Erya

di bethrandall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Comparse e scomparse. ***
Capitolo 2: *** Chi perde sa cosa può trovare. ***



Capitolo 1
*** Comparse e scomparse. ***




-Tanto non si scappa da Kinz !-
Uno scheletro tentò invano di risorgere dalla superficie bianca del Nulla. Merybeth lo cacciò con un piede , facendo volare il teschio oltre la nebbia fitta di quel posto maledetto. Doveva assicurarsi di chiudere i portali la prossima volta. Non voleva altri potenti maghi alle calcagna, soprattutto se quei maghi erano Mekinexac, capaci di far risorgere scheletri dal “Nulla”  e usare ogni tipo e forma di magia.
Li avevano trovati per caso , o per destino , qualsiasi cosa sia , in uno dei mercati della città di Helleland , centro di ogni commercio magico. E lì per sbaglio Merybeth aveva chiamato la maga più potente di tutti i tempi col suo nome maledettamente intero.
Kinzica.
E ora annaspavano nella nebbia del Nulla , nel vano tentativo di sfuggire alla Maledizione del nome.  Joker e Asdru , sue fedeli compagne cercavano di seminarli , ma quando ,dietro le spalle ti inseguono un invocatore di morti e una maga posseduta, che cerca di maledirti perché l’hai chiamata per nome , beh! Non era fra le situazioni  più piacevoli. Merybeth inciampò in una pozzanghera , cadendo sul morbido terriccio bianco del Nulla. Davanti a lei la collana fremeva per indicargli  la strada, ma quando cadi nel Nulla , non c’è niente che ti può salvare, solo se non hai molti assi nella manica, uno spago , una moneta da cinque centesimi e compagne abbastanza potenti.
- Sai di non potermi sfuggire, vero? -
Merybeth alzò lo sguardo mentre conficcava i cinque centesimi nel terriccio che pian piano li risucchiava.
- Mi spiace, a volte mamma e papà non sanno  che errore fanno a mettere nomi complicati ai figli –
- Poco astuto scherzare con me , non sarò clemente , e la mia fama deve essere arrivata fino a te , Geegenesgate. Quanto mi date fastidio! -
Kinzica alzò le mani  guantate verso Merybeth , le afferrò la casacca soffocandola e le parole magiche si insinuarono lente  , facendo fremere ogni fibra del corpo della Creaporte. Poi un coltello interrupe il momento decisivo. Kinzica lo afferrò al volo , ma gettò l’arma immediatamente a terra. Il suo guanto puzzava di bruciatura  e il Nulla risucchiò l’arma.
Nicco era imbavagliato, attorno alle sue mani violacee giravano ancora piccole ossa  , ma il suo potere era bloccato da qualcosa,meglio …  da Qualcuno.
Merybeth sfruttò quell’occasione per aprire un portale con la sua collana , un enorme porta si aprì sotto ai suoi piedi e indicò alle amiche la strada da prendere. Le sue compagne furono veloci. Scavalcarono i maghi  e si tuffarono dentro il passaggio. Ma ben presto i Mekinexac  le avrebbero raggiunte.
Alle maledizioni di Kinzica non si sfugge.

Frank era infangato dalla testa ai piedi. E per fortuna che quel giorno non doveva andare chissà dove , la sua vita da scudiero non era poi chissà che cosa ,e lì, ad Erya la sua figura poco importava. Si rimise in piedi con molta fatica.  Era un ragazzone semplice di diciotto anni , occhi scuri abbinati a capelli scuri e anche se era molto alto , il suo corpo robusto lo rendeva goffo , e alzarsi col peso del fango addosso era una maledizione. Con grosse manate si scrollava la terra dai vestiti, cercando di darsi un contegno di fronte ai cittadini.
Ben presto sarebbe diventato cavaliere. Non avrebbe avuto più paura degli sguardi divertiti dei paesani. Ma essendo povero e solo beh … diventare cavaliere sarebbe stato  solo il suo  unico orgoglio.
Afferrò la sua ascia e la assicurò dietro la schiena.  
Quel giorno il paese era molto movimentato. Grazie alla scomparsa dei Mekinexac  tutti gli abitanti potevano respirare tranquilli , senza avere terrore della presenza di Kinzica e Nicleyka.
Il paese volendo però rimaneva sempre tranquillo. I carri strisciavano le loro ruote sulle pietre ruvide dei camminamenti, e le botteghe sfornavano sempre merce nuova.
Ma qualcosa quel giorno non andava. Frank sentiva sulla pelle una sensazione di inquietudine , come se tutta la pace del paese potesse finire da un momento all’altro.
E certamente poteva finire. La situazione di calma e prosperità era dovuta alla presenza del Pantexerast, il libro di tutte le storie. La particolarità di questo libro era di contenere qualsiasi storia di qualsiasi mondo. E questo era il mezzo di comunicazione fra tutti i popoli , e le leggi di Erya erano fondate su di esso.
Dunque la pace si manteneva grazie alle culture pacifiche , rendendo Erya il posto più saggio e giusto. O così lo vedevano gli altri.
Il popolo non rasentava la fame , nè vi erano grosse presenze di malattie , ma la giustizia non era certo una peculiarità.
I soldi non erano mai abbastanza , e si arrivava sempre a pagare le tasse per il rotto della cuffia. Frank sicuramente ne sapeva qualcosa, mangiare radici commestibili da un mese e più garantivano un posto in cui dormire.
Frank camminava ai lati della strada facendo di tutto per non essere investito da una carrozza o carro , o finire addosso a un cavallo dei Sir.
I Sir, anche Cavalieri del Regno erano un'altra appendice malata di Erya. Severi nelle leggi , ma senza scrupoli, e per legge di Erya , Tu, popolano , non puoi inciampare sul cavallo di un Sir.
E quel giorno , lo scudiero maldestro non inciampò sul cavallo di un Sir. Ma direttamente investito dalla carrozza regale di un nobile.
Aveva deciso di attraversare per raggiungere il fabbro , ma una carrozza regale era sbucata da una via secondaria e preso di striscio.
Rifinire a terra a baciare il fango non era un aspettativa promettente, di certo Frank non desiderava ritornare a quel punto. Maledetta goffaggine e maledetta Kinzica , lei e la sua maledizione della malora.
Si rimise in ginocchio , sputacchiando il fango e questa volta sentì qualche risata sotto i baffi.
“Perfetto, l’orso goffo e rifinito faccia a terra, maledetti ricconi!Loro e le loro stupide carrozze sfarzose’’.
Gli capitava spesso di cadere , ma quel giorno due volte erano già troppe e poi davanti ai paesani, risultava ancora più goffo di come era, e ancora più pesante di quel che era. Una mano delicata si posò sulla sua spalla , sicuramente qualche bambino che voleva giocare o salire di sopra. “Piccole pesti , odio quando mi usano come parco giochi’’.
- Tutto bene? Ho visto che la mia carrozza l’aveva  presa , si sente bene, vuole che chiami qualcuno? -
- No grazie non ho bisogno di nessu … -
La bellezza non era il suo forte , delle ragazze non  amava le loro forme o la loro perfezione, ma  i loro sorrisi , i loro occhi , la loro dolcezza, tutte cose che non gli capitavano mai. Ma il mondo si era fermato. Frank lo sapeva. L ‘aria si era fossilizzata, il calore si espandeva per il corpo dallo stomaco fino al viso. La ragazza che aveva davanti superava i concetti di bellezza.
La Preoccupazione sul suo volto accentuava i suoi occhi castani, il modo ingenuo con cui si sistemava le ciocche ricce dietro l’orecchio , e le sue mani delicate , di un pallore nobile, puro.
I suoi occhi si soffermarono sul suo diadema diamantato e solo dopo si accorse di avere la principessa Sophya davanti.
- Mia Signora, mi scusi -
- E di cosa? Mi sono preoccupata, avevo detto al mio cocchiere di andare piano e queste sono le conseguenze -
Detto questo la principessa si avvicinò verso di lui così tanto che poté sentire il suo profumo delizioso , il suono della sua voce lo rilassava e il tocco delle sue mani delicate lo stordiva.
“E’ una principessa , sii civile’’ .
- Sicuro che vada bene? Sembra molto pallido.-
Frank avrebbe voluto dire che il suo malore era dovuto a un colpo di fulmine più che al colpo della carrozza , ma le sue labbra serrate non riuscirono che amalgamare una frase semplice.
- Sto … bene. -
La principessa sorrise – Meglio così !-
Frank per poco non morì, il suo sorriso gli prosciugò tutte le forze , costringendo la sua pesantezza a terra. Poi notò gli abiti sporchi di fango della ragazza. Tutto a causa sua .
- Mia Signora , i vostri abiti. -
La ragazza abbassò lo sguardo sulla gonna sporca. – Ti preoccupi dei miei abiti? Scherzi? Va tutto bene , ti aiuto ad alzarti -
- Si figuri , mia signora… -
- Insisto!- La principessa si issò e gli porse una mano. Frank accettò la sua proposta senza discutere e si fece risollevare con l’aiuto della nobile.
- Va meglio, ora!- la principessa si riaggiustò una ciocca dietro l’orecchio.
-Mia Signora , la regina non ha pazienza! – il cocchiere fece cenno con la testa verso il castello.
- Devo andare ora, mi spiace ancora. Spero che starete bene signor… -
-Frank ,mia signora. -
- Frank … Buona giornata -  detto questo la ragazza rientrò nella carrozza e lo congedò con un sorriso.
Frank stava per  svenire nuovamente ma una spada bloccò la sua caduta.
-Fai il cascamorto con le principesse ora? Ho un armatura da lucidare. E quella , non è merce per i mendicanti come te, scudiero.-
Frank represse il suo odio , ripensando al dolce sorriso della principessa. Allo stesso tempo una parte di lui concordava col Generale.
Essendo lo scudiero personale del capo dei Sir , era sottoposto a torture continue, Joseph era un bellissimo ragazzo, capelli rossi tendenti al castano ramato e occhi marroni , un  eccellente cavaliere , sempre disponibile , ma purtroppo dava filo da torcere a molti. Soprattutto a lui.
Frank sospirò e fece un inchino al suo cavaliere. – Come desidera generale!-
Joseph risalì sul suo cavallo bianco e rinfoderò la spada. – La trovi sempre al solito posto, e mi raccomando , mi serve entro pomeriggio. E non sporcarla coi tuoi vestiti , scudiero -
Con uno schiocco di redini ripartì inseguendo la carrozza della principessa. Frank si ritrovò a ripulire le sue vesti , vergognandosi degli ultimi episodi. Notò con la coda dell’occhio fermento in città , ma in quel momento la sua testa era altrove. Fra due occhi castani dolci e impossibili da rivedere.

