We call it Magic

di Ladradilucciole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** lo smistamento ***
Capitolo 3: *** cristalli di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** presentazioni ***
Capitolo 5: *** Diagon Alley ***
Capitolo 6: *** I Grandi Sei ***
Capitolo 7: *** Quidditch ***
Capitolo 8: *** Il Ballo del Ceppo- Parte 1 ***



Capitolo 1
*** un nuovo inizio ***


N.d.A.: Giusto un paio di precisazioni prima dell'inzio della storia. Come avete potuto vedere si tratta di una Hogwarts AU, anche se sono stata costretta a fare qualche modifica: per prima cosa, gli eventi si svolgono circa 50 dopo la conclusione della saga di Harry Potter, nonostante ciò ho preferito mantenere in vita tutti i professori per motivi di praticità.
Anche all'interno di Hogwarts sono state apportate alcune modifiche, come la disposizione dei dormitori, le materie facoltative e la partecipazione delle Case alle varie attività (non ho intenzione di spoilerare niente, capirete tutto a tempo debito;))
Tutto qui, grazie per l'attenzione e buona lettura :)




Silenzio. L'unico suono udibile era il fischio del vento nelle orecchie degli undici ragazzi intervallato dal battito d'ali dei draghi. Hiccup e Rapunzel aprivano la fila con Sdentato, segiuti a ruota da Astrid e Merida su Tempestosa, Moccicoso e Jack su Zanna Curva, Gambedipesce e Anna su Muscolone e i due gemelli ed Elsa con Rutt e Vomito. Le creature sfrecciavano rapide nel cielo autunnale, fendendo le nuvole con le ali, destinazione: Hogwarts. Due settimane prima, infatti, sei di loro avevano ricevuto una lettera piuttosto inconsueta: già il gufo aveva generato qualche sospetto, ma una volta vista la busta di pergamena antica con impresso a fuoco il sigillo di cera brillante, i ragazzi non avevano più avuto dubbi.
Ed ora eccoli lì pronti ad iniziare una nuova avventura; ma questa volta non avrebbero dovuto combattere perfidi e misteriosi antagonisti assetati di sangue; ora sapevano benissimo a cosa stavano andando incontro, ora sapevano tutto sul loro nemico: la scuola. Nove lunghi mesi che avrebbero passato imparando ad utilizzare i propri poteri. O almeno provandoci.                                                                                                                                                                                            
 -Lo vedo!- l'urlo di Hiccup ruppe il silenzio. Quasi come se fossero una persona sola, gli adolescenti si sporsero cercando di guardare oltre il collo dei propri draghi, per individuare la fonte dello stupore dell'amico. Merida e Astrid furono le prime ad individuarlo: su un pendio non molto distante si stagliava la tetra figura del Platano Picchiatore, sovrastata a sua volta da un enorme muro di mattoni scuri: il perimetro della scuola.             
-Cerchiamo di tenerci a distanza da quell'albero se non vogliamo essere ridotti in polpette!- la voce di Gambedipesce era appena udibile sopra al frastuono del vento.
Ci fu un fugace scambio di occhiate perplesse, dopo di che i draghi si disposero in fila indiana creando un ampio tornante per superare la creatura senza troppi problemi. Rutt e Vomito, che chiudevano la fila, sterzarono bruscamente, cogliendo di sorpresa Elsa e facendole perdere l'equilibrio. La ragazza lanciò un urlo mentre si sentiva precipitare, giù, giù, sempre più giù. Cercò rapidamente di togliersi i guanti, mentre un sottile filo cristallino si agganciava alla sella sopra la sua testa. Intanto, tutti avevano interrotto il proprio volo e fissavano spaventati le due teste dell'Orripilante Bizzippo che continuavano a scontrarsi vicendevolmente, quasi non si fossero accorte di ciò che avevano appena combinato. Il cappio si legò saldamente ad un piccolo gancio della sella, mentre Elsa cercava di arrampicarvisi. Testabruta e Testaditufo avevano formato una catena umana per cercare di aiutare la ragazza, che era ormai a metà tra il ventre del drago e il vuoto più totale.
-Allunga la mano, ti prendo io- Testabruta era protesa verso di lei, sorretta per i piedi dal fratello, mentre l'elmo a poco a poco le scivolava dalla testa, spinto dalla forza di gravità.
-Non posso! Se smetto di concentrarmi il ghiaccio si speeeeee...- il filo cedette improvvisamente, ed Elsa si ritrivò nuovamente a precipitare.
-Amico ma che vuoi...?- Moccicoso non fece in tempo a terminare la frase che Jack si era già lanciato nel vuoto. Il tempo sembrò fermarsi, mentre tutti osservavano la coltre di nubi sottostante. Proprio quando stavano per perdere la speranza, il ragazzo sbucò fuori dal soffice mare di vapore, reggendo per un braccio l'amica semi-cosciente, mentre con l'altra mano teneva saldamente il suo vecchio bastone di legno.
-Forse è meglio se facciamo scambio- disse adagiando la ragazza sul dorso di Zanna Curva -Vado io con i gemelli-
si lasciò cadere all'indietro per poi risalire sulla groppa del Bizzippo.
Elsa si mise a sedere massaggiandosi le tempie e, dopo non pochi tentativi, assicurò un laccio della sella alla sua cintura, onde evitare altre cadute.
-Tutto bene signorina?- nonstante le stesse parlando, Moccicoso continuava a guardare avanti tenendo sotto controllo il proprio drago -Se non ci fosse stato il tuo amico...- notando l'occhiata di Gambedipsce, il vichingo s'interruppe.
La ragazza si limitò a scuotere la testa, mentre si scrollava di dosso i residui di brina.
Dopo quella che parve un'eternità, le sei creature atterrarono in una piccola radura poco distante dal cancello d'ingresso. Gli adolescenti scesero rapidamente, mentre alcuni di loro camminavano in circolo per cercare di sgranchirsi le gambe.
-è ora che andiate- dissero i gemelli all'unisono -Vi abbiamo già fatto arrivare abbastanza in ritardo...-conclusero fissando il terreno erboso piuttosto imbarazzati.
Rapunzel, Merida, Jack, Elsa e Hiccup fecero un passo in direzione del cancello. Ne mancava solo uno. Il giovane vichingo continuava a fissare Astrid, che sosteneva il suo sguardo in segno di giocosa sfida. Ma lei non si mosse. Anna si avvicinò alla sorella, togliendo così ogni dubbio su chi fosse il sesto studente. Nel preciso istante in cui la ragazza uscì dalla fila, Astrid non potè fare a meno di abbassare lo sguardo, umiliata.
Hiccup corse ad abbracciarla.
-Perchè io no? Vuole forse dire che io non sono abbastanza "speciale"?- disse in un sussurro stringendo i pugni.
Il ragazzo non rispose, mentre sentiva qualcosa di caldo e umido sfiorargli una guancia. Alzò lo sguardò, ma lei si era già asciugata il volto e fissava il cielo per evitare di versare altre lacrime. Piangere era per i deboli.
-Ti scriverò ogni giorno, promesso. manderò Sdentato, o un gufo, o qualunque altra cosa pur di parlarti, okay?-
Astrid annuì debolmente.
-Hicc...- il tono solitamente scherzoso di Jack questa volta era esitante -Dobbiamo andare-
I due sciolsero  riluttanti il loro abbraccio, mentre il ragazzo si allontanava lentamente; giunto in prossimità dell'ingresso si voltò
 per l'ultima volta, salutando con un cenno della mano gli amici che volavano in groppa ai propri draghi.
-Tutto bene?- la voce di Anna era appena un sussurro
-Sì, tutto okay- disse voltandosi dalla parte opposta rispetto alla ragazza -Forza, entriamo-
I sei varcarono titubanti le porte di Hogwarts, mentre intorno a loro gli ultimi arrivati schiamazzavano e si spintonavano per entrare.
-Forza!- urlò una ragazza castana alla loro sinistra, in direzione di un tipo mingherlino -O rischiamo di perderci lo Smistamento!-
Dopo un rapido scambio di occhiate, gli adolescenti salirono gli alti gradini di pietra del castello, direzione: la Sala Grande.

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Capitolo 2
*** lo smistamento ***


~L'ampio corridoio era stracolmo di ragazzi urlanti, tutti ammassati gli uni sugli altri pur di raggiungere la Sala Grande. I sei amici si trovavano esattamente al centro della calca, e sgomitavano per raggiungere la propria meta. Ad un tratto, Elsa si fermò, andando a sbattere contro un ragazzino paffuto che sembrava non avere più di tredici anni.
Rapunzel e Merida, sentendo dei borbottii provenire dalle loro spalle, si voltarono per controllare la situazione.
-Che succede?- chiese l'arciera dirigendosi verso la regina.
-Quindi...Jack mi ha salvato?- Elsa si stava torcendo nervosamente le dita, rendendole ancora più bianche di quanto già non fossero.
-Sì certo- rispose radiosa Rapunzel -è stato davvero coraggioso-
La ragazza annuì, mentre arrossiva leggermente.
Le due amiche la presero per mano, trascinandola in mezzo alla folla per raggiungere Hiccup,Anna e Jack.
-Ah, eccovi!- disse ridendo Frost -Pensavamo di avervi perse!-
-Oh, sarebbe un terribile inconveniente signor Frost-
I sei si voltarono contemporaneamente, ritrovandosi davanti una donna piuttosto anziana, dalla figura magra e slanciata, con un grande cappello appuntito sulla testa
-Sono la professoressa McGranitt- disse piegando leggermente la testa -E voi siete in ritardo. Prego, seguitemi-
La strega si voltò, scostandosi il mantello dietro le spalle, e si avviò verso un enorme portone di legno intarsiato.
Si fermò sulla soglia, invitando i ragazzi ad entrare con un cenno del capo. Non appena l'ebbero superata, la donna si avviò a passo rapido costeggiando la parete e si sedette al tavolo riservato ai professori.
Gli adolescenti non guardavano neanche dove mettevano i piedi: con i nasi in su fissavano il soffitto del salone, quasi coperto dalla miriade di candele fluttuanti che illuminavano giocosamente l'ampio spazio pieno di lunghe tavolate di legno.
In fondo alla stanza, davanti ad un leggio raffigurante un gufo in volo, era posta una vecchia sedia di legno su cui vi era appoggiato un logoro cappello da strega.
-Ma voi avete capito cosa è questo Smistamento?- Anna stava giocherellando con una treccia
-Mi sono informata- disse risoluta Merida -E sembra che gli studenti vengano divisi in quattro casate in base al loro carattere. Quello che non ho capito è come facciano i professori, che non ci hanno mai visto prima, a conoscere le noste emozioni...-
-Speriamo di essere tutti nella stessa casata- Disse Hiccup ammiccando
-Sst! Sta succedendo qualcosa!- lo zittì rapidamente Rapunzel.
L'uomo seduto al centro del lungo tavolo dei professori si alzò lentamente, dirigendosi verso il leggio d'oro. Ad ogni suo passo la lunga barba bianca ondeggiava, rendendo solenni i suoi movimenti.
-Buona sera studenti di Hogwarts- aveva una voce profonda, ma al contempo rassicurante -Mi presento, per chi ancora non mi conoscesse: il mio nome è Albus Silente, e sono il preside di questa magnifica struttura. Sono lieto di vedere volti nuovi, e penso che tutti i docenti saranno concordi nel dire che non vediamo l'ora di incominciare questo nuovo anno. Ci sono delle regole però...-
Il preside si interruppe facendo vagare lo sguardo fra i volti conosciuti e non degli studenti prima di riprendere a parlare
-La regola più importante, quella che non dovrete scordare mai è la seguente: niente magia al di fuori di Hogwarts. Per nessun motivo...-
Silente continuò per una manciata di minuti a spiegare il regolamento ai ragazzi, che lo fissavano, quasi rapiti dal carisma del vecchio preside.
-Bene, e ora lascio la parola alla mia stimatissima collega Minerva, che per gli studenti del primo anno, oltre a rappresentare un ottimo punto di riferimento, sarà l'insegnante di Trasfigurazione e la direttrice della Casa dei Grifondoro-
L'uomo tornò a sedersi, mentre la professoressa Mc Granit prendeva il suo posto.
-Credo che il nostro caro preside abbia già detto tutto- disse in un sorriso gentile -Per quanto riguarda le Case, tocca a me informarvi invece: a breve sarete smistati in quattro case, Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero; per tutta la durata dell'anno, le quattro Case saranno in competizione fra di loro. Ogni compito ben svolto, incantesimo ben riuscito, attività sportiva svolta con successo, vi farà vincere dei punti; viceversa, in caso di comportamento deplorevole, essi verranno scalati. Badate bene dunque alla vostra condotta. Alla fine dell'anno scolastico, la Casa con il punteggio più alto vincerà la Coppa delle Case. Perciò impegnatevi a fondo e ogni vostro sforzo sarà premiato.- pausa -Okay, adesso vi chiameremo ad uno ad uno, voi verrete a sedervi qui- indicò con un gesto la vecchia sedia vicino al leggio -E verrete smistati; dopo di che dirigetevi al tavolo corrispondente alla vostra Casa-
I ragazzi annuirono quasi contemporaneamente.
Elsa si sentì sfiorare la mano da qualcosa di freddo. Era Jack. Stava per ritrarre la sua quando sporgendosi notò che anche gli altri si tenevano vicendevolmente per mano. I sei amici intrecciarono le dita, mentre i loro cuori martellavano per l'emozione.
-Jeoff Miller- il ragazzino grassottello contro cui poco prima si era scontrata Elsa si fece avanti, barcollando leggermente.
Con un cenno della mano la McGranitt lo invitò a sedersi, ponendogli successivamente il logoro cappello sulla testa
-Mmm...facile- una voce maschile rieccheggiò in tutta la stanza e proveniva proprio...dal cappello! Jeoff  fece un salto sulla sedia, spaventato.
-Tranquillo, non ti mangio mica. Per ora. Bene bene bene, vedo tanta voglia di imparare, una buona dose di goffaggine...CORVONERO!-
Il ragazzo si alzò tra gli applausi generali e andò a sistemarsi al proprio tavolo.
-Anna Frozen- la ragazza deglutì sonoramente, camminando a piccoli passi per poi sedersi riluttante
-Uuuh...carattere temerario, altruista e innocente...credo che saresti un bel Tassorosso. No, aspetta! Vedo anche tanta testardaggine ed eroismo...GRIFONDORO!-
Anna andò a sedersi sorridente, felice di essersi tolta un grande peso, ma allo stesso tempo preoccupata: anche i suoi amci sarebbero stati dei Grifondoro?
-Elsa Frozen. Devo dedurre che siate sorelle?- la regina annuì timidamente
-Interessante: introversa, abituata a prendere decisioni, altruista, ma hai un grande potenziale...SERPEVERDE ti condurrà sulla via della grandezza!-
Elsa spalancò gli occhi, quasi si fosse appena svegliata da un lungo e fantastico sogno, e solo ora si trovasse a contatto con la dura verità: era destinata a stare sola. Di nuovo.
-M-ma io sono sempre stata con Anna...- sentiva le guance pungere, mentre cercava a stento di non tramutare in ghiaccio i braccioli della seduta.
-Mi dispiace, così ho deciso. Prego, accomodati con i tuoi nuovi amici- il cappello pareva piuttosto seccato.
Mentre si accomodava in un angolino del tavolo, notò la sorella agitare le mani nella sua direzione. Dal labbiale capì che stava dicendo -Stai traquilla- sorridendo in segno d'intesa. Ma entrambe sapevano che c'era poco da stare tranquille: i loro progetti iniziali erano andati in frantumi in meno di mezz'ora, e ora si ritrovavano separate.
Non badarono neanche alla serie di nomi che pronunciarono dopo i loro, fino a che non toccò a Hiccup.
-Hiccup Horrendus Haddock III- risatina generale.
Il vichingo alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la sedia.
-Bhe, tu non sei molto difficile: gentile, generoso, testardo, propenso ad aiutare gli altri... tutte caratteristiche degne di un TASSOROSSO!-
Il ragazzo si mise a sedere a braccia conserte, guardando con sguardo assorto il soffitto: aveva tanto sperato di poter stare con i suoi amici...ma infondo mancavano ancora tre di loro, forse qualcuno lo avrebbe raggiunto tra i Tassorosso.
-Rapunzel Tangled-
La giovane si pettinava nervosamente i lunghi capelli biondi mentre aspettava il responso del cappello.
-Dunque...Timida, sincera, leggermente impacciata...CORVONERO!-
Quattro amici, quattro Case diverse. Ognuno sperava che Jack e Merida venissero nella propria Casa, anche se questo implicava il lasciare gli altri da soli.
Altri nomi sconosciuti.
-Merida Brave-
-Ehm... si pronucia "Breiv", all'inglese- disse con un pizzico di spavalderia l'arciera.
-Uh certo, scusami tanto cara- la McGranitt assunse un colorito più rosato, mentre cercava di calcare il copricapo in testa alla ragazza, impresa difficile, vista la sua matassa di capelli rossi.
-Facilissimo: testarda, ribelle, coraggiosa, dal grande cuore; è praticamente scontato. GRIFONDORO!-
Anna sorrise, mentre vedeva l'amica dirigersi verso di lei: almeno sapeva che durante le lezioni avrebbe avuto qualcuno su cui contare.
-Jack Frost-
Nonostante l'emozione, il ragazzo aveva stampato in viso il solito sorrisetto beffardo.
-Vediamo un po'...solitario, problematico, ribelle, spiritoso...SERPEVERDE"
Jack andò a piazzarsi proprio di fianco a Elsa
-Guarda un po'- disse fissando un punto indefinito oltre le sue spalle -Stamattina ti ho salvata e adesso ci ritroviamo insieme. Sono due belle coincidenze- le sorrise scherzoso.
Per un attimo alla regina parve che quel sorriso fosse il più freddo ma al contempo il più caldo di tutti
-Io non credo alle coincidenze. Sei stato smistato qui per il tuo carattere, non per il volere del destino o che so io- tagliò corto lei.
-Però sei arrossita-
Non c'era niente da fare, il ragazzo sembrava leggerle dentro. Prima che potesse ribattere, Silente prese la parole
-D'accordo ragazzi, ora seguite la professoressa Minerva, lei vi mostrerà i vostri dormitori e vi darà altre informazioni utili-
-Primo anno, seguitemi- disse la donna avviandosi verso il portone.
Ci fu un coro di panche strisciate contro il pavimento per permettere ai ragazzi di passare.
Gli studenti si incanalarono così verso il corridoio, un'unica ondata di futuri maghi pronti a intraprendere il proprio cammino.
 

