The truth always comes to the surface.

di OfeliaMontgomery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stein! ***
Capitolo 2: *** La decisione di Victor. ***
Capitolo 3: *** Stupido Aaron. ***
Capitolo 4: *** Il ballo di fine anno. ***
Capitolo 5: *** Come cane e gatto. ***
Capitolo 6: *** Merry Xmas from the Frankenstein. ***



Capitolo 1
*** Stein! ***


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Titolo capitolo: Stein!
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Mary Shelley e Stein ‘La Creatura’
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale
Intro capitolo: Mary sente Stein prendere in giro Caroline, dato che ancora non ricorda niente. Infuriata per le prese in giro verso la cognata, decide di parlare a suo marito e mettere fine a questa cosa o almeno fin quando la ‘vera Caroline’ non fosse tornata.  
Avvertimenti: Missing Moment del capitolo ‘3’.

Numero parole usate: 570.

Caroline scosse la testa «Non sono più quella ragazza; sono morta e sono ritornata in vita con pezzi di altre persone. Sì, sono diversa, mi sento diversa e non riesco a capire come sia possibile ritornare in vita» commentò seria, continuando a ritirare i vestiti puliti nell’armadio e quelli sporchi, nel cesto per i panni da lavare.
«Anche io sono stato riportato in vita e non ho fatto tutte queste storie» Stein fece una smorfia mentre si sfilava dai capelli un paio di mutande della sorella.
«Tu hai direttamente ucciso nostro ZIO!» disse arrabbiata, sfilando dalle mani del fratello il suo intimo e ritirandolo in un cassetto.
Stein rise ancora poi con una mossa del bacino, si tirò su e salutando la sua sorellina con un ‘ciao mostriciattolo’, uscì dalla sua stanza, lasciando Caroline da sola ed immersa nei suoi vestiti.
 
Appena Stein fu fuori dalla camera della sorella, si trovò Mary con uno sguardo furibondo e le braccia incrociate sotto al petto. Mary stava guardando malissimo il marito, aveva sentito quello che le aveva detto.
«Stein!» strillò Mary prendendo il marito per un braccio per poi trascinarlo nella loro camera da letto.
La loro camera da letto era al fianco di quella di Caroline. Ma diversamente da quella di Caroline era sempre ordinata e pulita.
Le pareti erano color sabbia e i mobili erano in legno massiccio: il letto, coperto da una leggera trapunta color latte, l’armadio a sei ante battenti, quelle centrali erano a specchio, un comò con quattro cassetti e due comodini con due cassetti ai lati del letto.
Mary fece sedere suo marito sul letto poi trascinando, sul tappeto persiano, il lungo vestito bianco, si sedette anche lei.
La donna fece un profondo respiro poi prese una mano, gelata, del marito e la strinse fortemente.
«Stein…» Mary incominciò a parlare ma il marito la bloccò in tronco, «So cosa stai per dire: ‘Stein devi comportati meglio con tua sorella’ ‘Stein non ricorda ancora nulla’ ‘Povera piccola’ Blah, blah, blah…» disse annoiato Stein, muovendo a destra e sinistra il capo.
Mary sospirò bruscamente, «Stein è la verità. Non ricorda nulla, facendo così la confondi e basta. Prima avrebbe riso, ora no. Ora si spaventa perché non ha nessun ricordo di com’era prima. Quindi ti prego per adesso lasciala stare. Se le vuoi stare vicino, va bene, ma se la devi prendere per i fondelli, ti prego di lasciarla stare» parlò velocemente la moglie, sventolando nell’aria i suoi capelli neri e bianchi. Dovuti alla forte intensità di scossa che la riportò in vita, rovinandole - secondo lei - i capelli.
Stein sospirò grattandosi il mento giallastro poi puntò i suoi scuri in quelli altrettanto scuri di lei e le sorrise.
«Va bene, la lascerò in pace, contenta?» le chiese alzando le sopracciglia.
Mary annuì poi prendendo il viso squadrato del marito, gli diede un dolce bacio sulle labbra sottili.
«Ti ringrazio Stein» gli sussurrò dolcemente mentre gli accarezzava il viso, stando attenta a non sfiorare i bulloni sul collo e le cicatrici sulla guancia sinistra e sulla fronte.
Stein sbuffò goffamente facendo così ridere la moglie che gli diede un leggerlo colpetto sulla spalla poi si alzò con eleganza ed uscì dalla loro camera da letto. Stein sbuffò ancora più forte per poi abbandonarsi con il busto e la testa sul letto. Lo aveva promesso a Mary, non doveva prendere in giro Caroline. Ci sarebbe riuscito? Si, ovviamente.
 

