Shugo tenshi

di koreangirl96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rakuen ***
Capitolo 2: *** Seicho ***
Capitolo 3: *** Jihaku ***
Capitolo 4: *** Taoreta ***
Capitolo 5: *** Keikaku (piano) ***



Capitolo 1
*** Rakuen ***


Ciao sono Simone e sono un angelo. Si, è parecchio strano e sicuramente vi chiederete: "Una storia d'amore con un angelo?". Beh...un angelo non è umano, ovvero non è un uomo, non prova le sue stesse emozioni, quindi come può innamorarsi? Ve lo spiegherò, vi racconterò la mia storia, quindi vi chiedo di non giudicare, ma di ascoltare attentamente. Mi immaginerete sicuramente come una figura luminosa, vestito di bianco, con grandi ali, ed è cosi, sono il tipico angelo con il viso dolce e i capelli biondi. Vivo, ovviamente, nel Paradiso, un posto meraviglioso, dove è sempre giorno, dove c'è sempre luce, dove non si dorme mai, dove si canta e si prega sempre (noioso, vero?), ma non solo: noi angeli veniamo "educati" da due arcangeli: Michele, il guerriero, colui che ci insegna a combattere il male, e Gabriele, l'annunciatore, fonte di saggezza e conoscenza; è da lui che nasce la mia passione per il sapere. Vedete io penso di essere strano...si strano, anche se sono una creatura perfetta creata da Dio, io mi sento diverso. Penso di essere l'unico a voler veramente conoscere il mondo, gli uomini, con i loro sentimenti, con le loro abitudini. Ma lasciamo stare per un momento le miei considerazioni bizzarre...che stavo dicendo? Ah si, stavo descrivendo il Paradiso. Quindi a capo abbiamo Dio, seguito da 24 anziani, che lo aiutano ad amministrare il mondo, poi i santi, ovvero tutte le grandi figure della Bibbia, insomma gli eroi, coloro che hanno cambiato il mondo aiutati da Dio, 144.000 israeliti, che sono saliti qui nel cielo prima dell'arrivo di Gesù sulla terra, noi angeli, che siamo infiniti, e gli spiriti buoni, ovvero gli spiriti degli uomini buoni, che dopo il giudizio universale, insieme agli altri che adesso sono nel mondo, andranno nella Gerusalemme celeste. Ecco il luogo in cui vivo...vivevo...è complicato... Tutto ebbe inizio quando fui affidato ad Agnese. ********************************************************************************************** 'Simone!' gridò Gabriele. 'Eccomi!' risposi. Come al solito ero in ritardo. Ero andato a vedere come se la passavano le altre anime nell'Inferno. Ovviamente noi non possiamo scendere da loro, come neanche loro possono salire da noi, però ci possiamo vedere. Da secoli mi chiedo cosa abbiano fatto quegli spiriti per finire in quel posto pieno di sofferenze, e ogni volta accresce quel mio desiderio di conoscere gli uomini. 'Allora Simone, sei pronto per la tua nuovo protetta?'. 'Come?!? chiesi stupito 'protetta?! Ma io non ho mai protetto una ragazza!'. 'Simone, il modo è sempre quello, non c'è niente di diverso...' 'Solo che è una donna...' dissi seccato. Non avevo niente contro le donne, ma il problema era che non sapevo come comportarmi. Gli uomini erano diversi dalle donne, cosi come le situazioni che vivevano. 'Ti vuoi tirare indietro? Se vuoi possono affidarti a qualcun'altro, ma sai quanto ci vuole.' 'Si...' Sapevo quanto ci voleva prima che gli anziani scegliessero un protetto per ogni angelo, era un lavoro molto serio e attento. 'Descrivimela...'. 'Si chiama Agnese, figlia di un medico e un'insegnante, ha tre fratelli, sono una bella famiglia, tutti hanno un angelo custode, quindi ti troverai bene'. Fui felice di questo. Infatti non tutti hanno un angelo custode. Solo chi è buono, insomma chi entrerà nel Paradiso ha un angelo accanto a se, ma chi invece è cattivo, quindi destinato all'Inferno, ha accanto a se un angelo caduto, ovvero un demone, un seguace di Lucifero. E' un po complicato: i bambini, ad esempio, che ancora non riescono a distinguere il bene e il male e quindi non controllano le loro azioni, non sono giudicati; ma quando arrivano all'età in cui sono coscienti di quello che fanno, sono affiancati da un angelo, o in caso contrario da un demone. Capita a volte che in una famiglia ci sia una persona "cattiva" e una "buona", quindi un angelo e un demone, come è successo a me. Prima di Agnese ero stato l'angelo custode di un ragazzo figlio di un uomo affiancato da un demone, quindi io e lui dovevamo vivere e operare nello stesso ambiente, una cosa piuttosto difficile, visto che gli angeli e i demoni sono eterni nemici. Provateci voi a vivere per anni con il vostro acerrimo nemico e ditemi se é facile! Ogni volta che quel demone faceva qualcosa di malvagio, come del resto è nella sua natura, io non potevo fare niente per fermarlo, perché il mio compito era solo quello di guidare ed aiutare il mio protetto. 'Perfetto. Quanti anni ha?'. 'Otto'. 'E sa già distinguere il bene e il male? Non è troppo piccola?'. 'Affatto. E' molto intelligente per la sua età, ti troverai bene con lei e anche con gli altri'. 'Va bene, sono pronto. Vado?'. 'Si, ci vedremo presto' mi sorrise Gabriele. 'Prestissimo' sorrisi. ********************************************************************************************** Ricordo ancora com'era bella la piccola Agnese, nel suo lettino, che sognava felice. Appena la vidi pensai subito che fosse la creaturina più bella che avessi mai visto, sembrava un angelo, con quelle guance rose e quei boccoli di un castano intenso, pensai fosse addirittura perfetta. Ad un tratto si svegliò e guardò nella mia direzione. Pensai subito:"Come fa a vedermi?!" , era impossibile infatti che mi vedesse, ero così convinto della sua perfezione da arrivare a pensare anche questo. Dopo aver guardato a lungo verso di me con quei suoi grandi occhioni color smeraldo, si riaddormentò. "Che cosa bizzarra" pensai. Mi misi vicino a lei e inizia a giocare con quei suoi meravigliosi capelli. "Piacere di conoscerti strana, bellissima bambina" le sussurrai. Ah...quante cose mi hai causato da quel giorno mia dolce Agnese...