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Capitolo 3
*** cristalli di ghiaccio ***


~-Bene- la professoressa McGranitt si fermò ai piedi della lunga rampa di scale -Veniamo a noi: prima di tutto, ciasciuno di voi ha tutto l'occorrente della lista che vi è stata spedita in allegato alla lettera?-
I sei amici alzarono quasi contemporaneamente la mano
-Mmm...sì signorina Frozen?-
Le due sorelle si guardarono indecise su chi delle due fosse stata chiamata in causa.
-Intendo Anna- spiegò Minerva con un sorriso gentile
-Ehm...ecco, nè io nè mia sorella abbiamo avuto occasione di acquistare un animale da compagnia-
-La stessa cosa vale per me!- dissero all'unisono Jack e Merida.
-E io ho ancora alcuni libri di testo da comprare- urlò un ragazzo dalla pelle ambrata.
Iniziò un brusio sommesso che si fece a mano a mano sempre più forte, mentre gli studenti discutevano sui loro averi.
-Va bene ragazzi!- la donna battè le mani per riportare gli adolescenti all'ordine -Domani mattina ci recheremo a Diagon Alley, così potrete acquistare i vostri animali o qualunque altra cosa vi manchi. Altre domande?-
-Io ne avrei una- si fece avanti Rapunzel -Sempre riguardo agli animali: ecco, io ho un camaleonte, ma non era nella lista consigliata, quindi...cosa dovrei fare?-
-Bhe, diciamo che possiamo intendere un camaleonte come una specie di geco, quindi dovrebbe andare- la McGranitt fissava il pavimento pensierosa, quasi non avesse capito appieno la domanda che le era stata fatta.
-Anche io ho una piccola domanda- disse Hiccup passandosi una mano tra i folti capelli castani -Anche un drago potrebbe essere inteso come un...ehm...sì, bhe, come un geco un po' troppo cresciuto?-
Minerva non riuscì a trattenere una risata
-Signor Haddock, è uno scherzo decisamente pietoso, se non ha ancora un animale, farebbe più bella figura a dirlo subito.-
-Ma non...!- il ragazzo sbuffò esausto: non era la prima volta che qualcuno non gli credeva quando parlava di Sdentato -Uff...il portone di ingresso è aperto?-
-Come prego?- la professoressa sgranò gli occhi.
-Ho chiesto se il portone d'ingresso è aperto- ripetè il vichingo con un sorriso sbilenco.
-Uhm, sì, penso di sì. Perchè?- la donna si sistemò il cappello che le si era afflosciato sulla testa.
Al posto di risponderle, il ragazzo si portò le dita alle labbra ed eseguì un lungo fischio, seguito da altri due più brevi.
Prima ancora che i presenti potessero chiedersi cosa stesse succedendo, un'ombra scura planò nel corridoio.
Il drago emise un lieve mugolio e si accoccolò ai piedi del pardone.
-Ma cosa diavolo...?!?- la strega cotinuava a spostare lo sguardo dal ragazzo al drago, dal drago al ragazzo.
-Professoressa, questo è Sdentato. Sdentato, questa è la professoressa McGranitt- Hiccup aveva un'espressione trionfante dipinta in volto.
-Dunque tu...non stavi mentendo- pausa -P-penso che andrò a chiamare il professor Silente, così decideremo il da farsi-
La professoressa si diresse a passo spedito verso la Sala Grande, tornando dopo non meno di cinque minuti seguita dal preside.
-Dunque è vero- l'uomo si lisciò la barba -é un magnifico esemplare di Furia Buia. Credevo si fossero estinte-
-Infatti è l'ultima- replicò il vichingo facendosi serio -Ma a Berk ci sono molte altre specie di draghi in gran quantità. Ho saputo che anche qui avete dei draghi, ma non ho riconosciuto le loro speci-
-è così, abbiamo alcuni draghi che utilizziamo per le manifestazioni importanti- Silente gonfiò impercettibilmente il petto -Ma, al tuo contrario, le nostre creature vengono acquistate da paesi esteri, e non prelevate direttamente dalle nostre foreste, quindi è piuttosto probabile che tu non le conosca-
Tutti gli studenti fissavano affascinati i due interlocutori, facendo talvolta cadere lo sguardo su Sdentato, il quale stava giocando con la sua coda.
-Quindi può rimanere?- chiese il ragazzo indicando il drago con un cenno del capo.
-Credo che ad Hagrid non farebbe dispiacere avere un nuovo amico- il preside sorrise -Però trovo che sia inopportuno farlo partecipare alle lezioni; domani ti recherai anche tu a Diagon Alley ad acquistare un nuovo animale, intesi?-
L'adolescente annuì -Ma potrò andare a trovarlo?-
-Quando vorrai, purchè tu non trascuri i tuoi impegni scolastici- garantì Silente.
-Avete altre domande?- riprese la parola la McGranitt.
-Sì- disse Merida con un tono di voce forse un po' troppo alto -Tutti i ragazzi del primo anno sono tredicenni, tutti tranne noi sei- fece un ampio gesto ad indicare i suoi amici -Perchè?-
-Credo che la risposta sia di competenza del preside- rispose titubante la professoressa evidentemente colta di sorpresa.
-Vede signorina Brave- iniziò il professore -Voi sei siete, come usiamo definirli qui ad Hogwarts delle "false piste". In tutta la storia della scuola ci sono stati sì e no tre casi, escludendo il vostro, ed un numero così alto non era mai stato raggiunto. Praticamente voi potreste essere paragonati a dei portatori sani di una qualche malattia, in termini babbani: da sempre dentro di voi si è celato un pizzico di magia, che è però rimasto in una quantità e una forma tale da venire trascurato; perciò per circa quindici anni siete rimasti dei ragazzi "normali" per il Ministero della Magia. Ma, dall'anno scorso, i vostri poteri sono misteriosamente, ehm...diciamo venuti a galla. Solo allora il Ministero si è accorto della vostra esistenza e ha provveduto affinchè vi venisse impartita una degna istruzione. è soddisfacente come spiegazione?-
-No- la voce di Jack rimbombò nel corridoio, mentre un gruppetto di studenti del Tassorosso smetteva di parlare, intimorito -Io, Elsa e Punzie abbiamo sempre avuti i poteri, mentre, senza offesa, non vedo alcuna abilità magica in Anna, Hicc e Merida-
-Si sta sbagliando signor Frost-nonostante le domande scomode, il preside continuava a sorridere -è vero che lei, la signorina Frozen e la signorina Tangled avete sempre avuto capacità fuori dal comune, ma se non erro, solo durante l'anno passato avete imparato a controllarle. E credo che sarebbe stato molto poco produttivo, sia per la scuola che per voi stessi, avere degli studenti fuori controllo. Per quanto riguarda gli altri, mi creda, ognuno di loro ha un grande potenziale, seppure nascosto.-
-Professore...-la voce di Hiccup rispecchiava la sua leggera insicurezza -Con tutto il rispetto, ma io non vedo proprio niente di speciale in noi: insomma, io ho sono bravo a inventare marchingegni, Merida è un'ottima arciera e Anna ha salvato il suo regno, okay, ma non ci vedo niente di magico...-
-Dia tempo al tempo signor Haddock- Silente fece una breve pausa mentre si lisciava la lunga barba -Adesso però credo che sia ora di affidare questa adorabile creatura alle cure del nostro guardiacaccia. Sarebbe così gentile Minerva, da scortare tutti i ragazzi all'esterno? In questo modo faremo conoscere loro i dintorni di Hogwarts-
-In realtà il programma prevedeva che venissero portati nei loro dormitori ma, vista la situazione....va bene-
La McGranitt si avviò a passo svelto lungo il corridoio, la schiena dritta, facendo segno ai ragazzi di seguirla.
L'aria del pomeriggio era frizzante nonstante il sole illuminasse il vasto cortile della scuola.
I ragazzi schiamazzavano e si muovevano spasmodicamente, non si sa se per il freddo o per l'emozione.
-Dunque...-Rapunzel teneva gli occhi verdissimi fissi a terra, in un'espressione che non aveva niente a che fare con la sua solita allegria -Io e Hicc saremo da soli...-
Silenzio. Un velo di imbarazzo cadde sui sei ragazzi: sapevano che prima o poi avrebbero dovuto parlarne, quanto meno per cercare di accordarsi in modo da trascorrere un po' di tempo insieme, ma nessuno di loro aveva voglia di gettarsi in un discorso senza capo ne coda.
Merida, istintiva come al solito, si gettò nel discorso senza pensarci due volte
-Ma non sarete da soli! Ci siamo qui noi! Forse non passeremo tutto il giorno assieme, ma possiamo sempre trovarci tra una lezione e un altra e fare i compiti in biblioteca. Il tempo si trova, stai traquilla!- la rossa alzò il pollice in segno d'intesa.
-Okay Mer, sei stata abbastanza convincente- sorrise Hiccup -E comunque stai tranquilla Punzie, ho sentito che durante le lezioni verranno mischiati gli studenti delle quattro Case, quindi c'è la possibilità di stare insieme anche lì-
-"Da ragazzo impacciato a vichingo sicuro di sè. Come diventare uomo in cinque lezioni. Garantito da Hiccup Horrendus Haddock III"- ghignò Jack imitando la voce degli spot pubblicitari.
-Ha   Ha    Ha- disse il ragazzo fingendo una risata sarcastica -Sai, crescendo si cambia. E soprattutto si acquista un po' di quella cosa che tu non hai. Si chiama "maturità".-
-Attento che si scivola!- urlò il biondo correndo via, subito dopo aver lanciato una patina di brina sull'erba umida.
Prima che potesse capire cosa stava succedendo, il vichingo si ritrovò con il didietro per terra.
Alcune ragazze del Serpeverde, sentendo il tonfo, si girarono per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Elsa, che fino a quel momento si era tenuta in disparte, attorcigliò con l'ausilio del ghiaccio i lacci delle scarpe di Jack, provocando la caduta anche di quest'ultimo.
-Dovresti imparare ad allacciarti le scarpe Frost- ridacchiò sorpassandolo.
Hiccup lo raggiunse, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi: nonostante le loro continue battutine e i loro scherzi idioti, i due erano amici praticamente da sempre e si aiutavano a vicenda.
-Credo di piacerle- rise Jack mentre si puliva i pantaloni
-Mmm...aspetta a dirlo- rispose Anna da dietro le loro spalle, interrompendo per un attimo la discussione con Merida su quale fosse il migliore mezzo di trasporto tra un cavallo e una renna.
Rapunzel, che intanto aveva raggiunto la cugina, per poco non andò a sbattere contro la McGranitt che si era improvvisamente fermata.
-Signorina Frozen e signor Frost, d'ora in poi siete pregati di usare solo ed esclusivamente gli incantesimi mediati da una bacchetta attraverso le apposite formule.E di farlo unicamente a scopo didattico. Non siete certo venuti qui per ricoprire di ghiaccio la scuola-
Nella voce della professoressa, oltre ad una buona dose di rimprovero si poteva avvertire anche una leggera ironia.
-C-ci scusi- Elsa avvampò improvvisamente. Era sempre stata guardata con rispetto ed ammirazione da tutti, tralasciando ovviamente quell'anno in cui le cose le erano un po'...ehm..."sfuggite di mano", e non era certo abituata a sentirsi rimproverare; ma soprattutto non le andava giù di essere stata messa sullo stesso piano di quel combina guai di Jack.
I due si conoscevano da poco, da quando Rapunzel li aveva presentati l'estate prima. Lui era pur sempre il migliore amico di sua cugina, certo, ma la regina non aveva ancora individuato quale fosse il reale carattere del ragazzo.
"Jack è come una cipolla: devi scoprirlo strato per strato" le aveva detto una volta la bionda, ma a lei pareva di vedere sempre lo stesso identico strato da più di un anno. L'unica occasione in cui l'albino si era dimostrato diverso era stata quella mattina, quando l'aveva salvata. Elsa non riusciva a togliersi dalla testa la mano del ragazzo stretta nella sua, e questo ricordo le provocava una sensazione a metà tra il fastidio e qualcos'altro che non riusciva a identificare.
-Ehi reginetta, ora puoi smettere di inchinarti, muoviti che ci perdiamo la visita al guardiacaccia- la punzecchiò Jack.
No, era solo fastidio, il "qualcos'altro" si era dissolto in meno di cinque secondi.
La ragazza alzò la testa e notò che tutti se ne erano già andati, lasciandoli ad un centinaio di metri indietro.
-Salta su!- propose il giovane tirando fuori da chissà dove il suo vecchio bastone e salendoci a cavalcioni.
-No grazie, preferisco camminare- rispose sistemandosi la crocchia.
-Dai, è divertente! Guarda che non serve per forza avere una scopa per volare- e così dicendo le prese la mano per trascinarla sul pezzo di legno fluttuante -Ecco, mettiti davanti a me e tieniti forte-
-Meno male che dovevo andare a piedi- sibilò lei, ma subito si zittì sentendo le braccia di Jack che la avvolgevano e che andavano ad appoggiarsi sulla superficie ruvida del bastone.
-Tranquilla, così non cadi- le sorrise, mentre si complimentava con se stesso per il suo piano improvvisato.
-V-va bene- disse titubante Elsa.
E, mentre volavano a mezzo metro da terra, si accorse che questa volta era stato il "qualcos'altro" a surclassare il fastidio.
Atterrarono a una decina di metri dal resto degli studenti che davano loro le spalle; solo Sdentato, che seguiva a qualche metro di distanza il gruppo, si voltò.
La ragazza scese dalla scopa improvvisata sistemandosi la gonna.
-Principessa, guarda che hai tutti i capelli scompigliati- rise Jack, dopo di che le tirò una ciocca sciogliendo così la crocchia e lasciandole ricadere una lunga treccia bionda sulla spalla, con l'effetto collaterale che molti ciuffi le andarono a coprire scompostamente gli occhi.
-Sei uno zotico!- sbuffò mentre si risistemava la pseudo frangetta portandola all'indietro con un rapido gesto delle mani -E comunque al massimo io sono una regina!-
-Okay okay- continuò a ridere lui -Ma sei molto più carina così, anche se manca ancora qualcosa...-
Si strofinò il mento con l'indice in segno di concentrazione, dopo di che mosse leggermente le dita in direzione del volto della ragazza, e un paio di fiocchi di neve le si depositarono sui capelli a mo' di fermaglio.
-Ora ci siamo- il ragazzo alzò il pollice sempre continuando a sorridere.
Elsa si voltò, avviandosi a grandi passi verso la sorella giù per una piccola collinetta.
-Che le hai fatto?- chiese Hiccup vedendo arrivare l'amico.
-Le ho solo fatto provare un nuovo taglio di capelli- rispose l'albino con un'alzata di spalle -Certo che se la prende per poco...-
Nonostante la sua apparente noncuranza, Jack continuava a domandarsi cosa avesse fatto di sbagliato: in fondo l'aveva solo incoraggiata a sentirsi più libera, voleva che i capelli fossero una metafora, voleva che tutti quei vezzeggiativi venissero intesi per quello che realmente erano, dei complimenti; ma quello che più voleva era che lei fosse sua amica. Da quando conosceva i cinque, la ragazza era l'unica che si era sempre tenuta a distanza da lui. E questo l'aveva sempre affascinato.
-Se continui a provarci con questi trucchetti stupidi, dubito che la conquisterai- scherzò il vichingo
-Già, ne dubito anche io- rispose ridendo il ragazzo.
-Signor Haddock- nonostante lo schiamazzare dei ragazzi, la voce della McGranitt era ben udibile -La prego di portare qui il suo drago-
Hiccup chiamò Sdentato con un fischio, per poi avviarsi tra la calca in direzione della professoressa.
Davanti alla donna, a una ventina di passi, si ergeva una vecchia casupola di legno e mattoni; la struttura dava segni di cedimento qua e là, ma nel complesso sembrava piuttosto solida. Nei pressi dell'abitazione, un grande orto pieno di strane zucche dalle dimensioni spropositate stonava con la casa, poichè risultava molto ben curato.
-Signor Hagrid- la strega battè un paio di colpi alla porta -C'è un ospite che credo le farà piacere conoscere-
Dopo qualche istante, l'uscio si spalancò, rivelando ai ragazzi l'imponente figura del guardiacaccia: un uomo sulla quarantina, alto minimo due metri e largo la metà, con una folta e ispida barba nera.
-Allora, chi è questo ospite?- chiese l'uomo. Aveva una voce profonda, ma la sua espressione la inteneriva in un certo qual senso.
-L-lui è Sdentato- disse il vichingo dopo non pochi sforzi, indicando timidamente il drago -E...bhe...mi chiedevo se fosse possibile tenerlo qui...-
-Per Giove!- gli occhi di Hagrid si illuminarono -Ma quella è proprio una Furia Buia! Credevo che non avrei vissuto abbastanza per vederne una!-
L'uomo si avvicinò a grandi passi a Sdentato, tendendo una mano per accarezzarlo.
-Certo che può restare! Gli riserverò un posto d'onore. Ma, aspetta...- sporse la testa oltre il corpo del drago -Ma quella è una...protesi?- chiese indicando con un cenno la semi-coda rosso brillante.
-Sì, gliel'ho costruita io- rispose Hiccup leggermente imbarazzato -Ma è una storia lunga-
-Bene signor Hagrid, resteremmo qui tutto il giorno a parlare di draghi, ma credo comprenderà che abbiamo una tabella da rispettare e...-
-certo professoressa, capisco benissimo- sorrise il guardiacaccia -E tu ragazzo, sappi che potrai venirlo a trovare quando vorrai-
L'adolescente annuì felice.
-D'accordo ragazzi, è ora di tornare a scuola- la McGranitt si voltò e con un ampio gesto fece segno di seguirla.
-Anna!- Elsa sorpassò alcuni ragazzi nel tentativo di raggiungere la sorella, che nel frattempo stava chiacchierando con Rapunzel e Merida.
-Che c'è?- chiese la ragazza, radiosa come al solito.
-Ehm...dovresti aiutarmi a risistemare i capelli- disse la bionda indicando la treccia.
-Wow, non ti avevamo mai vista così! Sembri molto più disinvolta- affermò Merida
-è che...lei si trova a più agio con la crocchia- improvvisò Anna.
La verità era che da quando Elsa aveva causato l'inverno estivo ad Arrendelle, la ragazza si rifiutava categoricamente di esibire nuovamente quell'acconciatura: le faceva tornare in mente troppi ricordi, di quando aveva costruito il castello, e di quando aveva ferito la sua stessa sorella; quei dannati cristalli di ghiaccio nei capelli le provocavano un senso di disgusto verso se stessa. Aspetta, cristalli? Come faceva Jack a sapere dei fiocchi di neve con cui aveva adornato la treccia anni prima?
-Ecco fatto- la voce della cugina la riscosse dai suoi pensieri -Ora hai nuovamente l'aria di una vecchia zitella- scherzò la ragazza.
-Scusate un attimo- la regina si dileguò in un attimo, attraversando quella folla di adolescenti urlanti; l'albino era poco più avanti che parlava con due ragazzi, presumibilmente Serpeverde.
-Adesso tu mi ascolti- lo afferrò per il colletto della felpa costringendolo a voltarsi.
-Ehi, cosa c'è principessa?- sorrise lui
-Cosa c'è un corno!- la ragazza estrasse dalla tasca la sua bacchetta di betulla puntandola in faccia al ragazzo -Ora mi dici come facevi a sapere che avevo i fiocchi nei capelli quando sono scappata. Come?!?!-
-Tanto non la sai usare quella- rise Jack rimanendo perfettamente tranquillo.
-Il bello del nucleo di corde di cuore di drago è che è molto lunatico, potrebbe anche essere che ne scaturisse un incantesimo senza che io pronunciassi una formula- continuò a mezza voce Elsa -E ora dimmi come!-
-Va bene va bene- sospirò il ragazzo -è perchè...io ero lì-
-Cosa?!- la bionda strabuzzò gli occhi
-Io ti ho vista, quando sei scappata intendo. E mi sembravi tanto libera...così prima pensavo solo che se ti avessi restituito anche una piccola parte di quella libertà mi avresti apprezzato un po' di più...-
La ragazza scosse la testa -Tu non sai cosa ho passato, e non hai il diritto di saperlo. Perciò invece che basarti su supposizioni, prova un po' a maturare- si voltò risistemando la bacchetta.
Jack rimase immobile, fissando il terreno. Ancora una volta, quando pensava di aver fatto un passo avanti con Elsa, ecco che ne faceva due indietro.
Gli studenti raggiunsero nuovamente le scale.
-Bene ragazzi, è il momento che vi ritiriate nei vostri dormitori. Grifondoro, alloggerete nell'ala nord, Serpeverde a sud, Corvonero ovest e di conseguenza Tassorosso est- la professoressa agitò la bacchetta e un istante dopo un piccolo pezzo di pergamena comparve nelle mani di ciascun ragazzo -Questo è il numero della vostra camera; quattro studenti per camera; le ragazze staranno al secondo piano, mentre i ragazzi al primo; niente visite maschili nel dormitorio femminile o viceversa dopo le otto di sera; il coprifuoco è alle dieci. Perfetto, ora siete pregati di sistemarvi nelle vostre camere, dove troverete le divise corrispondenti alla vostra Casa. Ci troveremo tra un'ora nella sala grande per la cena.-
La McGranitt si voltò scostando il mantello, muovendo una decina di passi prima di fermarsi
-Ah, attenti alle scale- sorrise, per poi avviarsi lungo il corridoio.