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Capitolo 2
*** La decisione di Victor. ***


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Titolo capitolo: La decisione di Victor.
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Caroline Frankenstein, Victor Frankenstein e Lullaby, la cagnolina.
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale
Intro capitolo: Victor sentendo la figlia giocare e ridere con la sua cagnolina, decide di parlarle del fatto che la manderanno a scuola. Anche se non è del tutto d’accordo con la richiesta della moglie.
Avvertimenti: Missing Moment del capitolo ‘4’. Poco prima che la madre chiamasse Caroline per fare la pizza.
Numero parole usate: 326
 
Mary stava parlando animatamente col marito, del fatto che era davvero felice che Caroline potesse ritornare a scuola. Stein bonficchiò un ‘evviva’ per poi ritornare a leggere il suo giornale.
Victor era stravaccato goffamente sulla poltrona ed era intento ad ascoltare la risata felice della figlia che echeggiava dal giardino sul retro. Caroline era intenta a giocare con Lullaby. La sua cagnetta preferita. Il dottore sbuffò sonoramente poi con una mossa del bacino, si alzò dalla poltrona ed uscì dalla stanza.
Victor iniziò a scendere le scale, per poi dirigersi verso la porta che portava sul retro, al giardino. Aprì la porta di legno e mise fuori un piede. La cagnolina nel sentir la porta aprissi, iniziò ad abbaiare, attirando così anche l’attenzione della figlia.
Victor uscì del tutto e accarezzò la testa pelosa della cagnolina che iniziò a fare le feste. Caroline gli sorrise teneramente poi gli corse incontro e prese in braccio la cagnolina. Iniziò ad accarezzarle il pelo bianco mentre aspettava che il padre si decidesse a parlare.
«Io e tua madre abbiamo deciso che potrai tornare a scuola» disse tutto d’un fiato il padre, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Caroline strillò saltellando sul posto. Lullaby spaventata dalle strilla della ragazza, si divincolò dalle sue braccia e scappò a nascondersi dietro ad una statua di marmo, ritraente la madre.
«Davvero? Oddio grazie, grazie» strillò Caroline poi abbracciò di slancio il padre che per poco non cadde al suolo.
«Sì, quindi ora divertiti pure con Lullaby che da domani inizierai a studiare per bene» disse serio il padre per poi far spuntare un accenno di sorriso.
Caroline rise poi annuì sorridente. La ragazza girò la testa e cercò con lo sguardo la sua cagnolina.
«A dopo papà e grazie» disse svelta la ragazza per poi andare a rincorrere la sua cagnolina.
Victor annuì poi sorrise nel vedere la sua figlia così spensierata. La salutò dolcemente poi rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 3
*** Stupido Aaron. ***


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Titolo capitolo: Stupido Aaron.
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Caroline Frankenstein e Aaron Doan
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale
Intro capitolo: Aaron continua ad insistere per uscire con Caroline, ma lei continua a dire di no. Stufa delle continue domande, accetta ma non si presenta all’appuntamento. Da quel momento Aaron smette di chiederle di uscire.
Avvertimenti: Missing Moment del capitolo ‘8’.
Numero parole usate: 591

