I can't forget it, I won't regret it, 'cause I'm still in love with you.

di jaureguisvojce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


CAPITOLO 1.
 

*P.O.V Camila*

-MERDA! –urlai.
-Che succede? -chiese, o per meglio dire, urlò mia madre dal piano inferiore.
-Non riesco a trovare le scarpe! Dove le hai messe?
-Guarda il secondo ripiano dello scaffale, dovrebbero essere lì!
Andai a guardare, ma non le trovai.
-Le hai trovate? –urlò di nuovo mia madre.
-No, che ne diresti di salire e darmi una mano?
-Se vengo lì e le trovo, giuro che..
-Si, okay, veloce!
Si spalancò la porta.
-Io davvero non capisco come fai quando sei in tour o roba del genere. Sul serio, sei l’unica che riesce a perdere QUALSIASI cosa. –mi disse, irritata.
-Esagerata! –esclamai.
-No, non lo sono.. Ecco le tue scarpe! Ed erano proprio dove ti avevo detto.
-No, ti giuro che non c’erano, ho guardato. –dissi, sorpresa, prendendo le scarpe.
-E hai guardato male. Dai, sbrigati, che siamo in ritardo. –rispose, ed uscì dalla stanza.
Indossai le scarpe, mi truccai leggermente e sistemai i capelli. Presi la borsa e corsi in giardino, dove mio padre, mia madre e Sofi mi aspettavano in macchina.
-Finalmente, Mila! –esclamò mio padre.
-Scusami. Quindi dove stiamo andando? Al Centro Commerciale? –chiesi.
-Si, io e tua madre incontreremo dei vecchi amici che non vediamo da tempo.
-Fantastico.
In mezz’ora arrivammo al centro commerciale. C’era un sacco di gente, come al solito.
-Dove abbiamo l’appuntamento? –chiese mia madre.
-Da Starbucks. –rispose mio padre.
-Yeeeah! Starbucks, fantastico! –disse felicemente Sofi.
Ridacchiai. Entrammo da Starbucks e salutammo calorosamente gli amici dei miei, che avevano già preso un tavolino, ci sedemmo e ordinammo tutti qualcosa. Mi squillò il cellulare.
-Mamma, sto arrivando. –dissi, uscendo di corsa.
-Pronto?
-Milaaaaaaaaa! –urlò qualcuno. Quella voce, inconfondibile. Sorrisi.
-Dinaaaaaaah! –urlai di rimando. Scoppiammo entrambe a ridere.
-Sono troppo felice, domani ci rivediamo tutte!
-Si, anche io!
-Come vanno le cose? –mi chiese, con un tono di voce completamente diverso.
-Bene! –risposi io, cercando di essere più naturale possibile.
-Sei sicura?
-Sicurissima.
-Nessuna novità?
-Che intendi?
-Sai che intendo, dai.
-No, nessuna novità.
-Hai provato a parlarle? Magari avresti potuto chiarire. –chiese lei, con tatto.
-Perché dovrei? Abbiamo deciso la cosa di comune accordo, non c’è proprio niente da chiarire. –risposi, seccata.
-Mi stai facendo intendere che non te ne frega più niente, allora?
-Dato che hai tirato fuori l’argomento, beh, si, non me ne frega più niente. –risposi, cercando di assumere un tono sicuro.
-Spero che questo non rovini la nostra amicizia e, soprattutto, il gruppo. –disse Dinah, con tristezza.
-Non succederà, tranquilla. Ve l’abbiamo promesso sin dall’inizio. Nulla potrà separarci. –dissi, cercando di incoraggiare più me stessa che lei.
-Beh, domani si vedrà... Hey, ma cos’è questo chiasso? Dove sei?
-Al centro commerciale.
-Uuuuh, appuntamento galante con qualcuno? –mi chiese, ridacchiando.
-Finiscila, idiota. –risposi, divertita. –No, sono con i miei e gli amici dei miei.
Dinah fece per rispondere, ma non sentii una parola. Sentii solo delle urla e vidi circa una quindicina di ragazze che mi circondavano.
-Oh dio, devo andare, DJ. Le fans mi hanno scovata. –le dissi.
-Oh, beh, buona fortuna allora. Ci vediamo domani! –disse, ridendo.
-A domani! –conclusi, e posai il telefono.
-Camila, camila, ti prego, una foto! –urlò una ragazzina.
-Certo! –le dissi, sorridendo. Feci una foto con lei e, in seguito, con tutte le altre. Restai a chiacchierare un po’ con loro e poi ritornai allo Starbucks.
 
 
 
Tornai a casa, stanca morta. Eppure non avevo fatto proprio nulla di stancante. Vabbè, lo sanno tutti, io sono stanca di natura. Misi il pigiama e mi fiondai sul divano a guardare la tv. Presi il cellulare e decisi di entrare su Twitter.
 La TL era piena di tweet che parlavano di Austin e.. me? Cercai di capire cosa stesse succedendo e, vidi, con ‘orrore’, che le fans che avevo incontrato, avevano incontrato anche Austin, che, apparentemente, era nello stesso centro commerciale. C’era un casino! E la gente che era convinta che io ed Austin fossimo usciti insieme. Ma come si fa a pensare ad una cosa del genere? Io ed Austin siamo solo amici, e non ci frequentiamo neanche tanto.
Decisi di postare una foto che avevo fatto con Sofi quella stessa sera, così che le persone si rendessero conto che ero lì con la mia famiglia e non con Austin. Poi decisi di chiudere twitter. Cazzo, era quello il problema principale dell’essere famosi: essere oggetto di notizie che, nella maggior parte dei casi, sono del tutto false. Decisi di andare a dormire. Era decisamente tardi e l’indomani mattina sarei dovuta andare all’aeroporto molto presto.
 
 
*P.O.V. Lauren*
 
Wow, che serata devastante, pensai, rientrando a casa. I miei amici avevano organizzato un ‘party d’addio’. Che idioti, già. Fatto sta che mi ero divertita un mondo ma che ero stanchissima.
Salii in camera mia, senza far rumore, dato l’orario. Misi il pigiama e mi coricai. Stranamente non riuscivo ad addormentarmi, così decisi di entrare su Twitter. La TL era piena di foto riguardanti Austin e.. Camila?
-COSA? –dissi a voce piuttosto alta.
Mi misi a sedere, con la schiena appoggiata al muro, per leggere meglio.
Delle fans avevano incontrato Camila e fatto delle foto con lei. Le stesse fans, avevano anche incontrato Austin. Erano nello stesso luogo nello stesso momento?  Erano usciti insieme?
Provai qualcosa che non provavo da un po’, ormai. Era gelosia? No, cazzo, Lauren, tu non sei gelosa. Non PUOI essere gelosa. Ormai è finita, è tutto passato, l’hai dimenticata proprio come lei ha dimenticato te, disse una voce nella mia mente. In realtà, sapevo benissimo che non era così. Durante le vacanze natalizie, mi ero data alla pazza gioia. Andavo ai party praticamente ogni sera, mi scatenavo e spesso bevevo. Flirtavo con i ragazzi giusto per risultare credibile. Però, dentro di me, c’era il vuoto.
Poco prima che tornassimo a Miami, avevamo rotto. Di comune accordo, è vero, però mi aveva fatto un male assurdo. ‘Non possiamo andare avanti così, non riusciremo più a nasconderci’, aveva detto Camila. ‘Già, è meglio chiuderla qui e tornare ad essere amiche proprio come prima’, avevo detto io, con il cuore che si frantumava in mille pezzi. Ci eravamo salutate con un ‘ci sentiamo’, ma non era assolutamente successo. Dovevo rimpiazzarla in qualche modo, e pensavo di riuscirci divertendomi al massimo, ma, ovviamente, mi sbagliavo.
Avevo cambiato, diciamo, anche il mio aspetto. Ero dimagrita molto, avevo schiarito i capelli e fatto dei piercing all’orecchio. Tutti mi vedevano più ‘figa’. E, ammettiamolo, mi faceva piacere vedere i ragazzi che mi correvano dietro, che mi chiedevano di uscire con loro. Ma, in fondo, sapevo benissimo che c’era una sola persona di cui mi importava.
Poggiai la testa sul cuscino e la realtà mi investì in pieno: ero ancora innamorata di lei.
Invece, lei sembrava avermi dimenticato facilmente. ‘Sei la persona più importante per me, significhi tutto’, mi aveva detto qualche settimana prima. E adesso? Era felice e contenta… E usciva con Austin.
Tutto ciò in cui avevo creduto erano solo cazzate, niente di più. La rabbia aumentò.
Decisi di comportarmi come se nemmeno a me importasse nulla. Dall’indomani, sarei diventata la ragazza più menefreghista del pianeta. 


*P.O.V Camila*
 
Mia madre mi aveva svegliato urlando che era già tardi. Mi ero preparata in fretta e furia e avevo salutato Sofi, che non sarebbe venuta con noi all’aeroporto. Lei iniziò a piangere e io la rassicurai dicendole che sarei tornata prestissimo e che le avrei portato tanti bei regali.
Eravamo in strada, diretti all’aeroporto. I pensieri che avevo cercato di scacciare nei i giorni precedenti erano tornati, tutti insieme. Avrei rivisto Lauren, di lì a poco. Sentii una stretta allo stomaco. Dinah mi aveva detto che Lauren avrebbe preso lo stesso volo, quindi le probabilità che ci incontrassimo erano altissime. Anzi, ci saremmo incontrate sicuramente. E io non ero pronta a rivederla.
Si era data alla pazza gioia durante le vacanze, mi aveva dimenticato con facilità. E io che pensavo mi amasse sul serio! Camila, sei stata solo una povera illusa, mi dissi. Quante notti avevo passato a piangere per lei! Avevamo rotto di comune accordo, è vero, ma c’avevo sofferto un casino. Si, l’amavo ancora, e nulla avrebbe potuto farmi cambiare idea.
L’auto iniziò a fermarsi e mia madre mi fece tornare alla realtà. Prendemmo le valigie ed entrammo in aeroporto. Come era prevedibile, c’erano molti fans che mi aspettavano. Mi fermai circa dieci minuti, mentre i miei si dirigevano verso un luogo più appartato. Feci qualche foto, scambiai qualche parola e firmai qualche autografo, dopo di che li seguii.
-Papà, ho fame, vado a prendere qualcosa da mangiare. –dissi loro, e mi diressi verso il bar.
Mangiai un panino velocemente e tornai dai miei. Li vidi che parlavano con qualcuno. Mi resi conto che si trattava dei genitori di Lauren. Presi un respiro profondo e mi avvicinai.
-Hey, Camila, come stai? –disse affettuosamente Clara, abbracciandomi.
-Bene, tu? –risposi, ricambiando l’abbraccio.
-Tutto bene.
-Non sei venuta a trovarci nemmeno una volta. –disse Michael, abbracciandomi.
-Eh già.. Sono stata, ehm, impegnata. –risposi, a disagio.
Cercai con gli occhi Lauren, ma non la vidi.
-Lauren sta arrivando. –disse Clara, come se potesse leggermi nel pensiero.
-Ok. –risposi, un po’ troppo fredda.
 
*P.O.V Lauren*
 
I miei erano andati avanti, io ero rimasta indietro con Chris e Josh, il migliore amico di mio fratello. Quando entrai, i fans mi assalirono, letteralmente. Alcuni mi dissero che Camila era già arrivata. Iniziò a crescere l’ansia. Calma, ricorda che non t’importa, mi dissi mentalmente.
-Lauren, sei così cambiata. –mi disse una fan.
-Devo prenderlo come un complimento? –risposi, sorridendo.
-Beh, sei molto più hot di prima.
-Oh, grazie. –risposi, ridacchiando e arrossendo leggermente. Mi faceva ancora effetto sentire cose del genere. Feci le foto di routine e firmai gli autografi, poi seguii i ragazzi, che stavano andando dai miei genitori. Vidi che c’erano anche i genitori di Camila.. e Camila. Era vestita in modo semplice ed era truccata poco, come sempre. E ciò la rendeva ancora più bella. Il cuore iniziò a battere forte, troppo. Dovevo calmarmi. Chris si mise al mio fianco.
-Ti senti bene? –mi chiese. Già, era l’unico della famiglia a sapere tutta la verità. Non potevo nasconderlo a tutti, non ci sarei riuscita.
-Si, benissimo. Ti ho già detto di non preoccuparti, non m’importa niente. –dissi, cercando di apparire spavalda.
-Si, ovvio, Lolo. Come se non ti conoscessi.
-Guarda che sono cambiata, Chris. Non sono più la bambina di..
-..tre settimane fa? Oh, già, sei cresciuta molto. –disse, con sarcasmo.
-Finiscila. –gli dissi, con un’occhiataccia. Ci raggiunse anche Josh.
-Jauregui, mi sembri preoccupata. E io che pensavo che non ti importasse di niente e di nessuno. –disse, sorridendo maliziosamente.
-Zitto, Miller. Non parlare inutilmente. –gli risposi, spingendolo leggermente.
Josh era più grande sia di me che di mio fratello. Aveva 18 anni. Era biondo con gli occhi azzurri, e quasi tutte le ragazze avevano una cotta per lui. Per me, invece, era come una sorta di migliore amico. Ci insultavamo a vicenda e ci stuzzicavamo, ma eravamo sempre pronti a difenderci e a confidarci, se fosse stato necessario. Lo conobbi grazie a mio fratello, ovviamente.
-Uuuh, aggressiva. Così mi piaci. –mi disse, circondandomi le spalle con il braccio.
Io sorrisi. Ci stavamo avvicinando sempre più a Camila. Dovevo sembrare disinvolta, così lo abbracciai anch’io.
-Seriamente, Lolo, non ti comportare come se non te ne fregasse nulla. –mi disse, abbassando la voce.
-Tu e mio fratello vi siete schierati contro di me? –chiesi, inarcando un sopracciglio.
-No, ma la pensiamo allo stesso modo. Finirai solo per farti ancora più male.
-Guarda, ci penso io, sono problemi miei, non vostri. Davvero, tranquilli. –risposi, un po’ seccata.
Lui scrollò le spalle e continuammo a camminare. Arrivammo dai miei. Josh sciolse l’abbraccio.
-Heeeey! Come va? –dissi, cercando di risultare felicissima.
I genitori di Camila mi abbracciarono e mi tempestarono di domande. Risposi vagamente, perché i miei unici pensieri andavano alla ragazza dietro di me. Sentivo che mi osservava. Dovevo salutarla, obbligatoriamente, altrimenti tutti si sarebbe accorti che c’era qualcosa di strano.
 
*P.O.V Camila*
 
Vidi arrivare Lauren. Sembrava diversa. No, ERA diversa. Era dimagrita un sacco ed era molto più sexy di quanto potessi ricordare. Il berretto che indossava, gli abiti, il trucco, lo sguardo e il portamento la facevano apparire come se fosse una bad girl. Anche il suo sorriso contribuiva a ciò. Era un sorriso diverso, sarcastico, non spontaneo.  Il ragazzo che era con lei e Chris, l’abbracciò, sussurrandole qualcosa all’orecchio. Dovetti trattenermi per non saltargli addosso. Guardandolo meglio, lo riconobbi come il ragazzo sempre presente nelle foto che Lauren aveva postato nell’ultimo periodo su Instagram.
Eccola, era a due passi da me. Salutava i miei genitori e rispondeva vagamente alle loro domande, come se non gliene importasse nulla.
Avrei dovuto salutarla, per non destare sospetti.
 
