Polvere di Stelle

di Briskal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Resto qui con te ***
Capitolo 2: *** Le parole che non le ho detto ***
Capitolo 3: *** La festa delle stelle ***
Capitolo 4: *** Testimoni del nostro Amore ***



Capitolo 1
*** Resto qui con te ***


Beh, alla fine una delle mie due “dannate fic” sono riuscita a finirla (o quasi)! In realtà ho avuto l'ennesima visione mistica e ho già messo nero su bianco un'altra storia, ma ho preferito concentrarmi su questa, altrimenti non sarei mai riuscita a pubblicarla.

Tre capitoli in tutto che  non saranno messi online immediatamente. Pwahah, sono Crudelia, lo so, ma adoro un po' di suspance (vi dico la verità: a parte la cattiveria, così ho il tempo di rivedere gli altri due capitoli e correggere/cambiare eventuali cose). EHEHEH!

La storia si svolge svariati anni dopo la prima maledizione. Si discosta totalmente dalla trama dello show, a parte un piccolo, piccolissimo accenno a Hood e Hook, ma giuro che quei due sono giusto un ricordo. Adoro le mie visioni futuristiche. ♥

Come al solito, i personaggi di OUAT appartengono (ahimè) a A&E.

Buona lettura!

 

 

   POLVERE DI STELLE

          Capitolo 1

        Resto qui con te

 

Erano trascorsi molti anni dalla prima maledizione scagliata dalla Evil Queen contro la sua figliastra Biancaneve e tutti gli abitanti della foresta incantata. Tante cose erano successe durante quei lunghi anni e nuovi amori erano nati a Storybrooke, a partire dal giovane Henry Mills, oramai ventenne. Il ragazzo era cresciuto parecchio, e anche il suo aspetto fisico era naturalmente cambiato.
Con un pizzico di nostalgia, sia Emma che Regina avevano vissuto le fasi dell'adolescenza del loro "bambino"; avevano visto il primo accenno di barba sul suo viso, ed avevano notato che Henry oramai era alto quanto suo nonno David. Non fu una sorpresa venire a sapere dalla solita Ruby, che il giovane Mills e Ava spesso condividevano una cioccolata calda al Dinner, e forse anche qualcos'altro, ma non avevano mai avuto il coraggio di indagare sulla questione. Inoltre, aveva sviluppato la magia. Non era potente come sua madre Emma, e a dirla tutta nemmeno gli interessava più di tanto, ma qualche incantesimo gli riusciva senza troppi intoppi.
Durante quei lunghi anni, anche Emma e Regina avevano condiviso tante cose: dopo svariate disavventure, discussioni e altrettante maledizioni spezzate in extremis, le donne avevano seppellito i vecchi rancori ed ora si frequentavano come due buone amiche, anche se tra loro c'era sempre quella strana tensione ogni volta che si guardavano o sorridevano a vicenda. Mary Margaret e David avevano tentato invano di strappare una confessione ad Emma sul suo vero rapporto con la donna, ma la figlia aveva sempre detto che non c'era niente di più di una sana amicizia.
I due non ne erano molto convinti, e oramai anche Henry aveva capito che forse era giunto il momento di fare qualcosa. In realtà aveva aspettato anche troppo tempo per intervenire: sin da piccolo aveva avuto il sentore che tra le sue madri c'era molto, molto altro. Diciamo che era chiaro come il sole ciò che provavano, ma testarde e imbranate com'erano quando si trattava di sentimenti, forse avrebbero dovuto avere una piccola spinta. Aveva già in mente cosa fare, e presto avrebbe chiesto aiuto a suo nonno Gold per mettere in atto il suo piano.


Era un bel pomeriggio di Giugno, quando il giovane trovò sua madre Regina rannicchiata sul letto. Poggiato allo stipite della porta con la sua aria sbarazzina, Henry aveva un cipiglio serio: l'ultima maledizione era stata rotta con un perfetto binomio tra le due donne, ma la ex Evil Queen sembrava essere più esausta del solito. Si avvicinò al letto, sedendosi di fianco a sua madre. «Ma'? Ti senti male?» le domandò, accarezzandole la testa.
Regina sorrise, guardando subito dopo nella sua direzione per trovarsi due fanali color smeraldo a fissarla con fare preoccupato. «Sono solo stanca, tesoro. Stai tranquillo»
Henry annuì. «Bene, ma chiamerò lo stesso Emma»
Il sindaco sbuffò con fare irritato. «Perché scomodare tua madre? Lascia che svolga il lavoro per cui la pago, invece di servirle su un piatto d'argento una scusa per perdere tempo»
Il ragazzo si ritrovò a ghignare furbescamente. «No. Pare che quando sei con lei le tue forze tornano in fretta. Credo che per te sia migliore di qualsiasi medicina, chissà perché»
Regina lo fissò a bocca aperta. «È solo la connessione magica» rispose con fare sprezzante, cercando di dare una spiegazione logica, dimenticandosi per un attimo che suo figlio non era più un bambino e di certo non era un idiota. Non lo era mai stato.
«Naturalmente» mormorò infatti il giovane. «In ogni caso la chiamo; a breve vado da Ava e Nick per ripassare matematica. In settimana c'è l'ultimo test prima delle vacanze. Poi credo che andiamo al cinema»
«Tornerai per cena?»
«No, per questo non voglio che stai da sola. Stanotte dormo da nonna e nonno; domattina andiamo alle stalle; David ha messo su una specie di torneo medievale e vuole insegnare a me e Nick come si usa una lancia, mentre zio Neal continua con le lezioni di equitazione»
Anche dopo sette anni, ed essersi resa conto che suo figlio davvero non era più un bambino, Regina sfoggiò un viso inorridito. «Henry Mills-Swan» cominciò con fare severo, «se credi che ti lascerò imitare quei zotici cavalieri hai proprio sbagliato. Potreste farvi male con le lance e tutto il resto!!»
Il sorriso di suo figlio si allargò a dismisura, tanto che sua madre sospirò con fare rassegnato in meno di un minuto. Più cresceva, più somigliava ad Emma e dopo tanto tempo, una cosa l'aveva ammessa a se stessa: non avrebbe mai potuto resistere a quel sorriso. Né al suo, né tanto meno a quello di sua madre. Anzi, ultimamente era incline a sciogliersi ogni volta che Emma le sorrideva.
Lui le baciò la fronte velocemente; si alzò dal letto stiracchiandosi ben bene per poi afferrare il telefonino nella tasca anteriore dei pantaloni. «Vedrai che mamma sarà qui in meno di dieci minuti» le disse ghignando di nuovo: era quasi del tutto certo che Emma si sarebbe precipitata non appena letto il messaggio. Era così prevedibile!
Regina si arrese. «E va bene, ma lo faccio per te»
«Sì, ne sono sicuro» rispose l'altro digitando un sms alla Salvatrice. «Ciao Ma', ci vediamo domani» concluse poi precipitandosi giù per le scale.
«Rimettiti a posto la cravatta della divisa, non ti ho cresciuto per girare in strada come un teppista!» gli urlò Regina scuotendo il capo, «e vedi di tornare tutto intero domani, o giuro su Dio che David si ritroverà la sua testa infilzata su una picca!» minacciò con poca convinzione nella voce.
Al piano di sotto, il giovane scoppiò in una fragorosa risata. «Tranquilla, e divertiti con Emma stasera; sai, indossa quella canotta bianca che a te piace tanto!!»
Il sindaco rimase a bocca aperta di nuovo, mentre le guance si coloravano di rosso: possibile che la sua attrazione fosse diventata così evidente? «HENRY MILLS-SWAN! VIENI SUBITO QUI!» urlò ancora una volta, ma gli unici suoni che riuscì a percepire furono la porta di casa che sbatteva, e le risate di suo figlio fuori al giardino.

La ciliegina sulla torta fu ovviamente l'arrivo di Emma Swan in una nuvola di fumo bianco: Henry si era sbagliato. La donna era comparsa in meno di cinque minuti. «Regina!» esclamò la ragazza con fare preoccupato, avvicinandosi subito al letto, «sei stravolta, che succede?» le chiese lisciandole i capelli e mettendole una mano in fronte per controllare se per caso avesse la febbre.
La donna sospirò. Nonostante si fosse abituata al tono di voce allarmato dello sceriffo, provava sempre una grande gioia nel constatare che si preoccupava così tanto per lei: la faceva sentire amata, in qualche modo. E il fatto che spesso e volentieri, Emma si prendeva anche la libertà di sfiorarla, di certo non aiutava il suo stato d'animo. «Non dare retta a ciò che ti ha scritto tuo figlio, cara, non sto morendo» rispose in tono piatto, cercando non vagare con lo sguardo sulla sua famigerata canotta bianca: nonostante non avesse più ventotto anni, Emma sfoggiava ancora un fisico mozzafiato e con gli allenamenti che faceva in palestra, le sue braccia erano ancora toniche, così come il resto del suo corpo. Deglutì, cercando di scacciare certi pensieri che le stavano affiorando nella mente.
«Perché quando fa o dice qualcosa di idiota è mio figlio?»
Un ghigno malizioso si dipinse sul bel viso del sindaco. «Vuoi proprio una risposta, Miss Swan?»
Emma le regalò una linguaccia. «Ah-ah, Regina. Mi dici che cosa c'è che non va?» le chiese ancora una volta, sedendosi con calma sul letto vicino a lei.
«Sto bene. Solo che l'ultima maledizione che abbiamo spezzato mi ha indebolito parecchio e sono stanca»
«Dovresti riposare»
«Ottima intuizione, Miss Swan: è quello che stavo facendo prima che nostro figlio decidesse che era meglio contattarti perché mi fai l'effetto di una medicina» le rispose con tono sprezzante, pensando solo dopo a ciò che le aveva realmente detto. Senti il cuore accelerare i battiti e la situazione peggiorò alla vista dello splendido sorriso dipinto sul viso dello sceriffo.
«La migliore medicina, eh?» fece Emma alzandosi, per sistemarsi definitivamente sull'altro lato del letto. Si tolse le scarpe e si stese vicino l'altra donna.
Regina la fissò fintamente scandalizzata. «Che diavolo credi di fare?!»
«Oh-oh la linguaccia, signora sindaco!» rispose Emma imitandola. «Dato che sono la tua medicina, ho intenzione di stare qui con te. Anche tutta la notte, se necessario, quindi rassegnati, cara. Film in abbondanza, riposo, una bella pizza e poi vedi come ti ritornano le forze»
«E cosa ti fa credere che te lo lascerò fare?»
«Tre cose, in realtà» rispose Emma agguantando il telecomando sul comodino per accendere la tv, «la prima è questa» le disse prendendole una mano, rilasciando un po' della sua magia.
Regina si sentì subito meglio al suo tocco, ed era più che consapevole che il sollievo non era dovuto solo alla loro connessione.
La Salvatrice ghignò. «Un punto per me, Maestà»
La donna sbuffò con fare seccato... o almeno così avrebbe voluto apparire. «E gli altri due punti quali sarebbero?»
«Il secondo è che ti conosco, Regina, so quando menti. E il terzo è che in realtà mi vuoi bene e ti piace avermi in giro quando stai male. Tre punti di fondamentale importanza, soprattutto l'ultimo» mormorò con fare tenero intrecciando le dita con le sue, «ora, dato che anche tu mi conosci e sai quanto posso essere testarda, rilassati e riposa. Io resto qui con te. Non me ne vado.»
La donna si arrese. «Ok, ma sia chiara una cosa: io non ti voglio bene, Miss Swan» berciò lei, poggiando comunque la testa sulla sua spalla.
Emma sfoggiò un sorrisetto irriverente. «Ah, no?»
«No, decisamente no» rispose l'altra, rilassandosi e chiudendo subito dopo gli occhi.


