La kyuubi ferita di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Il gatto e la volpe ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Viaggio insieme ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Isshoni (Insieme) ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Aishiteru (Mi piaci) ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Il gatto e la volpe ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 Il gatto e la volpe
Steve strisciò dietro il cespuglio, uscì il naso
e inspirò. Si riabbassò vedendo un uomo avanzare
e deglutì. Dimenò le sette code da volpe ed
espirò dalle narici guardando gli occhi di quest'ultimo
brillare. Lo sconosciuto dimenò le sue due code da
gatto.
< E' un altro mutaforma, meno male. Pensavo fosse il cacciatore
> pensò. Sentiva un dolore fargli pulsare le tempie e
ansimò. L'altro si abbassò, sporse il capo oltre
il cespuglio e dilatò gli occhi.
“Pensavo che ormai voi foste estinte”
sussurrò.
Rizzò le due code appiattendo le orecchie.
< Non cedere all'istinto di sottometterti, o giuro che non ti
compro più i gomitoli > si minacciò.
"Vattene, presto arriverà il cacciatore" sibilò
la volpe.
Si voltò e osservò la tagliola che gli teneva
bloccata la caviglia, sporca del suo sangue. Tony si infilò
nel cespuglio, girò attorno alla tagliola che teneva
imprigionata la caviglia della volpe e ne strinse le
estremità. Tirò i bordi fino a farla aprire e
strusciò indietro l'oggetto. Tolse le mani lasciando i bordi
della tagliola, che scattò richiudendosi.
“Io non credo. Non c'erano cacciatori, lì
fuori” disse.
Steve guardò l'arto libero, la punta del naso gli fremette e
dimenò le code.
"Grazie" sussurrò, strisciando indietro.
Tony piegò il capo in avanti, le orecchie gli tremarono.
“Dovere” mormorò.
Tirò un paio di codate in terra, sfregò i denti
tra loro e si alzò.
“Riuscite ... riesci a camminare?”.
Si corresse. La kitsune si strusciò in avanti, le iridi
azzurre gli brillarono di blu e fu avvolto da energia verdastra. "No"
ammise.
Tony deglutì, inspirò e si sporse in avanti
prendendo l'altro in braccio. Lo strinse, avanzò dimenando
le code da gatto.
“Vi ... ti porto al sicuro” disse.
Strusciò i denti tra loro.
< Smettila > si ordinò.
Steve arrossì, alzò lo sguardo e il ciuffo biondo
cenere gli oscillò davanti al viso.
"Non c'è bisogno" bisbigliò.
Tony roteò gli occhi, avanzò tenendolo in braccio.
“Come se potessi fare altrimenti” si
lamentò.
Avanzò per la strada, dimenando le due code da gatto. Steve
era marito di sudore, le ferite gli pulsavano sempre di più
e la maglietta gli si era alzata lasciadogli l'addome scoperto. Si
appoggiò con il capo sulla spalla di Tony.
"Non sentirti obbligato" bisbigliò.
La testa gli ricadde all'indietro e perse i sensi. Tony
roteò gli occhi, raggiunse una capanna e poggiò
Steve su un letto di paglia. Strappò un pezzo della propria
maglietta, lo immerse in un secchio d'acqua e bendò la
caviglia di Steve stretta.
“La volpe meno autoritaria di sempre”
sussurrò.
Steve mugolò, rotolandosi sulla superfice, le code gli
avvolsero il corpo. Tony sospirò, prese con delicatezza le
code della volpe e le stese.
“Vedi se non si strangola solo” borbottò.
Steve scalciò nel sonno ripetutamente, uggiolando. Tony si
tolse la maglietta, la intinse nel secchio d'acqua e fece colare quella
in eccesso. Passò il capo sulla fronte di Steve, sentendo il
corpo formicolare.
< Sempre con quelli più potenti devo avere rapporti,
vero? Idiota > pensò.
Steve tasto per terra, gli afferrò la gamba continuando a
riposare. Tony tese i muscoli, sentì la stretta e
sospirò.
< Lo prenderò per un sì > si disse.