NOTE DELL'AUTRICE:
Okay, come avrete potuto notare ho fatto alcune piccole modifiche all'età degli studenti ecc. per un motivo pratico; inoltre ho preferito mantenere i vecchi professori facendone resuscitare qualcuno (lol) sempre per lo stesso motivo.
Tutto qui, spero che la storia vi piaccia, e vi prego di recensire in modo da avere delle linee guida per sapere se sto facendo un buon lavoro o meno. Baci :)

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Capitolo 4
*** presentazioni ***


~~-Attenti alle scale? Ma che vuol dire? Sembra mia madre: attenta questo, attenta a quello, tieni la schiena dritta- Merida alzò gli occhi al cielo -Come se non avessimo mai fatto le scale in vita nostra...-
-Bho, forse voleva semplicemente...- Rapunzel si interruppe fissando i grigi gradini di pietra: una rampa si stava spostando, passando dal terzo piano al secondo, mentre un'altra aveva fatto un giro di 180° per atterrare dalla parte opposta della sua sede iniziale -Ecco cosa voleva dire- disse in un soffio.
-Dai forza, cerchiamo di beccare quella giusta!- disse una ragazza dai lineamenti orientali, mentre  saliva titubante insieme da un gruppetto di amiche.
-Dobbiamo andare anche noi. Mer, in che camera sei?- sorrise Anna.
-112, tu?-
-Idem! Saremo insieme!!!- la ragazza si mise a saltellare coinvolgendo anche l'amica in quella strana danza, ma subito si fermò notando gli sguardi degli altri quattro: loro erano soli.
-Credo che dovremmo prendere tutti la stessa rampa- propose Hiccup -Tanto prima o poi atterrerà dalla parte giusta, si spera. E tra tre quarti d'ora ci ritroviamo qui, così abbiamo un po' di tempo per parlare prima della cena-
I ragazzi annuirono, per poi avviarsi lungo i ripidi gradini.
-Primo piano. Hic questa è la nostra fermata- urlò Jack trascinando l'amico.
-Hei aspetta! Tu sei nell'ala sud, ma io devo aspettare che la scala si fermi a est- cercò di replicare il vichingo.
-Su non fare il piagnucolone! Devi solo fare quattro passi-
-Ma, ma...- troppo tardi, ormai entrambi avevano i piedi sul ballatoio.
-E noi che facciamo?- chiese titubante Elsa.
-Aspettiamo...Ah ecco, si sta muovendo!- esclamò la cugina.
Le quattro si mossero rapidamente, consapevoli del fatto che se avessero esitato, le scale avrebbero potuto metterci una vita per tornare al secondo piano.
-Si scende!- esultò Anna -Bhe, a dopo allora-
Le ragazze si divisero, diretta ciascuna al proprio dormitorio.

-Numero 300, numero 300...- Jack continuava a superare porte socchiuse alla ricerca della propria stanza -Eccola! 300!-
Spinse il battente di legno per poi ritrovarsi in un'ampia camera con quattro letti a baldacchino con coperte verdi e argento, come lo stemma della sua stessa Casa. Tre ragazzi erano chini sui propri bagagli, così indaffarati che sul subito non si accorsero della presenza del nuovo arrivato. Anche se erano girati di spalle, notò che conosceva  già la cresta verde di uno e le ciocche bionde di un altro: erano gli stessi ragazzi con cui poco fa aveva parlato nel cortile; il terzo invece, non aveva idea di chi fosse.
-Eilà!- provò a salutare.
-Jack, amico!- Il punk si voltò per poi tirare una pacca sulla spalla dell'albino in segno di saluto, inarcando un sopracciglio munito di piercing.
-Hei Duncan- fece lui di rimando -vedo che c'è anche Logan- sorrise divertito
Il ragazzo, sentendosi chiamare, si alzò scavalcando un'enorme valigia rossa, e andando a dare il cinque all'amico
-Chi l'avrebbe detto che ci avrebbero messo insieme- rise -Ah, Frost, quello è Scott, un amico di Duncan-
Scosse leggermente il capo in direzione di un ragazzo curvo sul suo bagaglio di seconda mano: aveva i capelli rossi sparati in tutti le direzioni e, nonostante il clima non fosse dei più caldi, indossava solo una canotta bianca stropicciata
-Piacere, Jack- si presentò tendendo la mano
-Scott- disse di rimando l'altro senza voltarsi -Non ti offendere se non ti stringo la mano, ma non sono un damerino-
"Però, simpatico" pensò sarcasticamente Jack
-è che Scott viene dalla campagna- provò a scusarsi Duncan
-Hum certo- rispose poco convinto il sedicenne -Allora, dove dormo?-
-Il letto vicino alla finestra è libero se vuoi- propose Logan ammiccando
-Perfetto-
E lo era davvero: anche se avrebbe dovuto convivere per dei mesi con quel "simpaticone" di Scott, sapere che prima di addormentarsi avrebbe potuto vedere la luna lo rincuorava. Quella strana sfera luminosa gli aveva sempre dato un senso di sicurezza, riusciva a farlo sentire a casa, protetto.
Si piazzò davanti al letto, notando che le sue valigie occupavano il pavimento accanto alla sponda sinistra; la divisa nera ,abbinata ad una cravatta verde e argento era stata accuratamente piegata ed adagiata sulla trapunta, anch'essa verde.
-Nooo, devo mettere anche la cravatta?- sbuffò l'albino
-Ti tocca amico- disse di rimando il metallaro, mentre posizionava con non molta cura un paio di calze nell'armadio.
Frost si sistemò riluttante la divisa, che gli calzava a pennello, e si legò al collo la cravatta, lasciando però il nodo leggermente morbido.
Sollevando la veste scura, notò un foglietto di carta piegato con meticolosa precisione: l'orario delle lezioni. Si infilò il pezzo di pergamena in tasca e si avviò verso la porta.
-Io vado a fare un giro, ci si vede a cena- esordì facendo un cenno con la mano
-A dopo- mugugnò il rosso -Ah, una cosa: la biondina, quella che oggi ti ha urlato dietro...è la tua ragazza?-
-No, perchè?- Jack si bloccò sulla soglia, sentendo Elsa chiamata in causa
-Mmm, niente, è carina- ghignò in risposta l'altro.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle
-Tanto non sei alla sua altezza- sussurrò appoggiandosi al muro.

"Dannazione Jack, prima devo scendere nell'ala sbagliata PER COLPA TUA, e ora non riesco neanche a trovare la camera" Hiccup sbuffò passandosi una mano fra i capelli e facendo vagare lo sguardo per la milionesima volta sulle porte socchiuse che sfilavano davanti ai suoi occhi, pregando di individuare la 170.
-Era ora!- esultò tirando una spallata all'uscio per entrare; l'ampia stanza era occupata da quattro letti dalle tinte gialle e nere, due dei quali erano già occupati.
-Ehm...salve- accennò timidamente
-Ciao- un ragazzo non troppo alto dai folti capelli castani gli strinse la mano -Io sono Freddy-
-Hiccup- si presentò a sua volta il vichingo
-E io sono Cody- un ragazzo mingherlino che dimostrava un paio d'anni meno della sua età reale imitò il gesto del compagno Tassorosso -Io e Freddy abbiamo preso il letto a castello, se vuoi c'è quello vicino all'armadio-
-Okay, graz...-
-Vi prego ditemi che non ho sbagliato camera!- un cesto di ricci scuri sbucò dalla porta -è da un'ora che giro. Questa è la 170 Tassorosso?-
I tre annuirono distrattamente.
-Oh, grazie a Dio- il riccio tirò un sospiro di sollievo -Io sono Chase-
-Hiccup-
-Cody-
-Freddy-
-Bene, allora è meglio che mi sisteeee...!- Chase inciampò nel lembo di una coperta, finendo a faccia in giù sul pavimento.
I compagni cercarono a stento di trattenere una risata, mentre lo aiutavano a rialzarsi.
-Vi anticipo che sono molto sbadato- sorrise il moro.
-Ce ne siamo accorti- scherzò Hiccup, mentre apriva la valigia -Sapete come posso fare a inviare una lettera? Ci sono delle specie di piccioni viaggiatori o che so io?-
-Mmm, in realtà a quanto ho capito qui si usano i gufi- rispose incerto Freddy -Ma non ho idea di come si faccia...forse dovresti chiedere al preside-
Il vichingo scosse il capo in segno di assenso, dopo di che richiuse il bagaglio e lo fece scivolare sotto al letto con un piede; sulla coperta, una veste di almeno due misure più grande occupava la maggior parte del letto, coperta a sua volta da una cravatta a righe gialle e nere.
-Ehm...credo che abbiano sbagliato misura, non sono così grasso- rise l'adolescente, provandosi la divisa. A contatto con gli indumenti sottostanti, però, la tunica nera prese a restringersi fino a diventare della taglia giusta.
-Ma ma è...-
-Magico?- lo anticipò Cody -Bhe, sai com'è, siamo ad Hogwarts-
-Già, credo proprio che...-un paio di colpi alla porta costrinsero Hiccup a interrompersi -Pensavo che fossimo in quattro- sbuffò, aprendo la porta e rivelando la figura esile di un ragazzo dai capelli chiarissimi in netto contrasto con la lunga veste scura che indossava.
-Jack, anche tu da queste parti?-
-Sono venuto a prenderti- rise l'albino -Dai muoviti, saluta i tuoi amichetti che andiamo a trovare le ragazze-
-Ehm- il vichingo era visibilmente imbarazzato per il comportamento da sbruffone dell'amico- Scusate ragazzi, ci vediamo più tardi- riuscì soltanto a dire prima che Jack lo trascinasse in corridoio.

Anna e Merida camminavano a braccetto ridendo, mentre cercavano la 112.
-Dici che saranno simpatiche?- domandò incerta la prima: era sempre stata piuttosto insicura, soprattutto a causa dei problemi che aveva avuto con sua sorella, e spesso si ritrovava in balia della paura, la paura di non essere accettata.
-Credo di sì- la rassicurò l'amica -Non ti preoccupare: se ti infastidiscono ci penso io-
-112!- la principessa si precipitò alla porta, irrompendo nella stanza a righe rosse e oro.
-Quanta euforia!- rise una bionda dalla pelle abbronzata; anche se era seduta sul letto, si capiva che non doveva essere molto alta -La prossima volta bussa però, stavo per prendermi un infarto- altra risata -Comunque io sono Zoey-
-Anna- rispose la ragazza leggermente imbarazzata.
-Merida- esordì l'arciera con la solita spavalderia.
-Bei nomi- una voce fece voltare le tre verso l'armadio, dove una ragazza dai lunghi capelli corvini stava impilando dei maglioni -Io sono Carly. Spero che andremo d'accordo. Anche perchè non ho mai passato così tanto tempo fuori casa, quindi non so come ci si senta e...sto parlando troppo, vero?-
Merida annuì sorridendo
-Non ti preoccupare, ne abbiamo un'altra qui che parla molto più di te- indicò Anna con un cenno del capo.
Le quattro scoppiarono a ridere
-Bene allora...LETTO A CASTELLO!!!- la principessa si precipitò verso la parete, dove era sistemato un ampio letto a castello
-E non sei neanche l'unica che sta per la prima volta fuori casa, a quanto vedo- scherzò Zoey.
-Ehm, scusatemi- il viso di Anna assunse la stessa tinta dei suoi capelli -Mer, dormiamo qua?-
-Okay, ma io dormo sopra- rispose allegra mentre sollevava per le maniche la lunga divisa, facendo volteggiare a terra una piccola pergamena.
-Uh, l'orario dei corsi- sussurrò, rivolta forse più a se stessa che all'amica -Vediamo...pozioni, storia della magia, erbologia,... questo me lo porto dietro, così più tardi confrontiamo gli orari con gli altri- infilò in fretta la veste per poi mettere in tasca il biglietto e legarsi al collo la cravatta oro e rossa, seguita a ruota da Anna.
Toc toc
-Per caso Merida Brave e Anna Frozen sono qui?- la figura slanciata di Hiccup fece capolino dall'uscio -Eccovi! Dai venite che andiamo a trovare le altre- sorrise, per poi far cadere lo sguardò sulle due estranee -Salve-
-Ciao- risposero in coro Carly e Zoey
-Tu sei il Tassorosso con il drago, giusto?- domandò la mora.
-Esatto, lui e Sdentato si possono considerare fratelli- la testa di Jack comparve da sotto il braccio di Hiccup -Anche perchè, diciamocelo, ci sono un bel po' di somglianze-
Risatina generale. I quattro si avviarono spintonandosi in corridoio, per poi imboccare l'ala dei Corvonero.

Rapunzel era stata la prima ad arrivare, forse perchè la 279 era la camera più vicina alle scale: era una stanza non molto ampia, con due letti a castello blu e bronzo e quattro grandi armadi. Decise di aspettare l'arrivo delle altre prima di sistemarsi, anche se le sue valigie erano già state posizionate accanto al letto che stava di fronte alla porta.
Non dovette aspettare molto: dopo una manciata di minuti, due ragazze entrarono chiacchierando; una aveva dei lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo e la pelle abbronzata, mentre l'altra aveva un colorito cadaverico e dei capelli a caschetto neri intervallati da qualche mèche dello stesso verde  petrolio del rossetto.
-Ciao- le salutò allegra -Io sono Rapunzel, ma chiamatemi pure Punzie-
-Bridgette- si presentò la bionda -E questa è Gwen-
La gotica si scostò una ciocca scura dal viso, muovendo appena la testa in segno di saluto.
Punzie la squadrò un momento: non era quel tipo di persona che giudica tutto  tutti, anzi, ma quella ragazza le sembrava...fuori posto, in un certo senso, se l'avesse incontrata per i corridoi l'avrebbe di sicuro catalogata come Serpeverde, non certo come Corvonero.
-So a cosa stai pensando- la voce leggermente roca della dark interruppe il flusso conitnuo di idee che le vagavano in testa -Anch'io sono rimasta sopresa dalla scelta del cappello: io non sono come Bridgette, o come te, a me piace stare da sola, senza dover dipendere da nessuno; ma evidentemente non sono poi un essere così terribile se sono capitata qui-
Nelle sue parole si avvertiva una punta di sarcasmo, anche se il suo volto continuava a rimanere impassibile.
-Non darle retta- si intromise la surfista -In realtà Gwen è una secchiona, e sotto sotto ha anche un lato tenero- ammiccò impercettibilmente -Credo che prenderemo il letto vicino alla finestra, che ne dici?-
La gotica mugugnò in segno di assenso.
-CIAOOO!- una voce estremamente acuta costrinse le tre ragazze a girarsi.
Ferma sull'uscio spalancato, c'era una ragazza magra, dai lunghi capelli castani e gli occhi dello stesso colore, che gesticolava con fare impacciato, come per chiedere il permesso di entrare.
-Io sono Nicole- si decise finalmente a muovere un passo all'interno della stanza
-Ciao, io sono Rapunzel, e loro sono Bridgette e Gwen- la bionda indicò le due compagne.
-Oh, piacere! Io sono felicissima! Cioè, voi non siete felicissime? Insomma siamo ad Hogwarts, è fantastico no? Potremmo diventare delle streghe e poi...-
-Ti prego tappati quella bocca- sospirò la dark, ficcandosi le cuffie nelle orecchie e iniziando a disfare i bagagli, ignorando palesemente la nuova arrivata.
-Perdonala- si scusò in fretta la bionda dalla coda di cavallo -è solo un po'...stressata. Noi due ci siamo sistemate vicino alla finestra, quindi tu potresti dormire con Punzie-
La castana sorrise raggiante -Perfetto! Io prendo il letto di sopra!-
Rapunzel iniziò a sua volta a disfare le valigie, per poi sistemarsi la divisa, i cui colori scuri contrastavano con il biondo dei capelli, mettendoli in risalto.
Gwen al contrario, sembrava ancora più lugubre avvolta da quella veste nera.
-Forte questa cravatta- gioì a voce forse un po' troppo alta la principessa, sistemandosi il lembo di stoffa blu e bronzo attorno al collo -Fa tanto “scuola britannica di gran classe”-
-Bhe in effetti lo è- una voce famigliare la fece voltare in direzione del corridoio, dove Merida sorrideva sventolando una mano in segno di saluto -Dai Punzie, vieni che andiamo a prendere Elsa-
-Ci vediamo sta sera- salutò la bionda in direzione delle compagne di stanza, dirigendosi verso i quattro amici che la stavano aspettando appoggiati alla balaustra.

