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*blink!*
Cielo notturno, stelle. Sono davvero tante, e sono davvero
bellissime. Piccole, lontane, brillanti, verdi… Verdi?! No, non sono più solo
stelle… E’ il Lifestream.
Una ragazza è china su una fonte di esso. Veste di rosa,
stesso colore del fiocco che ha tra i capelli, e ha gli occhi di un verde così
simile a quello del Lifestream che ti viene da pensare… è una coincidenza?
Lei si alza. Imbraccia un cestino di fiori. I suoi passi
echeggiano in un vicolo buio. Una, due macchine le passano davanti mentre esce
dal vicolo… un vicolo di Viale Loveless. Viale Loveless oltre il ponte dell’orologio,
oltre la Piazza
della Fontana, nel cuore della pulsante e vibrante, bellissima e terribile
Midgar, ed al centro di essa…. La sede della ShinRa Electric Power Company.
FINAL FANTASY VII
© 1997 SQUARE
Midgar con i suoi reattori, Midgar con la sua inconfondibile
nebbiolina verde che vela qui e lì i palazzi e le luci tecnologiche che la
caratterizzano, Midgar e le sue torri, le sue autostrade, i suoi treni… Un
treno che corre sulle rotaie, sferragliando, spruzzando scintille, illuminando
di rosso il buio della Stazione del Settore 8 dove due capitani del Servizio di
Sicurezza della ShinRa vigilano composti e silenziosi.
Un uomo salta giù dal treno, indossa una fascia rossa. Si
guarda attorno per un attimo, giusto il tempo di vedere uno dei due soldati
correre verso di lui. Mentre se ne libera con facilità, dal treno scende anche
una ragazza, anche lei ornata da una fascia rossa. L’altro capitano non ha
sorte migliore del primo. Un altro uomo ancora, con una bandana rossa, fa il
suo ingresso, ben presto seguito da una massiccia presenza maschile dalla pelle
scura e la muscolatura prominente. Mentre i primi tre si avviano correndo verso
l’uscita della stazione, l’ultimo arrivato fa cenno a qualcuno sul treno di
scendere.
Verticale, capriola in aria, atterra chinandosi sulle ginocchia…
piuttosto scenico.
Il neo giunto veste in viola, si direbbe un’uniforme. Sulla
schiena è minacciosamente appesa una spada enorme che, miracolosamente, sembra
non impacciarlo affatto nei movimenti. I capelli, biondi, acconciati un modo
che pare sfidare la forza di gravità, gli incorniciano la parte destra del viso
in un lungo ciuffo. Negli occhi, un intenso bagliore azzurro.
Si alza, ma non ha il tempo di rilassarsi.
“Muoviti, novellino! Seguimi!”
Questo era l’uomo dalla pelle scura di cui prima.
Autoritario, brusco, non hanno tempo da perdere. E infatti
comincia a correre anche lui verso l’uscita. Quanto al biondino… Beh, che deve
fare? Comincia a correre. a sua volta. Ma siccome
nella vita non c’è mai nulla di facile, la strada gli viene bloccata da altri
due soldati, due fanti della ShinRa. Tempo? Non ce n’è, no? Non può rimanere
indietro…
C’è da dire che se fossero stati più furbi, i due fanti
avrebbero lasciato perdere quel tizio con l’uniforme
da SOLDIER di Prima Classe e la spada enorme che non promette niente di buono.
Ma tant’è. E, in pochi secondi,
anche i due fanti fanno la fine dei loro superiori.
Il ragazzo che sembra un SOLDIER non si è quasi fermato nel
mettere ko i due. E adesso sale le scale della stazione, per ritrovare i suoi
compagni davanti ad un bivio, nel Settore 8 di Midgar.
Tutti, meno l’uomo di colore.
Il ragazzo con la fascia rossa ha l’aria eccitata e tesa
assieme. E nell’osservare meglio il biondino, anche un po’stranita
“Wow! E quindi tu eri in SOLDIER! Certo che non si vede
gente come te in AVALANCHE tutti i giorni…”
SOLDIER… Evidentemente non quello che la ragazza con la
fascia si aspettava di sentire. Si volta con aria perplessa verso il suo compagno
“SOLDIER?! Ma loro non sono i
nemici?! Cosa ci fa con noi in AVALANCHE?!”
