Ana's Insitute (utopia del mondo degli anoressici)

di xaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Capitolo 1:


Tutte le mattine mentre andavo a scuola passavo davanti al cancello di quello strano istituto. Era un edificio tutto bianco, molto grande, non aveva balconi, solo tante finestre una di fianco all’altra. Esso era posto al centro di uno spazio molto ampio, ma questa specie di parco non aveva prati, né alberi, niente del genere, solo asfalto: era completamente vuoto.
Così tutte le volte che me lo ritrovavo davanti mi chiedevo che tipo di scuola fosse, che cosa si insegnasse di preciso e chi era questa Ana. Mi ripromettevo sempre di chiedere in giro, ma alla fine appena arrivavo a scuola puntualmente mi dimenticavo e la cosa passava in secondo piano. Solo quando dovetti scegliere l’indirizzo per l’università, finalmente riuscì a dare una parziale risposta alle mie domande. Parziale perché nessuno sapeva di cosa si trattava: c’era chi diceva che era la scuola a mandarti una lettera a casa per essere ammesso, altri che era un istituto dove si facevano le messe sataniche, altri ancora che era casa dove i ragazzi andavano a bucarsi, ma i più dicevano che era abbandonata e che prima o poi l’avrebbero abbattuta. Chiesi anche alla mia insegnante di italiano e mi stupì molto della sua risposta, perché mi disse solo :” Stanne lontana”, era l’unica che sembrava avere un’idea di cosa stesse parlando. Provai ancora ad avere informazioni da lei , ma ogni volta sviava il discorso o semplicemente se ne andava e questo faceva crescere la mia curiosità a
dismisura. E quasi come se l’Universo mi avesse ascoltato, qualcosa successe.
Kate, la mia migliore amica fin dall’infanzia, l’unica di cui mi potessi fidare, quella con la quale avevo condiviso gioie e dolori, lacrime e sorrisi, la sorella che non avevo mai avuto, ricevette la lettera dall’ “Ana’s Insitute”. Quando me lo disse ero incredula, sbalordita. Cominciai a domandarlechi gliel’aveva portata, cosa c’era scritto, se l’avevano invitata a visitare la scuola, se le avevano detto che cosa si studiava e le feci milioni di altre domande alle quali Kate mi rispose sempre nello stesso modo : “Non te lo posso dire, dovresti provare.” Litigammo furiosamente e mi arrabbiai così tanto che per due giorni non le rivolsi la parola. Ero scioccata del fatto che, nonostante sapesse quanto fossi ossessionata da quel posto, non gliene fosse importato nulla! E poi che cavolo voleva dire : “ Dovresti provare?”, avrei voluto prenderla a calci nel sedere… ma comunque era la mia amica del cuore, l’unica persona che ci tenesse davvero a me, quindi la perdonai…troppo tardi. Il terzo giorno andai a scuola con le migliori intenzioni, non era la prima litigata che facevamo e sapevo che dopo un po’ anche Kate si sarebbe stancata di essere arrabbiata, in fondo litigare non avrebbe comunque portato a nulla. Ma lei quella mattina a scuola, non c’era più.
Una delle nostre insegnanti ci disse che da un giorno all’altro aveva cambiato scuola. Non ci potevo credere! Cavolo avevamo solo avuto una discussione! Non era il caso di cambiare scuola, a meno che… Provai a contattarla nei giorni seguenti : le lasciai almeno 25 messaggi in segreteria, ogni ora le mandavo un messaggio, provai anche con facebook, con twitter, con instagram e con tutti i mezzi di comunicazione a me conosciuti, ma mi stancai ben presto e neanche dopo una settimana della sua assenza decisi di andare a casa sua.
I suoi genitori li conoscevo bene, anche perché ero andata a dormire, mangiare e studiare un milione di volte da lei fin da quando ero piccola; posso dire che quel posto era come una seconda casa per me e che i genitori di Kate erano come due secondi genitori, perciò non mi ci volle molto per capire che c’era qualcosa che non andava. Citofonai qualcosa come 8 volte prima che qualcuno si decidesse ad aprimi, salii su. In casa c’era solo Johanna, la mamma di Kate. Non mi disse proprio nulla, neanche ciao, non mi guardò nemmeno in faccia. Le mie domande rimasero senza risposta e le parole che urlavo rimbombavano sulle pareti per poi dissolversi nell’aria, i pensieri si scurirono nella mia mente mentre guardavo quella madre con lo sguardo vuoto, senza espressione, quasi come se fosse stata privata della capacità di parlare, della capacità di pensare, dell’unica cosa importante nella sua vita: sua figlia. E quando compresi che cosa fosse successo rimasi anche io senza parole: lei se n’era andata volontariamente senza dire nulla a nessuno, aveva abbandonato la sua famiglia per andare in quella scuola,aveva abbandonato la sua vita,aveva abbandonato me. In quel momento una parte della mia anima comiciò a morire, fino a quando non sarebbero rimasto nulla se non ossa. Da quel giorno la mia vita non fu più la stessa. Iniziai a starmene sempre per conto mio, gli altri pochi amici che avevo, iniziai a non considerarli come tali, perché se lei mi aveva abbandonato, avrebbe potuto farlo chiunque. Nella mia solitudine cercai disperatamente qualcosa per compensare quel vuoto che avevo dentro, quella sorella perduta, quell'unica amicizia che avevo costruito con fatica e perció passavo ore a mangiare di tutto davanti alla televisione, quando uscivo andavo nei quartieri piú malfamati della cittá a cercare qualcosa da fumare, qualcosa che mi facesse dimenticare per un momento che per la prima volta mi sentivo davvero sola.
Non sapevo che sentimenti stessi provando verso Kate: odio? Stupore? Delusione? Invidia? L’unica cosa che sapevo era che se entravi in quell’istituto non ne uscivi più e questo mi faceva cadere ancora di più nel mio baratro mentre i mesi passavano.
+++
Era oramai gennaio, Kate era andata via da due mesi, l’esame di maturità iniziava a farsi sentire, mentre i miei voti erano sempre più bassi, ma la cosa non mi importava per niente, potevano anche bocciarmi, non ci sarei rimasta male: i miei sarebbero stati il vero problema. Loro ci tenevano a me, non erano oppressivi, nemmeno mi rinchiudevano in casa, volevano solo che io andassi bene a scuola, in fondo capivano la situazione. Li stavo deludendo. E la conferma arrivò poco dopo.
Ero in centro, stavo andando a farmi un giro in un centro commerciale, da sola. Mentre entravo vidi dei ragazzi poco più avanti sulla sinistra, ci passai di fianco e mi arrivò all’orecchio una secchiata d’acqua fredda. “ Minchia che balena?” Mi girai verso i ragazzi e lanciai loro un’occhiata d’odio, ma oramai erano girati di spalle e stavano già parlando d’altro. Io invece non facevo che interrogarmi su quella frase, non avevo mai avuto problemi con il mio aspetto, ai ragazzi ero sempre piaciuta, non capivo perché avessero detto quelle cos… Ero davanti alla vetrina di un negozio di vestiti, ma non stavo guardando i vestiti, guardavo il mio riflesso: ero enorme, una balena, una cosa schifosa… Osservai piano i miei fianchi che erano diventati enormi, la mia pancia che era cresciuta e che la maglia a malapena riusciva a nascondere, le mie braccia grosse come salsicce e le mie cosce che sembravano quelle… di una balena. Sentì scorrermi sul viso una lacrima, poi un’altra e un’altra ancora, vidi sul vetro il riflesso della mia bocca storcersi in una smorfia di dolore e mi sentii correre verso il bagno più vicino.
Mi chiusi dentro e iniziai a piangere… Kate non c’era più, non avevo più nessuno con cui confidarmi, tutti mi avrebbero abbandonata comunque, ero sola come le lacrime che scendevano copiose dai miei occhi, avrei voluto solo sparire. Rimasi lì fino all’ora di chiusura perché mi vergognavo troppo per uscire e mi decisi solo quando una voce metallica annunciò che il centro commerciale avrebbe chiuso di lì a pochi minuti. Corsi a casa, non salutai nemmeno i miei genitori e mi fiondai in bagno, dove c’era la bilancia. Mi spogliai completamente, molto lontano dallo specchio, attesi qualche minuto cercando di calmarmi, sembrava che il giorno della maturità fosse arrivato prima tanto mi tremavano le mani. Alla fine chiusi gli occhi e ci salì sopra, li riaprì qualche secondo dopo e poi vidi quel numero…quell’esorbitante numero, troppo grande per una ragazza che è alta solo 1,63, troppo grande perfino per una balena : 73 kg… E le sentì di nuovo, le lacrime si stavano ri- impossesando dei miei occhi, cercai di trattenerle perché oramai era deciso: dovevo dimagrire.
Neanche avevo finito di formulare il pensiero che sentì mia mamma bussare :” Stephanie! Qui c’è un signore che ti deve consegnare qualcosa!” Cosa? Chi doveva consegnarmi cosa? “Sì esco subito!” Mi rivestì in fretta, andai in salotto e notai un uomo vicino alla porta d’ingresso con una lettera in mano. Mi si avvicinò e inziò a squadradmi da capo a piedi; quel suo guardo mi fece rabbrividire. Mi porse una biro e un foglio, mi disse che dovevo firmare. Firmai e mi consegnò la lettera. Sopra c’era scritto : Ana’s Insitute… Non potevo credere ai miei occhi! Era arrivata anche a me! Corsi in camera mia, cercando di non badare ai rimproveri di mia mamma per la mia maleducazione o alle domande di mio papà su ciò che mi era arrivato.
Aprì la busta e ne uscirono due fogli: uno grande e l’altro piccolo. Presi il piccolo:

