La missione: Ido e Soana

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Tre parole ***
Capitolo 3: *** Vicino alla meta ***
Capitolo 4: *** Vittoria apparente ***
Capitolo 5: *** Rivelazione e inganno ***
Capitolo 6: *** Capitolo finale: Insieme per un momento ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Pesanti nubi grigie cariche di pioggia formavano una spessa cotre nel cielo notturno.
Ido, inginocchiato sull'erba, alzò gli occhi a contemplare tutta quella immensità, che così stonava con il suo sentirsi piccolo ed inutile, di fronte alla sua foto.
Era proprio come se la ricordava.
Bellissima.

1 ANNO PRIMA
Ido si guarda intorno.
Si chiede chi, tra tutti quei giovani fieri e robusti sarà il suo accompagnatore alla ricerca di San, l'ultimo mezzelfo rimasto in tutto il Mondo Emerso, l'unico in grado di fermare la potenza sanguinaria della Gilda.
Ido non sa molto di lui. Sa solo che per trovarlo dovrà andare nelle Terre Ignote.
Un viaggio non privo di rischi, certo.
Non sa perchè ha accettato di avere un compagno, lui che ha sempre amato la solitudine, soprattutto durante una missione. Forse è la vecchiaia, la voglia, inconsapevole, di legarsi a qualcuno, prima della fine.
Vede un bagliore, è lontano, non riesce a capire cosa sia.
Ma si sta avvicinando.
La vede.
E' una ragazza, vestita interamente di bianco, così in contrasto con tutto il nero del castello.
Vestito bianco al Palazzo nero.
Si avvicina sempre più fino a quando si ferma a pochi passi da lui.
"E' bella", pensa lo gnomo, con quella pelle diafana e i lunghi capelli biondi che le ricadono in morbidi boccoli sulle spalle esili.
E giovane. Non più di vent'anni. Una bambina al suo confronto.
<Lei sarà la tua compagna durante il viaggio>. Le parole di maestro Folwar interrompono il flusso dei suoi pensieri.
<Non farti ingannare dalla sua corporatura gracile e dalla sua giovane età. E' una delle maghe più potenti del nostro mondo>, continua.
<Ora vado, vi lascio alle presentazioni>, si congeda poi, scomparendo nella nebbia.
Lo gnomo si avvicina alla giovane.
<Ido>, si presenta. Allunga la mano tozza e callosa e ne trova una delicata e morbida.
<Soana>, replica lei. E sorride.
Ido sa che non potrà mai più dimenticare quel sorriso.


OGGI
La mezzanotte era passata da un pezzo e Ido era ancora inginocchiato col capo chino.
Non era più giovane e le gambe doloranti glielo ricordavano.
Decise di assecondarle e si sedette, continuando a fissare ciò che aveva fissato senza sosta nelle ultime tre ore.
Una lapide.
Bianca in mezzo al nero della notte.
Vestito bianco nel Palazzo nero.
Tutto ciò che dava colore alla tomba spoglia era una foto.
Ido si ricordava benissimo il momento in cui lei gli aveva chiesto di fargliela.
Si erano fermati nei pressi di una cascata.
"Fammi una foto", gli aveva detto. "Così quando ci separeremo ti basterà guardarla e ti ricorderai di me".
"Come se ce ne fosse bisogno", aveva pensato lui, che aveva il suo viso dolcissimo sempre impresso nella mente e nel cuore.
Lei era morta pochi giorni dopo.
Uccisa da un sicario della Gilda.
Quella foto era tutto ciò che gli aveva lasciato.
Ido aveva deciso di costruire una tomba nel luogo in cui si era spenta e di attaccarci sopra la sua immagine, così tutti avrebbero potuto notare quanto era bella, la sua Soana.
A lui sarebbe bastato chiudere gli occhi per rivederla.
Grosse gocce caddero sulla bianca e fredda lapide.
Pioggia. E lacrime.