-Allora, 218...- era da quasi dieci minuti che Elsa stava girando in tondo, tanto che aveva cominciato a pensare che la professoressa le avesse dato il numero sbagliato.
Abbassò lo sguardo sul pezzo di pergamena, notando con orrore che l'angolo che teneva stretto fra le dita aveva iniziato a ghiacciarsi. Lasciò immediatamente cadere il foglietto, ritraendo la mano: certe volte, quando era stressata o impaurita, le riusciva difficile controllare i suoi poteri.
-Scusami- una ragazza con un caschetto color castano chiaro e molto abbronzata le si affiancò -Sai dov'è la 218?-
-In realtà no, la stavo cercando anche io- mormorò la bionda.
-Ah quindi siamo compagne!- esordì l'altra -Piacere, Courtney-
-Elsa- sorrise debolmente la regina.
-Ah, eccola finalmente!- la castana aprì elegantemente la porta, mostrando un'ampia stanza con quattro letti verdi e argento.
All'interno, due ragazze stavano battibeccando piuttosto animatamente
-Ti dico che quella è la mia valigia! -sbraitò una riccia dalla pelle ambrata
-Ma non vedi che sopra c'è scritta una S? S di Sam!!!- urlò l'altra, una bionda con l'aria da dura.
-Quella è una C un po' sbavata! C di Cruz, Dana Cruz!!!- replicò.
-Ehm ehm...- Courtney si schiarì la voce per attirare l'attenzione delle due.
-Ah ciao- si girò la bionda, per poi tornare a fissare con sguardo truce la rivale.
-Perchè non la aprite?- propose la castana -Così vi togliete ogni dubbio-
La riccia strinse titubante la cerniera del bagaglio color cobalto, per poi aprirla lentamente: dentro c'era un'accozzaglia di vestiti piegati con poca cura,alcuni astuccetti, delle scarpe e...
-Un secchiello di pollo fritto?!?! Okay, non è decisamente la mia valigia!- fece quella con un moto di disgusto.
-Visto che ti dicevo?- sul volto dell'altra si era dipinta un'espressione trionfante, mentre fissava il pavimento vicino a uno dei letti -Credo che la tua sia quella-
Indicò con un cenno del capo un angolo blu che sbucava da sotto il lenzuolo che rasentava il terreno, per poi accovacciarsi e estrarla da sotto il letto; in effetti i due bagagli erano identici, a parte la grossa S scritta in pennarello indelebile sopra a quello della bionda.
-Allora, ehm, credo sia venuta l'ora delle presentazioni- iniziò titubante la regina -Io sono Elsa- fece un leggero inchino suscitando una risatina da parte delle compagne.
-E io Courtney- le fece eco la castana.
-Samantha. Ma tutti mi chiamano Sam- rispose la bionda.
-Dana- sul volto della quarta comparve un sorriso palesemente forzato
-Come ci...disponiamo?- mormorò Elsa.
-Le valigie sono già vicino ai rispettivi letti. Ti metti dove c'è la tua.- rispose Dana alzando gli occhi al cielo, quasi fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Aspetta- la interruppe Sam -Ma tu sei quella che prima ha dato una strigliata a quell'albino Serpeverde?-
Sì limitò ad annuire.
-Ahahah hai tutta la mia stima, quel tipo se la tira troppo per i miei gusti-
Un'obbiezione stava spingendo per uscirle dalle labbra, ma si costrinse a mordersi la lingua: perchè avrebbe dovuto difendere Jack?
“Forse perchè 'sta mattina ti ha salvata” la voce che sentiva nella testa non le pareva neanche sua.
Scosse il capo, come per eliminare quella voce che le rimbombava nelle orecchie, mugugnando un -Grazie- imbarazzato.
Uno squillo fece voltare le tre ragazze in direzione di Courtney, che stava armeggiando col cellulare
-Ah, scusate, è il mio ragazzo. A quanto pare si è ritrovato in camera con “l'albino Serpeverde che se la tira troppo”- scherzò
-È un Serpe anche lui?- domandò Elsa sistemandosi la divisa
-Sì, si chiama Duncan, ma se te lo presentassi, dubito che crederesti che stiamo insieme-
-Che vuoi dire?- la regina alzò un sopracciglio
-Bhe, che siamo completamente diversi: lui ha una cresta verde alla Mohicana, è pieno di piercing e ascolta musica heavy metal, mentre io sono una ragazza seria molto ehm...normale, per così dire.-
Ad Elsa quella descrizione fece sorridere: due persone, l'una l'opposto dell'altro, che riuscivano a volersi bene nonostante le differenze; lei, da quanto aveva capito in quei dieci minuti, era una ragazza seria coi piedi per terra, mentre lui sembrava tanto uno di quei pazzi che non prendono mai niente sul serio.
“Mi ricorda qualcuno” ancora quella maledetta voce. Forse era solo stanca, e ora il suo subconscio si stava prendendo gioco di lei.
-Elsa?- avrebbe riconosciuto quella voce fra mille: Anna era appoggiata con una mano allo stipite della porta, e la guardava in quel modo leggermente infantile che aveva quando parlava con la sorella -Oh, eccoti qua, sarà l'ennesima porta a cui busso. Vieni, gli altri sono sul ballatoio che ci aspettano.-
-A dopo- disse rivolta alle compagne di stanza, per poi allontanarsi con la rossa.

I sei amici erano fermi nell'atrio, seduti ai piedi delle scale.
-Allora- esordì Jack -Cerchiamo di vedere se gli orari delle lezioni sono gli stessi; se così non fosse,alzate una mano, e domani ci accorderemo per ritrovarci al termine delle lezioni per “studiare” insieme- aveva volutamente virgolettato il termine “studiare”, concludendo con un occhiolino.
-Dunque, prima ora: pozioni- silenzio
-Seconda: storia della magia- cinque teste annuirono all'unisono
-Erbologia- ancora niente
-Trasfigurazione...- visto che nessuno aveva mosso un dito continuò a parlare -E alle ultime due ore c'è la voce “materia facoltativa”- concluse.
-SIAMO INSIEME!- Merida non riusciva più a contenere la gioia: ce l'avevano fatta, sarebbero stati insieme durante le lezioni. Stava ancora sorridendo, quando un pensiero le balenò in mente
-Però, questo è solo l'orario di lunedì, e se gli altri giorni invece...- abbassò la testa.
-Per adesso non facciamo supposizioni- la rassicurò Rapunzel -Quello che importa è che dopodomani saremo assieme, al resto della settimana penseremo dopo-
Un improvviso brusio li fece voltare di scatto: una cinquantina di ragazzi stavano cercando di scendere le scale per avviarsi verso la Sala Grande. Era ora di cena.
I sei iniziarono ad avviarsi lungo il corridoio, per evitare di essere travolti da quel fiume di studenti.
Elsa picchiettò leggermente il braccio di Jack, costringendolo a rallentare.
-Per caso sei in stanza con un certo Duncan?-
-Sì, perchè?- l'albino sembrava piuttosto sorpreso dalla domanda.
-è il ragazzo di una mia compagna. Courtney.- si affrettò a spiegare
-Bhe, allora anche noi due potremmo metterci assieme, così facciamo l'amplein- rise.
Per tutta risposta, la ragazza gli tirò una gomitata nello sterno e affrettò il passo, raggiungendo la sorella.

NOTE DELL'AUTRICE:
Allora, mi scuso infinitamente per il terribile ritardo, ma ultimamente tra scuola e sport è già buona se trovo il tempo di respirare.
So che avevo anticipato che questo capitolo si sarebbe svolto a Diagon Alley, ma poi mi sono detta
“Ma 'sti poveri cristi dovranno pur farsi una vita sociale” e così sono entrati in scena i COMPAGNI DI STANZA.
Come avrete potuto notare, tutti i compagni provengono da A Tutto Reality, Zoey 101 o iCarly. Perchè? Primo, perchè non ce la facevo a inventarmi settordici nomi diversi, e secondo perchè l'idea di smistare anche loro mi piaceva c:
Tutto qui, vi anticipo ( e sta volta sarà così) che nel prossimo capitolo andremo finalmente a Diagon Alley * yeeee* quindi quello sarà molto probabilmente l'ultimo capitolo “che funge da prologo” per così dire, visto che poi entreremo nel vivo della vicenda (?)
Spero che la storia vi piaccia, e ringrazio tantissimo quelli che hanno recensito, quelli che hanno messo la storia tra le seguite e quelli che l'hanno messa fra le preferite, non sapete quanto mi rendiate felice :3
Un bacio (soprattutto alla mia Falltopieces <3)
Ladradilucciole

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Capitolo 5
*** Diagon Alley ***


~La cena era passata in fretta, dopo tutto: Merida aveva monopolizzato la conversazione per tutta la sera, lasciando a stento il tempo alle altre di rispondere alle sue affermazioni, aiutando talvolta Anna ad integrarsi nel discorso; Hiccup aveva passato metà del pasto cercando di parlare col preside, riuscendoci solo dopo l'arrivo del dolce; Rapunzel era riuscita a conoscere meglio le nuove compagne, sorprendendosi poi nel notare che, ad una sua battuta, Gwen aveva sollevato gli angoli della bocca in quello che sembrava un sorriso; Elsa era riuscita ad evitare i continui battibecchi di Dana e Sam, sedendosi in un angolino del tavolo accanto a Courtney. La ragazza le assomigliava molto: seria, sempre composta, e anche abbastanza riservata, per la prima volta, alla regina sembrò di essere riuscita a trovare un'amica al di fuori del loro solito gruppo; Jack, infine, era stato indaffarato per tutta la cena a parlare con Duncan, ignorando palesemente il rosso scorbutico e massaggiandosi il punto in cui Elsa lo aveva colpito. Doveva ammettere che quella ragazza non era da sottovalutare.
Le dieci arrivarono troppo presto, e i ragazzi furono costretti a separarsi.
-Ci vediamo domani prima di colazione, okay?- propose Anna.
Cinque teste annuirono all'unisono, per poi dividersi, ognuno in direzione del proprio dormitorio.

I ragazzi furono costretti a riversarsi in corridoio, motivati dal forte rumore che, dieci minuti prima, li aveva malamente svegliati. Molti di loro erano ancora in pigiama, mentre alcuni erano riusciti ad infilarsi in fretta e furia chi un paio di jeans, chi una maglietta stropicciata.
-Diamine no!- sbuffò Jack, rendendosi conto di aver messo il piede destro nella converse sinistra e viceversa.
-Ahahah, sapevo che non eri un tipo mattiniero, Frost, ma almeno le scarpe- rise Hiccup
-Ah ah. Dai un'occhiata ai tuoi capelli, poi ne riparliamo- sibilò l'albino.
Anna, passandogli accanto, riuscì a stento a soffocare una risata: in effetti i ciuffi castani del vichingo erano sparati in tutte le direzioni, quasi a formare una raggiera.
Elsa e Rapunzel, al contrario, erano perfettamente in ordine: capelli ben acconciati, vestiti in ordine, piede nella scarpa giusta.
-Ma come cavolo...?!?- Merida aveva la bocca spalancata mentre fissava le due ragazze -No, ora voi mi spiegate come fate ad essere così perfette alle 7 di mattina, e lo fate subito-
Stavolta furono le due cugine a cercare di non ridere: i capelli della rossa occupavano il doppio del loro solito, e già abbondante, volume, per non parlare del pigiamino verde con su stampati degli orsetti, che l'arciera tentava in tutti i modi di nascondere.
-Ehm ehm- un paio di colpi di tosse costrinsero gli studenti a voltarsi verso la McGranitt -Perdonate la sveglia un po'...rude, ma era necessario che foste presenti tutti-
-Quindi questa non è un'esercitazione o che so io?- ghignò Scott -Bhe, allora io me ne torno a letto-
Fece per voltarsi, quando sentì la professoressa pronunciare un paio di parole incomprensibili, per poi ritrovarsi a mezzo metro da terra.
-Credo proprio di no- rispose pacata la donna, rimettendolo giù -Ho degli avvisi importanti per voi. Primo punto: tra un'ora e mezza ci troveremo puntuali davanti all'entrata della scuola, per andare a Diagon Alley, dove acquisterete il materiale che vi manca. Non sono ammessi ritardi.
Secondo punto: domani pomeriggio, al termine delle lezioni, vi verranno consegnati gli orari definitivi dei corsi, state quindi ben attenti a non perderli.
Terzo punto: durante la settimana ogni classe avrà due ore di “materia facoltativa”, durante le quali ciascuno di voi sarà invitato a scegliere una materia extra curricolare da svolgere nel corso dell'anno. Siete pregati di scegliere questa materia con molta attenzione, poiché, anche se facoltativa, contribuirà alla vostra valutazione finale e all'assegnazione dei punti Casa.
Bene, a più tardi-
La donna si scostò il mantello dietro le spalle per poi dirigersi verso la Sala Grande.

Alle 8:30, dopo un'abbondante colazione e qualche chiacchiera, gli studenti del primo anno si erano disposti in piccoli gruppetti davanti al portone principale, attendendo l'arrivo dell'insegnante di Trasfigurazione.
La strega sopraggiunse corricchiando, per poi fermarsi di colpo e aggiustarsi il cappello che pendeva verso il lato destro del volto.
-Bene, visto che ci siamo tutti, seguitemi- disse tossicchiando, le gote leggermente rosse.
-Bella roba- mugugnò Sam al fianco di Elsa, rivolta probabilmente ad una brunetta che, a quanto aveva capito, doveva chiamarsi Carly -Prima dice a noi di essere puntuali e poi è lei che ritarda-
La mora si limitò ad un'alzata di spalle.
-Hei, ciao- un paio di colpetti alla spalla costrinsero Merida a voltarsi.
Di fronte a lei, un ragazzo biondo, mingherlino e non troppo alto, le stava sorridendo timidamente; guardandolo meglio, notò che aveva dei tratti somatici molto delicati, quasi femminili, o comunque ancora infantili, e che indossava una cravatta a righe rosse e oro.
-Ehm, ciao....tu sei..?- domandò l'arciera alzando un sopracciglio.
-Arthur. Arthur Pendragon- si presentò tendendo una mano
-Merida- fece lei di rimando, senza però ricambiare la stretta e riprendendo a camminare.
-Quindi, siamo nella stessa Casa!- riprese lui accelerando il passo per raggiungerla. Il tentativo quasi disperato del ragazzo di fare conversazione la fece sorridere.
-A quanto pare...- la rossa si scostò una ciocca dal viso.
-Ehm...senti- provò l'altro, leggermente imbarazzato -Io, bhe, sono nuovo qui e...-
-Tutti lo sono- lo interruppe la ragazza -Se non l'hai notato siamo tutti al primo anno-
-Sì ma, molti ragazzi sono venuti qui insieme a gente che conoscevano, mentre io...bhe... i miei amici sono a casa e quindi, insomma...sono da solo, perciò, pensavo che magari, forse...- stava iniziando a gesticolare, nonostante cercasse di mantenere la calma -forse, dato che siamo nella stessa Casa...potremmo fare i compiti assieme. Sono bravo a scuola e...-
-C-cioè, tu vuoi davvero fare i compiti con me?- Merida sembrava sorpresa: non era il genere di ragazza che di solito faceva colpo, anzi, a causa del suo atteggiamento apparentemente rude, molti le stavano alla larga o la catalogavano comunque in modo sbagliato. Invece quel tipo era andato proprio da lei, tra tutte le ragazze aveva chiesto la sua amicizia.
-Oh, scusami, se ti dà fastidio non fa niente, era solo per avere un po' di compagnia- si rabbuiò Arthur, percependo la domanda della rossa come un rifiuto.
-No, no, non intendevo questo- si spiegò l'arciera -è solo che non succede spesso che qualcuno voglia assere mio amico-
-Quindi è un sì?- chiese speranzoso il biondo.
L'altra si limitò a sorridere, annuendo impercettibilmente. Era bello sapere che qualcuno, in un certo senso, l'avesse scelta. E poi, doveva ammettere che in fondo quel ragazzo era carino: capelli biondi leggermente lunghi, occhi verdi, tratti delicati e fisico asciutto. Male non era. E sembrava anche simpatico, il che, pensò Merida, non guasta mai.
Solo quando Arthur abbassò lo sguardo si accorse di essersi soffermata un po' troppo a guardarlo, e arrossì di botto.
-I-io vado dai miei amici, ci si vede- e si dileguò in fretta.

