Hunger Games - Il Ritorno

di My Dream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.

Sembrava una giornata tranquilla, ma c'era qualcosa nell'aria che mi metteva ansia. Uscii di casa e la situazione peggiorò: la gente camminava velocemente, visibilmente agitata, come se si stesse preparando all'evento del secolo. Non riuscivo proprio a capire il motivo di tutto questo trambusto, ma non ci diedi troppo peso. Mi incamminai verso la casa di Jenna, la mia migliore amica. 

«Ehi, Lacey, ciao» mi salutò distrattamente mentre rovistava nell'armadio alla ricerca di un vestito.

«Che stai facendo?» anche lei si comportava come il resto degli abitanti del distretto 4.

«Ma come, non lo sai? Domani c'è la mietitura, Lacey, svegliati.» spalancai gli occhi e d'un tratto mi ricordai tutto. Domani era il grande giorno, la mietitura, gli Hunger Games, Capitol City, i tributi, la morte. Un brivido mi percorse la schiena, era da qualche anno che partecipavo alla mietitura e non mi avevano mai chiamato. 

«Secondo te quest'anno..» cominciai. Jenna tirò fuori la testa da dentro l'armadio e mi fissò severa.

«No, Lacey, non dirlo neanche per scherzo. Non ti chiameranno, non chiameranno nessuna di noi due.» sembrava così sicura.

«Ne sei davvero convinta? Come fai ad esserne così sicura? Come fai a non pensare che c'è la possibilità che ti chiamino?» il suo sguardo si incupì e cominciò a fissare il pavimento sconsolata.

«No, non ne sono sicura, ma non ho intenzione di pensare che ogni anno rischiamo la morte. Preferisco pensare che andiamo lì per poi tornare a casa felici di vivere un altro anno.» 

«E' così difficile andare avanti anno per anno, senza poter dare per scontato niente.»

«Lo so, ma non pensarci.» cercai di sorriderle per rassicurarla, ma in quel momento un pensiero mi attraversò la mente paralizzandomi. 

«Jenna..» 

«Si?»

«Tu pensi che lui..» lei mi sorrise scuotendo la testa. 

«No, Lacey, stai tranquilla. Non chiameranno neanche lui. Victor si salverà.» Victor..

Restai un po' con Jenna per aiutarla a scegliere un vestito, poi mi diressi verso casa. Mentre tornavo, incontrai il mio vicino che stava uscendo. Gli sorrisi e lui ricambiò poco convinto. 

«Ciao, Victor.»

«Ciao, Lacey.»

Victor Blade, il mio vicino di casa nonchè prima cotta, che a quanto pareva non mi era ancora passata. Da piccoli eravamo amici, giocavamo sempre insieme in cortile tutte le domeniche, poi entrammo nel periodo dell'adolescenza e io cominciai a diventare troppo timida e riservata, così il nostro rapporto finì. 

«Ehm.. sei pronto per domani?»

«Sì, sono pronto a tutto. E tu? Ti auguro di sopravvivere anche quest'anno, Lacey.»

Sorrisi, da bambini diceva sempre che gli piaceva il mio nome e lo ripeteva sempre. 

«Io.. non mi sento esattamente pronta, ma non c'è altra scelta.»

«Già, è d'obbligo. Ora vado, ciao piccola Lacey.»

Se ne andò, lasciandomi lì a riflettere su quel "piccola". Da un lato suonava tanto dolce, ma dall'altro era come se mi considerasse una bambina nonostante avessimo un anno di differenza. Entrai in casa sperando di salvarmi domani e andai a cercare anche io un vestito per il "grande" evento. Mentre attraversavo il corridoio, sentii i miei genitori parlare in cucina:

«Non lo so, James, e se questa volta la fortuna non fosse dalla nostra parte?»

«Non possiamo farci niente, cara. Dobbiamo solo sperare e pregare.»

Tutti parlavano degli Hunger Games, tutti speravano di salvarsi, ma per qualcuno domani tutte le preghiere fatte si dimostreranno vane.

Il giorno dopo.

Mi svegliai di cattivo umore, non ero per niente tranquilla. Mi vestii velocemente e corsi fuori diretta verso casa di Jenna. Incontrai ancora Victor e lo salutai velocemente, sperando ancora per lui. 

«Ehi, Lacey, sei davvero bellissima.»

«Grazie mille, anche tu. Avrei preferito indossare questo vestito in un'altra occasione..»

«Lo so, ma andrà tutto bene.»

Ci avviammo verso la piazza dove si sarebbe tenuto l'evento insieme al resto dei ragazzi che condividevano le nostre ansie e il nostro destino. Ci mettemmo in fila insieme agli altri, aspettando l'estrazione. Tutti trannero il fiato mentre la persona che doveva estrarre il nome della ragazza sfortunata si avvicinava alla boccia. Sperai, sperai fino all'ultimo, ma non servì a niente. 

«Lacey Anderson!» tutti si voltarono verso di me e si sentirono dei sospiri di sollievo. Jenna mi strinse la mano fino a farmi male, aveva gli occhi spalancati e le lacrime che si accumulavano alla base di essi. 

«Lacey Anderson, avanti!» non riuscivo a camminare, mi sentivo svenire. Non avevo nessun tipo di abilità, non sapevo uccidere, non sapevo maneggiare armi, non sapevo fare niente. Jenna mi lasciò la mano e cercò di sorridermi per rassicurarmi, per dirmi che sarebbe andato tutto bene, e io volevo crederle. Ma come fai a credere che andrà tutto bene quando ti sbattono la morte in faccia e, per la prima volta nella tua vita, sei sicura del fatto che hai finito di vivere? Non pensai neanche per un secondo che sarei riuscita a vincere, ma mi rassegnai e salii sul palco. L'uomo che aveva pronunciato il mio nome mi guardò con compassione, anche lui conosceva il mio destino. Mi appoggiò una mano sulla schiena e mi sorrise nello stesso modo di Jenna, poi si diresse verso la boccia dei ragazzi. Prima che potesse tuffarci la mano, udimmo un urlo provenire dal fondo, un urlo che mi raggelò il sangue.

«Mi offro volontario come tributo!» fu l'urlo. Non riuscivamo a vedere chi aveva parlato da lì, ma avrei riconosciuto quella voce tra mille. Victor.  
L'uomo rimase per un attimo interdetto, poi si riprese.

«Bene, allora avvicinati.» Victor si incamminò verso il palco senza neanche guardarmi, la vita l'aveva reso così indifferente nei miei confronti.. 

«Qual è il tuo nome?»

«Victor, Victor Blade.» chiunque guardasse quegli occhi avrebbe visto sicurezza, ma io, io riuscivo a vedere anche la sua paura e la sua incertezza. Perché l'aveva fatto? 

Victor P.O.V.

Era il giorno della mietitura. Mi svegliai con l'ansia, ma non avevo paura per me, avevo paura per lei. Lacey.
Uscii di casa e la incontrai, era davvero bellissima. Sperai che si salvasse, non sarebbe mai sopravvissuta all'arena. 
Quando l'uomo si avvicinò alla boccia delle ragazze smisi di respirare, aspettando di sentire un nome diverso dal suo. 

«Lacey Anderson!» spalancai gli occhi, sconcertato. Non poteva essere vero. Lacey non ce l'avrebbe mai fatta, non sarebbe mai tornata a casa. No, avevo sentito male. 

«Lacey Anderson, avanti!» a quanto pare avevo sentito benissimo, non era sopravvissuta. La cercai tra la folla, lei e la sua bellezza, e quando la trovai cercai di decifrare la sua espressione: aveva gli occhi leggermente spalancati, la bocca socchiusa nel tentativo di riprendere a respirare normalmente, non se l'aspettava. Sapeva anche lei quale sarebbe stato il suo destino. Non potevo lasciarla sola, non volevo. Quando l'uomo si avvicinò alla boccia dei ragazzi, non ci vidi più. 

«Mi offro volontario come tributo!» mi ritrovai ad urlare. Non mi resi subito conto di quello che avevo detto, ma non volevo lasciare Lacey da sola e non conoscevo altro modo per aiutarla. 

