Il Signore di Kragenglass

di telesette
(/viewuser.php?uid=101298)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il Regno del Male ***
Capitolo 3: *** La Spada delle Tenebre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
( immagini tratte da internet )

 

Quando il sole baciava benigno la natura con i suoi raggi, e ogni creatura viva o inanimata salutava allegramente l'alba e il tramonto di ogni giorno, non vi era un angolo in tutta Kragenglass che non conoscesse pace ed armonia assieme. La luce filtrava attraverso i rami, illuminando la foresta e indorandola con caldi riflessi ambrati, mentre la vegetazione risplendeva delle ultime gocce di rugiada ancora presenti sulle foglie ed ogni specchio d'acqua era come un limpido e gorgogliante misto di frammenti cristallini.
Proprio qui, dove persino le intemperie parevano essersi dimenticate di questo luogo, le nuvole tendevano quasi ad incorniciare la quiete che regnava nei dintorni.
Gli uomini e gli animali, condividendo la stessa armonia, amavano quella terra tanto da non volersene più andare via.
Gli uccelli nidificavano.
I fiori sbocciavano.
Ogni miracolo della natura, dal più grande al più piccolo, rendeva omaggio al dono della vita. Ognuno sapeva accontentarsi di ciò che aveva, lasciando palesemente sconosciuto il concetto di odio e violenza, cosicché non vi era alcun bisogno di guerre e distruzioni. La Madre Terra forniva il dovuto sostentamento, elargendo i frutti ai suoi numerosi figli, e tenendo lontana la fame e la sete dai suoi fertili boschi rigogliosi, le distese bionde di grano e i campi alacremente lavorati con impegno.
Ma era tutto troppo bello perché potesse durare.
A lungo il male aveva dormito, rinchiuso in seno a quella specie di oasi di bontà perenne, e aspettava.
Aspettava...
Come il baco chiuso nel bozzolo, in attesa di mostrare la sua vera forma, l'oscura entità del Male Primordiale di Kragenglass attendeva di riemergere dal tempo e dalla polvere per poter gettare la sua ombra ovunque.
Per secoli, uomini ed elfi si erano guardati bene dal rompere il sigillo posto a guardia dell'intero creato. Ciò che avevano stabilito gli dèi, al fine di preservare la salvezza del mondo, tuttavia non avevano considerato che l'ambizione potesse giungere ugualmente attraverso il cuore di un Figlio della Foresta. Accadde così, dunque, che un giovane elfo, di nome Lys O'Baerer, si scoprì irresistibilmente attratto da ciò che dormiva pazientemente sotto le viscere della terra.
Quello che Lys non sopportava era di sentirsi umilmente sullo stesso piano dei suoi simili, per non dire degli esseri umani che pure erano nettamente inferiori, e voleva che tutti aprissero gli occhi. Se la pace e la tranquillità reciproca garantivano serenità e benessere, a dispetto di ciò che poteva o meno rendere qualcuno eccezionale rispetto agli altri, Lys era certo il primo a desiderare di rompere quella realtà squallida ed avvilente di un mondo popolato da bravi bambini.
Voleva di più.
Voleva tutto.
E se il Male Primordiale fosse stato libero, precipitando tutto nel caos, solamente lui si diceva essere forte abbastanza per diventare l'unico dominatore di quella terra... L'unico ed indiscusso Signore di tutta Kragenglass.
Malgrado la giovane età ( 300 anni appena! ), l'elfo aveva infatti maturato sufficiente esperienza, una volta appresa la verità sulle origini del mondo. Attraverso le pergamene e i libri sfogliati nella grande biblioteca di Proofus, contenenti tutta la storia di come il Male era stato confinato sottoterra dalla Dea Myoue, Lys scoprì l'esistenza di un modo per spezzare il sigillo e consentire all'oscura entità di ritornare in superficie.
Forte di ciò che aveva scoperto, Lys si incamminò da solo nelle sabbie del deserto, nel cuore delle montagne di Ravenor, incastonato nel letto ormai asciutto di ciò che, secondo la leggenda, un tempo doveva essere l'immenso Lago di Zarchim. Proprio qui, infatti, Myoue aveva costretto il Male Primordiale a tuffarsi per evitare il combattimento. Stendendo dunque la sua mano sull'acqua, la Dea la trasformò in sabbia sterile e pesantissima proprio sopra la sua testa, segregandolo saldamente in una prigione eterna. 
Con il passare dei secoli, ad eccezione degli elfi testimoni dell'accaduto, si era addirittura persa memoria di ciò che giaceva sotto la sabbia e la polvere di quella specie di calderone naturale. Lys osservò a lungo il deserto sconfinato davanti a sé, ripensando mentalmente alle parole che aveva letto, e si concentrò per declamare a gran voce la formula in grado di rimuovere il sigillo della potente Myoue.

