Maret

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una cinica assassina ***
Capitolo 2: *** "tu non sai chi sono io.." ***
Capitolo 3: *** 'il salvatore' ***
Capitolo 4: *** le parti si invertono ***
Capitolo 5: *** una proposta di lavoro ***
Capitolo 6: *** acida strega! ***
Capitolo 7: *** Non puoi fottere le vittime! ***
Capitolo 8: *** Mi hai fregato il lavoro! ***
Capitolo 9: *** Ariel?!Chi diavolo è?! ***
Capitolo 10: *** una commissione andata male ***
Capitolo 11: *** il passato di Maret : come farsi rovinare la vita da una madre imbecille. ***
Capitolo 12: *** Il passato di Maret : Il mio pigmalione era un killer molto gentile. ***
Capitolo 13: *** Caro papà..ho preso tutto da te ***
Capitolo 14: *** Il blues dell'anima ***
Capitolo 15: *** L'arrivo di Natt ***
Capitolo 16: *** La foto di Tommy ***
Capitolo 17: *** Un fantasma da esorcizzare. ***
Capitolo 18: *** L'anima pulsante della notte ***
Capitolo 19: *** Sesso e droga al Killer Instinct ***
Capitolo 20: *** Sangue sull'asfalto ***
Capitolo 21: *** La copertura salta ***
Capitolo 22: *** Solo per questa volta.. ***
Capitolo 23: *** un sogno che svanisce all'alba. ***
Capitolo 24: *** sette mesi dopo ***
Capitolo 25: *** l'armatore ***
Capitolo 26: *** Gli specialisti del settore ***
Capitolo 27: *** Night in White Satin ***
Capitolo 28: *** Un confessione sofferta ***
Capitolo 29: *** Il sicario innamorato (1) ***
Capitolo 30: *** il sicario innamorato (2) ***
Capitolo 31: *** Un uomo sottoterra ***
Capitolo 32: *** Hong Kong, mon amour ***



Capitolo 1
*** una cinica assassina ***


"Aspetta

 

"Aspetta! ti darò il doppio, non mi uccidere ti prego!" la supplicava l'uomo mentre la donna nell'oscurità gli puntava addosso una pistola

"tu moglie mi ha pagato abbastanza, porco" la voce sferzò gelida l'aria mentre la caricava " lo avrei fatto pure gratis"

"no..la prego.." continuava ad implorarla

La donna sparò : due colpi, alla testa e al cuore..il silenziatore attuì il rumore..due leggeri 'tump tump' e l'uomo si afflosciò in terra mentre il sangue fluiva copioso dalle ferite mortali.

La donna abbassò l'arma svitando il silenziatore e mettendolo via, nella corta giacchetta di pelle bianca che indossava.

Diede un calcio al cadavere dell'uomo e raccolse la borsetta che Lyse le aveva prestato credendola ad una festa.

Aprì il portasigari dell'uomo e ne prese uno che infilò nella borsetta tempestata di perline. Un sorriso appena accennato e Maret uscì silenziosamente dalla stanza dall'albergo ancheggiando sui tacchi a spillo neri .

Sulla strada illuminata dai lampioni forti e dalle scritte al neon, si accese il sigaro che aspirò con una lunga boccata.

Lyse  inorridiva vedendola fumare quella roba pestilenziale..a lei dava un'idea di potenza,  di ricchezza, denaro;

Una prostituta la avvicinò "hai da accendere, sorella?" le chiese guardando il sigaro che fumava.

Maret si stranì. Prese l'accendino e acconsentì alla sua richiesta "grazie" mormorò la ragazza prima di allontanarsi

Non sono una tua sorella..le disse mentalmente, facendo un fischio molto poco femminile ad un taxi. Salì dentro chiudendo la porta con un leggero tonfo.

"signora, non può fumare qua dentro" la avverti il conducente guardandola dallo specchietto retrovisore

Maret fece una smorfia e lo spense " vada adesso" gli ordinò dopo avergli dato un falso indirizzo.

Guardò fuori mentre sfrecciavano fra le strade della metropoli..un altro porco di meno, un altro bel di soldi sul mio conto in banca, pensò soddisfatta leccandosi il labbro superiore con piacere.

 

Una volta nel loft segreto che possedeva, si fece una doccia togliendosi la parrucca bionda e le lenti a contatto colorate ;  prese il telefono mentre apriva il frigo per prepararsi un panino

"tutto a posto" disse solamente prendendo la bottiglia dell 'acqua,  un clic tolse la breve telefonata.

Soddisfatta si sedette davanti al portatile per scaricare la posta..di nuovo la lettera del suo ammiratore, pensò leggendo il nick

'quando mi concederai un appuntamento?' le domandava con una faccina sorridente vicino ' ti aspetterò al modo alle 7, se verrai sarò il tuo servo devoto per il resto della vita'

Maret sorrise sentendosi lusingata ' come corri! lasciamici pensare su..' gli scrisse inoltrando la risposta

Guardò l'orologio, spense il computer e si stirò arruffandosi i capelli che aveva appena tagliato...bella la vita del killer, pensò gettandosi sull'enorme letto giapponese che aveva comprato da poco.

Uff.. la riunione il giorno dopo..non aveva preparato la relazione! Pensò d'un tratto allarmata...al diavolo mi darò malata, decise chiudendo gli occhi nocciola e abbracciando il cuscino.

 

Il giorno dopo, si recò al suo lavoro di copertura..faceva la segretaria in una casa di moda, tutti la conoscevano come  Monique Leroy : 28 anni, single conviveva con Lyse, una giovane architetta di 26 anni scatenata, non aveva animali  domestici a quanto sembrava, una famiglia.

Faceva sospirare i suoi colleghi per l'aria misteriosa di cui si ammantava : molto bella e curata, attirava l'invida delle  colleghe, ma il sorriso spontaneo che possedeva e una modestia innata la rendevano esente da malignità e pettegolezzi.

Sempre di buon umore, salutava cortesemente tutti, portando caffè o tramezzini ai lavoratori più indaffarati..la  consideravano una brava ragazza di gusti difficili , ma affidabile e discreta. Maret ne rideva : non si rendevano conto che la  faccia che mostrava era falsa fin al midollo?

Cinica a livelli impossibili, gelosa, egoista  e possessiva..questi erano i corretti termini per definirla..e poi era una sporca assassina.

Già..pensava guardando i tabulati..una lurida assassina senza scrupoli, ma sono brava..sono dannatamente brava nel lavoro che faccio!pensò assaporando già la giacca di pelle di Chanel che avrebbe comprato col lavoretto della sera prima.

Posò la Mont Blanc sulla relazione e guardò avanti a , stringendo gli occhi nocciola.. però era vero..quello lo avrebbe fatto fuori anche gratis..quello schifoso pedofilo!

Si incupì per un attimo, ma si riprese subito quando si sentì chiamare dal capo.

Chiuse la cartellina di pelle che si era regalata per festeggiare il buon lavoro che aveva fatto sul marito di quella cretina francese che l 'aveva pagata fior di milioni, per fare in modo che il marito smettesse la relazione con ' la sgualdrinella del piano bar'

Tzè!pensò ancheggiando verso l'ufficio del principale : un colpo ben piazzato a quel grassone che allungava le mani su quella poveretta e il problema era stato risolto..peccato che la francese non avesse apprezzato il suo operato.

Poco male, l'aveva comunque pagata..certo aveva minacciato di fargliela pagare, ma Maret non pensava che avesse mai mantenuto la promessa..almeno, non fino a quel giorno!

 

Alle 6 uscì dall'ufficio, stringendosi nel cappotto di pelle..aveva proprio la passione per quel materiale. Lungo fino ai piedi, in morbida nappa le stava un incanto..ma dopotutto io sto bene con tutto. si disse altezzosa, rimirando la sua immagine nella vetrina di un negozio.

Un uomo biondo la guardava, lo poteva vedere riflesso nel vetro,  ma dopotutto faceva questo effetto a molti. Sorrise  cinicamente sentendosi una dea e restò a guardare le ultime camicette alla moda.

L' individuo si staccò dal muro dietro di lei..Maret non lo vide avvicinarsi, mentre faceva i conti di quando avrebbe dovuto chiedere al suo prossimo cliente per potersi permettere uno stock di quelle meraviglie.

L'uomo tirò fuori la pistola dalla giacca discretamente, guardandosi intorno per prudenza..c'era poca gente benchè fosse la via principale.

Maret ammirava estasiata i foulards che adornavano le camicette al collo dei manichini chiedendosi quale sarebbe stato più indicato alla sua carnagione ambrata.

"Ciao Maret" sibilò una voce dietro di lei..qualcosa le fu premuto sulla schiena..Maret sgranò un attimo gli occhi sentendosi chiamare col suo vero nome. Vide l' uomo di prima riflesso accanto a lei e si riprese immediatamente.

"Mi sta confondendo con un'altra donna, il mio nome.." cominciò sorridendo

"Monique Leroy, 28 anni, single...abiti con la bella Lyse che lavora allo studio di architettura sulla 10° strada..ti basta  o preferisci che continui?" le chiese a bassa voce mentre un gruppo di ragazze passavano accanto a loro.

"chi sei?" domandò leggermente inquieta.

"un collega.." rispose premendole la canna della pistola sulla schiena.

"non ce n'è bisogno..e non rovinarmi la giacca, l' ho comprata da poco" ribattè nervosa  Maret.

"peccato rovinarla con un forellino" le disse freddo.

"perchè? chi ti manda?"

"una tua cliente che hai preso in giro"

"la francese?" domandò stupita.

"non glielo dovevi ammazzare il marito..se l'è presa un " le disse guardandosi attorno..stava arrivando gente "andiamo spostiamoci di qui..e se fai un gesto di sparo" la minacciò prendendola sottobraccio

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Capitolo 2
*** "tu non sai chi sono io.." ***


Maret camminava apparentemente tranquilla, ma dentro sudava: quella puttana della francese

Maret camminava apparentemente tranquilla, ma dentro sudava: quella puttana della francese!

"Ne poteva avere quanti ne voleva di uomini, meno lardosi e viscidi di quello" gli disse cercando di instaurare una conversazione.

"La signora era innamorata, mia cara Maret.." le rispose premendole l'arma contro il fianco .

"Era solo un porco che allungava le mani su quella poveretta" sbottò continuando a camminare nervosa.

L'uomo sorrise mentre si dirigevano al molo.

"Vuoi spararmi e gettarmi in acqua vero?" domandò la ragazza guardando l'acqua nera.

"Perspicace" annuì soddisfatto il killer spingendola verso la banchina

"Non cercherò di comprarti, chissà i soldi che ti avrà dato per farmi fuori" momorò Maret guardando dietro di lei.

"Parecchi in verità..mah, che stupida quella donna " disse puntandole in faccia la pistola "addio Maret"

"Un ultimo desiderio no?" domandò cercando di prendere tempo per inventarsi qualcosa.

"Non posso rifiutartelo.."  le disse abbassando un attimo l'arma.

Maret camminò decisa verso di lui, mentre l'uomo aggrottava le sopracciglia ..che aveva in mente quella vipera?

Si fermò a pochi cm da lui e lo guardò..però niente male il suo assassino, pensò guardando i lunghi capelli biondi legati e l'aria nordica che dimostrava..sorrise pericolosamente e allungò una mano sul risvolto della giacca "un bacio non me lo puoi rifiutare" gli disse con voce bassa  e sensuale

Il killer sorrise per un attimo..questa, di richiesta, non gliel'avevano mai fatta!

Maret si avvicinò mentre leggermente arretrava "che fai scappi da me?hai tu la pistola..io sono innocua.." mormorò languida protendendo il viso verso di lui

Non era molto professionale ma si poteva fare, pensò l'uomo attirandola a e baciandola.

Stupido idiota!pensò Maret soddisfatta : lo fece arretrare finchè non mise il piede sopra un mucchio di corda arrotolata. Lo spintonò con forza, facendolo cadere e con un calcio veloce gli tolse l'arma dalle mani, piombandogli sopra e facendo scattare un coltello a serramanico vicino ai suoi occhi .

"non vali un granchè" gli disse mentre l'uomo fremeva di rabbia.

"stronza.." sibilò guardando la pistola lontano.

"no, no..."gli disse accarezzandogli il volto con la lama scintillante " sono solo brava, molto più di te"

Rise soddisfatta mentre il killer la osservava e  calcolava nella sua mente.

"la parola d'onore vale ancora nel nostro ambiente..rinuncia all'incarico ed eviterò di mandarti a fare compagnia ai pesci" lo minaccio tranquillamente.

" ne verranno altri dopo di me.." tentò di convincerla sentendo la barba appena accennata, stridere a contatto col coltello

"li ammazzerò tutti io per uno, che vengano pure!" esclamò quando si mosse sotto di lei..velocemente il coltello scese a livello del cavallo.

"no..non ti muovere.." gli disse sorridendo in maniera pericolosa " se voi usarlo ancora ti consiglio di non muoverti"

"me l'avevano detto che sei una puttana senza scrupoli" sibilò arrabbiato " e sei anche stupida!" esclamò dandole una ginocchiata sulla schiena che le fece mancare il fiato.

 

Un secondo e Maret si ritrovò stesa con la faccia sul freddo cemento della banchina bagnata.

Le torse il braccio costringendola a lasciare il coltello a serramanico che l'uomo gettò nell'acqua 

"In piedi forza" esclamò con rabbia tirandola su e sbattendola di faccia contro il muro di un docks, prese la pistola e gliela puntò sulla tempia "sei stata accontentata, adesso crepa in fretta" le disse incazzato.

L'istinto di sopravvivenza la spinse a ribellarsi "non mi puoi ammazzare così! aspetta.." girdò isterica.

il killer premette  il grilletto ....

La vita passò davanti agli occhi di Maret mentre aspettava che il colpo esplodesse e che il cervello si spargesse sul muro

"Ma cazzo!" sentì esclamare l'uomo..si era inceppata quella fottuta pistola d'importazione!!

Era viva, era ancora viva!pensò per un attimo, non sapendo se ridere o piangere.

Come una furia si divincolò e strillò cercando di liberarsi.

"Finiscila cazzo!" le urlò contro. Le diede un violento colpo allo stomaco facendole mancare il fiato.

"Guarda che non mi serve una pistola, sono capace di ammazzarti anche a mani nude" le sibilò afferrandole il viso mentre ansimava per prendere fiato "peccato che la 'madame' sia una sentimentale..vuole che ti riservi lo stesso trattamento che hai fatto al marito"

Maret ansimava dal terrore..lo stesso?! cristo!

C'era andata pesante quella volta: quando aveva scoperto che cercava di approfittarsi delle ragazze del piano bar non si era limitata a sparargli ma l'aveva torturato un ...ricordava ancora le grida di terrore dell'uomo mente lo tagliuzzava ..e poi...gli aveva sparato ai genitali. L'aveva lasciato crepare in santa pace dopo qualche minuto di agonia che erano sembrati eterni a quel maiale.

"quello era uno schifoso stupratore.." balbettò tremando al solo pensiero che quello le mettesse le mani addosso.

"ma guarda..la cinica Maret che trema..questa è una di quelle cose da raccontare "le disse sarcastico mentre Maret tremava in maniera incontrollabile "dove è finita tutta la tua boria, adesso?"

"non uccidermi.." lo pregò mentre le stringeva la gola

"non si fa la cattiva ragazza senza aspettarsi delle conseguenze, Maret.." se la stava divertendo un mondo quello stronzo! pensò infuriata

"Forza, ora ce ne andiamo in un bel posto" le disse minaccioso "fa la brava e non cercare di scappare..sono io che comando adesso"

Il sangue le andò al cervello mentre pronunciava quella frase "Tu? uno stupido novellino che non è neanche capace di usare una pistola?! non farmi ridere coglione" lo sferzò mentre la trascinava a forza.

L'uomo le sorrise in maniera pericolosa "stupido novellino?" gli veniva da ridere talmente tanto che fu costretto a fermarsi "io sarei uno stupido novellino?" ripetè guardando gli occhi sfrontati della ragazza.

"si" affermò fissandolo con odio.

"Tu non lo sai chi sono io eh? ancora non l'hai capito.." sghignazzò stringendole il braccio ricoperto dalla morbida pelle

"Io sono Jesus Cox.." le disse mentre Maret moriva dentro per l' ennesima volta.

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Capitolo 3
*** 'il salvatore' ***


" 'Il salvatore di anime perse' " balbettò Maret guardandola con occhi sgranati

" 'Il salvatore di anime perse' " balbettò Maret guardandola con occhi sgranati

"bene, sono conosciuto" le disse ben sapendo delle leggende che gravitavano attorno al sua persona. Lo descrivevano come un killer talmente spietato che difficilmente accettava compromessi.  Una volta data la sua parola era sicura; si diceva che avesse ammazzato senza pietà la propria donna quando l'aveva trovata a letto con un 'collega' nonchè amico..quello che aveva fatto a lui ancora le vorticava in testa.

Il terrore si impossessò di Maret..sarebbe stato meglio che la pistola non si fosse inceppata, adesso..era la fine!   

 

Quando fermò un taxi dandole l'indirizzo del loft segreto di Maret la donna sprofondò nel sedile rovinato..dio , sapeva tutto di lei.

Le gettò qualche occhiata mentre sedeva rigida : era molto bella, le voci non le rendevano giustizia, peccato doverla ammazzare pensò con una smorfia il killer.

Quando il taxi si fermò, Maret gettò un'occhiata supplichevole al conducente, ma l' uomo non la degnò di uno sguardo. finita. davvero finita! pensò mentre la spingeva nel loft lussuoso.

"bella tana. ti sei sistemata bene..in effetti è un lavoro che rende parecchio il nostro" le disse sedendo sulle basse poltrone di pelle.

Maret non cercava neanche di scappare..respirava a fatica, sto per svenire..davvero.

La sua superbia era scomparsa..era una morta che camminava  e non era il caso di fare tanto la stronza!

Lo guardò aggirarsi per la stanza fermandosi a guardare la scatola di sigari ." non sapevo che fumassi il sigaro" disse prendendole uno e rigirandolo.

"Lo faccio da poco " rispose appena mentre faceva mille piani di fuga.

"E sei bella rifornita di liquori a quanto vedo" le disse prendendo in mano una bottiglia chiusa.

"Per gli ospiti..io non bevo, altera i sensi" rispose meccanicamente togliendosi la giacca di pelle e maledicendo l'unico giorno in cui non si era portata la pistola.

"quali ospiti? da che ne so io questo posto non lo conosce neanche la tua bella amica Lyse..persona dolcissima" annuì aprendo la bottiglia di cognac.

"tu hai parlato con Lyse?"

"una ragazza molto carina..peccato che non sappia niente di te, come i tuoi colleghi del resto" commentò serafico.

Riempì due bicchieri e glielo porse uno mentre Maret lo guardava esterrefatta : lei non prendeva mai tante informazioni sulle sue vittime! Non ne aveva bisogno.. a che le serviva riempirsi la testa con quelle cazzate? sarebbe morto lo stesso! "bevi ne avrai bisogno.la notte è lunga" le disse facendole mancare un battito.

Prese il bicchiere con mano ferma..non fargli vedere quanto hai paura. uno stronzo qualsiasi, lo fotti quando vuoi...si diceva facendo finta di bere..bastava arrivare al divano..c'era una pistola infilata la dentro..

Ancheggiando con grazia si mosse verso il divanetto sedendosi con fare tranquillo, accavallò le gambe appositamente, le doveva provate di tutte pur di fargli abbassare la guardia quel tanto che bastava per farlo secco. Posò la mano sul tessuto delicato e la mosse su e giù con fare casuale.

"togli quella mano di li" le disse secco.

Maret si fermò guardandolo stupita "perchè?" domandò tenendo in mano il bicchiere ancora pieno.

A passi veloce l'uomo la prese per un braccio tirandola su e scostando i cuscini .L'arma apparì  in tutta la sua pericolosità mentre Maret lo malediceva.

"classico" commentò chinandosi a prenderla.

Con un gesto fulmineo Maret gli spaccò il bicchiere in testa : il vetro esplose ferendole la mano e la testa dell'uomo che emise un gemito;  dalla ferità zampillò sangue misto a cognac

"te l'ho detto che bere altera i sensi" gli disse colpendolo ai reni con violenza.

Jesus cadde a terra con un gemito roco. Maret lo colpì di nuovo stavolta alla testa ferita e lo mandò lungo disteso in terra.

 

Ansimando per la paura restò un attimo a guardare 'il salvatore di anime perse' che giaceva a terra sanguinando.

Velocemente lo legò cercando di non piangere per il nervosismo..perchè non aveva delle manette in casa? le avrebbe dovute rimediare da qualche parte!

Chiama la polizia! dì che era un ladro! si diceva prendendo il telefono con mani tremanti.

Lo posò immediatamente : e se perquisivano il loft come spiegava l'abbigliamento, le parrucche, le armi che vi si trovavano dentro?

Ammazzalo in fretta!

Si..la pistola, dov'è? pensò cercandola ovunque..quando la trovò si rese conto che non poteva fare nanche quello..come si sbarazzava del cadavere? la macchina era dal meccanico...come lo trascinava? a piedi?!

Crollò distrutta sul divano macchiato..quello stronzo!lui e il suo sangue..pensò accigliata

Il sangue!  lo devo fermare o morirà dissanguato e starò di nuovo a capo della faccenda! pensò correndo in bagno e prendendo delle garze sterili.

Tamponò la ferita che spiccava fra i capelli biondi..ci sarebbero voluti dei punti e non aveva il necessario! pensò infastidita

"accidenti a te Jesus!mi stai dando un sacco di problemi!" gridò all'uomo incosciente.

Resto a guardarlo..quello era Cox..chi l'avrebbe mai detto? Lei si aspettava un vecchio signore, visto la fama e la lunga lista di morti che si portava dietro..non uno che avrà più o meno la mia età!

Lo legò ancora più stretto, mani e piedi e lo sistemò sul divano cercando di trovare delle argomentazioni convincenti per convincerlo a non ucciderla...la sua libertà in cambio della mia, pensava torcendosi le mani sudate dalle unghie perfettamente smaltate "eccavolo mi sono rotta un'unghia !" esclamò infastidita..al diavolo! mi ha rovinato la french st'idiota! pensò mentre la boria che la gonfiava tornava a farsi sentire prepotente.

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Capitolo 4
*** le parti si invertono ***


Jesus si svegliò con un dolore pulsante ala testa e la bocca impastata

Jesus si svegliò con un dolore pulsante ala testa e la bocca impastata..cristo che male! pensò cercando di muoversi

l'aveva legato..minimo! sbuffò nervoso..quella giornata era cominciata proprio male, prima quella gallina francese con le sue assurde richieste, poi la pistola inceppata e ora questo! 

Vide Maret che sedeva in terra tenendosi la testa fra le mani "ehi.." le disse facendole fare un sobbalzo "come mai sono ancora vivo?" le chiese ironico.

"Ho la macchina dal meccanico e il frigo troppo piccolo per farti a pezzi e congelarti " gli rispose distratta.

L'uomo ridacchiò.."non male come battuta"

"già..."rispose alzandosi in piedi. Senza tacchi era bassa notò Jesus quando le venne vicino "ti servono un paio di punti" gli disse con voce atona.

"Potevi evitare di darmi una bicchierata" le disse sarcastico "per non parlare del calcio ai reni"

"Tu vuoi ammazzarmi" gli ricordò con un sopracciglio alzato.

"No..prima devo torturarti un , poi ti ammazzo" sibilò furioso.

"Perchè? perchè ho ammazzato un bavoso lardone col pisello sempre in tiro?" gli chiese chinandosi verso di lui "ho fatto un piacere al mondo"

Lo fece ridere con la sua battuta " non male neanche questa..me la devo segnare "

"Facciamo un accordo..la mia libertà in cambio della tua" gli propose secca

Jesus la guardò sghignazzando "la tua vita non vale un cazzo..pensi che non riuscirò a liberami da questi 4 legacci? mi sottovaluti" le disse quasi offeso

"Allora ti lascio crepare dissanguato. Tanto la macchina mi arriva dopodomani" decise rendendosi conto che, seppur legato, era innocuo come un serpente a sonagli.

"Che hai da guardare?" le chiese infastidito.

"Pensavo a quanto è stato facile..ti sei fatto stendere da una donna. Il tuo ego maschile non è leggermente alterato per questo?" domandò sorridendo ironica

Jesus sorrise pericolosamente "aspetta che mi liberi..avevano ragione su di te, sei una stronza altezzosa e frigida" affermò spiando le sue reazioni " una puttana di prima categoria : cinica, senza scrupoli..ce l'avrei io un bel trattamento per farti abbassare la cresta!" 

Un violento cazzotto lo colpì al viso "chiamami puttana di nuovo e ti riservo lo stesso trattamento del ciccione, ma a te, ti castro" sibilò nera.

Jesus sputò del sangue ridacchiando " puttana" ripetè facendola infuriare.

Lo sbattè a terra facendogli urtare la ferita..l'uomo gemette di dolore mentre lo picchiava con violenza "non mi sono spiegata bene allora!" urlò inferocita " hai così tanta fretta di morire? ti accontento subito!" gli disse prendendo la pistola "questa è carica e... funzionante" specificò premendogliela sulla guancia.

"ti sporcherai quel bel vestitino" la avvisò restando immobile mentre il dolore alla testa si faceva così forte da farlo svenire per la seconda volta.

 

Che cazzo devo fare?? che devo fare?! pensò nel panico più completo mentre si faceva una doccia cercando di calmarsi

l'aveva legato ancora più stretto di prima..perchè non ho mai fatto un piano  in caso di emergenza?! gettò un'occhiata al killer svenuto mentre si asciugava in fretta e si rivestiva andando su e giù per il loft..lo stomaco gorgogliò. Si alzò per aprire il frigo quando lo sentì genere nuovamente. Si bloccò all'istante ascoltando il fiume di parolacce che le tirava dietro

"quella brutta stronza..quando la prendo la faccio pentire di essere venuta al mondo" borbottava con la testa pulsante.

"ti sento sai?" gli disse mangiando un tramezzino.

"me ne fotto..tanto sempre una grandissima stronza rimani" borbottò guardandola con occhio annebbiato "ehi perchè non sfami il tuo povero prigioniero?" le chiese sentendo fame.

"te lo scordi" ribattè pensando alla follia che le aveva chiesto.

"appunto..stronza!" affermò annuendo "vuoi farmi morire di fame, vero?"

un' alternativa " gli disse dopo un attimo.

Si inginocchiò si fronte a lui continuando a masticare "perchè diavolo non vuoi fare un patto con me..vita per vita"

"la tua vita non vale un cazzo" le disse cupo..certo che era una bella sventola, la ragazza.

"Non sei molto gentile" gli disse addentandogli davanti il tramezzino quasi finito.

"Se non mi dai da mangiare ti crepo di sicuro qui, visto il sangue che ho perso"

Maret  lo guardò indecisa..guardò il tramezzino e con un sospiro glielo ficcò in bocca "mangia  va..almeno smetti di dire cazzate"

Si sedette  a guardarlo..che ci faccio con questo? si grattò la testa affranta..ammazzarlo era l'unica cosa da fare..tenerlo là un paio di giorni minimo..affittare una macchina?tzè con quei vicini impiccioni che si ritrovava!

Il telelefono squillò, meccanicamente  rispose mentre l'uomo la fissava truce.

"va bene" rispose prendendo un appunto su un foglio.

"il lavoro chiama?" domandò sarcastico.

Maret non gli rispose e si diresse verso la camera da letto..doveva lavorare quella notte.

 

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Capitolo 5
*** una proposta di lavoro ***


Il lavoro non filò liscio

Il lavoro non filò liscio. Parecchi intoppi si misero sulla sua strada. Il camuffamento con la parrucca rossa era andato ormai, pensò rientrando nel loft. Si era completamente dimenticata del suo prigioniero che la guardava nel buio.

Si appoggiò alla porta, scivolando a terra in preda a i singhiozzi..era troppo! per quel giorno era stato decisamente troppo!

"che schifo di killer..ti metti sempre a piangere dopo un lavoro?" disse sarcastico facendola sussultare.

"che cav..ah sei tu.." mormorò dopo un attimo, si alzò lanciando le scarpe nella stanza e sprofondando nel divano gemello..stava troppo male ed era incurante dei suoi sberleffi.

"vuoi che ti chiami la mammina? o preferisci.." continuò facendola sclerare.

"Muto! sta zitto! " urlò isterica "non voglio sentire le tue cazzate!" lo prese per la camicia scrollandolo violentemente. 

"Fa schifo certe volte sto lavoro, lo sai vero?!lo sai o no?" urlò isterica.

"guarda guarda.. la cinica Maret che frigna come una pupetta.." gongolò soddisfatto vedendola chiudere gli occhi

"testa di cazzo.." borbottò lasciandolo andare

Si sentì afferrare improvvisamente  "no.." mormorò  impallidendo

"te l'avevo detto che non sarebbero stati 4 legacci a fermarmi" le disse sghignazzando trionfante mentre la trascinava in piedi e la legava con le braccia dietro la schiena.

"Mi dovevi ammazzare quando ne avevi l'occasione..però hai una mente molto razionale, sarà difficile anche per me portare il tuo cadavere fuori di qui" le disse assaporando il terrore nei suoi occhi.

Con la testa dolorante la tirò fino alla camera da letto e la gettò sul materasso sedendosi stanco "ahio cazzo.." borbottò toccandosi la ferita pulsante.

Frugò nell'armadietto dei medicinali trovando ciò che cercava..Maret nel frattempo pregava i santi che non la torturasse ..o per lo meno che la uccidesse in fretta!

 

"Adesso..parliamoci chiaro..non mi piace torturare le donne, ma sei talmente stronza che per una volta ci passerò sopra" le disse guardandola farsi sempre più pallida "su non fare quella faccia..sono un esperto"

"No..non mi uccidere.." mormorava continuamente arretrando lontano da lui.

"fai poco la stronza quando sono gli altri a comandare eh?" le disse sedendosi sul letto e accendendosi una sigaretta  "donne! chi vi capisce è bravo"

"tu l'hai ammazzata la tua.." mormorò spaventata

"mh? si..grazie, l'ho trovata a scoparsi il mio migliore amico! uno si incazza leggermente" le disse con fare tranquillo

"Avevi ragione in quel caso." assentì cercando di distrarlo..le mani le facevano male..l'aveva stretta troppo.

"Per favore..liberami non cercherò di scappare" gli promise mentre la guardava incredulo.

"certo! come no?" rispose ridendo..era talmente terrorizzata che sarebbe rimasta davvero immobile se l'avesse slegata 

Era troppa la tensione a cui era stata sottoposta durante quel giorno..si sentiva stanca, aveva sonno, paura di morire..

Jesus se ne stava tranquillamente a fumare non degnandola di uno sguardo

"Sono disposta a qualsiasi cosa pur di non morire" gli disse d' un tratto " farò tutto quello che vuoi..vuoi che ammazzi qualcuno per te? lo farò.. vuoi del denaro? posso farti depositario del mio conto in banca..vuoi.." si interruppe a disagio..quella di parte le faceva schifo" se vuoi me..mi avrai" finì mentre la scrutava interessato

"non mescolo lavoro e piacere, puoi tenerti anche i tuoi soldi" le disse facendolo crollare le sue speranze

Gettò via il mozzicone, avvicinandosi a lei pericolosamente "perchè avevi una bocca niente male.." sussurrò sulle sue labbra.

Maret deglutì nervosamente mentre la sfiorava con la bocca..sentiva l'odore della sigaretta..istintivamente girò il volto di lato " sei una stupida che fa promesse a vuoto, boriosa, superba e sei una grandissima figlia di puttana..proprio il mio tipo" le disse restando semisdraiato su di lei "scommetto che basterebbe scoparti un bel per farti perdere quell'aria sprezzante" le sussurrò mentre Maret tremava.

"quindi?" domandò sul punto di piangere.

"Ma si che diavolo, togliamoci lo sfizio" esclamò d'un tratto "lavora con me e faremo soldi a palate!" decise facendole venire un infarto

"Che vuoi dire?" domandò appena ..lavoro? le faceva una proposta da lavoro?!

"Ammazzerai per me..ti passo lo stipendio, ovvio" le disse tirandola in piedi   

"Devo lavorare per te?" ripetè incredula

"Stammi a sentire bene" le sibilò d'un tratto " fammi incazzare e sarai fredda ancora prima di accorgertene..non prendere decisioni di testa tua e non fare mai, dico mai la puttana con me..ci siamo capiti?!

Maret annuì senza aver ben compreso l'ultima parte "e ..per la francese?" gli chiese a stento.

"Quello è il tuo primo incarico della giornata" le disse soddisfatto della sua decisione "un colpo secco e via"

Maret annuì muovendo i polsi doloranti. La girò e la slegò in un attimo "voglio mettere su un bel business..sarai la mia punta di diamante" le disse sorridendo

Maret annuì nuovamente rendendosi conto di essere viva...e fregata! a lei piaceva lavorare da freelance!

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Capitolo 6
*** acida strega! ***


Correva Maret

Correva Maret..correva  e sudava, si sentiva sporca..quel lavoro richiedeva una buona dose di fiato, pensò mentre la pista che si perdeva fra i boschi si faceva sempre più dura per lei. A quell'ora del mattino non c'era nessuno..o meglio..c'era solo chi interessava a lei. Il suo prossimo obiettivo.

Un ragazzo le passò accanto velocemente, girando su se stesso per lanciarle un bacio e riprendere la sua corsa. Maret infilò una mano nel marsupio che portava.

Riprese la sua corsa e lo raggiunse impugnando la pistola. Il ragazzo le sorrise..ma il sorriso gli morì sulle labbra quando vide l'arma.

Un colpo dritto in fronte e la sua vita si spense.

ok..altri cinquecentomila guadagnati pensò Maret riponendo l'arma e lasciando il cadavere dietro di . Prese il cellulare e chiamò Jesus "tutto fatto"

"vieni qui ho un'altro lavoro per te" le disse attaccando senza darle tempo di ribattere.

Scocciata la ragazza ubbidì. Seduta sulla macchina nuova fiammante si recò alla villa del killer che comandava la sua vita da un mese a quella parte.

E non solo la sua visto quanti dipendenti aveva! pensò mentre un uomo le apriva la portiera della macchina.

Lei  lo degnò appena di un'occhiata e si diresse a passò deciso all'interno della casa che fungeva da quartier generale.

Salì le scale dell'enorme salone e si recò nello studio trovandolo intento a fumare

Aprì la porta lentamente mentre si sforzava di mostrarsi cordiale, anche se dentro fremeva dalla voglia di mandarlo al diavolo.

"sono qui" borbottò richiudendo la porta dietro di ..non era pretenzioso ed era piuttosto generoso, lo doveva ammettere..ma era il fatto di dover sottostare ai suoi ordini che la mandava in bestia!

Si girò verso di lei con sguardo annoiato "la tua ultima prodezza non mi è piaciuta" le disse spegnendo la sigaretta nel portacenere di cristallo già colmo a quell'ora del giorno

"quale?" si sedette sulla scrivania di legno lucido e accavallò le gambe inguainate di stivali di pelle nera lucida che facevano tanto 'puttana d'alto bordo', come li aveva definiti Jesus quando li aveva visti la prima volta.

"la moglie di quell'idiota che ci ha pagato fior di quattrini per farla fuori, la Brown...perchè non ti sei attenuta agli ordini?" le chiese alzandosi dalla comoda sedia e aggirando la scrivania fino ad arrivarle davanti

"è morta..non la posso certo ammazzare due volte"

"hai capito quello che intendo" le disse serio

"io non torturo le donne" rispose gelida

"non va bene Maret, non puoi trasgredire i miei ordini..se ci pagano per un lavoro lo dobbiamo fare per bene, esattamente come ci ha richiesto il cliente" continuò toccandole i corti capelli illuminati dalle mechès fresche di parrucchiere

"allora vacci tu la prossima volta.." gli disse sentendosi rivoltare lo stomaco dalla richiesta che le avevano fatto "tu sei in grado di farlo no?" domandò a bassa voce..si faceva rabbia da sola! ogni volta che la guardava in quel modo si sentiva come una bambina sgridata dall'insegnante!

"sbaglio o hai perso tutta la tua boria da un di tempo a questa parte?" le chiese insistente

"Sbagli infatti" "rispose tirandosi indietro i capelli con un gesto stizzoso

"però non ti sei fatta molti scrupoli a castrare quel poveraccio" le disse sorridendo..quando sorrideva in quel modo era pericoloso, pensò Maret indecisa sulla risposta.

"era un uomo..una specie che non sopporto molto" affermò sghignazzando e guardandolo dall'alto in basso.

"sei lesbica?" le chiese all'improvviso.

"no! ma che ti viene in mente!"

"allora spiegami una cosa : come fai per il sesso se non li sopporti gli uomini?" domandò interessato..aveva delle idee tutte sue quella sciroccata, ed erano tutte parecchio divertenti da ascoltare!

"Non sono cose che ti riguardano" gli disse stupita " ma pensa tu.." borbottò scendendo dalla scrivania per andarsene "ti togli?" domandò nervosa quando Jesus non accennò a spostarsi.

"no finchè non rispondi alla mia domanda, toglimi questa curiosità e passerò sopra alla Brown "

Le conveniva, in effetti "li faccio ubriacare l'indispensabile e me li faccio mentre sono ancora in grado di tenerlo su..poi me ne vado" rispose brusca  con un sorrisetto di sfida

Jesus si spostò per lasciarla passare ma la trattenne per un braccio " per una strana legge del karma tutto quello che fai torna indietro" le disse enigmatico

"bene..vorrà dire che starò attenta" rispose prima di andarsene sbattendo la porta

Jesus la  guardò ancheggiare fino alla macchina..è proprio una stronza..una bella lezione gliela doveva dare qualcuno prima o poi..e perchè non lui? pensò sorridendo soddisfatto al pensiero di farsi quell' acida sventola.

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Capitolo 7
*** Non puoi fottere le vittime! ***


"Perchè devo portarmi la scorta

"Perchè devo portarmi la scorta? questo lavoro posso farlo da sola" gli disse furiosa quando le comunicò la notizia che per far fuori il banchiere aveva bisogno di aiuto.

"L'albergo è troppo ben sorvegliato..ti aiuteranno ad intrufolarti senza problemi" le spiegò per l'ennesima volta

Maret fremeva di sdegno : non si fidava di lei? la riteneva incapace di svolgere un lavoro che faceva da anni?!

"non fare quella faccia! non puoi partire in quarta come al tuo solito. Certe cose vanno pensate e calcolate!"

Jesus le sbattè sul tavolo un plico di fogli "queste sono le informazioni che abbiamo raccolto, leggile e .."

"entro e lo faccio secco! finito..più facile di così!" gli disse sedendosi pesantemente sulla poltrona di pelle

"finito? questo è il tuo piano?" le domandò allibito come ancora in piedi la osservava dondolare una gamba su e giù.

"certo, che altro vuoi?" gli chiese guardandosi un'unghia perfetta.

"ma tu lavori sempre così? era... incredulo! a dir poco!

"certo!"

"starai scherzando spero.." la guardò come se fosse un animale raro.

"pensala come ti pare" sbuffò infastidita "lo vedi perchè lavoro da sola? non devo rendere conto a nessuno!"

sbraitò alla fine seccata.

Jesus restò in piedi mentre lei non lo degnava di uno sguardo. Raddrizzò la schiena, tirandosi su i pantaloni che erano calati leggermente e aggirò la scrivania pensieroso.

Maret aspettava con infinita pazienza che finisse di andare su e giù e le desse l'ok per procedere..che strazio! pensò battendo una mano sul bracciolo imbottito.

"come ti travestirai?" le chiese d'un tratto osservando il pantalone attillato che indossava.

"le puttane passano sempre inosservate" gli disse tranquillamente.

Non commentò limitandosi ad alzare le sopracciglia perplesso "quindi con questi vestiti" le disse non riuscendo a trattenersi.

"stronzo" sibilò Maret senza guardarlo.

Si sedette davanti a lei scrutandola a lungo mentre la ragazza faceva finta di niente "c'è un problema che non hai calcolato" le disse d'un tratto.

"e quale sarebbe?" domandò ironica sentendosi a disagio sotto quell' esame prolungato "è un finocchio" rispose lasciandola allibita.

"E no!" commentò Maret prendendo la foto ..ma guarda tu che pezzo di..per una volta che pensava di farsene uno!

"sempre così..quelli più belli o sono prenotati o sono gay" disse ributtando la foto sulla scrivania.

Jesus si incazzò parecchio "pensavi di fartelo?"

"certo! guarda che addominali!" rispose additando la foto del giovane banchiere fotografato a bordo piscina.

"non sei molto professionale" le disse dopo un attimo di smarrimento.

"me ne frego!la mai tecnica avrebbe funzionato : un d'alcool, una botta e via e si sarebbe risvegliato in paradiso..quello sarebbe stato un bel modo di morire per lui e parecchio divertimento per me" gli disse cinica sorridendo alla sola idea.

"e quando pensavi di mettermi al corrente?" le chiese stentando a mantenere la calma.

"sono cazzi miei" gli lanciò uno sguardo di sfida che Jesus prese molto male "e no cara Maret! se lavori per me non puoi fare come ti pare!" esclamò saltando in piedi e tirandola appresso a "non puoi farti le vittime anche se sono bene attrezzate come questo qua!Ma ricordati che quelli così hanno la miccia corta" le disse ironico mentre la ragazza tremava di rabbia.

"va al diavolo e lasciami" gli disse tentando di divincolarsi "Non vorrai mica che ti tenga il conto anche delle volte che vado al cesso?" gli domandò guardandolo con occhi di fuoco.

"Non cominciare a fare la strega" le disse minaccioso "non ci metto niente a farti fuori" sibilò tenendola per le spalle.

..ma le mani libere le ho io!pensò Maret estraendo velocemente la pistola dall'interno del cappotto e premendogliela sullo stomaco.

"Puttana.."sibilò incazzato restando fermo "se mi ammazzi non uscirai da qui..." le ricordò cercando di mantenere al calma.

"ma quanto godrei a vedere il tuo cadavere senza vita prima di morire!" esclamò Maret  con rabbia .

Mise via la pistola restando a fissarlo con odio " mi hai incastrato, ma prima o poi mi vendicherò di te..guardati le spalle Jesus" lo avvertì quando la lasciò con un moto di stizza.

"fa come ti pare ma riporta le chiappe qua" le disse prima che uscisse sbattendo la porta.

Si accese un sigaretta incazzato, fumando per calmarsi..brutta puttana isterica...

 

Maret guardò l'entrata dell'hotel in cui risiedeva il banchiere. Travestita da donna delle pulizie si confondeva con le altre. Il suo piano originale non poteva funzionare a pensarci bene, ma non lo aveva cambiato perchè gliel'aveva detto Jesus...certo che no! Stizzita ripensò alla scena della mattinata. Lo doveva far fuori..prima o poi, avrebbe abbassato la guardia e 'pum'.. un bel forellino in mezzo a quegli occhioni azzurri che si ritrovava!

Si concentrò sulla sua missione assumendo l'aria della brava ragazza 'che aveva bisogno di lavorare per tirare avanti la famiglia '..la scusa che avrebbe inventato al banchiere quando se lo sarebbe ritrovata nella stanza che gli rifaceva il letto.

Con un sorriso appena accennato spingeva il carrello con la biancheria pulita nei corridoi. Una voce conosciuta la fece sussultare . Lasciò cadere un asciugamano di proposito, mentre  i due uomini passavano..figlio di puttana! pensò tremando di rabbia. quei capelli li avrebbe riconosciuti ovunque!

Jesus ridacchiò dentro di quando le lanciò un'occhiata e la vide che lo fissava incredula.

Con un cenno imbarazzato il banchiere si sbarazzò delle guardie che le passarono accanto senza degnarla di uno sguardo.

 

Quando la porta della camera si chiude dietro di lui, Jesus rabbrividì..non aveva niente contro gli omo..ma si sentiva parecchio a disagio!

"siediti vuoi qualcosa da bere?" gli domandò l'uomo con fare sornione.

"niente grazie" rispose guardando la stanza. Un lieve bussare alla porta lo fece sorridere ..eccola!

"apri la porta, caro?" gli chiese mentre beveva il liquore chiaro.

quell' appellativo gli fece rizzare i capelli alla base della nuca! Aprì la porta a Maret che lo fissava furiosa.

il banchiere la guardò appena mentre lumava la sua nuova conquista.

"non abbiamo bisogno di niente signorina" gli disse duro mente Maret infilava una mano sotto l'asciugamano che portava in braccio.

Jesus la fermò con un'occhiataccia. Maret  lo fissò interrogativa. Un secondo dopo  il corpo del banchiere cadeva a terra con un gemito

"ma brutto figlio di puttana! questo incarico era mio!" gridò quasi Maret mentre il suo capo infilava tranquillamente la pistola col silenziatore in tasca.

"non ti avrebbe neanche fatto entrare, per certi lavori ci vuole un uomo" le disse sorridendo.

Cercando di non incazzarsi, Maret uscì dalla stanza spingendo un carrello che era diventato tutto d'un tratto incredibilmente pesante

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Capitolo 8
*** Mi hai fregato il lavoro! ***


"Sei solo un lurido testa di cazzo

"Sei solo un lurido testa di cazzo!" urlò Maret una volta fuori all'hotel ,mentre sfrecciavano per le strade illuminate.

Stanco delle rimostranze della donna si fermò in un vicolo buio e squallido "ascoltami bene!basta con queste scene da isterica, ne ho piene le palle!" esclamò uscendo dalla macchina  e sbattendo la portiera con violenza.

"mi hai fregato il lavoro!" rispose incazzata, uscendo anche lei dalla macchina e gettando in un secchione l'uniforme da cameriera.

"non saresti arrivata neanche al primo piano!! " ribattè accendendosi una sigaretta.

"te lo volevi scopare! ecco perchè te lo sei rimorchiato" gli disse mezza ridendo e mezza seria.

"guarda che non sono gay " affermò ridendo di lei.

"e ti sei incazzato perchè ti ho interrotto!ora capisco tutto" esclamò incredula..ma a guardarlo bene gli sembrava etero..le apparenze ingannano, altrimenti come si spiega che fosse resistito al suo fascino? ma la donna di prima? magari era bisex! poteva sempre essere..

"a che diavolo stai pensando?" le domandò allibito, notando la sua faccia sconcertata.

"a te..sei bisex?" gli chiese sinceramente interessata.

Jesus sospirò a lungo per non mandarla al diavolo "no..mi piacciono le donne" affermò nuovamente, gettando via il pacco vuoto.

"Fatto stà che mi hai fregato il lavoro e non verrò pagata per questo!" gli disse tornando a pensare ai suoi affari

"Ma sei affamata di denaro!" esclamò soffiando via il fumo. Si appoggiò al cofano caldo della macchina guardando una pozzanghera in terra "Se al prossimo incarico mi fai di nuovo un pezzo come quello di stamattina ti mando a far compagnia ai pesci nel fiume" la minacciò a bassa voce.

Maret sghignazzò "certo, come no.."

"Non sei indispensabile e non sei insostituibile" le disse mentre la ragazza  gli si avvicinava per sentire meglio quelle minacce che la facevano ridere.

"allora perchè vuoi che lavori per te?" gli domandò ironica.

La fissò negli occhi mettendola a disagio..un'altra volta.

"perchè due chiappe come le tue sono difficili da trovare" le disse facendola ridere incredula.

"ma che bel complimento..un vero signore" gli disse appoggiando le mani sulle sue cosce muscolose, mentre un lampo passava negli occhi di Jesus sentendo quelle manine andare su e giù. Le guardò e la fissò dopo un attimo in faccia.

Le sbuffò il fumo direttamente negli occhi. Maret non battè ciglio "ti ho già detto di non fare la puttana con me" la avvisò sentendola avvicinarsi al pacco.

"Mi fai troppo schifo per farlo" gli disse serafica, togliendogli le mani di dosso. Un guizzo di rabbia lo mandò fuori di testa. Aspettò che si girasse e la agguantò per la giacca stendendola sul cofano "Non è modo di rispondere questo" le sibilò mentre le premeva il volto sul metallo ancora caldo.  

Maret si impaurì per un attimo ma ritrovò subito il suo sangue freddo "patetico" gli disse facendolo infuriare ancora di più.

"Allora non ci siamo capiti" le disse gravando su di lei "non devi mai rispondermi in quel modo, non cercare di fottermi o te la faccio pagare"

"lasciami idiota, mi stai facendo male!" lo sferzò sentendo il braccio dolorante.

Era dura con questa, eh? guarda che gli toccava fare, per ficcarle in testa un di rispetto!

La rigirò con violenza mentre Maret gemeva per il dolore al braccio..quella specie di gonna che portava capitava proprio a proposito..pensò mentre le allargava le gambe ci si infilava in mezzo. Vide il panico nei suoi occhi che durò qualche istante.

"che cazzo credi di fare?" gridò Maret incredula.

"Mi sa che questo è l'unico modo per domarti un " le disse sentendosi parecchio eccitato..quella tipa gli piaceva peccato che fosse così troia! roba da ritrovarsi sgozzati il giorno dopo!

La gonna salì rivelando un reggicalze niente male...ha gusto, la stronza!pensò tirandola di più contro di .

"Non ti azzardare ad andare oltre" ringhiò con voce isterica sentendolo eccitato.

Si premette su di lei mentre cominciava a tremare..non ci posso credere..e bastava così poco per farla crollare?

La lasciò andare dopo un , guardandola riassestarsi. Senza una parola e con sguardo altezzoso, lo sorpassò camminando rigida fino ad arrivare sulla strada principale dove fermò un taxi che ripartì sgommando.

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Capitolo 9
*** Ariel?!Chi diavolo è?! ***


All'incarico sequente la mandò dall'altro capo dello stato

All'incarico sequente la mandò dall'altro capo dello stato..ma guarda tu se deve affiancarmi st'idiota!pensava mentre l'aereo decollava e accanto al lei il suo partner continuava allegramente a ciarlare.

"La finisci? non sei divertente!" esclamò dopo un togliendosi gli occhiali da sole...era stressante!

"Ma quanto sei antipatica!" rispose Rex sbuffando, allungando occhiate a destra e a manca alle hostess "Il fatto che fai la killer non ti autorizza  ad avere quella faccia perennemente imbronciata" le disse abbassando la voce mentre nominava la loro professione.

"Sempre meglio che essere un pagliaccio come te!"decretò afferrando una rivista a caso "ma guarda tu.."

L'uomo la guardò impassibile..era più scontrosa di quanto l'avevo avvertito il capo "qual è il tuo problema, sentiamo" le chiese gentilmente.

"Mi piace lavorare da sola!" sentenziò chiudendosi nel mutismo più ostinato.

"Naa..è meglio farsi una risata ogni tanto " le disse allungando le gambe nei posti di prima classe.

"se voglio ridere vado al cinema  o ascolto le cazzate di Jesus" ribadì girando una pagina con stizza.

"ma se ti fa tanto arrabbiare perchè ci lavori?"

"sono affari miei"...e secondo lui gli doveva anche andare a raccontare come l'aveva fregata?! ma scherziamo?

 Ci aveva messo di tempo a farsi una reputazione decente, non voleva certo farsela infangare dal primo chiacchierone.

"ahh..beato lui che se la diverte con Ariel.." gettò casualmente Rex mentre un ' ehhi..." di ammirazione partiva in direzione della hostess.

Maret restò in silenzio a guardare la foto del nuovo politico fresco di elezioni che dovevano far fuori..Ariel?!

"chi è Ariel?" domandò dopo un ... un nuovo acquisto?

"Una novellina, ma promette bene" le disse guardando fuori dal finestrino e urtandola.

"Fa attenzione" lo sgridò innervosita, raccogliendo la rivista che le aveva fatto cadere..a lei lo mandava in missione con quel pagliaccio e lui folleggiava con una ragazzina?! "dimmi di più"

Non era poi tanto stupido Rex. Si accomodò meglio sulla poltrona con un sorrisetto divertito..era gelosia quella che sentiva provenire dalla sua voce?

Maret faceva finta di niente, girando a caso le pagine..ma dentro moriva di curiosità!

Rex cominciò ad elencarle tutti i pregi della ragazza, nonchè l'aspetto fisico, calcando sulle differenze fra le due :

"è molto molto carina..belle tette, bionda, minuta, passa inosservata ma è una tigre!" le disse ridendo mentre Maret alzava un sopracciglio "e poi è così dolce, ti fa venire voglia di proteggerla! Sarà l'acquisto migliore del capo. Per questo se la porta sempre dietro. Con quel faccino che ha non ti aspetteresti .." continuò entusiasta mentre uno sbocco di bile si riversava dentro Maret "ci sa fare con le armi?"...non me ne frega niente, dimmi che combina con Jesus!

 

Si stupì quando formulò quel pensiero..meglio se si trovava una donna e sfogava un di frustrazione, l'aveva 'sentito' molto bene quando l'aveva stesa sul cofano. Una fitta quasi impercettibile le attraverso il corpo. Guardò il sedile davanti a con sguardo vuoto.

"Al capo piace molto e secondo me ha una cotta per lei, ma resti fra noi..sono chiacchiere di corridoio" " le disse facendola infuriare ..che era quella novità?! e perchè lei non ne sapeva niente?!

"non lo sapevo" commentò impassibile sfogliando la rivista.

"per forza non ti si vede mai dalle nostre parti" le disse guardando la testata che stava leggendo ..al contrario.

"torno subito" Si alzò per andare in bagno. Prima di muoversi però, le tolse la rivista e gliela rigirò facendola impallidire ..aveva fatto la figura della stupida!

 

Il loro committente era stato preciso : un colpo secco al cuore e via di corsa. Il politico aveva appena vinto le elezioni e al vecchio senatore non andava proprio giù.

Rex travestito da ragazzo delle pizze, suonò alla porta.Gli aprì una guardia del corpo con una gran brutta faccia "ce n'hai messo di tempo!" esclamò togliendogliela dalle mani senza troppe cerimonie e allungandogli una misera mancia.

Rex si schermì per il ritardo e salutò cortesemente . La porta gli fu sbattuta in faccia senza grazia alcuna ..spero che ti ci strozzerai! disse fra , prendendo il cellulare "5 minuti" .

Si allontanò sul furgoncino guardando il corpo svenuto del ragazzo. "Scusa amico, ma non penso che si serviranno più da te, dopo quella pizza alla stricnina"  disse ridacchiando.

Maret aspettava..guardò l'orologio..ancora un minuto.

Sospirò silenziosamente cercando di concentrarsi, ma la sua mente era in fibrillazione..Ariel..chi diavolo era?e che rapporti c'erano fra quei due?! 

Nella casa lussuosa, il politico controllava le ultime bozze del nuovo disegno di legge..sentì un flebile lamento e un tonfo. Si alzò incuriosito  aprendo la porta dello studio "ragazzi che combinante?"

Silenzio.

Solo dalla camera del figlio proveniva un rumore incredibile " Stevie abbassa lo stereo!" urlò al ragazzo

"si !" rispose una voce giovane. Il livello restò più o meno identico.

Che figlio disgraziato!" disse ad alta voce.