Regina si era addormentata poco dopo, ed era trascorsa solo un'ora quando lo sceriffo sentì il sindaco girarsi e stringersi a lei. Emma l'abbracciò, permettendole di dormire serenamente sul suo petto, mentre con la mano le accarezzava i capelli setosi che profumavano di shampoo alla mela.
La bionda sospirò con fare pensoso; era da qualche anno che avevano cominciato quel gioco. Se una non stava bene, l'altra correva subito in suo aiuto, e il più delle volte si ritrovavano a riposare abbracciate.
In realtà, prima di arrivare a coccolarsi a vicenda, ne era passata di acqua sotto i ponti. Avevano iniziato ad avvicinarsi dopo che Regina l'aveva perdonata per la faccenda di Robin, ed era stato proprio in quel periodo che Emma aveva iniziato a porsi delle domande sulla natura dei suoi sentimenti verso di lei. Paradossalmente, era stato proprio Hook a farle capire determinate cose: anzitutto, per il rimorso di aver rovinato la storia della donna, aveva deciso di non frequentarlo più. Aveva un problema ben più grave a cui pensare, e il giovane pirata sembrava che se ne fregasse. Nella sua testa, Emma avrebbe dovuto concentrarsi sulla loro eventuale storia, e non perdere tempo con Regina: tanto prima o poi avrebbe sbollito la rabbia. Già questo aveva contribuito a far irritare lo sceriffo non poco; Killian le era sembrato piuttosto egoista. In ogni caso, di certo non lo amava: anzi, all'inizio ciò che sentiva per lui era solo gratitudine. Forse con il tempo ci sarebbe riuscita. Forse. Spesso si era chiesta come sarebbero andate le cose tra loro, ma la risposta che si dava era sempre una sola: l'unica persona che avrebbe voluto al suo fianco era proprio la ex Evil Queen. Hook aveva sacrificato la sua nave, vero, ma Regina le aveva donato i suoi ricordi. Le aveva regalato uno splendido anno a New York, rinunciando a Henry. Rinunciando a suo figlio, il bene più prezioso. Killian era stato bravo, ma Regina era un'altra cosa. Un altro pianeta.
Fortunatamente, nonostante il brutto episodio con Robin, lei l'aveva perdonata e da allora Emma aveva fatto i salti mortali per starle vicino.
Ecco quando era cominciata quella loro stramba amicizia. Piano piano avevano iniziato ad uscire insieme, di tanto in tanto. Lo sceriffo era una presenza costante nella vita di Regina, e viceversa. Non solo condividevano un figlio e la magia, ma erano diventate dei punti fermi per la salvaguardia di Storybrooke. Sì, perché anche Regina era stata accettata nella parte dell'eroe. Già dai tempi della sconfitta di Zelena, a dire il vero.
Certe volte si fermavano a cena da Granny assieme ad Henry, altre a casa di Mary Margaret proprio come una famiglia. Altre ancora Emma andava a Mills Manor, per trattenersi fino a tardi. Lì, gustava la leggendaria lasagna che la donna cucinava con estrema maestria, si fermava a giocare con Henry all'xbox, chiacchierava fino a tardi con il sindaco, mentre gustavano un ottimo sidro di mele. Qualche volta era rimasta addirittura a dormire là, rigorosamente nella stanza degli ospiti, ma più passavano i giorni, le settimane ed i mesi, più le donne si avvicinavano, e dalla “camera degli ospiti” in solitudine, erano passate ad addormentarsi insieme sul divano, fino a condividere il letto. Dopo un po', avevano suggellato la loro amicizia firmando le carte per far ottenere ad Henry il doppio cognome Mills-Swan e da allora, tutto ciò che facevano insieme era diventata routine. Anche i sentimenti che provava per Regina erano maturati: si erano evoluti nel tempo, e quando dopo qualche infortunio o qualche maledizione si ritrovava tra le braccia della donna, Emma si sentiva veramente completa. Inizialmente aveva collegato il tutto alla magia che condividevano, ma ora era consapevole di amare Regina Mills.
Spense la tv, iniziando a guardare la donna che dormiva su di lei. Le posò un bacio tra i capelli, mentre il cuore nel petto iniziava a batterle ferocemente. Sì. Era davvero innamorata di lei, ma forse avrebbe fatto bene a lasciare le cose come stavano.
Sospirò, non sapendo che fare: ci avrebbe pensato su. Magari avrebbe anche chiesto un consiglio ai suoi genitori. Strinse Regina un altro po' a sé, e chiuse gli occhi addormentandosi subito dopo crogiolandosi nel calore del corpo della donna attaccato al suo.

TBC


Su, giuro che aggiorno presto!  ;)

Comunque, passiamo all'angolo dei ringraziamenti: come sempre il primo pensiero va a tutti coloro che leggono e addirittura mettono tra i preferiti le mie follie. Siete troppo buoni, dico sul serio. 
Un grazie speciale alle persone che mi lasciano anche qualche parolina di incoraggiamento:

AzzurraVermiglio
Celian1987
5vale5
_Gilestel_
Sam__
Giuly_Belle_Everdeen 
e Alice_91 (che mi ha mandato un messaggio privato)


A prestissimo con il secondo capitolo (lo prometto!)

Briskal 

 

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Capitolo 2
*** Le parole che non le ho detto ***


Beh, che vi avevo detto? Se faccio una promessa la mantengo. XD 
Dunque, nel primo capitolo abbiamo visto Emma. Ora, ovviamente, toccherà a Regina.  

Oh! Dato che non ho avuto il tempo materiale per rispondervi alle recensioni (e me ne scuso), vi ringrazio SUBITO sin da ora. E il mio mega-abbraccio va  a:
Alice_91, AntonellaPorelli, Celian1987, AzzurraVermiglio, _Gilestel_, Giuly_Belle_Everdreen e 5Vale5. GRAZIE!

ps. Giusto per chiarire: Henry ha 20 anni. Il piccolo "zio" Neal 7.

Buona lettura!
 

   POLVERE DI STELLE

        Capitolo 2

         Le parole che non le ho detto

 

Era trascorso un mese dalla piccola “influenza” di Regina; la donna si era ripresa praticamente subito grazie anche alla presenza dello sceriffo e non aveva più avuto problemi. Il sindaco aveva ripreso la routine di ogni giorno, e le cose andavano decisamente bene. Storybrooke si era risvegliata con un bel sole, quella mattina, e quel mese di Luglio sembrava essere piuttosto caldo. Quel giorno stava sbrigando delle formalità in ufficio; aveva sentito che in città c'erano stati dei problemi, ma non si era soffermata più di tanto: si fidava troppo delle capacità di Emma per preoccuparsi di eventuali incidenti. Stava firmando alcuni documenti quando il telefonino iniziò a squillare insistentemente. Sorrise, quando vide l'ID della chiamata.
«Henry, tesoro, ti posso richiamare? Ho una riunione a breve»
«Mamma!» esclamò invece suo figlio in preda al panico. «Vieni in ospedale! É Emma!»
Sentendo nella stessa frase le parole “Emma” e “ospedale”, Regina si sentì quasi mancare il respiro; la penna che stava usando fino a qualche secondo prima cadde per terra nel momento in cui la donna scattò in piedi.
Non si premurò nemmeno di avvisare la sua segretaria di annullare tutto ciò che c'era in programma: sparì in una nuvola di fumo viola per comparire subito dopo nella sala d'attesa dell'ospedale. Lì, ritrovò la combriccola al completo con delle facce che non promettevano niente di buono; anche il piccolo Neal se ne stava stranamente in silenzio seduto sulle ginocchia di Henry con una espressione triste. Non era nemmeno corso a salutarla come faceva di solito. Doveva essere accaduto per forza qualcosa di grave.
«Come sta?» domandò senza fiato.
Mary Margaret le si avvicinò abbracciandola, e per un attimo Regina pensò di morire; cosa era successo? Cosa era successo alla sua Emma? «Ti prego, Snow... ti prego... no...no...»
«É in sala operatoria» le rispose David cercando di tranquillizzarla.
La donna lo fissò per qualche secondo, staccandosi dall'abbraccio della sua ex nemesi: era ovvio che c'era qualcos'altro che non le avevano detto.
«Bug ce la farà, vero?» chiese Neal, interrompendo per un attimo gli infausti pensieri del sindaco, facendola addirittura sorridere per un momento: da piccolo aveva sentito sua sorella chiamare la macchina gialla in quel modo. Da allora, il bambino aveva iniziato a chiamarla “Bug” al posto di “Em” ed il sorriso che la ragazza gli riservava ogni volta era semplicemente meraviglioso.
David gli arruffò i capelli biondi. «Emma è forte, lo sai» gli rispose, lanciando un'occhiata a Henry facendogli capire che era meglio allontanarlo per qualche minuto.
Il giovane annuì alzandosi. «Vieni, ragazzino, andiamo a prenderci due frittelle al bar»
Neal lo guardò con cipiglio serio. «Io non sono un ragazzino. Sono tuo zio» lo ammonì, infilandosi le mani in tasca.
Nonostante la situazione non fosse delle migliori, Henry si ritrovò a sorridere. «Bene, allora paghi tu, zio»
Il bambino roteò gli occhi al cielo, seguendolo in silenzio fuori dalla sala d'attesa.

