Il pozzo e la rinascita di un amore

di Kikyo90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


IL POZZO E LA RINASCITA DI UN AMORE

Il tempo lenisce tutte le ferite. O, almeno, così si dice.
In realtà, il tempo passa inesorabile. Scivola via, lento e veloce, come la sabbia che scivola dalle dita.
Anche Kagome Higurashi é della stessa opinione e, a suo parere, con gli anni le ferite si accentuano e fanno sempre più male.
Ormai, lei ha 31 anni; ma non passa giorno che lei non pensi al suo Inuyasha.
Quel giorno, aveva chiesto delle ferie per riuscire ad organizzare un piccola festa per suo figlio Iroshi. Il ragazzo avrebbe compiuto 15 anni, proprio come quando lei era caduta nel pozzo per la prima volta.
Aveva sempre proibito al ragazzo di avvicinarsi, né aveva mai spiegato al ragazzo cosa quel in realtà quel pozzo fosse. Quello perché temeva che se fosse venuto a conoscenza dell'era Sengoku, sarebbe voluto andarci. E lei, proprio non se la sentiva di tornarci.
“Bene, qui é tutto pronto Manca solo Iroshi, che dovrebbe arrivare...”
DLIN DLON!
“... adesso. Che frana, come al solito ha scordato la chiave. Eh, se non ci fossi io...”
Arrivo!
Kagome aprì la porta, ma chi vide non fu suo figlio.
Davanti a lei si trovava un uomo magro, coperto da una tunica nera. Ai piedi portava degli stranissimi sandali.
- Salve, posso esserle utile?
Quello alzò di poco la testa.
- Kagome Higurashi, oggi 15 gennaio, si compirà la profezia della venerabile Kaede.
- C-come, prego?
La donna era sconcertata. Che era quello strano tipo?
- Chi sei?
- Non é importante chi sono io. Alla prima luna nuova dell'anno nuovo, si compirà la profezia e tuo figlio sarà colui che la farà avverare.
- Ti sbagli, mio figlio non farà nulla di ciò che...
Il suono del telefono la distrasse, facendola girare. Quando voltò nuovamente la testa, quell'uomo era sparito.
Ci mise un po' a rendersi conto che il telefono stava ancora suonando e a correre verso di esso.
- Pronto, qui casa Higurashi. Parla Kagome.
- Tesoro, sono io.
- Mamma! Come sono felice di sentirti! Scusa se non sono più venuta a trovarti, ma ho lavorato molto in questo periodo...
La signora Aruka aveva insistito per andare in una casa di riposo, sebbene Kagome avesse insistito perché lei e il nonno restassero  a casa.
- Oh, non fa nulla, cara.
- E il nonno, come sta?
- Lui é sempre in forma. Tu, piuttosto, come stai?
- Io bene, e anche Iroshi.
- Ho chiamato proprio per fargli gli auguri. É già tornato?
- No, non ancora. In effetti, é un po' in ritardo.
- Non fa niente. Glieli farò un'altra volta, adesso devo andare.
- Ciao mamma.
La donna posò il telefono e guardò apprensiva la porta. Perché Iroshi non arrivava? E se fosse andato al pozzo?
Mosse appena un passo per andare a controllare, quando il ragazzo varcò la soglia di casa.
- Mamma, sono a casa!
Kagome uscì dalla cucina, cercando di sorridere per non far trasparire tutta la sua preoccupazione.
- Iroshi, sei in ritardo.
- Si, scusa. Mi sono fermato a parlare con alcuni amici. Mi hanno fatto gli auguri per il mio compleanno e mi hanno fatto un regalo. Guarda...
Il ragazzo tirò fuori dallo zaino dei piccoli portachiavi con dei simboli tribali.
- Va bene, va bene. Adesso andiamo in cucina, che c'é una bella torta che ti aspetta.
“Cerchiamo di non pensarci. Io mi sono immaginata tutto; nessun uomo é mai stato qui, e non c'é assolutamente nessuna profezia su mio figlio.”
- Mamma, ti vedo pensierosa. Cos'hai?
I due stavano mangiando una fetta di torta, dopo che Kagome ebbe cantato “tanti auguri a te” e che Iroshi ebbe spento le candeline.
- Niente, figliolo.
La donna sospirò.
- Iroshi, sai che ti voglio bene, vero?
- Si, certo. Ma cosa vuoi dire?
- Che non devi avvicinarti al pozzo, per nessun motivo. É l'unica cosa che io ti abbia mai proibito, fin da piccolo. Ora, ti prego di continuare a non avvicinartici, specialmente stasera.
- Perché?
Kagome scosse la testa.
-Non chiedermi spiegazioni, per favore. É così e basta.
-Va bene.
Madre e figlio si alzarono dal tavolo.
-Lascia, faccio io, mamma.
-Ma no, Iroshi. Vai di là, dai...
-Ho detto che faccio io. Tu sei stanca, vai a sederti..
Kagome sorrise.
-Allora vado di là a prendere il tuo regalo.
Kagome uscì, mentre Iroshi si diresse al lavandino per lavare i due piatti che avevano usato.
Era curioso di vedere cosa gli avesse regalato sua madre.
Asciugò i piatti e mise tutto in ordine. Iroshi era solito aiutare la mamma, visto che erano soli.
Il ragazzo pensava spesso a suo padre, ma ogni volta che chiedeva sue notizie, riceveva sempre la solita laconica risposta.
-Iroshi, vieni fuori!
-Arrivo!
Il brutto episodio di poche ore prima era già stato dimenticato.
-Mamma, ma é bellissima!
Kagome aveva regalato a suo figlio una bellissima bicicletta rosso fiammante.
-Sono felice che ti piaccia, caro.
Iroshi abbracciò sua madre.
-Grazie, é il più bel regalo che tu potessi farmi.
Kagome si fece seria.
-A dire il vero, c'é un motivo preciso per cui ho deciso di regalarti questa. Dopodomani, devo partire per lavoro e starò via tutta la settimana.
Andrai a scuola con questa, visto che é troppo lontano per andarci a piedi.
Kagome faceva la segretaria e a volte capitava che dovesse partire, ma mai per una settimana.
-Oh, va bene. Me la caverò, tranquilla.
-Guarda che non parto adesso, parto lunedì. Ormai é tardi, ma domani che ne dici se andiamo a farci un pic-nic a “Falt Lake”?
-Ottima idea. Portiamo anche l'Oden?
-Golosone.. no, l'Oden é troppo lungo da preparare.
-E dai!
Iroshi adorava l'Oden, ma odiava la frittata. Proprio come Inuyasha...
I due andarono a dormire.
La giornata era trascorsa velocemente, e tutti e due erano molto stanchi.