“Avanti, Jessie… era
in SOLDIER. Li ha mollati, e adesso è uno di noi. Comunque… Non credo di aver
afferrato il tuo nome…”
La domanda è rivolta al giovane con l’uniforme da SOLDIER e
l’aria sempre più seccata ed annoiata. Per qualche
lungo secondo, sembra non voler rispondere
“…Cloud.”
Una sola parola atona, niente convenevoli, niente
particolare enfasi. Si chiama Cloud, è un dato di fatto. Comunque, sembra una
risposta soddisfacente per il ragazzo con la fascia rossa
“Cloud, eh? Io sono Biggs…”
“Non mi interessa quali sono i
vostri nomi. Finito il lavoro, io sono fuori da questa storia.”
Li ha gelati. Che antipatico. E loro volevano soltanto
provare ad essere amichevoli…
“che diavolo state facendo tutti quanti?!
Vi avevo detto di non muovervi mai in gruppo!”
Di nuovo, questo era l’uomo di colore, quello che mancava
all’appello ed è appena arrivato correndo. Nel silenzio generale, continua
“In nostro obiettivo è il Reattore Mako Nord. Ci vediamo sul ponte lì davanti.”
Biggs, Jessie e Wedge, il loro compagno, non se lo fanno
ripetere due volte. E’piuttosto sollevante
allontanarsi da quel biondino acido. Anche l’uomo-gigante fa per allontanarsi
ma… Si blocca, voltandosi con aria minacciosa verso Cloud
“ex-SOLDIER, eh? Non mi fido di te!”
Il suo nome è Barret.
Ed è di nuovo corsa, una corsa per
le strade del Settore 8 dal quale, in lontananza, si vede l’edificio principale
della sede della ShinRa, alto, imponente. Vicoli, strade, a
destra, poi dritto, poi sinistra, fino a sorpassare un orologio, ed entrare in
un portone… Ponti sospesi sul nulla, l’ingresso del Reattore. Wedge,
l’uomo con la bandana, si rivolge a Cloud.
“Io renderò sicura la via di fuga. Tu
concentrati sulla missione, Cloud!”
Va verso sinistra, mentre il biondo ex-SOLDIER, con un cenno
del capo, continua la sua corsa sul ponte sospeso nel niente, verso il Reattore
Mako Nord. Al suo orecchio, in lontananza, altre parole di Wedge
“Caspita, stiamo davvero per far saltare in aria questa
grossa fornace? Questa si che è da vedere!”
Sogghigna tra se e se, Cloud, entrando finalmente nel grosso
Reattore.
Barret, Jessie e Biggs stanno aspettando davanti alla porta
blindata. Brusco, il massiccio capo del drappello si rivolge al biondino
“Tu! E’ la tua prima volta in un reattore? “
Cloud gli rivolge un’occhiata di sufficienza, un breve gesto
della mano in risposta assieme ad alcune parole
“No. Dopotutto lavoravo per la ShinRa, lo sai.”
Risposta che indispettisce ancora di più Barret. Un respiro
profondo… Calmati, Barret, non è il momento di crear rogne… Di perdere il
controllo… Di spaccare la faccia a ‘sto nanerottolo del ca…
“Il Pianeta è pieno di energia Mako. La
gente la usa tutti i giorni.”
Con uno sforzo di volontà, il leader dell’AVALANCHE sposta
il discorso su un argomento che sta a cuore a lui come a chiunque voglia
continuare a vivere su questo pianeta. Di certo il ragazzo non sarà così idiota
da… Fa spallucce?! Ma è scemo?!
Barret pesta con rabbia i piedi per terra
“Ma è il fluido vitale del pianeta!
E’come se la ShinRa
continuasse a drenargli sangue con queste sue stradannatissime macchine!”
Questa volta capisce, dai, non può non capire
che…
“Non sono qui per farmi fare la
predica. Sbrighiamoci e basta.”
Come non detto.
“Ah è così? E d’accordo. Da ora in
poi tu vieni con me.”
In realtà Barret si sta trattenendo a stento dallo
strangolare quel ragazzino strafottente che sembra interessarsi a poco o
niente… Più a niente che a poco. Lo spinge brevemente in avanti, proprio
mentre, accanto alla porta blindata, Biggs è intento ad armeggiare con la
plancia di identificazione.
“Codice decifrato!”
La porta blindata scivola via lateralmente
innocua e leggermente stridente. Guardando i suoi nuovi compagni, Cloud
non saprebbe dire se i loro volti mostrano più stupore o sollievo.