Una volta scomparsi, Regina iniziò a tremare. Mary Margaret la prese per mano, facendola accomodare su una delle sedie libere.
«Come sta la mia Emma?» chiese iniziando a piangere. Non le importava se quei due adorabili idioti dei Charming la guardavano stralunati. Non le importava di mostrare le sue emozioni; erano passati tanti anni, e ora lei era tra i suoi cari, non c'era più bisogno di fingere. Gliel'aveva detto proprio Emma, una volta: “con noi puoi lasciarti andare, Regina. Siamo la tua famiglia”.
Quello che le importava ora, la cosa che più le premeva, erano le condizioni della sua idiota. Se non ce l'avesse fatta... lei non avrebbe retto. Non avrebbe potuto perdere il suo amore. Perché sì, lei era il suo amore. L'amava con ogni cellula del suo corpo e non avrebbe mai potuto vivere senza di lei. Non più. Non questa volta. «Per favore... ditemi la verità»
Snow e David si guardarono per un momento sbalorditi nel sentire la donna parlare in quel modo. «É viva, Regina» spiegò poi il Principe. «Siamo andati a sedare una rissa al Rabbit Hole e sono volate bottiglie e cazzotti. É scivolata. É caduta da quella dannata scala che porta al piano di sotto per acciuffare uno di quegli ubriaconi da strapazzo. Leroy ci ha dato una mano a trasportarla fin qui e Whale l'ha portata subito in sala operatoria per rimetterle a posto la spalla lussata e ridurre l'ematoma celebrale. Il problema è che... ecco, noi non sappiamo se ha subito altri danni nel battere la testa.»
La ex Evil Queen sbiancò di colpo. «Io... io non posso perderla, Snow» le confessò riprendendo a tremare come una foglia. «Non voglio perderla. Non posso perdere la mia Emma. Io non gliel'ho detto... non gliel'ho mai detto...»
La donna dai capelli corti avvertì un colpo al cuore: Regina aveva sofferto per tutta la vita (anche a causa sua), ma era da un bel po' di anni che sembrava avesse ritrovato la serenità. Sapeva che tra lei e sua figlia ci fosse qualcosa, ma non aveva mai capito che l'amore che provavano l'una per l'altra fosse così forte. Così puro.
L'abbracciò. La strinse con quanta forza aveva: doveva essere positiva, come sempre. «Allora siamo in due, Regina» le mormorò in un orecchio. «Nemmeno io posso perderla e non la perderemo»
L'altra annuì, e sembrò calmarsi sentendo la carezza gentile di Snow sulla sua schiena. Purtroppo, le due si irrigidirono quando la porta della sala operatoria si aprì e Whale uscì seguito dalla lettiga con Emma adagiata sopra; la ragazza aveva la spalla totalmente immobilizzata e la testa tutta fasciata. Un brutto livido viola era comparso sotto l'occhio e anche il naso era malconcio; di certo, queste due ultime cose erano sciocchezze a confronto dell'ematoma dovuto alla caduta.

Regina fu subito vicino a lei, sfiorandole una guancia con un dito; le lacrime avevano ripreso a scenderle sul viso e dovette fare appello a tutte le sue forze per non crollarle addosso e pregarla di svegliarsi subito.
«Viktor, come sta mia figlia?» gli chiese David passandosi una mano sul volto con fare stanco.
«Non se l'è vista bene, ma abbiamo risolto il problema. La spalla è stata rimessa a posto, anche se dovrà stare immobilizzata per almeno due settimane. Dopo di che, dovrà portare un tutore ed evitare di fare pazzie»
Snow tirò su con il naso, sorridendo al pensiero. «Cosa improbabile conoscendo il soggetto»
«Mpf. Lo so, ma dovrà stare a riposo» continuò Whale. «Per quanto riguarda la botta alla testa, siamo riusciti a ridurre l'ematoma, e quel poco che è rimasto sarà riassorbito senza tanti intoppi. Non vi farà piacere, ma dovrà stare almeno due giorni sedata... per precauzione»
David annuì. «Sei sicuro che tutto andrà bene?»
Lui sorrise. «Pare che la nostra Principessa sia piuttosto fortunata. Adesso la sistemiamo in una camera singola, così potrete vederla»
«Grazie per averle salvato la vita» mormorò Regina non staccando nemmeno per un attimo gli occhi dal viso di Emma.
Whale rimase piacevolmente sorpreso dal quell'inaspettato ringraziamento: i suoi trascorsi con la ex Evil Queen non erano certo dei migliori, ma era già da tempo che aveva visto e accettato il cambiamento della donna. «Dovere. Ora vogliate scusarmi, ho il giro di visite da fare» concluse congedandosi.

Si ritrovarono nella stanza privata dello Sceriffo, la stessa dove tanti anni prima Emma aveva risvegliato Henry e rotto il maleficio di Regina. Mary Margaret posò un bacio sulla fronte di sua figlia, per poi permettere alla sua ex nemesi di sedersi di fianco a lei.
Anche Henry e Neal erano tornati in ospedale, avvisati da un sms da parte di David. Il giovane Mills andò subito ad abbracciare sua madre: aveva una faccia stravolta e per la prima volta, Regina si lasciò andare totalmente anche con lui. «Ho quasi perso la mia Emma» gli sussurrò piangendo tra le sue braccia.
Henry sospirò, accarezzandole dolcemente la schiena e baciandola teneramente in testa. «Andrà tutto bene. Tu non la perderai, Ma', lo sai»
«Questo è successo perché deve sempre essere una sciocca paladina della giustizia. Prima o poi non tornerà da me» continuò la donna, mentre sul viso di David e Snow era comparso un bel sorriso: non avrebbero mai, mai immaginato di vedere Regina in quello stato. Era capitato anche altre volte di vederla preoccupata per la sorte della loro figlia, ma prima di allora non si era mai riferita a lei come la sua Emma.

Sorprendendo i suoi genitori, Neal si avvicinò alla donna tirandola per la manica della giacca. «Bug tornerà sempre da te, 'Gina» le disse il bambino con un gran sorriso che le ricordava tanto quello dello sceriffo. «Lei ti ama»
Regina sgranò gli occhi, rompendo l'abbraccio con Henry per prestare attenzione al suo figlioccio. «C-cosa?»
Neal annuì, fissandola con due meravigliosi occhi verdi. «Sì. Lei ti ama»
«Oh, tesoro, lei di sicuro mi vuole bene, ma...»
«No, ti ama. Come si amano mamma e papà» continuò il bambino, mentre Henry sfoggiava un sorrisetto malizioso. Suo “zio” stava facendo un gran bel lavoro con questa storia: “Operazione Moms” sarebbe andata sicuramente a buon fine. Avevano parlato a lungo al bar. Nonostante Neal avesse solo sette anni era un ragazzino estremamente intelligente, ed era molto affezionato a sua sorella: non era stupido, aveva visto il cambiamento di umore quando c'era Regina intorno. Henry si rispecchiava molto in lui alla sua età. Per questo, quando Neal gli aveva chiesto se “Bug amasse la sua adorata madrina”, lui aveva risposto di sì e che aveva un piano per far sì che fossero felici insieme. Al bambino gli si erano illuminati gli occhi e gli aveva detto che l'avrebbe aiutato. Finora stava andando davvero bene.
Regina rimase senza parole. Probabilmente il ragazzino confondeva l'affetto per amore, non c'era certo da stupirsene data l'età... eppure, c'era qualcosa nei suoi occhi verdi che stava facendo vacillare la sua convinzione.
Vedendo l'imbarazzo sul volto della donna, Snow decise di intervenire: non era né il momento, né il modo di fare certe insinuazioni. «Andiamo, su. Viktor ha detto che Emma ha bisogno di riposo. Regina, resti tu con lei?» domandò, sapendo già quale fosse la risposta.
La donna annuì, e dopo aver dato un bacio sulla guancia del piccolo Neal, lasciò che il bambino andasse via con i suoi genitori e lo stesso Henry.
Rimasta sola con Emma, nel silenzio della stanza, tutte le sue paure ed i suoi timori si tramutarono in un pianto straziante. Attenta a non farle del male, si stese vicino a lei. Aveva il bisogno di sentire il suo calore. Aveva bisogno di perdersi di nuovo nei suoi occhi color smeraldo, sentire la sua voce quando la imitava. Aveva bisogno... di Emma. Della sua Emma. Le sfiorò il viso delicatamente, rilasciando un po' della sua magia sperando che così facendo riuscisse a percepire la sua presenza, e darle un po' di sollievo. Dopo averle baciato una guancia, posò la testa sulla sua spalla, stringendosi a lei.