«Bene, allora avvicinati.» mi disse l'uomo. Mi avvicinai, cercando di sembrare il più deciso possibile. Dovevo convincermi che lo stavo facendo per lei e non importava il fatto che sarei morto mentre lei avrebbe fatto ritorno a casa. 

«Qual è il tuo nome?» mi chiese una volta salito sul palco. Ero talmente sotto shock che ci impiegai qualche secondo a rispondere. 

«Victor, Victor Blade.» dissi poi. Sentivo lo sguardo sconcertato di Lacey su di me, ma non volevo guardarla. Sapevo che se l'avessi fatto avrebbe capito che non avevo calcolato tutto, che non l'avevo fatto perché sicuro di vincere. L'avevo fatto per salvare lei, la mia vicina di casa, la ragazza con cui non avevo rapporti da anni. 

Lacey P.O.V.

Ancora sconvolta per la mietitura, aspettai in una sala che qualcuno venisse a salutarmi e, in un certo senso, dirmi addio.

Per prima arrivò Jenna che mi si fiondò addosso.

«Oddio, Lacey, mi dispiace così tanto. Non considerarti già morta in partenza, prova a sopravvivere, puoi farcela.» La guardai a occhi spalancati.

«Jenna, io non so fare niente. Non potrei mai vincere.»

«Non è vero, tu sai arrampicarti sugli alberi come nessun altro sa fare e ti ricordi il corso di tiro con l'arco? Eri brava, avevi una bella mira. E la mira ti servirà anche con i coltelli, puoi farcela. E poi sai riconoscere i cibi velenosi grazie a tua nonna, ce la farai.»

«Non lo so, Jenna. Io.. e Victor? Perché si è offerto volontario? Non riuscirei mai ad ucciderlo.» 

«Credo che neanche lui ci riuscirebbe, Lacey. Forse l'ha fatto per te.» stavo per chiederle spiegazioni, quando la guardia entrò e la portò via mentre lei mi urlava che mi voleva bene. Poi entrarono i miei genitori.

«Lacey, bambina mia. Fatti coraggio.» piangevano entrambi.

«Come farò ad uccidere delle persone innocenti, mamma? Non riuscirò mai a farlo, soprattutto senza avere sensi di colpa.» 
Mi guardarono senza dire niente, poi mi abbracciarono e vennero scortati fuori dalle guardie. Ero di nuovo sola. 
L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era Victor e il motivo che l'aveva spinto ad offrirsi volontario. Ieri sembrava tanto sicuro, ma sul palco mi è sembrato così spaesato. 
Non ebbi molto tempo per rifletterci, poiché mi portarono fuori, verso il treno che ci avrebbe condotto a Capitol City. 
Sul treno riuscii a vedere Victor e mi diressi verso di lui per chiedergli spiegazioni, ma mi ignorò e mi passò accanto senza neanche guardarmi. Mi sedetti su un divano, sconsolata. 

«Non preoccuparti, ragazzina, è fatto così.» alzai il viso per guardare in faccia chi mi aveva appena rivolto la parola. Era un ragazzo con una fascia arancione in testa, aveva un sorriso così contagioso. 

«Ci conosciamo?» lui mi porse la mano senza smettere di sorridere.

«Sono Mark, Mark Evans. E sarò il vostro mentore» mi piaceva già.

«Sono Lacey, Lacey Anderson. E non affezionarti troppo perché non tornerò viva a casa.» lui scoppiò a ridere.

«Ehi, piccola Lacey, io sono qui per aiutarti a sopravvivere, su con la vita.» come se fosse possibile, per me, sopravvivere. 

«E riguardo Victor..» continuò Mark, «Sembra così freddo, ma in realtà è proprio l'opposto. Sai, si è offerto per aiutarti a tornare a casa.» quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. L'aveva davvero fatto per me? Ma perché? 

All'ora di cena ci ritrovammo tutti al tavolo per mangiare, ma Victor non si presentò. 

«Lasciamolo in pace, prima o poi cederà.» disse Mark.

Dopo cena, decisi di andare nella sua stanza per parlargli. Bussai ma non rispose, così entrai.

«E tu che ci fai qui?» ringhiò appena mi vide, ma non mi facevo intimidire così facilmente. 

«Sono venuta a chiederti una cosa.» non aspettai la sua risposta e continuai, «Ti sei offerto per me? Perché Mark mi ha detto che-»

«No, mi sono offerto perché so che vincerò. E non avrò nessun problema ad eliminarti.» cercai il suo sguardo che era l'unica cosa in grado di dirmi se fosse sincero o no. Quando lo trovai, rimasi a bocca aperta: quello che aveva detto si rifletteva anche nei suoi occhi, lo pensava veramente. 

«Va bene, ma non sottovalutarmi.» dissi cercando di apparire forte e ci riuscii, anche se non pensavo assolutamente quello che avevo detto. Me ne tornai nella mia camera senza riuscire a prendere sonno. Victor mi avrebbe davvero ucciso? Che cosa era diventato..

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Guardai l'ora: mezzanotte. Ed io ero ancora sveglia. Continuavo a pensare a tutto quello che era successo quel giorno, sembrava così irreale.
Stavo per addormentarmi, quando sentii dei rumori alla porta della camera. Andai ad aprire e mi trovai davanti un Victor ubriaco fradicio che non si reggeva neanche in piedi. Appoggiato allo stipite della porta, aveva un sorrisetto ebete dovuto al troppo alcol. Lo feci entrare e lui si stese subito sul letto.

«Ciao, Lacey.» disse con la faccia schiacciata contro il cuscino. Anche la sua voce era diversa, ma quanto aveva bevuto?

«Victor, stai bene?» lui scoppiò a ridere, ma aveva una risata strana, non allegra.

«Sì, sto benissimo. Mi sono solo offerto volontario per la mia morte.» corrugai la fronte e mi sedetti sul letto accanto a lui.

«Pensavo che l'avessi fatto perché convinto di vincere.. Victor, dimmi la verità.» sentivo che si stava arrabbiando, ma non mi importava. Se per farlo parlare doveva arrabbiarsi, allora va bene. 

«Vuoi la verità, Lacey? Vuoi davvero la verità? Io non so perché mi sono offerto, mi sono accorto solo dopo di quello che avevo fatto. Io non..» 

«Victor.. so che quella che dice queste cose è Jenna, ma.. andrà tutto bene.» lui mi sorrise amaramente, come se avessi detto un'assurdità.

«Non andrà tutto bene, Lacey. Niente va bene.»

«Victor, tu vincerai e tornerai a casa.» lui spostò lo sguardo verso la parete. «Anche se per farlo dovrai uccidermi..» continuai.

«Già, be'.. non credo che lo farò.» lo guardai interdetta, ma lui sorrise e si addormentò subito. Cosa voleva dire con quella frase? Doveva uccidermi se voleva vincere.
All'improvviso mi sentii stanchissima, così mi stesi accanto a lui e mi addormentai subito.

Il giorno dopo.

Quando mi svegliai Victor se n'era già andato. Ripensai al discorso di ieri, Victor era ubriaco e questo l'aveva reso sincero. 

Già, be'.. non credo che lo farò.

Quelle parole continuavano a ripetersi nella mia testa, non riuscivo a capirle. Prima voleva uccidermi, poi non più. Mi preparai e andai a fare colazione. Seduto al tavolo insieme a Mark c'era Victor, la cosa mi sorprese.
Appena mi vide Mark mi sorrise e mi invitò a sedermi.

«Allora, ragazzi, avete già in mente una strategia? Arriveremo a Capitol City molto presto.»

«In realtà.. io pensavo di puntare molto sugli sponsor e di imparare ad usare qualche arma in addestramento.  Puntavo soprattutto sulla mia mira, quindi direi arco e coltelli.»

«Bene, se vuoi puntare sugli sponsor devi essere perfetta. La bellezza ce l'hai già. » disse Mark sorridendomi. In quel momento Victor si strozzò con l'acqua e cominciò a tossire, così Mark rivolse l'attenzione su di lui.

