Hi no Ishi: non arrenderti di emmevic (/viewuser.php?uid=131809)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 1.2 ***
Capitolo 3: *** 2.1 ***
Capitolo 4: *** 2.2 ***
Capitolo 5: *** 3.1 ***
Capitolo 6: *** 3.2 ***
Capitolo 1 *** 1.1 ***
1.1 «È
così difficile sopravvivere,» borbotta Tsunade, la
voce incrinata, osservando il villaggio brulicante di vita
«ho sempre pensato ― sperato
― di morire io prima di lui¹».
Dan si appoggia alla
ringhiera in silenzio e allunga una mano; le sfiora la schiena con un
tocco leggero, intimo.
Non dice niente.
«Aveva solo
dodici anni» la donna soffoca malamente un singhiozzo,
distraendosi con la catenina della collana; le dita che si stringono
attorno ad essa. «Era ancora un bambino» mormora, e i bambini non dovrebbero
morire conclude poi mentalmente, cercando di non lasciarsi
sfuggire un addolorato lamento e di concentrarsi sulla mano di Dan.
Almeno lui
c'è, almeno lui è ancora accanto a lei.
«La guerra
non è mai misericordiosa; soprattutto con i più
giovani» dice l'uomo a bassa voce, gli occhi socchiusi,
pensierosi, mentre continua a carezzare la schiena di Tsunade. E non la
rincuora con parole finte, non la inganna affermando un illusorio andrà tutto bene
o un vuoto passerà,
perché la guerra imperversa ancora e il futuro è
incerto per tutti.
Riempire il presente
di false speranze sarebbe solo l'ennesimo errore.
«Ti
amo» sussurra quindi, sperando di colmare il nero dolore
della perdita con un sentimento luminoso. Non me ne vado.
1.
Sta parlando di Nawaki, suo fratello minore, morto in missione.
♣ Note
Hi
no Ishi è
la Volontà del Fuoco, è il credo dei ninja di
Konoha, secondo cui i guerrieri della Foglia devono amare, credere e
lottare per proteggere al meglio il proprio paese, così come
fecero i loro precedessori. Spiegato questo è facile
comprendere perché ho voluto dare questo nome alla raccolta:
Tsunade è l'incarnazione della Volontà del Fuoco.
• I
prompt del pacchetto erano
perdita
e condivisione. Il primo
è il filo conduttore della raccolta, il secondo lega invece
in maniera sottile i primi tre episodi attraverso la collana del Primo
Hokage, amuleto che passa ― e viene quindi condiviso ― tra le mani di
Tsunade, Nawaki e Dan, per poi tornare alla donna.
• La
struttura della raccolta ha una logica precisa, che ho voluto seguire e
spero si possa intravedere. I primi due episodi sono incentrati su Dan
e Tsunade, il terzo e il quarto su Tsunade e Jiraiya, e gli ultimi due
si focalizzano unicamente sulla figura di Tsunade e sulle sue fatiche.
Ecco, diciamo che spero di aver dato una buona
introspezione a Tsunade, l'ho studiata un po' prima di scriverci sopra
e spero di aver capito il suo personaggio (uno dei pochi personaggi
femminili davvero straordinari).
• Prima classificata al Contest: tre è il
numero perfetto! indetto da Ayumu7 su EFP
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Capitolo 2 *** 1.2 ***
1.2 Dan,
mentre Tsunade ha le mani nel suo torace nel tentativo di
bloccare l'emoraggia, le promette di non morire, di non esalare
l'ultimo respiro. Non lì, non ancora: è troppo presto per
smettere di vivere, dice, cercando di convincersi a sua
volta.
Ma
sono tutte menzogne, sono menzogne che racconta a lei e a se stesso ― illusioni,
esattamente come quelle che non voleva darle. Perché la voce
dell'uomo si sta già affievolendo e il cuore è
lì lì per collassare.
Tsunade
non si rassegna fino all'ultimo: raccoglie ogni goccia della propria
energia nelle mani, facendo confluire anche la più piccola
quantità nei palmi, e si concentra sul petto squarciato di
Dan. Non può permettere che muoia così; con che coraggio guarderebbe il
proprio riflesso allo specchio, poi?