 
«Dio Caroline perché non vuoi uscire con me? Che ti ho fatto di male?» gli domandò Aaron appoggiandosi all’armadietto della ragazza.
Caroline sbuffò seccata poi iniziò a spintonarlo per farlo spostare dal suo armadietto, «Levati che sennò arrivo tardi a lezione» disse infastidita dal comportamento del ragazzo.
«Allora esci con me e ti prometto che non romperò più» disse serio Aaron, passandosi una mano fra i capelli castani.
«No. Quindi ti prego basta…sono stanca» disse seccata Caroline, riuscendo finalmente a spostare Aaron dal suo armadietto.
Aaron sbuffò sonoramente «Cosa ti ho fatto? Non sono abbastanza bello per te?» la tartassò di domande.
Caroline roteò gli occhi «Non centra nulla. Non mi piaci e basta» ribatté sempre più seccata da questa conversazione.
«Oh, eddai solo un’uscita e poi basta» disse battendo i piedi sul pavimento sporco dei corridoi della scuola.
Caroline tirò fuori dal suo armadietto un libro poi lo chiuse con forza, emettendo un forte rumore metallico.
«Ti ho detto di no» disse svelta, per poi mettersi a camminare velocemente per arrivare in tempo nella classe di matematica. Aaron rimase lì con una faccia da pesce lesso, non avrebbe smesso di chiederle di uscire, no per nulla al mondo.
 
Ora dell’intervallo.
Quel giorno nessuno dei suoi amici si era presentato perché ‘stavano male’, ma chiaramente era una scusa per la serata che avevano avuto, in qualche lurido pub.
«Ciao Caroline» disse contento Aaron. Il ragazzo si sedette al suo fianco, sui gradini che c’erano nella parte della mensa al di fuori della struttura scolastica.
Caroline sbuffò seccata portandosi le mani fra i capelli, «Aaron ancora tu» commentò annoiata.
«Si, ancora io. Allora va bene se ti passo a prendere questa sera alle otto?» le domandò sorridendole goffamente.
Caroline lo fulminò con lo sguardo «Da quando io avrei accettato di uscire con te?» domandò lei alzando le sopracciglia.
Aaron alzò le spalle «Dai è solo un’uscita» rispose semplicemente lui. Caroline sbuffò sonoramente poi accettò di uscire con lui, ma solamente se avrebbe smesso di romperle le palle.
«Finalmente! Ti passo a prendere stasera alle otto?» le chiese ancora, questa volta contentissimo.
Caroline scosse la testa, «Incontriamoci al Les Brasseurs alle otto» gli rispose, poi prese il suo zaino e alzandosi, sorrise vittoriosa. Finalmente Aaron avrebbe smesso di chiederle di uscire. Aaron annuì mentre si alzava per poi salutarla felice e andarsene.
 
Sera. 19:56. Les Brasseurs.
Aaron continuava a guardare prima l’orologio poi l’entrata del bar, in attesa di Caroline. Il ragazzo però era inconsapevole che la ragazza che tanto aspettava, le aveva già dato buca senza neanche essere passate le 20.
Aaron iniziò ad ordinare un drink per lui mentre attendeva Caroline. Appena arrivò il suo drink, se lo sgolò in una volta sola poi ne ordinò un altro e un altro ancora.
Caroline si trovava fuori dal bar e spiava Aaron divertita. Aveva notato che lui continuava a guardare verso la porta, per poi sbuffare non vedendola arrivare. La mora tirò fuori il cellulare e scrisse un messaggio molto carino ad Aaron.
 
A: Aaron Doan
Ciao Aaron, piaciuta l’uscita? Ti avevo avvertito di lasciarmi in pace. Perdonami ma la mia pazienza era finita da un bel po’. Trovati qualcuna che sia interessata a te e mi dispiace dirtelo ma io ho un altro ragazzo per la testa.
Baci, Caroline.
 
Caroline aspettò che Aaron leggesse il messaggio per poi andarsene via vittoriosa, finalmente l’avrebbe lasciata in pace. Persino la faccia sconvolta e rattristata del ragazzo non le fece cambiare idea, anzi accelerò il passo per potersene tornare a casa al più presto.

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Capitolo 4
*** Il ballo di fine anno. ***


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Titolo capitolo: Il ballo di fine anno. (giugno 2014)
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Caroline Frankenstein, Alice Browning, Ursula Wood, Oliver Heard, Frank Grant, Verona e Jonathan Dracul.
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale
Intro capitolo: Caroline e gli altri si dirigono verso la scuola per il ballo in maschera di fine anno. La ragazza ovviamente non si aspetta di trovare anche Verona e Jonathan. Il padre le aveva detto chiaramente che non si poteva vedere con i Dracul, ma AMEN.
Avvertimenti: Nel ricordo del capitolo 10, Caroline, Ulla e Ice parlano del ballo di fine anno e del disastro che la rossa, in quel momento rosa si era combinata ai capelli. Quindi Missing Moment del ricordo del capitolo ‘10’.
Numero parole usate: 1092.