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Capitolo 2
*** Seicho ***


Ricordo la lezione di Gabriele, quando diceva che l'amore é la cosa più potente che possa esistere, l'arma più potente da usare contro il male. É amore quello che provo per te mia dolce Agnese? Il primo giorno che ti vidi, provai qualcosa. Era quello l'amore di cui tutti parlano? ********************************** I suoi grandi occhi di smeraldo mi seguivano ovunque. Iniziai a temere che lei mi potesse vedere, e ciò era impossibile. Cosa dovevo fare? Informare Gabriele? Mi avrebbe preso per pazzo. No. Dovevo aspettare e vedere, erano passati pochi giorni dal mio arrivo, quindi dovevo solo aspettare e vedere come si sarebbero evolute le cose, ma questo fu uno degli errori che mi portò alla rovina. Quella famiglia era cosi bella, cosi pacifica, tranquilla, amorevole. I fratelli di Agnese, Marco, Giovanni e Angelo, andavano molto d'accordo; i genitori, Elisa e Alberto, erano delle persone gentili e sincere. Nei miei numerosi anni di vita non ho conosciuto persone come loro. Allora perché sono successe delle disgrazie a questa bellissima famiglia? Cos'hanno fatto di male? Agnese, piccola e innocente bambina, quanto hai sofferto... Come aveva detto Gabriele lei era molto intelligente per la sua età. Mi ricordo che un giorno dei bambini stavano rubando dei giochi nella classe di Agnese. 'Hey! Che state facendo?' chiese Agnese. 'Non ti impicciare!' gridò uno dei bambini. 'Lo sapete che non si ruba? É uno dei comandamenti di Dio. Volete disubbidire a Dio ed essere puniti?' disse trattenendo il sorriso. Sapevo quello che stava facendo, cercava di fargli paura e ci era riuscita. 'Quindi Dio ci punisce se prendiamo i giochi?' chiese un'altro di loro. 'Si, certo! Ma se li prendete solo per giocare e non per portarli a casa Dio non vi farà niente'. Ah, quanta felicità provai quando la vidi giocare con loro serenamente. Lei aveva la straordinaria capacità di attirare le persone, perciò era sempre circondata da tanti amici che amavano, lo vedevo. Quando fece nove anni ricevette tantissimi regali, era bellissima con quel suo vestito azzurro, sorridente e felice. Amavo quel suo sorriso, potevo sentire cosi tanto quella felicità, che per un attimo mi sembrò di essere li con lei in carne ed ossa e di gioire insieme a lei. Era questa l'altra stranezza che non sapevo spiegarmi. Le sue emozioni mi arrivavano, era come se anche io le provassi; ad esempio, se vedeva qualche ingiustizia si arrabbiava, e mi arrabbiavo anche io, o se piangeva quando si faceva male o cadeva, io provavo il suo dolore. Forse erano i primi sintomi di questo folle amore, solo che non me ne sono accorto in tempo. All'età di 10 anni Agnese partì con i suoi amici per il mare. Soffriva perché era lontana da casa, ma allo stesso tempo era felice di divertirsi stando con loro. Cosi, con il desiderio irrefrenabile di consolarla, iniziai a parlarle, mentre dormiva. 'Ciao piccola Agnese' le dissi dolcemente, accarezzando i suoi bellissimi capelli 'stai tranquilla, non sei sola. Ricordati che ogni volta che sarai lontana da casa, la tua famiglia sarà sempre accanto a te, perché tu li tieni qui dentro' dissi toccandole il luogo dove era situato quel suo piccolo cuoricino 'e, Agnese, ricordati che ci sono anche io qui, il tuo umile angelo protettore, il tuo Simone. Non ti lascerò mai sola, piccola mia'. Stupito da quello che avevo detto mi allontanai e la guardai attentamente e, ve lo giuro, mi sembrò per un attimo che lei stesse sorridendo. All'età di 11 anni Agnese iniziò ad andare alla scuola media e ciò segnava la sua crescita. Lei stava crescendo velocemente e io avevo paura, perché più cresceva, più si riduceva il tempo che potevo passare con lei. Pazzo Simone! Povero pazzo d'amore...