4 Gennaio 2014


Gentilissima signorina Simmons Stephanie,
siamo lieti di comunicarle che lei è appena stata ammessa all’Ana Insitute e che quando vorrà venirci a trovare sarà la benvenuta.
Purtroppo siamo spiacenti ma dobbiamo chiederLe di non far sapere a nessuno di questa sua ammissione.
Le alleghiamo le parole che la direttrice dell’istituto si è permessa di scriverle.
Grazie
Cordiali saluti.
Ana’s Insitute


Non avevo capito assolutamente nulla…presi la lettera più grande.

Lettera da Ana
Permettetemi di presentarmi. I medici mi chiamano Anoressia Nervosa, tu puoi chiamarmi Ana. Diventeremo amiche, ne sono sicura.
Ti ricordi cosa dicevano i tuoi genitori? Che eri così matura, intelligente, così promettente? Non mi dirai che ti basta vero? Non ti può bastare, non ti deve bastare! Non sei perfetta, non fai abbastanza fatica!
D’ora in poi non lascerò più che tu perda tempo in pensieri inutili, oppure in giro con gli amici, a divertirti. Simili atti non saranno più tollerati. I tuoi amici non ti capiscono, non sono affidabili. Ti ricordi quando gli hai chiesto se eri grassa e loro ti hanno risposto che no, non lo sei per niente? Sai benissimo che stavano mentendo.
Solo io dico la verità. Per non parlare dei tuoi genitori; ti vogliono bene, ma solo perchè è il loro ruolo e sono obbligati a svolgerlo. Sai qual’è la verità? Sono delusi da te. La loro figlia è una ragazza grassa prigra e indolente.
Sono qui per cambiare tutto questo.
Ti porterò a mangiare sempre meno e a fare sempre più esercizio. Devi acettarlo, non puoi sfidarmi. Sto iniziando ad entrare in te.
Non ti lascerò più.
Sono con te quando ti svegli al mattino e quando corri alla bilancia. Dipendi dalle sue cifre. Pregherai di pesare meno di ieri, della notte scorsa, di poche ore fa. Guardati allo specchio! Strappa via quel grasso schifoso!
Sorridi solo quando vedrai spuntare le ossa.
Sono con te quando programmi le tue giornate: 400 Kcal, due ore di esercizio. Ti seguo durante il giorno. A scuola ti do qualcosa a cui pensare. Ti faccio ricontare le calorie della giornata. Sono troppe.
Ora sono dentro di te.
Sorridi e annuisci. Devi essere sempre in ordine.
Rifiuta il cibo. Fai credere di aver mangiato qualcosa.
Se mangi, tutto il controllo sarà spezzato.
Talvolta ti ribellerai. Ti avventurerai in cucina, di notte. Aprirai lentamente la credenza e guarderai le tue mani protendersi, come in un incubo, attraverso l’oscurità. Ingoierai tutto, meccanicamente, senza sentirne il sapore, soltanto per opporti a me. Il tuo stomaco diventerà gonfio ma ancora non ti fermerai, mentre io continuerò a gridarti di smettertla, vacca schifosa! Non ti ho insegnato niente, non hai nessun controllo! Appena finito di mangiare ti sentirai invadere dal panico.
Hai infranto la regola più importante. Hai mangiato e adesso mi vuoi.
Ti trascinerò nel bagno, sulle tue ginocchia, A fissare il vuoto della tazza del cesso.
Quando cercherai di rialzarti, sarai devastata dalle vertigini
Non svenire. Alzati immediatamente.
Tu ti meriti tutto questo! Meriti tutto quello che ti faccio.
Chiedi aiuto se vuoi, credi che qualcuno ti ascolterà?
A nessuno importa di te.
Sono l’unica che sta cercando di aiutarti. Lo so che a volte la sofferenza ti può sembrare insopportabile, ma è per il tuo bene. Porterò via la rabbia, la disperazione e la solitudine. Svuoterò la tua testa da ogni preoccupazione tranne quella di contare calorie.
Sono la tua unica amica, l’unica di cui hai bisogno.
Ma non devi dirlo a nessuno: se ti metterai contro di me, se racconterai a qualcuno di noi due, tutto l’inferno si libererà. Io ho creato questa sottile bambina di successo!
Senza di me non sei nulla. Non combattermi. Quando gli altri commentano, ignorali. Dimenticati di loro, dimenticati di chiunque provi a portarti via da me.
Sono il tuo bene più grande.
E lo sarò sempre.
Con Amore,ana.


P.s.: ovvio che ti aspetto nel mio isituto ;-)


Presi la mia roba da vestire, non salutai, non dissi nulla, chiusi solo la porta dietro di me. In 10 minuti fui davanti all’Ana’s Institute.