 
Caroline camminava avanti ed indietro per la sua stanza, aspettando impazientemente l’arrivo delle sue amiche.
La ragazza indossava un vestito lungo fino alle ginocchia, rosso con strisce nere. Sulla gonna erano verticali, mentre nella parte superiore erano oblique. I capelli era stati tirati indietro da un fermaglio e resi boccoluti con l’arricciacapelli. La maschera era nera e fatta di pailettes. Si era truccata gli occhi di nero e le labbra di un bel rosso acceso.
Dopo almeno una quindicina di minuti, smise di camminare perché sennò si sarebbe stancata. Sospirando, si sedette sul letto e aspettò l’arrivo delle amiche.
«Caroline, sono arrivate le tue amiche» urlò Mary dal piano inferiore. Caroline sospirò felice poi prese la sua borsetta, uscì dalla sua stanza e scese le scale, quasi correndo.
«Finalmente» esclamò la mora, andando incontro alle sue amiche.
Caroline le guardò attentamente gonfiando le guance, «Siete bellissime» esclamò ancora.
Ursula indossava un vestito giallo con la parte superiore contornata di nero. Anche lei come Caroline si era tirata indietro i capelli con un fermaglio, ma non li aveva resi boccoluti perché già li aveva mossi. La maschera era nera ma quasi trasparente. Invece Alice indossava un vestito rosa con i capelli lasciati sciolti ma portati d’un lato. Lei indossava una maschera rosa pallido contornata da pailettes.
«Anche tu sei uno schianto» commentò Ice, abbracciando l’amica.
«Forza, è meglio andare» disse Ulla prendendo per un braccio Caroline che annuì poi salutò i genitori ed infine uscirono dalla villa dei Frankenstein.
 
La limousine che aveva affittato Oliver li portò precisamente davanti alla scuola. La musica era così alta che si sentiva persino fuori dall’edificio scolastico. Entrarono nella scuola. Ulla e Caroline a braccetto, mentre Ice e Olly mano nella mano.
Le ragazze poterono constatare che Lola non aveva badato a spese per rendere il tutto fantastico e indimenticabile. I palloncini che erano sparsi per i corridoi della scuola erano bianchi.
Il gruppo di amici si diresse verso la palestra. Appeso sopra alla porta della palestra c’era uno striscione bianco e nero che dava il benvenuto al ballo in maschera.
Quando entrarono in palestra la musica echeggiava copiosamente nella stanza ed era tutto così illuminato.  C’erano gruppi di ragazzi che ballavano in mezzo alla pista; altri bevevano un bel bicchiere di punch; altre invece parlavano della loro preparazione per quella notte meravigliosa; altri invece se ne stavano seduti ai tavoli ad aspettare che qualcuno si decidesse a chiederli di andare a ballare. Una band chiamata apposta per il ballo stava cantando e suonando ‘I don’t love you’ dei My Chemical Romance.
Oliver e Ice si fecero fare una foto con uno sfondo azzurro con le nuvole, mentre si
davano un bel bacio appassionato. Caroline ed Ulla invece se ne fecero fare due in cui avevano delle facce buffe.
C’era un piccolo tavolo dove erano appoggiate un quantità abbondante di snack, una enorme caraffa piena di  punch e altre bevande.
La sala era piena di palloncini bianchi, rosa e neri, pailettes, striscioni con scritto ‘Ballo in maschera, c’erano anche molte luci colorate sparse per la palestra. Era tutto splendente e ben organizzato. Caroline si meravigliò del lavoro ben fatto di Lola. Beh ovviamente quello era il suo campo. Lei non sarebbe riuscita a mettere insieme nulla di tutto quello.
«Line!!» strillò Ice indicandole Frank Doan. Il ragazzo per cui aveva avuto una cotta al primo anno di liceo.
Frank indossava uno smoking nero, come il resto del corpo studentesco maschile e i capelli tirati su con un bel po’ di gel.
«Ehi» salutò Frank per poi battere il cinque con Olly. Ice sbuffò scuotendo la testa ed esclamando: ragazzi, chi li capisce.
«Wow Caroline sei uno schianto» esclamò Frank puntando gli occhi sulla mora. Caroline arrossì, iniziando a dondolarsi imbarazzata.
«Anche tu non sei niente male» ribatté lei sorridendogli. Il ragazzo ricambiò il saluto poi fece i complimenti anche ad Ursula e ad Alice.
 