É naturale amare cosi tanto un essere umano? Io, che non sono altro che luce...Arrivò il giorno in cui Agnese compì 14 anni. Diventava sempre più grande, sempre più bella. In quei suoi occhioni vedevo ancora la bambina di otto anni di cui rimasi affascinato, che credevo fosse perfetta, un angelo come me. Iniziò la sua vita al liceo. Scelse il linguistico, amava le lingue e sognava che un giorno avrebbe viaggiato per tutto il mondo. Il primo dei tre fratelli, che aveva più di vent'anni, diventò un militare e andò in Afghanistan a combattere. Quanto soffrì la mia Agnese per sua partenza. Aveva un brutto presentimento e pregò a lungo, per mesi. Ricordo come pregava, piangeva e implorava Dio di proteggere il suo "fratellone". Un giorno freddo di dicembre arrivò la triste notizia: era morto, ucciso da un esplosione. La prima disgrazia della famiglia fu questa. Il dolore che provarono tutti i membri...non avevo mai visto persone soffrire in quel modo. Agnese non parlò per giorni, ma quando lo fece iniziai a preoccuparmi sul serio. 'Simone?...' mi chiamò piano dal suo lettino 'ti prego ascoltami. Mio fratello é in cielo?'. Rimasi pietrificato e senza pensarci risposi. 'Si, Agnese. Credimi, li é felice ed è in pace...'. 'Ed é nel mio cuore, giusto Simone?' chiese interrompendomi. Rimasi scioccato. Si ricordava di quello che le avevo detto anni prima. 'Giusto Agnese. Ora dormi e promettimi che ricomincerai a parlare'. 'Te lo prometto. Ti voglio bene Simone'. Ah...quelle parole, dolci e soavi parole, diedero inizio al mio tormento. Passarono due anni da quel giorno, lei aveva 16 anni, stava diventando una donna, aveva mantenuto la sua bellezza e la sua intelligenza, anche se era matura, in lei rivedevo sempre quella bambina dai boccoli castani, forse perché desideravo tanto tornare indietro, quando lei ancora era nel mondo fanciullesco. 'Agnese, sai mi piaci molto...magari potremmo uscire un sera' le disse un suo compagno. Io ero abituato a vedere come molti ragazzi le giravano intorno. A quale essere umano non poteva piacere una creatura di così tanta bellezza? 'Mi dispiace Luca, ma io sono innamorata di un altro' disse dispiaciuta 'possiamo uscire volentieri, ma non ti vorrei dare false speranze'. Com'era dolce e sensibile la mia Agnese...ma mi domandai chi fosse il ragazzo che le aveva rubato il cuore, come potevo non saperlo? Me ne sarei dovuto accorgere. Stranamente non fui geloso, anzi ero davvero felice per lei. 'Ma é un ragazzo che conosco?' chiese quel povero ragazzo rifiutato. 'No, non lo conosci. É lontano però, come se appartenesse a un altro mondo. La cosa che più mi piace di lui è che, anche se è lontano, cerca sempre di non lasciarmi sola, di farmi sentire protetta' disse sorridendo 'si chiama Simone, un bel nome, vero?'. Penso che quando disse il mio nome diventai più bianco di quanto già non fossi. Si girò verso di me e mi sorrise. Come faceva? Come...come poteva vedermi, sentirmi, amarmi? Ero confuso, ma soddisfatto allo stesso tempo. Quelle parole così piene di significato, di sentimento...parole così belle non le avevo mai sentite. Qualcosa stava cambiando dentro di me, e ciò fu la mia rovina. Ah...mia dolce Agnese, se quel giorno tu non avessi detto quelle parole, tutto questo non sarebbe successo e avremmo vissuto in pace.

