionda tiró il cuscino che un attimo prima teneva sulla testa, ad Anna, con un'esplosione di piume. Entrambe scoppiarono a ridere.
-Se ci tieni tanto a questo "Gabriel", vai a prepararti- il tono di Elsa era allegro e Anna seguì il consiglio, ricordandole, un attimo prima di uscire dalla sua camera, che lui sarebbe arrivato verso le dieci.
Rientró tre o quattro volte nella camera della sorella, per chiedere in prestito prima il pettine, poi gli orecchini di perle, poi le scarpe rosse, e infine per chiedere consiglio sull'abito da indossare (il dilemma stava fra quello blu, decisamente bello ma un po' troppo ingombrante, e quello rosso, altrettanto bello ma più adatto alla sera.
Infine optarono per quello verde, che ritenevano piú adatto all'evento).
Alle dieci in punto, entrambe erano pronte per ricevere il principe, ma quello che le attendeva avrebbe trasformato completamente la giornata, e chissà, forse la loro vita...

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Capitolo 7
*** La visita ***


Elsa ed Anna erano nel salone, sedute su un divano, perfettamente vestite e pettinate.
C'era un silenzio imbarazzante fra loro, forse perchè aspettavano la visita del principe Gabriel delle Isole del Sud. In realtá, Elsa non desiderava affatto quell'incontro, ed era piuttosto nervosa.
Prese a giocare con un'anello che aveva al dito, mentre fissava il vuoto. Anna seguì per un po' i suoi movimenti. Poi ruppe il silenzio:
-Secondo te, come sará?-.
La regina non aveva capito la domanda, e spostó il suo sguardo in quello della sorella, con un'aria interrogativa.
-Il principe...secondo te é carino?- un sorrisetto si dipinse sul volto della rossa.
-Bhe...io...non saprei- rispose incerta la bionda, poi la sua espressione cambió completamente in una stupita:
-Anna! Non dovresti neanche pensare a queste cose! Ti ricordo che stai con Kristoff!-.
La minore non seppe che dire, così fece vagare lo sguardo per l'ampio salone.
-A proposito!- ricominció. Elsa sobbalzó per la sorpresa, o forse perchè Anna le aveva urlato nelle orecchie. Tuttavia, siccome la sorellina sembrava piuttosto eccitata da quello che stava per dire, la maggiore decise di ascoltarla.
-Sai- fece la rossa -Come vedi fra me e lui...per lui intendo Kristoff, ovviamente...fra noi c'è qualcosa, credo che sia vero amore...io e lui ci vogliamo fidanzare ufficialmente...ma non senza il tuo...insomma...consenso- concluse a fatica la frase, e poi prese a guardare Elsa con occhi quasi supplichevoli.
Quell'espressione fece ridere la piú grande, che si coprì la bocca con la mano guantata. Non rispose.
-Avanti...lo so che per te è difficile approvare per...per quella storia di Hans...ma ora è diverso, davvero!- cercó di convincerla Anna.
-Va bene-.
Elsa parló con un sorriso. La minore quasi non ci credeva, restó di sasso...da quando la regina era così dolce ed empatica?
-Da...davvero?- gli occhi di Anna si riempirono di gioia.
-Davvero- fece l'altra.
Anna le si buttó letteralmente fra le braccia, rovinandole quasi la pettinatura.
-Grazie, grazie, grazieeeee!- la voce della minore era carica di felicitá, purtroppo Elsa non si sentiva affatto come la sorella. Aveva acconsentito perchè voleva bene alla sua sorellina, e sapeva che Kristoff la amava veramente...ma, insomma, la regina aveva da poco scoperto quel sentimento, per lei del tutto estraneo, che la gente chiamava amore.
Elsa preferiva definirlo "Quella cosa che ti rovina la vita, ma in modo dolcissimo". Ma ormai non poteva piangere sul latte versato, quello che aveva detto, l'aveva detto, non si poteva cancellare.
L'abbraccio fra le sorelle fu interrotto dal maggiordomo, che annunciava l'arrivo del principe. Entrambe le ragazze si alzarono in piedi, pronte alla sua entrata. Pochi secondi dopo, fece il suo ingresso Gabriel, seguito da...
-Non è possibile- sussurró Elsa, sconvolta.
Quella frase non fu udibile a nessuno, nemmeno alla sorella che le stava accanto, perchè non era uscito alcun suono dalla sua bocca, solo il movimento delle labbra. Le sue mani guantate si chiusero a pugno con tutta la forza che avevano.
Si giró a guardare Anna, come per dire "L'hai visto anche tu?".
Ma Anna non stava guardando lei, stava fissando "l'intruso", con la rabbia dipinta sul volto. Si mordeva leggermente il labbro superiore, forse per evitare di dire cose inopportune.
Il principe Gabriel le guardava ancora sorridente, e vicino a lui, col sorriso più falso del mondo, c'era suo fratello Hans. Come ci si puó immaginare, c'era un'atmosfera tesa.
Elsa riprese a guardare Anna, preoccupata, infatti la minore aveva il viso rosso quasi piú dei suoi capelli. Probabilmente, per la rabbia di rivedere il verme. La preoccupazione della regina scese quando Anna cominció a sbollire, ma salì di nuovo quando la principessa aprí la bocca per parlare, chissá cosa avrebbe detto.
-Benissimo- fece, con un sorriso piú falso di quello di Hans.
-Voi dovete essere il principe Gabriel, giusto? Io sono la principessa Anna-.
Anna fece un'inchino perfetto, poi guardó Elsa, che era rimasta di sasso per il comportamento "stranamente educato" della sorella. Elsa si riprese rapidamente dalla sorpresa.
-Io sono la regina Elsa, piacere- disse con tono autoritario, e strinse la mano a Gabriel.
-Piacere, io sono il principe Gabriel delle Isole del Sud, nonchè erede al trono, e lui è...-
Anna lo interruppe bruscamente.
-Non c'è alcun bisogno di presentarlo, io e mia sorella abbiamo giá avuto il piacere di conoscere vostro fratello-
La minore strinse la mano ad Hans, mettendoci parecchia forza nella stretta. Il verme era rimasto stupito dalla sua reazione positiva, ma mai quanto la regina.
Quest'ultima gli allungó la mano, guardandolo con odio, e appena furono faccia a faccia, lei gli bisbiglió:
-Vattene. Stai lontano da noi-.
Ma Hans prese la sua mano e gliela bació, osservando compiaciuto l'espressione di disgusto che aveva Elsa. Lei si allontanó di un passo da lui, riavvicinandosi ad Anna. Se lui voleva la guerra, la guerra avrebbe avuto.
-Sapete, ho pregato mio fratello di portarmi con lui, volevo scusarmi personalmente con Anna per gli eventi che ho causato, ma soprattutto con la Regina, che...- il verme aveva iniziato il suo discorsetto, ma Elsa sapeva come farlo tacere:
-...Che ha cercato di uccidermi, sì. Non vi preoccupate, io e la principessa Anna non serbiamo rancore- lei aveva un sorrisetto furbo sulla bocca, piuttosto che una persona non rancorosa, la bionda sembrava un serpente pronto a sputare il suo veleno. I suoi occhi di ghiaccio fecero il giro dei presenti, zittendo tutti.
Continuó:
-E ora ci possiamo accomodare tutti nell'altra sala, Gerda deve aver preparato uno spuntino-.
Si incamminó verso la porta, aveva quell'aria fredda che le donava una bellezza gelida. La seguì subito Anna, che le si affiancó.
-Comportiamoci come se nulla fosse, e a fine giornata non li avremo piú fra i piedi- le sussurró la maggiore. La minore annuì, mentre ammirava la sorella per la sua compostezza.
In fondo, anche Elsa la ammirava per essere stata la prima a fare finta di niente.
Dietro di loro, a distanza di alcuni metri, camminavano i fratelli. Gabriel si avvicinó all'orecchio di Hans:
-Attieniti al piano. Soprendila appena siete soli-.
-Non ti preoccupare- l'altro fece un ghigno -Elsa sará mia. E il regno sará nostro, dopo un...piccolo incidente post matrimonio-.

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Capitolo 8
*** Paura ***


Erano tutti seduti su un divano di seta rosso, nella sala dove solitamente si davano le feste, ma questa volta l'aria che tirava non era esattamente delle piú allegre.
Anna si guardava i piedi e ogni tanto spostava gli occhi su Elsa, seduta accanto a lei.
La regina era l'unica che sorrideva, ed era piuttosto inquietante, perchè aveva un sorriso cattivo. Era perfettamente dritta e  composta, il suo abito fatto di ghiaccio non aveva una piega, i folti capelli erano legati in una treccia laterale, ornati con qualche fiocco di neve. Il mantello di cristalli ricadeva sulle sue spalle, la sua pelle era pallida e fredda. Ma aveva quell'espressione, che in realtá metteva timore un po' a tutti.
Vicino a lei (a distanza di sicurezza) si trovava il verme, che era esattamente come se lo ricordavano le sorelle.
Guardava incerto Gabriel, e Gabriel sembrava molto interessato ad osservare i quadri appesi alle pareti. Il futuro re delle Isole del Sud era molto diverso da Hans: aveva i capelli castani, la pelle chiara, una spruzzata di lentiggini sul naso. Avrá avuto trentacinque anni, o giú di lì.
Erano tutti in imbarazzo, e regnava il silenzio.
Finalmente una domestica portó del té caldo e delle piccole brioches, che posó su un tavolino davanti a loro. Uscì velocemente, come se avesse capito tutto.
Forse, aveva veramente capito tutto.
Circa cinque minuti dopo, sorseggiavano tutti il loro té, ancora fumante. Fu Gabriel a parlare per primo:
-Mio fratello mi ha parlato bene di voi-.
Non trovó niente di meglio da dire. Elsa si sporse in avanti, in modo da poter guardare entrambi i fratelli.
-Ah, sì?- fece sarcastica. Poi guardó unicamente Hans. Il suo sorriso falso non svaniva:
-E chi l'avrebbe mai detto?-. La regina si portò di nuovo alla bocca il tè, poi tenne la tazza fra le mani.
-Esatto- il verme colse la sfida e ricambió quel sorriso.
-Come potevo parlare male di voi?- si spostó verso Elsa, vicino, troppo vicino. Elsa non aveva più i guanti, e congeló la tazza, ghiacciando quasi completamente il tè.
-Non avevo dubbi- concluse lei, poi si alzó dal divano.
-Anna?-. Quando la principessa si sentì chiamare, alzó gli occhi dal piatto, mentre si metteva in bocca una brioche.
-Mmmh?- fece, per non parlare a bocca piena. Inghiottí velocemente mentre usó il braccio per pulirsi dalle briciole i lati della bocca. Elsa si trattenne dal ridere, Anna era sempre la solita.
-Ti andrebbe di accompagnare i nostri ospiti, magari potete fare una passeggiata, per i giardini del palazzo?- il tono della regina non cambiava. La rossa spalancó gli occhi e trascinó la maggiore qualche metro più in lá.
-Ma che ti viene in mente?! Mi vuoi lasciare sola con quei due?!- le bisbiglió preoccupata.
-Bhè- rispose sarcastica la piú grande -É stata tua la "geniale" idea di invitarli-.
-Io ho invitato solo Gabriel!- si difese Anna. La regina le mise una mano sulla spalla:
-Sopravviverai, in fondo sono solo un paio d'ore, fino a pranzo-.
La minore incroció le braccia e sbuffó, alzando gli occhi al cielo. In quel momento entró una guardia:
-Principessa Anna, Kristoff le vorrebbe parlare-. La rossa fece un'espressione felice, e disse all'orecchio di Elsa:
-Salvata dal mio amore!-.
Poi salutó allegramente la compagnia e abbandonó la stanza saltellando.
La regina non aveva avuto il tempo di obiettare, e ora si trovava "da sola con quei due".
-Allora, Elsa-. Hans aveva di nuovo quel ghigno: -Dove ci accompagna?-.
La bionda aveva perso tutta la sua freddezza, e i suoi occhi lasciavano trasparire ansia.
-Il...il giardino dietro il castello....andrá benissimo- Riuscí a balbettare. Poi si incamminó verso una porta, per arrivare fin lì bisognava attraversare tutto il palazzo.
Mentre camminava, sentiva i passi dei fratelli che la seguivano.
Erano dietro di lei.
Attraversarono così parecchi corridoi, sale, stanze. Stava crescendo l'ansia.
Ad un tratto la regina sentì un rumore, e si voltó di scatto.
Il principe Gabriel era inciampato in un tappeto, e sembrava si fosse fatto male ad una gamba.
Prima di essere trasportato via da due infermieri, chiese ad Elsa di proseguire senza lui.
"Oddio, no." fu tutto quello che riuscì a pensare lei. Adesso era sola col verme.
SOLA.
Con LUI.
Con la stessa persona che meno di due settimane prima, aveva cercato di ucciderla. Era convinta, sicurissima, che fosse tutta una messinscena, tutto fatto apposta, tutto programmato, per lasciarla sola con quello.
Riprese a camminare, piú velocemente, non sapendo neanche lei perchè stesse continuando quella "passeggiata".
Le mani iniziarono a pizzicarle. Anche lui aveva accellerato il passo, cercava di raggiungerla. Poteva sentire il suo respiro, ed era così vicino, così vicino.
Era in pericolo, stava per accadere qualcosa. Quella camminata diventó quasi una corsa.
Sentiva i tacchi delle sue scarpette di ghiaccio che battevano ritmicamente sul pavimento. Strinse i denti.
E sentiva ancora i suoi passi, sempre piú veloci, vicini.
A quel punto si mise letteralmente a correre, corse con tutta la forza che aveva, col cuore che scoppiava, non sapeva che fare, lui era molto piú veloce di lei, continuare a scappare non avrebbe risolto niente.
L'avrebbe presa in pochi minuti. Nascondersi era la scelta migliore.
C'era una porta, ad una ventina di metri da lei, in fondo al corridoio, prima dell'angolo. Una porta che Elsa conosceva bene: la biblioteca.
Erano minuti che correva, e le forze stavano finendo. Il suo corpo la implorava di fermarsi, ma il suo cervello le chiese di fare un ultimo sforzo.
Era a cinque metri da quella porta (o meglio, erano). Lo sentiva vicinissimo, dietro di lei, lo sentí dire una frase che la riempì di paura.
Era ad ormai un passo dalla biblioteca, ma il tacco di una delle scarpe si ruppe, facendola cadere in avanti. L'urto non le provocó molto dolore, e cercó in fretta di rialzarsi, ma una mano le afferró la caviglia destra.
-Non puoi scappare- quella voce le penetró fin nel cervello, dura, tagliente. Doveva fare qualcosa, e in fretta.
Con un gemito si liberó dalla stretta di Hans, che rimase sul pavimento con una scarpetta in mano. Arrivó alla porta in un secondo, e fu altrettanto rapida ad entrare. La richiuse dietro di sè, e le buttó contro tutto il peso del suo corpo.
Si sfiló l'altra scarpa, poi sentí dei colpi contro la porta.
Sapeva chi era.
Giró rapidamente gli occhi per la biblioteca, poi vide uno scaffale a dieci metri da lei, decise che si sarebbe nascosta lì dietro. Fece un respiro profondo, poi si lanció, corse come non aveva mai corso prima.