- Zàotal Sàvanar... Eterùn kryùu - cominciò, allargando le braccia e sollevando in alto la punta luccicante del suo bastone magico. - Myoue vìteness, malabràska vìsene... Laokanàk tel cum Zàotal... Zàotal ib nos Zàotal... Zàotal ib nos Sàvanar, mèedrosh mèronoss... Cum sino vòodrish, relàssa ter... KAAS !!!

Con gli occhi baluginanti, nei quali era possibile scorgere la luce sinistra della follia, Lys sbraitò l'ultima parte della formula con un tono da fare accapponare la pelle.
I lunghi capelli neri, a causa del vento sollevatosi improvvisamente dalle viscere della terra, presero a svolazzargli disordinatamente all'indietro. Si era risvegliato qualcosa, da sotto la sabbia, qualcosa di enorme e mortalmente pericoloso.
Persino Lys non si aspettava di trovarsi davanti un simile orrore.
Il Male Primordiale, il cui nome era dimenticato persino da lui stesso, pareva essersi fuso assieme alla sabbia che lo aveva seppellito. Davanti ai suoi occhi sgranati, l'elfo vide una densa massa nera che, irradiante l'aura inconfondibile del male di cui era fatta, sorse ad assumere le sembianze di un gigantesco scheletro di sabbia.
Lys deglutì.
Le orbite nere e vuote dello scheletro, nelle quali era possibile scorgere l'oscurità di un abisso senza fondo, parevano fissarlo con aria di rimprovero. L'elfo chiamò a sé dunque tutto il proprio coraggio, guardando stoicamente in faccia la morte, e si presentò all'enorme essere come colui che lo aveva liberato dalla prigione di Myoue.

- Sono stato io a rimuovere il sigillo - spiegò. - Sei libero, adesso, libero di vendicarti e di estendere il tuo potere su ogni patetico essere di questa terra!
- Come ti chiami, elfo? - chiese il Male Primordiale con voce cavernosa.

Lys esitò, prima di rispondere.
Non era certo così stupido da rivelare il suo nome così alla leggera, se non a rischio di ritrovarsi completamente alla mercé del mostro, perciò decise saggiamente di mentirgli per non attirarsi contro la sua collera e per non scomparire inghiottito dalle nere fauci di quella orrenda bocca spalancata.

- Io sono colui che ti ha liberato - disse. - Persino gli dei hanno maledetto con impotenza il mio nome, incapaci di arrecarmi danno alcuno, e la prova è che nessuno possiede forza sufficiente da vincolarlo... Pronuncialo, se credi, ma non riuscirai mai a controllare il potente Heiross!

La creatura lo osservò con curiosità.
Lys stava giocando un bluff molto pericoloso, ostentando più sicurezza di quanto poteva effettivamente permettersi, tuttavia contava di essere stato abbastanza convincente nel fornire quel nome falso. Per fortuna, dopo secoli di prigionìa sottoterra, il Male Primordiale pareva più che disposto ad accettare ingenuamente anche le bugie più spudorate.
Quell'elfo gli piaceva.
Sia che il nome fosse autentico o meno, il suo cuore era meravigliosamente avvolto dalle tenebre della malvagità e del rancore.

- Parla, potente Heiross - fece la creatura, ostentando quello che poteva anche essere una specie di sorriso sulle ossa sabbiose di quel volto scheletrico e fossilizzato. - Ti ascolto!

L'elfo parve sollevato.
Tutto procedeva secondo i suoi piani: con l'aiuto del Male Primordiale, niente e nessuno poteva impedirgli di assumerne il pieno controllo per i suoi scopi.
Lys O'Baerer non esisteva più.
Da quel momento in avanti, ponendo tristemente fine alla dolcissima "Età dell'Oro" sino ad allora conosciuta, le genti di Kragenglass avrebbero conosciuto nient'altro che dolore e sofferenza...