*P.O.V Lauren*

Presi un respiro e mi girai verso Camila. Ci guardammo per un secondo e le sorrisi, come se nulla fosse.
-Hey, Camz, tutto bene? –dissi, abbracciandola lievemente e staccandomi subito.
-Si, tutto bene. –rispose lei, sorridendomi a stento.
-Sono contenta. –dissi, cercando di apparire noncurante. –Pronta per il volo?
-Prontissima.
-Bene.
-Già.
Calò il silenzio. Arrivarono Chris e Josh. Sia ringraziato il Signore, pensai.
-Hey, Mila! –disse Chris, abbracciandola.
-Chriiis, tutto bene? –rispose lei, sinceramente felice.
-Tutto bene. Ti presento Josh. –disse mio fratello.
-Piacere. –disse Josh, sorridendo.
-Piacere. –disse Camila, fredda.
Josh mi guardò stranito, io scrollai le spalle.
Chris ci fece segno di sederci, e tutti lo facemmo.
-Vorrei sapere come farai a passare tutti i santi giorni insieme a questa stronza qui. –disse Josh a Camila, sorridendomi malignamente.
Camila inarcò le sopracciglia.
-Ma sta zitto, coglione. –risposi, mantenendo la mia aria da persona ‘cool’. –E la bocca usala per dire qualcosa di intelligente, qualche volta, non solo per.. altro.
-Uuuuuh, ti ha chiuso. –disse Chris, ridacchiando. Josh mi guardò male, però sorrideva.
-Davvero? –mi disse, con aria di sfida.
-Davvero. –dissi.
-Beh, vorrei tanto che spiegassi ai qui presenti cosa intendi con ‘altro’ e, soprattutto, come fai a sapere che la uso anche per fare.. ‘altro’. –mi disse, sorridendomi maliziosamente.
Rimasi sorpresa. Chris prese a ridacchiare.
-Beh, che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Questo succede quando la usi.. troppo. –continuò Josh, facendomi l’occhiolino. Io sorrisi.
-Stavolta è stato lui a chiudere te! –esclamò Chris.
-Zitto, Chris. E tu.. Quanto sei idiota, Miller. Davvero. –risposi, scuotendo la testa e girandomi dall’altro lato. Ero un po’ imbarazzata. Josh e le sue battutine mi facevano sempre questo effetto.
-Ma smettila, piuttosto ammettilo che mi trovi fottutamente sexy. –disse, avvicinandosi improvvisamente a me. Se non l’avessi conosciuto bene, avrei pensato che stesse flirtando con me.
-Già, troppo sexy per me. E questo mi addolora, non potrò mai averti. –dissi, facendo finta di essere triste. Lui ridacchiò e si allontanò.
-Come vedi, quando io e la signorina Jauregui stiamo insieme, sembriamo due idioti. –disse a Camila.
-Hey, parla per te! –gli dissi. Lui mi sorrise.
-Non sembrate, SIETE due idioti! –rispose Chris.
-Fottiti! –esclamammo io e Josh, all’unisono. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
 
*P.O.V Camila*
 
Mi ero resa conto che Lauren era cambiata anche interiormente. Stava lì a flirtare con quel coglion.. quel suo amico, Josh o come si chiamava. E lo faceva davanti a me, senza minima traccia di vergogna. L’avrei fulminata viva, se solo avessi potuto.
-Ho fame. –disse Chris. –Vieni, Josh, andiamo a mangiare qualcosa.
Si alzarono e andarono al bar, lasciandoci sole.
Lauren prese il cellulare e iniziò a scrivere un messaggio. Non potevo fare a meno di guardarla.
I nostri genitori iniziarono a parlare, guardandoci, di quando eravamo piccole e di quante cose fossero cambiate. Lauren alzò lo sguardo velocemente e colse il mio.
-Beh? –mi chiese.
-Niente. –risposi, distogliendolo.
Lauren ascoltò brevemente ciò che dicevano i nostri genitori.
-Sentimentalismi, ew. Non li sopporto. Vado a fare un giro, tu che fai? –mi chiese, alzandosi.
-Vengo con te. –risposi, senza neanche pensarci. Mi maledissi mentalmente, però poi capii che era la cosa giusta da fare. Non potevo restare lì, gli altri si sarebbero insospettiti.
-Novità? –continuò lei, posando il cellulare e camminando.
-Che genere di novità? –chiesi, tornando a guardarla.
-Qualunque genere. –disse, scrollando le spalle.
-Beh, no, non ci sono novità. –risposi, seccata dal suo comportamento.
Lauren mi guardò male. O forse era solo una mia impressione.
-E tu? Ci sono novità? –le chiesi, cercando di sembrare poco interessata.
-Nessuna novità. –mi rispose lei.
Era insopportabile la tensione che c’era tra noi. Andammo su quella specie di terrazza che c’è in ogni aeroporto, dove puoi fumare, (?) e ci sedemmo su una panchina.
-Non vedo l’ora di vedere le altre. –dissi, per smorzare la tensione.
-Già, anche io. –disse Lauren, uscendo un pacco di sigarette.
-Cosa? –dissi, sorpresa, prima di accorgermene.
-Cosa, cosa? –chiese Lauren, guardandomi.
-Io.. Cioè.. Fumi? –chiesi, imbarazzata.
-Non proprio, sono di Josh. Però faccio qualche tiro, a volte. –disse, accendendo una sigaretta.
-Oh, bene. –risposi, non trovando nient’altro da dire.
 
*P.O.V Lauren*
 
Sembrava sorpresa dal fatto che fumassi, qualche volta. E forse era meglio così.
-Non ti sei fatta sentire in questi giorni. –le dissi, senza pensarci. Cercai di apparire vaga, ma mi si spezzò la voce. Camila mi guardò per qualche secondo.
-Neanche tu l’hai fatto. –mi rispose, con uno strano tono.
Tutta la sicurezza che credevo di avere, andò a farsi fottere. Sentii gli occhi che iniziavano a bruciare e avevo una gran voglia di piangere. Continuai a fumare, sperando che quella sensazione passasse. Non le risposi.
-Insomma, perché avrei dovuto farlo io? Avresti potuto farlo benissimo anche tu. –continuò Camila.
-Già. –fu l’unica cosa che riuscii a dirle.
-Perché non l’hai fatto? –chiese, girandosi completamente verso di me, con un tono quasi supplichevole.
-Boh. –risposi. Sapevo di apparire come un mostro, ed era esattamente quello che volevo.
Con la coda dell’occhio, vidi Camila che mi guardava malissimo. Passai una mano tra i capelli.
-Beh, non importa, dai. –continuai, cercando di essere calma. Finii la sigaretta e la gettai.
-Già, non importa. –disse lei, gelida. –Andiamo? Voglio andare a fare il check-in.
-Andiamo. –risposi, e mi alzai.
Tornammo dalle nostre famiglie e salutammo tutti. Dopo abbracci e qualche pianto di commozione, andammo a fare il check-in e poi ci imbarcammo. L’aereo non era pieno, c’era poca gente, anche se mancava solo mezz’ora alla partenza. Io e Camila avevamo i posti vicini, sfortunatamente.  Mi sedetti vicino al finestrino e poggiai la testa allo schienale. Allacciai la cintura e chiusi gli occhi. Avrei dovuto passare due ore con Camila seduta accanto a me.
 
*P.O.V Camila*
 
Lauren chiuse gli occhi. Quanto è bella, pensai. Però è diventata una stronza.
Eppure, c’era qualcosa che non mi convinceva pienamente. Insomma, è impossibile cambiare radicalmente nel giro di circa tre settimane. Beh, avrei avuto tutto il tempo di scoprirlo. Allacciai la cintura, presi un libro ed iniziai a leggere. Già me ne rendevo conto: sarebbero state le due ore più lunghe della mia vita.


 
*SPAZIO AUTRICE* Salve a tuuuutti! Come va? Questa è la mia prima ff sulle Camren. Era da un po’ che avevo st’idea e, in seguito agli eventi di oggi (il fatto, appunto, di Austin e Camila), ho deciso di renderla reale. Beh, che ne pensate?  Recensite in tanti, così saprò se continuare o no! :) Alla prossima! xx 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


CAPITOLO 2.
 
*P.O.V Lauren*

Dopo circa mezz’ora di volo, avevo preso gli auricolari e avevo iniziato ad ascoltare musica. La mia mente non aveva intenzione di riposarsi nemmeno un secondo, a quanto pareva. Premetti play e partì la riproduzione casuale. Diedi un’occhiata al display del cellulare e lessi: “Scars – Miley Cyrus”. Bene, benissimo. Proprio questa doveva capitarmi? pensai, contrariata. Partì la canzone e chiusi nuovamente gli occhi.
 
I can’t pretend that I don’t see you
I can’t pretend that I don’t wanna hold you
When you’re around
When you’re around
I can’t say that nothing was I
But we know if I looked in your eyes
I’d break down
(Yeah, I’d break down)


(Non posso fingere di non vederti
Non posso fingere di non volerti stringere
Quando sei vicino

Quando sei vicino
Non posso dire che io non ero niente
Ma sappiamo che se guardo nei tuoi occhi
Mi fermerei (yeah, mi fermerei)


Guardai di sottecchi Camila. Stava leggendo un libro. La sua testa era un po’ inclinata in avanti, quel tanto da poterle permettere di leggere senza stare in una posizione troppo scomoda. I capelli le coprivano leggermente il viso, rendendola ancora più bella, se possibile. Avrei voluto abbracciarla, stringerla a me, senza motivazione, proprio come facevo un tempo.
 
If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars


(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici
)

Se solo potessimo tornare a ciò che eravamo, pensai.

And if I could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far

Hidden in the scars
It’s hidden in the scars


(E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)


Se solo potesse accadere, non la lascerei mai più andare.

If I told you that I love you
But I’m doing right without you, It’d be a lie
But I could try

I’d run a thousand miles for leaving
you’re the only one I want to free me to break down
(Yeah, let’s break down)


(Se ti ho detto che ti amo
Ma sto facendo bene senza di te, sarebbe una bugia
Ma ci posso provare

Correrei mille miglia per andarmene
tu sei l’unico che voglio che mi liberi dal cadere
Yeah, cadiamo)


È vero, verissimo. Faccio finta di stare bene senza lei, ma è solo una bugia. Ed io lo so.

If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars

and if i could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far
Hidden in the scars


(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici

E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)


Lacrime silenziose iniziarono a scendere dai miei occhi e me ne accorsi appena, tanto ero ‘immersa’ nella canzone.

Yeah, I’d tell you all my secrets
All the ones I’ve kept inside
And I’ll give you all the reasons that you faded from my life
I won’t let you go, baby come here close
I won’t let you walk away


(Sì, ti direi tutti i miei segreti
Tutti quelli che ho tenuto dentro
E ti darei tutte le ragioni per cui ti ho cancellato dalla mia vita
Non ti lascerò andare, baby, vieni qui vicino
Non ti lascerò andare via)


Avevo dannatamente bisogno di lei. Era sempre stata tutto ciò di cui avevo bisogno. Non volevo lasciarla andare via, ma l’avevo fatto. E adesso stavo lì a soffrire maledettamente. Che mi aspettavo? Che tutto sarebbe stato rose e fiori? Me lo merito, è giusto che io soffra. Avrei dovuto fermarla, dirle che non ero d’accordo in realtà, ma non l’ho fatto. E adesso mi ritrovo in questa situazione, pensai.

If I could just one night
To be with you
It may be right
For what we were, and what we are
It’s hidden in the scars

and if i could to take you there
I won’t let go, and this I swear
You won’t have to wonder what we are
You won’t have to ever to look too far

Hidden in the scars

(Se potessi una sola notte
Essere con te
Potrebbe essere giusto
Per ciò che eravamo, e ciò che siamo
È nascosto nelle cicatrici

E se potessi portarti là
Non ti lascerei, e questo lo giuro
Non dovrai pensare a cosa siamo
Non dovrai mai guardare troppo lontano

Nascosto nelle cicatrici
È nascosto nelle cicatrici)

 
Le lacrime si fecero più copiose, mi girai verso il finestrino e mi rannicchiai sul sedile, dando la schiena a Camila, cercando di coprire la visuale, cercando di reprimere la voglia di urlare e scappare via.

I can’t pretend that I don’t see you
I can’t pretend that I don’t wanna hold you
When you’re around


(Non posso fingere di non vederti
Non posso fingere di non volerti stringere
Quando sei vicino)


Continuavo a piangere silenziosamente, nonostante la canzone fosse finita. Guardando fuori dal finestrino, fu come se mi fossi resa conto solo in quel momento di quanto immensa fosse la Terra, sotto tutti i punti di vista. Ci sono più di 7 miliardi di persone su questo pianeta. E io che faccio? Continuo ad essere innamorata di lei, pensai. Abbassai lo sguardo verso il cellulare e, sullo schermo, vidi il mio riflesso. Sembravo un panda. Il trucco si era sciolto, dato che avevo pianto. Ora come cazzo faccio?, mi dissi. Presi un fazzoletto e cercai di rimediare al danno. Dopo un bel po’ di tempo, fui soddisfatta. Schiacciai di nuovo play, stavolta mettendo in riproduzione una playlist con canzoni decisamente più allegre.

*P.O.V Camila*

Lei era lì, rannicchiata, che ascoltava musica tranquillamente. Io, invece, cercavo di concentrarmi su questo fottutissimo libro, ma non ci riuscivo. I miei pensieri andavano altrove. Andavano a lei. Era lei il mio pensiero fisso. Non potevo togliere dalla mente quel suo sorriso falso, che non si estendeva agli occhi, i quali rimanevano come spenti. Cercai di ricordare com’era il suo sorriso prima, come le si illuminavano gli occhi quando sorrideva. E, senza volerlo, sorrisi anch’io. Si, perché era questo che lei era in grado di fare. Mi faceva sorridere, sempre. Anche se ero triste, se avevo voglia di uccidere qualcuno, lei riusciva a farlo. Avrei potuto guardarla sorridere per ore. Mi sarei potuta perdere nei suoi occhi. E adesso? Tutto era cambiato. Non c’erano più gli occhi in cui mi sarei persa in passato, né il sorriso che avrei osservato per l’eternità. Che fine avevano fatto? Perché si comportava in quel modo? E perché soffrivo maledettamente per lei? La risposta venne immediatamente: “Perché la amo”.
Chiusi il libro e mi raddrizzai. Mancava ancora poco più di un’ora all’atterraggio. Siccome Camila Cabello non sa stare con le mani in mano, cercai immediatamente qualcosa da fare. Iniziai a giocare con il cellulare, riguardai vecchie foto (cosa che, mi dissi mentalmente, non mi fece affatto bene), presi una rivista e la lessi svogliatamente e, infine, mangiai uno snack. Avevo esaurito tutte le possibilità e mi ero ritrovata, di nuovo, senza nulla da fare.
Mi voltai verso Lauren, che ascoltava ancora la musica. Prima o poi avremmo dovuto ricominciare a parlare normalmente, insomma, stavamo nello stesso gruppo e non potevamo continuare a comportarci così. Avremmo solo rovinato le cose e anche le altre ragazze ne avrebbero sofferto. Così, le diedi una pacca sulla spalla. Lei tolse gli auricolari e si girò verso di me.
-Dimmi. –mi disse.
-Lo, mi annoio.
Si rimise a sedere in maniera normale.
-E io cosa dovrei fare?
-Trova un modo per non farmi più annoiare. –le risposi, semplicemente. Solo dopo mi accorsi che in quelle parole poteva essere colta una punta di malizia, ovviamente non voluta, e sperai che Lauren non se ne fosse accorta.
-Del tipo? –chiese, probabilmente facendo finta di niente.
-Non lo soooo! Appunto per questo ti sto chiedendo aiuto. –le dissi, quasi esasperata.
-Beh, forse so cosa potresti fare! –disse lei, come se avesse avuto un lampo di genio.
-Coooosa? –le chiesi, felice.
-Dormi. –mi rispose e, con un’alzata di spalle, riprese gli auricolari.
-No! –le dissi, togliendole gli auricolari dalla mano.
-Hey! –protestò.
-Non ho sonno, non voglio dormire. –affermai, sembrando vagamente una bambina capricciosa.
Lauren mi guardò per un momento e poi sorrise. Sorrise per davvero, facendo di conseguenza sorridere pure me.
-Va bene, va bene. Ok, troviamo qualcosa da fare. –disse, arrendendosi.
-Yeeeeah! –esultai. Lauren scosse la testa, come se io non avessi speranze.
-Tieni. –mi disse, dandomi il suo cellulare. Io la guardai, senza sapere cosa fare.
-Ho scaricato nuove applicazioni e nuovi giochi, trova qualcosa che ti piace e usala.
Io iniziai a scorrere l’elenco, con Lauren che mi guardava, e optai per un gioco, chiamato ‘Vero o Falso’.
-Così alleno la mente. –dissi, in modo saccente, cosa che fece ridacchiare Lauren. E il mio cuore fece una capriola.
Iniziai a giocare e mi aiutava pure Lauren, dato che non sapevo sempre le risposte. A volte capitavano domande davvero assurde, e ciò ci divertiva molto. Capitavano anche delle domande su artisti musicali che mi piacciono molto, e allora iniziavo a sclerare in una maniera assurda.
-Ti prego, ci metti in imbarazzo, ci stanno guardando tutti! –disse Lauren, quando capitò una domanda sui One Direction.
-Tutti? Ma se siamo quattro gatti! –risposi, “saltellando” sul sedile.
-Si, ma non importa. Ti prego, Camz, smettila. –continuò, divertita.
Io mi calmai e mi soffermai a pensare per un momento al fatto che mi aveva chiamata ‘Camz’. Sorrisi lievemente.
-Daiii, è ripartito! Muovitiii! –urlò Lauren, riportando la mia attenzione al gioco.
-E poi sono io quella che mette in imbarazzo, vero? –le chiesi, inarcando un sopracciglio.
-Sta zitta e gioca.
-Non fare la dittatrice con me, eh! –affermai.
-Ma cosa? –disse Lauren, scoppiando a ridere. –La dittatrice? Mio Dio, ti prego, gioca e non sparare cazzate. –continuò.
Io sorrisi, la sua risata era qualcosa di perfetto.
 