Maret guardò l'orologio. Ora!

Aggrappata ad una fune di calò dal tetto. Contava sulla musica del ragazzo per fare il suo ingresso rumoroso : sfondò la finestra dello studio catapultandosi dentro. Il rumore di vetri infranti fece accorrere  l'uomo che si ritrovò di fronte ad una pistola. L'uomo spalancò gli occhi e non emise un fiato, troppo stupito per reclamare.

Maret premette il grilletto, non aveva neanche il silenziatore..tutto quel rumore avrebbe coperto la detonazione.

", che è sto casino?"

Un ragazzetto appena adolescente si affacciò alla porta, gettando un urlo roco. Maret si voltò verso di lui e  fece fuoco, troppo distratta dal pensiero di quei due che se la spassavano alle sue spalle.

Il ragazzo cadde a terra in un attimo e morì senza un lamento. Maret restò turbata un attimo vedendo lo stupore e l'incredulità negli occhi spalancati delcadavere.

Rex alzò la testa all’ improvviso : due spari? l'aveva mancato? impossibile! Appollaiato nel retro buio della casa non sentiva più il frastuono dell' heavy metal. Una brutta sensazione gli corse per la schiena.

Maret si calò accanto a lui "che è successo?"chiese mentre si defilavano con una macchina nascosta.

"tutto a posto, c'è un cadavere in più, ma non è detto che la ciambella riesca sempre col buco" disse tranquilla, riponendo l'arma calda che aveva  strappato la vita ad un ragazzo di appena 16 anni.

 

A missione compiuta senza intoppi, a parte il ragazzino e  il ceffone che aveva dovuto mollare a Rex quando c'aveva provato spudoratamente, tornò al loro centro operativo come una furia.

Senza aspettare che la facessero passare si fiondò nell studio di Jesus dove lo trovò in allegra conversazione con una ragazza ..dalla descrizione fisica capì subito di chi si trattava.

"ehi che modi?" esclamò jesus alzandosi mentre parlottava con la ragazza che rideva imbarazzata.

Che stanno facendo questi due?! si domandò mentre la gelosia la sopraffaceva.

"mi hai affiancato a quell'idiota per una missione semplicissima!" esclamò sempre più arrabbiata mentre la ragazza la guardava timorosa.

Maret si girò verso di lei "e tu chi sei?" domandò ironica.

"Ariel.." mormorò a disagio guardando Jesus che aveva assunto un'espressione dura.

"tesoro, torna dopo" le disse fissando una furiosissima Maret in procinto di esplodere di rabbia.

Tesoro?! pensò la ragazza allibita..stiamo già a quel punto?!

Ariel si alzò con un sorriso di circostanza e con grande stupore di Maret gli diede un bacio sulla guancia prima di andarsene.

"Non mi puoi piombare qua dentro così!" le disse incazzato.

"le tue conquiste non te le sbattere in ufficio" rispose facendogli volare il fermacarte "mi hai spedito con quel'idiota che non ha fatto altro che provarci e tu te ne stavi qui a..pomiciare con quella ragazzina?!"

"Non stavo pomiciando..ehi aspetta un ! che diavolo te ne frega!?" domandò incredulo della sua reazione.

"Niente.." rispose dopo un attimo....non  se l'aspettava quella domanda!

"E comunque, mi ha detto Rex che hai fatto un casino! che diavolo centrava quel morto in più?" le chiese passando alle cose serie.

"Quale dei tanti?" domandò facendo una faccia sorpresa che gli mandò il sangue al cervello.

"Il figlio!che centrava quel ragazzino?"

"Me lo sono trovato di fronte" gli spiegò tranquillamente.

"Che razza di scusa è?sei una professionista, Maret!"

"Ma quanto rompi! Ho fatto secco uno in più e allora? capita! incidenti del lavoro" commentò serafica...aveva fatto quel casino perchè voleva tornare in fretta a casa..perchè doveva vedere con i suoi occhi se era vero quello che le aveva detto Rex..piuttosto : quello stronzo gliel'avrebbe pagata per aver spifferato!

"se mi avessi mandato da sola, o ancora meglio, se invece di divertirti con quella ragazzina..." riprese ad infierire

"quella ragazzina come la chiami tu ha solo qualche anno meno di te ed è molto gentile..a differenza di qualcuno di mia conoscenza" ribatte guadandola.

"scusa..la prossima volta ti darò anch'io un bel bacetto sulla guancia prima di andarmene va bene?" gli chiese in tono ironico che lo fece infuriare.

"togliti dalle palle, vattene in ferie, non ti voglio vedere" le disse spintonandola fuori alla porta " e per gli incarichi ti mando una mail!" esclamò chiudendola fuori "ahh...dio che ho fatto!" Lo stava esasperando!

 

Maret si ricompone sul corridoio, passando incrociò Ariel che parlava cn le guardie all'entrata..era carina lo doveva ammettere. La ragazza le fece un sorrisetto che Maret ignorò deliberatamente. La vide sconsolata quando non rispose al  muto saluto.

Stava per infilarsi in macchina ma restò ad osservare la ragazza che in semplice jeans e maglietta colorata conversava con i suoi colleghi sorridendo e attirando la simpatia di tutti, mentre Jesus dalla finestra la guardava a sua volta con l'immancabile sigaretta in mano.

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Capitolo 10
*** una commissione andata male ***


"Eccola, è la

"Eccola, è la!"sentiva gridare dietro di mentre scappava in fretta..fottuti tacchi! Si rintanò in un vicolo sporco e maleodorante cercando di sfuggire ai suoi inseguitori...perchè non l' aveva letta quella mail?! continuava a maledirsi mentre caricava la Glock...le erano quasi finiti i proiettili, accidenti!

Le voci vicino a lei.

Si sporse un attimo e ritirò la testa allo sparo che le sibilò vicino al naso. Il muro si sgretolò e il calcinaccio le finì negli occhi "ah!" urlò chiudendoli di scatto.. non ci vedo! Si alzò con difficoltà, toccando a tentoni il muro, una caviglia si storse quando pestò qualcosa, mentre si muoveva barcollante. Sbatte le palpebre, che dolore, dio... Tolse i tacchi a spillo, correndo verso il canale che dava direttamente sul mare sporco e inquinato, cercando di vedere qualcosa fra le lacrime che le uscivano per la presenza di corpi estranei negli occhi.

"Là!" un urlo dietro di lei... non ti fermare,corri! Il pavimento era gelido e scabroso sotto i piedi velati dalle sottili calze, le poteva sentire strapparsi ad ogni passo.

Le urla, gli spari.

Si stavano avvicinando! Con un balzo si gettò nel canale finendo nell'acqua torbida che la avvolse nel suo abbraccio gelido.

"Sparate, sparate!" qualcuno gridò sopra di lei, mentre tornava su per prendere fiato.

Cazzo! si tuffò sott 'acqua nuovamente ma un dolore acuto le esplose nel polpaccio..l'avevano colpita quei bastardi!

Nuotò a lungo..o meglio, la corrente la trascinò tanto che quando riemerse non sapeva più in che parte della città si trovasse.

Bagnata fradicia e infreddolita uscì dall' acqua sputandone buona parte..non solo aveva mancato il bersaglio e perso l'occasione, ma aveva perduto anche il cellulare e tre pistole..come diavolo faccio adesso? pensò senza un soldo in tasca . Scalza e mezza lacera, con gli occhi in fiamme e il polpaccio che continuava a perdere sangue era intorpidita, non sentiva quasi più niente..fa male..ho freddo..

Guardò attorno a ..era notte, non c'era nessuno. Si avvicinò alla vecchia cabina telefonica e sfondò la casettina delle monete con la pistola rimasta.

Compone il numero a stento "sono Maret..vienimi a prendere.. presto.."borbottò nel telefono ..la gamba non la sentiva! Scossa dai brividi, lesse a malapena il nome della via e gliela disse, attaccando la cornetta e appoggiandosi contro la cabina. Scivolò a terra sentendosi sempre più debole..era la fine? che ironia, la vita...proprio adesso che si era potuta permettere quel costosissimo Versace. Sorrise vagamente, mentre si afflosciava su se stessa, la pistola le sfuggiva di mano e il viso urtava il freddo marciapiede sporco.

 

Caldo..un sole caldo..che bello...la spiaggia era tutta per lei. Si crogiolava in quel calore che si faceva sempre più opprimente. Sono morta, è il paradiso dei killer? si chiese tirando una mano fuori dalle lenzuola..era tutto nero.

Pace, silenzio..niente più urla, spari.

Il mare era placido, Maret passeggiava sulla spiaggia gustando quel tepore, si sedette con un tonfo sulla sabbia, incurante di sporcarsi. Accanto a lei, un granchietto correva verso le onde che accarezzavano le orecchie di Maret, col loro leggero sciabordio. Ad un tratto un dolore al polpaccio : il granchio l'aveva pizzicata con le sue tenagliette e non accennava a staccarsi..

Si svegliò di scatto, piombando a sedere. Buio. Dolore.

Cercò di aprire gli occhi ma restava tutto buio.Il polpaccio le faceva male.

Ricordò tutto in un lampo : le guardie che l'avevano scoperta, la folle corse, la storta..il bagno non previsto, la gamba che sanguinava..e poi?

Tastò delicatamente le lenzuola sulle quali era stata adagiata una coperta pesante. Dove sono? che posto è questo?! Un'improvvisa paura la attanagliò..perchè era tutto così nero? " i miei occhi.." balbettò allarmata toccandosi il viso...cos'era? una benda?

"Sta calma ..non è niente" le disse Jesus toccandole la mano. Maret restò un attimo smarrita : Che ci faceva lui li? e dove erano?

"Non sono cieca allora?" domandò raggomitolandosi nella coperta ..aveva un freddo incredibile, si sentiva smarrita, non le piaceva vedere nulla. 

Si tirò a sedere poggiando la schiena sul cuscino..cercò a tentoni i suoi oggetti ma non riconobbe la stanza "dove sono?" domandò sentendo un profumo che conosceva.. eppure..non lo ricosceva..

"Sei a casa mia.." rispose usando quel tono che aveva sentito riservare solo ad Ariel.

"a casa tua?" gli domandò con un filo di voce..perchè quella sensazione che le bloccava lo stomaco? Se era a casa di Jesus allora quello..era il suo letto.

"Sta calma, non ti agitare..la senti la gamba?"

Sentiva la sua voce..era vicino a lei "mi fa un male cane.."

 

Quel tono così debole lo sorprese, la forte Maret non era poi indistruttibile. La guardava restare immobile, muovendo appena la gamba dolorante. Poteva vedere la mano della ragazza che si muoveva sotto la coperta per massaggiarsi. Le labbra contratte per il dolore. Era pallida e sembrava che fosse ancora infreddolita.

Quel volto di Maret era tutto da scoprire adesso che era inerme. Inerme..Jesus  ripetè quella parola più volte dentro di ..chissà come mai gli piaceva così tanto pensare che fosse indifesa.

 

"Ho freddo.." balbettò stringendosi su se stessa.

La guardò raggomitolarsi seguendo ogni sua mossa. Si sorprese a studiarla.

Qualche secondo dopo, un'ulteriore coperta le fu messa sulle spalle. Si sporse verso di lei, tirandola a per massaggiarle le spalle.  Stranamente non si ribellava e lo lasciava fare buona buona..sta ridotta male! pensò Jesus guardandole le labbra che sembravano fredde.

Si fermò un attimo, le toccò il viso fresco passandole una mano sulle guance..  

Maret lo sentiva davanti ..attorno.. un lieve profumo le penetrò nelle narici, trattenne il respiro per un attimo. piacevole, pensò mentre le massaggiava le spalle attraverso la coperta...così piacevole..

"t'è andata bene, la pallottola è entrata e uscita." le disse rassicurante continuando a sfregarla per riattivare la circolazione..

Quell' insistente massaggio era diventato un abbraccio vero e proprio. La mise a disagio "basta.." disse appena spostandolo.

Freddo improvviso, solitudine..che brutta sensazione, pensò stupita.

"va meglio?" le chiese sottovoce. Si era allargato troppo.

"Ho i piedi congelati e non sento niente.."

Lo sentì sospirare e un attimo dopo le coperte pesanti vennero spostate." che stai facendo?" domandò con voce flebile sentendo qualcosa di caldo che la toccava..le stava accarezzando le gambe? no..la massaggiava.

"la senti la mia mano?" le chiese sfregandole la caviglia fredda.

"Si ...la sento. calda.." rispose ritirando la gamba non ferita...smettila di fare il paparino premuroso!

"Meno male, meglio così" le disse ironico, riaccostando le coperte alle gambe "t' ho fatto una bella fasciatura, meglio di un medico!"

Maret annuì  "ho fatto un casino e non ho portato a termine al missione" mormorò sentendosi uno straccio "ma tanto lo riprendo quello" gli promise stringendosi nelle coperte pesanti. 

"è già morto..c'hanno pensato gli altri" le disse tranquillo.

"come?mi seguivate?" domandò indignata alzando un la voce..la gola le faceva male. Si portò una mano al collo.

"non ti seguivano, ce l'ho mandati dopo la tua telefonata" le disse con tono esasperato "hai bevuto vero?"

Maret annuì "è colpa mia, non ho letto il documento che avevi allegato" confessò dopo un attimo "non immaginavo che avesse tutte quelle guardie"

"Come sei finita nel canale?" le chiese sedendosi accanto a lei..emanava calore, era piacevole..le veniva voglia di farsi coccolare...

"Era l'unica via di fuga..ho perso anche il cellulare e le pistole" gli disse storcendo la bocca e desiderando che la abbracciasse di nuovo.

"Tutta roba che si ricompra..l' importante è che tu stia bene" le disse spostandole una ciuffo scompigliato dal viso.

 

La sua Maret..guarda come stava messa male..la sua altezzosità dov'era finita adesso? penso guardandola con un sorriso dolce che la ragazza non potè vedere.

Un silenzio prolungato. Maret si schiarì la voce ma il risultato fu quello di raschiare la gola dolorante ancora di più. La mano calda di Jesus le toccò la gola facendola sussultare. Le dita scivolavano su e giù sulla pelle liscia. Perchè le sembrava che fosse così vicino a lei?

Forse perchè lo era. Le guardava le labbra desiderando solo di poterle baciare. Con delicatezza le passò un dito sopra.

Quel lieve sfioramento la turbò parecchio e dovette fare subito una battuta.

"Dov'è la tua amichetta? avrò disturbato la vostra seratina" gli disse dopo un attimo facendogli rimpiangere le parole inespresse di un minuto prima.

"Non c'è niente fra me e lei.." le disse appena. Continuava a fissarla, la mano era scivolata lateralmente.Molto lentamente le sfiorò il lobo del'orecchio..perchè lo lasciava fare senza reagire?

Maret respirava appena, aveva sbagliato a fare quella battuta..cretina.

"Ariel è solo molto simpatica e gentile..e te ne saresti accorta se ci avessi parlato invece di trattarla male col tuo solito modo da stronza" le disse d'un tratto "e saresti piacevole anche tu se la smettessi di fare la puttana boriosa.." le disse piano accarezzandole la spalla leggermente scoperta.

Maret rabbrividì...per il freddo, si disse tirando su la coperta ed escludendo quella zona dalla mano di Jesus. Le carezze tornarono sul volto ..piantala..

..ancora..

"scusa se sono così stronza.." replicò cercando di usare il suo solito tono sarcastico.

Una frase debole e quasi sospirata alle orecchie di Jesus che le aveva infilato le dita nei capelli sciolti e le accarezzava la cuta sensibile della nuca. 

"Grazie.." mormorò appena, cercando di formulare quelle parole senza che le venisse un crampo alla bocca.

"Di che?"

"Di esserti scomodato e di avermi ceduto il tuo letto..grazie!e non farmelo più ripetere" gli disse con voce roca cercando di spostarlo...di farlo allontanare da

"Che razza di modo di ringraziare"mormorò distratto da un minuscolo neo che non aveva mai notato prima sulla fronte liscia della ragazza.

"Beh puoi scordarti il bacetto come fa la tua protetta!" esclamò subito.

Quella frase lo riportò alla dura realtà. "Per carità!sarebbe come baciare un cobra velenoso" la sferzò sarcastico.

 

"Mi stai guardando male lo ! " gli disse tirando fuori le braccia dalla coperte calde..se ci litigava si scaldava!

"Certo!sei isterica! ma perchè non ti trovi un uomo e ti fai sbattere un !? magari addolcisci stò carattere di merda che hai" esclamò frastornato dalla sua stronzità...e che diavolo!Aveva rovinato tutto!

"Il mio carattere va bene così com'è e non ti azzardare a metterlo in discussione" gli disse facendo cadere le coperte..perchè sentiva così freddo? si domandò passandosi le mani addosso"ma sono nuda!" esclamò tirando su le coperte velocemente.

"Certo, eri fradicia!" sbottò senza neanche aiutarla a coprirsi..fissandola spudoratamente.

"E tu mi hai vista nuda!" ribatte innervosita..l'aveva vista nuda..l'aveva spogliata ..che altro?!

"Capirai! anche se pensi d'avercela d'oro ti posso assicurare che è identica a tutte le altre" le disse cercando di non  guardare più quel corpo morbido che aveva toccato e che si sentiva ancora sotto le mani.

..la voglio..

 

Maret restò in silenzio stringendosi sotto le coperte..era a disagio...sapere che l' aveva toccata la faceva sentire quasi....vulnerabile? quella scoperta la mandò nel panico più totale.. no! non lo accetto! lo escludo proprio che possa essere attratta da quest' individuo! pensò subito scostandosi capelli che sentiva caderle sul viso.

"non sono isterica.." disse con voce bassa..urlare le aveva fatto dolere la gola "e non ho bisogno..di un uomo.." disse appena. Era di nuovo vicino a lei, lo sentiva muoversi, protendersi verso il suo viso.

Un mano le imprigionò la testa accarezzandole i capelli "non ne hai bisogno.." affermò sicuro.

"no.." mormorò Maret col respiro mozzo.

 

...ho bisogno di te..

 

Con un mormorìo indistinto, Jesus si avvicinò di più "sicura?" le chiese dolce. Guardò le labbra che si socchiudevano. 

La vide allungare una mano verso il suo volto e la prese delicatamente portandola a contatto con la guancia ispida..la fissava come se volesse divorarla con gli occhi..era bellissima..peccato fosse talmente stronza da farti passare tutte le voglie..beh, quasi tutte!

Si avvicinò a lui mentre le veniva incontro a sua volta.

Maret lo sentiva.. con gli occhi fuori uso avvertiva il suo odore e il respiro caldo che le lambiva il polso.

"che hai intenzione di fare?" gli chiese con voce flebile.

Le depose un bacio sulla guancia che scivolò..scivolò...fino alle sue labbra.. così calde, invitanti.. la baciava leggermente, la mano ancora imprigionata sotto la sua. Sentì la sua bocca muoversi, aprirsi.. Lasciò che la baciasse quanto voleva.

Delicatamente la sdraiò sul cuscino continuando la sua danza, approfondendo il bacio. Il freddo se n'era andato, si sentiva quasi bruciare adesso.

Istintivamente lo abbracciò, per averlo più vicino a , su di lei..intrecciò le dita della mano che teneva imprigionata al lato della sua testa, un altro leggero bacio e la lasciò " non scherzare col fuoco, Maret" le disse con voce roca accarezzandole una guancia rossa.   

Sentì la porta aprirsi e chiudersi e si strinse la coperta addosso..mai più , non lasciarlo avvicinare di nuovo..

 

…torna da me..

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Capitolo 11
*** il passato di Maret : come farsi rovinare la vita da una madre imbecille. ***


"Monique

 

"Monique? allora ti vuoi svegliare? non hai una runione stamattina?" Lyse la scrolla con delicatezza.

Maret apre gli occhi a stento..Monique..chi diavolo è? ah già...grugnisce un "buongiorno" stanco.

Si è svegliata male. Non ricorda cosa ha sognato, ma ha una brutta sensazione addosso.

Fa colazione in silenzio. Lyse le racconta della sua ultima conquista. Non gliene frega niente a Maret ma non vuole essere scortese con lei. Lyse è adorabile e lei le vuole bene

Mentre si trucca la ragazza continua a chiederle del lavoro, lei risponde a monosillabi..cosa vuoi che ti racconti Lyse? che stendo gente per soldi? Che per poco non mi ammazzano e che quell’assassino del mio capo è molto più bravo di me?

…mi piace..

Posa il fondotinta, è quasi finito, deve fare una salto in profumeria. Dov' è la matita?

Non è proprio dell' umore adatto, per perdere tempo con il trucco. Le viene da piangere.

..è passata una settimana..

"A proposito..col tuo come va? le chiede la ragazza maliziosa.

Maret la guarda dallo specchio : Lyse è molto carina con quei capelli raccolti, la matita gialla infilata in mezzo e gli occhi sempre ridenti.

Siede sul letto di Maret dondolando le gambe allegramente. Non è mai arrabbiata, la vita le sorride, fa un lavoro che le piace e tutti le vogliono bene.

Maret è la sua nemesi.

"A chi ti riferisci? non frequento nessuno" risponde con voce atona, mentre traccia la riga nera sugli occhi e la sfuma leggermente. Non le piace il trucco troppo marcato. Sua madre si truccava troppo. Non è fine. Sfumare, sfumare, sfumare, le diceva sempre sua zia Lizzie.

Anche la sua vita è piena di sfumature, in fondo. Sfumature nere.

"Come no? allora chi è Jesus? un tuo nuovo cliente?" le domanda Lyse ridacchiando.

La matita le sfugge d'un tratto di mano e cade di punta, macchiando il tavolo della toletta color avorio. Maret abbassa la testa e guarda la macchietta nera. Non ferma la corsa della matita fino al bordo. Cadrà, si spezzerà all'interno..

"Beh? cos'è quella faccia?" le chiede la sua coinquilina andandole vicino "sembra che ti abbia nominato il diavolo" le da una leggera stretta sulla spalla. Maret non risponde : le si è formato un groppo in gola.

"quando l'ho nominato questo tipo?" domanda a disagio..si sta sentendo male.

"mah..saranno un paio di mattine " le dice aprendo l' armadio e tirando fuori una maglietta colorata "me la presti?"le chiede sorridendo.

"Certo..e che dico..a parte quel nome..cosa dico?"

"Solo quello" afferma tranquilla.

Maret si schiarisce la gola, deglutisce a vuoto più volte.

"Allora chi è? è carino?" la stuzzica Lyse appollaiandosi sulla sua spalla.

...molto...

"Mah..sarà un nome che ho sentito e che mi è rimasto impresso".  Pulisce il  tratto nero sulla toletta con un kleenex.

"Non me la racconti giusta.." insinua la ragazza sorridendo.

"Scusa Lyse, non mi sento molto bene stamattina..non insistere"

Maret si alza dalla sedia infilandosi la prima camicetta che trova. Ha la mente altrove e una riunione davanti a se.

Ma perchè non lo lascio sto lavoro? si chiede mentre cammina lentamente verso la casa di moda.

Niente macchina stamattina, ha voglia di pensare. Passa tra la folla come un'ombra. Le sembra di muoversi al rallentatore..la gente corre.. ma dove andate? Non c'è niente per cui valga la pena di affrettarsi.

Si ferma a guardare un bambino che piange perchè non vuole andare a scuola. Il papà lo consola e gli promette un giocattolo se farà il bravo.

Maret resta a fissarli per un tempo infinito, finchè il semaforo non scatta e la folla la spinge in mezzo alla strada.

Guarda i suoi piedi, i tacchi picchiettano sull' asfalto freddo; comincia ad abbassarsi la temperatura. Maret si sente sempre più male. Odia l'inverno.

Arriva in ufficio. Si da una svegliata a forza, ingurgitando due caffè, uno dopo l'altro. Stanotte non dormirà e domattina starà da cani.

Ah già..domani è sabato, niente lavoro alla casa di moda.

Guarda l'agenda : c'è un tratto rosso accanto alla data ..Jesus.

Accende il computer, sbriga le sue faccende. La riunione è noiosa, va per le lunghe. Deve sorridere, mostrarsi affabile quando avrebbe solo voglia di mandarli al diavolo tutti.

..sto male...

Guarda un cliente nuovo, un giorno potrebbe essere la sua prossima vittima...lo farebbe fuori anche subito, così la smetterebbe di toccarla con le sue mani sudaticce.

Ora di pranzo. Finalmente quello strazio è finito. Maret siede sola, in un angolo. Non ha voglia di conversare.

Giocherella col cibo, lo stomaco brontola ma non ha intenzione di mettersi quella roba in bocca.

Guarda il bicchiere pieno d'acqua, le viene da vomitare.

...Jesus...

Merda. Merda. Merda.

 

Maret ha sempre avuto problemi con gli uomini..anche con le donne, in effetti, ma ancora non ha deciso la giusta percentuale di colpevolezza. 50 e 50?

A cominciare dal padre...padre! la differenza fra lui e una banca del seme è stata nel fatto che almeno la madre ci si era divertita un bel po’, prima che la piantasse in asso al terzo mese.

Quello ovviamente glielo aveva confidato sua zia Lizzie.

Zia Lizzie. Un donnone innamorata di Elizabeth Taylor con i capelli identici.

Maret sorride al ricordo.

Una ragazza di appena 16 anni che alleva una neonata ...destino segnato! pensa Maret guardando il muro.

Una stupida che si era lasciata infinocchiare da un belloccio annoiato.

Una madre con un sacco di 'amici' generosi. L'ultimo era stato un vero cavaliere, le aveva lasciato un bel regalino : una malattia incurabile che gliel'aveva portata via quando lei aveva appena 18 anni. Era ancora bellissima sua madre e Maret è il suo ritratto.

Decisamente non le era andata molto bene con gli uomini, ma almeno aveva evitato di farsi mettere incinta.

Maret odia il suo nome : in ricordo di 'Pierre', il donatore di sperma.

Che madre idiota!

 

Ma quando è nato il suo disprezzo per gli uomini?

Direi che papà ha avuto non certo peso, pensa sarcastica..e quell'amore di Tommy! Il suo primo e unico ragazzo : l 'aveva mollata giusto giusto il giorno del funerale della madre. Non si poteva mai sapere : tale madre, tale figlia.. etc, etc.

Imbecille.

 

A 19 anni Maret va a vivere con la zia, trova un lavoretto come cameriera, in una tavola calda vicino casa. Orario serale, deve studiare. Lizzie era stata inflessibile.

Tutte le sere serviva il caffè bollente ad un uomo, un signore molto gentile che le lasciava sempre grosse mance.

Robert MacMahon

Maret aveva pensato che facesse un lavoro notturno, tipo tranviere, autista di taxi...invece faceva il killer.

Simpatico, affabile. Gentile con i bambini e i cani.

A 44 anni, in tutto lo stato, aveva steso più o meno duecento persone.

Le sorrideva sempre, Maret era cortese con lui, indipendentemente dalla mancia.

Una sera aveva finito tardi.. ferie natalizie, la gente stava in giro a lungo benchè facesse freddo. Maret si era stretta nel giaccone striminzito ed era uscita nella strada . Nevicava era tutto bianco..e rosso..

Ricordava ancora la macabra scoperta. Aveva seguito le tracce rosse e aveva trovato il cadavere nel retro della tavola calda ..e MacMahon...con una pistola fumante in mano e uno sguardo gelido negli occhi

Gliel'aveva puntata contro. Maret non aveva emesso un fiato, stringendo i denti e aspettando che uccidesse anche lei.

Uno sbuffo infastidito. Con un gesto veloce l'aveva rimessa in tasca e si era allontanato in silenzio.

Maret era rimasta paralizzata per un buon quarto d'ora, non osando muoversi.

Quando era tornata a lavoro, due giorni dopo, la mano le era tremata quando l'aveva visto entrare nel locale e sedersi al solito posto. Gli si era avvicinata con il blocco notes in mano, aspettando l' ordinazione

L'aveva guardata a lungo. Maret stava per sentirsi male, per urlare 'eccolo, è lui l'assassino'..invece si era limitata a tacere con uno scompenso cardiaco.

"Quando finisci aspettami all' angolo della terza strada. E' poco lontano da qui"

Lei aveva annuito e per poco non si era messa a piangere. Il capo la guardava  "Maret.. allora?"

"Un caffè nero grazie" le aveva detto MacMahon con un placido sorriso che aveva fatto venire la pelle d'oca alla ragazza.

Era cominciato così...

 

"Monique, che fai qui tutta sola?"

Maret alza lo sguardo di scatto: è Steve, un collega. E' innamorato di lei, lo vede da come la guarda.

"Steve scusa, non mi sento molto bene" gli dice in fretta, cercando di liquidarlo. Il piatto è ancora pieno. Il cellulare squilla in quel momento. Non vuole leggere l' identità..ha messo una brutta suoneria proprio per non alzarsi dalla sedia, quando Jesus la chiama.

Apre lo sportelletto con un gesto voce "sono occupata" gli dice dura al telefono.

"Fai poco la stronza. Quando hai finito ti aspetto alla villa, devi lavorare"

"Non mi sento bene, chiama qualcun'altro" 

Maret toglie la comunicazione, adesso si sente peggio.

...va da lui..

"Perchè non vieni a cena con me stasera?" le domanda Steve gentile. E' sempre tanto carino con lei.

Le fa venire la nausea.

"Steve senti..non sono interessata alla tua proposta. Scusami"

L'uomo abbassa gli occhi castani con un sorrisetto. Sa perdere con sportività. Maret  lo apprezza in un uomo.

"Non importa. A dopo" le dice allegramente.

Per forza. Non vuole perdere la faccia con gli altri colleghi. Come se non sapesse che la mattina scommettono alla macchinetta del caffè su chi riuscirà a portarsela a letto.

Toglietevelo dalla testa, banda di sfigati! pensa con aria superba.

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Capitolo 12
*** Il passato di Maret : Il mio pigmalione era un killer molto gentile. ***


Ore 17

Ore 17

 

Dio ti ringrazio, sta per finire.

Maret guarda fuori dalla finestra dell'ufficio. Con molta calma, ripone le sue carte nella valigetta di pelle. Un lieve bussare alla porta la fa voltare leggermente.

"Avanti"

Alice si affaccia alla porta. Maret è la segretaria del capo, Alice la sua. Non che ne abbia realmente bisogno, ma quando il boss le aveva proposto di prendere un’ aiutante, Maret aveva subito pensato allo status symbol e aveva accettato.

"Mi scusi, c'è un signore che l' aspetta fuori"

Alice è molto pratica ed efficiente, Maret la apprezza abbastanza, ma in questo momento non capisce quel sorrisetto malizioso che ha stampato in faccia.

"Va bene, ora vengo"

Maret è depressa : se è di nuovo quell ' untuoso rompiscatole del reparto spedizioni, giuro che lo butto di sotto!

Si infila il cappotto, chiude i cassetti e prende la valigetta. Apre la porta cercando di non esplodere : è venerdì sera, perchè non se ne vanno tutti al diavolo e mi lasciano andare a casa?!

Svolta l' angolo a passo di carica : se dà l’idea di andare di corsa, magari si sbrigherà in poco tempo. "Mi dica!" sbotta nervosa, poggiando la valigetta sulla scrivania ingombra di fogli di Alice.

"Beh? è questo il modo di trattare il tuo fidanzato?"

Maret lo fissa a lungo. Stupore, incredulità..rabbia.

Jesus se ne sta comodamente poggiato alla scrivania di Alice a chiacchierare con lei. La ragazza ride, Jesus ha fatto qualche battuta spiritosa. Stranamente Alice ha sempre fretta il venerdì, sono le 17 :30 e non accenna a levare le tende come tutti.

"Ciao..amore" sibila Maret fra i denti.

Brutto bastardo, che cazzo ci fai qui?!

"Ho deciso di venirti a prendere, sei contenta..tesoro?" le domanda gentilmente.

Come no?! stronzo!

"Non dovevi disturbarti.." risponde dolce come il miele.

Quella novità fa accorrere gente. Maret  vede i suoi colleghi passare discretamente nel piccolo corridoio...peccato che gli ascensori siano dall'altra parte!

"Hai finito? ho voglia di portarti a cena fuori stasera" le chiede fissandola negli occhi..le sta dando un avvertimento : non fare scenate Maret.

Dannatissimo figlio di puttana!

Le labbra della ragazza si stirano in un sorriso forzato "come no.." gli dice fra i denti.

Alice li guarda un stupita : la sua 'capa' non sembra poi così felice di vedere il fidanzato.

Jesus si volta verso di lei, scoccandole un sorriso "non vuole mai che venga a prenderla..è molto riservata, ma la adoro" dice sottovoce mentre un tacco di Maret cala inesorabile sul piede di Jesus.

Steve le passa accanto, guarda Jesus a lungo e le fa un cenno di saluto.

Il killer lo guarda : quello le va dietro.

...sei scarso...

Con galanteria le prende la valigetta tirandola verso un ascensore. Maret continua a sorridere, ma come le porte si chiudono scoppia la bufera!

"Come cazzo ti viene in mente di venire qua?!" urla fermando l'ascensore fra due piani "ho detto che non mi sento bene, non voglio lavorare, sono stanca!" sbotta furiosa. 

Jesus la guarda un esasperato, preme il bottone con un sorrisetto ironico. La sente mormorare fra i denti

"Non potevi dire che eri un amico? Un fratello, un lontano parente!?! Cazzo, ne parlerà tutto l'ufficio lunedì!"

Ripreme il bottone con stizza,  la cabina si ferma "mi hai fatto fare una figura di merda!"esclama incazzata.

Neanche la ascolta, la sua voce rimbomba nello stretto cubicolo ferendogli le orecchie e innervosendolo. Preme il pulsante, guardando attorno a . Maret respira a fatica

...mi piace..

"ti odio, ti odio, ti odio!!!" sbotta all'improvviso, fissandolo con rabbia.

Jesus la guarda annoiato "Maret.."

"Zitto, non ti voglio sentire!"esclama facendo un gesto scocciato con la mano.

Un secondo dopo il polso viene stretto in una morsa che la prende alla sprovvista. Si volta verso Jesus con espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato "lasciami .." sibila cercando di liberarsi.

"Non ci siamo capiti, allora? te lo devo rispiegare un'altra volta.." le dice con i nervi tesi e uno sguardo duro negli occhi.

Maret si sente sbattere violentemente contro lo specchio "Non me ne frega un cazzo se mi odi, puoi urlare quanto ti pare ma se ti do un incarico lo devi portare a termine, anche se non ti va!"

Non riesce a rispondere, si sente male, è troppo debole per mettersi a litigare con lui. Lo sfogo di prima l'ha lasciata senza forze. Si sente prosciugata "Se mi stringi così il polso, dubito riuscirò ad usare la pistola".

Il tono che ha usato è flebile, privo di qualsiasi inflessione. Jesus la fissa a lungo. E' come prendersela con un bambino in questo momento. E' inoffensiva. Non è possibile! 

La stretta si allenta, ma non le lascia il polso.

...è troppo vicino...

Sente un calore incredibile che le sale lentamente lungo il braccio..le sta accarezzando la pelle sottile. Un leggero solletico, ma è sopportabile.

"Che hai?" le chiede un meno duro.

Maret non lo guarda "te l'ho detto che non mi sento molto bene.." risponde con voce atona.

Jesus la lascia andare titubante. Non l'ha mai vista così, neanche quando l'aveva portata a casa sua bagnata fradicia e sanguinante. Non ci vedeva, ma la lingua era lo stesso molto affilata...adesso invece..

"Un'ora e potrai andartene a casa "

Maret resta addossata allo specchio senza muoversi. Annuisce mettendosi la mano in tasca e fissando la punta delle scarpe di camoscio.  

Il lavoro le richiede solo 5 minuti : entra nel cinema, spara all' uomo seduto durante una scena particolarmente rumorosa ed esce passando per il bagno.

Jesus la aspetta fuori fumando tranquillamente. Le apre la portiera continuando a fissarla in maniera strana "passaggio, bella signora?"

Maret lo guarda..e lo odia. Non sa perchè...lo odia e basta. Gli da la schiena senza rispondere e si allontana a piedi.

 

A che stava pensando ? ah si..MacMahon.

Quando si erano incontrati all' angolo della terza strada, l'aveva seguito dandosi della pazza.

Voleva strillare piangere e scappare : sto passeggiando con un killer, gente! Ma non fatevi ingannare, non è cattivo: è gentile e mi lascia sempre una bella mancia.

Ridacchia fra ..c'è da uscire di testa.

Entra nell' appartamento dell'uomo : è un luogo normale, un divano, una televisione, stereo con cd.

Le fa cenno di sedersi. Maret sta per urlare.

La fissa a lungo, lei ha una paura del diavolo "mi vuole uccidere?" domanda con un filo di voce.

MacMahon scoppia a ridere divertito "no, no..rilassati l'avrei già fatto"

Chissà come mai Maret se l'aspettava; siede sulla poltrona di fronte a lui e aspetta.

"Ti ho osservata, sei molto precisa e attenta..ti andrebbe di fare questo lavoro?" le chiede osservando le reazione della ragazza.

Maret pensa sia impazzito, qualcosa la spinge a parlare "sta scherzando?" domanda incredula

"No..si guadagna bene, sempre meglio che spaccarsi la schiena in quel locale da 4 soldi "

E' una proposta invitante. ..solo che..uccidere..non è una cosa che si fa tutti i giorni!

"Posso pensarci?" gli domanda d'un tratto.

L'uomo la guarda e annuisce. Maret si alza, esce dall'appartamento. Con calma raggiunge la sua abitazione.

La porta di casa è aperta. "Zia?"

Maret ha una bruttissima sensazione "zia Lizzie?!" Perchè non le risponde?!

Entra come una furia in tutte le camere e poi la trova..stesa in terra, la camera è stata devastata.

"Zia..?" mormora Maret chinandosi verso di lei.

Le si raggela il sangue. Cade all' indietro, strisciando via dal corpo sventrato.Vomita anche l' anima prima di chiamare la polizia.

"Un ladro probabilmente. Sua zia l'ha scoperto e preso dal panico l'ha uccisa." Questo le dice il commissario quando arriva con le volanti a sirene spiegate.

Maret non lo sente..non sente niente. E' sola del tutto adesso. Non ha più nessuno. Si alza a stento dalla sedia, pallida come un cencio. Il commissario le dice parole incoraggianti, dettate da anni di lavoro. E' come un disco incantato che ripete sempre lo stesso ritornello.

Maret esce di casa. Comincia a correre.. piange, dove posso andare? che posso fare adesso? si chiede trattenendosi dal vomitare un' altra volta.

Suona un campanello. Un uomo le apre e la guarda scettico. Maret è in uno stato pietoso. La fa entrare e la interroga quando si è calmata. 

"Insegnami come si fa ad ammazzare quei fottuti bastardi!" esclama con rabbia la ragazza. MacMahon la guarda: fa sul serio. Annuisce allungandole un fazzoletto.

 

Maret passeggia per la strada. C'è un sacco di gente in giro a quell'ora. E' presto, sono solo le otto. Si sistema meglio la borsetta sulla spalla. Come mai ha le mani così libere? La valigetta..l'ha dimenticata nella macchina di Jesus. Dovrà tornare da lui a prenderla, prima di lunedì. Chissà perchè, ma la cosa la attrae come la prospettiva di una ceretta integrale.

Fa freddo..lei odia il freddo..faceva freddo quando è morta sua madre e nevicava quando zia Lizzie..

Guarda una coppietta che si stringe l'uno all'altra...e li invidia.

 

MacMahon le insegna tutto quello che sa. Maret è brava, c'è portata. E' sempre più spietata, fredda. Il killer l'avverte : "un giorno troverai qualcuno più bravo di te, sta attenta, potrebbe non piacerti "

Lei ride sprezzante : a 22 anni s'è fatta una bella reputazione, MacMahon l'ha introdotta bene nel suo' mondo' .

Ad una festa sente parlare per la prima volta di Jesus Cox. Lo chiamano il 'salvatore' per via del nome..e perchè li fredda in un 'amen'

Lo prendono in giro divertirti; qualche mese dopo Maret leggerà sul giornale la notizia della morte di quei due imbecilli ampollosi. Chiede informazioni a MacMahon. Lui la guarda a lungo prima di risponderle "è molto bravo, spera di noi trovartelo mai davanti" le dice duro.

Le voci corrono sul fantomatico 'salvatore' : si dice abbia ammazzato la sua donna e il migliore amico in maniera orribile. Si interessa di nuovo ma stavolta MacMahon non le risponde.

Ma come è fatto? Quanti anni ha? si domanda Maret incuriosita . E' una specie di fantasma, tutti ne parlano ma nessuno l'ha mai visto. Dal numero di vittime che gli attribuiscono Maret pensa che sia un 'vecchio signore' come MacMahon. Per una ragazza di  23 anni, un uomo di 48 ormai è da pensione.

A 24 anni resta nuovamente sola. MacMahon esce una sera, porta dei documenti falsi con , lo fa sempre..non si può mai sapere. Non torna più. Lo trovano cadavere in un secchio della spazzatura. Uno scontro fra bande. L'uomo si è trovato in mezzo, le dicono prima di farle vedere il corpo.

Maret annuisce. Guarda il foro perfetto.Un collega.

C'era un biglietto sul cadavere; Maret lo scopre frugando negli archivi della polizia. Lo legge e capisce tutto, chi l'ha scritto sapeva il suo vero nome : Game Over, Robert.

 

Un giorno lo trova, l'assassino del suo pigmalione. Non lo ammazza subito..ci gioca un . Lo trovano dopo una settimana dragando il fiume. Fa talmente schifo che i soccorritori quando lo ripescano non riescono a fare a meno di sentirsi male.

Game Over, stronzo.

 

Maret è arrivata a casa, il loft, non l'appartamento che divide con Lyse. Si getta sul letto giapponese, toglie le scarpe con un calcio.

Allarga le braccia e guarda il soffitto...è stanca, non riesce a pensare. Chiude gli occhi sentendosi sempre più male.

Si volta su un lato, il cappotto le da fastidio ma non lo toglie. Osserva la statuina liberty : la figurina snella e flessuosa della donna con un vestitino azzurro e i fiori tra i capelli, dello stesso colore dei suoi. Un ricordo di zia Lizzie.

Morire..perchè no? Adesso chiamo Jesus e gli chiedo se mi fa il piacere di finire il lavoro che ha lasciato in sospeso.

...Jesus..

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Capitolo 13
*** Caro papà..ho preso tutto da te ***


La valigetta di Maret,

La valigetta di Maret..l'ha dimenticata qui.

Jesus prende la 24 ore di pelle e la guarda..che segreti nascondi, Maret? C'è solo lavoro in questa custodia elegante o anche qualche piccolo segreto che non mi rivelerai mai?

Ridacchia parcheggiando la macchina all'angolo della strada, in mezzo a tutte le altre . Sale le scale di casa... casa sua, dove ha portato Maret quella volta.

..nel mio letto..

Adesso sa dove abito ma non verrà mai a farmi visita.

Apre la porta guardando la posta. Tutte lettere intestate a Matthew Brennan.

Matthew è il nome di suo padre, Brennan il cognome della madre.

Bollette..bollette.. pubblicità...cartolina.

La gira. E' di Ariel, vergata in fondo con un cuoricino stilizzato. Jesus sorride fra : si ricorda sempre di mandargli una cartolina quando si sposta fuori dallo stato.

Posa la posta sul tavolino all'entrata e si siede stanco..non ha fatto niente ma è esausto. La stanza odora di chiuso. Per forza : alloggia alla villa 5 giorni la settimana! Solo nel weekend torna in quell'appartamento di 60 metri quadri. Il frigo è vuoto ma non ha fame.

Un' artista sempre in viaggio, ha detto alla portinaia impicciona quando si era interessata della sua vita.

La donna ci aveva creduto, osservando i capelli lunghi e la sigaretta che penzolava all'angolo della bocca. Che giovinastro! pensa ironicamente Jesus fra .

La stanza è quasi spoglia, non ha bisogno di molto..non è certo piena di tutte quelle meraviglie come il loft di Maret!

...stava male..

Poggia la valigetta della ragazza accanto a . E' incuriosito ma non sta bene impicciarsi nella roba degli altri, questo gli ha insegnato la madre quando era piccolo.

Ci teneva Ann, all’educazione. Un killer ammodo…da ridere.

Una lettera di suo padre. Jesus sorride e gli manda un saluto silenzioso. . Sta bene, si raccomanda prudenza.

Prudenza! Vecchio mio, ho preso tutto da te...anche la sfortuna con le donne.

Si alza stirandosi, accende la tv ma non la guarda veramente.

..dovrei andare da lei..

Prende una pacco di sigarette nuove, controlla d'avere l'accendino ed esce un'altra volta.

 

L'acqua mormora. E' piacevole da ascoltare. Ha preso la macchina e in preda ad un istinto si è diretto alla spiaggia.

Fa fresco, si stringe nella giacca sportiva guardando due innamorati che si fermano a baciarsi. La ragazza lo vede e  ridacchia imbarazzata, tirando il fidanzato per la mano.

..poteva essere lei..

Cammina sul molo, per una volta non è bagnato. Si siede con le gambe che penzolano nel vuoto..accidenti, lì si che fa freddo.

..la sua pelle era così calda..

Vede un punto lontano, la luce di una barca.. le stelle sono così tante.. comincia a canticchiare una canzone, gli viene sempre in mente quando pensa a Maret .. una sirena suona..e Jesus ricorda.

 

Look at the stars, 

look how they shine for you, 

And everything you do, 

Yeah they were all yellow 

I came along, 

I wrote a song for you 

And all the things you do 

And it was called 'yellow' 

 

Jeanne l' aveva conosciuta al college, ad una festa per la precisione. Si sa come vanno queste cose : una canna di troppo, alcool a fiumi e si era svegliato con una bellissima moretta accanto a lui.

La ragazza gli aveva sorriso. Un sorriso da spezzarti il cuore, tanto era dolce e lui si era innamorato per la prima volta.

 

So then I took my turn, 

oh what a thing to have done 

And it was all yellow 

 

Your skin, 

oh yeah your skin and bones 

Turn into something beautiful 

You know, you know I love you so 

You know I love you so... 

 

Jeanne era tutto ciò che potesse desiderare a 18 anni. Era felice, non gli mancava più niente adesso.

Un giorno suo padre lo chiama al telefono e gli dice che la madre è morta. Un incidente d'auto.

Jesus si precipita a casa, Jeanne lo vuole accompagnare ma il ragazzo rifiuta.

I funerali sono uno strazio. Suo padre non versa una lacrima.. ma dopotutto Matthew è fatto così. Duro, quasi gelido a volte. Ann, sua madre, aveva sempre pregato che Jesus non venisse su con il carattere chiuso e gli aveva dato quel nome sperando che gli portasse fortuna; era una fervente cattolica e lui la rispettava, ma non  ci credeva poi molto di tutto quel gran parlare di perdono e vita eterna.

Finito il college si iscrive all'università. La cerca vicino casa, vuole tornare da suo padre per fargli compagnia, ma l' uomo non sembra molto felice della sua decisione. Un giorno Jesus torna a casa all' improvviso e lo scopre mentre 'lavora'

Matthew non dice nulla. Uccide l'uomo in fretta e si sbarazza del cadavere. Jesus è sconvolto, non può credere che suo padre faccia quel lavoro!

Si arrabbia, urla, lo vuole quasi picchiare. Ma Matthew resta impassibile. La sua maschera di ghiaccio..Ann non l' ha mai sopportata.

Con calma gli spiega le sue ragioni, per il ragazzo sono inaccettabili. Torna all'università ma è tutto diverso. Jeanne non lo capisce più. Jesus è sempre più chiuso in se stesso, l'amore della ragazza non basta a consolarlo della macabra scoperta che suo padre, il caro paparino, quello che da piccolo lo portava al parco a giocare e a pesca la domenica..uccida la gente...per soldi.

 

Deciso a farlo smettere, si precipita un'altra volta a casa. Lo sente litigare da fuori con qualcuno; il tempo di aprire la porta e una pallottola vola accanto a lui.

Matthew è sconvolto : per la prima volta Jesus vede sul volto di suo padre un'emozione umana.

Una colluttazione, uno sparo assordante e l'uomo giace morto a terra. Ma non è stato Matthew ad ucciderlo..è stato lui..e quello che è peggio, è che non ha provato assolutamente nulla. Come se la cosa non lo riguardasse

Senza una parola chiama la polizia, inventando la balla di un rapinatore armato "ho fatto fuoco per difendermi ma non immaginavo di prenderlo..e tanto meno di ucciderlo" dice al poliziotto mentre lo interrogano. Finge bene di essere sconvolto. Ci credono. Dentro è freddo come il ghiaccio.

Matthew lo guarda e tace, limitandosi a confermare la versione del figlio.

In quel momento Jesus si rende conto di quanto sia simile a suo padre e si spaventa.

 

I swam across, 

I jumped across for you 

Oh what a thing to do 

Cos you were all yellow 

 

I drew a line, 

I drew a line for you 

Oh what a thing to do 

And it was all yellow 

 

"Ehi amico..hai una sigaretta?"

Qualcuno lo disturba, distraendolo dai suoi pensieri. Jesus si volta...un povero barbone.

Gli allunga un paio di sigarette e qualche spicciolo. L'uomo lo ringrazia e se ne va, con l 'andatura barcollante di chi ha bevuto troppo. Sa già dove finiranno le sue banconote. Con questo tempo non supererà l'inverno, pensa Jesus tornando a guardare la luce della barca. Cristo che freddo, ma che mi è saltato in mente di venire qui? si domanda rabbrividendo nel giaccone pesante.

..Maret, eri così strana…

Una spiaggia.. come quella volta, quando aveva detto a Jeanne del suo nuovo lavoro.

La ragazza era rimasta senza parole. Credeva che l'amore per lui fosse abbastanza forte per sopportare la verità. Invece era scappata a gambe levate. C'era stato male, ma non così tanto come si sarebbe aspettato.

Diventava sempre più come suo padre.

 

And your skin, 

oh yeah your skin and bones 

Turn into something beautiful 

For you I bleed myself dry

For you I bleed myself dry

 

Ha 27 anni quando sente il padre parlare di Maret. Una ragazza in gamba che vive con MacMahon. Jesus non l'ha mai conosciuto ma sa tutto di lui e si domanda se quella ragazza sia la sua amante. Lo chiede al padre ma Matthew si limita a guardarlo male e a mormorare che 'figlio idiota' abbia.  

Le voci su Maret corrono in fretta e non sono molto lusinghiere : 'puttana' è l'appellativo più ricorrente, da quando a preso a calci nelle palle Vincent. Jesus lo conosce e non lo può sopportare. Comincia a stimare Maret.

Il giorno in cui sente alla televisione della morte di MacMahon si domanda cosa farà la ragazza. E' presto accontentato : Maret trova il suo assassino e lo fa fuori in una maniera talmente orribile che gli fa accapponare la pelle.

Montature ovviamente. Una donna non può essere così. Nessun killer è spietato, non si uccide mai con cattiveria, ma con una sorta di lucida consapevolezza che la prossima volta ci potresti essere tu dall' altra parte. E' quello che ti fa premere il grilletto.

Mors tua, vita mea.

Capisce perchè suo padre è così freddo.

Devi farlo. O non ne esci vivo.

Jeanne nel frattempo è tornata da lui. Lo accetta così com'è..dice. Ma Jesus ormai è cambiato; non è più lo scanzonato ragazzo di una volta. E’ uno schifoso assassino.

Un giorno le presenta un suo amico, Ritchie. Lo vede da come si stringono la mano che fra i due è scattato qualcosa. Non dice niente e aspetta.

Non gli ci vuole molto a scoprirli e Jeanne non è mai stata capace di mentire decentemente.

Non gliene importa niente.. non ha certo portato il lutto mentre era assente. Ormai per lui è morta.

Intendiamoci, non è stata la scopata in che l' ha fatto incazzare, può capitare.

Bastava che gli dicesse "mi sono innamorato di lui, scusami" oppure "ti lascio perché non ti amo più". Una cazzata qualsiasi!

Invece no. Ha pianto, ha negato. Come cazzo fai a negare se ti beccano in flagrante reato?!

 

Non è stato fortunato suo padre con le donne..e neanche lui.

Torna alla macchina starnutendo. Si sarà beccato un bel raffreddore a stare tutto quel tempo sul molo. Ha il fondoschiena congelato e le mani intirizzite. Vede la valigetta di Maret e guarda davanti a .

Si dirige al loft e la lascia davanti alla porta. Si volta per andarsene..qualcuno potrebbe rubarla se la lascia li.

E’ indeciso, sbuffa più volte. Il campanello..basta premerlo. Allunga il dito incerto.

Al diavolo! Al massimo mi risponderà male come al solito!

Preme il freddo bottoncino di ferro e aspetta.

Maret apre la porta senza neanche guardare dallo spioncino. Nell’altra mano ha una pistola.

Ha pianto, pensa porgendole la valigetta

Maret la guarda..e guarda lui “grazie” gli dice con un sussurro prendendola .

Sta per andarsene..fa due passi e si gira nuovamente. Maret è rimasta a fissarlo. Ha il volto arrossato.

“Vuoi venire a fare una passeggiata con me?” le domanda gentilmente . Ha voglia di abbracciarla, di consolarla..qualsiasi cosa abbia.

Maret lo guarda per un po’. Jesus le volta le spalle, non si aspettava altro.

“Se aspetti un minuto prendo la giacca ..mormora posando la valigetta all’interno dell’abitazione.

 

It’s true

look how they shine for you

look how they shine for you

look how they shine

 

Look at the stars, 

look how they shine for you, 

And all the things you do, 

 

Jesus guarda la porta accostata e sorride, sentendosi stranamente bene.

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Capitolo 14
*** Il blues dell'anima ***


Sono tornat ialla spiaggia

Sono tornati alla spiaggia. Maret gliel’ha chiesto espressamente. E’ tanto che non ci va, ha bisogno di sentire l’odore del mare.

Jesus cammina accanto a lei in silenzio, non fuma neanche. Stranamente non ne sente il bisogno.

I lampioni illuminano la piazzetta circolare con la loro calda luce arancione. Per accedere alla spiaggia devono scendere le scalette di legno consumate dalle intemperie. Jesus si avvicina alla riva…è così silenzioso quel posto adesso. Sente solo il lento sciabordio delle onde.

Chiude gli occhi e ascolta l’armonia placida che si ripete incessante.

Maret non parla molto, si sta ancora chiedendo se ha fatto bene ad accettare il suo invito. Ma  non si sente più sola adesso, anche i dolore è passato. Il senso di vuoto che provava ha lasciato il posto ad una completezza che la spaventa ..perchè la rende quasi felice.

L’ avverte sempre quando sta vicino a Jesus ..e stasera sembra essersi moltiplicata.

 

Si è sempre sentita sola Maret, anche quando viveva con la zia o con MacMahon. Ma non le è mai piaciuto piangersi addosso, sua madre lo faceva sempre quando ilragazzo’ di turno la mollava..Maret non l’ha mai sopportato. Le avrebbe voluto gridare “guarda con che idiota stai uscendo!” invece taceva e si limitava a porgerle l’ennesimo fazzoletto asciutto.