Evidentemente, nemmeno loro erano sicuri dei codici.
Rapidi e silenziosi, i tre più uno membri
dell’AVALANCHE si muovono nella seconda stanza. Jessie è stavolta alla plancia
dei codici e, molto più rapidamente di Biggs, la sua voce gentile ma decisa annuncia
“Decifrato anche questo!”
Ancora una volta, una porta blindata si apre placidamente,
consentendo ai nostri eroi l’ingresso nella stanza successiva. Biggs fa loro un
rapido cenno di proseguire
“Io resto qui di vedetta. Andate avanti.”
Altrettanto rapido è il cenno di assenso di Jessie e Barret.
La giovane donna va rapida alla plancia di quello che si direbbe un ascensore,
all’altro capo della nuova stanza, mentre Barret opta per
l’esplorare la zona, a sinistra.
“Se penso a quanti dei nostri hanno rischiato la vita per
questi codici…”
Un breve mormorio di Biggs. Cloud si ferma, rimanendo a
fissarlo per un attimo, il viso neutro. Che quell’espressione impassibile nasconda
qualche sentimento, dopotutto…?
Evidentemente no, perché il biondo ex-SOLDIER si volta e se ne va.
“Coda di fenice! Può sempre essere utile,
neh?”
Una breve risata, mentre Barret gli si affianca nuovamente,
infilando in tasca l’oggetto appena trovato. Ancora, Cloud non commenta,
limitandosi a seguirlo verso l’ascensore che Jessie ha appena sbloccato.
Rapidi, i tre si sistemano al suo interno. Jessie si rivolge asciutta
all’ex-SOLDIER
“Va’ a premere quel pulsante lì su.”
La tensione è la causa della secchezza del comando, accompagnato
da un breve gesto della mano ad indicare il suddetto
pulsante. Con la sua usuale calma, Cloud esegue, efficiente come una macchina e
dall’apparenza altrettanto insensibile.
L’ascensore si muove verso il basso.
Nel mentre, Barret si rivolge ancora
al biondino. Suvvia, non può fregarsene per davvero…
“Poco a poco i Reattori si succhieranno tutta la vita del
pianeta. E questo è quanto.”
Ancora, la reazione di Cloud consiste nel fare spallucce.
Barret trattiene un ringhio, stringendo con forza il pugno sinistro… Stringerebbe anche il destro, ma al posto di questa mano,
come un moderno Capitan Uncino, ha un mitragliatore innestato alla fine del
braccio. L’ex-SOLDIER nota la reazione, appoggiandosi ad
una parete dell’ascensore
“Non è un mio problema.”
“Il pianeta sta morendo, Cloud!”
Ancora, sospira, scuotendo piano il capo
“L’unica cosa che mi interessa è
finire questo lavoro prima che arrivino la sicurezza e le roboguardie.”
E’quasi incredibile. Davvero, si
direbbe una macchina. Ad ascoltarlo, Barret non sa se odiarlo o provare pena
per lui. Per il momento, opta per l’ignorarlo,
voltandosi e digrignando i denti.
Nell’ascensore in discesa cala nuovamente il silenzio.
Jessie fissa la porta. Cloud fissa il soffitto. Barret fissa il proprio
mitragliatore, lasciando che la sua mente si riempia della dolce visione di
Cloud inchiodato al muro da una raffica di proiettili.
E, infine, l’ascensore si ferma.
E’una sorta di balaustra quadrata.
Una, due, tre rampe di scale conducono il trio ad
un’altra piattaforma, più piccola, che, a sua volta conduce, tramite una porta
scorrevole, ad un ennesimo ambiente, sempre più in profondità verso il cuore
del Reattore. Jessie apre strada, saltando agilmente da un tubo all’altro. E
poi, prima della scala che conduce al livello più interno, la giovane si ferma.
“Andate. Io vi copro in modo che non veniate disturbati.”
Il tempo per Cloud di annuire nella direzione di Jessie, che
Barret è già sceso all’interno del Reattore. Un lungo traliccio sospeso nel
nulla conduce ad esso, imponente struttura rossa
sormontata da una valvola. Rapido, l’ex-SOLDIER raggiunge qui il suo “leader” momentaneo
“Quando faremo saltare in aria questo posto, questo coso non
sarà più di un ammasso di immondizia! Va’ a innescare la bomba, Cloud!”