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Capitolo 3
*** Jihaku ***


Per anni rimasi in silenzio, senza confidare a nessuno le mie preoccupazioni. Lei riusciva a sentirmi, a percepire la mia presenza, forse anche a vedermi. Come faceva? Era impossibile. Nei miei anni di esistenza non avevo mai sentito una cosa del genere, come mi sarei dovuto comportare? Mi condannate per aver provato un amore casto e sincero per una donna, ma come potevo non amarla? Come potevo non amare una creatura così strabiliante, così bella? E' questo il mio peccato? Aver amato? Merito di essere punito solo per aver amato la mia piccola Agnese? *************************************************** 'Tanti auguri Agnese!' gridarono in coro i genitori. Era arrivato il giorno del suo 18° compleanno, e io ero disperato, come sempre. 'Sei pronta per stasera?' chiese sua madre. 'Si' sorrise felice Agnese. Ma come faceva ad essere felice? Era questa una delle tante cose che mi hanno stregato; la sua capacità di essere positiva e allegra, anche difronte a situazioni spiacevoli. Infatti i due fratelli non potevano essere presenti in quel giorno che segnava la sua entrata nel mondo degli adulti: il secondo dei figli era diventato un pastore evangelico, che predicava in tutta Italia, mentre il terzo era partito per l'Africa, come missionario. Eppure lei, con la famiglia divisa e un fratello morto, continuava a sorridere. Oh mia piccola Agnese, come facevi? Mi divertivo sempre a guardarla mentre si truccava o quando non sapeva cosa mettersi e iniziava a buttare vestiti ovunque. Quel giorno, dopo il suo "rituale" di bellezza, mi rivolse la parola. 'Simone? Come sto?' mi chiese sorridente. La guardai attentamente. Pensava di far colpo o qualcosa del genere? Sono un angelo, come pretendeva di sedurre un angelo? La sola idea mi fa ancora ridere. 'Sei bellissima, come sempre' dissi con sincerità. Lei arrossì 'Stai cercando di fare colpo?' mi chiese sfacciata. Risi 'forse è il contrario. Agnese, ricordati che io sono un angelo, non un ragazzo qualunque'. 'Come sei? Intendo fisicamente...' mi chiese imbarazzata giocando con un lembo di quel magnifico vestito azzurro. 'Non mi riesci a vedere?' le chiesi stupito. 'No, cioè riesco a percepire solo la tua presenza, come se fossi un fantasma...non so come spiegare...so dove ti trovi, ma non riesco a vederti'. 'E riesci a sentirmi...' affermai 'come...?'. 'Come faccio? Credimi, vorrei saperlo anche io. Tu non lo sai, cioè non ti è mai capitata una cosa del genere?'. 'No, mai...' le dissi freddo. 'Allora...dimmi come sei' disse cercando di cambiare discorso 'io ti immagino biondo, alto, con dei magnifici occhi azzurri e delle grandi ali. Ho azzeccato?' chiese speranzosa. 'In pieno' le risposi sorridendo, anche se non poteva vedermi. Ero sollevato, almeno non riusciva a vedermi. Ma il problema era sempre li. Come faceva a sentirmi, a percepire la mia presenza e, cosa più importante, come poteva amarmi, come poteva trattarmi come un semplice ragazzo? 'Quindi devi essere molto bello...' disse guardandomi con quei suoi bellissimi occhi. 'Farai tardi per la festa' le ricordai, tagliando il discorso. Quella fu la prima vera conversazione che ebbi con lei dopo dieci anni, e quando realizzai questo vidi la grande gioia che provavo ogni volta che lei apriva bocca e il desiderio che lei continuasse a parlarmi. Così dai quel giorno parlammo in continuazione, sempre di tutto, come due veri e propri amanti. Stava iniziando così la mia rovina, la nostra rovina. Quel giorno decisi una cosa di cui non mi pento, anche se sono qui difronte a voi per dare delle spiegazioni dei miei errori, quella di amare teneramente Agnese, di mettere da parte tutte le mie domande, tutte le mie paure e incertezze, e di amarla finché avrei potuto, di godere della sua compagnia e soprattutto del suo incondizionato amore. ************************************************** Agnese si diplomò e realizzò il suo sogno, quello di viaggiare per il mondo, diventando hostess. A vent'anni aveva già un lavoro stabile e una casa tutta sua, era indipendente e, come diceva lei, felice di stare da sola con me. 'Mai hai visto quel francese, tutto ben vestito, si credeva il re in persona!' mi disse mentre addentava un pezzo di pizza. Eravamo appena tornati da Parigi e stavamo parlando di alcuni passeggeri. 'Gli uomini! Più sono ricchi, più si credono potenti...' mi limitai a dire. 'E' stato bello però. Abbiamo fatto il nostro primo viaggio romantico' disse sorridendo. 'Agnese...' non sopportavo l'idea che si era fatta, di noi due come coppia, anche se ci amavamo io ero l'angelo custode e lei la mia protetta, questo non poteva cambiare. E poi era normale? Cosa avrebbe detto ai suoi genitori? -Mamma, papà, mi sono innamorata di un angelo, nel vero senso della parola!- No, non potevo accettare l'idea romantica che si era fatta. 'Lo so. Simone è da due anni che te lo dico. Io ti amo, ma questo non è amore passionale, è solo amore. Anche se ti desidero accanto a me come uomo, io non ti desidero carnalmente, come anche tu e lo sai. Quindi è inutile che neghi l'evidenza, ci amiamo. E' un peccato amare?' mi chiese dolce. Ah Agnese, anche io mi sono posto quella domanda da quando ti ho conosciuta. Dopo qualche minuto di silenzio mi accorsi che delle gocce simili a dei diamanti stavano solcando quel suo meraviglioso viso. 'Che c'è?' le domandai preoccupato. 'Lo sai quanto vorrei vederti? Quanto vorrei che tu fossi un uomo?' disse continuando a piangere. Sapevo che un giorno sarebbe scoppiata, che non le sarebbe bastato più tutto quello. 'Anche io vorrei che tu mi vedessi, che fossi reale per te, non sai quanto, Agnese...' dissi accarezzandole i capelli, rimasti sempre uguali a quando era bambina. Passarono i giorni e non parlavamo più come prima, qualcosa si era come spezzato. Ero disperato, ero combattuto. Dovevo fare quello che era giusto o quello che desideravo? Ah...in che guaio mi ero cacciato? Dopo un mese feci la mia scelta. 'Agnese, non possiamo continuare così, devo risolvere la situazione' dissi serio. 'Come farai?' mi chiese, guardandomi con occhi tristi. 'Questo non è importante. Devo ritornare in Paradiso'. 'Cosa?!' urlò 'no, non puoi lasciarmi. Sopporterò! Te lo giuro, sopporterò tutto questo, ma ti prego non lasciarmi' disse scoppiando a piangere. In quel momento desiderai abbracciarla con tutte le mie forze e dirle che mai e poi mai l'avrei lasciata, ma non potevo. 'Agnese, ti prego calmati. Tornerò, devo solo parlare con qualcuno, tutto qui' dissi cercando di consolarla. 'E se ti porteranno via da me?'. 'Non succederà. Tornerò da te, te lo prometto'. Per la prima volta in tutta la mia vita non sapevo se avrei mantenuto quella promessa. *************************************************** 'Simone...cosa...cosa ci fai qui?' mi chiese stranito Gabriele. 'Gabriele, ti prego ascoltami, è successo qualcosa che non so spiegarmi...'. 'Dimmi' disse preoccupato. 'Un angelo e la sua protetta si possono innamorare?' chiesi d'impulso. Non mi sono pentito di essermi confidato con Gabriele, anche se da quel momento scoppiò il caos più assoluto.