Dopo una full immersione nel disagio esistenziale, a 18 anni decise che non sarebbe mai diventata come lei ed escluse le persone dalla sua vita. Cara mammina, sei stata un vero esempio! Hai corazzato il mio istinto di sopravvivenza, con le tue continue tragedie!

Sbuffa, dandosi della sciocca..non ricominciare con la storia dell’affetto materno mancato! La sgrida la sua solita voce severa nel cervello.

 

Ma per una volta Maret non la vuole ascoltare. Non è sola stasera…c’è Jesus.

Sembra quasi che il mondo abbia un posto anche per lei, quando le sta vicino.

 

Gli lancia un’occhiata, sta osservando il mare da un bel po’ di tempo. Lo vede voltarsi  verso un gruppo di ragazzi, in circolo attorno ad un falò.

Maret li guarda..si stiano divertendo un mondo; sono ubriachi fradici e qualcuno si sente male..tuttavia la festa continua tra le risa e i lazzi.

Il vento si alza, Maret rabbrividisce e si stringe nel cappotto ..doveva restarsene a letto.

..con lui…

Jesus le si avvicina, non la tocca. che Maret lo odia quando lo fa  “Come stai?”

Il suo sguardo è preoccupato, pensa la ragazza un po’ stupita. Attende un po’prima di rispondere.. ha ancora quel groppo in gola che non la fa parlare.  

“Bene..” sussurra mentre si allontanano dagli schiamazzi. E’ quasi un delitto parlare in quel luogo..rovina l‘atmosfera..

Trovano una barca rovesciata e ci si siedono sopra. 

La sabbia scricchiola dolcemente sotto le loro scarpe,  Maret inspira l’aria fresca con piacere.. ma le fa male il petto..le viene ancora da piangere, ma non lo farebbe mai davanti a lui.

Jesus non trova un’ argomento di conversazione e si limitano a starsene in silenzio, uno di fianco all’altro.

Un’ improvvisa imprecazione fa girare Maret di scatto.

Ahio!Ma che cavolo..!” una bottiglia rotta. Con tutto lo spazio che c’è, Jesus è riuscito a metterci la mano sopra.

Il sangue rosso che esce dalla ferita riscuote Maret dal suo torpore..il sangue..lei odia il sangue, per quello è così rapida nel suo lavoro.

Resta un attimo a guardare il liquido che fluisce dal palmo tagliato e le torna in mente zia Lizze.

Jesus fruga in una tasca in cerca di un fazzoletto. Peccato non ne abbia mai appresso. È sbadato su certe cose, sua madre lo prendeva in giro ogni volta che usciva e tornava dopo due minuti a prendere le chiavi di casa.

Maret apre la borsa : a differenza del suo capo ha di tutto con . Da quando le hanno sparato addosso, ha scoperto le meraviglie del disinfettante spray.

“Allunga la mano “ gli dice tranquilla.

“Ti porti quella roba appresso?!” le chiede stupito, mentre una sensazione di freschezza gli  aggredisce la pelle.

“Certo..per ferite, tagli..pallottole vaganti..” mormora afferrando un fazzoletto e togliendo il sangue in eccesso.

E’ distratta mentre fa quel lavoro, non si è mai accorta di avere le mani così piccole..inadatte a reggere una pistola di grosso calibro.

..sono le sue che sono troppo grandi ..

 

Maret arrossisce : ricorda benissimo le chiacchiere maliziose con le amiche. Quando aveva 16 anni ci credeva veramente nell’amore e la sua teoria ancora non si era sviluppata del tutto. Le mancava qualche tassello…e poi, eccolo là! Signori, squillino le trombe, arriva Tommy , il ragazzo più carino del liceo. Le era piaciuto subito. Il suo primo e ultimo amore.

Un grandissimo idiota.

 

Ha la mano così calda..pensa mentre il fazzoletto le scivola distrattamente e va a finire sulla sabbia. È inutilizzabile adesso. Maret fa una smorfia.

“Dai, lascia perdere” le dice accomodante, fin troppo stupito della sua gentilezza “non morirò certo per un taglietto.

Però gli piace che Maret si preoccupi, almeno apparentemente.

“Non potrai lavorare per un po’ “ mormora tranquilla, togliendosi il foulard di seta dal collo e usandolo come fasciatura di emergenza.

“No..Maret..” sussurra incredulo… Addirittura?!

“Al prossimo incarico mi pagherai di più “ dice soddisfatta, trattenendogli la mano più a lungo del necessario.

Jesus la guarda negli occhi e Maret non sa come comportarsi. Lo lascia andare lentamente..le sue mani sono di nuovo fredde adesso..e vuote. Non è piacevole. Se le mette in tasca cercando un po’ di calore.

Non è la stessa cosa.

Jesus guarda il foulard che gli ha stretto intorno..c’è il suo profumo sopra.

“Sai che ci vorrebbe adesso? Un po’di musica..sussurra Maret all’improvviso. Jesus si volta verso di lei e la guarda incredulo. Non ce la faceva così romantica!

..lei è molto di più…

“Vieni con me” le dice allungandole l’altra mano.

Maret la guarda incerta. La stringe dopo un po’ e ritrova quel calore meraviglioso.

Lasciano la spiaggia a piedi , Maret si sente bene, è piacevole quel tipo a volte.

..molto piacevole..

Camminano a lungo, Jesus non le lascia mai la mano.

Maret si sente di nuovo una ragazzina. Le piace ..anche troppo. Si scioglie dalla sua stretta leggera.

Jesus non dice niente, neanche la guarda. È già tanto che gliel’abbia permesso fino a quel momento.

 

Arrivano su un ponte.

Una musica lenta e seducente.

Un blues che si leva nell’aria..morbido e avvolgente come una coperta calda.

 

Maret lo adora ma non lo dice a Jesus. Lui si avvicina all’uomo e gli lascia una mancia generosa.

La ragazza si appoggia al parapetto di marmo freddo e chiude gli occhi..è ipnotizzante quella melodia, ti fa venire voglia di ballare ..

Jesus nota il sottile movimento che fa con la testa. I capelli si muovono leggeri  attorno al suo viso. La vede sorridere e ne resta un po’ scombussolato.

“Bellissima” sussurra Maret, poggiando i gomiti sul parapetto e tenendo il ritmo.

Improvvisamente il vento fresco non la accarezza più. Sente un calore piacevole dietro di lei.

Jesus le porge la mano con un sorriso invitante.

Maret è un incerta..vuole ballare con lei? Perché no..in fondo cosa vuoi che succeda? si dice ingenuamente

Si stringe a lui e si sente bene..troppo.

Ha un profumo così buono. Le ricorda i pomeriggi passati con zia Lizze a infornare biscotti al cioccolato. Il suo abbraccio è avvolgente..un senso di calore e protezione, come non provava da tempo la ghermisce violentemente e la lascia scombussolata.

Si stringe ancora di più a Jesus e si lascia dominare da quell’emozione privata. E’ solo sua, non ha paura di goderne, non può farle del male, ne è certa.

Una cosa così piacevole non può ferirti. 

 

La musica è malinconica e struggente..sembra ti scavi dentro, sfiorandoti con le sue dolci dita..ti accarezza. così insinuante…

Maret si sta commuovendo, non riesce a sopportare quel calore, quell’armonia. Si irrigidisce e Jesus la sente tendersi contro di lui “ehi..” le sussurra dolce, accarezzandole i capelli. Maret si scosta da lui ..ha gli occhi gonfi di lacrime.

“Maret.. “ sussurra piano quando una lacrima le cade sul cappotto. Una gocciolina sola, le altre  si perdono sul viso della ragazza,

La abbraccia con forza, stringendola contro di sé . Maret affonda il viso nella sua spalla. Ne ha bisogno.

Quando si calma non riesce a respirare. Si vergogna da morire.

Jesus guarda il capo clinato e si sente rimescolare dentro “ehi…” le sussurra dolce “se lo sapevo, non ti ci portavo qui!” Le accarezza una guancia con delicatezza, soffermandosi più del necessario.

Maret tiene gli occhi chiusi, assaporando quella sensazione deliziosa che si propaga lungo il collo.

..non smettere, continua..

Vuole essere carino con lei. Maret lo apprezza. Annuisce appena ma vorrebbe sprofondare per l’ imbarazzo.

Improvvisamente la musica cambia, il sax intona una musica arrangiata ..Barry White.

È leggermente meno struggente dell’altra. Maret non la riconosce.

Jesus sa che significa..ne ricorda solo pochi pezzi. Non le rivela il suo vero significato. Se lo sapesse scapperebbe a gambe legate.

Le note di “Just the way you are” si levano vibranti, non suona poi male, pensa Jesus continuando a stringere il corpo di Maret..da quanto tempo lo voleva fare?

 

I need to know that you will always be

The same old someone that I knew

What will it take till you believe in me

The way that I believe in you.

 

I said I love you and that's forever

And this I promise from my heart

I could not love you any better

I love you just the way you are

 

Maret si lascia cullare a lungo..è una canzone d’amore, pensa sentendola entrare dentro di . Le fa sempre quell’effetto, il sax.

Quando la musica finisce, Jesus continua a stringerla..ha voglia di sentire il suo profumo, quello vero.. non la costosa fragranza che sente penetrare nelle narici. La sua pelle bagnata dopo una  doccia calda.. prima che indossi la solita maschera da strega.

“Ci facciamo una cioccolata calda?”

Ha usato appositamente quel tono spensierato..è troppo pensare a lei che fa la doccia! Gli viene voglia di trascinarla a casa sua..

..per fare l’amore tutta la notte..

La sta già stringendo troppo, ma lei non se ne lamenta. Forse non se n’è accorta..o forse..

Maret ride alla domanda, guarda l’orologio : è quasi mezzanotte “a quest’ora?

Se fai la brava ti concedo anche la panna montata” le propone strizzandole l’occhio. Maret alza lo sguardo, le viene da ridere.

…dio, quant’è bella adesso..

Quegli occhi lucidi, le guance arrossate..ha voglia di riempirla di baci..si, lo vorrebbe proprio fare.

Con galanteria le offre il braccio. Maret sorride..non l’ha mai vista sorridere così.

Mentre camminano per la strada incrociano una coppietta che litiga “non arriveranno mai ai nostri livelli” le dice in tono complice, facendola scoppiare a ridere “meno male che non siamo una coppia!” esclama Maret tacendo subito dopo.

..già…non siamo una coppia..

Jesus sta pensando la stessa cosa in quel momento. Ha voglia di stringerla nuovamente; il vento forte che si alza e la fa rabbrividire gli da l’occasione giusta. Maret si ritrova il suo braccio attorno alle spalle. Non dice niente ma si sente morire di imbarazzo.

Gira la testa per un attimo, lui fa lo stesso..sente il suo respiro sul viso e resta a fissarlo, con lo stomaco che si agita violentemente.

Jesus si ferma : o la bacia adesso o mai più!

“Scusa..” mormora a disagio, sciogliendosi dalla sua stretta e allontanandosi un .

Un’imprecazione dentro di sé.

Non importa quanto ci vorrà, prima o poi riuscirà a conquistarla, dovesse impiegarci una vita!

 

Sono seduti in un bar adesso..uno dei pochi aperti a quell’ora di notte. Maret sorseggia la sua cioccolata con una faccia paradisiaca. Dovrebbe berla più spesso, la fa sentire bene.

Jesus la guarda di sottecchi, sembra un bambina felice.

..ci vuole tempo..

 Maret lo osserva per un attimo e capisce che non è la cioccolata a farle quell’effetto..è lui.

Come’è la tua?” le domanda gentile.

“Come la tua” risponde Maret allontanandogli il cucchiaio dalla tazza “provengono dalla stessa scatola ..e non ti azzardare a fregarmi la cioccolata! Posso diventare molto pericolosa se tocchi questa delizia!” lo minaccia scherzosamente.

..ma ne varrà la pena..

Che altro ti piace?” le chiede d’un tratto, poggiando una mano sulla guancia e inclinando la testa.

Perché lo vuoi sapere?” domanda sorniona, sorseggiando con cautela la bevanda calda. Si è già scottata la punta della lingua prima e l’ha presa in giro 10 minuti filati.

“Così..”

..voglio sapere tutto di te..

“Lo sai ..sai dove abito, chi frequento..che lavoro faccio” gli risponde vaga.

“Non so niente di te “ le dice con uno strano tono di voce.

Maret lo guarda a lungo..è indecisa. Se gli rivela qualcosa del suo passato potrebbe anche usarla contro di lei. “stai invadendo la mia privacy” gli dice d’un tratto dura.

..non lo farebbe, lo sai..

Jesus solleva  le mani in segno di resa. In meno di un secondo, Maret è riuscita ad innalzare un muro di 20 metri fra loro due. Ci resta male..molto.

Guarda di lato : due ragazzi si stanno imboccando a vicenda..ma stasera ci sono solo coppie in giro?! Si domanda un po’scocciato.  

“Mi piace il gelato alla vaniglia”

Jesus si volta e la guarda. Maret fa finta di niente, non sa perché gli ha risposto..neanche con Lyse parla mai dei suoi gusti. Forse perché era stato così carino con lei…

E’ gia qualcosa, pensa l’uomo tranquillizzato.

E tu?”

Alza lo sguardo. Maret lo scruta con una strana espressione.

“Crème caramel” risponde finendo di bere la sua cioccolata.

“Stanno bene insieme..”mormora Maret con tono indecifrabile, giocherellando col cucchiaino. “Già..”

 

Il locale deve chiudere, gli avventori escono in silenzio. E’ finita la serata e Jesus sa che non ce ne saranno altre.

La accompagna a casa. Fanno la strada lentamente. Maret è inquieta. La prospettiva di tornare nel loft sola non le piace.

..io adesso.. vorrei..

Quando arrivano sulla porta, Maret tentenna. Resta a lungo con la chiave infilata nella toppa..

“Senti..”

Jesus la guarda ..sta per dirgli quello che pensa?

“Grazie..” sussurra la ragazza. Le si è formato un groppo in gola e non riesce a dire altro.

L’uomo le sorride.

..e che ti aspettavi? che ti invitasse a casa sua?

Le da le spalle. Deve tornare alla spiaggia a prendere la macchina.

“aspetta..”

Jesus si gira col cuore in tumulto. Maret scende i tre scalini di corsa e si ferma di scatto..ma che diavolo stavo per fare?! Inventati qualcosa, sta facendo la figura della stupida!

Si?” le chiede avvicinandosi leggermente.

…chiedimelo…

“per il foulard..non ti preoccupare…” Quella sciocchezza è la prima cosa che le viene in mente.

..resta qui…

“Non mi preoccupo” le risponde con uno strano presentimento..gli sembrava quasi che stesse per dirgli qualcosa..o per fare qualcosa.

La saluta con un cenno della mano e se ne va a piedi..deve fare un mucchio di strada.

Dovevi rimanere, idiota! 

Maret lo guarda allontanarsi, appoggiata allo stipite…le è mancato il coraggio..

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Capitolo 15
*** L'arrivo di Natt ***


Parliamo di Natt

Parliamo di Natt.

Natt è un sicario. Un tipo tranquillo, lavora da solo e se la diverte parecchio.

Ha 36 anni e un giro d’attività illecite che fa rizzare i capelli ai poliziotti di mezzo mondo.

Corse clandestine, combattimenti fra cani, incontri sporchi di boxe..volete scommettere su una giocata vincente? Chiamate Natt.

Il lattaio non vi rifornisce la mattina perché avete fatto i cattivi e non avete risciacquato bene la bottiglia, il giorno prima? Chiamate Natt.

Buoni o cattivi, Nathaniel se li fa tutti. Basta che paghiate. Non importa il perché o il percome. Lui fa il suo lavoro e basta.

Un’unica cosa : non chiedetegli di uccidere donne o bambini, perché vi farà secco all’istante.

E’ un sicario con un’etica.

Non si alzano le armi su creature innocenti o incapace di difendersi.

Perché ne parliamo?  

E’ appena arrivato in città e si vuole divertire un po’. Parcheggia la grossa Trail Blazer in mezzo alla strada bloccando il traffico, mentre compone un numero sul cellulare.

Gli occhiali da sole neri riflettono il pallido sole mattutino. Sono praticamente inutili, ma Natt li adora..gli danno quella certa aria da cattivo ragazzo che fa’ impazzire le donne.

O almeno, questo è quanto che gli ha detto la sua ultima conquista, una portoricana dal sangue caliente.

Guarda davanti a sé, poggiando sul tettino della macchina il braccio inguainato dal cappotto nero, lungo fino ai piedi. Sorride a due ragazzine che passano e lo indicano..Già mi piace questa città!

 

Jesus sta leggendo dei fax, un sommesso mormorio esce dalle sue labbra leggermente aperte mentre rilegge per l’ennesima volta la richiesta assurda che gli hanno fatto.

Cristo, ma in questa città non c’è nessuno che non voglia morto il vicino di casa?!

Mogli fedifraghe, mariti assenti..ma sono motivi buoni per spegnere qualche lumino prima del tempo?!

Dio santo, sono completamente fuori! Pensa incredulo posando il foglio con sguardo perplesso. Il cellulare che squilla interrompe le sue elucubrazioni,..questa è Maret con qualche scusa nuova!

“Non t’inventare niente.. devi lavorare” esclama senza neanche guardare chi è.

Odia avere mille suonerie.. è un tradizionalista su certe cose. Dovrebbe ricordarsele una per una..tutto tempo sprecato!

 

“Ehilà chico, come te la passi?”

“Natt?”

 

Jesus si solleva inconsciamente dallo schienale imbottito “Natt - il lardello?” sghignazza divertito ripensando al ciccione di 130 kg che conosce da una vita.

“Figlio di puttana come sempre.. dove vengo a raccattare le tue secche chiappe?!” esclama l’uomo ridendo.

Ha una bella risata, Natt. Quando sorride si riflette negli occhi neri…come li aveva definiti quella ragazza, nel pub di Manchester?

Ah si..‘due tizzoni ardenti ’!

Jesus sente il rumore di macchine e di clacson che strombazzano incessanti. Conoscendolo si sarà fermato in mezzo alla strada bloccando il traffico, come era solito fare quando lavoravano insieme a Londra.

“Ti do l’indirizzo, ce la fai a scriverlo o la ciccia ti impedisce di tenere la penna in mano?” continua a canzonarlo con un largo sorriso stampato in faccia.

“Scherza poco bello, ti do una pista con le donne adesso!” lo avverte facendo un gestaccio ad un’automobilista che sta gridando da dentro la macchina “ora mi sposto, idiota! Non vedi che sono al telefono?!” sbraita nel cellulare forando un timpano a Jesus che non riesce trattenere le risa immaginando la scena.

“Ma che casino in questa città!”esclama all’amico sentendo le risate soffocate “ho sentito che hai messo su un bel giro..ce l’hai qualche bellezza che lavora per te?” domanda interessato.

“Qualcuna..” risponde vago..le viene in mente Maret all’istante : lo prenderebbe a calci per cinque stati, se ci provasse con lei come era solito fare con le irlandesi di Dublino, quattro di anni fa.

“Suona su sto cazzo, stronzo! Parcheggio dove mi pare!“ lo sente urlare di nuovo.

 

L’incarnazione della classe.. pensa Jesus scuotendo la testa.

 

Natt si appoggia alla Trail Blazer che splende come una gemma sul velluto di un gioielliere, per nulla intenzionato a spostarsi.

La portiera aperta gli dà l’occasione per mettersi in posa : solleva un piede e lo poggia sulla soglia dondolandosi leggermente.

”Ehi,..bambolina..vieni da papà..” lo sente sussurrare Jesus al telefono, seguito da un fischio di ammirazione che gli lede il timpano per la seconda volta. Con calma cambia orecchio, aspettando con il mento poggiato su una mano che la sequela di oscenità proveniente dall’altra parte, cessi del tutto.

“Dicevamo?” gli domanda l’amico dopo un po’.

Perchè non ti togli di mezzo? Magari la faccenda si sistema magicamente da sola” gli propone scostando le tende dalla finestra. Intravede la figuretta esile di Ariel avvicinarsi alla villa; la ragazza solleva lo sguardo e gli fa un cenno di saluto, quando lo scorge dietro il vetro.

“Ma si…” mormora con fare sornione “preparati a piangere..un fisico così te lo sogni, chico!”

Esclama Natt chiudendo il cellulare con uno scatto.

Si volta verso il poliziotto che gli fa cenno di sgombrare e impreca fra i denti..città del cazzo!.

 

Un violento bussare fa trasalire Ariel, mentre Jesus le spiega i dettagli della missione. Non fa neanche in tempo a pronunciare unavanti’ che la porta si spalanca e un pazzo vestito di nero da capo a piedi si catapulta nel suo ufficio, con un sorriso a 36 denti stampato in faccia.

“Ha ordinato un killer express?!” esordisce simpaticamente il nuovo arrivato, avvicinandosi con lunghe falcate alla scrivania di Jesus che stenta a riconoscere ‘Natt- il lardello’ nell’affascinante uomo che ha appena messo piede nel suo studio.

Ma che hai fatto?!” esclama incredulo guardando il fisico scolpito e asciutto dell’uomo.

“Dieta ferrea e un sacco di moto!” risponde abbracciandolo e dandogli delle forti pacche sulle spalle “Allora?! Come butta fratello? Stai mettendo su rotoli, eh?” lo prende in giro divertito, pizzicandogli un fianco con forza.

Solo in quel momento nota Ariel che lo guarda con fare perplesso.

“Ehi ehi ehi…” sussurra guardandola. Si gira del tutto verso di lei e si toglie gli occhiali, puntandole addosso due occhi neri come la notte.

 

Ariel è imbarazzata : siede nella poltrona con le gambe incrociate sotto di e le mani unite in una sorta di preghiera. Jesus l’aveva gia notato : lo fa sempre quando le spiega le cose. La maglietta che indossa è leggermente scesa su una spalla e rivela la spallina rosa del reggiseno. Tira su la manica arrossendo un po’, sotto lo sguardo insistente dell’uomo.

 

Natt si volta verso Jesus che si sta ricomponendo e lo guarda divertito.

“Che bambolina..quasi quasi mi metto pure io in affari con te..” gli mormora piano indicando Ariel

che si è insaccata ancora di più nella poltrona.

“Leggi le labbra..no!N-O!” lo redarguisce serio “non ti azzardare..non cominciare a provarci con le mie dipendenti!”

Natt sbuffa sollevando le spalle…figurati se un no lo ferma!

Si siede di schianto sulla poltrona accanto ad Ariel. La ragazza lo guarda di sottecchi e si rivolge a Jesus con due occhioni imploranti “posso andare adesso?”

“Devi aspettare Maret, devi andare con lei” la informa in tono dispiaciuto, squadrando Natt che continua a mettere in soggezione la ragazza.

“Natt! Allora?” lo sgrida tirandogli un foglio di carta appallottolato.

“E una bambolina come te fa la killer? Scherziamo?” dice ad Ariel lanciando la palletta al precedente proprietario.

“Io..ci provo” afferma imbarazzata.

Mh” l’uomo annuisce accendendo un sigaro pestilenziale “beh..uno deve pur cominciare”

“Ancora quella marca di merda?” esclama Jesus alzandosi per aprire la finestra.

 

Natt non lo ascolta, concentrato com’è sulla ragazza …e adesso chi lo stacca più di dosso quella poverina? Pensa Jesus osservandolo : il tempo l’ha migliorato..tranne nei modi! Ha due anni più di lui e il cervello atrofizzato quando si tratta di donne..ma nel campo è uno dei migliori.

Un vero asso.

L’uomo si volta verso l’amico e apre la giacca “allora, che ne dici del mio nuovo look?”

Jesus lo guarda con una smorfia sarcastica “ sembri appena uscito da Matrix” commenta laconico.

Natt batte una mano sul bracciolo imbottito e si sbraca scompostamente nella poltrona “l’effetto deve essere quello!”

Si gira verso Ariel che lo sta analizzando “che dici.. va bene?” le domanda in tono caldo.

 

Oddio.. è la fine! Quando tira fuori quella voce da Humphrey Bogart non c’è salvezza!

 

“Quanti anni ha?” gli domanda di punto in bianco guardandolo intensamente.

E tu quanti ne hai, piccolina?” le rigira la domanda con fare sornione.

“22 ”

“Un fiore appena sbocciato!” esclama Natt sorridendo “diciamo che ne ho parecchi più di te, tesoro..e molta più esperienza” le dice sporgendosi verso di lei. Jesus sta seguendo la scena incredulo. peggiorato..decisamente peggiorato!

Ariel scuote la testa dolcemente “ lo chiedevo perché mi ricorda tanto il mio papà che non c’è più”

Il silenzio cala nella stanza all’improvviso.

Natt resta congelato sulla poltrona, non riuscendo neanche a muoversi…papà?!

“Sa..è morto giovane..lei quanti anni ha? 45? 46?” continua a chiedergli Ariel con quel tono carino che non gli fa più arrapate gli ormoni ma lo manda nel panico da pre -anzianità! 

 

Jesus resta senza parole! Cavolo..mica ce la faceva così lesta di lingua! Le manca la giusta dose di sarcasmo e di cinismo ed è tale e quale a Maret!

No, lei non sarebbe stata così sottile : gli avrebbe ficcato la pistola in bocca!

A proposito di Maret ..

Prende il cellulare, trattenendo le risa e guardando il suo amico che non spiccica più parola e fuma in silenzio. Ariel se la ride fra i denti, cercando di non farsi notare mentre gongola per la vittoria sofferta.

Uno squillo solo e la voce della ragazza gli rimbalza nell’orecchio violentemente “Sei in ritardo!” sbraita cercando di sovrastarla.

“Guarda idiota che sono arrivata, ma il viale è bloccato dal gippone di uno stronzo!!” esclama nervosa Maret, cercando di fare manovra per aggirare la Trial Blazer.

Jesus chiude il telefono sospirando..perchè ha l’ impressione che sta per succedere una catastrofe di proporzioni immani?!

 

Maret scende infuriata dalla macchina prosegue il tragitto a piedi..guarda la Trial e le chiavi in mano e sorride malignamente.

Dopo 5 minuti, entra sparata nell’ufficio di Jesus, trovandolo parecchio affollato rispetto al solito. “Cos’è? Si fa festa?” chiede irritata guardando le due poltrone occupate ..e questo chi è?

“Lui è Natt..le dice Jesus sospirando e preparandosi ad un massacro fra titani.

La ragazza guarda il tipo smilzo che le porge la mano senza neanche alzarsi dalla poltrona ”ciao bella” esordisce lo sconosciuto, girando appena la testa di lato e guardandola dal basso verso l’alto.

 

Maret è sconcertata..cristo santo..sono uguali!

 

L’uomo che se ne sta seduto scompostamente sulla poltrona di pelle, con una gamba penzoloni e  fumando come un turco è la fotocopia di Tommy, il grande amore di Maret.

Jesus notando la sua aria meravigliata, aggrottò le sopracciglia..che le è preso?

 

Maret non riesce a staccargli gli occhi di dosso..è identico! I corti capelli neri, leggermente incolti..gli occhi scuri..Tommy..

 

Ma perché non li tagli, Tommy? ’ aveva chiesto la piccola Maret al ragazzo, mentre passeggiavano sulla stradina assolata, in un caldo pomeriggio di giugno.

naa..sono più belli così..i poeti e i sognatori li portano in questo modo’ le aveva risposto allegramente,  passandosi una mano in mezzo e scompigliandoli ancora di più.

Maret aveva riso divertita e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia..lui l’ aveva abbracciata..

 

“Tommy..” sussurra appena Maret, stentando ad allungare una mano per toccarlo.

 

L’uomo si voltò sorpreso e la guardò da capo a piedi “Natt..è corto, non ci vuole molto ad impararlo” rispose in tono canzonatorio, osservando la ragazza che lo fissava in modo strano.

 

Maret lo scruta intensamente..quello sguardo penetrante..

 

‘Non sembro un vecchio pirata con quest’ espressione cupa?” le aveva chiesto mentre si recavano ad una festa mascherata.

Naa!”aveva esclamato Maret picchiandolo sul cappello da pirata con la sua bacchetta dorata

‘vieni qui angioletto..’ le aveva sussurrato stringendola con forza ‘sto così bene con  te..non ci lasceremo mai vero?’

mai aveva risposto lei al settimo cielo.

 

Sottoposto a quell’esame prolungato, Natt s’interessò alla nuova arrivata sempre di più.

Ripresosi dallo smacco di Ariel, ora era attratto da Maret che sembrava essersi imbambolata.

Si rivolse a Jesus che la guardava a sua volta incuriosito “fissa sempre tutti così, chiappe d’oro?” sghignazzò, spegnendo il sigaro quasi sul bordo del portacenere.

Si girò verso la ragazza che non accennava a togliergli gli occhi di dosso e glielo allungò con un sorrisetto sarcastico “ehi bambola, fammi un favore..svuotalo

 

Maret si riscosse all’improvviso.. bambola? Chiappe d’oro?! “Senti pezzo di merda..se non vuoi rimetterci la pelle, attento a come parli!” esclamò infuriata in faccia all’uomo.

Ehh..come se la prende, la pupattola!”

Natt si alzò con un balzo elegante dalla poltrona e si avvicinò al cestino della carta stracolma “mi sa che ti devi prendere una cameriera” disse a Jesus usando un tono familiare.

“Eh? Ah si..mormorò staccando gli occhi da Maret..che strana espressione..e poi chi era Tommy? Un amico? Un ex? Pensò un po’ infastidito.

 

La goliardia di Natt non aveva ancora raggiunto l’apice e quando si rivolse nuovamente a Maret Jesus pensò che lo avrebbe defenestrato.

“Ehi bellezza! Perché invece di andartene in giro a sventolare la pistola, non ti metti una bella crestina su quell’adorabile testolina e non ripulisci un po’ sto porcile che JC continua a chiamare studio?”

Natt le sorride sarcastico, appoggiandosi alla finestra e aspettando la reazione violenta della donna.

 

Maret distolse a fatica lo sguardo da lui “ma è amico tuo..JC?” domandò minacciosa, sedendosi sulla poltrona che aveva ospitato il killer.

“Diciamo di si..un vecchio amico..” rispose cercando di capire chi diavolo fosse quel Tommy e che rapporti avesse con lei.

 

Aaahh… ma che razza di presentazione!” esclamò l’uomo mettendosi seduto sulla scrivania di fronte a Maret e togliendo la vista a Jesus “ Nathaniel Kluge, faccio il sicario, se non l’avessi capito e me la diverto, a differenza di st’idiota qua dietro che pensa solo al lavoro!” con un gesto del pollice, indicò Jesus che guardava la sua schiena, leggermente infastidito dalle libertà che si stava prendendo il suo amico.

“Natt per gli amici” le porse la mano con un sorriso aperto. Maret lo guardò perplessa “sei identico a uno che conoscevo..mi stai già sulle palle” gli rispose acida allungando la mano e stringendola con forza, cercando di fargli male.

E che diavolo!si poteva vendicare su di lui della relazione finita male!

 

“Bene! Un ottimo passo per una sana e fruttuosa amicizia! Non so tu, ma io credo nella lussuria a prima vista!” sottolineò quelle parole con un lungo sguardo di ammirazione al corpo di Maret. Si soffermò sul seno e fece un fischio di ammirazione “che bocce, bellezza! Mi fanno venire voglia di giocare a bowling...tutta la notte” mormorò con voce bassa e suadente, trattenendo la mano di Maret che si incazzò notevolmente!

“Se ti azzardi di nuovo a dirmi una cosa del genere ti..

La minaccia che stava per fare finì nel vuoto : con un veloce movimento Natt la tirò verso di sé e le stampò un bacio sulle labbra che la prese alla sprovvista e le impedì di reagire.

 

Ariel e Jesus li guardarono sconcertati, restando a bocca aperta.

Natt la staccò da sé dopo un attimo sorridendole “Mmhh..che labbra..se è così tutto il resto spero che la nostra amicizia si approfondirà presto!” mormorò in tono morbido, accarezzandole la vita con le mani.

Maret restò a fissare sconcertata la fotocopia del suo ex che le sorrideva invitante e si sentì strana..Tommy..

 

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Capitolo 16
*** La foto di Tommy ***


Maret si riscosse dal bacio di Natt e si spostò all’indietro, evitando di farsi toccare nuovamente

Maret si riscosse dal bacio di Natt e si spostò all’indietro, con lo sguardo stravolto.

Inciampò nella poltrona e cadde sul tessuto imbottito con un tonfo leggero...non è possibile...dio santo.. sembrava proprio lui..

Un silenzio pesante calò nella stanza. Maret respirava affannosamente, cercando di riprendersi dalla sorpresa.

Strinse le mani coperte dai guanti di morbida nappa color crema sui braccioli della poltrona e continuò a fissarlo.

Non può essere Tommy.. è a centinaia di chilometri da qui!

D’un tratto la consapevolezza di essere rimasta a bocca aperta davanti a tutti, la mandò in confusione. Cercò di ricomporsi in fretta : si schiarì la voce, lanciando un’occhiata accanto a sé. Ariel la guardava in maniera strana e Jesus non le staccava gli occhi di dosso.

Mi ha baciato…davanti a lui! Pensò all’improvviso toccandosi la bocca. Deglutì a vuoto più volte, rivolgendogli uno sguardo incerto. Già le dava fastidio che l’avesse fatto..e poi davanti.. perché se ne preoccupava?! Che gliene importava di Jesus?

 

Natt si era appoggiato nuovamente alla finestra inondata dal sole, compiaciuto per la reazione della donna. Chiuse gli occhi aspirando a fondo il sigaro nauseabondo..il breve soggiorno sarebbe stato molto piacevole se continuava così!

 “Capo..l’ incarico…così ce ne andiamo” mormorò Ariel notando lo sguardo omicida negli occhi

di Maret e l’ombra cupa che era calata sul viso del suo datore di lavoro.

Mai avrebbe pensato di assistere ad una cosa del genere! Maret che baciava un altro e ..quel figlio di puttana traditore di Natt..

“si..certo…” rispose tetro senza guardarla.

Quando uscirono l’uomo le seguì con lo sguardo “ quale ti scopi delle due?” gli chiese pacatamente.

Jesus lo fulminò con lo sguardo “nessuna delle due!”

Natt lo conosceva bene. Si era reso conto della tensione che regnava dentro di lui. Mascella contratta, occhio assottigliato e una vena che pulsava sul collo con forza.

“Quella alta,eh?”gli domandò sghignazzando.

Jesus lo folgorò un’altra volta.“Non c’è niente fra noi ” dovette ammettere suo malgrado.

Si alzò dalla sedia girevole consapevole di aver fatto la figura dell’idiota. Lo squadrò da capo a piedi e per la prima volta nella sua vita fece paragoni fra loro: Natt è il suo esatto contrario,

perennemente allegro e con la battuta sempre pronta. Anche quando era soprappeso attirava molte  ragazze..in più, dovette ammettere irritato, sembrava uscito da una rivista patinata in quel momento.

E vederlo accanto a Maret, perfetta a qualsiasi ora del giorno, fu un attimo.

Merda.

 Natt si mosse a disagio sulla poltrona…mai visto Jesus più incazzato!

“Ehi amico basta dirlo..non vado a mettere le mani sulla roba degli altri, lo sai!” esclamò contrito

”bastava che mi avvertissi!”

Jesus lo fissò a lungo, scettico. Dopo un po’ annuì e si rilassò. In effetti non l’aveva mai fregato.. per Natt l’amicizia era sacra.

Si passò una mano fra i lunghi capelli biondi più volte.

Lo fa sempre quando cerca di calmarsi, pensò Natt in silenzio.

Con calma si sedette,  appoggiandosi pesantemente allo schienale della sedia girevole. “ comunque è vero che non c’è niente..” gli disse sbuffando.

Natt gli rivolse un’occhiata sarcastica “chi è Tommy? Mi suona di ex”

Jesus annuì ”anche a me o non si spiega la reazione che ha avuto.” Guardò l’amico offeso per quelle parole “ehi faccio questo effetto alle donne, sai?” lo avvertì con una smorfia.

“Non a Maret..non è il tipo che frequenti tu!”

“Mi suona di insulto vero e proprio”  mormorò Natt serio.

“Diciamo che se non fossi identico a quel tipo a quest’ora starebbero raccogliendo i tuoi pezzi nel cortile qua sotto!”  affermò sorridendo alla visione di Maret che lo picchiava di santa ragione.

Natt restò sorpreso “è una tosta!”

“Molto!” ridacchiò divertito.“Chi diavolo potrebbe essere quel Tommy?” si chiese a bassa voce dopo un attimo.

“Fa qualche ricerca no?” gli propose vedendolo in difficoltà..neanche ai tempi di Daisy stava così.

“No..non mi va..” gli disse serio “Maret è una tipa particolare..”..

 “E ti sei preso una cotta, eh?” lo canzonò tirandogli un sigaro “fatti una fumata, scemo”

 

Le due donne camminavano in silenzio, evitando la folla frettolosa. Era quasi l'ora di pranzo, la gente è nervosa se non si riempie lo stomaco in fretta.

Maret era ancora sconvolta da quello che era successo, ma non sapeva che il bello doveva ancora venire! Si impone di non pensarci almeno per quelle due ore..prima il lavoro!

Ariel la guardò preoccupata: da quando erano riuscite dalla villa non aveva spiccicato una parola e continuava ad avere quell’aria inquieta anche se cercava di non darlo a vedere.

In macchina si era risistemata il rossetto in fretta, restando un attimo di troppo con lo specchio in mano.

Non si sta guardando realmente., aveva pensato la ragazza lanciandole qualche occhiata veloce.

 

“Decisamente bizzarro quel tipo”disse in tono leggero, cercando di instaurare un rapporto con ‘la strega cattiva di Biancaneve’, come la definiva Rex.

“Un completo idiota” le rispose secca.

“Sa..Jesus mi ha detto..”

“Ne parli parecchio… ti piace, per caso?” le domandò Maret all’improvviso.

"No " esclamò la ragazza incredula "non è il mio tipo..e poi è il capo!"

Già..era il capo. Cazzate.

"Bene..non si mescolano affari e vita privata in questo lavoro"..e tu cosa fai, Maret? chi stavi baciando due settimane fa?

..mi ha baciato lui..

Ariel ci restò male ma se al capo piaceva tanto, un motivo ci doveva pur essere!

"Il capo parla molto bene di lei..gli piace parecchio..penso che si sia preso una cotta" le disse pacatamente mentre Maret rallentava impercettibilmente il passo col cuore in tumulto.

 

Nel ristorante, una cameriera molto bella e distratta rovesciò casualmente un drink addosso ad una signora attempata che reagì violentemente. "la farò licenziare!" esclamò la vecchia recandosi in bagno per pulire la macchia. Maret si profuse in scuse, lanciando un'occhiata ad Ariel che faceva finta di leggere il menù.

Con discrezione, dopo un minuto, la ragazzina si alzò recandosi alla toilette delle signore.

Entrò sentendo i borbottii della donna ..adesso, è il momento buono!pensò Ariel tirando fuori la piccola pistola..le tremavano le mani..non ci riesco, pensò allarmata..ma ce la doveva fare o Jesus l'avrebbe uccisa..per non parlare di Maret!

Proprio in quel momento la porta del bagno si aprì e Maret apparve con uno smacchiatore"ancora lei?" esclamò la vecchia stizzita. "signora, questo prodotto è fenomenale per togliere le macchie" Sorrise incoraggiante guardando appena Ariel che cincischiava dietro di lei.

"mhf!" esclamò la vecchia porgendole la giacca.

Maret le sparò il prodotto sul viso. Con un gemito la vecchia si accasciò a terra mentre Maret la trascinava dentro una cabina sistemandola sul water "continua tu" disse ad Ariel sempre più nervosa.

La ragazza prese la pistola col silenziatore e puntò..sudava e tremava ma lo doveva fare. Sparò..il sangue uscì dalla ferita a fiotti..aveva preso un arteria.

"Bene, ora fila dalla finestra" le disse Maret chiudendo la cabina e spezzando la chiave dentro.

 

"Allora ?" le chiese Jesus quando tornarono. Ariel aveva l'aria sconvolta mentre Maret era gelida come al solito.

La donna non rispose..stava pensando a quello che era successo la mattina e alla frase della ragazza, cercando un ordine di priorità. Una battuta sarcastica le salì spontaneamente alle labbra."Come credi sia andata?" gli chiese sferzante...ma la stava ad ascoltare o no?!

Jesus guardava Ariel con aria preoccupata "ehi piccolina, hai una faccia.."

Una strana sensazione la attanagliò, mentre osservava il suo datore di lavoro che parlava con Ariel.

Quel tono così carino..

"Prenditi qualche giorno di vacanza..Rex va in città, perché non vai con lui?" continuò ignorando Maret che cercava di analizzare in fretta quel sentimento sconosciuto che stava invadendo ogni fibra del suo corpo.

Lo guardò nuovamente e sbattè gli occhi più volte...

..quel tono l’ aveva usato solo quando l'aveva baciata..e poi, sul ponte..

"Con.. Rex? Va bene capo" mormorò con una vocina flebile che fece venire i nervi alla donna all’istante. Posò pesantemente la borsa sul tavolo disturbandoli di proposito.

Jesus fece una smorfia ad Ariel che si mise a ridere "ecco così sei più carina..sta attenta a quel pagliaccio " le disse mentre lei gli buttava le braccia al collo e gli schioccava un bacio sulla guancia.

Maret stava per esplodere, quando vide il gesto con la coda dell'occhio.

Gelosia?!Non è possibile!

"Signora..la ringrazio molto della sua pazienza" si sentì dire dalla ragazza. Si voltò verso di lei col volto contratto "fa parte del lavoro" rispose dura.

Un gestaccio di Jesus la costrinse a cambiare atteggiamento "sei stata brava..dico davvero"

La ragazza si illuminò felice e sorrise “Allora io vado! Ciao capo." Li salutò con un gesto dalla mano mentre si fiondava giù per le scale.

"Vediamo se quei due si danno una smossa. Rex non fa altro che piagnucolare ..s’è preso una cotta per la piccolina” le disse allegro, vedendola chiacchierare con i suoi ragazzi all'entrata.

Quindi non le va dietro..pensò Maret sollevata. Una macchia marrone attirò la sua attenzione e le bloccò qualsiasi pensiero.

 

Il mozzicone di sigaro era ancora là. Lo fissò a lungo con sguardo greve.

quel dolore..di nuovo!Pensavo di averlo superato..

“Se n’è andato quel pallone gonfiato del tuo amico?” gli domandò con difficoltà, continuando a fissarlo cupa. Le stava venendo la nausea. Si allontanò un po’ dalla scrivania, sforzandosi di voltare la testa. Lo sguardo restava inchiodato sul sigaro e un flashback dell’incontro mattutino la mandò nel panico.

 Jesus la vide sedersi col viso indurito e poggiare il viso sulle mani a coppa. Chiuse la porta delicatamente e si inchinò davanti a lei.

Maret si ritrasse impercettibilmente, scostando le mani ed evitando di guardarlo. Si strinse le braccia sullo stomaco, restando con la schiena lievemente inclinata.. come se il peso che portava sulle spalle fosse troppo faticoso da sopportare.

“Maret, che ti succede?” le chiese preoccupato.

La ragazza non rispondeva persa nei ricordi..quei ricordi che odiava con tutta se stessa!  

“Niente!” disse in fretta “allora se n’è andato?”

La prospettiva di rivedere il fantasma vivente di Tommy non la entusiasmava di certo!

 

“Mi ha chiesto un favore, quindi sarai costretta a vederlo nuovamente..” mormorò adagio, osservando la gamma di emozioni che si alternavano sul viso della ragazza : sorpresa, incredulità ed infine un’ amara certezza.

Averla di nuovo così vicino lo mandò in subbuglio. Dopo quella nottata non gli aveva più rivolto la parola..anzi, lo trattava peggio di prima! Sperava che si fosse smosso qualcosa fra loro..invece..

Abbassò un attimo gli occhi e guardò la cinta del cappotto bianco che indossava, cercando di recuperare  il terreno che sentiva franare pericolosamente sotto i piedi.

“Gliel’hai fatto tu quel rigaccio sulla macchina?” le chiese sorridendo : quando Natt l’aveva scoperto era andato su tutte le furie e aveva bestemmiato in tre lingue !

 

“Si..” rispose Maret a stento…lo doveva vedere di nuovo?

..non ci riesco, non posso..

Jesus non riuscì a fare a meno di sporgersi verso di lei, allungando una mano per accarezzarle il volto contratto.

Quella lieve carezza la riscosse come se l’avesse schiaffeggiata.

..ha una cotta per te!

Possibile che fosse…la verità?

La sua mano scivolò sul braccio ricoperto dalla lana pesante. Jesus la studiava con una strana espressione.. quegli occhi così chiari..le ricordavano il mare calmo al mattino…   

 

‘dai tuffati, non è fredda!’

 La prendeva sempre in giro perché aveva paura dell’acqua. ‘Vai avanti tu..’rispondeva guardando la distesa calma. Il ragazzo usciva dall’acqua e la prendeva in braccio facendola gridare per il divertimento e la paura.

‘ Se ci rimango secca tornerò a tormentarti!’gli gridava prima che la lanciasse nell’acqua. Poi quando riemergeva tossendo e sputando Tommy era subito lì a consolarla con un sorrido divertito

 

“Maret..”

La ragazza si ridestò dal ricordo piacevole e doloroso allo stesso tempo. Lo guardò inquieta..che stava per dirle?

“Quella notte..io volevo..” Jesus stentava trovare le parole e lei certo non lo aiutava, con quello sguardo spaventato!  

Maret lo fissò sempre più allarmata..che voleva..che le stava dicendo? Non lo voglio sentire! Non in questo momento! Non con il fantasma di Tommy tornato a tormentarmi!

 

Si alzò di scatto facendolo quasi cadere all’indietro. Strinse la cinta in vita, allacciando a fatica

i bottoni grandi del cappotto “Me ne vado in vacanza.. non sono indispensabile, no?”gli chiese raccogliendo la borsa che era caduta a terra e si era rovesciata, rivelando il prezioso contenuto.

La vide chinarsi a raccogliere rossetti, fard e creme che fece sparire velocemente all’interno della sacca di pelle nera.

Il portafoglio aperto era scivolato accanto a lui. Lo raccolse per porgerglielo e restò piacevolmente sorpreso, quando vide una foto di Maret da piccola..carina! Pensò rimirando i lunghi capelli mossi che le scendevano sulle spalle..e quella signora chi è?

“Tua madre?” le chiese allungandole il portafoglio. Maret sobbalzò quando lo vide in suo possesso e  glielo strappò letteralmente  di mano “fatti gli affari tuoi!” esclamò nervosa.

Le cadde di nuovo e una serie di foto si sparpagliò sul pavimento accanto a lei. Maret sospirò esausta lasciandole a terra…a che serviva cercare di nasconderlo?

Jesus la guardò con una smorfia sul volto. Abbassò gli occhi e le raccolse una ad una : Maret che correva sul prato con un sorriso allegro, di nuovo quella signora dall’aria gentile..e poi...in fondo… restò sconcertato davanti la foto del ragazzo che Maret voleva gelosamente celare ai suoi occhi.

“Natt?!”esclamò incredulo squadrandola.

“Tommy..” sussurrò Maret restando seduta sul pavimento freddo. Diede un colpetto alla borsa allungando la mano verso Jesus per riprendere la foto “il mio ex grande amore..”

 

Il tempo sembrava essersi fermato mentre Jesus guardava Maret allibito. Le porse la piccola foto che la ragazza gettò all’interno della borsa e le diede una mano a rialzarsi. Maret non lo guardò neanche una volta.

Sulla finestra un uccellino si fermò cinguettando festosamente, ma volò di nuovo via, quando sentì i rumori che provenivano dalla stanza.

“Hai capito adesso?” gli chiese con un filo di voce, sedendosi sulla poltrona stancamente. L’uomo annuì lentamente sistemandosi di fronte a lei.

“Maret..è il passato..” le disse a bassa voce : se teneva quella foto ci pensava ancora, non l’ aveva dimenticato..quindi lui.. 

“Lo so..” annuì fissandosi le unghie curate “ è un fantasma difficile da esorcizzare, il mio”

Jesus guardò il capo leggermente reclinato della ragazza e si sporse verso di lei “secondo me ti farà bene stare a contatto con quel tonto” le disse incoraggiante, sentendosi sconfitto in partenza dall’ex di Maret.

 

Lo guardò per un attimo e le parole di Ariel le ritornarono in mente bruscamente.

..si è preso una cotta..

La visione di Natt si sovrappose a quella di Jesus, mandandola nel panico più completo.

“Non lo vuoi proprio capire che non posso stare vicino a quello?!”sbraitò di punto in bianco,

alzandosi dalla poltrona arrabbiata “cercati qualcun’ altro!”

Jesus restò un attimo perplesso dalla reazione violenta. La vide spalancare la porta dell’ufficio e andarsene in fretta “Maret! Torna subito qua!” esclamò infuriato “non abbiamo finito di parlare…e ti sei dimenticata l’assegno!” le disse ironico per farla tornare indietro.

Un’altra porta che sbattè rabbiosamente, stroncò le sue parole. Jesus sbuffò più volte esasperato! Che doveva fare con quella pazza?!

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Capitolo 17
*** Un fantasma da esorcizzare. ***


Maret camminava per la strada da sola

Maret camminava per la strada da sola. Era notte fonda ma non riusciva dormire. Faceva freddo, di nuovo il maledettissimo freddo che tormentava ogni momento della sua vita. Il respiro caldo formava nuvolette leggere, di fronte a suoi occhi tristi.

Si muoveva lentamente, con le mani in tasca. Sentiva le dita ghiacciate..i guanti, li dovevo prendere prima di uscire, pensò tirando su il bavero del cappotto e fremendo a contato col tessuto freddo.

Il foulard che aveva lasciato a Jesus non l’aveva più rivisto ma ne possedeva talmente tanti che non lo rimpiangeva.

Jesus..che stavi per dirmi oggi? Si chiese turbata..i suoi occhi..erano così..

..gli piaci..   

Sospirò a lungo fermandosi davanti ad un locale notturno. Un uomo uscì sulla strada e dalla porta semiaperta provenne un calore piacevole. Entrò distrattamente, godendo del caldo soffocante che vi regnava..aveva bisogno di sedersi!

 

Uno peggiore non lo potevo trovare, pensò guardando le facce poco raccomandabili della gente.

In un angolo del locale, illuminato scarsamente da piccole lanterne polverose, c’era un tavolo da biliardo. Due uomini stavano giocando in silenzio e sembravano molto concentrati. Si sentiva solo il rumore della stecca che urtava contro la pallina bianca e un lieve vocìo di discorsi appena sussurrati.

Maret si sedette al bancone, facendo un gesto al barista. “Una vodka liscia” ordinò sottovoce.

Il barista le gettò un’occhiata veloce,  mettendole davanti un bicchierino che Maret toccò appena..

Tommy.

Tommy.

Tommy.

Tommy.

Tommy.

Tommy.

 

Dio, che stress!!

 

‘Non ci lasceremo mai, amore..

mai

mai 

mai

mai..

 

Ma va al diavolo!!

Pensò sarcastica, con una smorfia di dolore sul bel viso. Bevve un sorso del forte liquore e lo ingoiò velocemente, sentendosi bruciare la gola.

Va al diavolo Tommy..tu e il fottutissimo Natt!

Ne ordinò un altro, sedendosi ad un tavolo isolato, vicino ai giocatori che non la degnarono di un’occhiata.

Che diavolo sei tornato a fare,  Tommy?! Ero riuscita a dimenticarti..dopo tutti questi anni!

 

‘Ma come mi lasci? Avevi detto che saremmo stati insieme per sempre!’ aveva esclamato con le lacrime agli occhi guardando il suo ragazzo, che con aria imbarazzata, il giorno del funerale di sua madre, le comunicava che fra loro era tutto finito.

Cerca di capire..non è proprio il caso di restare insieme’ aveva mormorato a disagio. Maret lo aveva guardato allontanarsi e in preda allo sconforto più totale si era accasciata a terra piangendo, mentre zia Lizze cercava invano di consolarla con parole dolci.

 

Con le spalle all’entrata non notò l’uomo che seguì con lo sguardo ogni sua mossa.

Maret gettò il giaccone pesante sulla spalliera dietro di sé, appoggiandocisi con la schiena. Sospirò a lungo con gli occhi chiusi. I piedi cominciavano a scaldarsi..tra poco avrebbe avuto addirittura caldo. Il maglione nero accollato le dava fastidio. Lo spostò con un dito lentamente..la sua mente vagava in un universo di pensieri confusi, incastrati gli uni con gli altri.

Non riusciva a sbrogliare quella matassa ingarbugliata e a congiungerla in un filo unico e questo la mandava ai pazzi.

E’ sempre stata una persona logica, Maret. Matematica era la sua materia preferita.

Da A si passa a B….una linea retta, semplice.

Per la prima volta, si sente in balia degli eventi che la travolgono a ondate sempre più alte.

Il locale è talmente fumoso da farle venire il mal di testa, ma per Maret è l’ultimo dei pensieri.

 

Ma perché succede tutto insieme? Una cosa per volta, cazzo! Si urlò dentro non potendo fare liberamente. Prima Jesus che sembra essere interessato e quella frase sibillina..

Poi..questi sentimenti che non riesco a capire..e ora..

 “Barista! Un altro!” esclamò ad alta voce senza guardare il bancone. Una sagoma scura si avvicinò al suo tavolo con una bottiglia di Jack Daniel’s in mano. Maret alzò gli occhi e imprecò fra i denti.

Natt si sedette senza aspettare di essere invitato e le riempì il bicchiere di whisky

“Non si beve mai soli” Le disse in tono canzonatorio appoggiandosi al muro e accendendo una sigaretta che aspirò con piacere. Gliene porse una in silenzio. Maret la prese e ci si trastullò un attimo, prima di accenderla.

“Non te ne uscire con la cazzata che i dispiaceri nuotano benissimo perché non sto cercando di affogarli!” lo avvertì usando un tono talmente duro che Natt restò a guardarla perplesso.

“Allora.. a chi assomiglio? Un ex, vero?” le chiese a bassa voce, prendendo il bicchiere con tre dita.

Maret lo guardò..identico!

“Già ” annuì ingoiando un sorso di whisky che la fece strozzare.

“Vacci piano, non è acqua!” la rimproverò quando ebbe smesso di tossire anche i polmoni.

Maret assentì schiarendosi la gola “lo sento..mormorò con voce alterata.

“Scommetto che ti ha spezzato il cuore!”

Quella frase, gettata lì con noncuranza la spinse  a guardarlo nuovamente.

Se ne stava poggiato con la schiena al muro, guardando davanti a sé e giocando continuamente con la sigaretta.

Maret poteva vedere la punta della lingua che leccava il bordo del filtro arancione fra i denti..quella visone scatenò in lei un’oscura eccitazione…come se al solo guardarlo commettesse un grave peccato.

“Già..”  rispose asciutta, senza staccare gli occhi dalla bocca stirata in un sorriso ironico.

“Questo crea dei problemi “ le disse d’un tratto riempiendo i bicchieri “se dovemmo lavorare insieme..

