Scherzo del destino di Phenix893 (/viewuser.php?uid=730382)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Emma ***
Capitolo 2: *** Regina ***
Capitolo 3: *** Occhi negli occhi ***
Capitolo 4: *** Una sorpresa inaspettata ***
Capitolo 5: *** Destini incrociati ***
Capitolo 6: *** Presagi ***
Capitolo 7: *** Certezze ***
Capitolo 8: *** Verso l'incontro ***
Capitolo 9: *** IL VERO AMORE ***
Capitolo 10: *** Gli errori del passato ***
Capitolo 11: *** Le seconde possibilità ***
Capitolo 1 *** Emma ***
La piccola Emma era ormai cresciuta bella, forte e sana. Tutto il reame acclamava la sua incoronazione ed all' interno del castello i festeggiamenti per il suo 28esimo compleanno stavano per avere inizio.
I reali di tutte le contee conosciute erano stati inviatati ed anche i compagni ed amici di sempre si trovavano nel grande salone addobbato per l'evento.
Un immensa agitazione si leggeva negli occhi di tutti i presenti ed i giovani principi attendevano con ansia di veder comparire sull'imponente scalinata la principessa Emma. Quella sera i pretendenti alla sua mano si sarebbero presentati al suo cospetto.
Abiti eleganti e sfarzosi, venivano indossati in modo perfetto dai presenti, era tutto impeccabile. Persino l'immenso salone con i tendaggi colorati e le statue imponenti avevano un aria signorile, le armature erano state lucidate, i camini accesi, i tappeti lavati e sulle lunghe tavolate cibi di ogni genere stavano per essere serviti agli ospiti. Persino l’orchestra era in procinto di cominciare.
Non molto lontano da quella perfezione, Emma rifletteva sull'importanza che i suoi genitori davano a quella serata.
"Perché il mio non può essere un Amore nato dal destino" rifletteva tra se e se "Eppure io sono frutto del Vero Amore loro più di altri dovrebbero capire che è il cuore a decidere senza ricevimenti o feste. Uno stupido ballo non può farmi innamorare di qualcuno".
Un abito lungo bianco avvolgeva il suo corpo con grazia e faceva risaltare tutta la sua bellezza. Persino i diamanti incastonati nel corpetto sembravano non poter nulla in confronto a lei. I biondi capelli erano raccolti in una lunga treccia che scivolava sulla schiena. Mentre ai piedi scarpette di cristallo completavano il capolavoro.
Un ultimo sguardo a quello specchio. Sapeva quanto sua madre tenesse alla perfezione. Tutto era pronto, varcare la soglia della sua stanza avrebbe cambiato di certo la sua vita. Ripensava a quando era piccola, le corse a cavallo con il padre, il tiro con l'arco con la madre, le avventure vissute nei boschi con i nani e a tutto il divertimento che non ci sarebbe più stato.
Quella non era la vita che voleva, in quello specchio si rifletteva una ragazza coraggiosa, pronta per mille viaggi, combattimenti e scontri, notti da passare sotto le stelle ed un amore senza volto... Un Amore che con un solo sguardo la facesse sognare, la facesse volare con un abbraccio e inabissare con un semplice bacio. Una persona che l'avrebbe rapita al primo sguardo. Così voleva che accadesse, così doveva accadere. Eppure nessuno sembrava capirlo.
Si affacciò al balcone e notò un andare e venire di carrozze, più si perdeva in quella visione più aveva voglia di scappare lontano, vivere le avventure di un tempo e dimenticare quelle mura che in quel momento sembravano una prigione. Ma c’era un sesto senso che glielo impediva, che in cuor suo le diceva di restare.
Qualcuno bussò alla porta e dopo aver incitato la persona ad entrare, il principe James fece il suo ingresso nella camera della figlia.
“Emma mia cara, sei bellissima e tua madre non vede l’ora che la festa abbia inizio e che tu possa mostrarti ai nostri ospiti”
“Ancora qualche minuto e sarà pronta padre”
Sentito questo il principe si congedò ed uscì dalla stanza della figlia.
Quanto avrebbe voluto dirgli che non voleva partecipare, che non poteva sopportare di aver gli occhi di tutti addosso e sapere che tra quella gente nessuno l’avrebbe colpita a tal punto da farla innamorare. Eppure le parole erano venute meno, aveva paura di poter ferire i suoi sentimenti, di umiliare un padre che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Stormi di uccelli volarono sopra la sua testa ed andarono a posarsi sopra la guglia della torre più alta del castello, quanto avrebbe voluto essere tra loro e poter volare via da quella stanza, lontano da quel reame senza che nessuno ne risentisse, ma ritornò in se e contro ogni voglia prese un lungo respiro ed appoggiò la mano alla maniglia della porta con la sensazione che quella sera sarebbe accaduto qualcosa.
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Salve a tutti!!
Questa è la mia prima FF e dopo averne lette un pò delle vostre ho deciso di cimentarmici anche io !!
Sono una super fan della coppia SwanQueen e non potevo che non comiciare proprio con loro.
Ringrazio tutte le persone che sono passate di qui, che hanno letto, apprezzato o meno questa storia e che hanno lasciato il loro commento positivo/negativo per poter migliorare nei sequel.
A prestooooooooooooo |
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Capitolo 2 *** Regina ***
Buongiorno a tutti!!
Prima di continuare la stori volevo ringraziare Celian1987, Black Apple, LightDark1827 e Giupy per aver lasciato la loro opinione sul precedente capitolo. Ed anche tutte le altre persone che lo stanno seguendo. Ora Vi lascio al successivo ...
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In un reame non molto lontano dal castello, nel quale tra meno di una settimana ci sarebbe stato il gran ballo, un messo bussò alle enormi porte di legno di un maestoso castello.
"Un invito da parte della Principessa Biancaneve" urlò.
Ci volle qualche istante, ma i vecchi cardini iniziarono a cigolare man mano le porte si aprivano ed un anziano signore dai capelli bianchi e vestito in modo regale comparve davanti al destriero del messo.
"I miei omaggi Sir Henry, porto con me l'invito per la partecipazione al gran ballo che si terrà a palazzo per Vostra Figlia Regina" continuò " Biancaneve avrebbe il grande onore della Sua presenza".
L'uomo sorpreso dalla convocazione, prese l'invito tra le mani e porgendo i suoi saluti si avviò a passo svelto attraverso i giardini e poi nei corridoi del castello, raggiungendo una porta alla quale bussò.
"Mia Regina la Vostra presenza è gradita a palazzo per il gran ballo".
Un inquietante silenzio seguì quella frase, finché da dietro un trono rivolto verso un fuoco acceso in pieno vigore, una donna dai lunghi capelli scuri raccolti in una coda ed un lungo abito blu notte si alzò.
"Quella sciocca di Biancaneve pensa davvero che un invito ad uno stupido galà possa dissolvere una faida che dura da anni tra noi" disse Regina senza mai distogliere lo sguardo da quel fuoco che sembrava racchiudere tutto il suo disappunto.
"Vostra Maestà" replicò Henry "Potrebbe essere l'occasione giusta per dimostrarle che siete cambiata, che quella rabbia che provavate nei suoi confronti si è ridimensionata."
A quelle parole Regina non replicò, ma il fervore del fuoco nel camino divampò all'interno della stanza, non voleva discutere con suo padre su quell'argomento. La rabbia che provava per quello che Biancaneve le aveva fatto si era placata, ma gli anni non avevano alleviato il dolore che l'aveva portata ad odiare sempre di più sua madre Cora. Perché la sofferenza per la morte del suo amato Daniel la perseguitava ancora oggi, anche se era trascorso molto tempo da quel tragico evento.
I giorni passarono senza che Regina distogliesse per un solo istante il pensiero dall'invito e dalle parole di suo padre. Persino lo Specchio, avvertita l’irrequietezza nei suoi occhi optò per non sdrammatizzare, una parola di troppo sarebbe bastata per farlo andare in mille pezzi.
E proprio il pomeriggio del gran ballo, dopo che Henry ormai si era ricreduto sulla partecipazione della figlia, Regina entrò nel salone del castello facendo spalancare le porte. Quella magia che tanto odiava da bambina ormai l’aveva posseduta e non riusciva proprio a farne a meno. Era diventata parte di lei e nei suoi occhi non si vedeva più la ragazzina caparbia ed allegra. Regina era cambiata, era diventata proprio come la madre, seppur lei non se ne rendesse conto.
“L’Amore è debolezza” erano queste le parole che Cora era riuscita ad imprimere nella testa della figlia. Non c’era Amore in lei, non più, e suo padre sperava davvero che qualcuno riuscisse a scalfire quella barriera che per anni Regina aveva costruito intorno a se.
"Preparate la carrozza padre voglio che sia lucidata e perfetta, questa sera mi aspetta una festa e non voglio di certo passare per una di quelle principessine da quattro soldi".
Con un elegante gesto della mano una splendida veste calzò il corpo di Regina, impeccabili stivali neri di pelle, pantaloni neri attillati e corsetto ricamato. A ricoprire il tutto un sontuoso soprabito rosso scarlatto che di certo non sarebbe passato inosservato in mezzo agli ospiti.
Mancava ormai poco all'inizio della serata e con grande fierezza Regina attraversò le sale del castello per raggiungere l'entrata dove una splendida carrozza trainata da quattro frisoni l'attendeva.
Il cocchiere coperto dalla sua oscura armatura incitò i cavalli e mentre la carrozza si allontanava dal castello, Henry da una finestra scorgeva con aria rasserenata la figlia che ritornava dopo molti anni a mostrarsi alla gente.
Ancora incredula sulla decisione presa, Regina si perse nei suoi pensieri con lo sguardo rivolto verso la Foresta Incantata mentre il sole iniziava a scendere sulle montagne e non si rese nemmeno conto che la carrozza stava ormai giungendo a destinazione.
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Spero che vi sia piaciuto anche questo e spero di leggere nuovamente le vostre recensioni in merito (positive/negative).
Buona domenica e al prossimo episodio :-)
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Capitolo 3 *** Occhi negli occhi ***
Buongiorno a
tutti!!
Ringrazio
nuovamente chi a recensito il precedente capitolo e dopo la suspance
che ho
lasciato in alcuni di voi, ecco finalmente il capitolo in cui le nostre
protagoniste si incontrano, sarà un vero e proprio
”scontro” ma lascerà in
entrambe alcuni dubbi che si dissolveranno con il seguito della storia.
Buona
lettura
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La carrozza
proseguì la
sua corsa sul ponte che l’avrebbe portata
all’interno del castello, l’acqua era
calma sotto di esso ed il crepuscolo dava un colorito rossastro alle
acque
ferme, gli zoccoli dei cavalli erano l’unico suono che
l’ accompagnavano
all’entrata principale. Il cocchiere tese le redini e
dolcemente fermò il
trotto, scese dalla sua postazione ed aprì la porta a Regina.
“Vostra
Maestà, siamo
giunti a destinazione” disse la guardia facendole un leggero
inchino.
Con cautela
bruna scese
dalla sontuosa carrozza nera e si guardò intorno con aria di
disperezzo.
I camini
all’interno
delle stanze illuminavano ogni singola finestra, gli stendardi
sistemati sulle
mura sventolavano come se anche loro volessero fare omaggio a quella
serata ed
i tappeti che ricoprivano la gradinata esterna invitavano gli ospiti ad
entrare. Persino le guardie reali, situate in ogni dove, erano vestite
a festa
con le uniformi impeccabili e le armi ben lustre.