Iroshi si trovava a letto, ma un fastidioso mal di denti non lo lasciava dormire.
Si alzò per dirigersi in bagno a fare degli sciacqui.
Accese la luce e andò a prendere il liquido verde simile al collutorio ma, quando si vide allo specchio, cacciò un urlo che fece sobbalzare Kagome.
La donna si precipitò in bagno, e ciò che vide la fece raggelare. Ad Iroshi erano spuntate delle “simpatiche” orecchie da cane e gli si erano allungati i canini. Inoltre, i suoi capelli (dal nero corvino abituale) erano diventati di un bel colore argenteo.
-Mamma, che mi succede?Aiutami, ti prego...
-Oh, Iroshi...
Gli si avvicinò e lo abbracciò. Adesso doveva dirglielo per forza, non poteva aspettare oltre.
Lo portò in cucina e gli preparò un té.
-Iroshi, é arrivato il momento che tu sappia di tuo padre e delle tue origini. Non hai idea di quanto sia difficile parlarne, per me, ma... non posso più aspettare.
Tuo papà, Inuyasha, ecco... non era di qui. Lui... Dio, com'é complicato!
-Non preoccuparti. Dopo quello che ho visto, posso credere a tutto.
-Si, hai ragione. Allora, dicevo, tuo padre era di un'altra epoca. Io non ti ho mai permesso di avvicinarti al pozzo perché quello é un passaggio temporale per l'epoca Sengoku.
Io avevo 15 anni quando lo scoprì. Ricordo che zio Sota ed io stavamo cercando Bujo, il nostro gatto. Sono inciampata e sono caduta nel pozzo. Quando ne sono uscita, ho scoperto che non ero più a casa mia, bensì nell'epoca Sengoku. Riconobbi il Goshinboku e mi ci avvicinai. Inuyasha era sigillato all'albero da una freccia e io lo liberai. All'inizio non ci sopportavamo, ma piano piano ci innamorammo. Purtroppo, fu ucciso molto prima che tu nascessi. Lui era un mezzo demone, e nelle notti di luna nuova diventava uno splendido umano coi capelli neri e senza zanne; tu, invece, sei nato umano e a quanto pare nelle notti di luna nuova diventi un mezzo demone con zanne e orecchie da cane.
Kagome raccontò quasi tutto, omettendo il piccolo particolare della Sfera dei Quattro Spiriti.
Iroshi ascoltò tutto il discorso a bocca aperta. Se non fosse stato per il suo attuale aspetto fisico, non avrebbe creduto ad una sola parola di quello che la madre gli stava dicendo.
-Perciò, Iroshi, adesso più di ogni altro momento devi stare lontano dal pozzo. Capito?
-Si, ma perché?
-Come sarebbe a dire “perché”? L'epoca Sengoku é piena di pericoli e non voglio che tu ci vada. Devo forse disdire la partenza?
-No, non preoccuparti. Farò come dici, mamma. Dopotutto, non ti ho mai dato motivo di dubitare di me. Giusto?
-Ma certo, é naturale. Forza, andiamo a dormire.
Stavolta, si coricarono per davvero.
Il mattino dopo, Kagome si alzò di buon ora per preparare delle polpette di riso.
Per colazione, bevve del caffé.
Poco dopo, si alzò anche Iroshi, che ormai era tornato umano.
-'Giorno mamma.
-Ciao Iroshi. Ti sei svegliato?
-Si.
Il ragazzo sbadigliò.
-Forza, fai colazione e vestiti, che poi partiamo.
Lui mangiò dei cereali col latte e, dopo aver lavato la tazza che aveva usato, andò di sopra a vestirsi. Scelse dei pantaloni verdi e un maglioncino con lo scollo a V, dello stesso colore.
Partirono per la loro destinazione, Kagome al volante e Iroshi seduto a fianco a lei.
Il tempo era soleggiato e si preannunciava un bel pic-nic.
“Falt Lake” era una piccola area verde con un piccolo laghetto e, poco distante da questo, una stalla con dei cavalli su cui era possibile fare un giro. Insomma, un piccolo paradiso terrestre.
Si sedettero in riva al lago per mangiare.
-Mamma, dove devi andare domani?
-Devo andare a Kyoto.
-Oh...
Iroshi avrebbe tanto voluto parlare della sera prima, ma aveva paura. Avrebbe voluto sapere altro su suo padre, ma non osava.
“Beh, tentar non nuoce.”
-Mamma, che tipo era papà?
Kagome sorrise. Era un sorriso carico di malinconia, che ancora la assaliva se solo osava portare i suoi pensieri su di lui.
-Era un brontolone. Non gli andava bene nulla, ma era anche tanto dolce. Quando mi chiese di sposarlo ero la ragazza più felice dell'universo, ma poi...
Kagome non riusciva più a continuare e una lacrima furtiva le rigava il volto.
-Scusami, mamma, scusami.
Dopo aver mangiato, andarono a fare un giro sui cavalli.
Iroshi se la cavò abbastanza bene, ma Kagome, quando tentò di salire, cadde dando una micidiale sederata per terra.
Il figlio prese a ridere e, per un attimo, fu tentata di mandarlo “a cuccia”.
Si riprese subito, ricordandosi che per quanto gli potesse somigliare lui non era Inuyasha.
Così, prese a ridere amabilmente anche lei.
La giornata trascorse così fino alle sei di sera, finché non fu ora di tornare a casa.
-Mamma, scusa. Non volevo farti piangere.
-Non é niente. É giusto che tu voglia sapere di tuo papà.
La donna mise in moto l'auto e partirono.
-Iroshi, metti tu in ordine?- chiese Kagome una volta arrivati a casa- Io devo cercare una cosa...
Salì le scale e andò in camera sua. Aveva sempre la stessa cameretta e il ragazzo dormiva nella camera di Sota.
Aprì il primo cassetto della sua cassettiera e sollevò le magliette. Ne estrasse una foto che ritraeva lei e Inuyasha.
-Iroshi, hai finito?
-Si, mamma.
-Allora vieni in salotto. Ho una cosa da mostrarti.
Il ragazzo si avvicinò e le si sedette accanto.
-Figliolo, questo col kimono rosso é tuo padre. Lui é Inuyasha e questa accanto a lui sono io a 15 anni.
-E questo in fondo chi é?
-Oh, lui é Sesshomaru, ed é il fratello di Inuyasha. Qui si erano appena riappacificati...
-Quindi ho un altro zio!
-Si, ma ricordi cosa ti ho detto oggi?
-Riguardo al pozzo?
-Si.
-Hai detto che non mi ci devo avvicinare per nessun motivo.
-Bravo, e ora fila a letto.
Kagome andò a prepararsi la valigia e Iroshi si infilò sotto le coperte e si addormentò.