Caroline si allontanò un attimo da gruppo per poter prendere qualcosa da bere. In lontananza poté notare Aaron, il ragazzo era intento a provarci con una del primo anno che ovviamente non se lo filava.
«Sei Caroline giusto?» una voce femminile la riportò alla realtà. Per lo spavento fece scivolare il bicchiere dentro alla caraffa del punch poi si girò imbarazzata.
«Sì, sono io. Tu chi sei?» le domandò lei.
«Sono Verona, la sorella di Jonathan. Lui è qui e ti sta aspettando» le rispose la bionda nascosta da una maschera blu, prima di sparire alle sue spalle.
Caroline strabuzzò gli occhi. Jonathan era davvero lì? Doveva assolutamente cercarlo.
La mora incominciò a cercare Jonathan fra la folla. Ma era quasi impossibile identificarlo, essendo che tutti aveva una maschera sul viso.
«Splendore ti andrebbe di ballare con me?» le chiese qualcuno fermandola per un braccio. Quella voce l’avrebbe riconosciuta ovunque, era Jonathan.
Caroline si girò verso di Jonathan e gli sorrise, prima di saltargli addosso per poi stringersi a lui.
«Come è bello vederti. Ero così stanca di sentirti solo per telefono» disse Caroline mettendo il broncio. Jonathan le sorrise dolcemente per poi avvicinare la sua bocca a quella di lei. Caroline si ritrovò le labbra di Jonathan sulle sue: morbide, calde e dolci. Non fu un bacio passionale, ma un leggero bacio a stampo.
«Lo so» le sussurrò all’orecchio poi si staccò da lei e si guardarono negli occhi. Jonathan le chiese se volesse ballare. Lei accettò felice.
Caroline poggiò entrambe le mani intorno al collo di Jonathan invece lui le poggiò entrambe le mani sui fianchi. Iniziarono a ballare, dondolandosi un po’ poi Jonathan se la avvicinò tirandola per i fianchi e la baciò dolcemente.
«Vorrei che i momenti con te fossero infiniti» le sussurrò Jonathan all’orecchio. Caroline rabbrividì, non per il freddo ma per la passione che ci aveva messo nel dire quella frase.
«Anche io. Sto così bene con te» disse Caroline per poi fare ricongiungere le loro bocche.
«Ragazzi prendetevi una stanza» esclamò Verona passandogli accanto. Jonathan si staccò da Caroline e mandò dolcemente a fanculo la sorella. Caroline invece abbassò la testa imbarazzata.
«Ragazzi è ora di eleggere il Re e la Regina di questa» urlò il professore da sopra il palco, facendo così, portò tutte le attenzione su di sé.
Jonathan guardò tristemente Caroline negli occhi e lei capì che se ne sarebbe andato «Tesoro devo andare, ti prometto che ci rivedremo presto» le disse svelto. Le scoccò un bacio sulle labbra prima di venir trascinato via da Verona che stava borbottando qualcosa. Caroline sospirò tristemente per poi ricomporsi ed andare a cercare i suoi amici.

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Capitolo 5
*** Come cane e gatto. ***


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Titolo capitolo:  Come cane e gatto.
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Caroline e Stein ‘La Creatura’ Frankenstein.
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale
Intro capitolo: Caroline e Stein si divertono a farsi scherzi a vicenda.   
Avvertimenti: Missing Moment di Caroline e Stein prima che lei venisse sbranata e riportata in vita.
Numero parole usate: 765