Regina sapeva di
incutere
ancora terrore nei sudditi anche se erano passati ormai 28 anni
dall’ultima
volta che si era mostrata a palazzo. Tornare in quel luogo per lei era
come
fare un tuffo nel passato, il matrimonio con Re Leopold, la sua presa
di
potere, i conflitti con Biancaneve e la decisione di redimersi.
Per questo, non
le fu
difficile farsi strada in quei corridoi visto che guardie e vari reali
distoglievano lo sguardo da lei o ancora peggio si dileguavano per la
paura. Ne
era ancora orgogliosa, la sua fama da Regina Cattiva con gli anni non
era stata
dimenticata, al contrario, continuava a precederla ed un sorriso
compiaciuto
era dipinto sul suo volto.
Emma,
uscì dalla propria
stanza di fretta, era stata talmente assorta nei suoi pensieri che il
tempo
aveva iniziato a scorrere più velocemente del previsto.
Procedeva correndo
attraversando le stanze del castello, che in quel momento le sembrava
davvero
immenso.
“Questa
volta mia madre
non me lo perdonerà” disse tra se e se
“Sono davvero in ritardo”
Un ultimo angolo
e la
sala da ballo si sarebbe trovata proprio a pochi passi da lei. Nello
stesso
momento Regina si trovava esattamente davanti alla porta del
ricevimento,
indecisa se affrontare gli sguardi di tutti o scappare come se niente
fosse da
quel luogo, non per paura ma per i fastidiosi incontri che avrebbe
fatto.
Quando ad un tratto venne letteralmente travolta da qualcuno.
“Vedo
che le buone
maniere sono state dimenticate in questo regno e non avete proprio idea
in chi
vi siate imbattuto” disse Regina, caduta a terra, con fare
minaccioso.
“Sono
davvero desolata”
disse voce femminile porgendole una mano per aiutarla a rialzarsi
“Andavo
talmente di fretta che non Vi ho proprio vista. Vogliate
perdonarmi”.
Effettivamente
non sapeva
proprio chi potesse
essere quella donna.
Ma nemmeno la bruna poteva immaginare chi avesse di fronte, il suo
allontanamento volontario dal regno era avvenuto alcuni mesi prima
della
nascita dell’ereda al trono e non aveva voluto più
avere notizie da palazzo.
Ma non appena
Regina alzò
gli occhi per polverizzare con un solo sguardo l’oltraggiosa
persona che le
aveva causato quell’oltraggiosa caduta, si trovò
persa nell’immensità di due
stupendi occhi verdi, rimanendo a bocca aperta.
“Ehm…
No scusatemi Voi”
Era la prima volta che quelle parole uscivano dalla sua bocca, lei era
Regina,
non doveva mai scuse a nessuno. Eppure per qualche strano motivo era
successo.
E mentre si rimetteva in piedi, aiutata da quell’estranea,
non riuscì nemmeno
per un istante a distogliere quello sguardo.
La bionda non
appena si
trovò davanti il viso di questa donna, della quale non
sapeva nemmeno il nome,
ebbe un sussulto, si sentì rapita. Non era mai stata a
palazzo, non che lei
ricordasse, e c’era qualcosa di misterioso in quei profondi
occhi scuri,
qualcosa di ipnotico, oltre ad una leggera velatura di tristezza.
“Il
mio nome è Emma” Ogni
singola parola di quella frase era distinta.
Ma prima che la
mora
potesse aprir bocca, la porta improvvisamente si aprì
dall’interno e solo il
frastuono della sala destò le due da quel magnetico scambio
di sguardi. Era
come trovarsi faccia a faccia con il destino. Un destino che fino a
quel
momento non aveva voluto mostrarsi. Come se l’orologio di
entrambe avesse
cominciato a battere il primo secondo in quell’istante.
Le loro mani
erano ancora
unite in una leggera stretta quando il braccio di Emma venne afferrato
con
forza.
“Per
fortuna sei qui… Vieni
ti stanno tutti aspettando”
Belle prese
sottobraccio
l’amica con irriverenza, trascinandola all’interno
e la fece sporgere verso la
sala del ricevimento dove un immenso applauso si alzò verso
di lei. Poteva
notare benissimo i suoi genitori in fondo alla sala parlare
animatamente con
Blue, Cappuccetto e la nonna bisticciare tra loro ed i nani intenti ad
abbuffarsi.
Mentre Pinocchio ed il Grillo giocavano a nascondino sotto i tavoli. A
quella
vista fece un sorriso ma con immensa curiosità si
voltò nuovamente verso la
porta ancora aperta, dove però la sconosciuta ormai era
scomparsa.
“Tutto
bene Emma?” le
chiese Belle preoccupata.
“Si
si… Mi stavo scusando
con quella donna poco fa ma vedo che non è più
qui” ripose dispiaciuta la
bionda, fissandosi la mano.
“Non
l’ho mai vista a
palazzo, probabilmente sarà tra le amicizie dei tuoi
genitori” continuò l’amica
“Ma ora pensiamo a divertirci, questa festa è
tutta per te!”.
Persino mentre
scendeva
le scale cercava quel viso, lo vedeva ovunque ma era solo frutto della
sua
immaginazione. Di certo l'avrebbe incontrata di nuovo durante il
ricevimento ed
avrebbe avuto modo di chiederle il suo nome.
Nello stesso
istante che
l’altra ragazza aveva attirato la bionda verso di se, Regina
aveva svoltato
l’angolo per riflettere sulla strana sensazione vissuta
qualche istante prima.
Quel tocco di mano, quello sguardo cosi penetrante, l’avevano
per la prima
volta in vita sua lasciata senza parole.
Le ci volle
qualche
istante per schiarirsi le idee ma la colpa venne assegnata alla caduta,
era
stato uno scontro improvviso fra i due corpi e di certo non si
aspettava che
potesse trattarsi di una donna.
Dopodiché
entrò nel
salone visualizzando, dall’alto della gradinata, un angolo
dove sarebbe di
certo stata tranquilla. I passi furono lunghi e decisi e lo sguardo
fisso e
orgoglioso. Era ormai quasi giunta nel posto prefissato quando venne
urtata
nuovamente.
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Rieccomi….
Spero di aver
sanato le vostre
curiosità ed averne create delle altre … XD
Attendo le
Vostre recensioni…
Al prossimo
capitolo :-)
Trish
|
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Capitolo 4 *** Una sorpresa inaspettata ***
Gli occhi di
Regina
potevano specchiarsi in quelli piccoli e docili di un ragazzino apparso
da
sotto la tavolata, Pinocchio le sorrise con aria innocente e
tornò in un baleno
da dove era apparso. Se i suoi pensieri non erano ancora immersi in
quegli
occhi verdi probabilmente la reazione sarebbe stata differente.
L’orchestra
non aveva un
momento di tregua e le sue note incantavano gli ospiti che proseguivano
le
danze imperterriti.
I festeggiamenti
continuarono per tutta la serata ed innumerevoli portate vennero
servite sugli
svariati tavoli, accompagnati da profumi di ogni genere.
Persa nei suoi
pensieri
Emma, rifletteva ancora sull’accaduto di qualche ora prima.
Possibile che una
donna potesse per la prima volta affermarsi nei suoi pensieri?
Quell’incontro
l’aveva confusa e quello sguardo penetrante le aveva trafitto
l’anima.
A riportarla
nuovamente
alla realtà fu sua madre che, posizionatasi di fronte, le
presentò l’ennesimo
pretendente alla sua mano.
“Emma
Tesoro, ti presento
il Principe Robert” Detto questo tornò accanto al
marito, con un sorriso
soddisfatto sulle labbra.
Il ragazzo,
imbarazzato
per la rapida presentazione, face un plateale inchino, le
baciò la mano e
posizionatisi in mezzo alla sala presero a ballare sulle note di una
popolare
canzone.
Fu un
susseguirsi di
incontri rapidi e distaccati quelli che Regina poteva scorgere
dall’altro lato
della sala fra la ragazza bionda ed un branco di idioti. Mentre per
quanto la
riguardava le persone continuavano ad evitarla, lasciandola con non
poche
occhiate da sola. Si ricordavano perfettamente del dolore che aveva
inferto
loro, delle torture che aveva imposto e degli stermini che aveva
ordinato alle
sue guardie per poter arrivare alla cattura di Biancaneve.
Abbandonata a se
stessa,
ecco dove l’aveva portata tutta quella ferocia, quel
desiderio di vendetta.
Finché una mano si appoggiò alla sua spalla
facendola sobbalzare e, voltandosi
si trovò davanti proprio Biancaneve che rimase sbigottita
non appena Regina si
voltò.
“Regina…
Tu… sei…
giovane?” domandò incredula
“Mia
cara, la vita non mi
ha concesso un vissero felici e contenti ma un per sempre si”
“Ma
come è possibile… Tu…
Tu dovresti essere ormai invecchiata tanto quanto lo sono io”
“Alcuni
anni fa mentre
rientravo da una passeggiata a cavallo mi sono imbattuta in un principe
che
stava attraversando le mie terre, senza un consenso, e tra le mani
teneva un
otre contenente l’Acqua dell’Eterna Giovinezza che
avrebbe dovuto portare al
padre malato” continuò “Gli avrei
concesso salva la vita solo se sarei entrata
in possesso di una buona parte di quel recipiente. E questo
è il risultato, cosi
ho potuto ricrearla e distribuirla a tutte le persone a me
più fidate”
“Non
mi aspettavo questo
pero… Mi fa piacere tu abbia accettato l’invito
Regina” rispose ancora sbalordita
“Non
pensare che sia
felice di essere qui” ribatté Regina “Ma
sai che ho sempre adorato vedere la
paura riflessa negli occhi della gente, cara”
“Il
tuo sarcasmo non
cambierà mai”
Gli invitati
osservarono
stupiti la scena ed ebbero il sospetto che la faida fra le famiglie si
fosse
estinta o che qualcosa fosse cambiato.
“Voglio
lasciare il
passato alle spalle Regina, iniziare una nuova era e non voglio che
essa porti
con sé i dissapori di cose accadute molti anni fa.
All’epoca ero solo una
bambina e credevo di potermi fidare di tua madre, purtroppo la sua
amicizia
puntava solo a farti del male e la morte di…”
Regina
fermò Biancaneve
con un rapido gesto e continuò
“Mia
madre mi ha sempre
vista come oggetto dei suoi piani, lei voleva indurmi alla magia oltre
che al
potere e in un modo o nell’altro è quello che
è successo. L’Amore è debolezza
mia cara e questa è l’unica cosa certa su cui mia
madre avesse ragione.”
“Fidati
non è quello che
avrei voluto, ognuno deve avere il proprio lieto fine e-”
“Appunto,
vedo che il tuo
è stato di gran lunga migliore di quanto il mio sia potuto
essere” concluse
Regina lanciandole una pessima occhiata.
Biancaneve non
volendo
continuare la discussione, specialmente in una serata come quella, si
congedò
con la promessa di un incontro nei giorni successivi per chiarire la
situazione.
Dopo quella
conversazione
Regina si diresse verso il tavolo dei vini. Non aveva bisogno di un
calice di
rosso ma bensì di qualcosa di più forte, e tra
una brocca e l’altra scorse una
miscela di color biancastro che all’apparenza dava
l’idea proprio di quello che
stava cercando, ed il sapore ne era la conferma.