*P.O.V Lauren*

Quanto era bella quanto sorrideva? Tantissimo. E, con i suoi comportamenti, sembrava una bambina. Ma era questo che amavo di lei. Mi era mancato ridere e scherzare con lei, e non avrei reso possibile in alcun modo che tutto ciò terminasse di nuovo.
-Siiii, cazzo, ammettilo che sono una fottuta genia. –mi disse, esultando perché aveva risposto correttamente ad una domanda.
-E tu ammettilo che l’hai scelta a caso. –le dissi, ricevendo un’occhiataccia.
-Così offendi il mio genio, cara Lauren. Capisco che tu sia gelosa e che vorresti essere come me, ma..
-NEVER IN A MILLION YEARS! –urlai, interrompendola.
-ONE DIRECTION! –urlò lei.
-Lo sapevo che avresti pensato a loro. –dissi, scoppiando a ridere. Lei fece lo stesso.
-Ciò non toglie il fatto che io sia una genia e tu.. beh, sufficientemente intelligente. –riprese lei, con aria superiore.
-Oh, sufficientemente? Cioè, grazie proprio. –le dissi, fingendomi offesa.
-Prego, non c’è di che. –rispose lei, divertita, tornando a giocare.
Continuammo a giocare, fin quando non arrivò una domanda.
“ “When she left, it was like someone had ripped my heart out, crumbled it up like a flimsy piece of loose leaf paper and crammed it back into my chest. It somehow managed to work, but it would never, ever feel the same.” è una citazione sull’amore di Senora Roy. Vero o Falso?”

(Traduzione non letterale: Quando lei se ne andò, era come se qualcuno avesse squarciato il mio cuore, l’avesse sbriciolato come un fragile pezzo di carta e l’avesse stipato di nuovo nel mio petto. In qualche modo riuscì a lavorare, ma non si sarebbe più sentito lo stesso)

Leggendola, pensai come quella citazione descrivesse benissimo la mia situazione.
Camila guardava lo schermo del cellulare, ma era come se fosse assente.
-Camz, sbrigati, il tempo sta scadendo. –le dissi, con voce flebile. Avrei voluto evitare che apparisse così, ma non ci riuscii.
Camila parve ritornare alla realtà.
-Ma non so la risposta. –disse piano.
-Mettila a caso. –le suggerii. Lei schiacciò ‘vero’, però sbagliò. Apparve un’altra scritta.
“La citazione non è di Senora Roy, ma di Steph Campbell. “So what if I love you? So what if even after everything I can't stop loving you? I will bury this love inside my heart, so deep that it will never come out.”, invece, è una citazione sull’amore di Senora Roy.”
 
(Traduzione non letterale: Che importa se ti amo? Che importa se, anche dopo tutto ciò, io non possa smettere di amarti? Seppellirò questo amore dentro il mio cuore, così in profondità che non verrà mai più fuori)

Deglutii e cercai di non far trasparire il mio dolore, che era riemerso leggendo quell’altra citazione.
-Basta. –disse Camila ad un certo punto, chiudendo il gioco e ridandomi il cellulare.
-Cosa? Perché? –le chiesi, sorpresa da quel suo cambio di umore.
-Non mi va più di giocare. Queste domande parlano di cose troppo.. Troppo.. –si interruppe, non riuscendo a trovare le parole.
-Facili? –chiesi, poco convinta.
-No, no.. Intendo, troppo.. –si interruppe di nuovo, stavolta forse di proposito.
-Reali. –dissi io, più a me stessa che a lei.
Camila si girò a guardarmi. Non riuscii a sopportare il suo sguardo, così abbassai la testa, focalizzandomi sul cellulare. Continuavo a sentire il suo sguardo su di me.
-Quanto manca? –mi chiese, ad un certo punto.
-Un’ora. –risposi.
-Bene, dato che mi è venuto sonno, penso di essere ancora in tempo per dormire. –disse, mettendosi più comoda.
 
*P.O.V Camila*

Reali. Quella era la parola esatta, quella era la parola che non volevo dire per paura della sua reazione. È invece è stata proprio lei a dirla. Mi sorprese, e non poco.
Mi girai a guardarla, ma lei distolse lo sguardo. Avrei voluto abbracciarla.
-Quanto manca? –le chiesi, infine.
-Un’ora. –rispose, continuando a guardare il cellulare.
-Bene, dato che mi è venuto sonno, penso di essere ancora in tempo per dormire. –le dissi, mettendomi più comoda.
-Si, credo di si. –confermò lei.
Mi distesi lungo il mio sedile e quello vuoto accanto al mio, appoggiando la testa su un bracciolo.
-Cazzo, è duro! –esclamai.
-Cosa? Camz, specifica, si potrebbe fraintendere. –disse, maliziosamente.
-Fottiti. –le dissi, sorridendo leggermente.
Stavo molto scomoda, così decisi di fare una cosa alquanto rischiosa, per così dire. Alzai il bracciolo, che separava il mio sedile da quello di Lauren, e poggiai la testa sulle gambe di Lauren. Lei sussultò in modo quasi impercettibile. Avevo gli occhi chiusi, quindi non potevo vedere la sua espressione. Ok, Camila, hai fatto una cazzata. Adesso ti dirà di toglierti e ti si spezzerà il cuore, mi dissi. Invece Lauren non disse niente, ma, con mia grande sorpresa, mi accarezzò lievemente la testa e sospirò. Aprii gli occhi e ci guardammo per un istante lunghissimo. Non avevamo bisogno di parole, noi due. E andava bene così.


*Spazio Autrice* SAAAALVE! Rieccomi con il secondo capitolo. Stranamente, sono soddisfatta questa volta. Non è il massimo comunque, però è meglio del primo. (Credo, ahaha) Che ne pensate? Recensite in tanti e fatemi sapere, mi raccomando! Alla prossima! :)x 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


CAPITOLO 3.
 

*P.O.V Lauren*
 
L’hostess ci aveva appena annunciato che l’aereo stava per atterrare, quindi dovevamo prepararci. Camila dormiva ancora sulle mie gambe, avrei voluto non svegliarla, era troppo bella quando dormiva.
-Camz, sveglia. –le dissi piano, ma lei non si mosse.
L’hostess annunciò che l’aereo era atterrato.
-Camz! –ripetei, più forte. Mi ero dimenticata di quanto fosse profondo il sonno di Camila.
-Camz, devi svegliarti o rimarremo sull’aereo. –dissi, scuotendola. Lei non si muoveva.
La gente aveva iniziato ad uscire.
Stavo davvero per prendere in considerazione l’idea di alzarmi e farla cadere, quando vidi un piccolo sorriso balenare sulle sue labbra. Aveva gli occhi chiusi, ma quel gesto mi fece capire che era sveglia.
-Camz!! –ripetei, ancora una volta, stando al gioco. Lei continuava a stare immobile.
Benissimo, se vuole la guerra, che guerra sia, pensai.
-Dio, non vuole proprio svegliarsi.. Credo che debba usare un metodo più efficace.. –mormorai, per farmi sentire da lei. Camila si mosse leggermente, ma rimase con gli occhi chiusi.
-Dovrei avere dell’acqua qui.. Oh, eccola. Adesso mi serve un bicchiere.. –continuai.
Camila, evidentemente intuendo le mie intenzioni, si alzò di scatto.
-Ma non ci provare nemmeno! –mi minacciò, puntandomi un dito contro.
-Allora non dormivi, eh? –le chiesi, ridacchiando.
-Dormivo, poi mi sono svegliata.
-Per colpa tua saremmo potute rimanere qui dentro. –le dissi, mentre sistemavo il mio zaino.
-Avresti potuto alzarti e andartene. –rispose lei, semplicemente, sistemando le sue cose.
-C’eri tu sopra di me.
Lei mi guardò maliziosamente.
-Ma che cogliona, sempre che pensi male! –affermai, tirandole un pacco di fazzoletti. Lei lo prese al volo.
-I woke up like this. –rispose, sorridendo.
-Non citare Beyoncé invano, plebea. –le risposi.
-Mi ricordi tanto Normani e Dinah, oddio.
Sbuffai e presi la giacca.
-Comunque, se io non mi fossi svegliata, mi vuoi far capire che saresti rimasta sull’aereo tipo per sempre? –riprese Camila.
-Avrei trovato un altro modo per svegliarti.
-Tipo? –chiese, guardandomi.
-Tipo.. Tipo non lo so. L’avrei trovato al momento. –risposi, un po’ imbarazzata dal fatto che Camila mi stesse guardando.
-Non ci credo. –affermò, sicura.
-Cosa? –chiesi, girandomi verso di lei. Non mi ero accorta di quanto fosse vicina.
Lei non rispose subito. Si limitò a guardarmi negli occhi per qualche secondo.
-Lasciamo stare. –concluse, con una strana voce. Distolse lo sguardo. Tirai un respiro di sollievo e mi alzai.
-Andiamo allora, altrimenti le hostess non ci aspetteranno e rimarremo davvero su quest’aereo da sole. –dissi, incamminandomi verso l’uscita.
-Non sarebbe tanto male come prospettiva.. –sussurrò lei pianissimo, ma io la sentii. Mi fermai di botto e lei mi sbattè contro.
-Che cazzo fai? –disse, raddrizzandosi.
-Che cosa hai detto? –chiesi, seria.
-‘Che cazzo fai?’ –disse lei, inarcando un sopracciglio.
-No, prima che hai detto?
-Prima? Non.. Non ho detto niente.. –rispose, abbassando la voce, avendo capito che l’avevo sentita.
-Va bene, andiamo. –decisi di far cadere la cosa, e uscii dall’aereo, seguita da Camila. Ci dirigemmo verso l’uscita dell’aeroporto, sempre senza scambiare una parola, prendemmo un taxi e ci avviammo verso casa.
-Non vedo l’ora di riabbracciare le idiote. –disse Camila, sorridendo.
-Glielo dirò. –risposi io.
-In che senso?
-Che le hai chiamate idiote! Così ti uccideranno prima che dovessi farlo io. –risposi, ridendo.
-Perché dovresti uccidermi? –chiese lei, in modo sorpreso.
-Oh, sai, meglio prevenire.. –non mi fece finire la frase che me la ritrovai di sopra.
-TU, LURIDA BABBANA, NON POTRAI MAI UCCIDERMI. –urlava, picchiandomi per scherzo.
-Ma ti togli? –le dissi, cercando di spostarla.
-OSI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO? SAI CON CHI STAI PARLANDO? –disse, con enfasi.
-Con una testa di cazzo, si. –risposi ridacchiando, e lei mi picchiò ancora più forte.
-AVADA KEDAVRA! –rispose, agitando una bacchetta immaginaria verso di me. Io feci finta di morire e chiusi gli occhi. La sentii ridere. Riaprii gli occhi e Camila era seduta su di me. Evidentemente lei non se n’era resa conto.
-Comoda? –le chiesi, sorridendo.
-Cosa? –rispose lei. Si guardò intorno e capì di essere ancora seduta su di me.
-Oh. –disse, arrossendo leggermente. –Scusa..
Stava per alzarsi, quando il tassista frenò di botto, e me la ritrovai a pochi centimetri dal mio viso.
I nostri corpi erano l’uno contro l’altro, potevo sentire il battito del suo cuore aumentare sempre più, e lei poteva sentire il mio. Teneva le braccia sulle mie spalle in modo da non cadere completamente su di me.
Era come se il mondo circostante fosse scomparso, eravamo solo io e lei.
In quel momento, chi se ne fregava di tutto quello che era successo tra noi?
Posai le mani sui suoi fianchi e la strinsi a me. Lei lasciò le mie spalle e mi abbracciò, poggiando la testa nell’incavo del mio collo. La sentivo respirare, in un certo senso, affannosamente. Mi strinse ancora di più. Chiusi gli occhi e, probabilmente, lei fece lo stesso.
-BRUTTO IMBECILLE, LE FRECCE NON LE USANO SOLO GLI INDIANI, QUINDI USALE ANCHE TU. E SE PROPRIO DEVI, TRASFORMATI IN INDIANO. AUGH! –urlò il tassista, facendoci sobbalzare. Lo guardammo per un momento e poi ci guardammo a vicenda. Scoppiammo a ridere.
Il tassista si girò e ci guardò.
-Scusate, non vorrei essere indiscreto, ma.. Beh, questo tipo di cose mi imbarazzano.. Se poteste evitare, ehm.. –iniziò.
-Cosa? Quali tipi di cose? –chiese Camila.
-Ehm, ecco, beh, voi due, stavate..
-NO, non stavamo facendo niente! –risposi io, quasi urlando.
-Ma che pensa? No, assolutamente.. No! –concordò Camila, e si rimise a sedere in modo normale.
-Oh, -disse il tassista, ridendo di sollievo, -meglio.
Riprese a guidare.
Io mi girai verso Camila e lei mi sorrise.
-Mi era mancato abbracciarti, sai? –disse, a bassa voce.
Il mio cuore fece una capriola.
-Si, lo so. Beh, a chi non mancherebbe? –dissi, fingendo superbia. Lei mi guardò male e mi picchiò il braccio.
-Fai schifo.
-No, sono bellissima e..
-Ovvio, nei tuoi sogni. –rispose, interrompendomi.
-..e tu sei stupenda. –conclusi. Lei spalancò gli occhi per la sorpresa e prese un respiro profondo.
-Mai quanto te. –rispose, senza staccare il contatto visivo.
-Mi hai appena detto che faccio schifo. –affermai, ridacchiando.
-Sai che scherzo. –rispose, sorridendo.
-Certo che lo so. –dissi, facendole l’occhiolino.
Le passai un braccio sulle spalle e la avvicinai a me. Lei appoggiò la testa sulla mia spalla e mi abbracciò.
Restammo in quella posizione fino a quando il tassista non ci annunciò che eravamo arrivate. Lo pagammo e scendemmo.
Eravamo troppo felici di rivedere le ragazze, e così corremmo verso l’entrata, ma Camila inciampò. Io scoppiai a ridere.
-Non degnarti di aiutarmi eh, lasciami pure qui per terra. È così comodo. –mi disse, seduta a terra.
-Come vuoi tu. –la assecondai.
-Stronza di merda, vuoi aiutarmi o no? Ho la borsa che mi impedisce di alzarmi.
-Se me lo chiedessi in modo più gentile, forse ti aiuterei. –dissi, sedendomi accanto a lei.
-Ti vuoi muovere? –urlò.
-No, no, no. Non ci siamo proprio, Cabello. Questa non è gentilezza. –risposi, ridacchiando.
-Ti ucciderò con gentilezza, se non ti sbrighi. –mi minacciò.
-Correrò il rischio.
-Stronza, miiii! –si lamentò come una bambina.
Io ricominciai a ridere e mi alzai.
-Vieni qui. –le dissi, prendendola per i fianchi e aiutandola ad alzarsi. Lei sorrise e.. mi picchiò sul braccio.
-Cazzo fai? –le chiesi, sorpresa.
-Questo era per esserti presa gioco di me.. –disse, e mi colpì di nuovo.
-Ehi! –urlai.
-E questo perché sei una stronza.
Io feci uno sguardo offeso, ma lei mi sorrise di nuovo. Fece finta di tornare indietro a prendere le altre valigie, invece mi si catapultò addosso e mi abbracciò.
-E questo perché.. beh, perché sei tu. –mi sussurrò all’orecchio. Io sorrisi e le accarezzai i capelli. Poi si staccò.
-Uh, ci sembrava di aver sentito le vostre voci soavi. –disse una voce alle nostre spalle.
Ci girammo e c’erano Normani, Dinah ed Ally davanti la porta che ridacchiavano.
-RAGAZZE! –urlammo io e Camila insieme. Ci fu un po’ di confusione e poi un abbraccio di gruppo stupendo.
-Mi siete mancate tutte! –urlai.
-Anche voi mi siete mancate! –rispose Ally.
-Entriamo, forza. –disse Dinah.
Entrammo in casa e gettammo le valigie in un angolo.
Ci sedemmo tutte per terra nel soggiorno. Iniziammo a parlare delle vacanze e cose del genere.
-Come è stato il volo? –chiese Normani, alla fine.
-Tranquillo, niente perturbazioni o cose simili. –rispose Camila.
-Come se tu avessi potuto accorgertene. –risposi io, senza rifletterci.
-Cazzo vuoi? –chiese lei. Probabilmente solo io capii che stava scherzando.
-Cento dollari. –risposi, con un sorriso da scherno. Le feci un gesto con la mano come per dire ‘dammeli’.
-Ma vai a fanculo. –disse, alzando il dito medio.
-Tu conosci meglio la strada, sei privilegiata in questo. –risposi.
-OKAY, STOP. –disse Dinah, alzando le mani. Ci guardò in un modo stranissimo.
-Dovete continuare? –chiese Normani, un po’ arrabbiata.
-Certo, altrimenti che piacere ci sarebbe? –affermai.
 