Una nota di eccitazione nel tono di Barret. Quanto a Cloud,
si limita ad inarcare un sopracciglio, incrociando le
braccia al petto.
“Non dovresti farlo tu?”
“Fallo e basta! Tanto sto a
guardare che non combini casino.”
“D’accordo, accomodati pure…”
E quindi si china, armeggiando al di sotto
del Reattore con l’ordigno che Barret gli passa quando…
“Guarda! Questo non è
soltanto un reattore…”
Da dove proviene
questa voce? E’come un fischio nelle orecchie, è tutto
così confuso, non capisce, Cloud non riesce a capire, scuote la testa…
“Che c’è che non va?”
Barret. Ma…
Non ha sentito? No, evidentemente…
“Eh?”
“Che diavolo succede? Sbrigati, Cloud!”
Deve… Deve
averlo immaginato.
“Si… si,
scusa.”
L’ha definitivamente immaginato.
E adesso non è il momento più adatto per le reminescenze. Rapido, il giovane
ex-SOLDIER torna a concentrare la sua attenzione sull’ordigno. Rumore
elettronico, mentre Barret tamburella ansioso il pavimento con un piede.
“Fatto.”
Giusto il tempo di pronunciare
queste parole, che la sirena dell’impianto scatta, riempiendo del suo suono
penetrante l’interno del Reattore. Barret scatta in avanti, affiancando Cloud e
portando in avanti il suo braccio-mitragliatore
“Tirati su.
Arrivano!”
E, in effetti, arrivano.
O meglio, arriva.
E’una
specie di enorme macchina a forma di scorpione, la lunga coda metallica che
sferraglia minacciosa. Cloud si alza rapidamente, mentre Barret è già intento a
far fuoco… Benchè i proiettili sembrino scalfire poco
o niente il grosso macchinario.
“Ma pporca… ‘Sto coso è più resistente del previsto!”
Pacato
come suo solito, Cloud allunga la mano destra a recuperare l’enorme spada che
gli pende dalla schiena. La sinistra estrae invece da una tasca una
luminescente sfera verde, che il giovane incastra in un buco poco al di sotto dell’elsa
“Evidentemente avevamo fatto
previsioni differenti…”
Un breve commento accompagnato da
un sorriso beffardo. Barret lo guarda stupito per un attimo
“Materia..!”
“Eh già…”
SLAM! Uno scatto in avanti,
l’ex-SOLDIER fa strusciare sul pavimento la punta della sua immensa spada,
sollevando scintille e colpendo, dal basso verso l’alto, lo scorpione
meccanico. Attraversato da una forte scossa elettrica, con una breve
esplosione, quest’ultimo si accascia sulle proprie zampe metalliche, privo di
vita artificiale. Cloud fa distrattamente roteare la spada sopra il capo in un
gesto vittorioso prima di riporla nuovamente alle sue spalle.
“Avanti, usciamo di qua!”
Sguardo deciso, un cenno
d’assenso brusco, Barret si affianca a Cloud, guidandolo rapido lungo il
percorso precedentemente seguito
“Abbiamo solo dieci minuti prima
della detonazione!”
Il passo rapido dei due si
trasforma ben presto in una corsa, lungo il ponte del Reattore e fino a due
rampe di scale, rapidamente percorse, e via per un’altra piattaforma, fino a
salire sull’ascensore, e poi di nuovo nelle stanze con le porte blindate dove
Biggs e Jessie… Un attimo, dov’è Jessie?!
“Jessie non è ancora tornata!”
Cinque parole
sufficienti a rendere fondati i timori di Barret e Cloud. Il biondo
ex-SOLDIER non scende nemmeno dall’ascensore e, mentre la porta si chiude
lasciando Barret infuriato accanto a Biggs, si riovolge
ai suoi compagni
“Muovetevi voi, me ne occupo io!”
Interminabili secondi
nell’ascensore. Quanto mancherà all’esplosione?
Tic-tac-tic-tac-tic-tac-tic…
Finalmente la porta si apre. Corre,
corre, corre senza fermarsi nemmeno per togliere di
mezzo le guardie che gli intralciano la strada. Non posa la spada, li colpisce
senza dargli nemmeno il tempo di rendersene conto. Scale, tre rampe, poi la
porta, ma dove diamine è Jessie?!