“Tutta
questa felicità e
gioia mi disgustano” disse tra se e se e con fierezza si
diresse verso una
finestra che dava verso i giardini reali.
Il suo sguardo
si perse
in quella landa desolata che si stagliava fra il palazzo e il suo
regno. Erano
passati davvero tanti anni dalla sua partenza da quel luogo eppure
tutto
sembrava invariato, come se il tempo fosse rimasto ancora fermo a quel
giorno,
l’abbraccio di un padre che aveva sempre cercato la
bontà in lei, il desiderio
di fuggire il più lontano possibile da quel luogo e la
carrozza che lasciava il
palazzo per l’ultima volta.
Un stella
cadente attraversò
il cielo ed attrasse la sua attenzione, le stupide dicerie sui desideri
non
facevano proprio al caso suo, cosa meglio della magia poteva far
avverare ciò
che si voleva.
Così,
tornò ad osservare
il salone gremito di gente e, si sentì di troppo, decise
allora di andare a
prendere una boccata d’aria fresca, non sapeva cosa la
trattenesse ancora li, le
persone non appena incrociavano il suo sguardo si voltavano
dall’altra parte o
cambiavano sistemazione e quelle poche che ancora non
l’avevano notata erano
troppo impegnate tra balli, vino e chiacchiere, ed immersa in questi
pensieri
arrivò all’entrata dei giardini reali.
A
quell’ora era un posto
tranquillo, calmo, c’era solo un leggero fruscio del vento
tra i rami degli
alberi ed il tranquillo rumore dell’acqua nelle fontane ad
infrangere il
silenzio. Proprio come se lo ricordava, solo che al posto
dell’albero delle
mele ora sorgeva un’imponente quercia con delle lastre di
pietra ai sui piedi,
dove decise di accomodarsi.
Socchiuse gli
occhi, ed
in quel silenzio, alla mente tornarono le giornate passate ad accudire
il suo
amato melo, l’incontro con Genio e
l’infelicità di un matrimonio imposto che
non aveva mai voluto. Fu un leggero rumore alle sue spalle a
dissuaderla da
quelle visioni che nella sua testa tornavano a galla.
“Scusate…Non
volevo di
certo disturbare nessuno” una voce si levò da
dietro la quercia.
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Eccomi di nuovo
tra Voi!!
Robydesy ha
anticipato la
mia sorpresa. Ebbene si, visto che siamo in tema di fiabe ho voluto
aggiungere,
a modo mio, una fiaba dei Grimm all’interno di questa FF e
fare in modo che
Regina ed Emma avessero la stessa età.
Spero che questa
svolta
vi sia piaciuta.
Attendo i Vostri
pareri
Alla
prossimaaaaa :-)
Trish
|
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Capitolo 5 *** Destini incrociati ***
Avanzando dal
buio, i
lineamenti del viso si fecero più chiari, era impossibile
dimenticare quegli
occhi, quel viso,
Emma si faceva sempre
più nitida. Regina rimase impassibile davanti a
quell’immagine, in cuor suo
sapeva di non aver mai visto nulla di più incantevole ed
elegante.
“Vi
prego di scusarmi
nuovamente se ho interrotto qualcosa. Avevo bisogno di un po’
di tranquillità”
continuò la bionda andando a sedersi proprio accanto a
Regina “I miei genitori
non fanno altro che presentarmi principi venuti da ogni luogo possibile
nella
speranza che io trovi marito”
Per un istante
il
silenzio piombò tra loro e gli occhi coglievano ogni
particolare della persona
di fronte, attenti, ladri di curiosità. I loro volti erano
talmente vicini che
il respiro poteva accarezzarne la pelle. Quel respiro cosi pesante che
pareva persino
far diventare le labbra secche. Il cuore batteva forte nel loro petto
quasi
volesse esplodere. Quasi volesse avere lui la forza di fare un gesto
estremo
che però si disciolse, scomparve in una folata di vento.
“Voi
siete la figlia di
Biancaneve?” chiese sbalordita la mora riprendendo coscienza
di se.
“Esattamente,
anche se in
questo momento avrei voluto essere figlia di una qualunque altra
persona
presente in questo regno” ironizzò Emma
distogliendosi da quella situazione “Non
ho però avuto modo di chiedere il Vostro nome”
“Ambiguo
che Vostra madre
non Vi abbia mai parlato di me visti i nostri precedenti. Ci conosciamo
da
molti anni anche se per diversi motivi non sono stata un ospite
abituale del
castello. Il mio nome è Regina” rispose la mora,
aspettandosi una qualsiasi
reazione da parte della bionda, avendo quasi timore di vedere quella
donna
voltarle le spalle e scomparire dalla sua vista.
Ma con enorme
stupore
Emma si alzò e le fece un inchino.
“I
miei più sentiti
omaggi Regina, sono lieta che abbiate partecipato al mio ricevimento e
spero
che Vi siate divertita, ora se mi volete scusare devo tornare al salone
prima
che mia madre sguinzagli le guardie per trovarmi”
Ma prima che
varcasse la
porta che l’avrebbe condotta all’interno del
castello si voltò, lanciando un
sorriso verso la mora.
“Mi
scuso ancora per
l’accaduto di questa sera e per farmi perdonare voglio che
partecipiate ad una
passeggiata a cavallo domani, ma Vi prego, non parlatene con mia madre
per
cortesia, altrimenti avrei le guardie tra i piedi come sempre. Ci
potremmo
incontrare dopo l’ora di pranzo davanti al Pozzo dei
Desideri”.
Senza attendere
nessuna
risposta da parte della bruna, corse velocemente all’interno.
Lo sguardo di
Regina seguì
ogni singolo passo per poi rimanere a bocca aperta, non solo non aveva
avuto
alcun timore di lei quando s’era presentata ma per di
più l’aveva invitata ad
un evento su due piedi.
“Non
assomiglia proprio a
sua madre” rifletté tra se e se “Pur non
avendo mai avuto un buon rapporto con
James di certo questo suo temperamento impavido
l’avrà preso da lui”.
Di nuovo sola in
quella tranquillità,
poté riflettere sulla serata trascorsa; non seppe per quanto
tempo fosse
rimasta in quel luogo dopo che la ragazza bionda se ne era andata, ma
al
pensiero dell’incontro del giorno seguente un leggero sorriso
era apparso sul
suo volto. Decise allora che era meglio tornare al castello.
Porgendo un
ultimo
sguardo alla finestra del gran ballo, Regina lasciò la festa
senza porgere i
suoi ossequi a Biancaneve, che stando a quanto le aveva detto durante
la serata
si sarebbero riviste per parlare dei loro trascorsi.
Aveva lasciato
un palazzo
ancora in piena euforia e si ritrovò in un altro silenzioso,
triste, cupo e
deserto. Proprio come lei. Le guardie al suo arrivo si prostrarono in
un inchino
riportandola con la mente in quel luogo.
Quello era il
suo mondo,
un mondo in cui non poteva esistere debolezza perché era
privo d’amore. Stava
per varcare la soglia d’entrata quando alle sue spalle una
voce ruppe il
silenzio.
“Mia
Regina, spero che la
serata sia stata piacevole” disse Henry quasi intimorito.
“Proprio
come immaginavo,
un branco di idioti che non ha dimenticato però la loro
Regina” rispose la
figlia senza voltarsi. Non poteva di certo raccontargli tutto
ciò che era
accaduto, non era proprio da lei una serata cosi e di certo suo padre
avrebbe
letto nei suoi occhi una menzogna. Senza salutare proseguì,
attraversando i
lunghi corridoi oscuri dove solo le fiaccole e le candele illuminavano
il
passaggio.
Arrivata nelle
sue
stanze, prese tra le mani un piccolo specchio appoggiato ad un tavolo.
Ed al
posto della sua immagine riflessa apparve il volto di quello che una
volta era
il Genio della Lampada.
“Vostra
Maestà a quanto
vedo la serata è stata più che gradevole, lo
sguardo che non è stato rivolto a
Vostro padre non è di certo stato indifferente a
me”
“Stai
zitto, non voglio
una paternale sulle tue supposizioni” ribatté
scocciata.
“Non
era di certo una
nota negativa mia Regina, al contrario”
“Biancaneve,
oltre che
rimanere sbigottita dalla
mia giovane età,
ha gradito la mia partecipazione ed ho avuto anche il piacere di
conoscere sua
figlia Emma, a quanto parte le nozze con il principe James hanno
portato un
erede al trono.”
“Pare
quasi dispiaciuta
della cosa”
“Al
contrario è molto più
caparbia della madre e la curiosità le fa da
padrona” rispose la mora “Difatti
domani ho un incontro con lei senza che la madre lo sappia”
“Avete
in mente
qualcosa?” domandò incuriosito lo specchio.
“Per
il momento nulla” e
con un gesto della mano lo fece scomparire ed appoggiò
l’oggetto nuovamente sul
ripiano.
Quegli occhi
l’avevano stregata
e, pur essendo l’ex Regina Cattiva non sarebbe riuscita a
togliere un capello a
quella ragazza, anche se si trattava della figlia di Biancaneve, ma non
poteva
assolutamente mostrare questa debolezza a Specchio. Così
prima di coricarsi si
affacciò al balcone della sua camera e volgendo lo sguardo
verso il regno di
Biancaneve vide degli splendidi fuochi d’artificio illuminare
il cielo. L’immaginazione
prese il sopravvento ed il volto di una Emma sorridente si
presentò tra le
stelle, come se non volesse scomparire nel buio e lasciarla da sola.
Quello era
troppo.
Pervasa dalla stanchezza si diresse verso il letto; quando i suoi occhi
si
sarebbero aperti il sole avrebbe dato inizio ad un nuovo giorno.
________________________________________________________________________
Buongiorno a
tutti!!
Ringrazio
nuovamente per
le recensioni che lasciate e mi fa davvero piacere che la svolta
dell’eterna
giovinezza di Regina sia piaciuta.
Per il resto non
ho
voluto accelerare le cose fra le nostre SwanQueen quindi abbiate ancora
un po’ di
pazienza.
Come sempre
attendo i
Vostri apprezzati commenti!!
Alla prossima
Trish
|
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Capitolo 6 *** Presagi ***
I fuochi
d’artificio si
insidiarono in quell’immenso cielo che pareva dare sfogo di
tutte le sue stelle
quella notte. E dalla grande balconata della sala da ballo, Emma
ammirava
rapita quelle scintille che illuminavano tutto intorno a lei.
Sicuramente
sarebbe stata
una serata difficile da dimenticare.
Era tardi ormai
e gli
ospiti porgendo i loro più cordiali saluti, si dirigevano
verso le proprie
carrozze per il ritorno nei rispettivi castelli. I lunghi abiti di
principesse
e regine facevano il loro ultimo sfoggio davanti a Biancaneve ed il suo
amato
consorte. Mentre Emma si intratteneva a chiacchierare con Belle e
Cappuccetto.
“E’
stata proprio una
serata favolosa Emma” esclamò Belle.
“Non
ho mai visto così
tanti reali tutti in una volta ed alcuni erano davvero
carino” concluse
Cappuccetto strizzando un occhio.
“Ma
nessuno di loro ha
rapito il mio cuore” rispose onestamente la bionda.