Aprí il cancello, ma mi fermai a riflettere. Se avessi varcato quella soglia, nulla sarebbe stato piú come prima e se ne fossi mai uscita non sarei stata piú la stessa. E sinceramente non volevo che mia madre e mio padre vivessero ció che Johanna e suo marito stavano provando a causa di Kate. Non volevo che sul volto di mia madre apparissero gli stessi occhi vuoti, spenti e senza speranza. Quelli che verrebbe ogni madre sul volto se perdesse la figlia...quindi richiusi il cancello e ritornai a casa.
I miei erano spaparanzati sul divano a guardarsi un film, non si erano preoccupati del fatto che fossi uscita, oramai lo facevo quasi sempre e anche loro alla fine pensavano che preoccuparsi fosse inutile.
Andai nella mia camera: avevo bisogno di riflettere.
Se avessi detto loro la veritá, probabilmente non mi avrebbero mai lasciata andare, piuttosto mi avrebbero rinchiusa in casa e per riuscire a convincerli a mandarmi mi ci sarebbe voluta una vita. Quindi la veritá non potevo assolutamente dirla. Pensai di scrivere una lettera, ma non avevo tempo e nemmeno la voglia. Optai per l'ultima opzione. Andai nel salone.
"Ciao mamma..."Il saluto e il sospiro subito dopo insospettirono mia madre. Quindi mi chiese stranita:"Amore tutto bene?” non volevo dire nulla...ma solo salutarli un ultima volta.
"Sisi tutto bene, é solo che a volte mi sembra di trascurarvi" Era vero, negli ultimi tempi ero stata sulle mie e non mi ero mai preoccupata di sapere come stavano loro. Comunque sia non li stavo salutando per questo...stavo mentendo.
Mi spostai di qualche centimetro fino ad incontrare lo sguardo di mio papá. "Ciao papá..." Anche lui sembrava preoccupato adesso che lo stavo salutando, lo abbracciai.
" Ste...sei sicura che sia tutto a posto?"
"Certo! Tutto a posto!" Ero risultata convincente? Assolutamente no. Loro avevano intuito qualcosa.
"Iniziare a dirci dove vai la sera sarebbe un bel modo di cominciare a non trascurarci" Mamma...le mamme sanno sempre.
“Sì certo! Stasera esco con Ka…Katy, una mia compagna di classe!” Stavo per dire Kate…era il primo nome che mi era venuto in mente. Stavo di nuovo mentendo…neanche c’è l’avevo una compagna di classe di nome Katy.
“Non ne sono molto convinta…ovunque tu vada torna a casa “ Come ho detto le mamme capiscono tutto.
“Certo! Ma cosa state pensando!” Altra bugia…
“A dopo”
Prima di uscire definitivamente da casa mia, mi girai indietro a guardarla un’ultima volta: potevo vedere di scorcio i miei seduti sul divano, il corridoio alla mia sinistra con la porta di camera mia semi-aperta, il bagno sulla destra con la sua ammaccatura che feci quando ero molto piccola, uno dei due lampadari del corridoio con la lampadina fulminata che nessuno aveva mai avuto voglia di aggiustare e mille altri piccoli particolari che mi fecero sorridere per un secondo. Un secondo nel quale mi tutto mi sembrò calmo, senza ansia o stress…una sensazione che non avrei mai più provato in vita mia. Alla fine varcai la soglia e mi recai all’Ana’s Insitute.
Stavolta il cancello lo aprì, era un po’ pesante ma non cigolava e ciò significava che era usato abbastanza spesso, quindi avrei avuto un sacco di compagni. Percorsi quello spiazzo incredibile con una paura immensa. “E se era solo uno scherzo? E se magari non mi vogliono? E se kate è già andata via? “ Avevo mille domande che presto trovarono una risposta.
Bussai e subito dopo la porta si aprì e davanti ai miei occhi si presentò uno spettacolo un po’ inquietante. La sala era enorme, gigantesca di forma ovale e soprattutto completamente bianca. C’erano due scale a al fondo di questa sala che portavano al piano superiore. Sinceramente mi sentì spaesata, non avevo idea di dove andare, ma fortunatamente c’erano molti ragazzi, vestiti tutti di bianco che andavano da una parte all’altra, decisi di fermarne uno.
“Ei scusami, sono appena arrivata, sai dove devo andare?”
“Ma quanto cazzo pesi? Trecento chili? Scusa ma con gli obesi non ci parlo!” E ritornò al suo lavoro…Iniziamo davvero bene…Fortunatamente una ragazza sempre vestita di bianco che aveva visto la scena mi si avvicinò :” Scusalo, è appena stato promosso a capo gruppo e quindi non si è ancora reso conto che non può essere scorbutico con i novelli”mi disse
“Novelli?”
“Sì quelli appena arrivati” a ok…annuì.
E lei continuò: “Allora per prima cosa devi andare dove c’è scritto”leggi e regolamento” laggiù” e mi indicò con il dito il cartello.
“ Lì ti spiegheranno cosa devi fare, com’è strutturato questo istituto…poi” mi squadrò dall’alto in basso e avvertì una smorfia di schifo sul suo volto “ non stupirti tanto se all’inizio nessuno vorrà parlare con te se non gli altri novelli, sei davvero in una pessima situazione…Ana anche con te farà il suo dovere. L’unga vita ad Ana!” Lunga vita ad Ana??? Rimasi un po’ scioccata…Dove diavolo ero finita? Non feci nemmeno in tempo a chiedermelo che vidi una cosa ancora più strana. Arrivai davanti al bancone che mi aveva indicato la ragazza, dietro di esso ci stava una ragazza bellissima, una delle più belle che io avessi mai visto, ma c’era qualcosa di strano in lei: per primo non era vestita di bianco, secondo non sembrava reale, era troppo bella, troppo perfetta per esserlo. Mi guardò dall’alto in basso sempre con quell’aria schifata e mi disse : “ Allora…” si chinò dietro lo scaffale e dopo due secondi riemerse con dei fogli che mi porse :” Questi sono i documenti che ti spiegano un po’ come vanno le cose qui…Poi, tu dovresti essere Simmons Stephany, giusto?” mi chiese acida…
“Sì..”risposi un po’ infastidita e un po’ in suggestione per colpa di quel corpo così bello.
“ Sbagliato , tu da oggi tu chiami Obesa Solitaria, puoi trovarti un soprannome ma non deve avere più di 4 lettere..” Come scusa? Obesa Solitaria? Ma io ti ammazzo!
“Che cos’hai detto? Scusa?” Lei molto tranquillamente
“Ho . detto. Che. Ti. Chiami. Obesa. Solitaria” Aveva scandito alla perfezione ogni parola che era per me una fucilata.
“Io non voglio chiamarmi così!” le urlai in faccia.
“Tu non… Ho capito, vieni con me” uscì da dietro il bancone e mi accompagnò in una saletta lì di fianco che era piena di specchi.
“Spogliati” mi disse solo. Vedere la mia immagine mi fece ribrezzo…facevo schifo, ma davvero schifo…Chiusi gli occhi, cercando di ignorare la richiesta :” Apri gli occhi, schifosa vacca! Guardati! Guarda che cazzo sei diventata! Guarda che cosa succede a perdere il controllo! Quindi apri quei tuoi occhi del cazzo!” Li aprì e mi costrinsi a guardare attraverso lo specchio, iniziai a piangere, ma non era un pianto feroce come quello che avevo avuto davanti alla vetrina, erano lacrime di rassegnazione le mie, perché me lo meritavo. Mi meritavo quel nome, mi meritavo le umiliazioni, mi meritavo tutto, perché io ero solo un’Obesa Solitaria.
“Spogliati adesso e andiamo a fare un giro per la scuola.” Non potevo rifiutarmi, mi spogliai e rimasi completamente nuda e più rimanevo senza vestiti e più le mie lacrime erano pesanti.
Poi successe che la ragazza iniziò a parlare in modo strano con una voce metallica che rimbombava per tutto il salone, quasi come se avesse l’auto-parlante: “ Signori accogliamo con disprezzo Obesa Solitaria, nella speranza che riesca a raggiungere il livello più alto dei pro-Ana. E nella speranza che riesca a capire di quanto sia una vacca obesa” La ragazza uscì dalla stanza ed io poi la seguì. Appena fui fuori vidi una calca di gente che aveva formato due linee con un passaggio in mezzo. Sembrava quasi che fossi una star del cinema con tutti i miei fun…ma quelli non erano fun.
Iniziarono a gridare “ vacca!!” , “fai schifo”, “Balena”, “Sei così grassa che non ci entri nell’ascensore!” , “Sei così grassa che se ti siedi sfondi il terreno” e mille altri insulti che non vi sto a scrivere. Cercai di non piangere e di coprirmi con le mani il più possibile, ma non ci riuscì molto bene… Piangevo sempre più forte ed ad un certo punto mi iniziò a colare il naso, ma ovviamente non potevo staccare le mani dalle mie parti intime. Mi sentì umiliata in quei attimi, mi sentì malissimo, non penso che ci siano le parole per descrivere davvero che cosa successe in quel momento, so solo che volevo farli smettere, anche se sapevo di meritarmi tutti quegli insulti. Alla fine quell’inferno finì e mi ritrovai in uno stanzone enorme con le pareti coperte di specchi e 10 letti,5 a destra e 5 a sinistra. Eravamo 5 femmine e 5 maschi, tutti nudi e inermi. Una ragazza che era stesa sul letto, presa dalla compassione mi disse : “ Lo fanno con tutti il primo giorno…il tuo letto è questo alla destra del mio…” La ragazza non sembrava assolutamente infastidita dal fatto che tutti fossero nudi, nonostante questo io non riuscivo a smettere di piangere. Vidi che sul mio letto c’erano dei fogli e dei vestiti…ma non erano i miei, quelli erano troppo piccoli! Volevo i miei vestiti! “Do…dove so..no i mi…ei ve..stiti?” chiesi ancora scossa dai singhiozzi. “Quelli sono i tuoi vestiti…e se non ti stanno, devi rimanere nuda” No!No!No! Questo non poteva essere…iniziai a piangere più forte…” Comunque è tutto scritto sul regolamento…se hai un BMI più alto di 30 ti fanno l’Umiliazione finchè non arrivi ad un peso accettabile” Era giusto tutto ciò…ti sentivi talmente male che avresti fatto di tutto per dimagrire. Mi cercai di mettermi i vestiti solo che un senso di disgusto si impossessò di me, chiesi velocemente dov’era il bagno : “ è appena uscita sulla destra” mi rispose sempre la stessa ragazza. In un secondo ero davanti al cesso a vomitare… Fino a quando qualcuno aprì la porta del bagno e dopo avermi visto gridò “MA TU CHE CAZZO CI FAI QUI! NON HAI LETTO LA SCRITTA!!!” Cosa sta succedendo?? Avevo già avuto una pessima giornata cazzo! Ci si mette pure questa! Con tutta la forza che riuscì a trovare mi girai verso la ragazza : “ Che scritta..?”
“O mio dio..tu sei Obesa Solitaria, la novella che stasera ha ricevuto l’Umiliazione…per stavolta sei perdonata” stava per andarsene, quando all’improvviso mi prese per un braccio e mi tirò fuori dal bagno: “ Allora vedi la scritta sopra la porta??” Avrebbe aggiunto brutta cretina probabilmente.
“Sì..la vedo” risposi un po’ imbarazzata. In effetti sopra la porta del bagno c’era una scritta : “ Pro-Ana”
“Bene, tu non sei al livello Pro-Ana! Quello è la tua toilette” e mi indicò un buco di fianco alla cabina… “quella…è il mio bagno …” Oddio, mi ricordo che stavo per vomitare di nuovo…era solo un buco microscopico e intorno c’erano residui di merda e piscio...Che schifo…
“ora vattene Obesa Solitaria o ti faccio mettere in punizione” me ne tornai nella stanza. Era venuto il momento di leggere il regolamento…
“Posso sapere che nome ti hanno dato?” Era stata la ragazza di prima a chiedermelo.
“Obesa Solitaria… e il tuo?” risposi un po’ timorosa.
“Balena Grassa…In fondo non ci è andata poi così male” Stavo per ridere i meglio per piangere.
“Scusa?” Ero allibita…
“Lo vedi quel ragazzo in piedi di fronte all’ultimo letto alla tua sinistra? Be lui si chiama Schifoso Lardo…” Ok..forse mi era davvero andata bene.
Non risposi, mi sedetti sul letto, presi uno dei fogli e iniziai a leggere.


