la principessa cristal

di Celeste5_11
(/viewuser.php?uid=676410)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il passato di cristal ***
Capitolo 2: *** la luce ***
Capitolo 3: *** Jennifer ***
Capitolo 4: *** abito e corsetto ***
Capitolo 5: *** Sta nascendo qualcosa? ***



Capitolo 1
*** il passato di cristal ***


Mi ricordo ancora quel terribile giorno d’agosto, anche se ormai sono passati 11 lunghi e interminabili anni, non scorderò mai l’incendio che provocò la morte dei miei genitori, anche perché ho una cicatrice sulla spalla a ricordarmelo, un segno indelebile che non mi permette di ricordare la terribile esperienza che mi cambiò la vita.
Avevo solo 5 anni allora ed essendo la principessa del mio regno avrei dovuto salire al trono, ma come poteva una bambina così piccola a governare un regno così grande?
Per questo semplice motivo, ma allo stesso tempo difficile da risolvere salì al potere il “Consiglio dei Sapienti” scelto tra i ministri del regno e i portavoce delle province.
Tutto questo sarebbe andato avanti fino al giorno del mio 16 compleanno, vale a dire oggi.
Oggi infatti diventerò regina.
 
Guardo triste la mia cicatrice riflessa nel lucido specchio della mia camera da letto, decorato con le illustrazioni di Rathe Conrad che rappresentano la storia del mio meraviglioso popolo che da millenni ha abitato questa terra e mangiato i suoi frutti. Rappresenta il suo immenso e inestimabile valore e di come ha partecipato alla Guerra delle Razze alla Pace delle 4 Terre.
Penso ai miei genitori e alla mia sorellina che li seguì passando a miglior vita a soli 8 anni, mi vengono in mente i suoi capelli rossi e i suoi occhi verde smeraldo che sprizzavano gioia e ti mettevano sempre di buon umore, era proprio la fotocopia di papà. Se ora fosse qui sarebbe lei la regina.
All’improvviso nella mia mente compare l’immagine di mia madre, il suo pensiero mi fa rabbrividire. Vedo i suoi dolci persi ne vuoto, la sua figura distesa a terra e il suo bel vestito a brandelli e in fiamme, un altro brivido. Questo è il mio chiodo fisso: il suo corpo senza vita.
Mi alzo e mi guardo attorno. Le pareti a un tratto cambiano e da azzurre ritornano come quando ero una bambina: bianche con le bolle di sapone disegnate.
La stanza riprende l’aspetto che aveva una volta e io mi guardo attorno stralunata.
All’improvviso sento come delle risate infantili di due bambine spensierate che giocano insieme ed ecco che sul tappeto appaiono una piccolina bionda con gli occhioni azzurri e una bimba un po’ più grande con i capelli rossi mossi e gli occhi verdi meravigliosamente dolci; Rimango ferma a guardarle finchè non mi accorgo che quelle eravamo io e Clara.
Le bambine ridono e giocano con le bambole sempre avvolte da una luce abbagliante.
Mi accorgo che la luce di Clara si sta via via affievolendo e che l’altra bimba (lei da piccola) non se ne accorge fino a quando Clara scompare e la bimba, che ha appena finito di vestire la sua bambola, alza la testa per chiedere un parere alla sorella.
Ma si accorge che la sorella non c’è più e l’unica cosa che riesce a dire è solo il suo nome  sperando che chiamandola lei torni indietro.  
  