Il Pantexterst era sparito. Ma come era possibile? Era una sua responsabilità , stava ore a guardarlo e poi era sparito. Sotto i suoi occhi. Un portale violaceo l’aveva risucchiato chissà dove , e lui non poteva far niente per recuperarlo. Jade, Julia , Mattia, Tsuna proteggevano altri testi , ma lui aveva il più grande compito. E aveva disonorato la sua intera generazione.
Stich è un libraio , e i librai di Erya non sono come tutti gli altri. Sono i più saggi combattenti mai esistiti , il loro sapere lo dimostrano anche a frasi di spade e archi. Essere librai a Erya significa avere onore , essere a pari con re e regine. Il loro sapere è oltre il tutto.
Stich era giovane , ma la sua carica lo portava ad essere il più anziano fra i librai. Custodiva il Pantexterast e dunque ne conosceva tutte le storie a memoria, perché un libraio diventa parte del libro una volta che danno il compito di custodirlo. Julia custodiva i vecchi saggi e i libri di profezie. Mattia i libri delle catastrofi. Tsuna i libri della creatività e dell’ingegno. Jade custodiva i testi di narrativa antichi, e molti altri librai di Erya proteggevano molti scritti.
Stich aveva già informato i suoi librai della grave scomparsa , toccava solo informare la regina del terribile accaduto.
Stava aspettando che i cavalieri si fermassero di chiacchierare , le loro armature argentee esposte al sole e il loro continuo muoversi li facevano saltare i nervi. Stich era pacato , amante del buon vestire e dei cani e se c’era qualcosa che non sopportava nel contesto di Erya era la presenza di quei soldati  in continuo movimento che lo distraevano parecchio dal trovare la concentrazione. Si passò una mano fra i capelli biondi e sbuffò. Odiava attendere quando era nervoso. Lo innervosiva maggiormente. E più veloce sarebbe stata la sua punizione , più in fretta sarebbe andato alla ricerca del Pantexterast. Un cavallo bianco giunse dalla folla , in sella svettava il generale nella sua armatura lucida. Joseph  scese da cavallo e raggiunse a passo di marcia il libraio.
- E’ vero quello che si dice in paese?-
-Già la notizia si è diffusa? -
Il generale si aggiustò il mantello. Cercando di assumere un espressione grave. – Dunque è vero?-
Il libraio non mosse ciglio –Seguitemi dentro , e tenete a bada le vostre mosche , non voglio che entrino nella Libreria. -
La libreria era enorme. Una volta entrati si desiderava non uscire più. Era un luogo umido e al chiuso , regnava implacabile l’odore di carta ed inchiostro, anche se il luogo era stracolmo di vegetazione. Gli scaffali illuminati a giorno erano ricoperti da tralci di vite , palme e molte altre piante rampicanti. Ma i libri erano intaccati. Spesso si intravedevano i librai chini sui loro “protetti’’ oltre le fessure della vegetazione, seduti in tavolini di rete e vimini, alcuni leggevano soltanto , altri contemplavano in silenzio le enormi pile di libri. Stich guardava il generale , esaminava sognante  tutto il luogo , Stich comprendeva quello che stava pensando , le armi non c’erano, i Librai preferivano il combattimento corpo a corpo , non esistevano particolari addestramenti, come nei cavalieri. Tutto ciò che c’era da sapere si trovava fra le pagine dei libri. Condusse il generale oltre un soppalco chiuso da una pesante tenda rossa. Al centro sorgeva un piedistallo consumato dalle fiamme.
-Qui si è aperto il portale , non so da cosa sia scaturito tutto questo , ma secondo le profezie di Julia , non è niente di buono, qualcosa in cambio di qualcosa , l’equilibrio della bilancia. Ci deve essere  un inspiegabile sparizione del Pantexterast. -
- Libraio , lei mi sta dicendo che qualcuno o cosa sia arrivato qui tramite portali , e che si sia preso il Pantexteras? Non crede che glielo abbiano rubato?-
-Qui dentro nessuno può rubare niente , i libri si dissolvono nel nulla quando è destino che scompaiano. -
Il generale si morse le labbra dal nervoso , ma Stich trattenne comunque un immagine calma. Anche se il suo cuore perdeva sempre più colpi , ripensando all’accaduto.
-Lei non capisce forse. Il libro sparito è tutto ciò che abbiamo per mantenere la pace nel mondo. Erya crollerà sotto le sue stesse macerie se le sue regole sono sparite. -
- E’ responsabilità  delle persone mantenere la pace, io più di tutti so cosa abbiamo perso. -
Il generale puntò lo sguardo sul libraio.
-E allora perché mantiene quella faccia da calmo , siamo nei guai fino al collo.-
- Non conviene dimostrarmi nervoso , Sir. Dobbiamo solo ritrovarlo.-
Joseph chiuse gli occhi,forse per non trascendere in un linguaggio scurrile visto che si trovava nel tempio delle parole.
il silenzio dei due fu interrotto da uno strascicare di passi. La tenda si spalancò mostrando la Libraia Julia , bendata e con un libro antichissimo fra le dita diafane.
- Coloro che non ci sono più da molto sono ritornate, i flagelli della città hanno ripreso il controllo su Erya , ma portano le cause della scomparsa del nostro libro sacro. -
Il generale si ricompose , ancora sorpreso della comparsa della ragazza. – Almeno Kinz è tornata, ma chi saranno … -
Stich prese parola prima di Julia. – Geegenesgate, le Creaporte.-
Julia annuì , Joseph guardò il piedistallo consumato dove poggiava il Libro.
-Come sai che non è andato distrutto?-
-Portami dalla regina. Sassa non pazienterà ancora per molto , Generale.-