Allora, ecco pronto il sequel a capitoli di “una parte di te”.
Lo so che il capitolo é un po' cortino, ma a me sembra (spero!) ben fatto. Detto questo, vi lascio ai commenti.
Kiss kiss,
Kikyo90

Vi stuzzica l'idea di un  contest su Inuyasha? Vi andrebbe di partecipare? Allora, non dovete fare altro che cliccare sul link qui sotto per darci un'occhiata. Mi farebbe molto piacere avere nuovi partecipanti ^__^


http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8080671

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2.

Lunedì, Iroshi si svegliò alle sette per fare colazione.
Kagome era uscita alle sei e mezza e aveva lasciato la colazione per il figlio sul tavolo.
“Grazie, mamma.”- la ringraziò mentalmente.
Mangiò in fretta e, dopo aver dato una ripulita veloce, uscì.
Si diresse verso la sua bicicletta nuova e stava per andare a scuola, quando gli sembrò di sentirsi chiamare. Si girò, ma non vide nessuno.
“Che strano. Sembrava che la voce venisse dal capanno del pozzo..”
Sapeva che on doveva andarci, ma sentiva qualcosa di strano che lo attirava inesorabilmente verso il pozzo.
Aprì la porta e, come se il suo corpo non rispondesse ai suoi comandi, si buttò nel pozzo.
Quando atterrò, si chiese se davvero fosse arrivato in un'altra epoca.
Si arrampicò per uscire e vide che si trovava in mezzo ad una foresta. Poco lontano si scorgeva il Goshinboku, e Iroshi decise di recarcisi.
“E così, sigillato a questo albero, c'era mio padre...”
Stava per toccarlo, quando udì un rumore ben distinto alle sue spalle. Si voltò, e vide una bellissima ragazza dai capelli d'argento e occhi neri. Dalla sua faccia, spostò lo sguardo sulla sua testa e vide che la ragazza aveva delle piccole orecchie da cane.
“Che sia anche lei una mezzo demone?”
Per un attimo nessuno parlò. Quando...
-Chi sei straniero, e da dove vieni?
-Mi chiamo Iroshi, e sono uscito dal pozzo nella foresta.
La strana ragazza si mise una mano sulla bocca per lo stupore.
-Tu... tu sei l'Eletto!
Iroshi sgranò gli occhi. Lui era COSA?
-Scusa, ma di che parli?
-Vieni con me, Iroshi.
-Ma se non so neppure chi sei!
-Il mio nome é Aika. Seguimi, non voglio farti del male.
Iroshi seguì la mezzo demone, che lo portò davanti ad una casetta di legno. Si fermò e bussò.
Ne uscì una donna con uno straccetto in mano.
-Aika, come mai qui?
-Scusa, Sango. Ti disturbo?
-No, no... stavo solo lucidando un po' Hiraikotsu. Ma che fai sulla porta, entra subito, dai. Anche tu, ragazzo, su..- disse poi rivolta ad Iroshi che era intento a guardarsi in giro.
-Aika, chi é il tuo amico?
La ragazza sorrise.
-Miroku é in casa?
Sango alzò gli occhi al cielo.
-Figurati, é al solito ritiro spirituale. Potrebbero attaccare in qualsiasi momento; fortuna che so difendermi da sola...
-Già, é una fortuna.
-Santo cielo, Aika, mi dici chi é questo ragazzo o vuoi continuare a tenermi sulle spine?
-Va bene. Tieniti forte, perché io ho trovato l'Eletto
Per poco Sango non svenne. Intanto, Iroshi ascoltava la loro conversazione, immerso nei suoi pensieri. Cos'era questa storia dell'Eletto? Quante cose, che Kagome non gli aveva ancora detto, ignorava?
-Scusate, potreste spiegarmi meglio questa storia dell'Eletto? Non ci ho capito molto...
-Certo, certo.
Intanto, Sango aveva preparato tre tazze di té e ne porse due ai suoi ospiti.
Aika decise di scoprire qualcosa su quello strano e intrigante umano. L'aveva colpita fin da subito, coi suoi capelli nerissimi e i suoi occhi chiari a fare da contrasto.
-Allora, Iroshi, parlami un po' di te. Devi essere più di un semplice umano se sei riuscito ad attraversare il pozzo.
Sango lo interruppe, prima che potesse dire una qualsiasi cosa.
-Scusa, ma sei forse il figlio di Kagome?
-Si, come lo sai?- chiese Iroshi sorpreso che quella donna conoscesse sua madre.
-Tua madre mi aveva detto che se mai avesse avuto un figlio, lo avrebbe chiamato Iroshi. Purtroppo, Inuyasha...
Il ragazzo raccontò di come sempre sua madre gli avesse proibito di avvicinarsi al pozzo, e di come il giorno del suo compleanno, si fosse trasformato in un mezzodemone.
-Non c'é dubbio; Aika, hai trovato l'Eletto
-Ma cos'é questa storia?
-Allora, partiamo dall'inzio. Quanto sai di tutto questo?
-Poco e niente. Solo quello che mi ha detto mamma.
-Allora, devi sapere che tanti anni fa (come ancora adesso), esisteva un gioiello rosa chiamato Sfera dei Quattro Spiriti. Questo aveva in sé grandi e pericolosi poteri. Kagome arrivò qui il giorno del suo quindicesimo compleanno celando, ignara, la Sfera all'interno del suo corpo. Dopo una serie di litigi, lei e Inuyasha si allearono per proteggerla, e col passare del tempo si innamorarono.
Purtroppo, un demone di nome Naraku, mirava ad uccidere Inuyasha. Questo, perché in passato tuo padre aveva osato amare Kikyo, la donna che Naraku bramava di avere.
-Ma é terribile! E questi due, che fine hanno fatto?
-Naraku ha ucciso Kikyo, Kaede e Inuyasha. Ha ucciso tutti per pura vendetta personale.
Con la morte di Kaede, la sorella di Kikyo, si arriva alla profezia, quindi a te.
Kaede, prima di morire, ha detto: “Dal pozzo l'Eletto sorgerà e coi suoi poteri che al contrario funzionano, Naraku sconfiggerà.” Capisci? La profezia parla di te.
Il ragazzo era alquanto perplesso. Come diavolo avrebbe fatto a sconfiggere questo fantomatico Naraku, se nemmeno suo padre ce l'aveva fatta?
Però doveva ammettere che in quella strana profezia, c'erano molte coincidenze. Lui era uscito dal pozzo e, il giorno del suo compleanno si era trasformato in un mezzo demone. A detta di Kagome, per suo padre Inuyasha era il contrario. Cioé, nelle notti di luna nuova, lui diventava umano. Tuttavia...
-Sango, Aika, io non credo di essere l'Eletto che cercate. Cioé, io non ho nessun straordinario potere.
A parte il fatto che mi sono trasformato, io non so fare niente.