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** la luce ***


I muri ritornano normali, la stanza riprende il suo monotono aspetto di sempre e anche l’ultima bimba scompare dalla mia vista, lasciandomi da sola al centro del tappeto azzurro dove, fino a un attimo fa, si stava disputando una guerra tra gioia e dolore, divertimento e separazione che mi ha sconvolto fino alle lacrime.
Ripenso ancora una volta a Clara e di come eravamo felici da piccole insieme, era il mio punto di riferimento.
Mi passo il dorso della mano sulle guance ormai rigate di pianto e mi appoggio al muro confusa.
Milioni di pensieri mi affollano la mente, ma uno emerge più degli altri: tutto quello che ho visto è proprio ciò che è capitato a me, ritrovarmi sola all’improvviso e non riuscire ad accettare la drammatica situazione da non sarei più potuta uscirne.
La testa mi gira, la vista si offusca e le gambe cedono.
Cado.
Rimango immobile a terra, ma nell’oscurità che mi attanaglia intravedo una fioca luce turchese, sembra così lontana e anche così vicina…
Silenzio.
Continuo a guardare la luce che si avvicina sempre più, sento un campanellino tintinnare.
Avverto un brivido di terrore percorrermi la schiena, vorrei alzarmi e scappare, ma inspiegabilmente non ci riesco.
Ancora quel suono.
Silenzio.
Intorno a me c’è solo silenzio.
Sento qualcosa…una musica…come una ninna nanna…ora ricordo!
Questa è la ninna nanna che cantava la mamma!
                                        “Questa notte un sogno farai,
                                          Come una stella tu brillerai,
                                          Dormi piccina è tardi ormai
                                          Con il tuo principe timor non avrai”
 
Una melodia meravigliosamente dolce…ma perché sento questa musica?
-Cristaaaaaaaaal- qualcuno sussurra il mio nome.  
-Chi sei?-chiedo spaventata.
Non mi risponde, ma so benissimo che chi ha parlato era il fantasma di mia madre.
Non dice più nulla.
Ecco! Ora riprende a parlare. Sento distintamente un numero 18 e una parola simile a LETTERA.
Silenzio. La luce turchese si spegne e la musica scompare.
Quel pizzico di coscienza che mi era rimasto scompare lasciandomi priva di sensi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Jennifer ***


-Principessa…principessa!!Avanti alzatevi vi prego!Cristal! Apro gli occhi a fatica un po’ per la luce, un po’perché non ancora del tutto cosciente e mi guardo attorno. Sono ancora sdraiata sul tappeto al centro dalla stanza che mi sembra improvvisamente più comodo di qualsiasi cuscino o materasso di piume in tutto il regno di Doreland. Riesco a dare una fugace occhiata alla stanza verificando che sia tutto normale prima che un viso familiare mi copre la visuale facendomi sobbalzare. Ho ancora la vista un po’ offuscata, ma riesco a distinguere chiaramente un viso giovane incorniciato da una cascata di morbidi ricci neri…Jennifer! La guardo dritta nei suoi occhi spensierati simili al vetro di un colore molto intenso vicino al verde bottiglia. Sono così belli che potrei passare l’intera giornata a guardarli. Ha una faccia sconvolta e terrorizzata più o meno quanto la mia considerando che non mi sono ancora ripresa del tutto dallo spettacolo di poco fa, perciò cerco di rassicurarla con un sorriso e sembra che io sia riuscita nel mio intento. -Come vi sentite? State un po’meglio?-Mi chiede preoccupata. Annuisco distrattamente con la testa evitando il suo sguardo e concentrando le mie attenzioni sul pavimento. Lei si alza lentamente e dopo un ultimo sguardo veloce si allontana verso l’armadio. Aprendolo mi dice:-Forse è meglio che cominciate a prepararvi principessa l’incoronazione si terrà tra meno di un’ora- -Non chiamarmi principessa e poi voglio che mi dai del tu. Ci conosciamo da quando avevamo tre anni-Gli dico con un sorrisino. Lei mi guarda e sorride anche lei poi volta la testa e sospirando apre il grande guardaroba dicendo:-Hai ragione Cristal, ma ora le cose sono cambiate!Tu oggi sarai regina e io sono e sarò per sempre la tua cameriera!Non credo proprio di essere alla tua altezza! -Sciocchezze! Soltanto per una stupida corona! Se fosse per me non sarei mai nata principessa figurati regina!-A volte Jennifer dice cose strane che io non riesco proprio a capire. -Per me sei come una sorella e tu lo sai!- Jennifer smette di cercare nell’armadio e dopo aver afferrato una gruccia con un vestito si gira verso di me e me lo mostra sorridente immaginando come sarei apparsa con quell’abito. Io mi alzo ormai completamente ristabilita e mi avvicino saltellando, attraversando la stanza fino alla mia migliore amica. Quando sono abbastanza vicino per vederlo con chiarezza (essendo un po’miope, dal tappeto non vedevo molto)mi blocco di colpo e sento il mio cuore riempirsi di tristezza, mentre un brivido mi percorre la schiena. I miei occhi s’inumidiscono e per quanto cerchi di trattenere le lacrime non riesco ad evitare che una di queste cominci a scivolare verso il mento rigandomi la guancia destra. Il labbro inferiore inizia a tremare e le lacrime che mi bagnano il volto cominciano a diventare due…tre…quattro…basta contare ormai è una cascata!!!!!!!!!!!!!!! :’( Jennifer lo nota (e come potrebbe non accorgersene) e commossa a sua volta appoggia il vestito sul letto e mi abbraccia. Infondo sono sempre la sua migliore amica.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** abito e corsetto ***