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Capitolo 4
*** Taoreta ***


'Amo Agnese' dissi convinto. Sapevo molto bene a cosa stavo andando incontro, sapevo ciò che volevo. Tutto quello di cui avevo bisogno era lei, avrei fatto di tutto per stare con lei, e Gabriele lo aveva capito. 'Simone...Io non so cosa dire...' mi disse deluso. 'Voglio diventare un uomo. Voglio essere un uomo in carne ed ossa' dissi senza esitare. 'Perché Simone? Perché dici simili assurdità? Ti rendi conto di quello che hai appena detto?' mi disse quasi impaurito. Era una cosa mai sentita prima. Un angelo che si innamora. Era un abominio? Un peccato? Che cos'era? Spesso tendiamo ad etichettare tutto ciò che a noi ci é sconosciuto come una cosa negativa. Era quindi negativo provare amore per un'umana? Me lo chiedo ancora oggi. *********************************Passò un mese. Un lunghissimo mese. Mi era stato infatti proibito da Gabriele di tornare da Agnese. In questo periodo di tempo aveva provato a farmi ragionare, ma non ci era riuscito. L'unica cosa che gli rimaneva da fare era convocare il Consiglio. Ero pronto a ritrovarmi davanti ad una specie di tribunale, sotto il giudizio degli angeli più potenti e saggi del Paradiso? L'unica cosa che speravo era di ritornare dalla mia amata Agnese. In quell'ultimo mese era stata "protetta" direttamente da Gabriele, ma so che il suo operato consisteva nell'analizzare quella donna che mi aveva fatto perdere il senno. Mi disse che piangeva ogni notte, chiamandomi, che non era andata più a lavoro e che si era accorta della sua presenza ma non aveva detto niente. Rimase stupito dalla capacità straordinaria di Agnese. Tutte quelle cose mi rattristarono molto. Per anni ero rimasto insieme a lei, sempre. Stare un mese senza Agnese fu la cosa più difficile e dolorosa che avessi mai fatto. Ma che dico? Sembrava la cosa più dolorosa che avessi mai fatto, ma non lo era. Non lo era perché gli angeli non provano dolore, non provano nessun sentimento umano. In quel momento fui certo di quello che stavo per fare. Dovevo lottare per lei, ma anche per me stesso. Volevo sentire, provare tutte le cose umane, che ai miei occhi sembravano meravigliose. *********************************'Simone...molto bene' iniziò Marcellus 'perché ti trovi qui?'. Mi guardai intorno prima di rispondere. Una ventina di angeli mi stava guardano con molta attenzione. Per un attimo ebbi l'impressione che loro già sapessero tutto. 'Mi trovo qui per chiedere una cosa molto importante' risposi calmo. 'Che cosa Simone?' chiese Marcellus. 'Vorrei diventare un uomo'. Tutti i presenti si meravigliarono. Iniziarono a discutere tra loro, confusi e straniti per quella richiesta. 'Silenzio!' urlò Marcellus 'gentilmente Simone, potresti ripetere?' mi chiese preoccupato. 'Vorrei diventare un uomo e volevo sapere se si potrebbe fare una cosa del genere'. 'Pe-Perché?' balbettò Marcellus. 'Mi sono innamorato della mia protetta'. 'Inaccettabile!' urlò uno dei presenti. Tra gli Anziani scoppiò il caos. Io mi limitai ad ad abbassare lo sguardo, consapevole di dover accettare la mia condanna. 'Silenzio!' urlò Gabriele. Mi voltai verso di lui stranito. 'Anziani...Marcellus...ascoltatemi. É forse un crimine amare?' chiese pacato 'Perché condannare uno dei miei migliori allievi per una cosa del genere? E sopratutto non vorreste certo disturbare nostro Signore per una simile sciocchezza'. 'No di certo Gabriele' rispose Marcellus 'ma come possiamo ignorare una cosa del genere?! É una cosa inaudita!' disse alzandosi in piedi 'Gabriele converrai anche tu che questo non può essere altro che un abominio davanti agli occhi di nostro Signore. Gli unici che sono diventati, per cosi dire "umani", sono i Caduti e Lucifero...Gabriele non vorrai mica...' Marcellus si fermò. Nel suo volto apparve una strana espressione, come se stesse per dire qualcosa di inaccettabile. 'Esatto' disse Gabriele 'lui vuole diventare un uomo, perché non accontentarlo? Se voi lo tratterete da "condannato" diverrà automaticamente un Caduto. Il primo angelo cacciato dal Paradiso dopo la sconfitta di Lucifero". Non capivo. Ero nel panico. Cosa aveva in mente Gabriele? Mi voleva condannare? Sarei diventato un demone? 'Gabriele!' disse sconvolto Marcellus 'vorresti far diventare Simone un demone, un Caduto?' chiese infuriato. 'Ascoltami Marcellus. Non diventerà un Caduto, ma lo tratteremo solo come tale'. 'Gabriele...non capisco...'. 'Ascoltatemi attentamente, tutti voi. Se tratteremo Simone come un Caduto, questi lo accoglieranno e lui quindi fungerà da spia. Cosi prenderemo due piccioni con una fava. Da secoli ci prepariamo per la guerra, ma saremo avvantaggiati se sapremo qualcosa in più del piano di Lucifero, non vi pare? E cosi, inoltre, Simone otterrà ciò che vuole, ovvero essere umano'. Non potevo crederci. Quel piano era geniale. Non potei fare a meno di sorridere. Era fatta. Gli Anziani non si sarebbero mai fatto scappare un'occasione del genere. 'Va bene Gabriele. Io e i miei fratelli dobbiamo consultarci. Vi convocheremo per farvi sapere la nostra decisione. Andate adesso' ci disse Marcellus. ********************************Passarono due giorni. Gabriele non mi disse niente del suo piano ed io ero sempre più preoccupato. Prima di tutto la sola idea di "infiltrarmi" tra i Caduti mi disgustava. In secondo luogo, come potevo comunicare le miei scoperte agli angeli? Gli umani non parlano con gli angeli, non li possono vedere. Io sarei diventato umano in parte, uno dei Caduti, e loro non comunicano con gli angeli, li vedono solamente ma non possono parlare. Come avrei fatto? Ovviamente un angelo non poteva seguirmi per ascoltare quello che avrei scoperto. Quindi come avrei fatto? Mi fidavo ciecamente di Gabriele, ma questo suo piano non era perfetto e, sicuramente, anche gli Anziani si sarebbero posti la mia stessa domanda.********************************* 'Gabriele noi siamo d'accordo con te, ma non completamente' disse Marcellus 'cone farà Simone a comunicarci le sue scoperte?' chiese. 