“La
notte è sempre una buona
consigliera, lo dice sempre mia nonna” ribatté
l’amica “A proposito di nonna,
meglio che mi sbrighi altrimenti avremo l’ennesimo litigio,
si stanno
avvicinando i giorni del lupo e già sta preparando balestre
e barricate, non
potete immaginare quanto possa essere insopportabile in questo
periodo” detto
questo corse a perdifiato verso l’uscita.
“Per
fortuna mio padre
non è così opprimente”
scherzò la mora.
“Beata
te, i miei non
appena si chiuderanno le porte verranno a chiedermi quale gentiluomo
abbia
scelto per il gran giorno” rispose.
“Rispondi
onestamente,
vedrai che capiranno”
I loro sguardi
si persero
nella sfilata di abiti che lasciavano il salone, mentre
l’orchestra stava
raccogliendo gli spartiti e la servitù sparecchiava.
Era notte
inoltrata
quando Emma raggiunse finalmente la sua camera, era persino riuscita a
evitare
qualsiasi interrogatorio da parte dei genitori con la scusa della
stanchezza,
ma l’indomani avrebbe certamente dovuto dare delle risposte
alle loro
innumerevoli domande. Al solo pensiero una smorfia si
presentò sul suo viso.
Immersa in un
silenzio
quasi irreale, stesa sul letto, quegli splendidi occhi scuri tornarono
alla
memoria, quelle labbra rosse pronunciavano il suo nome, quasi volessero
averla,
quasi volessero strapparla da quel luogo per portarla via. Farle
attraversare
chissà quali paesi e condurla da lei. Non riusciva a
dimenticare
quell’incontro, quella donna… Regina… I
loro occhi si erano incrociati per
pochi istanti ma era come se il tempo si fosse fermato.
Le palpebre
scesero, ed
il sonno ebbe la meglio su di lei.
Nessuno
stalliere era
presente nelle scuderie, ed uno splendido sauro con una macchia bianca
sul muso
era già sellato. Non ebbe alcuna difficoltà a
montarlo e si lanciò al galoppo
verso il percorso ad ostacoli mentre, con la coda
dell’occhio, notò non molto
lontano un uomo che la osservava. Fu in un istante, ed una donna con
abiti
scuri apparve da una nube viola proprio dietro di lui.
La scena
cambiò, era
notte, davanti a lei la donna comparsa dalla nube stava parlando con un
ragazzo
quando ad un tratto la sua mano entrò nel petto
dell’uomo estraendone il cuore
ancora pulsante, per poi farlo diventare cenere tra le dita.
“Madre” quella
parola uscì dalle sue labbra senza che lei ne fosse
cosciente e corse ad
abbracciare quel corpo ormai inerme. Poteva sentire le lacrime calde
percorrerle il viso, ed il respiro venirle a mancare. Ci fu poi la
visione di
un anello che nel buio scompariva.
Il sogno si
interruppe,
ed Emma si svegliò di soprassalto. Quanta
brutalità avvolgeva quella scena, era
solo un incubo ma poteva percepirne ancora i brividi sulla pelle come
se avesse
vissuto ogni singolo istante, come se riuscisse a partecipare al dolore
di
quella ragazza.
Non aveva mai
visto
quelle persone ne il luogo in cui si trovava, eppure sembrava di
assistere ad
una scena realmente accaduta talmente era nitido il sogno, talmente
erano forti
le emozioni provate.
“Chi
mai può sopportare
questo immenso dolore” pensò tra se e se.
Non riuscendo
più a
prendere sonno decise di cambiarsi d’abito e di scendere
nelle cucine, dove la
servitù stava iniziando a preparare la colazione per i
reali. Il profumo del
pane che cuoceva nel forno, della marmellata che veniva inserita nelle
torte e
delle spezie che venivano macinate la fece arrestare, così
da inalare ogni
singola sfumatura.
All’esterno,
dalla
finestra, poteva scorgere la raccolta delle uova e dell’uva
ed un ragazzino che
cercava di prendere, invano, un maialino scappato dal recito.
Era tutto
così lontano
dal mondo vissuto la sera prima e dalla sofferenza che aveva provato
nel sogno.
Rimase ad osservare ogni singola scena di una quotidianità
che sembrava non
essere più reale.
“Principessa
Emma avete
bisogno di qualcosa” Chiese una domestica, facendo un inchino
alle sue spalle
“No,
grazie. Stavo solo
riflettendo” Rispose con un sorriso la bionda.
Passeggiò
a lungo nei
giardini, non accorgendosi del tempo che passava, distogliendo ormai il
pensiero da quel sogno, doveva trovar le parole giuste, doveva dire ai
suoi
genitori che alcun principe presente la sera prima era stato per lei
Vero
Amore. Non avrebbe permesso altri ricevimenti, quello che voleva era
poter
vivere una vita normale, continuare le avventure di sempre e se si
fosse
presentata la persona giusta l’avrebbe riconosciuta subito,
l’avrebbe
riconosciuta il suo cuore.
Con i piedi,
ancora immersa
in quei pensieri, calciava un sassolino che andò a
scontrarsi con la lastra di
pietra sotto la quercia. Nella sua mente ripercorse
quell’incontro ed un
sorriso si materializzò sul suo volto. Quella donna che dal
primo momento aveva
cambiato una serata che poteva essere totalmente noiosa in una corsa
alla
curiosità. Quella donna che era stata in grado di farle
perdere seppur con un
solo sguardo il contatto con il mondo reale.
Quanto avrebbe
voluto
essere in un altro luogo, in un altro tempo ed ascoltare per una volta
l’impulso e seguire quello che il cuore diceva di fare.
“Il
cuore… Possibile che…
Sia lei” di colpo il corpo si fermò
“No… Non può essere”
Il sole era
ormai alto in
cielo, con tutta la forza che aveva in corpo e la calma nella mente
percorse
con tranquillità i lunghi corridoi. Tante, troppe domande
l’avrebbero attesa in
una sala da pranzo. Il coraggio di sicuro non le mancava, era pronta ad
affrontar qualsiasi obbiezione, qualsiasi commento che avrebbe fatto
sua madre.
Eppure era certa che sarebbe uscita da quella stanza colma di rabbia.
Prima di entrare
però un
sorriso apparve sulle labbra.
Quell’incontro che ci sarebbe stato tra non molto la
rallegrava, avrebbe nuovamente
incontrato quegli occhi e assaporato i momenti interrotti la sera
prima. Stavolta
sarebbe stata pronta ed il cuore l’avrebbe condotta alla
verità.
________________________________________________________________________________
Salve a tutti,
eccomi di
nuovo!!
Vi
sembrerò ripetitiva,
ma tengo fortemente al fatto di ringraziarvi tutti e sempre per ogni
recensione
lasciata, fanno davvero piacere *-*
Tornando al
capitolo… Il
sogno fatto da Emma le farà capire successivamente che la
persona attraverso la
quale vedeva la scena è Regina. Volevo che provasse sulla
pelle quella
sofferenza che aveva letto nei suoi occhi nel primo
“incontro”.
Spero che vi sia
piaciuto
ed attendo i vostri, sempre preziosi, pareri.
Alla prossima
Trish
|
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Capitolo 7 *** Certezze ***
Quella notte la
mente di
Regina ripercorreva il suo passato. Gli incubi del giorno in cui perse
per
sempre Daniel affiorarono. E le lacrime che scendevano dai suoi occhi
nel sogno
ricadevano sul cuscino. Mentre era piegata ancora su quella tomba una
voce
delicata si presentò nel vento, co
ricadevano sul cuscino. E mme un delicato fruscio.
“Non
piangere, le lacrime
che hai versato fino ad oggi potrebbero terminare molto presto, il tuo
cuore
tornerà ad amare veramente Regina”.
A quelle parole
gli occhi
si aprirono, e mille domande affioravano nella sua mente. Erano molti
anni che
quel sogno la perseguitava ogni notte, pronto a ricordarle quanta
sofferenza
può portare la perdita di un amore e quanta
fragilità fosse ancora presente in
lei, ma era la prima volta che qualcosa infrangeva quella routine.
Riprendere sonno
era
ormai impossibile ed avanzando verso la finestra che dava sulle
montagne notò qualche
fievole bagliore di sole dare inizio al nuovo giorno.
L’albero di mele, nei
giardini, si stagliava in tutta la sua maestosità, persino
le mele sembravano
bruciare talmente erano rosse e le guardie sulle mura del castello si
stavano
dando il cambio per la fine del turno. Inspirò la fredda
brezza mattutina e i
suoi occhi si persero per qualche istante sui prati che brillavano di
rugida.
Percorse
tranquillamente
i lunghi corridoi ormai illuminati dai raggi del sole, che riflettevano
sugli
innumerevoli specchi posizionati sui muri, l’unico rumore che
riecheggiava era
il tacchettio dei suoi passi, per il resto un silenzio irreale.
Entrò nella
sala da pranzo, dove un abbondante colazione era servita su una
tavolata
deserta. Sir Henry si alzò dalla sedia appena vide apparire
la figlia
all’interno della stanza.
“Buongiorno
mia Regina,
spero abbiate dormito bene stanotte”
“Buongiorno
a Voi padre”
I tintinnii dei
cucchiaini nelle tazze erano l’unico suono che infrangeva
quella quiete.
Orchestre, vociare e distrazioni erano divenute un ricordo di un
ricevimento
che era terminato già da un pezzo.
“Voglio
che il miglior
cavallo delle stalle sia strigliato e preparato per l’ora di
pranzo, oggi vado
a fare una cavalcata e non voglio essere disturbata”
esordì Regina senza
distogliere lo sguardo dalla tazza di fronte a lei.
“Certo
Vostra Maestà,
sarà pronto per quando avete chiesto, devo farVi preparare
altro?” chiese
l’uomo.
“No,
sarò di ritorno non
appena il sole calerà”
Non voleva si
sapesse
dove avrebbe passato il pomeriggio, ne tantomeno con chi, oltre a
questi minimi
dettagli non venne aggiunta nessun altra precisazione, così
appena terminata la
colazione si diresse nuovamente verso le sue stanze dove
preparò
l’abbigliamento da cavalcata.
Era ancora
presto rispetto
a quanto le era stato detto, così decise di andare a far
visita alla tomba del
suo amato. Non avrebbe di certo trovato chiarezza del sogno in quel
luogo, ma
sarebbe stata in tranquillità ed avrebbe potuto riflettere.
Nella sua mano
destra Regina
fece comparire una stupenda rosa scarlatta che venne posata sopra
quella lapide
dove era inciso il nome Daniel. Era da molto tempo che non si recava in
quel
luogo perché di lacrime ne versava già troppe
durante la notte. Il suo cuore
era divenuto freddo come la pietra ormai,
l’oscurità aveva preso il sopravvento
in lei e riteneva quasi improbabile che quelle parole significassero
qualcosa.
Lo
sguardo si perse su quella collina dove
Biancaneve molti anni prima aveva dato un morso alla mela avvelenata.
Nemmeno
il potere di Malefica aveva potuto nulla contro il Vero Amore. Solo
quella
definizione la disgustava. Avrebbe potuto scegliere la via della
vendetta e
cedere al Sortilegio Oscuro ed alle sue conseguenze, ma sacrificare e
perdere
l’unica persona che ancora l’amava
l’avrebbe fatta sentire ancora più sola di
quello che era.
Di tempo ne era
trascorso
veramente tanto ed il castello con le sue terre era l’unico
mondo che frequentava.