Aika gli prese le mani tra le sue, e il cuore di Iroshi cominciò a battere a mille.
-Non dire così. Sono sicura che hai dei poteri fantastici, devi solo allenarti. E noi ti aiuteremo, vero Sango?
-Certo che si!
-Ma mia madre torna a casa tra una settimana, e se scopre che sono stato qui sono dolori. Dovrei farmi venire un'idea...
-Già, é un problema.. io conosco Kagome, e quando si mette qualcosa in testa... ma in qualche modo faremo, vedrai.
Adesso mangiamo qualcosa poi, se ti va, possiamo già cominciare il tuo allenamento.
Iroshi annuì.
-Prima, però, vorrei passare da casa a prendere qualche vestito di ricambio.
-Posso accompagnarti?
-Certo, Aika. Perché no?
Dopo aver pranzato, i due ragazzi salutarono Sango e si diressero al pozzo mangia ossa. Stranamente, anche Aika riuscì ad attraversarlo.
Entrarono in casa e lui prese da un armadio una borsa a righe gialle e viola e ci mise dentro un po' di vestiti.
La ragazza si guardava intorno e, quando all'improvviso squillò il telefono, lei lo guardò spaventata.
-Cos'é questo coso?
-Oh, é solo il telefono.. Pronto?
Era Kagome.
-Tesoro, sono la mamma.
-Ciao, stavo per chiamarti io. É andato bene il viaggio?
-Si, certo. Comunque, ho chiamato per vedere se eri a casa.
-Certo che sono a casa, dove vuoi che sia?
All'improvviso, Iroshi ebbe un'idea.
-Senti, mamma, il mio amico Robin mi ha invitato a dormire da lui. Posso andarci?
-Certo, vai pure. Allora ci vediamo sabato.
-Ciao.
Iroshi attaccò la cornetta e si voltò a guardare una sempre più stupita Aika. Certo che era proprio bella...
“Ma cosa vado a pensare? Lei non pensa certo a me...”
Le spiegò che quello era un telefono, e serviva per parlare con le persone lontane.
Lei era incantata da tutte quelle strane cose, e Iroshi fu costretto a prenderla delicatamente per mano per farla uscire.
Una volta fuori, Aika fece qualcosa che lui non si sarebbe mai aspettato: lo baciò.
Fu un bacio breve e molto dolce, che lasciò il povero ragazzo totalmente spiazzato.
-P-perché lo hai fatto?
-Perché mi piaci, caro Iroshi. Sappi che non ti lascerò andare tanto facilmente..
Aika era di una franchezza disarmante e, dopo aver detto quello, si diresse con nonchalance al pozzo.
Dopo un iniziale smarrimento, la seguì anche lui.
Arrivarono nell'epoca Sengoku in un istante.
Sango era in un prato con Kirara e l'Hiraikotsu sulle spalle. Miroku non era ancora tornato.
Sango allenò Iroshi tutto il pomeriggio, fino all'ora di cena. Lui si sentiva debole per gli sforzi compiuti.
Aika era tornata a casa, e lui non la smetteva di pensare a lei e a quello splendido bacio che si erano scambiati poco prima.
Sango, invece, pensava che per quanto l'Eletto potesse essere forte, non ce l'avrebbe mai fatta da solo.
“Mi sa che qui avremo bisogno anche di Kagome..”
Erano arrivati a sabato mattina.
Gli allenamenti procedevano bene. Totosai gli aveva consegnato Tessaiga, la spada di Inuyasha e Iroshi aveva imparato ad usarla benissimo.
Inoltre, adesso, poteva affermare sicuramente che si era innamorato di Aika. Ormai erano quasi sempre insieme.
Lui e Sango si stavano dirigendo alla capanna, quando una luce molto intensa attirò la loro attenzione. Andarono verso di essa e scoprirono che veniva dalla casa della donna.
Quando arrivarono, scoprirono con immensa sorpresa che l'oggetto che emanava quella luce era la Sfera dei Quattro Spiriti, ed era posata davanti alla porta.
Sango la prese con mani tremanti, ancora incredula che quell'oggetto tanto prezioso fosse lì. Come aveva fatto ad arrivarci?
-Così, questa é la Sfera- disse Iroshi.
-Si.. é la Sfera...
-Posso prenderla in mano?
-Certo, tieni.
Quando quel gioiello rosa fu in mano sua, iniziò a pulsare, come se fosse viva e volesse segnalare qualcosa.
-Ma cosa...?- dissero insieme Sango e Iroshi.
La donna aveva una vaga idea del perché, ne aveva sentito parlare... magari fosse stato come pensava...
Condusse il ragazzo proprio dietro casa, dove si poteva scorgere un piccolo avvallamento di terra. Quella era una tomba.
Quando la raggiunsero, la Sfera sfuggì dalle mani di lui per posarsi sulla terra di quella tomba. Il gioiello sprigionò una luce molto intensa e, quando questa sfumò, una persona si alzò e uscì dalla tomba.
-Ciao, Sango.
Disse la persona sotto gli occhi stupiti della donna e del ragazzo.
-E tu, chi sei, ragazzo?
-I-io sono Iroshi, il figlio di Kagome.
La persona sussultò.
-Quindi, tu... tu sei...
-Si,- disse Sango- é lui. Avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile per sconfiggere Naraku, ma temo che ancora non basti.
Secondo me, dovremmo cercare di convicere Kagome a combattere con noi.
-Sango, te l'ho detto. A mamma é meglio non dire niente perché se scopre che cosa sto facendo, é capace di mettermi in punizione per il resto dei miei giorni.
-Iroshi, ci proverò io a dirglielo. Vedrai che accetterà.- disse la persona.
Iroshi e la persona andarono subito al di là del pozzo a tentare l'impresa.
-Vedrai, le farà piacere vederti...
-Sicuramente...
I due entrarono in casa di Iroshi e quest'ultimo disse alla persona di nascondersi, in moda da fare una sorpresa alla madre.
Poco dopo arrivò Kagome. Entrò sbattendo la porta, furiosa come non lo era mai stata.
-Mamma, cosa succede?
Lei lo fulminò con lo sguardo.
-Cosa mi succede? Tu osi chiedermi cosa mi succede?
Te lo spiego io. Stamattina, alle 8:00, mi hanno telefonato dicendo che é da una settimana che non vai a scuola.
-Ti posso spiegare... non immagini cosa...
-Oh, io immagino benissimo. Mi hai disubbidito, e hai oltrepassato il pozzo, nonostante il mio divieto. Sei nei guai fino al collo, caro...
La persona decise di porre fine alla sfuriata di Kagome uscendo allo scoperto.
-Kagome...
La donna rimase a bocca aperta per lo stupore.
-Non ci posso credere... tu!