E
lui, lui, lui, mentre la donna argina la parte più profonda
della ferita, una voragine nella carne, chiude gli occhi. Non vuole
abbandonarla, ma il freddo che sente nelle ossa è troppo
forte e il suolo sotto il suo corpo troppo duro. Dan serra le palpebre
e tutto smette di avere senso, solo dolore e urla e sangue ovunque.
Sangue sulle mani, sangue sulle vesti, sangue per terra. È
morto.
Osserva
la collana che lui ha al collo e chiude i pugni, Tsunade, gridando di
disperazione.
Non abbandonarmi.
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Capitolo 3 *** 2.1 ***
2.1 Konohagakure
continua a vivere, nessuna sa, nessuno pensa. Tutto continua a scorrere
come se niente fosse successo. Tsunade vorrebbe prendere a pugni il
terreno sotto di sè, se solo servisse realmente a qualcosa.
Di sicuro Dan non torna
magicamente in vita.
Neanche se n'è resa
conto, che già è davanti alla casa di Jiraiya. La
donna trattiene il respiro, mentre bussa contro il legno della porta;
la ragazzina che si porta dietro, Shizune,
si allontana silenziosa, per
darle spazio ed intimità. Sa essere straordinariamente
discreta, la marmocchia.
«Ci ho pensato a
lungo e me ne sto andando» queste le parole con cui Tsunade
apre il discorso, appena vede il volto abbacchiato dell'ormai ex
compagno di team. Niente ciao,
diritta al punto, secca.
«Te ne stai
andando?».
L'eremita porcello strizza
gli
occhi mentre la guarda, abbagliato dal sole che nasce, e la domanda
risuona della sua indecisione; Tsunade coglie una voce femminile
domandare «chi è?» oltre le spalle di
lui. Ha compagnia.
«Già».
Lui la guarda con
più attenzione, sbatte le palpebre più
volte, come per schiarirsi la mente, ed esce in strada, chiudendosi la
porta dietro di sè.
«E dove staresti
andando?».
La donna incrocia le braccia e
con la mano destra sferza l'aria in un gesto generico. Nemmeno lei sa
dove andrà a finire, spera solo di poter trovare un modo per
stare meglio ― ammesso che sia possibile stare meglio.
«Capisco».
Mentre lo dice, Jiraiya si
disordina i capelli già arruffati e osserva di sottecchi lo
scollo della sua interlocutrice. Ne studia i contorni ben definiti, la
pelle chiara, il ciondolo azzurro che, scivolando nel mezzo, si perde
con armoniosità tra quelle curve dolci.
«Jiraiya!»
e lui alza le spalle, incurante. «Chi sarebbe la mocciosa
lì dietro?» domanda poi, indicando la ragazzina
magra appoggiata al muretto, a qualche metro di distanza da loro. I
capelli corti e mori le cadono lisci sul volto e gli occhi scuri
osservano distratti il cielo.
«È
sua¹
nipote. Shizune è il suo nome, lei
verrà con me».
Con un grugnito l'uomo
sancisce il suo assenso, un va
bene alla Jiraiya.
«Buon viaggio
allora» esplicita quindi.
«Credevo avresti
tentato di fermarmi».
«Certe volte
è necessario allontanarsi da casa per ritrovare la strada,
no?»
«Grazie»
per non giudicarmi una
codarda, per non pensare che me ne stia andando
solo per scappare.
E anche se Tsunade vuole
andare, dargli le spalle non è mai stato tanto difficile.
1. Dan e Shizune sono
imparentati, è suo zio.
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Capitolo 4 *** 2.2 ***
2.2 «Siamo
vecchi, ormai».
I raggi obliqui del sole che tramonta, arancioni, illuminano lo studio
dell'Hokage.
«Parla per te, Jiraiya» bofonchia Tsunade,
portandosi alla bocca la bottiglia di sakè che stringe tra
le mani; tracanna qualche sorso e già è finita.
«Hai anche tu cinquant'anni passati, eh» la canzona
l'altro, mentre la donna si lascia inebriare dall'amaro liquido, senza
assaporarlo appieno, troppo presa da altro. La migliore medicina di sempre,
lo scacciapensieri.
«Allora domani parti di nuovo. È
deciso?».
Jiraiya annuisce.