 
Caroline quella mattina d’estate si era svegliata presto per il troppo caldo e il primo pensiero fu quello di fare uno scherzo al suo caro adorato fratellone. Così scese dal suo letto, si fece una bella doccia rinfrescante per poi iniziare a pianificare il suo terribile scherzo.
Scese in cucina a prendere dell’olio per cucinare e una bacinella, per poi tornare nella sua stanza e attuare il suo piano.
Caroline iniziò a riempire di acqua gelida la bacinella poi aprì la bottiglia di olio e sorrise malignamente. Chiuse il rubinetto poi uscì dal bagno per avviarsi verso la camera di Stein e Mary.
La ragazza mise l’olio a terra, fuori dalla porta della stanza di Stein e sopra ad essa che era semichiusa mise la bacinella piena d'acqua gelida. Così quando il fratello avrebbe aperto la porta sarebbe scivolato e bagnato con l’acqua gelida.
Caroline sorrise ancora poi urlò al fratello di venire un attimo in camera sua. Stein brontolò qualcosa di incomprensibile poi si alzò dal letto, perché Caroline aveva sentito le molle cigolare.
Caroline si era appostata davanti alla porta della sua camera con già in mano il cellulare e sulla fotocamera per registrare lo scherzo.
Stein urlò che stava arrivando, quando aprì la porta e la bacinella piena d’acqua si rovesciò su di lui, bagnandolo tutto. Stein urlò furioso contro Caroline che rideva divertita mentre filmava il tutto. Il più grande dei Frankenstein fece un passo in avanti e scivolò sull’olio che aveva messo la più piccola. Stein era steso a terra, completamente bagno, mentre imprecava contro alla sorella che invece se la rideva, tenendosi persino la mano sulla pancia.
«Caroline io ti uccido» disse digrignando i denti. Caroline rise poi gli fece la linguaccia e tornò in camera sua. Il suo scherzo era andato a buon fine.
 
Stein era entrato nel bagno di Caroline mentre lei si trovava in piscina con i suoi amici e sorride diabolicamente.
Entrò nella doccia e invertì le manovelle dell’acqua nella doccia: aveva messo quella blu (fredda) nella parte di quella calda e quella rossa (calda) nella parte fredda.
Uscì dalla camera della sorella, appena in tempo per sentirla arrivare di corsa in casa. Salutò i suoi genitori, dicendo che si sarebbe fatta una bella doccia prima di uscire a cena con loro.
Stein sorrise malignamente mentre entrava nello suo studio e aspettava con impazienza l’urlo di sorpresa della sorella.
Caroline salì velocemente le scale, «Ciao coglione» urlò al fratello poi entrò nella sua stanza.
Entrò in bagno ed iniziò a svestirsi. Tolse la canottiera poi il sopra del costume, i pantaloncini ed infine il sotto del costume. Si diede un’occhiata alla specchio: era rossa peggio di un peperone. Quel giorno si era davvero abbronzata per bene.
Caroline fece scorrere la porta della doccia e ci entrò dentro. Girò la manovella dell’acqua calda, ma invece di quella l’ha investì in pieno un forte getto di acqua gelata.
La ragazza urlò sorpresa poi furiosa, perché aveva capito che era stato, uscì dalla doccia, si avvolse intorno al suo asciugamano e con passo stile hulk, si diresse verso lo studio del fratello.
«Stein io ti ammazzo!» urlò infuriata sbattendo il pungo con forza contro la porta della studio di Stein.
Il fratello in cambiò rise di gusto, «Ben ti sta sorellina».
 
Avevano da poco festeggiato il quinto anno di matrimonio di Stein e Mary, e a Caroline era venuto in mente un grandissimo scherzo da fare al fratello.
Caroline controllò se il fratello stesse ancora dormendo in salotto. Di fatti era ancora lì che ronfava beatamente. Sorrise per poi dirigersi verso la cucina e prendere un enorme fetta di torta alla crema che aveva preparato lei e la madre, per l’anniversario di matrimonio del fratello e Mary. Facendo piano e camminando lentamente, tornò in salotto, dove il fratello dormiva e si piazzò davanti a lui con la torta in mano.
Il fratello aveva una mano a penzoloni ed era proprio in quella che gli mise la torta. Caroline si alzò facendo piano e andò a prendere una penna d’oca, che usava il padre per scrivere il suo diario per gli esperimenti, dopodichè iniziò a muoverla sul viso di Stein, stando nascosta dietro al divano. Stein iniziò ad arricciare il naso poi tirò su la mano piena di torta e cominciò a grattarsi il viso, riempiendoselo di crema, panna e pan di spagna. Caroline scoppiò a ridere mentre Stein si alzò di scatto e guardò sconvolto la sorella.
«Caroline» gridò Stein pulendosi il viso con le mani.
«Ops» disse con fare infantile alzando le spalle e volteggiando sul posto.