4. Abito e corsetto Continuo a piangere sulla spalla di Jennifer bagnandola di lacrime senza accorgermi del tempo che passava inesorabile e di come il fatidico momento dell'incoronazione, evento che dava senso a quel grigio giorno di luglio, si avvicinava sempre più senza darmi nemmeno il tempo di sfogare il mio dolore. -Avanti, Cristal, non piangere!- mi dice Jennifer stringendomi di più a se. -So bene quanto può essere doloroso per te dover mettere lo stesso abito che tua madre indossò il giorno della sua incoronazione, ma devi farti forza non puoi continuare a piangerti addosso, devi reagire! La vita continua Cristal! Devi pensare al futuro del tuo popolo.- -Il problema è proprio questo: io volevo morire quel giorno, e poi, chi voglio prendere in giro io non sono una regina non so nemmeno gestire la mia vita figurati un regno non ci riuscirò mai!-Smetto di piangere e mi allontano un po'dalla mia amica quanto basta per guardarla negli occhi. Lei mi guarda e sorride poi mi prende le mani e mi incoraggia -Tu ce la puoi fare!Lo so che è così!Devi solo avere più fiducia in te stessa, tutto è possibile, ricorda!- Al suono di quelle parole sento una forte emozione dentro di me, un sentimento strano che non avevo mai provato prima: mi sento importante, sapendo che dopo la tragedia c'è ancora chi crede in me e in un mondo migliore! Jennifer mi ha ridato la forza e il coraggio di andare avanti, di lasciarmi il mio tragico passato alle spalle e guardare a un meraviglioso futuro pieno di colori ed emozioni.Io le sorrido consolata e colma di coraggio tanto da scoppiare e lei felice mi guarda con occhi di sfida si gira verso il letto e prende di nuovo il vestito e mostrandomelo mi dice:-Non è finita qui! Io assumo un'espressione interrogativa, mentre lei si dirige verso l'armadio, lo apre e ne tira fuori qualcosa mettendolo però dietro alla schiena per non mostrarmelo subito. Io cerco di sbirciare, ma lei mi dice:-Non ti preoccupare, ora te lo faccio vedere! Ma prima devi promettermi che non ti verrà un'altra crisi emotiva, perchè con le lacrime di poco fa abbiamo perso più di un'ora e siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Prometto, anche se ormai molto spaventata dalle sue parole. Jennifer mi mostra l’oggetto in questione con una faccia che sembri quasi dire ;mi dispiace Io guardo l’oggetto e dopo aver messo a fuoco spalanco la bocca stile ippopotamo accorgendomi con terrore che si tratta di un corsetto talmente stretto da far male solo a guardarlo!!!!=’ ******************** Comincio a spogliarmi. Jennifer mi infila il corsetto e dopo aver infilato i lacci comincia a tirare, tirare e tirare. Soffro nel silenzio più totale, senza una parola. A un certo punto comincio a far fatica a respirare e lo comunico subito a Jennifer che decide che è meglio smettere di strizzarmi come una spugna e chiude l’indumento. Le sue dita si muovono veloci e chiudono i lacci in un fiocco a doppio nodo. Ora viene la parte più dolorosa, non fisicamente, ma emotivamente. Dovrò infilare il pezzo di stoffa che mi scombussola il corpo e la mente senza pietà. Jennifer mi si avvicina con il tanto agognato vestito materno e mi impongo di non scoppiare a piangere di nuovo altrimenti non sarei riuscita ad arrivare in tempo per l’incoronazione. Indosso il vestito senza troppe scene e mi guardo allo specchio. Il bellissimo abito celeste che indosso mi arriva appena sotto il ginocchio, ha uno scollo a cuore ed è decorato da pizzi bianchi e lustrini blu. L’abito cade molto bene sulle mie forme ed evidenzia soprattutto la mia vita sottile e, secondo un parere di Jennifer, mi illumina il viso e risalta gli occhi blu oltremare unici nel loro genere. Comincio a immaginare mia madre in questo vestito e anche se non ricordo molto di lei credo che mi assomigliasse molto considerando che sono secondo tutti la sua fotocopia e stranamente l’ho sempre pensato anchio, mi sento sempre più uguale a lei, nel corpo e nella mente.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sta nascendo qualcosa? ***