«E tu?» Victor si strinse nelle spalle e spostò lo sguardo verso il pavimento.

«Non mi importa niente, so usare le armi e non conto sugli sponsor.» il sorriso di Mark si trasformò in un'espressione seria.

«Cerca di prendere sul serio queste cose, potresti morire.» a quel punto Victor si alzò da tavola e si chiuse nella sua stanza. Avrei voluto seguirlo ma ero seduta sul divanetto vicino a Mark e lui mi impediva di uscire. Così aspettai di finire la colazione, ascoltando distrattamente le chiacchiere del mio mentore. 

«Lacey, so a cosa stai pensando. Non preoccuparti per lui, lo conosco da tanto e non gli succederà niente.»

Anche io lo conosco da tanto, Mark. «Va bene.» dissi sorridendo. 

Alla fine si alzò e andò nella sua stanza, lasciandomi lì da sola. Andai da Victor ed entrai senza neanche bussare. Lui era sdraiato sul letto e fissava il soffitto in silenzio, quando entrai non si mosse, sapeva che ero io.

«Ehi..» cominciai. Non rispose. Mi avvicinai e mi stesi accanto a lui nella sua stessa posizione. 

«Victor..»

«Ti piace Mark?» disse lui. Spalancai gli occhi, questa non me l'aspettavo.

«Che cosa? No! Ma come ti viene in mente? Assolutamente no.» mi piaci tu..

«Be', tanto è sposato.»

«Victor, non mi piace Mark.» lui mi guardò per un attimo, poi tornò a fissare il soffitto. 

«Senti.. per la storia di ieri.. hai detto che non credi che mi ucciderai. Perché?»

«Perché è così.»

«Ma per vincere dovrai farlo.» lui rimase in silenzio per un po', poi rispose.

«Lacey, io..» aspettai che continuasse restando in silenzio. «Io non ho mai voluto vincere.» mi girai verso di lui, cercando di capire, cercando i suoi occhi. Anche lui si girò verso di me, ci guardammo e finalmente  capii. L'offrirsi volontario dopo aver sentito pronunciare il mio nome, l'incertezza e la paura nei suoi occhi sul palco, mi sono solo offerto volontario per la mia mortenon credo che lo farò.. 

«Victor, dimmi la verità. Tu ti sei offerto per me?» non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo, il che confermava la mia teoria. 

«Non posso crederci. L'hai fatto veramente. Ma perché? Non ti ho chiesto io di farlo.. non voglio che tu muoia per colpa mia..» il suo sguardo torno su di me, deciso.

«Lacey, piantala. E' stata una mia decisione, non è colpa tua.» questa volta fui io a distogliere lo sguardo.

«Ieri sembravi essertene pentito..»

«No, non mi sono pentito. Io ti proteggerò, Lacey, te lo prometto.» mi mise due dita sotto il mento facendomi alzare la testa per incontrare il suo sguardo. Non volevo, non volevo che si sacrificasse per me.

«Victor.. ci sarà un solo vincitore e.. non voglio che ti succeda niente. » lui sorrise, era così raro vederlo sorridere che quando lo faceva il mondo sembrava fermarsi ad ammirarlo. 

«Non preoccuparti per me, voglio solo che tu torni a casa.» lo guardai sconsolata, quando si metteva in testa qualcosa non potevi fargli cambiare idea. 

«Ma perché fai questo per me?» lui sorrise ancora, quanto era bello. 

«Lacey, basta. Non lascerò che ti facciano del male, discorso chiuso.» gli sorrisi anch'io, rinunciando ai tentativi di fargli cambiare idea, e gli poggiai una mano sulla guancia. Eravamo così vicini, lui continuava a sorridere, negli occhi una strana luce. Alla fine si avvicinò ancora di più, i nostri nasi si toccavano e sentivo il suo respiro. Avvicinai la mia bocca alla sua, aspettando che fosse lui a cancellare del tutto la distanza. Le nostre labbra si erano appena sfiorate, quando qualcuno bussò alla porta. Spalancammo gli occhi e mi tirai indietro imbarazzata, Victor andò ad aprire sbuffando. 

«Tutto a posto?»

«si, Mark, perdonami per prima.» Victor che chiedeva scusa, mai successo. 

«Tranquillo. Venite di là? Stanno per trasmettere le varie mietiture, conoscerete i vostri avversari.» Victor mi lanciò un'occhiata, non avevo nessuna voglia di conoscere le persone che avrebbero cercato di uccidermi.

«Arriviamo.» Mark se ne andò chiudendo la porta e Victor venne verso di me.

«Va tutto bene?» gli sorrisi indecisa.

«Non sono sicura di voler scoprire chi sarà con noi nell'arena..» lui si sedette accanto a me e mi circondò le spalle con un braccio. 

«Quando ho detto che ti avrei protetto, parlavo sul serio. Stai tranquilla.» appoggiai la testa sulla sua spalla annuendo e restammo così per qualche minuto. Fino all'altro giorno io e Victor ci salutavamo a malapena e ora.. be', un lato positivo c'è. Ad un certo punto lui si alzò.

«Forza, andiamo.»

Lo seguii e ci sedemmo sul divano insieme a Mark,davanti alla televisione che stava per trasmettere le mietiture. 

«Giusto in tempo.»

Sulla televisione comparvero due volti sconosciuti, i tributi del distretto 1.

«Questi sono i tributi del distretto 1:Zanark Avalonic e Meia. State molto attenti a loro, sono quelli più pericolosi.» guardai la faccia della ragazza dallo schermo, sembrava così dolce e indifesa..
«Alpha e Beta, distretto 2. Anche loro da tenere d'occhio.»
«Ryoma Nishiki e Jade Greene, distretto 3. E' stato estratto prima lui e poi lei si è offerta nonostante il ragazzo non volesse.» nello schermo i due ragazzi non smettevano di guardarsi, sembravano così innamorati..
All'improvviso comparve la mia faccia in televisione e rividi la mia reazione nel sentire la voce di Victor dal fondo della folla, l'aveva fatto per me. Mi girai verso di lui che mi sorrise, non avrebbe dovuto offrirsi.
«Lucian Dark e Rosie Redd, distretto 5.Arion Sherwind e Skie Blue, distretto 6. Dal distretto 7 in poi, quest'anno sono tutti maschi. Samguk Han e Jean-Pier
re Lapin, del 7. Michael Ballzack e Subaru Honda, distretto 8.Sam Shunsuke e Wanli ChangCheng, distretto 9, di loro potete fidarvi. Adé Kébé eEugene Peabody, distretto 10. Sol Daystar e Fey Rune, distretto 11.» 

«Sono così tanti..»

«Questi sono gli ultimi: Gabriel Garcia e Riccardo Di Rigo, distretto 12.» sentendo quel nome mi bloccai.

«Come? Riccardo Di Rigo? No, non può essere. Non può essere lui.»

 







 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
«Come, lo conosci?» chiese Victor. Mi girai verso di lui ancora sconvolta per il tributo del distretto 12.

«In realtà.. sì.»

«Come fai a conoscerlo?» sembrava irritato. 

«Be', l'ho conosciuto più o meno due anni fa al distretto 4 e ho passato molto tempo con lui, pensavo fosse del nostro stesso distretto, ma dopo un po' non si è fatto più vedere e adesso scopro che è del 12..»

«E come l'hai conosciuto?» era sempre più arrabbiato, ma non ne capivo il motivo.

«Me l'ha presentato Jenna, in un certo senso è stato il mio primo ragazzo.» sorrisi al suo ricordo, come potevo ucciderlo? In quel momento il treno si fermò, eravamo arrivati. Le porte si aprirono e Victor scese di corsa lasciandomi lì con Mark. Non ne potevo più dei suoi sbalzi d'umore. 
Raccolsi le mie cose e scesi dal treno.