Hans sfondó la porta dopo alcuni minuti.
La regina si era nascosta.
Il ghigno non era sparito dalla faccia di Hans, i suoi capelli rossi scuro erano spettinati. Era sudato, ma non molto.
Mise una mano sul pugnale che aveva nascosto nella sua giacca, all'interno. Gli sarebbe servito, fra poco. Cominció ad aggirarsi barcollando un pochino per la sala enorme, tra centinaia di scaffali.


Elsa era rimasta lì, contro quello scaffale.
Aveva i piedini nudi, il vestito era strappato in più punti, alcune ciocche di capelli le uscivano dalla treccia. Il gomito sinistro era dolorante, per la caduta di pochi minuti prima. Vide che le usciva un po' di sangue da una gamba, vicino al ginocchio, e sulla caviglia dove il verme l'aveva afferrata, si era formato un piccolo livido.
Si chiese perchè non aveva usato il suo potere quando doveva. Respirava affannosamente, ma cercava di non fare alcun rumore.
Fece qualche passo, per nascondersi meglio.
Poi vide l'ombra di lui dietro quello scaffale.
L'aveva trovata.
Cambió velocemente direzione, ma era troppo tardi. Non poteva più correre, il suo corpo si rifiutava.
Si sentí afferrare il braccio.

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Capitolo 9
*** La proposta ***


Si era sentita afferrare il braccio mentre tentava di scappare di nuovo, ma le gambe erano deboli per la corsa e le facevano male per la caduta.
Cercó di nuovo di liberarsi da quella presa, ma era troppo stretta.
Si voltó, con un'espressione di paura dipinta sul volto, gli occhi che brillavano, i capelli un po' spettinati.
Hans pensó che era proprio bella, nonostante tutto.
Si trovarono faccia a faccia. Lui fece di nuovo quel sorriso terribile.
-Cosa vuoi da me?- chiese lei, cercando di avere un tono fermo. Non ci riuscí.
-Semplice. Voglio te, e voglio il tuo regno-.
-Non avrai mai nessuna di queste cose- Elsa aveva un'espressione mista fra l'odio e la repulsione. Con uno stattone riuscì a liberarsi il braccio, lacerandosi la manica del vestito. Non cercó di correre, sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Si allontanó di due o tre passi e cercó di creare una barriera di ghiaccio fra lei e il principe.
Il potere non rispondeva.
Cadde nel terrore e si appoggió contro il muro, guardandosi le mani.
Hans la osservava, senza fare nulla, sapeva che non sarebbe andata lontano.
-Oh, li avró. Ad iniziare da te-.
La schiacció contro il muro, tirando fuori il pugnale. Lei rimase immobile, fissando la lama. Lui si rigiró l'arma fra le mani
-Oppure, ho paura che la tua amata sorellina morirá-.
A quelle parole, lei spinse con tutte le forze possibili il principe. Lui cadde per terra, di schiena.
-Non toccare Anna. Non provarci- sibiló lei.
Lui si rialzó il fretta, e le fu di nuovo addosso. Le puntó la lama alla gola.
-Se tu rifiuterai la mia proposta di matrimonio, sappi che io e mio fratello ci arrabbieremo. Molto. E Anna ne pagherá le conseguenze- la minacció lui. Poi riprese:
-Elsa, vuoi sposarmi?-.
Lei, come risposta, gli sputó in faccia.
-Mi fai schifo e pena- disse. Lui avvicinó ancora di più il pugnale, e le aprì un piccolo taglio sul collo. Cominciarono ad uscire delle gocce di sangue, sulla sua pelle bianca.
-Da adesso in poi, tu sarai la mia futura moglie- con questa frase lui la lasció.
Lei scivoló contro il muro e avvicinó le ginocchia al petto. Lo guardava con odio.
-Sappi che non finirá così- Disse lei -E mantieni la tua parola, non avvicinarti minimamente a mia sorella-.
-Certo- concluse lui -E tu, naturalmente, non racconterai a nessuno della nostra chiacchierata-.
Hans si rimise il pugnale dentro la giacca, e cominció ad allontanarsi da lei. Poi si voltó, come se avesse dimenticato qualcosa.
-Ah, e fissa la data del matrimonio-.
Lei lo fulminó con lo sguardo, ma che altro poteva fare? C'era di mezzo l'incolumitá di Anna, e per Anna lei avrebbe fatto tutto.
Il verme lasció la biblioteca con tutta calma. Appena fu lasciata sola, Elsa si mise a piangere. Ora lui la poteva manipolare a suo piacimento, e lei non poteva fare nulla, solo stare al suo gioco.
Dopo essersi calmata, guardó l'orologio.
Tra meno di quindici minuti sarebbe stata ora di pranzo, e lei non poteva certo presentarsi in quel modo. Si avvió in fretta verso la porta, diretta nella sua camera.
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Anna e Kristoff erano uno accanto all'altra, su una panchina in mezzo a mille fiori. Ridevano.
Avevano trovato il posto perfetto in cui potessero stare soli, senza doversi preoccupare di niente e di nessuno.
Lei indossava un abito blu, piuttosto semplice e leggero, e aveva i capelli sciolti. Finalmente si era potuta togliere quel vestito verde che aveva dovuto indossare tutta la mattina per la visita dei due principi, con il quale sentiva caldo (e le andava anche un po' stretto).
Kristoff era vicino a lei, a raccontarle delle pazzie di Sven ed Olaf, e lei stava ad ascoltarlo e ogni tanto commentava o rideva, era cosí bello essere innamorati.
L'estate era calda ed immobile intorno a loro, e anche se lui era cresciuto in mezzo al ghiaccio, quell'atmosfera lo faceva stare bene.
-E così, ti ho salvato da una passeggiata con Gabriel ed Hans?- rise lui, divertito.
-Non me lo nominare nemmeno, quel verme!- rispose lei -Spero solo che Elsa se la stia cavando con quei due-.
Fece una pausa, e il suo sorriso svanì.
-In realtá, ho un brutto presentimento-. Disse infine. -Forse sará meglio che vada a controllare, ci vediamo dopo pranzo-
lei lo salutó e si mise a correre verso l'entrata del palazzo.
Poi tornó sui suoi passi, e lo bació, tenendogli il viso fra le mani.
-Qui. Alle tre in punto- gli sussurró, e poi andó via.
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Elsa era davanti allo specchio del comó della sua camera.
Si stava pettinando i capelli con una spazzola. E così, sarebbe diventata la moglie di Hans.
Cercó di non pensarci, almeno per un po'. Posó la spazzola e si diresse verso l'armadio.
Si era coperta il taglio sul collo come meglio poteva, per il resto dei segni, li avrebbe nascosti con un vestito a maniche lunghe e con delle calze.
Cominció a far passare la mano su una decina di abiti, alla fine decise per uno beige, con i dettagli dorati. Di solito usava quel vestito per l'inverno, quando faceva freddo, e non in pieno agosto.
Sospiró, chiudendo l'armadio.
Pazienza.
Le facevano ancora molto male le gambe, e ogni passo era faticoso per lei.
Appena si fu preparata (abbinó al vestito delle calze bianche e delle scarpe nere con un po' di tacco) passó ai capelli. Non sapeva proprio come legarli. 
Mancavano tre minuti all'ora di pranzo, e lei non aveva mai fatto ritardo in tutta la sua vita.
In quel momento, sentí bussare. Per un attimo temè che fosse proprio Hans, ma poi sentì la voce di Anna che la chiamava:
-Elsa? Posso entrare?-. Si sentì sollevata, ma ripensó alle parole del verme, come avrebbe annunciato  alla sorellina il suo matrimonio? Si sarebbe insospettita di sicuro. Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dalla porta che si aprì: la rossa non aveva ricevuto risposta, quindi era entrata comunque.
-Ciao- la salutó la maggiore, sorridendo.
-Va tutto bene? Come è andata la passeggiata? Scusami se me ne sono andata in quel modo e ti ho lasciato sola con quei due, ma Kristoff voleva passare un po' di tempo con me e io...Elsa, ti senti bene?-
Il fiume di parole della minore si interruppe quando vide lo sguardo della sorella. La regina borbottó un "Tutto bene" che lasció Anna con molte domande, ma preferì non farne piú neanche una.
Elsa si fece una treccia, e poi si diresse con la sorella verso la sala da pranzo. Aveva di nuovo paura. Non sapeva cosa la attendeva, oltre quella porta.
Chi la attendeva.
Trovarono i principi giá seduti a tavola. Elsa stava per prendere posto accanto ad Anna, ma Hans la fermó:
-Perchè non ti siedi vicino a me?-.
Si alzó in piedi e scostó la sedia alla regina, che si sedette tutt'altro che volentieri. La principessa aveva una faccia stupita.
-Elsa ma...tu...?...io....?- balbettó. Da quando la sorella aveva preso in simpatia il verme tanto da sedersi a tavola accanto a lui?
-Ma come- rispose fingendosi stupito Hans -Elsa non ti ha detto niente? Io e lei ci sposeremo!-.
Quell'affermazione portó il silenzio assoluto nella sala. La rossa era incredula.
Capì che non stava sognando tutto quando il principe lo ripetè una seconda volta, quasi come per conferma.
Gli occhi verdi della minore si spostarono prima sul verme, poi sulla sorella, che stava cercando di controllarsi, di restare calma.
Anna lasció correndo la sala da pranzo, quasi sul punto di scoppiare in lacrime