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Capitolo 6
*** Merry Xmas from the Frankenstein. ***


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Titolo capitolo: Merry Xmas from the Frankenstein
Fandom: Sovrannaturale
Personaggi: Famiglia Frankenstein.
Rating capitolo: Verde
Generi principali: Generale, Natalizio
Intro capitolo: Il Natale a casa Frankenstein.
Numero parole usate: 1160

 
Era il 24 dicembre, mancava esattamente un giorno a Natale. Caroline e sua madre, Elizabeth, erano alla ricerca degli ultimi regali.
L'arrivo del Natale ogni anno era preannunciato da un'atmosfera particolare. Le strade illuminate della città di Ginevra si erano riempite di gente animata da entusiastica frenesia, chi chiacchierava con vivacità o chi si precipitava nei negozi per comprare gli ultimi regali. Caroline si fermò a guardare una bancarella di cose fatte artigianalmente con l’aria gelida e frizzantina che le pungeva la faccia.
Una sfilza di bancarelle di prodotti artigianali e non, si trovavano sotto il bagliore delle luci della chiesa nella storica Place de la Fusterie.
«Mamma, posso prendere questo a papà?» chiese Caroline alla madre mostrandole un angioletto in legno intagliato a mano. La madre si passò una mano guantata fra i capelli corvini, «Potrebbe andare bene, tanto sai che tuo padre adora qualsiasi regalo tu gli faccia» rispose Beth mettendosi al fianco della figlia e sfilandole dalle mani l’angioletto, per guardarlo meglio.
«Qual è il prezzo?» chiese la madre di Caroline all’artigiano. Un uomo anziano con i capelli bianchi e una folta barba.
«6 franchi» rispose l’anziano sorridendo alle due donne. Caroline annuì poi tirò fuori dalla sua borsa il borsellino e pagò. L’anziano prese i soldi poi mise in un sacchetto dorato l’angioletto e lo consegnò alla ragazza.
«Grazie» disse cordialmente Caroline poi insieme alla madre, entrarono in un negozio di videogame. Ecco quale sarebbe stato il regalo di Stein da parte della sorella.
 
Natale.
E in famiglia Frankenstein come si iniziava la giornata di Natale? Ovviamente con un litigio fra i due fratelli. Caroline, quella mattina, appena sveglia, si era messa a cercare il suo i-pod perché voleva ascoltarsi un po’ di musica prima di sentire tutti li scleri della madre in cucina, ma lo aveva trovato immerso in un bicchiere d’acqua. Capì subito che l’artefice di tutto ciò era stato il fratello. Così in fretta e furia si era precipitata nella camera da letto di Stein e Mary e aveva cominciato ad inveire contro al fratello. Lui ovviamente se la rideva e questo faceva infuriare ancora di più Caroline. Ed ecco qui il primo litigio di Natale.
«Stein! Caroline!» sbraitò Mary dietro alle spalle due ragazzi e incrociando le braccia al petto.
Caroline bonficchiò uno scusa poi uscì di corsa dalla loro camera per entrare nella sua e cominciare a cambiarsi.
 
Caroline se ne stava in salotto a guardare fuori dalla finestra, seduta sulla poltrona, la bufera di neve che stava ricoprendo la città di Ginevra. La neve cadeva candida. Piccoli fiocchi di neve andavano ad adagiarsi delicatamente sui tetti delle case, dei negozi, delle fabbriche e sulle strade, rendendo il passaggio difficile e sugli alberi, colorando di bianco il paesaggio.
Girò la testa verso la porta a due battenti del salotto, quando sentì che qualcuno stava entrando nella stanza. Era suo padre che stava aggiustando un piccolo aggeggio elettronico che aveva costruito lui. Enormi occhi da vista erano appoggiati sul suo naso. Indossava ancora il suo vecchio e logoro camice da laboratorio.
«Buon Natale papà» disse Caroline sorridendo al padre. L’uomo alzò la testa sorpreso «Oh tesoro non sapevo fossi qui. Buon Natale anche a te. Dì alla mamma che vado un attimo nel laboratorio ad aggiustare questo, poi arrivo» ribatté dolcemente il padre poi sparì dietro alla porta che portava al laboratorio.
Caroline annuì poi si guardò in giro sorridendo. L'angolo più colorato del salotto era quello dove si trovava l'albero di natale, un grande abete vero, pieno zeppo di palline, addobbi e soffici batuffoli di cotone che sembrano fiocchi di neve e mille luci colorate ad intermittenza.
«Caroline, tesoro! Buon Natale» esclamò la madre entrando nella stanza con un vassoio pieno zeppo di biscotti.
La ragazza si alzò dalla poltrona e andò incontro alla madre, «Buon Natale anche a te mamma» ribatté lei, dandole un bacio sulla guancia.
 