Continua...

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Capitolo 2
*** Tre parole ***


OGGI
Era ormai quasi l'alba quando Ido decise in andare a riposare.
Era stato uno stupido a perdere tutte quelle ore di sonno ristoratore, ma i ricordi che per tanto aveva cercato di annegare erano ora riafforati improvvisamente, facendogli perdere la cognizione del tempo.
Ora, mentre era disteso sul suo giaciglio di foglie secche, il sonno prevalse.
Chiuse gli occhi.

1 ANNO PRIMA
Sono ormai tre mesi che procedono.
Fra poco giungeranno nelle Terre Ignote ed allora ogni momento sarà dedicato esclusivamente alla ricerca di San.
Camminano molto durante il giorno e riposano solo poche ore la notte.
Una sera sono attorno ad un fuoco. L'ha creato Soana con la magia, è azzurro e non fa fumo.
Ido cuoce un po' del cerbiatto cacciato quel giorno e subito un buon odore di carne arrostita si diffonde nell'aria.
Ido guarda Soana.
E' strana, quella sera, è da un po' che se ne è accorto.
E' più silenziosa del solito, ma quando lo guarda i suoi occhi si accendono di una luce che allo gnomo fa quasi paura.
Vorrebbe chiederle che cos'ha, se lui ha fatto qualcosa di male, ma non ne ha il coraggio, e allora rimane a fissarla in silenzio.
Lei si accorge del suo sguardo.
Punta i suoi occhi castani in quelli neri di lui.
Ancora quella luce.
D'improvviso, come mossa da un alito di vento, Soana si alza e si avvicina con soave eleganza allo gnomo.
Gli prende le mani tra le sue.
< Ti amo, Ido >.
Tre parole, tre semplici parole che sono però in grado di scombussolare Ido.
Aveva sempre pensato che nessuna gli avrebbe mai detto quella frase, non se la sarebbe mai aspettata, men che meno adesso, con quel carettere burbero e scontroso che era solo peggiorato con gli anni.
Ma soprattutto non da lei.
< Ti amo, Ido,dico davvero >, interviene Soana, come se gli avesse letto nel pensiero.
Allora è vero.
Il cuore dello gnomo inizia a battere furiosamente.
< Perchè non mi dici niente? Non mi ami? >. Soana è quasi alle lacrime.
Non la ama? No, non è questo, per lui quella ragazza è tutto, la cosa più importante della sua vita, l'unica che gli abbia fatto capire cosa significa essere legati a qualcuno, dopo anni di solitudine.
Eccome se la ama, vorrebbe dirglielo, urlarglielo, ma non lo fa.
Lei è così giovane, ha tutta la vita davanti e lui cosa potrebbe offrirle?
Si sarebbe dovuta sposare con un principe, vivere in un castello, nell'agiatezza, in mezzo a giovani come lei. E' questo che merita, non passare la vita accanto ad uno gnomo povero e brutto come lui.
E vecchio, soprattutto vecchio.
Guarda Soana. Sta piangendo in silenzio.
Ido fa l'unica cosa che gli pare giusta in quel momento.
< Ti amo anche io >, sussurra.
Il viso di lei cambia al suono di quelle parole, smette di piangere e sorride, quel sorriso che lo ha fatto innamorare.
E' un attimo.
Soana gli si avvicina così tanto che lui può sentire il suo dolce profumo femminile.
Lo bacia con tenerezza, un bacio lungo e delicato.
L'ultimo momento di gioia prima della fine.