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Capitolo 10
*** Confessioni ***


Anna aveva un'espressione sconvolta. Com'era possibile che Elsa stesse per sposare la stessa persona che aveva cercato di ucciderla?
Speró che fosse solo un brutto scherzo, ma quando vide la faccia della sorella, capì che non lo era.
Basta: aveva sopportato che quel Gabriel avesse portato Hans con lui (la storia che si volesse scusare personalmente non se l'era per niente bevuta), aveva sopportato il fatto che entrambi i fratelli si fossero comportati in modo strano, aveva sopportato quello sguardo falso che il verme aveva avuto fin dall'inizio.
Ma ora era troppo.
Le prese un'attacco di rabbia, e per evitare di offendere qualcuno, decise che la scelta migliore era lasciare la sala da pranzo, e magari rintanarsi in camera fino all'ora di cena.
Elsa vide la sorellina correre via, sbattendo la porta. Quel verme doveva proprio rivelare tutto in QUEL modo e in QUEL momento?!
No, anche questo era stato fatto apposta per metterla in difficoltá.
Gli lanció uno sguardo di odio e si alzó, cercando di raggiungere Anna. Le gambe urlavano dal dolore (evidentemente la caduta era stata piú grave di quello che sembrava).
Sapeva che in quel modo non avrebbe fatto nemmeno un metro, quindi chiamó Gerda per farsi aiutare. Hans si offrì di aiutarla lui, ma Elsa lo fulminó con lo sguardo. Evidentemente, il traditore colse il messaggio, perchè tornó a sedersi e a confabulare a bassa voce con Gabriel.
La regina, mentre si allontanava, pensó che la sua vita era stata rovinata da quel mostro.


Circa dieci minuti dopo, la bionda riuscì a raggiungere la camera di Anna.
Sapeva che l'avrebbe trovata lí, ma non sapeva se l'avrebbe lasciata entrare. Era davanti alla porta, Gerda se n'era appena andata, e lei si stava chiedendo se la sorella l'avrebbe mai perdonata.
Bussó. Niente.
Aspettó alcuni secondi, stava per bussare di nuovo.
Anna la precedette, aprendo la porta. Si mise tra la porta e lo stipite, nessuna delle due parló.
La rossa fu la prima ad aprir bocca, minuti dopo:
-Mi devi delle spiegazioni-.
-Posso entrare?- chiese Elsa. Le sue gambe non avrebbero retto ancora a lungo
-Devo sedermi-.
La minore esitó.  Anche se aveva fatto una sciocchezza enorme, quella davanti a lei era sempre sua sorella. Sospirò e si spostó in modo da liberare il passaggio
-Ok, entra...-.
Si misero entrambe sedute sul bordo del letto, una accanto all'altra.
-Com'è la storia che sposerai quel verme?!- chiese la rossa. Elsa non rispose, spostó lo sguardo dal vecchio armadio di legno, ai ritratti appesi alle pareti. Cominció a mordersi il labbro inferiore. Il taglio sul collo bruciava.
Non poteva dire niente alla sorella, era troppo impulsiva e avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe potuta pentire. Le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso, ma quasi non se ne accorse.
Ma Anna sì.
-Elsa...stai...stai bene? Cosa ti ha fatto?!- la abbracció, sapendo che dietro quel taglio (l'aveva visto, ma non aveva chiesto nulla) quelle lacrime e quei silenzi c'era Hans.
La regina cominció a raccontare tutto quello che era successo, mentre la sorella la ascoltava, senza parole.
Quando Elsa finì di parlare, Anna pensó solo una cosa: era colpa sua. Per averla lasciata da sola con lui, per essersene andata da tavola, ma soprattutto per avere insistito affinchè Gabriel venisse ad Arendelle.
-E ora, che farai?- riuscì solo a chiedere.
-Lo sposeró, e non permetteró che ti tocchino- rispose l'altra. La minore le prese le mani:
-Non devi rovinare per sempre la tua vita solo proteggere la mia-. Elsa la guardó con dolcezza:
-Ma sei tu, la mia vita-.
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La regina aveva chiesto a Kristoff di incontrarsi.
Erano passati tre giorni, e come ci si puó immaginare, Hans si era trasferito al palazzo, mentre suo fratello era tornato alle Isole del Sud.
"Uno in meno" aveva pensato la regina.
Anna aveva promesso di mantenere il segreto, e di non prendere a pugni il verme alla prima occasione. Elsa si era rifiutata di uscire dalla sua stanza, ricevendo visite solo dalla sorella con la quale parlava e si sfogava tutti i giorni. Non le aveva ancora detto niente del suo amore per Kristoff, e probabilmente non gliel'avrebbe MAI detto.
La sua volontaria segregazione era dovuta al fatto che non voleva vedere Hans almeno fino al giorno delle nozze, fissato per il primo di agosto.
Ma oggi aveva sentito il bisogno di parlare con Kristoff, che era un po' come il suo migliore amico.
Tra cinque minuti si sarebbero incontrati nel parco del palazzo.
Elsa si era messa un bel vestito vermiglio, le ferite erano quasi del tutto guarite e le gambe non facevano piú così male, doveva solo evitare di correre per un po'. Il suo potere non si era più manifestato da quel giorno, ma forse era meglio così, per alcuni aspetti.
La regina uscì finalmente dalla sua camera, allegra, neanche lei sapeva il perchè.
Purtroppo, la sua allegria non sarebbe durata a lungo.
Lí fuori, ad aspettarla, c'era Hans.
Chissá come aveva saputo che lei sarebbe uscita proprio in quel momento. Lei si bloccó a guardarlo. Era appoggiato contro il muro, con le braccia conserte, e sorrideva. Si spostó da quella posizione per andarle incontro.
-Come sta oggi la mia regina?- disse lui, toccandole i capelli sciolti. Lei sentì un brivido.
-Fino a poco fa, benissimo- rispose acida, e spostó la mano che con la quale lui la stava toccando.
-Ringrazia Dio che non abbia il mio potere- continuó lei, facendo una smorfia.
-Perchè mi respingi, Elsa?- chiese lui. Il suo sguardo cambió, non sembrava piú finto. Era dolce. E lei era totalmente confusa.
Restarono minuti a guardarsi negli occhi.
-Ora...ora devo andare- fece lei, e cominció a camminare. Era successo qualcosa di strano, il brivido che lei aveva provato, lo sguardo di lui che si era trasformato. Stava per svoltare l'angolo, quando sentì una voce alle sue spalle
-Aspetta...!-.
Lei si giró, e vide Hans che la raggiungeva.
-Mi dispiace, per...- inizió lui, quando furono vicini. Poi qualcosa cambió, si riaccese la cattiveria nei suoi occhi.
-...non mi dispiace proprio di nulla, a parte di non averti ucciso due settimane fa-.
Elsa si sarebbe aspettata qualsiasi cosa, ma questo no. Anche lei tornó dura, più come autodifesa che per altro.
-Te lo ripeto- sibiló lei - Stai lontano da me e da Anna-.
Detto questo, si allontanó con decisione da lui e si avvió verso il luogo dove aveva appuntamento. Era tornata tutta la repulsione che aveva per il verme.
La regina era sorpresa ed arrabbiata, e non avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo pochi minuti dopo.
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Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Finalmente riesco a scrivere qualcosa qui sotto! Domani il mio pc sará finalmente riparato (evviva!) e probabilmente cominceró a scrivere con quello. Allora, innanzitutto ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere, soprattutto chi commenta aiutandomi a migliorare :-) e mi scuso per i probabili errori e per il capitolo scritto male, ma oggi ho avuto una giornata un po' storta e la mia fantasia ne sta risentendo. Cosa sará successo ad Hans? E cosa ha provato Elsa? Anche io sono un po' curiosa di sapere come andrá a finire tra quei due ;-) Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Un grave errore ***


~Elsa camminava con passo deciso per i corridoi, assicurandosi che Hans non la seguisse. Aveva bisogno di parlare con Kristoff, forse lui avrebbe trovato una soluzione a quel guaio. La rabbia stava passando, ma aveva mille dubbi per la testa. Il cuore cominciò a battere forte, gli occhi le bruciavano. E poi, sentiva quel formicolio alle mani. Aveva cercato di non pensare al suo imminente matrimonio con lui, e proprio lui l' aveva aspettata davanti alla porta della sua camera. E adesso, probabilmente, non avrebbe pensato ad altro per tutta la giornata. Svoltò un angolo, pochi minuti e avrebbe incontrato Kristoff. Sorrise a quella prospettiva, e arrossì un pochino. Cominciò a canticchiare una canzone, era davvero meraviglioso l' amore. Passò accanto alla camera di Anna e si fermò per bussare. Nessuno rispose, allora Elsa appoggiò l'orecchio alla porta. Nessun rumore, quasi sicuramente la sorellina era uscita a combinare qualcosa. Per essere sicura, aprì la porta di pochi centimetri, affinchè potesse guardare dentro. Come si era aspettata, la camera era vuota. Sospirò e la richiuse. Proseguì per i corridoi, accellerando il passo, chiedendosi dove si poteva essere cacciata la rossa, ma non diede tanta importanza a questo pensiero. In fondo, era un' adulta e sapeva badare a se stessa. Finalmente la regina  si ritrovò nel parco, e  vide lui  sotto una grande quercia. Si avvicinò, lui la vide e la salutò con la mano. Lei sorrise e ricambiò il gesto, sforzandosi per non sorridere troppo e sembrare del tutto naturale. Stava per affrontare un discorso più che serio con Kristoff, c'era di mezzo la vita della sorella e probabilmente anche la sua. Appena lo raggiunse, lui iniziò:
- Allora, mi volevi parlare? Anna mi ha detto che...-
- Bhe, in realtà ti volevo parlare di una cosa che è successa- rispose prontamente lei -...come ormai tutti sanno, mi sposerò con Hans. Ma il punto è che io non voglio sposarmi con lui, insomma...lui...-
- Lo so, Anna mi ha detto anche questo-
- Cosa?- il tono di voce della regina, dapprima calmo, si era alzato, a sembrava piuttosto nervosa.
(Ottimo, la sorellina ha spifferato tutto. Ora sì, che sei nei guai)
 commentò la voce. 
- Che cosa...che cosa ti ha detto?!- Lei era visibilmente furiosa.
- Elsa, non ti agitare- cercò di calmarla lui, prendendole le mani. - Sono dalla tua parte, e cercherò di aiutarti...di aiutarvi. Lui non può averla vinta così-.
Le sembrava piuttosto chiaro, cosa gli aveva raccontanto la sorella, ma ora non sarebbe servito a niente arrabbiarsi.
Sussultò quando lui le prese le mani. Sentì un senso di calore diffondersi per tutto il corpo. Smise per un attimo di essere la Regina Elsa di Arendelle e cominciò ad essere se stessa. Le parole di lui rimbombavano nella sua mente. Alzò i suoi occhi celesti in quelli di Kristoff, riuscì a dire solo una frase.
- Dimmi che non mi abbandonerai, che ci sarai sempre-. Era cambiato qualcosa, come se si fosse tolta la maschera da brava ragazza che era sempre stata. Lui lo notò, e si stupì.
- Certo. Saremo sempre amici- rispose lui, e la strinse a sè. Lei rimase fra le sue braccia, chiuse gli occhi, sembrava essere tornata una bambina. Era quella parola, Amici, che uccideva. Che trafiggeva il cuore.
- Promesso?- chiese lei in un sussurrò, che udì appena lei stessa. Pensò che lui non l' avesse neanche sentita, poi parlò.
- Promesso-. Se qualcuno avesse visto quei due abbracciati, in mezzo al verde estivo, probabilmente li avrebbe scambiati per due innamorati. Ma c'era una grande differenza fra l'immaginazione e la realtà. Lei era innamorata, e lui no. Elsa si ricordò che una volta, qualcuno le aveva detto che la differenza fra amici e fidanzati, era solo un bacio. Lei decise che quel bacio, ci sarebbe stato. Il primo e l'ultimo. Sciolse l'abbraccio e in unico secondo fu sulle sue labbra, senza preoccuparsi di quello che lui avrebbe pensato, senza preoccuparsi di quello che sarebbe successo dopo. Gli mise una mano dietro la testa, scompigliandoli i capelli biondi. Lui all'inizio cercò di sottrarsi, ma poi si lasciò andare. Le mise una mano intorno alla vita. Sentì le sue labbra calde, bollenti, sulle sue. Lei fece scivolare la mano dai capelli alla guancia, senza staccarsi. La sua pelle era morbida. L'altra mano andò a finire sul petto di Kristoff, gli afferrò un lembo della camicia bianca, e con quel movimentò lo tirò a sè. Lui la spinse dolcemente contro il grande tronco della quercia. Le foglie facevano un'ombra fresca, l'erba ballava leggermente col vento. Si tennero ancora un po' stretti, poi lei si staccò lentamente dalle sue labbra. Era stato il suo primo bacio, ed era stato meglio di quello che aveva sempre immaginato. Si scambiarono un sorriso, erano ancora vicini. Poi il sorriso di lei si spense, e lo allontanò un po' da lei, come se si fosse finalmente accorta di quello che avevano appena fatto.
- Oddio...- balbettò lei, nel più completo  imbarazzo. - Scusami, davvero, non...non so cosa mi sia preso-.
Anche lui sembrava piuttosto confuso, anche se in fondo gli era piaciuto. Ma lui stava con Anna, e quello era tradimento. Aveva tradito la sua fidanzata con sua sorella maggiore.
- E' colpa mia- disse Kristoff - Non avrei mai dovuto...insomma...lasciare che...- le parole non venivano.
- Dimentichiamo tutto, non possiamo fare questo a mia sorella. Io ci tengo a lei più di ogni altra cosa- concluse Elsa. -Ora vado via, mi aspettano per firmare alcuni documenti per il mio matrimonio-. Disse quell' ultima parola storcendo la bocca come se avesse qualcosa di amaro.
- Certo, vai pure. Ciao- la salutò lui.
Lei se ne andò senza spiccicare parola.
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Ore dopo, Elsa si era iniziata a preoccupare: non vedeva Anna da quella mattina, nessuno aveva notizie di lei. Per prima cosa cercò nella sua camera, ma non la trovò, così cominciò a cercarla per tutto il palazzo, con l'aiuto di Kristoff, guardie e servitori. Almeno non c'era il pericolo che Hans le avesse fatto qualcosa, infatti era rimasto tutto il giorno nelle cucine ad abbuffarsi di dolcetti (...) e potevano cofermarlo molte persone. Le ricerche si interruppero quella notte, verso le 23, quando ogni stanza del castello era stata perlustrata. Evidentemente, la rossa non era lì dentro. Non ci voleva molto per arrivare a questa conclusione, ma Elsa sperò fino all'ultimo che la sorella non fosse veramente uscita da sola, e che non avrebbe passato una notte fuori, senza dire niente a nessuno e completamente sola. Quando si fece mezzanotte, la regina ritornò nella sua stanza (non entrava lì dentro da quando era tornata dal parco) e nell'oscurità vide qualcosa di bianco sul letto. Accese una candela per fare un po' di luce, e si avvicinò all'oggetto. Era un foglietto. Lo prese in mano, e quello che lesse le fece ghiacciare il sangue.
"Mentre stai leggendo questo, probabilmente io sarò molto ma molto lontana. Non venitemi a cercare, perchè non mi troverete. Pensavate che non vi avrei visti, oggi, sotto la quercia? Spero solo che sia stato bello quel bacio.
                       Anna"

