Remember me

di nihaltali99
(/viewuser.php?uid=613757)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto la pioggia ***
Capitolo 2: *** Chi sei? ***
Capitolo 3: *** Come se nulla fosse successo ***



Capitolo 1
*** Sotto la pioggia ***


Tarik si tolse il mantello, l'estate era alle porte e faceva un caldo soffocante. Si mise a camminare tra le rovine della foresta distrutta. Sua madre amava quella foresta e suo padre ci era vissuto per anni, vederla ora in quel modo lo faceva assalire dalla tristezza.
Vide da lontano una piccola casa diroccata. La riconobbe all'istante, suo padre gliene aveva parlato molto, la casa della sua prozia Soana. Era stata una maga potente, vedere le modeste dimensioni della sua vecchia casa era molto strano. La casa, gli aveva detto sua madre raccontando di come vi era arrivata, era vicina alla città. Sarebbero bastate un paio d'ore e sarebbe arrivato.
Non volle entrare nella piccola casa, ricordare sua madre era terribile. Non riusciva a dimenticarsi la sua morte, non poteva figurarsela come era stata, ma solo fredda e pallida, morta. Rabbrividi' e qualche lacrima gli rigo' il viso. Ricordava perfettamente cosa gli aveva detto un attimo prima di dirgli addio

< Amore mio perché piangi? >
< Perché tu non ci sarai più! Te ne andrai via! Avevi promesso che saremmo stati insieme per sempre! > era solo un bambino, non poteva capire
Nihal gli aveva asciugato le lacrime con dolcezza e gli aveva sussurrato sorridendo < E sarà così...io ci sarò sempre per te...sarò qui > e gli diede un piccolo bacio sulla fronte < e...qui > continuò posandogli una mano all'altezza del cuore.

E così era. La sentiva spesso dentro di se, non parlava, ma era lì. Nonostante però fossero passati anni, Tarik ricordava quel giorno perfettamente, come se lo stesse ancora vivendo.

Dopo ore di viaggio finalmente arrivò a destinazione. Era tardi, quasi notte, il sole si accingeva a tramontare. Una fitta pioggerellina cominciò a cadere dal cielo. Tarik sbuffo', dopo pochi minuti era completamente fradicio. Pensò al padre, a cosa stesse facendo in quel momento
< Non ti deve interessare! Tu hai chiuso con lui! È colpa sua se lei è morta! >
Si disse e riprese a camminare per le vie quasi deserte della città. A quell'ora quasi nessuno usciva di casa, non aveva senso. Non era più la vecchia Salasar, costantemente caotica, persino di notte.
Ad un certo punto senti' una voce femminile lamentarsi, accorse immediatamente.