Merybeth  comparve dentro una stalla, o almeno credeva fosse una stalla. Non puzzava come alcuni zoo , ma la paglia limacciosa sotto i vestiti si appiccicava e pungeva parecchio. Alzò di poco lo sguardo e inquadrò un ragazzo sui diciotto anni scioccato , mentre teneva in mano una luccicante armatura e una pezza piena di fango. Nemmeno il tempo di issarsi  si ritrovò le sue compagne di sopra. Joker e Asdru faticarono  a rimettersi in piedi e lo stesso fece Merybeth. Il ragazzo iniziò ad armeggiare con l’armatura per togliersela di sopra ,ma Joker , ancora stordita ,fece un incantesimo per immobilizzarlo.
-Posso almeno sapere chi siete? Prima di morire qui…-
Asdr per tutta risposta si strattonò i capelli e scomparì dentro un vortice rosa.
- Maledizione Asdr , ha fatto una domanda semplice! Perché ti sei nascosta fra i miei capelli?-
Merybeth frugò dentro il suo chignon prelevando una minuscola maghetta dai capelli lunghissimi e gli occhioni stracolmi di paura.
- Ho paura degli omaccioni grossi ! E ho fame , la corsa nel Nulla mi ha fatto salire l’appetito. -
-Non è ora di Pranzo , e lo stomaco non brontola solo a  te!-
- Comunque caro! Non ti interessa sapere chi siamo , ma dove possiamo nasconderci da una psicopatica !-
Joker giocherellava con la sua carta incantata fra le dita e puntò uno dei suoi sguardi severi dritti verso il ragazzo.
- Se parlate di Kinzica , beh non ci sono posti particolari per sopravvivere. Potete soltanto avere il permesso della Regina per non essere inseguiti , ma per caso … ha maledetto una di voi?-
- Me. Ma dimmi, come fai a chiamarla per nome senza che lei compaia?-
Il ragazzo fece spallucce – Non siete le prime a sbagliare ! Anche a  me è capitato!-
Merybeth si avvicinò al ragazzo. – E cosa , di preciso?-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. – Storia lunga , ma ora se mi libererete prometto di trovarvi un posto, essendo uno degli scarti del paese conosco molti posti difficili da trovare!-
Joker si intromise fra Merybeth e il ragazzo , stringendo in pugno la carta.
- Cosa mi dice che possiamo fidarci di te?-
- Uno , siamo nella stessa barca, una maledizione di Kinzica è impossibile togliersela di sopra.
Due , da bravo Eryano so riconoscere un mio compaesano. E poi i favori vengono spesso ricambiati.-
Joker si tirò indietro. Mettendo una mano sulla spalla di Merybeth.
La Creaporte  fissò attentamente il ragazzo , come per cercare qualche traccia di menzogna,ma i suoi occhi erano limpidi. Il suo aiuto sincero.
- Bene , dunque , come facciamo a spostarci senza dare nell’occhio?-
Il ragazzo agitò le braccia segno che l’incantesimo stava per cedere.
- Benvenuti ad Erya, città dei Libri.-
-Questo lo sapevamo già , ed ora?-
Il ragazzo puntò lo sguardo su Asdru –Non avevi fame tu?-
-Vuoi che ti mangi?-
- No no , assolutamente , ma conosco un ottimo pasticcere e quando si visitano i posti , prima di ammirarne le particolarità , ci si concentra sul cibo-
L’incantesimo si ruppe totalmente e l’armatura scivolò per terra.
Il ragazzo tese una mano verso Merybeth – Mi chiamo Frank, e voi?-
- Merybeth , Joker e  Asdru. -
- Piacere, bene , seguitemi. Erya è grande, ma si distingue subito quando  gli stranieri vengono. -

Il paese era realmente enorme , ma in città vi era fermento e preoccupazione. Queste emozioni ronzavano nell’aria come scosse elettriche , Merybeth ne sentiva la tensione. La Bottega del pasticcere si fece sentire ancor prima dell’insegna rustica all’esterno. L’odore di pane , biscotti e pasta si infiltrava fra le narici , deliziando il corpo con quel dolcissimo profumo . Merybeth si passò la lingua fra le labbra, sentiva già il croccante del pane caldo in bocca. Fu Frank a pagare il tutto , non le lasciò avvicinare alla bottega, diceva che Kinzica avrebbe fiutato il loro potere ovunque e ovviamente non dovevano apparire esotiche  davanti ai cittadini. Soprattutto se avevano botteghe e desideravano soldi.
Merybeth aveva curiosato un po’ nella mente del loro nuovo accompagnatore, aveva trovato molte cose, sapeva qualche cosa sul suo passato , la voglia di diventare cavaliere, persino il volto di una ragazza , ma su Kinzica non aveva trovato quel che cercava, scorgeva spessi muri che la costringevano a retrocedere. Come se il ragazzo volesse nasconderlo anche a se stesso.
Essendo una Creaporte , Merybeth  poteva creare portali anche all’interno delle persone , ma questo significava trascendere nella magia nera, cosa che non desiderava visto che non portava mai  nulla di buono. Ma poteva leggere nel pensiero e capire che persona ti ritrovavi davanti.
Frank ritornò con molti pacchi, aveva il volto un po’ preoccupato, evidentemente per la spesa appena fatta, ma comunque cercò di non darlo a vedere. Joker intuì , e gli restituì i suoi soldi.
- Non dovevate, tranquille!-
- Rischi tantissimo , e poi a te mancano-
Il ragazzo arrossì , grande e grosso com’era sembrava innocuo sotto quel velo di rossore.
Asdru mangiava i suoi biscotti voracemente incurante se  riempiva di molliche il povero chignon della Creaporte.
Merybeth avverò il suo desiderio di pane.
Frank però sembrava inquieto , puntava spesso lo sguardo sulla folla accalcata verso un grande palazzo ricoperto di rampicanti.
- Ragazze, quella è la Libreria. Deve essere successo qualcosa di grave se tutto il paese è davanti alle sue porte. -
Merybeth si incuriosì dell’accaduto, quel posto non era una comune biblioteca, quel posto era pura Magia, un concentrato di potere immenso però sopito.
Joker al suo solito strinse la carta incantata, mentre Asdru continuava imperterrita a mangiare, indicò la folla , e con modo ingenuo e infantile strabuzzò gli occhi.
- Cosa può scomparire in una libreria? Libri no!-
- E fidati , se è quello che penso io , questo posto si distruggerà. -
Frank strinse lo sguardo , la sua espressione si incupì quando vide comparire sulle scale un cavallo bianco con in sella il suo cavaliere.
- Sarà meglio sbrigarsi, se quel zuccone mi vede mi fa ripulire la sua armatura per non so quante volte!-
Merybeth assaggiò un altro biscotto – Sei il suo scudiero?-
-Purtroppo sì!-
Il ragazzo girò verso una stradina e fece cenno alle ragazze di inseguirlo. Tra viottoli in penombra e cunicoli il ragazzo li portò in un quartiere abbandonato.
Le case avevano le finestre a pezzi ,al contrario di quelle decorate  verso il centro città , Merybeth notò  che mancavano le porte e che all’interno di ognuna di esse era buio pesto.
- Il quartiere malefico?-
- Questo posto dicono in molti che è magico , questa parte della città fu una tra le prime a essere costruita ma mai abitata, dicevano che la magia in questo posto attirasse molti spettri e creature.-
Joker si sistemò gli occhiali sul volto , e si passò una mano fra i capelli castani.
-Dunque ci hai portati  in pasto a loro?-
Il ragazzo scosse la testa-Tutto il contrario , qui il vostro potere si confonderà! E se siete venute tramite portali deduco che siete delle Geegenesgate, quindi il vostro potere e parecchio forte. Non avrete problemi.-
Frank continuò a fare strada e li condusse in una casa ancora più diroccata.
-Questa è la più forte di tutti , il suo potere spaventa persino gli spettri dicono. Credo sia perfetta per voi. -
Joker sorrise e Asdru guardava sognante la loro nuova casa.
Merybeth però non era tanto sicura, il loro potere era forte e dubitava che le dicerie dei paesani fossero vere, piuttosto erano superstizioni.
-Ti ringrazio! Ma come faremo a sdebitarci?-
Frank guardò in basso. –Non so ancora cosa posso chiedervi , ma per adesso voglio sapere se mi ripagherete!-
Joker sorrise. – Noi manteniamo le promesse. Quando vorrai ti basterà solo chiamare!-
Frank fu attratto da un rumore  proveniente dalla casa vicina.
- Credo che vi convenga entrare e di corsa , non credo che….-
Nemmeno completò la frase che zoccoli argentei racchiusero il grigio del vicolo maledetto.
-Scudiero, non metto le armature qui! E nemmeno gli stranieri. -