Eccola. In fondo alla scala a
pioli, sembra incastrata… Cloud posa la spada tendendole svelto una mano
“Stai bene?”
“Ho una gamba incastrata…”
Qualche altro lunghissimo
istante, le forze congiunte di entrambi fanno si che
il problema venga risolto.
“Grazie.”
Ed è di nuovo corsa, strada
inversa, seguendo Jessie e ignorando i corpi accasciati di quelli che ha steso prima, a ritroso ancora lungo le scale, la porta,
altre scale, l’ascensore e l’interminabile attesa al suo interno…
“Ma come cavolo ti permetti di mollarmi indietro?!”
Barret ha l’aria decisamente sollevata nel vedere arrivare i due giovani.
Cloud scrolla le spalle, non risponde. Al solito.
“Abbiamo tre minuti, sbrigatevi!”
Biggs riporta tutti
all’attenzione. Rapida, Jessie si dirige verso la prima porta blindata, digita
il codice sbloccando la prima delle due porte.
“Codice decifrato!”
Biggs sfreccia in capo a tutti
nella stanza successiva, raggiungendo la seconda plancia e sbloccando anche questa
“Codice decifrato!”
Corrono, senza guardarsi
indietro, attraversando l’ultima porta, per poi arrivare nuovamente al ponte
appena fuori dal reattore dove, in un angolo, Wedge spalanca la porta verso la
libertà, la varca, seguito da Biggs, Barret, Jessie… No, Jessie inciampa.
Soffocando un’imprecazione, Cloud si china a tirarla su, trascinandola al di là della porta…
Esplosione.
Fiamme rosse e gialle divampano,
riempiendo le condutture, risalendo verso l’alto e
facendo esplodere il Reattore Mako Nord. Una densa nuvola di fumo bianco,
preceduta da un’onda d’urto verdastra, quasi fosse pregna di Mako, s’innalza
nella notte di Midgar, tingendosi di fiamme rosse, come un macabro fuoco
d’artificio che illumina le torri ed i grattacieli.
Ce l’hanno
fatta.
Ma
appena in tempo.
Talmente tanto tempo che non
pubblico una Fanfiction che mi ero scordata come si
fa… XD Ma salute a tutti! Si, lo so che state pensando
che sono particolarmente pazza tentare quest’epica impresa di traduzione (un
po’ libera in alcuni punti) e trasposizione di Final
Fantasy VII, ma tant’è! Se Dio vuole, continuerò a pubblicare un capitolo a
settimana il lunedì. Dopo questo avviso di puro
marketing, vorrei sottolineare un paio di cose
-
questa fan fiction è scritta seguendo
fedelmente la storia del gioco (ci sto rigiocando mentre scrivo apposta) quindi
non vi aspettate yaoi o assurde scene pornografiche
tra Cloud e Aeris, o Cloud e Tifa, o Tifa e Aeris, o Cloud e Barret o Yuffie
e Vincent o Cloud e Sephiroth e chi più ne ha più ne
metta. Si parla di Final Fantasy VII, non di quello
che ci si è costruito intorno XD
-
errori di italiano. Sviste a
parte (credo di averle corrette tutte, ma se ne vedete qualcuna che mi è sfuggita gli avvisi
saranno bene accetti…), gli errori di italiano nelle frasi di Barret sono per
rendere il più possibile la sua assurda parlata inglese. Lo dico adesso e per
tutti i capitoli, eh! XD
-
mi sembra stupido dirlo ma
ovviamente PERSONAGGI E VICENDE NON SONO DI MIA
PROPRIETA’. Giusto per tutelarmi nei confronti della legge. Tanto non ne ricavo
il becco di un quattrino a scrivere ‘sta cosa… XD
-
Aeris. Si,
ho deciso di chiamarla Aeris e non Aerith. Più che altro perché mi scoccio a scrivere col th tutte le volte. Son pigra ù__ù
-
Cloud. No, non mi sta sulle scatole come potrebbe
sembrare. All’inizio del gioco è proprio come io lo
descrivo, tutto qui O.o Acido come una vecchia
zitella. Hanno preso spunto da lui per creare Squall.
Solo che poi Cloud diventa meno asociale e Squall
no... Comunque, non divaghiamo.
Mh, ho
finito. Beh, la parola a voi, massacratemi pure coi
commenti stroncanti, sono nelle mani della critica! XD
Alla prossima settimana!
Reiki