Talya piangeva disperata, non si era mai sentita così male prima di allora. Il ragazzo che credeva l'amasse perdutamente le aveva detto cose terribili. L'aveva lasciata, diceva che si era divertito abbastanza e che con lei aveva chiuso, che glielo aveva ripetuto tante volte e quindi doveva farsene una ragione. Lei aveva provato a protestare, a dire che non era vero, che una cosa così importante se la sarebbe ricordata, ma lui aveva riso dandole della stupida e della smemorata, poi semplicemente se ne era andato, lasciandola sola, sotto la pioggia, con il cuore infranto.
Aveva provato a tornare a casa, ma era così distratta che si perse vagando per la città. Mentre camminava inciampo' e cadde slogandosi una caviglia. Le faceva un male terribile, rinuncio' da subito a camminare e attese rannicchiata sul pavimento di fredda pietra bagnata che qualcuno la aiutasse, in quel momento desiderava soltanto di sciogliersi e annularsi con la pioggia sul lastricato della strada.
Ad un certo punto senti' una mano sopra la spalla, per un secondo spero' che fosse Peter, il suo vecchio fidanzato tornato indietro a chiederle scusa, ma non era lui. Era un ragazzo certo, ma non lui. Alzo' lo sguardo su di lui con gli occhi ancora gonfi di lacrime.
< Hey! Tutto bene? > le chiese. Ma no! Non andava tutto bene. Non riusci' a rispondere.
< Ok...be'...hai bisogno di aiuto? > la pioggia continuava a cadere, fitta e scrosciante, e avrebbe voluto che spazzasse via quel ragazzo impiccione. Non disse una parola e si voltò da un'altra parte.
< Hey...non voglio farti del male, voglio solo aiutarti, se me lo permetti ovvio > disse il ragazzo con dolcezza. Lei lo guardo', sembrava sincero. E poi non si era fermata proprio per farsi aiutare?
Le prese le mani sorridendole e la aiutò ad alzarsi, ma la caviglia le faceva ancora male e dopo un passo cadde nuovamente, fortunatamente lui la prese in tempo e lei arrossi' violentemente per essere caduta tra le sue braccia.
< Attenta! Tutto bene? > chiese preoccupato lui
Talya annuì distrattamente < Si, grazie...mi sono slogata una caviglia, per questo sono caduta >
Il ragazzo la guardò sorridendo < Ma allora ce l'hai la voce! > esclamò ridendo e facendola nuovamente arrossire < Ma perché non me l'hai detto subito?...aspetta! Ti prendo in braccio e ti porto a casa va bene? >
Talya arrossi' ancora di più < No...no...non c'è bisogno...davvero...io > balbetto', ma il ragazzo non la lascio' protestare, le mise un braccio dietro la schiena e l'altro sotto le ginocchia e la sollevò
< Tranquilla, per me non è un disturbo e poi con questo tempaccio e quella caviglia dove credi di andare? > disse lui deciso e lei rimase zitta incapace di controbattere. Lo osservò, era davvero molto carino, aveva una carnagione chiara, era alto ed aveva un fisico perfetto, forte. Si soffermo' sugli occhi e sulle orecchie, erano così strani; il colore viola dei suoi occhi era innaturale e non credeva di aver mai visto un paio di orecchie appuntite come quelle. I capelli erano rossi, graziosi riccioli che gli incorniciavano il viso e un accenno di barba gli cresceva sul mento. Lui si accorse che lo stava fissando e le sorrise, Talya distolse lo sguardo imbarazzata
< Allora dov'è che abiti? > chiese lui e lei rispose indicandogli la strada
< Comunque sono Tarik...e tu? > aggiunse il suo nuovo amico
< Talya, mi chiamo Talya > fece una piccola pausa < Se posso chiedere...Perché hai quegli occhi e quelle orecchie?...cioè ecco...non sono brutti, ma te lo chiedevo perché non ne ho mai visti in giro > lo disse avvampando ad ogni parola, ora esisteva solo Tarik, Peter era ormai un brutto ricordo, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo quella sensazione
Il ragazzo ci mise un po' per rispondere, come se temesse di dire la verità < Io ho origini elfiche...mia madre era una mezzelfo e mio padre è un uomo > quando parlò dei suoi genitori la voce gli tremo' leggermente, perciò la ragazza decise di non indagare sul perché sua madre fosse un "era" e suo padre un "è".

Dopo all'incirca mezz'ora arrivarono a casa di lei. Avevano parlato del più e del meno e chi sa per quale ragione ora non volevano separarsi. Prima di entrare lei lo abbracciò forte < Grazie mille di tutto! >
< Figurati...allora...ci vediamo qualche volta...ti va? > chiese lui in imbarazzo
< Con piacere mio eroe...allora a domani Tarik > rispose lei con un sorriso
< Sssi...certo...domani! Va bene > balbetto
Talya sorrise e si chiuse la porta alle spalle.