Erano state le quarantotto ore più lunghe della sua vita e nonostante Snow, Henry e anche Ruby l'avessero pregata quasi in ginocchio di andare a casa a riposare, Regina aveva preferito restare al fianco di Emma. Lei non l'avrebbe lasciata e sopratutto voleva essere presente al risveglio. Già dalle prime luci dell'alba le infermiere avevano ridotto i farmaci e ora si attendeva solo una risposta da parte della paziente.
Emma si risvegliò nel tardo pomeriggio. Regina era rimasta seduta sulla sedia di fianco a lei e si era addormentata per la stanchezza con la testa poggiata sul letto.
Quando aprì gli occhi, lo sceriffo si ritrovò ad avere una visione sfuocata della stanza ed avvertiva un leggero mal di testa. Non appena inspirò l'odore dello shampoo alla mela, tipico di Regina, tutti i suoi sensi si rilassarono e si sentì al sicuro. Una volta messo a fuoco dove si trovasse, si guardò attorno per scorgere il sindaco addormentata vicino a lei. Piano piano, allungò una mano per infilarla tra i capelli della donna. «...Re...gina...» mormorò con la gola secca.
L'altra alzò subito il viso nella sua direzione e sentì gli occhi riempirsi di lacrime. «Hey»
Emma accennò un sorriso. «Hey»
Regina non ce la fece più, e scattò in avanti per poterla abbracciare; il volto nascosto nell'incavo del collo dell'altra donna. «Sei un'idiota. Una maledetta, dannata idiota, Miss Swan»
Lo sceriffo si girò quel tanto da posarle un bacio sulla testa. «Questo lo dici perché non mi vuoi bene, vero?»
Per tutta risposta, Regina si strinse a lei un po' di più, sempre facendo attenzione a non farle del male. «Zitta, Emma» le disse dopo qualche minuto, staccandosi finalmente dall'abbraccio.
«Cos'è successo?»
«Non ricordi?»
L'altra sospirò pesantemente. «Solo che mentre cadevo pensavo a te»
Il cuore del sindaco mancò di un battito; che Neal avesse ragione? «Pensavi a me?»
Lei le afferrò una mano, intrecciando le dita con le sue. «Di solito, quando mi caccio in qualche pasticcio penso sempre a te per evitare di fare danni. Mi sono anche detta: “se non muoio, ci penserà Regina ad uccidermi in ospedale”»
«Non ci sei andata molto lontano, Miss Swan» berciò la donna guardandola male. «Siamo stati tremendamente preoccupati per te, razza di idiota» concluse sperando che il rossore che aveva avvertito sulle sue guance non fosse così evidente. Per evitare altro imbarazzo, con la mano libera afferrò il telefono per mandare un sms a Snow. A malincuore, poi si alzò sciogliendo il contatto per avviarsi alla porta. «Vado ad avvisare Whale che sei sveglia. Di sicuro vorrà controllare la situazione»
Emma annuì. «Regina?»
«Mh?»
«Grazie per essere rimasta vicino a me. Io ti ho sentita...»
«Io sarò sempre al tuo fianco, Emma»


Whale le aveva fatto esami su esami, e mentre era ancora nella stanza della ragazza per completare la visita, erano arrivati anche David e gli altri, decisamente sollevati nel vedere di nuovo il sorriso sul viso di Regina.
«Come sta?» domandò Henry, sbirciando nella stanza di sua madre.
«É tornata a dire idiozie, quindi presumo bene» rispose il sindaco, incrociando le braccia al petto con fare seccato: in realtà, non appena aveva rivisto quegli occhi verdi che amava tanto, aveva tirato un sospiro di sollievo. E il solo pensiero che in qualche modo Emma pensasse a lei l'aveva fatta sentire ancora una volta amata.
Snow scoppiò a ridere. «Una Happy Ending»
Henry si girò verso sua nonna, grattandosi il pizzetto. «Mh, non del tutto... presto»
«Che vuoi dire?»
«Io? Nulla»
Conoscendo suo nipote, sapeva che aveva qualcosa in mente. Sicuramente avrebbe “colpito” Emma e Regina quando meno se l'aspettavano. Quando era piccolo si erano sempre preoccupati per le sue strambe “operazioni”, ma ora come ora pregava che Henry avesse per davvero qualche idea per la testa per unirle. Il suo pensiero fu interrotto dal dottore. «Ha ripreso totalmente le sue funzionalità» fu lieto di annunciare.
«Sei sicuro, Viktor?» chiese David non riuscendo a nascondere un sorriso.
Il medico fece spallucce. «Ha richiesto una tazza di cioccolata con panna e cannella»
Regina roteò gli occhi al cielo. «Che vi dicevo?»
«Dovrà stare qui per altri due giorni, dopo di che sarà dimessa. Avrà bisogno di riposo, e lo ripeterò fino alla noia» continuò l'uomo, «almeno per una settimana non dovrà stare da sola. La spalla non è stata un problema, ma l'ematoma sì, e ci ha fatto preoccupare. Si è ridotto in queste quarantotto ore, ma è bene stare tranquilli. Se una volta fuori dall'ospedale dovesse avvertire vertigini o nausea, vi prego di riportarla subito qui. Conoscendo Emma Swan, non ci saranno problemi: ha la pelle dura. Ora andate da lei, io torno ai miei doveri»


Naturalmente, una volta dimessa dall'ospedale, Regina l'aveva accolta in casa sua; la scusa era che da Snow e David lo spazio era poco. Avevano discusso proprio nell'appartamento dei Charming, il giorno prima che Emma tornasse a casa.
Neal aveva sentito le due chiacchierare in proposito, e chiuso in camera sua, usò il walkie-talkie che Henry gli aveva regalato per il suo compleanno, per avvisarlo: forse la “Operation Moms” avrebbe potuto passare alla fine finale. Il giovane Mills nel frattempo aveva avuto un'idea niente male, e per poterla mettere in atto avrebbe dovuto chiedere non solo l'aiuto dello stesso Neal, ma anche quello di suo nonno Gold.

TBC


Note dell'autrice:

Una Regina così emotiva anche nello show? Mah, forse tra 9/10 stagioni.... e considerando il fatto che pare ce ne restino solo due (inclusa questa che parte domenica).... Comunque! Lo ribadirò anche nel prossimo capitolo: NON si sa niente di ufficiale su quante saranno le stagioni. Sono solo VOCI e commenti nell'oceano del web. Quindi stiamo tutti calmi! XD Le serie vengono aggiornate anno dopo anno in base agli ascolti, quindi niente è sicuro!
Tornando a noi, mi piace pensare che dopo tanti anni finalmente sia riuscita ad esternare ciò che prova anche davanti agli altri. Che non sono mica "chiunque", ma la sua famiglia.

Vabbè, spero vi sia piaciuto. Il terzo e ultimo capitolo sarà online domenica, per festeggiare l'inizio della season invernale... e non vi nascondo che in settimana protrebbe anche esserci qualche altra sorpresa, devo vedere un attimo come organizzare le cose, dato che come al solito mi è uscita così, dal nulla. ^^

A prestissimo!
Briskal

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Capitolo 3
*** La festa delle stelle ***


 

Beh beh! Siccome sono di buon umore, ho deciso di anticipare il capitolo a oggi. ^^

Ah! Vorrei subito specificare una cosa: io non so se le serie saranno 5, 6 o 10. Ci sono stati commenti, mesi e mesi fa, voci nell'oceano di tumblr, ma non è niente di ufficiale, perché ripeto: non si sa nemmeno se ci sarà la quinta (dato che ora parte la nuova), figuriamoci sapere ciò che riserveranno in futuro. Di solito, vengono rinnovate anno dopo anno soprattutto in base agli ascolti. Quindi, calma e gesso: non finisce con la quarta, non finisce con la quinta o altro, dobbiamo solo aspettare gli eventi e le comunicazioni ufficiali!!

Detto ciò... *.* vi auguro buona lettura!


POLVERE DI STELLE

Capitolo 3

La Festa delle Stelle

 

Era giunto il mese di Agosto, e tutta Storybrooke era in fermento per la festa che di lì a poco si sarebbe svolta in città. Emma aveva ripreso il suo lavoro come sceriffo, anche se di tanto in tanto la spalla le faceva ancora male; soprattutto quando capitava qualche temporale estivo. La testa non le aveva dato problemi, anche se Regina aveva continuato gentilmente a sottolinearle che sembrava essere più idiota del solito. Le giornate passate con lei, in ogni caso, erano state meravigliose. Oramai era da tempo che spesso e volentieri si fermava a casa sua,ma in quel periodo si era accorta di tante piccole nuove cose: anzitutto, la donna si comportava in modo strano. Era stata più gentile del solito e anche piuttosto dolce. Le aveva permesso di stare in camera sua, nel suo comodo letto “Queen-Size”, e per per un po' Emma aveva visto con i suoi occhi cosa significasse svegliarsi con lei affianco ogni mattina. Inizialmente aveva pensato che il comportamento premuroso di Regina, fosse scaturito dall'incidente al Rabbit Hole; non era certo la prima volta che la donna si preoccupava per lei, ma non l'aveva mai vista in quello stato. Ben presto si rese conto che forse i suoi sentimenti fossero davvero ricambiati, non solo per l'atteggiamento del sindaco, ma anche perché suo fratello Neal le aveva messo chiaramente una pulce nell'orecchio.