Stese la schiena rimanendo fermo con la gamba, prendendo a fissare il
soffitto.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Presentazioni ***
bev.i
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Presentazioni
La
Kjuubi socchiuse gli occhi, mugolò e socchiuse gli occhi. Un
rivolo
della sua saliva gocciolò sulla gamba di Tony che teneva
stretta a sé.
Alzò il capo, le sue orecchie tremarono e sorrise.
"Sei rimasto" sussurrò.
Tony dimenò le code, roteò gli occhi stringendo
le labbra.
"E dove potevo andare?" chiese.
Abbassò gli occhi sulla Kyuubi stretta alla propria gamba,
sospirò.
Steve
dimenò le varie code, gli lasciò andare la gamba
e strisciò
all'indietro. Si stiracchiò uggiolando, abbassò
le orecchie e la punta
del suo naso tremò. Socchiuse gli occhi e sorrise nuovamente.
"Il
cacciatore se ne sarà andato?" chiese.
Tony annusò l'aria, si mise a gattoni e camminò
in tondo.
"Da circa mezz'ora" disse.
Arricciò il naso, dimenò le orecchie.
"Ancora non è sicuro uscire, visto che sei ferita".
Steve si rotolò a terra, sbadigliò e si stese a
faccia in su.
"Sicuro che non ti senti obbligato?" chiese. Si avvolse nelle sue
stesse code e si leccò le labbra.
Tony inspirò, espirò e affondò le
unghie nel terreno.
< Certo che mi sento obbligato, volpe cretina! >
pensò.
Scosse il capo continuando a dimenare le code.
"Nah, tra animaletti in difficoltà bisogna aiutarsi".
Steve
si mise seduto, si piegò in avanti ed iniziò a
leccarsi la ferita. La
sua lingua ruvida passava sopra il sangue, pulendolo e lasciando una
scia umida di saliva.
"Non ci sono altre volpi sulla Terra?" chiese.
Tony strinse le labbra fino a farle sbiancare, si allontanò
a gattoni raggiungendo l'angolo.
"Non ne ho viste, girovagando. Tu non ne conosci?".
Steve rizzò il capo, si voltò verso di lui e fece
ondeggiare il ciuffo biondo.
"Io non sono terrestre" sussurrò.
Tony inarcò un sopracciglio, si accucciò.
"Non sei così speciale. Ci sono come me, o simili".
Si morse il labbro, roteò gli occhi.
< Sei un'idiota. Tieni la bocca chiusa! >
pensò.
Steve si voltò nuovamente e si piegò sulla
ferita, dandole un altro paio di leccate.
"Io mi chiamo Sutefano Yuki, per gli amici Steven" si
presentò. Tony
saltò sul davanzale di una finestra, lo guardò
dall'alto accoccolandosi.
"Tony. Solo Tony" disse.
Dimenò le code, intrecciandole tra loro.
"E suppongo tu abbia molti amici, visto quanto sei gentile". Steve
si passò la mano tra i corti capelli biondi e socchiuse le
sottili labbra rosee, sospirando.
"Ne ho avuto solo uno, a dire la verità. Nel mondo da cui
provengo non esiste l'amicizia" spiegò.
Tony ingoiò un sospirò, trattenendo il fiato.
"Oh" disse.
Poggiò il capo sulle mani.
"Certo. Come ho fatto a non pensarci io".
Steve
finì di strapparsi la maglia, i suoi pettorali si alzavano e
abbassavano a ogni respiro. Con i lembi di stoffa si
strofinò le varie
ferite pulendole dal sangue rappreso e le leccò. I tagli
brillarono di
riflessi dorati, dimenò la coda e le ferite si richiusero.
"Così va meglio" sussurrò.
Tony
si acquattò, respirò profondamente.
< Rimani calmo. O è troppo stupido, o gli piace far
finta di
esserlo. Sei più rapido di lui, mal che vada fuggi >
si disse.
Appiattì le code contro la schiena, sorrise.
"Se non esiste l'amicizia, cosa fate nel tuo pianeta di volpi carine?".
Steve abbassò il capo, le sue iridi azzurre divennero
liquide.