«Starò via per un po', il tempo di trovare
l'ispirazione per il nuovo romanzo» asserisce convinto, e
Tsunade sta per dire qualcosa, le labbra già socchiuse,
quando la porta del suo studio si spalanca d'improvviso.
«Lady Tsunade, deve ancora completare queste
pratiche!».
Shizune butta senza alcun riguardo una ventina di plichi sulla
scrivania del capo-villaggio, dopo essersi fatta spazio nella stanza
con le braccia cariche di fogli. «Li compili, mi
raccomando» si premura poi, prima di richiudersi la porta
alle spalle e scomparire dall'ufficio, così com'è
apparsa.
La donna alza gli occhi al cielo, annoiata, sistemandosi meglio sulla
sedia, e Jiraiya, appoggiato al muro, scuote la testa, ilare.
«Vedo che non sei cambiata per nulla in tutti questi anni,
ancora non ti piace compilare documenti e stilare rapporti»
bofonchia l'uomo con un sorriso.
Tsunade gli lancia un'occhiata severa, che sa di rimprovero, e lui ride
ancora di più, riconoscendola in quegli atteggiamenti
così cari. Gli sembra d'essere tornati giovani e innocenti,
quando ancora credevano nella felicità e confidavano nel
futuro, senza paure. Bei
tempi.
Poi un bussare convinto li distrae e si presenta un ANBU innanzi a
loro: l'attimo si spezza e con esso le risa. I doveri prima di tutto,
come sempre.
«Ti lascio ai tuoi impegni, Hokage» così
si accomiata Jiraiya, mentre sul volto della donna si fa largo la
serietà.
«Buon viaggio»
e torna presto.
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Capitolo 5 *** 3.1 ***
3.1 Per
quanto assurdo possa essere, Tsunade non è affatto atterrita
dall'idea di essere in punto di morte. Anzi, è quasi
egoisticamente contenta di poter finalmente
mettere la parola fine alla propria vita.
Non la spaventa la consapevolezza che fra appena pochi minuti il suo
cuore smetterà di battere e i polmoni di raccogliere aria. È la vita,
pensa. Si nasce, si
cresce ― tranne Nawaki, lui non ne ha mai avuto la
possibilità ― e
si muore. Tutto quello che poteva fare l'ha fatto, ed
evocare Katsuyu con le ultime gocce di chakra affinché
salvasse gli altri kage è stata, a suo pensiero, la scelta
migliore. Per lei non ci sono speranze, nemmeno tutta l'energia di
Katsuyu basterebbe: che vivano gli altri.
Sente sulla lingua il sapore dolce del sangue e sorride leggermente, la
donna. Sono pronta.
Il suo busto è già informicato, un torpore
diffuso che parte dal cuore estendendosi fino alle dita, e l'adrenalina
ancora in circolo ― non ancora assimilata completamente, per sua fortuna ―
le permette di non sentire l'estremo dolore che una persona tranciata a
metà proverebbe.
Non avrebbe alcun rammarico, Tsunade, se solo fosse riuscita anche a
battere Madara. Questo è il suo unico dispiacere: morire
permettendogli di continuare ad uccidere, colorando il suolo del sangue
scarlatto degli innocenti.
Avrebbe dovuto sconfiggerlo, avrebbe voluto.
Nel corso della sua lunga vita Tsunade ha, di fatto, dovuto fare molte
cose per poter vivere in pace con se stessa e azzittire il senso del
dovere che l'ha sempre animata. La famosa volontà del fuoco,
ecco come chiamano a Konoha quel sentimento che l'ha spinta ad andare
avanti e a fare ciò che non avrebbe voluto fare.
Perché Tsunade non ha mai voluto essere
Hokage, ma ha dovuto
esserlo. Per lei e per tutti gli altri, per onorare il passato e dare
un senso al futuro.
Non che la cosa, comunque, le sia mai dispiaciuta: essere Hokage porta
indubbiamente innumerevoli vantaggi e privilegi, ma non è
questo ciò che sognava ad occhi aperti da piccola. I suoi
desideri sono sempre stati ben altri, illusioni da ragazzina su un
futuro senza morte. Magari un matrimonio, magari qualche figlio, magari
un semplice destino senza guerra.
È difficile
andare avanti per quelli che restano.