Kinzica  calpestò il fieno sporco. Quel luogo era saturo di potere, le Creaporte erano state evidentemente lì. Nicco cercava  fra i pezzi dell’armatura. Ma nulla, nessun trucco. Evidentemente si erano immerse nel caos della città. La strega avvertiva la scomparsa del Pantexterast, e sapeva che la colpa era solo loro. Aprire portali fra mondi e mondi era rischioso , e quasi sempre quelle maghe del teletrasporto portavano scompiglio.
Giustamente Erya doveva pagare , e il suo costo era parecchio salato.
- Dici che sono rimaste qui?-
- Le ho condotte io qui! Non possono teletrasportarsi. -
-Sì ma dici di aver perso le loro tracce!-
-Nicco, si sono nascoste , non abbiamo a che fare  con principianti, quelle sono maghe potentissime. -
Nicco  si asciugò il sudore dalla fronte.
-La prossima volta dimmi un totale di morti da resuscitare, sai che L’inferno ha debiti aperti con me !-
Kinzica strinse le mani a pugno.
-Credi che mi faccia piacere inseguire le persone per maledirle!-
Nicco sbuffò nervoso. – Non toccare questo discorso con me ! So che non è colpa tua al cento per cento. Il tuo nome però sì!-
Kinzica lo fulminò con lo sguardo.
-Piantala, prima che ti ci spedisca io all’Inferno!-
Nicco richiamò a sé piccole ossicina che volteggiavano intorno alle sue dita.
- Se ti fa piacere saperlo so come raggiungerle?- 
Kinzica sorrise malefica. – Ecco perché continui  a seguirmi!-
Nicco si aggiustò il mantello nero dietro le spalle. – Senza il mio aiuto saresti ancora bloccata nel Nulla. -
Nicco disintegrò la porta della stalla.
- Le ossa dicono … - molto teatralmente il mago avvicinò l’orecchio  ad esse e sorrise compiaciuto.
-Che posticino amichevole! Il vicolo dei morti. -
-Muoviamoci , prima che si spostino.-
Kinzica uscì a passo veloce fuori e si dissolse in un fumo denso  e nero. 

Joseph scese da cavallo e afferrò per il bavero della casacca il suo scudiero.
- Non puoi ancora fare l’eroe mi spiace! Torna a ripulire la mia armatura -
Frank gli rispose con uno sguardo colmo di rabbia , ma come sempre lo ignorò.
- Allora , ragazzine , uscite fuori prometto di non portarvi da nessuna parte.-
Nessuno ripose , e il generale fu costretto ad entrare dentro quella casa. Il buio e gli spettri non lo bloccavano ma sapeva delle leggende che riguardavano quel luogo e si ripromise di eclissarle in un angolo della sua mente.
Vide per prima una ragazzina dai capelli lunghissimi e tendenti sul biondo.
- Vedi non sono nemmeno armato, non preoccuparti, dove sono le tue ami… -
Gli occhi della ragazza si illuminarono di viola e a Joseph mancò il respiro , come se l’ossigeno non riuscisse ad entrare dentro ai suoi polmoni.  Il buio iniziò ad avvolgerlo e si maledisse per aver pensato anche per poco a quelle dicerie.
Poi l’aria si riversò  dentro i suoi polmoni. Alzò lo sguardo e notò altre due figure ai lati della ragazza dagli occhi viola.
- Dice il vero!-
-Portaci dalla regina !-
Joseph si alzò piano e mostrò un sorriso sghembo. – Sassa? Non vi consiglio , è peggio di chi vi insegue , lei e le sue maledette prigioni. -
Una ragazza bassina si avvicinò al cavaliere.
- Come fai a sapere che siamo inseguite?-
- Kinz ? Beh si capisce, lei si occupa di cose di cui io non posso prendermi la  responsabilità, è vero , entrambi portiamo ordine  in città ma … lei si occupa delle faccende … magiche. Per così dire!-
La ragazza continuò a fissarlo.
- Portaci dalla regina!-
- Perché dovre…-
Gli occhi della ragazza si illuminarono nuovamente ma questa volta di rosso, sentì il suo cuore affievolirsi quasi stesse smettendo di battere ,e poi riprendere con più foga come se avesse corso da troppo tempo.
- Asdru , Basta!-
Joseph ricadde a terra ansimante.
- Volete sfuggire a Kinz giusto? Avere il lasciapassare della regina , ho indovinato?-
La ragazza bassina annuì.
- D’accordo , per una volta mi sta bene che soffra per una perdita , quella strega! Seguitemi .-

Merybeth sapeva che poteva fidarsi . Leggere nella mente di quel ragazzo era facile , e più ancora anticipare le sue mosse. Il generale doveva essere molto perspicace per capire in quale tranello si stava inguaiando.
Asdru aveva svolto il suo dovere alla perfezione,  anche se rischiavano che i Mekinexac le rintracciassero .
La strada non era lunghissima volendo.
Si sarebbe già smaterializzata al palazzo , ma qualcosa bloccava la sua collana, non poteva spostarsi. E questo la preoccupò.  Sicuramente causa di Kinzica.
Joseph camminava in sella al suo cavallo bianco mentre accanto a lui lo scudiero Frank gli porgeva ogni tanto la sua borraccia d’acqua.
Il palazzo si erse in tutto il suo splendore. I marmi di diversi colori e sfumature balenavano al sole, gli splendidi giardini pensili straripavano da ogni balcone. Tutto quello che circondava il palazzo dava l’impressione di vita. Ma una vita fossile, bloccata. Più si avvicinavano al palazzo , più il silenzio riecheggiava fra i marmi. Lo scroscio dell’acqua delle fontane gemeva , i fiori e gli alberi danzavano cullati dal vento.
Erya era splendida. Ma solo quella, c’era un velo di falsità a cingere tutto, come un paesaggio splendido rinchiuso in una cornice macabra. Si rese conto solo dopo che entrò dentro il palazzo che quella era la causa della folla davanti alla Libreria. Merybeth cercò in tutti i modi di ricordare la storia di Erya , ma era come se quel posto gli risultasse nuovo. E la cosa non le piacque per niente.
Il generale legò il cavallo ad un traliccio di legno bianco, e si diresse spedito verso le scale che portavano sicuramente alla Sala del Trono.
Merybeth lo seguì e notò come ad ogni passo del generale i soldati semplici si inchinavano.
Dopo qualche minuto di corridoio scorse uno splendido tendaggio. Le tende si aprirono magicamente e la sala del trono fu visibile.
Enorme era un eufemismo.
Il trono era d’oro arricchito di decorazioni e scritte antiche. I marmi policromatici si estendevano come una pedana di scacchi e le venature formavano parole antiche, ma dal grande contenuto. 
tende e tappeti rossi nascondevano delle nicchie e un soppalco straripava di vegetazione .
Le pareti in fondo alla  stanza erano stracolmi di libri. La regina era seduta con aria seccata sul trono.
Ascoltava le parole di un ragazzo biondo accompagnato da un dalmata snello.
- Sassa, la questione è di vitale importanza.-
La regina si erse in tutto il suo splendore. I capelli vaporosi e scuri stretti da una corona elaborata, il viso contratto in un espressione nervosa, e gli occhi di un marrone cangiante rosso, guardava inferocita il povero ragazzo.
- Io qui sono la regina. La tua regina. Non sono Sassa, ma Regina Sassa.-
Il suo rimprovero tuonò in tutta la stanza. Merybeth capì che la ragazza che le stava davanti era abbastanza pericolosa.
Fu allora che ai suoi piedi comparvero due consiglieri  vestiti di rosso. Una ragazza dai capelli scuri e mossi e gli occhi grigi, e un ragazzo pressoché paffuto , portava un paio di occhiali e aveva lo sguardo sveglio.
Il generale si inchinò ai piedi della regina .- Vostra maestà! Porto cattive notizie- e con un gesto parecchio teatrale indicò le tre Creaporte.
La regina sorrise compiaciuta.
- Era da molto che Eigol non aveva ospiti.-
Merybeth strinse i pugni. Sapeva con cosa aveva a che fare ora.

(Questo è solo l’inizio di una lunga storia intrecciata !!! ringrazio tantissimo le persone che mi hanno sostenuto ! spero che un giorno questo non sia solo una piccola fiction , ma una vera storia finita e conosciuta, spero vi piaccia !! Beth.)