"Nel
mio mondo v'è sempre pace. Danze, musica e pioggia di fiori
incessante.
Non si provano emozioni, ma solo serenità pacata"
spiegò.
Tony emise un miagolio, tirò fuori la lingua e
sventolò le code.
"Che il cielo ci salvi!" esclamò.
Roteò gli occhi, rizzando le orecchie.
"Da queste parti quelli come te la fanno da padroni, e quelli come me
obbediscono".
Steve piegò le ginocchia e le strinse al petto, chinando il
capo.
"Anche
lì posso comandare, sono un principe" bisbigliò.
Tony sbadigliò, miagolò poggiando la guancia
contro la finestra.
"Non si tratta di potere, ma di dovere. Esistono delle gerarchie, e non
esiste possibilità di fuga".
Le iridi gli brillarono di riflessi caffè, chiuse gli occhi.
< Se è davvero così ingenuo, sono al
sicuro. Devo solo rimanere calmo e vicino alla via di fuga
più vicina >.
"Ancora grazie allora, solo Tony" sussurrò Steve, avvampando.
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Capitolo 3 *** Cap.3 Viaggio insieme ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritto per Dralloween. 09 Eyeball
Scrtta sentendo: Creepy Music Haunted Pumpkin Patch
https://www.youtube.com/watch?v=AGukR-5uoOw
Cap.3 Viaggio insieme
Steve gattonò in giro, controllò la caviglia e
saltellò. Dimenò le code da volpe, erano divenute
nove code bianche larghe due braccia e morbide. Si rotolò
sul pavimento, ridacchiò, si raddrizzò e si
rimise in piedi.
"Se il cacciatore è lontano, Tony, penso che
potrò riprendere il mio viaggio" disse. Osservò
la peluria delle due code da gatto dell'altro gonfia e ritta.
"Sicuro non ci siano altre minacce?" domandò.
Tony dimenò le code dondolando le gambe, arricciò
il naso.
“Se esci da qui da solo, morirai entro il
pomeriggio” dichiarò.
Scosse il capo, gli si avvicinò a gattoni e
ticchettò con il naso contro la spalla dell'altro.
“Non ho mai, mai, mai, mai visto una volpe così
indifesa e carina nella vita”.
Steve gli sorrise e gli leccò la guancia e
risalì, sollevandogli una ciocca mora con la saliva.
"Allora andiamo?" chiese. Le sue iridi azzurre brillarono e
dimenò le code, che lo avvolsero.
Tony soffiò, indietreggiò e si rizzò.
"Allora, cucciolo, dove vai?".
Steve avanzò lungo una strada, incrociando le braccia dietro
la schiena. Si allontanarono dall'abitazione, svoltò e si
allontanò lungo le sterpaglie giallastre.
Chinò il capo e i capelli biondi gli finirono davanti al
libro.
"Sto cercando il grande drago" sussurrò con voce roca.
Tony gli camminava di fianco con le code ritte, tenendo le mani in
tasca.
"E che devi fare? Esprimere tre desideri?".
Steve abbassò le orecchie, saltò una pozzanghera
e negò con il capo.
"Un solo desiderio. Spero che il Dio drago possa concedermelo. Lui
è l'unico che mia madre ascolterebbe" sussurrò.
Tony saltò su un sasso, balzò su un ramo e
camminò in bilico con le orecchie tese.
"Posso sapere cosa?".
Steve guardò la luce del tramonto all'orizzonte, tingere una
serie di catapecchie di legno e i campi coltivati di riflessi arancioni.
"Io non voglio più essere il principe della luna"
spiegò.
Tony saltò giù, lo guardò socchiudendo
le iridi dai riflessi caffè, che brillarono.
"Vuoi rinunciare alla tua posizione?" chiese.
Mise le mani in tasca dimenando le code.
"Mi sa che non hai idea di com'è qui sotto".
Steve passò tra un campo di patate e uno di zucche, entrando
dentro la foresta. Schivò una radice nodosa che
uscì dal terreno e una delle sue code sfiorò un
cespuglio lasciandoci impigliati dei peli.
