Entry#

di kyndrani
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Entry#1 ***
Capitolo 3: *** Entry #2 ***
Capitolo 4: *** Entry#3 ***
Capitolo 5: *** entry#4 ***
Capitolo 6: *** Entry#5 ***
Capitolo 7: *** totheark- saluti ***
Capitolo 8: *** Entry#6\7 ***
Capitolo 9: *** Entry#8 ***
Capitolo 10: *** Entry#9 ***
Capitolo 11: *** totheark- protettore ***
Capitolo 12: *** Entry#10 ***
Capitolo 13: *** entry#11 ***
Capitolo 14: *** Entry#12 ***
Capitolo 15: *** totheark-messaggi ***
Capitolo 16: *** Entry#13 ***
Capitolo 17: *** entry#14 ***
Capitolo 18: *** entry#15 ***
Capitolo 19: *** entry#16 ***
Capitolo 20: *** totheark: avvertimento ***
Capitolo 21: *** eNtry#### ***
Capitolo 22: *** entry#17 ***
Capitolo 23: *** entry#18 ***
Capitolo 24: *** entry#19 ***
Capitolo 25: *** entry#20 ***
Capitolo 26: *** Entry#21 ***
Capitolo 27: *** Entry#22 ***
Capitolo 28: *** enttrie#23/entry#24 ***
Capitolo 29: *** Entry#25 ***
Capitolo 30: *** entry#26 ***
Capitolo 31: *** totheark: intervallo ***
Capitolo 32: *** entry#27 ***
Capitolo 33: *** totheark:ricordi ***
Capitolo 34: *** Entry#28 ***
Capitolo 35: *** totheark:inchiesta ***
Capitolo 36: *** entry#29 ***
Capitolo 37: *** totheark: classificato ***
Capitolo 38: *** Entry#30 ***
Capitolo 39: *** Entry#31 ***
Capitolo 40: *** Entry#32 ***
Capitolo 41: *** Entry#33 ***
Capitolo 42: *** Entry#34 ***
Capitolo 43: *** Entry#35 ***
Capitolo 44: *** Entry#36 ***
Capitolo 45: *** Entry#37 ***
Capitolo 46: *** entry#38 ***
Capitolo 47: *** Entry#39 ***
Capitolo 48: *** Entry#40 ***
Capitolo 49: *** Entry#41 ***
Capitolo 50: *** Totheark: Sessione. ***
Capitolo 51: *** Entry#41.5 ***
Capitolo 52: *** Totheark:riferimento. ***
Capitolo 53: *** Entry#42 ***
Capitolo 54: *** Entry#43 ***
Capitolo 55: *** Entry#44 ***
Capitolo 56: *** totheark:isolamento ***
Capitolo 57: *** Entry#45 ***
Capitolo 58: *** totheark:esposizione ***
Capitolo 59: *** Entry#46 ***
Capitolo 60: *** Entry#47 ***
Capitolo 61: *** entry#48 ***
Capitolo 62: *** Entry#49 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


-buongiorno! Grazie per aver iniziato questa storia,se proseguirai o meno rimane un mistero ma ovviamente mi piace sperare per il meglio! Sto sperimentando una nuova tecnica che consiste nell' utilizzare il presente nei filmati registrati dalla webcam/visionati e caricati dalla protagonista, e il passato per le azioni in prima persona. Che dire,buona lettura! Per ogni consiglio o critica costruttiva,lasciate un commento,se vi va! :3-


La videocamera si accende.
-buonasera a tutti-
Una giovane donna dai capelli biondi appare sullo schermo
-il mio nome è Ellen Jane [cognome rimosso]è da circa un anno che non vivo più con mia sorella, Sarah [cognome rimosso]. tuttavia,negli ultimi mesi non si è fatta sentire,il suo numero sembra sia stato disattivato,e nessuno dei suoi conoscenti ha idea di dove sia.sono preoccupata per lei.-
La ragazza si sistema gli occhiali
-L’ultima volta che è stata vista, è stato sul set di un film amatoriale girato da un suo amico, Marble Hornets. Ho intenzione di trovare Sarah,ovunque ella sia. Sto pubblicando questo video su youtube nella speranza che qualcuno di voi sia in grado di aiutarmi.-
Ellen esce dall’inquadratura,ritorna con una foto. la mostra alla telecamera. Nell’immagine è rappresentata una ragazza sorridente con un jack russel in braccio. È nel cortile sul retro di una casa. Ha un sorriso in faccia,un neo vicino al labbro, e i capelli fluenti e neri.
-se la vedete,riferitemi dove si trova,ve ne prego. Comunque sia,sono riuscita a contattare il regista di Marble Hornets, Alex Kralie,che non sapeva nulla riguardo a mia sorella. Ho scoperto che stava per bruciare alcune cassette,ma dopo circa quaranta minuti di preghiere,ha accettato di spedirmele,a costo che mi accollassi le spese. Le esaminerò,in caso ci sia qualcosa di importante per le mie ricerche. Purtroppo le cassette non sono numerate,ma farò del mio meglio per metterle in ordine e pubblicare tutto ciò che possa rivelarsi interessante. Grazie per l’attenzione.-
La videocamera si spegne.
Ellen si sdraiò sul letto. le mancava sua sorella Sarah,le mancava da morire. colse un'ombra con la coda dell'occhio. guardò fuori dalla finestra,nessuno. alzò le spalle e si diresse in cucina per prepararsi una camomilla.
''che te ne fai di quelle cassette? dalle a me!''
''Ellen,io te le darei,ma non sono soddisfatto del film. le voglio bruciare.''
ci aveva messo del tempo a convincere Alex,ma alla fine le aveva ceduto i filmati.
la ragazza sospirò,e bevette un sorso di camomilla calda. era una notte come tante altre,eppure qualcosa stava cambiando: Ellen era appena entrata in un circolo vizioso,da cui sarebbe stato difficile evadere.
''l'ombra delle cose è solo la parte più timida di esse''
-anonimo  

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Capitolo 2
*** Entry#1 ***


la videocamera si accende: Entry#1
-salve,sono di nuovo io,Ellen. Esaminando le cassette ho trovato un piccolo filmato insolito,sembra che non sia stato girato per Marble Hornets. Eccolo:-
La scena si apre. È notte,colui che tiene la videocamera sta ansimando,trema. La casa è totalmente buia,e il regista si fa strada verso la finestra. Scosta la tenda,l’inquadratura si sposta su uno strano individuo in giacca e cravatta. Il ragazzo lo riprende,finchè questi non si gira.
-come avete visto,non si può sapere con certezza chi fosse l’uomo,ma Alex sembrava terrorizzato. Il viso di lui è irriconoscibile,probabilmente per la cattiva messa a fuoco. Ho trovato un secondo filmato.-
Ellen armeggia al computer,poi rialza il viso vero la webcam
-ve lo mostro.-
Alex sta guidando per una strada,è notte. ‘’l’altro giorno,stavo portando il cane della mia ragazza a fare i suoi bisogni’’ dice ‘’ad un certo punto vediamo questo tipo,fermo sotto un lampione. È altissimo,ma essendo lontano non colgo altri tratti distintivi… solo che il cane inizia ad agitarsi,e vuole tornare di corsa a casa. Beh,l’ho assecondato,ovviamente’’ il ragazzo tira su col naso ‘’voglio solo vedere se è ancora nei paraggi,perché…uh,era abbastanza strano,sapete…’’ il video continua per un altro minuto,in cui alex non trova nessuno.
-credo che si stesse riferendo all’uomo dello scorso video,ma non ne sono sicura. Sono entrambi molto alti,però,questo è certo.-
Jane sorride appena
-per adesso è tutto,sto ancora cercando di pulire gli altri file,sembrano danneggiati. Vi aggiornerò non appena posso.
La videocamera si spegne.

i͢l̕ ͢gh̢ia̶c͏c͜i̛o̧ è ͝sot̡til̢é

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Capitolo 3
*** Entry #2 ***


La videocamera si accende. Entry #2
-ho notato che molte delle cassette fornitemi da Alex non riguardano attuali riprese di Marble Hornets. Il regista ha iniziato a filmare solo sé stesso. Questo è un montaggio di circa dodici cassette che ho esaminato.
Alex è seduto sul divano,si vedono solo le sue gambe,dato che la telecamera è troppo vicino per inquadrare il resto. Dal rumore sembra che armeggi con dei fogli. Ad un certo punto si alza,e si risiede. Nel video successivo, tre secondi dove viene ripreso un bosco,o un parco, poco dopo il tramonto. Nello spezzone seguente, lui è al supermercato,e sta comprando svariate cassette nuove,sembra agitato.Dpo, il ragazzo è a casa sua,armeggia al computer,ed è notte. Si alza,controlla fuori dalla finestra e torna a sedersi. Nell’altro clip,riprese sfocate di alcuni alberi,è giorno. Ancora dopo, alex sta guidando,di sera,e non dice niente per trenta secondi circa. Nel video seguente è di nuovo giorno,e il giovane guarda dalla finestra,curioso. Dopo un po’ prende la videocamera e la porta da qualche altra parte,ma le riprese si interrompono su un mucchio di cianfrusaglie a terra.
-mi sembra che queste cassette non abbiano molto senso,e non possano aiutarmi con Sarah. Vedrò che fare con le altre,ne sono rimaste ancora molte. Alla prossima.-
La videocamera si spegne.

l̞̳̠'̲̪a̠͔͇͖̯̳̟c̘̝̥͚̞͈̫͖q̭̙u͙a̜̻͕̬͎͇ ͉͖̖̩̩ͅḛ̣̮͎͉̭͓̯̀ͅ ͔͖̙̩͈̻g̯̦̖̣̯͍͔̤̼e̹̠̹̱͎l̗̩̟̩͔̰̣̱̘i̦̞͙̺͚̗d̬̯̘̲̠̪̮a̪̞

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Capitolo 4
*** Entry#3 ***



La videocamera si accende: entry #3
-ho trovato una nuova ripresa. Putroppo c’è un problema con l’audio,non si sente nulla.-
Alex impugna la videocamera con mano tremante. È sera tarda,ed è in un parco giochi. Pochi secondi dopo l’inizio del video,ci sono delle interferenze in basso,che si calmano poco dopo. Il regista inquadra delle altalene che si muovono avanti e indietro,a giudicare dal movimento degli alberi deve essere a causa del vento,anche se,in effetti, si muovono in maniera alternata. Alex alza la videocamera dalle altalene,ed un ombra sguscia verso destra. La camera che un tremito e il ragazzo,dopo essersi guardato attorno e aver armeggiato con lo zoom,corre via.
-come avrete notato,sia questo video che quello della prima Entry sono senza audio. Tuttora non capisco il perché,forse aveva una videocamera di scarsa qualità…- la ragazza sembra perdersi per un attimo nei suoi pensieri –comunque,mi ricordo che aiutai Alex durante Marble Hornets, perché seguivo anche io un corso per sceneggiatori lì vicino,nonostante fossi un paio di anni più indietro rispetto a loro. Mi ricordo della giornata filmata nel prossimo video,tuttavia l’audio è malamente distorto. Questo clip risale a quando andammo  ad esaminare una delle location che avevamo scelto per girare.-
Il video si apre con Alex al centro dell’inquadratura,ed Ellen sulla destra. Si è sotto un gazebo,in un parco. ‘’questo è il posto dove voglio che il protagonista torni a riflettere…’’ inizia il ragazzo,mentre Seth,un collega,registra ‘’…tre quarti dall’inizio del film…’’ a questo punto ci sono delle interferenze in basso,dove sembra che il filmato vada avanti veloce per poi tornare indietro e rimettersi in sesto. ‘’..qui da solo?’’ chiede Seth. ‘’si,credo che metterò un-‘’ la voce di Alex viene interrotta da un suono pulsante,come se il microfono fosse stato messo in un barattolo di ovatta, legato alle sospensioni di un tir,o alla pressa di una grande industria di automobili. Il suono persiste per circa un minuto, durante il quale Seth si guarda intorno,la videocamera si ferma su Ellen (che fa una faccia buffa e poi lo esorta a riprendere Alex con un cenno della testa),e il regista indica un punto imprecisato nelle fronde,sorridente. Poi l’interferenza cambia,sostituita da un suono riconducibile al rumore che senti se ti porti una conchiglia ad un orecchio,ma amplificato e stonato. Un secondo di silenzio totale,poi ‘’…se tornare da Sarah…’’. Una nota appare in basso. '' alex aveva deciso di tenere i nomi degli attori anche per i personaggi ''. ‘’…per provare a riconquistarla e…’’ altre interferenze. L’immagine cambia, ora si è in una radura, con alti pini dal tronco scuro qua e là,ed uno spiazzo di erba verde in fondo,al confine con la foresta. Seth inquadra il profilo di Ellen,intenta ad ascoltare Alex,il quale viene ripreso subito dopo. ‘’ in questo punto,il giorno dopo, Sarah,Brian e forse anche Tim..’’ adesso la voce del ragazzo è amplificata,impura,ricorda la registrazione tra Houston e l’equipaggio dell’ Apollo11 ‘’…stanno tutti lì a ricordare i vecchi tempi,e… mi piace questo posto,c’è una bella luce,e poi questi alberi altissimi che mi piacciono molto.’’ Ellen interrompe l’amico,indicando una costruzione alta e rossa al limitare della radura ‘’e quella che cos’è?’’ domanda,curiosa,mentre Seth inquadra la struttura con lo zoom. ‘’mi sembra fosse un muro da arrmpicata,o una torretta dei pompieri,non ricordo bene…roba poco importante,comunque. Mi dispiace che stia là perche il contrasto tra rosso e ver..’’ ripartono le interferenze come prima,più marcate. Il video termina con un’ inquadratura di Alex che parla,il berretto ben calato in testa.
 