 

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Capitolo 2
*** Chi perde sa cosa può trovare. ***


La carrozza frenò bruscamente. Sophya per poco non sbatté contro la poltrona che le stava di fronte. Sentì le scuse del cocchiere , ma lo congedò con un gesto gentile della mano.
- La ringrazio .- La principessa scese delicatamente a terra e si avviò vero l’entrata. Non si stupì di trovare il Generale nella sua armatura abbagliante con le spalle al muro. L’espressione rigida e fredda di chi è stato ignorato. Sophya sospirò , intenta a pensare a  qualche  attenuante possibilmente sincera per ciò che aveva fatto. Effettivamente odiava essere affiancata a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era la sua guardia personale. La Regina Sassa aveva optato per il Generale proprio perché svolgeva il suo ruolo egregiamente. Ma Sophya non voleva mica un cane da guardia, era una principessa sì, ma voleva essere libera di fare quel che voleva.
Con passo veloce raggiunse il portico dove Joseph l’aspettava.
- Mi spiace di non averla avvertita, ho visto che la città  oggi non era particolarmente tranquilla  come al solito, credevo che voi foste impegnato. Mi spiace , sul serio. -
Joseph sorrise . – Principessa , la città potrebbe crollare sotto i miei occhi , la cosa più importante siete voi.-
Sophya arrossì , si riavviò una ciocca dietro l’orecchio e iniziò a camminare verso l’entrata effettiva del palazzo reale.
A poca distanza da lei sentì i passi metallici del Generale  che la raggiungevano.
- Principessa…-
- Non accadrà mai più , lo prometto !-
Joseph non rispose , semplicemente continuò a camminare al suo fianco, fedele al suo compito.
Sophya invece doveva faticare a mantenersi lucida.
Per tutto il viaggio aveva pensato al ragazzo che aveva incontrato in paese. Non era una bellezza divina, ma aveva un qualcosa di molto più attraente. Era totalmente diverso dai principi e nobili, persino dai cavalieri, non aveva certamente quell’aria da “perfettini’’o quell’insopportabile puzza sotto il naso che li faceva camminare impettiti come fenicotteri.
Lui era bello … sì. La sua figura per quanto impacciata  , sembrava forte ,virile , poteva benissimo essere un orso, coraggioso  e sicuro della sua forza.
Sophya inciampò su un lembo del mantello.  Che le stava accadendo? Joseph corse a soccorrerla.
- Principessa ,vi sentite bene?-
Sophya arrossì nuovamente.
- Sì, sì, è stato il mantello, dovrei chiedere alla  sarta di farlo di qualche centimetro più corto. -
Joseph si rassicurò e riprese la sua espressione rigida. La principessa  si rimise in moto.
 Frank.
Aveva l’impressione che non fosse solo un incontro casuale, sentiva un formicolio sottopelle , simile alle emozioni forti.
 L’avrebbe rivisto e presto.
La sala del trono comparve immediatamente, era così sovrappensiero che non aveva badato al tratto di corridoio che aveva percorso.  Strinse il manico del battente , per accedere alla sala.
Joseph le poggiò una mano sulla spalla , tirandola indietro di qualche passo.
- Principessa , la devo aggiornare sui nuovi accaduti. Lei non può accedere alla sala del trono momentaneamente.-
- E perché? Se posso saperlo?-
- La situazione è parecchio pericolosa, per tutto il regno. Non sbagliava a dire che stamane  vi era confusione in paese. La Regina Sassa sta affrontando la causa di tale disordine.-
Sophya guardò i battenti preoccupata.
- Sassa è al sicuro?- 
Il Generale annuì, trattenendo un piccolo sorriso. – Sassa è Sassa!-
Anche Sophya voleva ridere, ma una sensazione la bloccava. Sapeva che questa volta la regina poteva perdere. E le sue sensazioni non sbagliavano mai.
- Generale , cortesemente , può essere più specifico? Cosa è successo?-
-Hanno tolto al nostro regno tutto ciò che lo proteggeva. E vecchie nemiche sono venute a farci visita, mia Signora-
Una figura bianca incappucciata fece capolino oltre una tenda nera , sicuramente un passaggio per arrivare alla sala del trono vietato a tutti coloro che non fossero addetti ai consigli.
- Se ci sono i Viryum … Generale. Cosa significa?-
Joseph spostò lo sguardo da un’altra parte.
- Mia cara. Ti spiego io!- Il Viryum si avvicinò alla principessa , calando il cappuccio per rivelare il volto.
A.
- So per certo che la mia presenza non è una buona notizia , ma mia Signora , solo noi possiamo spiegare  cosa sta accadendo. Mi tormenta  darle  cattive  nuove , ma la situazione è la seguente.
Tre Geegenesgate , conosciute anche con il nome di Creaporte sono giunte a noi tramite i loro portali. Molte terre lontane confermano che il loro arrivo è catastrofico  e che la loro permanenza causa ancor più danni della loro comparsa. Ogni terra che le ospita perde qualcosa di eccessivamente importante per la sopravvivenza dei suoi abitanti. E noi abbiamo perso …-
-Il Pantexerast.- Fu un’altra Viryum a completare la frase.
Sophya cercò in tutti i modi di calmarsi.
- Ne  avete la conferma?-
A scosse la testa.
- Devo essere sincero, solo leggende e molte informazioni che potrebbero essere vane!-
-Dunque quelle maghe potrebbero essere innocenti-
Il Viryum sorrise con scherno. – Mia Signora , quelle maghe non portano “Mai’’ nulla di buono, non sono innocenti , sono state loro.-
Sophya strinse le mani a pugno. -  Ha finito di dire che non ha prove !-
-Ma ho sensazioni mia Signora. Con permesso-
Detto questo i due  Viryum si spostarono silenziosamente verso un'altra tenda nera. Sophya non riusciva a capire , sapeva che i Viryum non erano molto convincenti e nemmeno comprensibili , ma l’ultima frase era stato un segnale. A sapeva.
- Generale , devo entrare!- Joseph alzò gli occhi al cielo. – Mia Signora la prego…-
- Generale insisto!- Poche volte Sophya si imponeva , odiava usare il suo ruolo da nobile , ma quello sapeva che era un caso importante.
Joseph non oppose resistenza. Spinse i battenti facendola entrare in sala.
La minaccia stava dietro le tende , non fuori. Le tre ragazze erano buffe. Esotiche per  un posto come Erya.
Sophya non capiva. Eppure la sensazione non la lasciava andare.
Sassa aveva da perdere. Quella partita era già persa. Sentiva un ‘aura forte , anche se non aveva poteri magici , li percepiva. Beh , la sala era sempre satura di tensione magica, ma quel giorno ancora più forte.
- Sophya , tesoro… cosa ci fai qui?- Rivolse lo sguardo oltre le ragazze. Sassa era in piedi vicino al trono e la guardava preoccupata , come per metterla in allarme.
- Mia regina , volevo farle visita e ho ricevuto la terribile notizia dell’accaduto, ero in pensiero per voi!-
Sassa mantenne la sua espressione dura ma il suo sguardo si addolcì. – Cara , le tue visite mi fanno sempre piacere, ma questa volta sono io a preoccuparmi per te.-
Sophya si girò intorno. Le ragazze la guardavano speranzose. Sembravano così innocue.
- Mia regina, ho appena parlato con i Viryum , non hanno prove!-
Sassa arrossì di rabbia. – I Viryum hanno altro a cui pensare, queste faccende sono una mia responsabilità, loro non possono avere prove-
Sophya  si morse le labbra. La sensazione andava affievolendosi , sempre di più quasi ad annullare anche la forza dell’Angolo.  Cosa stava succedendo?
- Sophya, per favore ,esci!- Sassa sapeva essere molto convincente , e quel tono severo e preoccupato era uno dei migliori.
- Esci , Kinz!- Sophya si girò verso i battenti. I Mekinexac erano tornati. Joseph era impegnato a sbarrarle la porta col suo corpo, ma la maga fremeva di ira e i vani sforzi del Generale non servirono a molto.  Sophya incrociò lo sguardo di Kinzica e ne seguì la traiettoria .La ragazza al centro stava iniziando a muoversi con più inquietudine , lanciando sguardi di supplica , come un cane braccato.
- Spostati , Maledizione!-  Kinzica fece irruzione nella stanza , gettando a terra il Generale.
- Sassa …-
Sassa divenne paonazza di rabbia. La sua voce quasi squarciò le pareti. – Portami rispetto , serva! Sei solo una fra tanti , ho un titolo prima ancora del mio nome , e non osare mai utilizzare toni confidenziali con me.-
- Io ti rispetto quanto il tuo Titolo impone , è vero sono una tua seguace , ma ho un compito da portare a termine! -
Sophya quasi svenne dalla troppa tensione , quella stanza si stava ricaricando di potere con una velocità assurda , quasi a esplodere. 
- Kinzica , ti ordino di uscire!-
- Non prima di aver concluso il mio dovere-
- Io ti ORDINO di uscire immediatamente!-
Kinzica strinse i pugni talmente forti da far stridere i guanti. Alcune candele esplosero , e le tende si mossero vertiginosamente.
La luce iniziò ad affievolirsi sempre di più e un freddo pungente morse la pelle a tutti i presenti.
Per Sophya era troppo. La sua vista iniziò a vacillare e il respiro  affannoso la fece crollare a terra.
- Sassa … devo solo pronunciare le ultime parole!-
- Tu non oserai. La ragazza finirà dritta dentro Eigol, ho già scelto. Se riuscirà a sopravvivere sarà solo per te. Ma non puoi andare contro di me, Kinzica.-
La mekinexac urlò la sua frustrazione e uscì dalla stanza furiosa.
Sophya si alzò a fatica , alzò gli occhi e incrociò lo sguardo folle di Sassa, poi svenne , si sentì persa nella sensazione di precipitare ,ma non toccò terra.