"Non voglio abbandonare il mio mondo, solo non dover più
avere quel ruolo".
Strofinò il mento sul petto e deglutì.
"Della Terra avevo anche paura" ammise bisbigliando.
Tony roteò gli occhi, si morse la lingua e salì
su un albero camminando tra i rami più bassi con le mani in
tasca.
< Raperonzolo non sa cosa si nasconde fuori dalla torre >
pensò.
Sospirò, scosse il capo guardando il cielo, balzò
su un altro ramo e proseguì sopra Steve.
“Mi offro volontario. Non può essere
così brutto come dici non dover prendere ordini da
nessuno”.
Da uno dei tronchi di uno degli alberi dalla corteccia nera uscirono
una serie di bulbi oculari. Avevo dei tentacoli rosei nella parte
sottostante che si dimenavano ed erano circondati da dei fuocherelli
azzurri. Steve soffiò, saltò all'indietro e si
nascose dietro un altro albero.
Rabbrividì vedendoli allontanare e dei rivoli di sudore gli
scesero la fronte.
Mostrò i canini e dimenò tutte le code,
appiattendo le orecchie sulla capigliatura biondo cenere.
Tony saltò davanti a lui e aggrottò la fronte.
"Calma. Sono innocue" disse.
Deglutì sentendo i muscoli tesi, ispirò
lentamente.
"Rilassati" sussurrò.
Steve annuì, aveva il naso arricciato e le sopracciglia
aggrottate.
"Secondo te nella foresta ci sono altre tagliole?" chiese e la voce gli
tremò.
Tony annuì, il sudore gli aveva fatto aderire i capelli al
volto scuro.
"Vuoi camminare dietro di me?" propose.
Steve vide un altro paio di occhi tentacolati scivolare lungo un ramo
ed annuì, sistemandosi dietro Tony.
"Grazie, Tony. Sei gentile anche tu" gli disse addolcendo il tono.
Tony sospirò mettendo le mani in tasca.
"Ho poche scelte, cucciolo".
Camminò davanti a Steve, piegò il capo.
"Tra l'altro, da che parte?"
Steve alzò il capo ed annusò l'aria fredda
sentendola umida alle narici. Sorrise percependo un odore di prugne
secche misto a cannella. "Sempre dritto per almeno venti leghe.
Dovrebbe trovarsi al centro della foresta. Perché questa
è la foresta dei mille occhi, vero?".
Tony guardò gli occhi sui tronchi degli alberi,
schioccò la lingua.
"Ad occhio" disse, sarcastico.
Arricciò il naso proseguendo, ogni tre passi si voltava
guardando Steve.
"Sempre dritto" sussurrò la volpe, esattamente da dietro
Tony, fissando le sue spalle muscolose.
"Sono contento, di non essere più solo" disse gentilmente.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Isshoni (Insieme) ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 Isshoni (Insieme)
Steve
guardò la caverna davanti a lui e socchiuse gli occhi,
dimenando la coda.
"E'
esattamente dentro la foresta, probabilmente troveremo il drago al suo
interno" disse.
Tony
dimenò le code da gatto appiattendo le orecchie sulla testa.
"Il
tuo piano sarebbe dire 'Ehi, grande drago spaventoso, puoi togliermi le
mie responsabilità? Non so che farci' e tornare a casa?".
Steve
abbassò le orecchie e scrollò le spalle,
abbassando lo sguardo.
"I
popoli hanno bisogno di chi li sa guidare" sussurrò.
Tony
strinse le labbra, gli poggiò la mano leggermente tremante
sulla spalla robusta.
Le
iridi della kyuubi divennero liquide.
"Nel
mio mondo non c'è spazio per i sentimenti, soprattutto per
quelli negativi. Ed io ne sento così tanti. Dovrei lasciarmi
purificare totalmente" spiegò Steve.
Tony
deglutì umettandosi le labbra, incrociò le
braccia spostandosi nervosamente sul posto e guardò la
caverna.
"Senti,
io ti ho scortato fin qua anche se sei pieno di sentimenti negativi, o
quel che ti pare" borbottò.
