Il sogno di Elsa

di TheNorthway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acqua e ghiaccio ***
Capitolo 2: *** Problemi ***



Capitolo 1
*** Acqua e ghiaccio ***


 

"Noi stiamo andando a fare un giro in barca, vuoi venire?" la voce fece girare Elsa verso la porta della sua stanza. Anna la osservava, appoggiata alla porta, guardandola con uno sguardo interrogativo. Elsa abbozzò un mezzo sorriso mentre finiva di vestirsi, infilandosi un guanto.
"Grazie, ma no. Devo sbrigare degli affari"
Un'ombra oscurò per un momento lo sguardo della sorella.
"Potresti pensarci nel pomeriggio" ritentò.
Elsa scosse la testa per poi darle le spalle e prendere la corona, osservandola per un attimo prima di indossarla sul capo. Si guardò velocemente allo specchio, mentre sentiva Anna allontanarsi e si prese un secondo prima di uscire per dirigersi alla sala del trono.
Si ritrovò a pensare all'anno che era passato mentre camminava per il corridoio; soltanto l'estate prima aveva rischiato di ghiacciare l'intera città perchè non aveva il controllo delle emozioni e ora, dopo che la sorella aveva insistito per un po’, si ritrovava nuovamente a regnare.
"Sei la più adatta al ruolo! Io di sicuro non ne sarei capace"
"Nessuno lo vorrà"
continuava a ripeterle " Tu potrai accettarmi, ma le persone mi guardano comunque con sospetto"
"Non è la verità, hanno accettato con gioia il tuo ritorno!"
"Finché si tratta di far apparire una pista di ghiaccio certo, sono un "mostro" divertente. Ma quando si tratta di regnare su di loro è un'altra storia"
Sua sorella l'aveva guardata intestardita. Non avrebbe mollato il discorso fino a che lei non avesse accettato.
"Va bene" disse, esausta, alla fine. L'insistenza di Anna l'aveva esasperata "Ma solo per insegnarti, resterai con me e nel momento in cui potrai farcela da sola avrai tu il potere".
E all'inizio aveva funzionato; Anna era presente quando doveva dare un ordine, quando c'era una decisione da prendere, risolvere un problema o fare affari con un regno vicino. Ma poi erano cominciati i ritardi con scuse che andavano da "Scusa, ho perso il senso del tempo" "Ero con Kristoff" "Mi sono riaddormentata" Fino al giorno in cui non si era presentata del tutto. In quel giorno ad Elsa era salito il panico ma aveva gestito bene la situazione.
"Dov'eri?" l'accusò la sera.
"Scusa, scusa" disse velocemente Anna "prometto che non accadrà più"
Ma anche il giorno dopo e quelli che seguirono non si presentò. Con il passare dei giorni Elsa si abituò alla situazione e ritornò ad essere quella di un tempo, ma nonostante si fosse abituata a regnare un peso le opprimeva il petto; il terrore di fare un passo falso e che tutti tornassero a considerarla un pericolo. Sorrise lievemente, alla fine Anna aveva ottenuto quello che voleva dall'inizio: che tornasse sul trono.
Mentre seguiva il filo dei suoi pensieri si sedette al suo posto ed osservò le guardie appostate affianco alla porta principale.
"Fate entrare il primo" ordinò.