Diagon Alley era un andirivieni unico di maghi e streghe che, indaffarati, camminavano a passo spedito per l'ampia via acciottolata, passando da un emporio all'altro ad una velocità disarmante.
-D'accordo ragazzi- la professoressa battè le mani un paio di volte -avete due ore di tempo per sbrigare le vostre commissioni. Dopo di che, ci ritroveremo davanti al Ghirigoro-
Indicò il grande negozio alla sua destra, una libreria probabilmente, subito prima di scomparire tra la folla salutando gli studenti con un cenno del capo.
-Duuunque- fece Jack con tono cantilenante -Qualcuno ha idea di dove vendano gli animali o dobbiamo passare in rassegna tutti i negozi?-
-Mmm...- Rapunzel si portò pensierosa un indice al mento -Se non ricordo male, Bridgette mi aveva parlato di un certo “Emporio dei gufi” o una cosa simile-
-è qui!- urlò Anna, che nel frattempo si era allontanata dal gruppo, spinta come al solito dalla sua curiosità -”Emporio del Gufo e Serraglio Stregato”- lesse ad alta voce le lettere incise sull'ampia insegna di legno che penzolava sopra la porta.
I cinque la raggiunsero, aprendo poi l'uscio e facendo tintinnare alcuni campanelli posti al di sopra di esso.
-Benvenuti- dall'altra parte del bancone, c'era un ragazzo sulla ventina, alto e magro, dai corti capelli corvini.
Per qualche istante, alle due Grifondoro parve di conoscere già il suo volto
-Io sono Spencer, cosa vi serve?- riprese quello
-MA TU SEI IL FRATELLO DI CARLY!- urlarono all'unisono Anna e Merida, riconoscendone il nome e associandolo ai tratti tanto simili a quelli della loro compagna di stanza.
-Sì, esatto. È anche lei una Grifondoro?- sorrise mentre le due annuivano -Oh, meno male, non so cosa avrei fatto se fosse stata smistata come Serpev...-
il ragazzo si morse la lingua troppo tardi, accorgendosi che due dei presenti appartenevano alla Casa da lui tanto odiata
-Cioè, non che ci sia niente di male- tentò di rimediare, mentre le guance gli si arrossavano -Come posso aiutarvi?-
Cercò rapidamente di cambiare discorso, prendendo a lucidare nervosamente la superficie di legno scuro del bancone.
-Avremmo bisogno di un animale- si fece avanti Hiccup
-Benissimo. Volatile o quadrupede?-
Il vichingo si fermò a riflettere: aveva promesso ad Astrid che le avrebbe scritto, ma inviare le lettere era praticamente impossibile senza un messaggiero volante; Sdentato era da escludere, il guardiacaccia aveva accettato di prendersene cura, ma dubitava che glielo avrebbe restituito per farlo uscire dai confini di Hogwarts. L'unica era prendere...
-Un volatile- fece risoluto.
-Allora è meglio spostarsi di là- Il moro lo guidò attraverso una porticina di legno, per poi condurlo di fronte ad una parete totalmente ricoperta da gabbie piena di rapaci starnazzanti, mentre dava il permesso agli altri ragazzi di curiosare per i negozi comunicanti.
Lo sguardo del ragazzo fu catturato da una creatura piuttosto minuta, dal piumaggio chiaro
-Quello è un gufo da granaio- spiegò Spencer -è una varietà piuttosto comune, ma credo che venga troppo spesso sottovalutato-
“Sottovalutato” quante volte Hic aveva sentito quella parola, quante volte si era sentito così: troppo debole e mingherlino rispetto agli altri per essere anche solo preso in considerazione.
-è perfetto- rispose in fretta al commesso, lasciandolo leggermente interdetto.
-Bene, andiamo a vedere cosa hanno preso i tuoi amici allora-
Tornarono nell'edificio adibito ai quadrupedi, reggendo la gabbia del volatile che intanto aveva preso a dimenarsi.
Gli altri nel frattempo, erano persi ad ammirare ciascuno la gabbia del proprio prescelto.
Dopo aver appoggiato il gufo sul bancone, il commesso si avvicinò ad ogni ragazzo, in modo da poter prelevare l'animale selezionato.
Jack stava fissando insistentemente un grosso rospo a striature nere e gialle
-Ah, un rospo arlecchino- fece il moro prelevando il terrario dalla parete -Ottima scelta- si interruppe un attimo per poi avvicinarsi alle due sorelle -E voi, signorine?-
Elsa era intenta a giocherellare attraverso la grata con un gatto siamese dallo sguardo fiero, mentre Anna tentava di grattare la pancia ad un soriano -Ricevuto-
Spencer spostò le gabbie accanto alle altre due sul bancone
-Ma, dov'è andata Mer?- domandò con voce leggermente acuta Punzie, notando l'assenza dell'amica.
-Sono qui- un cespuglio rosso sbucò dalla porticina del Serraglio -Vorrei questo-
oltrepassò la porta reggendo una gabbia contenente un gufo color cioccolato
-Uhm...un gufo selvatico, molto bene- il commesso stava prendendo la gabbia, quando questa gli scivolò dalle mani, rovinando a terra per poi aprirsi, liberando l'animale.
-O-okay, tranquilli, non c'è nessun problema- tentò di rassicurarli, sbracciandosi per afferrare l'animale che aveva preso a volare per la stanza -Devo solo afferraaaa-
il ragazzo inciampò sui suoi stessi piedi, cadendo sul bancone e facendo rotolare a terra le restanti quattro gabbie.
Delle risate riempirono la stanza, poco prima che gli animali iniziassero a correre per il negozio, saltando sugli scaffali o volando rasente alle teste degli adolescenti.
-Magari così riesco a prenderli- fece Elsa togliendosi i guanti con un unico gesto
-No ferma!- gridò la sorella afferrandola per un braccio -Ricordi? “niente magia al di fuori di Hogwarts”-
La regina fu costretta a rimettersi i guanti con un moto di frustrazione.
-Quiiii, micio micio- Anna si accovacciò battendosi le mani sulle ginocchia, cercando di attirare l'attenzione del proprio gatto
-Vieni micio- le fece eco Elsa roteando gli occhi.
-Vieni qui, tu!- urlò Jack, poco prima di lanciarsi sul rospo e chiuderlo fra le mani.
-Spencer, hai del mangime?- domandò Hiccup speranzoso
-Sì, e-eccolo- rispose in fretta il commesso, porgendogli un sacchetto sgualcito. Il ragazzo porse una manciata del contenuto a Merida, imitando poi a sua volta Anna
-Qui, gufetto, vieni qui!-
I rapaci, attirati dal cibo, planarono velocemente in direzione dei due che, agilmente, serrarono le zampe dei volatili tra le mani, rimettendoli al proprio posto.
-Bene- sospirò il moro asciugandosi la fronte imperlata di sudore -Sono 49 galeoni, ma...visto il nostro ehm, piccolo incidente, ve li sconto a 40-
Dopo aver pagato e prelevato gli animali, i sei guadagnarono in fretta l'uscita, salutando Spencer con un gesto della mano.
-Ahahah- rise nervosa Merida -Chi l'avrebbe detto che comprare delle bestioline sarebbe stato così pericoloso?-
-Ahah, già. Dunque, come li chiamerete?- fece Rapunzel cambiando discorso, per poi ribattere allo sguardo storto degli amici -Andiamo, Pascal ha un nome, anche i vostri animaletti devono averne uno-
-Crystal- rispose atona Elsa senza pensarci troppo.
-Freccia!- ribattè risoluta come al solito Merida
-Devo proprio? Uff, facciamo Skate- sbuffò contrariato Jack
-Gna- propose Hiccup, per poi riprendere notando le occhiate perplesse dei compagni -è la messaggera degli dei nella credenza vichinga-
-E io direi....mmm....Sisko- concluse Anna, lanciando un'occhiata divertita alla sorella -E ora che si fa?-
Domandò, notando che avevano impiegato venti minuti scarsi delle due ore che gli erano state date.
-E ora andiamo a farci un giro- rispose radiosa come sempre Rapunzel, prendendo gli amici a braccetto e saltellando per le vie del borgo.

NOTE DELL'AUTRICE RITARDATARIA:
Ciao a tuttiiii! Vi prego, vi imploro *si mette in ginocchio * di perdonarmi il terribile ritardo, ma questo mese è stato davvero un inferno, tra mancanza di tempo e di ispirazione. Ma finalmente ce l'ho fattaaaa, anche se il risultato non mi convince molto.
Parliamo della storia:
come avrete potuto notare, in questo capitolo non c'è poi chissà che, mi serviva solo come passaggio dal prologo alla storia vera e propria, e mi serviva soprattutto per presentare un nuovo personaggio: Artie!
Ebbene sì, direttamente da Shrek 3, ecco a voi Arthur Pendragon. Da quando ho visto alcune fanart di lui e Merida mi sono innamorata di questa nuova (anche se poco conosciuta) coppia, e ho DOVUTO inserirlo, perciò spero appreziate il gesto :)
Parlando invece dei nostri cari animaletti, i loro nomi non sono dati a caso: Crystal è ispirato ad una strofa di Let It Go; Freccia perchè, bhe, Merida è un'arciera, duuunque...; Skate significa “pattino”, visto che Jack è diventato un guardiano cadendo nel lago quando andava a pattinare, mi sembrava appropriato; Gna (non chiedetemi come si pronuncia perchè non ne ho idea xD) è, come detto sopra, la divinità normanna corrispondente a Mercurio (versione femminile); Sisko, infine, è la traduzione finlandese di “sorella” (so che solitamente Elsa e Anna vengono associate alla Norvegia, ma la traduzione in norvegese era Soster con la O barrata, ma mi sembrava troppo...bho, privo di personalità)
Tutto qua, spero vivamente che la storia vi piaccia, e vi prego con tutto il cuore di recensire <3
Un bacio (soprattutto alla mia Falltopieces)
Ladradilucciole
P.S.: è molto probabile che i prossimi capitoli verranno pubblicati a distanza di un mese l'uno dall'altro (cercate di capirmi).
Ah e, fate attenzione, perchè il ritardo della McGranitt davanti al portone non era casuale...si accettano scommesse! ;)

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Capitolo 6
*** I Grandi Sei ***


~Merida irruppe in classe una manciata di secondi dopo lo squillo della campanella.
Era stata una giornata d'inferno per lei: Anna si era ammalata durante la notte, tossendo per tutto il tempo e tenendola sveglia. La mattina la ragazza non si era ancora ristabilita, anzi, la sua temperatura non accennava a diminuire, e così l'arciera aveva passato tutta la colazione aiutando l'amica, o almeno provandoci.
La rossa aveva quasi assunto il colorito dei propri capelli, e biascicava frasi sconnesse di tanto in tanto, nominando insistentemente le parole “Elsa” e “potere”
Notando che le vecchie erbe medicinali consigliatale dalla madre non avevano fatto effetto, Merida fu costretta a portare di peso la principessa da Madama Chips, l'infermiera della scuola.
-La prego di scusarmi per il ritardo, ma ho avuto davvero un terribile contrattempo- chinò il capo l'arciera.
Non era solita scusarsi, o almeno non così platealmente visto il suo carattere deciso, ma preferì fare un'eccezione, quanto meno per evitare di dare una brutta impressione al nuovo insegnante.
-Non si preoccupi signorina, hum...- l'uomo in fondo all'aula, un mago sulla sessantina, non troppo magro ma neanche in carne, dai radi capelli grigi, stava sfogliando una vecchia agenda, in cerca del nome della sua interlocutrice -Ah, sì, signorina Brave. La x accanto al suo nome mi fa presupporre che lei faccia parte dei Grandi Sei-
Mormorò l'ultima frase fra sé e sé, ma a volume abbastanza alto da farsi sentire dai ragazzi seduti nelle prime file.
-Grandi cosa?- intervenne annoiato Jack, intento a disegnare strani ghirigori di ghiaccio sul banco di legno scuro
-Oh, niente niente, intendevo dire “le sei false piste”, temo di aver avuto un lapsus- si corresse bruscamente il professore -Tornando a noi, per sua fortuna la lezione non è ancora incominciata. La prego di accomodarsi-
Indicò le file di banchi con un ampio gesto.
La rossa si guardò attorno, notando che i suoi amici erano già appaiati: Hiccup con Jack e Elsa con Punzie. Restava solo lei.
Fece vagare speranzosa lo sguardo tra i vecchi tavoli, soffermandosi su una mano che sventolava nella sua direzione all'altezza dell'ultimo banco.
Si avvicinò di qualche passo, trattenendo a stento un sorriso
-Se vuoi qui c'è posto- la invitò a sedersi il Grifondoro cui apparteneva la mano
-D'accordo. Grazie Arthur- Merida si fece cadere a peso morto sulla sedia, cercando di tirare fuori dalla cartella strapiena il libro di Pozioni
-Chiamami pure Artie- azzardò il biondo imitando il gesto della compagna.
-Okay, Artie- ridacchiò l'arciera, per poi tornare a concentrarsi sulla figura del professore.
-Bene ragazzi, buongiorno a tutti. Io sono il professor Lumacorno- l'uomo si voltò per scrivere il proprio nome sulla lavagna a caratteri cubitali -E per tutto l'anno sarò il vostro insegnate di Pozioni. Perfetto, se non ci sono domande, siete pregati di prendere il vostro libro a pagina...-

-...perciò i maghi con questa capacità vengono detti Animagus- concluse la McGranitt sistemandosi gli occhiali sul naso -Bene, per la prossima lezione siete pregati di portare i vostri animali, vi serviranno per iniziare ad esercitarvi. Ed ora, se volete scusarmi, ho un impegno piuttosto urgente-
La strega si diresse verso il fondo dell'aula a grandi falcate, per poi uscire chiudendo la porta con troppa enfasi.
-Ma non era lei quella che doveva farci le due ore di materia facoltativa? Tanto a parlare di quanto fosse importante e poi se ne va...- sbuffò Hiccup contrariato.
Di solito lasciava a Frost questo tipo di commenti, ma dopo quattro lunghissime ore passate a sentir pronunciare nomi di cui fino ad una settimana prima ignorava l'esistenza, i suoi nervi iniziavano a vacillare.
Uno schiocco secco fece voltare quasi contemporaneamente gli studenti in direzione dell'uscio.
Un uomo di media statura, dai capelli corvini che gli rasentavano le spalle e la carnagione pallida prese a camminare con estrema lentezza in direzione della cattedra.
-A causa di un contrattempo, la professoressa McGranitt non potrà gestire le vostre due ore di materia facoltativa- l'insegnante scandiva ogni singola parola, dando alla frase un ritmo cantilenante ma allo stesso tempo vagamente lugubre -Perciò la sostituirò io. Ora prendete il vostro testo di Difesa contro le Arti Oscure a pagina tredici e...-
-Scusi professor...- una mano si alzò rapidamente per attirare l'attenzione dell'insegnante
-Piton- concluse per lei il moro.
 -Ma oggi Difesa contro le Arti Oscure non era prevista e quindi nessuno di noi ha con sé il testo-
-Bene signorina Frozen- l'uomo aveva assunto un tono che ad Elsa non piacque per niente -Non c'è da preoccuparsi. Dentro l'armadio ci sono copie sufficienti per ogni banco-
Un gruppetto di ragazzi si alzò per prelevare i tomi, distribuendoli poi al resto della classe
-Perfetto, ora aprite il vostro libro a pagina tredici, paragrafo primo- ribadì il professore a denti stretti.
-Amico, questo sembra un vampiro- sghignazzò Jack all'orecchio di Hiccup non appena l'insegnante si fu allontanato.
I due non riuscirono a soffocare una risata.
Stavano ancora chiacchierando quando una mano si posò sulla loro testa, costringendoli ad abbassarla sul libro
-Trovo disgustosa questa mancanza di disciplina. Leggete.- intimò l'uomo dando una leggera spinta ai due ragazzi per poi lasciarli andare.  -Anzi...Signorina Frozen venga qui davanti. Signor Haddock, vada vicino alla signorina Tangled-
-Cosa? Come?- Rapunzel era leggermente spaesata. Intendiamoci, Hiccup era un suo grande amico e non le dispiaceva affatto la sua compagnia, ma l'assenza di Anna le aveva dato l'occasione di passare un po' di tempo con la cugina, cosa che a causa del carattere riservato della regina non accadeva molto spesso.
Elsa imprecò tra i denti mentre si sedeva svogliatamente accanto all'albino
-Non è molto elegante dire certe cose- la rimbeccò Jack
-Tu non sei elegante- rispose fredda lei
-Si può sapere che ti ho fatto?- sbuffò l'altro di rimando -Anzi, lascia stare. Non ho voglia  di litigare-
La bionda fu costretta ad abbassare il capo: poteva avvertire una nota di sincero dispiacere nella voce dell'albino.
-Io...scusami, sono solo preoccupata per mia sorella- ammise, forse in modo troppo arrendevole.
Per tutta risposta, Frost alzò le spalle, con quel suo modo di fare che stava a significare “Sta' tranquilla, tanto non sono arrabbiato con te”
-Ehi, ma li hai visti quei due?- riprese il sedicenne indicando le ultime file
-Chi? Mer e l'altro Grifone?- domandò scettica Elsa
-Ha-ah. Massì, guarda come ridono, chiacchierano...scommetto che lui le va dietro e lei manco se ne è accorta- rise il biondino.
-Assì? E come fai a dirlo?- ribattè la regina alzando un sopracciglio.
-Primo: il mio centro è il divertimento. Gli adolescenti amano divertirsi e le cotte adolescenziali sono il massimo del divertimento. Ergo, ci capisco qualcosa di amore. Secondo: basta guardare come lui la fissi trasognante e si impappini ogni due per tre mentre lei parla senza problemi guardandolo raramente. Mmm...a occhio e croce tra una settimana anche lui inizierà a piacerle- sentenziò infine.
-Hai appena usato “cotta adolescenziale” e “amore” come se fossero sinonimi- lo rimproverò delusa Elsa -Credo che tu non ci capisca poi quel granchè di sentimenti-
Jack fece per aprire bocca, ma ci ripensò e rimase in silenzio. Era vero, lui dell'amore non sapeva un bel niente, ma delle cotte, di quelle sottospecie di “amicizie portate ad un livello superiore”, bhe...di quelle si intendeva eccome, e a sentire dai “ti amo” frettolosi pronunciati dai ragazzini per strada, credeva che le due cose alla fine fossero un sentimento unico. Neanche immaginava che quei “Ti amo” in realtà fossero solo vuote promesse riempite di false aspettative, dei magnifici pacchi regalo ripieni di inutile ovatta.
Per lui l'amore era divertirsi, scherzare, fare stupidaggini. Per lui non era un impegno serio, forse perchè tutte le relazioni che aveva sempre preso ad esempio non lo erano mai state.

L'ultimo trillo segnò la tanto attesa fine dei corsi.
Durante l'ora precedente i ragazzi avevano ricevuto il programma delle lezioni, notando con piacere che la loro classe era stata confermata.
-Saremo insiemeee...un anno insiemeee- si mise a canticchiare Rapunzel prendendo per mano Merida e facendola piroettare insieme a lei, accorgendosi solo dopo di una presenza in più nel loro solito gruppo -Ehm ehm, Mer, non ci presenti il tuo amico?-
Fece, notando i colori del Grifondoro spiccare sulla divisa dell'infiltrato.
-Oh, ragazzi, questo è Arthur, non conosce nessuno qui e quindi gli ho proposto di unirsi a noi per fare i compiti-
Il biondo arrossì leggermente sentendosi chiamato in causa, per poi rispondere con un sorriso imbarazzato ad un coro di “ciao” entusiasti.
-Dovremmo passare da Anna, così decidiamo insieme la materia facoltativa- propose Hiccup, per poi guardare il Grifone di fronte a lui -Puoi venire anche tu se vuoi-
Il ragazzo annuì sorridendo, seguendo poi gli altri che avevano imboccato le scale a passo spedito.