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Ciao a tutti! Oggi pubblico dal computer, finalmente.
Passiamo alla storia. Sembra che Elsa sia impazzita O.o e abbia baciato il fidanzato della sorella.
E ha combinato un bel casino, dato che Anna li ha visti ed è scappata. Chissà ora che succede.
Ok, so che la faccenda si sta intrecciando parecchio, ma cercherò di gestire tutta questa situazione XD
Mi scuso per i capitoli piuttosto corti, ma siccome aggiorno quotidianamente e anche due volte al giorno, cerco di fare un po' per volta.
Ringrazio la mia migliore amica perchè mi è sempre accanto anche nei  miei momenti di follia :') e le faccio i complimenti perchè anche lei sta scrivendo una storia, molto bella e ben scritta, che per ora ha deciso di non rendere pubblica.
Ma sopratutto ringrazio chi legge e recensisce :-)
Alla prossima!
 

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Capitolo 12
*** Parole e silenzi ***


~Elsa chiuse a pugno la mano in cui teneva la breve lettera, accartocciandola . Chiuse gli occhi e cercò di mantenere la calma. Era colpa sua quello che era successo, e adesso Anna era fuggita chissà dove. Sentì le gambe iniziare a cedere dal nervoso, e si morse forte il labbro per riprendere il controllo. Il sapore del suo stesso sangue le schiarì le idee. Fece un respiro lungo e profondo, poi riaprì gli occhi.
 La candela che teneva in mano si era spenta, ed era coperta di ghiaccio. Quindi aveva riacquistato il suo potere? Effettivamente sì, anche se non capì neanche perchè e se l'aveva mai perso.
In quel momento però, non era importante.
Doveva fare qualcosa, subito.
(Ad esempio?) chiese la vocetta (Vuoi congelare tutto? Questa volta non ci sarà la sorellina a fermarti).
- Fai silenzio- ribattè secca la regina. La voce non le diede retta, e continuò il suo discorsetto.
(Sei una stupida, per soddisfare il tuo capriccio di baciare Kristoff, ora probabilmente avrai perso per sempre tua sorella. Davvero, ottima mossa). Era piuttosto sarcastica.
"Adesso tu chiudi quella boccaccia, e io vado a cercare Anna" pensò lei. Questa volta la zittì. Uscì dalla sua stanza, e camminò con passo veloce fino al salone, dove si aspettava di trovare Kristoff. La persona che trovò non era esattamente il montanaro.
- Perchè mi segui?!- quasi urlò la regina. I suoi propositi di mantenere la calma erano appena stati abbandonati.
Hans ridacchiò.
- In realtà sei stata TU a venire qui- disse avvicinandosi a lei. Quando le fu abbastanza vicino, continuò: - Comunque, se vuoi saperla tutta, so il motivo per cui Anna se n'è andata-.
Osservò soddisfatto l'espressione di stupore che vide sul volto di lei.
- Chi...chi ti ha detto che è scappata?- Riuscì a balbettare Elsa.
- In realtà, sono stato il primo che tua sorella è andato a cercare quando vi ha visti baciarvi- sogghignò - Credo di essere stato l'unico a cui ha parlato. E poi l'ho vista andarsene-.
Lei aveva uno sguardo colpevole. Rimase in silenzio. Prese a fissare i bottoni dorati della camicia del principe, aveva molte domande, ma non ne fece neanche una.
- Vuoi sapere perchè non l'ho fermata, vero?- fece lui.
Lei smise di fissare i bottoni e lo guardò negli occhi. Quello era uno dei suoi tanti dubbi.
- Sai, non mi è molto simpatica. Quindi non avevo motivo di impedirle di andarsene, soprattutto dopo che sono stato tradito dalla mia futura moglie­- spiegò lui.
Lei incrociò le braccia e spostò nuovamente lo sguardo. Seguirono minuti di silenzio, poi le parlò.
-Io vado a cercarla-. Detto questo si voltò per andarsene, ma lui le prese il polso.
- Vengo con te, se non ti dispiace-
- In effetti, mi dispiace parecchio-
- Pazienza, mi sopporterai, in fondo diventerò tuo marito e dovrai cominciare ad accettarmi-
- Io non ti amo- ribattè gelida lei. Era curiosa di sapere come avrebbe reagito lui.
- Io sì- sorrise lui. Questa era di sicuro l'ultima risposta che Elsa si sarebbe aspettata. I suoi occhi si spostarono nei suoi, aprì la bocca per parlare ma si accorse subito dopo che non aveva nulla da dire.
- Certo, amo anche il fatto che sarò re, ma mai quanto i tuoi occhi di ghiaccio, la tua pelle bianca, il tuo modo di arrabbiati e quello di sorridere.- disse lui, avvicinandosi ancora di più.
- Certo, come no. Non mi incanti con le tue paroline dolci- si difese lei.
- Se non ti amassi, perchè sarei venuto proprio qui a cercare te? Non sarebbe stato molto più semplice e conveniente prendere moglie in un regno in cui non vengo reputato un traditore?-.
La regina non aveva pensato a questo. Rimase piuttosto colpita dal suo ragionamento. Tuttavia, non era ancora pronta ad aprire il suo cuore ad Hans.
- Avrai i tuoi buoni motivi, ad esempio che sai come ricattarmi- disse infine.
- Bhè, con un'altra regina non ci sarebbe stato bisogno di ricatti. Sarei andato lì, avrei tirato fuori il mio lato dolce e gentile di cui si è innamorata anche tua sorella, e in un attimo sarei diventato re, senza nessuna fatica. Invece sono qui con te a cercare di farti capire che io ti amo veramente, ma il tuo cervello lotta con il tuo cuore, e pensi che questo sia solo uno dei miei teatrini-.
Lei rimase ancora in silenzio, non era preparata a questo. Il principe le era sembrato sincero, per la prima volta da quando l'aveva incontrato. Smise di essere fredda e distaccata e gli parlò tranquillamente.
- Comunque sia, adesso non è il momento adatto per fare questo genere di discorsi, dobbiamo riportare qui Anna, prima che le accada qualcosa-.
- D'accordo, quando partiamo?-.
- Adesso- disse lei

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-Note dell'autrice: Ciao! Da oggi pubblicherò tutti i pomeriggi, e occasionalmente la sera con il cellulare.
Bene bene, per la gioia di tutti (soprattutto la mia XD) Hans è rientrato in scena e ha confessato il suo amore per Elsa. Sarà sincero?
Intanto la nostra Anna è scappata chissà dove e i due dovranno mettersi in viaggio insieme. Ok, non anticipo nulla, ma spero che vi piacerà lo sviluppo dei prossimi capitoli.
Detto questo, vi saluto. Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Sotto le stelle ***