Kinzica uscì come una furia. Aveva rotto molte cose ma non se ne badava , le avrebbe riparate tutte.
Si fermò solo quando arrivò al giardino. Si sedette sulla pedana vicino alla fontana e si tenne la testa fra le mani. Odiava quando succedeva. Odiava il suo nome e l’incapacità di non riuscire ad andargli contro.
E odiava se stessa e tutti i danni che combinava.
Le salirono quasi le lacrime agli occhi , ma non riusciva nemmeno a piangere. Incapace di essere forte.
Fece un lungo sospirò e chiuse gli occhi , rovesciando la testa indietro. Si concentrò sull’acqua che sgorgava lenta dalla fontana , e con dolcezza increspava la pozza che con gli anni aveva creato. Il vento che , antipatico, scompigliava l’erba ai suoi piedi e penetrava dentro i vestiti fino a lambire la pelle e insinuarsi fra le ossa. In lontananza  i cinguettii degli uccelli  rendevano quell’atmosfera paradisiaca, tranquilla , pacata.
Tutto stonava col tumulto potente che le stritolava il cuore e le soffocava la mente. Per la sua natura le venne quasi voglia di urlare e interrompere quella pace così fastidiosa … e terribilmente bella.
Il suo corpo ne aveva bisogno, desiderava ardentemente che quella armonia le circondasse il cervello , oscurando tutti i suoi pensieri negativi e annullarli totalmente. Voleva sentire solo quei cinguettii in lontananza e il flemmatico  scorrere  della natura .
Odiava anche i suoi momenti di paranoia.
E più ancora le persone che la circondavano.
Per la sua natura maledetta percepiva le presenze di gente che di maledetto aveva solo il destino. Il fermento e il panico causati dalla scomparsa del Pantexterast  risvegliava la sua parte malvagia che si crogiolava beata in mezzo a quell’inquietudine. Una parte di lei si sentiva in colpa , ma lasciava scatenare l’altra, così che non le desse pensieri per un po’.
Decise di alzarsi , nemmeno il tempo di  riflettere e già il giardino iniziava a pullulare di servi nervosi. Gioiva in maniera esagerata , ma non se ne curò , in quell’istante voleva solo calma.
Il solo fatto di non riuscire a maledire quella stupida Geegenesgate la faceva adirare ancora i più.
Le mancavano sole le ultime parole. Le premevano sulla lingua con una pesantezza anormale, tanto da non farle pronunciare nemmeno una sillaba. Silenziosamente si spostò verso una parte sempre vuota del castello. Attraversò il giardino in lungo e in largo seguendo i sentieri più tortuosi e difficili. In genere quel luogo era nascosto alla vista della servitù. Frequentato solo da una cerchia ristretta di persone.
Il cimitero.
Sassa aveva deciso di farne uno dietro il giardino , posto considerato da tutti come escluso dalla regina. Le lapidi sbucavano bianche insieme alle statue dai volti rilassati ma sicuri.
Kinzica non ne poteva più.  Quello era un posto che frequentava solo nei momenti di bisogno , e quel giorno ne aveva una grande necessità.
Si sedette sull’erba secca e grigia e richiuse gli occhi. Niente .
Non percepiva niente.
Si chiedeva se la morte fosse veramente così. Un continuo niente , ma non snervante. Un Niente che attendeva ma con pazienza.
Kinzica non voleva essere quella che era. Se ci fosse stato un incantesimo , sarebbe sicuramente andata indietro nel tempo e recuperare la sua vita. Ma certe cose non si possono realizzare , il passato è passato e la persona che era non poteva più ritornare. Morta , come tutte le persone che dormivano sotto i suoi piedi.
In quel posto erano morte molte persone innocenti , ma non a causa di Sassa , lei col tempo era diventata la regina spietata che dava a vedere , ma i suoi predecessori avevano causato più male di quanto Sassa riuscisse a farne in una sola vita.
 Kinzica decise di smaterializzarsi , un solo secondo in più in quel posto  le avrebbe fatto perdere il senno.
E lei non voleva di certo avere più preoccupazioni di quelle che già la circondavano.