OGGI
Ido aprì gli occhi di scatto.
Era successo di nuovo.
Aveva sognato ancora una volta quel momento, ma gli era sembrato talmente reale che per un attimo credette di poter stringere Soana tra le braccia, come quella sera.
L'alba dissolse i suoi dubbi.
Soana non era lì, non l'avrebbe mai più potuta abbracciare.
La triste consapevolezza di averla persa per sempre gli fece girare la testa dal dolore, come accadeva dal giorno della sua morte.
Preaparò le sue cose, pronto per ripartire.
Prese un fiore e lo appoggiò alla tomba di lei.
Rimase a guardarla per qualche minuto, vi depose un leggero bacio e si rimise a cavallo.
Ormai mancava poco a Selva.
I suoi fidi informatori gli avevano detto che era lì che abitava Renni.
Ora era diventato un mercante di schiavi, ma si diceva che avesse mantenuto la crudeltà di un tempo, quando faceva parte della Gilda.
Era in quel periodo che Ido lo aveva conosciuto, in un momento indimenticabile nella memoria dello gnomo, il momento in cui quell'assassino gli aveva portato via tutto ciò che aveva.
Da allora Ido lo cercava in ogni angolo del Mondo Emerso.
L'unica cosa che lo spingeva a vivere era l'attesa del giorno della vendetta.
E quel giorno era finalmente arrivato.
Avrebbe vendicato Soana.

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Capitolo 3
*** Vicino alla meta ***


Ido arrivò a Selva nel primo pomeriggio.
Era una città piccola, con poche case sparse e molti campi coltivati.
Si fermò in una locanda, "Il puledro impennato".
L'ambiente era soffocante, pieno di uomini ubriachi che ridevano sguaiatamente.
Era l'ideale per lui. Nessuno lo avrebbe notato.
Ordinò alla cameriera due boccali di birra ed una focaccia al formaggio.
Quando ella ritornò con il cibo, Ido la squadrò bene.
Era poco più che una bambina, quindici, forse sedici anni, non di più.
Aveva la pelle delicata e diafana.
Occhi castani.
Capelli biondi.
Scosse la testa.
Doveva smetterla di vedere Soana in ogni ragazza che incontrava, il suo cuore non lo avrebbe sopportato.
Mangiò e bevve tutto il più in fretta possibile, poi richiamò la cameriera.
< Conosci Renni? Vive da queste parti, è un mercante di schiavi >, le chiese.
La giovane impallidì.
"Deve incutere parecchio timore tra il popolo", pensò lo gnomo.
< S-sì, vive in un castello, sulla collina nel confine tra Selva e Makrat. Ha una stanza in cui tiene tutti gli schiavi. Ha molte guardie nel suo palazzo. Non so altro >.
< Grazie, non sai quanto mi sei stata utile. La mancia è tutta tua, te la sei meritata >. Così dicendo Ido prese il mantello e corse fuori nella notte.
Renni avrebbe avuto una notte agitata.

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Capitolo 4
*** Vittoria apparente ***


OGGI
Ido arrivò di notte.
Il castello di Renni si stagliava nel cielo, nero e cupo come l'uomo che lo abitava.
Era il momento.
Ido fece un profondo respiro e ripassò mentalmente il piano che aveva preparato e che aveva rivisto nei minimi dettagli.
"Può funzionare", si disse. "Deve funzionare".
Lo gnomo si strinse nel mantello e salì le scale fino al grosso e pesante portone di ingresso.
Stava per bussare quando due guardie lo fermarono.
< Chi sei? >, chiese la prima, un ragazzo allampanato con lo sguardo feroce.
< Mi chiamo Dohor, devo parlare con il vostro signore Renni. E' una questione di schiavi. Mi manda Yeshol >, replicò prontamente Ido.
Le guardie ammutolirono.
Sapevano quanto fosse grande il potere di Yeshol, il vecchio capo della Gilda e capo anche di Renni.
Quando la loro sanguinaria setta era caduta a causa di San il Mezzelfo, i due assassini non si erano più rivisti, ma Yeshol mandava spesso degli schiavi al castello del suo uomo migliore.
Non si presentava mai in prima persona, ma mandava sempre un emissario, solitamente uno gnomo.
Ido era dunque perfetto per quella parte.
Le guardie infatti lo accompagnarono all'interno del castello senza sospettare nulla.
Dopo aver attraversato numerose sale tutte riccamente decorate, arrivarono di fronte ad una porta.
La guardia più giovane bussò.
Pochi attimi dopo ne uscì un uomo.
Ido faticò a riconoscerlo.
Il suo sguardo aveva perso tutta la belligeranza di un tempo, ed anche il suo fisico, un tempo forte e scattante, era ora grasso e flaccido.
"Si è lasciato andare", pensò Ido. "Con la distruzione della Gilda gli abbiamo portato via tutto ciò a cui era davvero legato. In un certo senso, è come me".
Questo ultimo pensiero non lo avrebbe certo distolto dalla sua missione.
Doveva andare fino in fondo.
Sentì a malapena la voce stanca di Renni che chiedeva alle guardie cosa volessero.
I ricordi affiorarono contro la sua volontà.