*P.O.V Camila*
 
Io e Lauren stavamo scherzando, ma forse le altre non l’avevano capito. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e continuammo lo scherzo.
-Infatti, dove le trovo altre stronze del genere con cui litigare? –dissi, con nonchalance.
-Come mi hai chiamata? –urlò Lauren, apparentemente arrabbiata.
-Stronza. Sei pure sorda?
Lauren si alzò in piedi e si avvicinò velocemente verso di me. Mi alzai anche io.
Stavo seriamente combattendo con tutta me stessa per evitare di scoppiare a ridere.
-Ripetilo se hai il coraggio. –mi disse, minacciosa.
-Che c’è? Ti piace questo appellativo? –dissi, con finto coraggio.
-Basta ragazze, basta. –disse Ally, cercando di calmare le acque.
-Non immischiarti! –le dicemmo all’unisono io e Lauren, poi tornammo a guardarci.
-Prima o poi ti farò passare sta mania di fare la spiritosa. –mi disse Lauren.
-Sto morendo dalla paura. –le dissi, avvicinandomi ancora a lei.
Ora non solo dovevo combattere per evitare di ridere, ma anche per evitare che il mio cuore scoppiasse per colpa di quei suoi dannatissimi occhi.
-Ah si? –mi disse, con tono di sfida. Mi spintonò leggermente. Io finsi che la spinta fosse stata più forte e mi buttai sul divano. Lei capì le mie intenzioni e si fiondò sopra di me. Iniziammo a picchiarci per finta.
Le altre ragazze urlavano e cercavano di separarci. Ad un certo punto non riuscimmo più a resistere e scoppiammo a ridere. Lauren praticamente collassò sopra di me. Stavamo letteralmente morendo.
-Ma che cazzo? –chiese Normani, scioccata.
-Ci avete preso in giro? –chiese Ally.
-Tu che dici? –risposi, morendo dalle risate.
-Ma fate una più schifo dell’altra! –urlò Dinah, tornando a sedersi. Le altre la seguirono.
Lauren era ancora poggiata su di me e continuava a ridacchiare. Sorrisi spontaneamente guardandola.
-Alzati Lolo, o queste inizieranno a pensare tante cose diverse. –le dissi.
-Non sarebbe tanto male come prospettiva.. –sussurrò, alzandosi. Poi mi guardò e mi fece l’occhiolino.
-Stupida. –le dissi, capendo la sua allusione.
-Mai quanto te. –mi rispose, continuando a sorridere.
 
 
*Spazio Autrice*
Saaaalve. Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Cosa ne pensate? Recensite in tanti, voglio sapere le vostre opinioni! :) Alla prossima! x

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


CAPITOLO 4.
 


*P.O.V Lauren*
 

Erano passati due giorni da quando noi ragazze ci eravamo rincontrate.
Avevamo registrato una nuova canzone, chiamata Anything Is Possible, utilizzata come “colonna sonora” per lo spot pubblicitario delle Barbie. Diciamo che il 2014 era iniziato perfettamente.
Io e Camila andavamo avanti abbastanza bene. Non litigavamo, fortunatamente, ed era come se tutto quello che era accaduto in precedenza fosse stato cancellato.


*P.O.V Camila*
 
 
Da un lato, ciò che succedeva tra me e Lauren, mi andava bene. Insomma, non avrei mai voluto perderla, ci tenevo troppo a lei, quindi esser ritornate amiche era stato un traguardo ottimo.  
Dall’altro, beh, mi mancava la nostra relazione. Mi mancava il poter parlare di tutto con lei, le nostre discussioni notturne, che spesse volte erano insensate, ma che riuscivano sempre a farmi sorridere. Mi mancava tutto.
 
 
*P.O.V Normani*
 
 
Ero sdraiata in giardino insieme a Lauren. Lei prendeva il sole, con gli occhi chiusi.
Tutto era tornato alla normalità nel gruppo. Io, Dinah ed Ally non pensavamo potesse accadere così facilmente.
Sembrava che ogni cosa fosse tornata al proprio posto, però si comportavano in modo strano. Ogni loro gesto sembrava, come dire, falso. Avrei potuto errare pensando ciò, ma c’era qualcosa di profondamente sbagliato in loro.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Fingere che tutto stesse andando bene non era così facile.
Fingere di non volere abbracciare Camila, fingere di non volerla baciare.
Era tutto così difficile!
Ma dovevo farlo, per il gruppo, per non rovinare tutto.


 *P.O.V Camila*
 
 
I miei pensieri vennero interrotti dal rumore della porta che veniva chiusa.
-Ragazzeeee! –urlò Ally.
-Siamo a casa! –continuò Dinah.
Arrivarono nel soggiorno e mi videro sul divano.
-Mila, dove sono le altre? –chiese Ally, sedendosi accanto a me.
-Credo siano in giardino. –dissi. Presi il telecomando della tv e cambiai canale.
-Che c’è che non va? –chiese Dinah.
-Niente! –risposi, continuando a cambiare canale.
-Sembri tipo depressa, ne sei sicura?
-Sicurissima! –risposi.
Se pensare a Lauren mi rendeva così, avrei dovuto smettere di farlo. O almeno, smettere alla luce del giorno.
-Vado a chiamare Troy. –disse Ally, correndo al piano superiore.
Dinah restò ad osservarmi.
-Dinah! –protestai, dopo qualche minuto.
-Cosa?
-Smettila di guardarmi, mi.. imbarazzi.
Dinah ridacchiò.
-Beh, come vuoi. –rispose, alzandosi e dirigendosi verso il giardino.
Sospirai.

 
*P.O.V Lauren*

 
-Ragazzeee! –urlò Dinah, spuntando dal nulla e facendomi spaventare.
-Cristo, Dinah! –urlai di rimando.
Dinah mi sorrise.
-Siete un mortorio in questa casa, eh! Cosa si fa oggi? –chiese, sedendosi accanto a noi.
-Andiamo al centro commerciale? –propose Normani.
-Per me va bene. –disse Dinah.
-ALLY! –urlò Normani.
-CHE C’È? –rispose Ally, affacciandosi al balcone.
-Andiamo al centro commerciale?
-Va bene, arrivo! –disse, rientrando.
Dinah e Normani si alzarono, ma io rimasi distesa.
-Lo, muoviti! –mi sollecitò Normani.
-No, ragazze, non prendetevela, ma non verrò. –risposi.
-Cosa? Perché?
-Boh.. Non sono dell’umore oggi.
-Ma.. –cominciò Dinah. Normani le diede un colpetto al braccio, come per dire di smetterla.
-Va bene, Lo, a dopo allora. –si arrese Normani.
-A dopo. –dissi, salutandole con un cenno.
Stare un po’ da sola forse mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee.
 
 
*P.O.V Camila*

 
-Centro commerciale? –chiesi.
-Si, dai, vieni? –disse Ally.
-Sono stanca..
-Ma non hai fatto niente tutto il giorno! –protestò lei.
-Appunto, sono stanca di fare niente.
-Dai, Camila!
-Sul serio, non mi va. –conclusi, cambiando canale tipo per la milionesima volta.
-Sicura?
-Si. Andate e divertitevi anche per me. –conclusi. Ally mi abbracciò velocemente e raggiunse le altre in macchina.
Stare da sola mi avrebbe sicuramente fatto bene.
 
 
Dopo mezz’ora circa, sentii un rumore proveniente dalla cucina. Inizialmente pensai che si trattasse della mia immaginazione, poi però ce ne furono altri.
Iniziò a crescere la paura.
Ladri? Pensai. Oh mio Dio, cosa devo fare? E la prima cosa che feci fu prendere un vaso.
Camila, cazzo, cosa pensi che possa fare un ladro vedendoti così? Pensi che possa scappare via urlando ‘oddio, la ragazza ha un vaso, che paura’? dissi a me stessa.
Ma in fondo, il vaso era l’unica cosa che avevo a mia disposizione.
Mi avvicinai alla cucina, senza fare rumore.
Entrai e, cautamente, mi guardai intorno. Non c’era nessuno.
-Cosa cazzo stai facendo? –disse qualcuno alle mie spalle. Sussultai e il vaso per poco non mi cadde dalle mani.
-Lauren, cosa..? Oh Dio.. –risposi, riprendendomi dallo spavento.  
Lauren iniziò a ridere.
-Cosa ci trovi da ridere? Pensi sia così divertente? –le chiesi, offesa.
-Vuoi la verità? Si.
-Ma non eravate andate al centro commerciale? Pensavo di essere sola qui. –dissi, posando il vaso su una mensola.
-Le altre, non io. –rispose, prendendo un biscotto e mangiandolo.
-Perché?
-Non mi andava. E comunque, anch’io pensavo di esser sola in casa. –affermò, quasi risentita.
-Noto la tua felicità nel constatare che ci sia anch’io qui. –risposi, sarcasticamente.
Lauren non rispose subito. Si limitò a guardarmi.
-Che c’è? –chiesi, infine, dato che lei non parlava.
-Camz, dobbiamo parlare. –concluse, uscendo dalla stanza e facendomi cenno di seguirla.
Sentii il cuore che iniziò a martellare nel petto e l’ansia che aumentava sempre più.
Di cosa voleva parlarmi?
 
 
*Spazio Autrice*
Saaalve, rieccomi con un nuovo capitolo. È un po’ corto rispetto agli altri, ma non potevo dilungarmi oggi nello scrivere. Avevo due opzioni: o scrivere un capitolo breve e aggiornare, oppure non aggiornare proprio.
Ho preferito scegliere la prima, dato che QUALCUNO sollecitava. (Se stai leggendo, beh, sai che parlo di te. lol)
Che ne pensate? Ho pensato di aggiungere anche il 'P.O.V Normani' per conoscere anche un punto di vista esterno da quello delle protagoniste. Comunque, recensite, mi raccomando! Alla prossima! :)x

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


CAPITOLO 5.
 


*P.O.V Camila*

 
-Camz, dobbiamo parlare. –concluse Lauren, uscendo dalla stanza e facendomi cenno di seguirla.
Sentii il cuore che iniziò a martellare nel petto e l’ansia che aumentava sempre più.
Di cosa voleva parlarmi?
Senza fiatare, la seguii in giardino. Si sedette sul prato e io feci lo stesso.
-Sinceramente non so perché abbia scelto proprio il giardino per parlarti. –disse.
-Uhm, bene.. –mormorai.
Ancora non parlava, piuttosto guardava un albero come se fosse immersa talmente nei suoi pensieri che nient’altro sarebbe stato in grado di ricevere la sua attenzione.
-Lauren? –chiesi, un po’ impaziente.
-Si, ecco.. Beh, credo che, una volta per tutte, dovremmo chiarire le cose. –rispose lei, girandosi verso di me.
-Chiarire che, di preciso?
-Tutto.
-Bene. Bene. Sai, c’è una cosa che, in particolare, voglio sia chiarita. –dissi.
-Tipo?
-Voglio sapere perché ti comporti così. –risposi, non riuscendo ad aggiungere altro.
-Perché, come mi comporto? –chiese lei, con uno strano tono.
-Come una stronza. –risposi, prima che ci potessi pensare due volte.
La sua espressione cambiò. Sembrava.. ferita?
-Cioè, voglio dire.. –cercai di riprendermi.
-No, Camila, volevi dire esattamente quello che hai detto. –rispose lei, più fredda.
-Io.. Non.. –balbettai, ma non sapevo cosa dire.
 