-ho ancora molte cassette da finire,e sono impegnata con l'università. Non so quando posterò la prossima Entry. Buona serata.-
La ragazza sorride
La videocamera si spegne.
 
 
 
i̡l͡͞ gh̷̨͞i̧͡a̵̕c͟͢c͠i͡o̵̷͜ ̷̡͟s͠i̡̨͘ ̢c̴͜͟r͏͜ę͝p̡a̷̶

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Capitolo 5
*** entry#4 ***


La videocamera si accende: entry #4
-ho trovato ciò che sembra essere il continuo dell’entry #1.- la ragazza si passa una mano tra i capelli.
Il video parte,ma non l’audio.
Alex si affaccia alla finestra,è notte,e la telecamera trema nelle sue mani.
Il solito uomo in smoking viene inquadrato,e il cameraman si allontana immediatamente,per riflesso. È tutto buio,Alx si è allontanato dalla finestra di svariati metri,e l’unica luce filtra dalla suddetta.
 Un’ombra si affaccia,il viso bianco,facendo scorrere le lunghe braccia sulla finestra,sinuosamente,e inclinando la testa da una parte all’altra.
-sto inziando a preoccuparmi. Temo si possa trattare di un qualche stalker. La cassetta successiva è la prima che riguarda interamente Marble Hornets- Ellen si sistema gli occhiali,armeggia al computer e il video parte:
i due sono in macchina,si mettono d’accordo riguardo alla scena. Qui Brian appare per la prima volta: è un ragazzo dal viso pulito, i capelli color avena e gli occhi verdeazzurri. ‘’devo parlare alla telecamera?’’ domanda. Alex risponde affermativamente.
Passa un minuto in cui Alex cerca qualcosa ‘’merda,ho perso il copione’’ borbotta,scendendo dall’auto. Dopo un po’ di ricerche,decide che andranno a memoria. ‘’fai tu le parti di Tim?’’ sorride Brian ‘’si,ok,non c’è problema’’.
Vanno avanti con la conversazione, nella quale Brian spiega che aveva sentito la mancanza della propria città quando era al college,ma ora che era lì si sentiva quasi melanconico…
Dopo aver finito, Alex si poggia la telecamera sulle gambe mentre si mette la cintura,e ripartono le interferenze sonore. Il video finisce qui.
 
Si sentono delle voci fuori campo –chiedo scusa- fa Ellen,di nuovo in webcam, -devo andare. Vi aggiornerò al più presto.-
La telecamera si spegne.
ị̵̜͍ļ̳̘ ̺̪͖̪͙̖ͅg͓͙̹͈̭͇hi̞͜a̺̯̥̥̻ͅc͟c̜͎̮i̳̮̫̲o̬͇͈͕͡ ̤̜̘͎̝͕s͉̺̥͖i͎̤ ̳ͅs͔̲̼̙̻t̳a҉͎̙ ̙̟́s͙͠c̡̗̬i̳͖̺̜ó̝͉̘̞̮̰ͅg̩͚̹̗̱͟l̛̪̩i̛̯͍̪̹̘̪͉e̜̲̲̯n͏͚̪d͏̱o̢͕̮̮͓̬

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Capitolo 6
*** Entry#5 ***


la videocamera si accende: Entry #5
-ho trovato delle nuove cassette. Nella prima,non c’è audio.-
Alex è sul pavimento,si vedono solo le sue mani che scorrono veloci su dei fogli,impugnando un carboncino.
‘lui è qui’
‘guarda…’
‘..occh…’
Soo le uniche parole leggibili da questa angolazione.
-questo è il secondo filmato. Devo ammettere che Alex sembra molto teso,non mi ricordavo di lui in questo stato, a dire il vero. La ragazza nel filmato è mia sorella…- Ellen deglutisce a fatica –buona visione-
Il video si apre sotto al gazebo visto nelle Entry precedenti. Appoggiato al bordo c’è Tim,uno dei protagonisti del film amatoriale. I suoi lineamenti sono forti,le spalle larghe,e i capelli portati all’indietro. Di fronte a lui,Sarah, indossa dei pantaloncini verdi e una polo bianca,e sposta il peso del corpo da una gamba all’altra,le braccia conserte.
Conversano per un po’,e verso la fine della ripresa, Tim tira fuori un pacchetto di sigarette e fa per accenderne una. Al secondo scatto di accendino,Alex lo ferma. ‘’la rifacciamo,non andava bene. Non sembravate naturali’’ commenta,schietto. Con un’alzata di occhi,Sarah acconsente.
‘’ancora,ancora…ancora?! Abbiamo fatto otto riprese…’’ si lamenta Tim a denti stretti,ritornando sulla sua sigaretta. ‘’azion…’’ alex si interrompe,dei bambini ridono fuoricampo ‘’aspettate,chiedo di allontanarsi’’  Sarah sbuffa ‘’questo succede quando decidi di affidarti ad un luogo pubblico…’’
 si sistema una ciocca di capelli ribelle e si mette le mani in in tasca,mentre Seth,alla videocamera,fa una risatina,divertito dalla situazione. ‘’che avete da dire?!  lo sapevate che oggi avremmo girato, e sapevate acnhe che ci sarebbe voluto del tempo!’’
 Tim fa un secondo tiro ‘’si Alex,ne siamo consapevoli’’ risponde insofferente ‘’se l’aveste fatta bene la prima volta non saremmo ancora qui a riprendere!’’ alza la voce l’altro. ‘’azione.’’
Ci sono altri stacchi,altre tre riprese che vengono interrotte tutte sui primi momenti. Dopo un po’, Alex si sente di nuovo,dietro alla videocamera ‘’tu non hai COSA?!’’
‘’senti,amico,mi dispiace,non volevo sprecare nastro…’’ si giustifica Seth ‘’abbiamo cassette in quantità,le HAI VISTE!’’ si infervora Alex ‘’mi dispiace,solo che era la pausa,non pensavo che…’’
‘’ti avevo dato UN SOLO COMPITO!       Se ti dico di fare qualcosa,tu non pensare, FALLA E BASTA!!!’’ dopo un altro minuto abbondante di discussione, Sarah prova separarli, ma il regista le consegna rudemente un copione ‘’ tu registra le tue battute e stai zitta,chiaro?!’’ Tim prende le difese della ragazza ‘’sei molto gentile,sai? Considerando quanto ci paghi,è ovvio che-‘’ viene interrotto all’improvviso ‘’ ah e dovrei pagarvi di più per cosa? per QUESTO?! Andiamo,siamo seri!’’
Dopo un po’ di scuse reciproche insofferenti,si riprende a filmare.
-ok,questo è tutto.- Ellen  fece una smorfia amara. le mancava la sorella,e vedere tutti quei video con lei protagonista la faceva stare male... –alla prossima.-
c̅ͨ̽̿̐ͥ'̄̅̄è̊͂ ̊̈́͛q͛̀͒̌̍u̐ā̔͛͊ͩlͬ̂c̉ͧͬoͥ͂̏̑̆s̋͌͂̆̐̚a̍̉ͪ͗ ̃͐̍ͤ̈́ͪ͗sͥ͋ͯ̔u̿lͣͮ ̌̏̔ͦ͂̋̌f̔ͬ̍oͭ̃͑nd̏̃͒̓̓̈́o͛ͨ̉͑̅͐ ̃̎ͣͧ͋̓̔ḋ̉̏e̿̈̔ͧ̌̊ͯl͌̊̆̎ ͌̾ͯ͗̄͛̿la͆̓ͧ̚gͪo͐

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Capitolo 7
*** totheark- saluti ***


Il video incomincia.
@Totheark ha postato un video di risposta al tuo ‘Entry#5’
 
Sfondo nero. Un rettangolo formato da ‘’ / ‘’ che si allarga sempre di più. Verso la fine,compare
                                           CLO
                                           SEL
                                             Y
 
 
Poi il video si interrompe.
 

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Capitolo 8
*** Entry#6\7 ***


la videocamera si accende: entry #6
-ho trovato un video preoccupante. Alex era effettivamente inseguito da uno stalker. E adesso è in fuga da qualche parte. Nell’ultima cassetta che ho trovato,ci sono riprese al buio di Alex che corre nel bosco,con una torcia. Di nuovo nessun audio,purtroppo.-
La ragazza sembrò sorpresa. –qualcuno ha appena pubblicato un secondo video di risposta alla scorsa entry. Lo riproduco qui..- decide,incerta.
Il video parte,sfondo nero,e parole sconnesse qua e là sullo schermo. ‘’i laghi’’;’’in’’;’’prenderà’’; ’’prenderanno’’;’’in silenzio’’;’’si’’;’’ogni creatura’’;’’della notte’’.
-beh,il video finisce qui…- Ellen si sistemò gli occhiali,ammiccando –‘’Totheark’’ ha postato questo video…mah…- sospirò,lasciando perdere. Spense il computer,dopo aver caricato il video. L’entry di questa volta era durata poco: erano le 23.00,e il giorno dopo aveva lezione di semantica. Tuttavia, voleva sapere di più. Era ovviamente preoccupata per il suo amico. Accese la videocamera,e inserì la prossima cassetta.
Ciò che la vide le fece venir la pelle d’oca: alex aveva iniziato a filmarsi mentre dormiva. Dietro di lui,sulla parete,migliaia di disegni a carboncino,rappresentanti cerchi e X sovrapposti,parole sconnesse e disegni rozzi di alberi o persone senza volto. Anzi,a guardare meglio ,era sempre la stessa persona senza volto.
Ad un certo punto,si sente un rumore. Il regista si alza,va a controllare in corridoio:niente. Torna a dormire. Dopo qualche secondo che si è coricato, Ellen sente il sangue gelarle nelle vene: qualcuno è appena passato dietro la videocamera,proiettando la sua ombra sulla parete dei disegni. La cassetta finisce qui.
La ragazza toglie immediatamente il filmato,poi si passa una mano sui capelli umidi:sta sudando freddo. Era vero,qualcuno seguiva Alex, lo seguiva perfino nella sua stanza. Accese il pc,e caricò in fretta il video.
Entry#7.
Non appena lo ebbe postato sul tubo, qualcuno le rispose. –Totheark…- pensò ad alta voce la ragazza. Visualizzò il filmato: una finestra vista dall’interno si illumina di lampi,fuori piove. ‘’sto guardando’’ appare all’improvviso,sullo sfondo nero. Dopo pochi secondi,una seconda parola si aggiunge ‘’te.’’
Ellen chiude la finestra,arrabbiata. E pensare che per un attimo aveva creduto che Totheark potesse sapere qualcosa su sua sorella… uno dei soliti burloni che sfruttano situazioni di disagio per fare degli scherzi idioti. Ellen decide di coricarsi. Ci penserà la mattina dopo.

t̤̙͉̯̒ͣ̍ͤĩ̪̂͂̂͊̀ͣ ̳̐̓̐̓̒s̬̫̮͕͕̑̾̐̔̄t̮̭͕a̗͉̯͗ ̫͚̤̬a͎̩͍̳̟̩̝ͯͦ͒̍͊ͦs̖ͨ͗p̳̖̺̥ͣ̈́e̗̖̯͙̲̼̫͆t̹̞̬̫̻̞̪̓ͨ̍̓̎t͕̲͋ͥ̿̉̊a̮͍̹ͣn͍̥̟͒ͮ̚d̆͊̍̽͐̔͊ô̈́ͩ

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Capitolo 9
*** Entry#8 ***


La videocamera si accende: Entry#8
-ho trovato un nuovo video.qui si è sul set di marble hornets,nel bosco.-
Alex e Seth stanno passeggiando. Dopo un po’,il secondo va a recuperare una macchina da presa lasciata in macchina. Intanto,alex esplora i dintorni,e spostando delle foglie da un blocco di cemento,trova il simbolo che ricorreva sui suoi fogli : il cerchio sovrapposto alla croce.
-mi aspetto che fra pochi secondi…- una notifica. Lo sapeva. Ellen muove i cursore su ‘video di risposta’. Stavolta,la ripresa è da lontano. C’è un piccolo parcheggio a quattro posti,circondato da natura lussureggiante. C’è un solo posto occupato,la berlina bianca di Alex. Dopo un po’, un ragazzo si avvicina: è Seth,che apre lo sportello del posto di guida e ne trae una videocamera,poi torna indietro per il sentiero da cui era arrivato.
Ellen corrugò la fronte. Era lui, colui che perseguitava Alex,e adesso si stava prendendo gioco di lei. Decise di pubblicare un nuovo clip,stavolta non lo avrebbe nemmeno guardato,lo avrebbe semplicemente lasciato su YouTube. La stanza nel filmato è buia,l’unico spiraglio di luce proviene dalla porta semichiusa,dalla quale poco dopo entra il regista. Accende la luce,gira la videocamera verso di se,e…
Ellen si tappa la bocca con le mani per soffocare un gemito: l’amico è pieno di sangue: rivoli colano dalla fronte,sugli occhi fino al mento,e gocciolano sulla t-shirt bianca. Accende la webcam.
-sono di nuovo io. Avete visto il video. Devo trovare Alex. Devo trovarlo il prima possibile.-
Totheark ha risposto al tuo video ‘’Entry#8’’
Ellen non vide il video. Non lo aprì nemmeno. Non era in vena di scherzi,al momento.
Le riprese sfocate di una casa con sottofondo bineurale. Alla fine del video,una scritta… ‘’sanguina di più…’’
La videocamera si spegne.
 