I dieci comandamenti di Ana


1_se non sei magra non sei attraente
2_essere magri è piu importante che essere sani
3_compra vestiti,taglia i capelli,prendi lassativi,muori di fame pur di sembrare più magra
4_non puoi mangiare senza sentirti in colpa
5_non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo
6_devi contare le calorie di ogni cosa e ridurle
7_la bilancia ha sempre ragione
8_perdere peso è bene,guadagnare peso è male
9_non sarai MAI troppo magra
10_essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo



Questi sono i dieci comandamenti di Ana devi impararli a memoria e ricordarteli sempre, domani il tuo supervisore personale te li chiederà e se non li saprai a memoria verrai messa in punizione.

Presi il foglio che c’era sul mio letto.

Manuale dell’Ana’s Institute (parte 1)


In questo manuale troverai scritto il regolamento che è necessario seguire in questo istituto, nel caso in cui le regole venissero trasgredite, ci sarà una punizione.

Divisione degli allievi:

1)NOVELLI: un novello è colui che è appena arrivato nell’istituto e che ha un BMI(indice di massa corporea) superiore a 30. Egli deve subire l’UMILIAZIONE (vedi pag seguente) appena arrivato e tutte le settimane fino a quando il suo BMI non sarà inferiore a 29,9. Appena questo avverrà andrà a far parte dei NUOVI. I novelli non godono di nessun privilegio, anzi hanno degli OBBLIGHI(vedi pag seguente)


2)NUOVI: un nuovo è colui che è appena arrivato ma presenta un BMI inferiore a 30. In questa sezione i ragazzi rimangono solo per una settimana, poi vengono smistati a seconda del loro peso.


3)AMBIENTATI: sono coloro che sanno già come funziona la struttura, hanno un BMI tra 20 e 23, intraprendono il loro cammino per diventare Ana

4)PRO-ANA: sono coloro che sono quasi alla fine degli studi, hanno appreso alla perfezione le leggi di Ana, il loro funzionamento e lo riescono ad applicare perfettamente ma non hanno ancora un peso tale da poter passare ai perfezionisti. Devono avere un BMI tra 16 e 18. Inoltre ognuno di loro affianca per la prima settimana un novello.

5)PERFEZIONISTI: sono coloro che sono all’ultimo semestre. Hanno un BMI tra 13 e 15. Hanno quasi finito il loro percoso nell’Ana. Essi rimangono in una stanza per la maggior parte del tempo, fin quando la trasformazione non è avvenuta


6)OLOGRAMMI(ANA): Essi sono gli insegnanti di tutte le materie, coloro che gestiscono il centro e che si occupano della parte logistica. Hanno raggiunto la perfezione e si sono trasformati in corpi perfetti senza forma.




Ora finalmente avevo capito più o meno dove mi trovavo! Andai alla pagina successiva.





Obblighi e doveri di un NOVELLO



In questa sezione vengono spiegati tutti gli obblighi e doveri di un novello.


UMILIAZIONE: è la prima pratica a cui è sottoposto un novello. Egli verrà fatto spogliare e umiliare dalla stanza centrale alla propria stanza e all’umiliazione dovranno essere presenti tutti i membri dell’Ana’s Institute eccetto gli altri novelli. Avverrà tutte le settimane fino a quando il novello non entrerà a far parte dei nuovi

TUTOR: un tutor è un ragazzo \ ragazza che fa parte dei Pro-Ana(vedi sopra) che ha il compito di istruire i novelli sulle regole di Ana e sulle norme dell’istituto attraverso l’applicazione pratica.

PESATURA GIORNALIERA: a differenza degli altri gruppi che non hanno l’obbligo di pesarsi, i novelli sono obbligati a farlo ogni giorno.

SCUOLA: i novelli hanno l’obbligo di frequenza di tutte le lezioni e inoltre devono avere sempre i primi posti in aula.

GINNASTICA: i novelli sono obbligati a fare ginnastica almeno 3 ore al giorno in cortile con il loro tutor o con l’insegnante che sarà presente sempre in cortile.

VESTITI: ai novelli non è permesso portare i vestiti se non quelli che sono dati loro sul letto(tg 44), nel caso non potessero metterli sono costretti a rimanere nudi

BAGNO E ALTRI OBBLIGHI: i novelli sono considerati diversi quindi hanno un bagno diverso, uno spazio per mangiare diverso, non possono andare in giro per l’istituto se non per uscire o fare lezione e qualvolta trasgredissero alle regole saranno costretti alla PUNIZIONE

PUNIZIONE: vige per tutti i gruppi tranne per gli OLOGRAMMI. La punizione consiste nel venire messi in una stanza fatta di vetro con all’esterno banchetti di cibo, con una luce costante fastidiosa, senza il permesso di poter mangiare nulla.



Non fece in tempo a chiudere quella prima parte del manuale che dalla porta d’ingresso giunse la ragazza che aveva urlato contro nel bagno. Le andò in contro.
“Io sono la tua tutor, non farmi domande e vieni con me” disse furiosa. Io la seguì in silenzio cercando di non guardare negli specchi che c’erano ad entrambi i lati delle pareti.
Uscimmo dalla stanza e prendemmo un corridoio sulla sinistra, arrivammo in una stanza non molto grande, con dei banchi e delle sedie: esattamente come a scuola.
La mia tutor mi indicò il primo banco sulla destra : “Siediti lì, quello è il tuo posto” Poi mi porse delle matite e dei fogli, che sinceramente non sapevo da dove gli avesse presi : “Tieni, ascolta la lezione e prendi appunti mi raccomando”…Io sinceramente ero un po’ spaesata. Dove diavolo eravamo? Che lezione era? Che cosa avrei dovuto fare? Quindi, riempiendomi di coraggio, di chiedere. “Scusami, ma che cosa stiamo facendo?” Mi guardò con odio e in modo molto sarcastico mi rispose “Secondo te che cosa stiamo facendo? Banchi, sedie, fogli a cosa ti fanno pensare? Siamo qui per schiacciare gli scarafaggi no?” fece una pausa…Brutta troia che non sei altro, perché non ti ficchi una scopa nel culo e inizi a trattarmi come una persona?…Mentre i miei pensieri dilagavano di insulti, lei continuò : “ è una lezione! Di dieta!”.
Si sedette dietro di me e dopo qualche minuto che passammo in rigoroso silenzio, iniziarono ad arrivare altre novelle con le loro tutor. E non mi stupì affatto quando compresi che non ero l’unica che veniva trattata male e sinceramente mi chiesi perché.
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L’insegnante arrivò in tutta la sua perfezione. Era davvero stupenda: occhi azzurri, capelli castani lunghi, un fisico più che perfetto…non vedevo l’ora di diventare così. Ma a che prezzo? Lo scoprii appena iniziò a parlare.
“Salve ragazzi, mi presento per i due nuovi novelli che sono entrati ieri. Sono Michela e sono l’insegnante di diete. Cioè vi mostrerò quante diete possono essere fatte e quali sono le più indicate per voi.” Sinceramente di tutta la pappardella che stava dicendo l’unica cosa che mi era rimasta in mente era il fatto che avesse un nome normale, non una semplice abbreviazione o un nome strano come il mio, ma Micelle. Quindi chiesi :” Scusi perché lei si chiama Micelle?” Lei sorrise, quasi come se fosse orgogliosa del suo nome: “ Perché io sono un OLOGRAMMA! E noi possiamo tenere il nostro nome di battesimo. Che nel mio caso è Michela Giusti!” Lo disse col sorriso, doveva essere stata davvero una lotta riuscire ad arrivare a quel no…Giusti! Era la mia insegnante di italiano!!! Ecco perché mi aveva detto quelle cose…sua figlia…
“Comunque cominciamo ragazzi. Le diete che studieremo in questo corso sono le seguenti” Iniziò a scrivere alla lavagna “ 1) Diete a lungo termine che sono : 1500 kal, dieta più sport
2) Diete Ana: fly diet, ABC, 100 kal, dieta da 30 giorni, ecc
3) Diete lampo : Dukan, Atkins, Scarsdale, dissociata,Zona, dieta della luna, dieta del biscotto.
4) Diete inutili : dieta dal minestrone, dieta dell’anguria dieta del finocchio”

“Allora ragazzi prima di iniziare andate a pagina 5”
Io non avevo il libro sul banco, almeno lo credetti fino a che una specie di tablet virtuale non mi si delineò sul banco. Con il dito sfogliai fino a pagina 5.