*P.O.V Lauren*
 

Mi aveva appena dato della stronza? La persona che amavo più di qualsiasi altra cosa pensava questo di me?
Sentii un po’ di rabbia crescere dentro me.
-Io non faccio la stronza, Camila. –dissi, calma.
-Non intendevo proprio stronza stronza.. È solo che.. Ok.  Non ti sei fatta sentire per tutte le vacanze, e non posso darti torto, nemmeno io l’ho fatto. Comunque, pensavo che, rivedendoci, le cose forse sarebbero un po’ migliorate. Quando ci siamo riviste, due giorni fa, in aeroporto, ero davvero speranzosa, ma..  mi sono ritrovata a “parlare” con una Lauren che non era assolutamente quella che conoscevo io. Diversa, distaccata, menefreghista e, non so come spiegarlo, potrei dire più ‘cool’ di prima. Anche per il fatto che flirtavi come un’idiota con quel coglione..
Feci per parlare, ma lei alzò un dito.
-Fammi finire. –continuò. –Al che, mi arrabbiai. Tu avevi passato tutte le vacanze tra party e discoteche, mentre io stavo chiusa in casa con la mia famiglia. Eri cambiata non solo esteticamente, ma anche caratterialmente nel giro di sole TRE settimane, e non riuscivo a capire come. Forse ero io che avevo frainteso la tua vera personalità? O eri tu che me l’avevi nascosta, mostrandomi ciò che non eri realmente?
Sapevo di  sembrare quasi sconvolta, ma lei non si fermò comunque.
-Dopo tutti questi complessi mentali, finalmente salimmo sull’aereo. Ed è lì che mi sorprendesti. Con la coda dell’occhio, vidi che stavi piangendo ascoltando chissà quale canzone. Feci finta di niente, all’inizio, ma poi ti parlai. E mi sorprendesti una seconda volta, perché iniziasti a scherzare con me e a sorridere proprio come avevi sempre fatto in passato. E allora pensai che probabilmente mi ero sbagliata, che, nonostante i cambiamenti fisici, fossi sempre la stessa persona e che, quelle precedenti, fossero state solo mie impressioni. E lo pensai pure quando tornammo a casa. Sai, gli abbracci, lo scherzo che abbiamo fatto alle altre, tutto sembrava proprio come prima. E invece? Dopo quei momenti c’è stato.. il niente. Certo, abbiamo continuato a scambiarci cordiali saluti e qualche parola, giusto per figura, per il resto, niente. Eri di nuovo distaccata da me. Con le altre scherzavi e facevi la figa ed io ero di nuovo invisibile. Quindi, adesso, spero che tu abbia la decenza di spiegarmi perché.. perché. –terminò, con gli occhi arrossati.
Sentii come un nodo in gola. Sapevo che aveva ragione, ma c’erano delle cose che non andavano nel suo discorso.
-Prima di tutto, mettiamo in chiaro che io non ‘flirtavo come un’idiota con quel coglione’, che, se vogliamo dirla tutta, si chiama Josh.
-Chi se ne frega? –mi interruppe, infastidita.
-Se dobbiamo dire le cose come stanno, allora deve fregartene, Camila. Quindi adesso tocca a me chiederti di non interrompermi.
Camila non parlò, quindi continuai.
-Non flirterei mai con Josh, è il mio migliore amico e tu non hai la minima idea di quanto mi sia stato di supporto in queste ultime settimane.
-Supporto per cosa? Oh, si, ho capito, da supporto come nella foto? –chiese, quasi malignamente.
Capii subito che si riferiva alla foto nella quale io sto sulle sue spalle in discoteca.
-E che cazzo, Camila, smettila, ok? Quella foto non c’entra nulla. Io ti ho fatto parlare e quindi ora sta zitta. –risposi, arrabbiata. Lei mi guardò male, ma si ammutolì per la seconda volta.
-Dicevo, Josh mi è stato di supporto, ma tu non puoi capire, quindi tralasciamo il discorso.
-Se io non posso capire, aiutami tu a farlo. –mi interruppe, ma lo disse in tono calmo, cosa che calmò anche me, anche se per pochi secondi.
-No, ho già detto di tralasciare questo discorso.  Comunque. Ah, si. Secondo: quello non era ‘cercare di essere cool’. Era soltanto divertimento. Scusami tanto se non avevo proprio la voglia di stare chiusa in casa a rimuginare su tutto quello che era successo. E, almeno, io non sono uscita con nessuno in queste sole tre settimane, come dici tu. –dissi, tagliente.
-Che intendi? –chiese, inarcando un sopracciglio.
-Oh, se non lo sai tu. –continuai io.
-Stai insinuando che io sia uscita con qualcuno? –chiese, quasi incredula.
-Si, lo sto insinuando.

 
*P.O.V Camila*

 
-Ma sono cazzate, Lauren! –esclamai, esterrefatta.
-Oh, davvero? –chiese, con tono di scherno.
-Si, davvero. Non ho messo piede fuori casa fino all’altra sera, quando andai al centro commerciale con.. –mi bloccai e spalancai gli occhi.
Fu allora che capii a cosa si riferiva. Lauren doveva sicuramente aver visto i tweet/foto delle fan che avevano incontrato sia me che Austin.
-Oh, no, no, no, no. Ti assicuro che sei in completo errore. –dissi, velocemente.
-Si, va bene. –disse, ma sapevo che non mi aveva creduto.
-Hai visto i tweet e le foto, vero? –chiesi.
Lei non disse niente, ma annuì.
-E sei saltata a conclusioni affrettate, come sempre.
-In che senso?
-Nel senso che quella sera, io ero al centro commerciale con la mia famiglia, non con Austin. Nemmeno ci siamo incontrati, per la verità! Perché non controllavi il mio account, invece di soffermarti alla timeline? –chiesi.
-Perché avrei dovuto farlo? –rispose.
-Perché avresti visto la foto che ho pubblicato. Già, io e Sofi da Starbucks. –conclusi.
Lei mi guardò per un attimo.
-Beh, comunque non mi importa. –affermò, infine. –Puoi fare ciò che vuoi, la vita è la tua.
-E allora perché eri così incazzata per questo?
-Perché non riuscivo a credere che, nonostante fosse passato solo poco tempo, tu.. Tu.. –non terminò la frase e abbassò lo sguardo.
Il fastidio che provavo scomparve subito e capii esattamente quello che voleva dire.
-Che ti avessi dimenticata? Che ti avessi rimpiazzata? Oh, questo è divertente, perché è esattamente la stessa sensazione che provavo io, Lauren. –risposi, piano.
-Perché mai avresti dovuto provare ciò? –chiese, rialzando lo sguardo e incontrando il mio.
-Te l’ho già spiegato prima e non mi va di ripeterlo. –conclusi.
Cadde il silenzio. Nessuno di noi parlava più, non ci guardavamo nemmeno più.
Stavo soffrendo maledettamente. Avrei solamente voluto abbracciarla e dirle che per me non era cambiato niente, nonostante le settimane di lontananza. Che provavo esattamente le stesse cose che provavo prima.
-E allora? –chiese Lauren, rompendo nuovamente il silenzio.
 

*P.O.V Lauren*
 

C’era una confusione anormale dentro di me. La amavo ancora, di questo ne ero sicura, ma non sapevo se fossi pronta per dirglielo e per affrontare tutto un’altra volta. Mi aveva ferita, ed io avevo ferito lei, lo sapevo. Ed era proprio questo il motivo.
uto provarlo? -chiese,e provavo io, Lauren. -on bucks. miglia, non con Austin. Nemmeno ci siamo incontrati, per l-Allora cosa? –chiese lei.
-Cosa dobbiamo fare? Perché io non ne ho proprio idea. –dissi, quasi esasperata.
-Neanche io, Lauren. So solo che non voglio perderti per niente al mondo. –rispose, piano.
Io sorrisi lievemente.
-E quindi.. Non so, ricominciamo dall’inizio. Capisci che intendo? –chiese, guardandomi.
Annuii.
-Ti va?
-Si, certo che mi va. –risposi. Lei mi sorrise, chiaramente felice.
Ci alzammo entrambe e ci guardammo per un secondo, ancora sorridendo.
-Abbraccio tra amiche? –chiesi, innocentemente.
Lei ridacchiò e mi abbracciò.
Chiusi gli occhi e la strinsi anche io.
Il mio cuore sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro.
Quello non era affatto un abbraccio tra amiche.
Ci staccammo, entrambe consapevoli di questo. Vidi un velo di tristezza negli occhi di Camila, che però scomparve quasi subito.
-Allora, dato che le altre sono via, noi che facciamo? –chiese, allegra.
-Tu che vuoi fare?
-Mangiare. –rispose subito.
-E ti pareva! –esclamai. Entrambe scoppiammo a ridere e rientrammo in casa.
 

 
*Spazio Autrice*
Eccomi con un altro capitolo, stavolta un po’ più lungo e corposo dell’altro. Lol
Che ne pensate? Recensite, eheh. Alla prossima! :)x 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


CAPITOLO 6.
 


*P.O.V Camila*

 
Era passata una settimana dal giorno in cui ebbi la ‘famosa’ discussione con Lauren. Tutto sembrava andare per il verso giusto. Avevamo realmente provato a ricominciare dall’inizio e c’eravamo riuscite: eravamo tornate amiche.
Certo, i sentimenti che provavo per lei, sicuramente, non erano affatto cambiati, ma avevo imparato a controllarli, per così dire.
 
Io e le ragazze eravamo costantemente impegnate nel provare per il Neon Lights Tour. Infatti, nel giro di qualche settimana, saremmo dovute partire con Demetria Fucking Lovato e avremmo dovuto aprire i suoi concerti. Eravamo ultra emozionate e, proprio per questo, volevamo dare il meglio di noi e, quindi, ci esercitavamo tantissimo.
Oggi avevamo un giorno libero e quindi dovevamo decidere come passarlo.
-Che ne dite di andare allo zoo? –propose Ally, felice.
-Allo zoo? Tipo i bambini? –chiese Normani, divertita.
-Siii, io voglio andare allo zoo. –esclamai. –Voglio vedere i cuccioli di Orango Tango, sono così carini.
-Veramente gli Oranghi non sono carini. –disse Lauren, guardandomi perplessa.
-Si, invece. Lo sono. –le risposi, offesa, e la colpii sul braccio.
-Hey! –esclamò lei.
-Smettetela, bambine. –disse Dinah, entrando nella stanza.
-Veramente siamo più grandi di te. –affermammo io e Lauren, all’unisono.
-Dettagli. Allora, io propongo di andare a cercare Beyoncé. È qui in questo periodo e.. –cominciò.
-Concordo! –esclamò Normani, rianimandosi e saltando quasi addosso all’amica.
-Voi siete completamente pazze. Avete idea di quanto sia grande LA? –chiese Ally, scuotendo il capo.
-La troveremo, giuro! –rispose Dinah, con gli occhi che le brillavano.
-Vi prego! –disse Normani, con la faccia da cucciolo.
-Ma neanche per idea! –disse Lauren, decisa.
-Beh, noi andiamo. Abbiamo una giornata intera per scovarla. –replicò Dinah. Normani annuì vigorosamente.
-Avete una probabilità su cento. Siate serie, ragazze. –dissi loro.
-Una? È già tanto! –mi rispose Dinah, ottimista.
Decisi di lasciar perdere e di abbandonarle al loro destino.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Normani e Dinah erano già uscite per compiere quell’impresa impossibile.
-Sono capaci di perdersi, quelle due. –commentò Ally, vedendole andar via esaltate.
-Più che capaci! –concordò Camila.
-Comunque, io, ehm, avrei anch’io qualcosa da fare, ma, ehm, se voi non.. –disse, quasi balbettando.
-Se voi non? –la incalzò Camila.
-Ecco, se.. Non volete restare da sole, io potrei restare.. –continuò, imbarazzata.
Io e Camila ci guardammo e scoppiammo a ridere.
-Guarda che non abbiamo nessun problema a restare da sole. –dissi, divertita.
-Infatti, non ci mangiamo a vicenda, Ally. –affermò Camila.
-Sicure? –chiese Ally, ancora preoccupata.
-Dai, corri da Troy. –le dissi, sorridendo.
-Graz.. Aspetta, come fai a saperlo? –mi chiese, sorpresa.
-Beh, dalla tua espressione, no?
Ally non disse nulla.
-E poi, non viene spesso qui, quindi è un’occasione irripetibile. –continuai. –Vai!
-Ti adoro! –urlò, e mi saltò addosso.
Camila si schiarì la gola.
-Oh, già, adoro anche te. –urlò di nuovo Ally, saltando questa volta addosso a Camila.
Io ridacchiai.
-Ci vediamo stasera! –disse, uscendo di corsa.
-A stasera. –rispondemmo io e Camila, sapendo che Ally non c’avrebbe sentite comunque.
-Bene, adesso che si fa? –chiese lei.
-Non ne ho idea. Sono solo le dieci del mattino e non c’è nulla da fare. –risposi, accendendo la tv.
-Ok, allora intanto vado a fare una doccia, faccio presto. –mi assicurò.
-Guarda, puoi pure affogarci dentro, non m’importa. –risposi, divertita.
Mi arrivò un cuscino in faccia.
-MA CHE CAZZO FAI? –urlai, voltandomi verso Camila.
-Così impari. –disse, imbronciata, e salì al piano di sopra.
Sorrisi tra me e me e continuai a cercare qualcosa di decente in tv, ma non c’era nulla che mi interessasse.
Con la coda dell’occhio, notai una chitarra all’angolo della stanza e mi venne un’idea.
Corsi a prendere dei fogli e una penna, poi presi la chitarra. Avevo intenzione di scrivere una canzone.
 
Nel giro di mezz’ora, più o meno, avevo finito.
-Cristo, sono stata così veloce. Sarà una cagata assoluta! –dissi a me stessa.
Passai un’altra mezz’ora a trovare la giusta melodia e tutto il resto.
-Uhm, ho finito. Dovrei provarla. –dissi di nuovo, ad alta voce.
-E dovrei smetterla di parlare da sola, sembro pazza. –aggiunsi.
Presi la chitarra e iniziai a suonare.
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Avevo finito di fare la doccia. Mi ero sistemata e stavo scendendo al piano di sotto, quando sentii della musica e Lauren che cantava. Mi fermai, quasi nascondendomi, senza sapere il perché.
 
Everything’s cool, yeah
It’s all gonna be okay, yeah
And i know
Maybe I’ll even laugh about it someday
But not today, no
Cause I don’t feel so good
I’m tangled up inside
My heart is on my sleeve
Tomorrow is a mistery to me

[Ogni cosa è bella, yeah
Tutto andrà bene, yeah
E io so
Che forse un giorno ci riderò sopra

Ma non oggi, no
Perché non mi sento così bene

Sono aggrovigliata dentro
Il mio cuore è nella mia manica
Domani è un mistero per me]

 
Mi ero seduta sull’ultimo scalino, incapace di muovermi, incantata da quella voce meravigliosa.
 
And it might be wonderful
It might be magical
It might be everything I’ve waited for
A miracle
Oh, but even if I fall in love again with someone new
It could never be the way I loved you
 
[E potrebbe essere meraviglioso
Potrebbe essere magico
Potrebbe essere tutto ciò per cui ho aspettato
Un miracolo
Oh, ma anche se mi innamorassi di nuovo di qualcun altro

Non potrebbe mai essere il modo in cui ho amato te]
 
Sentii gli occhi inumidirsi. Deglutii a fatica.
 
Letting you go, yeah
Is making me feel so cold, yeah
And I’ve been
Trying to make believe it doesn’t hurt
But that makes it worse, yeah
See, I’m a wreck inside
My tongue is tied
And my whole body feel so weak
The future may be all I really need
 
[Lasciarti andare, yeah
Mi sta rendendo così fredda, yeah
E ho
Cercato di credere che non faccia male
Ma è stato peggio, yeah
Vedi, sono distrutta dentro
La mia lingua è ingarbugliata
E tutto il mio corpo si sente così debole
Il futuro è forse tutto ciò di cui ho bisogno]
 
Ormai piangevo davvero.
 