'Caro Marcellus, ho pesato anche a questo. La protetta di cui si é innamorato Simone é capace di sentire la presenza degli angeli e di parlarci anche. Chiedete a Simone se non ci credete' rispose soddisfatto Gabriele. 'É vero?' chiese impaziente Marcellus. 'Si é vero' risposi. 'Continuando...useremo la ragazza come mezzo di comunicazione. Simone dirà tutto ad Agnese e lei lo comunicherà direttamente a me, e io poi ovviamente a voi. Simone potrà vedermi, ma come Caduto non potrà comunicare con me. Useremo quindi la ragazza come mezzo di comunicazione. Tutto chiaro?'. 'Si...' disse Marcellus 'bene allora...cosa dobbiamo fare adesso?'. 'I Caduti devono sapere dell'esilio di Simone per poterlo accogliere, quindi adesso voi esilierete Simone, ma al posto di esiliarlo come spirito, lo esilierete direttamente in un corpo umano, in un uomo quindi in fin di vita che ha fatto buone azioni, così da mantenere ancora la sua parte di angelo. Infatti sappiamo tutti che i Caduti non sono altro che spiriti che si sono impossessati di uomini malvagi. Se lo rinchiuderemo in un corpo di un uomo buono la sua parte di angelo non cesserà di esistere". 'Idea geniale...piano geniale...perfetto!' disse entusiasta Marcellus 'bene...dobbiamo trovare però un uomo buono in fin di vita...'. 'L'ho già trovato' disse Gabriele 'Giovanni Moretti, 30 anni, in coma da 10 anni. É stato investito da un auto per salvare una bambina che stava per essere colpita. Non ha famiglia, é solo. La madre era l'unica persona che aveva, ma é morta all'improvviso due mesi fa, non lasciando un testamento o un qualcosa che impedisse ai medici di staccare la spina del congegno che lo tiene in vita. La sua morte é stata fissata per domani'. 'Oh ma guarda...Gabriele! Ti sei informato proprio bene!' disse ridendo Marcellus 'capita a proposito! Bene allora é meglio affrettarsi'. Non avevo parole. Gabriele in un mese aveva progettato tutto questo. Non avevo parole per descrivere la gioia che provavo. Avrei potuto vivere una vita insieme alla donna che amavo, una vita piena di gioia e di amore. 'Simone...'. Lo interruppi. 'Gabriele!' dissi abbracciandolo 'grazie!'. 'Simone...stai attento, promettimelo!' mi disse preoccupato 'é una pazzia...'. 'Bene, é arrivato il momento dell'addio' disse Marcellus interrompendoci 'veniamo dunque all'atto pratico. Oh...é da tanto che non esiliamo qualcuno...ma é per una buona causa...bene...angelo di terzo grado, Simone, io, Marcellus, angelo di settimo grado, e i miei fratelli Anziani ti esiliamo dal Paradiso, con i poteri conferitici da nostro Signore, e ti obblighiamo a vivere recluso nel corpo di Giovanni Moretti, in fin di vita. Così sia!' 'Amen' gridarono in coro gli anziani. Io iniziai a sentirmi strano, vuoto. Sembrava che stessi cadendo, come se fossi risucchiato verso il basso. All'improvviso tutti scomparvero, vidi una luce fortissima, poi il buio. Mi sentivo pesante, cercavo di muovermi ma non ci riuscivo, non sentivo le miei ali, non so come descrive la situazione in cui mi trovavo. Poi capii. Provai ad aprire gli occhi, mi guardai intorno. Ero attaccato ad una strana macchina, ero disteso e intorno a me vedevo pareti bianche. Mi guardai le mani, poi le gambe e i piedi. D'impulso mi toccai le spalle. Non avevo più le ali. Sapevo che sarebbe successo, ma era strana l'idea di non poter rivedere più le mie ali, provavo un senso di tristezza. No...non era un senso di tristezza, era tristezza vera e propria. Ero un uomo, potevo provare emozioni, potevo fare tutte quelle cose che avevo sempre desiderato fare...improvvisamente fui felice, poi meravigliato. Era bellissimo vedere come subito cambiavo sensazioni. Era un mondo cosi vasto, cosi strano, ci sarebbe voluto un bel po per ambientarmi. Vidi uno specchio in fondo alla stanza. Mi alzai lentamente e inizia a camminare piano. Mi avvicinai cautamente e vidi la mia immagine riflessa. Ero completamente diverso, un uomo insomma. Capelli marroni, occhi verdi, un po' scuro di pelle, muscoloso e alto, proprio il contrario della mia forma angelica. Ricordo che pensai subito se ad Agnese sarebbe piaciuto il nuovo me. Stupido da parte mia, pensare ad una simile sciocchezza, mentre a causa del mio folle desiderio era appena scoppiata la scintilla della mia rovina. *********************************Bussai alla porta. Ero ansioso di vederla. Mi sentivo bagnato. Stavo sudando, ovviamente. Dopo un po, finalmente mi aprii. Era pallida, molto più magra di prima. Aveva gli occhi infossati, rossi, sembrava che non dormisse da seminane. I capelli erano arruffati e il suo abbigliamento trasandato. Ma aveva sempre il suo fascino. Il mio cuore fece un balzo appena la vidi. Batteva forte. 'Desidera?' mi chiese dolcemente con una voce debole. 'Agnese...' riuscì solo a dire. 'Si. Lei chi é?'. 'Agnese...' dissi sospirando. Non riuscivo a parlare. Ero intrappolato in un turbine di emozioni che non riuscivo a controllare. Lei mi guardò stranita. Scoppiai a piangere. 'Agnese...sono io...sono Simone' dissi con un filo di voce. Lei scoppio a piangere e si gettò su di me. 'Oh Simone...' disse piangendo forte. Chiusi gli occhi per assaporare quel momento. Tra le sue braccia mi sentii protetto, mi sentii a casa. ********************************* 'Signore...é successo qualcosa di sconvolgente' disse lo spirito. 'Parla demone!' gridò Barbuk. 'Un angelo, signore...un angelo é stato esiliato...' disse il demone impaurito. 'Sei sicuro?!' chiese stupito. 'Si, mio signore'. Barbuk scoppiò a ridere. 'Bene, bene, bene...dopo molti secoli ecco arrivare un Caduto...Ah...che gioia immensa!' disse sorridendo 'Satana sarà molto felice di questo'. ********************************** Spazio alla scrittrice: Ragazzi mi dispiace molto per essere stata assente. Ho avuto alcuni problemi :( Presto aggiungerò nuovi capitoli e aggiornerò anche l'altra storia. Le numerose visualizzazioni mi hanno dato una marcia in più, quindi vi ringrazio^^ Come sempre spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e, in questo caso, continuate a seguirmi. Grazie ancora. Koreangirl96