Quattro buone ragioni per digiunare

1- Dimagrimento. Il digiuno è la strada più veloce, sicura ed efficiente per dimagrire.
2- Compensazione fisiologica. Quando si deve digerire un cibo una grande quantità di sangue deve affluire agli organi digestivi e l’organismo conseguentemente tende ad essere pigro, ad addormentarsi. Se si svolge un lavoro pesante, il processo digestivo è praticamente sospeso. Digiunare, conservando le energie digestive, permette di deviarle verso altri canali e quindi di svolgere altri lavori.
3- Riposo fisiologico. Il digiuno permette il riposo del sistema digestivo, ghiandolare, circolatorio, respiratorio, nervoso. Più cibo viene ingerito, maggiore è il lavoro che deve essere svolto dagli organi che formano tali sistemi; in presenza di un digiuno questi organi si riposano. Le ghiandole della bocca e dello stomaco, il tubo digestivo, il fegato e il pancreas non devono lavorare. Il cuore, le arterie si alleggeriscono e riposano. Le ghiandole, all’infuori di quelle che scernono succhi digestivi, riducono la loro attività secretrice. La respirazione rallenta e il sistema nervoso lavora di meno.
4- Eliminazione. Il dottor J. H. Tilden: “Dopo 55 anni trascorsi nel selvaggio mondo delle terapie mediche, sono costretto a dichiarare, senza paura di essere smentito, che il digiuno rappresenta l’unico evacuatore terapeutico sicuro per l’uomo” Il dottor Felix L. Oswald: “ Il digiuno rappresenta il migliore sistema rinnovatore. Tre giorni di digiuno all’anno purificano il sangue ed eliminano i veleni più efficacemente di cento bottiglie di soluzioni purgative”. Non esiste niente altro che al pari del digiuno che sia in grado di aumentare l’eliminazione delle sostanze di rifiuto dal sangue e dai tessuti. Le secrezioni represse o i rifiuti trattenuti vengono espulsi dall’organismo ed il sistema risulta purificato. Servono pochi giorni per liberare il sangue e la linfa dalle tossine, ma il digiuno prosegue nella sua azione e provoca l’espulsione delle tossine che da molto tempo erano depositate nei tessuti meno importanti (grasso, organi, ecc.) Il digiuno costringe il corpo a consumare (autolisi) tutti i tessuti superflui e le scorte nutritive utilizzandole per sostenere i tessuti principali. In questo senso le tossine immesse in circolazione potranno essere espulse dagli organi escretori. L’escrezione L’escrezione è una delle funzioni fondamentali della vita ed è essenziale per l’esistenza stessa.
Alcune cosa da sapere nel digiuno:
1- Quando si inizia a digiunare quasi inevitabilmente si presentano sviluppi fisici che non devono allarmare: lingua bianca, bocca e alito cattivo, denti impastati, mal di testa, ecc. Sono tutte condizioni che rappresentano il processo purificatore. Appena il corpo scarica il suo fardello tossico, inizia il processo di purificazione della lingua, prima la punta e poi sui lati e alla fine bocca e lingua puliti.
2- L’urina può diventare scura, quasi nera, dall’odore forte, anche se si beve solo acqua. Indice del lavoro renale di eliminazione.
3- La perdita di peso è dovuta all’utilizzazione delle riserve organiche
4- La debolezza è dovuta all’inattività funzionale. Si è molto rilassati, il cuore e la respirazione rallenta, la circolazione si calma. La debolezza iniziale è dovuta all’assenza della “solita stimolazione”: caffè, ecc.
5- Il riposo (fisico e mentale) è fondamentale.
6- L’esercizio fisico all’aria aperta moderato è molto importante
7- Il raffreddamento inibisce l’eliminazione, per cui bisogna stare al caldo.
8- Bere acqua fresca pura, non fredda.
9- I bagni di sole sono un fattore nutritivo di grande aiuto nel digiuno, basta non abusarne.
10- Niente purganti durante il digiuno


Lo lessi molto velocemente e in quel momento decisi di votarmi al digiuno.


Spazio autore:
so che forse dovrei fare un milione di premesse ad una storia del genere, ma lascio perdere, penso che lo farò alla fine della storia. Vi spiegherò tutto promesso.
Vi dico solo che: la lettera da ana, le leggi di ana, tutte le diete (quelle pro ana sono: Fly, ABC e 100 kal), le quattro buone ragioni per digiunare sono vere, le potete trovare su internet su un qualsiasi blog pro-ana.
Ovvio che nessuna delle cose scritte qua sopra dovete farla!!! Solo che ci sono cose che pochi sanno e diciamo che questa mia fic è di denuncia verso il mondo “Ana”. Dovete sapere che ana è considerata una dea, gli anoressici la venerano.
Solo questo, mi eclisso e vi kisso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo due
 
La campanella finalmente suonò, erano oramai le unidici di sera e anche il mio stomaco se ne stava accorgendo, certo ora ero votata al digiuno, ma questo non significava che non potessi avere fame! Comunque decisi di resistere e seguì la mia tutor fuori dall’aula. Passammo attraverso il corridoio e ci ritrovammo di nuovo nella stanza. La ragazza si fermò sulla porta e con la sua solita aria da : tu sei una merda e io invece sono una cazzo di dea mi disse: “ Dietro la porta di ingresso c’è una bilancia, pesati e dimmi che hai almeno perso venti grammi”.
Lo feci, aspettando il risultato con ansia : 72,9… La ragazza mi guardò decisamente male…
“Che schifo…Allora la sveglia è alle 8 e la prima lezione è alle 9, cerca di dormire che si dimagrisce.” E poi senza neanche guardarmi se ne andò.
Oramai ero abituata al tono di disprezzo nella voce di chi mi parlava, solo non ne capivo molto il senso. Mi avvicinai al mio letto e finalmente mi coprì con la coperta…Gli altri ragazzi erano tutti silenziosi, alcuni erano già a letto altri invece stavano a fare addominali e altri ancora leggevano. Anche io volevo leggere!!! Mi alzai e andai verso il ragazzo nel letto davanti al mio, anche perché avevo voglia di fare conversazione…
“Cosa leggi?”
Fu il primo a rispondermi con un tono che sfiorava il triste e il dolce.
“Ho chiesto alla mia insegnante di Resistenza se aveva un libro dove potessi imparare qualcosa in più.” O bene! Almeno ti facevano leggere…anche se mi chiesi che senso avesse un libro sulla corsa, cioè ok, ma è difficile riuscire a imparare qualcosa di così pratico, in un libro, ma almeno era sempre meglio che non fare nulla.
“Me lo presti?” gli chiesi alla fine con gli occhioni dolci.
“Senti te lo posso dare poi? Perché ho l’esame domani”
“Esame?” Cooosa? C’erano pure gli esami?
“Sì, per passare ai Nuovi…così almeno mi cambiano il nome…”
“Il nome?” Io sinceramente mi sentivo decisamente spaesata, cosa voleva dire? Un senso di gioia iniziò ad invadere il mio animo nel sapere che forse non sarei dovuta rimanere Obesa Solitaria per sempre.
“Già per ogni livello lo fanno…anche se diciamo che tra i Nuovi e i Novelli non cambiano molto.” Sospiro e infine disse: “Scusami ora devo assolutamente dormire”
“Sì certo…” Ritornai nel mio letto, un po’ confusa…Sul regolamento non c’era scritto di esami, del fatto che ti cambiassero il nome…Mi misi sotto le coperte piena di domande e dopo tanto tempo che rimuginavo sulla giornata, capì che non sarei riuscita molto a dormire, ma dato che faceva dimagrire, tentare non poteva fare male. Quindi iniziai a ripetermi( chi di noi non lo ha fatto?): addormentati, addormentati,addormentati,addormentati, devi dormire perché domani è una giornata dura, dormi, dormi, dormi…Ovvio che non ci riuscì nemmeno per due secondi. Perciò decisi di uscire dal letto e sgattaiolare fuori. Appena mi avvicinai alla porta successe una cosa davvero inquietante: la ragazza che la mattina mi aveva chiesto quale fosse il mio nome, urlò svegliando probabilmente tutti quanti : “MA DOVE CAZZO STAI ANDANDO?” Mi presi uno spavento!!!! Mi girai verso di lei e pensai a una scusa…quella che usano tutti : “ Sto andando in bagno!” Io non la vedevo bene perché era semi buio e perciò feci un salto quando me la ritrovai davanti.
“non ti hanno detto che NON puoi andare in bagno la sera?” Pure? Fantastico!
“E perché vossignoria? Chi sei tu per dirmelo??” Le feci il verso.
“Perché io sono il capogruppo! Di questo gruppo!” Mi mancavano troppi pezzi…perché era lei il capogruppo? La risposta arrivo subito.
“Perché è da tempo che sono qui, dato che appena sono arrivata dovevo perdere più di 100 kg!”
Uau…ora sembrava quasi normale…incredibile! Non dissi nulla, non avrebbe avuto nessun senso contraddire l’autorità …e me ne ritornai a letto. Non chiusi occhio ma mi sentì quasi sollevata che qualcun altro era arrivato che pesava più di me.
Mi stavo per assopire quando…Le leggi di Ana!!! Dovevo impararle a memoria per il giorno dopo!!!! Presi il regolamento e mi misi a studiare.
 