“Non ci penso neanche  a lavorare con te..chiappe belle!” esclamò sarcastica. “Di a Jesus ti trovarti un’altra partner” bevve di colpo il resto del bicchiere e stavolta riuscì a controllarsi ..peccato che fosse quasi astemia e che il whisky le stesse già dando alla testa.

“Da quanto tempo lo conosci?” gli domandò all’improvviso.

Natt aspirò la sigaretta a lungo, prima di rispondere.

“Schienavamo gente a Londra tempo fa..mormorò serio “Mi piaceva lavorare con lui. C’avevano ingaggiato per far fuori degli stronzi dell’IRA. Quei figli di buona donna avevano messo una bomba in una scuola privata e fatto saltare un po’ di ragazzini ricchi. Il padre di uno di questi ci aveva assunto per vendicarsi” continuò con voce fredda, quasi metallica, mentre ricordava la vicenda. “Solo che non immaginavamo di incappare in un’azione di S.A.S, quella sera.

Quella è gente cazzuta, altro che i fottuti Marines! Muri di fuoco rapidi e precisi. Eccellenti killer, lasciatelo dire. Assassinio legalizzato” ridacchiò divertito. “E’ stato un carnaio, sembrava una zona di guerra!”

Maret lo ascoltava attentamente, non sapeva niente della vita di Jesus e tutto le poteva tornare utile.

“Porca vacca, ci siamo tirati dietro tutto l’esercito inglese quella volta, ma è stato divertentissimo!”

Esclamò Natt ridendo “bei tempi..già

Ingoiò il resto del bicchiere con una smorfia “sempre stato troppo serio, quel ragazzo”

Fece un tiro alla sigaretta quasi finita. La schiacciò nel portacenere con sguardo distratto “e tu?”

Cosa?” domandò Maret sulla difensiva.

“Come sei finita a lavorare per Jesus? Non mi sembri il tipo che ama ricevere ordini” le disse serio.

“E’ una storia lunga...non penso ti interessi” commentò asciutta.

Un sorriso gli stirò le labbra mentre la cenere della sigaretta gli cadeva sul maglione.

“Di poche parole. Giochi a fare la misteriosa...mi piaci molto “ mormorò d’un tratto, continuando a guardarla con quegli occhi penetranti che la mettevano a disagio “Ma con me non attacca, bella. I tuoi giochetti da principessa li puoi fare quanto ti pare con Jesus..ma non mi freghi. Non sono nato col cervello infilato nel culo...ti ho capita benissimo”

“Ah si?” Gli domandò sarcastica “e cosa avresti capito? Sentiamo.. cervellone!” lo canzonò divertita.

Natt la guardò sorridendo e giocherellò col bicchiere vuoto “quello t’ha mollato e ci sei rimasta talmente male che odi tutti gli uomini, solo per il solo fatto che respirino la tua stessa aria.” Cominciò ad elencare piano “ti atteggi a gran diva perché non sai fare altro..mi fai un po’ pena” le disse secco “ e mi dispiace che quel poveraccio ti debba sopportare.”

“Guarda che l’ ha voluto lui!” ribattè Maret arrabbiata.  

“Certo..gli avrai agitato davanti quel bel culetto sodo che ti ritrovi! Si .,la carne è carne!” le disse ridacchiando e lanciandole un’occhiata che la spogliò con gli occhi.

“E’ un problema suo..a me non interessa” dichiarò Maret continuando a fissarlo con stizza.

Natt la guardò ridacchiando “ Quanto ti rode per quel bacio?”

“Mah..una mosca è più fastidiosa” rispose ingoiando un sorso del liquore.

L’uomo rise dentro di sé : mentiva e si vedeva lontano un miglio.

“Dai, togliti pensiero..le disse protendendosi verso di lei e porgendole la faccia “su, uno bello duro..così ti riscatti di quello stronzo che t’ha fatto soffrire!”

 

Maret lo fissò..faceva sul serio..dio, che tentazione!

A che sarebbe servito, in fondo? Dopotutto se Tommy era un fetente, non poteva certo prendersela con Natt..ma se la poteva prendere per quel bacio! E per le fantasie che aveva fatto su di lui fino a quel momento.

Gli pizzicò la guancia tirandola verso di sé. “Se ti riazzardi a baciarmi, ti stacco quella linguaccia irriverente che ti ritrovi !” gli disse seria, sibilando fra i denti.

“L’avessi usata..mormorò l’uomo massaggiandosi la faccia e alzando le sopracciglia ironico.

“Saresti qualche metro sotto terra, in tal caso !” lo avvertì prendendo il giaccone dalla sedia.

“Cristo santo, datti una rilassata! Sei più rigida di un morto!”esclamò divertito.

Si alzò con lei avvicinandosi più del dovuto alla ragazza. Era talmente vicino che Maret poteva sentire il suo profumo..un aroma leggero e secco.  

Natt passò un dito sulla scollatura del suo maglione e quel contatto le bruciò la pelle “se l’avessi usata a quest’ora non saremmo qui a cianciare di ex ma nel mio letto a ballare la rumba, bellezza!”

le sussurrò invitante nell’orecchio.

Maret si sentì fremere nuovamente..e che diavolo!datti una calmata..non sarai mica in calore per quel coglione?! 

Lo squadrò per un po’ con uno sguardo omicida negli occhi “al prossimo ‘bellezza’ o ‘bambola’ che tiri fuori..” si fermò incredula : non le veniva neanche una minaccia decente!

L’avrò esaurite tutte con Jesus, pensò scrollando la testa.

Una sensazione sgradevole, come se stesse facendo qualcosa di estremamente negativo, la aggredì all’improvviso, senza che riuscisse a trovare una spiegazione logica…mah, avrò bevuto troppo e poi è tardi.. è il sonno che si fa sentire! Si disse alzando metaforicamente le spalle. 

Esaminò di nuovo Natt e sospirò : inutile sprecare parole con quell’idiota che la contemplava e sghignazzava continuamente!

E Jesus come ti chiama?” le chiese fermandola, mentre si rimetteva il cappotto.

Cosa intendi?”gli domandò incuriosita, con le mani sul bavero rovesciato.

L’ uomo si appoggiò al bordo del tavolo  e allungò le gambe, incrociando le braccia sul torace   “Che c’è fra voi?”

“Niente!” esclamò Maret fingendo di non ricordare quel bacio che le aveva dato. Scuotè la testa divertita..figurati!

“Hai detto bene prima, non sopporto gli uomini, soprattutto quelli come voi” affermò dura “giocate a fare i duri con la pistola in mano e poi quando si tratta di fare sul serio, scappate a gambe levate”

Natt si raddrizzò calciando via la sedia davanti a sé “qua se c’è una che scappa sei tu. Non ti se neanche accorta..tacque indeciso..non erano affari suoi, in fondo.

Maret restò ferma, aspettando che finisse la frase col ginocchio che fremeva per la voglia di prenderlo a calci nelle palle.

“Quindi se libera come l’aria..sussurrò invitante per cambiare discorso.

“Non per te, tesoro”

“Io dico di si...”

La fissò con quel sorrisino che dava sui nervi alla ragazza.

Maret ridacchiò divertita dalla sicurezza che emanava quel tipo.. crede davvero di essere irresistibile!

“E scommetto che muori dalla voglia di scoparmi..te lo leggo in faccia”

Quella frase la bloccò mentre prendeva la borsetta. La lasciò ricadere su tavolo e si voltò a guardarlo “ oh..si amore..” sussurrò sorridendo invitante. Gli poggiò le mani sul torace e le lasciò scivolare verso la cintura “ non vedo l’ora..gli disse sorniona.

Natt sorrise divertito e le infilò una mano sotto i capelli “ è un altro modo per esorcizzare il tuo fantasma” mormorò tirandola verso di sé.

Qualcosa di duro fu premuto violentemente sul suo cavallo. Natt si raddrizzò all’improvviso. La pistola..quando cazzo l’aveva presa?!

La ragazza sorrise sprezzante mentre la lasciava andare. Con una smorfia altera, prese la borsetta che aveva lasciato sul tavolo e gli diede le spalle, avviandosi all’uscita e lasciandogli il conto da pagare.

Natt la guardò allontanarsi e si incupì..quello scherzetto non gli era piaciuto. Gettò una banconota di taglio grande sul tavolo e uscì dal locale, seguendola a breve distanza. Aveva ragione Jesus..era una bella stronza. Si fermò un attimo in mezzo alla strada. Accese una sigaretta aspirandola nervosamente.. l’avrebbe fatto soffrire di nuovo, come quella troietta di Jeanne.. La vide voltare un angolo e continuò a seguirla, deciso a ‘farla ragionare’.

Maret era talmente distratta che non si rese conto di essere pedinata.

Arrivata al loft ebbe un tratto uno strano presentimento. Stava aprendo la porta quando si voltò di scatto e guardò dietro di sé.

Nessuno..

Con calma infilò la mano nella borsa ed estrasse la pistola di piccolo calibro.

Scese i tre gradini con aria sospettosa…si voltò di nuovo verso la propria abitazione e restò impalata a fissare Natt davanti a lei.

“Mi hai seguito?” mormorò allibita arretrando verso la strada aperta.

L’uomo le sorrise invitante “certo..non dirmi che ti dispiace..” sussurrò avvicinandosi per abbracciarla.

Ma che cazzo credi di fare?” esclamò Maret infuriata, puntandogli la pistola allo stomaco.

Natt continuava a sorridere, non si faceva certo distrarre da una pistola!

“Andiamo bellezza,.posa quel giocattolo” mormorò con voce roca.

Quello sguardo.. Tommy..

“Finiscila ok? Mi hai stancato!”

..Dio che dolore..di nuovo quel dolore..

Natt la afferrò per la vita, facendole scappare un grido di sorpresa. “Non sono stupido Maret, lo vedo da come mi guardi..”

“Perché.. Come ti guardo?” domandò con voce ansimante mentre le infilava le mani sotto il cappotto e le accarezzava il seno.

 “Dimmi che non mi vuoi e io me ne andrò...” sussurrò sfiorandole il collo con le labbra.

“Mi stai stancando..piantala!” urlò in preda al panico, cercando di farlo smettere ...quelle labbra..quel corpo..non riesco, non ci riesco!

..Tommy..

 

‘come ti senti?’

‘Bene..un po’ stanca..’ aveva sussurrato al suo ragazzo dopo aver fatto l’amore per la prima volta

‘allora dormi, amore mio..

Maret aveva chiuso gli occhi sorridendogli..non si era mai sentita più felice come in quel momento.

 

Smise di divincolarsi, respirando a fatica, in preda alla confusione. La realtà si sovrapponeva al ricordo indelebile, rendendola incapace di reagire. Natt la voltò verso di sé e abbassò la testa per baciarla. Le tolse l’arma gettandola a terra. Il rumore sordo che fece risuonò nella strada silenziosa ma Maret non lo sentì..non sentiva più nulla..Tommy era di nuovo con lei.

Si aggrappò al suo ‘ragazzo’ continuando a baciarlo con trasporto, facendosi stringere senza opporre la minima resistenza.

Il portone si chiuse pesantemente dietro di loro, isolando i due amanti dal mondo esterno.

 

Nell’ombra, la brace rossa di una sigaretta brillava come un rubino infuocato. Cadde a terra, esaurendosi come una cometa, nell’aria fredda della notte. 

Jesus guardò la luce spegnersi dietro la piccola vetrata colorata e sospirò arreso.

 

E’ sempre stato il migliore su quelle faccende.

 

 

 

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Capitolo 18
*** L'anima pulsante della notte ***


"Il posto dove dobbiamo andare è una discoteca, il ' Killer Instinct'

 

"Il posto dove dobbiamo andare è una discoteca, il ' Killer Instinct' ..appropriato  direi!"sghignazza Natt divertito, mentre guida veloce per le strade affollate . E’ sabato sera, la temperatura è calata velocemente nella notte.

Fuori la gente si accalca, cammina frettolosa sui marciapiedi affollati, stringendosi nei cappotti pesanti.

Sono insieme da quasi un’ora, un tempo interminabile quando ti trovi con la gente sbagliata, pensa Maret seduta nel sedile posteriore, guardando alternativamente i due uomini davanti a lei. 

“Ehi cazzone, via dalla mia corsia!” urla Natt ad una macchina che non riesce a fare manovra in tempo.

Due paia d’occhi lo guardano male mentre impreca contro l’automobilista.

“Certa gente non dovrebbe guidare, dico io” borbotta superando a folle velocità un semaforo rosso.

“Guarda che non ci dobbiamo ammazzare” lo rimprovera Jesus innervosito.

E’ la prima volta che apre bocca, da quando sono saliti in macchina.

 

Natt continua a parlare a due mummie.

Maret si sente stanca, rintronata. Jesus non l’ha degnata di uno sguardo ed è stato di una freddezza incredibile con lei. Si sta chiedendo il perché da più di un’ora.

Si stringe nel cappotto di pelle imbottito, gli aeratori pompano aria calda, si sta bene la dentro. Sta quasi per addormentarsi.

Dormire si..è stanca, come se fosse stata in piedi tutta la notte.

Non si ricorda niente, a parte la chiacchierata con l’idiota.

E Natt continua a parlare.

Sta zitto una buona volta!

Quando si sono incontrati, un’ora prima,  Maret l’ha fissato a lungo. La rassomiglianza fisica col suo ex è impressionante, ma alla fine non ha niente di Tommy.

Si è stancata anche di pensarci a quel fallito.

 

E’ fatta così Maret..sta male, sempre più male finché una mattina si sveglia e decide che è stufa di soffrire. E per magia tutto si sistema, come se il problema non fosse mai esistito.

 

E’ successo un sacco di tempo, basta con questa storia! E’ora di voltare pagina!

Istintivamente alza gli occhi su Jesus. Lo osserva dallo specchietto laterale. Perché è così arrabbiato?

Vorrebbe chiederglielo…e poi.. vorrebbe anche sapere..

Maret osserva i lunghi capelli biondi legati in una coda. Ha voglia di toccarli, d’ infilarci dentro le dita..

Ma perché ha l’impressione che ce l’abbia con lei? 

 

Natt prosegue la sua tiritera inutilmente, nessuno lo sta ascoltando. L'atmosfera nella macchina è cupa ma non se ne accorge, continua a parlare mentre  i suoi due passeggeri pensano ai fatti propri.

La disco è gestita da una donna, ma c'è una sala a parte, è ben nascosta e ci fanno gli incontri di boxe illeciti. Gente matta che si pesta a sangue..certe volte qualcuno ci crepa" li avverte mentre guida verso il luogo dell’appuntamento.

 

Sta zitto, idiota, prima che ti getti dalla macchina in corsa!

 

Parlava, parlava..non faceva altro che parlare. Jesus guardò Natt fomentato.

Dietro di lui Maret, con sguardo perso nel vuoto, osservava la strada che scorreva velocemente. Posò la fronte sulla mano guantata e sospirò.

 

Quel volto gelido... non trapelava alcuna emozione,  neanche quando l'aveva conosciuto era stato così freddo.

Si slacciò due bottoni del pesante giaccone. Non si poteva mai sapere, si era premunita contro ogni evenienza. Chiuse gli occhi per un attimo, quando i fari della  macchina che incrociarono la abbagliò.

Quando li riaprì Jesus la stava osservando.

A differenza della ragazza ha un giubbotto corto; la fondina con le pistole scompare magicamente fra le pieghe.

La stava rimproverando di qualcosa, Maret ne era certa…e quell'idiota non accennava a  finirla!

"Cristo, Natt fa silenzio un attimo!" esplose d'un tratto innervosita.

"Ehi principessa, datti una calmata" la sgridò semioffeso.

 

Jesus continuava a non parlare. Un freddo immobile dentro di lui gli aveva congelato ogni sensazione umanamente  possibile.

Matthew..sono proprio uguale a te.

Guarda l'amico che si è deciso a tacere, prende una sigaretta e cerca di accenderla..fanculo, accendini di merda!

Abbassa il vetro e il vento gelido investe Maret per un attimo, mentre Jesus lo lancia di fuori.

"Così inquini!" lo rimprovera Natt sorridendo.

 

Sta zitto, figlio di puttana!  

 

Lo fissa con sguardo tetro, vorrebbe strozzarlo per il colpo basso che gli ha tirato, ma non può fare niente, non si può arrabbiare. Dopotutto fra lui e Maret non c’è nulla.

"Finito questo lavoro te ne andrai?" gli chiede con voce dura.

Natt tace un attimo ma lo guarda sorpreso "ehi amigo, se non ti andava potevi dirlo!" 

"Ho voglia di rivedere Rowan" gli disse secco.

Maret alzò gli occhi ..Rowan? "Rowan Crane?" domandò a Jesus che non le rispose

"La conosci?" le chiese Natt sorpreso guardandola dallo specchietto retrovisore.

"Ne ho sentito parlare..era la donna di MacMahon molto tempo fa" rispose ricordando le telefonate dei due. Non l’ aveva mai vista, la donna girava spesso ma arrivavano parecchie cartoline : Malibù, l'India..

"Pensavo che scopassi tu con Robert" mormorò Jesus sprezzante.

 

La frase saettò all'interno dell'abitacolo, lasciando Maret senza parole e un silenzio pesantissimo dietro di .

Natt guardò Jesus meravigliato.. ma che gli stava succedendo?

Dietro di lui la ragazza era ammutolita..l’ aveva fatto apposta..per ferirla! Ci avrebbe messo la mano sul fuoco e non si sarebbe scottata!

Restò talmente male che non trovò neanche le parole per rispondere alla sua offesa.

 

"Gente, ci siamo.." si affrettò a dire Natt vedendo il volto sconcertato di Maret .

Scesero dalla Trial in fretta e Natt imprecò, guardando il graffio che correva lungo la fiancata "se prendo quella testa di cazzo che me l'ha fatto, gli faccio rimpiangere di essere nato!"esclamò aggiungendo due o tre parolacce in un'altra lingua che Maret non capì.

Jesus le passò davanti senza degnarla di uno sguardo, allacciandosi il giubbotto e tirando su il bavero per ripararsi dal freddo.

Maret lo fermò per un braccio e quando si girò verso di lui lo fissò dura "non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere " lo minacciò nervosa.

 

Perché se n’era uscito in quel modo? Dov’era andata a finire la persona piacevole con cui aveva

passeggiato sulla spiaggia e ballato il blues sul ponte? Quello che si preoccupava sempre che non si cacciasse in qualche guaio…

Ce l’ha con me e non io non so assolutamente il motivo!

Perché..”

La sua frase fu stroncata dallo sguardo glaciale che le rivolse. Scostò il braccio evitando di risponderle e si allontanò dietro Natt, verso lo spiazzale buio invaso da ogni possibile modello di automobile.

Maret si sentì aggredire da un freddo improvviso. Le fece talmente male da impedirle qualsiasi movimento.

E non riuscì ad evitare che gli occhi le si riempissero di lacrime.

 

La discoteca era parecchio affollata. Straripava di anime perse, fatte e strafatte di roba. Quando entrarono la musica era assordante e li investi in pieno, con i suoi decibel spacca timpani.

La musica...ipnotizzante, seducente..le luce stroboscopiche..il ritmo..la Vita pulsava la dentro e la Morte..la Morte aspettava.

Fantasie da marciapiede assalgono Maret, mentre guarda due ragazze seminude ballare allacciate ai loro uomini, mimando un amplesso selvaggio.

La sala ribolle di energia sessuale, si sente un predatore...e le piace..

Sorride ad un ragazzo che la guarda, con una bottiglia di birra in mano. Maret si avvicina e gliela toglie, bevendone un buon sorso. L’uomo la abbraccia ma lei si divincola col suo solito sorriso cattivo e lo saluta, lanciandogli un bacio sulla punta delle dita.

Si sente potente adesso..al diavolo tutti!

L'odore di hashish è forte, dà alla testa. Maret non va mai in discoteca perché quello che prova ogni volta che vi entra le fa quasi paura.

Perdere il controllo..che grave peccato!

Il mondo della notte..una moltitudine di future vittime. I pusher ci danno dentro, vendendo i loro paradisi artificiali.

Mi rubano il lavoro, pensa Maret divertita. Jesus dietro di lei osserva una ragazza sotto psicofarmaci, una tecno - barbie su lucidi trampoli neri che volteggia nella musica rimbombante. Ha la bocca rossa. Sembra una vampira.

Maret si avvicina ad uno specchio, la sua immagine si sdoppia. Chi è quella donna che la guarda con l’espressione bramosa ed eccitata sul volto?

Un uomo, alle sue spalle, la sta osservando..e anche lui..lo stesso sguardo da cacciatore..

Si sente fremere violentemente mentre lo osserva, divorandolo con gli occhi.

..Jesus..che volevi dirmi? Non lo saprò mai, vero?

Distoglie lo sguardo, quando lo vede avvicinarsi.  In un angolo una coppia ci sta dando dentro pesantemente. Cristo, è un bordello vero e proprio, pensa Maret leggermente imbarazzata.

"Dobbiamo andare da Natt" le dice d’un tratto facendola sobbalzare.

Annuisce con la sua solita aria altezzosa e lo segue attraverso la sala.

 

C’è una porta antincendio, ma non è chiusa. Jesus la apre deciso e si ritrovano delle scale di ferro davanti, le salgono con passi pesanti. I tacchi di Maret picchiettano sui gradini scuri.  Jesus apre una seconda porta, posando le mani sul maniglione antipanico. Un altro corridoio poco illuminato.. rumore in fondo. Sbucano in una sala invasa da una folla urlante e scalciante. Maret guarda i bookmaker prendere le scommesse sui due sfidanti: ilragazzo’di Natt e quello della sua avversaria.

 

Rowan Crane, figlia del defunto Jeremiah Crane, un potente boss della mafia locale.

"Una specie di Marlon Brando secco come  un chiodo" aveva detto Natt in macchina, uno delle poche cose che Maret aveva percepito.

La ‘piccola’ aveva rilevato ‘l’azienda di famiglia’ e la portava avanti meglio del padre.

“Per forza” aveva esclamato Natt divertito “ al vecchio Jerry mancava  una cosa fondamentale che la bella Rowan usa molto bene!!“ aveva sghignazzato mentre Maret lo osservava perplessa e non riusciva a ridere della sua battuta maschilista.

 

C’è un ring completo al centro della sala, là fanno su serio. Maret si aspettava uno scantinato sporco e sangue sui muri, ha visto troppi film di Van Damme.

La gente sia accalca, è eccitata e in attesa che lo spettacolo inizi.

Un tipo le fece una battuta pesante, con voce viscida e raschiante. Maret lo fulminò con lo sguardo,

stringendo la cintura del cappotto. Qualcosa tintinnò dentro ma le grida erano talmente alte che nessuno si sarebbe mai immaginato che quella bella ragazza con lo sguardo serio avesse una 203 nella tasca interna.

"Le 203 fanno un bel buco, usale con cautela. Sono più adatte ad uno scontro a fuoco che per un lavoretto tranquillo" le aveva detto una volta MacMahon, mostrandole le pistole una ad una.

 

E non aveva solo quelle..pensò Maret divertita.

Speriamo di non doverle usare.

Seguì Jesus attraverso la sala e nuovamente una porta le si parò di fronte.

Scricchiolò in maniera terribile quando la aprì. Strano che conoscesse quel posto, ma tanto era inutile chiedergli spiegazioni, non le avrebbe risposto. 

Un piccolo corridoio, una luce sotto l’unica porta.

Bussò una volta, appoggiandosi al muro.

Maret non fiatava, aveva di nuovo quello sguardo annoiato che usava come protezione dagli scocciatori molesti.

Un tipo grande e grosso, vestito come un burocrate, aprì la porta facendoli entrare in una stanza molto accogliente e ben arredata.

Al centro della stanza una donna leggermente paffuta parlava con Natt..o meglio, starnazzava!

Quel tono querulo diede sui nervi a Maret che non riesce a capire come diavolo facesse MacMahon a frequentarla.

Natt la presenta alla donna vestita come un uccello tropicale.

Si chiede malignamente quanto avrà pagato per la plastica al seno. A confronto, la sua terza scarsa scompare.

La donna la guarda a lungo dopo aver trillato in direzione di Jesus. In quei brevi attimi Maret capisce che le piace circondarsi di uomini e inneggiare alla primadonna..fai pure, si dice tranquilla, è l ultimo dei miei problemi adesso.

Rowan è una gran bella donna,  più vecchia di Maret e ha un certo fascino che lei non possiederà mai perché le manca la dolcezza che emana la donna.

Sbuffa fra sé mentre Rowan parla con Natt di affari. Ancora si chiede che diavolo sia venuta a fare! In sostanza Natt se li è portati come ‘scorta’ armata.

Ha ragione  a preoccuparsi. Là dentro pullula di tirapiedi vestiti come manichini. Maret ha l’impressione di trovarsi ad una sfilata di moda grottesca.

Uno dei gorilla continua ad aggiustarsi la giacca.

Si domanda se è capace di tenere in mano un’arma. Saperla usare è tutta un’altra faccenda.

Natt le sta dicendo qualcosa. Maret si volta distratta e vede Rowan che la sta fissando.

"Tu sei la ragazzina che viveva col mio Robbie" esclama d'un tratto con la sua voce acuta.

 

I due portaborse della donna si lanciano occhiate di complicità..tutti sapevano della faccenda e si chiedevano la stessa cosa..che c'era stato fra i due?

"Si e allora?" le chiese dura poggiandosi al  muro perfettamente riverniciato in un allegro colore azzurro.

"Il mio povero Robert.."mormorò la donna a bassa voce, persa fra i ricordi "troppo poco tempo insieme..almeno tu.. te lo sarai goduto!” le disse acida guardandola con gli occhi stretti come due fessure.

"Ma porc..non eravamo amanti lo volete capire o no?!" esclama Maret guardando prevalentemente Jesus che la fissa con occhi di ghiaccio "Cristo santo, mi fate vomitare!" sbraitò uscendo dalla stanza e sbattendo la porta con forza.

Rowan guarda Natt alterata mentre il ragazzo cerca di metterci una pezza "Sai..il ciclo..quelle cose da donne.." le disse sorridendo a disagio.

Guarda se sta deficiente mi manda all’aria l’affare!

 

La donna non rispose..doveva fare una domanda alla ragazza "portatela dentro" ordinò alle due guardie del corpo. Jesus si mosse e li bloccò con un tono secco che sorprese Rowan "la chiamo io"

Se avessero provato a trascinarla dentro, l'avrebbe presi a calci o peggio, causando un vero e proprio incidente politico!

La donna annuì facendo un cenno ai due che ripresero le loro postazioni.

Jesus aprì la porta e uscì nel corridoio, trovandola poco distante, poggiata al muro con sguardo assente e una smorfia irritata.

"Torna dentro" mormorò duro, mettendosi di fronte a lei “stai mettendo in difficoltà Natt”

 

Maret lo fissò a lungo, sostenendo il suo sguardo con fatica. L'aveva ferita più di una volta in quella giornata e ancora doveva capire il perchè, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di farla stare male.

Non era possibile più di così.

Si staccò dal muro passandogli accanto e urtandolo di proposito. Qualcosa di duro lo punse "che hai la dentro?” le domandò preoccupato.

Maret lo guardò con un sorriso ironico "pensi forse che venga a mani vuote in un posto come questo, con te che se potessi mi faresti fuori all'istante e quell'idiota del tuo amico come garanzia?"

mentre parlava si sbottonò il cappotto di pelle, aprì una falda ma Jesus vide solamente la sottile imbottitura "e allora?" domandò non capendo.

Maret strappò il velcro della fodera e sotto apparve un'altra imbottitura, più pesante ..e sopra di questa..

Jesus sgranò gli occhi e si avvicinò, pensando di aver visto male : ha un'intera collezione di armi la sotto! La guardò meravigliato, Maret lo fissò con un sorrisetto di superiorità, richiudendo il cappotto.

"Meno male che non hai visto che c'è nell'altra falda"  gli disse sarcastica aprendo la porta con aria scocciata.

 

"Ma si..quei due sono pazzi l'un dell'altra.. ma...ehi Maret, avvicinati. Rowan ti voleva chiedere una cosa!" borbottò Natt a disagio quando la vide varcare la soglia.

Che diavolo le stava dicendo quell' imbecille?  Si chiese Maret guardandolo. Voltò lo sguardo sulla donna aspettando la sua domanda.

Rowan si alzò dalla poltrona da ufficio e le si avvicinò barcollando.

Se cade da quei trampoli rido, pensa Maret adocchiando i suoi  tacchi, ancora più alti di quelli che portava lei solitamente.

Rowan la fissò a lungo prima di parlare“ l'hai ucciso tu quel fetente che ha ammazzato il mio Robert?" le chiese con voce secca.

Maret potè scorgere una nota malinconica e dolorosa negli occhi della brunetta prosperosa.

"Si..e non puoi capire quanto mi sono divertita a farlo" sibilò cattiva "no ti prego..no..le sue ultime parole, le ricordo ancora tutte come fosse ieri. Vuoi che te lo racconti in dettaglio?" le chiese cupa.

 

La donna alzò una mano scuotendo la testa "niente particolari scabrosi, grazie"

La fissò ancora un e lo sguardo si addolcì “Roberto lo diceva che eri una brava ragazza" le disse serena.

Maret restò di sasso! Mai aveva pensato che MacMahon parlasse di lei..sciocca non averlo immaginato prima! Era decisamente scocciata : chissà cosa sapeva quella donna di lei e del suo passato!

"E comunque non c'era niente, mettetevelo tutti in testa." Ribadì rivolta i presenti. Si concentrò soprattutto su Jesus che la fissava gelido dalla porta semiaperta.

"Mi crede vero?” Chiese a Rowan dopo un attimo

La donna assentì tranquilla e si rivolse a Jesus che ascoltava silenzioso "J-J la tua donna ha carattere da vendere...mi piace molto!" gli disse facendolo restare di stucco.

Maret fissò Natt arrabbiata: se avesse potuto l'avrebbe fulminato "non sono la sua donna" disse a Rowan in tono atomo "non li sopporto gli uomini..soprattutto questi due" disse laconica indicandoli

 

"Tzè" Jesus scosse la testa divertito "certo..come no.." mormorò incrociando le braccia e guardandoli male a turno.

"Hai detto qualcosa?" lo interrogò Maret seccata dal suo comportamento. Si avvicinò a grandi passi scoccandogli occhiate assassine "Allora? Che hai da ridire?"

Si sentiva male dentro..perchè la trattava in quel modo? Che cazzo era successo nell'arco di una nottata?

La notte..la notte in cui aveva ..

Sgranò gli occhi guardando Natt che borbottava con Rowan "che cazzo di voce hai messo in giro? Eh, idiota?" esclamò afferrando Natt per la giacca.

"Io? Niente!" si difese l'uomo con un sorrisino preoccupato.

Gli spettatori li guardavano con curiosità, aspettando qualche grande rivelazione.

Jesus li guardò cupo: ne aveva a sufficienza di quella farsa! La sua voce saettò nel silenzio della stanza facendoli voltare "Vi ho visti.."

 

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Capitolo 19
*** Sesso e droga al Killer Instinct ***


Maret lasciò andare il sicario voltandosi verso Jesus "non hai capito nulla

 

Maret ascoltò quelle parole guardando Jesus sbigottita. 

Lasciò andare il sicario voltandosi verso di lui..ecco perché era così…

Jesus non la degnava di uno sguardo: gli era scappata di bocca, quella frase poco felice e ora si stava dando dell’idiota.   

"Non hai capito nulla!" esclamò incredula “Io non ho mai..si bloccò d’un tratto, stupita dal fatto che stessero avendo quella discussione "Ma che..mi sto anche giustificando! La saluto signora" disse a Rowan porgendole la mano "fate senza di me..non vi voglio più fra i piedi!"esclamò ad alta voce, rivolta ai due  killer che la guardavano, uno con viso contratto dalla rabbia e l'altro con sguardo incredulo

"Il contratto è sciolto" le disse Jesus duro "sarai contenta" sibilò quando gli passò accanto.

Maret sentendo quelle parole raggelò: in quei mesi si era abituata a lavorare con altre persone, a stare a contatto con ..lui..

Si voltò a fatica e lo guardò annuendo..un dolore dentro che la divorava come un avvoltoio famelico. "Bene" disse solamente, aprendo la porta e uscendo sul corridoio freddo.

Quel fottuto freddo! Al diavolo! Mi trasferisco alle Seychelles, decise camminando pesantemente e aprendo la porta di ferro. Scese le scale di corsa, sentendosi sempre più male: le lacrime le pungevano gli occhi, un dolore sordo le stringeva la gola come una mano crudele...mai più, non lo voglio vedere mai più! Me ne devo andare da qui, pensò attraversando la sala dove si svolgeva l'incontro di boxe.

Nella stanza di Rowan l’atmosfera si era fatta pesante e nessuno parlava, troppo stupiti per quello che era successo.

Fanculo!" sbottò Jesus all'improvviso dando un cazzotto al muro.

Natt lo guardò rendendosi conto di aver fatto un casino “che cosa hai visto esattamente?" gli chiese serio, talmente serio che Jesus pensò che gli sarebbe venuto un crampo alla faccia, se avesse perdurato in quell'espressione.

"Fottiti Nathaniel!" sbottò nervoso “Porti solo guai!”

"Qualsiasi cosa tu abbia visto, hai frainteso.." un cazzotto violento gli impedì di continuare. Natt si piegò in due tenendosi lo stomaco dolorante, troppo stupito per reagire.

Jesus lo afferrò per il bavero tirandolo su.

"Sai cosa ho visto? Un testa di cazzo che si spaccia per amico che mi ha fottuto la donna!" esclamò fissandolo con odio, mentre Natt respirava a fatica.

Gli uomini di Rowan si guardarono e lanciarono uno sguardo interrogativo alla donna che fece segno di restare fermi.. meglio di una telenovela!

"Ma per chi mi hai preso?" esclamò Natt offeso "guarda che ti ho fatto un favore."

Un altro cazzotto, stavolta in faccia, lo mise a tacere all’istante. 

"Un favore?! Sbatterti la mia donna ti sembra un favore?" gli urlò addosso.

"Per tua informazione, a parte un paio di bacetti non c'è stato niente!" si difese incazzato divincolandosi dalla sua presa. 

"Allora lo ammetti, stronzo!"

"Non me le faccio le donne ubriache che mi chiamano con altri nomi e che sono impegnate con gli amici!" esclamò il sicario alterato. "L'ho solo fatta chiacchierare a lungo e ho scoperto un sacco di cose interessanti!" gli disse tenendosi lo stomaco dolorante. “Le vuoi sapere o no?”

Jesus lo fissò gelido..in effetti non gli aveva mai mentito "se stai mentendo..questa la uso su di te!" lo minacciò puntandogli una magnum in faccia.

Piantala di fare il cazzone!” sbottò Natt arrabbiato “C’ho pensato, ok? Lo ammetto : ho pensato di farmela! Non volevo che succedesse come con Jeanne!”

Mise una mano in tasca tirando fuori una sigaretta “Non è come lei..gli disse a bassa voce.” Quella è una che se ti ama, lo fa fino in fondo.

Jesus aspettava mentre Natt si risistemava il vestito impeccabile. Fece un lungo tiro, prima di riprendere a parlare. 

"Tommy è il suo ex grande amore…bla bla bla..sai quelle stronzate da donne, no?"

"Natt.."sibilò Rowan dietro di lui, offesa per la battuta e impaziente di sapere la verità.

"Scusa Rowy! Comunque, sono stati insieme un paio d'anni..tutto bello, tutto cuoricini e palloncini, grandi promesse e un sacco di balle varie…a 18 anni le dici, pur di scopare regolarmente, lo sai. Un bel dì la madre si ammala di l’Aids e l’idiota pensa bene di mollarla il giorno stesso del funerale della donna… una testa di cazzo senza uguali!" Commentò guardando l'amico che se ne stava in silenzio ad aspettare che finisse.

"C’è rimasta talmente male che non si è più innamorata..fece una pausa per spegnere il mozzicone " Neanche il Pentothal avrebbe fatto meglio di quel Jack Daniel's. Ha continuato a chiamarmi Tommy per tutto il tempo mentre parlava..un po’ offensivo, in effetti.” Ridacchiò divertito ma tornò subito serio, quando lo guardò fisso dritto negli occhi.

“Ti sei preso una bella gatta da pelare, amico..quella è molto più incasinata di quanto non sembri..però ti dice bene : è innamorata di te, ma ancora non l'ha capito.."   

Le ultime parole furono quasi urlate, mentre Jesus apriva la porta e si fiondava al piano di sotto per cercarla...a meno che non rubi una macchina non può essere andata via! Pensò in fretta sentendosi enormemente sollevato.

 

Maret guardava l'incontro..o almeno ci provava..non riusciva a muoversi tanto era la rabbia e il dolore che provava. Aveva anche dovuto stendere uno che continuava a tampinarla. Davanti alla beretta non aveva fatto più il simpatico, pensò toccando l'arma sotto il cappotto.

Jesus aveva creduto..che lei..avesse…con Natt!

Un idiota le finì addosso nella foga dell’incontro facendola imprecare.

Fammene andare prima che strippi del tutto e tiri una bomba a sti falliti!

 

Si avvia decisa verso la discoteca, passando attraverso un paio di porte occultate.

D’un tratto nota Jesus in mezzo alla confusione, come se stesse cercando ..me? Si domanda sentendo un guizzo dentro.

Non fa neanche in tempo a fare due passi verso di lui che una donna si allaccia a Jesus e gli sorride invitante; stanno parlando ma Maret non sente cosa dicono col frastuono assordante della musica.

Non li vede più, in mezzo alla  folla che la sospinge da tutte le parti.

L’odore dei corpi, la pelle sudata..i profumi esotici.. si mescolano insieme, stordendola. La testa le gira, i suoi sensi, d’un tratto, sono alterati ..che mi succede?

 

Milligrammi di coscienza svaniscono inesorabili. Ora si sente stranamente bene.

Non si chiede neanche il perché. I colori..come sono brillanti adesso. Le luci ..intense e pulsatili.

Alla musica si è aggiunto un rumore strano, come un tamburo. Non riesce a fare a meno di muoversi.

Si slaccia il cappotto di pelle e lo apre le mani di scatto.  Il tessuto rigido cade pesantemente, rivelando la sua mise ridotta. Dovevano confondersi con l’ambiente. Il top ricamato le accarezza la pelle sudata, i pantaloni di pelle nera aderenti mettono in risalto le sue curve.

Comincia a muoversi sempre di più..agitando il corpo sensualmente al ritmo della musica martellante. Un uomo la urta e Maret gli si struscia addosso come ha visto fare alle cubiste.

La folla si apre intorno a loro, mentre si allaccia allo sconosciuto.

Si sente una vera puttana.

Jesus la sta cercando fra la folla. Quando la vede si incupisce, osservando come l’uomo fa scivolare le mani addosso a Maret. La barbie di prima gli si allaccia al collo e prende a leccarlo. Con un gesto violento la stacca da , andando incontro alla ragazza.

 

L'uomo che balla o meglio, si struscia con Maret, le sta infilando le mani sotto il top e lei neanche se ne accorge. La luce è abbigliante adesso, deve tenere gli occhi chiusi o finirà per diventare cieca.

La musica..dio, abbassatela mi sta trapanando la testa!

Si porta le mani sulle orecchie..quel rumore incessante.. il martellamento è sempre più violento…è il mio cuore...il mio cuore!

All’improvviso si sente cadere..lo sconosciuto non la stringe più. Sta per crollare, traballa sui tacchi. Cerca un appiglio, si aggrappa a qualcuno che la stringe con forza.

Il corpo è teso come una corda di violino, adesso; è iper recettivo. Sente tutto, prova tutto..le sue mani..stringe uno strano tessuto, poggiandoci il viso sopra..quell’odore.. lo conosce, la fa stare bene..si ..

Affonda il volto nella morbida durezza che sente sotto le dita..i muscoli che si muovono contro il suo corpo sono terribilmente sensuali. Riprende a strusciarsi lentamente. Non apre gli occhi, la luce le fa male..è così strana.

"Maret?! Che cazzo stai facendo? Urla Jesus arrabbiato mentre la ragazza gli si dimena addosso pesantemente. Ma che… ma è fatta?!

Maret apre gli occhi a fatica..toh...il suo capo.

"Che ci fai tu qui?" gli domanda sentendosi sempre più male.

"Ti sei impasticcata?!" le urla tirandola via e afferrando il cappotto..ma che diavolo c'è dentro? Senti come pesa!

La trascina verso il bagno..è affollato, ma almeno li la musica non ti apre il cervello come nella sala.

Con poca delicatezza la appoggia al muro "Ma ti sei drogata?" le chiede allarmato.

"No.." mormora aggrappandosi addosso a lui  non cadere.

Quell’ odore così buono…non sa il perché ma la fa tranquillizzare ed eccitare allo stesso tempo.

Le mani di Maret viaggiano vogliose insinuandosi sotto i vestiti.

"Maret..prima che perda la pazienza.." ....e la testa! Pensa quando la sente introdursi nei pantaloni.

Sorride leggermente divertito..quasi quasi la lascio fare! E’ completamente fuori controllo..basterebbe un attimo…

La guarda col volto arrossato e il respiro affrettato..Maret..

Quel top si tiene per puro miracolo, pondera serio sentendo il sottile gancetto sotto le dita, dietro il collo della ragazza.

La stringe con forza..sei una tentazione continua, Maret!

Sussulta un attimo quando lei lo tocca. La bocca vaga sulla camicia che porta sotto il giaccone, macchiandola di rossetto e cercando di aprirla coi denti.

Lo morde con forza, facendogli male.

“Maret…finiscila..ora!” mormora eccitato. un attimo, la porti fuori di qui.. 

Ahh che cavolo, non sono come Natt, io!

La stacca da con difficoltà, mentre la ragazza mugola scocciata "vieni qua.." borbotta cercando di abbracciarlo nuovamente.

“Tesoro..credimi, non sai quanto mi andrebbe, ma non con te ridotta in queste condizioni!” le dice a stento.

“E allora facciamolo..mugugna Maret strusciandosi di nuovo.

Ecco! Le parole giuste al momento sbagliato! Pensa depresso con le mani che prudono dalla voglia di slacciare quel gancetto.

“Dai..” gli sussurra invitante, alzando il viso contro di lui e mordicchiandosi un labbro divertita.

“Ti prometto che lo faremo..mormora eccitato passandole una mano sulla guancia arrossata.

Maret si strofina sorridendo contro quel palmo caldo, afferrandogli un dito e leccandolo divertita.

 

Ora. Perdo. Il. Controllo.

 

”Lo faremo..quando vorrai, tutte le volte che vorrai..ma non adesso, non ti senti bene in questo momento..credimi!”esclama sollevandola di peso e portandola nel bagno delle donne.

 

Perché sono così coglione? E’ una tara genetica, lo so!

 

Quando entra le ragazze presenti  neanche lo guardano ma notano Maret in quello stato "ehi..la tua donna s'è fatta di brutto” gli dicono perplesse.

Le guarda preoccupato "secondo voi che ha preso?"

Maret si appoggia alla parete, scivolando leggermente verso il basso. Jesus la ferma con una mano e la fa sedere sul ripiano di marmo dei lavandini.

Una specie di entraineuse, pallida come un morto, la guarda con occhio esperto. “S'è fatta di ‘Stardust’ “gli dice tranquilla, continuando a passarsi il gloss sulle labbra già cariche.

"Che cazzo è?" le chiede allarmato…nota bene: cercare informazioni su tutte le droghe presenti sul mercato!

"Una polvere allucinogena, la metti nei drink e ti fai un trip come pochi. E’ potente ma di breve durata" dice pacata, preparandosi una striscia di coca.

"Ma se non beve!" esclama Jesus alla ragazza che alza le spalle divertita.

Guarda Maret un po’ preoccupato..ha una brutta faccia adesso, è pallida e sta sudando. La sente tremare e istintivamente la abbraccia.

"Maret, dimmi che hai bevuto!"

La ragazza mugola infastidita. Sembra attratta dalla giacca che Jesus porta e comincia a  stropicciare il tessuto sotto le dita.

Che ti sei scolata?" le chiede di nuovo, raddrizzandole la testa che tiene inclinata su un lato.

Maret lo riconosce a stento.. lo vede distorto..ha una faccia buffissima!

Comincia a ridere divertita "ehi gente.. ascoltate tutti : questo è un assassino e l’hanno pagato per farmi fuori" dice alle ragazze che la guardano sorridendo.

“Amore, al Killer Instinct siamo tutti assassini!” sbotta l’ entraineuse ridendo con le narici sporche di polvere bianca.

Jesus è irritato..ora la uccido davvero!

Non riesce a cavare un ragno dal buco con quella pazza! La guarda per un attimo e scuote la testa, ok proviamo questa!

Le bacia a lungo, Maret smette di agitarsi e risponde al bacio con trasporto.

"Birra" commenta asciutto quando la stacca da con forza…fosse stata un'altra situazione! Pensa divertito mentre Maret continua a protendere quelle labbra morbide verso le sue.

“Anche questo è un effetto collaterale della droga?” chiede all’entraineuse che sta per uscire dal bagno, fermando allo stesso tempo le mani della ragazza che vagano al di sotto della cintura.

“No” gli risponde sorridendo “ti dice bene” mormora strizzandogli l’occhio, prima di uscire. Per un istante la musica invade il bagno. Jesus è rimasto ad osservare la porta chiusa un attimo di troppo, riflettendo sulle parole della donna. Si riscuote sentendo Maret che gli crolla addosso.

 

Ok..

Dove si compra sta roba?

 

Lo pensa seriamente, sentendola avvinghiarsi al collo e ricominciare a baciarlo.

Gli allaccia le gambe attorno la vita e lo tira a sé, infilando le mani sotto il giaccone.

Lo sta mettendo seriamente in difficoltà ”Maret.. adesso basta, ti sei divertita abbastanza..”

borbotta con voce roca. Le passa le mani lungo la schiena nuda..ha la pelle setosa..calda…

Le sue labbra salgono verso la bocca di Jesus, mordicchiandogli la mascella leggermente ispida di barba.

Un sospiro nervoso. Le rovescia la testa baciandola con forza. Non riesce a fermarsi e la stringe sempre di più, fino a farle male. La sente mugolare e aggrapparsi alla sua camicia con le unghie.

La porta che si apre all’improvviso lo costringe a smettere. “Andiamo a prendere un po’ di aria..” le dice piano, sollevandola dal ripiano di marmo su cui l’aveva fatta sedere.

Farà bene a tutti e due! 

 

Escono nel freddo della notte. Gli si smorzano tutti i bollori all’istante sentendo quel gelo.

Maret mugola una specie di “mi sento male...” o almeno questo è quello che Jesus capisce.

Si stacca dal suo accompagnatore e istintivamente si piega rigettando.

Mah..se vomita è meglio, pensa il killer maledicendo il giorno in cui non le ha sparato.

Poi guarda la schiena nuda e ci ripensa.

Maret si riprende  a fatica..la testa le gira e sente un saporaccio in bocca..che schifo!

Si appoggia con una mano al muro esterno della discoteca, la musica attuita le sta spaccando lo stesso il cervello. Barcolla.. ha freddo..perchè?

Il cappotto! "Porca vacca!" esclama arrabbiata.. le armi..tutto perduto!

Jesus la sta osservando divertito, appoggiato ad una macchina

Le tira il giaccone di pelle "copriti, drogata" sghignazza sollevato di vedere il ritorno della strega acida.

Maret non riesce neanche ad infilarlo e la deve aiutare mentre lei sbuffa e impreca sottovoce.

"Così la prossima volta eviti d’impasticcarti con gli sballati della discoteca" le dice divertito.

"Cos'è uno scherzo?" gli chiede sentendo un freddo incredibile che la attanaglia.

"Pura verità!" Jesus scuote la testa guadando la sua fronte aggrottata e l’aria nervosa.

E’ancora pallida e trema un troppo. La stringe a sé. Maret è incredula ma lo lascia fare..non ce l’ha più con me?

 

D’un tratto si ricorda il perché se n’è andata e lo spinge via violentemente..o almeno ci prova.

“Come t’è saltato in mente?!” esplode arrabbiata “come hai anche solo potuto pensare, che io e  quello..  non trova le parole, lo guarda con uno sguardo assassino negli occhi “ dovrei essere pazza o ubriaca per ..farmi..quello!”

“Eri ubriaca” le dice tranquillo.

“Impossibile!” ribatte osservando il suo viso teso ..dio, come mi sento male adesso!

Le gira la testa e il senso dell’equilibrio va a farsi friggere mentre traballa e si appoggia alla macchina con le mani.

“Mi sento malissimo..che mi è successo?” gli chiede con voce tremante..che freddo..ha i brividi in tutto i corpo e il cappotto pesa eccessivamente sulle sue spalle

“Hai bevuto qualcosa con della roba dentro..te lo ricordi?“ mormora di nuovo andandole vicino e tirandola contro di sé.

Maret si lascia stringere mentre pensa alle sue parole…bevuto qualcosa? La birra di quel tipo!! Imbecille che non sei altro!

“Si, me lo ricordo..brontola dandosi della stupida. Come si sente al sicuro adesso..vicino all’assassino più pericoloso della città!

Ridacchia divertita al pensiero ma smette subito, in preda ad un’orrida sensazione. Lo guarda allarmata “non avrò mica..io e quello..” balbetta sospettosa.

Jesus ride dentro di ..è tentato di dirle una bugia solo per vedere che faccia farebbe . “Beh..Natt ha detto di sì” le dice serio non riuscendo a trattenersi.

Maret impallidisce e lo guarda fisso. Un incendio divampa dentro di lei mentre si allontana di qualche passo..le è passato tutto!

Ora deve lavorare.

Con sguardo gelido, apre il cappotto ed estrae una Beretta 92FS semiautomatica con colpi da 9 millimetri, 15 nel caricatore e uno in canna.

Jesus la guarda incredulo mentre armeggia con la sicura “ti mancherà presto il tuo amico”

mormora gelida avviandosi verso la discoteca.

Resta immobile, appoggiato alla macchina chiedendosi se fa sul serio. Quando la vede caricarla con un gesto secco le si precipita dietro.

“Maret, scherzavo!”

“Devo saperla da lui, la verità!” afferma incazzata guardandolo male.

Jesus non riesce a trattenere le risa “non mi ha mai mentito, te lo posso assicurare” le dice cercando di farla ragionare.

La ragazza lo guarda intensamente..ma quello è un succhiotto?! Si domanda distratta da un livido rosso sul collo di Jesus.

“Ti sei dato da fare mentre ero drogata?” gli chiede incupita mentre una violenta gelosia l’assale.

Jesus si tocca il collo “ehm..questo..”

La guarda dubbioso ..non potrà sopportare un’altra verità di quella portata!

Il suo tentennamento la fa impallidire di rabbia. “Bravo!” esclama allontanandosi a grandi passi.

E’ gelosa, pensa Jesus scuotendo la testa… è gelosa?!

Maret si precipita verso la scala di ferro e sale i gradini a due a due con la pistola in mano ..brutto figlio…lui e quello stronzo di Natt!

 

Le guardie fuori la porta la bloccano quando la vedono armata “fate uscire quel  pezzo di merda da la dentro!”esclama cercando di sorpassarli.

Le grida infuriate attraggono Natt e Rowan.Una pallottola sibila accanto all’uomo che si butta a terra

“Ehi ti sei impazzita?!” le urla incazzato mentre i tirapiedi la disarmano.

“Che hai fatto mentre ero ubriaca, lurido stupratore!?” gli urla furiosa contro.

Ma se mi sei saltata addosso!” ribatte sconcertato mentre Jesus arriva di corsa temendo uno spargimento di sangue.

“Portati via quella scalmanata!Mi ha sparato!” dice all’amico indicando la pistola di Maret.

La scena è surreale, Jesus non riesce a capacitarsi. Scrolla la testa più volte mentre Rowan ride apertamente.

“Dovevo essere ubriaca fradicia per venire a letto con te!” borbotta risistemandosi e riprendendo la beretta dallo scagnozzo di Rowan

“Non eri poi tanto ubriaca..”comincia a insinuare Natt. Decide di stare zitto quando la vede aggrottare la fronte e stringere la pistola.

Ok ok..eri ubriaca fradicia e io sono - un - porco - che - ha - cercato - di - approfittarsi - di - te”cantilena sollevando le mani in segno di resa.

Un grugnito poco convincente proviene da Maret. Lo guarda male, indugiando a mettere via l’arma.

“Abbiamo finito qua? Me ne posso andare?” chiede a Jesus nervosa. Gli occhi le cadono su succhiotto e la gelosia le fa ribollire il sangue.

“Beh, in teoria no..tenta di calmarla quando gli si avvicina incazzata.

E io me ne vado lo stesso!” sbotta spostandolo con una mano dalla sua strada.

“Come ? Sei appiedata!”  la canzona Natt sventolandole le chiavi in faccia.

Con un gesto veloce Maret gliele strappa di mano e si allontana  a grandi passi “adesso non più!” gli urla innervosita.

I due uomini si guardano increduli “se mi fa un graffio sulla macchina me la ripaghi tu, visto che la donna è la tua!” lo minaccia guardando Rowan che non riesce placare le risate.

“Ma quel succhiotto da dove esce?” gli domanda d’un tratto Natt con un sorriso idiota “è  lo stesso colore che aveva sulle labbra la sventolona acida..vi siete dati da fare, eh?”

Rowan li guarda divertita “siete due fenomeni con le donne! Se mi prometti altri spettacoli del genere, accetto subito la tua proposta!” Ride rientrando nella stanza seguita da uno sbuffante Natt, in ansia per la sua Trial.

 

Maret si avvia decisa verso l’uscita, pregando Dio di non ritrovarsi Jesus sulla sua strada!

Se rivedo quel segnaccio sbrocco del tutto!

Nota l’uomo che la sta seguendo, con la coda dell’occhio e gira sui tacchi, scivolando tra la ressa.

 

La folla delirante gli copre la visuale. Jesus si volta tutto intorno a sé, cercandola fra le donne della sala..le luci stroboscopiche gli danno fastidio, non vede nulla in quella moltitudine di colori. Su un palco laterale, le cubiste si muovono sensuali.. una mise discinta che distrae un attimo Jesus dalla sua ricerca. 

"Maret!"

Ma dove cazzo è?

E’ anche piena di armi e incazzata. Dio salvi il poveretto che si metterà sulla sua strada!

Avrebbe dovuto dirle la verità…ma almeno così ha scoperto che è gelosa marcia!

 

Maret sentì un rumore strano sulla porta. Non lo riconobbe all'inizio, persa com'era nei suoi pensieri

"Maret!" urlò di nuovo, sgusciando fra la calca sudata.

La ragazza si girò con uno sbuffo, sentendosi chiamare. Lo vide avvicinarsi a grandi passi. Maret si fermò ficcando le mani in tasca.

Che cosa vuoi adesso? Ti avverto, non è il momento!” borbottò nervosa..l’occhio le cadeva sempre la…mmmhhh!!!

La sagoma della ragazza sulla porta, fu improvvisamente illuminata da una luce violenta.