«Dovrete partecipare alla presentazione dei tributi, sarete su un carro trainato da cavalli e poi stasera ci sarà lo show. Cerca di fare una buona impressione sugli sponsor, mi raccomando.» era tutto così complicato. Ora che eravamo a Capitol City sembrava tutto più reale, cominciavo a rendermi davvero conto di quello che stava per succedermi. 

Rividi Victor alla presentazione, dovevamo salire insieme sul carro. Sembrava non avere alcuna intenzione di rivolgermi la parola, stava attento a non guardarmi. 

«Senti.. cosa c'è? E' per la storia di Riccardo? Sono passati due anni, non l'ho mai rivisto..»

«Be', forse adesso sarà un colpo di fulmine. Così potrai farti proteggere da lui e io non ti avrò tra i piedi.» commentò acido. Sapevo che lo diceva solo per farmi male, ma ci era riuscito comunque.

«Hai ragione, meglio non avere un peso come me. Giusto?» il suo sguardo diventò triste.

«Lacey, io..» 

«Lo so.» non avevo più alcuna voglia di parlargli. Ci mettemmo in fila dietro agli altri carri aspettando di uscire.

«No, ascolta. Non intendevo dire quello che ho detto, non sei un peso. E' che.. be', ero un po' geloso.» lo guardai e sorrisi, lui mi prese la mano. 

Finita la presentazione andammo nella nostra stanza, era grande. 
«Io vado a fare un giro» e così mi incamminai. Girato l'angolo, andai a sbattere contro qualcuno. 

«Ragazzina, stai attenta.» alzai lo sguardo e mi trovai davanti una ragazza più o meno della mia età.

«Scusami. Io sono Lacey.» 

«Beta. Ora scusa, ma ho di meglio da fare.» proprio simpatica. La ragazza se ne andò e Victor mi raggiunse. 
«Ehi, facciamo un giro insieme?»

«Certo.» così ci incamminammo insieme, ogni tanto incontravamo qualche tributo ma nessuno mi sembrava particolarmente interessante. Finché..

«Lacey?» sentii Victor irrigidirsi vicino a me e sorrisi.

«Ciao, Riccardo.» il ragazzo inaspettatamente mi strinse in un abbraccio quasi soffocante.

«Da quanto tempo! Ma cosa ci fai qui?» così dicendo mi lasciò e Victor fece un passo avanti.

«Mi sembra abbastanza evidente, non hai visto le mietiture?» il suo sguardo divenne triste non appena capì.

«Oh.. be', buona fortuna allora.» disse tornando a sorridere, poi se ne andò. Mi girai verso Victor.

«Sarà uno dei primi che ucciderò.» lo guardai confusa e poggiai una mano sul suo pugno chiuso.

«No, Riccardo non è una minaccia. Non voglio che tu lo uccida, per favore.» lui acconsentì e tornammo in camera per prepararci allo show di quella sera. 

---

Eravamo dietro le quinte dello show e aspettavamo il nostro turno, per primo andò Victor.

«Allora, perché ti sei offerto? Forse per proteggere la tua ragazza?» disse il presentatore facendogli l'occhiolino, Victor non si scompose.

«Mi sono offerto perché so di poter vincere.» il presentatore sembrò deluso.

«Oh, quindi non l'hai fatto per lei? Eppure sembravate molto legati alla presentazione, mano nella mano.» lo vidi arrossire e sorrisi divertita. 
La mia intervista fu breve e veloce, nel complesso andò tutto bene. Tornammo in camera e Mark ci fece le congratulazioni, accendemmo la televisione per assistere alle presentazioni degli altri partecipanti. Quando toccò a Riccardo, Victor mi si avvicinò con fare possessivo. 

«Allora, Riccardo, hai conosciuto qualcuno dei tributi?»

«In realtà conoscevo già una persona..» quando il presentatore gli chiese di chi si trattasse, non esitò a rispondere. «Lacey, Lacey Anderson.» Victor mi cinse le spalle con un braccio, irritato da quella confessione.

«E come fai a conoscerla?»

«Lei era la mia ragazza, eravamo molto uniti.» il presentatore a quel punto cambiò argomento e Mark spense la televisione notando il nervosismo di Victor. In realtà anche io ero alquanto scocciata, perché l'aveva detto?

«Calmatevi, l'ha fatto solo per gli sponsor. E se tu, Victor, avessi ammesso che ti eri offerto per lei, ora i vostri sponsor sarebbero milioni e la gente continuerebbe a parlare di questa specie di triangolo amoroso.» triangolo amoroso?
Era tardi ed ero molto stanca, mi liberai da Victor e andai a dormire. Era tutto così complicato.
Dopo un po', Victor bussò alla porta ed entrò.

«Tutto a posto?»

«Sì, sono solo stanca.» senza più parlare si sdraiò accanto a me e mi abbracciò da dietro. Ci addormentammo così, entrambi stanchi e provati da tutto.

Quando mi svegliai, Victor era ancora accanto a me. Mi girai verso di lui e lo trovai con gli occhi aperti, gli sorrisi.
«Ciao.» gli dissi, ancora assonnata. Lui mi sorrise e restammo a guardarci in silenzio per un po'.

«Per la storia di Riccardo.. lasciamolo perdere, sono anni che non lo vedo e non voglio tornare con lui. Solo, per favore, non fargli del male.» lui annuì e così mi rilassai. Mi circondò con le braccia, attirandomi a sé.

«Va bene.» disse sfiorando il mio naso con il suo. Eravamo ancora così vicini, come sul treno, e forse questa volta nessuno ci avrebbe interrotti. Socchiusi gli occhi aspettando che mi baciasse e così fece: mi baciò, per la prima volta da quando ci conoscevamo, e fu bellissimo. Restammo abbracciati ancora per qualche minuto, poi lui si alzò e io feci lo stesso. Quel giorno avremmo cominciato il programma di addestramento e poi ci sarebbe stato l'esame finale. Indossai qualcosa di comodo, feci colazione e poi andai nella sala dove si sarebbe svolto tutto. Lì c'erano tutti i tributi, mi osservavano come se fossi la più facile da eliminare, e in effetti era proprio così. Victor comparve di fianco a me e tutti distolsero lo sguardo: lui non appariva fragile come me, lui era forte, vicino a lui mi sentivo sicura. 
Seguii Victor alla postazione del tiro con l'arco. Lui fece qualche tiro e c'entrò subito il bersaglio, poi me lo porse. Al corso che avevo fatto ero brava a tirare, ma qui mi stavano osservando tutti. Victor mi appoggiò le mani suoi fianchi e mi sussurrò nell'orecchio:

«So che ne sei capace, fai finta di essere da sola.» gli sorrisi e mi preparai a tirare mentre lui si allontanava un po'. Esclusi il resto del mondo dalla mia mente, presi la mira e tirai. Centro. Victor sorrise e mi si avvicinò, mi prese l'arco dalle mani appoggiandolo e poi inaspettatamente mi baciò. Sentivo gli occhi di tutti su di noi, ma a lui sembrava non importare. 
Passammo un po' di tempo ad allenarci, con Victor che si comportava come se fossimo una vera e propria coppia. Migliorai la mia mira, scoprii di essere brava con l'arco e non sbagliavo mai con i coltelli. Imparai anche a costruire trappole, migliorai le mie conoscenze riguardo i cibi commestibili e passai del tempo con i tributi. Alcuni di loro erano molto simpatici, Jade e Ryoma insistevano per stringere un'alleanza con noi e alla fine accettammo. Il comportamento di Victor, però, mi sembrava troppo strano. In un momento di pausa, lo presi per mano e lo allontanai dal gruppo.

«Si può sapere cosa stai facendo?»

«Mark ha detto che dobbiamo sembrare innamorati, trasmetteranno i video dell'addestramento oggi e vedranno che stiamo insieme.» quindi era tutta finzione. Mi sentii un po' delusa, ma non ci diedi troppo peso.
Più tardi Mark ci venne a chiamare per l'esame finale. 
Io ottenni un bel 10 e Victor un 11. Non sentii i voti degli altri, ma i nostri andavano benissimo. Andammo a dormire presto, il giorno dopo saremmo finalmente entrati nell'arena ed io ero abbastanza agitata. 
Mi stesi accanto a Victor, anche lui sembrava agitato.