~Elsa aveva messo lo stretto necessario per il viaggio dentro ad una sacca. Era imprudente mettersi in viaggio all'una di notte, accompagnata solo da Hans (Kristoff sarebbe rimasto in carica ad Arendelle durante la sua assenza) ma doveva trovare Anna il prima possibile. Non che temesse che la sorella facesse molta strada a piedi, ma conoscendola si sarebbe messa  sicuramente in qualche grosso guaio. Uscì dal palazzo nel buio della notte, e trovò il pricipe ad aspettarla con due cavalli, uno bianco ed uno nero. Mise la sacca della regina sul cavallo nero, mentre lei saliva sull'altro. Era strano, era come se lei si fidasse di lui, nonostante tutto quello che era successo.
Partirono senza una meta precisa, l'indomani avrebbero chiesto in giro se avevano visto la principessa, ma ora era difficile trovare qualcuno ancora sveglio, così fecero il giro del regno, attraversando piazze, vicoli, ponti, ma senza trovare traccia della rossa.
Così verso le tre decisero di fermarsi.
Erano entrambi distesi su un prato, Elsa aveva le braccia spalancate, e guardava le stelle come se fosse stata la prima volta che le vedeva. Gli occhi le brillavano, era come ipnotizzata.
I due non si erano scambiati una parola da quando erano partiti, e Hans fu il primo a parlare.
-Ehi, Elsa-
-Mmm?- fece lei, distratta, senza neanche spostare gli occhi dal cielo.
-Mi dispiace-
-Ti dispiace?- stavolta lei lo guardò con interesse.
-Sì-
-Di cosa?-
-Di averti rincorsa e minacciata- rispose lui.
Hans si stava scusando con lei. Lo sguardo freddo che aveva sempre caratterizzato la regina sparì. Ora sembrava solo una bambina, con gli occhi pieni di sogni, paure e speranze. Ora non odiava più l'uomo che poco tempo prima aveva cercato di ucciderla. Un leggero vento notturno li sfiorò, provocandole un sorriso.
- Sei libera di scegliere- continuò il principe.
Lei lo guardò con aria interrogativa.
- Scegliere se sposarmi o no. Tanto conosco già la risposta-
- No, che non la conosci- lei lo guardò con dolcezza -Mi dispiace di aver baciato Kristoff-.
-Non ti devi scusare, se lo ami-
-No, non lo amo-
-Come?-
- Io trovo che lui sia un ragazzo simpatico, dolce ed altruista, e molto carino. Ma l'amore è un'altra cosa- spiegò lei.
- Elsa, ti sei mai innamorata veramente?-
- Credo di sì-  sorrise.
Seguirono brevi attimi di silenzio.
- Hans, tu mi ami?- chiese infine.
-Sei la cosa che amo di più al mondo-
- E se io non ci credessi? Insomma, questa favoletta l'hai già raccontata ad Anna, ed io...-. Lui la zittì posandole un bacio sulle labbra. Fu breve ma intenso.
Lei rimase senza fiato. Teneva i suoi occhioni celesti spalancati in quelli verdi di lui. Non si allontanò da lui, rimase immobile, distesa su quel prato circondata dalla notte, con ancora in bocca il sapore delle labbra di lui.
-Ora ci credi?- Sussurrò lui.
-Hans...io...io non...-
- Tu hai paura dell'amore, hai paura di sbagliare, hai paura di deludere te stessa e gli altri-
Una piccola lacrima scese lungo il suo viso.
- Hai ragione, io ho paura. Ho paura persino di me stessa. E questa paura mi ha impedito di essere una brava sorella, di essere me stessa. E di amare-
- Ora ci sono io- disse lui.
- Come faccio a fidarmi?- chiese lei, dubbiosa.
- Ti sembra che stia fingendo?-.
No, non le sembrava che fingesse. Poi, capì veramente cos'era l'amore.
Come risposta lo baciò, tenendolo stretto come se fosse l'ultima cosa che le fosse rimasta al mondo.

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Note dell'autrice: Ciao! Oggi pubblico due capitoli, perchè questo e il precedente sono piuttosto brevi. Ok, vi prometto che domani pomeriggio mi impegno di più e cerco di scrivere un capitolo più lungo, ma scrivere questo è stato complicato (il computer si è spento prima che potessi salvare perchè aveva la batteria scarica e io non me ne sono accorta :-/ e ho dovuto riscriverlo tutto da capo).
Però è stato molto emozionante, ho il cuore che mi va a mille :-) Oddio, li amo Hans ed Elsa insieme, e sembra che lei si sia lasciata andare e forse nascerà qualcosa di molto bello fra loro due. La domanda rimane una: dove si è cacciata Anna?
 Baci, e alla prossima!
                                                                SweetDream_01

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Capitolo 14
*** Sai correre? ***


~Quando Elsa aprì gli occhi, la ivestì in pieno viso un raggio di sole. Il primo pensiero che le passò in mente fu: "Dov'era Hans?". Ci mise alcuni secondi per ricordare quello che era successo quella notte, e sorse il dubbio se fosse stato tutto un sogno. Si mise a sedere, l'erba era leggermente bagnata di rugiada e il suo vestito era era un po' umido, ma non ci fece caso. Si guardò intorno ancora assonnata, poi realizzò.
Hans era sparito. Ed era sparito anche il suo cavallo.
Il cuore della regina iniziò a martellare nel petto, il panico la prese. Non si doveva fidare, adesso l'aveva lasciata lì da sola portandosi via il sacco in cui c'era anche del denaro.
Sia alzò in piedi barcollante, fece alcuni passi, insicura.
Era stata una stupida. Stupida ed imprudente. Si scrollò dai capelli alcuni fili d'erba, chiedendosi che cosa avrebbe fatto adesso. Da sola, l'unica possibilità era tornare ad Arendelle, ma intanto Anna avrebbe fatto altra strada, e più si allontanava più sarebbe stato difficile trovarla. No, non poteva tornare, ma non poteva nemmeno proseguire senza denaro nè altro.
- Vedo che ti sei svegliata- una voce maschile dietro di lei la fece sobbalzare. Si girò di scatto, spaventata.
Lui la guardava in modo strano.
- Che succede?- chiese Hans, scendendo da cavallo. Aveva un sacchetto in mano.
- Niente...temevo che tu...- iniziò lei -Non importa. Cos'hai lì?-. Lei disse quest'ultima frase sorridendo e indicando quello che lui aveva in mano.
- Oh, niente. La colazione- anche lui aveva un'espressione divertita.
- Io non ho fame- rise lei.
- Ok, vuol dire che dovrò intervenire io- rispose lui estraendo dal sacchetto una piccola focaccia e mettendola sotto il naso di lei.
- Ha un buon odore- osservò Elsa, prendendola dalle sue mani. Le diede un piccolo morso, mentre fissava il principe con un sorrisetto. Lui si avvicinò e con i denti staccò un pezzo della focaccia dalla parte opposta della regina.
- Ed è anche buona. Molto- continuò lei, mentre quel sorriso non svaniva.
- Già-.
In pochi minuti entrambi finirono di mangiare, e rimontarono a cavallo. Decisero di dirigersi verso Almere, un regno che si trovava a poche ore da lì. Nessuno dei due c'era mai andato, ma ne avevano spesso sentito parlare.
Non ne parlavano molto bene.
Erano le dieci e mezza, e il caldo dell'estate si stava facendo sentire.
Elsa non aveva mai sopportato molto il caldo, al contrario di Anna che appena vedeva un po' di sole sembrava impazzire e passava tutta la giornata di fuori. Questo pensiero fece sorridere la regina, nonostante si stesse praticamente sciogliendo. Era buffo, come due persone completamente differenti, quasi opposte, come loro due potessero trovare la vera amicizia. Era come se si completassero a vicenda.
(Già, prima che tu facessi l'unica cosa che non avresti assolutamente dovuto fare) la vocetta sembrava particolarmente cattiva, ma anche realista. Una domanda insolita interruppe il corso dei suoi pensieri.
- Sai correre?-
- Cosa?- la regina non aveva capito la domanda.
- Sai correre? Col cavallo, intendo- ripetè lui. I suoi occhi verdi la sfidavano, ma erano anche pieni di dolcezza.
Lei colse la sfida, e fece un mezzo sorriso, alzando il sopracciglio.
- Certo-
- Bene- rispose lui. Poi fece sfrecciare il cavallo in avanti, lasciando Elsa indietro - E allora corri!-.
Lei lo imitò, cercando di raggiungerlo. Andava così veloce che la sua treccia si sciolse, e il vento le passava fra i capelli platinati. Rideva come non faceva da tempo.
Lui pensò che era meravigliosa, quella risata.
Lei era a pochi metri da lui.
-Sto per superarti- gridò, quando lo raggiunse.
-Non credo- fece lui, e andò ancora più forte. Si fermò quando si trovò davanti un fiume.
- Fre-ga-to!- lo prese il giro lei, mentre scendeva da cavallo e posava un piede sull'acqua. La superficie si ghiacciò. Prese il cavallo e si mise a correre, formando nuove lastre di ghiaccio ad  ogni suo passo.
Poi, si voltò indietro per controllare a che punto fosse lui.
Hans era fermo alla riva, a guardare meravigliato la sua magia. Elsa si fermò di scatto.
- Allora?- gli urlò divertita - Che, per caso non ce la fai?-.
Lui cominciò a raggiungerla, ridendo.
Lei riprese a correre, cercando di dare un nome a quella gioia, ai battiti incessanti del suo cuore, a quel sorriso che faceva ridere anche lei. Trovò che "amore" fosse la parola più adatta.
Fecero un'altra decina di metri, e si trovarono al centro del fiume.
- Elsa, fermati immediatamente!- la voce preoccupata del principe allarmò la regina. Che gli prendeva?
Lei seguì il consiglio, e si girò di nuovo. Lui era parecchio lontano, forse quindici o venti metri.
- Cosa? Perchè?- chiese lei. Ogni traccia dell'allegria era sparita.
- Il ghiaccio è instabile-.
Lei non fece neanche in tempo a capire del tutto la frase, che sentì cedere la superficie sotto i suoi piedi. Cadde nell'acqua gelida, e pochi istanti dopo sentì il freddo che la avvolgeva. Era come tanti piccoli aghi che la pungevano tutti insieme.
-Hans!- gridò, disperata.

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Note dell'autrice: Sono tornata, finalmente, con un capitolo un po' più lungo! Elsa ed Hans  sono ancora alla ricerca di Anna e si stanno divertendo insieme, ma Elsa cade nell'acqua ghiacciata che ha creato lei stessa. 
E nel prossimo capitolo, capiremo se i sentimenti di lui sono sinceri e la salverà, oppure se è tutta una finta e la lascerà morire nel ghiaccio. Ok, spero di avervi incuriosito :-)
A domani!
                                                                 SweetDream_01

 

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Capitolo 15
*** Un atto di vero amore ***


~Elsa vide frantumarsi sotto i suoi piedi il ghiaccio da lei stessa creato, facendola cadere nell'acqua gelida.
- Hans!- gridò, mentre nella sua mente passò solo un pensiero: lei non sapeva nuotare.
Prese ad annaspare, tenendosi a stento a galla, mentre il dolore le attraversava tutto il corpo, e lei non poteva farci niente. Allora capì cos'era veramente il freddo. Lei creava il freddo, vestiva di freddo, ma non le aveva mai provocato alcun fastidio. Adesso invece, stava mettendo fine alla sua esistenza.
Provò di nuovo a gridare, ma dalla sua bocca uscì solo un po' d'aria condensata. Andò giù un paio di volte, e cominciò a perdere la sensibilità alle braccia e alle gambe.
Poi sentì la voce di lui come se fosse lontana chilometri.
-Elsa! Non agitarti! Sto arrivando!-.
Lei decise di ascoltare il suo consiglio, non aveva molte alternative. Smise di muoversi, mentre sentiva il battito del suo cuore rallentare in modo preoccupante. Tutto ciò che la circondava comiciò a roteare. Stava per perdere i sensi, poi lo vide. Le tendeva la mano sporgendosi pericolosamente dalla superficie del ghiaccio. Stava gridando il suo nome, ma sua voce rimbombava nella sua testa della come un'eco. Con le ultime forze lei allungò la mano in sua direzione, ma il movimento la mandò di nuovo giù. Quando riuscì a portare la testa fuori, aveva ingoiato tanta acqua che comiciò a tossire.
Il mondo intorno a lei si stava spegnendo. Cominciò ad andare a fondo.
L'ultima cosa che sentì fu qualcosa di caldo che le avvolgeva la vita.