 

"SIETE CIRCONDATI!USCITE FUORI CON LE MANI IN ALTO!”

 

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Capitolo 20
*** Sangue sull'asfalto ***


"Il posto è una discoteca, il ' Killer Instinct'

“Uscite fuori senza fare storie!" urlò una voce tonante fuori dalla porta.

Le sirene..la polizia! Una retata in piena regola! Pensò Jesus avvicinandosi a Maret. Poteva vedeva le luci azzurre delle macchine lampeggiare violente, nella notte buia.

 

Senza scomporsi ma col sangue nelle vene congelato, Maret tirò fuori dalla tasca la beretta e la puntò verso l'ingresso ..avanti stronzi, fatevi sotto! Ho bisogno di sfogarmi! pensò arrabbiata.

Che pensi di fare con quella pistoletta?! Siamo letteralmente circondati!” le urlò Jesus  tirandola via dalla porta, mentre i poliziotti entravano a frotte nella discoteca.

La gente continuava a ballare, non si era accorta di niente.

I buttafuori comunicarono qualcosa nelle piccole trasmittenti che portavano attorno all’orecchio, prima di darsela a gambe, sentendo le sirene della polizia.

“Dobbiamo filarcela” le urlò trascinandola via “se ci beccano armati di tutto punto ci sbattono in galera e buttano via la chiave!”

Maret lo seguì per un attimo, poi ci ripensò fermandosi di scatto “io non lavoro più per te, ricordi? Mi hai licenziato, quindi faccio come voglio!” Decretò frugando nel cappotto e tirando fuori un’altra pistola. Con piglio deciso fece dietrofront e tornò sui suoi passi, con due pistole strette in pugno e un’aria poco raccomandabile sul viso.

 

Ma sei pazza?!Saranno un centinaio la fuori, ti vuoi fare ammazzare?!”le gridò correndole dietro.

Senza una parola la vide sparare ad un paio di poliziotti che cercavano di sgomberare la discoteca, la musica pompava indisturbata coprendo il rumore degli spari. Quando un poliziotto si accasciò a terra morente, una donna urlò di terrore scatenando il panico: la musica cessò bruscamente e le grida risuonarono alte nella sala immensa.

"Tu vai a prendere Natt, io ti copro le spalle!" gli disse seria puntando altri poliziotti all’entrata e facendo fuoco.

Jesus la fissò sorpreso e non si mosse. La sentì ridere divertita alla battuta.

"Oddio, mi suona talmente isterico che voglio dirlo di nuovo " ridacchiò Maret mentre le sparavano  

addosso e la ragazza si riparava dietro una cassa.

Jesus si nascose con lei, tirando fuori una 44 magnum e armandola con sguardo concentrato. Maret non l’aveva mai visto in azione, a parte la sera in cui stava per ucciderla.  

"Devo parlarti" le disse serio puntando le guardie che cercavano di sgomberare la sala.

"Non ho niente da dirti " rispose dura.

"Scusami"

Quella frase appena mormorata la fece voltare sorpresa. Il suo sorriso dolce era ricomparso..

Un sibilo di pallottole la riscosse e si riparò meglio dietro l’enorme cassa che non tremava più per le vibrazioni musicali.

“Ne riparliamo!” gli urlò leggermente impaurita quando vide una pallottola conficcarsi nel muro accanto a Jesus.

Si gettò a terra portandolo con . Strisciarono via velocemente, cercando di evitare le pallottole.

“Per caso hai anche un giubbotto antiproiettile la dentro?” le disse allegro quando si ripararono dietro un muro.

“Cos’è? Prendi in giro?” lo sgridò Maret respirando a fatica. La droga le faceva ancora effetto : si sentiva indistruttibile!

La gente attorno a loro urlava e cercava di darsi alla fuga. Jesus li guardò tutti uno per uno :  stava  cercando qualcuno...Natt era con Rowan, se ne sarebbe occupato lui ..la talpa, ecco la .. probabilmente un poliziotto infiltrato. Vide l’uomo che si allontanava cautamente verso l'uscita principale.

Lo beccò all'istante facendolo cadere a terra con un grido strozzato.

La polizia urlava ordini a destra e a manca. Corazzati di  tutto punto, con le tenute antisommossa e i caschetti, impedivano a Maret di centrarli alla testa.

Optò per un sistema più veloce e di rapido effetto : strappò la falda sinistra, quella che Jesus on aveva avuto ‘il piacere’ di vedere e tirò fuori un M12 che lo fece restare a bocca aperta “e quello dove cavolo lo hai preso?”

Maret sorrise divertita “c’è un magazzino che rifornisce i militari fuori città. Basta dare un po’ di soldi al custode e puoi prenderti quello che ti pare!” Esclamò prima di saltare fuori del nascondiglio e scaricare una salva addosso alle forze dell’ordine.

“Cristo, mi fa senso il sangue” borbottò rabbrividendo. Jesus la guardò esterrefatto.

E allora? Che hai da guardare?” lo rimproverò ricaricando il mitra.

“Ne hai un altro?” le domandò serio…pazza e letale, mica male!

Maret lo guardò ironica.

“Scema, ce li tiriamo addosso in quel modo!” la sgridò cercando una via d’uscita veloce.

Ma se sono tutti morti!” esclamò la ragazza indicando col pollice, l’entrata deserta.

“Staranno chiamando i rinforzi perché una deficiente va in discoteca col mitra!” la rimproverò prendendola per mano e tirandola dietro di “C’è un’uscita posteriore ma sarà sicuramente bloccata!” le disse sgusciando tra la folla urlante.

Non sarebbe stato facile uscire da quel posto..vivi. Fortuna che gli uomini di Rowan facevano un buon lavoro, pensò Maret guardandoli stendere parecchi poliziotti.

Ne vide uno con la coda dell’occhio…ma quello ce l’aveva con lei?

 

Fece appena in tempo sollevare il braccio che il tipo sparò, prendendola di striscio.

L’adrenalina scorreva violenta dentro di lei e la droga amplificava l’effetto: si piantò a gambe larghe in mezzo alla sala, sparando a tutti quelli che vedeva entrare, beccando anche qualche poveraccio che non centrava niente.

Si sentì afferrare per la vita e trascinare via “ fai il bersaglio?"le chiese Jesus sarcastico mentre si frugava nella tasca per prendere i caricatori.

"Sta zitto e guarda lavorare una professionista!"esclamò Maret divincolandosi e riprendendo la sua sparatoria personale. Un poliziotto le urlò qualcosa, Maret gli fece saltare una mano senza alcun rimorso. D’ un tratto finì i proiettili e raggelò..erano davanti a lei..

"Cambio" le disse Jesus divertito dal  suo coraggio. La tirò dietro di sé e Maret si ritrovò a fissare il nulla, poggiando la schiena a quella del partner che la proteggeva senza timore alcuno.

 

“Beh…finiti?” mormorò Jesus sentendo il silenzio che era calato. Guardò i poliziotti stesi a terra e il fumo che saliva dalle armi. Con calma abbassò le braccia, le magnum erano ormai scariche.

Se qualcuno non è morto fa sempre in tempo a dirlo!” esclamò ad alta voce.

 

Guardò gli uomini di Rowan che comunicavano nelle ricetrasmittenti. Dietro di lui, Maret respirava pesantemente.

“Ci sei rimasta?” le chiese senza voltarsi.

“Mi fa impressione il sangue…”  balbettò con voce tremante.

Jesus la guidò verso il bagno, lontano dalla strage appena consumata.

“Mi sa che hai sbagliato lavoro” le disse mentre si risciacquava il viso con l’acqua fredda.

Maret lo guardò a lungo prima di rispondere “ce ne dobbiamo andare da questo posto, prima che arrivino altri poliziotti” gli disse a bassa voce ricaricando le armi.

“L’elicottero è ancora qua sopra, lo senti?” gli disse avvicinandosi alla finestra e aprendola del tutto.

Jesus annuì preoccupato. Chiamò Natt in fretta, accordando un punto d’incontro.

In silenzio passarono per la finestrella. Era talmente stretta che Maret dovette togliersi il cappotto, a causa delle armi che la intralciavano.

Mentre correvano verso la macchina parcheggiata, i riflettori dell’elicottero li puntarono  abbagliandoli.

"Arrendetevi, siete sotto tiro!"

Quell’invito li fece ridere divertiti!

Maret sorrideva quando gli scaricò addosso una salva intera, mandando in frantumi il vetro dell'elicottero che perse più volte quota. 

Ma non sono antiproiettili?” chiese a Jesus stupita.

E tu li puntavi lo stesso?” le domandò sorpreso.

Macchè! Io cercavo di sparare al motore!” esclamò la ragazza cercando la macchina fra tutte le altre parcheggiate

Ma dove cazzo è?” urlò leggermente impaurita…l’effetto della droga era calato del tutto, ormai!

“Ci hanno fottuto la macchina!” esclamò Jesus allibito, cercandola ovunque.

“Non me la voglio perdere la faccia di Natt quando glielo diremo” sghignazzò divertita dandogli una pacca sulla spalla.

Il rumore delle sirene era sempre più forte. Si stavano avvicinando.

Se bloccano il ponte siamo fottuti!” urlò Jesus scassinando una macchina sportiva.

“Ha una gomma a terra”  gli disse calma Maret guardando il copertone bucato. Si guardò attorno:  scassinare qualche portiera avrebbe richiesto tempo..e invece laggiù..

Le macchine della polizia erano aperte, con le chiavi dentro..e inutilizzate! Pensò Maret con un sorriso folle sul viso

"Ne ho sempre voluto guidare una" disse a Jesus tirandoselo dietro.

 

Si infilarono nella macchina mettendo in moto "guido io !"sbraitò Maret mentre Jesus la spingeva via. 

"See ..così facciamo notte!" gli disse ironico spostandola al posto del passeggero.

"Non mi hai visto guidare, idiota!" ribattè Maret sentendo le sirene sempre più vicine. Uscì un attimo fuori e raccolse due cappelli da poliziotto, ficcandogliene uno in testa.

“Magari li freghiamo”

Jesus la guardò divertito..”siamo una bella squadra noi due insieme..” mormorò togliendole uno sbaffo di polvere da sparo dalla guancia.

Restò un attimo a guardarla. Maret si voltò leggermente imbarazzata “non è successo niente col tuo amico” borbottò a bassa voce giocherellando con la pistola.

“Lo so..per quello è ancora in piedi e in salute ” le rispose in tono svagato.

Girò la chiavetta mettendo in moto e sgommando sulla terra "sono stati gentili a lasciarci le chiavi dentro!" commentò Maret serena.

Bastava che le sorridesse in quel modo per farla stare di nuovo bene? E’ grave!

 

"Meno male, perché non la so far partire con il trucco dei fili " le disse accendendo la radio e ascoltando le loro comunicazioni.

"Non lo sai fare?" domandò Maret guardandolo incredula.

"Ma scherzi? Non hai visto che selva di fili c’è la sotto?" dichiarò con una faccia che la fece sbottare a ridere "quella è roba che vedi nei film!" ribatté scuotendo la testa divertito.

 

“Mettiti la cintura.. da brava poliziotta!” le disse guidando tranquillamente in direzione opposta, le macchine che sopraggiungevano li costrinsero a fermarsi “ c’è stato un macello la dentro, vi stavamo aspettando!” Jesus si inventò una balla sperando bene.

Il poliziotto lo guardò bene mentre le altre macchine si allontanavano in direzione della discoteca.

“Scendete dalla macchina..subito“ gli ordinò puntandogli una pistola in faccia.

“Ehi, calma amico.. siamo dalla stessa parte..” rispose Jesus sentendo il sangue ghiacciare. Maret accanto a lui non fiatava. Il poliziotto avvertì via radio la sua posizione “ne abbiamo presi due.”sentì dire d’un tratto.

Con un gesto veloce appiattì Jesus sul sedile e freddò il poliziotto che cadde su volante. Il clacson prese a suonare violentemente, sotto la pressione della fronte dell’uomo.

Maret restò immobile, non riuscendo a credere che l’avesse fatto veramente.

Se avesse sbagliato o fosse stata più lenta..

“Vai…vai vai “gli urlò d’un tratto respirando a fatica. Tremò violentemente mentre si frugava nel cappotto. Jesus ripartì sgommando, gettando dietro di il cappello da poliziotto.

“Hai rischiato..le disse con voce tesa.

Maret non rispose..dietro di loro tre macchine li seguivano a folle velocità.

Jesus la sentiva borbottare fra se “Ce le avevo da qualche parte..si!” esclamò tirando fuori una granata.

"E quella?" le chiese allibito..ma aveva tutto un arsenale con sé, quella squilibrata!

"Vedrai che bello scherzetto che gli combino" mormorò cattiva, sporgendosi dalla macchina e lanciandola una dietro di sé.

"Accelera!" gli urlò preparandosi al botto. Per loro fortuna, la bomba scoppiò nel momento in cui i poliziotti ci passarono sopra. L’esplosione li spinse in avanti di alcuni metri. Maret perse l’equilibrio e picchiò la fronte sul cruscotto. Quando tornò a sedere, il taglio profondo gocciolava sangue.

"Te l'avevo detto di allacciare la cintura!" la sgridò tirando fuori un fazzoletto immacolato dalla tasca.

"Toh guarda..te lo sei portato stavolta" borbottò Maret premendoselo sulla ferita.

"Certo! Tu porti le bombe!"le disse facendola ridere sottovoce.

“Non desistono quei coglioni” commentò Jesus guardando le due macchine che insistevano nell’ inseguimento.

“Ne hai ancora?” chiese alla sua compagna che sanguinava copiosamente “si..”mormorò tirando fuori un’altra granata.

Un violento scossone gliela fece cadere fuori del finestrino aperto. “Dosso di merda” borbottò Jesus riprendendo il controllo della macchina.

Maret guardò la granata perduta e sospirò perplessa.

“Beh? Finite? “ le chiese stranito.

“Mi è caduta” commentò asciutta la ragazza, caricando una pistola che Jesus riconobbe subito.  

“Dove l'hai presa? Quell'arma è illecita!" esclamò sempre più sorpreso.

“Regalo di compleanno “ precisò sporgendosi fuori del finestrino e iniziando a sparare contro i poliziotti.

Rientrò per ricaricare, mentre Jesus sterzava, cercando di mandare fuori strada l’altra macchina.

Con uno sbuffo scocciato estrasse la magnum” tieni il volante!” le disse sporgendosi leggermente e facendo saltare due gomma. La macchina sbandò e si fermò finalmente.

“Mi sono un stancato” disse a Maret mentre ricaricava la 2-2 “stiamo arrivando al ponte, dobbiamo evitare di tirarceli in città”

Maret non sorrideva più: era stanca, dolorante, la fronte continuava  a sanguinare e le erano venuti i brividi vedendo tutto quel sangue uscire da lei. 

"Ti senti male quando fai questo, Maret?"le domandò all’improvviso.

"E tu ti senti male quando tiri lo sciacquone?" rispose con una voce talmente alterata che lo fece voltare preoccupato. La fermò mentre si arrampicava nuovamente fuori del finestrino.  

Che hai?”

 “Niente..sono stanca” mentì sentendosi sul punto di buttare la pistola e farsi arrestare.

“Ci prendiamo una bella vacanza, finita sta storia” le disse incoraggiante.

Ok

 La macchina svoltò dal lato di Jesus, evitando la granula di colpi di Maret “brutti figli..mi stanno snobbando!” esclamò la ragazza furiosa.

Una scarica di colpi si abbattè sulla portiera dalla parte di Jesus, mandando in frantumi il parabrezza.

Una pioggia di vetri lo investì facendolo sbandare.

Cazzo!”esclamò sentendo le schegge che lo ferivano al volto. Maret si riparò in tempo, aiutandolo  a riprendere il controllo della vettura.

 

“Spostati" gli ordinò sdraiandosi addosso a lui e sparando in direzione dei poliziotti.

"Ehi ehi..niente maialate, siamo in una macchina della polizia" ridacchiò cercando di abbassarla per vedere davanti a sé.

"Frena!"

L'urlo lo arrestò violentemente: la terza macchina li sorpassò a gran velocità. Maret restò a lungo con un occhio socchiuso, prendendo la mira.

Quando sparò e colpì la gomma posteriore, l’auto sbandò e girò su se stessa più volte prima di

volare giù dal ponte.

 

Jesus sospirò più volte, cercando di calmare l’adrenalina che rischiava di fargli venire un attacco cardiaco.

Maret ancora sdraiata su di lui stentava a riprendere fiato "ce li siamo tolti tutti?" domandò la ragazza con la voce alterata e le mani che le facevano male per la pressione che aveva esercitato sull'arma.

"Spero di si…”rispose l’ uomo immobile. Le sirene non le sentiva più..il ponte era davanti a loro..potevano andare a casa.

“Sicuro? Sei sicuro?”

Maret gridò quasi. Per la prima volta in vita sua, era stata più volte ad un passo con la morte..e la cosa non le era piaciuta per niente!

“La devo smettere con questo lavoro!!”urlò tornando sul sedile del passeggero.

Jesus la guardava incredulo: aveva una crisi isterica in piena regola!

“Calmati..”

“Calmati un cazzo!” urlò smontando dalla macchina e prendendola a calci. Si diresse verso il ponte a piedi ma rigirò infuriata dopo un paio di metri, tornando indietro.

“Tu e i tuoi fottuti incarichi! Per poco non mi ammazzavano!” gli gridò in faccia quando scese anche lui e le andò incontro.

“Va al diavolo! Non t’avessi mai incontrato quella sera!” Gridò con le lacrime agli occhi spingendolo via mentre cercava di abbracciarla.

“Calma..” continuava a dirle a bassa voce…quel buco cominciava a fargli parecchio male. 

“Non mi calmo, no!” gridò fuori di “e smettila di sbattermi in faccia quel succhiotto del cazzo!”

Ma se me l’hai fatto tu! ” le disse tutto insieme facendola sbiancare.

“Io...e quando?” balbettò incredula…lei aveva fatto..cosa?!

“Senti..ne parleremo più tardi..adesso ce ne andiamo a casa e ci riposiamo, ok?” le domandò a bassa voce guardandola “poi ti racconterò tutto, del viaggio nel mondo delle droghe pesanti che ti sei fatta..contenta? ”le chiese mentre risalivano in macchina.

Maret annuì ammutolita..era stata lei?

E..che altro aveva fatto?

“Mi sa che devi guidare tu.. qualche colpo è andato a segno" le disse fra i denti.

Maret lo guardò mentre si toccava il torace “fammi vedere” gli disse riscuotendosi d’un tratto.

“No..sennò mi svieni qua..” le disse cercando di usare un tono leggero “dobbiamo trovare un dottore..”

Maret sapeva benissimo che non poteva portarlo all’ospedale. Tutti i casi ricoverati per ferite da arma da fuoco andavano registrati alla polizia. Non potevano rischiare nuovamente!

Se non mi rattoppi in fretta resti senza stipendio " le disse sforzandosi di non farla preoccupare eccessivamente.

Maret si impose di restare calma, ma la sola idea di perderlo la faceva agitare più del dovuto.

Ok..facciamo così..” respirò a fondo, togliendosi il sangue raggrumato dalla fronte “ raccontami qualcosa..non svenire o ti prendo a calci!” lo sferzò con voce tremante.

Gli scostò il giaccone  e rabbrividì: tutto quel sangue usciva da lui? Cristo santo!

“Allora ti racconto che hai combinato..le disse con voce stanca, premendosi sulla ferita con la mano.

Maret guidò a folle velocità mentre pensava ad un piano: lo porti a casa, rapisci un dottore e lo fai ricucire..si !

“Ehi..dove abiti? Non la ricordo la tua via!” gli disse allarmata vedendolo troppo calmo.

Con quella macchina si facevano notare troppo!

La nascose in un vicolo buio e poco frequentato, era notte fonda, non avrebbero dovuto avere problemi!

Il loft era lontano e lui non le rispondeva..lo doveva portare per forza nell'appartamento di Lyse!

"Dai tirati su ..ti faccio conoscere una mia amica.." gli disse cercando di farlo parlare.. troppo sangue.. troppo!

"Per essere amica tua ce ne vuole.." la prese in giro sorridendo appena.

 

Un violento bussare tirò giù dal letto la ragazza che aprì la porta assonnata e scarmigliata. Quando vide Maret ridotta in quel modo le prese un colpo!

"Monique? Monique che ti è successo?!" esclamò notando il taglio sulla fronte che aveva ripreso a sanguinare.

Spalancò la porta per farla entrare e restò allibita, vedendola abbracciare un uomo che ridotto peggio di lei.

"Mon..?" guardò Jesus da capo a piedi con espressione incredula "Chi ?"

Maret lo trascinò all’interno dell’abitazione e chiuse la porta senza rispondere.

Si tolse la giacca di pelle, gettandola a terra e Lyse potè vedere una fondina di pelle in cui spiccavano due pistole.

Che vuol dire tutto questo?" le chiese la ragazza arretrando impaurita.

 

 

 

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Capitolo 21
*** La copertura salta ***


preoccupata "scompari per giorn i e po itorni

Lyse arretrò vendendo le pistole di Maret e il sangue che usciva dal ferito.

Monique..che significa? Che sta succedendo? Chi è lui?”

La sua voce era terrorizzata e preoccupata al tempo stesso "scompari per giorni e poi torni.."

Si interruppe quando Maret aprì la giacca di Jesus e vide tutto il sangue che stava perdendo

"Chiamo la polizia?" propose con la mano sul telefono.

 

"No!" la secca esclamazione di Maret la gelò all'istante " Dio santo, mi serve un medico..."

Afferrò le forbici colorate che la ragazza usava per i lavori a maglia e gli tagliò via la camicia cercando di non vomitare.

"Lyse..presto, prendi degli asciugamani " le disse non sapendo da che parte mettere le mani.

Non le era mai successa una cosa del genere, neanche quando abitava con MacMahon!

 

La sua coniquilina non riusciva neanche a parlare; osservava quel tipo che stava morendo dissanguato sul loro pavimento e la sua amica sempre così calma e compassata con occhi nuovi.

"Lyse..svegliati!” le urlò contro scrollandola e macchiandola col sangue "ti spiegherò tutto te lo prometto..ora.." deglutì guardando Jesus che mugolava per i dolore "ti prego…prendi degli asciugamani puliti  e premili su quel buco " le disse indicando la ferita sporca di polvere da sparo. "devo andare a cercare un dottore" urlò dirigendosi nel bagno per incerottarsi la fronte e lavarsi del sangue che andava asciugandosi.

Maret le passò davanti caricando una pistola con sguardo truce: se il medico avesse fatto storie..

"Monique...che cosa è quella?" Lyse indicò l'arma con dito tremante, arretrando un po’ da lei.

 

Maret la guardò rendendosi conto dello shock che la sua amica aveva subito "ti spiego tutto, te lo prometto..però adesso .." lo sguardo che le lanciò la fece muovere dal suo stato di torpore.

Annuì più volte mentre si allontanava a prendere ciò che le aveva ordinato.

Maret si inginocchiò presso il moribondo e gli sorrise a stento "Fai il bravo con Lyse"

Jesus la guardò con occhi socchiusi”che faccia preoccupata..non è da te” la prese in giro con voce flebile.

Maret sorrise ironica "Se crepi vengo all’inferno a prenderti! Devi ancora pagarmi per questo lavoro!" gli disse a bassa voce “e voglio un’extra per tutte le pallottole che ho sprecato contro i poliziotti”

"Fanculo Maret..pensi sempre ai soldi." Sussurrò divertito Jesus senza riuscire a muoversi.

 

Lyse si avvicinò tremante al ferito che Maret le aveva lasciato dentro l'appartamento. Con delicatezza premette il tessuto pulito sulla ferita, guardando bene…lei, quel tipo, l'aveva gia visto prima ..ma si! Le aveva fatto un sacco di domande su Monique, qualche mese fa!

La pressione che esercitava sulla ferita si allentò leggermente..ma chi è? Che gente frequenta Monique?!

Quando si accorse che la stava guardando, trasalì cadendo all’indietro. I jeans che si era infilata si macchiarono di sangue, ma Lyse non ci fece caso. Lo guardo timorosa, poi si rese conto che non poteva fare danni, ridotto in quel modo e si rilassò tornando al suo lavoro.

"Scusa il disturbo..ma la tua amica ha insisto per portarmi a casa sua.. io pensavo che la serata sarebbe finita bene.." le disse simpaticamente con voce debole.

"Io ti conosco.." sussurrò la ragazza sorridendo appena.

"Già, come va il lavoro?" le chiese indicando le planimetrie che spiccavano sul tavolo da disegno.

"Che combina Monique? Chi sei tu?" lo interrogò la ragazza inquieta.

"Jesus .."

La ragazza sbiancò: ecco chi era!

Maret non le aveva mai raccontato niente, ma ogni tanto, quando la tirava giù dal letto, aveva sentivo mormorare più volte quel nome.

 

"Sei il ragazzo di Monique?" gli domandò a disagio

L' uomo cominciò a sghignazzare piano. "Non farmi ridere che mi fa male tutto" le disse divertito

Lyse lo guardò bene..ma chi cavolo è, sto tipo?! “Non mi dice mai niente della sua vita..

"Figurati se ne parla con me..non mi sopporta" replicò toccandosi la ferita dolorante "diciamo che sono quello che le passa lo stipendio.."

Lyse sgranò gli occhi: ma non lavora in una casa di moda?! La ragazza sempre più agitata: aveva abitato per più di un anno con una persona che non conosceva per niente!

"Monique ti ha nominato un paio di volte..me lo ricordo bene.."gli disse soprappensiero.

"Che notizia.." Jesus tossì a lungo, contraendosi e sentendo il torace andare a fuoco "scusa per il fastidio…" le disse dopo un di silenzio.

La ragazza non rispose limitandosi a guardarlo. Con delicatezza tolse via un di sangue cercando di non fargli male.

"Ma come fai a sopportarla quella strega isterica?" le chiese osservando dalla limitata visuale la casetta piccola e accogliente.

Lyse sorrise divertita "Monique è taciturna ma è una brava coinquilina, andiamo d'accordo…" rispose la ragazza in tono dolce "lei mi da consigli sui vestiti e io sugli uomini…peccato che le mie parole cadano nel vuoto"

Jesus rise piano "non stai facendo un buon lavoro allora..non ci capisce un cazzo di uomini.."

"Un anno che abito con lei e la prima volta che mi porta a casa un ragazzo, è mezzo sforacchiato e in fin di vita" sorrise dolce mentre lo guardava..chissà perché, ma gli dava l’idea che fosse una ‘vittima’ della sua amica.

"Se non mi avessero bucato, tu ed io non ci saremmo incontrati nuovamente..ha ragione, sei una brava ragazza" le disse sorridendo appena ”cavolo.. fa male..” mormorò sentendo un dolore lacerante.

"Ehi ehi..non svenire.." Lyse lo scuotè leggermente; la penna colorata che teneva la massa di riccioli castani le cadde a terra e si macchiò di sangue "su ER dicono di tenerli svegli i feriti. Se il motivo c'è, io non lo conosco ma non mi svenire o Monique mi ucciderà."

Jesus guardò tra le nebbie del dolore e della confusione la ragazza china su di lui, coi lunghi capelli sciolti.. gli ricordava la  foto di Maret

Allungò una mano per accarezzarla. Lyse gliela prese e la strinse forte.

"…Maret… te lo voglio dire prima di tirare le cuoia...."

Maret? Pensò Lyse perplessa…"dimmelo su" basta che parli!

"Potevamo fare meraviglie noi due insieme..se solo non fossi sempre così acida…" sorrise appena alla ragazza che rispose automaticamente.

"Lo faremo..non ti preoccupare " chi diavolo è Maret?! Non sarà…

"Ti amo..Maret.."

 

Il dottore che Maret aveva letteralmente rapito dall'ospedale, fece del suo meglio perricucirlo’. Quando le ventilò l’ipotesi di fare una trasfusione di sangue, la ragazza si offrì volontaria, con una foga che stupì se stessa e Lyse che cercava di calmarla invano, mentre andava su e giù nervosamente.

La stanchezza si fece sentire all’improvviso, quando il dottore se ne fu andato. Era un uomo di mondo, sapeva come andavano certe cose. Maret non dovette preoccuparsi di prendere ‘provvedimenti’ in caso di una ‘fuga di notizie’ alla polizia. 

Jesus dormiva sul suo letto, Maret non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, tesa com’era. In teoria avrebbe potuto dormire accanto a lui. Lyse la canzonava spesso sul fatto che avesse un due piazze ‘visto che non hai mai un ospite’.

In teoria poteva..in pratica non ci sarebbe riuscita. Sarebbe rimasta tutta la notte sveglia a guardarlo.

Si svegliò a mattina inoltrata, sentendo un odore buonissimo provenire al cucinotto. Si alzò dal divano mezza dolorante e si trascinò fino sulla sedia della cucina. Lyse la guardò seria, mettendole una tazza di caffè in mano. Si sedette davanti a lei tesa e la fissò a lungo "devi raccontarmi tutto, dall'inizio..per filo e per segno"le disse dura.

Maret non l'aveva mia vista così autorevole. Posò la tazza semipiena e cominciò a raccontare. Quando tacque la sua amica non parlava più, si sentiva solo il ticchettio  dell'orologio a muro che avevano comprato insieme durante le ferie natalizie, lo scorso anno.

Lyse annuì sconvolta "ho capito..quindi tu sei..e anche.." fece un segno indicando la camera di Maret

"si..è il mio capo..o almeno ci prova!" le disse ridendo piano.

Guardò l'amica con sguardo cupo "quando quello potrà camminare ce ne andremo, non ci vedrai più”

Lyse la guardò alzarsi, ancora con i vestiti della sera prima e ancora sporca. Il  vistoso livido sul braccio dove le avevano preso il sangue spiccava nero sulla pelle chiara.

Non le disse niente..doveva prima capire tutto e poi.."perchè non ti fai una doccia Mo? Stai ridotta uno schifo, non è da te" le disse accennando un sorrisetto incoraggiante.

Maret la guardò con sguardo vacuo "non è il mio vero nome.."

"lo so..me l'ha detto il tuo amico " rispose la ragazza prendendo le due tazze e poggiandole nel lavello ..

"Immagino le stronzate che ti avrà raccontato su di me!" esclamò Maret con un sorriso triste.

Era la prima volta che la ragazza la vedeva preoccuparsi per qualcuno.."lui ha detto.." si doveva fare gli affari suoi? "Solo cose positive.."

"Verrà a nevicare, allora!" " rispose Maret sghignazzando.

Smise immediatamente quando entrò in camera sua. Si avvicinò  a passi leggeri, Non si era mosso dalla posizione in cui l’avevano lasciato. Dormiva profondamente, la coperta si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro regolare.

Maret aveva paura di svegliarlo se le avesse toccato, ma non potè impedirsi di posare una mano sulla guancia ruvida. Con delicatezza sposò i capelli dorati e lo guardò a lungo…starai bene, potremo ricominciare a litigare come al solito, tu ed io..

Con un sospiro silenzioso, aprì i cassetti per prendere la sua roba. Fortuna che era domenica e che non doveva andare a lavorare!

La doccia calda scrosciò a lungo. Sotto il getto, la ragazza ripensò alla serata..quando l'avevano colpito? In macchina o prima? Quel vetro in frantumi..magari un rimbalzo…non so cosa pensare.

Si asciugò con calma, restando a pensare seduta sulla tavoletta del water abbassata.

Doveva fare molte cose.. chiamare alla villa e dire di staccare  i telefoni. Non aveva neanche niente da mettersi, quello stupido che si faceva sforacchiare, quindi doveva fare un salto casa sua a prendergli qualcosa..

La bussata discreta di Lyse interruppe le sue elucubrazioni "Mon...Maret c'è un cellulare che squilla. tuo?" le chiese porgendoglielo.

"No,..” guardò il numero e non lo riconobbe "Pronto?"

La voce allegra di Natt la investì all’improvviso “Ehi principessa, com’è andata la fuga? Ho sentito di una bella sparatoria e dell'inseguimento "

Era in macchina, Maret poteva sentire benissimo i rumori della strada.

“Mi sono preoccupato non vedendovi arrivare” le disse serio “ma perché rispondi tu? Jesus? Ho interrotto un momento intimo?” sghignazzò divertito dopo un attimo.

"Natt, non è il momento! "rispose arrabbiata, affacciandosi alla porta della sua camera.

"Hanno preso Jesus, non so come, un colpo di rimbalzo o altro. Comunque ora dovrebbe stare bene.." gli disse bassa voce “ o almeno spero”

"Dove sei?"

"A casa mia..ma non venire qui!Ho creato abbastanza problemi ad una persona!" gli disse dura mentre Lyse la ascoltava distrattamente.

"Ma come?" Esclamò preoccupato per il suo amico “fammi parlare con Jesus! Voglio sapere come sta!”

“Sta dormendo “ gli disse abbassando la voce "Natt non insistere, per favore!"

"Fallo venire, non ti preoccupare per me " la interruppe Lyse guardandola seria.

Maret restò un attimo indecisa: stava creando un sacco di problemi alla ragazza. Sospirò all’occhiataccia che lei le rifilò "Ti do l'indirizzo..ma se provi a fare qualche cazzata con la mia coinquilina ti strappo i..” lo minacciò riprendendo la conversazione col sicario.

"Ehh quanta violenza!" ridacchiò l'uomo allegro, annotando l’indirizzo “sarò un ve-ero cavaliere!”

 Quando attaccò con un grugnito, Lyse la stava guardando "un ..collega?"domandò appena.

"Amico suo! Come fanno ad andare d’accordo non lo, sono talmente differenti quei due!”esclamò indicando Jesus.

“Come facciamo noi due..le disse sorridendole.

Maret la guardò sentendosi stranamente contenta. Lyse non era arrabbiata con lei.

“Attenta che è un gran maiale" le disse incupita guardando Jesus dormire.

 

Maret lo vide arrivare dalla finestra con una macchina che non conosceva.

Natt salì le scale a due a due, canticchiando e con una valigia in mano. Quando Maret gli aprì la porta tornò subito serio, notando il cerotto in testa "Sei ferita anche tu?" le chiese toccandole il viso.

Maret si spostò leggermente all’indietro…gli assomiglia sempre un po’ troppo!

Si staccò da lui inquieta “Sto bene, solo qualche graffio” mormorò guardando la valigia.

Natt si tolse gli occhiali da sole, posandoli su una mensola. “Senti..non ti ricordi proprio niente?” le domandò serio.

Maret impallidì “perché..che abbiamo fatto tu ed io?”

Il tono allarmato della sua voce lo stupì. La guardò negli occhi notando la sua agitazione e le sorrise “Niente..mormorò divertito “ma quello che hai detto potrei usarlo contro di te, sai?” la canzonò posando la valigia a terra.

“Negherò fino alla morte!” esclamò Maret vedendo Lyse uscire dalla stanza di Jesus. 

 

Natt guardò la ragazza con interesse: da svenimento istantaneo!

Lyse lo guardò sorridendo appena. “Sta dormendo profondamente” mormorò mentre Natt occhieggiava la porta socchiusa.

“Ho portato qualche vestito al moribondo” disse a Maret dirigendosi verso la camera e gettando a Lyse una lunga occhiata compiaciuta.

Con discrezione entrò nella stanza e si chinò sul suo amico.

"L'hai rappezzato per bene?"  chiese a Maret sentendola entrare a sua volta.

Osservò la fasciatura con occhio esperto, evitando di toccarlo. “E tutti questi graffi?” domandò di nuovo notando le piccole ferite.

"Parabrezza in frantumi. Ci ha pensato un dottore a medicarlo .." rispose tirandolo fuori dalla stanza per un braccio.

"Un dottore? L’hai portato all'ospedale?" domandò allarmato, cercando di tenere la voce bassa.

"Ma sei impazzito? L’ho portato qua di forza!"esclamò la ragazza incredula.

“Brava, ottima mossa” le disse soddisfatto girandosi verso Lyse, seduta in bilico al bracciolo della poltrona. Era leggermente nervosa e continuava a tormentare la maglietta più grande di due taglie che portava leggermente scesa sulle spalle.

Le fece un gran sorriso, staccandosi da Maret che lo guardò male."che meraviglia della natura!"

"Natt..che  ti ho detto? " sibilò Maret arrabbiata mettendosi di fronte a lui a braccia incrociate.

"Uffa! Non si può mai scherzare con te! Quanto sei pallosa donna!"esclamò sedendosi su divano ingombro di coperte e osservando il sorriso divertito di Lyse…è anche timida…che carina! Pensò mettendosi comodo a contemplarla.

Lyse arrossì vistosamente sotto quell’esame; si schiarì la voce, alzandosi dal bracciolo e dirigendosi in cucina a grandi passi.

Che stai facendo?” brontolò Maret quando lo vide sporgersi dal divano fino quasi a cadere.

“La sto spogliando con gli occhi” mormorò con un sospiro comico “mi sono innamorato della tua amica”

Un rumore di piatto rotto li fece voltare. “Monique vieni un attimo” la chiamò la ragazza con voce alterata.

Quando si affacciò alla porta, Maret la vide rossa in volto “ma quello..chi diavolo è?” esclamò a bassa voce, spazzando i cocci rotti.

“Un gran rompipalle!” rispose la ragazza aiutandola “un maiale che porta solo guai”

Lyse la guardò seria “Monique.. stavolta te lo dico chiaro e tondo: non ci capisci un cazzo di uomini!” Borbottò guardando il suo volto stupito. “Mettiti a sedere, devo parlarti”

Maret obbedì perplessa..che stava succedendo?!

Lyse prese un bel respiro prima di cominciare ” da quello che ho potuto vedere, i tuoi colleghi sono uno più bello dell’altro ..e non m’interrompere! Quando avrò finito potrai dire la tua!” la sgridò vedendola sul punto di aprire bocca.

“Quello di là è da ustione istantanea! Quindi procurami un appuntamento o ti lascio seccare le piante!” la minacciò divertita; tornò subito seria, quando si riferì a Jesus “che c’è fra voi due?” la interrogò nervosa

“Niente!” esclamò sorpresa Maret.

L‘occhiataccia che le rivolse le fece scuotere la testa. Con una smorfia depressa dovette convenire che ‘forse qualcosa c’era

“Forse?” la stuzzicò Lyse incoraggiante “certo..’forse’ è per quello che ti sei dissanguata per lui e ‘forse’ è per quell’uomo se stai ridotta uno straccio!” esclamò a bassa voce chiudendo la porta a scrigno della cucina.

Si sedette sul tavolo di fronte a lei posando le mani sulla superficie liscia  “non ti ho mai vista agitata per qualcosa che non fosse la nuova collezione di Dolce e Gabbana” le disse divertita “Ammettilo che ti piace e falla finita!”

Maret si sentiva come la bambina sgridata dalla maestra e messa in castigo dietro la cattedra.

“Non è così facile..per me” mormorò giocando con un pezzo di ceramica che Lyse aveva sbadatamente lasciato in terra. “c’è uno strano rapporto fra noi..

“Sarà sicuramente strano per colpa tua!” esclamò Lyse togliendole il coccio prima che Maret riuscisse a tagliarsi. “Prima mi ha scambiato per te e mi ha detto.

 

La sua rivelazione fu interrotta da Natt che aprì la porta annoiato “che fate bellezze, posso partecipare?”

Guardò Lyse con interesse mentre la ragazza lo malediceva fra se e se: proprio sul più bello l’aveva interrotta!

“Io vado a controllare Jesus” borbottò Maret alzandosi stanca.

Lyse saltò giù dal tavolo agitata “aspetta devo finire di dirti...”

“Me lo dirai dopo!”

Lyse si ritrovò a guardare Natt male e lo sgridò come se si trattasse di un vecchio amico. “se aspettavi un minuto, sarebbe stato meglio!”

Natt si mise a sedere accanto a lei  “inutile farla ragionare…” le disse offrendole una sigaretta che la ragazza rifiutò con un cenno della mano.

“Sono innamorati quei due?” gli chiese all’improvviso.

“Si..ma la tua amica è da ricovero!” esclamò divertito.

“Lo so!” sospirò allegra.

E tu?” le domandò avvicinandosi di più con un sorriso invitante.

“Non mi hanno ancora preso, quelli della Neuro!” gli disse d’un tratto facendolo ridere.   

Natt la guardò a lungo prima di parlare ”che fai stasera?"

“Esco con te”

 

Maret tornò dopo un attimo indietro ..si era dimenticata la cosa più importante!!

Si affacciò sulla porta della cucina e li trovò intenti a fissarsi “ah Natt..hai presente la Trial?” gli disse con un sorriso maligno.

L’uomo si riscosse dalla contemplazione di Lyse e la guardò con timore “si..dov’è?”

Maret sorrise divertita “te l’hanno rubata!” esclamò lasciando un pezzo di ghiacciò di fianco alla ragazza.

“Come l’hanno rubata?!”

 

Il rumore che stavano facendo svegliò Jesus che mugolò qualcosa cercando di alzarsi..mi è passato sopra un camion? Dio, che dolore, borbottò sentendo delle fitte laceranti al torace ..quella voce, era Natt?

Cercò di alzarsi ma ci rinunciò, sentendo le numerose fitte che lo trapassavano lasciandolo senza fiato. I rumori crescevano sempre  di più ..senti tu, per poco non mi portano via in un sacco di plastica e questi festeggiano!

 

Natt correva praticamente dietro a Maret cercando di farla parlare “l’hanno rubata e quando?!” lo sentiva urlare disperato.

Jesus sorride divertito..lo sapevo che l’avrebbe fatto!

Udì la voce di Maret alterata che gli imponeva il silenzio. Sembrava che stesse dirigendosi nella sua stanza. Si guardò intorno..la camera di Maret? Si domandò vedendo il disordine che vi regnava.

Beh…posso dire di essere stato nel suo letto, pensò ridacchiando appena.

Sentiva le voci avvicinarsi. Cercò di muoversi ma ripiombava continuamente sdraiato. La fasciatura era stretta, gli impediva qualsiasi movimento.

Quando Maret aprì la porta tallonata da Natt, Jesus si riparò dalla luce che entrava alzando un braccio “la finite di fare casino? Qua c’è gente che soffre..borbottò sentendosi uno straccio.

"Bella Natt..tutto intero?" gli chiese con difficoltà. Maret restò a guardarlo in silenzio mentre l’ amico gli si avvicinava. 

“Ehi fratello, t’hanno ridotto male” mormorò guardandolo.

"Come..ti senti?" mormorò la ragazza con voce stentata: si era preoccupata così tanto che ora vederlo così..

"Come ha fatto a farti sparare addosso?" gli chiese Natt serio infilandogli una sigaretta in bocca "Dio..che favola.." sospirò felice mentre gliel’accendeva.

"Sai.. quanto ti inseguono tre macchine a hai una specie di Terminator accanto, qualche incidente ci scappa" ridacchiò indicando Maret che stava in un angolo ammutolita.

Vide Lyse sulla porta che gli sorrideva “ciao bella..questo porco ti sta dando fastidio? Lo puoi anche prendere a calci" le disse facendola ridere.

Maret restava in silenzio con un groppo in gola. Se scherzava stava bene…forse..

Continuava a toccarsi il braccio :  il buco della trasfusione le faceva parecchio male.

"Ti hanno preso?" le chiese vedendo la sua faccia sbattuta.

“No..solo un graffio"

“Mon…Maret si è svenata per te!" gli disse Lyse porgendogli una tazza di latte.

"In che senso?" domandò guardando il liquido bianco caldo..non mi piace il latte!

"A questo ci vuole una tanica di caffè" borbottò Natt alla ragazza.

"No..il medico a detto..." Maret fu interrotta da Jesus sul punto di strozzarsi "Medico?  Non mi dire che hai rapito un dottore?!" la guardava allucinato e Maret si spazientì parecchio.

"Senti..non sapevo dove portarti! Perdevi sangue come un maiale scannato e ..e mi hai macchiato tutto il pavimento! Ringrazia che non ti abbia lasciato crepare in strada!"esclamò arrabbiata, staccandosi dalla parete alla quale era appoggiata e sedendosi sul letto sbuffando.

Lyse la guardò,..non l'aveva ma vista così preoccupata. "perché non vai a riposarti un ?” le disse in tono dolce "prendi la mia stanza"

Maret  tentennò..meno male che c'era lei! Con calma si alzò dalla sponda del letto e uscì, lanciando prima un’occhiata a Jesus che la guardava in modo strano..

Si chiuse in camera di Lyse, restando addossata alla porta..stava bene, era vivo.. in forma più o meno..le uscirono le lacrime da sole. Se le asciugò sorpresa e imbarazzata. Stava diventando troppo sentimentale!

I due uomini restarono a fissarsi mentre Lyse li lasciava alle loro chiacchiere.

"Ci esco stasera, con quella sventola!"commentò Natt sorridendo. Jesus guardò la porta a lungo “Dammi una mano ad alzarmi..gli disse a bassa voce “devo parlare con lei”

Quando fu in piedi, Natt lo fissò scuotendo la testa “ perchè non vieni in vacanza con me e ti riposi?" gli propose d'un tratto.

Jesus soppesò la proposta per un . Annuì deciso, prima di uscire dalla stanza.

 

Con delicatezza aprì la porta della camera di Lyse.  

Maret stava seduta sul letto, con la testa far le mani e due lacrimosi che le scendevano sulle guance, singhiozzando piano. Quando lo sentì sollevò di colpo la testa e lo guardò "Che fai in piedi? Devi riposarti!” esclamò togliendosi in fretta le tracce umide dal viso.

"Mi riposerò. Maret..io..me ne vado con Natt" le disse sedendosi accanto a lei.

La ragazza era talmente stupita che non riuscì a reagire "come..te ne vai?" gli domandò incredula "Quanto starai via?"

Se ne andava?! E la lasciava da sola?!

"Non lo so ..una settimana, due..non penso che riuscirò a sopportarlo troppo quel pagliaccio, ora che è peggiorato!"

Maret assentì con lo sguardo vacuo. Jesus le sorrise, allungando una mano verso di lei e scompigliandole i capelli con affetto.

Maret se li rimise meccanicamente a posto, dondolando e dandogli una piccola spinta con la spalla.

“Mi dispiace averti causato problemi con Lyse. Le disse guardandola tormentare un cuscino con le unghie.

Maret scuotè la testa lentamente ”Mi preoccupa di più la sua salute mentale, visto che le piace Natt” mormorò divertita “gliel’ho detto, della macchina!” sghignazzò sentendo le lacrime che le uscivano da sole un’altra volta.

“Vi ho sentiti..”

“Non sono riuscita a trattenermi!” gli disse ridendo..era un riso triste il suo.

Jesus la vide sempre più depressa. Quando la strinse a sé, la ragazza non si oppose. 

Aspirò il suo profumo dolce..l’ odore della sua pelle, quello vero..più inebriante di qualsiasi afrodisiaco.

"Dimmelo..ho un motivo per tornare?" le chiese con voce roca.

"Si..torna .." mormorò Maret stringendolo con forza.

 

 

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Capitolo 22
*** Solo per questa volta.. ***


Finito il lavoro, Jesus si accese una sigaretta, guardando il sole che tramontava e le freddi luci della città che si accendev

Un uomo sedeva sul cofano caldo della macchina, guardando il pallido sole che tramontava e le fredde luci della città che si accendevano una dopo l'altra.

La fiamma dello zippo oscillava lentamente e gli scaldava le dita. Passò più volte la mano sulla fiammella aranciata con lo sguardo perso nel vuoto. Era un regalo di Natt, così avrebbe smesso di ‘inquinare’.

Tutto stava nel ricordarsi di ricaricarlo.

Lo richiuse di scatto, mettendolo nella giacca del cappotto pesante e strofinandosi le mani per riscaldarle.

Perché andava sempre in qualche posto bizzarro a pensare? Mah..

Seduto sul punto più alto della città, Jesus cercava di riflettere su qualcosa che non fosse..

..Maret..

Una vera ossessione.. in tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensarci.

Era tornato da quattro giorni ma ancora non l’aveva chiamata. In verità non aveva avvertito nessuno.

Scese dal cofano e passeggiò un po’,  immerso nei pensieri. Il buco stava guarendo. Aveva passato tre settimane con quel matto di Natt e si era divertito parecchio…però…gli mancava…lei.

Notò la prima stella della sera che brillava nel cielo violaceo…sembrava un diamante.

 

Nel loft, Maret sistemava i nuovi vestiti che aveva appena comprato. Qualcuno a lavoro si chiedeva come faceva a permettersi quei lussi: lo stipendio della casa di moda era alto, ma non fino a quei livelli. Così la dolce, sensibile Monique si era inventata un’eredità milionaria.

Ci stai ripensando, non lo fare…canticchiava dentro di se continuamente. Tre settimane…quando tornerà?

Il suo sguardo si adombrò un attimo: il suo pensiero costante...Jesus.

Si scopriva a guardare il cellulare, attendendo...cosa? Una chiamata, un sms, una mail un strana, fuori dall'ordinario?  Prendeva il telefono in mano, il dito sul tasto della chiamata rapida...restava a guardare il suo numero per un periodo infinito e poi lo richiudeva di scatto, scuotendo la testa.

 

In profumeria aveva sentito un odore che conosceva molto bene. Si era girata col cuore che batteva disordinatamente, credendo che fosse dietro di lei. Il suo dopobarba, un uomo lo stava provando. Era sbottata in un risolino isterico e con stizza aveva posato sul ripiano di vetro la boccettina che stava odorando, dandosi della pazza.

Sospirò lanciando i suoi acquisti sul letto...altra roba che avrebbe preso spazio nell'armadio; si sedette sulla sponda poggiando la testa sulle mani unite.

..quello sguardo, quando se n’era andato…avrei voluto salutarti…ma poi…

 

Quando sentì suonare il campanello alzò la testa all'improvviso e si accigliò: vicina rompiscatole? Ragazzo delle pizze che aveva sbagliato porta?

Ondeggiando sui sandali di Manolo, aprì la porta smorzando subito la sua curiosità. Restò a guardarlo, sbattendo più volte gli occhi. Il groppo in gola non andava né su né giù.  

Jesus si appoggiò allo stipite, mostrando una bottiglia di champagne in mano "Non mi fai neanche entrare?" le chiese tranquillo, rimirandola da capo a piedi " bel vestito"

...è sulla tua porta..

Maret si spostò distrattamente. La oltrepassò e un battito si perse nel suo cuore.

..è tornato..

"Me l'hai pagato tu " rispose con voce flebile.

..è qui...

“Come… stai?” gli domandò guardandolo poggiare la bottiglia sul tavolino di cristallo.

Jesus le rivolse un sorriso allegro ”una meraviglia! Folleggiare con Natt ti rimette al mondo!” le disse frugando nell’angolo bar. Aprì lo champagne versandolo in due bicchieri di cristallo purissimo, bordati in oro.

“Belli” commentò con una smorfia, alzandone uno verso la luce.

Le lanciò un’occhiata e rimase piacevolmente colpito dalla sua espressione…non mi aspettava!

Maret lo stava guardando con un misto di sorpresa e piacere sul volto…un sorriso strano, che Jesus non seppe classificare ma che gli piaceva molto sul viso della ragazza.

Gli venne spontaneo sorriderle.

Maret si riscosse indicando il vestito “mi vado a cambiare...un attimo solo” mormorò allontanandosi a ritroso, come se avesse paura che girandogli le spalle fosse svanito.

Quando uscì dalla camera da letto, avvolta da una vestaglia di seta cinese, Jesus pensò che sarebbe stata benissimo.. in terra.

"Non bevo, lo sai" gli disse indicando i bicchieri con voce timida. Si sentiva scoppiare. Era tornato finalmente...e adesso lei… che doveva fare?

"Per festeggiare...appena un sorso non ti ucciderà " le disse sorridendo.

Maret lo osservò da capo a piedi. Stava anche meglio di prima.

“La ferita?” domandò prendendo il calice che le porgeva. Il liquido ambrato era attraente...e lui era..

..favoloso..

Jesus parlava e le raccontava dalle sue ferie ma Maret non riusciva a capire una sola sillaba. Restava ad osservarlo annuendo di tanto in tanto. D’un tratto si riscosse, quando percepì la frase ‘sono tornato quattro giorni fa’.

“Sei tornato da quattro giorni?” sbottò Maret arrabbiata...e che diavolo aspettava chiamarla, quello scemo?!

Jesus la guardò sorpreso e si sporse verso di lei “lo so, dovevo chiamarti...

Quel tono così dolce la andò nel panico “Ma non me! Lo sai che il lavoro si è accumulato?!” Sbottò la ragazza posando il bicchiere sul tavolo.

 ..buttala su lavoro, qua sta diventando complicata!

E allora? Li facciamo aspettare!” le disse pacato notando il suo nervosismo improvviso.

“Scherzi vero? Ho visto un vestito che è la fine del mondo”.

“Maret..” scrollò la testa incredulo ..è una pazza!

“Maret un corno! Non sei professionale quando fai così” lo accusò la ragazza “ahh…vattene via !” sbraitò lasciandolo di sasso “mi dai sui nervi solo a guardarti!”

Lo fissò dura e si gettò sul divano basso, accendendo la tv "mah…chi ti capisce è bravo!”

 

Jesus era allibito! Mancava per tre settimane e ora...lo trattava in quel modo?!

La guardò con la voglia di strozzarla! Poggiò il bicchiere con un gesto secco andandole vicino.

Maret non lo filò mentre smanettava il telecomando grigio.

“Tutto qui quello che mi devi dire?” le domandò nervoso, restando in piedi davanti a lei.

Maret sbuffò esasperata "senti.. o te ne vai o ti metti seduto! Mi togli la visuale!"

Jesus la guardò sollevando un sopracciglio per la sorpresa "Mi sta cortesemente invitando sul tuo divano?" le chiese con tono ironico.

Maret si spostò per fargli posto "prima che ci ripensi...ma sta muto" lo minacciò prendendo il bicchiere in mano e bevendone un sorso appena.

..farò bene? Mah..

Si sedette accanto a lei, tenendo le distanze. Con un sospiro soddisfatto allungò le gambe sul tavolinetto di vetro che dava idea di essere particolarmente fragile. Un lieve profumo gli solleticava le narici...è lei?

Maret sentì il divano sprofondare e istintivamente si allontanò di più, senza degnarlo della minima considerazione.

Un silenzio di tomba calò nella stanza, finché Jesus non eruppe facendole fare un salto.

Sei tesa, datti una calmata!

"Ma che stai guardando?" le chiese non capendoci nulla della trama. La custodia del dvd era in terra accanto a lei, si sporse per prenderla e le sfiorò la gamba con i capelli.

Maret si ritrasse come se si fosse scottata.

"Non ci posso credere…un film romantico?!" esclamò incredulo, guardandola come se fosse pazza.

"Mh…mi fanno ridere"

La fanno ridere i film d'amore? Ma che gli hanno fatto a questa mentecatta? "E a Titanic quando affondava la nave che facevi, ridevi?" domandò ironico...chi l'avrebbe mai detto?!

"Mh - mh.." disse nuovamente "mai riso di più, quel film è assurdo...se la grassona fosse pesata meno, quella bagnarola non ci andava a fondo " commentò facendolo scoppiare a ridere.