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Capitolo 5
*** Keikaku (piano) ***


-VISIONE ESTERNA-
*Gabriele sei sicuro che il piano funzionerà? Sai a cosa andremo incontro se falliremo?* chiese Marcellus preoccupato.
*Caro fratello mio, sono sicuro che tutto andrà bene. Mi fido di lui* rispose Gabriele sorridendo *bene, non ci resta altro che aspettare la loro mossa per poter agire*.

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*Signore...* iniziò il demone, suo servitore.
*Lo avete trovato?* chiese irritato Barbuk.
*Si Signore...* rispose impaurito il demone.
*Bene, lasciamolo ambientare in questo bellissimo mondo. Tra un paio di giorni mettiti in contatto con lui. Sono sicuro che questo ragazzo sarà la nostra arma definitiva per ottenere ciò che abbiamo sempre voluto: il potere assoluto* terminò sogghignando .
*Signore, ma non avete intenzione di informare il Principe delle tenebre?* chiese il servo.
*Lucifero? Può aspettare. Devo essere certo che lui sia ciò di cui abbiamo bisogno* rispose.

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Simone ed Agnese si erano accoccolati sul divano.
Agnese accarezzava dolcemente il petto di Simone.
*E' strano...* disse improvisamente.
*Cosa?* chise Simone.
*E' stano vederti con questo corpo, quando io ti avevo immaginato diversamente. E' strano...* disse chiudendo gli occhi.
Simone sorrise e la abbracciò forte *si...è strano*.
*Non mi piace per niente il piano di Gabriele. Se qualcosa andasse storto...io...* si fermò.
*Agnese, andrà tutto bene, fidati di me. Non sei felice che io sia qui?*.
*Si ma...*.
*Ma niente*  la fermò Simone *andrà tutto bene* disse sicuro.
Agnese lo guardò intensamente *si...* rispose. Poi lo baciò con passione e lui ricambiò quel bacio pieno di amore e speranza.

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*E' qui?* chiese Simone.
*Si* rispose Agnese *Grabriele cosa succede?* disse rivolgendosi all'angelo.
*Sta per arrivare un Caduto* disse lui.
Agnese riferì a Simone.
*E' arrivato il momento...* disse sospirando.
*Agnese digli di stare tranquillo, perchè io veglierò sempre su di lui* disse Gabriele.
*Stai tranquillo tesoro, lui sarà sempre al tuo fianco* disse Agnese stringendo la sua mano *e ci sono anche io con te*.
*Atteniamoci al piano ragazzi* disse Gabriele.

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-VISIONE Simone-
Era tutto incredibile. Sentivo il mio cuore battere. Sentivo il mio respiro, Sentivo tutte quelle emozioni mai provate. La gioia. L'euoforia. L'amore. Sentivo un calore quando toccavo Agnese, quando l'abbracciavo, quando la baciavo. Sentivo le lacrime solcare il mio viso. Lacrime di gioia. Si, ero dannatamente felice di poterla vedere e sentire come un uomo. Da anni avevo desiderato di poterle stare accanto così, da essere umano, e finalmente il mio sogno si era realizzato. Ma a quale prezzo? Infiltrarmi tra i demoni, mettere a rischio la mia vita e la sua, essere punito. Beh, non mi pento certo di essere qui davanti a voi oggi, anzi vi confesso che rifarei tutto. 

Riprendendo il discorso...Passaro alcuni giorni dal mio arrivo sulla Terra come umano. In questi giorni Agnese cercò di spiegarmi alcune cose "umane" come lavarsi, cambiarsi, mangiare, insomma cose da esseri umani. E' stato più difficile d quanto pensassi: una cosa è vedere e una cosa è mettere in pratica. Rimasi affascinato da tutte quelle cose che ai miei occhi sembravano stranezze, e rimasi scioccato sopratutto nel vedere come il legame tra me e Agnese era diventato più forte, più vero.

Sapete mi chiedo perchè alla fine vi stia spiegando tutto questo, perchè voi non capirete mai cosa provo per lei, anche adesso. Si, sembrerò patetico e vi starete chiedendo perchè io vi stai raccontando tutto. Ma se queste saranno le mie ultime parole voglio che tutti sappiate cosa sia successo realmente e perchè io abbia preso quella decisone.

Sapevo che da un momento all'altro uno dei tanti demoni sulla Terra sarebbe venuto a cercarmi, quasi tutti avevano sentito la mia presenza, insomma era da secoli che aspettavano il mio arrivo, vero?

*Gabriele dice che dobbaimo attenerci al piano* mi disse Agnese.

Era fastidioso non vedere nè sentire Grabriele e vedere Agnese ripetere ogni cosa, ma dovevamo farlo. Senza Agnese non potevamo comunicare, lui non poteva dirmi cosa dovevo fare e cosa volevano fare gli Anziani, quindi lei era necessaria per il nostro piano.

*Se ne andato. Ha detto di fare attenzione e segiure le sue istruzioni* mi disse Agnese.
*Va bene. Agnese, qualunque cosa succeda attieniti al piano. Promettimelo*.
*Te lo prometto*.

Bussarono alla porta.

*Vai in camera Agnese* le dissi.

Aprii la porta e mi vidi davanti un uomo basso e robusto, scuro di pelle, molto vecchio, con un aspetto trascurato. Avevo sempre immaginato diversamente un Caduto. Essendo un angelo cacciato dal Paradiso lo immaginavo, come posso dire, con un aspetto più curato e limpido, ma alla fine dovevo aspettarmelo, visto che i Caduti si impossessano di persone con un cuore malvagio,avendo perciò un simile aspetto.