Ora di cena.
Avevano iniziato con un piatto di involtini di bresaola e philadelphia gustosissimi. Caroline ne prese due porzioni. Elizabeth come primo aveva preparato la sua specialità: pasta al forno. Erano piaciute a tutti, soprattutto a Stein e a Victor che ne presero un’altra porzione. Il secondo lo avevano preparato Elizabeth e Caroline ed era arrosto di maiale. Infine avevano bevuto il caffè e mangiato una coppa di mousse al cioccolato a testa, anche se Caroline ne avrebbe voluto averne un’altra. Erano pieni fino all’orlo. Avevano bevuto vino e anche qualche bicchiere di champagne.
«Non vedo l’ora di aprire i regali» commentò Caroline toccandosi la pancia gonfia.
«Come sempre» ribatté Stein bevendo un sorso di vino. Caroline gli fece la linguaccia poi alzandosi a fatica, aiutò la madre a sparecchiare.
«Mary, Stein mi ha detto che volete adottare un bambino. È grandioso» esclamò Elizabeth quando fu di ritorno dalla cucina.
«Oh povero bambino» ribatté Caroline ridendo sotto ai baffi. Stein la fulminò con lo sguardo «Sta’ zitta Caroline» esclamò lui.
«Okay, basta. Andiamo ad aprire i regali e voi due – indicò Stein e Line – non dovete fare commenti perfidi e per favore evitate di litigare almeno una volta» disse il padre mettendosi apposto gli occhiali sul naso.
«Okay» dissero insieme i due fratelli Frankenstein, guardandosi negli occhi.
 
La prima ad aprire i regali fu Caroline che ricevette: un i-pod rosa da parte di Stein; un maglio nero da parte di Mary; una borsa e una trousse da parte della madre e un telefonino nuovo di zecca da parte del padre.
«Oddio!! Grazie mille» esclamò contentissima Caroline, abbracciando tutta la sua famiglia.
Il secondo fu Stein che ricevette: un videogame da parte di Caroline; un bracciale d’oro da parte di Mary; un maglione beige da parte della madre e un televisore da mettere in camera da letto da parte del padre.
«Wow, non mi aspettavo questi regali, grazie mille» disse Stein tenendo fra le mani il bracciale che gli aveva regalato la moglie, «Grazie amore» baciò Mary sulle labbra poi le sorrise dolcemente.
La terza fu la madre che ricevette: un vestito a tubino nero da Caroline; una collana da Stein; una borsa da Mary e un anello pieno di diamanti da parte di Victor.
«Sono bellissimi. Grazie amore mio» diede un bacio sulla labbra a Victor poi abbracciò il resto della famiglia. Abbracciò per ultima Caroline «Tranquilla che il vestito te lo presterò» le sussurrò all’orecchio, facendola ridere.
La quarta fu Mary che ricevette gioielli da parte di tutti. Mary rise «Non ho mai avuto così tanti gioielli in vita mia, grazie mille» commentò ringraziando tutti.
Ed infine Victor che ricevette esclusivamente solo cose elettroniche da montare e rimontare a suo piacimento. Victor si grattò la nuca «Grazie mille a tutti, ora potrò continuare a costruire il mio robot» commentò l’uomo sorridendo a tutta la sua famiglia.
«E’ stato un Natale meraviglioso» commentò Caroline appoggiando la testa sulla spalla del fratello.
«Ti voglio bene peste» disse Stein cingendole la vita.
«Anche io stronzone» ribatté Caroline facendo ridere tutti in quella stanza calorosa.
 

 

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