Beh, che ve ne pare del nuovo capitolo?
Mi raccomando, commentate in tanti.
Baci,
Kikyo90

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3.

Kagome stava per piangere. Era davvero lì...
-Inuyasha.. tu.. ma come..
-É una storia lunga. Sono venuto qui con nostro figlio per parlarti di una cosa molto importante.
La donna si doveva ancora riprendere dallo shock.
Era lì.. l'amore della sua vita era davanti a lei...
Senza pensarci, gli si fiondò tra le bracca e lo abbracciò.
Inuyasha ricambiò l'abbraccio e, dopo averle alzato il viso, la baciò. Fu un baciò dolce e struggente, che racchiudeva tutta la passione repressa in 15 anni.
Inuyasha fu il primo a staccarsi per parlare.
-Kagome, dobbiamo fare in fretta. Sono venuto a chiederti se te la sentiresti di tornare di là con me e aiutarci a sconfiggere Naraku. Io... non posso stare qui per sempre. Ho due giorni di tempo e dobbiamo sfruttarli al meglio. Dobbiamo riuscire ad annientare quell'abominio. Purtroppo, io, Iroshi e Sango non ce la facciamo da soli e abbiamo bisogno della tua ottima mira con l'arco. Ti ricordi ancora come si fa, vero?
-C-certo...
La rabbia di poco prima sembrava essere stata dimenticata.
Kagome si preparò a tornare nell'epoca Sengoku dopo 15 anni di assenza. Prese il suo arco e le frecce, dopo averli così a lungo conservati.
-Iroshi, scusa. Dovevo avere più fiducia in te e non dovevo aggredirti così. Ma dimmi, adesso che lo hai conosciuto sei contento?
-Altroché! Lo sai meglio di me che é dura crescere senza un padre.
-Già...
Kagome aveva perso il suo quando aveva cinque anni, in un incidente aereo. Lui faceva il pilota e l'apparecchio aveva preso fuoco, facendo morire lui con tutti i passeggeri.
Mentre attraversavano il pozzo, Kagome cercava di seppellire la tristezza, insieme al pensiero che Inuyasha se ne sarebbe andato due giorni dopo.
Mentre andavano a casa di Sango, Iroshi spiegò a Kagome com'era la situazione, e le disse della profezia.
La donna si ricordò dell'uomo che aveva bussato a casa sua e ne parlò subito con gli altri due. Dispiaceva a tutti per la morte di Kaede...
Arrivati dalla loro amica, scoprirono che Miroku era tornato e  li pervase il sollievo di poter contare su un ulteriore aiuto.
Il monaco non riconobbe Kagome e ne approfittò per palparle il sedere. Fu una pessima mossa, perché gli arrivò in testa un attacco combinato da parte di Inuyasha, Sango e Kagome.
-Divina Kagome, non vi avevo riconosciuta. Come state, siete cambiata così tanto...
-Tu, invece, sei sempre il solito maniaco pervertito. Povera Sango...
Risero un po' tutti insieme, per poi occuparsi delle cose serie.
Dovevano organizzare un piano d'attacco per sconfiggere Naraku. Era un nemico molto potente e dubitavano di riuscire a sconfiggerlo pur essendo in cinque.
-Possiamo chiamare anche Sesshomaru. Anche lui vuole eliminare Naraku.- propose Miroku ad un certo punto.
-Si, é vero. Lui e sua figlia Aika sono molto forti...
Ad Iroshi venne un colpo. Aika, la bella e dolce Aika, era sua cugina. Si era innamorato di sua cugina...
-Pronto, Iroshi, ci sei?
-Eh? Ah, si papà.. é una buona idea...
Gli altri ripresero il discorso, mentre Iroshi rifletteva.
Ma perché? Quella ragazza bellissima, quell'angelo... era sua cugina. Il tabù dice che una relazione di questo tipo é proibita, ma al cuore non si comanda. No, aveva deciso: le avrebbe detto che non potevano stare insieme.
Era tardi, e decisero tutti quanti di andare a dormire.
Tutti si addormentarono in poco tempo, tranne una persona. Kagome non riusciva a prendere sonno, così decise di uscire davanti a casa per prendere una boccata d'aria.
-Ehi, non dormi?
Kagome si voltò verso quella voce e, quando lo vide, pensò subito che era bellissimo. Proprio come lo ricordava lei...
-Non ho sonno. Tu, invece?
-Non ho sonno, come te.
Guardarono il cielo per un po'.
-A cosa pensi?- chiese lui dopo un attimo, cingendole le spalle.
-A te. Non voglio perderti, non adesso che ti ho rivisto.
-Kagome, anch'io vorrei stare sempre qui con te, ma non é possibile. Dobbiamo sconfiggere Naraku in due giorni, dopodiché io tornerò nell'aldilà.
Kagome lo abbracciò forte, come a volersi ribellare contro un destino che sembrava accanirsi contro di lei.
Fuori faceva freddo, ma loro non lo sentivano. Il loro abbraccio scaldava i loro cuori e sentivano che, in quel momento, era proprio ciò di cui avevano bisogno per stare bene.
La mattina arrivò in fretta e, come ai vecchi tempi, si misero in viaggio alla ricerca di Naraku. Come una volta, Kagome viaggiava sulla schiena di Inuyasha.
Ricordava l'imbarazzo che aveva provato nel momento in cui si era resa conto di amarlo, la felicità di quando si era dichiarato e di quando era stata sua per la prima e unica volta. Lei non aveva avuto mai nessun altro uomo; il suo cuore era sempre appartenuto ad Inuyasha. E ora che lo aveva ritrovato, non si rassegnava a perderlo di nuovo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitarlo, si...
Durante il viaggio, si erano uniti a loro anche Aika e suo padre Sesshomaru.
Iroshi fece di tutto per evitarla.
“Possibile che li non sappia che siamo cugini? Ma no, lo saprà sicuramente..”
A lei sembrava non importare niente, mentre lui si sentiva tremendamente a disagio.
Il loro viaggio di tutto il giorno non produsse alcun risultato. Perciò, furono costretti ad accamparsi per mangiare qualcosa e dormire.
Kagome aveva portato con sé del ramen istantaneo per cui Inuyasha andava matto.
Sesshomaru continuava a proclamare di non aver bisogno del cibo ma, alla fine cedette. Mangiò non una, ma due bustine di ramen.
Dopo aver mangiato e spento il fuoco, si misero a dormire. Era tutto come una volta, tranne il fatto che Inuyasha e Kagome dormivano abbracciati.
Dormivano in un posto riparato, ma una forte luce filtrò tra gli alberi. Inuyasha si svegliò, credendo che fosse già arrivato il giorno.