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Nemmeno a metà giornata Elsa aveva già svolto tutti i suoi doveri. Alzandosi dal trono si affacciò alla finestra ed osservò il paesaggio; il sole alto nel cielo si rifletteva sull’acqua creando giochi di luce e alcune navi commerciali si allontanavano piano all’orizzonte, diventando dopo poco solo dei puntini.
Elsa cercò con lo sguardo la barca dove si doveva trovare Anna, ma non ne trovò traccia. Ripensò alla richiesta di sua sorella di andare con loro: da qualche tempo cercava di coinvolgerla in tutto. Da quando aveva ripreso a regnare Anna, prima felice per lei, aveva incominciato a guardarla in modo strano. All’inizio non capiva che cosa fosse, poi, man mano che il tempo passava, aveva capito che la guardava con pietà: vedeva che le persone andavano da lei per aiuto e consigli ma nessuno le stava accanto. Non appena Elsa si era accorta di questo fatto si era chiusa ancora di più in se stessa.
Sospirando si allontanò dalla finestra, aveva bisogno di aria.
“Se c’è qualche urgenza mia sorella si trova al porto” dichiarò alla guardia mentre indossava un mantello. Si avviò verso la stalla, scelse un cavallo bianco e lo fece sellare, per poi allontanarsi in fretta dal castello e dal paese, fino ad inoltrarsi nella foresta. Lasciò che il cavallo decidesse la strada da seguire, mentre lei si guardava intorno.
Il silenzio avvolgeva la foresta a parte qualche cinguettio degli uccelli. L’estate stava volgendo al termine e le prime foglie cominciavano ad ingiallirsi. Elsa si avvicinò all’acqua con il cavallo e, scendendo, lo legò ad un tronco, sedendosi poi sull’erba a guardare le piccole creste sull’acqua. Chiuse gli occhi ed ascoltò il battito del suo cuore. Anna aveva ragione a guardarla in quel modo, anche lei si sentiva sola, ma non poteva (voleva) ammetterlo. Se solo ci fosse stato qualcuno che non avesse avuto paura del suo gelo.
Aprì gli occhi e si allungò fino a toccare con la mano l’acqua.
“Un principe.. qualcuno.. chiunque..” sussurrò, con un sorriso triste sul volto. Creò con il ghiaccio una statua: un uomo alto, muscoloso, con i capelli che arrivavano fino alle spalle. Poi lo vestì con abiti regali, gli decorò il capo con una corona e infine fece un lungo mantello con un cappuccio. Elsa lo guardò sorridendo, magari fosse esistita una persona del genere. Si alzò e guardò la sua statua di ghiaccio negli occhi azzurri, con una mano gli accarezzò lievemente il volto. Distogliendo gli occhi per osservare il cielo notò che il sole stava per tramontare e sospirando si avviò. Rimontò a cavallo dirigendosi verso il castello sapendo che sua sorella come minimo si stava già preoccupando, lasciandosi alle spalle la statua con i piedi immersi nell’acqua.
Come aveva previsto, non appena ebbe messo piede nel castello, la sorella la invase di domande.
“Dove sei stata? Stai bene?” chiese con tono preoccupato.
“Non preoccuparti, sto bene” le sorrise Elsa, poggiandole una mano sulla spalla.
“Elsa.. ci siamo preoccupati. Davvero. Dove sei stata?” insistette lei.
“In giro..”
rispose indecisa su cosa dire alla sorella.
“Con qualcuno?”
L’unico commento che ricevette fu un verso tra una risata e un sospiro.
“Troverai anche tu qualcuno” sussurrò Anna, avendo capito i pensieri che tormentavano la sorella.
“Ne dubito” pensò lei, salutandola con un cenno della mano, dandole le spalle.
Nel frattempo la statua che era stata dimenticata mosse un passo uscendo dall’acqua e avviandosi nella foresta.

 

Ciao :) spero l'inizio vi abbia intrigato almeno un poco! Fatemi sapere se vale la pena continuare o no

TheNorthway

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Capitolo 2
*** Problemi ***





Elsa era appoggiata alla finestra della sua stanza ed osservava la luna piena, che splendeva alta nel cielo. Le parole
della sorella le risuonavano nella testa, però lei non riusciva a crederci sul serio. Sarebbe mai riuscita a trovare qualcuno
che volesse stare al suo fianco? Ma soprattutto.. Esisteva quel qualcuno?
Sospirando girò le spalle alla luna e andò a coricarsi sul letto, chiudendo gli occhi. Il pensiero corse alla statua che aveva
creato quel pomeriggio e si addormentò pensando al suo volto e a quanto una persona simile avrebbe potuto essere adatta a lei.

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Il tavolo quella mattina era insolitamente silenzioso. Elsa, a capotavola, mangiava la sua colazione lentamente, facendo
saettare lo sguardo da Kristoff ad Anna che a teste chine mangiavano silenziosamente nei loro piatti.
Indecisa se dire qualcosa o no, era sul punto di chiedere se fosse successo qualcosa tra di loro quando una voce ruppe il silenzio.
“Ciaooo” disse una voce squillante alle sue spalle.
“Ciao, Olaf” rispose con un sorriso Elsa, girando di poco la testa per guardarlo.
“Ciao” furono le risposte meccaniche dei due, che non alzarono nemmeno la testa.
“Che succede ad Anna e a Sven?” chiese Olaf, guardando la Regina con occhi preoccupati. Elsa scrollò le spalle, cercando
di trattenere un sorriso; cercava di chiederlo da una decina di minuti, senza sapere come, e lui in pochi secondi aveva risolto il
suo problema.
Anna alzò lo sguardo dal suo piatto, arrossendo, prima guardando velocemente Kristoff per poi passare ad Elsa ed Olaf.
“Ecco io….cioè noi..” si ingarbugliò lei.
“Ti posso parlare?” la interruppe lui, facendo un cenno con la testa “in privato.”
Gli altri due li osservarono mentre uscivano dalla stanza, per poi rimanere qualche attimo in silenzio.
“Perché Kristoff è arrabbiato?” chiese Olaf, guardando Elsa con occhi speranzosi. Lei alzò le spalle, non ne aveva idea; quando era
arrivata il giorno prima, non sembravano esserci problemi.
“Credo proprio che lo scopriremo presto” disse, conoscendo il carattere della sorella.