Il regno tirannico di Sua Maestà Heiross era appena iniziato!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Regno del Male ***


Il Regno del Male

 

 

Il tradimento di Lys O'Baerer, ora conosciuto col nome di Lord Heiross, segnò il periodo più buio nella storia di Kragenglass.
Forte dei poteri del suo terribile alleato, Heiross distrusse dapprima il cuore della Grande Foresta degli elfi, ponendo un immane genocìdio della sua stessa razza. Il Male Primordiale si riversò nelle fresche e limpide acque del fiume Glòen, avvelenando ogni forma di vita animale e trasformando le verdi gemme della Valle Splendente in una palude di neri arbusti avvizziti. Il re e la regina degli elfi, Sua Maestà Klyssan e la di lui bellissima consorte Luvyanne, perirono nel tentativo di guidare le loro armate in difesa della valle. Heiross non ebbe alcuna pietà per i suoi stessi simili, assistendo con somma soddisfazione al massacro, e il suo alleato spazzò via i prodi arcieri e le coraggiose driadi come foglie morte nel vento d'autunno.
Con la caduta di Glòenwood, l'antica capitale elfica, la prima delle Quattro Grandi Nazioni crollò inesorabilmente sotto il controllo del male.
Heiross si autoproclamò imperatore, intimando la resa agli altri governanti rimasti: Kàtum-Bor, signore dei nani, delle innevate vette di Hardan; Zalasta Rowen, regina delle amazzoni, dominante sulle sconfinate pianure di Shàffire; Cariggo il Possente, re dei giganti, il cui dominio era di là del Mare di Pietra sulle Isole del Drago; Màisan Harl, re dei grifoni, osannata creatura dei cieli a sud di Kragenglass; e il vecchio re Giaf Bertbon, per gli umani, i cui possedimenti comprendevano tutta la zona centrale del Continente.
I nani e le amazzoni opposero un netto rifiuto, alle condizioni di Heiross, mentre i giganti e i grifoni scelsero saggiamente la neutralità. Re Bertbon, malgrado i precedenti contrasti diplomatici, strinse dunque alleanza con Kàtum-Bor e Zalasta per concentrare i rispettivi eserciti contro il nemico comune.

- Se non vi inchinerete dinanzi a me, vi costringerò a farlo!

Mantenendo fede al suo giuramento, Heiross strinse un orribile patto col suo alleato: metà del mondo, in cambio del totale annientamento di tutti i suoi nemici ed oppositori.
Il Male Primordiale accettò con gioia, assumendo la sua forma preferita di "Gòdralgohom" ( il Distruttore di Fuoco! ), e la sua furia si abbatté sugli eserciti difensori mietendo vittime su ogni fronte.
Lo scontro era impari.
Nessuno dei sovrani alleati aveva mai visto una cosa del genere.
Le frecce e i proiettili dei nani non avevano effetto, contro quell'immenso colosso di fuoco, e i guerrieri non potevano neppure avvicinarglisi senza essere ridotti in cenere dalle fiamme incandescenti che quell'essere mostruoso era in grado di rovesciare loro addosso.
Una volta compreso di essere del tutto impotenti, dinanzi ad un simile avversario, i tre sovrani alleati si videro costretti a cedere e a riconoscere le rivendicazioni di Heiross come unico ed incontrastato signore di tutta Kragenglass.
La guerra era ufficialmente perduta.
Heiross aveva vinto.
Dalle viscere della terra e dalle profondità delle grotte cavernose, ove Myoue le aveva confinate molti secoli prima, le vili sottorazze dei goblin e degli orchi vennero richiamate alla superficie. Condividendo lo stesso odio del loro signore nei confronti di ogni creatura vivente, costoro diedero dunque inizio al saccheggio e alla creazione dell'impero di Lord Heiross.
Un impero nato dal sangue e dalle lacrime, dai corpi straziati di adulti e bambini e dall'angoscia di vedove e madri, dove l'unica luce pareva illuminare in modo sinistro l'orrendo vessillo di Heiross che sventolava trionfante su tutte le province a lui assoggettate.
A nulla valsero i pianti e le suppliche.
A nulla valsero le grida e i lamenti.
La minaccia del Gòdralgohom teneva a freno ogni tentativo di ribellione, dal momento che nessuno era in grado di contrastarlo, ed ogni abitante di Kragenglass invocava l'arrivo di un eroe per debellare quell'essere infernale...