Aveva ripreso da poco il suo posto nella stazione di polizia quando Neal aveva fatto il suo trionfale ingresso nell'ufficio. «BUG!» urlò di gioia, saltandole praticamente addosso. 
Emma sorrise, stringendolo teneramente a sé, tempestandolo di bacini. «Come stai, ragazzino?»
«Bene! Tu ora sei guarita?»
Lei annuì. «Sì»
«É stata 'Gina a farti guarire, sai?» le disse fissandola con due occhioni brillanti tanto simili ai suoi.
Lo sceriffo avvertì un vuoto nello stomaco. «Davvero?»
«Sì, lei ti ama»
«Oh, amore, lei mi vuole semplicemente tanto, tanto bene»
Lui la guardò con cipiglio serio. «Perché tu e Regina rispondete sempre così? Tu non ami la mia madrina, Bug?»
«Tesoro. Tesoro, sì che la amo»
Il bambino sfoggiò un bel sorrisetto. «Allora perché non glielo dici alla Festa delle Stelle?»
Lei gli arruffò i capelli biondi, scuotendo la testa. «Vedremo»

Per questo motivo, Emma aveva pensato più e più volte come poter confessare a Regina il suo amore, ma ogni idea che le veniva in mente, puntualmente si rivelava un fiasco. Era un disastro in queste cose. Annoiata tra le scartoffie del suo ufficio, continuava a fare aeroplanini di carta da far volare dentro il cestino. Prima o poi avrebbe avuto qualche idea geniale, ne era sicura.

Mentre lo sceriffo era alle prese con i suoi sentimenti, Henry aveva già deciso come procedere con il suo piano. Quella mattina, lui e Neal si erano presentati di buon ora al negozio di suo nonno Gold; lì, vi trovarono Belle intenta a pulire l'entrata.
«Buongiorno, miei Principi» disse la donna regalando ai due un bel sorriso.
I ragazzi l'abbracciarono con dolcezza. «Nonno c'è? Ho bisogno di parlargli»
«Sì. Oh, Henry, potresti dire a tua nonna che come sempre sarà un piacere procurarle le luminarie per la festa? Gliele farò pervenire stasera, così potranno cominciare a montarle domani stesso»
Lui le piazzò un bacio sulla guancia «Sicuro, ciao Belle» concluse sparendo nei meandri del negozio, seguito da Neal che gli trotterellava vicino.
«Qual buon vento ti porta qui, nipote?»
«Ho bisogno di un favore, nonno»
L'uomo alzò un sopracciglio, sfoggiando un sorrisetto. «Non credo che qualche pozione farà innamorare le tue madri, Henry, non funziona così»
Il ragazzo scoppiò a ridere. «Oh, per quello non ci sono problemi e credo che lo sai anche tu»
«Puoi dirlo forte. In città non c'è nessuno che non si sia accorto che la nostra Salvatrice e Sua Maestà sono perse l'una per l'altra, e già da parecchi anni, se posso osare; forse solo loro sono le uniche a non averlo capito. Tsk, che donne testarde, non è vero? Due Troll sarebbero già sposati, a questo punto... e ti assicuro che non spiccano di certo per essere delle creature “emotive”.»
«Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Ho intenzione di agire la notte della festa. Le stelle cadenti sono sempre romantiche, ma sono anche anni che non se ne vedono poi molte; forse solo qualcuna. Io voglio qualcosa di colossale. Ho fatto delle ricerche, so che dovrebbe esistere qualcosa da usare in questi casi, un incantesimo, o giù di lì. Tanto basterebbe solo quello, al resto ci penseranno loro: ho intenzione di fare in modo che Emma e mia madre si ritrovino sulla collina da sole» spiegò il giovane, mentre Neal annuiva tutto contento.
«Mh. Fammi vedere se posso aiutarti» fece Gold iniziando a guardare su alcuni scaffali. Era rimasto a leggere le etichette su delle ampolle per buoni cinque minuti fino a quando non trovò ciò che cercava. «Questa è polvere di stelle. Hai bisogno di un incantesimo, e non so se sei potente fino a questo punto»
«Ehi! Ci sono anche io!» protestò a quel punto il bambino, mettendo il broncio. «Guarda!» disse alzando il dito indice, accendendo una piccola fiammella.
«Sei molto, molto bravo, mio Principe» rispose Gold visibilmente compiaciuto; se a soli sette anni Neal era in grado di usare il dito come se fosse un accendino, probabilmente sarebbe diventato un grande mago, in futuro.
«Ha già ricevuto la lettera per Hogwarts» puntualizzò il giovane Mills, facendogli “pat-pat” sulla testolina bionda.
Neal sbuffò, roteando gli occhi al cielo, e Gold scoppiò a ridere di gusto.
«Forse con il suo aiuto potresti riuscirci, Henry, ma non basterà soffiarla in aria e attendere: dovrai desiderare la felicità delle tue madri. Più forte sarà il desiderio quando soffierai la polvere nel cielo, più ci saranno stelle cadenti, e se andrà come speri, il bacio del True Love farà il resto»
Henry sorrise. «Ti devo qualcosa per questo?»
«Non essere sciocco, sei mio nipote»
«'Gina dice che la magia ha sempre un prezzo» sottolineò il piccolo Neal guardandolo accigliato.
Anche stavolta, Gold rise di gusto. «E ha ragione, piccolo Principe. Però stavolta l'unica cosa che importa è il lieto fine, non credi?»
Neal annuì, e Henry lo prese per mano per andare via. «Grazie, nonno» mormorò con un bel sorriso.
Belle entrò poco dopo nel negozio; fino a quel momento era rimasta in disparte nel retro. Guardando con occhi dolci Rumple, gli piazzò un bacio sulla guancia. «Credi che stavolta ci riusciranno?»
«É solo questione di tempo. Anzi, mi meraviglio che non l'abbiano capito prima ciò che sentono. Sai, invece di assorbire maledizioni, in questi anni, magari almeno una avrebbero potuto romperla semplicemente baciandosi. Per la miseria, due capre riuscirebbero a comunicare meglio di loro»
«Pensi davvero che sia True Love?»
«Ne sono totalmente sicuro. É il loro destino»

 

Dopo qualche giorno, i preparativi per la festa erano pronti, e Henry avvertiva una eccitazione che da tanto tempo non provava. Anche Ava e Nicholas avevano deciso di dargli una mano per mettere a punto le ultime cose. Loro due, avrebbero dovuto attirare Emma e Regina sulla collina, poi Henry e Neal avrebbero fatto il resto con la polvere di stelle fornita da Rumple.
La Salvatrice, nel frattempo, finito di svolgere il turno in centrale, si era recata in piazza a dare una mano a sua madre con le ultime cose, e se ne stava seduta per terra a montare i tavoli per la fiera. Neal era al suo fianco e le passava diligentemente i chiodi. Regina sorrise quando la sentì imprecare ad alta voce.
«Ma che cazzo!» ululò, dopo essersi data una violenta martellata su un dito.
«La linguaccia, Miss Swan» la ammonì la donna bonariamente.
«Invece di chiedermi se mi sono rotta qualcosa, mi fai la paternale? Seriamente, Regina?»
«Le orecchie e l'educazione del mio figlioccio sono molto più importanti del tuo dito in frantumi, cara» rispose l'altra aiutandola ad alzarsi da terra. Le prese la mano per accarezzare il punto in cui si era fatta male. «Ecco» mormorò, usando la magia. «Così la piccola Principessa non sente più la bua» concluse con fare divertito.
Neal sorrise con fare malandrino. «Quando mi faccio male, mamma mi dà sempre un bacino sulla ferita per togliere il dolore»
Le due donne si irrigidirono, guardandolo stupite, poi Regina ricambiò il sorriso al piccolo e si portò la mano di Emma alla bocca baciandola teneramente. La bionda ebbe un sussulto non appena le labbra le sfiorarono la pelle, e anche la stessa Regina deglutì a fatica. La magia che c'era tra loro era incredibile, e col in passare del tempo sembrava addirittura essere ancora più forte.
«Sei contento ora?» chiese poi al bambino, lasciando andare la mano dello sceriffo.
Neal annuì. «Stai bene, Bug?»
«Sì, ragazzino, ora sto bene per davvero»
«Te lo posso dare anche io un bacino?» chiese poi con fare timido, facendo sciogliere letteralmente il cuore di sua sorella, che si abbassò quel tanto da poterlo stringere a sé.
«Amore, tu puoi darmi tutti i baci che vuoi, non me lo devi chiedere» gli disse strapazzandolo di coccole, mentre Regina si gustava la dolcissima scena. I due fratelli erano bellissimi insieme, anche piuttosto simili, a dire il vero. Biondi con gli occhi verdi entrambi, la stessa espressione furba. Neal era la copia al maschile in miniatura di Emma. Si chiese se anche lei, a sette anni, fosse stata una bambina così carina, ed un senso di colpa la pervase improvvisamente. Certo, erano passati tanti anni da quando la maledizione era stata rotta, ma non poteva dimenticare che la maggior parte della sventura della giovane era stata causata proprio da lei. Le aveva fatto tanto male, e per quanto avesse già chiesto perdono a Snow, svariati anni prima, si ritrovò a pensare che ad Emma non aveva mai chiesto scusa per quello che le aveva fatto.
Mary Margaret si avvicinò al terzetto sorridendo alla vista dei suoi “bambini” abbracciati. «Cos'è successo?»
«Bug si è rotta un dito con il martello» prese a spiegare suo figlio, lasciando andare Emma, «ma 'Gina l'ha guarita con un bacino»
Snow alzò un sopracciglio fissando la sua ex nemesi, scoppiando in una fragorosa risata: non sapeva a che gioco Henry e Neal stessero giocando, ma aveva notato che da quando Emma era uscita dall'ospedale, suo nipote e suo figlio non facevano altro che lanciare battutine o fare in modo che le due donne si sfiorassero. La cosa sorprendente non era Henry, però, dato che oramai non era più un bambino, ma proprio Neal: aveva sette anni, ma era davvero piuttosto furbo per essere così piccolo. «Spero che Regina sia in giro anche la prossima volta, allora, tesoro» disse rivolta a sua figlia che nel frattempo stava facendo di tutto per non arrossire miseramente.
«Sì, bene» borbottò Emma tornando a sedersi per riprendere a martellare sui tavoli.
Anche Regina aveva preferito fare finta di nulla, incrociando le braccia sullo stomaco con fare nervoso.
«Mamma? Me lo compri un gelato?» fece Neal sciogliendo l'imbarazzo generale che si era creato.
La ex Evil Queen sorrise. «Vieni, te lo compro io» disse prendendolo per mano, «torniamo subito» concluse sparendo con il bambino.
Snow seguì con lo sguardo i due, per poi soffermarsi su Emma che continuava a martellare con foga. «Siete una tale presa in giro, tesoro...» le disse accarezzandole i capelli.
«Che vuoi dire?»
«Che forse tu e Regina dovreste parlarne, perché dico sul serio: ce ne siamo accorti tutti. Anche Leroy che passa le sue giornate ubriaco. Sono anni che vi cercate. É possibile che non vi siate rese conto che vi amate? Siete peggio di due Troll, lo sai?»
Emma abbassò lo sguardo sospirando pesantemente. «Per quel che mi riguarda è da un po' che l'ho capito, ma ho sempre avuto paura di rovinare tutto ciò che ho costruito con lei. Non è stato facile, e lo sai anche tu. Da un lato vorrei dirglielo... dall'altro preferei rimanere in silenzio, piuttosto che perderla»
Snow prese posto vicino a lei sedendosi per terra. «Emma? Regina ti ama. Quando è comparsa in ospedale mentre eri in sala operatoria, tremava come una foglia. Ha pensato che fossi morta»
La ragazza fissò sua madre sbalordita. «Lei...»
«Sì. Non ha fatto altro che chiedere cosa fosse successo alla sua Emma, e ti garantisco che non l'ho mai sentita definirti in quel modo. Il panico e la paura lo si potevano vedere su tutto il suo viso, e non ti ha lasciata andare per un solo attimo. Henry, Ruby ed io abbiamo fatto di tutto per farla riposare, ma è rimasta al tuo capezzale per due giorni. Viktor mi ha detto che la prima notte si è addormentata abbracciata a te, e tanto gliel'ha permesso perché anche lui si è accorto che è innamorata di te e sa quanto siete vicine anche magicamente parlando. Ti rendi conto che la vostra magia combinata è la più potente di tutte, vero? Secondo te è solo un caso? Io ho visto il vostro rapporto come si è evoluto: non fate altro che cercarvi, sembrate due anime tormentate che non riescono ad unirsi. É giunto il momento, Emma. É giunto il momento del vostro lieto fine»
«Tu... non hai niente in contrario?» le domandò sua figlia, guardandola sbalordita.
Snow le sorrise teneramente. «Io e Regina abbiamo avuto i nostri alti e bassi. Le ho fatto del male, in passato, anche se ero solo una bambina. Io le volevo bene. Le voglio ancora bene, nonostante la maledizione che ci ha scagliato contro. É da tanto tempo che ci siamo chiarite ed abbiamo seppellito l'ascia di guerra. Tu... tu hai sempre avuto fiducia in lei, Emma. Sei sempre stata l'unica che l'ha sempre sostenuta. Tu hai creduto in lei, l'hai incoraggiata... le hai fatto capire che può essere una persona migliore. Il suo straordinario cambiamento non è stato dovuto solo all'amore che prova per Henry, ma anche grazie a te. Io l'ho visto. É stata dura da accettare, all'inizio, ma forse l'ho sempre saputo che eravate legate in qualche modo. Se è lei la persona che ti rende felice, per me va bene»
Emma tirò su con il naso, sperando di trattenere le lacrime che stavano minacciando di rotolare giù. Si lasciò andare ad un dolce abbraccio. «Grazie, mamma»