"Dio santo.." mormorò sorridendo. Gettò la custodia in terra accanto a se, stentando a trattenere le risa.

Maret intercettò il suo sguardo divertito: aveva una bella risata...

..e non solo quello...

Mi sta fissando "che c'è?" domandò scontrosa.

"Niente...niente..." rispose continuando a ridacchiare e a lanciarle occhiate fra l'incredulo e il divertito.

Dopo un'ora di quelle melensaggini,  Jesus stava per sparare a lei e al plasma "ma come fai a guardare sta roba?! C'è da diventare isterici!"

"Te ne puoi anche andare, io non ti trattengo di certo!" lo stuzzicò sarcastica.

 

D’un tratto, l’epifania! La guardò con un sorrisetto ironico e un ghigno divertito…e brava Maret! C’ho messo un po’ a capirti! Tirava sempre su un casino, quando era tesa o imbarazzata…bene, bene...

 

Il livello dello champagne scendeva sempre di più. Jesus le tolse il bicchiere di mano "smettila, non ci sei abituata!" la rimproverò scolandoselo al posto suo.

Un'occhiataccia lo mise a tacere "ubriacati, allora" le disse guardandola ficcare le gambe sotto di e abbracciare un cuscino imbronciata.

Se non ci provi sei un coglione!

Maret sentiva un caldo piacevole che proveniva da lui. Si spostò leggermente, il divano era grande, perché le stava così addosso?  No…non è stato lui, pensò vedendo la sua metà molto lontana. 

Lo guardò, stava fissando lo schermo con espressione perplessa, una mano appoggiata sulla fronte e le gambe distese una sull'altra che dondolavano leggermente. Si era tolto la giacca e l'aveva gettata con noncuranza alle sue spalle, disfandosi anche del maglione, visto che ‘nel suo appartamento sembra di stare ai Carabi!

Era rimasto solo con la camicia leggermente sbottonata.

...si toglie con facilità..

Maret osservò la scena del bacio distratta, mentre nella sua fantasia vorticavano le cose più turpi che potesse immaginare.

"Se ridi a questa, giuro che ti licenzio!" le disse d'un tratto facendole fare un salto "mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò con la tachicardia.

"Perchè, eri concentrata su questa stronzata?" le chiese incredulo.

"No...pensavo ai fatti miei " rispose automaticamente senza guardarlo. Tirò più a sé le gambe sentendosi un po’ esposta…che le era saltato in mente di mettersi quella vestaglia?! Penserà che me la sia messa apposta!

..e non è così?

"A che pensavi?" le chiese gentilmente, togliendole il bicchiere di mano.

"Niente che ti riguardi!"

Jesus le si avvicinò impercettibilmente " dimmelo.. dai.." le chiese con fare insinuante.

Allo stuprarti su questo divano!!

Maret si astenne dal rispondere. Prese di nuovo il bicchiere scolandosene un buon sorso...la smetti di fissarmi?

"Cosa vuoi? Tanto non te lo dico! " esclamò poggiando il calice vuoto.

"Allora te la dico io qualcosa: sono tornato solo per te, quindi fa poco la stronza!" precisò puntandole un dito addosso.

Jesus la guardò serio, non stava scherzando. Maret assorbì la notizia in silenzio, stentando a respirare. Aveva avuto paura proprio di quello...

"Vattene.."  mormorò con voce flebile.

"Perché?" 

Si girò completamente verso di lei, poggiando un braccio sullo schienale morbido " perché vuoi che me ne vada?" le chiese mentre Maret lo guardava a disagio.

La ragazza si agitò leggermente e si spostò lontano da lui.

..mi piaci...

"Perché è tardi...e perché..." Farfugliò cercando di mantenere un tono duro che fallì miseramente, quando si protese verso di lei ad accarezzarle la spalla. Restò in silenzio per un attimo, sforzandosi di non chiudere gli occhi al piacevole contatto. Deglutì a vuoto, cercando di usare un tono duro       "Che stai facendo?" chiese con timore malcelato.

La vestaglietta fu scostata bruscamente. Maret sussultò incredula, quando si avvicinò a baciarle la pelle delicata della spalla.

“No...che fai...aspetta..” balbettò sentendo le sue mani accarezzarla bramose.

“Ho deciso di passare la notte qui…con te” mormorò fissandola negli occhi.

 

Maret si sentì cadere. Le uscì un gemito di sorpresa mentre la sdraiava sul divano. Aveva smesso di sorridere e la guardava serio. La stava braccando come se fosse..

..Una preda nelle mani del cacciatore..

La osservò cambiare più volte espressione...sorpresa, paura...e infine smarrimento...

La grande Maret che tremava come una ragazzina fra le sue braccia? Impossibile! Tra poco avrebbe urlato e strepitato.

Ma stranamente restava buona a farsi accarezzare il collo, deglutendo mentre le sue dita tracciavano il contorno del suo corpo.

Scostare la vestaglia fu facile...fin troppo.

Dovette trattenersi dal gridare quando le baciò il pizzo del reggiseno.

Una luce gli brillò in fondo agli occhi, quando sentì che tratteneva il fiato. Con un sorriso appena accennato, la sua mano scese ad accarezzarle le gambe lunghe e snelle, alzando la vestaglietta e infilandosi sotto di essa.

I baci leggeri salivano verso il collo, la facevano sciogliere….quelle mani…dio..

Maret si agitò sentendo le carezze...doveva ammettere che era piacevole. Non permetteva che la toccassero in quel modo, mai…li prendeva lei, limitandosi allo stretto indispensabile. Sesso e basta, nessun coinvolgimento e quello le andava bene, era sempre stato così!

La lingua la accarezzava sensualmente il collo, stuzzicando una parte che Maret non sapeva fosse così sensibile.

Lo sentiva avvicinarsi sempre di più agli slip…quando infilò una mano sotto il leggero tessuto elastico e le carezzò un fianco sobbalzò violentemente.

"N-no" gli disse ritirandosi in fretta come una tartaruga nel guscio. Si spostò di lato, cercando di liberarsi. Le stava sopra, in ginocchio, puntellandosi con le mani.

Panico! Voglio andarmene! Non è una più una fantasia! Adesso si fa sul serio!

Jesus non la lasciò andare. Maret tremava cercando di liberarsi "Vattene, non ti voglio più qui, non venire più " mormorò a stento, cercando di evitare il minimo contatto, mentre la fissava in quel modo che non riusciva a decifrare.

"Perché? "domandò tranquillamente."Ti creo qualche problema, per caso?" le chiese scostandole la spallina sottile. 

"Si.. " gli disse ansimando. Jesus scese a baciarle il seno...morbida…così profumata...

S’ impossessò del capezzolo già turgido, tormentandolo con le labbra e la lingua, facendola gemere...era inebriante sentirla mugolare in quel modo.. 

"La grande Maret che ha paura di un uomo…è tutta da raccontare" la prese in giro andando a toccare un nervo scoperto.

"Non è vero.. "

La sua voce alterata…un vero e proprio invito a continuare!

“Hai il terrore che possa piacerti, se prendono l’iniziativa al posto tuo” mentre parlava la sua mano scendeva sempre di più e s’insinuava sotto le mutandine, facendola tremare. Le stava abbassando un centimetro alla volta...sempre di più…ed era così lento..

..è vero..

"...non è vero!" ansimò spingendogli contro i palmi delle mani  "... hai bevuto troppo champagne..." gli disse agitata ”smettila, smettila!” gridò quando gli slip caddero a terra con un fruscio leggero.

"E tu ne hai bevuto troppo poco" sussurrò avvicinandosi alla sua bocca. Maret girò la testa da un lato. Non poteva farsi baciare, non da lui e non di nuovo! Se la baciava…se la toccava…sarebbe stato..

..bellissimo…

"Hai paura di me?" le chiese in un orecchio, continuando a farla gemere e a dimenare sotto di sé, favorendo inconsciamente la sua ‘conquista’. Più si agitava e più lo sentiva insinuarsi fra le sue gambe nude.

"No…Ah!" Un gridolino le uscì all’improvviso mentre la toccava con insistenza.

..si...

Si aggrappò al tessuto del divano stringendolo con forza, ansimando per il piacere che cresceva ad ondate violente. Jesus la guardava continuare a negare, con gli occhi serrati e la bocca dischiusa, inarcando la schiena allo spasmo… il suo corpo la stava tradendo.

"Bugiarda.." le disse stringendola addosso a se "Mi vuoi, Maret? Dimmelo..." Sussurrò affondando le dita in quella calda morbidezza.

Con un grido più forte degli altri, Maret si lasciò andare, si arrese a quel piacere sconvolgente…basta mentire, a che serviva? Si aggrappò a lui con mani tremanti…si sentiva così fiacca..ma era una debolezza piacevole.

 "E’…solo.. per questa volta" gli disse a stento mentre le gambe le cedevano e la vestaglia si apriva del tutto.

"Solo per stavolta…"

 

 

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Capitolo 23
*** un sogno che svanisce all'alba. ***


Maret si sentì afferrare e tirare in basso

La camera era silenziosa. Si udiva solo un leggero respiro e le lancette dell’orologio che scandivano incessanti le ore. Un lieve scricchiolio del letto.

Jesus la guardava dormire col volto rilassato…bellissima...è semplicemente fantastica, pensò accarezzandola con tenerezza.

Maret dormiva raggomitolata come un gattino, coperta soltanto da un leggero lenzuolo color pesca.

La temperatura del loft era torrida, i termosifoni sempre accesi. La sua proprietaria non badava certo a spese, considerato l’odio patologico per il freddo.

Jesus si accese una sigaretta, guardandola con la coda dell’occhio. La vedeva rigirarsi continuamente, mormorando qualcosa d’ indistinto.

Si sentiva esausto ma non aveva sonno, la guardò indeciso se svegliarla di nuovo. I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, una mano infilata sotto, le labbra socchiuse...quelle labbra.. si piegò verso di lei allontanando la sigaretta per non infastidirla e la baciò leggermente.

Maret mugolò qualcosa spostandosi un po’…dispettosa anche quando dorme!

Rise fra sé, restando ad osservarla ancora un po’…è così carina...beh, carina non è la parola adatta a lei! Cercò il giusto termine ma gliene venne in mente solo uno: psicopatica!

Si sollevò a sedere guardando la stanza con occhio critico. La prima volta non ci aveva fatto caso, ora ha tutto il tempo per impicciarsi un po’ della vita di Maret.

E’ arredata con molto buon gusto, ma è fredda. Sembra che l’abbia ammobiliata un architetto.. e non mi stupirebbe se fosse così!

Le foto sul casettone: Maret con la signora dall’aria gentile, la stessa foto che ha nel portafoglio.

Si domanda ancora se sia la madre...però non le assomiglia molto. Avrà preso dal padre, decide guadandola bene.

Un vaso con i fiori…incredibile, la strega ha il pollice verde! Pensa notando i boccioli piccoli e quasi del tutto dischiusi…che fiori le piaceranno?

Spenge il mozzicone nel portacenere e si alza, girovagando per la camera...chissà dove lo tiene l’arsenale, la matta!

Silenziosamente vaga per l’appartamento; nel salone principale sembra ci sia passato un uragano, i vestiti sono sparsi ovunque...quando ci sono finiti in camera da letto? Si domanda perplesso, raccogliendo i propri abiti…ce ne vorrà per trovare il bottone della camicia che gli ha fatto saltare!

Sorride divertito e scuote la testa...ne è decisamente valsa la pena!

La vestaglietta di seta di Maret...è rimasta sul divano.

Non si erano mossi da là per parecchio tempo, la prima volta. Jesus si sente fremere nuovamente, mentre la stringe sotto le dita.

Era stata un'odissea all’inizio…mai fatta più fatica con una donna. Ma dopotutto si trattava di Maret...niente è semplice con lei.

La stropicciò leggermente, risentendo il corpo della ragazza sotto le mani.

Non si fidava minimamente di lui. Dopo tutto quello che avevano passato, pensava ancora che potesse fregarla? Aggrottò la fronte, ripensando a quanto aveva cominciato ad agitarsi mentre le sfilava la lingerie e la accarezzava : tremava, non riusciva a fermarsi, aveva una paura del diavolo di cedere...di farsi toccare da lui.

L'aveva capito il suo problema: non si lasciava andare, non la voleva proprio buttare quella maschera perfetta che si era costruita. 

Aveva bisogno di vagonate d’affetto, parecchio affetto…non lasciava avvicinare nessuno.

E tutta quella resistenza.. da quanto tempo non lo facevi, Maret? Si domandò per l’ennesima volta.

Quando l' aveva presa, aveva gridato così tanto da fargli credere che fosse..

L’aveva guardata incredulo, rallentando il ritmo e facendola urlare ancora di più. Ci aveva messo un a capire la situazione ma dopo non si era più fermato, finché non era quasi svenuta dal piacere.   

Mica male come potenza amatoria, pensò divertito.

Gli aveva ceduto tutto insieme...e allora era stato…

Alzò un sopraciglio con sguardo bramoso, ripensandoci. Si schiarì la gola ridacchiando leggermente e dandosi del maiale per le fantasie che la sua mente stava concependo in quel momento.

Tornò in camera, Maret non si era mossa di li; le si sdraiò accanto…sonno zero, aveva nuovamente voglia di lei. Il lenzuolo che la ricopriva scivolò leggermente, scoprendo il seno morbido.

Che invito..

Cominciò a baciarla sempre di più, accarezzandola con desiderio. Maret si svegliò, sentendo un piacere meraviglioso che la attraversava. Con un gemito gli si avvinghiò addosso, ricambiandolo. Si sentiva leggera...non si era mai sentita così bene..

Stavolta durò a lungo…fu troppo lungo, Maret non riusciva a sopportarlo!

La sua arrendevolezza lo esaltava e lo stimolava ad insistere in quella lenta tortura…quando cominciò a minacciarlo, sorrise mettendo fine alsupplizio’.

Si sdraiò accanto a lei, tirandola su di sé e cingendola con le braccia mentre ansimava spossata. Maret abbandonò il viso nel suo torace, cercando di respirare. Le sue mani tremanti lo accarezzavano ancora.

Jesus la strinse in silenzio, godendo di quel contatto...non durerà, lo so.

 

Un singhiozzo sommesso nel suo orecchio lo svegliò dopo qualche ora…tragedia in atto? La guardò con un occhio solo…un incubo probabilmente, stava quasi piangendo.

"Maret...è un sogno" le disse a bassa voce scrollandola leggermente.

La ragazza si svegliò all'improvviso. Sentiva un calore incredibile accanto a se. Si attaccò al corpo di Jesus cercando un di conforto...Jesus?!!Che ci faceva ancora li!?

Lo guardò incredula ..che cos'era quello sguardo dolce? Perché la guardava in quel modo? Si sentiva sciogliere...

"Che fai ancora qui? Vattene via!" gridò cercando di scacciarlo.

"Dopo.." le disse abbracciandola forte.

"No, vattene!" esclamò cercando di sottrarsi alla sua stretta...che diavolo hai fatto, Maret?!Come hai potuto?!

Dovette lasciarlo fare, arrabbiata con se stessa per la situazione. La sua forza era insufficiente a contrastarlo, non riusciva a liberarsi, le braccia le tremavano e non riusciva a smettere di singhiozzare. Stai diventando una sciacquetta isterica e permetti anche ad un uomo di consolarti! Si sgridò mentre le accarezzava i capelli con delicatezza e la tirava sempre di più a se. Si era rovinata la faccia quella notte...anzi già da molto tempo, da quando l'aveva baciato...non lo dovevo far entrare in casa, non dovevo permettergli di restare, non dovevo..

 

Una moltitudine di 'potevo, volevo, dovevo' sconvolgevano il mondo perfetto di Maret.

Un semplice corpo addosso al suo e si era sgretolato tutto,  sotto quelle mani che continuavano incessanti a sfiorarla, come  se fosse una cosa preziosa… sotto quelle labbra che sussurravano cose piacevoli che non capiva, non afferrava pienamente ma che bastavano a farla calmare, a far cessare il fiume di lacrime che si riversavano dagli occhi nocciola.

La tensione nel suo corpo svanì. Jesus la sentì rilassarsi lentamente.

"Va meglio?"le chiese gentilmente

Maret spostò il viso dalla spalla di Jesus. Si rese conto solo in quel momento di stringerlo come una forsennata, affondandogli le unghie nella carne. Annuì a stento, sospirando per riprendere fiato...che vergogna, era caduta proprio in basso. Cercò di riprendere il controllo di se, una battuta ironica le salì alle labbra "Mi dovrai licenziare, non sono adatta a questo mestiere se mi metto a piangere per un nonnulla"

"Hai avuto un incubo, succede…e poi eri tesa" le disse in tono dolce che bloccò il respiro di Maret.

Perché è così carino con me? Fa quasi paura..

"Non è vero.." cercò di mentire. Quella era un'altra cosa che non riusciva ad accettare: aveva fatto la figura della verginella quando…quando l'aveva ..

..ancora..

Arrossì violentemente, sentendosi eccitata. Lo voleva, da morire…ma non riusciva a prenderlo. Eppure era così semplice, bastava allungare una mano, era li, la guardava.. ma con lui non ci riusciva, non era come gli altri…era.. Jesus.

"Mi sento stupida…senza armi per difendermi…senza nulla, mi sento nuda e non mi piace" confessò tutto d'un fiato.

"A me piace invece…" mormorò posandole dei baci leggeri sul braccio "sei una donna anche se fai di tutto per sembrare una strega.." le sussurrò salendo verso il viso.

Lasciò che la baciasse sentendosi stranamente bene...troppo bene. Che mi succede?

Lo allontanò leggermente da sé dandogli le spalle..mi sento strana...non mi piace sta storia!

“Sei incredibile...”le sussurrò baciandole leggermente la pelle setosa della schiena “e quando arrossisci sei ancora più bella”

A quelle parole Maret sentì il viso in fiamme “non è vero” borbottò cupa senza voltarsi e nascondendo di più il viso sotto il cuscino.

E quel broncio che fai ti rende così…” un leggero morso la fece strillare.

“Ahi!” esclamò voltandosi verso di lui che approfittò dell’occasione per ricominciare a baciarla.

“Non sono rossa...”mormorò sulle sue labbra mentre la stuzzicava divertito “Si, lo sei! ”

“E’ il caldo…” ansimò quando si abbassò a baciarle il seno massaggiandolo delicatamente.

“Fa… troppo...caldo…”

Un ultimo pensiero cosciente prima di risprofondare nell’estasi.

Le mani si muovevano lentamente, i baci divennero più intensi, l’unione.. il paradiso e l’inferno insieme. Non si era mai sentita così amata, desiderata...le sussurrava cose eccitanti mentre si muoveva in lei, facendola impazzire e gridare senza voce…il rapimento, l’incanto della scoperta del suo corpo…

Andarono avanti per ore, addormentandosi abbracciati e soddisfatti.. ma era sempre troppo poco e si svegliavano continuamente per prendersi e darsi piacere l’un l’altro.

 

E’ mattino inoltrato. Maret si sveglia stanca morta, ma appagata. Jesus dorme ancora e resta a guardarlo, passandogli un dito addosso lentamente.

E’…così…giusto! Si, è fatto apposta per lei.

Rimane ad aspirare il suo odore a lungo…mi fa quasi venire fame, pensa divertita. Gli poggia la testa sulla spalla e prende ad accarezzargli il  torace...è comodo..

D’un tratto sente la sua mano che sale a toccarle i capelli, infilandosi sotto e accarezzandole la pelle sensibile.

Voglio restare così...per sempre..

Maret ha quasi paura di svegliarsi da un momento all’altro e coprire che è stato un bel sogno. Ritrovarsi da sola, in un appartamento troppo grande...

Si sposta lentamente per non svegliarlo. Afferra la prima vestaglietta che trova e se la infila, notando con sorpresa ed imbarazzo, i lievi segni che le ha lasciato addosso. Si stira, leggermente anchilosata e sbadigliando guarda la sveglia.

Porc! Il lavoro! Sono le undici!

Afferra il cellulare e inventa una scusa ad Alice. Si veste in fretta, cercando di non disturbare Jesus. Prima di uscire resta guardarlo per un attimo...non te ne andare mi raccomando, pensa sentendosi estremamente stupida ma molto felice.

 

Ore 17: 30

 

Maret ha finito ma deve restare un altro po’ in ufficio a sbrigare una pratica. Non le richiederà tempo ma non vede l’ora di piantare tutto.

Se n’è andata senza dire nulla e senza lasciargli neanche un post- it, per la fretta che aveva.

Spera che abbia sentito il messaggio nella segreteria.

Chissa come mai si preoccupa tanto..

Maret resta con la penna poggiata sulla fronte, battendo leggermente il tappino sulla pelle tesa..forse perché…ci tengo?

Sbatte gli occhi scuotendo la testa… stupida, sciocca e sentimentale! 

Sorride fra sé: a pranzo, tutti hanno notato il suo cambiamento. Maret ha sorriso e alzato le spalle, continuando a mangiare da sola, guardando fuori dalla finestra con i pensieri rivolti alla nottata trascorsa con Jesus. Il vetro ha riflettuto la sua espressione tonta ed è scoppiata a ridere, arrossendo quando i suoi colleghi si sono voltati verso di lei sorpresi.  

 

Un discreto bussare la scuote all’improvviso. Alice la avverte che la pratica non serve più e che può andarsene a casa. Non fa neanche in tempo a chiudere la porta che Maret ha già sbaraccato la scrivania e afferrato il cappotto nero.

Apre la porta del suo ufficio precipitandosi sul corridoio semivuoto. Ha voglia di rivederlo..di fare di nuovo l’amore con lui.

Si veste strada facendo, passando la valigetta da una mano all’altra e andandosi a scontrare infine con la sua segretaria.

“Ha un visitatore all’entrata” l’avverte raccogliendole i fascicoli scivolati a terra.

“No, no e no, e tardi e me ne voglio andare a casa! Dì a quell’idiota di tornare domani! Domani starò anche ore a ascoltarlo ma ora..” grida quasi afferrando gli incartamenti e precipitandosi verso l’uscita.  Si blocca vedendo Jesus davanti la scrivania di Alice che l’aspetta sorridendo

“Sei tu lo scocciatore?” gli domanda divertita e sorpresa. E’ venuta a prenderla dopo che l’ha lasciato senza neanche avvertirlo!

“Sono io”afferma alzandosi dalla sedia comoda e andandole incontro “pensavo che mi avessi sedotto e abbandonato” le dice a bassa voce mentre si dirigono agli ascensori.

Maret aspetta che si chiudano le porte per rispondergli ”mi sono svegliata, era tardissimo e tu dormivi così bene, non mi andava di..
La bacia prima che riesca finire la frase. Maret lascia cadere la valigetta a terra e lo abbraccia, ricambiandolo con un’intensità che lo lascia piacevolmente sorpreso. Sono costretti a staccarsi quando le porte metalliche si aprono al pianterreno.   

Escono abbracciati come due fidanzati, Maret neanche si accorge di passare in mezzo alla folla dei suoi colleghi che la guardano stupiti.

“Si stanno facendo una rosicata i tuoi amici ” mormora  Jesus piano indicando le sue spalle.

Maret ridacchia divertita...non gliene importa niente!

Vanno a cena insieme e poi passeggiano per la città buia ritornando sul ponte. Il musicista non c’è col freddo che fa, ma questo non gli impedisce di ballare stretti l’uno all’altro. 

Tornano nel loft. la temperatura è sempre bollente in quell’appartamento, ma Maret ha il suo ‘termosifone’ personale. Abbraccia Jesus e non lo lascia più andare finché non ricadono sul letto.  E’ tutto perfetto...anche troppo perfetto.

Passano una settimana insieme, nel loro paradiso personale. La villa è ancora chiusa, il lavoro può aspettare.

C’è la Vita di cui occuparsi, la Morte può attendere.

Jesus sarà tornato un paio di volte a casa, per prendere i vestiti di ricambio. Maret l’ha accompagnato, curiosa di vedere il suo appartamento...nel frattempo si è segnata mentalmente l’indirizzo.

Non si può mai sapere. 

E’ una domenica sera, hanno passato tutta la giornata insieme. Natale è nell’aria, i negozi sono sempre aperti. Maret l’ha preso in giro per un’ora, quando ha urtato una pallina di vetro natalizia mandandola in mille pezzi e tre paia d’occhi si sono puntati su di loro, facendoli arrossire per l’imbarazzo.

L’ha portata a vedere un film tremendo ma Maret non ha commentato, limitandosi a guardarlo. A metà del primo tempo l’ha presa per mano, trascinandola fuori del cinema e le ha regalato un lecca-lecca per farsi perdonare.

Ha riso per una buona mezz’ora abbracciandolo, mentre scartava il dolcetto a forma di orsetto.

 

E’ tardi...Maret è sul punto di addormentarsi, con un sorriso soddisfatto che le stira le labbra.

Jesus guarda i suoi occhi chiusi e non riesce a capacitarsi di quello che sta succedendo.

L’accarezza lento, facendola mugolare soddisfatta “lo so che stai dormendo, per quello te lo dico..”

La ragazza non dorme ancora e lo lascia parlare...vuole sentire quale grande rivelazione sta per farle. 

“Sto troppo bene con te...e non è normale” mormora ridacchiando “..me ne sto qui a parlare alla tua schiena..”

Maret stringe i denti per non ridere …lasciamolo continuare!

“Maret....non ci lasceremo mai, vero?”

La ragazza spalanca gli occhi incredula, una sensazione orrenda l’afferra con le sue lunghe dita ghiacciate…quella frase…  

Jesus sospira depresso “mi sento un deficiente..mormora sdraiandosi sul letto “tu dormi e io dico un sacco di stronzate

Guarda il lampadario del soffitto brontolando fra se. Maret sta aspettando che parli di nuovo: non riesce a muoversi…è rimasta traumatizzata!

“Però è vero..lo sente borbottare di nuovo ”mi sa che mi sono innamorato di te”

Maret resta immobile, stringendo il cuscino con le dita rigide...non è possibile! 

 

Il mattino dopo, quando Jesus si svegliò e allungò una mano verso di lei non la trovò ...dov'è? Pensò assonnato, guardandosi in giro.

Non sentì alcun rumore, niente. Si alzò e aprì l'armadio inquieto...non ci posso credere...vuoto!

Maret se n'era andata.. aveva fatto le valige e l'aveva mollato!

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Capitolo 24
*** sette mesi dopo ***


Jesus ancora imprecava, ogni volta che scorreva il numero di Maret sul cellulare

Jesus ancora imprecava, ogni volta che scorreva il numero di Maret sul cellulare. Quella disgraziata se n'era andata in gran fretta, era scomparsa dalla città,  si era licenziata dal lavoro e anche Lyse non ne sapeva più niente!

L’aveva cercata ovunque…nulla! Sembrava non fosse mai esistita: stava rincorrendo un fantasma!

Ogni volta che arrivava una telefonata sperava sempre che fosse lei, che gli comunicava il suo ritorno, ma non era mai la voce della ragazza quella che proveniva dalla cornetta e Jesus si abbruttiva ogni giorno di più, sprofondando in una cupa solitudine alleviata solo dall'alcool e dalle sigarette che fumava in quantità industriale ormai.

 

Messico: ora locale

 

Una donna se ne stava seduta con aria annoiata, sullo scomodo sgabello di uno squallido bar da quattro soldi.

Brutta gente là dentro, pensò guardandosi attorno: anime smarrite nella lussuria e nel dolore, ladri, rapinatori…assassini.

Lo specchio le rimandò la sua immagine, abbassò gli occhi pesti di sonno. Le veniva voglia di sputarsi in faccia ogni volta che si specchiava.

“Il solito, Val?” domandò una voce gutturale.

Maret annuì appena “ fallo doppio” mormorò tenendo la testa appoggiata sulla mano destra. Continuava a rigirare un tappo di ferro piegato a metà senza guardarlo veramente. Gli occhi nocciola, cerchiati da occhiaie profonde, restarono impassibili quando il barista le mise davanti la sua ordinazione.

Pepita, la sola puttana del bar con cui avesse un rapporto, le si sedette accanto pesantemente.

Què pasa esta noche?” le chiese con la sua cadenza dolce e leggermente strascicata. Le labbra secche e senza rossetto di Maret, strette in una linea sottile, continuavano a restare serrate.

..mi sento un vero schifo..

Prese il bicchiere guardando il liquido trasparente. Un forte odore di alcool le aggrediva le narici.

Fece una smorfia, bevendolo. Era forte… le bruciava lo stomaco e gli occhi le si riempirono di lacrime.

Mh !Che ironia...le uniche volte che riesco a piangere è per colpa della tequila!

Posò il bicchiere spingendolo davanti a sé con un dito.

“Nada..” Mormorò nel suo spagnolo stentato ”la solita storia..

Pepita accese un cigarillo “Hombres de mierda!” esclamò passandole la lunga sigaretta.

Maret fece un tiro e restò a guardare la puttana che beveva accanto a lei. “Quanto ti pagano per questo lavoro?” le chiese seria.

“Mai abbastanza..” Le rispose con voce cupa.

“Vorresti lavorare con me?” domandò d’un tratto. Pepita alzò lo sguardo e la fissò ridendo “e mettermi contro Jeriko? Te lo scordi, tesoro”

Con un lento e sensuale movimento scese dallo sgabello, planando sui tacchi alti. “la vida es cruel, niňa ” le disse prima di andarsene, con un’ombra triste negli occhi.

 

Maret ci pensò su. L’amore…un grosso sbaglio.

 

Il barista la stava osservando da tempo: quella donna era strana..sempre sola, con quella faccia assente...

Veniva ogni sera, ordinava la solita cosa e restava ore con quel bicchiere in mano a giocarci, senza berlo mai del tutto.

Aveva saputo il suo nome per puro caso.

Appoggiò un braccio su bancone, gettandosi lo straccio umido d’acqua sulla spalla “qual è il tuo problema?” le chiese a bassa voce.

Maret alzò gli occhi vacui, sollevando le spalle abbronzate “il mio cervello, credo” rispose distratta.

L’uomo sospirò sconsolato e riprese il suo lavoro, strusciando per l’ennesima volta lo straccio umido sul bordo del bicchiere.

Un tramestio improvviso disturbò la quiete del locale. Maret non degnò di un’occhiata i nuovi arrivati, continuando a guardare il liquido trasparente...

“Ehi barista, birra per tutti!” esclamò una voce allegra.

Un ragazzo si avvicinò al bancone, notando Maret che giocava col tappo piegato. Le lanciò un’occhiata. Lei lo guardò per un attimo e tornò alla sua ‘occupazione’

“Ti posso offrire qualcosa?” le chiese gentilmente, restando a guardarla con un sorriso.

Maret si alzò meccanicamente, lasciando una banconota sul tavolo e allontanandosi.

Il ragazzo la vide uscire con le spalle incurvate. Alzò un sopraciglio perplesso.

“Lasciala stare, quella” l’avvertì la voce del barista “è strana...non vuole scocciatori”

Il ragazzo lo guardò prendendo le birre “ grazie dell’avvertimento. Mormorò guardando la porta socchiusa del locale.

 

La mattina dopo

 

"Tutto a posto Valerie, il carico è pronto a partire " comunicò il pilota a Maret. Nuova identità, nuovo lavoro: trasportava la droga oltre il confine e la rivendeva all'ingrosso. Jacob, il suo pilota, si stava preparando ad un altro voletto. Avevano pestato i piedi alla mafia locale con i loro traffici e c'erano stati molti problemi.

Maret aveva cercato di contrattare più volte con Jeriko, il capo della potente organizzazione, ma non aveva voluto sentire storie: erano solo i pesci piccoli, in quell'oceano in cui loro erano i padroni incontrastati. Le aveva mandato parecchi avvertimenti, ma la ragazza non si era lasciata spaventare.

Se il carico fosse partito nuovamente non sapeva cosa sarebbe successo, ma stava facendo soldi a palate...perchè doveva rinunciare al denaro, solo per colpa di quell' untuoso stronzo, sempre circondato da belle fighette poco vestite?

Vai ai fatti fottere, pensò dando l'ok a Jacob.

Il pilota si alzò in volo e Maret lo guardò allontanarsi sempre di più...si voltò per tornare alla macchina quando una fragorosa esplosione la fece girare allarmata.

Brutto figlio di puttana!!

L'aereo stava precipitando in fiamme: 350 kg di marijuana andati letteralmente in fumo!

Si faranno una canna fantastica quelli del piano di sopra! Pensò cinicamente senza neanche preoccuparsi della vita del povero Jacob che lasciava una moglie con un bambino appena nato.

 

Tornò a casa, senza fretta alcuna…casa! Quella topaia con un tetto e 4 muri non poteva certo definirsi una casa!

Quando era arrivata in Messico, c'erano parecchie 'stamberghe' con piscina che poteva comprarsi, con tutti i soldi che possedeva, ma aveva preferito quel buco…era più intimo e lei aveva bisogno di stare da sola.

Non ci aveva pensato due volte quella notte! Era scappata come una ladra da casa sua...da Jesus...si, era scappata per causa sua! Per quello che le aveva detto!

Parcheggiò quella carriola di macchina che possedeva, nel giardinetto dall'erba secca e la terra riarsa e restò seduta, a guardare il tramonto, arrotolando una sigaretta con abilità.

Aveva imparato a fare un sacco di cose in quei 7 mesi. Fumò lentamente aspirando ogni boccata...aveva fatto bene ad andarsene? Che sarebbe successo se fosse rimasta? Fra loro due…che sarebbe successo?

..sarebbe stato magico...

L'aveva fatta sentire così...un brivido le passò lungo la schiena, le succedeva sempre quando ci ripensava.

Che stupida...ti sei fatta fregare proprio per bene da quello!

Pensavi di sapere tante cose...invece non sapevi un cazzo, cara Maret. Hai sbagliato tutto, da quando sei nata...hai sbagliato con tua madre, con i ragazzi con cui uscivi. Hai messo su la farsa di donna indistruttibile, nata sotto il segno della iena, quando alla fine è bastato che ti toccassero nei punti giusti per far crollare il tuo bel castello dorato.

Si toccò i capelli...o almeno quello che ne era rimasto.

Quei capelli che lui le aveva accarezzato a lungo…li vedesse adesso, pensò guardando la lunga ciocca ricoperta di quella strana sostanza che la faceva sembrare un verme.   

 

Aprì la porta della sua topaia e la trovò devastata. Un sorriso stanco…ecco, ti pareva. Scritte sui muri la incitavano a trovarsi un altro lavoro, il tutto condito con una serie di appellativi che non la fecero infuriare come succedeva una volta.

Il telefono squillò proprio in quel momento "dimmi " rispose calma, stringendo il cappello di panama fra le mani non più curate come prima.

"E’ il mio ultimo avvertimento...la prossima volta toccherà a te" le disse l'uomo nel telefono.

Un 'clic' tolse la comunicazione lasciandola leggermente inquieta.

Si sedette sulla sedia di vimini facendo due conti: Jacob era andato e si doveva trovare un nuovo pilota.

La casa era un disastro… non importava, una mano di vernice avrebbe sistemato tutto.

Finchè non toccavano lei o i suoi campi andava tutto bene...ma era meglio fargli uno scherzetto a quello stronzo pieno di sé.

La notte stessa s’intrufolò nella villa di Jeriko, il tempio della cocaina.

Fece fuori in bel di uomini alle sue dipendenze. Un cane arrivò fino da lei scodinzolando : ecco il suo beniamino.

"Tesoro.." Gli disse un momento prima di farlo secco. La bestiola si accasciò a terra guaendo.

Maret soddisfatta, uscì come era entrata, mentre gli allarmi strillavano impazziti in tutta la casa.

 

La mattina, quando si recò ai campi a controllare la raccolta, trovò i suoi dipendenti che osservavano i campi bruciati. Maret impallidì, portandosi una mano alla bocca "brutto figlio di puttana!" esclamò incazzata. Stavolta si, che gliela faceva pagare!

Tornò a casa e..non la trovò! Un incendio la stava devastando, mentre una macchina nera e lucida l' aspettava, parcheggiata nel giardinetto secco.

Due scagnozzi impomatati la trascinarono nell’auto a forza.

Al suo interno, un gigantesco nero attendeva, accarezzando un cagnolino che scodinzolava allegro.

Maret si ritrovò a fissare due pupille nere e decisamente incazzate.

"Valerie tesoro, non mi è piaciuto molto lo scherzetto che mi hai fatto!" le disse secco, quando la portiera si chiuse con un tonfo.

 

L’imponente statura dell’uomo la metteva a disagio, i vestiti di buona qualità che portava con molta eleganza, non riuscivano a nascondere il fatto che fosse un ragazzo uscito dal ghetto. Si era fatto le ossa in strada, tra la gente peggiore che Maret riuscisse ad immaginare.

Completamente calvo, grosse labbra negroidi arricciate in un sorriso tranquillo, portava collane d’oro attorno al collo e un anello di diamante al dito medio della mano destra. Jeriko Durante, 44 anni, un portoricano arricchito sulla pelle dei poveracci.

Il re della droga dell’America del Sud.

 

L’aria condizionata della macchina fece venire i brividi a Maret… dentro ribolliva di rabbia.

“Mi hai fatto saltare l’aereo, hijo de puta!” lo aggredì con una smorfia disgustata alla ragazza discinta che sedeva accanto a lui.

Jeriko posò il cagnolino in braccio alla donna che cominciò ad accarezzarlo lentamente, guardandola con un sorrisetto di derisione.

“Dì alla tua puttanella di finirla, mi sta dando sui nervi!” esclamò Maret fissandola a sua volta.

Il nero la guardò sorridendo...e quando faceva quella faccia non prometteva niente di buono, pensò Maret inquieta  

"Mon me lo dovevi ammazzare, il mio piccolino" le disse tranquillamente. "Senza campi sarà difficile continuare il tuo lavoretto part-time..." esclamò serafico mentre un uomo le apriva la porta "Attenta...se sgarri di nuovo, la prossima volta ci occuperemo di te" la minacciò a voce bassa, trattenendola per un braccio.

Maret lo liberò con uno strattone e una smorfia di disgusto "Prima o poi verrò a farti visita, Jeriko e te ne farò pentire amaramente !” lo avvertì fissandolo con odio.

Un cenno dell'uomo e il gorilla la tirò via, richiudendo la portiera "occupatevene voi" disse ai suoi ragazzi che ben volentieri obbedirono agli ordini del capo. Pestarono Maret e la lasciarono sulla strada polverosa a tossire e a sputare sangue.

 

Li guardò allontanarsi in preda alla rabbia e con una gran voglia di vendicarsi. C' era un altro appezzamento di terreno di cui Jeriko non era a conoscenza…ma aveva bisogno di aiuto per far fuori quello stronzo, visto che la sorveglianza era stata sicuramente triplicata, dopo la sua visita.

  

Era arrivato il momento di chiamare l’Armatore.

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Capitolo 25
*** l'armatore ***


L’Armatore, alias Arlo Ibanez

L’Armatore, alias Arlo Ibanez. Un figlio di buona donna argentino...in poche parole, un tedesco parecchio abbronzato.

Se ne stava comodo sulla sua barchetta a prendere il sole, bevendo piňa colada ghiacciata.

La ‘barchetta’ era un panfilo di sette metri più o meno, ormeggiata nella baia di Campeche.     

Maret lo conosce molto bene: è lo sfruttatore di Pepita e suo cliente.

Anche lui la conosce...in verità, avrebbe voluta conoscerla meglio, ma un paio di calci ben assestati nelle basse sfere, gli avevano fatto passare tutti i bollenti spiriti.

Arlo ha una sottile avversione per le brave ragazze e tutto ciò che non si può essere comprato con i soldi. La crackhouse di Veracruz  si riforniva direttamente da Jeriko, finché una partita di coca mal tagliata aveva steso un paio di ospiti nell’ultima festa. Vallo a spiegare alla polizia!

Contratto rescisso, parole grosse e spacconate varie erano volate fra i due uomini, fino all’inevitabile minaccia di morte.

Maret conosceva tutta la storia attraverso Pepita. La ragazza si confidava con lei quando non ce la faceva più. “Ti abitui a farlo, dopo un pò neanche ci fai più caso.” Le diceva con voce stanca nel bar di Al, il barista dalla voce gutturale.

Il disprezzo per Durante si era acuito in Arlo, quando gli aveva rispedito la sua ‘migliore ragazza’ in una cassa, con un bigliettino sarcastico allegato.

La sua fonte di reddito era stata fatta a pezzi e imballata. Ibanez non l’aveva apprezzato. Trattava molto bene le sue ragazze e pretendeva che anche i clienti facessero lo stesso.

Lo scherzo non gli era piaciuto per niente.

 

Maret camminava sul molo sotto il sole cocente, guardando le varie bagnarole ormeggiate che si muovevano lentamente nel mare azzurro.

Era facile individuare la ‘ Punta d’oro’. Il coglione aveva issato una bandiera da pirata divertendosi un mondo a far incazzare la guardia costiera.

Con agilità si mosse sul pontile bagnato, calandosi in un gommone arancione e dirigendosi verso la barca.

Eccolo la, quel fesso! Pensò Maret vedendolo stiracchiarsi al sole. Legò il gommone ad un’apposita cima, salendo le scalette di ferro strette.

“Ciao Arlo” mormorò con un sorriso seducente.

L’uomo sollevò appena la testa e tornò nella posizione originale. “Che vuoi?” le chiese sgarbatamente, posando il bicchiere ormai vuoto sul pavimento lustro “togliti quelle scarpe, mi rovini il ponte” le disse passando una mano dietro la testa e sospirando.  

Con un sorriso divertito Maret obbedì ...quella cafonaggine le ricordava molto Natt. Peccato che Arlo mancasse del suo senso dell’umorismo.

“Mi serve un favore” gli disse secca, mettendosi davanti a lui e togliendogli il sole.

“Crepa” le rispose inforcando gli occhiali scuri.

“Non sei gentile con me!” esclamò la ragazza con voce divertita.

“Non da quando mi hai preso a calci sulle palle!” sbottò nervoso.”Chi ti ha invitata? Togliti di torno!”

Maret si sedette sul bordo lucido della barca dondolandosi tanto da cadere quasi in acqua. “Voglio fare fuori Jeriko” mormorò secca.

Arlo si sollevò sui gomiti guardandola “hai catturato la mia attenzione, donna...continua”

Maret fissò il volto scavato dell’uomo dai lineamenti affilati. Sembrava che l’avessero scolpito con l’accetta. I corti capelli castani si muovevano alla brezza del vento. Tirò indietro gli occhiali piantando due occhi grigi nei suoi “allora? Sto aspettando” la incitò osservandola “e togliti quegli occhiali” le disse secco.

Con un gesto scocciato Maret se li tolse mostrando un occhio nero “vuoi anche vedere i lividi?” domandò sarcastica tirando su una manica della lunga maglietta che portava. Stava morendo di caldo, vestita in quel modo!

Arlo la guardò sfrontato “cos’è? Hai preso a calci anche lui e te l’hanno date per questo?” le chiese sarcastico sdraiandosi nuovamente sull’asciugamano celeste.

“Fai poco lo stronzo! Mi hanno bruciato i campi e la casa!” sbraitò Maret incazzata. Si mosse fino a lui abbassandosi per guardarlo “adesso chi ti rifornisce di roba, eh cazzone?”

Arlo guardò il bel volto di Maret attraverso le lenti scure. Con un gesto pigro li spostò fissandola freddo “questo non va bene” mormorò serio “Quando è successo?”

“Stamattina”

Si spostarono all’interno della cabina. Faceva un bel fresco.

L’arredamento lussuoso del panfilo era decisamente esagerato anche per lei. Si sedettero uno di fronte l’altro estremamente seri.

“ Che gli hai fatto?” le chiese allungandole una bottiglietta d’acqua. Sapeva fin troppo bene che Maret non beveva: aveva provato a farla ubriacare per portarsela a letto e, sebbene alticcia, aveva rimediato una giusta punizione da quella strana donna che non parlava mai di sé.

Tutte le donne amano chiacchierare di se stesse...quella no! Arlo dubitava fortemente che Valerie fosse il suo vero nome.

“Sono entrata dentro casa sua e gli ho fatto fuori un botolo pulcioso scodinzolante e un po’ di uomini.” Maret era  il ritratto della serietà mentre lo diceva.

Lo fece scoppiare a ridere “se l’è presa più per il cane, che per quei quattro coglioni che si porta appresso!” commentò bevendo una birra e sorridendo.

“Mi sei piaciuta, Val!” esclamò brindando contro la sua bottiglietta d’acqua.

Maret ridacchiò compiaciuta “farei volentieri fuori lui!”

“Comunque...di cosa hai bisogno? Che posso fare per te?”

La domanda era ‘vagamente’ a doppio senso: Maret sapeva benissimo dell’attrazione che esercitava sull’ uomo. Restò a giocherellare con il tappo bianco, svitandolo e riavvitandolo continuamente soprappensiero “mi servono armi e uomini…tanti uomini. I migliori che riesci a trovare!”

Arlo la fissò a lungo, soppesando la richiesta “prima devi dirmi che sei in realtà, che lavoro fai e la tua posizione preferita”

Maret scoppiò a ridere “mi ricordi uno che conosco..” commentò scuotendo la testa.

“Non sto scherzando…vuoi uomini e armi? Bene...do ut des, zucchero. L’hai visto quel film, no?”

Si appoggiò al divanetto lungo aspettando.

Quel pazzo faceva sul serio! ”Cosa ti interessa? Un nome vale l’altro, idem per il lavoro. Inoltre non penso riuscirai mai a portarmi a letto…quindi..”Maret sorseggiò la sua acqua tranquillamente.

Il suo sguardo fisso la irritava più di qualsiasi altra cosa!

“Sull’ ultima cosa non ci giurerei..” le disse sorridendo invitante “non si può mai sapere, nella vita”

La ragazza si irrigidì per un momento. Arlo era un gran bell’uomo e lei a stecchetto da mesi!

Il ricordo di Jesus era troppo vivo per concedersi qualche avventuretta senza importanza.

“Mi chiamo Maret…” gli disse tutto insieme.

“Bel nome...francese..”commentò aspettando il resto “va avanti..”

Maret si alzò e cominciò a passeggiare su e giù “lavoravo in un casa di moda..”

“Non si direbbe!”esclamò l’uomo guardando i capelli e l’abbigliamento trascurato.

“La gente cambia, Arlo..”gli disse triste “più di quanto immagini..” finì a bassa voce rivolta a se stessa.

“Non ne dubito”

Maret si voltò a guardarlo...la stava prendendo in giro?

“Una cosa devi sapere di me, prima di continuare a fare lo spiritoso..” lo minacciò dura.

Ibanez la interruppe con un cenno “non faccio lo spiritoso, Pepita parla molto di te..”  le disse tranquillo “continua..”

La donna parlava di lei? E che gli diceva?

Maret restò un attimo indecisa “sono un’assassina a pagamento e sono schifosamente brava in quello che faccio” sbottò guardandolo negli occhi. “mi danno un sacco di sordi per far fuori la gente...ho così tanto denaro che non so cosa farci!”

Arlo sbuffò divertito “spremiti le meningi, qualcosa troverai”.

“Sei accontentato, ora dammi un po’ dei tuoi uomini” gli disse cercando di scansare l’ultima domanda.

“Non ha finito...la tua posizione preferita?” le domandò posando la lattina vuota in terra.

Maret ebbe un moto d’isteria “Cosa te ne frega?! Che croce che sei!” 

“Si capiscono tante cose ..” le disse guardandola “credimi, sono un esperto!”

Maret sorrise sarcastica “non ne dubito!”

Il silenzio calò nella cabina mentre Arlo aspettava che Maret si decidesse a parlare. Si udivano solo gli stridii dei gabbiani e qualche sirena lontana “scegline una qualsiasi...per me sono tutte uguali”

Gli disse bruscamente appoggiandosi alle scalette.

Flashback di lei e Jesus abbracciati le tornavano in mente spesso…figurati se parlava di sesso con quel tipo!

“Chi è lui?” le chiese all’improvviso.

“Non c’è nessuno” rispose secca guardando in terra.

Lo sentì sospirare divertito. Lo vide alzarsi e dirigersi verso di lei. La spinse di lato e si sedette sulle scalette ai suoi piedi “quanti uomini ti servono?” le chiese senza guardarla.

“Una ventina più o meno… esperti del settore sarebbe meglio” gli disse in fretta. Strano che rinunciava a provarci...aveva sicuramente in mente qualcosa.

“Ok...allora vieni domattina a casa mia”

Maret annuì “devo anche trovarmi un posto per dormire…cazzo, m’ha bruciato casa!” esclamò infuriata e con le lacrime agli occhi.

Arlo si girò a guardarla con un sorriso malizioso “ho un letto molto spazioso” le disse alzando le sopracciglia.

“Piuttosto dormo in strada!” sbottò Maret arrabbiata.

Si alzò in piedi risalendo le scalette in fretta. Il sole cocente l’ aggredì violentemente facendola barcollare un attimo. Tirò su le maniche lunghe dirigendosi verso il gommone. La voce imperiosa di Ibanez la arrestò mentre scendeva i gradini di ferro.

“Ho un sacco di camere per gli ospiti e hanno tutte una chiave” Le disse serio “L’indirizzo lo sai”

Maret lo guardò scettica “ Grazie Arlo…ci penserò su”

Si fermò al primo motel che trovò. L’offerta di Ibanez l’aveva allettata ma non le andava di doverlo prendere nuovamente a calci. Si fece una doccia fresca. I lividi le facevano male ma non erano niente, rispetto alla rabbia che provava per l’affronto che aveva dovuto subire da quei tre stronzi. Jeriko non si sporcava mai le mani di persona, mandava sempre qualcuno al posto suo. Così ne usciva lindo e innocente come un bebè col pannolino nuovo.

Si sedette sul letto avvolta da un asciugamano. Quanto le mancava…si sdraiò sul materasso fin troppo morbido per i suoi gusti e sospirò.

Arlo l’attraeva…anche troppo. Ma ogni volta che lo incontrava il paragone con Jesus si faceva immediato. Non c’era lotta. Jesus ne usciva sempre vincente.

Si sforzò di non pensarci più. Dimenticalo Maret…fa parte del passato.

Chiuse gli occhi respirando a fondo…immediatamente un flashback la aggredì violentemente: Jesus la guardava con un sorriso dolce continuando a baciarla sulle guance accaldate.

Un singhiozzo le scappò dalle labbra, un torrente di lacrime le inondò il viso e la costrinse a raggomitolarsi su se stessa.

 

La mattina dopo si recò a casa di Ibanez.

Una brutta sensazione la aggredì facendola fermare appena in tempo..vide due macchine che ben  conosceva che si allontanavano in fretta dal cancello. Si nascose aspettando.

Quando fu sicura entrò in punta dei piedi. Una lunga strisciata di sangue sul muro la fece rabbrividire...troppo silenzio...non le piaceva. Strinse l’unica pistola che le era rimasta e guardò ai suoi piedi i cadaveri freschi.

Come l’aveva saputo, quel bastardo?!

Un grugnito di rabbia le uscì dalla bocca contratta. “Arlo! Arlo!” gridò entrando in tutte le stanze.

Un debole gemito la costrinse a girarsi. Con delicatezza alzò il volto dell’uomo dal pavimento insanguinato.

“Ciao zucchero...ti sei persa una bella festa..” borbottò sorridendole appena.

“Stamattina si sono presentati e hanno cominciato a sparare come pazzi...mi sa che non ti posso più aiutare, tesoro..” le disse mentre Maret tratteneva il fiato

“Adesso ti porto all’ospedale..” decise girandolo delicatamente. La scena raccapricciante che le comparve sotto gli occhi, la fece gemere: se avesse tolto quella mano gli intestini gli si sarebbero rovesciati in terra!

“Arlo...mi dispiace tanto..” bisbigliò tirando su col naso. Posò la pistola a terra e lo abbracciò.

“Pure a me...”  gemette l’uomo prima di morire tra le braccia della ragazza.

Maret lo posò gentilmente a terra riprendendo la pistola.

 

Adesso era costretto a farlo...doveva chiamare gli specialisti!

 

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Capitolo 26
*** Gli specialisti del settore ***


Si sistemò nel primo motel che trovò

Seduta nella camera semibuia, teneva il cellulare in mano guardando i due numeri.

Accese l’abat- jour e continuò a fissarli a lungo, appoggiando la schiena alla sponda del letto scomodo.

Chiuse gli occhi e respirò a fondo…si va! Pensò portando il telefono all’orecchio.

Uno squillo...due...tre..

 

Appartamento 327, Sesta strada.

19: 30 p.m.

 

Una gocciolina si staccò dall’indice della mano destra e cadde sul pavimento, andandosi ad aggiungere a tutte le altre. Stavano formando una piccola pozzanghera limpida, sulle piastrelle avorio del bagno. Una musica leggera e calda proveniva dagli altoparlanti che aveva fatto istallare in tutta casa. L’uomo appoggiò la testa fradicia sul bordo della jacuzzi, restando a guardare il soffitto appena riverniciato.

Lo sguardo era perso nel vuoto...non se l’era aspettato...ma in fondo era solo questione di tempo.

Incrociò le mani dietro il collo, facendo ondeggiare lievemente l’acqua che gorgogliava allegra. Spense l’idromassaggio con un gesto d’impazienza…troppo rumore!

Aveva accettato la sua decisione senza una parola. Sapeva per esperienza che era inutile discutere su una cosa del genere. Era uscita dalla sua vita senza strepito alcuno.

Afferrò il bagnoschiuma rovesciandolo nell’acqua senza neanche guardarlo. Gettò lontano la bottiglia ormai vuota e un forte odore speziato lo avvolse, solleticandogli delicatamente le narici.

Uno squillo improvviso lo riscosse leggermente. Guardò con occhio vacuo il cellulare, sperando che fosse lei.

Identità riservata.

“Chiunque tu sia, mi stai disturbando!!” disse con voce allegra all’altro capo del telefono.

 

Maret alzò gli occhi al cielo…però le faceva piacere risentirlo!

“Ehi cazzone...come stai?” domandò all’uomo immerso in un bagno di schiuma.

 

Natt sobbalzò sentendola “Maret?! Maret dove cazzo sei finta? Jesus ti sta cercando come un pazzo da sette mesi!” esclamò spegnendo la radio dalla quale proveniva una musichetta allegra.

La ragazza strinse il cellulare, sentendo quelle parole. ”Mi sta cercando...ancora?” domandò con voce stentata.

Senti caldo all’improvviso. Si spostò verso la finestra aprendola e facendo entrare l’aria fresca.

“Certo! Che è successo? Dove sei?!” la interrogò sentendola respirare male.

“Natt ho bisogno di aiuto…ma non devi chiamare assolutamente Jesus, non devi dirgli dove sono, né quello che faccio! Mi deve dimenticare, ok?!” Gli intimò con voce alterata. La gola chiusa.. a malapena riusciva ad inghiottire la saliva.

Natt restò ad ascoltare in silenzio. Maret in poche parole le illustrò a faccenda, calcando sul fatto che l’avrebbe ricompensato adeguatamente.