1 ANNO PRIMA
E' fatta.
Ido sa che hanno vinto.
Lui e Soana hanno trovato San il Mezzelfo pochi giorni prima, gli hanno spiegato la situazione in cui era precipitato il loro mondo a causa della Gilda e lui ha immediatamente deciso che li avrebbe aiutati.
Sono partiti subito, a cavallo di Oarf, il potente drago di Ido.
Ora si trovano sul campo di battaglia.
Gli assassini della Gilda sono accorsi in massa per combattere, per difendere la cosa più importante della loro misera vita.
E hanno combattuto, si sono battuti con il coraggio di chi ormai non ha più nulla da perdere, ma hanno perso ugualmente.
La potenza di San li ha schiacciati.
Ido non ha dovuto uccidere neanche un uomo, sono stati tutti spazzati via dalla potente magia del Mezzelfo.
Lo gnomo si guarda intorno.
Corpi carbonizzati ovunque, in un angolo San, disteso a terra, accanto ad Oarf, sfinito per l'immenso lavoro e sforzo che ha dovuto compiere.
"Perchè non è venuto nessuno dei nostri?", si domanda Ido.
Il re Learco aveva creato da tempo un esercito con i più potenti soldati e mercenari dei sette regni, con la promessa che quando ci sarebbe stato lo scontro decisivo avrebbe mandato i commilitoni a combattere, eppure ora non c'è nessuno.
"Probabilmente la notizia del potere di San ha fatto desistere Learco dal mandare i suoi uomini in battaglia, convinto che sarebbe bastata la magia per vincere", pensa Ido.
E' infatti così è stato.
Ma sarebbe stato bello se non fossero solo loro tre a vedere finalmente distrutto e sconfitto il nemico più temibile di sempre di tutto il Mondo Emerso.
Già, in tre. Ma dov'è la terza?
Ido si guarda intorno, alla ricerca della sua amata.
La vede lì, in mezzo a tutti quei cadaveri scomposti, e gli si stringe il cuore al pensiero che un essere così puro debba vedere tanta sofferenza e distruzione.
Soana alza gli occhi ed incontra il suo sguardo.
Ido le corre incontro, non desidera altro che stringerla a sè, baciarla, amarla, portarla via da quel luogo così triste.
E' a pochi passi da lei, tende le braccia.
Dalla grotta lì vicino spunta un uomo, con un lungo mantello nero e un cappuccio dello stesso colore a nascondergli il viso. Un assassino della Gilda.
Tira fuori la spada e Ido non può farci nulla.
E' troppo vicino, la lama appuntita è a un passo dal suo cuore.
Trapassa il suo petto come fosse carta.
Soana si accascia a terra senza un lamento, nello sguardo solo stupore, fino a quando gli occhi non le si chiudono.
Ido dovrebbe correre verso quell'uomo, farlo soffrire, torturarlo e poi ucciderlo, ma non riesce a muoversi.
Il dolore lo colpisce allo stomaco come un pugno, il più forte che abbia mai ricevuto in tutta la sua vita da guerriero.
Al fianco dell'assassino ne arriva un altro.
Ido vorrebbe ucciderli entrambi, ma si sente troppo debole, non riesce neanche a tenere in mano il coltello, talmente trema.
"Muoio anche io", pensa, e rimane lì, in attesa del proprio destino ormai certo.