And it might be wonderful
It might be magical
It might be everything I’ve waited for
A miracle
Oh, but even if I fall in love again with someone new
It could never be the way I loved you
 
[E potrebbe essere meraviglioso
Potrebbe essere magico
Potrebbe essere tutto ciò per cui ho aspettato
Un miracolo
Oh, ma anche se mi innamorassi di nuovo di qualcun altro

Non potrebbe mai essere il modo in cui ho amato te]
 
Perché doveva essere tutto così difficile?
 
Like a first love
My one and only true love
Wasn’t it written
All over my face?
Yeah
I loved you like you loved me
Like something pure and holy
Like something that can never be replaced
 
[Come il primo amore
L’unico e solo vero amore
Non era scritto
sul mio volto?
Yeah
Ti ho amato come tu hai amato me
Come qualcosa di puro e sacro
Come qualcosa che non può essere mai rimpiazzata]
 
Avevo preso la testa fra le mani e piangevo con tutta me stessa. Non riuscivo a fermarmi.
Faceva davvero troppo male e, sapevo, che non sarei mai andata oltre tutto ciò.
 
And it was wonderful
It was magical
It was everything I waited for
A miracle
And if I should ever fall in love again with someone new
It could never be the way
No, it will never be the way
I loved
You
 
[Ed era meraviglioso
Era magico
Era tutto ciò per cui avevo aspettato
Un miracolo
E se dovessi mai innamorarmi di nuovo di qualcun altro
Non potrebbe mai essere il modo
No, non sarà mai il modo
In cui ho amato
Te]
 
Non riuscii più a trattenermi e ritornai, correndo, nella mia stanza.
 
(canzone originale: https://www.youtube.com/watch?v=IFlR10jKzU4)
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Avevo appena finito di cantare la nuova canzone e non era niente male.
Non mi ero neanche accorta che avevo iniziato a piangere nel frattempo.
Mi asciugai le lacrime e rimasi ferma per qualche secondo, cercando di realizzare il tutto.
Presi la decisione di non rivelare mai alle altre l’esistenza di questa canzone; non ce l’avrei mai fatta a cantarla davanti a Camila. No, decisamente non avrei mai potuto farlo.
Posai la chitarra al proprio posto e nascosi il foglio in mezzo a dei libri su uno scaffale. Il posto era perfetto, dato che quei libri non venivano mai letti da nessuno.
Riaccesi la tv e ricominciai a cercare qualcosa di interessante, come se niente fosse.
Dopo neanche dieci minuti tornò Camila.
-Era ora! C’hai messo un’ora e mezzo circa per fare una doccia? –le chiesi.
-Avevi detto che sarei potuta pure affogare e che non te ne sarebbe importato. –rispose lei, andando verso la cucina e prendendo un pacchetto di patatine.
-Beh, si, però.. –cercai di replicare.
-Non contraddirti da sola, Jauregui. –disse lei, sedendosi accanto a me.
Guardandola da vicino, mi accorsi che qualcosa non andava.
-Ma che succede? –le chiesi, cambiando tono.
-Che succede? –ripeté lei, senza prestarmi attenzione e guardando la tv.
-Hai pianto?
Lei si fermò un attimo nell’atto di mangiare una patatina. Poi si riprese.
-Cosa? Come mai me lo chiedi? –chiese, facendo finta di niente.
-Boh, sei tutta rossa in faccia e..
-Ho fatto una doccia calda, forse è per questo. –mi interruppe.
-Sarà. –risposi io, poco convinta.
Lei trasse un profondo respiro.
-Povera illusa, convinta di poter mentire.. A me, poi. –dissi, quasi divertita.
-Ma sta zitta. –rispose lei, piano.
Non le avrei chiesto né detto più nulla. Sapevo che avrebbe continuato a negare in ogni caso, quindi non avrebbe avuto senso.
Invece, le passai un braccio intorno alle spalle e la avvicinai a me. Lei, senza pensarci su, poggiò la testa sulla mia spalla, continuando a mangiare patatine.
Sorrisi. Prima o poi sarebbe andato tutto bene.
 
 
*Spazio Autrice*
Rieccomi con un nuovo capitolo. Mi è venuta l’ispirazione e ho deciso di scriverlo proprio adesso, evitando di farvi aspettare ancora per molto. Beh, che ne pensate? Recensite in tanti. :) Alla prossima! x 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


CAPITOLO 7.
 

*P.O.V Camila*
 
 
Il Neon Lights Tour era cominciato. Ogni esibizione era sempre migliore di quella precedente. Ci divertivamo un sacco e Demi era fantastica. Sembrava un sogno, invece era tutto vero.
E, dopo tanto, stavamo finalmente tornando a Miami per la tappa del Tour.
Non vedevo l’ora di rivedere la mia famiglia e i miei amici. Anche Lauren era eccitatissima per lo stesso motivo.
Tutto andava per il meglio tra noi due. Non mi sarei mai aspettata che “dimenticare” tutto potesse essere così semplice. E tanto meno, che si potesse farlo così in fretta.
Sentii la porta del Tour Bus sbattere e apparve una Dinah selvaggia. (Guardavo troppo i Pokémon? Chissà.)  
-TU! –mi urlò, puntandomi il dito contro.
-Che c’è? –le chiesi, un po’ spaventata.
-DIMMI DOV’È. –urlò nuovamente.
-Ma chi? –risposi, non capendo di chi parlasse.
-Lo sai!
-No, non lo so.
-BEYONCÈ! –urlò, esasperata.
-Beyoncé? Ma che cazzo, Dinah? Stai male?
-Il poster di Bey che mi porto sempre dietro. Dov’è? Non lo trovo più! –disse, sedendosi di fronte a me.
-Non ne ho idea. E non vedo cosa io possa farmene di un poster, scusami eh. Poi, chiedi a Normani, no?
-NORMANI! Quella ladra, di sicuro ce l’ha lei! Ah, ma la ucciderò stavolta. –disse Dinah, scattando in piedi e correndo verso l’uscita della stanza. Si scontrò quasi con Lauren.
-Dinah! –esclamò Lauren.
-DAMMI BEYONCÈ! –le urlò.
Lauren la guardò stranita e le chiese a cosa si riferisse. Si ripeté tutta la conversazione avvenuta pochi istanti prima con me. Io ridacchiai, guardando la scena.
Dinah uscì di corsa, forse cercando Normani, e Lauren si girò verso di me esterrefatta.
-Secondo me ha bisogno d’aiuto. –affermò, sedendosi accanto a me.
-Decisamente. –concordai.
-Non vorrei essere nei panni di Normani.
-Povera ragazza, lei non c’entra null.. –mi interruppi, essendomi resa conto di aver parlato troppo.
-Come fai a dirlo? Camila, che hai combinato? –chiese Lauren, guardandomi divertita.
-Io? Niente. –risposi, cercando di assumere un tono innocente.  
-Come se non ti conoscessi.. Hai preso tu il poster? –chiese di nuovo.
-Ammettilo che è divertentissimo vedere Dinah sclerare. –risposi, incominciando a ridere.
-Si che è divertentissimo, ma.. UCCIDERA’ NORMANI! DEVI SALVARLA! –disse, iniziando a scuotermi come se fosse disperata. Io continuai a ridere.
-Seriamente, va a dirle la verità. Quelle due si uccideranno a vicenda. –concluse Lauren, tornando seria.
Mi alzai per andare a cercare Dinah, ma prima di uscire dalla stanza, abbracciai da dietro Lauren.
-Grazie per riportarmi sempre sulla retta via. –dissi, scherzando.
-Piccolo demonio, se non fosse per me staremo davvero all’inferno. –rispose lei, accarezzandomi la mano.
Chiusi gli occhi al contatto, ma mi staccai velocemente e uscii dalla stanza.
Nonostante tutto fosse cambiato, l’effetto che mi faceva Lauren era ancora lo stesso.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Camila era sempre la solita idiota, ma ci tenevo a lei in un modo inimmaginabile.
Sentii dei passi e pensai che Camila fosse tornata, invece era Ally.
-Hey, AllyCat. –la salutai.
-Lolo. –rispose lei, sorridendomi e sedendosi affianco a me.
-Mi sto annoiando da morire, ma ne vale la pena. Tra poco saremo a.. MIAAAAMIIII! –urlai, piena di gioia.
Ally ridacchiò.
-Si, Lauren, si. Volevo chiederti una cosa. –disse.
-Dimmi tutto, babe. –risposi, scherzando. Lei mi diede un colpetto con il quale mi intimava di stare seria.
-Come vanno le cose tra te e Camila? –chiese.
-Vanno. –risposi, semplicemente.
-Cioè..?
-Cioè siamo ritornate ad essere amiche come prima, niente di più.
-Siete due coglione. –disse, tutto ad un tratto infastidita.
-Perché? –le chiesi, sorpresa.
-Perché vi amate un casino ma siete così orgogliose da non volerlo ammettere.
Non risposi. Sapevo che aveva ragione.
-Perché non ci riprovate? Siete perfette insieme, Lo. Davvero. –continuò lei.
-Grazie, Ally, ma.. Non è così facile. Ci siamo, per così dire, ferite a vicenda e non voglio che accada ancora. –risposi, guardando per terra.
-E allora non farlo accadere, semplice no? Senti, Lauren, tra un po’ saremo a Miami, la vostra città. Forse questo vi aiuterà.
-Non credo, Ally, ma grazie per averci provato. –conclusi, ormai ferma sulle mie opinioni.
Ally si alzò sbuffando.
-Vado a mangiare qualcosa, tu vuoi niente? –chiese.
-No, grazie nana.
Lei mi colpì.
-Ehi! –urlai.
-Non chiamarmi nana, sono più grande di te, portami rispetto. –disse, imbronciandosi.
-E io sono più alta di te, come la mettiamo adesso? –risposi, divertita.
-Si, vabbè, ci vediamo dopo, testona! –disse, uscendo dalla stanza.
Volevo molto bene ad Ally, ma rendeva sempre tutto facile, anche quando non lo era per niente.
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Fortunatamente riuscii a parlare con Dinah e Normani prima che una delle due uccidesse l’altra.
Dinah, quindi, cercò di uccidere la sottoscritta. Però, dopo averle detto che avrei tenuto ancora in ostaggio il poster, si calmò e cambiò idea. Così le ridiedi il poster.
Andai a mangiare qualcosa e incontrai Ally.
-Mila, siediti, devo parlarti. –disse, non appena varcai la soglia della stanza.
Mi sedetti, un po’ stranita.
Iniziò a farmi un discorso su me e Lauren che avrei volentieri evitato di ascoltare. Dovevo ammettere che aveva fottutamente ragione, ma non le avrei dato questa soddisfazione.
-Senti, Ally, grazie, ma non è così facile. –le dissi.
-Ecco! Lo vedi? Pure le stesse risposte! –urlò.
-Cosa? –le chiesi, non capendo.
-Lascia perdere. Ascoltami, sarete a Miami, riprovaci. Vedrai che non andrà male.
-Ma Lauren probabilmente sarà andata oltre.. –cominciai.
-Ma che dici? –mi chiese Ally, guardandomi male.
-Davvero.. Avrà conosciuto qualcun altro, è così bella. Non può stare single a vita.
-Ma ti senti? Primo: anche tu sei bellissima..
Feci per ribattere, ma lei mi zittì.
-..Secondo: Lauren ti ama ancora. –disse Ally.
-E tu come fai a saperlo? –le chiesi, forse un po’ speranzosa.
-Si vede! –rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ally..
-No, Camila, ascoltami. Non voglio vedere più quegli sguardi afflitti che vi rivolgete quando l’una non guarda l’altra. –affermò lei.
-Sguardi afflitti? Ma di che parli?
-Lo sai. Fingete. Fingete in continuazione, voi due. Dite di stare bene e vi comportate di conseguenza, ma in realtà non è così. Lei ti manca, come tu manchi a lei. Si vede dai vostri occhi. –disse fermamente.
Non seppi cosa risponderle. In parte perché sapevo che aveva ragione, in parte perché il discorso mi aveva quasi sbalordita.
-Camila. –disse con tono più dolce. –Sai qual è la cosa migliore per entrambe. Aggiusta le cose. –concluse. Si alzò e mi accarezzò la testa, poi uscì dalla stanza.
Mi lasciò lì, a riflettere. Da sola. Ally era la maggiore e sapeva sempre dare i giusti consigli, e io le volevo un mondo di bene. Ma non sapevo come metterli in pratica.
Avrei dovuto riprovarci davvero? Ne sarebbe valsa la pena?
In fondo, tentare non costa nulla.. pensai.
Mi affacciai dal finestrino e vidi la mia Miami avvicinarsi sempre di più. Forse questa sarebbe stata davvero l’occasione perfetta.
 
 
*Spazio Autrice*
 
Eccomi, scusatemi per l’immenso ritardo, ma sono stata impegnatissima!
Che ne pensate del capitolo? Ally ha un ruolo importante, infatti funge da “mediatore”. Poi si nota come Lauren non voglia cambiare opinione e come, invece, Camila, stia iniziando a farsi due domande. Proverà davvero a sistemare le cose? Lo scopriremo nel prossimo capitolo.
No, ok, scusate. lol Comunque, recensite in tanti e.. Alla prossima! :)x

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


CAPITOLO 8.
 