Sempre più scuro in volto, annotò mentalmente quello che gli diceva. Quando attaccò, Natt posò il cellulare sul ripiano liscio e asciutto.

I suoi occhi neri vagavano sulle maioliche del bagno…un broncio si formò sulle sue labbra mentre pensava a cosa fare: avvertire Jesus o andare da lei?

Se non vado in paradiso dopo questo...pensò sorridendo e componendo un numero in fretta.

 

Appartamento 102, terza strada

20: 03 p.m.

 

Jesus fumava nel buio della casa, guardando le luci della città attraverso il freddo vetro della finestra chiusa. La tapparella era sollevata a metà; abbassò leggermente la testa invece di alzare le listerelle di plastica azzurrina, sporche di polvere e smog.

Appoggiato al vetro con un braccio e la fronte sopra non pensava nulla, non sentiva nulla. Una sirena passò, le gettò appena un'occhiata.

La strada era bagnata, pioveva…da molti giorni ormai. Il cielo piangeva. Il suo cuore anche.

Deglutì il liquore forte senza neanche sentirlo.

..dio, quanto fa male..

Te ne sei andata senza neanche salutarmi, senza darmi uno straccio d’indirizzo..

Bevve nuovamente, stavolta direttamente dalla bottiglia.

Mi fa anche schifo, che lo bevo a fare? Si chiese buttandola in un angolo con un gesto violento. Si passò più volte le mani sulla faccia e fra i capelli corti…era ridotto uno schifo, la camicia spiegazzata, la barba di giorni..

..sette mesi e ancora ci penso...

Come faceva a dimenticarla?! Gli si era impressa dentro come un marchio infuocato...certe volte, nel dormiveglia, risentiva il suo corpo morbido accanto a se.

Ci pensava e ne rideva: mi ha sedotto e abbandonato! Esattamente quello che volevo fare io, prima di...di...

..di innamorarmene..

Maret...con quel sorriso ironico perenne sulle labbra, l'espressione che aveva quando la baciava...perché cazzo te ne sei andata!?

"Brutta figlia di puttana! M' hai spezzato il cuore!" Urlò calciando tutto quello che gli veniva a tiro.

 

Il telefono che squillò lo fece imprecare."Va al diavolo anche tu!"

Prese la cornetta di malavoglia urlando un 'pronto' infuriato.

Si placò subito, sentendo la voce dell’amico “Ah…sei tu Natt..” Mormorò sedendosi di schianto sulla poltrona.

“Stai comodo?”

“Si..” Borbottò grattandosi la testa depresso “che c’è?”

Natt imprecò dentro di sé, sentendo quella voce ancora demoralizzata. Devo dirti una cosa..

 

Messico: scalo Benito Juarez International

10: 30 a.m.

 

Maret lo vide arrivare col suo solito sorriso scanzonato e un nuovo paio di occhiali da sole. Meno male che si era adeguato al clima! Pensò scrutando Natt che osservava compiaciuto due ragazze in short aderenti.

I semplici jeans e maglietta che indossava, sebbene di ottima fattura, lo mimetizzavano fra la folla dei vacanzieri...nessuno si sarebbe aspettato che quel tipo fosse un sicario.

Era quasi contenta di vederlo, quello stupido babbeo.

Si avvicinò a lui con un sorriso divertito. Gli prenderà un colpo quando mi vedrà! Già da lontano notò i capelli leggermente più lunghi…gli davano un’aria rilassata, pensò Maret aspettando che si girasse. O forse sono io che lo vedo in maniera diversa.

 

Natt la guardò per un attimo, voltando subito lo sguardo altrove. Alzò un sopracciglio e tornò a guardarla divertito “non ci posso credere..” Mormorò guardando i dreadlocks.

Le si avvicinò trattenendo le risa “sei uno spettacolo, Maret!” esclamò prima di abbracciarla con forza.

La ragazza restò immobile, troppo stupita della sua foga “Ehi calma” balbettò mentre la tirava su. “Stai facendo girare la gente” borbottò a disagio.

“Fanculo tutti, è un mucchio di tempo che non ci vediamo!” le disse commosso. La posò a terra e si spostò leggermente, guardandola da capo a piedi. “Nuovo look? Ti sta bene...tappa!” la prese in giro stringendola nuovamente a sé.

“Non sono bassa!”mormorò Maret imbarazzata dall’eccessiva confidenza, cercando di sciogliersi dal suo abbraccio avvolgente.

“Senza quei trampoli sei diventata tascabile!” le disse divertito indicando gli anfibi slacciati che portava.

Accidenti, com’era cambiata!

Quei capelli rasta erano un vero sballo su di lei e i jeans bucherellati le mettevano in vista lembi di pelle abbronzata…le facevano un culo…”gli manca la parola!” esclamò dandole una pacca sul sedere.

Maret sobbalzò arrossendo “Natt! La prossima volta ti strappo quelle manacce luride che ti ritrovi!”gridò mentre l’uomo sghignazzava divertito.

Si si…sei decisamente uno schianto!”commentò allegro. Che strano, pensò dopo un attimo...faranno 30 gradi fuori e lei sta in maniche lunghe?

 Maret tornò serio quando gli chiese di Jesus “non ti dico niente, te lo scordi!” le disse arrabbiato. “Se vuoi sapere come sta, alza quella cazzo di cornetta e chiamalo! Anzi, meglio: metti le chiappe sull’aereo e torna da lui!”

Maret non l’aveva mai visto così serio “non posso farlo..”mormorò depressa.

Si sedette sulla sua valigia rigida, guardando gli anfibi slacciati “cerca di capire…non lo posso chiamare...non dopo..”

 

Alzò lo sguardo, vedendo due scarpe accanto alle sue …

 

I suoi occhi percorsero il corpo di Jesus al rallentatore...non è vero…non è lui, pensò quando lo fissò in volto.

Restò senza parole a guardarlo, seduta sulla valigia blu. Si è tagliato i capelli…è ancora più attraente così… delle leggere rughette attorno agli occhi.. non le aveva prima…lo rendevano ancora più affascinante.

..Jesus..

Lui la fissava con una gran voglia di ucciderla...e di baciarla. Quando Natt l’aveva chiamato non era riuscito a credere alle sue orecchie.

Quando l’aveva vista avvicinarsi al suo amico, conciata in quel modo strano, a stento aveva riconosciuto la perfetta donna con cui aveva lavorato mesi prima...quella che gli aveva spezzato il sasso che credeva avere al posto del cuore.

..Maret..

Maret si girò verso Natt che fischiettava soddisfatto “ti avevo detto..iniziò con voce nervosa e con le lacrime agli occhi “che non lo dovevi chiamare...non dovevi..”

Un singhiozzo le scappò all’improvviso. Deglutì a stento...niente scene da film di serie B! Guai a te se cominci a frignare! Si urlò dentro.

“Non farti venire un infarto...Natt mi ha detto che ti serve aiuto. Sono qui solo per questo” le disse con voce dura.

Maret restò impietrita ascoltando le sue parole fredde.

..e che ti aspettavi ? Che ti corresse incontro urlandoti il suo amore?! L’hai lasciato per questo! L’hai mollato senza una parola, lui si fidava di te e tu l’hai tradito!

Si tolse gli occhiali da sole mostrando un occhio violaceo. Li pulì velocemente mentre i due uomini la fissavano interrogativi e con le facce indurite.

"Ma che hai fatto?!" le chiese Jesus avvicinandosi a lei e sfiorandole l'occhio. A quel contatto Maret si ritrasse, non perchè le avesse fatto male ma perché era di nuovo vicino a lei…così vicino…Jesus..

..amore mio..

"Incidenti del lavoro" rispose brusca, rimettendosi le lenti scure.

Le sue mani fremevano dalla voglia di toccarlo. "Andiamo ...dovrete stabilirvi in un motel, quel figlio di puttana mi ha bruciato casa" brontolò afferrando la valigia con le rotelle sulla quale era seduta e tirandosela dietro.

 

Maret guidava tranquillamente e  Jesus l’osservava...l'avevano pestata per bene e anche da poco! Aveva intravisto alcuni lividi, quando si era tirata su le maniche per l’eccessivo caldo. S’incazzò parecchio...ma che le era successo? Che le avevano fatto, a parte quello?

“Che bagnarola ti sei comprata? Cristo, non c’è neanche l’aria condizionata!”esclamò Natt spostandosi la maglietta leggera dal collo.

“Mi piaceva questa..”mormorò aprendo il cruscotto e passandogli un foglio “sventolati come ogni altro comune mortale!” lo prese in giro ridacchiando.

L’uomo le fece una smorfia divertita notando delle scritte sul pezzo di carta "Ma che fai adesso? Il solito lavoro?"le chiese Natt osservando annoiato, il paesaggio invariato ormai da ore.

"Spaccio " gli disse a bassa voce " e nei tempi morti stendo qualcuno"

"Non ti farai di quella merda?" le domandò preoccupato: fusa com'era, ci mancava pure che si drogasse!

Maret gli lanciò un’occhiata divertita che l’uomo non poté vedere, dietro gli occhiali da sole.

“Non dire stronzate…”borbottò guardando nello specchietto retrovisore.

Jesus era furibondo.

La stava ad ascoltare trattenendo a stento l’ira...gli doveva dare parecchie spiegazioni.

 

Giunti al sordido motel, dopo ore di macchina,  Maret mise subito in chiaro la faccenda.

Jesus aveva avuto tutto il tempo di studiarla. Da quello che aveva capito era stato una specie di avvertimento, la prossima volta l'avrebbero ammazzata.

Le occhiate che gli aveva lanciato sarebbero state chiare, se l'avesse fatto un'altra donna, ma qui si parla di Maret...e con lei niente è mai facile.

Il tono bellicoso che la ragazza aveva assunto, parlando di quel Jeriko, lo riportò alla realtà : avrà cambiato look ma è sempre una stronza!

"Ovviamente non mi aspetto che mi aiutate gratis..

Natt la stava ad ascoltare in silenzio, continuando a fumare tranquillamente.

“Va bene il 10 % ciascuno? " chiese guardandoli a turno.

Natt sbuffò divertito "per il 10 % neanche mi alzavo! " le ridacchiò in faccia "minino il 20% " disse lapidario.

Maret lo guardò con stizza “strozzino!” esclamò incrociando le braccia.

“Me ne fotto dei tuoi soldi “

La voce dura di Jesus la fece girare preoccupata.

Si alzò in piedi, sporgendosi verso di lei “mi devi le tue scuse e qualche spiegazione “ le disse a bassa voce.

"Non ti devo proprio niente" rispose a  mezza bocca.

...non è vero...

La fissò indeciso se baciarla o prenderla a schiaffi "Natt...lasciami discutere con la signora" disse all’amico che ben volentieri, si defilò dalla stanza in cui l’aria si stava facendo pesante.

Quando furono soli restarono a guardarsi "te ne sei andata senza una parola" la rimproverò fissando quei capelli strani che aveva.

"Faccio ciò che voglio" gli rispose acida incrociando le braccia  e sedendosi sul tavolinetto scrostato della stanza.

"Mi viene voglia di prenderti a schiaffi!" alzò la voce spazientito "sei la solita isterica, non sei cambiata. Ti pesterei io se non l'avessero già fatto! Te ne sei andata senza una parola!" urlò fuori di testa " mi hai mollato come uno stronzo!"

Maret si riprese con un lungo sospiro.

...non me lo ricordare...mi fa troppo male..

"Lo dovevo fare.." rispose senza guardarlo "ti concedo il 20% ma scordati le scuse" disse gelida.

"Vaffanculo Maret" le disse alla fine troppo stupito dalla sua freddezza " Non t’avessi mai incontrato!" sbraitò uscendo e sbattendo la porta con una violenza tale che la ragazza pensò che si sarebbe staccata dai cardini e che il gestore le avrebbe fatto pagare come nuova, quella porcheria che a malapena si chiudeva.

"La strega ci concede il 20%.." disse a Natt quando entrò nella sua stanza. Si accese un'altra sigaretta con le mani tremanti dal nervosismo.. perché doveva fare la stronza in quel modo e poi perché proprio con lui?

Il suo tentativo di fare un anello fallì miseramente e si arrabbiò ancora di più. Accartocciò il pacchetto ormai vuoto e lo gettò lontano, dando un calcio alla sedia che aveva davanti.

Natt lo guardava calmo ”prendi un respiro profondo” gli disse sbracandosi sul letto.

“Quella ti muore dietro…dalle tempo

Jesus lo fulminò con un’occhiata “un altro pò?”

 

Maret si sedette sul letto stilando un piano niente male. Il tempo di organizzarsi e avrebbero messo col culo a terra quel maledetto : una bella irruzione senza farsi scoprire , liquidare lo stronzo e prendersi tutto il malloppo, rilevare i campi e vivere di rendita.

..Jesus..

Aprì l'unica valigetta che le era rimasta con la pistola preferita.

..fa ancora più male adesso...

La controllò per bene pulendo i proiettili uno ad uno...quello era per Jeriko e quell' altro per il porco che le aveva sputato in faccia...e l’ultimo per Arlo. Glielo doveva. Se non fosse stato per lei a quest’ora starebbe a prendere il sole sulla sua barchetta.

Si fermò un attimo a guardare la finestra che dava sulla strada polverosa. Stava tramontando il sole, era un vero spettacolo di quei tempi.

Uscì sulla stradina e si mise seduta sulla sua carriola a guardare il disco rosso fiammeggiante.

Jesus la osservava dalla finestra.

La vide sgranchirsi la schiena, mettendo in risalto il seno prosperoso. Batté la terra dagli anfibi mentre il ginocchio serico spuntava dal taglio sfilacciato che lacerava il jeans...ma quanto era cambiata? Un taglio così radicale di look voleva dire che aveva avuto n grosso sconvolgimento…o per lo meno, questo è quello che si dice.

Maret si girò, si sentiva spiata.

Lo vide affacciato alla finestra che fumava, seduto mezzo fuori e mezzo dentro, una gamba che penzolava nel vuoto...non è cambiato, pensò trattenendo un sorriso.

Il sole rosso la illuminava rendendola simile ad un miraggio. Maret lo poteva vedere aggrottare gli occhi alla luce calante. I capelli assumevano riflessi rossicci, la maglietta tesa sul torace era un invito a toccarlo.

...Che ti sei fatto scappare,  Maret?

 

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Capitolo 27
*** Night in White Satin ***


Giunti al sordido motel, dopo ore di macchina, fecero le presentazioni e Maret mise subito in chiaro chi comandava

Stanza 124

 

Notte. Caldo, sto sudando. Il tempo non passa mai. Guarda l'orologio...le due.

Maret lo appoggia sul comodino con un sospiro.

E' qui, finalmente, dopo tutto questo tempo.

...amore mio..

Trattiene il fiato quando si rende conto di quello che ha appena concepito la sua mente.

Ormai è fatta. Se ti odia te lo meriti.

Si mette a sedere sul letto tormentando le lenzuola. Guarda attraverso le sottili tapparelle.

Si alza e le apre. La luce della luna.. non era ancora piena, mancava poco.

Chiude gli occhi, respirando l'aria leggermente fresca che proviene da fuori.

Starà dormendo? Sono le due, è il minimo.

Si appoggia alla finestra. L’ ha fatto tante notti, da quando è in Messico. Guarda fuori e pensa a Jesus…che starà facendo? Magari è con qualche donna..

Si siede sul letto. Riprende l'orologio: dio, non passa proprio!

 

Sente una chitarra lontano...una voce calda...è struggente quella canzone. Maret ascolta le parole stupendosi che Natt sia così bravo a cantare...

 

Di nuovo quella sensazione che si porta appresso da 7 mesi. Ormai è diventata la sua migliore amica: solitudine, dolore, frustrazione..

Non era riuscita ad avere più un uomo dopo la notte con Jesus...paura? Timore? Di cosa e perchè? Si chiedeva continuamente...di non riuscire a provare quel piacere o che qualcuno le entrasse dentro come aveva fatto lui?

...nessuno è come lui...

E' di la…a pochi metri da me…potrei...magari solo per questa notte..

 

Stanza 126

 

Le due...fa un caldo boia!

Jesus sbuffa, togliendosi la maglietta e gettandola a terra. Apre la finestra respirando l' aria. Sigaretta..

Allunga la mano, non la trova. Pacco vuoto. Bene. Perfetto. MERDA.

Un gesto annoiato.

...dovrei smettere anche di bere. Fottuto jet lag! Non riesco a dormire.

 

E’ diventato melodico, l’amico! Quella canzone è più vecchia di lui. Il Messico, per Natt, è come una seconda casa…

 

Guarda la porta.

..che voglia di andare da lei.

Un sorrisetto, un risolino sarcastico. Scordatelo, amico! Dimenticala!

...Maret...

Si aggrappa al bordo della finestra, le spalle si contraggono, abbassa la testa per un attimo.

..cristo, fa sempre più male..

Le dita sono bianche per lo sforzo…ho voglia di spaccare qualcosa. La testa di quella stronza, decide sedendosi di schianto sul letto.

..è un senso unico, bello..

Prende il cuscino, gli da un pugno, poi un altro. La frustrazione ha raggiunto livelli insopportabili.

Basta così!

Jesus si alza deciso, afferrando i jeans. Vaffanculo mi voglio ubriacare...e magari ci scappa anche una bella rissa!

Ha appena finito di vestirsi quando sente la serratura scattare. Chi diavolo..

Afferra la pistola e si nasconde dietro la porta che si sta aprendo.

 

..e poi la vede...

 

Maret entra nella stanza…non c'è, dov' è andato?

Si volta di scatto quando la porta si richiude con un tonfo alle sue spalle. Jesus la osserva nella semioscurità, il braccio destro che tiene la pistola lungo il fianco, la mano sinistra sulla porta chiusa.

"Jesus.." sussurra Maret senza parole..

 

Natt accorda la chitarra. Per un istante la musica si ferma. Seduto sul letto guarda la luna ripensando alla bellissima Lyse. Si schiarisce la voce e riprende a suonare, con la sigaretta che penzola all’angolo della bocca... 

 

Jesus la guarda a lungo...non riesce a credere che sia li, nella sua stanza. Getta la pistola sul letto, passandole accanto come un fantasma. "Che fai qui?"

La sua voce è come un colpo di frusta per Maret. Non risponde, non sa che dire.

"Allora?" la incita innervosendosi. La rabbia cresce sempre di più…non riesce a trattenersi.

"Rispondimi e in fretta" la sferza duro come l'acciaio "anzi no, non me ne frega niente" le dice di punto in bianco, ficcando il portafogli nella tasca posteriore dei jeans. Le passa davanti a lunghe falcate.

..il suo profumo..

 

“Aspetta!" un'implorazione vera e propria che lo arresta violentemente.

Si volta verso di lei, il viso è una maschera dura, i muscoli contratti. E' teso come una corda di violino

"io...volevo.." Maret mormora "parlarti...del perchè me ne sono andata" dice tutto d'un fiato guardandolo immobile vicino la porta.

Una macchina, fuori, illumina il motel, la luce si rifrange sul muro, inondando per un attimo la figura della ragazza.

E' troppo per Jesus. Si avvicina nervoso, non la vuole ascoltare.

Maret si spaventa, non l'ha mai visto così furioso "e cosa vuoi dirmi? Che te ne sei andata perchè avevi paura di amarmi?!" le urla contro afferrandola per le spalle.

"Non urlare" sussurra la ragazza intimorita.  

"Non dirmi quello che devo fare!" le grida in faccia, spingendola verso la parete "mi hai piantato in asso, mi sono svegliato e non c'eri più! Hai mollato tutto! Il lavoro, la tua amica.."

La guarda negli occhi  mentre la addossa violentemente al muro, facendo cadere lo squallido quadretto raffigurante una figura morta.

Maret batte con la gamba sinistra contro il comodino, facendosi male. Ma non sente il dolore, è troppo spaventata.

"Per favore...fammi parlare" cerca di dirgli mentre la stringe con violenza.

"..Hai mollato me! Ti rendi conto di quello che hai combinato, Maret ?!"

..diglielo..

"Aspetta...devo dirti.." cerca nuovamente di aprire bocca ma non le da tempo di esprimersi. Un fiume di ingiurie le si riversa addosso bruscamente e Maret sa di meritarsele tutte.

"Ti dovevo ammazzare quel giorno invece di risparmiare una puttana come te!" le urla ancora contro.

" Jes.." mormora appena, mentre una lacrima le spunta dagli occhi.

"Non ti azzardare a frignare! Cos'è, una nuova tattica? Risparmia fiato e liquidi, non sono così stupido da credere alle lacrime di una donna!" esclama lasciandola andare "C' hanno già provato..e sai come è andata a finire!" le ricorda con un sorrisetto che non promette nulla di buono.

..diglielo..

Jesus scavalca la valigetta che aveva lasciato accanto al letto con un grugnito.

Maret vede la pistola sul letto. E' un attimo, la afferra senza pensarci.

Jesus mette una mano sulla maniglia della porta.

Un colpo detona nel silenzio del motel.

Un freddo brivido corre lungo la schiena dell'uomo. Volta appena la testa: un buco fumante nel muro accanto a lui.

 

"Mi ascolti adesso? Per favore.."   la voce di Maret non è sarcastica brusca. Appena un mormorio, mentre abbassa la mano e getta la pistola sul letto.

Si volta verso di lei nervoso"sei impazzita?".

"si.." assentisce ricadendo a sedere sul letto, con un gamba piegata sotto di se " ti amo.." sussurra debolmente.

..visto? Era così facile!

Maret alza il viso verso di lui, la lacrima è ancora al suo posto; è leggermente più tonda di prima, sta per colare lungo la guancia.

Jesus la guarda incredulo "ripeti" la incita irritato.

Maret sospira. Guarda il cuscino sprimacciato. Lo prende e lo abbraccia...c'è il suo profumo sopra "ti amo" ripete con voce soffocata dal guanciale.

"Cazzate! Sono solo cazzate!" sbraita Jesus ancora più arrabbiato di prima "se mi amavi non te ne saresti andata!" le urla contro appoggiandosi con le mani sul letto.

Maret resta ferma mentre le grida nelle orecchie tutto quello che si tiene dentro da sette mesi. Quando tace si volta verso di lui e respira a fondo "avevo paura…di me. Quando mi hai detto che ti innamorato, ti ho sentito...non stavo dormendo e mi sono spaventata."

Jesus è incredulo. Cerca di leggere nei suoi occhi se si tratti di una menzogna...se fosse la verità.."non mi stai mentendo?" le dice sforzandosi di restare calmo...sette mesi…sette mesi e lei aveva paura di se stessa?!

Non riesce ad accettarlo!

La rabbia ormai a raggiunto livelli record, neanche quando aveva scoperto Jeanne con quello stronzo traditore si era arrabbiato così : si era limitato a caricare la pistola con due pallottole.. tranquillamente, fischiettando far i denti.

Aveva richiuso il caricatore con un gesto fluido della mano e si era affacciato alla porta della sua camera da letto, osservando con distacco glaciale la sua donna che si faceva scopare da Ritchie.

Quando si erano accorti di lui avevano cominciato a scusarsi, la troia si era anche messa a piangere.

Bang bang. Due colpi. Due stronzi in meno.

 

"Non ti ho mentito.." Maret scuote la testa sorridendo appena.

Un violento schiaffo le fa girare il collo all'improvviso. E' allibita. Si porta una mano alla guancia colpita. La lacrima trova una via di fuga. Annuisce mestamente "penso di meritarmelo" gli dice con voce tranquilla.

Si alza dal letto. Ha fatto quello che doveva fare. Gliel'ha detto. Ora sta a lui.

Lo guarda togliendosi la scia bagnata dalla guancia. 

Restano a fissarsi. La rabbia è sbollita nell' uomo. E' rimasta solo la voglia di lei.

"Vattene" le dice con voce atona.

Maret aggrotta la fronte...si aspettava altro. Annuisce passandogli accanto e aprendo la bocca per riuscire a respirare. Ha trattenuto il fiato troppo a lungo, i suoi polmoni reclamano aria. Le sfugge un singhiozzo, poi un'altro. Non riesce a fermarsi.

...fa male, dio quanto fa male ..

Esce sul corridoio passandosi una mano sul viso inondato di lacrime.

All'improvviso si sente trattenere per la vita. Si ferma col corpo sconquassato dai singhiozzi.

"aspetta.."

 

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Capitolo 28
*** Un confessione sofferta ***


Maret non riesce a smettere di piangere, non ha mai pianto così neanche da bambina

Maret non riesce a smettere di piangere, non ha mai pianto così neanche da bambina.

"perdonami...perdonami" non riesce a dire altro mentre la abbraccia come se volesse fonderla col suo corpo.

La trascina nella camera chiudendo la porta "non riuscivo ad accettarlo...non ci riuscivo" continua ad insistere raggomitolandosi fra le sue braccia "..ti amo...non ti ho mai dimenticato.."

Il respiro è affrettato, sta ansimando mentre cerca le sue labbra.

Maret gira il volto "fammi spiegare.." Gli dice in tono di supplica, sentendo la bocca sfiorata dalle sue dita.  

Un bacio le impedisce di parlare. La prende alla sprovvista, Maret resta immobile mentre la bacia.

La stacca da se, i suoi occhi sono quanto di più bello possa ricordare. La ragazza sospira.. prende fiato con difficoltà "per sette mesi…non ho avuto nessuno dopo di te...non riuscivo a dimenticarti" gli dice d'un tratto lasciandolo incredulo.

Maret lo può sentire: la presa su di lei si è allentata leggermente, ma dopo qualche attimo torna a stringerla, più forte di prima.

"Maret, ho 34 anni e non mi fa di giocare, non su queste cose e non con te" le dice serio.

"Non sto giocando"

Jesus annuisce...ma non riesce a crederci pienamente. 

"Ho sbagliato ad andarmene"

Quell' ultima frase è troppo. La lascia andare alzando le mani "una cosa per volta" mormora cercando di schiarirsi la testa. Maret si siede sul letto. Jesus passeggia per la stanza passandosi le mani fra i capelli corti che gli sfiorano appena il collo.

"Li hai tagliati" gli dice d' un tratto.

"Mh? Si.." Mormora guardando il buco sulla parete...ma il suo sguardo è vuoto.

La tensione è palpabile, Maret sente la stanchezza calarle addosso tutta insieme. Ha smesso di piangere, ora si sente meglio ..diglielo..

"Jesus.."

L' uomo si volta a metà.

"Fa l'amore con me.." gli sussurra alzandosi. Le molle cigolano leggermente. Maret si avvicina lentamente a lui. E' fermo al centro della stanza, con le mani incrociate dietro la testa leggermente abbassata.

"E poi?" le domanda mentre Maret gli poggia una mano sul torace. Abbassa le braccia guardandola

“Te ne andrai di nuovo?”

"E poi...lo rifaremo e lo rifaremo...per tutto il tempo che vorrai" gli dice semplicemente, facendo scivolare la mano lungo il collo. Lo stringe protendendosi verso di lui "farò qualsiasi cosa tu vorrai...qualsiasi" gli promette premendo le labbra sulla pelle calda della mascella contratta.

Resta fermo sentendo il suo corpo premere a tratti contro di lui. Maret è inquieta…perchè non si muove?

"Qualsiasi?" le domanda teso...le sue mani addosso lo sfiorano..

..prendila..

Maret annuisce, lo guarda negli occhi.

...ti amo..

Con un brusco movimento la abbraccia, stringendola a se e baciandola con forza. La getta sul letto, cadendo su di lei e togliendole il fiato.

"Se te ne vai di nuovo...stavolta ti troverò e te la farò pagare.." La minaccia strappandole il top.

"E cosa mi farai?" lo stuzzica togliendogli in fretta la maglietta.

Jesus si ferma e la fissa negli occhi febbricitanti di piacere "prega il cielo che non succeda"   

 

Mattina

 

Il sole entra prepotentemente nella stanza. Uno sbuffo infastidito. L'uomo abbassa le tapparelle guardando la sua donna dormire.

..ti amo...non ti ho mai dimenticato..

Dimmelo di nuovo Maret, non posso crederci se non me lo ridici.

Ora siede sul letto dandole la schiena. Infila una mano nei jeans e tira fuori la chiave della stanza. Sorride fra se: se le veniva voglia di scappare di nuovo l'avrebbe dovuto svegliare per forza!

La posa sul comodino. Un rumore piccolo, metallico.

Maret si volta verso di lui. Jesus la guarda.

.. è bellissima...

Adesso si sveglierà e mi dirà col suo solito tono acido che era tutta una farsa. Allora io prenderò la pistola e finalmente la toglierò dal mondo!

Maret si sveglia con un sorriso dolce. Non ha mai sorriso così prima.

Una mano le accarezza la guancia calda "mmhh.." Sospira, strisciando fino a lui "ciao.." gli bacia un polpastrello con tenerezza.

La bacia nuovamente. Lei lo ricambia. Si staccano dopo molto tempo. Maret si rende conto di essergli finita in braccio, ma non si domanda come sia successo. Non si chiede nulla, l' importante è che sia lì con lei. 

"Non mi hai preso in giro, Maret?"

La ragazza apre del tutto gli occhi guardandolo stupita "No!" esclama scuotendo la testa.

Jesus la fissa intensamente. Maret sostiene il suo sguardo a lungo "non su questo" gli dice seria.

Lo vede rilassarsi e piombare sul cuscino "ok" sospira più tranquillo.

Si sente trascinare addosso a lui. Respira il suo profumo, il suo stesso respiro...non mi sono mai sentita così.

...ti amo..

Maret giocherella con la peluria dorata che gli ricopre il torace…quante volte lo aveva voluto fare? é felice...non si è mai sentita così in tutta la sua vita.

Una nota stonata d' un tratto: lui non le ha detto niente. Un dubbio atroce attraversa la mente di Maret: mi ama ancora?

Si solleva di scatto. Ogni fibra del suo corpo si tende improvvisamente.

"Che c'è?" le chiede disturbando i suoi pensieri.

"Niente" risponde automaticamente guardandolo di sfuggita. Si alza dal letto tremando...e se mi avesse preso in giro? Per farmi scoprire, per umiliarmi?!

 

Si sta rivestendo in fretta ora. Jesus la guarda con le sopracciglia aggrottate. "Maret?"

L’ha fatto a posta, mi ha preso in giro…era tutta una tattica ..e io che c'ho creduto anche! Pensò sempre più disperata. Cerca invano di aprire la porta chiusa a chiave.

"E’ chiusa...proprio per evitare questo" le dice ironico alzandosi e andando verso di lei

Maret la prende a calci isterica  "apri questa fottuta porta!" esclama voltandosi contro di lui furiosa

"Prima dimmi che è successo nel minuto che è andato dal ' non su questo ' al bacio" la interroga duro.

"Fottiti" esclama andando verso la finestra.

"Siamo al secondo piano, dove vai?" le dice trattenendola.

"Lontano da te! Schifoso doppiogiochista!" Gli urla in faccia con lacrime di rabbia che le escono a fiotti

"Ma che stai dicendo?"

"Mi hai preso in giro, tutta quella scena solo per farmi scoprire...per farti dire che ti amavo!" gli urla contro più volte. "ti amo ti amo ti amo! Contento adesso ?! Imprimitelo nella mente perché non lo sentirai mai più uscire dalle mie labbra!" è isterica "e adesso dammi quella maledetta chiave "

Jesus la fissa incredulo...che diavolo..?

"Non farmi incazzare, posso diventare molto pericolosa" lo minaccia piantandogli un dito nel torace nudo.

Le afferra la mano con forza, girandola dietro alla propria schiena " calmati " sibila sottovoce

La rabbia di Maret sbollisce d' un tratto…che sta facendo? "Che cosa provi per me?" gli chiude a stento "finora...ho parlato solo io..."

La guarda sconcertato "ma…ancora non l'hai capito?"

La ragazza scuote la testa  incupita.

"Ti amo Maret...o non avrei fatto tanta strada per niente...non avrei passato sette schifosi mesi della mia vita a stordirmi d’alcool per non pensare al fatto che te n'eri andata" mormora serio alla ragazza "e non ti avrei dato quello schiaffo se non me ne fosse fregato niente di te.."

Maret lo fissa negli occhi…le dice la verità. Si rilassa, sospirando a fondo. Annuisce abbassando la testa.

Una carezza sul viso…muove lentamente il volto contro la sua mano. 

Restano in silenzio, Jesus l'abbraccia nuovamente, le da un bacio sulla guancia fresca."Andiamo a fare colazione?" le chiede gentilmente

Maret annuisce...ha una fame tremenda.

Aspetta tranquilla che si rivesta, quando tira fuori la chiave le viene da ridere. Lui intercetta il suo sguardo e le sorride ironico.

 

Bene bene...i due piccioni hanno fatto pace, pensò Natt quando scese per la colazione e li vide intenti a guardarsi in maniera stupida.

“Posso sedermi con voi o rischio una carie immediata ai denti?” Li prese in giro divertito.

“Idiota!” Sbottò Maret perdendo tutto il suo buonumore.

Il suo sguardo si addolcì dopo un attimo: era merito suo se se Jesus era di nuovo con lei.

“Hai un gran bella voce, ti ho sentito ieri sera” gli disse mentre ordinava la colazione.

“Certo!”esclamò sorridendo “Come hai fatto a sentirmi? Pensavo che foste troppo occupati a..” Lasciò la frase in sospeso con un sorriso malizioso mente Maret s’infuriava “ho deciso di essere carina con te...non farmene pentire!” sbraitò risedendosi dopo averlo fissato male.

“Tieni a bada la bestia” mormorò Natt a Jesus che li osservava, esasperato dai loro continui battibecchi.

“Spero che lo scopare regolarmente cancelli la tua vena acida!”esclamò il sicario divertito.

Era uno spasso prenderla in giro: diventava una furia! Gli ricordava Lyse quando impazziva per un progetto andato male. Un violento calcio sotto il tavolo lo fece sobbalzare.

Ahio!” esclamò massaggiandosi lo stinco dolorante. 

“Vorrei sapere come fa Lyse a sopportarti!” sbottò Maret bevendo il caffè e lanciandogli un’occhiataccia.

Lo vide rabbuiarsi e quasi si strozzò quando Jesus le diede un pizzico nel fianco: che si era persa?!

Natt posò la tazza imprecando contro quella ‘risciacquatura al sapore di merda’ e non le rispose.

Quel calo mise Maret in allarme! Si sono lasciati?!

L’uomo la notò e la fissò duro “non guardarmi così, mi ha scaricato lei” brontolò depresso “indovina perché?”

Maret lo guardò a lungo prima di rispondere. Un sorriso bastardo le apparve negli occhi “perché sei un porco e ci avrai provato con qualche sua amica” esclamò sicura.

Un calcio sotto il tavolo la fece sussultare. Lentamente si girò a guardare Jesus che le fece segno di ‘tagliare’.

“Scusa” mormorò pentita…quindi la faccenda era seria!

Natt sbuffò giocherellando col cucchiaino sporco e lo sguardo vacuo “Lyse…non sopporta questo lavoro. Le disse tranquillamente sventolando una mano “c’è stato un momento in cui mi ha guardato che mi ha fatto sentire un vero schifo”

Gettò il cucchiaino su tavolo che strisciò con un rumore metallico.

“E’ difficile accettare di stare con uno che ti dice ‘ciao tesoro, torno stasera’ ed esce ad ammazzare  qualche cristiano”

Maret lo ascoltava seria, in silenzio. Jesus, accanto a lei, non emetteva un fiato. Non era certo una novità per lui.

Natt continuava con quel tono di voce vacuo che Maret conosceva bene. Lo aveva anche lei quando stava così male da non riuscire neanche ad ingoiare un goccio d’acqua e si sforzava di non sprofondare nel baratro della disperazione.

“Avevo pensato anche di smettere…m’ha battuto su tempo mandandomi al diavolo” le disse sorridendo appena.

“Ho capito.”mormorò la ragazza guardando la tazza di caffè gialla “volevi smettere per lei?” gli chiese ancora.

Natt annuì nuovamente “lasciamo perdere, non ho molta fortuna con le donne”

Jesus lo guardò ad occhi sgranati “ma se hai sempre rimorchiato come un addannato!” esclamò incredulo della sua affermazione.

E allora? Una botta e via, una settimana se andava bene” sbottò irritato il sicario, alzandosi infuriato “lo sai meglio di me!”

Maret lo vide uscire dal bar del motel arrabbiato. Lo seguì con lo sguardo in pena per lui.

Come lo capiva...

Jesus si sporse dalla finestra e lo vide intento a passeggiare su e giù “mmhh..brutta ‘sta faccenda..” mormorò diretto alla ragazza “c’è rimato parecchio male quando Lyse l’ha lasciato...e poi il Messico gli ricorda Nieve”

Maret gli si strinse addosso: non immaginava che uno come Natt fosse capace di provare dei sentimenti del genere per una donna.

Lyse era una persona eccezionale, l’aveva pensato subito quando si erano incontrate la prima volta. Forse era colpa dello shock che aveva subito mesi prima..

Udì un nome che non conosceva e guardò Jesus curiosa “che bel nome...chi è?”

“Nieve è l’unica donna che l’abbia mai accettato per quello che è..era la ragazza più dolce del mondo” le disse vago.

Che fine ha fatto?” chiese Maret sempre più presa dal racconto: stava scoprendo una vena romantica che non sapeva di avere!

E’morta” borbottò Jesus perso nei pensieri ”c’è stato una specie di regolamento di conti. L’hanno tirata in mezzo perché sapevano che era la sua donna”

Maret si indurì fissandolo...queste cose non riusciva proprio ad accettarle!

“Schifosi figli di una lurida cagna!”sbottò nervosa “gente come questa mi fa vomitare!”

Jesus si stupì della sua reazione. La vide alzarsi gettando la salvietta sul tavolo.

“Ehm...dove vai?” le chiese vedendola in procinto di partire per una crociata personale.

Maret si girò fissandolo seria “lo so io!” gli disse uscendo a grandi passi dal bar.

La cameriera gli si avvicinò masticando una gomma “lo paghi tu il conto, guapo?” Domandò ad un Jesus parecchio perplesso

L’uomo si riscosse e la guardò “eh...mi sa di si” commentò ficcandosi una mano nei jeans stretti.

 

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Capitolo 29
*** Il sicario innamorato (1) ***


Bene bene

Maret uscì dalla camera dopo aver fatto la sua telefonata.

Si sentiva piena di forze come non le capitava da tempo. Con lo sguardo deciso negli occhi li convocò tutti e due ed espose il suo piano.

“Ascoltatemi bene!”esclamò sedendosi sul tavolo della sua stanza a gambe incrociate.

Jesus la guardò divertito: mai vista più seria, quella pazza!

“Alcuni giorni fa ho chiesto l’aiuto di un amico e quel fottuto nero me l’ha ammazzato come un cane. Arlo era un mio cliente, mi aveva promesso uomini e armi. La mattina dopo, quando sono andata a casa sua, ho trovato solo una distesa di morti.

Indicò la bandiera dei pirati che aveva staccato dal panfilo dell’uomo con un gesto triste “lo devo fare anche per lui, è colpa mia se..

Si riscosse assumendo un tono duro “Bisogna rifornirci d’armi, immagino che non vi sarete portati un granché appresso, per via della dogana.” Li guardò entrambi a turno “Ho chiamato un mio amico, domani sarà qui con lo stretto indispensabile” dichiarò guardò l’orologio fermo della stanza “Freira e Lucita sono due ex poliziotte.. fate i bravi con loro, non ci vanno leggere quelle due, se devono spaccare qualche osso” li avvertì nuovamente. “Rodas arriverà con loro. Lucita è la sua donna, quindi...avete capito, no?”

Scese dal tavolo guardandoli seria “questa è gente tosta, Rodas è un ex- marine..”

“Meno male che non è un S.A.S.!” commentò Natt ridendo e facendo scoppiare in una risata allegra anche Jesus.

“Sì si...fate i coglioni..” Li canzonò Maret con un sorriso ironico.

“Lavoravano tutti per me. Quando quello stronzo di Jeriko ha fatto saltare l’aereo e bruciato i campi, se la sono presa piuttosto a male e hanno giurato di vendicarsi. Continuò la ragazza con voce funerea “non sono però così ‘specializzati’ come voi due “sorrise guardandoli “per l’artiglieria pesante siamo a posto, la ‘manodopera’ c’è..manca una cosa: riuscire ad entrare nel villone di Jeriko.”

Scese dal tavolo cominciando a passeggiare su e giù “Non ho idea di come entrarci, spremetevi le meningi...anche tu, lo so che qualcosa la dentro nuota ancora.” disse a Natt ridendo e tirandogli leggermente un ciuffo di capelli.

Jesus scosse la testa guardandola “Come al solito! Hai preso informazioni? Come è fatto sto tipo? Che passioni ha? Manchi di dote organizzativa, tesoro” le disse divertito.

“Oddio, non chiamarmi in quel modo! Mi fa venire la pelle d’oca!” l’avvertì Maret con tono sofferente “Comunque so tutto quello che c’è da sapere: gli piacciono i gioielli e i cani. Gliel’ho fatto fuori uno e lo stronzo s’è vendicato! Ha la passione per le fighette seminude..

“Sta parte mi piace!”commentò Natt sorridendo serafico.

“Scordatelo!” sbottò Maret inviperita “non pensare neanche lontanamente di toccarle, all’ultimo che ha provato a farsi una sua donna, l’hanno ritrovato scorticato nel secchione della spazzatura e con i propri testicoli in bocca...e non sto scherzando!”

“Ha fatto bene, da una parte!” annuì Jesus guardandola.

“Ma che cavolo dici?”

“Che non si tocca la roba degli altri…piuttosto chi è sto Arlo?” le domandò serio.

Maret scrollò la testa incredula “Sei geloso di uno che è morto?!”

Adesso è morto! E prima?  

Natt li guardò a turno “mi vado a fare un giro...magari scopro qualcosa d’interessante”

 

Quando uscì, Maret ridacchiò divertita “bene…così posso fare la mia telefonata” disse prendendo il cellulare e sedendosi di schianto sul letto con una luce furbetta negli occhi.

Jesus le tolse il telefono di mano “Allora? Che hai combinato con questo tipo?” la interrogò serio.

 

Un silenzio incredulo calò nella stanza “Non ci posso credere..”...non stava scherzando!

Si schiarì la voce facendolo sedere davanti a se “C’ha provato, ha rimediato due calci, siamo diventati amici. Fine!” decretò togliendogli il telefono.

Jesus grugnì poco convinto.

Diosanto! Pensò Maret stupita. Lo vide che la osservava ostinatamente e resse il suo sguardo per tutto il tempo “beh…in effetti voleva sapere la mia posizione preferita” buttò li casualmente facendolo esplodere.

“Lo sapevo! Stronza traditrice!” esclamò semi arrabbiato.

Ma non è successo niente!” ribattè esasperata.

Jesus ringhiò fra i denti e ad un tratto si voltò a guardarla con un sorriso ironico “e qual è la tua posizione preferita?”

Per la prima volta la vide arrossire “fatti gli affari tuoi..”mormorò rigirando il cellulare in mano.

Lentamente strisciò fino a lei togliendole il telefono di mano “dimmelo..” Sussurrò baciandole la guancia rossa.

“Non te lo dico” ridacchiò spingendolo via “devo chiamare Lyse, togliti di mezzo” borbottò mentre la placcava sulla schiena cominciando a baciarla e a passarle le mani addosso.

“Mi costringi a scoprirlo da solo…” le disse sorridendo provocatorio.

 

Bar Di Al

 

Natt entrò casualmente nel locale, accaldato e sudato. Si sedette stanco sullo sgabello ordinando una birra ghiacciata. Al lo guardò con occhio critico. “Straniero?” domandò mettendogli davanti il boccale

“Di passaggio” rispose secco.

Una donna attraente gli si avvicinò dopo un po’ “hai del fuoco?” gli domandò notando la sigaretta Natt la guardò per  un attimo...la sua professione era evidente “certo che ce l’ho o non saresti venuta da me” le disse allungandole l’accendino.

Pepita aspirò il fumo sospirando “ti va di divertirti un po’?” gli chiese guardandolo.

Natt scosse la testa “ti ringrazio, ma non è di questo che ho bisogno adesso” le disse sorridendo “magari un’altra volta”

La donna rise divertita “potrei anche smetterla con questo lavoro..

Natt la fissò bevendo la birra ghiacciata “quello che vuole la signora” disse ad Al facendo girare la donna stupita “grazie straniero!”

Un bloody mary comparve fra le mani della prostituta che lo sorseggiò con un’espressione paradisiaca

Sei parecchio carina, non potevi trovarti un altro lavoro?” le domandò il sicario soffiando via il fumo della sigaretta.

“mah.. uno vale l’altro…cercano sempre tutti di fotterti” dichiarò con voce triste “il mio pappone è morto a adesso non so che cazzo fare, straniero”

Natt la lasciò parlare cercando di carpire più informazioni possibili su quel Jeriko...un bel fetente di prima classe! Pensò alla terza sigaretta.

Finita la chiacchierata Natt le allungò un sigaro che portava sempre appreso” fatti una bella fumata…e cambia lavoro. Sei troppo carina per ridurti a battere.”

Pepita sorrise divertita “mi ricordi Arlo..sempre gentile e irriverente come te!”

Arlo? Natt sollevò un sopracciglio ..ma era il nome..

Maret faceva la puttana?!

S’impose la calma “conosci una che si chiama Valerie?” le chiese svagato.

La prostituta lo guardò sorpresa “si…una bella donna, sempre triste. Qualche hombre de mierda le ha spezzato il cuore” gli disse guardandolo timorosa “sei tu?”

No non sono io..” Scosse la testa più volte “ma è una tua …collega?” domandò temendo una risposta affermativa

Pepita scoppiò a ridere ”Por favor! Sono usciti più uomini piegati in due per il dolore, da questo locale che clienti dalle mie mutande!”esclamò sorridendo.

Natt respirò nuovamente…sempre la solita, Maret!

 

Mentre Natt faceva conoscenza con Pepita, Maret aspettava che quel rompiscatole si addormentasse e la lasciasse telefonare

“Chi stai chiamando?” le domandò Jesus assonnato.

“Dormi”

Adesso combina un macello! Pensò l’uomo disperato mentre prima di addormentarsi.

 

Maret aveva fatto bene i conti. A quell’ora Lyse stava tornando a casa. Quando entrò il telefono stava squillando. La ragazza fu quasi tentata di lasciar rispondere la segreteria.

Si sedette sulla poltrona guardandosi attorno…il telefono squillava incessantemente. Senza Maret quella casa era vuota...e senza Natt…Natt..

“Pronto”

Maret sentì quella voce fiacca e diventò triste “ciao coinquilina..” Mormorò nel cellulare sentendo gli occhi pungere di lacrime.

Lyse sobbalzò raddrizzando la schiena “Monique? Sei tu?”

Maret ridacchiò piano “si, come  te la passi? Il tuo capo ti fa sempre impazzire?”

Lyse si appoggiò allo schienale morbido, togliendosi i sandaletti aperti “non me ne parlare, ho quasi deciso di mollare tutto e andarmene dalla città”sospirò passandosi una mano sui capelli legati. Si tolse le forcine e una cascata di capelli ricci si riversò sulla spalla sinistra.

“Mi dispiace essermene andata senza dire nulla..

Lyse sollevò le spalle “ sei una stronza senza cuore..”le disse sprofondando nella poltrona. Tolse un cuscino da dietro la schiena e lo appoggiò sullo stomaco dolorante. Le era venuta la gastrite a forza di preoccupazioni!  “Allora?  Che mi racconti? Hai ritrovato te stessa in India?” le chiese scherzosa.

Maret sorrise “non sono in India, qua fa tanto caldo, la temperatura ideale per me” le disse appoggiandosi sui cuscini del letto.

“Stai meglio ora? Ti sono passate le crisi esistenziali, mocciosetta?” mentre parlava con lei si stava spogliando e aprendo il frigo allo stesso tempo. 

“Diciamo di si...c’è una persona con me…”

“Ti ha trovato?” le chiese all’improvviso con metà tramezzino in bocca.

“Inghiotti quel concentrato di calorie che stai mangiando! Non ti capisco se mugugni con la roba in bocca!”la sgridò divertita. Era come hai vecchi tempi: Lyse preparava schifezze ipercaloriche e immangiabili e poi si lamentava dei chili in più!

“Scusa!”bofonchiò la ragazza “ho detto.. Jesus ti ha trovato?”

Afferrò la bottiglia dell’acqua scolandosela per un buon sorso mentre lei parlava…quasi si strozzò sentendo il nome del Natt.

“Che è successo?” la interrogò Maret dura “ è vero che l’hai scaricato?”

Lyse gettò il tramezzino sul tavolo restando un attimo in silenzio “si..è vero”

Perché? Non spararmi la cazzata del lavoro!” Maret si sollevò a sedere incrociando le gambe.

Lyse si tolse il reggiseno buttandolo sul divano davanti a sé, restando solo con la camicetta addosso…ora si sentiva più libera “è vero, è stato per quello..e per altro..”confessò mesta “non riuscivo a sopportarlo! Tu non hai idea di che vuol dire uscire con uno che magari, un’ora prima, ha ammazzato qualcuno!” le urlò nel telefono “anzi lo sai ma per voi è diverso, fate lo stesso lavoro!

Io..”

“Lyse..” Maret sospirò nel telefono, scuotendo la testa confusa “dì la verità..te ne sei innamorata vero?”

Un lungo silenzio...una pausa che confermò i suoi sospetti “avevi paura che un giorno non tornasse più da te. Il timore di prendere il giornale e trovare il suo nome nella cronaca nera..

Lyse annuì dall’altro capo del telefono “si…è vero...su tutto..” Mormorò depressa “non immagini quanto mi manchi, quello stupido pallone gonfiato”

Maret rise divertita, svegliando Jesus. Le tolse il telefono debolmente “ciao Lyse..” La voce allegra della ragazza lo fece sorridere “non so che consiglio ti sta dando la psicopatica ma tu non darle retta!” le disse sbadigliando.

Ma la finisci? Sto cercando di farli tornare insieme!” sbottò Maret offesa.

Perché non ti vai a fare un giro? Ci parlo io con lei” le disse piano.

Marito gli scoccò un’occhiata lunga e scettica. Con un grugnito si alzò afferrando i vestiti  e rinchiudendosi nel bagno.

“Ok...la strega è andata, dimmi tutto”

 

Quando attaccò Jesus era il ritratto della serietà…non riusciva a crederci. Ma che gli saltava in testa a quel citrullo?

Trovò Maret nella sua stanza che continuava a guardare i suoi appunti, con una penna in bocca e lo sguardo concentrato. “E’ successo un bel guaio, hai visto quel deficiente da qualche parte?” le chiese serio.

Maret scosse la testa mentre cercava d’ incastrare tutti i pezzi : le ci voleva un’occasione mondana o qualcosa del genere per riuscire a introdursi nella villa e schienare Jeriko. Ad una festa la sorveglianza sarebbe sicuramente diminuita. Sarebbero stati tutti troppo occupati a badare agli ospiti di riguardo che alla sorveglianza esterna. La polizia era corrotta fino al midollo in quella città e non si sognava di mettere mai piede nella villa di Durante.

 

L’irruzione di Natt, come al solito caciarone e ridacchiante, la distrasse “è arrivato il deficiente che cercavi “ mormorò a Jesus soprappensiero.

Mentre voi fornicavate come animali ho scoperto un sacco di cose interessanti!”esclamò il sicario guardandoli a turno.

Cioè? Che è un gran figlio di puttana lo sapevo già!” commentò sarcastica Maret

“Quel tipo è un infame della peggior specie! Secondo me per rilassarsi strangola gatti!” sbottò Natt

sedendosi in terra e osservando gli appunti di Maret

“Non mi stupirebbe il contrario!” affermò la ragazza cercando di riprendersi i suoi fogli. Natt glieli  tolse dalle mani e gli diede un’occhiata veloce con aria divertita. Li gettò da un lato dopo averli letti “A proposito, la tua amica Pepita ti saluta” le disse allegro “simpatica ragazza ma brutta professione!”

“Chi è Pepita?” domandò Jesus guardandola male.

“Una prostituta amica sua” decretò incrociando le gambe sotto di sé.

Jesus la guardò incredulo. Maret lo fissò di rimando “e allora? E’ una brava ragazza, lavorava per Arlo”

“Maret! Facevi la prostituta?!”

Ma che ti salta in testa?!” urlò la ragazza arrabbiata  “sta zitto che è meglio!”

Guardò Natt che rideva divertito “e tu continua…hai fatto il bravo con lei?”

“Come no? Le ho offerto anche da bere!” esclamò continuando ad osservare il viso stravolto di Jesus “finiscila, esisti solo tu per lei!” gli disse tirandogli la penna con cui Maret stava scrivendo.

Guardò la ragazza serio “ ci sarà un festino fra poco...direi che potremmo infilarci quatti quatti e sforacchiarlo un po’”

Maret s’illuminò “l’occasione che cercavo! E bravo Natt! Qualcosa sai fare, oltre che sparare cazzate!” decretò contenta.

La voce di Jesus giunse fino a loro seria e tesa “fra quanti giorni si terrà?” gli domandò con aria cupa.

“Dopodomani, abbiamo tutto il tempo per organizzarci! Meno male, mi stavo rompendo a sentirvi  scopare come ricci!”

Una violenta botta in testa lo fece imprecare “la devi finire, imbecille!” urlò Maret infuriata e rossa.

Jesus si alzò dal pavimento e fissò Natt serio...troppo serio “Kluge…devo parlarti, seriamente e da uomo ad uomo”

Il sicario si stupì: quando lo chiamava per cognome era presagio infausto!

Scrollò una mano divertito “la finisco di fare battutacce, lo prometto!”

Ma Jesus non rideva e continuava a fissarlo “Maret, vatti a fare un giro..

Quel tono l’aveva già sentito una volta: presupponeva uno scoppio d’ira funesta a cui lei non intendeva assistere.

Quando se ne fu andata con la curiosità che la divorava, Jesus chiuse la porta a chiave affondando le mani nelle tasche.

Cominciò a girovagare per la stanza mentre l’amico lo guardava comodamente appoggiato al bordo del letto, giocherellando con gli occhiali da sole e guardandoli controluce per trovare eventuali segnacci.

Jesus si schiarì la voce prima di investirlo “Ho fatto una chiacchierata con Lyse..

A quel nome l’uomo s’incupì e lo guardò.

“E’ vero che sei scappato da casa sua dopo che ti ha detto…di quella faccenda?” Si voltò verso di lui nervoso “capisco essere preso in contropiede...ma addirittura scappare! Ma sei idiota? Che ti salta in testa!” gli urlò contro incredulo”e tutto perché è una a cui piace aspettare?!”

“Senti, siamo stati insieme cinque mesi e non è mai successo niente fra di noi. Poi una sera…sai come va no? C’è l’atmosfera, le candele, i violini…. Me se ne esce con quella confessione!”

Si alzò in piedi, cominciando a girare terrorizzato “mi è letteralmente preso un infarto!”

Lo guardò con due occhi supplichevoli a cui Jesus rispose con un’occhiataccia “non hai scuse, imbecille!” lo sferzò senza pietà. “lei è ancora innamorata di te. Se voleva farlo è perché..