Fuoco. Fuoco ovunque. Intorno a lei, sopra di lei, dentro di lei. Lo sentiva nelle vene, bruciava terribilmente, ma non riusciva a spegnerlo, non riusciva ad allontanarlo. Era lei l'artefice stessa di quel fuoco, e non sapeva come fermarlo, come bloccare quella maledizione. Sì, una maledizione, ecco cos'era, la divorava dall'interno per poi scaturire dai suoi stessi palmi. C'era odore di carne bruciata, e le pareti, le pareti erano ricoperte da fuliggine. Era lei che le aveva bruciate. Acqua. Aveva bisogno di acqua. Il lavandino era meravigliosamente vicino. Ma neanche l'acqua spegneva quel fuoco, e bruciava, bruciava, all'infinito. Il liquido evaporava e le fiamme erano ancora lì.
Ma perchè, perchè quella maledizione? Perchè proprio ora? Perchè non prima? Ma chi l'aveva condannata? Chi le aveva donato quel potere così terribilmente distruttivo?
Quella donna. Lei. L'aveva maledetta lei. Ma era stato solo un sogno, un incubo.
Eppure adesso l'incubo era reale.

-Anna?- Elsa battè un paio di colpi alla porta -Sei già sveglia oppure dormi?-
In risposta si sentirono alcuni colpi di tosse attutiti dallo spesso battente di legno
-Elsa...- la rossa aveva la voce ridotta ad un sussurro appena udibile -Io, io non mi sento granchè bene...-
I sei amici si fissarono, decretando silenziosamente che forse era meglio lasciare riposare la ragazza.
-Okay, ci vediamo stasera- la salutò apprensiva Merida.

I ragazzi erano raccolti attorno ad un grande tavolo della biblioteca, chi seduto compostamente, chi messo a cavalcioni sulla sedia e chi appoggiato al ripiano di legno.
-Allora...- iniziò Hiccup -Le scelte sono: Babbanologia, Rune Antiche, Cura delle Creature Magiche, Divinazione e Artimanzia. Credo che Babbanologia sia un corso piuttosto semplice per noi, quindi...-
-Aspetta aspetta- lo interruppe Jack muovendo un indice per zittirlo -Se ho capito bene Babbanoquellarobalì è un termine da maghi per dire “storia”, quindi no grazie, ma non ho la minima voglia di fare una materia da umani anche in un posto così-
-Per i maghi la Babbanologia consiste nello studio della cultura, delle tradizioni e delle tecnologia di quelli “normali”, non solo della loro storia- lo corresse Rapunzel, che evidentemente doveva essersi documentata -E credo che sarebbe interessante capire come ci vedano quelli del mondo magico, insomma, studiarci attraverso i loro occhi.-
Notando che l'albino manteneva uno sguardo scettico la bionda riprese a parlare
-In poche parole saremmo facilitati perchè sappiamo già tutto...- ancora nessuna reazione -...Punti Casa facili.-
Concluse esasperata, facendo finalmente rinvenire Frost da quello stato di trance.
-Quindi praticamente zero lavoro...ci sto!-
I cinque amici scossero la testa rassegnati, per poi mettere la loro firma accanto al nome del corso.
-Credo che anche ad Anna potrebbe piacere questa...-
-ELSA, Elsa!- una Serpeverde stava correndo in direzione della ragazza, un grande tomo sottobraccio e un sorriso trionfante dipinto in volto.
-Courtney, cosa è successo?- domandò spaventata la regina
-L'ho trovato! L'ho trovato- vedendo lo sguardo confuso dei suoi interlocutori l'ispanica si costrinse a continuare, non prima di aver cercato di riprendere fiato -Oggi il professor Lumacorno aveva parlato dei Grandi Sei in una maniera che mi ha incuriosito, così sono venuta qui per fare delle ricerche- abbassò drasticamente il tono di voce -ho dovuto cercare nella sezione proibita e, bhe, non è stato facile, ma poi ho trovato questo- picchiettò un paio di volte sulla copertina laccata del vecchio libro -E ho scoperto cosa intendeva: in tutta la storia di Hogwarts ci sono state in tutto due false piste, escludendo voi. Queste persone vengono definite “Grandi” poiché pare abbiano dei poteri straordinari, fuori dal comune, si dice che riescano a lanciare incantesimi senza utilizzare una bacchetta. E ora arriva il bello: Merlin Emrys, il fondatore di Hogwarts è...è uno dei due Grandi! Ma ci credete?!? Purtroppo il secondo nome era stato cancellato e mi è stato impossibile trovare altre informazioni anche cercando in altri libri-
Concluse sconsolata la castana.
-Ora si spiega tutto- mormorò Elsa fissandosi i guanti.
-E non è tutto- riprese Courtney -ho trovato questo-
Estrasse da sotto il mantello un pezzo di pergamena racchiuso in una busta di plastica accuratamente piegata, per poi aprirla e stendere il foglio sul ripiano del tavolo.
-Era nascosta nella copertina del libro, sembra una profezia- spiegò riprendendo a leggere con un ritmo cantilenante - “Verrà il Grande amico di un nemico, risorgerà dalla magia. Lo combatteranno invano. Sei saranno i cavalieri cui la Luna porterà consiglio. La Scelta decreterà i vincitori maledetti.” Sono riuscita a recuperare questo. Il resto era stato cancellato o era comunque illeggibile-
-Quindi secondo questa profezia il Grande mancante vuole farci fuori tutti?- tradusse Hiccup incrociando le braccia
-Il problema è quando- spiegò la Serpeverde- sulla pergamena non ci sono indicazioni temporali di alcuni tipo, e a giudicare dalla carta, questo foglio deve avere una cinquantina d'anni, perciò questi avvenimenti potrebbero già essersi svolti.
-Ti riferisci al Signore Oscuro?- chiese Arthur che fino a quel momento si era tenuto in disparte
-Già, così come è possibile che tutto ciò accada in futuro. Ma è un'altra la cosa che mi spaventa: qui nessuno vince. Anche se questo amico del nemico venisse sconfitto, i vincitori verrebbero dannati. È una strada a senso unico.-

NOTE DELL'AUTRICE:
Dan dan daaaan! E si conclude così il sesto capitolo, con un po' di sana suspense.
Abbiamo fatto la conoscenza di un po' di professori, tra cui il nostro caro Pitoooon. La scena con Hiccup e Jack si ispira ad una fan art che ho da subito adorato e che quindi ho DOVUTO inserire.
Come detto un paio di capitoli fa, ho fatto resuscitare alcuni professori per praticità e cambiato un po' di cosucce (le materie facoltative si fanno a partire dal terzo anno ma a me piaceva l'idea di fargliele iniziare dal primo xD).
Per quanto riguarda la profezia ed il flashback non tanto back che ne pensate? Avete già sospetti su chi siano le due donne misteriose ed il secondo Grande? Si accettano scommesse!
Parlando invece del capitolo successivo...credevo che avrei pubblicato questo più in fretta e che l'altro sarebbe stato pronto per Natale ma, aimè, non è successo, quindi non scandalizzatevi se vi troverete un capitolo natalizio a fine gennaio c:
Tutto qui, vi prego con tutto il cuore di recensire, quantomeno per farmi sapere se sto facendo un lavoro decente XD
baci (soprattutto alla mia Falltopieces)
Ladradilucciole
P.S.: un grandiiiiissimo grazie a tutti i lettori per le 650 visite al primo capitolo, non sapete quanto mi abbiate reso felice <3

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Capitolo 7
*** Quidditch ***


~-...Mer?... Merida? MERIDA!- Anna alzò improvvisamente la voce, esasperata, facendo voltare un'altra decina di Grifondoro seduti al loro stesso tavolo per la colazione.
La febbre della notte prima era miracolosamente passata grazie alle cure intensive di Madama Chips e la ragazza si era subito rimessa in sesto.
“Non esiste che uno studente salti i suoi primi giorni di scuola per una febbriciattola. Sono i giorni più importanti, che diamine” le aveva detto la donna un attimo prima di ficcarle in bocca un enorme cucchiaio pieno di una densa brodaglia scura, il cui gusto era anche peggio dell'aspetto.
-Hai almeno sentito quello che ti ho detto?- domandò esasperata la principessa. Ad un mugugno poco convinto dell'amica rincarò la dose -è da venti minuti buoni che leggi il regolamento del Quidditch e a furia di mescolare quella cioccolata stai consumando la tazzina!-
Finalmente Merida alzò lo sguardo dalla vecchia pergamena, concentrandosi sulla compagna.
-Scusami. È che le iscrizioni per la squadra aprono domani, e settimana prossima ci sono le selezioni e...- si interruppe un attimo per tornare a fissare il foglio -Non so, vorrei partecipare, ma non so niente di questo “Quidditch”. Mai neanche sentito nominare.-
Roteò gli occhi decidendosi finalmente a bere un sorso della sua cioccolata, ormai fredda.
-Bhe, se devo essere sincera, non mi sembra proprio uno sport, ehm...femminile- ribattè Anna
-Femminile?- fece l'arciera alzando un sopracciglio, quasi a voler dire “stai parlando di cose femminili a me?” -Anna ti prego, non incominciare a comportarti come mia madre. So benissimo che sarei una delle poche ragazze se non l'unica. Ed è questo il bello! Ma ti immagini se battessi tutti quei palloni gonfiati?-
continuò euforica, ritrovando la solita spavalderia.
-Guarda che è uno sport di squadra- ribattè l'altra per poi rubarle il foglio di mano -Mmm...credo che saresti una buona Cacciatrice: sei forte e hai un'ottima mira, dovrebbe essere facile per te fare punto- propose leggendo la lista dei possibili ruoli.
-Cacciatrice? Scherzi?- rispose la rossa guardandola strano -Ci saranno decine di Grifoni che vorranno fare i Cacciatori. Nah, a me interessava il ruolo di Cercatrice: sono richieste precisione, agilità, velocità e resistenza. Ecco, mi hai appena descritto.- sottolineò, mettendo per un attimo da parte la modestia, ma costringendosi a continuare dopo un'occhiata piuttosto eloquente dell'amica -Cioè, ho passato sedici anni della mia vita ad esercitarmi con l'arco, mi stupirei se non avessi sviluppato almeno in minima parte queste capacità-
Spiegò mettendo su un finto broncio per poi tornare ad affondare la faccia nella tazzina di porcellana, ripulendola dai rimasugli della ormai non più calda bevanda.
L'amica stava quasi per rimproverarla, quando si ricordò che la rossa si considerava praticamente immune da qualsiasi regola del galateo, così si limitò a cambiare discorso.
-Bene, dato che hai già deciso di iscriverti alla squadra ignorando palesemente i miei consigli, ti andrebbe ora di ascoltarmi?-
nella domanda della rossa si poteva percepire una buona dose di sarcasmo, ma il suo sorriso lasciava intendere che non fosse realmente arrabbiata con la compagna.
-Dimmi tutto- fece l'altra, a metà tra il divertito e l'offeso.
-Bhe, ecco...- iniziò Anna, presa alla sprovvista dall'immediata partecipazione dell'amica -riguarda i bagni delle ragazze, quelli al secondo piano-
-Massì Anna, hai sentito la McGranitt, probabilmente degli idioti dell'ultimo anno si stavano annoiando e hanno deciso di bruciacchiare qualcosa. È il classico scherzo da fare alle matricole- la liquidò in fretta l'arciera.
-Mmm, già- continuò imperterrita la principessa -Peccato che io abbia visto chi è stato-
Per un attimo Merida non si strozzò col pezzo di torta alle carote che aveva appena mandato giù. La principessa stava per riprendere a parlare, quando l'arciera la bloccò con un gesto della mano, guardandosi intorno sospettosa
-Non qui. Se hai davvero visto il colpevole è meglio non farlo sapere troppo in giro. Se è realmente uno dell'ultimo anno c'è una forte possibilità che si vendichi visto che siamo delle reclute. Ne parliamo dopo pranzo con gli altri-
Anna si limitò ad annuire, tornando a mangiucchiare la sua brioche, mentre un forte senso di impazienza le si formava nello stomaco.

-C-cioè, tu l'hai visto?- domandò sbalordita Rapunzel avvolgendosi una ciocca dei lunghi capelli biondi attorno al dito.
I sei ragazzi stavano passeggiando accanto al vecchio ponte della scuola, ancora troppo intimoriti per attraversarlo, ma anche troppo sospettosi per riunirsi in una delle sale comuni.
L'aria del primo pomeriggio era frizzante, ma non pungente.
-Bhe, sì- fece Anna leggermente imbarazzata dalla presenza di cinque paia di occhi intenti a fissarla -Ecco...ieri sera mi sono sentita poco bene, così ho chiamato Madama Chips per chiederle di accompagnarmi in bagno. E...quando ho aperto la porta, il bagno era pieno di fumo, era tantissimo, e quasi non riuscivo a respirare. Madama Chips per poco non è svenuta. E poi le pareti...cavolo erano coperte di fuliggine, era tutto nerissimo...-
-Vuoi arrivare al dunque?- chiese seccato Jack, attirandosi un'occhiataccia da parte di Elsa
-Ehm, sì, scusami... bhe attraverso il fumo ho visto una ragazza. Credo che anche lei mi abbia visto, perchè appena ho mosso un passo è scappata, non so neanche dove. E...purtroppo non sono riuscita a vederla in faccia, ma sulla cravatta ho visto un guizzo giallo...-
La rossa si rendeva conto di quanto magra e insignificante potesse sembrare quella descrizione, ma faceva affidamento sulla comprensione degli amici.
-Un guizzo giallo...- ripetè Hiccup cercando di mettere assieme i pezzi -Quindi è possibile che sia una Grifondoro o una Tassorosso. Non sei riuscita ad individuare anche l'altro colore della cravatta? O, che ne so, il colore dei capelli, della pelle...?-
-No- rispose con un moto di frustrazione -il fumo era molto denso e mi è saltato all'occhio solo quel particolare...--
-Quindi, se ho ben capito- la interruppe Frost -Siamo alla ricerca di una ragazza misteriosa di cui non conosciamo l'età o il volto, la quale ha alcune probabilità di appartenere ai Grifondoro o ai Tassorosso. In più c'è la possibilità che questa figura sia solo frutto della mente di una sedicenne annebbiata da quaranta gradi di febbre...sì, direi che siamo pieni di indizi...-
-Anche l'infermiera l'ha vista! Non sono pazza!-
-Anna- Merida le appoggiò gentilmente una mano sulla spalla -credo che Jack stesse cercando di dirci col suo solito sarcasmo più che discutibile- sottolineò le ultime parole lanciando all'albino un'occhiata piuttosto eloquente -che non abbiamo prove sufficienti. Anche se andassimo a parlarne col preside dubito che ci darebbe ascolto...-
I cinque ragazzi annuirono mestamente.
Un lungo trillo fece intendere agli studenti l'immediata ripresa delle lezioni, costringendoli a dirigersi verso il corridoio principale.
-Ne riparliamo domani, okay Anna?- Elsa le rivolse un sorriso gentile, seppur non completamente incoraggiante, un attimo prima che venissero inghiottiti dalla massa di adolescenti che come loro stava percorrendo il lungo atrio piastrellato.

-Sei sicura di volerlo fare?- le domandò Rapunzel preoccupata.
Merida strinse più forte il manico della sua Nimbus 1500, rimpiangendo di non aver avuto abbastanza soldi da comprarsi un modello migliore. La 1500 era una gran bella scopa, certo, ma ormai era superata da un pezzo.
-O-ormai sono qui, no?- rispose, mentre lo stomaco le si attorcigliava dalla tensione.
Non aveva paura di farsi male, sapeva che quali erano i rischi che comportava il gioco e non aveva avuto problemi ad accettarli; no, quello che la spaventava veramente era la possibilità di non venire presa, di fallire, possibilità che fino ad una settimana prima, quando si era segnata per il ruolo di Cercatrice, non aveva neanche preso in considerazione.
Ma ora che si trovava davanti gli altri pretendenti al ruolo, bhe...la paura aveva iniziato a invaderle la mente e il corpo.
-Dove sono quelli del primo turno?- un ragazzo del quinto anno, castano e dal fisico prestante, stava tentando disperatamente di radunare i primi sette candidati in modo da dare inizio alle selezioni -Regina, i tuoi ci sono?-
Il Grifondoro si rivolse ad una Serpeverde, mora e dalla labbra dipinte di un rosso scarlatto -Sì, Robin, sono tutti qua. come al solito vi fate attendere, eh?-
Chiese la ragazza con un sorriso furbetto.
Merida era proprio di fronte a quel Robin, costretta a sorbirsi i suoi patetici tentativi di flirtare con la Serpe.
Quando anche l'ultimo Battitore si fu unito al primo gruppo, il castano prese la parola
-Perfetto. Ora faremo una partita di prova contro la squadra Serpeverde, durante la quale osserveremo le vostre capacità. La partita terminerà dopo mezz'ora, Boccino d'Oro o meno. Avete letto tutti il regolamento, vero?- la massa di ragazzi annuì con enfasi -Allora siamo a posto. Disponetevi in campo-
La rossa salì a cavalcioni sulla sua scopa, per poi volare al centro del campo.
Sotto di lei, all'interno del cerchio di Cacciatori e Battitori, poteva riconoscere la chioma bionda di Arthur, propostosi come Cacciatore.
“Quello si farà ammazzare” pensò, mentre vedeva comparire nella sua testa l'immagine del ragazzo colpito in pieno da un bolide. Scosse violentemente il capo per cancellare quella scena terrificante dalla sua mente, chiudendo gli occhi con forza.
Quando li riaprì si ritrovò davanti niente poco di meno che Jack, a cavallo di un Nimbus 2000 nuova di zecca.
-Ehilà, Brave, pronta per essere battuta?- le domandò col suo solito ghigno
-Ti piacerebbe Frost- ribattè la ragazza, seppur con poca convinzione.
“Calma, devi stare calma. Hai provato tutta la settimana con Artie, non c'è niente di cui preoccuparsi. Puoi farcela. Posso farcela.”
Gettò uno sguardo al campo sottostante, al centro del quale Regina stava armeggiando con una strana valigia di cuoio marrone, e improvvisamente si rese conto di quante poche possibilità avesse: non solo il suo avversario aveva un mezzo decisamente migliore del suo, ma era anche sempre stato abituato a volare, diventando un vero esperto delle correnti aeree; l'albino avrebbe saputo di certo sfruttare il vento a suo favore, il che, sommato alla sua innata agilità e alla sua scopa all'avanguardia, lo rendeva praticamente imbattibile.
La mora del quinto anno aveva appena rilasciato i bolidi ed il boccino, che aveva preso a volteggiare accanto ai due Cercatori.
Il tempo sembrò fermarsi quando la ragazza lanciò in aria la Pluffa. Poi, tutto riprese velocità.
I Cacciatori si lanciarono verso la palla, scontrandosi con una forza spropositata.
Merida non fece in tempo a pensare a come potesse essersi ridotto il suo compagno di Casa già in quel primo scontro, che il boccino prese a volare a tutta velocità dietro le sue spalle, dirigendosi verso una delle torri del campo.
La rossa girò la scopa con una manovra decisa, partendo all'inseguimento di Jack che l'aveva preceduta di una manciata di secondi.
-Più veloce...ti prego...-l'arciera stava supplicando la scopa a denti stretti, senza però ottenere grandi risultati. Roteò gli occhi, presa dalla frustrazione-ACCELERA!-
La Nimbus fece un pericoloso scatto in avanti, riportando in pari la ragazza. Decisione. Tutto quello che le serviva per ottenere il posto era la tenacia, e la scopa glielo aveva appena dimostrato: se non riusciva a convincere un pezzo di legno, come avrebbe potuto farlo con Robin?
-Oh, guarda chi si rivede, credevo di averti seminata- la sbeffeggiò l'albino.
Merida rimase in silenzio, concentrata sulla pallina dorata che aveva improvvisamente iniziato a perdere quota; Frost, però, sembrava non essersene accorto.
-Perfetto...giù!-
La scopa scese in picchiata con più rapidità di quanto la rossa si aspettasse, tanto che fu costretta a tirarne su la parte anteriore di peso, ricorrendo a non poca forza.
Il boccino era ad una decina di metri da lei, che volava zig zagando.
-Vicina, più vicina-
Cinque metri. Quattro metri. Tre metri. Due. Uno. La pallina era dannatamente vicina.
L'arciera allungò una mano, pregustandosi i complimenti del giudice, c'era quasi arrivata...
-MERIDAAA!-
La ragazza rallentò di colpo, appena prima che un bolide si schiantasse contro la parete dello stadio alla sua destra, passandole ad una ventina di centimetri dalla faccia.
Un'altra Grifondoro di cui non ricordava il nome, dai ricci color carota, stava guardando nella sua direzione, una mazza di ferro in mano e un'aria a metà tra il dispiaciuto ed il divertito.
-Izzy ma che cavolo fai?- le urlò un Cacciatore, moro e dalla carnagione chiara, anche lui della squadra
-Scusa Trent, ma c'era la palla e....BOOM BOOM!-
Il ragazzo si limitò a scuotere la testa, tornando a concentrarsi sulla Pluffa.
Merida si voltò verso il Boccino, pronta a riprendere il suo inseguimento, quando si accorse con orrore che Jack era ad un paio di metri dalla piccola sfera.
-Te lo scordi Frost!-
Si schiacciò contro la ruvida superficie di legno del manico, cercando di rendersi il più aerodinamica possibile, ricordandosi questa volta di non focalizzare l'attenzione unicamente sul Boccino.
Era quasi riuscita a raggiungere il ragazzo, quando la sfera dorata cambiò nuovamente direzione, scartando verso il centro del campo. L'albino ci mise qualche istante più del dovuto a capire dove fosse finito il suo obbiettivo, smarrimento che permise all'arciera di annullare la distanza fra i due.
Ormai erano fianco a fianco, entrambi protesi in avanti, i palmi delle mani distesi verso l'oggetto tondeggiante.
Il  Boccino fece l'ennesima virata, prendendo quota.
-No, non stavolta!-
Merida si issò in piedi sulla scopa, trovando un equilibrio precario ma sufficiente a non farla cadere.
Accadde tutto in un secondo: la rossa saltò sul mezzo dell'avversario, per poi salirgli sulle spalle.
-Brave, ma che ca...- le parole morirono in bocca al ragazzo quando l'arciera spiccò un altro balzo, questa volta diretta verso il Boccino a pochi metri da lei.