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NIOOONIOOONIOOOONIOOOOO
Devo dire che rischiai di avere un infarto quando la “sveglia” suonò, sembrava più l’allarme antincendio che una sveglia!
Le luci si accesero e nonostante i miei occhi fossero aperti dovetti richiuderli, oramai erano abituati al buio. Alla fine li aprì e mi alzai dal letto con lo stomaco che gorgogliava da morire, sentì subito freddo e mi ricordai che non avrei avuto vestiti per un milione di altri giorni.
Mi ricordai che non sapevo assolutamente cosa fare: se ci si lavava(lo spero bene!), se si faceva colazione, quando avrei incontrato la mia tutor…Non sapevo nulla. La cosa più ovvia da fare sarebbe stata quella di guardare cosa stessero facendo gli altri, ma vidi all’ingresso la mia “adorabile” tutor, vestita di bianco come sempre. Andai verso di lei.
“Allora schifo? Come va?” Le avrei dato davvero molto volentieri un pugno…il suo tono da so-tutto-io , la sua arroganza, il suo modo di guardarmi…Mi dava fastidio TUTTO di lei. Non le dissi nulla e mi limitai a fare una faccia davvero scura.
“Tanto per cominciare devi lavarti perché PUZZI, il grasso fa sudare  cara la mia Obesa Solitaria”
A stupendo un’altra di quelle sue battute del cazzo.
“Certo” Mi limitai a dire.
“Ora ti porto dove ci sono le docce…e poi andiamo a fare “colazione” ” La parola colazione l’aveva pronunciata con fare molto ironico.
Passammo il corridoio e finalmente arrivammo al solito bagno. Non me ne ero accorta prima, ma era decisamente grande per avere sono un bagno per i pro-ana e uno per i novelli. Non eravamo da sole, c’erano anche altri grassi come me insieme ai loro tutor davvero bastardi. Ad un certo punto la mia, mi disse :” Resta qui” e uscì. Lo fecero anche tutti gli altri e nel bagno rimanemmo solo noi novelli e capì il perché poco dopo: dal soffitto scesero delle docce che iniziarono a sparare acqua prima gelata e subito dopo bollente, andò avanti in questo modo per un quarto d’ora. Alla fine mi sentivo davvero malissimo, mi faceva male tutto e in alcune parti ero bruciata; già non era facile andare sempre in giro nudi, figuriamoci con delle scottature!
Iniziammo ad uscire uno per volta dal bagno, all’uscita ci dettero un asciugamano da bidet per pulirci. Mi sentivo all’inferno.
Raggiunsi la mia tutor fuori e sperai in quel momento che avesse una barretta energetica al cioccolato al latte da darmi come colazione, perché il mio stomaco era in subbuglio, ma ovviamente speravo male.
“Allora? Piaciuta la doccia?” sempre quel tono da principesse…mmm…
Annuì.
“Bene ora andiamo a mangiare”.
Percorremmo il solito corridoio, passammo dalla mia camera, ma la superammo e andammo a prendere delle scale più avanti. Ci ritrovammo in una stanza enorme, con una tavolata piena di ogni ben di dio: creps, patatine, bomboloni alla crema, ciambelle glassate, brioches al cioccolato, pizza, uova, becon…C’era qualsiasi cibo esistente commestibile. Il mio stomaco fece un suono davvero inquietante.
“Cos’è hai fame? Ti passerà stai tranquilla” Come sarebbe a dire ti passerà? Ho una fame da lupi! La guardai malissimo cercando di contenermi.
Percorsa tutta la sala entrammo in una stanzetta molto più piccola, dove c’era un banchetto di scuola sul quale incombeva un piatto con sopra un coperchio, e due sedie. La cosa che mi impaurì di più fu il fatto che a parte quelle tre cose non ci fosse nulla, le pareti erano completamente nere…
“Sediti, lì sotto…” Iniziò quasi a ridere”C’è il tuo pranzo” finì con il sorriso sulle labbra.
Ma che cavolo aveva da ridere quella?? Mi sedetti e tolsi il coperchio da piatto…un chicco d’uva. La mia colazione era un chicco d’uva. NON SO SE COMPRENDETE CHE ERA UNO STRAMALEDETTO SCHIFOSO CHICCO D’UVA!!!!  Nella sala dietro di noi c’era qualsiasi ben di dio e io avevo un chicco d’uva…
“Forza mangia!” Mi disse quella strega a fianco a me vedendo che ero rimasta scioccata.
Il mio stomaco fece un verso ricordandomi la fame. La stessa fame che avrei dovuto colmare con un chicco d’uva… Un chicco…solo uno. Ma come si permette? O mi da mangiare qualcosa di serio o io non mangio nulla!! Oddio che profumo di brioches al cioccolato…mmm…e io che cazzo ho? Un chicco…non riesco nemmeno a pensarlo! Come farò?? A resistere fino a pranzo?? Oddio…no, Ste non piangere. Non ti puoi far trattare in questo modo! Nuda, senza mangiare, con le bruciature! Sono in un istituto non in un inferno! Questa sgualdrina di merda mi insulta, si arrabbia senza motivo e io non dovrei fare nulla? Ora le faccio vedere io chi ha il controllo.
La rabbia era cresciuta in me come un cancro ed era tutta colpa della mia tutor! Strinsi i pugni sul tavolo, cercai in qualche modo di rilassarmi, ma fu tutto inutile perché lei cominciò a ridere…ridere a crepapelle, come se non si fosse mai divertita tanto in tutta la sua schifosa esistenza.
Mi alzai di scatto e buttai per terra il banchetto davanti a me.
“Ma che cazzo hai da ridere?” Le chiesi con il tono più cattivo che riuscì a fare, ma lei non si fermò.
“perché STAI RIDENDO?” Non smise…una sensazione terribile mi pervase.
“perché STAI RIDENDO? TI DIVERTI FORSE? TI DIVERTI AD INSULTARMI? A GUARDARMI COME SE TU FOSSI MISS MONDO?? SEI TALMENTE STRONZA CON ME CHE NON SO NEMMENO IL TUO CAZZO DI NOME DI MERDA!!! E SAI UN’ALTRA COSA? IO ADESSO ME NE VADO DI Là E MI MANGIO QUEI CAZZO DI BOMBOLONI ALLA CREMA!!! E NON ME NE FREGA UN CAZZO SE TU NON SEI D’ACCORDO SAI??”
Corsi nella stanza alle mie spalle, andai verso il tavolo e iniziai a mangiare qualsiasi cosa ci fosse sopra, senza nemmeno sentirne il gusto: boccoli, pane , marmellata , quadretti di burro interi, prosciutto…Poi all’improvviso mi sentì tirare da dietro da delle braccia forti enormi, cercai di divincolarmi: il mio stomaco non era ancora abbastanza pieno, dovevo mangiare! Mangiare fino a che non sarei scoppiata!
“Lasciatemi!!! Lasciatemi stare!!!” Mi sentì trascinare via dal cibo, via da tutto…
Mi ritrovai in una stanza, che capì subito essere quella delle punizioni perché sulle due pareti laterali c’erano due vetri e dietro cibo…tanto cibo… Iniziai a battere le mani sul vetro!!! Fatemi mangiare vi prego!!! Non ce la faccio a resistere!!! Mandatemi via da qui! Non voglio stare qui!!! Voglio tornare a casa!
 Poi dopo circa 20 minuti passati così mi sedetti per terra e mi circondai le gambe con le braccia e indubbiamente iniziai a piangere…Finchè non ripresi coscienza di me, della mia persona, di cosa ero diventata.
Sei una vacca obesa…Fanno solo bene a metterti qui! Fai schifo! Rimarrai sempre la peggiore! In tutto! Nessuno vuole te! Sei una balena! Ti ricordi?? Kate sarebbe disgustata da te! Come hai potuto?? Mangiare fino a ridurti in questo modo? Non ti vergogni? Ti meriteresti solo delle legnate In testa!
Alla fine mi alzai in piedi cercando la porta dalla quale dovevo essere entrata. Ma dietro di me si accese la parete e inizò a proiettare la faccia di una ragazza che poi dopo qualche secondo inizò a parlare.
 