***

Fu allora che una coraggiosa vergine guerriera, una Principessa delle Amazzoni di nome Selenna, raccolse le invocazioni e le richieste di aiuto.
Benedetta nel nome di Myoue, avendo ricevuto in dono dalla dèa stessa la magica spada Uldengràd, costei decise di sfidare il potere di Lord Heiross e di combattere contro l'impero. Myoue non poteva più interferire nelle sorti del mondo, giacché la liberazione del Male Primordiale aveva rotto il suo vincolo come guardiana e protettrice della Luce di Kragenglass, perciò aveva fatto in modo di infondere fino all'ultima goccia del suo potere nell'arma che Selenna avrebbe brandito in battaglia.
Forgiata nel nucleo incandescente del sole, temprata nel cuore freddo della luna, Uldengràd era dotata della capacità sovrannaturale di "tagliare" il fuoco e l'acqua come un qualsiasi elemento solido. Selenna impugnò la spada con grande maestrìa, sfruttando i suoi poteri per servire la causa di Myoue, e si pose agli occhi delle genti come un faro di luce e speranza.
Sotto la sua guida, gli abitanti di Kragenglass ritrovarono finalmente un motivo per ribellarsi all'oppressione e alla tirannìa di Heiross.
Le armate degli orchi e dei goblin, trovando dunque in Selenna un irriducibile avversario, si diedero alla fuga davanti a questa nuova formidabile condottiera. L'Impero del Male conobbe dunque il suo improvviso declìno: le roccaforti di Lord Heiross vennero prese d'assalto, le genti si armarono nuovamente contro il tiranno, e tutti coloro che ambivano alla libertà si unirono per combattere a fianco della giovane salvatrice.
Selenna respinse l'esercito nemico ben oltre il perimetro interno, restituendo gran parte delle terre degli uomini e quelle dei nani ai loro antichi proprietari, e da sola organizzò le proprie truppe per scoraggiare la controffensiva e costringere l'armata di Heiross a ripiegare in quella che, un tempo, era la Valle Splendente nonché antica dimora degli elfi.
Heiross si adirò moltissimo.
La presunzione di Selenna era intollerabile, costei aveva osato troppo sfidando il suo potere, e dunque doveva perire di una morte atroce. Dal momento che nulla pareva intimorire la guerriera, Heiross chiamò ancora una volta il Gòdralgohom per porre fine alle sue gloriose gesta. L'oscuro essere infernale, tenendo fede al patto stipulato in precedenza, si preparò dunque a scendere in campo contro Selenna e il suo esercito di sciocchi. Mai si sarebbe fatto sconfiggere da una seguace dell'odiata Myoue, desideroso com'era di annientare la dèa e chiunque combatteva nel suo nome, perciò sollevò sul campo di battaglia delle immense colonne di fuoco per arrestare la sua avanzata.
Selenna passò ugualmente lo sbarramento, levando la sua spada contro le fiamme e cavalcando sicura verso il suo unico vero nemico, finché lei e il Gòdralgohom si ritrovarono l'una di fronte all'altro per la battaglia finale...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La Spada delle Tenebre ***


La Spada delle Tenebre

 

La guerra tra l'impero e l'esercito dei ribelli era giunta ad un momento cruciale.
Il Gòdralgohom era sceso in campo, scoraggiando l'avanzata delle truppe di Selenna, tuttavia la coraggiosa guerriera non aveva alcuna intenzione di recedere di fronte a lui. Né le pozze di lava e le colonne di fuoco parevano intimorirla, tanto la sua determinazione era salda, e difatti sguainò la sua fedele spada Uldengràd e si lanciò all'attacco in un'epica cavalcata proprio tra le braccia del mostro.
Lo scontro decisivo.
Il momento della verità.
Sarebbe stata la luce a trionfare, oppure il male avrebbe riportato la sua vittoria definitiva sulle forze del bene?
Selenna passò indenne attraverso le vampe di fuoco del Gòdralgohom, aprendosi un varco grazie ai poteri della sua spada, tuttavia il mostro aveva ancora a disposizione le zanne e gli artigli per dilaniare le sue carni.
Le fauci spalancate, incombendo minacciosamente sopra di lei, l'essere si preparava già ad inghiottirla. Selenna resistette, malgrado alcune schegge taglienti di oscurità che la ferirono sotto l'armatura, e concentrò tutta l'energia possibile per ribattere colpo su colpo. La potenza del Gòdralgohom era veramente micidiale: i suoi artigli arroventati, duri come il diamante, erano in grado di lacerare al minimo contatto...
Poi, improvvisamente, l'amazzone fu vinta dalla fatica e il mostro riuscì a penetrare la sua corazza e trapassarla così da parte a parte. Selenna sbarrò gli occhi, conscia che si trattava di una ferita mortale, e già il peso di Uldengràd si era fatto insostenibile per la sua mano.
Nel mentre che la spada prese a scivolarle via verso terra, il Gòdralgohom rise e fece per gridare al cielo la sua vittoria.
Allora, incurante del sangue che pure le riempiva la bocca, Selenna serrò le dita sull'impugnatura e, con un urlo rabbioso, menò il suo ultimo miracoloso fendente contro la gola del mostro.