Si alzò e, stando attento a non svegliare nessuno, si diresse verso la fonte di quella luce.
Quando arrivò al punto, non vide nessuno. C'era solo un grande fascio di luce che sembrava indicare una strada.
“Che sia la strada che porta a Naraku? Ma anche se fosse, chi...”
Un pensiero gli balenò in testa.
“Non può essere stata Kikyo; lei é morta...”
Con un ultimo sguardo a quella luce, si girò e tornò a dormire.
Si rimisero in viaggio, sapendo che avevano ben poco tempo.
Inuyasha parlò loro della luce e, dopo l'iniziale titubanza, decisero di seguire quella strada.
-Papà, a questo punto ti devo ridare Tessaiga.
-No, Iroshi. Tienila pure, ormai ne sei diventato degno.
-Ma tu come combatterai?
-Con questa.- ed estrasse un'altra spada.- Me la sono fatta forgiare ieri da Totosai.
Il viaggio proseguiva tranquillo, finché...
-Iroshi, perché mi eviti? Credevo di piacerti... - Aika si era avvicinata al ragazzo e gli parlava sotto voce per farsi sentire solo da lui.
Il ragazzo pensò che fosse meglio deviare la domanda.
-Non é il momento di pensare a questo. Dopo ne parliamo, ok?
-Va bene.- e si allontanò, un po' risentita.
Dopo un po' che camminavano...
-Sanguccia mia...
-Stai zitto, Miroku! Non voglio più parlarti...
-Non te la sarai presa per ieri, vero?
Sango si girò a guardarlo.
-Certo che mi sono arrabbiata. Ormai siamo sposati, e tu non hai ancora smesso di palpare il sedere alle altre donne.
-E allora? L'ho fatto solo perché non l'avevo riconosciuta.
Sciaff!!
Un sonoro ceffone riecheggiò nell'aria.
-E adesso cosa ho fatto?
-Primo: hai detto di aver toccato il sedere di Kagome solo perché non l'avevi riconosciuta. Secondo: io ti parlo seriamente e tu ne approfitti per farmi la così detta “mano morta”. Guarda, mi hai proprio fatta arrabbiare..
E, detto questo, se ne andò avanti insieme a Kagome, Inuyasha e Iroshi.
-Ma cosa ho sbagliato?- si chiese Miroku ad alta voce.
-Davvero non ci arrivi?- fece Sesshomaru, sarcastico- Direi che palpare a tradimento una donna non sia una mossa molto intelligente.
-Non dirmi che tu non senti mai il bisogno di toccare Rin.
-Aika, vai avanti. Io devo parlare un po' con questo depravato.
-Va bene...
-Allora, - cominciò quando la figlia si fu allontanata- é ovvio che io abbia voglia di toccare mia moglie ma, a differenza di te, sono abbastanza intelligente per capire quando proprio non é il caso.
Poco più avanti, Sango si sfogava con i suoi amici.
Credeva che suo marito facesse così perché in realtà non l'amava.
Kagome la tranquillizzò. Ormai conosceva Miroku, e sapeva che, nonostante il suo viziaccio, l'amava moltissimo.
Kagome stessa pensava, un tempo, che Inuyasha facesse lo scontroso perché on l'amava e perché voleva Kikyo, non sapendo invece quanto lui la desiderasse.
-Quindi, dite che dovrei perdonarlo?
-Secondo me, si.- disse Inuyasha- Se devi arrabbiarti per tutto quello che fa quel bonzo, fai prima a lasciarlo.
-Ma io non voglio...
-Allora perdonalo. Lo sai com'é fatto, no? Anche se palpa le altre donne, non ti ha mai tradita, vero?
Sango annuì.
-E non lo ha fatto perché ti ama.
-Mi hai convinta. Grazie, Kagome.
-Prego, Sango.
Mentre parlavano, arrivarono di fronte ad un sontuoso palazzo dal quale usciva una fortissima aura demoniaca.
Si avvicinarono con molta cautela e, videro che davanti alla porta, giacevano i corpicini senza vita di due bambine.
-É orribile! Chi può aver fatto una cosa simile?- esclamò Iroshi, disgustato e orripilato.
In sua risposta, apparve una nube intensa di fumo viola che, una volta dissoltasi, mostrò colui che nascondeva.
-Ah ah ah! Siete stati bravi ad arrivare fin qui, ma non ve ne andrete vivi.
-Tu credi?- chiese Inuyasha sfoderando la sua nuova spada.
-Io non lo credo, ne sono sicuro. Non so come faccia tu ad essere di nuovo qui, ma sappi che per quanti rinforzi tu ti possa essere portato dietro, non riuscirai mai a sconfiggermi. E ora, preparatevi a morire!
Indirizzò i suoi tentacoli velenosi verso ognuno dei combattenti. Tutti e sette combattevano con coraggio, cercando almeno di ferirlo. Purtroppo, ogni tentativo era vano; Naraku si ricomponeva tutte le volte.
Kagome aveva un dejà-vu. Le sembrava di rivivere quella battaglia dove Inuyasha aveva perso la vita.
Ormai, combattevano da mezz'ora, senza però alcun risultato. Miroku, Sango, Sesshomaru e Aika erano stati feriti e non potevano più combattere.
In campo, erano rimasti solo Kagome, Inuyasha e Iroshi. Erano allo stremo delle forze e non sapevano quanto ancora avessero resistito.
-Arrendetevi, non sarete mai in grado di sconfiggermi. Lasciatevi uccidere senza fare storie...
-Nemmeno per sogno, brutto bastardo!- esclamò Iroshi, irato.
-Piccolo insolente, come osi parlarmi così? Questo ti costerà caro...
-Artiglio di fuoco!
Con quell'attacco, Iroshi riuscì a schivare quello di Naraku.
-Iroshi, da solo non ce la farai!- disse una preoccupata Kagome.
-Tua madre ha ragione.- rispose Inuyasha, allo stremo delle forze. - Proviamo a combinare insieme i nostri tre attacchi, e vediamo cosa succede!
Erano tutti d'accordo.
“Tanto non ce la faranno mai...” - pensò Naraku, sicuro di sé e del fatto che non avrebbero mai colpito il suo punto debole.
-Freccia sacra!
-Artiglio di fuoco!
-Gokuryoua!
Scagliarono i loro tre attacchi, mirando alla testa come aveva suggerito Kagome, senza farsi sentire.
Quell'onda potentissima colpì in piena fronte il loro nemico, che morì immediatamente, trasformandosi in una finissima cenere nera.
I tre caddero al suolo, sfiniti. Ancora non credevano di essere riusciti a sconfiggere Naraku...
Si accertarono che stessero tutti bene quando Kagome, vedendo una luce, si voltò e vide che Inuyasha stava per scomparire.
-Inuyasha, no...
-Papà, non andartene...
-Ragazzi, anch'io vorrei stare sempre con voi, ma non si può.
La luce intorno a lui si intensificava sempre di più, finché non dovettero chiudere gli occhi.
-Iroshi, Kagome, addio...
-Nooo! Inuyashaaaaa!- esclamò Kagome piangendo.