Era divenuta prigioniera di se stessa, carcerato e carceriere, non
c’era mai
stata ragione alcuna per tornare indietro. Ed era bastata una ragazza
dai
capelli biondi e dagli occhi verdi per farla uscire dai suoi schemi.
Non una
ragazza qualsiasi, ma bensì la figlia di Biancaneve. Proprio
quella bambina che
aveva salvato da cavallo quand’era ragazza.
Ci si
può aspettare di
tutto dalla vita, ma a volte il destino è beffardo, cambia
le carte in tavola a
suo piacimento senza chiedere autorizzazione alcuna. E pensare che a
quel ballo
non voleva nemmeno partecipare.
Solo un leggero
soffio di
vento accarezzava la sua pelle ed il verso di alcuni animali al pascolo
rimbombava nella vallata. Quella solitudine le faceva da compagna da
molto
tempo, aveva imparato a conviverci ogni singolo giorno ed a ricavarne
ogni
piccola riflessione in quel silenzio.
La mano di
Regina accarezzò
dolcemente la fredda tomba dell’uomo che avrebbe voluto aver
accanto per sempre,
come se quella mano stesse accarezzando il suo viso. La magia non
può riportare
in vita i morti, ne era consapevole ed era anche il prezzo che una vita
eterna
avrebbe portato con se, la sofferenza. L’unico ricordo
materiale che aveva di
lui era un semplice anello da cui non si sarebbe mai separata,
racchiudeva in
se una promessa di matrimonio che mai si sarebbe consolidata.
Doveva esserci
anche per
lei un lieto fine e quello era il suo finché non le venne
strappato via dalla
persona che prima di tutte avrebbe dovuto amarla. Amarla come figlia e
come
donna. C’era un legame di sangue indissolubile tra loro.
Eppure perfino dopo
tutto il dolore che le aveva inferto non sarebbe mai riuscita ad odiare
completamente sua madre, provava ancora amore nei suoi confronti e lo
avrebbe
provato sempre.
Aveva costruito
una
corazza intorno a lei, per evitare che il suo cuore iniziasse di nuovo
a
battere, che iniziasse a provare di nuovo sentimenti per paura di
soffrire
ancora di più. Eppure sentiva che qualcosa stava cambiando,
quell’incontro
avvenuto il giorno prima era stato come un salto nel buio, un buio che
per la
prima volta non conosceva, le era estraneo ma che la attraeva. Quei
grandi
occhi la osservavano rapiti e avevano incrinato quella fortezza in cui
aveva
racchiuso quella sua fragilità.
Gli occhi di
Regina si
spalancarono quando un pensiero attraversò la sua mente. I
ricordi delle emozioni
che aveva provato con Daniel la prima volta che si incontrarono, erano
gli
stessi che aveva provato la sera prima con Emma. Quel formicolio allo
stomaco,
quell’agitazione incondizionata, quella sensazione di
serenità.
“Quella
Emma dev’essere
la chiave della mia felicità” pensò.
I suoi occhi
ricaddero di
nuovo sul nome inciso, forse doveva andare in quel modo, forse era
già stato
scritto tutto, di certezze non ne avrebbe mai avute. Prese tra le mani
quel
piccolo gioiello che teneva al dito e lo posò sulle labbra.
Non avrebbe di
certo dimenticato quell’uomo, quell’amore, ma era
giunto il momento di alzarsi
dalla polvere, tornare a vivere o provare a farlo. Con un mezzo sorriso
sulle
labbra, una densa nube viola comparve su di lei e si trovò
nuovamente nella sua
stanza.
Con molta calma
si cambiò
d’abito, era da molto tempo che anziché vestirsi
con l proprie mani utilizzava
la magia e le parve quasi come se lo stesse facendo per la prima volta.
Camicia
bianca, pantaloni nocciola, stivali marroni con guanti abbinati ed una
giacca
azzurra. Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo vestita in
quel modo,
quando dava prova di dimestichezza nei salti ad ostacoli a cavallo con
suo
padre che la osservava orgoglioso.
L’ora
di pranzo era
giunta ed una delle guardie si presentò al cospetto di
Regina per informarla.
Era basito nel vederla in quelle vesti, per la prima volta non gli
parve di
avere di fronte la Regina Cattiva ma una fanciulla aggraziata, per
fortuna
l’elmo sulla testa impediva alla donna di guardarlo in volto.
Ancora poche ore
e si
sarebbe trovata davanti alla persona che avrebbe potuto renderla felice
ogni
singolo giorno, nella speranza che i suoi sentimenti fossero ricambiati
e che
quel fato fosse per la volta dalla sua parte.
____________________________________________________________________________
Salve a tutti!!
Sempre tra Voi J Mi
c’è voluto un po’ per aggiornare
ma sono iniziati i corsi di ballo.
Comunqueeee…
Nuovamente
grazie per le recensioni del precedente episodio. Mi spiace Celian1987
ma dovrai
attendere ancora un episodio per poter leggere finalmente
l’incontro tra le
due. Resistiiiii ahahah
Attendo come
sempre i
Vostri pareri.
A presto
Trish
|
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Capitolo 8 *** Verso l'incontro ***
Il pranzo
iniziò in modo
totalmente diverso da come aveva immaginato, sia sua madre che suo
padre erano
in silenzio, anche se i loro sguardi valevano più di mille
parole.
“Emma
Tesoro, è un
piacere fare colazione insieme stamattina, pensavo che le ore piccole
di
stanotte influissero sul tuo risveglio” disse James per
rompere quel ghiaccio
che s’era formato.
“Un
sogno a fatto si che
mi svegliassi prima del previsto, ma ho avuto comunque modo di
riposare”
rispose la bionda.
“Emma
mia cara” continuò
la madre “Il ballo di ieri sera è stato
assolutamente perfetto e spero tu abbia
avuto modo di conoscere dei principi interessanti
che…”
Quel modo di
iniziare già
un discorso, di per se fastidioso, non piacque per niente a Emma,
già sapeva
dove la madre voleva andare a parare, così con tutta la
fermezza che possedeva
replicò.
“Si
sono stata costretta
a parlare e ballare con tutti i damerini presenti in quella sala, ma
nessuno di
loro ha attirato la mia attenzione madre. Il Vero Amore che cerco io
non è di
certo in quei palloni gonfiati che erano presenti ieri sera. Solo una
persona è
riuscita a farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio in una
serata
che sembrava quasi infinita e avrò modo di vederla molto
presto” detto ciò,
congedandosi, uscì dalla stanza sbattendo la parta e
lasciando i genitori a
bocca aperta.
“Sai
forse di chi stava
parlando?” chiese incuriosito James
Snow pur non
aprendo
bocca fece intendere al marito che non ne aveva proprio idea con un
gesto delle
mani.
L’aria
iniziava ad essere
pesante al castello, ed Emma non riusciva proprio a sopportare quella
situazione, avrebbe di certo tenuto testa a sua madre, ma quel giorno
non voleva
essere di pessimo umore, cosi si diresse correndo verso le stalle. Un
minuto di
più in quel luogo e si sarebbe trovata Biancaneve alle
spalle per delle
delucidazioni. Sellò il cavallo più in fretta che
poteva e senza avvisare nessuno
si lanciò al galoppo verso l’uscita del castello.
Nella Foresta avrebbe trovato
di certo la tranquillità che voleva ed avrebbe finalmente
potuto rivedere
Regina.
Era cresciuta in
quel
luogo, che molti temevano per le svariate creature che lo popolavano
ma, per
lei era come una seconda casa, le avventure più belle le
aveva vissute li e
nemmeno i temuti troll ormai le facevano paura. Di certo non era un
comportamento da principessa, ma s’era sempre ritenuta un
maschiaccio. La vita
di corte era certamente il suo futuro, ma non lo era oggi.
Finalmente
lontana da
casa, procedeva al passo ed inalava tutti i profumi e rumori che la
Foresta le
offriva. Sui rami degli alberi degli usignoli davano sfogo al loro
meraviglioso
canto ed alcuni scoiattoli la inseguivano sui rami più alti.
Quanto le piaceva
quel luogo, la faceva sentire viva, serena e libera. Persino la
pressione che
sua madre le aveva causato ormai era acqua passata. Coglieva ogni
piacere di
quel luogo, era il suo nascondiglio, il suo covo e per la prima volta
l’avrebbe
condiviso con qualcun altro. Qualcuno che era riuscito a rapirla con un
solo
sguardo ed a farle provare quello che in vita sua non aveva mai
sentito…
Emozioni vero.
In un salone
quasi deserto,
Regina si stava gustando il pranzo in rigoroso silenzio. Suo padre non
aveva
mai osato chiedere di potersi sedere al suo fianco. Rispettava sua
figlia tanto
quanto un suddito rispetta la propria regina. La tristezza
però era presente
nei suoi occhi, quanto avrebbe voluto vederla accanto ad un uomo che
potesse
riportare la felicità non solo nel suo cuore ma anche in un
reame ormai
dimenticato dal mondo. Quei silenzi potevano essere riempiti,
quell’oscurità
divenire bagliore e quelle porte chiuse a tutti aprirsi a balli,
ricevimenti e
feste. C’era stato tempo in cui tutto questo accadeva ma
ormai restava solo un
vago ricordo su alcune tele ingiallite di quadri appesi alle pareti.
Le mani di
Regina
sudavano ed il cuore batteva in gola, persino lo stomaco si era chiuso,
erano
sensazioni ed emozioni dimenticate. Più passava il tempo
più aveva voglia di
vedere quel viso, immergersi nuovamente in quel verde e sentirne il
respiro
sulla pelle. I pensieri si sovrapponevano tanto da farle dimenticare il
mondo
che la circondava. La lingua percorse la sua bocca ed il labbro
inferiore venne
stretto fra i denti.
La mora prese un
lungo
respiro che si appoggiò allo schienale del trono posto a
capotavola, lo sguardo
perso nell’immenso soffitto dove uno prestigioso lampadario
si stagliava sopra
la sua testa. Quella donna la stava facendo impazzire e non poteva
sopportare
di non averla.
“Padre”
la mora ruppe il
silenzio
“Mia
Regina” rispose l’uomo
avvicinandosi alla figlia
“Sono
combattuta e per la
prima volta mi sento incapace di trattenere delle emozioni”
Detto
ciò si alzò dal
trono ed abbracciò il padre. Era da 28 anni che Regina non
manifestava quest’affetto,
all’epoca scelse la via della redenzione e non della
vendetta. Henry non
chiese, sapeva i cambiamenti della figlia si cinse soltanto a
ricambiare quel
tenero gesto. Durò qualche istante poi la mora si
congedò ed uscì dalla stanza
lasciando il padre con un leggero sorriso sul volto.
Come ordinato,
il suo
amato destriero era pronto per la cavalcata. Il manto era davvero
impeccabile e
lucido, ed una sella era già stata posizionata sopra la
schiena dell’animale.
Con molta dimestichezza Regina si issò e procedette in modo
signorile verso
l’uscita delle stalle.
“Vostra
Maestà”
esclamarono alcune guardie vedendola uscire
“Oggi
non esigo nessuna
scorta, restate a palazzo” Disse la mora senza nemmeno
degnarli di uno sguardo.
Detto questo
lanciò il
cavallo al galoppo sulla strada che l’avrebbe portata alla
Foresta Incantata.