- Sparisci - gridò. - Torna... nelle tenebre... da cui sei venuto!

Quelle furono le ultime parole che costei pronunciò in questo mondo, prima che gli occhi le si chiudessero per sempre.
Ferito mortalmente a sua volta, il Gòdralgohom comprese dunque la natura dell'arma che lo aveva ucciso. Lo scintillìo abbagliante della magica lama di Uldengràd, intrisa dei poteri benefici della dea Myoue, non lasciava dubbi. Aveva ucciso Selenna ma, prima di spirare, la guerriera era riuscita a portare a termine il suo nobile compito.

- No... no... NOOO !!!

Vittima di un potere forte quanto il suo, neppure il Male Primordiale poteva resistere ai benefici effetti che Selenna era riuscita a liberare nel suo disperato attacco. Uldengràd aveva toccato l'essenza del Gòdralgohom con la luce pura di Myoue, innescando così un processo irreversibile di deflagrazione, e questi realizzò con sgomento che la sua forma fisica sarebbe tornata a confondersi con la sterile sabbia del deserto.
Sepolto nuovamente in mezzo al nulla, sotto la polvere del tempo, le genti avrebbero finito per dimenticarsene... come era già accaduto, in passato.
Sfortunatamente però, prima che il suo prezioso alleato scomparisse, Lord Heiross percepì la sua improvvisa debolezza e si materializzò magicamente al suo fianco. Il patto che i due avevano sancìto, un legame inscindìbile, faceva di loro come due rami fluviali della stessa sorgente.
Heiross capì immediatamente che il Gòdralgohom stava per scomparire, e con esso anche la sua preziosa arma di dominio assoluto, perciò doveva ricorrere alla sua conoscenza dell'Antica Magia elfica per impedire che ciò accadesse.

- Gòdralgohom - chiamò a gran voce, sfoderando la spada in modo che l'essere moribondo potesse vederla.

La voce del diabolico signore di Kragenglass era più forte persino del vento, che pure prese a lambirgli le vesti nere come la notte e i lunghi capelli scuri, mentre la sua arma irradiava fortissima un'aura di pura malvagità.

- Affidati a me - gridò. - Dammi tutto te stesso, tutto il tuo essere, e io farò in modo che tu possa continuare a seminare il terrore in questo mondo!
- Dici... sul serio ?!?

Per tutta risposta, Heiross si ferì al braccio con la grande lama tagliente, formulando l'incantesimo con il suo stesso sangue.

- Entra nella mia spada - ordinò. - Presto, prima che sia troppo tardi... Continueremo insieme, saremo imbattibili, ma dovrai affidarti a me... al tuo signore!

Non avendo molte alternative, il Gòdralgohom rilasciò dunque tutta la sua essenza malvagia per riversarla direttamente nel nero metallo elfico sormontato da rune, come un ruscello in un fosso. Un attimo dopo, non appena Heiross sigillò l'entità all'interno della propria spada, l'equilibrio del piano astrale si spezzò e sia il cielo che la terra furono quasi sul punto di esplodere per riassestare ciò che era stato così bruscamente alterato...