5. Sta nascendo qualcosa? Finalmente sono pronta e Jennifer mi sta aiutando a stare calma.”Respira…ancora…va tutto bene… non ti preoccupare…” Anche se è più agitata di me cerca di non darlo a vedere, per rassicurarmi, ma non è mai stata una brava attrice. Sentiamo bussare alla porta e lei va ad aprire trovandosi davanti Conan, un ragazzo che lavora nel castello come sguattero in cucina e che è sempre stato il nostro compagno di giochi da piccoli avendo la nostra stessa età. Flashback “Tanto non mi prendi!” Io “Scommettiamo?”Jennifer Mi fermai davanti al muro di cinta vedendo che un bimbo cercava di scavalcarlo dopo aver buttato nel giardino un sacco pesante. Saltò dentro e quando si accorse di noi diventò tutto rosso e s’inchinò riconoscendomi. “Come ti chiami?”Gli chiesi. “Conan” “E cosa fai qui al castello”Jennyfer “Scappo dalle guardie che mi vogliono arrestare” “Perché?”Io “Perché sono un ladro” Da quel momento, per ordine di mio padre per mia richiesta Conan ha sempre vissuto al castello e ora lavora per il cuoco. Fine flashback Alto con i capelli scuri e gli occhi azzurri guardava Jennyfer e lei guardava lui. Forse sto impazzendo, ma mi è sembrato di veder spuntare tanti cuoricini intorno a loro. “Ciao stellina”Conan l’aveva sempre chiamata così. “Ciao sguattero”Il modo di Jennyfer per dirgli ti voglio bene. Do un paio di colpi di tosse per risvegliarli da quella specie di coma amoroso. I due si girano imbarazzatissimi. Conan viene avanti facendo un inchino e dicendo ”E’ tutto pronto, altezza” per poi incontrare ancora lo sguardo della sua stellina. “Arrivo” mi affretto a dire. Mi alzo ed esco, ma lei mi ferma”Io ti raggiungo dopo, devo sistemare qui” A questo punto mi si accende una lampadina nel cervello e decido che i piccioncini se ne staranno un po’ da soli così…”Conan, fai il cavaliere e dalle una mano.” Li vedo sbiancare e poi arrossire in meno di tre secondi attraverso lo specchio in corridoio. Ora è meglio lasciarli alle loro faccende. Scendo le scale ripetendo gli esercizi di rilassamento che mi ha insegnato la mia amica cercando di ricordare cosa avrei dovuto dire al mio popolo. “So che ci sono stati periodi difficili… dobbiamo dimostrare di saper stare al mondo... sì ci sono!” Sono pronta! Sono nata pronta!Ma chi voglio prendere in giro … Pronta io? Ma siamo seri! Spero che almeno Conan si stia divertendo con la sua stellina.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2590072