*P.O.V Lauren*
 
 
Era praticamente notte fonda ed io non riuscivo ad addormentarmi. I troppi pensieri me lo impedivano.
Spostai la tendina della mia cuccetta (sì, dormivo in una cuccetta, dato che nel tour bus non ci sono camere) e mi resi conto che le altre dormivano. Pensai che fosse ovvio, in fondo erano quasi le due di notte.
Lentamente, senza far rumore, mi alzai e mi diressi nel “soggiorno”. In realtà non sapevo cosa fare e girovagai un po’ per la stanza, poi mi fermai vicino il finestrino e mi sedetti sul bordo.
Il mio cuore sussultò di gioia quando mi resi conto che ci trovavamo a Miami. Un sorriso si formò spontaneamente sulle mie labbra; tra qualche ora avrei potuto rivedere la mia famiglia e i miei amici. Non ce la facevo più ad aspettare.
Sentii dei passi alle mie spalle, ma non mi voltai, immaginando già di chi si potesse trattare.
-Neanche tu riesci a dormire? –le chiesi. Lei ridacchiò.
-Già, è questo l’effetto che mi fa Miami. –rispose Camila.
-Ti capisco, eccome.
Si sedette accanto a me. Dovetti resistere all’impulso di prenderla e stringerla a me.
-Non vedo l’ora che sia domani! –esclamò felicemente, sempre a voce bassa per non svegliare le altre.
-Tecnicamente è già domani.. –risposi.
-Io intendevo domani mattina.. Nel senso, giorno.. –si fermò e io la guardai, inarcando un sopracciglio. -Okay, lasciamo stare, con te è impossibile, mi correggi sempre. –concluse, imbronciandosi.
Mi si sciolse il cuore, vedendola con quella faccina.
-Ma non è vero! –esclamai, cercando in tutti i modi di non far notare quanto dolce la trovassi.
-Si, invece. Secondo te, io sbaglio sempre, e tu mai. Che vita di merda. –sbuffò, con la voce come un lamento.
Scossi la testa e sorrisi.
-Non c’è niente da ridere! Così mi demoralizzi! –continuò Camila, imperterrita.
-Mi dispiace, non volevo demoralizzarti, ma tu impara ad esprimerti meglio e tutto andrà bene. –le dissi, divertita. Lei mi fulminò con lo sguardo.
-Sai cosa? Fottiti, signorina so-tutto-io. Non ho bisogno delle tue lezioni. –disse, alzandosi e dirigendosi verso la porta. Non ti farò andare via, proprio no, pensai.  
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Proprio mentre mi stavo dirigendo verso la porta, fingendomi offesa, sentii delle braccia avvolgermi la vita e attirarmi indietro. Il mio battito cardiaco accelerò velocemente quando Lauren mi abbracciò da dietro. Chiusi gli occhi, il suo profumo mi invase le narici. Lauren poggiò la testa sulla mia spalla.
-Scusa, non offenderti. –sussurrò, vicinissima al mio orecchio, divertita.  
-Pf, non penserai che ti possa perdonare così facilmente. –le risposi, cercando di mantenere il controllo.
-No? –chiese, e immaginai stesse facendo quella faccia da cucciolo a cui io non potevo resistere.
-No, Jauregui.
-Okay, allora dimmi cosa devo fare per farmi perdonare. Farò tutto quello che vuoi. –rispose, staccandosi da me e facendomi girare, in modo che potessi guardarla negli occhi. Era dannatamente seria.
-Quello che voglio? –chiesi, inarcando un sopracciglio, divertita.
-Piccola pervertita! –esclamò, cominciando a ridere.
-Sta zitta o sveglierai le altre! –le dissi, iniziando a ridere a mia volta.
-Seriamente, Camila. –disse Lauren poi, ritornando seria.
-Ok, allora domani verrai con me. –risposi, ripensando alle parole di Ally e cogliendo al volo l’occasione.
-Cosa? Dove? –chiese lei, un po’ sorpresa.
-Ti porto a fare un tour di Miami.
-Camila.. Io ci abito a Miami, la conosco. –disse, come se stesse parlando con una stupida.
-Abiterai pure a Miami, ma non hai mai fatto un tour come si deve e con una guida in gamba come Miss Cabello. –risposi, sorridendo.
Lei ridacchiò e posò le mani sui miei fianchi, attirandomi a lei. Una seconda volta, il mio corpo era contro il suo e i nostri nasi erano a pochi millimetri di distanza. Il mio cuore ricominciò a battere freneticamente e respiravo con fatica.
-Sarò felice di venire, dunque. Tutto gratis, spero. –mi disse, guardandomi negli occhi, con quel tono di voce roco che io amavo.
-Ovviamente. –risposi, quasi sussurrando.
Fece un sorrisino e mi allontanò. Ripresi a respirare normalmente.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Non riuscivo a trattenermi con Camila, anche se volevo farlo. Era più forte di me.
L’effetto che aveva su di me, comunque, sembrava che fosse tanto grande quanto l’effetto che io avevo su di lei.
Camila mi sorrise un’ultima volta e si girò, pronta ad andarsene nuovamente.
-Camz! –la chiamai, facendola bloccare ancora.
Si girò e mi guardò con sguardo interrogativo. Le feci segno di avvicinarsi a me. Lei lo fece.
-Come dovrei considerare questo.. “tour di Miami”? –chiesi, ironicamente.
-Consideralo come vuoi. –rispose lei, divertita.
-Guarda che potrei fraintendere. E poi mi si frantumerebbe il cuore in mille pezzi. –continuai, scherzando solo in parte.
-Allora fraintendi. –disse Camila, semplicemente. Fece un sorrisino e se ne andò.
-È un appuntamento, Cabello? –le urlai, prima che uscisse.
-Solo se tu vuoi che lo sia, Jauregui. –rispose lei, senza neanche girarsi, ridacchiando e uscendo dalla stanza.
Mi lasciò senza parole per qualche secondo, poi sorrisi a me stessa e sospirai.
La felicità di essere a Miami era aumentata ancora di più, chissà perché.
 
 
 
*Spazio Autrice*
Eccomi qui, raaagazzi. È passato più di un mese e mi dispiace tantissimo, ma ho avuto un sacco di impegni per colpa della scuola. Comunque, finalmente ho aggiornato. Che ne pensate? Mi piacerebbe ricevere più recensioni per sapere le vostre opinioni, :) Alla prossima! xx  
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


CAPITOLO 9.
 

*P.O.V Camila*
 
 
Camminavo lentamente, come se stessi aspettando qualcuno, con la sensazione che questo qualcuno non sarebbe mai arrivato. Cercavo di scorgere con lo sguardo la fine della strada, ma a quanto pare non c’era. Tutto era buio, non vedevo nulla intorno a me. Percepivo l’ansia crescere. Accelerai il passo, fuggendo da chissà cosa. Sentii dei rumori. Il cuore iniziò a battere più velocemente. I rumori aumentavano e si facevano sempre più forti. Ormai avevo iniziato a correre. Ero sempre più spaventata, quando..
-CAMILA, CAZZO, VUOI SVEGLIARTI? SIAMO ARRIVATI. –urlò qualcuno.
Aprii lentamente gli occhi e mi resi conto di aver fatto un sogno davvero strano. O era un incubo? Forse una via di mezzo. Spostai lo sguardo e vidi una Normani pronta a saltarmi addosso.
-Si, scusa, buongiorno Mani. –le dissi, sorridendo.
Lei sbuffò, mi sorrise e se ne andò.
Con calma, mi alzai e mi diressi in bagno, portando con me i vestiti. Avrei fatto colazione dopo.
Mi diedi una sistemata, spazzolando i capelli e truccandomi.
Uscii dal bagno e arrivai in cucina, dove tutte stavano già mangiando.
-Era vero quando i tuoi genitori dicevano che nemmeno le cannonate riescono a svegliarti.. –disse Dinah, scherzando.
-Eh, lo sapete anche voi, non posso farci niente. –risposi, sedendomi tra lei ed Ally.
Incrociai lo sguardo con Lauren e mi tornò in mente tutto ciò che ci eravamo dette qualche ora prima.
Le sorrisi e lei ricambiò.
Voglio riconquistarla? Ovvio. Quindi.. Spero che ciò che sono riuscita ad organizzare prima di addormentarmi, anche se non è molto, possa aiutarmi, pensai.
Ci dissero che potevamo scendere dal bus, quindi prendemmo ciò che ci sarebbe stato utile e ci avviammo all’uscita.
Come previsto, la mia famiglia era già lì ad aspettarmi. Saltai, per così dire, addosso a mio padre e mia madre e stritolai Sofi. Mi erano mancati un sacco.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Ero proprio curiosa di vedere cosa avrebbe organizzato Camila.
Ci guardammo e sorridemmo entrambe.
Ci dissero che potevamo scendere dal bus, quindi uscimmo.
Come previsto, la mia famiglia era già lì ad aspettarmi. Chris mi venne in contro correndo e mi sollevò da terra. Ridendo, gli ordinai di mettermi giù e lo abbracciai. Poi stritolai Taylor e i miei genitori.
Con mia grande sospresa, spuntò anche Josh.
-Hey, idiota, sei tornata. –mi disse, sorridendomi.
-Si, e mi dispiace per te. –gli risposi, a tono, sempre sorridendo.
Passò qualche secondo e ci abbracciammo.
-Lo sai che mi sei mancata, vero?
-Lo so, anche tu.
Quando ci staccammo, vidi che Camila stava salutando la mia famiglia, poi rivolse un saluto freddo a Josh.
Feci un sorrisino, ma mi premurai di non farlo notare agli altri.
Andai in direzione della famiglia Cabello, per salutarli.
Insomma, dopo un giro molto ampio di saluti, Josh andò via, io mi ritrovai in macchina con i miei, Chris, Taylor e Normani. Le altre, invece, sarebbero andate con Camila.
Avevamo appuntamento al ristorante nel quale avremmo mangiato, dato che già era mezzogiorno e mezzo.
Dopo circa due ore e mezzo, avevamo finito di mangiare.
Con la coda dell’occhio vidi Camila dire qualcosa a Sofi, la quale poi corse verso di me.
-Lauureeen! –disse, saltellando.
-Sooofiii! –risposi, sorridendole.
-Vuoi fare un gioco con me? Per favore, per favore.
-Certo, che gioco? –le chiesi.
Iniziammo a cantare una specie di canzoncina e ad improvvisare un balletto, facendo ridere gli adulti.
Nel frattempo, mi accorsi che Camila stava parlando a bassa voce con le ragazze. Mi chiesi cosa stesse architettando.
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Dopo aver informato le ragazze che nelle successive due ore, io e Lauren avremmo avuto “da fare” (e dopo aver evitato le mille domande che mi erano state poste), staccai Sofi da Lauren. Letteralmente.
-Basta, Sofi, lasciala stare. –le dissi, ridacchiando.
-Non abbiamo ancora finito! –rispose lei, imbronciandosi.
-Non disturbarla!
-Sei stata tu a dirmi di fare tutto questo! –esclamò. Lauren mi guardò interrogativa. Io arrossii.
-Ma che dici? –ridacchiai nervosamente. –Adesso va da mamma, corri. –le dissi, severa.
Alzai lo sguardo verso Lauren, che corrugò le sopracciglia.
-Sai.. I bambini e la loro fantasia.. Immaginano le cose.. –affermai.
-Si, certo, ovvio.. –rispose lei, facendomi chiaramente capire che non mi aveva creduto.
-Cooooomunque, voglia la signorina Jauregui, cortesemente, seguirmi al di fuori di questo locale? 
-Come vuole lei. –rispose, ridacchiando.
Salutammo con la mano gli altri, e uscimmo fuori. Chiamai un taxi, che ci portò a casa mia. Non appena arrivammo, salii direttamente in camera mia. Lauren non disse nemmeno una parola.
Entrate, la feci sedere sul letto, collegai il mio portatile ad un proiettore e mi sedetti accanto a lei.
-Per cominciare, sai che abbiamo appuntamento con le altre tra circa due ore, quindi fare un tour di Miami è praticamente impossibile. Mi dispiace.
-Lo sapevo, Cabello, sei una buona a nulla. –disse, prendendomi in giro. Io mi imbronciai e lei mi sorrise. –Dai, scherzo, me l’aspettavo. Beh, allora cosa ci facciamo qui?
-È impossibile fare un tour “dal vivo”, possiamo farlo virtualmente però, no?
Lauren sembrò sorpresa.
Con un telecomando, feci partire la prima diapositiva, che raffigurava Miami vista dall’altro.
-Ora devo pregarla di non interrompermi MAI mentre parlo, seriamente, MAI. –le dissi, e lei fece un sorrisino.
-Capito. –rispose.
-Posso cominciare? –le chiesi.
Lei annuì.
-Benissimo. Come tutti sappiamo, Miami è una città degli Stati Uniti d'America, capoluogo della Contea di Miami-Dade, che si trova nella Biscayne Bay, nel tratto sud-orientale dello costa della Florida. Grazie alla sua importanza come centro finanziario e culturale, la città è stata definita “World City”. Inoltre, viene chiamata "capitale delle Americhe", per la sua funzione di legame culturale e linguistico tra Nord America e Sud America. –dissi, facendo scorrere le diapositive.
-Su un'isola antistante, con una superficie di 20 chilometri quadrati, è situata Miami Beach, collegata a Miami grazie ad una serie di ponti, la quale, oltre agli edifici in stile 
Art Decò, possiede una spiaggia lunga 14 chilometri. È un luogo stravagante, dove si possono incontrare persone ricche ed originali che si godono il sole e la bella vita che offre la città. La zona di South Beach è la più frequentata e la più divertente;  la sera le strade brulicano di gente giovane che frequenta i numerosi locali e ristoranti di Ocean Drive. Da non perdere anche l'isola pedonale di Lincoln Road, che taglia la Collins Avenue, una via che percorre tutta Miami Beach e dove c'è la più alta concentrazione di alberghi. A Lincoln Road vale la pena di passeggiare, soprattutto alla sera, dove c'è l'imbarazzo della scelta per una buona cena internazionale o all'italiana. Altra attrazione di Miami Beach sono sicuramente gli alberghi stessi che, di sera, si trasformano in locali molto trendy, ospitando personaggi dello spettacolo. 
Mi fermai un momento, per cogliere lo sguardo di Lauren, che era completamente assorta nelle immagini e, probabilmente, nelle mie parole.
Continuai.
-Partendo dalle spiagge e attraversando lunghi ponti, si arriva al quartiere Downtown, che  rappresenta il cuore della Miami moderna e si sviluppa intorno a Flager Street, la via commerciale principale della città.  Ci si può fermare, per una sosta culturale, al Miami Art Museum. Gli appassionati di arte, inoltre, non possono perdersi una passeggiata al Wynwood Art District, ex area industriale, oggi sede di molte gallerie e spazi espositivi. Per vivere le atmosfere più caraibiche di Miami, si può raggiungere il quartiere di Little Havana, dove vivono moltissimi cubani immigrati. Da non perdere il Coconut Grove: è il quartiere storico di Miami, diventato col tempo una zona residenziale esclusiva e raffinata. Oltre a numerosi alberghi, ristoranti e fast food, offre come principali attrazioni il Grove Center e il City Hall, sede dell’Amministrazione locale.
Mi fermai. Guardai Lauren e lei guardò me.
-Le basta, signorina? –le chiesi.
Lei non rispose subito, si limitò a guardarmi.
-E se volessi avere delle informazioni sul trasporto pubblico? –chiese, con aria di sfida.
Io inarcai un sopracciglio.
-Dai, scherzo, va bene così. –disse, infine, ridacchiando.
-La signorina ha chiesto e la signorina avrà le sue risposte. –risposi io.
Lei mi guardò con aria interrogativa. Io sogghignai.
-Per quanto riguarda il trasporto pubblico, vi sono i Metrobus, ovvero gli autobus. Oltre a servire tutta la contea di Miami Dade, raggiungono anche parte delle isole Keys, la parte sud della contea di Broward e sono collegate con le stazioni del Metrorail e del Metromover. Il Miami-Dade Transit dispone di oltre 1031 Metrobus, che operano per la maggior parte dalle ore 4:00 alle 2:30, altri operano ininterrottamente e in più 3 linee notturne (di cui una per l'aeroporto) che operano dalle 23:00 alle 6 del mattino. Per questo tipo di mezzo pubblico non si compra il biglietto ma si paga direttamente a bordo. La stazione del Metromover è situata nel centro commerciale di Miami Downtown, da cui partono 29 navette monorotaia sopraelevate, prive di conducente, completamente automatizzate. Copre un'area complessiva di circa 7 km, raggiunge 20 stazioni, è collegata anche con la stazione del Metrorail, con il centro commerciale di Bayside, con il palazzetto dello sport America Airlines Arena e con il Miami Dade Community College. Svolge servizio tutti i giorni dalle 5:00 alle 24:00. Durante le ore di punta il Metromover passa ad intervalli di circa un minuto ed è completamente gratuito. Il Metrorail è attivo dal 1984 ed è una rete metropolitana sopraelevata. Percorre Miami (esclusa Miami Beach) da nord a sud, su un area di circa 36 km, tocca 22 stazioni. Viaggia tutti i giorni dalle 5:00 alle 24:00. Durante le ore di punta i treni passano ad intervalli di circa 8 minuti. La corsa costa $1.50 solo andata e i gettoni vengono acquistati presso i punti vendita delle stazione del Metrorail. Il South Beach Local è una comoda navetta per spostarsi nel centro di South Beach. Opera dal lunedi al venerdi dalle 7:45 alle 13:00 con intervalli di 10 e 15 minuti. La domenica dalle 10 all'una con intervalli di 15 minuti. La corsa costa solo 25 centesimi.