''Ciao, come stai?? Ho pensato di prenderti qualche minuto per presentarmi. Qualcuno mi conosce come "Bulimia Nervosa", ma visto che saremo presto intime, potrai semplicemente chiamarmi Mia. Questo è il nome con cui le mie migliori amiche mi chiamano. Le mie amiche leali. Col tempo, anche tu diventerai una mia amica leale. A volte potrai sentirti schiavizzata, ma poi penserai a tutto quello che faccio per te, e ti ricorderai che sono la tua unica vera amica. Sai come sembrano avere la vita facile tutte quelle ragazze che ti circondano, le odio! E odio il tuo sentirti inferiore, quindi da ora in avanti ti incoraggerò, e t'ispirerò per realizzare concretamente ciò che mai avresti immaginato. Darai la prova che tutte le schifose opinioni altrui sono sbagliate. Inoltre, non posso sprecare la mia vita con qualcuno che non sia degno... quindi mi dovrai dimostrare di esserlo. Proverò a espormi con te il più possibile, ma nessun altro dovrà saperlo. Soltanto tu saprai che sono intorno a te. Saprai quando mangi qualcosa, saprai quando vedi quella torta al cioccolato sul bancone,perché io sarò nella parte posteriore della tua testa a dirti le cose. Talvolta ti dirò di non mangiare e mi darai retta. Altre volte, mi disobbedirai e divorerai l'intera torta. Quindi ti farò sentire veramente in colpa. Avresti dovuto seguire i miei ordini! Ora vai a gettare via da te quella torta, VACCA GRASSA! Come puoi farti questo? Prendi a cuore i miei commenti e vai al bagno, dove aprirai il rubinetto e ti costringerai a vomitare. A volte passerai ore vomitando. La tua faccia sarà rossa, il moccio colerà copioso, i tuoi occhi saranno iniettati di sangue, la mandibola sarà dolorante di ghiandole gonfie ... Ti sta bene! Se vuoi essermi amica e ottenere il pieno effetto di quello che posso darti, devi seguire i miei ordini. Presto imparerai che sono nel controllo. Anche quando non fai quel che ti dico, puoi ancora sentirmi, gridare contro di te, dicendoti di lavorare più duro, dicendoti di prendere pillole dimagranti, dicendoti quanto sei grassa, dicendoti quello che realmente la gente si bisbiglia oltre la stanza. Sono sicura che dopo questo momento, crescerai per odiarmi, ma mi amerai ancora di più. Mi amerai a tal punto che non racconterai a nessuno di me. Se lo fai, corro il rischio di venire distrutta e non è questo che vuoi, no? Avrai investito tanto del tuo tempo con me, che non ne avrai più per nessun altro. Non hai alcuna scelta: o me o la solitudine completa. Se me ne vado, grasso e cellulite prenderanno il mio posto. Quale preferisci avere? Per questo non devi raccontare a nessuno di me. Anche se l'avessi fatto, alcune persone non ti crederebbero, o anche peggio, penserebbero che hai perso completamente la ragione. Tieni quindi la testa alta, e mostrati fiduciosa. Con il mio aiuto, potrai apparire grandiosa esattamente come le tue modelle e attrici preferite. Potrai sembrare migliore. Ora devo andarmene, ma pensami spesso. Pensami tutto il tempo! Sono l'unica che vuole effettivamente farti sentire amata. Ricordatelo! Ciao
 
 
Mi accorsi solo dopo che nell’angolo della stanza c’era un gabinetto… A fianco a terra una cannuccia. Il mio stomaco stava ancora cercando di espandersi con tutta quella roba che avevo mangiato. Sapevo cosa dovevo fare… Mia me lo aveva appena detto, dovevo solo ascoltare ed eseguire gli ordini.
Presi la cannuccia, me la spinsi in gola, finchè non sentì una stimolo a vomitare, iniziai a tossire sempre più forte, spinsi sempre più in giù la cannuccia e alla fine ci riuscì. Rimasi in quella posizione per non so quanto tempo…forse mezz’ora, forse un’ora… Non so bene quanto ma tanto tempo. Mi faceva male la testa e sentivo bruciore alla gola, alcuni dei miei capelli si erano sporcati..Non importava.
Alla fine mi alzai e la porta davanti a me mi si aprì senza nessuna richiesta. Fuori mi stava aspettando la mia tutor, con le faccia seria per una volta.
“Scusa…” Le dissi.
“Non ti preoccupare, è la reazione che dobbiamo far suscitare sempre nei nostri protetti…In teoria non c’era nessuna lezione questa mattina, dovevi solo entrare nella stanza delle punizioni e fare ciò che hai fatto. Comunque io mi chiamo Ancora Grassa, ma il mio soprannome è Bet.” Io non potevo credere a quelle parole così diverse da quelle che di solito uscivano dalla sua bocca.
“Ora la lezione c’è, andiamo” Continuò.
La seguì tra i corridoi e arrivammo in una sala.
“Questa è la lezione di Resistenza” Correre…lo odiavo
“Ma è un po’ piccola…sembra un’aula normale” Infondo la porta era ancora chiusa davanti a noi quindi non potevo sapere.
“Guarda che per resistenza si intende resistenza al cibo!!” Come? Come ? come? Resistenza al cibo??
“Ok…” Lei spinse la porta e ovviamente era come un’aula di scuola: banchi, sedie, lavagna e tutto il resto. La prof era già arrivata, bellissima come sempre, ci invitò a sederci. E come sempre Bet dietro e io davanti. Non mi stupì molto quando apparve sul mio banco un piatto di carne bianca.
 
“Bene ragazzi ora guardatela e cercate di non desiderarla, non di non mangiarla! Questo è il trucco!”
 
 
 
 
Spazio autore:
Per scrivere questo capitolo mi sono davvero svenata!!!
In anzitutto scusate per tutti gli errori temporali dello scorso capitolo! Li ho corretti tutti!!
Spero di non avervi spaventato troppo con questo capitolo!!!
Comunque spera davvero di aver reso bene i pensieri della mia protagonista..se non l’ho fatto ditelo che cercherò di migliorarlo!!! Però è davvero difficile rendere a parole un sentimento, un impulso…
Bo, a parte questo vi dico solo RECENSITEEEE!!! E che vi kisso tantissimo!
 
 xaki

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nota autrice: piccola notina prima di cominciare, il capitolo lo scritto mentre andava in lup(senza fermarsi) la conzone "Hunted" degli "Evanescence" se la ascoltate mentre leggete capite lo stato d'animo...credo...spero.

Capitolo 3
 
Uscì molto contenta dalla lezione di Resistenza, anche se forse era dato dal fatto che mi ero abbuffata fino a un ora prima, ma comunque sia ero soddisfatta.
Bet poi mi accompagnò nel cortile perché era l’ora di ginnastica. Il giardino era enorme, quanto uno stadio e c’erano tantissimi ragazzi che facevano vari sport, c’era chi correva, chi faceva attività cardio,chi lanciava la palla, nessuno stava fermo. Mi sentii un po’ spaesata in effetti, ma poi la mia tutor decisa come un fulmine iniziò ad andare da una parte e dal’altra fino a raggiungere un ologramma…era un ragazzo bellissimo: occhi scuri, capelli biondi, fisico non troppo muscoloso, molto asciutto…era uno spettacolo!!! Mi sentì davvero in imbarazzo anche perché ero nuda, come un verme…Mi facevo schifo…ma come si riesce ad arrivare a 73 kg??? Non è normale!!! Presi una folle decisione mentre Bet e il tipo parlavano, mi misi a correre per il prato, volevo far scendere il grasso che avevo ovunque, feci neanche mezzo giro del parco e mi mancò già il fiato, me ne fregai, dovevo dimagrire, tutti erano più magri di me, volevo sentirmi normale, accettata, tutti mi schivavano, ero nuda per giunta, non si poteva cadere ancora più in basso, 73 kg cazzo!!! Ad un certo punto, iniziai a non vedere più nulla e un fischio nelle orecchie iniziò a pervadermi, ma io NON MI FERMAI!!! E dopo poco passò…Ana, Ana mi aveva aiutato!!! Ogni passo era 1 Kal in meno, un piccolo passo avanti!
Dopo credo mezz’ora che correvo mi si affiancò il ragazzo bello…e io cercai di correre ancora più forte, doveva vedere che mi impegnavo!! Mi parlò :” Direi che possiamo fermarci e fare gli esercizi” Cominciai a camminare velocemente giusto per non svenire e poi alla fine mi fermai.
 