Lo
guardò di sottecchi socchiudendo le iridi castane.
"Quelli
normali come te mi avrebbero fatto male. Tu no. Quindi vai benissimo".
Steve
gli sorrise e lo abbracciò, sollevandolo e gli fece fare il
giro.
"Tu
sei gentile!" trillò, dimenando le code.
Tony
emise un miagolio isterico, gli strinse le spalle premendo con le
unghie leggermente ricurve e dimenò furiosamente le code
alzando le orecchie.
Steve
lo mise giù, guardando le code di Tony ritte e gonfie.
"Scusa"
disse, giocherellando con uno dei suoi ciuffi di capelli. Si
voltò e balzò dentro la caverna, mettendosi a
correre sulle punte dei piedi.
Tony
sgranò gli occhi, prese un respiro profondo e gli corse
dietro appiattendo le orecchie contro i capelli castani scompigliati.
Si
sentì un tonfo seguito da un gemito che risuonò
con un sordo eco all'interno della caverna.
Tony
si guardò intorno, le iridi brillarono d'oro permettendogli
di vedere al buio e lui avanzò tastando intorno a
sé.
L'altro
si mise seduto, aveva i vestiti sporchi di terra e un sassolino gli si
era impilato tra i capelli. Il suo corpo emanava luce, illuminando la
caverna intorno a lui.
"Non
riesco ancora a correre tanto veloce" ammise.
Tony
sospirò di sollievo, si chinò prendendogli un
braccio.
"Se
magari aspettavi, ti davo una mano" lo riprese.
Steve
si appoggiò a lui e gli appoggiò la testa sulla
spalla, socchiudendo gli occhi.
"Non
ho mai avuto un amico prima di te. Valeva la pena farsi quasi uccidere
dal cacciatore" gli disse.
Tony
roteò gli occhi, lo tirò su stringendolo contro
di sé.
"Non
sono tuo amico. Più una balia" lo derise.
Steve
sbatté un paio di volte le palpebre e piegò di
lato il capo.
"Mi
dispiace se per te è solo un fastidio".
Tony
tremò leggermente stringendo le labbra, sospirò e
se lo poggiò contro avanzando lentamente nella caverna.
"La
cosa fastidiosa è che potresti farmi fare quello che vuoi,
ma sei così remissivo. Ho sempre paura tu possa fregarmi"
ammise.
Steve
si grattò un sopracciglio e abbracciò l'altro,
continuando a tenersi appoggiato a lui.
"Se
volessi far fare quello che voglio agli altri, non vorrei smettere di
essere un principe".
Tony
gli lanciò un'occhiata, roteò gli occhi e
guardò verso il centro della caverna.
"Potresti
essere un principe e far smettere gli altri. Sarebbe molto
più nobile e puccioso, come te e le tue code".
Steve
abbassò lo sguardo ed osservò il terreno di
roccia, le crepe e alcune rocce.
"Dopo
la purificazione diverrei perfetto. Mia madre attende con ansia quel
giorno".
Tony
roteò gli occhi e grugnì.
"Blablabla.
Tutti che vogliono essere perfetti e vogliono il loro posto nella
gerarchia animale. E' per questo che non frequento mai nessuno".
Steve
gli diede un bacio sulla guancia e schiocco.
"Io
non voglio essere perfetto, preferisco frequentare te".
Tony
sogghignò, gli prese gentilmente il volto e lo
avvicinò al proprio.
"Allora
perché non restiamo insieme?" propose.
Steve
corrugò la fronte e lo guardò in viso.
"E
quando mi verranno a cercare?" domandò con voce tremante.
Tony
gli fece l'occhiolino e gli strinse la mano intrecciando le dita con
quelle dell'altro.
"Ci
sto" rispose Steve, scodinzolando.
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Capitolo 5 *** Cap.5 Aishiteru (Mi piaci) ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 Aishiteru (Mi piaci)
Steve
osservò le gocce d'acqua che cadevano dalle canne di
bambù, facendole riversare in una bacinella di legno. Si
girò e guardò la casetta di legno davanti a
sé. Dimenò le code e piegò di lato il
capo, Tony correva sul tetto sistemando delle listelle di legno.