Tarik vago' ancora per un po' per cercare un posto dove passare la notte. Lo trovo' solo dopo vari tentativi e si distese sul letto della locanda dove aveva deciso di dormire, esausto. Prima di addormentarsi mandò un ultimo pensiero alla ragazza che aveva aiutato, quella bellissima ragazza dagli occhi neri e profondi, dalle labbra rosse e dai dolci capelli castani ondulati. Mormorò il suo nome e si addormento'.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chi sei? ***


Tarik si alzò dal letto di buon umore. Pensava ancora alla ragazza del giorno prima. Era in qualche modo diversa da chiunque avesse incontrato fino a quel momento. "Si, ma diversa in che modo?" si chiese.
Si lavo' e vesti' in fretta. Uscì dalla stanza e scese al piano di sotto per pagare il locandiere. Verso le 10:00 del mattino era già in strada, sarebbe stata una giornata impegnativa, avrebbe cercato un lavoro, ma soprattutto un posto dove abitare, di certo non poteva vivere alla locanda.
Passò tutta la mattina al mercato. Pensava che in quel modo sarebbe riuscito a trovare un lavoro molto più velocemente e facilmente.
Il mercato di Salazar era uno dei più grandi del mondo, solo quello di Makrat era più grande. Ma dopo la guerra e la distruzione della città da parte dell'esercito del Tiranno, Salazar era entrata in una profonda crisi; la città torre era chiamata, ma ormai rimanevano solo due piani il resto era crollato. Adesso la città si estendeva tutt'attorno alle rovine della torre, le case erano molto semplici, in legno, solo pochi edifici erano in pietra. Inoltre le abitazioni erano disposte a raggiera, al centro si trovava la torre e attorno ad essa si era formato il mercato, molto più piccolo dell'originale, ma pur sempre un mercato molto grande.

Tarik non aveva ancora trovato nulla, quando un uomo anziano gli si avvicinò
< Hey! Ragazzo! Stai cercando lavoro? > chiese con il tipico forte accento di quella terra, Tarik sorrise divertito
< Si esatto > il vecchio scoppio' a ridere lasciando il ragazzo perplesso.
< E allora perché non sei venuto subito da me ragazzo!? > chiese lo strano vecchietto. Tarik trattenne a stento una risata, quel signore era piuttosto buffo, era alto e paffuto, e aveva lunghi capelli grigi e bianchi tutti un po' spettinati, ma soprattutto erano il suo modo di fare e il suo modo di parlare che colpivano. Poteva anche insultarti, ma tu avresti riso lo stesso dal modo in cui ti parlava.
< Be' sa io sono nuovo qui e non sapevo chi dovessi chiedere > diss Tarik
< Oh ragazzo! Ma sei proprio forunato! Sai io ho una locanda qui vicino, ti posso offrire un lavoro e se non ce l'hai anche un posto dove dormire! >
< Sul serio!? Sarebbe fantastico! > Tarik vide il vecchietto sorridere compiaciuto
< Allora come ti chiami ragazzo!? >
< Tarik > disse sorridendo. Quel vecchio così contento ed energico gli metteva addosso una certa allegria.
< Bene ragazzo io sono Hiro! > disse e prendendogli il braccio lo trascinò nella sua locanda e Tarik si chiese dove trovasse tutta quell'energia.

Una volta arrivati Tarik si rese conto di essere nella stessa strada che aveva percorso il giorno prima con Talya, infatti poche case più in là si trovava proprio la sua, involontariamente arrossi'. Si chiese come non aveva potuto notare la locanda la sera prima, si sarebbe risparmiato un bel po' di strada, ma non era quello il problema in quel momento.
Hiro lo trascinò dentro e gli presentò la sua famiglia. La moglie era poco più giovane di lui, era una donna energica esattamente come il marito, ma più razionale. Aveva i capelli grigi raccolti in una crocchia, era bassa e molto magra. Il suo sguardo era uno dei più dolci che Tarik avesse mai visto. Il figlio invece era molto meno gioviale e più brusco nei modi, aveva all'incirca una quarantina d'anni, lo si notava da alcune piccole ciocche grigie tra i capelli neri. Hiro aveva anche una nipote di sedici anni che assomigliava di aspetto al padre, con gli stessi occhi verdi e stessi capelli neri, ma aveva ereditato lo stesso carattere allegro e forse un po' ingenuo dei nonni. Lei si chiamava Anya e suo padre Aru.