Il vento passava tra i capelli, si sentiva così felice, come
se stesse andando
per la prima volta ad un appuntamento. La lunga distesa di prati venne
percorsa
rapidamente dal cavallo, che pareva risentire minimamente della
distanza
percorsa, man mano i fitti alberi della Foresta Incantata diventavano
più
vicini fino a delineare ogni singolo ramo.
Regina sapeva
orientarsi
decisamente bene all’interno della boscaglia, quando era
ragazzina le piaceva
addentrarsi per sfuggire alle grinfie della madre ed il tempo non aveva
cambiato per niente quel luogo. L’odore della terra umida, i
giochi di luce che
facevano i raggi del sole attraverso i rami, le gocce di rugiada sulle
foglie ed
i versi degli animali intorno a lei ed anche se non lo dava a vedere
una parte
di quella ragazzina viveva ancora in lei.
Emma, era
arrivata da
diverso tempo nel luogo dell’incontro, quella solitudine
l’aveva aiutata a
raccogliere tutte le idee che aveva per la testa. Se il cuore la
spingeva fra
le braccia di quella donna, un motivo c‘era, ed aveva
intenzione di seguirlo.
Era lontana da quel luogo sorvegliato, da quella madre invadente e quel
mondo
che non le apparteneva. Qualunque cosa sarebbe successa in quella
Foresta non
avrebbe in alcun modo condizionato i pensieri dei suoi genitori,
sarebbe rimasto
un segreto tra loro.
Tra la fitta
vegetazione
che insidiava il Pozzo dei Desideri fece finalmente capolino Regina. Le
due
donne si scambiarono uno sguardo ed un semplice e dolce sorriso
comparve sulle
loro labbra. Quel luogo era famoso per realizzare ogni tipo di
desiderio, ed
entrambe ne avevano uno.
________________________________________________________________
Salveeee!!
Potrà
passare anche una
settimana ma non posso non aggiornare questa FF.
Grazie per i
commenti
lasciati e per le persone che stanno seguendo l’evolversi di
questa relazione.
Ormai
l’incontro tra le
due sta per avere inizio… Per la felicità di
tutti voi eheheh
Attendo di
leggere i
Vostri sempre graditi e preziosi commenti
Trish
|
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Capitolo 9 *** IL VERO AMORE ***
“Buongiorno
Regina”
esclamò la bionda, alzandosi dalle pietre su cui era
poggiata.
“Buongiorno
a Voi Emma”
continuò Regina procedendo con cautela tra le radici ed i
tronchi d’alberi
caduti.
“Speravo
davvero che
aveste accettato il mio invito per oggi, sono vivamente dispiaciuta per
l’accaduto delle sera scorsa e volevo avere modo di porgervi
le mie più sentite
scuse senza essere disturbata perennemente. E di certo la Vostra
compagnia oggi
non fa che rallegrarmi la giornata”
“Non
è accaduto nulla di
grave ieri sera, al contrario. Mi ha fatto veramente piacere conoscervi
ed è
stato ancora più piacevole questo invito”
Le due donne si
sedettero
su un tronco caduto a terra. L’imbarazzo si leggeva negli
occhi di entrambe e
le rispettive presenze incutevano non pochi sentimenti nei confronti
dell’altra. Un silenzio quasi irreale si frappose tra loro,
sapevano quanto
fosse difficile esprimere i propri sentimenti, specialmente quando di
fronte a
loro non si delineava un principe virile come avrebbero voluto i
relativi
genitori.
Fu Emma, che
dopo aver
preso un lungo respiro, iniziò un discorso che avrebbe
potuto rivelarsi un
grave errore non sapendo ciò che provava la mora.
“Sapete,
il ricevimento
tenutosi doveva essere un modo per incontrare l’uomo che un
indomani mi avrebbe
affiancato nella vita, come sposo, come miglior amico e come re di un
regno che
non sarei mai in grado di gestire da sola. Tanti, forse troppi sguardi
ho incrociato
ieri sera ma solo uno ha fatto battere forte il cuore, ha dato una
boccata
d’ossigeno puro ai polmoni ed abbattuto ogni senso. E Vi
giuro che non ho mai
provato niente del genere. E quello sguardo è
…”
Una pausa
seguì, non
sapeva a cosa sarebbe andata in contro, ma doveva farlo. Non avrebbe
potuto
vivere con quel dubbio, quel sentimento nascosto.
“…
Il Vostro”.
Gli occhi della
bionda
stavano osservando un punto impreciso della foresta non sarebbe
riuscita a
sostenere il colpo. Regina rimase a bocca aperta, sbalordita, non era
di certo
preparata ad un’esclamazione così diretta e che
rispecchiasse i suoi stati
d’animo.
“Io
non posso…”
Regina non
riuscì a
finire la frase che Emma si alzò in piedi e le
voltò le spalle.
“Non
era di certo mia
intenzione ferirVi in alcun modo e posso già immaginare il
Vostro pensiero. Mi
spiace tanto credo sia meglio che torni a palazzo.”
“No…
Volevo dire che io
non posso credere che ciò che avete provato sono gli stessi sentimenti che il mio cuore
aveva scordato.
Non appartenevano più a me, eppure siete stata in grado di
farli rivivere, di
far sciogliere quel ghiaccio che aveva bloccato tutto questo.”
“Cioè?”
rispose la bionda
L’aria
divenne
improvvisamente pesante, i loro occhi erano di nuovo incastrati tra
loro, le
mani di Regina presero delicatamente quelle di Emma. Stavolta non ci
sarebbe
stata nessuna interruzione, nessuna paura, erano sole ed avrebbero
trovato una
spiegazione a quei sentimenti.
Quel piccolo
gesto fece
sussultare entrambe le donne, nei loro stomaci si potevano percepire
milioni di
farfalle, ed il cuore balzò in gola. Se quello era un sogno,
era il momento per
svegliarsi, ma così non fu, era la vita reale.
I loro volti si
avvicinarono, di nuovo il respiro poteva sfiorare la pelle. Quella
distanza che
c’era stata fra loro si andava man mano stagliando. Le labbra
finalmente si
sfiorarono, si toccarono, fu un emozione nuova, un soffio di vita. Le
labbra di
Emma cosi morbide, delicate e desiderose e quelle di Regina rosse,
vogliose e
sicure. Gli occhi erano chiusi, cosi da assaporare ogni singolo
piacere, le
mani di Emma si posizionarono intorno al bacino di Regina e quelle
dell’altra erano
immerse nei capelli della bionda.
Gli occhi si
aprirono ed
era come aprirli per la prima volta dopo anni, l’Amore, il
Vero Amore era
proprio davanti a loro, non si sarebbero mai aspettate questo. Avevano
tanto
desiderato quel giorno, il giorno in cui tutti le attese e le
sofferenze
avrebbero lasciato spazio a tutto questo.
Il tempo di
prendere
respiro e le labbra si unirono nuovamente, lasciando spazio alle lingue
che
ambiziose si rincorrevano; i sensi vennero abbandonati da entrambe ed
il
desiderio ebbe la meglio. Quella bramosità che il corpo
chiedeva doveva essere
saziata. Le mani iniziarono a slacciare bottoni, slegare lacci,
desiderose
finalmente di toccare il corpo della persona tanto voluta, tanto attesa.
Quando
finalmente i loro
corpi nudi si toccarono non ci furono più contegni. Era come
avere tra le mani
l’oggetto più delicato che esistesse al mondo.
Entrambe si adagiarono sui
vestiti ormai caduti a terra. Emma aprì gli occhi, poteva
ammirare sotto di lei
la perfezione, con delicatezza iniziò a baciarle il viso, ne
percorse i
lineamenti con la punta della lingua.
I brividi
pervasero
Regina quando Emma iniziò a succhiarle il lobo
dell’orecchio ed un gemito uscì
dalle sue labbra. La bocca della bionda ancora desiderosa di quel corpo
continuò il suo corso, sul collo lasciò piccoli
segni, come a dimostrare che
quella donna ormai apparteneva a qualcuno. I capezzoli si irrigidirono
e come
un neonato, Emma li fece suoi.
Era ormai in
preda alle
emozioni la mora, nessuno avrebbe distrutto quel momento, era
ciò che aveva
sempre voluto, sentirsi desiderata, voluta da qualcuno. Le mani della
bionda
accarezzavano i suoi seni mentre il suo viso continuava a scendere,
voleva
possederla, voleva privarla di ogni pudore in quel momento. Prima di
scendere
nella sua intimità il suo sguardo percorse nuovamente quella
figura, ed un viso
ormai in piena godimento fu la conferma che voleva. La sua bocca, la
sua lingua
presero possesso dell’intimità di Regina.
Fu un piacere
inebriante
quello che la pervase, tanto che ne raggiunse l’apice. Un
grido soffocato uscì
dalla bocca della mora ed Emma poteva coglierne il sapore. Quanta gioia
pervase
gli occhi della mora, quelle lacrime che scivolavano sul suo viso per
la prima
volta non erano indirizzate a sofferenza.
Il respiro era
affannato,
la bionda con cautela raggiunse il viso di Regina e lo baciò
con immensa delicatezza.
Non chiese nulla sulle lacrime che scendevano sulle guance,
perché la risposta
a quella domanda arrivò poco dopo.
La mora si
posizionò
sopra il corpo di Emma ed all’orecchio le sussurrò
qualcosa.
“Grazie”
Una semplice
parola. Poi
le labbra si posizionarono su quelle della bionda e le mani andarono a
cercare
quelle dell’altra.
Non
riuscì proprio a
farne a meno, era come se il corpo della bionda la chiamasse a se; ne
assaporò
ogni singolo centimetro, era un richiamo a cui non poteva resistere,
ogni bacio
dato su quella pelle era fuoco sulle sue labbra. E più ne
dava più ne voleva
dare.
Un corpo tonico,
forte si
presentava sotto il suo, come aveva immaginato non sarebbe mai riusciva
a
storcere un capello a quella donna al contrario, un solo bacio aveva
abbattuto
qualsiasi corazza che aveva costruito intorno a se. Sua madre aveva
torto, lei
aveva torto, aveva sempre creduto che l’Amore fosse solo che
una debolezza, ma
ora sentiva una forza immensa dentro di lei. E la stava manifestando
proprio in
quel momento.
Ogni parte del
corpo fu
baciata, accarezzata, voluta e non ci volle molto prima che quelle
labbra
prendessero possesso del punto debole di Emma e nella Foresta Incantata
un nome
riecheggiò, come a dimostrare al mondo che in
quell’incontro c’era molto di più
che una scappatella segreta.
I loro corpi
nudi,
stretti in un tenero abbraccio ammirarono il correre delle nuvole in
cielo in
completo silenzio. Non c’erano abbastanza parole per
descrivere quell’Amore
sbocciato in una singola serata. Poco importava se al loro fianco
c’era il
corpo di una donna anziché quello di un uomo.
L’Amore va oltre tutto questo
quando due persone sono destinate a stare insieme. Quando sono le
emozioni che
nascono a creano un legame indissolubile, come se il destino avesse
già capito
tutto, ed avesse creato l’una per l’altra.
Lontano da occhi
indiscreti,
in una giornata di sole, il desiderio di entrambe si
realizzò. Il Vero Amore trovò
posto nei loro cuori. Anche stavolta il Pozzo dei Desideri aveva
lasciato il
suo frutto.
Fu difficile
trovare la
forza per separarsi, per tornare nei rispettivi castelli senza aver
accanto la
persona che tanto avevano atteso. Ma si lasciarono con la promessa di
rivedersi
il giorno seguente. Nulla ormai poteva contrastare
quest’Amore scritto nel
destino.