Non succede nulla.
Apre gli occhi.
E' sul dorso del suo drago, Oarf, che sta incenerendo tutto il sottostante.
Gli assassini staranno morendo tra atroci dolori.
Ma tra loro c'è anche Soana.
Ido cerca disperatamente di scendere dal dorso dell'animale per andare da lei, ma una mano lo ferma.
E' San, che lo tiene saldo tra le sue braccia esili. Con delicatezza lo fa voltare.
Ido vede, tra le lacrime, un corpo sdraiato sulla schiena del drago.
E' lei.
Lo gnomo la prendere tra le braccia, con delicatezza.
Spera che sia solo svenuta, ma la macchia rossa che si allarga sempre più sul suo petto non lascia spazio ai dubbi.
Soana è morta, lui non vedrà più il suo sorriso dolce, non la sentirà ridere di gusto anche nei momenti tristi.
Non la rivedrà mai più.
Sotto di loro fiamme alte si levano in spirali.
Ido le guarda.
La Gilda è distrutta.
Come il suo cuore.

All'inizio Ido non credeva di poter continuare a vivere senza di lei.
L'aveva seppellita con l'aiuto di San in un bosco, a poche miglia di distanza da dove era avvenuto l'omicidio. Ci erano tornati alcuni giorni dopo la guerra.
Ido aveva dato il suo ultimo saluto all'unica donna della sua vita.
Era finita.

Successivamente, Ido aveva scoperto che i due uomini responsabili di tutto il suo dolore non erano morti. Nonostante le potenti fiammate di Oarf, erano riusciti a salvarsi, rimanendo gli unici sopravvissuti.
Non avevano mai più ricreato una nuova Gilda, ormai si dedicavano ad altro.
Colui che aveva ucciso Soana, venne a sapere un giorno Ido, si chiamava Renni, mentre il suo compagno Yeshol.
Per lo gnomo iniziava una missione.

 

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Capitolo 5
*** Rivelazione e inganno ***


Dopo circa un anno di ricerca incessante, ora Ido si trovava davanti alla meta del suo viaggio.
In un certo senso doveva ringraziare Renni, perchè il desiderio di ucciderlo che aveva provato per tutto quel tempo lo aveva tenuto in vita.
La guardia lo scosse con violenza, riscuotendolo dai ricordi.
< Rispondi, gnomo >.
Ido si era talmente perso nei suoi pensieri che non aveva sentito la domanda. Non aveva nessuna idea di quale fosse.
< Sei forse sordo? Ti ho chiesto dove sono gli schiavi >, lo riprese Renni, con voce annoiata.
Ido capì.
< Mio signore, Yeshol vuole che vi porti direttamente da loro. Li ho lasciati sul carro con il quale sono venuto. Yeshol dice che non devono essere fatti uscire, a meno che non li compriate >, rispose con voce servile.
Renni ci pensò su, era una richiesta nuova da parte di Yeshol, ma poi decise che non sarebbe stato saggio contraddire gli ordini di uno degli uomini più forti e potenti della Terra del Sole.
< D'accordo. Pat, Gornar, venite con me >, disse infine, rivolto alle due guardie.
< Yeshol ha raccomandato che dovete vedere gli schiavi da solo, altrimenti non se ne fa niente >, replicò impassibile Ido.
< Va bene, come vuole, basta che andiamo. E' da un po' che non mi manda carne fresca >, bofonchiò Renni mettendosi un pesante mantello sulle spalle flaccide.
Ido sentì di odiarlo profondamente, non vedeva l'ora di togliergli quello stupido sorriso strafottente dalla faccia.
I due uomini scesero senza parlare nel viale deserto che circondava il castello.
< Venite, mio signore, ho nascosto il carro dietro quegli alberi laggiù >, disse Ido, incitandolo a proseguire.
Dopo qualche minuto arrivarono nei pressi di un piccolo bosco molto fitto.
< Non vedo nessu...oh >. Un gemito soffocato e Renni si accasciò al suolo, il lungo pugnale di Ido piantato profondamente tra le scapole.