n͟͟ó͘͡n̶̢͞ ͡c̶a̵͟d͟e̶r̕e ͠͝

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Capitolo 10
*** Entry#9 ***


la videocamera si accende: Entry#9
Ellen aveva una videocamera portatile . stava guidando,e aveva posizionato l’apparecchio sul cruscotto,puntato verso di lei. Aveva legato i capelli in una coda di cavallo,e giocava con un ciuffo ribelle. –mi sono ricordata di avere in rubrica il numero di uno degli attori di marble hornets, Tim. L’ho contattato,magari lui sa qualcosa riguardo Alex e\o mia sorella. Gli ho detto chi ero,per fortuna si ricordava di me.- la ragazza rallenta.-sono arrivata. Gli ho detto che volevo rimettere insieme il cast di marble hornets e finire il film,e che oggi lo avrei sottoposto ad un provino.- Ellen sospirò –speriamo sappia qualcosa…-
Entrò nell’edificio,una scuola di recitazione che frequentava Tim. Il ragazzo era chino su una fontanella. ‘’non è cambiato di una virgola’’ pensò Ellen. –ehilà! Da quanto tempo,eh?- sorrise,avvicinandosi a lui. Si scambiarono dei convenevoli,poi entrarono in un’aula libera. Lei poggiò la videocamera sul tavolo,e porse un copione a Tim. –prima di tutto…- iniziò
 –se per te va bene,vorrei sapere qualcosa sulla vecchia produzione..uh,sai,non sono stata molto presente vorrei sapere in linea di massima,più o meno,quello che avete fatto.. riguardo Alex,il suo stile di ripresa eccetera…- lui si grattò la nuca –beh,riguardo le riprese,non sono molto sicuro..non…non sono mai stato molto bravo con quegli aggeggi..-
-e,per alex?-
-non gli parlavo molto,conoscevo solo Brian sul set,mi ha fatto partecipare lui al progetto,sai com’è- sorrise incerto-non che ci fose molta scelta dalle mie parti,comunque…-
-beh abitavate relativamente nel mezzo del nulla,con rispetto parlando- fece lei,per saperne di più riguardo il bosco dove totheark aveva filmato Seth,ma sperò che suonasse come una battuta
-in effetti hai ragione,anche se..se,insomma… si,ci si conosceva un po’ tutti- fece lui,armeggiando col copione.
 –e poi,dopo un po’ abbiamo dovuto abbandonare,perché,beh,Alex era..uh..era abbastanza ansioso, si arrabbiava tipo per ogni minima cosa,e questo..uh,in queste condizioni è un po’ un casino lavorare,non so se mi spiego..-
-capisco- Ellen si ricordò della ripresa sotto il gazebo
-inoltre,non lo so perché,aveva un sacco di…di cassette,si,che però non erano per il film,le teneva per..per sé,credo,non saprei-
La ragazza fece per chiedergli di Sarah,poi però un pensiero le balenò in mente ‘scusa,ma voi non siete sorelle?’ si sentì una tale stupida. Capì che non avrebbe ottenuto molto da Tim,quindi sorrise e si sporte in avanti –ah,quasi dimenticavo! Sai che fine ha fatto Brian? È da u po’ che non lo sento!-
Il ragazzo si grattò la testa –in effetti,io…hai ragione,anche io non gli parlo da un po’,ma credo che sia,diciamo,occupato con la scuola,sai… comunque,ora che ci penso, proprio Brian mi disse che Alex si era trasferito,da..da qualche altra parte,non saprei dove… mi disse che trovava degli animali morti nel giardino o cose simili..-
Ellen sgranò gli occhi –inten…intendi proprio animali? Opossum,cani…-
-non ne sono sicuro,sai…-
La ragazza lo interruppe-e,riguardo la location? Avete girato nel bosco,vero?-
-si,la maggior parte delle riprese era in boschi,o parchi,o simili, a anche…luoghi pubblici,insomma-
-hai mai notato qualcuno di strano? Magari in abito elegante,giacca e cravatta?- si accorse della idiozia appena detta solo dopo che ebbe finito la frase. Avrebbe voluto resettare la conversazione
-ehi,è passato un sacco i tempo,non è che mi ricordo tutto,ora mi chiedi di…di un uomo in giacca e cravatta…- lui si frizionò i capelli –senti,mi dispiace davvero,ma io dovrei andare a pranzo dopo questo,e…-
Lei arrossì,si era scordata completamente del provino –oh,si,si giusto,scusami,uhm…allora faccio io le parti degli altri personaggi,ok?-
Recitarono per un po’,o almeno,Ti m recitò, Ellen lesse i paragrafi senza espressione. Infondo,tra i due lei era la sceneggiatrice,non l’attrice. Dopo il provino, Ellen gli disse che lo avrebbe chiamato, e si avviarono verso casa.
La videocamera si spegne. s̢͜e̴̢̛i̢ ̡͘c̴̵̛i̶̧͝r̛͏͘͢͞c̸̵̡̧̨o̴n̷͢d̵̨̢͝à͜t҉̸̛͞o̵̷̵͡ ̵͠͝ḑ̶͘͝a̡͘ ̵͟c͏̢̢r͡͏̨͏͝ȩ̷͢͜͠p̕ȩ̡̢̕

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Capitolo 11
*** totheark- protettore ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘Entry#9’
‘tick tock’ è la scitta al contrario che appare al centro dello schermo.
Immagini distrorte di brian,con un codice binario sul suo viso. Il video finisce un minuto dopo.

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Capitolo 12
*** Entry#10 ***


La videocamera si accende: Entry#10
-ho ricevuto una soffiata anonima. Mi hanno detto dove potrebbe essere Brian.stanotte vado a controllare.-
La ragazza si legò i capelli in uno chignon,con due ferri a tenerlo fermo,poi si munì di torcia e videocamera,e si diresse verso l’indirizzo indicato. Scese dall’auto,e andò all’ingresso –ti pareva.- la porta,rigorosamente chiusa,era ben salda,impossibile da scardinare,in ogni caso. La ragazza si diresse sul retro, verso la porta di servizio.
 Era composta da un’anta scorrevole,che si aprì senza difficoltà. Quando entrò,la ragazza si trovò su un pavimento in moquette. Fece qualche passo,la torcia puntata a terra,e rabbrividì quando sentì qualcosa accartocciarsi rumorosamente sotto i suoi piedi. Cauta,guardò in basso: un tappeto di buste e sacchetti invadeva il pavimento: patatine,merendine,gallette,di tutto.
Salì al piano di sopra. Le scale davano direttamente su un ripostiglio aperto,dove erano stati posizionati un materasso e delle coperte. Proseguì verso destra,ma sentì la bile risalirle su per lo stomaco. si costrinse carponi,tossendo e ansimando. ‘’che merda ho mangiato oggi?’’ diede la colpa ad un’ intossicazione alimentare,contò fino a dieci e si calmò. Inspirò profondamente,alzandosi, e appoggiandosi al muro. ‘’andiamo,resta solo il bagno…’’ si diresse verso la stanza,e aprì la porta.
Si pietrificò: il lavandino era rosso di sangue,e la porcellana bianca illuminata dalla torcia faceva spiccare ancora di più i rivoli vermigli che sembravano petali di un macabro fiore.
Sentì un tonfo. Corse giù per le scale,benedendo la moquette che attutiva i passi,e si diresse alla macchina.
La telecamera si spegne. A̷̧̡̨͜T͜͢͜͝T͢͡È͞N̷͡͝Ź̡͟͟I̡̕O̴͠Ņ̷E͠

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Capitolo 13
*** entry#11 ***


la telecamera si accende:Entry#11


-ho trovato un altro video in cui aiuto Alex e Tim a girare.-


Tim è in piedi in un angolo,la tele camera lo riprende dalla vita in su. Accano a lui una finestra con le tapparelle abbassate pr metà. È giorno.


‘’Ellen,tu leggi le battute di Sarah… a proposito,come sta?’’ chiede Seth,curioso


‘’insomma’’ risponde lei,sorridendo’’ha ancora la febbre…’’
‘’ok,basta cianciare! Tim,inizia da ‘perché te ne sei andata’,ok? E…azione!’’


Tim si gratta uno zigomo. ‘’allora…perché sei tornata? Per brian?’’ Ellen sospira ‘’credevo che  me lo sarei lasciato alle spalle con il resto della città…non è stato così…’’ il ragazzo si massaggia la nuca ‘’pensavo avessi chiuso con lui…’’ Alex interrompe’’buona,andava bene!’’ Tim stringe gi occhi e li riapre, sbattendo le palpebre velocemente ‘’problemi a dormire?’’ ride Seth.


Tim annuisce.’’ Lo avete scritto voi quel copione?’’ Ellen spettina  i capelli ad Alex con una mano ‘’uh-uh! Bel lavoro,eh?’’ l’attore si guarda intorno,non risponde ‘’e Brian?’’ Alex tentenna  ‘’credo di aver capito che avesse fame…sarà andato a prendere degli snacks…’’


‘’comunque sia’’ comincia Seth,armeggiando coi copioni ‘’mi spieghi perché ti ostini a tenere giacca e berretto al chiuso?’’ il regista alza le spalle ‘’fa freddo qui dentro,è come avere un condizionatore puntato addosso!’’ l’immagine si blocca su Tim,accanto alla finestra,sul punto di scoppiare in una risata mai sfogata.


Ellen rimase a fissare l’immagine.non ricordava nulla di tutto questo,non ricordava una singola parola,un singolo movimento,non ricordava di essere stata presente. Le venne la pelle d’oca. Non lo aveva notato, come aveva potuto? Perché,perché,perché?!


Dietro la tapparella, una figura dal viso candido e dall’abito nero osservava la scena,anzi. Osservava dritto in camera.


La telecamera si spegne. ḽ̩̞a̻̟̪͙ ͔͓͚̗̠̦̣͓n̞̟̠̫̝͔̮̳̳̺̘̲͉̬ͅͅͅe̜̲͎̤͇̹̜v͚̹̱͇͇͉̦̙̯e͓̼͖ͅ ͙̹̦̜̘̜̤h͖̟̪͚͍̠̠̺̺͕a̱̲̻̲͕͍̥̖̣̠̖̥̻̝ͅ ͉̫̤̯͓̺̻̙̞̪͔s̪̠̬̟̫̺̩͕̖̪̦̼͈̙̰̜̘m͕̠̞̥̜̲̲̦̱̹̻͍̩e̠̳̭͙̯̙͚͕s͙̣̣̹͓̬͎̟̪̥̗̻͕͎͎͙̝͔̗s͈̘̺͉͙̩̺̬̮ͅͅo̟͙̦̱͓͉̳̦̻͇̩̣̲̳̫̫̦̤̘ ̫̯̼̞͔͓̪̤͕̲͕̰̯͇̪͈̦d̞̮̙͖̜̫̣͚̺͖̱̝̙͙͚͖i̯͈̺̹̮̤̖̭̥̫͇̘͎ ̲̙̝̦͚̹̳͍̗̝̤͓̟̪̙͎̝c̣͚̹̟̟̠͇̰͇a͉̜̠ͅd̞̜̻̻͕͍͓̗e͇̗̥̬̣̞͕̩̱͉̱̩͓̣̱̪ͅr͚̹̣͔̗̪̝̘̪̲e͈͍̩̱͎̙

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Capitolo 14
*** Entry#12 ***


La telecamera si accende:Entry#11
-totheark ha risposto nuovamente al mio video. Sono riprese a caso di un vecchio film in bianco e nero, e alla fine c’è scritto ‘’chiudi le finestre,torna indietro’’- Ellen sospirò –spero che stia guardando questo video.- la ragazza alzò il pugno,mostrando le nocche,poi alzò il dito medio. Lei si spostò su una telecamera portatile. –ho deciso di tornare nella casa. Non so che altro fare,è il mio unico indizio per adesso.-
 
Quindici minuti di guida dopo,Ellen stava cercando di aprire la porta sul retro. chiusa. Accanto,però,una finestra palesemente rotta le offriva un’ottima via di entrata. La sollevò con cautela,sedendosi sul davanzale e poggiando i piedi sul pavimento. Richiuse la finestra. Le sembrava ci fosse più disordine dall’ultima volta che era stata là… c’era carta straccia ovunque,i divani erano stati rovesciati.
 
La giovane gelò. Passi. –e-ehilà?- mai si sentì tanto stupida in vita sua. Aveva appena rivelato la sua posizione a chiunque stesse abitando quella casa.
 
Qualcuno che aveva a che fare con buio e sangue. Quasi inciampò su un tavolino ribaltato –chi c’è?- oramai aveva fatto la cazzata per eccellenza,tanto valeva andare fino in fondo.
 