***

Luce ed Oscurità.
Eternamente parte una dell'altra, seppur contrastanti, senza le quali nulla esisterebbe.
Tale legge di natura è antica, più antica delle divinità stesse, e ciononostante qualcuno aveva violato il principio della creazione che la stessa Myoue riteneva intoccabile.
Nell'attimo in cui Lord Heiross aveva inteso racchiudere l'anima del Gòdralgohom all'interno della propria spada, intrisa ed imbevuta all'origine con la magia delle terre degli elfi, questa si era trasformata in qualcosa di unico ed indescrivibile che non apparteneva a nessuno dei mondi conosciuti. La nascita di questa nuova creatura, destinata alla concentrazione del Male assoluto, fu un evento che avrebbe segnato per sempre le vite degli uomini e il destino degli dei.
L'oscurità avvolse la luce, fondendosi con essa e quasi abbracciandola, gettando ombre mai viste in tutta la storia di Kragenglass.
Il mondo cambiò.
Doveva cambiare, per forza, per non tornare mai più com'era in origine.
In tutto quel caos che era degenerato, laddove la paura e il terrore si impadronì dei cuori di ogni essere vivente, solamente una persona si alzò a contemplare con soddisfazione quello spettacolo sinistro.
Heiross, signore di Kragenglass, sollevò dunque la propria spada verso il nuovo cielo inquietante e persino i lampi e i tuoni parvero obbedire al suo comando.

- Questa è la mia era - urlò. - Il mondo mi appartiene... per sempre!

Un fulmine cadde, illuminando la figura solenne del malvagio elfo.
Con il potere del Male misto a quello del Bene che lo aveva visto nascere, Lord Heiross stringeva ora in suo possesso la chiave per il suo più grande desiderio. Dal momento poi che Selenna era caduta, e che della spada Uldengràd era andata persa ogni traccia, il Male Primordiale rimase dunque confinato all'interno di una nuova micidiale arma dal nome terribile...
Ràkruz-Sàiga, ossìa "Tempesta di Sangue", la cui lama nera, a tratti, tendeva a brillare di vita propria con sottili striature pulsanti color del sangue.
Quella spada, per il suo possessore, era il più prezioso di tutti i tesori immaginabili.
Con Ràkruz-Sàiga in suo possesso, infatti, Lord Heiross spazzò via fino all'ultimo focolaio di resistenza e rivendicò la sovranità assoluta sui Quattro Continenti. L'esercito del malvagio imperatore, riorganizzatosi prontamente per disperdere e sterminare l'esercito ribelle, procedette dunque alla riconquista del territorio e ovunque l'oscuro vessillo riprese a sventolare sui paesi assoggettati come e più di prima.
Nonostante ciò, il sacrificio di Selenna non fu totalmente inutile.
Malgrado la guerra con l'impero fosse ormai perduta, i baldi combattenti nani e le fiere orgogliose amazzoni riuscirono a mantenere liberi i propri confini; poiché, senza il Gòdralgohom, l'imperatore non poteva certo guidare personalmente il suo esercito su ogni fronte.
Heiross, tuttavia, si disse capace di aspettare.
Anche alla resistenza dei suoi nemici vi era un limite, proprio come ciò era costato la vita alla coraggiosa Selenna, dunque non doveva fare altro che attendere i suoi nemici al varco e schiacciarli al minimo segno di debolezza.
Circa venticinque anni dopo, la situazione era ancora di stallo.
Lord Heiross spadroneggiava incontrastato sul Continente Centrale, dopo aver deposto l'ultimo re degli uomini, e le razze neutrali strinsero con lui un'alleanza che stabiliva una certa libertà in cambio della loro cieca e fedele devozione all'impero. Chi non giurava fedeltà al Sommo Signore di Kragenglass, pur non essendo così incosciente da metterglisi contro, era obbligato a vivere da reietto con tutta la sua famiglia. Le foreste si fecero sempre più insicure, costantemente pattugliate sia di notte che di giorno, giacché gli orchi e i goblin facevano strage di chiunque capitasse a tiro.
Il tempo trascorse, le stagioni si susseguirono, e Selenna e la sua spada Uldengràd entrarono nel mito e nella leggenda.
Molti giovinetti e altrettante fanciulle sognavano di emulare le gesta della guerriera, combattendo contro Lord Heiross e la sua spada, ma si trattava solo di sogni e fantasie tipiche degli adolescenti.
Gli eroi scarseggiavano, in quella terra vessata dalla violenza, e non sempre il coraggio disponeva di armi adatte a sostenerlo.
Eppure, c'era qualcuno in grado di raccogliere l'eredità di Selenna.
Qualcuno che non era disposto a tollerare soprusi e ingiustizie e che, anzi, ambiva a riscattare l'intera Kragenglass dalla perfida mano del tiranno.
In risposta al grido d'invocazione dei deboli e degli inermi, proveniente da molto lontano, qualcuno si mise in marcia per mettere la propria forza e il proprio coraggio al servizio della libertà e della giustizia...

Sì, quel "qualcuno" sei... PROPRIO TU !!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2792392