"E' fatta", pensò lo gnomo.
Ma non si sentiva così meglio come aveva immaginato tante volte.
La morte del suo più acerrimo nemico non aveva riportato in vita Soana, non aveva allentato la morsa che sentiva quando pensava a lei e a quanto gli mancassero i suoi dolci sorrisi.
Forse erano proprio quei tristi pensieri e quella delusione che gli fecero abbassare la guardia, tanto che non si accorse dell'uomo che era sgattaiolato silenzioso alle sue spalle.
Si girò di scatto e vide la guardia più giovane dietro di lui, quella che gli aveva parlato al suo arrivo al palazzo di Renni.
< E così, stupido gnomo, credevi davvero che avrei lasciato andare mio padre da solo nel bosco con uno sconosciuto, di notte? >, domandò allo gnomo con un ghigno feroce nello sguardo.
< Cosa..Renni è tuo padre? >. Ido non riusciva a capire.
< Sì, stupido essere, non hai visto la somiglianza? Cos'è, pensavi che Renni non potesse avere un figlio che facesse la guardia? >
< Io.. io non so >, Ido era più confuso che mai.
< Già, io dovrei essere un signore, vivere nell'agiatezza, come il mio caro paparino. Ma no, lui era l'unico che poteva avere ogni lusso, io ero solo il figlio bastardo, nato da una sua notte di passione con una sgualdrina qualunque... io, io sono stato relegato al ruolo di guardia, per proteggerlo, contro la mia volontà, non voleva condividere le sue ricchezze con nessuno che non fosse se stesso >.
Il giovane guardava nel vuoto, sembrava parlare più a se stesso che a Ido, il quale non riusciva ad intervenire e a fare qualcosa, rapito dalla rivelazione del ragazzo.
< Per così tanto tempo ho cercato un modo per ucciderlo, per toglierlo di mezzo, l'ho sempre desiderato, fin da quando ero un adolescente, ma come potevo? Come potevo ucciderlo e sperare di farla franca? Ma oggi, oggi sei arrivato tu. Credevi davvero che non ti avessi riconosciuto? Ido lo gnomo... ho letto così tanto di te, di come hai salvato il Mondo emerso dalla Gilda. Quando ti ho visto, stasera, ho subito capito il tuo piano. E così ti ho assecondato, aspettando che tu facessi il lavoro sporco per me. Ed ora, io ti ucciderò. Quando si saprà che ho ammazzato Ido l'eroe diventerò una leggenda, anche Yeshol me ne sarà grato e mi dovrà portare rispetto. >
Ido ascoltava, e sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa, colpire per primo, ma il ragazzo era più svelto di lui.
Non ebbe neanche il tempo di tirare fuori il pugnale che il bastardo di Renni gli piantò la lunga spada nel petto.
Ido sentì il sangue zampillare dalla ferita . Non gli aveva colpito il cuore, ma il polmone destro: sarebbe comunque morto a momenti.
La guardia, intanto, convinta di averlo colpito al cuore e averlo ucciso, si era già allontanata gongolante, pronta ad andare a raccontare a tutto il palazzo la sua impresa leggendaria.
Con un ultimo sforzo lo gnomo riuscì ad alzarsi in piedi e colpì il ragazzo alla schiena.
Infierì sul suo gracile corpo due, tre volte, fino a quando il giovane smise definitivamente di respirare.
Ido sentì le forze abbandonarlo.
Si accasciò al suolo e si portò una mano allo squarcio che aveva nel petto. La ritirò zuppa di sangue scuro.
"E' finita", si ritrovò a pensare.
Ma non aveva paura.
Anzi, era sollevato, quasi felice.
La sua lunga solitudine ora terminava, tutte le sofferenze che la vita gli aveva portato stavano finalmente per finire.
Ma la cosa più importante era che l'avrebbe rivista: ora sarebbe stato con Soana per l'eternità.