«Senti, il tuo comportamento di oggi.. era tutto finto?» lui mi sorrise.

«No, Lacey. Nel caso non l'avessi ancora capito, tu mi piaci.» arrossii e lo baciai.

«Ho paura, Victor.. come finirà questa storia?» lui mi abbracciò. 

«Andrà tutto bene, stai tranquilla. Io resterò sempre con te, sempre.»

«E se tu.. insomma, se ti succedesse qualcosa?» sorrise.

«Non mi succederà niente, ti proteggerò fino alla fine.» lo baciai e poi mi addormentai. Quella notte feci un incubo:

 
mi svegliai in mezzo alla foresta, senza capire dove fossi. Sentii qualcuno parlare in lontananza, corsi in quella direzione. Vidi me stessa dietro a Victor che cercava di proteggermi da qualcuno... mi avvicinai per capire chi fosse quel qualcuno e lo vidi in faccia. O meglio, la vidi. Era Meia, stava in piedi di fronte a noi con un arco puntato e piangeva. Stava dicendo qualcosa, ma non riuscivo a capire. Victor mi spinse ancora di più dietro di lui e, proprio in quel momento, la freccia partì.




 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Aprii gli occhi di scatto, ero senza fiato. Quel sogno sembrava così reale.. mi girai verso Victor, stava dormendo tranquillamente accanto a me, era vivo. Sembrava così sereno, come se non rischiasse di morire. Cominciai a fissare il soffitto, pensando. Presto gli Hunger Games sarebbero cominciati e ci saremmo trovati in un'arena senza vie d'uscita con gli altri tributi pronti ad ucciderci. Ero troppo irrequieta per riuscire a dormire, così mi alzai e andai a fare una passeggiata per l'edificio. Cominciai a pensare a Riccardo, non riuscivo a spiegarmi cosa ci facesse un ragazzo del distretto 12 al distretto 4. Senza neanche accorgermene finii davanti alla porta della sua camera e decisi di bussare. Mi aprì subito, neanche lui riusciva a dormire. Mi invitò ad entrare e mi sedetti sul divano al centro della stanza.

«Lacey, come mai qui?» 

«Devi spiegarmi un paio di cose, Riccardo.» lui si sedette accanto a me annuendo.

«Sì, hai ragione. Chiedimi tutto quello che vuoi.» ci avremmo messo un po'.

«Perché mi hai fatto credere che fossi del distretto 4?»

«In realtà.. io ci venivo solo per te. Solo la prima volta sono venuto per un altro motivo, ma poi non sarei più dovuto tornarci.»

«E perché non me l'hai detto? Insomma, io non sono mai riuscita a capire perché hai smesso di venire da me così all'improvviso.»

«Non potevo, Lacey, non volevo metterti in pericolo.»

«Ma che succede, Riccardo? Perché mi avresti messo in pericolo? Cosa sei venuto a fare nel distretto 4?»

«Lacey.. io sono a capo della rivoluzione. Sono venuto nel tuo distretto per diffonderla, ma poi ti ho conosciuto e..»

«E cosa?»

«Mi sono innamorato di te. Credimi, lasciarti è stato difficile, ma volevo che fossi al sicuro. E quando ti ho visto con quel ragazzo, oggi, io..» si fermò un attimo, ero sconvolta. «Credo di provare ancora qualcosa per te, Lacey.»lo guardai senza sapere cosa dire, neanche a me era completamente passata la cotta per lui, ma Victor.. 

«So che non ti sono indifferente, Lacey, ti prego.» mi prese le mani. 

«Riccardo, io.. non ho ancora finito con le domande, devi ancora spiegarmi alcune cose.» dissi ricomponendomi.

«Per esempio, perché sei qui come tributo? Ti sei offerto?»

«Sì, durante questa edizione faremo la rivoluzione. Ma quando prima ho scoperto che c'eri anche tu.. Lacey, devi stare molto attenta. Ci sono alcune cose che non sai e-»

«Be', allora spiegamele. Sono stufa di tutti questi segreti, Riccardo.» lui annuì.

«Non so bene cos'hanno intenzione di fare durante i giochi, ma devi sapere che ci sono molte persone stanche della tirannia di Capitol City e ci aiuteranno. In questa edizione non ci sarà nessun vincitore, devi solo riuscire a sopravvivere finché non sarà tutto pronto. Ti proteggerò, non ti succederà niente. » oh, bene, un altro.. gli sorrisi.

«Senti, Riccardo, io ho Victor adesso e.. lui mi starà vicino.»

«Non mi piace quel ragazzo.»

«Non deve piacere a te, deve piacere a me.» lui sorrise.

«Vedo che il tuo carattere non è cambiato, bella Lacey.» gli sorrisi e lui mi venne vicino, troppo vicino. Non sapevo cosa fare, Riccardo era bello e aveva occupato una parte importante nella mia vita, ma adesso io..

«No, Riccardo, io vado. Scusa il disturbo.» lo allontanai e mi incamminai verso la porta.

«Lo so, Lacey, lo so che se non ci fosse Victor mi avresti già baciato.» mi girai verso di lui prima di uscire.

«Forse, Riccardo, forse. Ma lui c'è e non voglio fargli del male.» dopodiché chiusi la porta e me ne andai. 
Camminai ancora un po' per rimettere insieme i pensieri e poi tornai da Victor. Lui era seduto sul letto, sveglio, e mi aspettava arrabbiato. 

«Dove sei stata?» mi disse irritato appena mi vide. Mi avvicinai ma lui si alzò e andò verso la finestra, che aveva?

«Sei andata da quel Riccardo, vero?» 

«Sì, ma non per quello che-» 

«Sta' zitta! Vado a dormire sul divano.» detto ciò prese un cuscino e si incamminò verso il divano, lo seguii.

«No, Victor, aspetta. Non è successo niente, volevo solo chiedergli alcune cose.»

«Alle due di notte, Lacey? Davvero?»

«Non riuscivo a dormire.. gli ho solo chiesto perché mi aveva mentito sul distretto in cui abitava.. ti prego.» sembrò calmarsi un po' e decisi di avvicinarmi, non si mosse.

«E cosa ti ha detto?» che mi ama ancora.

«E' a capo della rivoluzione, in questa edizione faranno qualcosa, ma non mi ha detto cosa.» lui mi guardò, la bocca chiusa in una linea dura. 

«Nient'altro?» non sapevo se dirglielo o no, non volevo creare altri problemi tra noi, ma se non l'avessi fatto..

«Be', ha detto che mi ama ancora e..» non la prese per niente bene.

«E cosa, Lacey? L'hai baciato?» scossi la testa.

«Però ci ha provato.» non risposi e lui capì, strinse i pugni. «Quel.. finirà male, molto male.» mi avvicinai, prendendogli le mani e sporgendomi per sussurrargli all'orecchio.

«Calmati, ti prego. Non è successo niente.» cercai di sorridergli e lui si rilassò, eravamo stanchi entrambi. 

«Torniamo a dormire, sono così stanca.» lui mi guardò diffidente. «Non andrò in giro, resterò lì con te, avanti.» lo rassicurai sorridendo. Andammo a dormire ed entrambi ci addormentammo subito, eravamo davvero sfiniti.

Il giorno dopo.

Mi svegliai agitata, era il grande giorno. Victor dormiva ancora e mi concessi qualche minuto per osservarlo. Chissà come sarebbe andata a finire, chissà se il mio sogno si sarebbe avverato o se ci saremmo salvati entrambi.
Gli accarezzai una guancia e lui aprì piano gli occhi, la sua bocca che si allargò in un sorriso. 

«Pronta?» mi chiese ancora addormentato.

«Solo se resterai con me.» divenne improvvisamente serio.

«Te lo prometto, Lacey.» gli sorrisi e ci alzammo. Non facevo altro che pensare all'arena, a quello che sarebbe successo, avevo così tanta paura. 
Più tardi arrivò Mark per dirci che era arrivato il momento. Guardai Victor.