A giocherellava distrattamente con un lembo della tunica bianca. Clare le stava seduta accanto in silenzio , come sempre.
Si chiedeva spesso perché stesse così in silenzio. Anche se forse la risposta già l’aveva. Sapeva molte cose e sicuramente i misteri di una ragazza non erano al vertice delle sue difficoltà. A si stiracchiò rumorosamente , un po’ fuori posto per un Viryum , ma poco importava.
Prima di prendere quella carica A era uno di quei tipi a cui non interessava niente , viveva i singoli giorni con freschezza e naturalezza. Ma poi il suo vero “io’’ si era manifestato con una potenza inaudita ,e non poteva rifiutarsi. Era al servizio della regina , da anni forse , ma nemmeno quei dati catturavano la sua attenzione. Piuttosto la ragazza che le era accanto  un agglomerato di curiosità, voleva sapere tutto di lei , e una parte di lui si chiedeva perché non avesse iniziato a scoprirlo. La voglia e le capacità per farlo le aveva, poteva sfruttarle , ma desiderava ricalcare il passato , usare i metodi tradizionali per conoscere a fondo una persona. Clare.
Come lui il suo nome non dava spazio a niente.
I nomi quasi sempre descrivono la persona alla perfezione , anche se fondamentalmente sono solo un modo per distinguerci dagli individui.
Ma Clare. Ve ne erano tante , e diverse … ma lei? Chi era?
Il suo passato? Da dove veniva? Cosa nascondeva? La sua curiosità cresceva a dismisura. Legna che arde per il suo fuoco.
La vide alzarsi e la seguì immediatamente dietro una tenda. In quella stanza erano riuniti anche gli altri Librai, eccetto il Protettore del Pantexterast.
A sorrise sotto il cappuccio , amava quando chi commetteva sbagli non si faceva vivo. Fosse stato veramente interessato al suo compito sarebbe seduto a capo tavola.
Evidentemente l’intera Biblioteca non l’avrebbe sopportato.
I Librai erano solo quattro. La chiaroveggente , piuttosto giovane e bella per le descrizioni popolari ,che in genere attribuivano quel ruolo a vecchiette mezze cieche.
E poi tre librai molto giovani.
In genere si capiva subito che tipo di libro proteggevano , dallo sguardo , dal modo di comportarsi. Stich era molto pacato , si affidava più ai cani che alle persone, lo sguardo sempre celato sotto una corazza di compostezza. Il Pantexterast fatto uomo.
Invece i tre che li si paravano davanti sembravano molto agitati ,  ma poco preoccupati per la faccenda che ormai si propagava come un oscura malattia per tutta Erya.
Continuavano a dimenarsi come animali in gabbia , quasi la sedia  procurasse loro fastidio.
A occupò il suo posto. Quella riunione si progettava parecchio inutile , quasi forzata dalla causa della brutta notizia. Come se sei persone fossero capaci di trovare in poche ore una soluzione    all’enigma.
A prese subito parola, come faceva sempre ad ogni consiglio.
- Posso sapere il motivo per cui il protettore del Pantexterast, ovvero il protagonista di questa storia , non è presente a questa seduta?-
Fu il ragazzo a parlare , capelli castani corti , occhi scuri celati da un paio di occhiali ed  una cicatrice sul sopracciglio destro. Molto giovane per ricoprire una carica come la sua , e lo sguardo ancora acceso di chi ha appena iniziato il suo nuovo compito che si protenderà per tutta la sua vita.
- Signore, io, faccio le sue veci , momentaneamente. -
-L’hai conosciuto almeno? O l’intera Biblioteca ti ha mandato qui per disperazione?-
Il ragazzo abbassò lo sguardo. – Effettivamente lo conosco solo di vista , ma come dite voi stessi è un compito che mi hanno assegnato. -
A mostrò un altro sorriso sbilenco e poco simpatico. Rivolse un veloce sguardo anche agli altri presenti.
- Dunque?-
- Il mio nome è Mattia signore! Sono qui per informarla che il Libraio legato al Pantexterast non poteva essere presente  quest’oggi alla seduta del consiglio. Poiché convocato dalla stessa regina. -
A iniziò a ridere, una risata molto fastidiosa persino alle sue stesse orecchie.
- Sono passato poc’anzi da quella sala e credimi non c’era nessun Libraio dalla faccia sconvolta. Almeno avrei apprezzato la sua presenza qui , credo che la regina si stia occupando di una faccenda molto più… importante! Visto che lo stesso problema è comparso alla radice.-
- Credo che invece di interrompere questa seduta continuamente con le sue constatazioni dovrebbe forse ascoltare quello che i nostri Librai hanno intenzione di informarci. Loro erano lì quando il libro è scomparso.-
Clare finalmente aveva parlato. Il suo tono di voce parecchio irritato gli stimolava una risata ancor più fastidiosa.
- Prego allora. Continui.-
- Il mio nome è Tsuna! Anche io come già sapete sono una Libraia , ma non so molto sulla scomparsa del Pantexterast. Ho sentito la chiaroveggente , ma non posso testimoniare , non ero presente all’accaduto , la Biblioteca mi ha mandato qui solo come collegamento tra  le due fazioni.-
- E io , da chiaroveggente non aggiungo . Come  voi stesso dite , il problema è  alla radice , e la mia visione era concentrata sulla presenza delle Creaporte , mi è sconosciuta l’ubicazione del libro.-
- Io sono Baivhyn , anche io Libraia , posso percepire la sua presenza , ma è come avvolto da un qualche strato di… magia. Ne riesco a sentire le frequenze ma non riesco a raggiungerlo.-
- In pratica ,e che mi perdoni Viryum , la vostra presenza è solo un qualche scambio di notizie che già si sanno? Quattro Librai su quattro ripetono la notizia , che sicuramente , si è sparsa per tutto il regno. Mi spiace importunare  il nostro consiglio , ma personalmente non suscita il mio interesse cercare quel libro , trovo anche molto sfortunato assegnare la nostra vita ad un pezzo di carta incantato , per quanto ami i libri , beh … forse era tempo che scomparisse, momentaneamente non è successo qualcosa di realmente catastrofico come le leggende descrivono,  e se le idee di giustizia della Regina sono quelle che già conosciamo, deduco che per le tre Geegenesgate non ci siano vie d’uscita.
Oltretutto in questa sala sono pienamente convinto che tutti la pensiamo allo stesso modo. Ovvero che il libro è scomparso a causa delle Creaporte. -
I presenti annuirono, eccetto Clare.
- Avete altro di cui parlare … o Sempre le stesse cose?-
I Librai si alzarono dai loro posti e si diressero fuori dalla stanza.
Una volta che la stanza rimase vuota A riprese a stiracchiarsi , soddisfatto per averla fatta concludere ad una velocità rasente l’assurdo.
- Che cosa ti salta in mente?-
A sorrise. – Secondo me i Librai non dovrebbero farsi proprio vivi , essendo due fazioni differenti le nostre idee politiche non combaceranno mai. Il loro è un culto astratto scritto sui libri , di cui io , premesso, sono affascinantissimo, ma non hanno i requisiti per poter condurre una qualche discussione con noi. -
- E quali sarebbero i requisiti giusti secondo te? E’ proprio questo il momento in cui loro dovrebbero unirsi a noi. Qui i nostri mondi combaciano. Solo loro possono sapere.-
- Perché li difendi così tanto? Con tanto ardore.-
- Non li sto difendendo, dico solo che sono utili, saggi quanto noi!-
A scosse la testa , mantenendo il suo sorriso sbilenco e fastidioso.
- Saggi ? Può darsi. Ma mai quanto noi.-
Clare si alzò dal suo posto e uscì dalla sala , ma A aspettò il momento in cui stava varcando la  soglia per esprimere un pensiero abbastanza rischioso. – Inutile . Chi scrive e protegge tace nel suo stesso silenzio.-
Clare trasalì ma continuò a camminare verso l’uscita.


Mattia riuscì ad afferrare Bavhyn prima che toccasse terra.
Tsuna si affrettò a raggiungerla , seguita di corsa dalla chiaroveggente. Bavhyn era bianca in volto , appena uscita dalla stanza dei consigli aveva avuto i primi cedimenti. Mattia se ne era accorto immediatamente.
- Secondo te dovremo ricongiungerla ad Àdel? -
- Solo lei può aiutarla. -
Bavhyn iniziava a tossire convulsamente. Mattia se ne rese conto troppo tardi.
Era appena uscito dalla sala , non aveva percepito la tensione magica arrivata alle stelle. La copertura della sala dei consigli l’aveva stordito , un po’ come quando si sale in montagna e si scende piano piano , fino a far esplodere le orecchie a causa della pressione dell’aria.
La stessa cosa stava accadendo a lui. Bavhyn legata soprattutto ai libri di magia aveva una fortissima risonanza con le tensioni ,e il castello ne stava letteralmente scoppiando.
Causa l’Angolo. Il posto più temuto di Erya , sotto il controllo di una folle regina accecata dal potere e dal comando.
- Dobbiamo uscire subito , Bavhyn deve stare lontana dalla magia , potrebbe morire schiacciata dalla forza. -
Tsuna aveva ragione , ma senza il permesso della Regina non potevano.
- Portala fuori tu, io rimarrò qui! Giustificherò la vostra assenza.-
Tsuna non se lo fece ripetere. Anche per lui quella tensione era fatale , poteva costargli caro la permanenza al castello , ma in quel momento era più importante salvaguardare il sottile rapporto con i consiglieri del regno che  piuttosto con la  sua incolumità. Vide Tsuna e le ragazze allontanarsi dal castello barcollando. Ma qualcuno bloccava loro il passaggio. Il Generale.
Mattia gli corse incontro, lottando contro  la rabbia crescente dovuta al non riuscire a sopportare quel posto  e la calma che doveva  mantenere.
- Non potete uscire senza il permesso della regina.-
- E’ una questione importantissima , una delle nostre rischia di morire qui e subito se rimane. Deve farci uscire.-
Tsuna urlava contro la guardia sostenendo il corpo svenuto della ragazza. Mattia decise di dar spazio alla calma.
- Rimarrò io qui  a giustificare la loro assenza! La prego di farle uscire. -
Il Generale scosse la testa. – Sono ordini , vorrei ma non posso.-
Mattia strinse i pugni fino a farli sbiancare.
- Giustificherò anche il suo comportamento. La prego!-
Il Generale digrignò i denti nervoso.
- Non solo i vostri rapporti col castello sono effimeri e difficili da stabilire , ma pure volete disobbedire alle regole dettate dalla Regina stessa?-
Mattia decise che la calma non era un buon modo per discutere , più gettava sguardi alla pelle diafana di Bavhyn più la sua preoccupazione aumentava. Spinse le ragazze fuori dalla portata del soldato ed estrasse un coltello di oro bianco che puntò alla gola del generale.
- Non prenda questa minaccia rivolta a lei, guardi la nostra amica, sta morendo e questo coltello vicino alla vostra gola , soldato, descrive la sottile distanza fra la morte di questa ragazza e la sua sopravvivenza , giuro di prendermi tutte  le responsabilità , lungi da me voler soffocare le regole della Regina, ma la Libraia in questione è una pedina importante per la sopravvivenza di Erya. Spero di essermi spiegato.-
Il Generale annuì impassibile.
-Uscite fuori. Ma voi dovrete rimanere qui.-
Mattia sospirò e abbassò la lama rinfoderandola. Sorrise a Tsuna e le indicò l’uscita.
Una volta che le ragazze furono abbastanza lontane si rasserenò. Ma la sua tregua non durò affatto.
Il Generale gli diede un pugno dritto allo stomaco facendolo crollare a terra tremante.
- Gli uomini non rispondono alle minacce davanti alle donne , almeno non sono così gradasso. Beh , prendila come una minaccia rivolta a te, questa.-
Mattia annuì , tenendosi strette le braccia intorno al punto dolorante.