 

Il giorno della festa, Storybrooke era tutta in fermento. Gli uffici erano rimasti chiusi e i negozi avevano approfittato dell'evento per fare orario continuato. Henry non stava più nella pelle: finalmente quella sera avrebbe unito per sempre le sue mamme.
Era andato a casa di sua nonna Snow nel tardo pomeriggio; lì, suo “zio” Neal l'aveva accolto con il migliore dei suoi sorrisi malandrini.
«É tutto pronto?»
Il giovane Mills gli fece un occhiolino complice. «Oh sì!»
«Dunque, che strani piani avete per stasera?» chiese Snow avvicinandosi ai due, «vi ho osservato, e sono giorni che confabulate come due vecchie pettegole»
Henry ghignò. «Nonna, posso portare Neal con me?»
La donna non sembrò stupita dalla richiesta. «So che hai la testa sulle spalle, Henry, e so che avete qualcosa in mente. Posso sapere almeno il piano?»
«Stasera Bug bacerà la mia madrina sotto una pioggia di stelle» disse Neal con fermezza.
Snow scoppiò a ridere. «E immagino che Bug non sia al corrente di tutto questo»
«Non preoccuparti nonna. Abbiamo intenzione di creare solo l'atmosfera giusta, al resto ci penseranno loro. Puoi raggiungerci sulla collina, se vuoi. Forse se esprimiamo il desiderio tutti insieme la polvere di stelle funzionerà meglio»
«Davvero posso far parte della vostra operazione?»
Neal guardò prima Henry, poi i suoi occhi si posarono su Snow. «Sì mamma. Tu vuoi bene a Bug e 'Gina, le tue intenzioni sono buone» fece in tono solenne.
«Oh, grazie per la tua benedizione, figliolo» commentò la donna ridendo di nuovo: Neal era davvero una fonte inesauribile di sorprese.
«Ci vediamo sulla collina verso le dieci. Versante Est. C'è un cespuglio ben nascosto, ti aspettiamo lì. Ah! Ti prego, non portare mezza Storybrooke, anche se hanno le migliori intenzioni» fece Henry in tono melodrammatico, conoscendo l'indole di sua nonna.

 

Gli abitanti della piccola cittadina si erano riversati per le strade già al tramonto. Gli stand erano affollati, e tutti facevano baldoria; era da un po' che non riuscivano a festeggiare in quel modo la festa delle stelle. Emma dal canto suo era nervosa; dopo la chiacchierata con sua madre aveva deciso di tentare. Non faceva altro che passeggiare senza meta precisa, in attesa di vedere Regina. Forse Neal aveva ragione. Forse avrebbe potuto approfittarne quella sera per confessarle il suo amore. Peccato che ogni volta che pensava alle parole da usare, le gambe le diventavano molli e le si chiudeva lo stomaco. Maledì spesso la sua incapacità di affrontare determinati argomenti. Per distrarsi, aveva scambiato due chiacchiere con Granny e anche con Leroy, che stranamente non era ubriaco fradicio. Dopo due ore a zonzo, però, lo sceriffo stava iniziando a spazientirsi. Dove diavolo erano finiti i suoi genitori? E soprattutto: perché il sindaco non era ancora arrivata? Una strana inquietudine si fece largo in lei non appena vide Ava avvicinarsi con fare preoccupato. «Sceriffo!»
«Cosa?»
«Neal si è perso. Pare l'abbiano visto salire su per la collina»
Emma si passò una mano tra i capelli nervosamente. «Ruby? Lei può aiutarci senza creare il panico tra la folla»
Ava annuì. «Snow l'ha già avvertita. Ha preferito non mettere in allarme gli altri alla festa. Anche Henry è già sulle sue tracce e con l'olfatto di Ruby...»
«Sì. Io vado a perlustrare la collina. Tu resta qui, ok? E grazie per avermi avvisata»
La ragazza le sorrise. «Di nulla»
Non appena Emma sparì tra la folla, Ava inviò un sms a Henry per avvertirlo dell'imminente arrivo di sua madre. Il ragazzo sorrise: anche Nicholas era riuscito ad allertare Regina.
«Ebbene?» sussurrò Snow nascosta dietro il cespuglio
«Stanno arrivando» rispose il nipote stringendo nervosamente l'ampolla con la polvere di stelle.

Dopo pochi minuti, udirono la voce dello sceriffo che urlava a gran voce il nome di suo fratello. Dall'altra parte, Regina si era armata di torcia elettrica ed era già arrivata al punto di incontro e non restò minimamente stupita non appena vide Emma Swan arrivare di corsa.
«Regina! Hai visto Neal?»
La donna la fissò con fare stralunato. «Neal? No, perché?»
«Come sarebbe a dire “perché”? Ava mi ha detto che qualcuno l'ha visto allontanarsi in questa direzione»
«Ma di che diavolo stai parlando Miss Swan, è Henry quello che ha bisogno di aiuto! Stavo venendo da te quando Nicholas mi ha fermata per strada»
Le due donne si fissarono per un minuto: era ovvio che qualcosa non andava. Istintivamente si avvicinarono, guardandosi attorno con fare guardingo, ma nessun pericoloso nemico saltò fuori per aggredirle.
«Henry, lo so che sei qui! Accidenti, che diavolo credi di fare?» sbraitò Emma, non ricevendo alcuna risposta.
«Perché credi che ci sia nostro figlio dietro tutto questo?»
La Salvatrice sospirò: quel “ragazzino” aveva sempre pianificato ogni cosa, e non si sarebbe stupita se avesse organizzato l'incontro con Regina. «Lui e mio fratello hanno un'aria cospiratoria da quando sono uscita dall'ospedale» mormorò sedendosi stancamente sull'erba.
«Ti sembra il momento per fare la siesta, Miss Swan?»
L'altra sbuffò, roteando gli occhi al cielo. «Qui non c'è nessuno, Regina, e io ho fatto una bella corsa per salire fin quassù. Non sono mica una ragazzina, l'età inizia a farsi sentire, sai? Cinque minuti per riprendere il fiato, poi torniamo alla festa»
La donna la guardò per un momento, poi prese posto vicino a lei; il cuore le martellava nel petto in modo anomalo.
Restarono in silenzio per qualche minuto, entrambe in imbarazzo, poi qualcosa in cielo attirò l'attenzione dello sceriffo. «Regina, guarda! Una stella cadente»
Il sindaco alzò lo sguardo: erano anni che non riusciva a vederne una, e comunque i suoi sogni non si erano mai avverati, quindi aveva smesso di crederci. «Hai espresso il tuo desiderio, Miss Swan?»
Emma si ritrovò a guardarla teneramente. «E tu?»
«Per i cattivi non vale» rispose l'altra facendo spallucce.
La Salvatrice le afferrò una mano con decisione, intrecciando le dita con le sue. «Invece vale per tutti, Regina. Ma guardati, sei un eroe anche tu; la tua magia ora è bianca, ricordi?»
«Questo grazie a Henry» rispose lei con cipiglio serio, stringendo la presa. «E a te» aggiunse con un filo di voce. «Io devo chiederti scusa, Emma»
«Eh? Per cosa?»
«Sono passati tanti anni... e non mi sono mai scusata per quello che ti ho fatto»
La ragazza le sorrise. «Regina? Io apprezzo le tue scuse, dico davvero, ma non ce n'è bisogno»
«Sì invece!» sbottò l'altra. «Ti ho rovinato la vita. Per colpa mia non sei cresciuta con i tuoi genitori e non hai vissuto una bella infanzia»
Emma sospirò pesantemente lasciandole la mano. Per un attimo Regina si sentì perduta, pensando di aver sbagliato tutto a rivangare il passato, ma dopo qualche secondo la paura che stava sentendo si trasformò in stupore; la ragazza le aveva preso il viso tra le mani e le aveva posato un bacio in fronte.