«Andiamo.» disse lui e si alzò, io lo seguii.

Ci separammo per entrare nella nostra capsula, mentre mi dirigevo verso la mia incontrai lo sguardo di Riccardo che mi sorrideva. 
Entrai nella capsula aspettando di entrare nell'arena. Quando si azionò, per poco non mi scappò un urlo. Mi ritrovai su una piccola piattaforma che non permetteva alcun movimento. Sapevo che se fossi scesa da lì prima della fine del conto alla rovescia, sarei saltata in aria. Cercai Victor con gli occhi, ma non lo trovai. Ironia della sorte, di fianco a me c'era proprio Riccardo.

«Ehi, Lacey, buona fortuna!» disse sorridendomi, cercai di ricambiare il sorriso nonostante l'ansia. Mi guardai intorno cercando Jade o Ryoma e riuscii a scorgere la ragazza: non era tanto lontana da me e si stava sbracciando per farsi notare. Quando si accorse che la stavo fissando, mi sorrise e indicò un punto alla sua destra, seguii il suo dito e incontrai lo sguardo di Victor. Victor..
Ricordai quando lui mi aveva detto di scappare via all'inizio dei giochi e di non azzardarmi ad andare verso la cornucopia, ma dando un'occhiata ai pochi zaini che c'erano nei paraggi, non saremmo mai sopravvissuti. Avevo ancora un po' di tempo per pensare a una strategia: vedevo già una fila di coltelli accanto ad un arco e a delle frecce, tutto quello di cui avevo bisogno. Non ci sarei mai arrivata solo correndo, mi avrebbero uccisa subito, ma accanto ai miei piedi notai una fionda e di sassi in giro ce n'erano in abbondanza. Avevo un piano.
Victor aveva capito e continuava a scuotere la testa, sapevo che si sarebbe arrabbiato ma volevo quelle armi. 
A quanto pare anche altri le volevano, perché, quando il tempo finì e io mi abbassai per prendere la fionda, altre tre persone stavano correndo per prenderle. Raccolsi più sassi possibili e cominciai a correre insieme a loro prendendo la mira e tirando i sassi con la fionda. Di certo non sarei mai riuscita ad ucciderli così, ma almeno li stordivo il tempo necessario per afferrare il mio bottino. Riuscii a mettere le mani su tutto quello che mi serviva, ma mentre ero girata qualcuno aveva messo le mani anche su di me. Mi girai pronta a colpirlo con un coltello, ma era Riccardo. Non sapevo se considerarlo un alleato o un nemico, così mi liberai dalla sua stretta e scappai via con le mie armi. 
Cercai Victor, Jade o Ryoma ma non li trovai, erano andati senza di me? Ormai alla cornucopia c'era solo Riccardo, ma piuttosto sarei andata da sola. Così mi inoltrai nel bosco, pensando a Victor e a come erano durate poco le sue promesse. Giusto il tempo di entrare nell'arena. Ero ancora immersa nei miei pensieri, quando qualcuno lanciò un coltello che mi sfiorò il viso e si conficcò nell'albero vicino a me. Mi girai di scatto afferrando a mio volta un coltello, pronta a difendermi, ma comparve Victor.

«Sei impazzito? Avresti potuto colpirmi!» lui sorrise.

«Oh, avanti Lacey, sei ancora tutta intera mi pare.» 

«Idiota.» ricominciai a camminare più velocemente con lui che mi seguiva, non riuscii a trattenere un sorriso, non mi aveva abbandonato. 

«Ma Jade e Ryoma?» 

«Ci raggiungono.» non ne ero del tutto sicura, ma non obbiettai.
Mi bloccai sentendo dei movimenti vicino a noi.

«Sai salire sugli alberi?» gli chiesi in ansia.

«Ehm.. credo di si, ma..» non lo lasciai finire, corsi verso un albero abbastanza grande per tutti e due e gli feci segno di seguirmi. Mi arrampicai in fretta e lo aiutai a fare lo stesso. Ci sedemmo su un ramo che riusciva a sopportare il nostro peso e ci nascondemmo grazie alle foglie. I rumori si facevano sempre più vicini, sembrava che due persone stessero litigando.

«Ryoma, sei un idiota, te l'ho detto che non erano qui!»

«Sta' zitta Jade, certo che sono qui.» uscii dal mio nascondiglio e saltai giù dall'albero seguita da Victor.

«Ehi, ragazzi» li salutai sorridendo. 
Era ormai sera, così decidemmo di accamparci da qualche parte. Trovammo una grotta nascosta e ci sistemammo lì. Ryoma si era procurato due sacchi a pelo, così decidemmo di dormirci dentro in due. Riuscimmo ad accendere il fuoco con un accendino che avevamo trovato e a fare in modo che non si vedesse dall'esterno. 

«Allora, Victor, perché ti sei offerto per questi giochi?» chiese Ryoma in un attimo di tranquillità. 

«In realtà, l'ho fatto per Lacey..» disse sorridendomi. 

«Lo sapevo! Eppure allo show negavi!» saltò su Jade, io scoppiai a ridere.

«Zitta, Jade, ci farai uccidere.» lei si ricompose subito. 

«E tu? Ti sei offerta per lui?» le chiesi sorridendo, lei guardò Ryoma e annuì.

«Questa scema, non avrebbe dovuto farlo.» disse lui.

«Non potevo sopportare l'idea che rischiassi la morte, qui, da solo..» 

«E così ora siamo in due a rischiare.» lei abbassò lo sguardo e non rispose. 

«Ehi, a pensarci bene io non ho sentito nessun canno-» lo sparo di un cannone non mi lasciò finire la frase, mi morsi il labbro. «Ops.» 
Poco più tardi venne proiettata l'immagine di Sam Shunsuke in cielo, rimasi in silenzio. Al suo posto ci sarebbe potuto essere chiunque, persino io.  Jade e Ryoma si erano già addormentati, stretti nel sacco a pelo. Guardai Victor, era stanco anche lui.

«Dormiamo?» gli chiesi sorridendo, lui annuì e ci infilammo nel sacco a pelo. Era davvero piccolo e dovevamo stringerci. «Sei stata bravissima oggi, davvero. Sembri quasi nata per queste cose.» gli sorrisi.

«Vorrà dire che sarò io a proteggere te.» lui sorrise divertito e mi baciò.

«Ora chiudi gli occhi, piccola Lacey.» gli diedi un ultimo bacio e mi addormentai con lui. Eravamo sopravvissuti alla prima giornata nell'arena.



 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




La mattina dopo mi svegliai molto presto, per colpa di alcuni strani rumori. Mi alzai cercando di non svegliare Victor e uscii fuori per capire l'origine di quel chiasso. 

«No, ti prego, aspetta!» sentii qualcuno gridare e corsi seguendo quella voce. Quando la raggiunsi, mi pietrificai restando a bocca aperta. Adé urlava e si dimenava contro un albero, mentre Wanli lo teneva fermo con un'espressione assassina sul volto. 

«Tu, tu hai ucciso Sam! Ora io non avrò pietà.» disse Wanli, Sam era del suo distretto e ovviamente si conoscevano. Chissà cosa farebbe Victor al suo posto.
Mark ci aveva detto che potevamo fidarci di lui e di Sam, ma uno era morto e l'altro era psicologicamente instabile, a quanto pare. Molto bene, Lacey, molto bene.
Continuai a stare ferma, indecisa sul da farsi. Aiutare Adé cercando di far ragionare Wanli o assistere alla morte del ragazzo da parte del gigante? Non mi sembrava giusto stare a guardare, ma vedevo negli occhi di Wanli una scintilla di dolore mista a desiderio di vendetta e sapevo che non ci avrebbe pensato due volte a uccidere entrambi. 

«No, io non ho ucciso nessuno! Ti prego, Wanli, io non ho fatto niente!» Adé urlava disperato, sapendo che l'omone non si sarebbe fermato davanti a nulla. Senza neanche accorgermene, mossi qualche passo rendendomi perfettamente visibile a entrambi.