Allora, ecco pronto il penultimo capitolo. Come avete letto, ho modificato leggermente la figura di Naraku per facilitarmi un po' la vita. Spero che vi piaccia e che commentiate in tanti.
Bacioni,
Kikyo90

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4.

Kagome,si buttò nlla luce e, scoprì con stupore che Inuyasha era non era affatto sparito.
Era talmente felice che lo abbracciò talmente forte da fargli male, per quanta era la paura di perderlo.
Si baciarono dolcemente e disperatamente, come a non volersi staccare mai più.
Quando si staccarono, negli occhi di entrambi si leggeva  felicità e incredulità.
Gli altri cinque li raggiunsero, anche loro felici per come si erano messe le cose.
-Come faccio ad essere ancora vivo?
-Inuyasha, guarda.- Sango gli mostrò la Sfera diventata ormai grigio chiaro. - La Sfera ti ha riportato in vita provvisoriamente ma, con la sconfitta di Naraku, ha sprigionato tutto il suo potere ridandoti la vita per intero.
Mentre tutti gioivano, Aika prese Iroshi in disparte per parlargli. Lei voleva sapere...
-Iroshi, dimmi sinceramene, io ti piaccio?
Lui era interdetto. Da un lato avrebbe voluto prenderla tra le braccia e baciarla, ma dall'altro sapeva di non poterlo fare.
-Aika, noi non possiamo stare insieme. Sai perché?
-No, non lo so.- rispose lei, sull'orlo delle lacrime.
-Come no? Aika, noi siamo cugini. Sai cosa significa questo?
-Si, e allora? Io... ti amo lo stesso, vuoi capirlo?
Rimase paralizzato. LEI lo amava? LEI?
-Io...
-Lascia stare. Se ti fa tanto schifo l'idea di stare con me, non mi resta altro da fare se non andarmene.
Ormai piangeva senza freni.
“Ora basta...”
Iroshi non la lasciò andare. La prese per un braccio e la girò verso di sé.
Le asciugò le lacrime con le dita, e l'abbracciò.
Dopodiché, si chinò su di lei e la baciò.
Non gli importava nulla dei tabù e del fatto che erano cugini. Lui la amava e voleva solo lei. E lei, a sua volta, lo amava e voleva solo lui.
Da lontano, cinque persone, osservano la scena divertite e sollevate.

***MOLTO TEMPO DOPO***

-Papà, chi erano le due bambine che sono morte davanti a quel palazzo?
-Erano due bambine che sono state a servizio di Kikyo. Sono loro che ci hanno fatto trovare la Sfera e che hanno mostrato la strada a nonno Inuyasha. Facevano il doppio gioco, e Naraku le ha uccise.
-E l'uomo che ha avvertito la nonna della profezia?
-Era un sacerdote mandato sempre dalle stesse bambine.
-Che cattivo questo Naraku. Non può tornare, vero papà?
-No, piccolo mio. Ormai Naraku é morto per sempre. Ora dormi, che é tardi.
-Si, papà. Buonanotte!
-Buonanotte...- disse uscendo dalla stanza di suo figlio Tetsuya.
Si diresse in salotto, dove lo aspettavano sua moglie Aika, mama Kagome e papà Inuyasha e gli zii-suoceri Rin e Sesshomaru.
-Allora, l'hai messo a letto?
-Si, tesoro. Sai, ha voluto ancora che gli raccontassi la nostra storia. A proposito... mamma, ma Sango e Miroku non vengono?
-No, scusa. Ho dimenticato di dirtelo, ma Miroku mi ha avvertita che non venivano perché Sango ha avuto le doglie.
-Fantastico! Allora ha messo la testa a posto?
Rispose Inuyasha.
-Tzé! Non credo che quel bonzo possa mai cambiare. E scommetto che se nascerà un maschio, sarà un maniaco come lui.
-Non sei un po' esagerato, papà?
-Credimi, Iroshi. Lo conosco meglio di te.
-Zio Sesshomaru...
-Oh, si. Tuo padre ha ragione su quel monaco.
Inuyasha, ricordi quando ha palpato il sedere a Kagome dicendo poi di non averla riconosciuta?
Inuyasha e Kagome risero.
-Ricordo, eccome. In effetti, in quel periodo aveva un sedere così sodo e ben fatto...
La faccia di Kagome si fece seria.
-Cosa vorresti dire?
-Che sei invecchiata, cara mia.
Tutti, intorno, rabbrividirono pensando a quel che stava per succedere.
-Io sarei invecchiata?
-Beh, si. Basta guardarti per capirlo... ops...
Inuyasha si accorse subito della faccia assassina di sua moglie e capì di aver detto qualcosa di sbagliato.
-Kagome, tesoro... scusami...
-Inuyasha... A CUCCIAAAAA!!!!!
Tutti quanti risero.
Ora, potevano dire che era tornato tutto come ai vecchi tempi.
Dopotutto, non sarebbe stato lo stesso senza le solite vecchie scaramucce.