-Vai Mer, fagli vedere chi sei!- Anna agitava la sciarpa rossa e oro come incitamento per la compagna, la quale ormai aveva raggiunto il Serpeverde e cercava a tutti i costi di superarlo.
La sorella, seduta assieme a lei sulle gradinate, era rimasta in silenzio per tutto il tempo, non sapendo per chi tifare.
-Te l'ho già detto, Merida non si offende se fai il tifo per Jack, dopotutto siete compagni di Casa-
La minore marcò le ultime parole con un tono esplicitamente equivoco, gesto che provocò uno sguardo confuso da parte di Elsa.
-Non c'entra niente! È solo che non ci capisco molto di questo “Quidditch”- protestò la regina con un tono forse troppo brusco.
-Sì sì certo, perc...OMMIODDIO ELSA!-
La ragazza si schiacciò contro la balaustra, indicando un punto al centro del campo, gli occhi sbarrati e la mano tesa che tremava convulsamente.
Elsa aveva improvvisamente perso la voce mentre fissava inerme il punto indicato dalla sorella: Merida era appena salita sulle spalle di Jack, abbandonando la sua scopa che era precipitata a terra, e ora stava flettendo le gambe, pronta a saltare di nuovo. Il contraccolpo del balzo fece perdere il controllo del mezzo a Frost, che piroettò per qualche metro, evitando appena in tempo l'impatto con il terreno erboso.
Elsa tirò un sospiro di sollievo, tornando però a tremare vedendo Merida sospesa a mezz'aria. Si nascose il volto tra le mani, incapace di continuare a guardare.

Ora che si trovava a sette metri da terra, in bilico tra la forza di gravità e la spinta datale dalle gambe, l'idea di lanciarsi nel vuoto per afferrare una maledetta pallina non le sembrava più poi così brillante.
O almeno, questo era quello che le diceva la testa, ma lei aveva sempre preferito seguire l'istinto.
Merida cercò di allungarsi ulteriormente, mordendosi il labbro inferiore per lo sforzo.
Un'ultima spinta, e sentì i polpastrelli stringersi attorno ad una superficie fredda e liscia: ce l'aveva fatta.
Un urlo liberatorio scaturì dalle sue labbra, poco prima di trasformarsi in un urlo di terrore: la gravità aveva preso il sopravvento.
-QUI!- tentò invano di chiamare la scopa che giaceva a terra, spezzata in due.
Chiuse gli occhi, aspettandosi l'impatto con il terreno, che arrivò prima di quanto si aspettasse.
Uno schiocco secco e poi...buio.

-Heilà- Rapunzel stava sorridendo debolmente, seduta su un piccolo sgabello di metallo.
Merida cercò inutilmente di alzarsi, realizzando che era bloccata nel lettino dell'infermeria.
-Hai dormito per due ore. Braccio destro rotto, due costole incrinate e un'anca lussata. Per non parlare dello svariato numero di lividi che hai collezionato- la informò la bionda -dire che è stata una brutta caduta è un eufemismo, ma evidentemente hai la corazza dura-
-Quindi...ho vinto?-
La principessa prese una Cioccorana dal sacchetto appoggiato sul mobile lì accanto
-Veramente...-
Un rumore improvviso fece voltare le due: Jack era entrato in infermeria a passo di carica sbattendo violentemente la porta, la divisa della squadra ancora indosso.
-Dannazione Brave! Sei una maledettissima testa di elfo! Ma che ti salta in mente? Ci stavi ammazzando entrambi brutta deficiente!-
-Buon giorno finezza!- rise lei, costringendosi però a smettere notando che le vibrazioni le provocavano un forte dolore allo sterno.
-Ridi ridi, tanto ho vinto io- la sbeffeggiò lui, ritrovando la calma.
-Che? No no caro mio, l'ho preso io il Boccino. Abbiamo vinto noi-
-Bhe, in realtà...- Rapunzel si scostò una ciocca dal viso -Mentre cadevi hai mollato la presa. Probabilmente è stato un riflesso involontario, così...-
-...Jack stava cercando di prenderti, era a bocca aperta e ha quasi ingoiato il Boccino. Quando si dice “il caso”- intervenne Hiccup, fermo sulla soglia -Ah, Mer, Elsa e Anna mi hanno detto di chiederti scusa da parte loro, ma Anna aveva promesso a Zoey che avrebbe guardato la sua prova e Elsa era ancora troppo scossa, quindi...-
La rossa si limitò ad annuire debolmente.
-Frost?-
-Sì?-
-Ti sanguina il naso- affermò Punzie laciandogli un tamponcino di cotone.
-Già, colpa della regina di ghiaccio: non faccio in tempo a scendere dalla scopa che mi dà un pugno e mi urla che potevo ammazzarmi e che se Merida è caduta è anche colpa mia perchè sono stato troppo competitivo e giù di lì-
Rapunzel si limitò a lanciargli un'occhiata della serie “Ergo Elsa era preoccupata per te”
per poi alzarsi dallo sgabello.
-Meglio se la lasciamo riposare adesso-
-E da quando tu fai l'infermiera?- rise Jack
-Da quando mi servono crediti extra.- rispose la bionda trascinando fuori i due ragazzi e rivolgendo all'arciera un sorriso incoraggiante appena prima di chiudere la porta.
Non passò neanche un minuto prima che i battenti venissero spalancati nuovamente.
-Ehm, è permesso?- una testa bionda fece capolino dalla porta.
-Ha-ah-
Arthur si diresse lentamente verso il lettino della compagna di Casa, chiudendo con quanta più cura possibile l'uscio per non disturbarla.
Quando fu abbastanza vicino, l'arciera si accorse del grosso cerotto che gli copriva il ponte del naso
-Che hai fatto?-
-Dici questo?- chiese sfiorandosi il punto dolente -Niente, mi sono rotto il setto nasale durante uno scontro per la Pluffa. La Chips me lo ha aggiustato ma fa ancora male-
-Oh- non sapeva che altro dire -Quindi...hanno vinto le Serpi?-
Artie annuì serio
-E le selezioni? Chi hanno preso per il ruolo di Cercatore?-
-Ecco, ero venuto proprio per questo...- il ragazzo si interruppe un attimo per prendere posto sullo sgabello -Mi dispiace dirtelo ma...ti hanno presa!-
Merida sentiva già le guance pizzicarle quando si accorse del tono scherzoso dell'amico.
-I-io ce l'ho fatta?-
-Sì, capitano-
-CAPITANO?- la rossa quasi urlò dalla gioia, per poi ricomporsi -Ma come è possibile? Io vi ho fatto perdere...-
-Citando direttamente le parole di Hood “Non importa se non ha preso il Boccino. Quella ragazza ha dimostrato una forza di volontà ed un disprezzo del pericolo invidiabili. Io stesso non sarei stato capace di fare una cosa simile. Questo vuol dire giocare a Quidditch, metterci anima e cuore”- rise della sua stessa imitazione del ragazzo del quinto anno -Così ha detto che le selezioni per i Cercatori erano finite e ha detto di riferirti che eri stata nominata capitano-
-Ma è fantastico! Dopo tutto quell'allenamento ce l'abbiamo fatta!- sorrise l'arciera, notando però che il biondo non faceva altrettanto
-Bhe, in realtà ti hanno presa. Io non sono passato- ammise con un sorriso amaro -Ma non fa niente, la Brooks e quel Trent sono bravissimi, e poi non è che ci tenessi tanto, era solo...-
Il ragazzo si bloccò, mentre Merida lo abbracciava.
-Mi dispiace Artie- si lasciò scappare un sibilo di dolore causato dal movimento improvviso.
-T-te l'ho detto, n-non fa niente- ribattè il biondo, diventato improvvisamente paonazzo -A-adesso ti lascio riposare. Ci vediamo a lezione-
Fece, alzandosi in fretta e incespicando nello sgabello.
-Okay- rispose l'altra, tornando a sdraiarsi per poi sprofondare rapidamente nel sonno.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao belli!
Grazie alle vacanze sono riuscita a pubblicare prima, avete visto? :)
Ad essere sincera questo capitolo non sarebbe neanche mai dovuto esistere, ma mi sono accorta che nel capitolo prima avevo lasciato in sospeso un po' di cosucce e quindi ho provveduto XD
Premetto che non ho ben chiaro come si svolgano le selezioni per il Quidditch perciò il 99% di codesto aggiornamento è tutto MADE IN LADRADILUCCIOLE'S MIND c”:
Come avrete potuto notare, inoltre, stanno facendo la loro comparsa anche alcuni personaggi di OUAT (se ve lo state chiedendo, sì, ci sarà un OutlawQueen <3).
Altra precisazione: essendo molto difficile gestire 6 protagonisti più gli altri seicentoquarantatredici personaggi, sto cercando di focalizzare ogni capitolo su un componente del gruppo in particolare, quindi non scandalizzatevi se in questo capitolo ho parlato soprattutto dal punto di vista di Mer, così come negli altri abbiamo visto più “attivi” Jack, Elsa e Hic.
Todo qua, aspettatevi una vagonata di fluff per il prossimo capitolo e, mi raccomando, recensite :*
Un bacio, soprattutto alla my Falltopieces, Ladradilucciole.

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Capitolo 8
*** Il Ballo del Ceppo- Parte 1 ***


Mancava poco a Natale: per i corridoi aleggiava l'inconfondibile profumo di biscotti alla cannella, mentre non c'era una sola finestra che si fosse salvata dall'avvento di festoni o ghirlande, attaccati ai muri di pietra con un Vingardium Leviosa titubante del comitato organizzativo del primo anno.
Ma il vero spettacolo era la Sala Grande. Un'enorme albero riccamente addobbato svettava in fondo alla sala, accompagnato da altri abeti dalle dimensioni più modeste disposti lungo le pareti ad intervalli regolari, mentre il soffitto era cambiato, mostrando non più un semplice cielo notturno, bensì raffigurando una soffice nevicata. Il tutto era illuminato dalla luce delle candele fluttuanti, che rendevano l'atmosfera ancora più...magica.
Gli studenti avevano improvvisamente interrotto la cena, concentrando la propria attenzione sul preside, il quale si era appena posizionato dietro al vecchio leggio d'oro.
-Un attimo di attenzione, prego- l'uomo si schiarì la voce, semplice gesto che bastò a zittire anche gli ultimi gruppetti di ragazzi -Come la maggior parte di voi saprà, a causa di alcune ehm...divergenze con l'Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang, quest'anno il tradizionale Torneo Tre Maghi non si svolgerà.- un coro di mormorii si levò dai tavoli, per lo più provenienti dalle bocche degli studenti del quinto anno, che parlavano concitati.
-Che cos'è questo Torneo Tre Maghi?- domandò incuriosita Rapunzel, rivolta ad una ragazza del terzo anno dai lunghi capelli rosso cupo, Ariel, con la quale aveva fatto amicizia poche settimane prima.
-Come, non lo sai? Il Torneo Tre Maghi è una gara che si svolge tra la nostra scuola, l'Istituto di Durmstrang e l'Accademia di Beauxbatons. Per ogni scuola viene scelto uno studente che deve avere come minimo diciassette anni, e i tre si sfidano in varie prove. Perciò, a causa dei cambiamenti effettuati sull'età degli studenti a partire dal primo anno...-
-Che cambiamenti?- la bionda si chiese come fosse possibile che si sentisse talmente confusa dopo aver ricevuto quello che avrebbe dovuto essere un chiarimento.
Ariel si passò stancamente una mano sul viso
-Inizialmente, i ragazzi ricevevano la propria lettera per Hogwarts a undici anni, non a tredici, e ogni Casa contava corsi fino al settimo anno.
Dopo il ritorno del Signore Oscuro e la relativa sconfitta, però, il Ministero pensò che fosse meglio disporre già da subito di maghi più...maturi. Così modificarono l'età minima e diminuirono la durata dei corsi a cinque anni, facendo anche grossi tagli in alcune materie, preferendo l'esercizio pratico alla teoria.- notando che Rapunzel annuiva, continuò -Comunque, tornando al Torneo, stavo dicendo che solo gli studenti del quinto anno possono prendervi parte, ma è un evento estremamente pericoloso: ci sono stati casi in cui, bhe...alcuni partecipanti non ce l'hanno fatta-
La principessa rimase in silenzio, cercando di metabolizzare quelle informazioni, accorgendosi solo in quel momento che Silente aveva ripreso a parlare.
-La sospensione del Torneo non ci impedirà però di festeggiare il Natale. La sera della Viglia, quindi tra un mese esatto, si terrà il tradizionale Ballo del Ceppo, al quale saranno presenti anche le allieve di Beauxbatons e, eccezionalmente, sarà possibile ad ogni studente invitare al ballo un amico o un parente esterno alla scuola.-
-Strano- sussurrò Courtney all'orecchio di Duncan, che quella sera le si era seduto a fianco, permettendo così ad Elsa di capire chi fosse il misterioso ragazzo dell'ispanica. L'unico effetto collaterale di quella vicinanza era che il punk si fosse trascinato dietro Frost, il quale aveva ovviamente preso posto accanto alla regina.
-Cosa principessa?- ghignò il moro
-Bhe, credevo che dopo tutti quegli “incidenti” avessero deciso di aumentare le misure di sicurezza...- mormorò, forse più rivolta a se stessa che al ragazzo -A proposito, non sei stato tu a carbonizzare i bagni delle ragazze, vero?-
Il suo tono era carico di aspettativa, che andava mescolandosi con quella che sembrava a tutti gli effetti una supplica.
-Certo che no!- spalancò gli occhi, colto alla sprovvista, facendo così brillare il piercing che gli incorniciava il sopracciglio sinistro -Lo sai che non è il mio stile. E poi la tua amica non aveva detto che è stata una ragazza a fare tutto?- ghignò nuovamente.
Questa volta fu Elsa a dimostrarsi sorpresa: non aveva preso esattamente bene la confidenza che le stava dando il punk, ma faceva ancora più fatica a credere che Courtney gli avesse parlato dell'avvistamento di Anna, nonostante le sue continue raccomandazioni di tenere la bocca chiusa.
-Duncan ti avevo detto che era un'informazione segreta!- replicò Jack.
Fantastico, quindi era stato lui ad informare il metallaro.
-Bel lavoro Frost- sbuffò sarcasticamente Elsa.
-Oh, per tutte le fate! Senti, ci sono stati così tanti incendi che alla fine l'avrebbe scoperto in un modo o nell'altro- ribattè sistemandosi la cravatta.
In effetti, dopo lo “scherzo” di settembre, si erano verificati parecchi altri casi di vandalismo, solo nel mese di novembre se ne erano contati quattro.
La scena era sempre la stessa: il bagno delle ragazze al secondo piano veniva ritrovato totalmente ricoperto di fuliggine, l'aria praticamente irrespirabile a causa del fumo e qualche  fiammella qua e là. E ogni volta, l'incendio era di portata maggiore rispetto al precedente.
Se nel primo caso erano rimasti pochi residui dell'incendio, nell'ultimo avvistamento le fiamme erano ancora ben alte e lo strato di fuliggine triplicato.
Della ragazza misteriosa, però, non si era saputo più nulla dato che, dopo l'avvistamento di Anna, nessuno aveva più rivisto la presunta colpevole.
-Okay, fa' come vuoi-
La bionda tornò a concentrarsi sulla propria zuppa, notando che il professore era tornato a sedersi.
-Uhm...Elsa?- Jack si chinò verso la ragazza, protesa in avanti sul piatto.
-Sì?- la regina si rimise a sedere compostamente, aumentando la distanza tra di loro.
-Senti, mi chiedevo se...se ti andasse di venire al ballo con me- chiese esibendo quello che avrebbe dovuto essere un sorriso.
Per poco la bionda non si strozzò
-C-cosa?- continuò tossicchiando.
Effettivamente, sul subito non aveva dato troppa importanza a quell'evento, ma ora si rendeva conto di un dettaglio fondamentale: era richiesta la partecipazione in coppia.
Era più che sicura che Anna avrebbe invitato Kristoff, ma lei?
Una parte remota di lei aveva tanto sperato in quell'invito, anzi, forse quella parte era meno remota di quanto volesse ammettere, ma ora che quel desiderio era diventato realtà si ritrovava con le spalle al muro.
-Ti ho detto se vuoi venire al ballo con me- ripetè scandendo accuratamente ogni parola
-Ma puoi anche rispondermi più tardi. Tanto abbiamo tempo-
Sorrise. E questa volta era un sorriso vero.
-Io...uhm...okay, tra una settimana va bene?- il ragazzo annuì, per poi alzarsi con calma
-Fammi sapere allora- e sparì dietro l'enorme portone di legno intarsiato.