Ma Tsunade ce l'ha fatta. Ha superato prima la morte di Nawaki,
innocente germoglio, poi quella di Dan, amatissimo Dan, ed infine
quella di Jiraiya. Jiraiya il pervertito, Jiraiya il saggio, Jiraiya e basta.
Nonostante abbia amato Dan più di ogni altra cosa, la sua
presenza è stata una semplice parentesi all'interno sua
vita. Dan è stato una meteora, così come
è venuto con gioia e stupore è scomparso,
lasciando solo un cratere e distruzione. Tutto il contrario di Jiraiya;
lui c'è sempre stato, unica costante all'interno della sua
vita.
Dan è la persona a cui Tsunade ha donato il cuore, ma
è Jiraiya colui che l'ha accompagnata passo dopo passo,
risollevandola dopo la morte di Nawaki, ricucendo le sue ferite sopo la
dipartita di Dan e facendole tornare la voglia di vivere.
Tsunade si è salvata da sola, certo, contando solo sulle
proprie capacità, ma è stata la compagnia
dell'eremita, oltre che di Shizune, a non permettere che l'oblio la
inghiottisse.
Tutti hanno bisogno di
qualcuno.
Quella carica ― la carica di Hokage ― non ha mai attirato le sue
attenzioni, è qualcosa che, molto semplicemente, non ha mai
desiderato ottenere, ma è ottenendola che la donna ha
ritrovato se stessa, nel tentativo di creare quel futuro desiderato da
Dan. Almeno quello.
E Tsunade, mentre comincia ad annaspare, la bocca coperta di sangue,
ritorna a qualche ora prima, quando un Dan redivivo l'ha salvata,
donandole le sue energie prima di svanire.
Ti aspetterò,
le ha detto e lei è certa che sarà lì.
Saranno tutti lì.
Sta morendo davvero, ora, Kastuyu se ne accorge. Sente il chakra della
donna svanire e si concentra solo su di lei. La regina delle Lumache
è ben consapevole di non avere abbastanza energia per curare
la sua evocatrice, ma ci prova.
La pelle di Tsunade si fa grinzosa e la fronte si copre di una
ragnatela di rughe: è quasi la fine, anche la sua tecnica si
è annullata.
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Capitolo 6 *** 3.2 ***
3.2
«Dovresti ringraziarmi, Tsunade».
Il quinto Hokage osserva Orochimaru senza vederlo, negli occhi la
speranza di poter fare ancora qualcosa. Orochimaru, curandola,
impedendole di morire, le ha dato un'altra possibilità e lei
non
vuole perderla. Non
è ancora giunto il mio turno. Dovrete pazientare ancora un
po', pensa la donna con convinzione, prima di rialzarsi e
prepararsi ad affrontare di nuovo Madara.
Dan, Jiraiya, Nawaki,
arriverò, ma non ora. Adesso devo combattere per un mondo
migliore.
E Tsunade sta bene, e sorride, e una nuova sicurezza le percorre le
membra.
Può farcela. Può vincere e non importa che tutto
sia
contro di lei, non le interessa, perché in fondo
è una
sopravvissuta e non ha niente da perdere ― ha già perso tutto e
tutti; ormai le resta solo da guadagnare.
Ce la farò.
E io mi ero dimenticata di pubblicare l'ultimo capitolo, un applauso
alla me stordita!
Forse
me ne ero scordata in conseguenza diretta a
sentimenti più o
meno consci (questo capitolo è quello che meno mi
piace
della raccolta, ahahah >o<)
o semplicemente - più
probabile - la mia attenzione è rimasta
schiacciata dalla montagna di libri che sto studiando
e dovrò studiare (in più aggiungiamo al
tutto una
spruzzata del mio lato svampito ed è fatta).
Quindi
dovete ringraziare unicamente questa
personcina qui
(che oltre a
essere un'ottima personcina, è pure un'eccellente autrice e
un
tesoro di ragazza), che mi ha ricordato in privata sede - su faccialibro -
che la raccolta era lì, incompleta e tutta triste.
Detto
questo, ringrazio
tutti coloro che si sono soffermati su questa accozzaglia di momenti
riguardanti l'adorabile Tsunade ♥ e vi auguro una buona giornata.
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