Natt lo interruppe serio “è per quello che sono scappato..

Si sedette sul letto depresso, sprofondando le mani nei capelli neri “non me ne importava niente di aspettare, stavo troppo bene con lei per perdermi in simili dettagli...e tu sai che per me, non è un dettaglio trascurabile, il sesso!”

Jesus annuì più volte con una smorfia divertita “lei ti ha detto che ti amava e ti si è offerta su un piatto d’oro...e tu come  un coglione sei fuggito perché ti sei accorto di ricambiarla. La scoperta è stata troppo pesante e hai pensato bene di prendere la porta…mi ricordi Maret!” finì divertito.

Natt scosse la testa serio “quanto le odio, ste stronzate da donna!” sbuffò gettandosi sul letto di faccia ”aspettare l’uomo giusto..mah…mi è preso un colpo quando mi ha guardato in quel modo, sembrava che esistessi solo io..” Strusciò il viso sul lenzuolo stropicciato “da una parte mi faceva molto piacere, non immagini quanto...ma era una responsabilità troppo grande, per uno come me!”

Si voltò sulla schiena guardando il soffitto “lei ci teneva.. e se non fosse andato bene? Se avessi sbagliato?”

Jesus lo ascoltava quasi commosso. L’unico discorso serio che avessero mai fatto in tutti quegli anni! 

Natt si alzò appoggiandosi ala finestra, il sole stava calando sempre di più “mi sono chiesto che diavolo ci facesse quello schianto con...con un rifiuto, diciamocelo pure! Lyse merita di meglio..

Il tono si affievolì mentre il sicario si schiariva la voce “ho cominciato a comportarmi male, a dirle cazzate…tipo che avevo ammazzato un bambino...neanche lavoravo in quel periodo!Sono stato 5 mesi a girarmi i pollici!” gli disse divertito “quando mi ha liquidato ci sono rimasto lo stesso di merda. Sapevo che l’avrebbe fatto ma non mi aspettavo che facesse così..” Guardò in terra depresso “..male..”

 Jesus lo riscuotè dal suo stato di torpore con una frase che lo colpi alle spalle come un pugnale “Beh, datti una svegliata, cazzone. Tra una settimana Lyse si sposa!” 

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Capitolo 30
*** il sicario innamorato (2) ***


Natt lasciò cadere la sigaretta che si stava accendendo sgranando gli occhi

Natt lasciò cadere la sigaretta che si stava accendendo sgranando gli occhi. Il cuore gli si fermò sentendo la frase ‘Lyse si sposa.’

Aprì la bocca cercando di parlare ma la richiuse, rendendosi conto di boccheggiare come un pesce. Abbassò lo sguardo sulla sigaretta caduta e si chinò a raccoglierla con due dita.

“E con chi?” gli domandò con voce roca.

Jesus osservò il suo amico per una volta senza parole. Sembrava che stesse per sentirsi male.

“Un collega di lavoro” mormorò posandogli una mano sulla spalla “direi che è il caso di spiegarle come stanno le cose in realtà”

Natt restò immobile fissando il vuoto. Il suo volto s’indurì con una smorfia “Meglio! Ho fatto bene ad andarmene quella volta.” Si spostò bruscamente  da Jesus,  afferrando gli occhiali da sole con rabbia ed uscendo dalla stanza come una furia.

Sorpassò Maret urtandola con forza e facendola sbattere contro la parete del corridoio. Senza chiederle scusa, si allontanò in silenzio tremando di collera.

La ragazza restò a guardarlo sorpresa “che è successo?!” domandò esterrefatta a Jesus quando entrò nella stanza. “ho visto Natt sconvolto, avete litigato?”

L’uomo la guardò appena “ce l’hai un vestito buono? La tua amica ci ha invitato al suo matrimonio” le disse affacciandosi alla finestra e osservando il sicario che si allontanava di corsa.

“Lyse si sposa? E con chi?! Ma se ancora innamorata di Natt!” esclamò sorpresa, girandolo verso di sé.

“Sposa un tale Marc...mi fa cagare solo il nome”

“Marc?!” la smorfia di disgusto di Maret era quasi comica “quell’idiota ingegnere del cavolo, tutto videogiochi e cervello zero? Ma è impazzita!” gridò sconvolta.”Ma non se ne parla! Odio doverlo ammettere ma preferisco di gran lungo che esca con Natt che con quello stordito che non sa nemmeno chi sia Escher!”

Jesus la guardò serio “dobbiamo sbrigarci, il matrimonio è fra una settimana.”

Maret sospirò sollevata. “abbiamo tutto il tempo, adesso vieni con me. Rodas e le due poliziotte sono qua fuori con le armi”

 

Quando uscirono dal motel sotto il sole calante, Jesus guardò con stupore l’americano appoggiato al camion nero con le ragazze che aspettavano picchiettando lo stivale impolverato sul terreno. Mai visto due donne più massicce di quelle! Pensò impaurito dai muscoli delle due. Natt le avrebbe classificate come ‘delle fottute culturiste lesbiche’…ci avrebbe scommesso!

Rodas, un ex marine congedato con disonore dall’esercito americano, indossava un paio di jeans talmente logori che sembrava stessero per cadere a pezzi e una classica camicia a quadri rossi. Sembrava Clint Eastwood, quel tipo!

Mentre parlava, Jesus aspettava che se ne uscisse con un ‘coraggio, fatti ammazzare’ in tema al personaggio.

Lucita e Freira erano sorelle gemelle e si muovevano quasi sincronizzate.

Maret continuava a rigirare le armi che Rodas le aveva preparato ”che ne pensi, muchacha? Roba di prima classe, ésta aquì” borbottò battendo una mano sulla canna del fucile.

Jesus lo rigirò con occhio critico…buona fattura, ben oliati. Potevano andare.

“Non male Rodas...no es mal” ribatté Maret seria.

L’uomo guardò Jesus con aria scettica ”Quién es?” mormorò a bassa voce alla ragazza.

Maret posò le armi con un sorriso divertito “Jesus es novio” gli disse ridacchiando.

Il killer la guardò sorpreso: non era proprio negato con quella lingua e si stupì che la ragazza lo classificasse come ‘il suo fidanzato’

L’uomo esplose in una risata divertita “che mi venga un colpo! Dobbiamo festeggiare!” esclamò dando delle forti pacche sulle spalle di Jesus che gettò un’occhiata interrogativa a Maret. 

“Assecondalo, è il suo modo di fare!” gli disse compiaciuta.

Rodas tornò serio dopo un attimo “Noi siamo con te, a quando il colpo?”

Freira e Lucita la stavano guardando con aria nervosa. Maret posò il fucile sospirando “non vorrei tirarvi in mezzo...avete visto che è successo ad Arlo

Lucita sollevò le spalle indifferente “ sarà un piacere sforacchiare quel culo nero!” le disse sorridendo sarcastica. Fece un cenno con la testa in direzione di Jesus “l’hombre..è preparato? La sa tenere in mano una pistola?” le domandò come se Jesus non fosse neanche presente.

Un fiotto di bile gli venne su all’istante. Si sollevò dal camion al quale era appoggiato e guardò Lucita dritta negli occhi scuri “vuoi mettermi alla prova, hermana ?” sibilò pacato.

 

Con una smorfia divertita, Lucita si allontanò di pochi passi. Gli mostrò una moneta “saresti in grado di centrarla, hombre?”

Jesus sbuffò divertito “ma per chi mi ha preso questa?” disse a Maret tirando fuori la magnum .

Una sorta di leggero piacere pervadeva la ragazza mentre osservava la spacconata di quei due stupidi. Rodas neanche la guardava, Lucita faceva sempre di quelle cose, non se ne stupiva più.

La poliziotta si allontanò di parecchi metri, incastrando la monetina fra due rocce che spuntavano dal terreno. Con un cenno della mano e un’espressione sarcastica sul volto gli diede l’ok.

Jesus quasi non prese la mira, sparò con uno sbuffo divertito pensando alla fame arretrata da soddisfare.

Lucita guardò la moneta sventrata e sollevò un sopracciglio sorpresa.

“Con quel cannone in mano è già tanto se c’è rimasto qualcosa” commentò Maret serafica.

Jesus la guardò divertito “troppo facile…se fosse stata in movimento…” le disse riponendo l’arma.

Un grido lo fece girare di scatto.

Lucita gettò un’altra monetina, stavolta in alto “prova così!” lo sfidò ridendo. Maret vide la scena al rallentatore: Jesus che girava su se stesso e il grilletto che scattava.

Un ‘din’ e la moneta cadde a terra intera.

L’ha mancata?! pensò Maret stupita. 

“La finiamo con queste pagliacciate da spaghetti western? Andiamocene a mangiare!”le disse sospirando e avviandosi verso il motel.

Rodas e Freira lanciarono un’occhiata a Maret che guardava la ragazza. Lucita non parlava più. Tirò su il ciondolo che portava al collo: la catenina pendeva spezzata fra le sue mani. L’immagine santa di Cristo giaceva a terra con un ampio foro al centro.

Un brivido freddo passò lungo la schiena della ragazza quando si avvicinò alla sorella “chi è quello?” domandò con voce alterata.

Maret guardò Jesus allontanarsi fischiettando ” mi secca doverlo ammettere, ma quello è il miglior killer sulla piazza”

 

“Ma quando diavolo l’hai presa?” gli domandò Maret per la centesima volta.

“Uffa! Ma che t’ importa! Ormai sa che siamo persone con cui non si scherza!” Sbuffò Jesus seccato: gli dava fastidio e lo imbarazzava che parlassero delle sue prodezze. Guardò Maret che lo fissava con occhi stretti come fessure.

“Cosa c’è?” le chiese ficcandole un pezzo di bistecca in bocca. Maret masticò imbronciata “quella volta che ti ho steso…mi hai fatto vincere, per caso?” gli domandò secca, preparandosi a litigare con lui.

Un sorriso divertito comparve sulle labbra del killer “mangia che è meglio!”

Il viso della ragazza s’incupì “mi hai fatto fare tutta quella fatica e avevi già deciso di non uccidermi?!” la sua voce si alzò di parecchi toni. I pochi avventori del ristorante si voltarono verso di lei.

“Questa è una cosa che non saprai mai” le dispose sorridendo ”ma potremmo fare uno scambio: tu mi dici la tua posizione preferita e io ti rispondo”

L’ironia gli brillava negli occhi mentre la guardava. Come diavolo faceva ad arrossire in quel modo? Era adorabile!

Maret girò la testa a disagio “invece di dire cretinate...dov’è finito Natt? E’ scomparso da ore!”

L’uomo lasciò perdere il cibo guardandola sbuffare “potrebbe essere ovunque…c’è un bar da queste parti? Magari si starà ubriacando“

Il bar di Al era l’unico posto da quelle parti per farsi una bevuta in santa pace. Maret si alzò gettando la salvietta accanto a se. “Lo vado a prendere”

 

Bar di Al

11: 57

 

Si sposa…si sposa.. con chi diavolo si sposa?! Ci siamo lasciati da neanche due mesi e lei...si sposa..

Natt se ne stava riverso sul tavolo più appartato del bar, guardava il bicchiere pieno e la bottiglia di tequila vuota accanto a lui.

Il portacenere era colmo di mozziconi di sigaretta. Stava facendo fuori anche la scorta di sigari delle grandi occasioni.

..e questa è decisamente una grande occasione, amore mio...pensò come se si stesse rivolgendo a Lyse...come no? Festeggiamo l’idiota che ti ha lasciato scappare per sospetta carenza neuronale.

 

Buttò in terra la bottiglia che rotolò per alcuni centimetri. “barista...altra tequila..” Borbottò depresso.

Maret gli si sedette davanti con una bottiglia piena e un bicchiere.

“Non si beve mai da soli...”gli disse in tono dolce che non pensava di avere. Non riusciva a vederlo così depresso!

Natt sbuffò attaccandosi alla bottiglia ”mi ricorda qualcosa sta scena..” Le disse singhiozzando “ se hai anche intenzione d sedurmi te lo dico...non sono dell’umore giusto” Sbottò tenendosi la testa con una mano.

“Ne farò a meno.” Commentò Maret appoggiandosi allo schienale della sedia. Era ridotto veramente uno straccio.

“Sei mai stata a Hong Kong, Maret?” le chiese d’un tratto bevendo un gran sorso e sbattendo la bottiglia su tavolo.

“No”

“..le sue luci…sembra Manhattan di notte, con una bella montagna sullo sfondo.. “ le disse con lo sguardo perso nei ricordi.

“Una bottiglia di Dom Perignon e una bella donna accanto…è tutto quello di cui hai bisogno..”

Appoggiò i piedi su tavolo affondando nella sedia e tirando indietro la testa “sali sul palazzo più alto e senti la città ai tuoi piedi...ti manda in estasi, è seducente e caotica al tempo stesso. Ho sempre pensato che l’avrei portata li, prima o poi…dove ho sbagliato..” Domandò a bassa voce.

Maret non capì se si rivolgeva a lei o a se stesso.

Scosse la testa guardandolo “Natt...lei è ancora innamorata di te ma ha paura che un giorno tu..”

S’interruppe quando il sicario sbattè un pugno sul tavolo “non dirmi cazzate! La tua amica si sposa!”

“Ha paura che un giorno tu possa lasciarci la pelle!”sbottò la ragazza dura.

L’uomo la guardò scuotendo la testa più volte “Maret guarda le mie mani! Questi calli del cazzo ti vengono solo con la pistola, non perché ti fai le seghe!” Sbraitò mostrandole i palmi ruvidi.

“E allora?” insistette dura.

“Lyse non può stare con uno come me...ti piacerebbe che uno ti accarezzasse con  delle mani simili?” le chiese con voce greve.

Maret lo fissò ironica “Natt...ma che diavolo vai dicendo..” Si spostò dalla sua parte con la sedia e gli mise un braccio sulla spalla “Lyse ti ama. Quell’idiota che sposa è irrilevante...tu sei mille volte meglio di lui!”

Con un grugnito poco convinto Natt le si appoggiò addosso “lei voleva fare l’amore con me..”

Maret alzò un sopracciglio stupita ..e si! Lo amava proprio, visto i discorsi che le aveva sempre fatto! “E allora?” gli chiese stringendolo.

“Sono scappato..” Le rivelò depresso.

Una risata lunghissima proruppe dalla ragazza. Le lacrime le colavano dagli occhi nocciola costringendola ad asciugarseli continuamente.

“Non c’è un cazzo da ridere, stronza!” sbottò il sicario offeso…si spostò da lei mentre Maret tamburellava una coscia con la mano “bellissima battuta! Non ho mai riso tanto!”

Si riprese a stento “ok...adesso dimmi la verità!” gli disse schiarendosi la voce con una traccia di riso negli occhi.

Natt non le rispose, giocando col bicchiere e tirandone giù un altro sorso abbondante.

“Non è una battuta! Non è una fottutissima battuta!” sbraitò alticcio alzandosi in piedi “io, Nathaniel Kluge, ho schienato un S.A.S. armato fino ai denti e me la sono squagliata come un coniglio quando....” si ributtò a sedere sentendosi male “la dovevi vedere…era un sogno, con quel vestito dipinto addosso, quei capelli così carini che ti si attorcigliano attorno alle dita e quel sorriso…” le disse in tono sognante.

“Il vestito celeste?” ...se era il vestito che le aveva fatto comprare lei, Lyse era da sturbo!

“Si...era ancora più bella del solito! C’erano le candele e tutte quelle stronzate che vi fanno impazzire...e lei mi dice con quella vocina morbida ‘vado un attimo di la’ e torna con un completo intimo che le avrei letteralmente strappato con i denti..” Mentre parlava accalorato, Maret lo guardava sprofondare sempre di più nella disperazione, come quello che ha capito il terribile sbaglio che ha fatto e non può più tornare indietro.

Attorno a lei le ragazze del locale e le prostitute lo guardavano incuriosite. Maret fece un cenno silenzioso a Pepita che si era alzata per salutarla.

“Il completo rosa?”

“Nero..”

No, quello non l’aveva visto! ”E poi?” gli domandò incuriosita e sorridente. Era carino osservarlo mentre parlava della sua amica. Aveva uno sguardo talmente innamorato!

“..e mi comincia a baciare ..e  ha quel modo così sexy di farlo…Non mi è mai piaciuto baciare così tanto una donna...con lei era…qualsiasi cosa facesse era il paradiso! Era adorabile anche dopo una nottata in bianco, passata disegnare quella roba strana. Anche se era nervosa riusciva sempre a tirare fuori uno dei suoi sorrisi..”

“Ho presente” gli concesse Maret con un risolino idiota sul volto “e poi...com’è finita?”

“Mi dice...che mi ama e che lo vuole fare con me…e io penso…davvero? Dopo tutto questo tempo?”

Guardò Maret con un sorriso depresso “non me ne fregava niente se mi metteva alla porta la sera invece di farmi entrare, mi bastava un suo bacio…dico davvero; e poi arrossisce in un modo così carino, ha una timidezza patologica che mi manda il sangue in ebollizione…e pensavo ‘la prossima volta non mi scappa’...sono passati cinque mesi..” 

Le ragazze si stavano avvicinando lentamente senza farsi vedere mentre Maret con la guancia abbandonata sulla mano lo guardava estasiata.

Natt ingoia un altro sorso abbondante guardando fisso davanti a se “ mi fa ‘perché non rimani per un pò? Piove, non voglio che ti bagni’ ..e c’erano candele ovunque…e lei era così bella..”

 

Si accascia su tavolo umido, borbottando qualcosa fra sé “ io mi tolgo la giacca e mi siedo e mi sembra che qualcosa non quadri…come mai ci impiega così tanto, che sta facendo?  E poi…la vedo...e quasi ci resto per la sorpresa. Lei mi si avvicina e mi dice che vuole che resti con lei tutta la notte…che mi ama..”

 

Un ‘ohhh’ di commozione sale dalle ragazze appollaiate attorno al tavolo. Maret si gira sorpresa e hanno tutte quell’identica espressione sognante. Si domanda se anche lei abbia la stessa faccia scema.

Natt si alza in piedi ubriaco fradicio e si appoggia al tavolo guardandole “lei mi dice che mi ama..  che vuole farlo per la prima volta con l’uomo giusto e io sono l’uomo giusto… E io scappo!”

 

Un ‘nooo’ di disapprovazione sale dalla platea abbattendolo ancora di più.

“Già..”borbotta guardandole senza vederle per colpa dell’alcool. “il principe azzurro...bleah! Fanculo!” sbottò tirando la bottiglia a terra e mandandola in frantumi. “vi sembro un coglione col cavallo bianco, io?”domanda senza attendere risposta “nahh...non lo voglio sapere!” borbotta disgustato, alzando una mano al brusio “e la volete sapere la cosa più divertente?!” in quel momento sta urlando e Maret non sa come calmarlo ”Natt…smettila..” Gli dice tentando di farlo sedere.

“No questa la devono sentire! Lei si sposa con un altro! Io la amo da impazzire e  lei si sposa!”

Crolla a sedere completamente esausto “lei mi ama…io la amo…lei sposa un altro, perchè non gliel’ho detto che la amo. Sono scappato perché avevo paura di lei..” Mormora depresso.

Maret riesce a farlo alzare a fatica “su andiamo a dormire, hai fatto il tuo spettacolino”

Mentre lo carica nella macchina, Maret si sente male per lui…anche Jesus era ridotto in quel modo quando lei se n’era andata?

 

Quando entra in camera sua, dopo averlo messo a letto, si siede sulla sponda pensando a Lyse...non poteva sposare quel rimbambito…non se era cotta in quel modo del beota nella stanza accanto.

Si sdraia sul letto togliendosi le scarpe...beh, sbrighiamoci qui..

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Capitolo 31
*** Un uomo sottoterra ***


La festa stava giungendo al culmine

La festa stava giungendo al culmine.

Nel suo raffinato abbigliamento, una ragazza si pavoneggiava al fianco di Jeriko con un completo scuro, tagliato dal miglior sarto di Villahermosa. Il re della cocaina assaporava la sua vittoria su quella sciocca ragazzetta che credeva di poter rivaleggiare con lui.

Togliere Ibanez di torno non era preventivato, ma si sa...non tutte le ciambelle riescono col buco.

Bevendo una coppa di vino rosso, che faceva giungere appositamente da pregiate cantine italiane, si avvicinò ad un gruppo d’affaristi cubani sfoderando il suo miglior sorriso. L’anello di diamante scintillò alle luci intense del salone e strinse la donna che aveva scelto appositamente per la serata dalla scuderia di Juanez, rivale in affari di Arlo. La cinese sorrise, ma sul suo bel volto delicato e sottile si poteva leggere solo noia e indifferenza. Si costrinse ad annuire ai discorsi spocchiosi dei cubani, desiderando solo di tornarsene a casa e togliersi quegli scomodissimi tacchi che le stavano facendo dolere la schiena una volta per tutte.

 

Il furgone nero di Rodas si fermò poco distante dalla villa.

L’uomo si girò verso Maret che preparava il fucile e le fece un segno ““ci sono quattro telecamere e due guardie all’entrata, più un paio di mastini che Jeriko lascia sciolti. Penso che stasera li abbiano legati. Un mezzo a quella confusione vi sarà difficile centrare il bastardo!”

I due uomini gli schioccarono un’occhiata lunga, evitando di rispondere.

“Questo non l’ha capito con chi ha a che fare!”sghignazzò Natt caricando la pistola.

“Oh.. credimi…lo sanno!” mormorò Jesus guardando Lucita che strinse le labbra rosse.

Jesus infilò i caricatori nelle tasche dei jeans e sorrise a Maret “Allora, tesoro...da davanti o da dietro?” le chiese sorridendo con un ‘vaghissimo’ doppio senso che fece infuriare la ragazza e sogghignare il sicario.

“Fai poco lo stronzo! Si sfonda il cancello direttamente, lo sai che mi piacciono le entrate ad effetto!” sbottò la ragazza rossa “poi te la faccio pagare” gli sussurrò sottovoce.

Jesus sorrise schioccandole un bacio veloce “penso di averla scoperta…quella cosa”

“Massiccio!” commentò Freira sorridendo “mi piace il tuo stile, mujer!”

Guardò Jesus che prendeva in giro la ragazza “ tu sei svelto di mano...dove hai imparato?”

L’uomo sollevò appena le spalle “qua e la..” Mormorò vago.

“E ancora non c’hai visto lavorare insieme!” Commentò Natt allegro: quando era così allegro era ancora più pericoloso!

Freira sorrise all’ evidente spacconata “ simpàtico, el nino

“Simpatico..già!” mormorò il sicario togliendosi la giacca e mostrando una fondina di pelle nera “li senti mai il telegiornale, bellezza? Tutto quello strepito di alcuni anni fa…quella squadra di militari inglesi massacrata a Londra…”

Rodas pronunciò qualcosa in spagnolo che non capirono “Siete stati voi?” domandò incredulo “Che mi venga un colpo!”

E quella volta andavamo di corsa. Adesso abbiamo tutto il tempo!” esclamò Jesus riponendo l’arma. “Vai” gli ordinò con voce secca.

Natt sospirò ripensando a Lyse...questa è l’ultima volta, te lo prometto.

 

La macchina si fermò davanti al cancello e i suoi occupanti scesero senza una parola. Le guardie all’entrata non fecero neanche in tempo ad emettere un fiato che caddero a terra con una pallottola in fronte ciascuno.

Rodas fece saltare le telecamere di sorveglianza con un colpo di fucile e la stessa sorte toccò ai mastini che corsero rabbiosi verso di loro.

Natt e Jesus procedevano tranquilli, con un sangue freddo da far invidia all’ex marine. Neanche durante la missione Desert Storm aveva visto due uomini più placidi di quei due!

Imboccarono nel salone centrale con le armi in pugno. Maret li guardò tutti uno per uno...ma perché disturbarsi ad osservarli? Erano già tutti morti, solo che non lo sapevano ancora.

 

Gli invitati alla festa li guardarono ammutoliti. “Continuate non fate caso a noi” esclamò Natt sparando ad uno sgherro di Jeriko e scatenando il panico.

“Non cominciare a sceglierteli...sono tutti uguali, tutti feccia!”borbottò Maret dura.

“Se lo dici tu..commentò Natt sorridendo e freddandone un altro.

 

Un mare di sangue iniziò a scorrere, mentre le due ex poliziotte e Rodas facilitavano il loro compito.

Maret individuò i tre uomini che l’avevano picchiata e sorrise divertita. Con una pistola per mano, sparò al ginocchio di uno e tenne sotto tiro gli altri. “Ciao ragazzi, vi ricordate di me?” gli chiese garbatamente facendo saltare la mano di uno dei due, quando vide che stava cercando di prendere la pistola.

“No no no...non si fa. Via le mani dalle tasche.” Sussurrò seducente ai due uomini mentre il terzo urlava per il dolore. “vi devo rendere la pariglia...non si alzano le mani su una signora” disse in tono dolce, guardandoli a turno.

Un colpo preciso e caddero a terra piegati, tenendosi le gambe ferite.

“Perdonami...non volevo pestarti...ce l’ha ordinato lui..” Singhiozzò uno terrorizzato con la canna poggiata sulla fronte.

“Ma non me la sono presa!” esclamò sorpresa Maret “no...davvero lo capisco, gli ordini sono ordini..” Sospirò comprensiva, scuotendo la testa.

“Davvero non te la sei presa?” singhiozzò il poveraccio piangendo mentre i pantaloni si bagnavano di urina facendola gongolare.

“Certo che no! Ho riso tanto..” Mormorò prima di freddarlo senza pietà. Stessa sorte toccò agli altri due. Soddisfatta si alzò guardandosi attorno…c’era un vero e proprio lago di sangue in terra.

Natt e Jesus fischiettavano e fumavano, seduti sui gradini della scalinata che saliva fino allo studio e alle stanze private di Jeriko. L’uomo tremava in ginocchio davanti a loro, Natt allungò le gambe e gli poggiò i piedi sulla schiena, costringendolo a chinarsi in avanti. La calma e la boria erano spariti dai suoi occhi neri.

“Hai finito di gingillarti con quei tre? Il pezzo grosso sta qui” le disse Jesus pacato.

“Chi cazzo siete voi due?” domandò duro a Jesus che lo teneva sotto tiro.

Un dolore acuto esplose al fianco quando Nattper sbaglio‘ gli diede un calcio.  

Maret s’inchinò prendendolo per la catena d’oro che portava avvolta due volte attorno al collo e lo tirò leggermente su. “ciao Jeriko, te l’avevo detto che sarei venuta a prenderti prima o poi” gli disse serafica e sorridente, con la canna della pistola premuta sotto il mento.

“Brutta puttana bianca! Non puoi far incazzare un portoricano e vivere tanto da raccontarlo!”

Un altro calcio gli arrivò sui reni facendolo gemere “ehi…non rispondere in quel modo alla signora!” gli intimò Jesus leggermente seccato.

 

Maret sorrise al nero “ non sei stato carino a bruciarmi la casa, c’erano un sacco di bei vestiti dentro...e i campi! Ma tanto ho un altro appezzamento di terreno e ho deciso di prendermi i tuoi”

Rise della sua espressione sconvolta. “E poi devo vendicare Arlo…eravamo amici e gli amici per me sono sacri “ mormorò con una vocina dolce e stronza allo stesso tempo che fece sogghignare Natt.

Lo trascinarono fino al furgone di Rodas e lo gettarono dietro salendo con lui “dove mi state portando? E chi cazzo siete voi?” urlò di nuovo in faccia a Natt che lo guardava annoiato “dio, quanto chiacchiera sto cazzone!” sbottò prendendo uno straccio sporco, trovato sul fondo del furgone e ficcandoglielo in bocca

Lo lasciarono mugolare finchè non arrivarono ad un vecchio cantiere abbandonato ai margini del deserto.   

Che volete fare? Mi volete ammazzare?  Fatelo allora!” Piagnucolava l’uomo quando lo tirarono già violentemente, trascinandolo sulla terra polverosa. Si aggrappò con le mani ad uno spuntone di roccia cercando di trattenersi. Uno sparo e Jeriko si ritrovò a guardare due moncherini sanguinanti. “Tira giù quella cassa” mormorò Maret a Rodas guardando il nero che si lamentava e urlava.

Jesus si accese una sigaretta con calma e la passò al sicario che se ne stava comodamente appoggiato al furgone intento a guardare le stelle “bella luna stasera..”commentò disturbato dalle urla del sofferente. Quando vide la scena storse la bocca “però così muore dissanguato..

“Male, eve soffrire il più a lungo possibile” convenne Maret soprappensiero.

Con un gesto secco, strappò delle strisce di tessuto da una specie di lenzuolo lercio con cui Rodas puliva il filtro dell’olio e lo legò sui moncherini “è sporco quell’affare...gli verrà un’infezione..borbottò Natt tirando un calcio ad un sassolino.

Le due donne li guardavano allibite: mai visto gente più spietata…e quel tipo ci scherzava pure!

Jesus guardò la cassa di legno e un tavolaccio lontano. Lanciò un’occhiata a Natt che lo stava fissando “ci trovi un martello e qualche chiodo?” chiese gentilmente a Lucita.

Se la presero comoda, mentre gettavano Jeriko nella cassa e la sigillavano.

Potevano sentirlo ancora urlare. La fossa poco lontano era l’ideale. Lo gettarono dentro con poca grazia spolverandosi le mani sui jeans.

“Quella ruspa è fantastica” commentò Jesus indicandola.

“Lasciami fare, ho sempre voluto giocare con quegli affari!” esclamò Natt divertito.

“Fai fai..”gli concesse sedendosi sul terreno scosceso accanto a Maret.

“Ci stiamo prendendo troppo disturbo per quel cazzone” gli disse appoggiando la testa sulla sua spalla.

Jesus le sorrise “Maret, hai ancora i lividi addosso e sinceramente non mi fa piacere vederli...secondo me dovevamo andarci più pesanti.” Guardò Natt che entusiasta manovrava la ruspa “e poi il bambino sta giocando felice!”

Sentivano l’uomo battere contro il tavolaccio e urlare disperato, pregandolo di liberarlo e di pagarli il doppio di quanto gli aveva dato ‘Valerie’

Maret si girò alle esclamazioni eccitate di Natt che si stava divertendo un mondo sulla ruspa. Le urla del nero si spensero mentre un mare di terra si rovesciava sulla fossa. Il sicario ci passò sopra più volte, schiacciando per bene il terreno e per finire vi parcheggiò la ruspa con un ghigno soddisfatto.

“E’ sempre divertente lavorare con te!”commentò dando una pacca sulla spalla di Jesus.

“Guarda che non abbiamo finito” gli disse Maret con un sorriso strano.

Tornarono alla villa e piazzarono abbondante plastico, fornito in quantità industriali da Rodas.

“Tappatevi le orecchie, tra poco fa boom” commentò Jesus sorridendo mentre si allontanavano e la casa detonava dalle fondamenta, lasciando solo un cumulo di macerie fumanti.

“Finito?”domandò Natt depresso...si intristiva sempre dopo un lavoro.  

“Direi di si.” Mormorò Maret sedendosi sul sedile posteriore del furgone.

In lontananza sentivano sopraggiungere le sirene della polizia. Pepita e le sue ragazze avevano smesso di ‘intrattenerli.’

“Andiamocene” commentò la ragazza chiudendo il portello con un tonfo secco.

 

Nel motel Maret sedeva depressa sul letto. Aveva fatto quello che doveva fare…si era vendicata...ora?

La sua idea di diventare una narcotrafficante si era affievolita del tutto. Non le importava più niente e si era stancata di sudare tutto il giorno in quel posto polveroso. Le mancava la sua casa, il loft pieno di comodità e Lyse. Si fece una doccia guardandosi allo specchio. Che pensava Jesus del suo cambiamento? Forse...sono troppo trascurata?

Si guardò a lungo…che brutta faccia! Il livido era sparito, per fortuna…anche gli altri se ne stavano andando. I suoi occhi vagavano sul viso senza trucco e sul corpo rivestito di una maglietta informe di due taglie in più..

Si stava preoccupando di quello che ne pensava Jesus di lei? Che avvenimento!

Sorrise divertita e gli occhi le si illuminarono. Restò a squadrarsi a lungo, come non aveva mai fatto...per la prima volta si guardava davvero.

 

La mattina dopo uscì senza avvertire nessuno. A Jesus prese un colpo quando non la vide.

Se n’è andata di nuovo?! Pensò cercandola ovunque. Bussò alla porta dell’amico che gli aprì con una faccia da far paura. “Che c’è? Mi sto disperando e non mi va di esser interrotto” borbottò gettandosi sul letto di peso.

“Cercavo Maret ma penso sia inutile chiederti se l’hai vista” gli disse alzando gli occhi al cielo.

L’uomo non si spostò di un millimetro “non l’ho vista” mormorò in voce atona “ mettile il guinzaglio, lo sai che è pericolosa lasciarla sciolta.

Signore, dammi la forza con questi due psicopatici!

Jesus si sedette accanto a lui e sbuffò esasperato “Natt…hai cinque giorni di tempo per farle cambiare idea..

Il sicario si girò a guardarlo “no...ha scelto, fine della storia.

Si alzò afferrando i vestiti con aria nervosa. ”penso che mi prenderò una vacanza, me ne vado per un po’ di tempo a Hong Kong “ borbottò facendo le valige “voi due divertitevi, scopate come ricci ed evitate di litigare” gli disse in tono fiacco chiudendo i ganci metallici.

Jesus lo guardò serio “fai su serio? E se ti sbagliassi? Se si sposasse solo per dimenticarti? ”

Natt sorrise appena “nessuna dimentica Nathaniel Kluge sposando il primo babbeo che incontra”

“Addio fratello, stammi bene..” Gli disse Jesus abbracciandolo rudemente.

L’uomo ricambiò con forza “in gamba chico.

 

La parrucchiera la guardò scettica mentre Maret le spiegava cosa voleva "ci vorrà un miracolo" commentò sollevando le treccine rasta una per una e guardandole con occhio dubbioso. Fortuna che non aveva fatto quelle originali o sarebbe stata costretta a rasarsi a zero!

"Ma perchè questo cambiamento?" le chiese la donna rivolgendosi a lei come se fosse una vecchia amica

"Stavolta non è per me, ma per un uomo" le disse sorridendo mentre si accomodava sulla poltroncina chiara.

"Dolcezza, è sempre per un uomo…centrano sempre in qualche modo" sospirò la ragazza mentre cercava di sciogliere quella roba.

"Può darsi... "

Quando ebbe finito, Maret quasi non si riconobbe: i capelli erano cresciuti tantissimo, portandoli per mesi in quel modo e ora le ricadevano in morbidi boccoli corvini sulle spalle "con la sua abbronzatura sta un incanto" le disse la parrucchiera soddisfatta del proprio lavoro.

Gli occhi nocciola risaltavano come stelle...forse perché sono innamorata, pensò lasciando una generosa mancia alla donna.

Uscì dal salone di bellezza e si spostò in un negozio di vestiti. Ma perchè sto facendo questa cavolata? Si domandava osservando dei semplici abitini a fiori dai colori tenui.

Si cambiò direttamente nel negozio indossando un nuovo acquisto. In effetti, non aveva più niente da mettersi. I suoi costosi vestiti erano bruciati insieme alla casa...però…si sentiva più libera, più leggera, come se avesse detto addio alla vecchia Maret.

Caricò i pacchi sulla macchina, inforcando gli occhiali da sole e guidando piano verso il motel.

 

Quando arrivò e bussò alla camera di Jesus si preparò alla sua faccia. L’uomo la guardò perplesso “Desidera?”

“Non mi riconosci?” mormorò incredula.

Jesus sobbalzò sgranando gli occhi “Maret?! Ma che hai fatto?" domandò toccandole i capelli neri

“Un’idea della parrucchiera...non ti piacciono?" gli chiese leggermente sconsolata...e da quando in qua?

"No...no, anzi!" le disse guadandola da capo a piedi "sei bellissima…dico davvero"

"Non sembro una strega, vero?" domandò allargando la gonnellina sottile del vestitino a fiori.

"No..” rispose facendola entrare nella stanza.

"Mi metti a disagio così " commentò la ragazza sentendosi sotto esame.

Jesus guardò le sottili spalline che tenevano su il vestito pensando a quanto sarebbe stato facile, farle saltare via.

“Mi mancavano un po’ i tuoi capelli..” Sussurrò accarezzandoli con piacere “sei favolosa”

Dove sta Natt? Voglio il suo parere, tu sei di parte ormai!” esclamò aprendo la porta. L’uomo la trattenne “se n’è andato…” le disse scuro in volto.

Maret restò immobile con la mano sulla manopola d’ottone.”Come…e Lyse?”

Jesus si grattò la testa pensoso “ha detto che andava ad Hong Kong”

Maret restò a fissare il muro sospirando “vuole sentire la città ai suoi piedi..

 

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Capitolo 32
*** Hong Kong, mon amour ***


L’ha sempre affascinato, Hong Kong

L’ha sempre affascinato, Hong Kong.

Un micromondo permeato da tradizioni cinesi, con una selva di grattacieli affiancata ai tetti degli antichi templi buddisti.

Per Natt non c’è un’altra città come questa. Hong Kong è l’ideale per non pensare.

E’ un contrasto vivente...proprio come lui.

Il primo giorno si è ubriacato fino a vomitare anche l’anima la mattina dopo.

Il secondo ha schiantato la macchina nuova all’incrocio. Gli autisti degli autobus in quella città sono famosi per la loro spericolatezza al volante e il traffico esagerato non aiuta di certo.

Natt ha guardato l’auto sportiva appena uscita dal salone completamente distrutta e ha sbuffato, limitandosi ad alzare le spalle e andarsene a piedi, lasciandola, ovviamente, in mezzo alla strada.

La sera stessa ha sborsato un sacco di soldi ad un cinese, in una partita a mahjong.

Troppo distratto per concentrarsi. Troppo caos...troppa gente.

Si è rintanato dentro l’albergo in silenzio,  pregando di non essere disturbato.

Fra tre giorni Lyse si sposa.

  

Appartamento 12, 10 strada

16: 03

-3

 

Ma sei proprio sicura?”

La voce di Maret rimbalza nella stanza silenziosa, perdendosi nel nulla.

Lyse continua a guardare il vestito bianco appeso nella sua stanza con sguardo incerto.

“Si” borbotta riponendolo nella custodia di tessuto grigio perla.

Si ode solo il rumore della zip che sale.

“Fai una gran cazzata!” sbotta la ragazza guardando la faccia cupa della coinquilina.

Monique…per favore!”

Lyse è sull’orlo delle lacrime. Le volta le spalle sedendosi alla toletta ingombra di creme e di regali.

Afferra un tubetto bianco e si impiastriccia le mani di crema, passandosela sul viso. Maret continua ad osservarla con aria disapprovante. Lyse si ferma e la guarda. L’espressione della killer muta radicalmente…sembra quasi che sia in pena per lei.

“Secondo te...sbaglio?” le domanda d’un tratto con voce flebile.

Maret si alza dal letto e la abbraccia le spalle “Dovresti almeno parlarci... Mormora con voce dolce. Lyse la guarda nello specchio. E’ così cambiata. Non è più fredda e indifferente come una volta. Jesus le fa bene.

“Lo sai che stai benissimo? Non so cosa hai passato, ma mi dispiace non essere stata con te per aiutarti. “le dice Lyse d’un soffio, stringendole la mano abbronzata.

“Pensiamo a te adesso…perché non lo chiami?”

Tenta di invogliarla in tutti i modi. Lyse non è convinta del tutto. La vede continuamente contemplare la foto sua e di Natt nel parco. E’ buffissima, la ragazza non può fare a meno di ridere ogni volta che la guarda.

“E’ caduto come un idiota da cavallo” continua a raccontarle ridendo “praticamente era fermo, immobile e lui è riuscito a cadere lo stesso !”

Mentre lo racconta, gli occhi le si riempiono di lacrime e la foto le sfugge di mano. La osserva planare dolcemente sul pavimento. Si china a raccoglierla e una lacrima le cade sopra.

 

Maret è fuori della grazia di Dio!! Perché diavolo deve soffrire così tanto?!

 

La sera stessa telefona a Jesus e non lo trova…dove cavolo va quello, quando ho bisogno di lui?! Sbuffa arrabbiata gettando il cordless sul divano e si siede nervosa.

Non ha neanche un numero per rintracciare quel babbeo che starà soffrendo come un cane, all’altro capo del mondo!

Porca vacca, Natt! Dopodomani Lyse si sposa! Che diavolo aspetti a farti vivo?!

Proprio in quel momento squilla il telefono. Maret sobbalza col cuore a mille. Afferra la cornetta  e sclera “mi hai fatto prendere un colpo, chiunque tu sia!” sbotta tirandosi indietro i capelli corvini dal volto.

Ciao bella! Come ti stanno, quelle tette granitiche che ti ritrovi? ” esclama il sicario allegro, dall’altro capo del telefono.

“Natt?! Dove cazzo sei! Tra due giorni Lyse si sposa! Porta il tuo culo secco qua! Immediatamente!” urla in fretta alzandosi dal divano e fondandosi alla finestra. Lyse è uscita, tra poco dovrebbe tornare...è fuori con il coglione, Marc! Fa una smorfia di disgusto mentre lo pensa.

Un silenzio prolungato la mette in allarme “Sei a Hong Kong, vero?” gli domanda con voce carezzevole.

In cima al palazzo buio, Natt guarda la città sotto di sé, con una coppa di vino bianco in mano ”si..è meravigliosa come al solito.”

Si siede sul parapetto, dondolando le gambe di fuori. Sale rumore di clacson dalla strada, di gente che urla.

La porta di casa si apre Maret alza lo sguardo improvvisamente “aspetta!” grida quasi trascinando la ragazza al telefono “Maret che stai facendo cos’è? Sto casino?” le domanda in tono stanco.

Lyse resta immobile al telefono non riuscendo ad aprire bocca. Si siede con le gambe tremanti sul divano boccheggiando.

“Senti...salutami Lyse, falle gli auguri per il matrimonio” sospira a lungo posando il bicchiere accanto a sé “dille…ma cazzo, glielo dovevo dire io!” sbotta furioso, tornando al sicuro nel terrazzo. Lyse non parla…è troppo emozionata, lo lascia imprecare per un po’ trattenendo le risa e le lacrime che si affacciano prepotenti dagli occhi ridenti.

Natt si appoggia al parapetto stanco “dille...che la amo...che..” s’ interrompe con un groppo in gola. “salutami Jesus” mormora prima di attaccare il telefono con rabbia.

 

Lyse resta a guardare il cordless sbattendo gli occhi più volte. La posa delicatamente sul tavolino fissando il nulla.

Maret la osserva attentamente: quando ha quello sguardo sta prendendo qualche decisione. Il cellulare squilla, ma la ragazza lo mette a tacere bruscamente.

Lentamente Lyse si alza dal divano, passandole davanti come  un fantasma, chiude la porta della camera da letto dietro di se e guarda la custodia di tessuto.

Maret sta per esplodere. Apre il cellulare e richiama lo scocciatore “dove ti eri cacciato? Qua sta succedendo un casino!”sbotta nell’orecchio di Jesus “Natt ha telefonato..

“Proprio quello scimunito stavo cercando!” le dice in fretta. Maret sente la confusione della strada “Ho scoperto dove si è cacciato. Rowan me la deve una grossa, stavolta”

Rowan?”

“Già! Sarà disperato ma sta continuando a fare affari. Ha un incontro clandestino tra due giorni con un ragazzo di Rowan proprio a Hong Kong e guarda caso, ho l’indirizzo dell’albergo in cui si trova.

“Te l’ho già detto che ti adoro?!” sbotta Maret sollevata.

“No, perché sei una stronza strega, ingrata e sfruttatrice!” la deride Jesus parcheggiando la macchina “E non mi stai filando da giorni, devo venirti a prendere a casa di forza?”

“Rompi poco! Devo evitare un matrimonio in fretta, non ho tempo per i giochetti!” lo sgrida nervosa.

“Peggio per te! Me n’era venuto in mente uno niente male!” le dice ironico salendo le scale di casa.

Maret resta in silenzio facendo una smorfia.

“Ti ho tentato abbastanza?” la voce di Jesus si abbassa solleticandole i sensi.

“Devo fare la buona samaritana, poi...vedremo!” ridacchia trionfante attaccando il telefono.

 

-2

 

Maret ha dormito poco per via della tensione. Trova Lyse in cucina che pensa e non osa disturbarla. Si siede accanto a lei in silenzio sorseggiando il caffè “Jesus viene?”le domanda con voce lieve.

Maret sente le braccia cadere letteralmente e uno sbocco di bile che sale prepotente!

Si” le risponde a stento, trattenendosi dal prenderla a schiaffi.

“Bene” mormora Lyse poggiando la tazza sporca nel lavello.

Il telefono squilla nuovamente. Maret risponde…urgh..il futuro sposo! Senti che voce da idiota!

“Oh ciao, mi passi Lyse?” le dice frettoloso.

Maret ci pensa su. La guarda e vede di nuovo quello sguardo assente nei suoi occhi.

“No” sbotta attaccandogli in faccia e staccando il cavetto contemporaneamente.

Lyse non se n’è neanche accorta. Continua a fissare la candela usata”Monique...quella sera è letteralmente scappato..

“Lo so...se è per quello lo sa tutto il bar di Al in Messico” ridacchia Maret divertita “penso che ne stiano ancora ridendo”

“Mi ha fatto sentire così stupida..” Singhiozza depressa “ io volevo...che lui...ero sicura..”

“Aveva paura di ..diciamo.. di sbagliare e rovinare il momento che aspetti da tanto”

Imbecille, coglione, idiota! Pensa Maret rivolgendo un sorriso dolce alla ragazza.

Cosa? Ma che stupidaggine!”esclama Lyse sorpresa. Si adombra d’un tratto “Maret…lui mi ha detto…che un giorno ha ucciso un bambino”

La ragazza la guarda incredula “cazzata! Natt ha un’etica: donne e bambini non si toccano!”

“E allora perché me l’ha detto?” esclamò dura  “perché mi ha detto una cosa del genere!”

“Per farsi mollare, pensa che tu meriti di meglio” borbotta la ragazza sentendo il cellulare di Lyse suonare e guardando l’identità. Con decisione stacca la batteria, gettandola da un lato…fanculo Marc!

Ma lo vuole decidere lui quello di cui ho bisogno?!”

Lyse è furiosa. Non l’ha mai vista più arrabbiata!

Si fionda in camera afferrando i jeans e una maglietta. Infila le scarpe mentre Maret la guarda sorpresa “beh che fa ancora li?” la incita nervosa prendendo una valigia dall’armadio “Vestiti! Andiamo a prendere quell’idiota ovunque si trovi!” borbotta ficcandosi la matita gialla nei lunghi capelli ricci.

“Si! Signore ti ringrazio!” esclama Maret sollevata. Con un sospiro felice chiama Jesus “tesoro…si va ad Hong Kong!”

 

-1

 

I tre guardano l’albergo enorme e lussuoso “quando si sposta lo fa per bene” commenta Jesus pacato.

Lyse si dirige al bancone della reception “Natt, stanza e piano…e di corsa!” sbotta arrabbiata all’uomo che la guarda senza capire.

Con calma Jesus da il nome completo. Lyse neanche lo conosceva. La sua rabbia sbolle, mentre sale le scale in fretta. Si ferma davanti alla porta e prende fiato. Bussa, ma non ottiene risposta. Arrabbiata, apre con decisione la porta…non c’è nessuno nell’immensa camera.

Gira tutte le stanze e non lo trova. I vestiti abbandonati sul letto…il bagno, gli è rimasto solo quello.

Sente un rumore continuo.

Apre la porta timorosa...e lo vede..

L’ acqua gli scroscia addosso violenta, rivoli umidi gocciolano dai capelli fradici. Le da le spalle, non la vede, non si è accorto dell’intrusione.

Lyse arrossisce vistosamente, ma non riesce a staccare gli occhi dal suo corpo. Aveva capito che stava messo bene, ma è veramente...i suoi occhi lo percorrono interamente inclinando leggermente la testa. Sbatte gli occhi riprendendosi. Si sente il viso in fiamme, ha assunto una colorazione violacea, si può vedere nello specchio.

Con un gesto stanco Natt chiude il rubinetto, afferrando l’asciugamano…domani si sposa.

È rimasto un solo giorno. Si asciuga il viso distrattamente, gli occhi sono rossi ...se si venisse  a sapere che é disperato per una donna, sai che risate si farebbero!

Uno scricchiolio lo fa voltare. Resta impalato a guardare Lyse sulla porta del suo bagno...Lyse...a Hong Kong...ho le allucinazioni.

“Natt..” La sua voce gli accarezza l’orecchio leggera e vibrante. La vede arrossire e girarsi “ti copriresti per favore?” gli dice imbarazzata a morte.

Non è un sogno...non ha bevuto troppo “Lyse..” Mormora incredulo avvicinandosi a lei. “che fai qui?” le chiese a stento restando a fissare la figuretta imbarazzata della ragazza girata per tre quarti.

 

Quella domanda la fa uscire di testa!

Si volta infuriata verso di lui con le lacrime agli occhi “che ci faccio?! Sono venuta  a dirti quanto sei stronzo!” gli urla in faccia sporgendosi verso di lui ..accidenti è sempre troppo alto! Pensa infastidita. La penna gialla le cade dai capelli. Una cascata di riccioli si riversano sulle spalle mentre lo rimprovera. Con un gesto irritato se li toglie dal viso, continuando a ficcargli un dito nel torace “e mi hai detto un sacco di cazzate! E sei scappato come un…neanche mi viene la parola! Stupido imbecille!”

Natt la guarda ma non la sente. D’un tratto le sue braccia scattano, tirandola contro di sé. Lyse si sente male, non riesce quasi a respirare “mi hai detto un mucchio di bugie…come faccio a credere che mi ami?” piagnucola staccandosi da lui con forza.

La tira a se, bagnandole la maglietta sottile. Dopo un attimo la resistenza della ragazza si affievolisce. Ricambia il suo abbraccio. “Mi hai fatto stare di merda...brutto bastardo!” sbotta strusciandogli  il viso sulla spalla.

Non le risponde. Infila le mani nei capelli della ragazza e la tira ancora di più contro di sé.

“Ho mandato all’aria il mio matrimonio …” borbotta col broncio sentendosi enormemente sollevata e felice.

Natt la guarda incredulo “non ti sposi più ?” domanda con voce roca.

Lyse scuote la testa sorridendo appena “no..

Un sospiro liberatorio proviene dall’uomo “Mi dispiace…di essere scappato e di averti detto quelle cazzate” borbotta avvicinandosi alle sue labbra.

”Non l’hai ammazzato il bambino?” gli domanda con voce flebile sentendosi sfiorare.

“No…neanche lavoravo in quel periodo”

Lyse lo guarda annebbiata...le sta dicendo la verità, ne è sicura.

Però adesso…non riesce a pensare ad altro…“se non posso avere te, non voglio nessun altro”

“Allora sposa me”

A quelle parole, la ragazza sgrana gli occhi, sentendo il cuore battere disordinatamente “cosa?”

“Hai capito benissimo ”mormora dolce guardandola “il vestito ce l’hai, no? La chiesa anche…tanto lo so che ti vuoi sposare in chiesa”

Ma...è domani!” esclama incredula, sentendosi scoppiare “se provi a scappare, te le do di santa ragione stavolta!”

Natt la guarda: mai stato così serio con lei “non scappo, non vado da nessuna parte..

La bacia con dolcezza, giocando con le sue labbra “te l’ ho mai detto che sei bravissima a farmi impazzire?”

“No..”bisbiglia Lyse stringendoglisi addosso.

“Senti...giusto per saperlo. Sono finite le grandi scoperte?” le chiede in tono svagato mentre la trascina sul letto.

“Si..”

Il bacio si approfondisce sempre di più. Le dita le formicolano dalla voglia di toccarlo ovunque.

“Ehi..” Mormora sulla sua bocca quando si stacca da lei “mi sono dimenticata una cosa..

Cosa?!”

La domanda suona come un’implorazione di pietà alle orecchie di Lyse “te l’ho detto che ho una seconda testa, a casa? È intercambiabile con questa!”

 

1 ora al matrimonio

 

E poi?!” Maret ascolta entusiasta le chiacchiere vivaci dell’amica. Adesso si che è felice di sposarsi!

E poi…l’ho mandato in bianco!” esclama divertita Lyse truccandosi lentamente.

Cosa?!” Maret la vede sorridere continuamente.

“Certo! Aspettasse! Così impara!”

 

Inguainata in un abito rosa antico che le fa risaltare l’abbronzatura e i capelli neri, Maret sbatte più volte gli occhi, stentando a trattenere le risa. “E come l’ha presa?”

Lyse la guarda dallo specchio mordendosi un labbro divertita “secondo te?” Posa il pennello del fard e si volta a guardarla maliziosa “la prossima volta provaci. Dio, la sua faccia… indimenticabile!”

Afferra il vestito col cuore che le batte come un tamburo “sta per venirmi un infarto!”

 

3 ore dopo

 

“Non ho un’amica bellissima?!” continua a dire a Jesus entusiasta, mentre escono dalla chiesa.

“Si! E’ bellissima!”Afferma con voce esasperata e sorridendo allo stesso tempo.

La vedono letteralmente volare giù dalla scalinata in un tripudio di seta e pizzi vari. E’ il ritratto della felicità mentre si aggrappa allo sposo ancora sconvolto per la novità.

Jesus guarda Maret.. è fantastica con quel vestito. La ragazza nota la sua occhiata e si sente estremamente lusingata “Lo so, sono una bomba!” gli dice sventolando una mano con nonchalance.

“Mi chiedevo…chissà se anche il bianco ti dona in quel modo”

Maret sgrana gli occhi e lo guarda con una smorfia incredula “Eh?”

“Vuoi diventare una vecchia zitella acida?” le domanda sorridendo divertito.

La vede staccarsi dal suo fianco e affrettarsi a scendere la scalinata.

Togliti i tacchi! Togliti i tacchi!

Maret si ferma per un attimo, sollevando il vestito e afferrando i sandaletti. Comincia letteralmente a correre, sorpassando a tutta velocità la sposa raggiante

Monique dove vai?” le grida dietro sorpresa.

“Natt, fermala!!”

La voce di Jesus li fa voltare di scatto “figlia di buona donna! Sta scappando un’altra volta!”esclama il killer precipitandosi dietro di lei.

 

“Mai! Non ti sposerò mai!! Te lo puoi scordare!!!

 

La voce terrorizzata di Maret li fa scoppiare a ridere, mentre la vedono correre con le scarpe in mano e il vestito svolazzante.

Lyse sospira incredula, scuotendo la testa “io c’ho provato...giuro che ce l’ho messa tutta!”  

Li vedono perdersi in lontananza. Natt non riesce a smettere di ridere “non cambierà mai!”

 

Maret continua a correre mentre la gente la osserva incuriosita. Jesus dietro di lei non demorde.

“Torna immediatamente qua! Stavolta me la paghi!”

 

“Mai! Piuttosto una camicia di forza!”

“Beh...tanto è bianca anche quella!!”

 

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