Controllò nel ripostiglio al piano di sopra,niente. Continuò dritto per il corridoio,ma qualcosa sul pavimento catturò la sua attenzione: un pupazzo bianco,rozzo e nudo,rappresentante una specie di…alieno?
 
 Lunghe braccia e gambe,una testa ovale e due spilli al posto degli occhi. Si chinò per sfiorarla,ma una serie di colpi sordi alle sue spalle la fecero girare di scatto.
 
Ellen Jane non aveva mai avuto tanta paura in vita sua. Si paralizzò,incapace anche solo di sbattere le palpebre. In mano alla tremante ragazza,la torcia aveva proiettando un fascio di luce dritto verso il ripostiglio col materasso. Seduto su di esso, un uomo. Indossava una candida maschera  veneziana,dai tratti femminili e le orbite vuote. Il primo pensiero di Ellen vagò verso Hollywood e in particolare il film ‘venerdì 13’.
 
 –Alex?- gemette,irrazionalmente. Quasi l’avesse sentita, l’individuo scattò in avanti,precipitandosi verso Ellen. Finalmente i muscoli le risposero di nuovo,e lei si lanciò in direzione delle scale. Il corridoio da quella prospettiva sembrava interminabile. La ragazza incespicò sulla moquette,e l’uomo le fu addosso. Seduto sulle gambe di lei,cercava di strapparle la telecamera.
 
 Ellen  fece l’unica cosa,stupida ma allo stesso tempo inaspettata ,che le venne in mente: contrattaccare. Con la mano libera si sfilò uno dei ferri che aveva tra i capelli,e colpì alla cieca. Rumore di tessuti stappati,poi si sentì improvvisamente più leggera. Accasciato a terra,lui tossiva e gemeva. –no…- la ragazza era sul punto di piangere –no,no,no,no,no,non è così che deve andare, oh cazzo…-
 
‘’tesoro’’ le diceva sempre il suo papà ‘’questo è il numero che devi chiamare quando qualcuno si fa la bua.’’ Ellen era molto piccola al tempo ‘’mi raccomando,se mamma o papà stanno male,componi questo numero qui: 9-1-1!’’
 
Con le mani tremanti e le lacrime che le scorrevano sulle  guance,Ellen compose il numero: si salve sono Ellen Jane Burton,e ho appena infilzato un uomo dopo essermi introdotta clandestinamente a casa sua. –non posso…-  biascicò semicoscente.  L’assalitore si contorceva per terra,estraendosi lentamente il ferro dalla spalla. Da codarda quale era, la giovane fece l’unica cosa in cui era sicura di riuscire: scappò.
 
Poco prima di arrivare alla porta,si fece tutto nero.
 
La telecamera si spegne.
il͝ ͢g̸hia̛c͟ci͘o͢ si̕ ͘è rot̀t͏o̴.͟ st̸ai̕ ҉annega͞ndo.  

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Capitolo 15
*** totheark-messaggi ***


 
Totheark ha risposto al tuo video ‘’Entry#12’’
Immagini in bianco e nero di navi da guerra americane. Sullo schermo compare ‘’dicci se hai’’
‘’dicci se hai mantenuto’’
‘’dicci se hai mantenuto dei segreti’’
Un’immagine,probabilmente una vecchia foto,di un soldato sorridente
‘’sorridi per la videocamera’’

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Capitolo 16
*** Entry#13 ***


La videocamera si accende: entry#13
 
Ellen è seduta difronte al pc: i capelli sono in disordine,le occhiaie marcate.
-non ve lo avevo detto...- Incomincia lei -...avevo iniziato a riprendermi anche io durante il sonno,come faceva Alex...- deglutisce a fatica. -siccome non apparivano cambiamenti rilevanti,ho smesso di visionare le cassette dopo un pò... Questa però risale a due notti dopo l'incontro alla casa...-
 
Il video parte. Ellen, in un patriottico pigiama blu con la bandiera americana sul davanti, si sdraia nel letto,dopo aver poggiato gli occhiali sul comodino. La videocamera è poggiata su un treppiedi,e riprende interamente il letto della ragazza,il comodino accanto ad esso,la finestra dalle persiane abbassate e l'armadio basso nell'angolo della camera. L'abatjour è stata dimenticata accesa,quindi le riprese della stanza sono divise in due porzioni ben distinguibili dalla differenza di luminosità. Passano dieci minuti prima che il video venga distorto da delle interferenze,che fanno aumentare sensibilmente il contrasto. Lo schermo si fa nero.
Quando il video riprende,c'è lui seduto in cima all'armadio,la maschera piegata verso destra,ad osservare la ragazza dormiente. Le immagini sono confuse,la luce va e viene piu volte. Lo schermo diventa di nuovo nero,quando riprende,l'uomo è ai piedi del letto. Succede di nuovo,e stavolta si è posizionato tra la finestra e il letto,a guardare la giovane addormentata dritta in viso. Il filmato si scurisce una quarta volta,e quando ritorna luminoso,lui è in piedi,guarda fisso lo spettatore con le sue orbite vuote. 
" Sorridi per la videocamera :) "
 
Ellen si passa una mano tra i capelli. Non pensava che lo avrebbe mai detto. -non sono più al sicuro in casa mia.- geme - mi trasferirò in un hotel,finchè non si...calmano le acque,credo?- sospira. -alla prossima,forse.-
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 17
*** entry#14 ***


La videocamera si accende:Entry#14
Su uno schermo nero,appare la scritta: “ questo video preregistrato doveva essere l’entry13. Tuttavia,per l’emergenza dello scorso video,lo pubblico adesso, è un elenco di oggetti trovati nella casa . “
 
1-pillole.
Un flaconcino appare sullo schermo. L’etichetta è stata strappata via. “ il contenitore è vuoto. “
‘’tuttavia,quando lo vidi la prima volta nella casa era ancora mezzo pieno,e io di sicuro pillole non ne ho prese.”
 
2- i disegni.
Disegni identici a quelli di alex,sempre a carboncino o col pennarello nero,sempre rappresentanti le stesse cose.
“dimentico ciò che accade”
“lui mi vede”
“l’arca”
“guarda sempre,niente occhi”
“Sul retro del foglio,c’era una scritta a matita. ‘alla torre’. So esattamente dove devo dirigermi.”
 
“inoltre,ho quasi finito di visionare tutte le cassette di Alex. Questa è una delle più interessanti.”
Il video parte:
ci sono Sarah e Alex,lei sulla poltrona,lui sdraiato sul divano. Seth sta riprendendo.’’eccoci qui,filmando una featurette per il dvd! ‘’esordisce il cameramen ‘’aspettiamo Tim?’’ chiede lei ‘’si,io intanto do una rinfrescata a questi muri bianchi,ci vuole un tocco di colore!’’ fruga dietro al divano,e ne trae un quadro,rappresentante degli alberi in autunno. ‘’woah,che bello!’’ fa la ragazza,estasiata.
 
 ‘’ho il pieno controllo creativo qui,non uso nemmeno il gancio!’’ scherza il regista, ponendo il dipinto in equilibrio tra la spalliera e il muro. ‘’questo perché non c’è un gancio,alex’’ ride Seth,da dietro all’obiettivo.  ‘’allora,siamo a casa di Brian,che ha sempre avuto ottimi gusti in fatto di arte,e aspettiamo Tim,che è piuttosto in ritardo…’’
 
‘’brian è da qualche parte,non sappiamo dove’’confessa Sarah con un sorriso gioviale, ‘’cooomunque,abbiamo revisionato il copione’’ Alex la interrompe ‘’tua sorella ha revisionato il copione, solo che le hai passato la febbre poco prima di guarire e non può essere con noi stasera!’’ la prende in giro Alex. Si sente bussare alla porta ‘’finalmente! Tim è qui!’’ delle violente interferenze distorcono l’audio,rendendolo maledettamente acuto.
 
Sarah va ad aprire la porta, ne entra un Tim pallido come un cadavere,un giubbotto beije  sfatto e i capelli in disordine. Entrando, si appoggia alla parete,dondolandosi leggermente da una parte all’altra ‘’accidenti,ma ti sei visto!? Che brutte occhiaie,da quant’è che non dormi?!’’ lui non le risponde,non la saluta nemmeno. ‘’ma perché diamine fa così freddo a giugno…’’ Sarah fa un’espressione offesa alla telecamera,così esagerata da risultare comica.
 
C’è una pausa, recitano per un po’,ma le prestazioni di lui sono abbastanza carenti. ‘scusatemi’’ dice,alzandosi e dirigendosi verso la porta ‘’ho bisogno di una boccata d’aria…’’ ad un certo punto il suo corpo viene scosso da un violento conato,e inizia a tossire.
 
Preoccupati dai rumori che provengono dall’ingresso,Sarah,Seth e Alex accorrono ‘’Tim,tutto apposto?’’ fa il cameramen ‘’lui tossice un’ultima volta,e ingoia qualcosa ‘’si,si tranquilli…’’ Sarah si avvicina ‘’cosa sono quelle?’’ lui scuote la testa ‘’no,non preoccupatevi,solo delle medicine che devo prendere…’’
 

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Capitolo 18
*** entry#15 ***


la videocamera si accende: Entry#15
 
“oggi sono andata alla torre rossa. Dovevo controllare se ci fosse davvero qualcosa di utile.”
Ellen parcheggiò vicino all’entrata del bosco. Si incamminò verso la radura della scorsa volta. Pensò a tutto ciò che le era accaduto. Alla casa,alle pillole che aveva trovato,a Tim che aveva bisogno di medicine per stare meglio. Ovvio che pensò che le due cose fossero collegate,ma…andiamo! Tim? Coinvolto in questa storia?lui che ne sapeva meno di tutti? Più che altro,il vero problema era Brian. Sparito,proprio come sua sorella.
 
Ellen fece attenzione a non inciampare in una buca. ‘’forse dovrei cambiare aspetto’ pensò ‘’non essere ridicola,non sei in una spystory…’’ la smentì subito la vocina cattiva che ognuno di noi ha nei menandri del proprio cervello...
 
Finalmente,dopo cinque minuti buoni di cammino,giunse alla torre. Era una struttura alta 10 metri circa,grande per contenere due uomini al massimo, la vernice rossa sbiadita,e dalla forma triangolare. Ellen le girò intorno,e trovò un’entrata sul retro,dove era poggiata una trave di legno.
 
Notò che a terra era pieno di nastro della polizia,vecchio e consumato. C’erano dei pioli attaccati ad una parete,e impugnata saldamente la telecamera, ellen decise di arrampicarsi. –molto probabilmente,dall’alto vedrò un qualche messaggio segreto- scherzò,ansimando –o magari è tutto inutile e non è questa la torre a cui Alex si riferiva…- aggiunse in un sussurro.
 
Arrivata quasi in cima,si accorse che un piolo mancava. Passare al successivo sarebbe stato impossibile, data l’assenza del corrimano. Tuttavia,nell’anfratto dove una volta era inserito il gradino,c’era una scatoletta di metallo. La ragazza fece per prenderla, ma perse l’equilibrio e la videocamera le cadde a terra.
 
Tossendo, ridiscese,e recuperò l’apparecchio. Una volta fuori dalla torre,e calmatasi la tosse, aprì il contenitore di metallo,rivelando una cassetta al suo interno.
 
Tornata a casa, inserì la cassetta nella videocamera,al posto della sua,e visualizzò il filmato registrato su di essa.
 
Alex è insieme a Seth,è notte,e il viso del regista è illuminato dalla fredda luce di una torcia a batteria. –sta registrando?- è la domanda,distorta dalle interferenze,dio Alex –si,possiamo andare-risponde l’amico.i due sono in un edificio, irriconoscibile a causa del buio. Pezzi di intonaco e carta straccia sono ovunque sul pavimento,a fare compagnia alla polvere. C’è una ripresa di delle scale,e l’interferenza si fa più forte. I due salgono,e giunti al piano superiore,trovano un foro nel muro: probabilmente,all’inizio il foro conteneva un tubo,ma non si può definir con precisione a causa del buio.
 
Alex sta cercando qualcosa,guarda per terra attorno a lui,mentre le interferenze si calmano… ad un certo punto, il regista indica a Seth di riprendere una colonna,e di attivare il visore notturno.
 
Ellen ebbe un brivido.
 
Sulla colonna,invisibile in precedenza,una chiazza di sangue scarlatto colora la calce. –è secco- dichiara Seth,impietrito. –cen’è altro- sospira il compagno,puntando la luce contro quello che sembra essere un vecchio caminetto. Completamente ricoperto di rosso. –andiamocene.adesso.- Alex cerca di mantenere un tono di voce calmo,con scarsi risultati. Le immagini diventano in bianco e nero,poi statiche,poi riprendono.  Ad un certo punto,lo schermo si fa nero.
 
Il clip è sfocato,la telecamera si muove freneticamente, Seth sta scappando.
 