«E tu che vuoi?» Adé mi lanciò uno sguardo carico di aspettativa, sperava che lo aiutassi.

«Ascolta, non so chi ha ucciso Sam, ma uccidere Adé non lo riporterà indietro. So che è davvero difficile, ma magari lui non c'entra niente.» dissi indicando Adé che annuì in fretta, terrorizzato. Wanli allentò un po' la presa, senza mollarlo, riflettendo sulle mie parole.

«Lo so, ma era l'unico nei paraggi quando ho sentito il cannone. Sam.. mi manca.» tentai di sorridergli, mi dispiaceva così tanto.

«Immagino, ma non ti servirà prendertela con lui. Sono sicura che Adé sia innocente.» Wanli guardò il ragazzo aspettando una conferma, che non arrivò mai. 

«Ecco, in realtà..» spalancai gli occhi sorpresa e il gigante strinse più forte il collo di Adé. «F-fermo! Posso spiegare!» Wanli mollò la presa quanto bastava per farlo respirare, ma non allontanò mai la mano. 

«Be'.. io stavo cercando di costruirmi una canna da pesca decente, quando lui mi è spuntato alle spalle. Mi sono spaventato, aveva un coltello e lo agitava in modo strano, così l'ho colpito. Solo dopo ho capito che stava semplicemente cercando di tagliare dei rami che lo intralciavano. Mi dispiace, veramente.. non volevo.» il ragazzo cominciò a piangere e il suo aggressore insieme a lui. Tirai un sospiro di sollievo, pensando che il peggio fosse passato, e mi avvicinai abbracciando Wanli. 

«Piccolo Sam..» continuava a ripetere tra i singhiozzi. Era tutto così triste. Cominciai ad accarezzargli la schiena, cercando di tranquillizzarlo. Non mi accorsi che Adé si era alzato e stava andando via cercando di non farsi sentire. Un movimento, un urlo, una sensazione orribile. 
Mi sciolsi da Wanli tenendomi il fianco e, quando tolsi la mano, ci trovai del sangue. Sbiancai e guardai l'omone che sorrideva trionfante, non capivo. 

«Lacey!» sentii qualcuno gridare. Mi girai verso quella voce, ma non riuscivo a vedere niente oltre al corpo senza vita di Adé non tanto distante da me, era morto davvero. Sentii delle lacrime solleticarmi le guance e appannarmi ancora di più la vista, poi il dolore al fianco diventò insopportabile e non riuscii più a reggermi in piedi. 

«Lacey! Wanli, se lei muore, tu muori con lei.» fu l'ultima cosa che sentii prima di perdere del tutto i sensi. 

___

Quando mi svegliai, trovai Victor accanto a me. 

«Sei sveglia» mi disse sorridendo. Gli sorrisi anche io.

«Che è successo? Quanto ho dormito?» i suoi occhi si incupirono.

«Due giorni, Lacey. E Wanli ti ha ferito mentre cercava di uccidere Adé.» l'immagine del corpo di quel ragazzo mi tornò alla mente come un pugno nello stomaco. Era morto. Era morto davanti a me. 

«Chi altri è morto in questi giorni?» quando Victor distolse lo sguardo, un pensiero orribile mi attraversò la mente.

«Non l'hai fatto. Vero?» lo guardai arrabbiata.

«Se ti riferisci a Wanli, no. Ma lo farò presto, Lacey.» sospirai sollevata.

«No, non lo farai. Ti prego, non uccidere nessuno se non sei obbligato. Io.. non voglio che ti sporchi le mani per me.» lui annuì. Notai che faticava a tenere gli occhi aperti e sorrisi.

«Hai dormito in questi giorni?» lui si strinse nelle spalle senza guardarmi.

«Dovevo occuparmi di te. »mormorò imbarazzato. Gli feci spazio vicino a me.

«Vieni qui.» 

Si avvicinò e si stese accanto a me. Lo abbracciai e restammo così per un po'.

«Ti fa male il fianco?» mi chiese a un certo punto.

«No, tranquillo.»

Ci addormentammo subito e mi chiesi distrattamente dove fossero finiti Jade e Ryoma. 

Quando mi svegliai, Victor stava ancora dormendo profondamente. Sapevo che in questi giorni si era stancato molto, così lo lasciai dormire e decisi di restare al suo fianco per non farlo preoccupare. Mi toccai la ferita, era ben fasciata e non faceva più male. 
Mi guardai intorno, pensando ancora ai nostri due compagni. Il loro sacco a pelo era intatto e di loro non c'era traccia. Victor si mosse accanto a me, aprendo gli occhi. Mi sorrise e ricambiai.

«Ehi, sai dove sono Jade e Ryoma?» si rabbuiò all'istante. 

«Mentre dormivi, hanno ucciso Rosie. Jade e Ryoma la conoscevano e non l'hanno presa molto bene.»

«Oh.. è morto qualcun altro?» finalmente tornò a guardarmi.

«Si, ieri hanno ucciso Lucian Dark mentre cercava di vendicare Rosie, povero ragazzo.» rabbrividii e mi strinsi a Victor, dove eravamo finiti.

«Chi è stato?»

«Quelli del distretto 1. Credo che Meia abbia ucciso Rosie e poi Zanark l'abbia difesa da Lucian, uccidendolo.» Meia..

«Che c'è?» mi chiese Victor, notando la mia espressione.

«Quella Meia, la conosci?» lui sorrise.

«Si è comportata bene con me, quando tu eri incosciente mi ha aiutato molto.» lo guardai interdetta. «Sì, Lacey, so che dopo quello che ha fatto sembra difficile da credere, ma a me è sembrata una ragazza molto dolce.» decisi che quella ragazza non mi piaceva, per niente. 
Avevo bisogno di fare una passeggiata, così mi alzai e mi incamminai fuori. 

«Ehi, aspetta!» lo ignorai e continuai a camminare, finché una freccia non mi sfiorò il naso. Mi avrebbe centrato in pieno se Victor non mi avesse afferrato per un braccio e spinto contro il suo petto. 

«Tu, Lacey Anderson, sei morta!» era Eugene, stava piangendo. «Non avresti dovuto uccidere Adé, me la pagherai cara.» l'immagine di quel corpo mi tornò in mente ancora.

«Io non ho fatto niente, basta con questa vendetta! Siete solo degli idioti, basta!» scoppiai a piangere dalla disperazione, non ne potevo più. Gente che si uccideva da una parte, gente che cercava vendetta dall'altra. Benvenuta negli Hunger Games, piccola Lacey. 
Eugene si preparò a colpirmi con un'altra freccia, ma qualcuno dietro di lui fu più veloce e il ragazzo cadde a terra. Un altra morte, un altro corpo, altro sangue. Sentivo di essere al limite. Victor mi abbracciò e mi portò nella grotta. 

«Non ce la faccio, Victor.» lui mi asciugò le lacrime con le dita.

«Lo capisco, Lacey, ma andrà davvero tutto bene.»

«Devo parlare con Riccardo, facciamo questa rivoluzione.» Victor mi guardò, non era d'accordo. 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6.


Il giorno dopo mi svegliai sicura di andare a cercare Riccardo. Ero stanca di tutte queste morti, volevo aiutarlo. Poi un dubbio mi assalì.

«Victor, ma chi ha ucciso Eugene ieri?» lui si girò verso di me e poi distolse subito lo sguardo.

«Ecco..»

«Dimmelo.»

«E' stato Riccardo.» lui..

E cosi era stato lui a salvarmi la vita? Ti proteggerò, non ti succederà niente. Così aveva detto, ma non avrei pensato che fosse stato lui a ucciderlo. A quel punto dovevo assolutamente trovarlo, con o senza Victor. Sentimmo delle urla e ci alzammo subito. Ryoma entrò correndo nella grotta chiedendo aiuto, piangeva e respirava a fatica. Mi allarmai all'istante.