Quando si svegliò, Elsa vide i suoi occhi verdi che la guardavano dolcemente. Era fra le braccia di Hans, avvolta in una coperta. Tossì e sputò dell'acqua.
-Come ti senti?- chiese lui.
Lei non si mosse, ma fece girare lo sguardo intorno a sè. Non capiva bene dove si trovava, e sentiva caldo e freddo allo stesso tempo. Per il resto, stava bene.
Poi vide un fiume a una ventina di metri da loro, e degli alberi.
-Cos'è successo?-. Sapeva bene quello che era successo, ma lo domandò quasi per conferma. Cercò di alzarsi, ma lui la fermò.
-Devi riposarti. Hai congelato il fiume in modo che lo potessimo attraversare, ma il sole era troppo forte ed ha assottigliato il ghiaccio. E tu...hai messo i piedi nel punto sbagliato e sei caduta in acqua. Sei svenuta per lo chock termico e io mi sono tuffato per salvarti- rispose lui. 
Elsa si alzò in piedi così velocemente che le cadde la coperta dalle spalle. Era talmente stupita che non se ne accorse nemmeno.
-Hai rischiato la vita!- lo rimproverò lei, ma con una voce che lasciava trasparire dolcezza.
Un soffio di vento venne a contatto con i suoi vestiti umidi, e lei strinse fra loro le braccia come per ripararsi.
Lui si avvicinò rimettendole addosso la coperta, e la tenne stretta  mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla. Comiciò ad accarezzarle i capelli bagnati.
-Non potevo perderti- le sussurrò all'orecchio.
Rimasero alcuni secondi abbracciati, in silenzio. Poi Elsa lo guardò negli occhi e lo baciò, le sue labbra di ghiaccio su quelle caldissime di lui.
-Grazie- disse.
Rimasero abbracciati ancora per minuti, poi lui parlò.
-Hai la febbre-
-Cosa?- fece lei, portandosi una mano gelida sulla fronte. Era bollente.
-Forse è meglio se torniamo ad Arendelle, con te in queste condizioni non mi sembra il caso di proseguire a piedi-
-A piedi? E i cavalli?-
-Sono scappati quando il ghiaccio si è rotto- sospirò lui -Però ci hanno lasciato la tua sacca-.
Lei fissava il vuoto, e ripetè  più volte le parole "a piedi" come per convircersene. Lui continuò.
- Lo so che non sarai d'accordo, ma ti prometto che se tornerai al palazzo manderemo anche  tutto l'esercito a cercare tua sorella-.
Quelle parole sembrarono ferire la regina, che indietreggiò di alcuni passi.
-Tu non capisci- rispose - Anna è mia sorella e ha bisogno di me. Io ho sbagliato, lo so, ma devo rimediare. Continuerò a cercarla, e se tu non mi vorrai seguire, la strada per Arendelle la conosci-.
Elsa sembrava davvero determinata, e lui capì che sarebbe stato inutile insistere.


Erano le quattro del pomeriggio, e i due erano diretti ad un piccolo albergo sperduto fra le colline per riposarsi e chiedere informazioni.
Erano entrambi ritornati allegri, si rincorrevano, giocavano e chiacchieravano di tutto quello che gli passava per la mente. La febbre di Elsa era passata in fretta, perchè essendo la regina dei ghiacci, le temperature alte non duravano molto nel suo corpo. Un problema in meno.
Si trovarono davanti ad una grossa baita, e decisero che quello doveva essere il posto che cercavano.
Entrarono e trovarono a riceverli un'uomo sulla trentina, capelli castani, alto e secco. Lei chiese se ci fosse una camera per due, dicendo "per due" con un sorrisetto furbo in direzione del principe. Sorrise anche lui.
-Una camera ci sarebbe- rispose l'uomo. -Ma voi non siete la regina Elsa di Arendelle?
-Bhe...si...-disse un po' imbarazzata lei. Poi si fece coraggio.
-Io e il principe Hans stiamo cercando la principessa Anna, l'avete per caso vista qui intorno?- chiese tutto d'un fiato.
L'uomo rise, quasi si trattasse di uno scherzo.
-Alloggia qui- fece.
Il cuore di Elsa prese a battere forte.


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Note dell'autrice: Ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo con cui ho aggiornato, ma il mio computer era in vena di scherzi e si è spento prima che potessi salvare :-O
E così mi sono arrabbiata (di brutto) e quasi mi stavo mettendo a piangere :-P
Vabbe, poi ho riscritto tutto da capo appena mi sono calmata, cioè circa due ore fa, spero sia venuto bene.
Hans ha salvato Elsa, e lei si è convinta della sua sincerità, ma rimangono alcune domande:
Elsa riuscirà ad incontrare la sorella e a chiarire con lei?
E come reagirà Anna quando scoprirà che Hans ed Elsa sono innamorati?
Le recensioni sono sempre gradite.
A domani :-)
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Capitolo 16
*** Davanti alla porta ***


~-Qui?- balbettò Elsa, mentre fissava l'uomo che le aveva dato la notizia. Lui annuì.
-Sì, ha intenzione di andarsene questa sera- rispose tranquillo.
Lei guardò piena di speranza Hans, giocando con una ciocca di capelli biondi che le ricadeva sulla spalla destra. Si rivolse di nuovo verso l'uomo.
-Può accompagnarmi da lei?-
-La principessa ha chiesto esplicitamente di non vedere nessuno...-
-La prego- quasi supplicò lei, spalancando gli occhi azzurri in quelli castani di lui -Io...lei...-.
Hans parlò al posto suo -Anna deve tornare ad Arendelle, e la regina è l'unica che può convincerla. Per piacere, ci accompagni da lei-. Elsa guardò il compagno piacevolmente sorpresa dalla sua abilità di persuasione. L'uomo sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-D'accordo-. Si mise a camminare su per una gradinata di legno -Seguitemi-.
Hans prese la mano della regina. Lei gli posò un bacio sulla guancia, alzandosi sulle punte per arrivarci. Era un "grazie".
In cima ai gradini c'erano diverse porte (di legno anche queste) allineate a distanza di un paio di metri una dall'altra. L'uomo indicò loro la terza.
-E' questa- disse a bassa voce, prima di andarsene con un'espressione contrariata. Lei lo seguì con lo sguardo fino a quando non lo perse di vista. Poi iniziò a fissare la porta davanti a lei, con la mano alzata a pugno per bussare. Non ne ebbe il coraggio. Fece passare l'indice sulla superficie scheggiata, mentre cercava di trattenere le lacrime. I pensieri andavano e venivano incessantemente, uno dopo l'altro, uno peggiore dell'altro.
Il principe se ne accorse e le mise una mano sulla spalla, lei non si voltò.
-Coraggio- le bisbigliò, capendo quello che stava passando.
Come risvegliata improvvisamente da quelle parole, Elsa si decise a bussare. Fece battere tre volte le nocche bianche su quel legno, con decisione. Aspettò col fiato sospeso.

 
-Chi è?- fece una voce dall'interno. La bionda capì che la sorellina stava piangendo, sentì il cuore stringersi e si fece sopraffare dai sensi di colpa.
-Anna...- rispose, non riuscendo a trovare altre parole. Seguì il silenzio, poi una parola secca.
-Vattene-. La voce della sorella era dura, non l'aveva mai sentita così. La maggiore non si arrese, e pensò che era buffo come la situazione si fosse ribaltata. Adesso era lei quella chiusa fuori, ad essere scacciata.
-Ti prego non mi mandare via. Voglio chiarire con te-
-Bene, spero che tu abbia compreso come mi sono sentita io in tutti questi anni- Anna si schiarì la voce, rotta dalle lacrime -E adesso vattene, Elsa. Io non ho niente da chiarire con te-.
Anna pensava che dopotutto, avrebbe voluto aprire quella maledetta porta che le aveva sempre separate, e sentire quello che la sorella le aveva da dire. Ma l'orgoglio ebbe la meglio su di lei.
Elsa vide il mondo crollarle addosso a quelle parole, ma tentò per l'ultima volta.
- Ascoltami ti prego, poi se non vorrai più vedermi io rispetterò la tua decisione. Ma non lasciare che uno stupido errore rovini tutto, e cancelli quello che abbiamo passato insieme-.
La regina non ebbe risposta e stava quasi per andarsene, quando sentì il rumore della chiave girare nella toppa.
Si girò in fretta verso Hans e gli chiese di lasciarle sole. Lui capì e sparì in un attimo, prima che Anna potesse aprire la porta.
Aveva gli occhi rossi, come succede quando piangi tanto, i capelli scompigliati e le guance ancora umide. Appena si trovò davanti alla sorella cercò di avere un atteggiamento un po' più  composto, ma non era il suo forte. Una lacrima solitaria le scese dall'occhio destro e lei se la asciugò velocemente con la manica.
Rimasero a guardarsi, in silenzio, entrambe con una gran voglia di abbracciarsi, ma con l'orgoglio che glielo impediva.
-Entra- disse la minore.
Elsa ubbidì e si ritrovò in una camera non molto grande, ma ben arredata. Sebrava ci fosse passato un uragano.
Pose alla sorella la domanda più stupida che potesse fare.
-Come stai?-
-Bene, in fondo hai solo baciato il mio fidanzato- rispose sarcastica la rossa. Incrociò le braccia e fece una smorfia quasi impercettibile.
-Anna, è stato un errore-
-Certo- continuò arrabbiata - E se io "per errore" non ti rivolgessi mai più la parola?-
Elsa aprì la bocca per parlare, ma Anna le diede uno schiaffo. Lei si toccò la guancia, più sorpresa per il gesto che per il dolore.
La minore si pentì subito di quello che aveva fatto, e si nascose la faccia nelle mani, cominciando a singhiozzare. Elsa si trattenne dall'abbracciarla solo per paura di essere respinta di nuovo.
-Io amo Hans-.
La rossa sollevò la testa, confusa.
-Cosa?-
-Dopo che sei andata via, lui si è offerto di aiutarmi a cercarti, e mi ha detto che mi amava. Io non ci credevo, pensavo fosse tutta un'altra messinscena per avere il trono. Poi mi ha salvato la vita, e ho avuto la conferma che lui mi ama veramente-
-E...per questo tu lo ami?-
-Sì-.
Anna smise di piangere e scomparve anche la rabbia.
-Quindi lui è qui?-
-Sì, ma è rimasto fuori-.
La minore sospirò.
-Se tu ti sei veramente innamorata, io non mi metterò in mezzo, ma stai comunque attenta con quello- la ammonì.
Elsa rise, e rise anche la sorellina.
Passarono un'oretta insieme, per riappacificarsi e raccontare tutto quello che era successo.
-Lo sporerai?- chiese ad un certo punto la più piccola.
-Certo che lo sposerò. Ma non dirgli niente, deve essere una sorpesa. E tu, lo sposerai?-
-Non lo so. Voglio prima sentire la sua versione della storia- fece la rossa, un po' triste.
Elsa la abbracciò forte, sperando che servisse a consolarla.


Quella sera, intorno alle diciannove, Anna, Elsa ed Hans fecero ritorno ad Arendelle, con mille domande per la mente e nemmeno una risposta.

 

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Note dell'autrice: Ciao!
Finalmente le sorelle hanno fatto pace, e stanno tornando a casa.
Elsa ha deciso di sposare Hans, mentre Anna ha qualche dubbio riguardo a Kristoff.
Il prossimo capitolo è ambientato alcune settimane dopo, col matrimonio della nostra regina *-* non vedo l'ora di scriverlo.
A prestissimo!
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Capitolo 17
*** All'altare ***


~TRE SETTIMANE DOPO...