Dopo alcuni secondi di interferenze gravi,il video è di nuovo calmo,la videocamera è montata su un treppiedi,e riprende Alex seduto contro una parete di casa sua. –seth- esordisce –sen’è andato.- respira piano. –non so come sia successo…so solo che l’ho abbandonato…- il ragazzo fa un altro respiro profondo,cercando le parole. –Brian- continua –sen’è andato…- ingoia a fatica,come se stesse cercando di mandare giù una pillola senz’acqua. –e anche Tim,e Sarah, e Ellen…tutti quanti…se ne sono andati…-
 
sta zitto per qualche secondo –mi sono appena svegliato in questa casa,con la cassetta. Non c’era la videocamera di Seth. Tutto ciò che riesco a ricordare è sul nastro. Me ne voglio andare da qui.- il video sembra finire,poi riprende. C’è alex,e l’ombra di una mano,anzi,non di una mano,ma di un artiglio si avvicina alla sua,divenendo parte di essa. –credevo sarei stato al sicuro qui. O forse fuggendo,ma le cose sono peggiorate. Torno al mio vecchio appartamento. E brucio le cassette.-
 
il video finisce.
La telecamera si spegne.

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Capitolo 19
*** entry#16 ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘entry#15’
 
Attenzione
Torna da noi
Immagini in bianco e nero di persone che vanno in bicicletta negli champs elysees
Svegliati
Un marinaio si sciacqua il viso
Aiatiuwolarlarlwe
 
Ellen guardò il video contrariata. Non aveva senso,come al solito. E le lettere sconnesse alla fine,poi…
 
Una notifica.
 
Totheark ha risposto al tuo video ‘entry#15’
Riprese sgranate e con u contrasto decisamente troppo alto,rosso accesso. Non si capisce cosa viene ripreso,sembra essere una finestra con delle sbarre,o una porta scorrevole. Una silhouette attraversa lentamente,inesorabilmente, la parte più luminosa dello schero: è un uomo,con la testa china in avanti,oppure innaturalmente piegata a destra,impossibile dirlo. L’anta della finestra si chiude.
Ci sono porte
Non aperte
 
Ellen sapeva a che cosa si riferiva totheark: la casa.alcune parti rimaste inesplorate. C’erano altri misteri? Non erano già abbastanza quelli presenti al momento?!
 
Logicamente, la ragazza era riluttante,se non terrorizzata, all’idea di dover tornare in quel postaccio. Fece una lista dei motivi per cui doveva tornarci e una dei motivi per cui non doveva tornarci.
 
Pro:
-ci sono altri oggetti da recuperare
-molto probabilmente,dopo essere stato ferito,il tizio mascherato non si ripresenterà
-non so che altro fare
-comunque ci andrò di giorno
-me lo ha detto totheark
 
Contro:
-sono quasi morta là dentro
-me lo ha detto totheark
 
Ellen ricontrollò la lista. Poi aggiunse la voce ‘’non andrò a mani nude’’ ai pro. Si diresse in cucina,e prese un coltello abbastanza affilato,uno di quelli di ceramica di ultima generazione. Sperava che,come secondo il foglietto delle istruzioni, avrebbe ‘tagliato in maniera molto più precisa rispetto ai vecchi ed obsoleti coltelli in metallo!’
 
 lo mise in una borsetta,insieme ad un paio di cassette vergini,delle pile di ricambio e il suo cellulare.poi raccolse la torcia e la telecamera,e si diresse all’auto.
 
Questa volta,la porta frontale era aperta. Ellen non seppe se definirlo un buono o un cattivo segno. Il corridoio era,come da copione, ingombro di sporcizia. La ragazza ebbe un presentimento. Si affrettò verso le scale,in cima alle quali stava seduta la bambola bianca, a guardarla coi due spilli inespressivi.
 
Lei salì le scale, e provò ad aprire le prime tre porte. Chiuse.  Allora,si diresse verso l’unica aperta,alla fine del corridoio.: il bagno. Guardò nel lavandino,lindo. Sentì un rumore provenire dal corridoio,andò a controllare: non c’era nessuno,ma la porta n°3 era aperta. Si avvicinò con cautela,una mano nella tracolla,pronta a estrarre il coltello in caso di necessità.
 
La camera era un caos: la spalliera del letto,in una angolatura strana, riposava ad un lato della stanza,mentre il materasso era stato poggiato ad un muro.una sedia era stata squartata e privata delle imbottiture.Indumenti vari erano sparsi sul pavimento,e sul comodino un flacone di pillole giaceva capovolto. Alle sue spalle,la porta si chiuse.
 
Lesta come un felino,resa veloce dalla paura di essere stata intrappolata, la giovane corse verso il pomello,e con suo grande sollievo,la porta si aprì regolarmente. C’era un quadro storto ad una parete,che lei non aveva notato prima,rappresentante il ben noto simbolo della croce nel cerchio. Per l’ennesima volta,la ragazza si domandò il suo significato. Assorta nei suoi pensieri,si dimenticò dell’esplorazione.
 
Corse fuori dalla stanza,e notò che la bambola era stata spostata,ora indicava il bagno. Di nuovo,la porta si chiuse alle sue spalle. E stavolta non era stata una corrente d’aria: una volta uscita,appesa al pomello della porta adiacente,c’era la maschera. quella maschera. penzolava,appesa di recente. Terrorizzata dai tonfi che si facevano più vicini,si rifugiò nell’unica stanza in cui non era entrata: quella del contatore.
 
Una volta dentro,un’oscurità fredda la avvolse,costringendola a spostare la mano dal coltello alla torcia. La accese,e notò subito il foro ricavato nel muro,a grandezza d’uomo. Calcinacci ed intonaco giacevano sul pavimento,a fare compagnia alla polvere. Si avventurò nel tunnel,dimenticando ogni buon proposito che aveva messo da parte nell’anticamera del suo cervello,e si trovò davanti a delle nuove scale. Avevano un’aria famigliare.
 
Salì al piano superiore, dove un foro nella parete,probabilmente contenente un tubo,un tempo, la accolse con la sua orbita vuota.la telecamera iniziò a mandare dei segnali,degli statici. Ellen la colpì con una mano. –andiamo,che hai,piccola?- sibilò a denti stretti. Alzò lo sguardo,rassegnandosi. Di fronte a lei,il volto cinereo della creatura in giacca e cravatta.
 
La ragazza si svegliò nel suo letto. Aveva fame. Controllò la sveglia: le 9.40.aveva molta fame. lei non era uscita per andare alla casa verso le 11.00? si accorse del perché aveva fame: aveva dormito un giorno intero,dopo aver perso conoscenza in qual lugubre posto. Rapida,controllò la videocamera:rotta. Grazie a Dio,il filmato era intatto.
 
Ellen era sul punto di piangere. Adesso basta. Non le interessava più di tovare Sarah,non le interessava più di Alex,dei misteri e di tutto il resto. Adesso basta.
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 20
*** totheark: avvertimento ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘entry#16’
 
Avvertimento
Una scritta su un foglio:
I mseguenti filmati sono riprese originali di Alex Kralie
Un manichino di quelli usati per i disegni,quelli semovibili. Le riprese non in bianco e nero.
Suoni bineurali di sottofondo
Occhi aperti
Resta a casa
La maschera.
L’uomo mascherato appare in primo piano sullo schermo. Fa ciondolare lentamente la testa da un lato all’altro,l’immagine è sfocata.
Resta solo
Il manichino da disegno di muove
Tanti cerchi disegnati su un foglio si riempiono passo passo con milioni di X
Una ripresa mandata avanti veloce: un primo piano degli occhi dell’uomo mascherato,schizzano rapidi a destra e a sinistra,le pupille rimpicciolite dal terrore
Sorridii per la videocamera
saluti

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Capitolo 21
*** eNtry#### ***


La videocamera si accende: entry####
Il video si apre con il simbolo. È disegnato a carboncino su un muro. Successivamente,la telecamera cerca di mettere a fuoco una macchia scura su sfondo bianco.
Il video non è a colori.
Non ti aspetteremo più
La voce distorta suona come uno di quei pupazzi canterini con la batteria scarica
Due occhi.
Il controllo ti sta venendo tolto
Lo sconosciuto mascherato scuote la testa,mestamente,guardando a terra.
Fin dall’inizio è stato un gioco per noi
Riprese mandate avanti veloce: l’uomo con la maschera muove la testa in tutte le angolazioni possibili,in agonia.
Egli viene ripreso di nuovo,a braccia incrociate.
Non più
Una figura umanoide guarda l’ obiettivo da una finestra,le persiane dondolano al vento. L’immagine è così sfocata che sono appena riconoscibili due macchie come occhi e un foro per bocca.
Sto venendo a prenderti
L’uomo mascherato inclina la testa a destra.
Tu mi condurrai
Lui ci condurrà
Il figuro misterioso è di spalle. L’immagine è sorprendentemente nitida. Lui si infila la maschera.
All’arca

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Capitolo 22
*** entry#17 ***


La videocamera si accende: entry#17
Ellen scrisse:
“sono stata in un albergo dall’ultima volta che totheark ha postato la entry sul mio canale”
“ieri un mio amico mi ha chiamata,mi ha chiesto se stessi bene.”
“gli ho risposto che si,certo,stavo bene! E gli chiesi spiegazioni”
“mi disse di guardare il notiziario. L’ho ripreso.”
 
Mandò il filmato,registrato da una tv.
 
‘-i pompieri sono adesso intenti a spegnere l’incendio scatenatosi in un appartamento nella città di [nome rimosso]. Sembra che il fuoco sia iniziato verso le 3.00-4.00 e sta tuttora divampando,a causa del forte vento-‘
Un appartamento in fiamme viene ripreso dall’esterno,lingue di fuoco avvolgono la palazzina fuoriuscendo dalle finestre.
 
“quella era casa mia.”
“dal servizio del telegiornale in poi,mi sto spostando sempre più frequentemente.”
“ho cambiato aspetto. Non ho più gli stessi capelli,né tantomeno gli stessi abiti,che sono andati bruciati nell’incendio.”
“solo poco tempo fa ho realizzato una cosa.”
La voce di Ellen può essere udita fuori campo,mentre la telecamera riprende dei paesaggi in movimento.
-da quando ho smesso di indagare,sto meglio. Mi sento più tranquilla,rilassata. Non sento il bisogno di riprendermi mentre dormo e non mi guardo più alle spalle ogni due secondi. Mi trasferisco,da qualche altra parte. Lontano. A sud,est,ovest,nord,chi può dirlo… ho dei parenti un po’ ovunque,quindi,mi arrangerò. –
 
Ellen spense la videocamera. Non appena lo fece,le arrivò un messaggio da un numero strano: ‘’35:77//74’’ il messaggio era una serie di numeri: 418110. La giovane non aveva idea di cosa potesse significare. Pensò di rigirare il messaggio a qualche amico,e chiedere loro se gli ricordasse qualcosa. Tutti quanti risposero cose del tipo ‘’è una data!’’ o ‘’si tratta di un evento probabilmente’’. Una ex compagna di college le rispose perfino ‘’18 aprile 2010! È oggi,sciocchina! ;-)’’
 
Per quanto quella faccina la irritasse, dopo aver controllato la data,convenne che l’amica aveva ragione. Decise di cambiare di nuovo posizione. Tornò in albergo e fece i bagagli,ma sul letto c’era qualcosa di non suo: una cassetta con su scritto ‘guardami’ e un pacco. Su entrambi c’era scritto il nome della destinataria.
 
Qualcuno sapeva dove Ellen era stata per tutto questo tempo. Nonostante si fosse tinta i capelli di nero,qualcuno lo sapeva. Nonostante si vestisse in maniera più sobria,qualcuno lo sapeva. Nonostante continuasse a cambiare posizione,qualcuno lo sapeva.
 
Inserì la cassetta nella videocamera,e guardò il video:interferenze,rumori assordanti,e un rapido scorcio di una faccia sorridente rozzamente disegnata su un sacco di iuta. Riprese da una finestra,di un cortile:è giorno. Il cameraman si muove per un corridoio,poi gira la telecamera verso di sé: è una simpatica ragazza bionda,dalle gote rosate,e un sorriso stampato in faccia: sorride per la videocamera,poi gira di nuovo lo strumento. Riprende un giovane al computer,sdraiato su un divano.
 
Il cuore di Ellen ebbe un sussulto: Alex.
 
‘’non mi avevi detto che avevamo una videocamera!’’ ride
‘’ah già,men’ero scordato…’’ non distoglie lo sguardo dallo schermo ‘’rimettila a posto’’
‘’perché?’’ fa lei,offesa
‘’perché si,Amy’’
‘’andiamo,Alex,sorridi per la videocamera!’’
Lui la guarda
‘’andiamo,rimettila a posto…’’
Lei sbuffa,e fa per tornare in camera.
Non appena si gira,una figura vestita di nero si erge al centro del salotto. La ragazza urla,terrorizzata. Dietro di lei,Alex sa cosa sta succedendo: la prende per mano,e la trascina al piano di sopra,seguiti dall’intruso.
‘’CHE CAZZO E’ QUELLO?!’’ strilla lei spaurita,una volta sul soppalco
‘’amy,giù dalla finestra!’’ ordina lui,con fare sbrigativo ‘’muoviti,io sono dietro di te! Oppure non ne usciremo vivi!’’
Tutto diventa bianco.
 
Il filmato è datato 4 aprile 2010.
 