Dopo il suo primo turno di lavoro ed essere riuscito a togliersi Anya di dosso, che fino a quel momento non si era allontanata da lui un secondo sotto gli sguardi minacciosi del padre, uscì dalla locanda per una pausa, ma soprattutto per vedere Talya.
La trovò nel giardino di casa intenta a stendere i panni. Cominciò a fissarla, per vedere quando si sarebbe accorta di lui. Dopo un po' lei lo vide, ma ebbe una reazione inaspettata. Cercava spesso di evitare il suo sguardo e anzi sembrava quasi che le desse fastidio. Ad un certo sbotto'
< Che cos'hai da guardare!? >
< Ciao! Ehm ...scusami! Ero solo passato a salutarti > disse Tarik arrossendo violentemente. Si fece coraggio e le si avvicinò scavalcando la staccionata in legno che circondava il giardino.
< Hey! Chi ti ha dato il permesso di entrare!? > disse agitata lei ed indietreggio' notevolmente
< Scusa! Se vuoi esco subito! Volevo solo salutarti e sapere come stavi...come va la caviglia!? > chiese lui ancora più rosso in viso
< Bene grazie! Ma tu cosa ne sai della mia caviglia!? > chiese lei e Tarik rimase sorpreso
< Be' Talya ero lì quando ti sei fatta male! > la ragazza sbianco'
< Chi sei!? Come diavolo sai il mio nome!? > indietreggio' ed inciampo' cadendo all'indietro. Tarik fece per aiutarla, ma lei si mise ad urlare
< Non toccarmi! Chi diavolo sei!? >
< Tarik! Sono Tarik! Non ti ricordi di me!? >
< Io non ti ho mai visto! Va via! > il ragazzo confuso cercò di darle una mano per alzarsi, ma lei la rifiutò
< Non toccarmi! Razza di maniaco! Aiuto! > Talya gridò talmente forte che i vicini accorsero ad aiutarla, in quel momento era sola in casa, ma Tarik se ne era già andato per non mettersi nei guai.

Tarik correva a perdifiato con la testa nella più totale confusione. Perché la ragazza non lo aveva riconosciuto!? Perché aveva avuto paura di lui!?
Non sapeva che giustificazione darsi. Un comportamento così strano non lo aveva mai visto. Fortunatamente se ne era andato appena in tempo. Non voleva mettersi nei guai il primo giorno. Tornò alla locanda ancora leggermente confuso e tornò al suo lavoro perdendo il suo sorriso.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) eccomi qui con il secondo capitolo! ;) Allora allora...mumble mumble...XD che cosa sarà successo alla nostra Talya smemoratona!!!! XD ???? Nada spoiler mi dispiace! ;)
Vi mando tanti Bacioni e vi invito a recensire! ;) Alla prossima! ^-^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Come se nulla fosse successo ***


Tarik si alzò di malavoglia quella mattina; era ancora scosso per la strana reazione di Talya.
< Ma che diavolo le è preso!? > si chiese per l'ennesima volta, ma soprattutto si chiese per quale motivo era così attratto da lei.
Decise di svolgere tranquillamente il suo lavoro. Dopotutto non poteva che aiutarlo a distrarsi da quel pensiero fisso.
Per tutta la mattina Anya gli stette addosso, facendo finta di urtarlo per errore, o inciampando proprio davanti a lui, o semplicemente dandogli unincarico da svolgere insieme. L'ultima cosa che Tarik voleva era una ragazza completamente invaghita di lui nonostante lo avesse appena conosciuto. Ad un certo punto gli chiese della sua famiglia e subito lui si irrigidi'; non voleva assolutamente parlarne
< Ti hanno mai detto di assomigliare in modo impressionante al grande mago Sennar? > chiese lei impertinente
< No! > rispose secco il ragazzo. Lui non era come suo padre e soprattutto non voleva esserlo e nemmeno somigliargli
< Davvero? > domandò lei < Sei una copia vivente > ribatte' Anya
< E tu cosa ne sai di com'è fatto? > chiese Tarik in tono nervoso
< A parte per le statue...nei libri di scuola è pieno di immagini di Sennar, Nihal e del Tiranno > rispose pensosa. A sentire il nome di sua madre, Tarik sussulto'.
< Ho detto qualcosa che non va? > chiese Anya toccandogli la spalla, lui si sottrasse < No, nulla > disse in tono schivo, la ragazza si strinse nelle spalle
< Comunque tu e Sennar sembrate parenti > commentò in fine. Lui si giro' e la guardò con uno sguardo di fuoco, la ragazza tremo' spaventata
< Ho detto di no! > disse con rabbia e subito la ragazza si allontanò
< Ok, ok, scusa! Non prenderla tanto sul personale! > disse prima di andarsene.