Salve a tutti!!
So di essere in
netto ritardo
con la pubblicazione di questo seguito, ma spero che questo possa farmi
perdonare.
Come avete visto
la
storia non finisce qui, nella mia testa hanno già preso
forma altri capitoli.
Resto in attesa
di Vostre,
sempre gradite, recensioni.
Alla
prossimaaaaaa
Trish
|
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Capitolo 10 *** Gli errori del passato ***
Fu
la notte più bella che
entrambe avessero mai avuto, solo dolci e teneri sogni cullarono le due
donne.
La mente vagava tra i momenti vissuti il pomeriggio precedente ed un
tempo non
ben definito nel quale non c’erano evasioni o rifugi segreti
dove il loro amore
poteva sfociare e consumarsi. Ma come in tutti i più bei
sogni fu il bagliore
di un raggio di sole a risvegliarle.
Un
nuovo giorno, un giorno che
iniziava con un bellissimo sorriso e il pensiero vagava già
in quel luogo, il
loro luogo. Entrambe le famiglie si accorsero che qualcosa nelle loro
figlie
era cambiato, una luce nuova si ammirava negli occhi di entrambe, ed
era
impossibile non leggere tra le righe e capire che qualcosa era successo.
Un
uomo dalle vesti eleganti, con
uno sguardo fiero e dai modi signorili bussò pesantemente
alle porte del
palazzo di Regina. Al suo fianco un robusto cavallo riportava sulla
coperta
presente sotto la sella l’inconfondibile stemma del regno di
Biancaneve. Le
porte si aprirono lentamente e l’uomo
s’incamminò con assoluta tranquillità
lungo il percorso che l’avrebbe condotto
all’entrata principale del castello.
Regina
comparve dall’uscio del
grande portone, dal quale solitamente usciva il padre Henry per
accogliere gli
ospiti e nel vedere chi aveva di fronte un sussulto la colpì
in pieno petto.
“I
miei più sentiti ossequi
Vostra Altezza” disse l’uomo dopo aver fatto un
plateale inchino “Ho ricevuto
l’ordine dalla Regina Biancaneve di portarVi questo
scritto” detto ciò l’uomo
estrasse dalla sacca del suo fidato destriero una pergamena chiusa che
consegnò
tra le mani alla mora.
“Possibile
che Biancaneve abbia
scoperto ciò che era accaduto il giorno prima? O che Emma
avesse raccontato
alla madre tutto?” I brividi percorsero la sua schiena al
pensiero di ciò che
poteva esserci tra le righe di quel foglio. Con un cenno del capo
ringraziò il
guerriero davanti a lei che senza altre parole montò sul
cavallo e attraversò
nuovamente le grandi porte, lasciandosi alla spalle una Regina persuasa
da
dubbi.
La
donna rimase qualche istante a
contemplare ciò che aveva in mano, non poteva nuovamente
perdere la persona
amata. Anche per lei doveva esserci un lieto fine, si era redenta molti
anni
prima, possibile che quello sforzo fatto non avesse cambiato nulla? Una
nube
viola cosparse il suo corpo e si trovò nelle sue stanze. In
quel luogo nessuno
avrebbe potuto vedere eventuali lacrime versate.
Il
sigillo di cera venne rotto e
con la mano lievemente tremante il foglio venne srotolato con molta
cautela.
“Mia Cara Regina,
Sono stata davvero entusiasta nel rivederti a
palazzo durante la
cerimonia. E da quella sera non faccio altro che pensare a quanto io
abbia
sbagliato molti anni fa. Il tempo può lenire tante cose ma
il malessere che
provo nell’averti rovinato la vita mi mangia ancora oggi.
Spero davvero in un
tuo perdono. Ero una ragazzina ingenua e mi sono fidata della persona
sbagliata. Non avrei mai pensato che Tua Madre potesse arrivare a fare
un gesto
simile. So quanto hai sofferto per aver sposato un uomo che non hai mai
amato
ma purtroppo non me ne sono mai resa conto fino al giorno in cui compii
il
primo passo sull’altare. Al mio fianco ho l’uomo
che ho amato dal giorno in cui
l’ho incontrato la prima volta e non posso minimamente
pensare alla tristezza
che provasti tu nel fare quel passo verso un futuro che non ti
apparteneva.
Voglio dissolvere quell’odio che tu provi
nei miei confronti, e riavere
un’amica accanto, trovare nel tuo abbraccio la stessa
sicurezza che provai il
giorno in cui mi salvasti la vita.
Sarei molto entusiasta se accentassi
l’invito per il pranzo di oggi
presso il mio castello per sanare quell’attrito che
c’è tra noi.
Biancaneve”
Era
un misto di rabbia, rancore e
sollievo quello che la mora provò non appena ebbe finito di
leggere. Nella sua
mente ancora vagava la sofferenza che quella giovane bambina
provocò, ma il
tempo allevia anche le ferite più profonde ed era arrivato
il momento di
cambiare pagina, se aveva provato tutto quel dolore un motivo
c’era, magari
quello era il prezzo di un errore che aveva dovuto pagare sulla sua
pelle. Ma
ora il destino aveva di nuovo condotto un Amore nel suo
cuore… Un Amore che era
proprio il sangue del sangue di quella persona che tanti anni prima
aveva
rovinato la sua vita.
Stivali
di pelle, pantaloni
aderenti, un corpetto aderente ed un sontuoso soprabito ricamato, il
tutto di
un nero impeccabile comparvero sul suo corpo e per dare un altro tocco
d’eleganza un cappello in tinta venne posizionato sopra i
lunghi capelli
ondulati della donna. La sua bellezza era inaudita, qualsiasi uomo
sarebbe
rimasto abbagliato da ciò. Peccato che la sua fama
antecedeva il suo corpo cosi
perfetto.
L’elegante
carrozza attendeva la
donna esattamente dove il soldato qualche ora prima s’era
fermato. Era già la
seconda volta che nel giro di pochi giorni faceva ritorno in quel
castello, se
avesse pensato una cosa del genere qualche anno prima di certo non ci
avrebbe
creduto.
I
pensieri le fecero compagnia
per tutto il tragitto, avrebbe rivisto Emma, la Sua Emma tra le mura di
quel
palazzo che le aveva fatte incontrare, conoscere.
Ma avrebbe dovuto valutare ogni parola,
sguardo e comportamento per non far insorgere nella madre i sospetti di
un loro
incontro o altro. L’attesa nel rivederla era divenuta
massacrante, eppure
s’erano viste il giorno prima, ma tutto le ricordava quegli
incantevoli occhi
verdi, quelle labbra morbide, quel corpo forte e quel profumo
inebriante.
Le
lunghe gradinate di corte
furono percorse velocemente da Emma, era dalla sera prima che sentiva
dentro di
se un energia nuova e le pareva quasi impossibile che fosse
l’Amore che le
concedeva tutto questo. Aveva una gran voglia di abbracciare i suoi
genitori
per ringraziarli involontariamente di quel ballo, di quella
possibilità che le
era stata concessa per conoscere quelle donna che tanto desiderava, che
tanto
aveva atteso.
Trovò
sua madre intenta a
assaporare una tazza di infuso caldo davanti al camino e, dalla
finestra del
salone poteva scorgere il padre che si esercitava con la spada insieme
ad
alcuni soldati. Senza i tacchi ai piedi il suo passo non rimbombava
all’interno
della stanza e dopo aver inciampato nel tappeto sotto le sedie si
posizionò
davanti al camino.
“Ti
vedo alquanto esuberante ed
allegra stamattina figlia mia”
“Assolutamente
si Madre, ho
passato un ottimo pomeriggio in compagnia ieri e questo mi rallegra
molto le
giornate”
Ricordava
benissimo la reazione
avuta dalla figlia la mattina precedente così Biancaneve
eclissò il discorso
senza chiedere ulteriori informazioni.
“Emma
cara, oggi a pranzo avremo
un ospite di cui non t’ho mai parlato, ho commesso un errore
madornale in
passato ed ho causato la rabbia e l’infelicità di
questa persona. Oggi voglio
dimostrare che non solo lei è cambiate, ma anche
io”
“Cosa
è accaduto di così tanto
grave madre?” rispose la bionda incuriosita
“Ho
negato a questa persona di
poter amare l’uomo che tanto riempiva d’amore il
suo cuore, e per colpa di
questo mio malinteso e mia ingenuità egli è morto
per mano di un essere
talmente spregevole da indurre questa donna all’utilizzo
della magia nera e al
potere. E se questo non bastasse è stata obbligata a sposare
un uomo che non ha
mai amato. So che è una cosa orribile quella che ho fatto ma
all’epoca ero solo
una bambina e come tale mi sotto fatta abbindolare da sua
madre.” Lo sguardo di
Biancaneve era perso all’interno di quella tazza davanti a
se, quasi non
volesse leggere negli occhi di Emma l’emozione causata da
quella confessione.
“Possibile
che questa donna si
sia lasciata trasportare da questo desiderio vendicativo?”
“Vedi
cara, il suo unico scopo
era quello di vedermi soffrire tanto quanto io ho fatto soffrire lei.
Ogni
persona che mi nascondeva veniva uccisa, ed in ogni dove erano appese
locandine
che chiedevano la mia morte. Quando lei sposò mio padre,
quindi tuo nonno,
all’interno del suo cuore già provava rabbia nei
miei confronti. E quando lui
morì non esitò nemmeno per un istante a darmi la
caccia.”
“Ma
questo è orribile”
“Sai
Emma, so di aver sbagliato e
me ne pento ancora oggi della sciocchezza commessa, ma so anche che
questa
donna si è redenta ed il suo cuore non è
più bramoso di rabbia e potere. E’
stata a lungo lontano dal resto del mondo ed ora voglio che tutto venga
dimenticato e che si ricominci una nuova vita. Voglio che lei possa
perdonarmi
come io ho perdonato lei.”
“Ma
questa donna ha commesso
delle cose spregevoli, mi rendo conto che la rabbia ha la meglio sulle
emozioni
ma possibile che ella posso essere perdonata?” chiese con
disprezzo Emma
“So
benissimo che molte vite sono
state infrante, ma potevano essere salve se io non avessi spezzato
quella del
suo amato Daniel. Quando si ha al proprio fianco la persona che
più ami e ti
viene portata via allora la reazione che si ha è devastante
e ti spinge a fare
cose orribili”
“Me
ne rendo conto anche io adesso,
ho incontrato una persona che mi sta rendendo felice senza fare nulla
di
eccezionale e non so cosa farei se qualcuno impedisse questa mia
gioia”
Un
sorriso malinconico si dipende
sul volto di entrambe. Nel frattempo la sontuosa carrozza di Regina
stava
entrando nel cortile del castello di Biancaneve. Il cavalli si
arrestarono ed
un ragazzo si avvicinò alla porta della carrozza e dopo un
solenne inchino, la
bruna fece capolino dall’interno mentre la polvere alzata
dalle ruote pian
piano andava ad adagiarsi a terra.
Il
passo elegante di Regina si
faceva strada tra i corridoi del castello preceduta soltanto da una
guardia che
l’avrebbe accompagnata al cospetto di Biancaneve. Il
tacchettio riecheggiava in
quei lunghi corridoi e solo l’eco rompeva quel silenzio.