Ellen guardò il pacco. Era presente un indirizzo di spedizione. Se Alex era ancora vivo,se c’era ancora una speranza,doveva trovarlo.
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 23
*** entry#18 ***


La videocamera si accende: entry#18
“sono passati sette mesi dall’ultima entry.’’
“stamattina non ero più nel mio vecchio hotel.”
“non ho idea di come ci sono arrivata”
“non ricordo nulla dei 7 mesi precedenti”
“tantomeno,non conosco la zona dove mi trovo”
“inoltre,avevo una seconda fotocamera legata al mio petto tramite delle cinghie.”
“alla reception mi dicono che la mia stanza è stata prenotata per una notte sola. Prolungo la mia permanenza,e cerco di schiarirmi le idee…”
 
Ellen ispezionò la sua camera: nulla che potesse farle capire come fosse arrivata lì. Si avvicinò alla cassaforte. Istintivamente,digitò la sua data di nascita.errato. 1234?errato0000?errato. riprovare tra 15 minuti. La ragazza sbuffò. Qualsiasi cosa ci fosse là dentro,non era alla sua portata. Cadde a sedere,e una fitta dolorosa le partì dalla coscia destra. Si frugò nella tasca posteriore,e ne estrasse una chiave. Poi cercò nelle altre,trovando solo un paio di antidolorifici.
 
Ellen decretò che sarebbe stato intelligente da parte sua ispezionare i dintorni. Accese la videocamera,ed uscì dalla camera. Fece due assi in corridoio,ed incontrò una ragazza pallida dai capelli ramati. ‘’che cos’è?’’ chiese la sconosciuta,curiosa. Ellen si arrestò ‘’che cos’è cosa?’’ domandò a sua volta,incerta.
‘’-quella cosa legata al tuo torso…-’’
‘’-oh! Ah,questa,è una…uhm…videocamera!-’’
L’interlocutrice rise ‘’questo l’avevo capito! A che ti serve?’’
‘’-sto…girando… un documentario,anzi,una guida… sugli hotel,insomma…-’’ fece lei,cercando di sembrare più sicura possibile.
‘’wow,interessante!’’ rispose l’altra,con un sorriso ‘’io sono jessica,comunque!jessica [cognome rimosso]’’ si presentò,porgendole la mano.
La giovane la strinse. ‘-’ellen [cognome rimosso],molto piacere di conoscerti.-’’ Jessica assunse un’aria pensosa ‘-’[cognome rimosso],eh? Mi suona familiare…-’’ ellen si strinse nelle spalle ‘’-beh,sai com’è è molto diffuso…-’’ lei sorrise ‘’-si,hai ragione… io vado,a dopo-!’’ si salutarono,ed Ellen continuò per la sua strada.
 
Fece un giro con l’auto. C’era una piccola cittadella poco lontana dall’hotel,aveva preso delle provviste. Tornata in albergo,rincontrò Jessica.
‘’-…ava bevendo,no…no,ti dico che non stava…non interrompermi!-’’ la ragazza parlava al telefono,sembrava preoccupata. Chiuse il telefono in faccia all’interlocutore ‘’-stronzo-.’’
‘’-ehi,hai bisogno di aiuto?-‘’ Chiese,cordiale,vedendola indaffarata con le buste.
‘’-si grazie,sarebbe molto gentile da parte tua!-’’
Sistemarono le buste nell’ingresso,poi jessica chiese: ‘’-strano che ti porti tutte queste cose in hotel…dovrai restare per molto tempo?-
‘’-uhm…si,sai com’è,mi stanno ristrutturando la casa…-’’ si giustificò Ellen. ‘-’e…tu? Come mai da queste parti?-’’ jessica sospirò
‘’-sono scappata di casa,ma…non mi va di parlarne,al momento…-’’
 
Nottetempo,Ellen venne svegliata di soprassalto,dei forti rumori provenivano dalla camera di jessica. La ragazza acchiappò la videocamera,poi si precipitò alla stanza adiacente,bussando ripetutamente. Diversi ‘’toctoc’’ dopo, una jessica assonnata e in vestaglia le aprì la porta ‘’-ma che…-’’incominciò ‘’-Ellen,che hai? Perché ho una telecamera puntata in faccia?-’’ la ragazza,preoccupata ‘’-ho sentito come dei tonfi provenire dalla tua stanza,tutto apposto?!-’’ jessica,scocciata,si frizionò i capelli ‘’-mi sono svegliata adesso…-‘’ ellen ribattè ‘’-jessica,sicura che…-‘’ l’altra rispose brusca ‘’-senti,io vado a dormire. Hai idea di che ore sono?!’’- le chiuse la porta in faccia.
 
Ellen sospirò.
 
La telecamera si spegne.
 

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Capitolo 24
*** entry#19 ***


La videocamera si accende: entry#19
“Ho trovato questo filmato in una cassetta sul fondo della mia valigia. Non conosco nessuno dei luoghi mostrati:”
Il cameraman corre nel bosco. L’immagine cambia,è in un tunnel nel folto della foresta. Misto all’acqua stagnante delle pozzanghere,del liquido rosso tinge il pavimento.la persona con la videocamera riprende una roccia,c’è del sangue sulla parte più acuminata di essa. Con la mano tremante,il cameraman riprende la fine del tunnel,dove una alta shilouette si delinea sullo sfondo bianco
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 25
*** entry#20 ***


La videocamera si accende: entry#20
 
“oggi sono al Rosswood Park. Sul davanti ci sono delle giostre,sul retro una specie di foresta”
Ellen inquadrò il sentiero sconnesso su cui stava camminando. Era autunno,e le foglie arancioni tappezzavano il terreno,rendendo ogni passo un concertino di piacevoli scricchiolii. La ragazza si sistemò meglio la sciarpa. Non che preferisse stare nel bosco che sotto le coperte con una bella cioccolata calda,tuttavia
A)le sue coperte erano andate bruciate in un incendio
b)era una ragazza molto curiosa: eh,un bosco misterioso pieno di strani sentieri! Che bellezza!
c) voleva lasciare che si calmassero un po’ le acque con jessica…
 
sospirò,ma si interruppe,facendosi venire per poco un singulto. C’era qualcuno dietro di lei. Una figura incappucciata la stava seguendo a diversi metri di distanza. ‘’calma…’’ di disse ‘’è un parco pubblico,non sta seguendo te…’’ passarono minuti,ma l’uomo (che adesso era meglio visibile alla telecamera) era sempre dietro di lei. La giovane accellerò il passo. L’altro prese una strada secondaria. ‘’grande,bene,ok,sen’è andato…visto?!’’ si auto tranquillizzò lei.
 
Camminando,si imbattè in un fiumiciattolo. Sulla superficie dell’acqua,notò che si stavano formano dei cerchi concentrici.  -ci mancava solo che piovesse…- si lamentò,alzandosi il cappuccio. Alzò lo sguardo,e si pietrificò. L’uomo di prima era a una trentina di metri dall’altra sponda del ruscello,di spalle,chino su qualcosa. Ellen toccò il manico del coltello che aveva in tasca,per tranquillizzarsi. –adesso basta.-
 
Attraversò il ponticello instabile e si diresse verso lo sconosciuto a passo cadenzato,intenzionata a scoprirne l’identità. Quando gli arrivò vicino,lui non se ne accorse neanche. La ragazza si preoccupò. –ehi?- lo approcciò –sta bene?- nessuna risposta. Con cautela,lo toccò sulla spalla –mi scusi…- l’altro si girò,sorpreso,e leggermente scocciato. Era un’uomo sulla sessantina,le auricolari nelle orecchie. L’oggetto su cui era chino era un vecchio iPod,stava scegliendo una canzone. ‘’che figura di merda’’ pensò Ellen.
 
-no,io…ehm…mi dispiace,l’avevo scambiata per un altro…- l’interlocutore sbuffò,poi se ne andò borbottando. –non c’è un attimo di pace da queste parti!- ellen fece per addentrarsi ancora di più nel folto del bosco,ma la pioggia divenne più fitta. Decise di tornare in hotel.
 
Bussò tre volte. Jessica aprì. Era l’unica persona che conosceva di quelle parti,e se voleva qualche informazione…beh,doveva arrangiarsi. –si?- fece lei,aprendo la porta. –uhm… senti,jess,sai niente riguardo un certo…mh… ‘rosswood park’?- lei fece spallucce –non so,ci sono molti parchi,forse ci andavo a giocare da piccola…perché?- ellen cercò una scusa veloce –uh,beh,sai,volevo sapere riguardo una buona zona in cui trasferirsi,mi hanno appena spostato il lavoro,e…sai…-
lei corrugò le sopracciglia,arrabbiata –ellen,no. Mi avevi detto che casa tua era in ristrutturazione.
- il cuore della sceneggiatrice saltò un battito. Oh. Santo. Cielo. Ha ragione. Nega,nega, nega… -no,perché avrei dovuto dirlo?!-
jessica si appoggiò allo stipite,spazientita –ellen,mi credi una stupida?!-
‘’si’’
-no,certo che no!-
Un imbarazzante silenzio
-comunque sia,io sono molto stanza. Vado a riposarmi in camera…- si defilò ellen.
-aspetta un attimo- l’altra le tirò una manica-stai…bene ultimamente?-
La ragazza si stupì per quella domanda inaspettata–uh,certo,si…cioè,non dormo molto bene,ma ho sempre problemi del genere se sto in hotel…-
Timidamente,la bruna continuò –non hai avuto…perdite di memoria o quantaltro? Chessò,amnesia…-
‘’si. Si,e sono terrorizzata.’’
-no.-
Ellen non seppe perché mentì. Forse era diventata una bugiarda patologica…forse… le due si salutarono,freddamente,e tornarono nelle relative stanze…
 
Tuttavia,Ellen non aveva sonno. Rimase un po’ al computer,a navigare su siti a caso… verso le undici di sera,qualcuno bussò alla sua porta. Per riflesso,prese la telecamera,e andò ad aprire. Quando lo fece,si trovò davanti jessica. Occhiaie profonde,capelli spettinati e occhi che andavano rapidi a destra e a sinistra.
 
-che stai facendo?- la accolse la vicina
-sto solo…aprendo la porta- rise Ellen,incerta-
-con una videocamera?-
-beh,io stavo solo filman…-
-senti,lo so che stai mentendo,quindi dacci un taglio. Prima il documentario,poi la casa in ristrutturazione,adesso il lavoro!- alzava lentamente il tono ella voce
-beh…beh,io…-
-senti,Ellen,non ti stai comportando come una persona normale…-
-e a te che importa?- fece lei,acida,irritata dall’impertinenza di jessica –sei solo un’estranea!-
-è che…-lei si morse il labbro-sta succedendo qualcosa…riflettici! Non so come sono arrivata qui,ogni notte faccio deglii strani incubi,in cui sono una bambina e c’è qualcuno che mi guarda…ho dei violenti attacchi di tosse,di cui non ho mai,e dico mai,sofferto!non mi ricordo nulla da sette mesi a questa parte equi dentro ci siamo solo noi due a parte lo staff! Io ho bisogno di risposte,e non so chi altro se non te potrebbe darmele!-
-jessica?-
-cosa…-
-dobbiamo andarcene di qui.stanotte. facciamo i bagagli,lascia la porta aperta. Passo da te tra un minuto.  Ah,e viaggia leggera. Hai un’auto?- lei scosse la testa –va bene,useremo la mia.sbrigati!-le ragazze entrarono nelle loro stanze,gettando oggetti alla rinfusa nei bagagli.
 
“carico questo video adesso in caso mi succeda qualcosa.”
 
La telecamera si spegne.
 
 

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Capitolo 26
*** Entry#21 ***


la videocamera si accende:Entry#21
ellen aveva terminato di fare i bagagli. In mano aveva solo la telecamera. Bussò alla porta della neo-amica  –jessica?- chiamò –sto entrando…-
 
vuoto
 
-merda- piagnucolò Ellen –non di nuovo…- controllò in bagno,in corridoio,perfino nella sua stanza,pensando che la ragazza fosse andata a cercarla a sua volta. Guardò fuori dalla finestra,aspettandosi di vederla appoggiata al cofano della macchina,impaziente di andarsene da lì…
 
Si sedette sul letto,sconsolata,e si mise la testa tra le mani –che devo fare con tutto questo…- si alzò,ma notò qualcosa sul comodino. Un post-it giaceva lì,invitante. ‘’combinazione: 1102’’ Ellen seppe subito che doveva fare: corse in camera, si chinò sulla cassaforte,e ci poggiò sopra la videocamera,dimenticandosi del suo voto di non inquadrarsi col nuovo aspetto.
 
Invece della solita Ellen,una brunetta dai capelli corti e degli sgargianti occhiali rossi armeggiava con i tastini della cassaforte. Dalla inquadratura,si aveva una visuale della stanza,e della porta,che nella foga la giovane si era dimenticata di chiudere.
 
Bip
Bip
Bip
Bip
Clack
 
-grande- mentre Ellen spostava il contenuto della cassaforte,una dozzina circa di nastri, alla rinfusa nello zaino,una mano si affacciò allo stipite della porta.
 
Ellen finì di trasferire le cassette,prese zaino e videocamera e si voltò. Appena in tempo per vederlo arrivare. Il solito giubbotto beije,la solita maschera,il solito alone di terrore che si portava dietro.’’oh cristo,gli ho infilzato la spalla,adesso mi uccide’’ fu il primo,sconnesso,pensiero della ragazza.
 