"Vuoi
rendere questa la nostra tana?" domandò.
La
luce del sole gli illuminava la pelle pallida e le sue iridi
brillavano, il vento gli faceva ondeggiare i capelli intorno al viso e
gli piegava la pelliccia soffice della coda.
Tony
saltò giù dal tetto atterrando in piedi,
infilò le mani in tasca e sogghignò piegando il
capo di lato.
"Non
sarà la reggia della luna, ma può funzionare".
Steve
starnutì e negò con il capo, il suo naso si era
arrossato.
"Va
bene ovunque. E poi è abbastanza riparato, qui posso cantare
senza disturbare nessuno".
Tony
si guardò intorno, aguzzò le orecchie da gatto
facendole tremare e indicò dentro.
"Ci
conviene entrare. Così ti faccio vedere come faremo ad
evitare ti portino via".
Steve
batté un paio di volte le palpebre, aprì la porta
della casa ed entrò. Balzò su un divanetto rosso
e strofinò il viso sulla stoffa.
"Hai
trovato dei mobili bellissimi!" trillò.
Tony
scrollò le spalle, si attorcigliò le code attorno
alla vita e indicò con una mano attorno a sé.
"Sono
il migliore in queste cose".
Steve
si sdraiò a faccia in su e piegò la testa oltre
il bordo del divano.
"Di
cosa parlavi prima?" chiese.
Tony
si accucciò sul bordo della finestra, indicò
verso l'esterno con il dito e ticchettò con l'unghia ricurva
sul vetro.
"Visto
che sei il principe della luna e delle stelle verranno a
cercarti, ed io
sono bravo a difendermi, è da una vita che scappo da tutti".
Steve
si grattò la punta del naso.
"Non
credo ci si possa difendere da forze così grandi".
Tony
sogghignò, gli indicò di raggiungerlo con la mano
e accavallò le gambe.
"Con
chi credi di parlare, principino?" chiese.
"Principino?"
domandò la kyuubi, la punta delle sue orecchie si tinse di
rosso.
Tony
strinse le labbra tirandosi leggermente indietro, deglutì
umettandosi i canini leggermente appuntiti.
"Scusa,
non volevo esagerare" borbottò.
Steve
lo raggiunse, gli si sedette davanti e lo abbracciò.
"E'
dolce come lo dici tu" disse, strofinando il viso sul suo petto.
Tony
gli passò un braccio attorno alle spalle, guardò
fuori e sogghignò osservando il terreno.
Steve
alzò la testa, gli sorrise ed annuì un paio di
volte.
Tony
si avvicinò un telecomando, premette dei pulsanti attivando
una rete elettrificata che circondò il giardino. Alcune
piante si mossero mettendosi in formazione, Tony annuì
ripetutamente.
"Cerchi
magici creati dalle mie meravigliose tecniche di ricerca. Le creature
non possono entrare, se non lo spezzo. Ma visto che la prudenza non
è mai troppa, c'è pure l'elettroshock in omaggio".
Steve
deglutì a vuoto e si premette contro una parete,
rabbrividendo.
"Sei
un po' un cacciatore anche tu" bisbigliò.
Tony
abbassò lo sguardo, posò il telecomando e lo
raggiunse. Gli mise le mani sulle spalle, lo guardò negli
occhi.
"Io
lo faccio per difendermi. Per difenderci. Non andrò in giro
a fare del male ai tipi come noi. E posso tenere gli alberi magici
senza scossa omaggio, se ti fa sentire meglio".
Steve
strofinò il suo naso contro quello dell'altro.
"Mi
proteggi perché siamo amici?" domandò e la voce
gli tremò leggermente.
Tony
roteò gli occhi, gli diede un bacio a fior di labbra e gli
carezzò una delle code sentendola liscia.
"No.
Ti proteggo perché mi piaci, principino".
"Aishiteru"
rispose Steve e gli posò un bacio a fior di labbra.
Tony
ricambiò il bacio, stringendolo contro di sé.
"Anch'io,
principe della luna".
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