Dal loro nascondiglio, Neal, Henry e Snow avevano capito che forse era giunto il momento; si abbracciarono, pensando intensamente alle due donne poco distanti da loro. Il giovane Mills era tra gli altri due con la polvere stretta in una mano. Precisamente tre desideri furono espressi, prima che il terzetto soffiò la polvere in aria, dopo di che, Snow, Henry e anche il piccolo Neal si ritrovarono ad attendere e sperare con tutto il cuore che l'incantesimo facesse effetto.

Regina si era quasi pietrificata dopo il bacio di Emma, e restò praticamente senza parole. Non era la prima volta che si scambiavano baci affettuosi, ma stranamente, quella sera era tutto così dannatamente diverso.
«Smettila di chiedermi scusa. Va bene così» le disse la Salvatrice, poggiando la fronte sulla sua, «sei davvero una spina nel fianco, lo sai?» continuò, cercando di alleggerire la tensione. «Io ho distrutto il tuo “mondo”, e non solo ti ho portato via Henry per un periodo, ma anche la tua anima gemella. Sono stata così male per quello che ti ho fatto. Poi però mi hai perdonata...e da allora è cambiato tutto, vero? Ne abbiamo fatte di cose, tu ed io, e insieme siamo davvero una bella squadra, non trovi?»
Regina sentì il magone salirle in gola. «Emma... io...»
La ragazza le accarezzò il viso, strofinando il suo naso con quello della donna; a quel semplice tocco, alcune stelle iniziarono a cadere insistentemente, lasciando scie luminose nel cielo. Le due donne, però, non se ne accorsero; troppo prese l'una dall'altra. «Il passato ormai è così lontano, Regina. Piuttosto, dovrei essere io a chiederti scusa per averti fatto preoccupare il mese scorso»
La ex Evil Queen abbassò lo sguardo imbarazzata. «Ho temuto di averti perso. Sono stata così in ansia per te, Emma. Io... io pensavo di non avere più la possibilità di...»
Regina non riuscì a finire la frase, poiché lo sceriffo aveva pensato bene di baciarla proprio in quel momento. Non appena le loro labbra si incontrarono dolcemente, la magia del vero amore fece il resto, e dalla loro unione una vera e propria pioggia di stelle cadenti iniziò ad illuminare tutto il cielo.


Giù in città, tra la folla che applaudiva, e le urla di giubilo per l'inaspettato spettacolo, Rumple e Belle si scambiarono uno sguardo soddisfatto: Regina e Emma erano davvero True Love.
I tre nascosti, invece, avrebbero voluto urlare di gioia, ma così facendo avrebbero solo disturbato il tanto agognato bacio delle due donne. Il piccolo Neal e suo “nipote” batterono un silenzioso cinque, ghignando: ce l'avevano fatta.
Vedendo che sua figlia e Regina continuavano a scambiarsi un tenero bacio, però, Snow decise che forse era meglio non disturbarle per un po', così prese per mano sia Henry che Neal, esortandoli ad andarsene: avrebbero festeggiato dopo, con calma.


Il bacio di Emma e Regina fu talmente potente che entrambe dovettero staccarsi per riprendere fiato. Si persero l'una negli occhi dell'altra, fino a che finalmente non si accorsero della moltitudine di stelle cadenti proprio sopra le loro teste. La Salvatrice sorrise, abbracciando teneramente il sindaco che si ritrovò a posare la testa sulla spalla della ragazza. Restarono a godersi lo spettacolo per un po', scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio fugace.
«Siamo davvero potenti se con un solo bacio del vero amore abbiamo provocato tutto questo putiferio. Tra poco verranno giù anche i pianeti» commentò la bionda improvvisamente, stringendo ancora di più Regina a sé. Si ritrovò a pensare che tutto ciò che stavano vivendo in quel momento fosse praticamente perfetto: loro due, sedute su una collina a scambiarsi tenerezze, mentre le stelle continuavano a cadere sulle loro teste, come se lo stesso cielo stesse “piangendo” di gioia per quelle due anime finalmente riunite.
«Vero amore, eh?» mormorò il sindaco sorridendo.
«Oh sì. Mi dispiace, Maestà, a quanto pare sei bloccata con un'idiota»
Stavolta fu Regina a prendere l'iniziativa. Si mise in piedi, aiutando anche Emma a tirarsi su. Si guardarono per qualche minuto, poi la donna le cinse il collo e si diede una piccola spinta in alto per regalarle un altro bacio profondo. «Tu sei la mia idiota. La mia Emma» le sussurrò a fior di labbra.
La ragazza sorrise, strofinando il naso contro il suo. «E tu sei la mia Reale spina nel fianco. La mia Regina»
Approfittarono dell'atmosfera così romantica per starsene ancora un po' lì, perse l'una tra le braccia dell'altra, sussurrandosi dolci parole nell'orecchio. Dopo un po', però, a malincuore decisero di tornare alla festa: avrebbero dovuto cercare quei due malandrini di Neal e Henry subito, per poterli ringraziare per ciò che avevano “combinato”. Le donne erano praticamente sicure che quei due diavoli avessero fatto qualcosa per far comparire tutte quelle stelle che continuavano a cadere incessantemente.

Quando arrivarono giù, mano nella mano, un boato di applausi si levò tra la folla. Erano dei personaggi delle favole, sapevano benissimo che la magia c'entrasse qualcosa con quello spettacolo, ed erano stati in giro così a lungo, che oramai riuscivano a riconoscere la tipica ondata di magia del vero amore.
Bell e Gold furono i primi ad avvicinarsi. L'uomo sfoggiava un sorrisetto compiaciuto. «Ah, l'amore! La più grande debolezza.... la più grande FORZA. Non è vero, signore?»
«La mia defunta madre avrebbe qualcosa da ridire a questo proposito, Rumple, ma credo che oramai non importi più a nessuno, dico bene?» rispose Regina stringendo le dita tra quelle di Emma.
Tremotino annuì. «Congratulazioni a tutte e due. Era ora»
Belle stava per aggiungere qualcosa, quando fu bloccata da Henry e Neal che si erano fatti largo tra la folla, stringendo le due donne in un abbraccio spacca ossa.
«Piccoli diavoli!» esclamò Emma tutta contenta. «Guardate un po' che avete combinato! Che incantesimo avete usato?»
Henry ghignò. «Polvere di stelle. E comunque il guaio l'avete combinato voi, Ma'»
«Eh?»
«Davvero pensi che la magia delle stelle possa funzionare senza il bacio del vero amore, Bug?» commentò Neal, ancora stretto tra le braccia di Regina.
Il sindaco scoppiò a ridere di gusto. «Fortunatamente, qui abbiamo un Charming che non ha preso i geni idioti di famiglia»
Emma la guardò di bieco, con un sorrisetto scemo dipinto sul volto. «Oh, tu però li ami proprio i miei geni idioti»
Regina le regalò un delicato bacio a fior di labbra. «No, decisamente no»
«No, eh?» mormorò l'altra guardandola con due occhi pieni d'amore.
«Ugh, dovrò abituarmi a tutto questo cuore nello zucchero» commentò Henry, posandosi una mano sullo stomaco.
Neal lo fissò con cipiglio serio. «L'hai voluto tu, nipote» disse quasi in tono solenne, alzando subito dopo la mano per battere di nuovo il cinque con fare contento: “Operation Moms” era perfettamente riuscita.
Dopo un po' anche Snow e David riuscirono finalmente ad avvicinarsi alle due con fare quasi commosso.
La serata si rivelò essere praticamente perfetta: applausi, sguardi felici e abbracci fecero da cornice a quell'amore finalmente suggellato, probabilmente scritto proprio in quelle stelle che continuavano a cadere.

E vissero tutti felici e contenti.

 

FINE

 

Ho scritto fine? Davvero? Ma seriamente-seriamente? ^^

Beh, magari domani potreste passare da queste parti... chissà... potrebbe esserci un piccolo regalo per voi. ;)

Nel frattempo ringrazio le solite AzzurraVermiglio, Celian1987, Alice_91, 5Vale5, _Gilestel_  Giuly_Belle_Everdeen e AntonellaPorelli per le recensioni.
Nonché tutte le persone che hanno letto e messo tra i preferiti questa fanfic. GRAZIE!