Lui le fu sibito addosso,ma si sa, che la pura mette le ali. Ellen scartò rapida a destra,e prese la torcia dal letto,appena in tempo perché lui caricasse di nuovo. Senza pensarci,gliela lanciò contro le caviglie. Il nemico incespicò,e cadde con un grugnito di rabbia ‘’brava l’idiota,già era arrabbiato prima,hai solo peggiorato la situazione’’
 
Per rallentarlo,gli chiuse la porta alle spalle,come se avesse davvero potuto fare qualcosa. La ragazza si girò,in tempo per vederlo uscire dalla camera,infuriato come non mai. Arrivò all’auto in un battibaleno,ma lui le era ancora dietro. Si nascose dietro un pick-up e pregò tutti i santi del paradiso affinchè andasse verso l’ala sbagliata del parcheggio ‘’meraviglioso’’ pensò,quando le sue preghiere vennero esaurite.
 
Si avvicinò cautamente all’auto,inserì le chiavi nel cruscotto e finalmente si sentì libera di espirare,dopo interminabili minuti di paura. Lasciò l’hotel per non farci mai più ritorno.
 
Totheark ha risposto al tuo video: Entry#21

Aspetta soltanto che rimaniamo solo noi due
Riprese sfocate di un vecchio film degli anni ‘40
Ti dirò una cosa
Una madre affacciata ad una finestra,sta aspettando qualcuno.
Qualcosa di freddo
Qualcosa di assonnato
Qualcosa di osceno
Una donna fuma una sigaretta,le gambe accavallate
Un pezzo della lunga e luminosa curva dello spazio
Scacciali,rifiutati di parlare
Viene inquadrato un divano
Lasciali,vai di sopra nella tua stanza,io ti aspetterò
Un bambino con lo sguardo sorpreso guarda qualcosa fuoricampo
Circonderò il tuo letto
Delle persone sono chine sulla videocamera,la guardano dall’alto
Chiudi le finestre,così che nessuno possa più entrare
Alla fine del video,una scritta aggiuntiva: torna indietro

La videocamera si spegne.

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Capitolo 27
*** Entry#22 ***


la videocamera si accende:Entry#22
“non ho idea di cosa sia successo a jessica. Non ho idea di dove sia il misterioso inseguitore. So solo che nelle cassette della cassaforte ci sono i miei ricordi. O almeno,i ricordi che ho perduto.”
 
Il video parte. Ellen,ancora bionda e dai capelli lunghi,parla alla videocamera,dall’angolazione sembra essere sul sedile passeggero,mentre guida. –mi sto dirigendo verso l’indirizzo di spedizione scritto sul pacco- informa –siamo quasi arrivati.- dopo un minuto scarso, si scende dall’auto. La videocamera riprende una casa diroccata,a un piano,forse mai finita di costruire.
 
Ellen entra ad ispezionare,riprende tutto: travi,calcinacci,intonaco e altri oggetti arrugginiti e potenzialmente pericolosi sul pavimento. Bottiglie rotte,graffiti,e un’anticamera buia e completamente vuota.
 
L’ispezione dura poco,inizia a piovere. Ellen torna in auto,sospira –onestamente,non so cosa mi aspettassi di trovare… tornerò,forse,ma adesso è il caso di rincasare… si china sulla fotocamera e la spegne.
 
La ragazza aveva appena finito di caricare il video. Fece per passare alla prossima cassetta,quando una ben nota notifica fce capolino sul suo portatile:
 
totheark ha risposto al tuo video ‘Entry#22’
 
secondi di buio. Poi appare l’immagine frammentata di qualcuno con gli occhiali,forse alex, o magari Seth. I pezzi sono stati rimessi insieme goffamente,come in quelle caricature in cui scambiano l’occhio destro con quello sinistro o viceversa.
 
Tu sei rotto
 
I pezzi sono adesso più piccoli e ancora più disordinati
 
Non puoi essere aggiustato
 
Adesso i frammenti sono così confusi che è impossibile credere che originariamente fossero la foto di una persona.
 
Ellen rabbrividì. Odiava Totheark. Odiava l’uomo mascherato.odiava quella situazione di stallo. Prese la cassetta successiva.
 
La ragazza è di nuovo alla casa abbandonata,sta volta c’è il sole. Dà un’occhiata sotto i calcinacci e per poco non manda un gridolino quando uno scarafaggio si fa strada sul suo polso. Lo scaccia via con una manata,e si avvia verso l’anticamera. Non appena è sul punto si affacciarsi,si sente chiamare.
 
-Ellen?!-
Si gira. Alex è appena entrato. Sta per andargli incontro,ma un rumore metallico alle sue spalle la fa paralizzare. Alex,cauto,si poggia l’indice sulle labbra
 
Fa silenzio
 
Le indica di controllare,essendo più vicina. Ellen si affaccia,ma viene travolta: è di nuovo l’uomo mascherato,ma stavolta ha un coltello. Stavolta non sarà lui ad essere infilzato. Alex prende le difese della ragazza,e con una spallata riesce ad atterrare lo sconosciuto,che aggrappandosi ad Ellen le fa cadere interra la videocamera. Il coltello vola a qualche metro più lontano dai tre.
 
-sbrigati,quella corda!- le ordina Alex. La giovane gli porge la corda di iuta,e recupera la macchina fotografica. Per terra,scosso da dei forti conati,e con alex seduto sulla sua schiena, lo sconosciuto si dibatte per essere liberato –il coltello,dammi il coltello!- urla il regista alla ragazza –che?! Sei pazzo? No,che non te lo do il coltello!- fa lei,inorridita,lanciandolo lontano.
 
 Intanto l’amico ha finito di legare l’uomo mascherato,e si alza. Ellen si avvicina,con cautela,mentre l’atterrato tossisce ripetutamente –Alex,sta male!- urla,senza distogliere lo sguardo. Si avvicina,gli toglie la maschera.
 
Dall’altro capo dello schermo,la Ellen appena fuggita dall’albergo si tappò la bocca con entrambe le mani. Gli occhi sgranati,le ginocchia tremanti.
 
TIM.
 
Nel video,Ellen si gira. Alex perde sangue da un avambraccio –Alex,stai sanguinando!- esclama,con la voce rotta dall’emozione. L’amico,noncurante,solleva un macigno –alex,che…- senza lasciarla finire,abbatte la pietra sulla gamba di Tim.-ALEX FERMATI,NO!- cerca di tiralo indietro,con scarsi risultati.il video diventa nero.
 
Ellen si tappò le orecchie,le urla di Tim erano strazianti.
 
Le venne da piangere. Tuttavia,dopo due minuti di buio,il video riprese. Il clip era danneggiato,molto gravemente. C’erano Alex ed Ellen in un parcheggio.
 
-perché lo hai fatto?! Che cazzo ti è passato per la testa!?- gli grida contro Ellen
-ho fatto quello che dovev…-
Il video si interrompe
-mi ha pugnalato,io ho…-
-GLI HAI ROTTO LA GAMBA CON UN FOTTUTO BLOCCO DI CEMENTO!!!- La voce della ragazza è stridula. Deve aver urlato per un bel po’.
-avrei potuto fare di più,e probabilmente avrei DOVUTO.-
Ci sono delle forti interferenze,lo schermo si fa rosso
-…al tuo hotel,poi ho chiesto di recapitare il pacco alla tua porta…non sei così difficile da rintracciare,infondo…-
-…evo fare nell’intervallo tra adesso e quando mi chiamerai?-
-vola basso-
-si…grazie per la dritta…- fa lei,delusa.
 
Ellen si passò una mano tra i capelli:sudava freddo.questo cambiava tutto. Questo cambiava ogni cosa. Il suo ruolo,quello di Alex,e…Tim,oddio,Tim,che fine aveva fatto…
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 28
*** enttrie#23/entry#24 ***


la videocamera si accende:Enttrie#23
ci sono dei bambini che festeggiano un compleanno. Le riprese sono rovinate,e c’è una musichetta bineurale in sottofondo. Le riprese sono del 4 aprile 1991. Il festeggiato è in giardino,circondato dai suoi amici e dalle loro mamme,mentre scarta dei regali. In un fotogramma la faccia del bambino viene coperta dal simbolo della X e della O. adesso si è al chiuso,la mamma porta una torta illuminata da 6 candeline colorate. Una voce cavernosa e distorta dalle interferenze canta ‘’tanti auguri a te’’. La torta viene poggiata davanti al festeggiato. ‘’…tanti auguri ad Alex,tanti auguri a te!’’ non appena spegne le candeline,le interferenze  devastano il filmato. Fermo al centro dello schermo,l’uomo in giacca e cravatta.
‘’mamma,guarda tutte in una volta!’’
Tutto diventa blu,la cassetta è finita.
La videocamera si spegne.
 
La videocamera si accende:Entry#24
 
“ho trovato questo filmato nelle cassette dell’hotel.”
 
 
Ellen e Alex camminano in un bosco. Non si dicono assolutamente niente.
-uffa quanto ci manca?-si lamenta lei
-siamo quasi arrivati. Vuoi che tenga la videocamera?-
la ragazza acconsente,poi cambia idea- nah…che volevi dirmi?-
-quando mi trasferii qui,mi raccontarono una leggenda…-comincia lui –mi dissero che questa terra era così fertile da essere considerata sacra. Siamo nel 1800. Per ringraziare Dio dell’abbondanza del territorio,portavano assassini,ladri,stupratori,pedofili…- Ellen rabbrividisce –nella foresta,e li uccidevano in onore del Signore.-
 
Ellen si ricordò di un libro di Stephen King, ‘i figli del grano’. La storia non finiva molto bene.
 
-…li sdraiavano legati agli alberi,e li lasciavano lì ad agonizzare. Morivano di sete dopo tre giorni circa…-
-Alex,per chè me lo stai raccontando?- chiede l’amica. Lui non risponde
-non toglievano i corpi. Bruciavano direttamente l’albero a cui erano legati. Non lo fecero più da quando scomparve il bambino…-
-Il cosa?!-
-lo ritrovarono nella zona dove giustiziavano i condannati…- Alex si ferma,rimane incantato a contemplare una grossa quercia senza foglie. Ellen lo supera,poi lo raggiunge non appena si accorge che è rimasto indietro.
-lo avevano smembrato e appeso ad un ramo,a testa ingiù…- continua,assorto. Ellen emette un verso a metà tra il disgusto e la delusione.
-siamo venuti qui per raccontarci storie dell’orrore?-
Per la seconda volta,il ragazzo non risponde. –vieni qui…-
-che altro c’è?- fa Ellen,seccata,mentre l’amico si allontana. –vieni qui e basta!- risponde lui
-aspetta un attimo,cambio la cassetta…- sospira la sceneggiatrice,poggiando la telecamera a terra.
 
“il video finisce qui.”
“riguardo l’enttrie#23’’
“non ho postato io quel video,deve essere stata la stessa persona della Entry####. Ho cambiato di nuovo la password del canale,non si sa mai…”
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 29
*** Entry#25 ***


la videocamera si accende:Entry#25
“questo video sembra essere successivo all’incontro con Alex nella casa abbandonata.”
 
Ellen è seduta nel  bagagliaio aperto della sua auto. Di fronte a lei,un lago che luccica alla luce del tramonto. O forse,del crepuscolo.la telecamera deve essere poggiata sullo schienale di un sedile. Armeggia col telefono,chiama Alex.
 
Risponde la segreteria telefonica di Alex Kralie al momento non sono disponibile! Richiama più-
 
-col cazzo- digrigna i denti Ellen. Non appena poggia il telefono,riceve una chiamata: Alex. Risponde:
 
-Il signorino si è degnato di chiamarmi,finalmente!- sibila,tagliente.
-incontriamoci al Rosswood Park-decreta lui
-aspetta,cosa?!-
-Rosswood Park. Adesso.- riattacca.
-stronzo- digrigna i denti lei. Guarda il cielo,prnde la telecamera e parla all’obiettivo
-sembra che debba andare da Alex. E sembra anche che sia urgente. Gira l’oggetto,riprendendo gli alberi e il lago. È effettivamente il tramonto. –sembra perfino che si stia facendo buio.- inquadra l’orologio. Le 8 di sera. –legittimo.- sospira –ammesso e non concesso che sia importante,non perdonerò Alex di avermi portata in un bosco di notte.-
 
Quindici minuti di guida dopo,è buio pesto. La ragazza si ferma nel parcheggio. Passeggia su e giù,l’unica fonte di luce sono i fari dell’auto. Prende la telecamera –beh,se deve arrivare,che arrivi. Io dormo.- decide,e prende un cuscino da viaggio.
 
 Si sdraia nel bagagliaio,essendo la parte più ampia della macchina,con la telecamera piantata su un treppiedi,ad inquadrare il parcheggio dall’oblò del portabagagli.
 
Quaranta minuti dopo,il video è fuori fuoco.lentamente,un’ombra si affaccia al finestrino del portabagagli. Da lontano,si fa sempre più vicina. L’umanoide e snella figura si china,sbirciando col viso bianco all’interno della vettura.
“il video finisce qui.”
 
Ellen sentì un brivido  correrle su per la schiena. Non avrebbe mai pensato che qualcuno avrebbe potuto guardarla mentre dormiva. Oh certo se si tratta del tuo ragazzo è tutto romantico eccetera eccetera,ma se uno sconosciuto ti fissa da sveglia,è già molto inquietante di per sè.
 