Dopo qualche ora da quella penosa conversazione, entrò nella locanda una ragazza incappucciata, fuori pioveva a dirotto e lei era completamente fradicia, si avvicinò al bancone dove Tarik stava servendo da bere a due clienti. Si tolse il cappuccio e ne spuntò fuori una chioma fluente e scura, Tarik alzò lo sguardo su di lei e rimase per un attimo sorpreso; Talya era lì di fronte a lui. Si blocco' di colpo e arrossi' leggermente, non si aspettava sicuramente che lei venisse proprio in quella locanda. Nonostante il suo strano comportamento e il fatto di averla conosciuta solo due giorni prima, gli piaceva ogni secondo di più. Però aveva anche paura; il giorno prima gli aveva dato del maniaco, cos' altro gli avrebbe fatto?
Dopo aver appeso il mantello all'attaccapanni si posiziono' proprio davanti a lui < Hai qualcosa di caldo? > chiese lei, lui si riscosse
< Come? > domandò facendola sorridere e Tarik pensò che fosse il sorriso più bello che avesse mai visto.
< Ti ho chiesto sei hai qualcosa di caldo da mangiare e da bere > disse gentilmente e Tarik si chiese come fosse possibile che non lo riconoscesse, lo guardava come se fosse la prima volta che lo vedeva in vita sua.
< Ssssi certo > balbetto' e disse alla moglie del locandiere di preparare qualcosa e non appena lei vide per chi era l'ordine, uscì dalla cucina e corse ad abbracciarla
< Talya! Cara! Perché non mi hai detto che eri arrivata! Adesso ti preparo il tuo piatto preferito! Ma guardati! Sei tutta bagnata! > continuò a parlare in tono apprensivo come se fosse sua madre
< Tranquilla Marianne sto bene! > disse la ragazza sorridendo e ricambiando il caloroso abbraccio dell'anziana signora, poi la donna spari' in cucina per prepararle qualcosa da mangiare.
< Cosa vuoi da bere? > chiese Tarik
< Va bene anche solo del latte, in realtà non ho molta sete > disse lei con noncuranza, poi aggiunse < Sei nuovo qui, non ti ho mai visto in città > a quell'affermazione Tarik si chiese se non fosse una sorella gemella con lo stesso nome, insomma, com'era possibile che facesse finta di non averlo mai visto prima, come se lui non l'avesse mai portata in braccio e come se lei non gli avesse mai urlato contro credendolo un maniaco, come se nulla fosse successo.
< Come non mi hai... > si interruppe e scosse la testa, voleva provare a stare al suo gioco < Si sono nuovo >
< Da dove vieni? > chiese lei
< Ho girato un po' tutto il Mondo Emerso > rispose un po' nervoso
< Deve essere stato molto bello, io sono sempre vissuta qui > disse lei e Tarik rispose con un'alzata di spalle. Nel frattempo Marianne arrivò e portò una fetta di torta di mele appena sfornata < Deve essere ottima! > disse la ragazza sorridendole < Non lo è sempre!? > chiese la donna strizzandole l'occhiolino e facendo ridere la ragazza, poi la giovane tornò a concentrarsi su Tarik
< Sei un tipo taciturno lo sai? > gli disse ridendo e Tarik si sforzo' di sorridere
< Be' io vengo qui ogni domenica, tu da quanto lavori qui? > chiese
< Da ieri...ma... > la guardò sorpreso, lui era arrivato domenica notte < Oggi non è domenica, è martedì > lei lo guardò come se fosse pazzo
< Ma cosa dici!? È domenica! Ieri era sabato! > disse lei contrariata
< No, ieri era lunedì >
Talya rimase piuttosto sorpresa, in quel momento arrivò di corsa Marianne accortasi della situazione imbarazzante
< Talya! Cara! Tuo padre si starà preoccupando! Sarà meglio se vai a casa! > disse un po' agitata, Talya continuò a fissare Tarik un po' confusa
< Sssi...ok > balbetto', poi prese il mantello e uscì.
Non appena Talya fu uscita Marianne rivolse al ragazzo uno sguardo di fuoco e Tarik non ne capi' il motivo
< Non ti avvicinare mai più a lei! E soprattutto non parlarle mai più!...Sono stata chiara? > disse in tono severo e il ragazzo annuì confuso < Bene, e ora torna a lavoro! > concluse e se ne andò lasciando Tarik con i suoi dubbi.