Sophya si svegliò nella sua stanza. Ricordava il momento in cui stava cadendo , ma si ritrovò nel letto. Per un attimo le parve tutto un sogno.  Pian piano i ricordi riaffioravano , le Creaporte, lo scontro fra Kinzica e Sassa, il Generale, Frank…
Non poteva essere tutto un sogno. Almeno non Frank.
Indossava la camicia da notte e il letto era sfatto , quindi  poteva essere un sogno. Le venne quasi da piangere, una nostalgia fittizia che le faceva terribilmente male. Si mise a sedere sul letto, tenendosi al testa fra le mani. Frank…
Sentì bussare alla porta , guardò fuori dalla finestra , effettivamente era tardissimo , mezzogiorno passato da tempo. Si coprì con le lenzuola.
-Prego! -
La porta si socchiuse , senza rivelare la figura che vi stava dietro.
- Posso entrare? Ha bisogno di qualcosa? Per caso l’ho svegliata?-
Sophya quasi pianse. Quella voce era reale. Si sistemò i capelli e cercò di alzarsi ma aveva pochissime forze quindi abbandonò l’idea.
- Certo , puoi entrare!-
Era lui. Le guance arrossate , lo sguardo che si spostava ovunque senza mai indugiare troppo su di lei.
- Che ci fate qui? Se posso saperlo.-
Lui alzò lo sguardo verso la sua direzione. Sophya si sentì precipitare nuovamente , dentro un pozzo di occhi neri terribilmente rassicuranti.
- È una storia parecchio lunga, mia Signora.-

Alla fine si era alzata. E ora penzolava i piedi , seduta sul ponte  al centro del Laghetto blu. Sassa le aveva regalato quella parte del giardino , e in genere lei stava lì a scrivere o leggere. Per quanto tutti ne avessero paura , Sassa in realtà era molto onesta, e teneva illimitatamente   alle persone a cui voleva bene .
- Dunque sei il suo scudiero?-
Frank annuì tristemente.
- Essere scudieri è un grande onore! I cavalieri ne vanno molto fieri. -
Detto questo Sophya gli diede una leggerissima pacca sulla spalla.
- Non sempre! Siamo loro servi in fondo. -
- Ma anche loro amici!-
Frank sorrise distrattamente . – Non credo! Il mio Cavaliere non è molto socievole.-
Sophya scosse la testa. – Ti do ragione! Joseph è terribile , socializza ma ,diciamolo che è ..severo?-
Frank strabuzzò gli occhi. – Il giusto , eh! – lo disse sarcasticamente , e la battuta le fece scappare una risata divertita.
- Cosa facevi prima di diventare scudiero?-
Frank si rabbuiò e iniziò a giocherellare con le dita.
- Facevo parte  di una famiglia di cacciatori.-
Sophya  si concentrò sul  loro riflesso nell’acqua. Erano belli, pensò.  Così vividi e perfetti. Anche lui guardava il suo riflesso. I loro sguardi si incrociarono fra le increspature dell’acqua.
- Però non ho mai amato cacciare, per questo nella mia famiglia non ero mai visto bene. Mi piacciono gli animali. Sono selvaggi ma la loro natura è … positiva. Vera. Vivo nella natura da circa diciotto anni. So come si comportano , le loro abitudini , peccato che non vivano  a lungo quanto noi , sono molti saggi , mi chiedo se loro della vita comprendano tutto , a differenza nostra che stiamo una vita a comprenderla.
Ti sto annoiando?-
Sophya  gli dava ragione , si era persa fra le sue parole , che urlavano un bellissimo significato.
- Assolutamente , penso che tu abbia ragione.-
Frank sorrise e si distese per intero sul ponte a il cielo nascosto da una rete di rami.
- Questo posto è incantevole.-
Sophya annuì e si distese vicino a lui.
- Per un attimo , ho creduto di averti sognato, cioè quando ero in camera mia e mi sono ripresa dallo svenimento. -
Frank arrossì. – Mi sono permesso io di portarti in camera, mi hanno detto che le stanze sono salvaguardate dal potere dell’Angolo. Ti ho afferrata anche mentre svenivi. Non volevo farti cadere a terra.-
Sophya lo guardò con gratitudine poi un pensiero le attraversò la testa.
- M-mi hai cambiato tu?-
Frank distolse lo sguardo e si mise a sedere. 
-NO , non mi sarei mai permesso mia Signora. Ho chiamato le vostre ancelle.-
Sophya  si morse le labbra, ma poi si rilassò.
- Allora … grazie. -
Il ragazzo si passò una mano fra i capelli – Di niente mia Signora.-
rimasero per un po’ a parlare del più e del meno . Della loro vita , dei loro gusti personali su qualsiasi cosa, Sophya non vedeva tutta la goffaggine di come si descriveva. Non era nemmeno poi così distratto o incapace. La principessa abbassava molto spesso lo sguardo sul loro riflesso nell’acqua , più che guardarlo, le piaceva spiarlo. Vedere i suoi movimenti e tutte le espressioni che faceva , ma camuffate dall’ acqua.
- Quando ancora frequentavo la mia famiglia avevo una fissazione.-
- Ovvero?-
- Assegnavo un animale ad ogni persona che vedevo e mi piaceva sapere che quasi sempre avevo ragione. -
- Oh , fantastico! Ora lo fai più?-
Lui distolse lo sguardo. – Mi capita a volte.-
Sophya si portò indietro una ciocca di capelli.
-Sono curiosa di sapere che animale sono per te.-
Frank arrossì.
- Beh , in genere alle principesse associo le farfalle , o i delfini, per descrivere la loro delicatezza e la loro regalità. Ma tu non sei come tutte le altre.-
Sophya rimase ancor più curiosa di sapere il suo risultato. – E dunque?-
- Sei una civetta. Ma non prenderlo come offesa o altro , intendo … la civetta è molto saggia , pacata un animale cordiale, persino provocante … m-ma diciamo, tu non sembri una farfalla o altro , vedo una forza elegante dentro… te. Hai una mente brillante , sai sempre come risolvere i tuoi problemi e non ti abbassi all’orgoglio o ai dubbi , sai quando fidarti di qualcuno , e vedi sempre il buono in qualcosa. Spero ti piaccia. Se no sarai una farfalla o un delfi…-
Lei lo zittì mettendogli una mano sulla bocca.
- No, no… adoro quell’animale e ti ringrazio per i complimenti. – Si sentì le guancie in fiamme.
Tolse immediatamente la mano dalla sua bocca. Lui distolse lo sguardo e si spostò così da osservare meglio i lenti movimenti del lago.
- Nessuno mi ha mai fatto complimenti così belli e sinceri. In genere punto proprio su questo. Secondo me la miglior principessa è quella che guarderebbe il popolo come il popolo guarderebbe una principessa, ovvero con stupore , gratitudine , persino con quel pizzico di invidia. Io amo il mio popolo , e spero loro amino me. -
Frank puntò il suo sguardo verso i suoi occhi.
- Sono le persone come te a farmi credere che questo sia un mondo meraviglioso.-
Sophya arrossì violentemente, distogliendo lo sguardo per non avvampare del tutto. Sentiva un caldo tremendo e una voglia di tuffarsi in acqua per rinfrescarsi. Ma quella sensazione la faceva stare bene. Una tortura infinitamente piacevole. Si armò di coraggio e poggiò la mano vicino alla sua.
- Mi fa molto piacere parlare con te .-
- Anche a me.-
In lontananza il Generale chiamava , la sua voce forte riusciva a giungere persino al lago. Frank si alzò piano , ma prima aiutò la principessa ad issarsi e quello fu abbastanza per percepire il dolce contatto con le mani di lui. Erano ruvide , callose , di chi lavora la terra e non si cura molto, ma era una bella sensazione , sentire così tanta diversità fra i loro mondi reali , e così tanta affinità fra i loro mondi mentali.
- Vienimi a trovare quando hai tempo e Joseph non ti ronza attorno.-
- Certamente. -
Sophya non voleva mentire a se stessa. Desiderava almeno un bacio. Ma lui le regalò solo un sorriso , che lei ricambiò con quello più ampio e sincero che aveva. E  , come se il tempo si fosse fermato, lo vide sparire fra gli alberi.

 (Angolo dell’Autrice : Salve di nuovo , spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto , spero anche di aggiornare al più presto.
In realtà questa nota non serve per indicare qualcosa o altro , serve solo per fare un annuncio.
Kinzica ci dispiace che tu non faccia più parte del nostro gruppo , ma continuerò a scrivere di te, del tuo personaggio e della tua storia . Spero che la leggerai e non ti chiedo nemmeno una recensione come risposta.  Spero che un giorno ti convincerai a tornare.
Mar.)


 

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