All’interno della
stanza si distinsero i bussare alla porta d’entrata.
Biancaneve, voltatasi, incitò
il suo soldato ad entrare mentre Emma dal canto suo s’era
messa di spalle ed
osservava dalla finestra la dimestichezza del padre.
“Vostra
Altezza. La Vostra ospite
è arrivata”
Un
piccolissima pausa seguì
quella frase e la figura della mora face la sua comparsa
all’interno della
stanza.
“Mi
fa veramente piacere tu abbia
accettato l’invito Regina”
Dopo
aver sentito quel nome Emma
si girò e trovò di fronte a se la figura della
mora vestita di tutto punto.
Possibile che la donna che il suo cuore le aveva indicato come il Vero
Amore
era un essere crudele e spietato e per di più era anche la
matrigna di sua
madre.
“E’
un vero piacere per me essere
qui Biancaneve”
Gli
occhi di Regina andarono poi
ad incontrarsi con quelli di Emma e non ci trovò
più del tenero. Ora si poteva
leggere stupore, tristezza e incredulità.
“Emma
ti presento Regina, lei è
la persona di cui ti ho parlato poco fa”
“Regina
questa è mia figlia Emma,
non credo di aver avuto modo di presentartela al ballo”
Il
quel momento la mora colse
ogni singola spiegazione di quello sguardo e si vergognò di
tutto quanto. Per
la seconda volta il Vero Amore si stava allontanando dalla sua vita per
colpa
di Biancaneve.
_____________________________________________________________________
Eccomi
con un nuovo capitolo di
questa FF.
Chi
poteva non incrinare un Amore
sul nascere se non Biancaneve?! Lo zampino ce lo mette
sempre…
Resto
in attesa dei Vostri
graditissimi pareri.
Alla
prossimaaaaaaa
Trish
|
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Capitolo 11 *** Le seconde possibilità ***
Fu
come se la stanza si stesse
chiudendo in se stessa. Le pareti divenivano sempre più
strette ed i pochi metri
che le separavano sembravano quasi infiniti. Non c’era stato
bisogno di
spiegazioni, il volto della bionda parlava da solo. Il più
orribile dei segreti
era stato svelato. Non sarebbe rimasto tale, tutto sarebbe stato
raccontato a
tempo debito quando Regina avrebbe avuto la sicurezza che qualsiasi
cosa fosse
accaduta Emma sarebbe rimasta al suo fianco.
In
quella stanza si fermò il
tempo e lo spazio. Solo il rumore della legna che ardeva e delle spade che si
incrociavano infrangeva
quel gelo. Un gelo che non si sarebbe di certo sciolto con una fiamma
qualsiasi. I loro sguardi erano persi l’uno
nell’altra e persino Biancaneve si
accorse che c’era qualcosa di ambiguo in tutto
ciò. Osservava prima la figlia e
successivamente la matrigna con continuità senza sapere in
cuor suo perché Emma
avesse quello volto incredulo davanti ad una donna che non poteva mai
aver
conosciuto in vita sua.
Gli
occhi della bionda iniziarono
a gonfiarsi per le lacrime trattenute, aveva voglia di piangere,
disperarsi,
urlare al mondo perché la sua mente, il suo corpo e
soprattutto il suo cuore
avevano ceduto ad una donna cosi crudele, ripugnante e cattiva. Si
cattiva era
il termine corretto… Regina Cattiva. In tutte le favole ne
è presente una e
fino a quel momento la sua favola, la sua vita non aveva ancora
incrociato quel
fato tanto orribile. Gli occhi si abbassarono e l’unica cosa
che in quel
momento voleva fare era scappare, correre il più lontano
possibile da quella
stanza, da quella persona. Le gambe si mossero, passo dopo passo,
finché non si
trovò esattamente a fianco di quella che pensava fosse
l’Amore, il Vero Amore.
Gli occhi di entrambe erano incastrati ancora tra loro. Lo sguardo era
basso
però come se si volesse nascondere la più
terribile delle colpe.
Emma
poteva ancora sentire il suo
profumo, quel delicato profumo di mele che sempre aveva accompagnato
quella
donna, che dal primo momento l’aveva incuriosita. Poteva
sentire il suo respiro
spezzato da dalla tristezza, dalla sorpresa, dalla consapevolezza di
aver
commesso un errore imperdonabile. Un altro passo, stava ormai di spalle
a
Regina, di spalle all’unica persona che fino a quel momento,
da quando l’aveva
conosciuta, aveva riempito le sue giornate di sorrisi, di desideri. Ora
di tutto
ciò rimaneva un vago ricordo, perché il cuore
della bionda piangeva, piangeva
di lacrime amare. Non poteva voltarsi, non riusciva a farlo anche se la
mente
come sempre voleva l’opposto.
Regina
dal canto suo non poté
fare a meno di assistere ad una storia già vissuta, ma
scritta in maniera
differente. Un altro futuro si stava sgretolando. Non era
più un cuore ad
andare in polvere ma la terra sotto i suoi piedi e le pareva di vedere
un
baratro nero senza fondo nel quale sarebbe precipitata nuovamente. Quando Emma le fu accanto
il suo corpo era
come immobilizzato bloccato da quella dannata paura di vivere in eterno
con
l’ennesimo fallimento in amore.
I
passi erano lenti e pian piano
si avvicinavano a quella porta che sarebbe stata la via
d’uscita da quella
stanza, da quell’Amore che tanto aveva bramato, atteso di
vivere. La mano di
Emma ormai era poggiata sulla maniglia. Il sogno era finito si ripeteva
nella
mente. Il sogno di vivere la vita che voleva con la persona che voleva,
che era
stata scelta dal destino per lei.
Lo
sguardo di Biancaneve era
incollato a quella strana scena che si stava via via sviluppando
davanti ai
suoi occhi, era incredula, sbigottita da tutto questo.
“Emma
aspetta” la voce di Regina
ruppe quel silenzio che era piombato in quella stanza, ma ne segui
altrettanto.
“Mi
spiace” Fu nuovamente lei a
parlare
“Come
hai potuto fare tutto quel
male? Che razza di donna sei?”
Ne
la mora ne la bionda si
voltarono l’una verso l’altra solo le parole
raggiungevano i legittimi
destinatari. Parole dure e forti.
“Non
ci sono parole per
descrivere tutto quello che ho fatto e giuro… Ti giuro che
te l’avrei detto. E’
un passato di cui non vado fiera e del quale pago ancora oggi”
“Voi
due vi conoscete?” Stavolta
fu Biancaneve ad intromettersi nel discorso, sempre più
confusa dalle parole di
entrambe.
“Si
Madre, non due ci conoscevamo
già. O per meglio dire pensavo di conoscerla. Ma non sapevo
chi fosse
realmente” la rabbia accompagnò ogni singola
parola “Forse Regina Cattiva a
questo punto le si addice di più”.
Quella
frase piombò nelle
orecchie della mora come un colpo in pieno petto, l’ennesima
colpa, l’ennesimo
rimpianto. Quel baratro diventava sempre più nero pronto ad
inghiottirla,
rapirla da quella vita.
“Tu…
Tu non sai come ci si può
sentire, cosa si può provare quando la persona a te
più cara, la persona che
dovrebbe offrirti un abbraccio dopo una lacrima, un bacio prima di
andare a
dormire strappa dal petto della persona che più ami, a cui
eri promessa, il
cuore. Un cuore nel quale era racchiuso un amore grande, una promessa
di
matrimonio. Per poi farlo diventare cenere fra le dita. Una vita
spezzata ed
un'altra che vive ogni giorno con il rimpianto di non aver potuto far
nulla per
cambiare il destino.” Regina si voltò verso Emma
“Ed avere tra queste mani
ormai il corpo senza vita dell’uomo che più ai
amato e di fronte a te una madre
che dice d’aver fatto tutto questo per Amore”
Quelle
parole scossero Emma… Il
sogno… Quel sogno che tanto l’aveva turbata,
rattristita, affranta. Tutto
quello era reale. Era accaduto molti anni prima ma era reale. Qualcosa
aveva
voluto mostrarle il passato di quella persona prima che tutto avrebbe
avuto
inizio.
“Il
ragazzo… La stalla… Quella
donna… Io ho visto tutto questo o meglio l’ho
sognato ma ho provato il tuo
dolore. In un modo o nell’altro il tuo passato è
entrato nei miei sogni. Ma
come è possibile che tu sia così…
Giovane?”
“Magia
Emma una magia che mi fa
vivere ogni giorno con quel rimpianto, quel dolore e lo
vivrò per sempre.”
“Posso
sapere in che modo vi
siete incontrate? Vista tutta questa confidenza?” Biancaneve
era curiosa,
troppo curiosa, ma in quel momento le due donne erano troppo impegnate
a sanare
quel diverbio che s’era creato, che rispondere alla sua
domanda.
“Probabilmente
non potrai
perdonarmi, ma spero tu possa capirmi visto che dici di aver provato
ciò che ho
provato io. Non sono più quella persona Emma, quella Regina
Cattiva non esiste
più, esiste solo Regina che paga ogni giorno il prezzo degli
errori del
passato” Quelle parole vennero pronunciate dalla mora con le
lacrime agli occhi
come una supplica, per non far prendere una decisione affrettata,
avventata e
veder sfumare un futuro.
“Ho
vissuto in un mondo felice
fino a poco tempo fa, in un mondo in cui tutti vivono felici e
contenti, dove
il Vero Amore vince su tutto. In questo mondo sono cresciuta e credo di
fare la
scelta giusta in questo momento. Il passato non si può
cambiare Regina, ed in
quel passato io non ne facevo parte. Possono raccontare storie o
narrare
leggende, ma io quella Regina Cattiva non l’ho mai
conosciuta. So che ha fatto
del male a molte persone, ma so anche a cosa è dovuto tutto
questo. Vivo in un
presente nel quale tutto questo non è mai successo e non
credo succederà. Le
seconde possibilità fanno parte di questa
famiglia”
Sui
volti di entrambe si creò uno
splendido sorriso radioso. Non c’erano più segreti
ormai fra le due.
“Allora!!”
La voce fredda di
Biancaneve invase la stanza, in modo severo, autorevole “Sto
aspettando delle
spiegazioni”
Sapevano
di dover dare delle
risposte più grandi di loro, di dover affrontare un
argomento che sicuramente
non sarebbe stato visto di buon occhio dalla donna davanti a loro, ci
sarebbero
stati troppi malintesi e non avrebbe capito ciò che
effettivamente era nato in
quella serata.
“Noi…
Ecco… Ci siamo conosciute
al ballo. Nella foga di essere puntuale mi sono scontrata con lei e
durante la
serata, nei giardini, ho avuto modo di scambiare qualche parola con
lei, oltre
che porgerle le mie più sentite scuse. Non sapevo di certo
chi potessi avere di
fronte. Tutto qui, non c è da dire altro vero
Regina?”
“Esattamente,
proprio come dice
Emma.” Disse la mora stando al gioco della ragazza.
Non
era ancora il momento giusto
per raccontare quello che è successo dopo, di certo non
sarebbe mai stato
accettato da Biancaneve.
_____________________________________________________________________
Eccomi
di nuovo!!
So
di essere in ritardo, avevo
promesso di pubblicarlo sabato ma “affari natalizi”
hanno avuto la meglio…
Scusatemi!!
Ora
a Voi i commenti, come sempre
spero sia di Vostro gradimento.
A
presto
Trish
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