Sono qui davanti a voi per essermi impossessato di un uomo in fin di vita? La sua anima era già in Paradiso, ho approfittato di quel secondo prima che lui morisse completamente, mi sono, in un certo senso, reincarnato. E' stato uno sbaglio? Si è vero. Ma è solo per questo che mi trovo qui? No, è vero. Sono quì per essermi innamorato della mia protetta, ma voi avete ingigantito le cose. Quindi eccomi qui, a raccontarvi la mia breve storia da essere umano e attendere la mia condanna.

*Bene bene, ecco il nuovo caduto!* urlò il demone *deve essere stato difficile abbandonare i piani alti vero? Dimmi  tutto Caduto, tutto quello che è successo, sono proprio curioso!* disse allegro *no, meglio aspettare...*  continuò cambiando espressione *il mio padrone è ansioso di conoscerti, ma prima Caduto, devi avere un nome, no? Io sono Tony*.
*Simone* dissi semplicemente.
*Vuoi ancora chiamarti così? Ormai non siamo più in Paradiso fratello*.
*Mi piace questo nome* risposi irritato.

Si ero irritato. Avere davanti a me un tale essere mi irritava. Vedere come parlava liberamente, in tutta serenità senza pensare a tutto il male che aveva creato mi irritava. Essere chiamato da lui  "fratello" mi irritava parecchio.

*Che caratterino...beh fratello è ora di andare*.

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Il demone mi portò in un orrendo e vecchio bar. Un posto proprio adatto ad esseri come loro.
Quando entrai in quel postaccio sentì un odore nauseante, non era l'odore dell'alcool nè del fumo, ma di tutto il male che si trovava in quel posto.
Il Padrone di quel demone era seduto su una lussuosa poltrona, circondato da svariete donne, e non appena mi vide sorrise.
*Miei cari fratelli!* ulrò *ecco il famoso Caduto di cui tutti parlano!*.
All'improvviso tutti si voltarono verso di me ridacchiando.
*Non stare li, avvicinati fratello! Io sono Barbuk, demone beta e capo di questi piccoli bastardi* disse ridendo *e tu mio caro fratello devi avere un nome*.
*Mio Signore* disse il demone *si chiama Simone*.
Tutti iniziarono a ridere fragorosamente.
*Simone? Ancora credi di essere in Paradiso? Ti comunico che ti trovi nell'Inferno adesso*.
*A me piace il mio nome. Qualcosa in contrario?* dissi freddo.
*Uh, guarda guarda. Con questo tuo animo ribelle...Dimmi mio caro Simone come sei finito qui? Tutti siamo curiosi di sapere come sia stato possibile, dopo secoli e secoli, cacciare un angelo dal Pradiso. Devi aver combinato qualcosa di grosso*.
Sorrisi. Dovevo attenermi al piano, dare quell'espressione da cattivo.
*Beh che devo dirti caro Barbuk...Mi sono innamorato della mia protetta e mi sono ribellato, tutto qui* dissi tranquillo.
*C-cosa?* chiese stupito Barbuk *tu non eri un angelo semplice, m-ma un angelo custode?!* disse incredulo *cavolo che notiziona...e ti hanno esiliato solo per questo?*.
*Si*.
Barbuk iniziò a ridere e così fecero gli altri demoni.
*Certo che quei vecchi sono proprio stupidi. Esiliare un angelo custode con quello che sta accadendo. Si sono rovinati con le loro stesse mani...E così caro Simone ti sei ribellato e poi?*.
*Poi niente. Mi hanno detto che era un abominio davanti agli occhi di Dio e mi hanno esiliato. Ma fratello (mi sforzai parecchio per chiamarlo così) basta parlare di me, spiegami come funzionano le cose qui, ad esempio partendo con il spiegarmi perchè tu ti sia presentato come demone beta>.

Volevo chiudere quel discorso. Non volevo sentir dire da lui certe blasfemie. Volevo solo tornare a casa dalla mia dolce Agnese.

*Ah, dritto al punto. Vedi da quando siamo stati esiliati Lucifero ha ordinato un po le cose, se vogliamo dire, le ha migliorate stabilendo un ordine gerarchico, in modo che ogni demone controlli un determinato settore. Ti spiego: lui è il demone alfa, il capo, poi abbiamo i demoni beta, come me, che sono padroni di altri demoni, i demoni zero, e che contollano una vasta area, come città o addirittura regioni*.
chiesi stupito.

In quel momento pensai a come si fossero evoluti sotto i nostri occhi e a come pian piano stavano acquistando sempre più potere.

*Esatto* rispose.
*E il tuo compito qual'è esattamente?*.
*Il mio compito è quello di ipossessarmi del maggior numero di anime da poter donare a Lucifero così da dargli ancora più potere, ma caro Simone tutti sappiamo che alla fine il bene vince sempre sul male e che, quindi, un giorno verremo sconfitti...*.
*E allora perchè...?*.

Volevo davvero sapere il motivo di questa loro cattiveria, diciamo che ero molto curioso. Uno dei miei tanti errori: essere stato curioso.

*Perchè mio caro fratello noi siamo dei ribelli e come tale ci comportiamo. E poi è il nostro destino, non possiamo farci niente. Pian piano siamo diventati malvagi e a noi piace tutto questo. Vero ragazzi?*.
Tutti gridarono.

Rimasi scioccato al solo pensiero che queste creature diaboliche un tempo erano proprio come me. Com'è potuta accadere una cosa del genere?

*Simone imparerai presto, vedrai. Adesso divertiti, prova tutti i piaceri di questo mondo e quando sarà il momento incontrerai Lucifero*.
Mi limitai ad annuire.
*Un'ultima cosa fratello: sei molto importante per noi, quindi vedi di non combinare casini* mi disse serio.

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