Stay Tuned!
Briskal

 

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Capitolo 4
*** Testimoni del nostro Amore ***


Allora, questo è davvero, ma davvero un piccolo capitolo bonus. Non era stato previsto, è uscito così, improvvisamente, Venerdì sera. É il mio regalo per voi, ed è un modo per festeggiare questo inizio di stagione che sicuramente non sarà piacevole per la mia povera, piccola Regina. ç.ç

Oh, 5Vale5, ora mi hai fatto ricordare perché si sarebbero fermati alla quinta stagione: non è un problema di rinnovo annuale, ma proprio il contratto degli attori valido per cinque anni. Beh, comunque i contratti eventualmente possono essere rinnovati se le cose vanno bene (basta vedere Law&Order SVU che è in giro da 16 anni!!). Nel frattempo, speriamo che non ci siano cali di ascolti (perché la terza ha traballato un po') e che davvero si riesca ad arrivare alla quinta stagione senza problemi. Un passo alla volta.

Uh, quasi dimenticavo, se avete qualche prompt da suggerire, basta dirmelo e io vedrò di cucirci sopra una fanfic!

Buona lettura!

 

POLVERE DI STELLE

Epilogo

Testimoni del nostro amore

 

 

Quando tornarono a casa, quella notte, dopo essersi date una ripulita, entrarono in camera da letto con il cuore che batteva a mille. Certo, avevano dormito abbracciate spesso e volentieri, ma ora, dopo tutto quello che era successo quella sera, le cose erano decisamente cambiate.
Emma rimase quasi impalata, poggiata allo stipite della porta, seguendo ogni mossa di Regina; c'era una piacevole tensione nell'aria. «Beh...» mormorò, guardandola con occhi pieni di amore.
«Paura, Miss Swan?» la prese in giro la mora, infilandosi sotto le coperte. «Puoi venire, sai? Non ti mordo mica...»
Un sorrisetto irriverente comparve sul viso di Emma, mentre si avvicinava al letto e si metteva a cavalcioni su di lei. Sussultarono entrambe: mai, mai si sarebbero sognate di stare in una posizione simile. «Mh. Ripetilo al mio labbro inferiore» le disse, indicandosi la piccola ferita sulla bocca.
Il sindaco sfoggiò un'aria innocente, prendendo a giocherellare con i suoi lunghi capelli biondi. «Questa è la punizione per aver fatto vagare le tue mani in zone in cui è vietato l'accesso in luogo pubblico, cara» commentò, rabbrividendo solo al ricordo delle dita di Emma che esploravano la sua schiena, soffermandosi piacevolmente sul gancio del suo reggiseno.
«Oh, ma davvero?» le soffiò l'altra, chinandosi per baciarla di nuovo. «É colpa di quella tua maledetta camicia grigia. Mi fa impazzire. Dovrebbe essere illegale, per la miseria!»
Regina scoppiò a ridere, alzandosi quel tanto da poterla baciare di nuovo. «Tutti i vestiti che ho indossato nella Foresta Incantata dovrebbero essere illegali, allora, tesoro»
«Credimi, lo so» fece Emma, ricordandosi della splendida visione della Evil Queen quando tanti anni prima era caduta nel portale assieme a Hook. «Ti ho vista in tutta la tua magnificenza anche in quella versione... tesoro»
«Dunque, quale versione di me preferisci, Emma» sibilò Regina a fior di labbra; gli occhi carichi di desiderio.
La ragazza deglutì, umettandosi le labbra. «Accidenti a te, Regina! Non pronunciare mai più il mio nome con quel tono. É illegale anche quello, sappilo»
La donna sfoggiò un sorrisetto maliziosamente malefico. «Emma» mormorò ancora una volta.
Per tutta risposta, lo sceriffo la baciò con più foga di prima, facendole nuovamente poggiare la testa sul cuscino e giocherellando pericolosamente con la spallina della sua oscena camicia da notte di seta nera.
«Non hai risposto alla mia domanda.... Emma. Quale versione di me preferisci?» continuò il sindaco tra un bacio e l'altro. «Perché ti assicuro che non hai ancora visto niente»
La ragazza si fermò per poterla guardare dritta negli occhi con fare serio. «Io preferisco semplicemente Regina. La mia Regina. Tutte le tue versioni, ognuna di esse, sono racchiuse nella donna che ho davanti... nella donna che amo perdutamente»

Tutta la malizia con cui aveva giocato fino a quel preciso istante, svanì di colpo, e il sindaco si ritrovò a perdersi in quegli occhi verdi. Nessuno mai le aveva parlato in quel modo. Nessuno. In quelle parole così veritiere, c'era così tanto amore che ne rimase sopraffatta, stordita, inebriata. Avevano condiviso il bacio del vero amore, ma quella parola non era stata ancora pronunciata.
Sentì le lacrime scenderle lungo il viso, mentre una delle mani della bionda prese ad accarezzarle una guancia. La ragazza le posò un bacio sul naso. «Hey... è tutto ok?»
Regina annuì freneticamente, non riuscendo a smettere di piangere. «Emma... I-io...»
«Amo tutto di te» continuò imperterrita lo sceriffo, «la Evil Queen, il sindaco, la mamma di Henry, Regina Mills. Amo semplicemente, follemente... te»
La mora  la baciò con urgenza, stringendosi a lei per paura che tutto sarebbe potuto svanire da un momento all'altro, che questa felicità le fosse strappata via all'improvviso, ancora una volta. Sentendo il suo calore, però, si rese conto che era vero, che c'era una persona lì per lei che riusciva a confortarla ed amarla, e quella persona era la sua Emma. «Ti amo anche io» le confessò, finalmente, guardandola intensamente: Dio, quella donna la completava. «Ti amo. Tu sei tutto il mio mondo»
«Io non sono niente senza di te, Regina» concluse, tempestandole il viso di baci.

Le loro effusioni stavano per spingersi molto oltre, e quando Emma per un attimo ritrovò il senno, si staccò quel tanto da lei per poterla fermare un attimo: un'idea le era appena balenata per la testa. «Aspetta»
«Cosa c'è?» le domandò il sindaco con una lieve paura nel cuore.
La Salvatrice sorrise, facendo un gesto con la mano. Usando la sua magia, le pareti della stanza presero il colore del cielo notturno, e una pioggia di stelle cadenti cominciarono ad illuminare la camera. «Abbiamo iniziato questo sotto le stelle, qualche ora fa... » le disse in tono emozionato, «sono state testimoni del nostro primo bacio... lo saranno anche del nostro amore»
Questo per Regina fu troppo, e il cuore quasi le esplose nel petto, stringendo lo sceriffo teneramente a sé, perdendosi totalmente tra le sue braccia. «Amami, Emma»
«Sì»
Le due donne si lasciarono totalmente trasportare dal sentimento, mentre nel cielo magico le stelle brillarono fino al culmine della loro gioia, della loro unione; fino a quando i loro nomi non furono urlati, squarciando il silenzio della notte.


Solo dopo qualche ora, si ritrovarono esauste l'una tra le braccia dell'altra, oramai in preda al sonno. Nel silenzio di quella stessa stanza testimone di parole d'amore, sussurri e gemiti, Emma sospirò teneramente, stringendo il sindaco a sé. Per la prima volta in vita sua era davvero felice. Sorrise pensando alla fortuna di aver avuto Henry, e che quel piccolo furbacchione l'avesse trovata tanti anni prima. Se lui non fosse nato, non avrebbe avuto tutto questo. I primi anni erano stati difficili, ma alla fine lei e Regina avevano costruito insieme qualcosa di meraviglioso. Non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così. Inizialmente si era accontentata di una bella amicizia, altri sentimenti erano stati quasi inaspettati. Quasi. Ma l'amore è strano, si sa, e ora lei non poteva far altro che godersi la presenza della donna tra le sue braccia. «Regina?» la chiamò, accarezzando la sua pelle morbida e nuda con tenerezza.
«Mh?» rispose l'altra poggiando la testa sul petto della ragazza per perdersi nei battiti del suo cuore. Quello stesso cuore che fino a poco tempo prima si era unito totalmente ed incondizionatamente al suo, diventando un'unica cosa.
«Vorresti sposarmi?» le chiese, la Salvatrice, con la voce rotta dall'emozione.
Regina sgranò gli occhi, tremolando leggermente nell'abbraccio. Alzò il viso quel tanto da poterla guardare: cominciò a piangere e sorridere allo stesso tempo. «Sì. Dio, sì!»
Emma ridacchiò, baciandola teneramente. «La mia Regina»
«La mia Emma»
«Finché morte non ci separi?»
«No, oh no... anche oltre»

 

FINE

(stavolta quella vera)

 

Dunque, ho iniziato a dare testate nel muro mentre scrivevo questo finale, che io sia dannata. Giuro, per il momento mi accontenterei anche di un INIZIO. Va bene farle battibeccare, arrabbiare e quant'altro, ma adesso questa amicizia la vogliamo far sviluppare oppure no? E su! A&E, anche se queste due poveracce si scambiano un abbraccio non è che si grida allo scandalo, sapete? Gli amici lo fanno. Se poi beh... deciderete in futuro di stupirci tutti con una favola moderna.... siamo qui pronti con i fazzoletti!  Ne dubito fortemente, ma mai dire mai.
A tutti voi che seguite gli spoiler: buona 4x01 (e speriamo che sia all'altezza, perché il mio continuare a vedere il telefilm dipende da questa season invernale. Altrimenti buonanotte al secchio: seguirò solo il fandom).

Che altro aggiungere? Oh sì!

Un enorme grazie a chi è arrivato fin qui. A chi mi ha scritto e anche a chi ha semplicemente letto.

Come sempre, il mio inchino va a:

Celian1987, AzzurraVermiglio, AntonellaPorelli, 5Vale5, _Gilestel_, Giuly_Belle_Everdeen e Alice_91!

 

Stay tuned

Briskal

 

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