Facemmo esercizi di ogni genere: saltelli, glutei, tricipiti, bicipiti, addominali, flessioni…Dopo quasi due ore mi sentivo così stanca che andavo avanti per inerzia, lui mi spronava dicendomi che ero una vacca grassa e che nessuno sarebbe stato fiero di me se non fossi dimagrita. Finimmo tardissimo e vi giuro che avevo una fame pazzesca, ma non cedetti, andai a farmi la doccia, oramai mi ero ambientata e quindi Bet non mi stava più addosso, poi i posti in cui potevo andare erano davvero pochi. Entrai nelle docce e vidi altre povere ragazze come me: grasse, obese, brutte, con tutto il grasso sulle gambe. Fortunatamente la doccia non ce la si faceva come la mattina, bensì per i novelli c’era scoprì che c’era una specie di apertura dietro i lavandini che portava a delle docce quasi normali, aprì l’acqua e mi sentì abbastanza soddisfatta di me per la ginnastica, ma appena le mie mani passarono sui miei fianchi grassi i miei occhi si riempirono di lacrime e piansi, piansi tanto. Non volevo essere quella grossa, quella stupida, quella sempre nuda…volevo essere quella bella, intelligente e vestita!!! Non si potevano più accettare sgarri, non si potevano accettare esercizi fatti male, non si poteva accettare di non dare il massimo, di non fare fatica!!!! Era il momento di farsi un piano, non magari di digiunare, ma mangiare pochissimo in modo che il metabolismo continui a lavorare. Perciò uscì dalla doccia con quel senso di “la musica cambia da adesso”, ma allo stesso tempo di delusione verso me stessa perché pesare più di 70 kg era inumano.
Trovai degli asciugamani li vicino messi apposta per i novelli…e appena sentì la mia pelle in qualche modo coperta, desiderai che quell’attimo restasse per sempre, ma invece no. Non potevo tenermelo l’asciugamano per più di 5 minuti, perché ero grassa… Me lo tolsi e mi ritrovai di nuovo nuda. Uscii dal bagno e vidi nel corridoio la mia tutor che discuteva animatamente con un’altra ragazza vestita di bianco, mi avvicinai spinta dalla curiosità.
“…Ma come ti permetti? Chi ti credi di essere? Tu non puoi mandarmi in punizione!”
Era Bet che parlava…lei, in punizione??
“Certo che posso!!! Sono la capogruppo dei pro ana!!!! Brutta cretina! Ho visto che cosa stavi per fare!!!! Stavi per cedere!!!! Avevi un cioccolatino in mano!!!! Era un cioccolatino!!!! Ti ho visto!!!! Non mentirmi!!"
"Non stavo per cedere!!! te lo giuro non mandarmi in punizione!!!" Non sembrava più la stessa ragazza...aveva due occhi rossissimi come una che ha pianto per un secolo, inoltre era molto pallida, sembrava del colore della sua "divisa". L'altra ragazza la prese per un braccio e cominciò a trascinarla verso la sala delle punizioni, Bet mi guardò e poi esplose :"La colpa non è mia!!! è SUA!!!!! PRENDETE LEI AL POSTO MIO!!!" Stava indicando con il dito me. Me??? Ma che cazzo! Non avevo fatto nulla!!! "PRENDETE LEI!!! LEI SI è ABBUFFATA E MI HA FATTO VENIRE FAME!!!!! NON è COLPA MIA!!!!" ora si stava mettendo davvero male. La capogruppo dei pro ana si stava avvicinando a me, mi guardai intorno: una moltitudine di ragazzi aveva formato un cerchio intorno a noi tre. Non potevo scappare...solo gridare :" NOn è vero!!!! Non è stata colpa mia!!! IO non centro nulla!!! é vero mi sono abbuffata ma sono già stata in punizione per oggi!!!! Ti prego! Io non ho fatto nulla!!!" Mi si portò davanti con la mia tutor presa per un braccio e in modo molto cattivo mi disse :"A...è così? Ti sei abbuffata davvero? Il lardo che ti esce ovunque non ti basta?? Benissimo, guardatela tutti!!!" Poi si rivolse al "pubblico" "Avete visto? é arrivata da un giorno e già si abbuffa!!!!!" Mi guardò "Complimenti vivissimi!!!! Allora se a te non basta avere dei fianchi come una mongolfiera a me non basterà darti solo una punizione vacca!!!!" Mi prese per un braccio"E ora vieni con me e la tua amichetta e ve ne andate in punizione insieme!!!". No!No!NO! la punizione di nuovo no!!!!! Non riuscì a formulare nemmeno un pensiero che la porta dietro di noi si chiuse e rimanemmo  sole, in questa stanza enorme piena di cibo separato da noi solo da un vetro. 
Bet si precipitò alla porta e cerchò di aprirla in ogni modo, cominciò a battere i pugni e a piangere "No!! Vi prego! Fatemi uscire!!!! Per favore!!! Non posso stare qui!!!! Non ce la faccio!!!" si accasciò per terra e cominciò a strisciare come un serpente verso il vetro...Poi appoggiò una mano sul vetro e cominciò a piangere più forte. Ero allibita, non avevo idea di ciò che dovessi fare, quindi decisi di andarla a consolare, mi inginocchiai di fianco al suo fragile corpo e le misi una mano sulla schiena, ma neanche a dirlo lei urlo :"NON TOCCARMI!!" Ovvio che avevo fatto la cosa sbagliata...quando mai? Mi allontanai cercando di ignorare il fatto che intorno a me ci fosse tanto cibo quanto per un esercito e dopo una buona mezzora che lei continuava a piangere, non resistetti e glielo chiesi :"Ma qual'è il problema?" e incredibilmente ricevetti una risposta :"Il pro-pro-ble-ma-è-che-ho-f-fame...Ho-se-sempre-fame. Ho-vogli-a-di-mangiare-ma io-n-on-no-n-posso"
Il prezzo...il prezzo da pagare è alto..."Pri-prima-ero-gras-ssissi-ma-ora-gua-guardami..." scoppio di nuovo a piangere. Stavolta cercai di abbracciarla e lei non si oppose...Ma il mio stomaco sì... Una parte del mio cervello mi diceva che anche io sarei finita in quel modo se avessi continuato per quella strada, che mi sarebbero venute crisi di pianto, che avrei sentito sempre fame...ma come? come potevo oppormi? Pesavo 73 kg...non potevo, avevo bisogno di ANa...avevo bisogno di essere magra, ero disposta, ero disposta a pagare il prezzo. 


Ci lasciarono uscire parecchio tempo dopo, erano circa le 21:30. Bet corse in camera sua, io invece avevo bisogno d'aria, perciò anche se mi era proibito andai in giardino , quella stanza era davvero opprimente. Non c'era molta gente per fortuna.Passeggiai un po' e soprattutto con un bel po' di freddo ero comunque nuda! osservai le stelle e pensai ai miei...già ai miei genitori, mi chiesi cosa stessero facendo, se mi stessero pensando o se erano felici che io non ci fossi più, poi pensai a Kate...Kate...o cazzo Kate!!! Quella tipa...quella tipa nel parco...sembrava Kate. Urlai :"Kate!!!Kate!!!" corsi verso di lei. Mi guardò ma non mi riconobbe...e anche io vidi che anche lei era molto cambiata. Mi parai davanti a lei. "Kate...sono Steph...non mi riconosci?" Sembrava molto stupita...
"Nessuno mi chiamava così da molto tempo...tu come..." esitò "Steph...!!!" 
Il suo volto divenne scuro...e scappò...cercai di rincorrerla, ma se ne andò...
Perchè succedeva sempre tutto a me? Mi hai abbandonato anche tu Stheph?"
Me ne tornai in camera...con le lacrime che mi scendevano dal viso, la pancia vuota, completamente nuda e sopratutto più sola che mai.

Nota autrice:
Non è stato facile aggiornare perchè il mio computer è mezzo andato...quindi ho scritto il capitolo sulle mail... Bo, per il resto recensite e spero continui a piacervi. 

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