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“Aspettami!”
lo richiamò Anna, mentre correva per il corridoio “Kristoff!”
“Vorrei evitare che tua sorella ci sentisse”
disse lui, mentre si fermava e si girava verso di lei.
“Ne abbiamo parlato ieri..”
“No, tu hai deciso così”
protestò Kristoff, passandosi la mano tra i capelli per poi portarla dietro il collo a massaggiarlo. Era
indeciso se essere arrabbiato o imbarazzato.
“Krist..”
“Bisognerà dirglielo prima o poi”
“Ma non ora”
“Tu pretendi di sapere già come reagirà..”
“Perché lo so!”
l’ultima frase suonò quasi come un urlo. Kristoff fece un passo indietro, guardandola sorpreso.
Cadde tra di loro qualche istante di silenzio imbarazzato.
“Scusami..” cominciarono assieme, per poi guardarsi negli occhi e sorridere.
Kristoff allargò le braccia per abbracciarla quando una guardia comparve da dietro l’angolo correndo verso di loro.
“Regina Elsa! Dove si trova la regina Elsa?” chiese loro, fermandosi qualche istante per riprendere fiato.
Anna lo guardò per un’istante confusa dalla sua agitazione prima di indicare il salone principale.
Tutti e tre esitarono un’istante prima di dirigersi assieme verso la stanza.
Quando entrarono trovarono Elsa che si stava divertendo a parlare con Olaf; un sorriso dolce, senza preoccupazioni le attraversava il volto.
“Regina Elsa” proclamò la guardia, aspettando il permesso di continuare a parlare. La Regina alzò lo sguardo, sorpresa dalla presenza
del soldato e con un cenno della mano lo invitò a parlare.
“Ci sono problemi al paese” cominciò lui. A quelle parole il sorriso sul suo volto scomparve, senza lasciarne traccia e gli occhi si fecero seri.
“E’ stato avvistato nel bosco e nei dintorni qualcuno o qualcosa. Si dice che sia un mostro terribile”
Elsa aggrottò le sopracciglia mentre Anna sgranava gli occhi, sorpresa.
“Mostro? Che genere di mostro?” parlò per loro Kristoff.
“L’unico che ha detto qualcosa di concreto e stato un bambino..” ricominciò la guardia.
“Mettete in allerta tutto il paese per ciò che dice un bambino?” lo interruppe Elsa, con un mezzo sorriso che le spuntava sul volto.
“No, mia Regina” arrossì violentemente la guardia, prima di abbassare lo sguardo “il fatto è.. ritenevo importante dirvelo.. il bambino
sosteneva che questo mostro fosse fatto di ghiaccio”
A quelle parole Elsa sbiancò e si alzò dalla sedia, cominciando a preoccuparsi.
“Ghiaccio?” mormorò, mentre Anna e Kristoff la guardavano preoccupati.
“Si, mia Regina” annuì la guardia.
“Puoi andare” disse Kristoff, appoggiandogli una mano sulla spalla, visto che Elsa non parlava.
La guardia uscì di fretta dalla sala, lasciando dietro un atmosfera tesa.
Anna guardò la sorella preoccupata, mentre si avvicinava a lei.
“Elsa..” lei la guardò con uno sguardo smarrito, prima di sedersi e portarsi le mani alle tempie. Sentiva la testa che le rimbombava.
“Elsa, sei stata tu?” la domanda di Anna era stata fatta con delicatezza, ma nonostante tutto era suonata come un’accusa.
“Cosa?” la guardò infatti Elsa, con uno sguardo ferito.
“Magari per sbaglio o ..”
“Io non ho più creato niente da”
Elsa si interruppe di colpo “Devo andare”
Sorpassò la sorella per poi uscire dalla stanza quasi correndo mentre Anna la seguiva con lo sguardo, indecisa se andare da lei o
lasciarle dello spazio. Sentì Kristoff abbracciarla da dietro e posarle un bacio delicato sulla testa.
“Lasciale tempo” Anna annuì mentre lui la fece voltare verso di se “scusami avevi ragione, può aspettare”
Anna fece per parlare quando lui la precedette con un bacio e lei si dimenticò quello che voleva dire. Portò le mani attorno al suo
collo per avvicinarlo di più, mentre lui la stringeva meno delicatamente a se.
“Io, ehm, allora vado..” li interruppe una voce. Anna si staccò velocemente da Kristoff e vendendo Olaf che se ne stava andando
imbarazzato, scoppiò a ridere seguita poco dopo dal ragazzo.

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Elsa intanto camminava avanti e indietro nella sua stanza, nervosamente. Le parole della guardia l’avevano turbata, che ci
fosse qualcuno in grado di utilizzare i poteri come lei? Ma quando sua sorella le aveva chiesto se era colpa sua aveva reagito
d’istinto, riflettendo solo un’attimo dopo; era davvero colpa sua? Ripensò alla statua che aveva creato. Era davvero l’unica cosa
che aveva creato quel pomeriggio o senza rendersene conto aveva fatto qualcos’altro? Si affacciò alla finestra ed appoggio la
testa al vetro, osservando il sole che illuminava tutto il paesaggio. La domanda che le premeva di più in realtà era un’altra: E
se non avesse creato altro? Se magari… fosse stato lui?




Rieccomi qua con il secondo capitolo! Grazie mille per le recensioni, sono state molto apprezzate. Spero che anche questo capitolo vi piaccia! Alla prossima
TheNorthway

 

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