«Venite, vi prego. Oddio, venite. Aiuto!» faceva fatica a parlare, prendendo respiri profondo dopo ogni parola. Lo seguimmo fuori correndo e ci portò in una radura dove gli alberi erano quasi assenti. Lì, steso immobile, c'era il corpo di qualcuno. Era un po' nascosto da un cespuglio, ma quando ci avvicinammo riconobbi i capelli lunghi e il viso di Jade. Mi portai una mano alla bocca, sconvolta.

«E' ancora viva. Vi prego, aiutateci.» disse Ryoma lasciandosi cadere in ginocchio di fianco a lei. Jade aveva una lieve ferita alla testa e perdeva sangue da un fianco, sembrava arrivata la sua fine. Guardai Victor, che scosse la testa, la pensava come me. Ma Ryoma ci guardava con quella speranza negli occhi.. 
Mi inginocchiai vicino a lui e rispolverai tutti i vecchi insegnamenti di mia madre: lei andava sempre a cercare delle erbe per curare alcuni mali e mi aveva insegnato qualcosa. 
Mandai i ragazzi a cercarmi alcune erbe e mi concentrai su Jade. Respirava a malapena, ma si sforzava di parlare.

«Lacey.. » le sorrisi, cercando di farla stare in silenzio. In quel momento, guardandola negli occhi, riuscii a entrare nei suoi pensieri. Si era convinta che stava morendo e l'aveva accettato, ora sperava che anche Ryoma lo facesse. Cercai in qualche modo di tamponarle la ferita e ci riuscii, ma mi servivano quelle erbe. Aspettai i ragazzi stringendo la mano a Jade. 

«Eccoci!» disse Ryoma correndo verso di noi e passandomi le erbe. Mi misi al lavoro. 

«Sono riuscita a fermare il sangue, ma ne aveva già perso molto. Senza trasfusioni, non può farcela.» il ragazzo mi guardò sconsolato, poi concentrò le sue attenzioni su Jade. Decisi di lasciarli da soli. 

«Ryoma.. io ti amo..» la sentii dire con un filo di voce. Sentii il ragazzo tirare su col naso, stava piangendo.

«Anche io, amore, anche io.» lei gli sorrise e poi chiuse gli occhi. Ryoma si girò verso di noi allarmato.

«E' morta?» mi chiese con il panico nella voce, scossi piano la testa e si rilassò un po'.

«No, ma lo sarà presto se non esce di qui.» lui abbassò lo sguardo e lo spostò sulla sua ragazza, poi si allontanò da lei e venne ad abbracciarmi. 

«Grazie per averci provato, Lacey. Sei stata veramente di aiuto.» mi disse tra le lacrime, facendo piangere anche me. Victor ci guardava da lontano, ma sapevo che anche lui stava male. 
Sentimmo un rumore di elicottero sopra di noi e alzammo di scatto la testa. Il corpo di Jade fu preso e portato via, ma non si era sentito nessun cannone.

«Ma non è morta.. Ehi!» disse il ragazzo cercando di inseguire l'elicottero. 

«Ryoma, la stanno salvando! Vieni qui!» gli urlai dietro. Lui si fermò di colpo, si girò verso di me e un sorriso enorme gli si dipinse lentamente sul volto. Corse verso di me e mi saltò addosso, rischiando di farmi cadere.

«Lacey, oddio, l'hai salvata! Grazie mille, ti sono debitore.» gli sorrisi felice. 

E così, Jade era riuscita a salvarsi dall'arena, anche se non ne era uscita in buono stato. La sera, mentre mangiavamo alla luce del fuoco, parlammo di lei.

«Da un lato, è stato meglio così. Assurdo, ma dovrei ringraziare Meia per averla colpita. Senza volerlo, le ha salvato la vita.» mi bloccai di colpo. 

«Hai detto Meia?» lui annuì serio.

«Sì, a quanto pare sta cercando di sterminarci tutti. Non si ferma davanti a nessuno.» rabbrividii ripensando al sogno, ci avrebbe uccisi tutti. 
Più tardi, quando ormai stavo per chiudere gli occhi, mi ricordai di Riccardo. Con tutto quello che era successo, non ero andata a cercarlo. 

Il giorno dopo.

Mi svegliai prima di tutti e uscii fuori, ero veramente di cattivo umore. Avevo sognato di nuovo Meia, questa volta stava cercando di uccidere Jade. Volevo porre fine a questa catena di morti che pareva infinita, così mi mossi per la foresta cercando il capo della rivoluzione. Mi bloccai di colpo sentendo delle voci, stavano litigando. Non riuscii a riconoscerle, così mi avvicinai stando ben nascosta.

«Alpha, oggi non è giornata! Stammi lontano o ti ucciderò con le mie mani.» era Meia.

«Oh, avanti Meia, solo un bacetto. Beta non scoprirà niente.» disse lui avvicinandosi a lei decisamente oltre i limiti consentiti. Lei lo spinse via con forza, chiaramente arrabbiata.

«Avvicinati un'altra volta e ti farò assaggiare il mio nuovo coltello. L'ho rubato a quella ragazza, Jade, sembra molto affilato.» il ragazzo non si lasciò intimorire e si avvicinò ancora di più a lei, allungando anche le mani. La ragazza perse le staffe e lo spinse ancora più forte, facendolo finire contro un albero. Ancora insoddisfatta, gli si avvicinò e gli aprì un taglio lungo la gola. Per tutto il tempo, il ragazzo si limitò a spalancare gli occhi, completamente preso alla sprovvista. Dopodiché, il cannone.

«Ti ho sempre odiato.» disse, pulendo l'arma del delitto, poi se ne andò via sorridendo. 

E così, quella era Meia.

Dopo essermi ripresa, tornai a cercare Riccardo. Sentii dei passi dietro di me e mi misi in allerta, ma continuai a camminare facendo finta di niente. Erano i passi di una ragazza, sicuramente. Poteva trattarsi di Meia, magari mi aveva sentito mentre uccideva Alpha. 

«Ti ho in pugno!» disse la ragazza scagliandosi contro di me con il coltello in mano. Mi mossi velocemente e salii su un albero come un fulmine, poi guardai giù. Non era Meia, era Beta.

«Vieni giù, stronza! Devo uccidere qualcuno, strappare via a qualcuno l'amore della sua vita come Meia ha fatto con me.» sorrisi.

«Io non sono l'amore di nessuno!» le urlai.

«Non si direbbe proprio, Meia è così gelosa di te..» la guardai interdetta, che si riferisse a Victor? Giocai d'astuzia.

«Be', in quel caso, uccidendomi le faresti solo un favore.» lei ci pensò su, poi annuì sbuffando.

«Hai ragione, meglio uccidere il ragazzo di cui si è innamorata.» il nome di una persona molto importante per me mi passò per la testa e spalancai gli occhi.

«Ehi, di chi stai parlando?» lei sorrise in un modo inquietante.

«Di Victor, ovvio.» come pensavo. 

«Non lo farai.» 

«Scommettiamo?» disse, preparandosi ad andare a cercarlo. Per un attimo, smisi di ragionare e afferrai il mio coltello senza fare rumore. Con agilità, lo scagliai contro di lei colpendola. Il cannone tuonò, puntuale. Tremante, scegli dall'albero e recuperai il mio coltello insieme alle armi della ragazza. Il suo cadavere mi si stampò in testa molto più degli altri, era la prima volta che uccidevo qualcuno. Insomma, quando nasci non ti immagini di certo di fare un'esperienza del genere. Continuai a camminare alla ricerca di Riccardo, di un volto amico. Intanto sentii l'elicottero dietro di me che stava portando via Beta. Mi dispiace..
Andai a sbattere contro qualcuno, ma scattai subito all'indietro brandendo il coltello. Quando incontrai gli occhi del ragazzo che stavo cercando, mi rilassai visibilmente. 

«Lacey!» mi disse Riccardo, sorpreso. «Cosa ci fai qui tutta sola? Ma ti senti bene?» cercai di sorridergli, l'avevo trovato.

«Riccardo..» dissi, svenendo all'istante tra le sue braccia.

 

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