-Anna! Dove sono finiti i miei guanti bianchi?-
Elsa era vestita di un morbido abito bianco,  fatto quasi interamente di tulle con qualche ricamo argentato e il corpetto di seta. In testa aveva una diadema pieno di diamantini, ma la fredda regina delle nevi aveva perso ogni regalità quando si trovò a saltellare impacciatamente per la sua stanza cercando di infilarsi un paio di scarpette abbinate al resto.
-Non vorrai portare i guanti proprio oggi?- commentò la rossa, mentre osservava la sorella nei suoi disperati preparativi.
-E invece sì!-
-Scusa, ma perchè ti stai vestendo tutta da sola mentre potresti farti aiutare da qualcuno? Si vede che è la prima volta che lo fai- disse, storcendo un po' le labbra.
La bionda riuscì ad infilarsi la seconda scarpa e poi si buttò sul letto, spiegazzando il vestito.
-Hai finito di criticare?-
-Non ti stavo criticando, stavo semplicemente facendo alcune osservazioni- si difese la minore -ad esempio, con quell'abito sembri una meringa- continuò, coprendosi la mano con la bocca per nascondere una risata divertita. Lei era vestita di blu, con nastro fra i capelli raccolti e perfettamente truccata.
La bionda si stupì che quella fosse veramente quell'uragano di Anna.
-E sentiamo il parere dell'indiscussa reginetta dello stile- fece sarcastica Elsa, abbozzando un sorriso -Come mi dovrei vestire per il mio matrimonio?-
-Innanzitutto, niente guanti- rispose allegramente l'altra tirando fuori la mano da dietro la schiena in cui teneva un paio di guantini bianchi, per poi buttarli giù dalla finestra.
-Ehi!- si lamentò la regina -erano i miei preferiti!-.
-Ora non lo sono più!- cinguettò Anna -e adesso, fa' la magia!- tirò il braccio di Elsa in modo da farla alzare dal letto, mentre l'altra non opponeva alcuna resistenza, anzi si lasciava guidare. Sorrise.
La maggiore mosse velocemente e abilmente le mani, ruotandole intorno a sè mentre sprigionavano una candida aura, la sorellina la ammirava con la stessa espressione di meraviglia che aveva a cinque anni, quando giocavano insieme nel salone.
Presto il suo scomodo abito da sposa si trasformò completamente in uno fatto di neve, con qualche cristallo luminoso come decorazione e un'ampia gonna leggera, il corpetto era rimasto simile al precedente, solo con qualche fiocco di neve in più. A completare il tutto c'erano delle scarpette di ghiaccio azzurre, che facevano un bellissimo contrasto.
Anna battè le mani, saltellando sul posto visibilmente emozionata.
-E'...stupendo! Tu sei stupenda!-
-Grazie- rispose l'altra mentre si guardava allo specchio, anche lei piacevolmente sorpresa dalla sua stessa creazione.
- Oddio, Hans ti adorerà!-.
In quelle ultime tre settimane i rapporti fra la principessa e il suo futuro cognato erano rimasti un po' tesi, ma piano piano anche loro ricominciarono a provare simpatia l'uno verso l'altro.
- Anna, sono nervosa. E se dovessi sbagliare? E se dovesse andare male? E se per l'emozione congelerò tutto e....- la regina giocava con le sue mani rimaste nude, ma la sorella gliele prese nelle sue e le sorrise dolcemente.
-Andrà tutto bene, sai come controllarti. Riguardo alle brutte figure non posso dare tanti  consigli, dato che io stessa ne faccio una appresso all'altra-.
Risero entrambe, sciogliendo la tensione.
- Ti va se ti sistemo un po' i capelli?- chiese la rossa, quando si riprese dalle risate
- Certo, cerca di non dargli fuoco- partì un'altra risata.

 

Hans passeggiava nervosamente su e giù per il salone dove ci sarebbe stato il suo matrimonio di lì a breve, era pronto da ore, ma la sua sposa non si decideva a dare sue  notizie. Forse si divertiva a tenerlo sulle spine, o forse non era ancora pronta.
Quando Gabriel si sarebbe presentato alla cerimonia e poi al ricevimento per sapere come stesse procedendo "il loro piano", avrebbe dovuto raccogliere tutto il coraggio che aveva per informarlo che non c'era più alcun piano, che lui si era innamorato veramente.
La possibile e probabile reazione del fratello maggiore lo spaventò ed agitò  più dell'idea stessa di unire per sempre la sua vita con la regina Elsa di Arendelle.
Le parole "per sempre" si ripeterono parecchie volte nella sua mente, facendogli un certo effetto. Per sempre. Per tutta la vita, ed oltre. Per l'eternità.
Ripassò per la cinquntesima volta sullo stesso tratto del pavimento, le sue scarpe nere perfettamente lucidate che facevano un leggero battito ad ogni suo passo. Portava dei pantaloni neri con una giacca dello stesso colore, abbellita da un mazzolino di fiori all'occhiello. Sotto portava una camicia bianca ricamata.
Inziò a sentire un grande caldo, e sudò anche un po'. Si allentò il colletto, facendosi aria.  Fece un altro paio di giri per la sala del ricevimento, tra i tavoli del buffet pieni di ogni cibo immaginabile, e soprattutto cioccolata, poi si mise al centro della sala, dove meno di due ore  dopo avrebbe aperto le danze con quella che sarebbe stata sua moglie.
Voleva correre da lei, baciarla, rassicurarsi a vicenda e dirle che l'amava, ma non era permesso vedere la sposa prima che andasse all'altare.
Uscì rapidamente dal salone trovandosi nel caldo di Agosto, diretto in Chiesa.
Si disse che se la sua Elsa fosse stata lì, non avrebbe sentito tutto quel caldo.

 

-Non senti freddo?- chiese Elsa, stringendosi le braccia sul petto.
Anna la squadrò, e notò che intorno ai suoi piedi si stava formando una lastra ghiacciata che andava allargandosi
- Oh, Elsa, stai calma- fece lei prendendole la mano per tranquillizzarla, ma la ritrasse immediatamente, sentendo un gran freddo anche lei.
- Non mi toccare, non riesco a controllarlo!- la regina fece due passi indietro spaventata, ma venne di nuovo raggiunta dalla rossa.
- E invece ce la fai- le poggiò la mano sulla spalla, massaggiandola delicatamente. La bionda cercò di nuovo di allontanarsi, ma aveva bisogno del conforto della minore.
-Abbracciami- le disse, semplicemente.
La più piccola la strinse forte, non le importava affatto del freddo che emanava il corpo dell'altra, e poi le diede un bacio sulla guancia.
- Non avere paura, ci sono io-.
Elsa tirò un sospiro profondo, sperando con tutta se stessa che fosse davvero così.

 

Era tutto pronto, erano tutti lì dentro, dietro quel pesante portone della chiesa. E lei era lì, che faceva uno sforzo enorme per non mordersi il labbro inferiore come faceva tutte le volte che era nervosa, perchè l'ultima cosa che voleva (a parte fare brutte figure) era rovinarsi il rossetto che le aveva messo con cura sua sorella. Allungò di alcuni centimetri la mano in direzione di Anna, che era alla sua destra, raggiante e completamente rilassata in quel suo abito blu, che le donava una grazia  che non aveva mai avuto.
La rossa le  prese la mano, e gliela strinse come per incoraggiarla, poi si fece scappare una piccola lacrima.
-Elsa, tu sei così spaventosamente bella...cioè non nel senso 'da spavento', solo più bella!-
L'altra rise piano, mentre sentì le campane che annunciavano la sua imminente entrata in chiesa.
Le sorelle si presero a braccetto, mentre Anna le sussurrava "Stai tranquilla, andrà tutto bene" sorridendo, e in effetti la regina si sentì sollevata.
Le porte si aprirono, ed Elsa sorrise quando vide il suo sposo all'altare, che la aspettava quasi meravigliato dalla fredda bellezza che aveva. Lei teneva il bouquet in una mano, uno spendido mazzo di fiori d'arancio decorato con un nastro, ed indossava quell'abito creato da lei stessa che  quasi irradiava luce, i capelli albini raccolti in una pettinatura impeccabile, con una coroncina (anch' essa fatta di ghiaccio). Aveva un'espressione di felicità contenuta mentre avanzava insieme alla sorella verso l'altare, mentre le note della marcia nuziale risuonavano nell'aria.
Per fortuna la chiesa era grande e spaziosa, perchè c'era tutto il regno ad accogliere gli sposini, e le persone che non erano riuscite ad entrare erano all'esterno a acclamare la regina nel suo gelido splendore.
Anna teneva a braccetto la maggiore,  mentre cercava anche lei di reprimere l'euforia  e di non mettere in imbarazzo sua sorella inciampando o cadendo, e per questo stava bene attenta a dove metteva i piedi.
Hans era sempre più impaziente di poter avere accanto Elsa, mentre la osservava avanzare sempre di più. Notò il fratello Gabriel in prima fila sulle panche riservate ai parenti degli sposi, e un brivido gli scese lungo la schiena.

 

La  marcia nuziale terminò, e le sorelle arrivarono giusto in tempo per prendere i loro posti. Elsa salì accanto ad Hans, mentre indicavano ad Anna dove avrebbe dovuto mettersi.
Vicino all'altare. "O mamma" pensò lei, che fino a quel momento aveva pensato che sarebbe stata accanto a Kristoff,  comodamente seduta su una  panca  vicino all'uomo che amava, e non in un posto dove avrebbe sicuramente fatto una delle sue figuracce. Mentre saliva i gradini, infatti, inciampò nella gonna del suo vestito, che si strappò leggermente facendo un rumore secco che fece voltare tutti, inclusi gli sposi.
Anna arrossì violentemente, mentre si rialzava frettolosa e correva al suo posto, mormorando uno "scusate" impacciato.
Elsa si trattenne a fatica dallo scoppiare a ridere per la goffaggine della sorellina.
Quando cominciò la cerimonia, tutta l'attenzione dei presenti era rivolta verso la regina e il futuro re, che erano uno accanto all'altro di fronte all'altare, guardandosi negli occhi e tenendosi le mani.
-Vuoi tu, principe Hans delle Isole del Sud, prendere in sposa la regina Elsa di Arendelle?- chiese il prete.
Hans ripensò allo sguardo cattivo di Gabriel, che avrebbe fatto di tutto per uccidere la regina ed impossessarsi del trono. Poi vide gli occhi  celesti di lei, che aspettava da tutta la vita quel momento in cui si sarebbe legata per sempre all'uomo che amava. Giurò a se stesso che l'avrebbe protetta.
-Sì lo voglio- rispose lui. Lei sorrise.
-Vuoi tu, regina  Elsa di Arendelle, prendere in sposo il principe Hans delle Isole del Sud?-
Elsa  rivide nella sua testa una ragazza che aveva passato tutta la sua vita chiusa in una stanza lontana da tutto ciò che amava, solo per paura di fare del male, rivide quel bacio sotto le stelle e quello sulle rive del fiume, e rivide Anna che le diceva di non avere paura, che ci sarebbe stata. E infine vide Hans, che aspettava solo quel "si" perchè tutti e due potessero essere felici per sempre.
-Sì, lo voglio- disse decisa, mentre sentiva che ogni pezzo rotto del suo cuore si stava riattaccando di nuovo insieme.
- Ora può baciare la sposa-
Lui non se lo fece ripetere, e si buttò sulle labbra di lei. Lei lasciò cadere il bouquet a terra e ricambiò appassionatamente il bacio, mentre lo stringeva come se avesse paura che glielo portassero via.
Anna fece partire commossa un applauso, e tutti gli altri la seguirono entusiasti.

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Note dell'autrice:
Salve a tutti! Sono tornata con questo capitolo che supera tutti gli altri per la lunghezza e l'emozione che ho provato nello scriverlo, e mi scuso per il mostruoso ritardo, ma in questi ultimi giorni ho usato spessissimo internet e l'ho finito, quindi ho dovuto aspettare parecchio per pubblicare.
Ma sarà che l'ispirazione mi ha aiutato parecchio, visto che l'ho scritto in due ore, spero che sia venuto bene.
Non c'è bisogno di commentare, perchè il capitolo parla da sè; quindi vi mando un bacione per essere arrivati fin qui e un ancora più grande per chi recensisce, ci vediamo domani con la festa del matrimonio di Hans ed Elsa <3
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Capitolo 18
*** La festa ***


~Anna aveva fatto partire l'applauso quando c'era stato il bacio. Era commossa, felice e dispiaciuta allo stesso tempo. Non riusciva a credere che proprio sua sorella stesse baciando quell'uomo (anzi, non credeva proprio che Elsa avrebbe mai baciato nessun uomo)  ma si dispiacque perchè sua sorella non sarebbe stata più tutta per lei, e l'avrebbe dovuta "condividere" con un altro.
Elsa aveva il cuore che le impazziva, non aveva mai provato emozioni così forti, quel bacio era stato il più bello che avrebbe ricordato. Era stato come aver corso per anni a piedi nudi sulla spiaggia bollente, e finalmente aver trovato il mare. Per qualche secondo sentì un calore che le proveniva da dentro, un calore che prese il posto del freddo che la caratterizzava dalla nascita. Vedeva l'espressione di Anna, che sorrideva ma stringeva le labbra per non piangere dalla commozione, e appena si staccò dal suo sposo corse ad abbracciare la sorellina, e a quel punto le lacrime uscirono di forza, mentre erano circondati da centinaia di applausi da persone di tutte le età.