Continua...
 

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Capitolo 6
*** Capitolo finale: Insieme per un momento ***


Ido la vide: veniva verso di lui.
Indossava l'abito bianco con il quale l'aveva conosciuta.
Allo gnomo parve che improvvisamente tutto attorno a lui stesse svanendo, non esisteva più nulla che non fosse lei che avanzava nella notte scura.
"Vestito bianco nel palazzo nero", pensò Ido.
Soana si fermò a pochi passi da lui.
Pur tra le lacrime che gli riempivano gli occhi, Ido si accorse che il viso di lei non era sereno e gioioso come se l'era sempre ricordato, ma triste ed angosciato.
E piangeva.
Ma non erano lacrime di gioia come le sue, ma di cupo e profondo dolore.
Lo gnomo avrebbe voluto abbracciarla, rassicurarla che tutto andava bene, che sarebbero stati sempre insieme e che lui non l'avrebbe mai più lasciata.
All'improvviso Soana parlò.
Una voce dolce e delicata che però non riusciva a nascondere la sofferenza.
< Perchè, Ido? >
Lo gnomo si stupì di quanto le fosse mancato il suono della sua voce, ma nonostante tutto non riusciva a capire cosa lei intendesse.
< Ma... cosa dici Soana? Io sto morendo, ma sono felice, staremo insieme per sempre, d'ora in poi, niente e nessuno ci potrà mai più separare, noi... >
< No! >, urlò lei tra le lacrime.
Ido non l'aveva mai vista così disperata.
< Non potrai mai venire con me, stare con me con nel luogo dove sono andata dopo che sono morta! Tu hai ucciso, Ido! E non una, ma due persone! Hai infierito sul loro corpo, come fanno gli animali con le loro prede, e solo per il gusto di farlo, per la vendetta! >.
Lo gnomo non riusciva a capire.
L'aveva fatto per lei, doveva vendicarla, vendicare la sua morte, dare la giusta punizione all'uomo che gliela aveva portata via, che le aveva impedito di vivere la sua giovane vita.
Soana sembrò leggergli nel pensiero.
< Non avresti dovuto farlo! Mi dovevi lasciare andare, continuare a vivere come la persona esemplare e buona che ho conosciuto e amato! Mi dispiace davvero, ma noi non staremo mai insieme, e solo per colpa tua! >.
Ido cercò di alzarsi, sconvolto per quelle parole e dalla rabbia e dal dolore con cui lei le aveva pronunciate, ma era inchiodato a terra da una forza invisibile.
Vide Soana, una luce bianca, allontanarsi nel buio, e non potè fare nulla per fermarla.
Urlò, la chiamò, la implorò di tornare indietro, di portarlo con sè, che sarebbe cambiato, che avrebbe espiato i suoi peccati, ma lei si allontanava sempre più.
Ido era ad un passo dalla fine e Soana ormai quasi del tutto inghiottita dall'oscurità, quando la vide girarsi.
Gli regalò il suo sorriso più bello.
< Ti amo >, disse.
E scomparve.
< Ti amo >, rispose Ido, al vento.
Chiuse gli occhi.
Stavolta era proprio finita.


FINE



Nota dell'autrice: So che adesso tutti i fan della coppia Ido-Soana mi staranno odiando per la tristezza di questa storia, ma, come nella vita reale, non sempre ci puà essere un lieto fine.
Siate clementi. :)
Un abbraccio,
Sara

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