-D'accordo ragazzi- la McGranitt alzò leggermente il tono di voce -Ora prendete un compagno e ripetete i movimenti che vi ho mostrato. Ricordate: siate eleganti-
La luce del pomeriggio filtrava dalle ampie vetrate, illuminando la sala per i duelli, momentaneamente adibita a sala-per-le-prove-di-ballo.
Trent armeggiava col vecchio grammofono, tentando di sistemare correttamente la puntina in modo da far iniziare le prove.
La prima a ballare era stata Anna, accompagnata da un amico di Zoey, Michael, anche lui Grifondoro. Il ragazzo era di corporatura media, la pelle scura e i capelli cortissimi, alla rossa non ci volle molto tempo per accorgersi che aveva un buon ritmo.
Dopo qualche istante di esitazione anche le altre coppie si erano cimentate in quella danza, a molti ancora sconosciuta.
Hiccup era capitato con una Corvonero bionda, dalla carnagione pallida e di statura minuta che si era presentata come Dawn, mentre Rapunzel si era ritrovata in coppia con un Serpeverde dai capelli biondo cenere e dal fisico asciutto, i cui tratti somatici ricordavano molto quelli di Frost, che aveva detto chi chiamarsi Peter.
Jack, Elsa e Merida erano invece restii a scendere in pista, e cercavano disperatamente di appiattirsi contro le pareti della stanza in modo da non essere notati.
La loro strategia aveva funzionato per dieci minuti scarsi, fino a quando un biondo di nostra conoscenza non si era affiancato all'arciera.
-Hei Mer ti va di...ballare?- domandò Arthur speranzoso.
-Io...io...io...- la rossa deglutì rumorosamente. Odiava ballare, soprattutto perchè era una delle poche cose che non riusciva a fare, ma sapeva che se voleva evitare un rimprovero avrebbe dovuto muovere almeno qualche passo. In più, lo sguardo supplichevole del ragazzo non lasciava molte altre alternative -Okay-
I due si avviarono verso il fondo della sala, dove tentarono con scarsi risultati di imitare le mosse dei compagni, ritrovandosi più volte a ridere di loro stessi.
-Che ne dici se ci buttiamo anche noi?- chiese Jack continuando a osservare le coppie che volteggiavano.
Ad Elsa mancò il respiro. Non aveva mai ballato con un ragazzo, il che la imbarazzava terribilmente. E poi, un valzer...no, assolutamente no, troppa vicinanza. O meglio, troppa vicinanza con Jack.
Ormai conosceva abbastanza bene l'albino, ma sentiva sempre un...muro tra di loro, come se avesse avuto paura di entrare troppo in confidenza con il ragazzo, e l'idea di avere un contatto fisico con lui le sembrava assolutamente impensabile.
-N-non posso sono già in coppia con...-la regina si guardò disperatamente attorno lasciandosi scappare una risatina nervosa -CON LUI!-
Quasi urlò, afferrando il braccio del primo che le era passato davanti.
-Ma che diavolo?- Scott si era ritrovato al centro della sala, una ragazza niente male avvinghiata a lui e lo sguardo omicida di Frost puntato addosso -Oh, heilà-
fece esibendo un sorriso sghembo.
-Ehm...salve- Elsa tentò di mostrarsi rilassata, mentre distendeva però le braccia in modo da aumentare la distanza tra di loro.
Non fece in tempo a pensare al casino in cui si era appena cacciata che un rumore la costrinse a sporgersi oltre la spalla del rosso, un attimo prima di vedere una chioma argentata sparire dietro al portone della sala.

-Ahahah ti dico che è così. Dai riproviamo; un due tre, un due tre...- rise per l'ennesima volta Arthur mentre tentava invano di riprodurre i movimenti aggraziati dei compagni.
-No no aspetta, verso sinistra-  ridacchiò a sua volta Merida, tirando per una manica il compagno -Ecco vai, un due tre, un due...HAI! Quello era il mio piede!-
Urlò mettendosi a saltellare su una gamba sola
-Oh andiamo, tu me l'hai pestato almeno dieci volte!- ribattè il biondo -Okay, ancora. E un due tre, un due tre, un due tre-
I due riuscirono finalmente a mettere insieme un paio di passi, volteggiando a bordo pista per non essere notati troppo dagli altri.
-Mer, senti...- attaccò Arthur, lo sguardo puntato a terra onde evitare di inciampare di nuovo -stavo pensando che io non ho una compagna per il ballo, e neanche tu hai un compagno, quindi magari...potremmo andarci insieme-
Il ragazzo pronunciò le ultime parole talmente rapidamente che la rossa temette, anzi sperò, di aver sentito male.
Non era pronta: presentarsi al ballo insieme significava in un certo modo ammettere che tra di loro c'era una relazione, e Merida e la parola “relazione” erano sempre stati due binari paralleli, destinate a non incontrarsi mai.
Lei era troppo libera, troppo desiderosa di spazio per poter stare assieme a qualcuno, e poi, diciamocelo, se mai tra loro due ci fosse stato qualcosa, sarebbe stata la rossa a ricoprire la parte del “ragazzo”, in un inversione di ruoli dove la dolcezza e la delicatezza di Arthur non potevano portarlo ad altro che ad essere la “ragazza”.
-Artie io non credo di...- Merida interruppe la danza, distendendo le braccia lungo i fianchi -Cioè, è una cosa seria e...-
-No! Io non intendevo questo! Cioè, sì ma...- si poggiò l'indice sulla tempia -Io intendevo da amici. Sei la mia migliore amica qui e volevo andarci con te. Da amici va bene!-
Arthur stava parlando così in fretta che la ragazza dovette concentrarsi non poco per evitare di perdere parti del discorso.
-Amici- ripetè Merida alzando un sopracciglio, per poi aprirsi in un sorriso sollevato -Amici, sì amici è perfetto-
Eppure in quel sorriso si poteva avvertire dell'altro, era forse...delusione?

Una figura incappucciata attraversò a passo spedito il cortile della scuola , raggiungendo in fretta il vecchio ponte di legno che segnava il confine tra Hogwarts e la Foresta Proibita.
Il verde intenso brillava nel buio insieme all'argento sulla sciarpa della ragazza, mentre appoggiava stancamente i gomiti sulla balaustra, sporgendosi in avanti.
La giovane rimosse il cappuccio esponendo i capelli chiarissimi alla luce della luna, che fissava estasiata.
-Sono arrivato prima io- Elsa trasalì, guardandosi intorno per cercare di capire la provenienza di quella voce che le sembrava tanto familiare.
Ma niente; intorno a lei c'era solo il buio.
-Sono qui- riprese, poco prima che una chioma argentata spuntasse dagli spioventi, esattamente sopra la testa della regina, così vicini che allungando una mano avrebbe potuto toccarlo.
Frost era appeso a testa in giù che la fissava con una tale intensità che la ragazza fu costretta ad abbassare lo sguardo
-Se vuoi me ne vado- mormorò.
-No, non c'è problema- con un'agilità disumana l'albino ribaltò la sua posizione, sedendosi sulla balaustra a pochi centimetri dalla regina, i piedi che ciondolavano nel vuoto -Stavo solo...parlando-
-Parlando?- ripetè incerta, tornando a voltarsi per vedere se nella penombra del ponte si nascondesse qualcun altro.
-Ahahah, con lei- rise amaramente Jack indicando la luna -è un'ottima ascoltatrice sai? Certo, non ama parlare, ma poco importa...E tu, perchè sei qui?-
Il suo tono si era fatto leggermente accusatorio
-Avevo bisogno di pensare- rispose laconica.
-Oh- fu tutto ciò che ottenne dal ragazzo, poi tra i due calò il silenzio, lo stesso silenzio che ormai li avvolgeva da una settimana.
Sì, perchè, dopo la storia delle prove di ballo, i due non si erano più parlati: ogni volta che si incontravano per i corridoi Frost cambiava strada e, quando invece erano obbligati per forza di cose a passare del tempo insieme, il ragazzo cadeva in uno strano mutismo, interrotto solo da qualche raro mugolio che stava agli altri interpretare.
Questa era la prima volta dopo sette giorni che i due riuscivano ad avere un discorso che non fosse composto unicamente da monosillabi, eppure Elsa riusciva ad avvertire che c'era ancora qualcosa che non andava.
-Allora- Jack si decise a rompere il silenzio, che ormai si era fatto imbarazzante -Quindi vai al ballo con Scott...non credevo fosse il tuo tipo-
Affermò in tono piatto continuando a fissare il cielo.
-C-cosa?- Elsa strabuzzò gli occhi, irrigidendosi improvvisamente -No! Assolutamente no! Io...- si strinse nelle spalle -Io in realtà non ho ancora un accompagnatore. E tu?-
Alzò lo sguardo verso il ragazzo.
-Oh, bhe, avevo chiesto ad una ragazza, la settimana scorsa; lei era un po' confusa e così  le ho detto che aveva tutto il tempo per pensarci...e poi quello stesso pomeriggio si è messa a ballare con un altro durante le prove. Quindi no, direi di no-
L'albino esibì uno dei suoi soliti sorrisi sghembi, tanto irritanti quanto malinconici, e la regina non potè fare a meno di sentirsi in colpa.
-è per questo che mi hai evitata in questi giorni?- chiese a bruciapelo.
-Vedi Elsa, se non volevi venire al ballo con me, avresti potuto dirmelo, non avrei avuto alcun problema- bugia -voglio dire, ognuno è libero di scegliersi il compagno che vuole- enorme bugia- anche se è quell'idiota di Scott- gigantesca bugia -Il problema non è questo. Il problema è che essere ignorati fa male, più male di qualsiasi “no”. Volevo solo fartelo capire-
-Non ti ho mentito- spiegò frustrata -E non volevo ballare con quel tipo. È solo che...insomma....Aaah, non capiresti-
Si passò stancamente una mano fra i capelli.
-Già, forse io no, ma lei sì- tornò ad indicare la grossa sfera luminosa -Lei capisce sempre tutto-
-è per questo che sei qui?- domandò la ragazza.
-Bhe, sai, certe cose neanche gli amici amici possono capirle: va a finire che ti rifilano qualche frase fatta, provano a consolarti magari, ma tutto ciò che senti è solo compassione e impotenza.
E quando stai male queste sono le ultime cose che ti servono.
Ecco perchè vengo qui, quando ho bisogno di aiuto: perchè so che Manny starà a sentire tutte le mie stupidaggini, so che mi osserverà e deciderà silenziosamente qual'è la cosa migliore da fare. E anche se ogni dannatissima volta si rifiuta di dirmi qualcosa, io so che mi ha ascoltato, e che sta cercando di aiutarmi. Non dice niente, lui, traffica in silenzio e alla fine riesce a risolvere tutti i miei casini- si voltò a fissarla che aveva ancora quello strano sorriso in faccia, nonostante i suoi occhi fossero tremendamente seri -Prima stavamo parlando proprio di te, sai? Del fatto che, anche se io ci provo in tutti i modi, non riesco a superare quella barriera che tiri su ogni volta che mi parli, perchè io lo sento quel muro, ogni maledetta volta.-
-I-io...- Elsa non riusciva ad articolare un discorso sensato: per tutto quel tempo si era illusa di conoscere l'albino, capendo solo in quel momento che aveva visto ciò che lui voleva vedesse, il ragazzo forte che non prende mai niente sul serio. Forse, in fondo, non erano poi tanto diversi ma solo...opposti: se lei reprimeva tutta la sua fantasia e la sua voglia di divertimento, lui tentava in tutti i modi di nascondere la sua parte seria e ferita. Si completavano. Ma così come Frost le aveva mostrato il suo “centro” ora toccava a lei aprirsi.
La ragazza prese un profondo respiro prima di tornare a parlare
-Quando mi hai chiesto di venire al ballo con te io...io non aspettavo altro- arrossì impercettibilmente -Ma, il fatto stesso che tu me lo avessi chiesto, tutto questo nostro avvicinarci...mi ha fatto paura, e me la fa tutt'ora.-
Si ravvivò nervosamente i capelli mentre lo fissava in attesa di una risposta.
-Quindi tu volevi un accompagnatore per il ballo, ma non volevi me perchè non ti senti...a tuo agio?- azzardò lui.
-No, io volevo te!- si lasciò scappare avvampando improvvisamente per poi eseguire un sospiro decisamente poco regale -Non sono mai stata brava con le persone, okay? Va sempre a finire che mi giudichino prima ancora di conoscermi, solo perchè mi mostro fredda e distaccata.
Sono stata ferita troppe volte da gente a cui avevo dato la mia fiducia, troppe volte per permettermi di essere di nuovo ingenua e gentile. Ma questo gli altri non lo capiscono; e neanche tu lo capisci. Non...non hai mai pensato che questa, questa barriera, che c'è tra di noi esistesse non perchè non riesco a volerti bene, ma forse perchè te ne sto volendo più di quanto pensassi?
Perchè è questo il mio problema, io scappo sempre da quelli a cui tengo di più-
Elsa si era fatta tremendamente triste.
Probabilmente era la prima volta che riusciva ad aprirsi davvero con qualcuno, e questa cosa la spaventava a morte. Non solo aveva appena confessato al ragazzo il groviglio di sentimenti che provava, ma aveva anche messo a nudo le sue debolezze, mostrandosi così vulnerabile più che mai.
-Perciò dovrei preoccuparmi se tu iniziassi ad essere carina e coccolosa?- cercò di scherzare Jack.
-Sì, direi di sì- sorrise lei.
Passò qualche minuto prima che qualcuno parlasse di nuovo, e questa volta fu Frost a rompere il silenzio.
-Quindi, ehm, cosa...cosa facciamo per il ballo?- chiese, voltandosi di scatto per guardarla negli occhi ma, notando la sua espressione smarrita, riprese a parlare, troncando così sul nascere ogni possibile protesta da parte della ragazza -A-andrà tutto bene, ci divertiremo. Fidati di me.-
Le porse titubante la mano.
Aveva già vissuto quella scena, anni prima, e sapeva che, se la sua stessa sorella aveva dubitato delle sue promesse, la regina in quel momento doveva essere piena di dubbi.
Ma aveva bisogno che si fidasse, perchè l'unico modo che aveva di salvarla da quel lago ghiacciato che erano le sue insicurezze era proprio la fiducia. Doveva credere in lui.
Elsa rimase in silenzio a fissare quella mano, così delicata, così bianca, così simile alla sua, che in quel momento teneva serrata in un pugno accostata al petto, mentre con l'altra si reggeva il polso.
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi del ragazzo, dipinti di un azzurro intenso, lo stesso colore di quelli di Anna.
Anna.
Ripensò a quante volte le aveva sbattuto la porta in faccia, a quante volte l'aveva tagliata fuori dalla sua vita solo perchè le voleva bene, per non farla soffrire.
Solo dopo anni si era resa conto che era stato proprio il suo tentativo di proteggerla a ferirla maggiormente.
Ma questa volta non voleva più ripetere lo stesso errore. Questa volta avrebbe dovuto essere coraggiosa, correre il rischio prima che fosse troppo tardi, prima che quel muro che si era costruita attorno diventasse una prigione invalicabile.
Chiuse gli occhi e allungò la mano, serrando maggiormente le palpebre quando sentì la sua pelle venire in contatto con qualcosa di freddo. Riaprì lentamente gli occhi e si stupì nel vedere che Jack sorrideva, quasi sollevato.
-Ti avviso che non so ballare- rise la ragazza.
-Ah neanch'io se è per questo- ribattè l'albino, scendendo dalla balaustra -Dai, è ora di tornare al Dormitorio-
I due attraversarono rapidamente il vecchio ponte di legno, le mani ancora intrecciate.

NOTE DELL'AUTRICE:
Heilà people! Vi chiedo infinitissimamente scusa per il terribile, tremendo, irrimediabile ritardo ma sono stata colpita da un ENORME blocco dello scrittore misto ad impegni scolastici e sportivi e sono riuscita ad uscirne solo l'altro ieri XD. E per chiedervi nuovamente scusa e per premiarvi per la vostra pazienza ho fatto in modo che questo capitolo fosse un po' più lungo del solito, contenti? :)
Per ora non siamo ancora nel ballo vero e proprio, ma volevo un po' di fluff e quindi... Merithur e Jelsa a volontàààà!
Mi sono divertita molto a scrivere questi due momenti perchè, così come in Merida rivedo la mia Falltopieces, mi ritrovo molto in Elsa e ho voluto fare in modo che anche lei si ritrovasse nella mia stessa situazione di “mi piaci ma ho paura che per te non sia lo stesso, quindi fingerò di ignorarti pur di non fartelo capire” XD.
Vabbuè, tornando a noi...
sono piena zeppa di dubbi su quest'ultimo aggiornamento, quindi un commentino, anche solo due righe per dirmi come sto andando, mi farebbe piacere.
Avendo il prossimo capitolo già praticamente pronto non dovrei metterci molto a pubblicare, ma mai dire mai c”:
Ah, e un'ultima cosa, davvero davvero davvero grazie per le più di 900 visualizzazioni al primo capitolo, mi avete fatta immensamente felice <3
Ho fatto le NDA praticamente più lunghe del capitolo stesso ma okay XD
Baci, soprattutto alla mia Falltopieces,
Ladradilucciole.

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