 

Uscirono dalla chiesa diretti al salone per la festa, la regina tra le braccia di Hans (lui aveva insistito a portarla così, anche se lei all'inizio si era opposta) che rideva tenendosi stretta al marito, ed Anna che li seguiva felice insieme a Kristoff, anche se in quelle ultime settimane non avevano parlato molto  nonostante avessero  già chiarito la storia del bacio, la principessa voleva riappacificarsi con tutta calma e riconquistare gradualmente la fiducia in lui. Ma era faticoso restare indifferenti davanti ad un uomo che aveva aspettato tutta la vita e trattenersi dal buttarsi fra le sua braccia e perdonagli tutto.
-Bè, Anna, come ti senti?- Chiese il montanaro rivolgendosi per la prima volta dall'inizio della giornata alla rossa che camminava accanto a lui.
-Elsa si è sposata- affermò lei sorridente - E chi se lo sarebbe aspettato? Infondo lei è....- la rossa prese a gesticolare, non trovando l'aggettivo adatto per descivere la sorella.
-...lei è...lei è Elsa- rise infine, mentre appoggiava quasi involontariamente una mano sulla spalla di lui.
Nessuno dei due osava accennare all'episodio di alcune settimane prima, anche se entrambi ci stavano pensando.
-Sembrano felici- disse lui, guardando gli sposi
-Chi?-
-Elsa ed Hans. Possibile che tua sorella abbia dimenticato tutto quello che lui le ha fatto?-
Lei sembrò rifleletterci, seria.
-Succede così, quando si è innamorati. Una persona può distruggerti quanto vuole, ma non smetterai mai di amarla- concluse.
Ci fu silenzio per alcuni secondi (silenzio per modo di dire, perchè intorno a loro c'era tutto il popolo di Arendelle che festeggiava), poi lui parlò.
-E allora, se tu mi ami, perchè non mi hai perdonato?-
Anna lo guardò male, non aspettandosi quella domanda e sperando fino all'ultimo che non si riferisse a quello che pensava lei. Ma era inutile fingere indifferenza adesso che l'argomento era stato toccato.
Era una bella domanda, che la mise parecchio in difficoltà. Non sapeva cosa rispondere, perchè in realtà la risposta non la aveva neanche lei. O forse la risposta c'era, più semplice e  vera di tutte quelle che avrebbe potuto dire, per quanto complesse.
-Non lo so-
La verità è che l'aveva già perdonato, e lo amava, ma era stata ferita e aveva paura di soffrire di nuovo. Incrociò le braccia sul petto, sembrava una bambina di cinque anni che aveva messo il broncio, ma allo stesso tempo la più matura delle donne.
- Non lo sai- ripetè lui.
Lei lo guardò mantenendo quell'espressione, ma lasciando intravedere dolcezza e dolore nei suoi occhi verdi.
-No- affermò, non smettendo di camminare, chiedendosi quanto ci sarebbe voluto ad arrivare alla sala mantenendo quel passo. Chiedendosi quanto sarebbe durata quella conversazione che cercava di evitare e contemporaneamente voleva avere.
-Anna, io ti amo, smettila di fare la permalosa-
-Non è vero che mi ami- insistette Anna tirando un po' su col naso e guardando altrove.
-Sai benissimo che è vero, altrimenti ora non sarei qui- le toccò la mano -Con te-.
Quel gesto la costrinse a guardarlo negli occhi, provando una grande voglia di abbracciarlo forte.
-Anche io, ti amo- rispose, col tono molto più rilassato di prima, ringraziando Dio che quel momento fosse finalmente arrivato. Lui le mise un braccio intorno alle spalle, e le parole che Anna cercava di dire da molto tempo le si bloccarono in gola come schiacciate da un peso pù grande.

 

C'era tanta gente nel salone che persino Anna si sentiva soffocare e si  faceva strada a fatica tra la folla, mormorando ogni tanto uno "scusate" e un "permesso". Erano circa dieci minuti che cercava di raggiungere la sorella in fondo alla sala, le voleva parlare, ma non sapeva se sarebbe stata una cosa giusta da fare nel giorno più bello della sua vita.
Non appena si trovò bloccata dietro l'ennesimo gruppo di persone e dovette fare i salti mortali per andare oltre, la principessa si promise che se mai si fosse sposata non avrebbe mai e poi mai fatto una festa così sfarzosa.
Aveva lasciato Kristoff indietro da qualche parte, anche perchè quando lui l'aveva abbracciata era felice, ma così oppressa dai  segreti che ora era come una bomba pronta ad esplodere se non avesse trovato una persona fidata con cui sfogarsi. E per "persona fidata" intendeva Elsa.
Finalmente la vide da una parte, sottobraccio ad Hans, che parlava ad alcune persone che probabilmente non aveva mai visto con estrema disinvoltura, ridendo ogni tanto.
Splendeva nel candido abito creato da lei stessa, e quel sorriso la valorizzava ancora di più.
Anna si avvicinò piano.
-Vi dispiace se vi rubo un attimo mia sorella? Scusate!- fece lei prendendola per mano e trascinandola via senza nemmeno guardare in faccia il resto delle persone lì attorno.
Si allontanarono e finirono sul balcone, sole.
-Oh, Anna, finalmente!- sospirò la bionda sedendosi sul parapetto, costituito da un muretto basso -Non ce la facevo più a stare con il fratello di Hans! Lo sai che è davvero noioso, parla, parla, parla...-
-Devo dirti una cosa- la interruppe l'altra, che le dava le spalle. La notte le avvolgeva completamente, ma c'era la luce che proveniva da dentro il salone. E la luna.
-Cosa hai combinato, stavolta?- Elsa ridacchiò quasi in modo impercettibile, non immaginando minimamente quello che sarebbe  successo dopo.
La rossa finalmente si voltò. Aveva le guance rigate dalle lacrime, ma la sua espressione era distaccata e sembrava non essersi nemmeno accorta di aver pianto. Il sorriso della regina si spense, e rimase ferma sul quel muretto senza sapere cosa fare. Non era brava, in queste situazioni.
-Elsa, sono incinta- disse semplicemente.
-COSA?!- chiese stupefatta la bionda, che si era avvicinata alla sorellina, non riuscendo a credere a quello che le era stato appena detto -Di Kristoff?-.
Anna annuì molto lentamente, guardando un punto indefinito dietro le spalle della sorella.
-E allora perchè sei triste?-
La minore chiuse gli occhi, facendo cadere un'altra lacrima. Strinse le braccia sul suo petto, e parlò a fatica.
-Ero...ero incinta. Ho perso il bambino. Ecco, ora l'ho detto-.
Elsa ci mise alcuni minuti per elaborare tutto quel caos che la circondava. Si massaggiava le tempie come se avesse mal di testa e passeggiava su e giù per il balcone. Alla fine si buttò tra le braccia di Anna, che aveva ripreso a singhizzare. 
-Anna...non piangere, va tutto bene- le sussurrò dolcemente, mentre le accarezzava i capelli ramati legati in una pettinatura perfetta.
-Nulla va bene per me!- quasi urlò l'altra, senza lasciare la sorella.
-Perchè  non me lo hai detto?-
-Non l'ho detto a nessuno...tu sei la prima-
-Neanche a Kristoff?-
-No-
-Ha il diritto di saperlo, in fondo è stato lui che...-
-Ho detto di NO- fece secca la rossa, mentre si asciugava con la manica del vestito le guance -E adesso basta, non voglio rovinare ulteriormente il tuo matrimonio-.
-Non l'hai affatto rovinato-
Anna si allontanò e si sedette sullo stesso muretto dove si era messa prima la sorella, solo che lei ci mise anche i piedi. Cominciò a giocare con il lembo del vestito che quella mattina si era strappato a causa della sua goffagine, e sorrise leggermente ricordando la scena. Elsa non riusciva a credere che quella ragazza così fragile era veramente la sua sorellina, quella che trovava sempre un modo di tirarla su. La raggiunse e si mise accanto a lei, trovando un po' di difficoltà a sedersi con quel vestito ampio che lei stessa si era confezionata.
-Stai meglio?- le chiese coprendo la mano che Anna aveva sul muretto con la sua. Non era fredda, come si aspettava.
La minore tirò su col naso, e sorrise.
-Si, sto molto meglio. Torniamo alla festa?-.

 

Hans cercava sua moglie girando con lo sgurdo per la sala, quando la vide rientrare dal balcone. Si chiese cosa avesse fatto lì, poi vide anche  Anna e pensò che erano "cose tra sorelle".
Raggiunse la sua sposa appena in tempo per iniziare le danze. La folla si aprì, lasciando un grande spazio al centro.
I loro corpi si avvicinarono, lui le mise la mano destra sulla scapola e lei la sinistra sulla spalla, poi lui unì la sua mano sinistra con la destra di lei. Tutti li fissavano, aspettando che la musica iniziasse.
-Non so ballare- disse ridendo Elsa, cercando di non dare nell'occhio.
-Davvero?!-
-Sono rimasta chiusa tredici anni nella mia camera, che ti aspettavi?- continuò sorridente.
-Ti insegnerò io ora- sorrise anche lui -E poi passeremo alle lezioni di nuoto-
Entrambi risero, mentre la musica iniziava, era un valzer.
La coppia volteggiò al centro della sala, e Hans pensò che non sembrava  fosse la prima volta che lei ballava. Si muoveva con grazia seguendo i suoi passi, etutti li guardavano affascinati. Anna prese Kristoff e anhe loro due andarono al centro, la minore come sempre un po' goffa e inciampava ogni due passi.
Mano mano che la musica continuava le coppie si aggiungevano.
Gli sposini si lanciavano sgurdi d'intesa, ma entrambi in fondo aspettavano solo che la festa si concludesse per passare quella che sarebbe stata la notte più bella della loro vita.


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Note dell'autrice: Un bacione a tutti quelli che sono arrivati fin qui :-)
questo capitolo è incentrato sulla festa del matrimonio della nostra coppia preferita *-* ma anche sul rapporto fra le sorelle, che nonostante le difficoltà continua a rafforzarsi.
Il prossimo capitolo cercherò di scriverlo il meglio possibile, anche se di sicuro sarà moooolto complicato per me, capirete in seguito.
Se volete lasciate una recensione, sono sempre ben accolte.
Detto questo, ci vediamo presto, buon Ferragosto (anche questo in mostruoso ritardo!)
                                 SweetDream_01

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Capitolo 19
*** Finale-Note dell'autrice ***


~Note dell'autrice:

Salve a tutti ragazzi, siamo arrivati alla conclusione della nostra storia, e presto arriverà la seconda parte (tra pochi giorni, devo ancora sviluppare i primi capitoli anche se ho già una trama).
E niente, per adesso ci salutiamo ma vi prometto che farò il più presto possibile.
All'inizio volevo mettere un'altro capitolo  come conclusione in Here I Stand,  ma poi ho deciso che il possibile finale può essere un'ottimo inizio della seconda serie :-)
Mi dispiace di avervi lasciato un po' così, ma spero davvero che mi torni presto l'ispirazione per poter continuare in modo per lo meno decente :-P

Si chiamerà "Here I Stand-2" ed è ambientato un anno dopo la prima parte, le vite delle sorelle sono cambiate e sono cambiate molto anche loro, e questo le porterà a fare scelte importanti che potrebbero influenzare positivamente o negativamente il corso degli eventi.
E' presente fin da subito un nuovo personaggio, che è nientemeno che....(rullo di tamburi) la figlia di Elsa ed Hans *-*

Spero di avervi incuriosito abbastanza, e spero anche che seguirete e recensirete come avete fatto con questa storia, mi siete stati tutti davvero di grande aiuto <3
Ringrazio particolarmente "Piccola Elsa" che ha recensito quasi tutti i capitoli  con  commenti più che positivi
"Hera85" che anche lei recensisce sempre
e "AidenStillHere" che ha recensito e ha aggiunta la storia tra le preferite.
E naturalmente le persone a cui è dedicata la storia, ovvero la mia sorellina minore (che me le combina di tutti i colori, ma ci vogliamo bene <3) e la mia migliore amica, che mi sostiene sempre e mi è accanto ogni momento, anche adesso che siamo lontane (p.s. Ti voglio bene, tra poco ci rivedremo).

Volevo fare una cosetta: se qualcuno di voi ha qualsiasi idea per quanto folle e improvvisata che si possa legare a questa storia, non deve fare altro che dirmela (in una recensione, oppure in un messaggio privato) e io cercherò di mettercela. Non siate timidi, vi voglio in tanti, naturalmente farò i vostri nomi.

Vi aspetto, a prestissimo!
                                           SweetDream_01

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