***Fine***

Eccoci giunti alla fine... vi é piaciuta la mia piccola fic? Beh, spero di si e di ricevere tanti commenti positivi :-).
Alla prossima,
Kikyo90.Capitolo 4.

Kagome,si buttò nlla luce e, scoprì con stupore che Inuyasha era non era affatto sparito.
Era talmente felice che lo abbracciò talmente forte da fargli male, per quanta era la paura di perderlo.
Si baciarono dolcemente e disperatamente, come a non volersi staccare mai più.
Quando si staccarono, negli occhi di entrambi si leggeva  felicità e incredulità.
Gli altri cinque li raggiunsero, anche loro felici per come si erano messe le cose.
-Come faccio ad essere ancora vivo?
-Inuyasha, guarda.- Sango gli mostrò la Sfera diventata ormai grigio chiaro. - La Sfera ti ha riportato in vita provvisoriamente ma, con la sconfitta di Naraku, ha sprigionato tutto il suo potere ridandoti la vita per intero.
Mentre tutti gioivano, Aika prese Iroshi in disparte per parlargli. Lei voleva sapere...
-Iroshi, dimmi sinceramene, io ti piaccio?
Lui era interdetto. Da un lato avrebbe voluto prenderla tra le braccia e baciarla, ma dall'altro sapeva di non poterlo fare.
-Aika, noi non possiamo stare insieme. Sai perché?
-No, non lo so.- rispose lei, sull'orlo delle lacrime.
-Come no? Aika, noi siamo cugini. Sai cosa significa questo?
-Si, e allora? Io... ti amo lo stesso, vuoi capirlo?
Rimase paralizzato. LEI lo amava? LEI?
-Io...
-Lascia stare. Se ti fa tanto schifo l'idea di stare con me, non mi resta altro da fare se non andarmene.
Ormai piangeva senza freni.
“Ora basta...”
Iroshi non la lasciò andare. La prese per un braccio e la girò verso di sé.
Le asciugò le lacrime con le dita, e l'abbracciò.
Dopodiché, si chinò su di lei e la baciò.
Non gli importava nulla dei tabù e del fatto che erano cugini. Lui la amava e voleva solo lei. E lei, a sua volta, lo amava e voleva solo lui.
Da lontano, cinque persone, osservano la scena divertite e sollevate.

***MOLTO TEMPO DOPO***

-Papà, chi erano le due bambine che sono morte davanti a quel palazzo?
-Erano due bambine che sono state a servizio di Kikyo. Sono loro che ci hanno fatto trovare la Sfera e che hanno mostrato la strada a nonno Inuyasha. Facevano il doppio gioco, e Naraku le ha uccise.
-E l'uomo che ha avvertito la nonna della profezia?
-Era un sacerdote mandato sempre dalle stesse bambine.
-Che cattivo questo Naraku. Non può tornare, vero papà?
-No, piccolo mio. Ormai Naraku é morto per sempre. Ora dormi, che é tardi.
-Si, papà. Buonanotte!
-Buonanotte...- disse uscendo dalla stanza di suo figlio Tetsuya.
Si diresse in salotto, dove lo aspettavano sua moglie Aika, mama Kagome e papà Inuyasha e gli zii-suoceri Rin e Sesshomaru.
-Allora, l'hai messo a letto?
-Si, tesoro. Sai, ha voluto ancora che gli raccontassi la nostra storia. A proposito... mamma, ma Sango e Miroku non vengono?
-No, scusa. Ho dimenticato di dirtelo, ma Miroku mi ha avvertita che non venivano perché Sango ha avuto le doglie.
-Fantastico! Allora ha messo la testa a posto?
Rispose Inuyasha.
-Tzé! Non credo che quel bonzo possa mai cambiare. E scommetto che se nascerà un maschio, sarà un maniaco come lui.
-Non sei un po' esagerato, papà?
-Credimi, Iroshi. Lo conosco meglio di te.
-Zio Sesshomaru...
-Oh, si. Tuo padre ha ragione su quel monaco.
Inuyasha, ricordi quando ha palpato il sedere a Kagome dicendo poi di non averla riconosciuta?
Inuyasha e Kagome risero.
-Ricordo, eccome. In effetti, in quel periodo aveva un sedere così sodo e ben fatto...
La faccia di Kagome si fece seria.
-Cosa vorresti dire?
-Che sei invecchiata, cara mia.
Tutti, intorno, rabbrividirono pensando a quel che stava per succedere.
-Io sarei invecchiata?
-Beh, si. Basta guardarti per capirlo... ops...
Inuyasha si accorse subito della faccia assassina di sua moglie e capì di aver detto qualcosa di sbagliato.
-Kagome, tesoro... scusami...
-Inuyasha... A CUCCIAAAAA!!!!!
Tutti quanti risero.
Ora, potevano dire che era tornato tutto come ai vecchi tempi.
Dopotutto, non sarebbe stato lo stesso senza le solite vecchie scaramucce.

***Fine***

Eccoci giunti alla fine... vi é piaciuta la mia piccola fic? Beh, spero di si e di ricevere tanti commenti positivi :-).
Alla prossima,
Kikyo90.

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