 
*P.O.V Lauren*

 
Non credevo alle mie orecchie. Non sapevo tre quarti delle cose dette da Camila. Dire che la guardavo sorpresa è dire poco. Ero assolutamente incredula.
-Io.. Oddio.. Camila.. –furono le uniche parole che riuscii a formulare.
-Cosa? –chiese lei, ridacchiando.
-Sei.. Un genio. Come hai fatto? Hai imparato tutto a memoria? –chiesi, e, sentendo il mio tono sorpreso, mi resi conto di dover sembrare proprio una stupida.
-In un certo senso si. Non potevamo fare un tour degno di essere chiamato tale, quindi mi sono data da fare. E mi dispiace, perché se lo avessimo fatto, avremmo potuto considerarlo davvero un.. appuntamento.. e, invece, questo non lo è.. –rispose, abbassando lo sguardo.
Sentii una stretta al cuore. Sapevo che lei ce l’aveva messa tutta, considerando le poche ore a dispozione, e non l’avrei fatta restare giù di morale per nulla al mondo.
-Camila, guarda, è passata praticamente un’ora, come hai detto prima non saremmo mai riuscite a fare un tour decente. E, per quanto riguarda la storia dell’appuntamento, non dire cazzate, questo lo è eccome! Insomma, guardaci, siamo io e te, da sole, in camera tua..
Mi guardò maliziosamente.
-..E non fare quella faccia. –continuai, sorridendo. –Un appuntamento non significa necessariamente andare in qualche luogo. Un appuntamento è quando stai insieme alla persona che.. –non riuscii a continuare. Stavo per dire “che ami”, ma un misto di timore e prudenza mi fermarono.
-Che? –chiese lei, quasi incalzandomi.
-Che.. Che.. Insomma.. Lo sai, dai, non c’è bisogno di farmelo dire. –conclusi, abbassando lo sguardo.
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Sapevo benissimo che intendeva.
-Si, ok, però ciò non toglie il fatto che non abbia organizzato nulla di speciale... –dissi.
-Davvero, Camila, davvero? –mi chiese, quasi infastidita.
-Che intendi?
-Hai imparato a memoria un casino di luoghi, nomi e cose riguardanti il trasporto pubblico. –rispose lei, come se fosse ovvio.
-E con ciò?
-E con ciò? Ti sembra nulla? Io non sarei riuscita ad imparare neanche metà di tutto quello che, invece, hai imparato TU.
-Si, ma.. –cercai di protestare.
-Senti, Camila, devi renderti conto del fatto che non me ne frega niente del luogo in cui ci troviamo, mi interessa solo che ci sia tu con me. Non mi serve un luogo speciale quando ho te, la cosa più speciale che ci sia per me. –concluse, guardandomi dritta negli occhi.
Toccò a me, questa volta, restare sorpresa. Senza neanche rendermene conto, le saltai addosso e la strinsi a me più forte che potei. Lei ricambiò l’abbraccio immediatamente. Poggiai la testa nell’incavo del suo collo e respirai a fondo quel profumo che mi faceva tanto impazzire.
Sentii il battito del mio cuore accelerare sempre di più, e non aveva nulla a che vedere con ciò che era avvenuto nel sogno/incubo.
Mi passò una mano tra i capelli e, dolcemente, si allontanò un po’ da me, in modo da restare sempre abbracciate ma, nello stesso tempo, di guardarci negli occhi. I nostri volti erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
-Lauren, io.. Mi manchi.. –sussurrai, cercando di trattenere le lacrime, ma invano.
-Hey, no, non piangere. –mi disse, accarezzandomi la guancia.
-Mi manchi da impazzire.. –ripetei.
-Lo so, piccola, capisco benissimo come ti senti, perché è esattamente ciò che provo anch’io. –rispose, sussurrando anche lei.
Ci guardammo negli occhi per quelli che sembrarono secoli e, finalmente, ci baciammo.
Fu come se ci fosse stata un’esplosione di mille fuochi d’artificio dentro di me.
Sarei potuta morire tra le sue braccia in qualsiasi istante.
Quanto mi era mancato stare così a contatto con lei, quanto mi erano mancate le sue labbra, quanto mi era mancata lei.
Dopo un’eternità, ci staccammo e ci abbracciammo di nuovo.
-Non lasciarmi.. –sussurrai, dopo un po’.
-Mai più. –rispose lei.
-Me lo prometti?
-Te lo prometto.
-…Ti amo. –dissi.
Passarono alcuni secondi, che mi terrorizzarono.
-Ti amo anch’io, piccola. –rispose, infine, tranquillizzandomi. Sorrisi, ancora stretta a lei.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
 
Rimanemmo in quella posizione per molto tempo, quando guardai l’orologio e capii che eravamo decisamente in ritardo.
-Camz, mi dispiace dover interrompere tutto ciò, mi dispiace davvero, ma siamo in ritardo e le ragazze ci uccideranno.
Camila scattò in piedi e per poco non perse l’equilibrio. Io scoppiai a ridere e lei mi sorrise.
-Non prenderti gioco di me. –disse.
-E tu non provocarmi. –affermai, ridacchiando.
-Andiamo và, che altrimenti mi tocca ucciderti. –rispose lei, scendendo le scale.
-Non ce la faresti, mi ami troppo. –la stuzzicai.
Lei si fermò e si girò, ritornando sui suoi passi e piazzandosi di fronte a me, con sguardo serio.
-Puoi dirlo forte, amore mio. –disse, e mi baciò dolcemente.
Chiusi gli occhi e la strinsi, desiderando di non staccarmi mai più. Ma non sempre i desideri si avverano.
-Andiamo adesso? –chiese, sorridendomi.
-Si. –risposi, sorridendo a mia volta. –Si, amore. –mi auto-corressi.
Il suo sorriso si allargò di molto, mi abbracciò ancora una volta e si diresse verso la porta. Prima di uscire, la presi per mano. Ci scambiammo uno sguardo veloce e uscimmo di casa.
Come sempre, non avevamo necessariamente bisogno delle parole, noi due.
 
 
*Spazio Autrice* Eccomi qui, tornata dalla mia vacanza. :) Ho aggiornato oggi anche perché mi era venuta l’ispirazione.
Prima di tutto, voglio ringraziare Google per avermi aiutato un po’ per quanto riguarda il “tour di Miami” (si, come prevedibile, ho fatto copia e incolla, loool).
Comunque, finalmente il tanto atteso bacio! Era da tanto che lo chiedevate e quindi vi ho accontentate.
Spero che il capitolo non risulti noioso né lungo! Alla fine vi ho fatto imparare un sacco di cose su Miami, chissà che un giorno non possano tornarvi utili! Lmao.
Ah, e ovviamente, spero anche che ci sia ancora qualcuno disposto a seguirmi, dato che è da un bel po’ che non aggiorno, ahah.
Recensite in tanti e fatemi sapere se volete che continui la storia oppure no.
Alla prossima, :)x
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


CAPITOLO 10.
 


*P.O.V Lauren*
 
 
Il concerto andò alla perfezione. Eravamo davvero cariche e piene di energia, soprattutto io e Camila, dato che ci trovavamo nella nostra città. Avevamo dato il meglio di noi ed eravamo davvero soddisfatte.
Ci dirigemmo verso il tour bus per cambiarci. Quando entrammo, Dinah si fiondò letteralmente sul divano, travolgendo Ally che, suo malgrado, aveva deciso di passare proprio in quel momento.
-Dinah! –urlò Normani, a mo di rimprovero.
-Cosa? Avrebbe dovuto prestare più attenzione, lo sa benissimo che io e i divani siamo una cosa sola e, perciò, dobbiamo stare insieme.
Ally si rialzò dal pavimento e fulminò Dinah con lo sguardo.
-Ok, va bene, scusa Allycat. –disse infine, facendo una faccia da cucciolo.
Ally sorrise.
-E va bene, ti perdono per questa volta. –rispose, dirigendosi poi verso il bagno.
Normani si avviò nel “reparto letti”, mentre Dinah rimase distesa sul divano.
Io e  Camila eravamo rimaste in piedi davanti la porta come due idiote, non sapendo come comportarci di fronte le ragazze. Ci scambiammo un’occhiata e uscimmo fuori dal bus, sentendo lo sguardo di Dinah puntato su di noi.
Ci sedemmo su un muretto lì vicino e per un po’ nessuno parlò.
-Domani sera saremo di nuovo in viaggio. Lasceremo Miami per l’ennesima volta. –disse Camila, ad un certo punto.
-Lo so. –risposi, non trovando altro da dire.
Cosa era successo alle due ragazze che due ore prima si erano baciate e giurate di non lasciarsi più? Cos’era quel clima teso tra di noi?
-Ho paura.- continuò lei.
-Di cosa? –chiesi, voltandomi a guardarla.
-Che una volta andate via di qui, ciò che è successo prima diverrà solo un bel ricordo, nulla di reale.
La guardai interrogativa.
-Ciò che è successo prima tra di noi. –puntualizzò, abbassando velocemente lo sguardo.
-Perché dovrebbe accadere una cosa simile? –chiesi, forse un po’ infastidita.
-Non lo so..
-Credi forse che ciò che ho detto o che provo sia falso?
-No! No, non ho detto questo. –si affrettò a rispondere.
-E allora cosa? Non capisco.
-Ripeto, non lo so.. Io ti amo Lauren. –disse, piano.
-Lo so, e anche io ti amo. –risposi, continuando a non capire.
-Ti amo davvero tanto. Troppo, forse. Non ho mai provato nulla di simile. Ti ho già persa una volta e il mio cuore è andato in mille pezzi. Ma eccoci qui, di nuovo, insieme. E.. Beh, non voglio perderti di nuovo. Non potrei sopportarlo.
 
 
*P.O.V Camila*
 
 
Mi stavo totalmente esponendo. Stavo rivelando tutto ciò che mi turbava. Sapevo che era giusto così, sapevo che lei doveva rendersi conto di quanto fosse importante per me.
Alzai lo sguardo e incontrai il suo.
Lei si avvicinò a me e mi strinse.
-Forse non ti rendi conto dell’effetto che hai su di me. Sei il mio tutto, e quello che hai appena detto, ovviamente, vale anche per me. –rispose, baciandomi la fronte dolcemente.
-Era quello che speravo di sentire. –conclusi, sorridendo. Lei mi sorrise a sua volta.
-Adesso credo che dovremmo rientrare, Karla. –affermò, sciogliendo l’abbraccio e alzandosi.
La guardai male.
-Lauren Jauregui aka “miss-rovina-i-momenti-dolci”. –le dissi, mettendo il broncio.
-Che ho detto di male? –chiese, con un sorrisino.
-Sai che odio il nome Karla.
-Ma è il tuo nome, dovrai pure usarlo!
-Ma anche no! –esclamai, indignata.
Lauren scoppiò a ridere. La sua risata mi contagiò e iniziai a ridere anche io.
Rientrammo nel tour bus e trovammo le ragazze riunite intorno al tavolo.
-Che fate? –chiese Lauren, sedendosi accanto a Normani.
-Guardiamo l’ultima intervista dei The Vamps. Sai che Brad ha una cotta per te?  -rispose lei, con un sorrisino, guardando Lauren.
-Intervista? Brad? …Cosa? –chiese Lauren, sorpresa.
Dinah tornò indietro di qualche secondo per far sentire la parte in cui Brad parlava di Lauren, poi stoppò il video.
Lauren guardava lo schermo, ancora sorpresa.
-È carino. –disse Ally, dando a Lauren uno sguardo significativo.
-Si, beh.. –cominciò Lauren.
-“Si, beh” cosa? –chiesi, con un tono tutt’altro che amichevole. Lauren sembrò tornare in sé e mi guardò.
-Nulla. –rispose. –Non mi interessa.
-Ah si? Meglio per te. –affermai.
-Sai che non mi interessa. –continuò lei.
Le ragazze ci guardavano confuse.
-Ci siamo perse qualcosa? –chiese, infine, Ally.
-Si. –rispondemmo io e Lauren, all’unisono.
-LO SAPEVO! –urlò Dinah, facendomi quasi venire un infarto.
-Cosa? –chiese Lauren.
-CAMREN IS BACK! –urlò di nuovo, felice, salendo in piedi sul divano ed esultando con le braccia alzate.
-Oddio Dinah, fatti una vita. –risposi, ridacchiando.
-SIETE VOI LA MIA VITA. –continuò, saltando dal divano.
-Sorella, hai bisogno di rivedere le tue priorità. –constatò Lauren, ridendo.
-Non intendevo quello.. Oh, insomma, sapete a cosa mi riferisco. –disse Dinah.
-Quando è successo? –chiese Normani.
-Questo pomeriggio. –risposi.
-E avete fatt..? –continuò, con un sorrisino.
-NORMANI! –urlò Ally, interrompendola, prevedendo mentalmente la domanda che stava per fare.
-ALLY! –urlò Dinah, che, evidentemente voleva saperne di più.
-DINAH! –urlò Lauren, con uno sguardo divertito.
-LAUREN!- urlai io, imbarazzatissima, non capendo cosa ci trovasse di divertente in tutto ciò.
-CAMILA! –urlò Normani, impaziente di ricevere una risposta.
-IDIOTE! –urlò qualcuno alle nostre spalle. Ci girammo tutte.
-Seriamente, ragazze, mi fate preoccupare a volte. –affermò Taylor, guardandoci stranita.
-Sta zitta. –rispose Lauren, sorridendo. –Piuttosto, che ci fai qui?
-Vieni a dormire a casa stasera? –chiese, come se fosse ovvio.
-Uhm, si, okay.
-Ti aspetto in macchina, muoviti, cogliona. –rispose, salutandoci e uscendo dal bus.
Ci fu un attimo di silenzio in cui tutte ci guardammo. Normani fece per prendere parola, ma Ally le saltò addosso impedendole di parlare. Tutte scoppiammo a ridere.
 
 
*P.O.V Lauren*
 
-Va bene, allora staserà andrò a dormire a casa, noi ci vediamo domattina. –annunciai, alzandomi dal divano. Nello stesso istante Sinu entrò nel bus.
-Mija, che fai, vieni a dormire a casa? Clara mi ha detto che Lauren andrà, quindi..
-Si, mamma, vengo a casa anch’io. –rispose Camila.
-Bene, ti aspetto fuori. –concluse Sinu, andando via.
-A quanto pare, anch’io vi rivedrò tutte domattina. –disse poi.
Dopo i vari saluti, io e Camila ci dirigemmo verso l’uscita. Stavo per raggiungere i miei, quando lei mi bloccò.
-Non credi di dimenticare qualcosa? –mi chiese.
-Oh, già. –risposi, con un sorrisino.
La presi per i fianchi e l’avvicinai a me, iniziando a baciarla. Lei ricambiò subito.
Rimanemmo lì a baciarci per minuti e minuti, poi ci staccammo.
-Mi mancherai. –mi sussurrò all’orecchio, mentre la stringevo in un abbraccio.
Ridacchiai.
-Ci vedremo domattina! –esclamai.
-Si, ma io avevo in programma di passare la notte con te, sai.. –rispose lei, con sguardo malizioso.
-Non preoccuparti, ci rifaremo domani sera. –le dissi, facendole l’occhiolino.
Mi diede un ultimo bacio veloce e raggiunse l’auto dei suoi genitori. Io feci lo stesso.
 
 
*Spazio Autrice* Hey everybody! Mi chiedo: ci sarà ancora qualcuno che aspetta il nuovo capitolo di questa ff? Se si, beh, prima di ogni cosa, mi scuso per l’imperdonabile ritardo, ma non ho avuto il wi-fi per tipo un mese, se non di più, quindi anche volendo, non avrei potuto aggiornare.
Coooomunque, sempre meglio tardi che mai, no? lol
Passiamo alle cose serie: recensite e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Prometto di aggiornare prima questa volta, quindi.. A presto! :)x 

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