Verso l'ora di chiusura Tarik uscì per fare una passeggiata, mentre era in strada senti due persone litigare, si avvicinò e vide Talya discutere animatamente con un ragazzo.
< Basta! Smettila! Sono due anni che te lo dico! È finita! > disse urlando il ragazzo
< Ma cosa stai dicendo! Cos'è questa storia!? > rispose lei agitata, il ragazzo sbuffo'
< Ogni giorno più smemorata! Non ti sopporto più! Smettila di assillarmi! Cosa devo fare!? Trasferirmi!? Fingere di essere morto!? > il ragazzo continuava ad urlare e Talya piangeva disperata, fece per avvicinarsi a lui, ma la spinse via e le tirò uno schiaffo con forza
< Stammi lontana! > disse minaccioso
< Peter...perché mi fai questo? > mormorò tra le lacrime e tentando nuovamente di avvicinarsi. Peter cercò di tirarle un pugno in faccia, ma Tarik fu più veloce, lo intercetto' e gli bloccò il pugno a mezz'aria
< E tu chi sei? Non ti intromettere!? > ringhio' Peter
< Lasciala stare! > disse Tarik serio e il ragazzo scoppiò a ridere
< Se no cosa mi fai? > chiese mentre rideva
< Lasciala stare > ripeté con uno sguardo di fuoco
< Chi è questo tipo, Talya!? > le chiese con rabbia
< Non lo conosco! L'ho incontrato questa mattina per la prima volta! > disse lei tremando, aveva paura che Peter potesse farle del male e che potesse farne al ragazzo che la stava proteggendo nonostante non la conoscesse nemmeno
< Mi tradisci anche!? E poi continui a tormentarmi ogni sera! > disse Peter con una risata cattiva che Talya non gli aveva mai visto fare, fece per picchiarla di nuovo, ma Tarik si mise in mezzo
< Ho detto di lasciarla in pace > disse con un tono che non ammetteva repliche. Peter sbuffo' annoiato
< Se vuoi te la regalo! Non voglio più averci a che fare! > disse con disprezzo e finalmente se ne andò.
Tarik si voltò verso Talya e le chiese se stesse bene, ma lei scosse la testa e lo abbracciò piangendo. Tarik la tenne stretta a se e lasciò che si sfogasse, nonostante fosse un po' in imbarazzo
< Grazie...e scusa...per tutto > mormorò lei staccandosi
< Non c'è problema > le disse sorridendole
< Potresti accompagnarmi a casa? > chiese titubante e lui le sorrise e le prese la mano con gentilezza
< Certamente >

Tornarono a casa insieme e Tarik si convinse che doveva esserci un motivo se lei si comportava in quel modo così strano, doveva solo capire quale.

NOTE DELL'AUTRICE :
Non posso credere di aver aggiornato! Era un secolo che non toccavo questa storia! :) ^-^" Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di non avervi incasinati cercando di interpretare lo strano comportamento di Talya! XD
Bacioni e al prossimo aggiornamento! ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2618478