Il video le trasmetteva un senso di impotenza,si sentiva una pedina,oppure il gomitolo di lana di un gatto,che a forza di giocarci avrebbe inesorabilmente distrutto… una notifica interruppe il suo fiume di pensieri.
 
Tothark ha risposto al tuo video ‘Entry#25’’
 
Il video si apre. Riprese sfocate e dal contrasto elevato di qualcosa che pulsa.
 
Ecco qualcosa che volevo mostrarti,l’ho tenuto da parte solo per te…
 
Riprese di Ellen. Riprese di Ellen che dorme,raggomitolata su se stessa nel portabagagli della sua macchina. Il video continua per svariati minuti,poi lo schermo si fa nero.
 
Ellen si portò entrambi le mani ai capelli corvini,dopo una leggera ricrescita bionda andava ad affacciarsi verso la cute. ‘’merda.’’
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 30
*** entry#26 ***


La videocamera si accende:Entry#26
 
‘’Questo video è successivo all’incontro notturno avvenuto nel parcheggio.’’
 
La telecamera riprende il parco,l’erba è curata e splende il sole. Ellen prende il telefono,dopo aver poggiato la videocamera al cofano. La ragazza chiama Alex,risponde la segreteria. Lascia un messaggio:
-Alex,sono io-
Comincia,seccata.
-io sono al parco,so che sei stato vago e hai detto solo ‘nel pomeriggio’ ma io non credo aspetterò più di un’ora a non fare nulla,chiariamoci…- riatacca.
Passano trenta minuti circa, Ellen si stufa di aspettare. Dopo aver chiuso l’auto,recupera la videocamera e si avvia di buon passo verso il bosco,con l’intento di svagarsi intanto che non arriva l’amico. Ci sono vari minuti di riprese del bosco,che data la luminosità del momento appare più lussureggiante e pacifico che mai.
 
Dopo aver attraversato la radura,la sceneggiatrice si ritrova in uno slargo più tetro degli altri. Sembra quasi la luce sia stata risucchiata dalle piante stesse,bramose di calore. Tuttavia verso il centro,molti alberi sembrano essere caduti,probabilmente abbattuti da fulmini,data la corteccia carbonizzata. Scoprendosi stanca per la camminata, la ragazza si siede su un tronco massiccio,poggiando la videocamera ai suoi piedi.
 
Prova a contattare Alex una seconda volta. Sempre la segreteria.
 
-alex,se mi cerchi sono un attimo nel bosco. Tornerò il prima possibile,non andartene…uh,non so bene dove sono,ma ma posso fare affidamento sul mio senso dell’orientamento..- lei tossicchia –non venirmi a cercare,rischiamo di correrci intorno,ok?-
 
Alzandosi,la giovane nota una strana struttura: una specie di cappa di camino,di mattoni sovrapposti rozzamente.tre metri circa, ma un albero,crescendoci dentro,ha fatto cadere alcuni dei mattoni.
 
Curiosa,Ellen ci gira attorno.
 
Finita la perlustrazione,fa per tornare da dove era venuta,ma lui è l’. era dietro la costruzione,ad aspettare che lo vedesse. Un gatto a cui piace giocare col topo,evidentemente.
 
Colpita da un improvviso eccesso di tosse, la ragazza cadde all’indietro,sbattendo contro i freddi mattoni della costruzione. Riprese confuse di Ellen che cerca di rimettersi in piedi e scappare,ostacolata da vertigini e conati. Poi lo schermo si fa nero.
 
“io non ricordo  nulla di tutto questo. Assolutamente nulla…”
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 31
*** totheark: intervallo ***


Totheark ha risposto al tuo video: ‘’Entry#26’’
 
Riprese di un disegno a penna: tronchi d’alberi contorti,ceppi,malamente disegnati
 
     MI
    HAI
  VISTO
 
Altri disegni,alberelli più esili
 
   IO
TI
  HO
   VISTO
 
Disegnato accasciato ad un albero,un personaggio tutto colorato di nero,due spilli bianchi per occhi,e qualcosa che lo unisce all’albero,come…ragnatele? Filamenti di bava? Liane? Il disegno è troppo impreciso per decretarlo.
 
1122
3125
1920
85185
 
Il video si conclude col simbolo della X e della O,il simbolo di lui.
Il simbolo dell’operatore.

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Capitolo 32
*** entry#27 ***


La videocamera si accende: Entry#27
 
“ho scoperto che il filmato continuava alla fine del nastro…”
 
Qualcuno solleva la videocamera,inquadra gli alberi.cammina nel bosco,registrando ogni cosa. Fa un primo piano a delle formiche che risalgono su per la corteccia,poi riprende un ruscelletto,e ancora la caduta di un paio di foglie da un albero.
 
Non soddisfatto,punta l’apparecchio verso i raggi di sole filtranti dalle fronde,e una panoramica con lo zoom della macchina di Ellen,vista da dietro ad un cespuglio. Ci sono delle rapide visioni del bosco al contrario,poi l’immagine si fa più nitida.
 
Lo sconosciuto appoggia la videocamera a terra,armeggia vicino al finestrino semiaperto della vettura e con un sordo clack la portiera si apre. La videocamera viene poggiata sul sedile,a riprendere il cruscotto e il vetro frontale.
 
Il misterioso figuro ci passa davanti,indossa una felpa gialla,il cappuccio tirato sulla testa e un paio di guanti neri. Si gira,come per controllare se la telecamera fosse ancora lì: anche lui ha una maschera,o meglio,un passamontagna,tuttavia privo di fori per occhi o bocca,i quali sono stati disegnati in rosso. La bocca distorta in una smorfia di tristezza.
 
“il video seguente,è questo qui. L’ho estratto da una seconda cassetta.”
 
Alex posiziona la telecamera sul sedile passeggero,puntata verso di lui. Ascolta il messaggio di Ellen,getta il telefono sul sedile e sbatte entrambe le mani sul volante,con rabbia. Si massaggia una tempia.
-idiota.- impreca a denti stretti.
Prende la videocamera,e si dirige nel Rosswood Park per cercarla. Tuttavia,si ferma al limitare del bosco. Lascia un messaggio vocale alla ragazza:
-non ho idea del perché tu abbia deciso di entrare lì,solo... Esci. Adesso.-
Non ricevendo risposte,si addentra nella foresta. Una quindicina di minuti dopo,ha un sussulto: qualcuno è appena sfrecciato alla sua sinistra. Si gira di corsa,terrorizzato
-ELLEN!- la chiama –che diamine stai facendo?!-
Lei non si ferma –VATTENE ALEX,SCAPPA,VATTENE!- ripete,confusionaria e col fiatone
-cosa?!- gli chiede Alex
-SBRIGATI- strilla lei,isterica
-gesù cristo- bestemmia il ragazzo.
Una volta fuori,Ellen è seduta sul prato,la testa tra le ginocchia,e le mani attorno alle caviglie.
-che hai?da che scappavi?!-
-da…quella cosa…- risponde lei,flebile.
-quella cosa è lì dentro?- chiede Alex,puntando al bosco. Sanno entrambi di che stanno parlando. La ragazza annuisce.
L’altro sbuffa,preoccupato e seccato allo stesso tempo. –la telecamera?- chiede,freddo.
-mi è caduta…-
-ti è caduta nel mezzo del bosco?!- la rimprovera Alex. Non ottiene risposta. –sapevi cosa c’era,era nei video che ti ho dato!-
Ellen prova  a cambiare argomento –sai dov’è Amy?-
-no.-
-cosa vuoi che io…-
-aiutami,Ellen!- risponde lui,sarcastico-abbiamo più probabilità di trovarla in due.- conclude
Si dirigono alle macchine. Alex sta per entrare nella sua,quando il gridolino eccitato di Ellen lo fa voltare di scatto: -la videocamera! È…è qui!-
Lui sospira –andiamo in hotel a caricarla,poi vedremo cosa contiene…-
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 33
*** totheark:ricordi ***


Totheark ha risposto al tuo video: Entry#27
 
Un bambolotto,nudo,sul terriccio,a pancia ingiù. Le riprese sono in bianco e nero,sembrano quasi riprodotte con una vecchia cinepresa degli anni ’20.
 
Messaggi OVUNQUE
 
La bambola,sempre a pancia ingiù,viene ripresa da terra,e a ogni fotogramma si avvicina di più,come un bizzarro e inquietante  millepiedi.
 
SEGNI OVUNQUE
 
La bambola è ripresa in viso. Nell’occhio destro,la scritta ‘0 oper-‘ il sinistro è stato rimosso,una scolopendra striscia fuori dall’orbita.
 
Non sarai mai libero
 
La bambola è ripresa all’interno di una gabbia per uccelli
 
00010010
10100101
.
..
.
 
Rumori discordanti,riconducibili ad una connessione internet dei primi anni ’90,o a un fax.

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Capitolo 34
*** Entry#28 ***


La videocamera si accende: entry#28
“Questa è l’ennesima cassetta che ho trovato.”
 
Ellen si alza dal letto. Qualcuno la sta chiamando al cellulare.
-Alex? Si…si sono… ok,ho capito. Si,tranquillo,faccio in fretta! Ok. Ok,ci si vede là. Si. A dopo-
Chiude la chiamata,prende la videocamera e si avvia fuori dall’hotel. Guidando,osserva le nuvole nere,cariche di pioggia –che autunno,ragazzi…- commenta tra i denti.
 
Arriva all’indirizzo fornitole da Alex,una graziosa casa a due piani. Lui è già lì,la aspetta sotto il portico. –quella è la finestra dalla quale ci siamo buttati- la approccia lui,perso nei suoi pensieri,senza nemmeno salutare. –oh- commenta la ragazza,inquadrando la finestra che dava sulla soffitta. –parecchio in alto. Poi dove sei andato?- domanda.
 
-non lo so. Mi sono svegliato nel mio appartamento.- ellen sospira,poi bussa alla porta. Tre volte,come sempre. –che stai facendo?- la guarda lui,incredulo –tentar non nuoce!- si giustifica lei,imbarazzata –aspetta,chiamo la coinquilina di Amy.- sospira Alex,e compone un numero.
 
-ehi,jessica? Si,sono io,Alex. Io..uh,hai per caso visto Amy di recente? Non risponde al telefono,sono preoccupato…- dice. Intanto,la telecamera inquadra il vicinato. Dopo un minuto circa. –non sa niente- decreta freddamente il regista,dirigendosi alla sua auto. –vai al tuo hotel,poi ci vediamo domani.- si rivolge ad Ellen
 
-no,aspetta,ho fatto questa strada con la pioggia solo perché tu potessi chiamare una ragazza di cui già avevi il numero?!- lui si gira,la guarda coi suoi occhi azzurro ghiaccio. Ellen ne era sempre stata affascinata,adesso però si sentiva un cucciolo sgridato dal padrone. –almeno… dimmi dove abiti,così se ho bisogno..- lui la interrompe bruscamente –è meglio che tu non sappia dove abito,per il momento.- decreta.-oh,e lasciami la videocamera.
 
Ellen lo guarda sbigottita –aspetta, cosa ?!- si infervora. –ne ho bisogno,te lka restituisco al più presto.- la ragazza alza gli occhi al cielo –vuoi farmi credere che tu, un regista amatoriale, non hai una singola videocamera in casa?!- lui non risponde,la guarda con disapprovazione. –e va bene- acconsente lei,insofferente.-
 
Le riprese cambiano,Alex è vicino a delle fronde. Solleva un alto cespuglio,passandoci da sotto. Sembra un ragazzino nel suo passaggio segreto per il boschetto. Cammina un po’,senza meta,poi ha un forte conato. La videocamera cade a terra,inquadrando l’alta figura vestita di nero. Il ragazzo sta male,tossisce,sembra che stia smettendo di  respirare. Le interferenze si fanno più gravi,giocano con il contrasto in un dipinto inquietante. Dopo un po’ Alex si alza,quasi in trance,e si avvicina brancolante tra le braccia del mostro.
 
La telecamera si spegne.

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Capitolo 35
*** totheark:inchiesta ***


Totheark ha risposto al tuo video: Entry#20
 
Guardati
 
L’immagine sfocata di un pallido umanoide,in bianco e nero
 
Un cervello umano
 
Chi sei tu
 
Tu sei chi sei
 
Due fori grondanti di una sostanza liquida e densa
 
Tu sei tu
Ma chi sei tu
 
L’immagine sfocata e deformata di una persona
 
Chi sei tu
Chi sei tu
CHI SEI TU
C̩̮͔̺ͭ͒͗͡H̗̟̅̅͛ͤ́I̷̧̗̲̻͉̞̙͙̿̔̓̒̈̚̕ ̴̨̭̮̘̹̘͓̗̱ͣ̇̃͒̍S̠̻͎͖̩̫͇͒ͯ̒́ͅȨ̬ͭͮ͑̿́͂͜Ị̷̡͒̒́̎̾ ̡̢̮̼͕̤̰̲͔̥͑̆̾̊̔ͬͅṪ̛̫͓͒̌̄̌͗̑̂Ṷ̠̦̣͔̈̈͂ͧ

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Capitolo 36
*** entry#29 ***


La videocamera si accende: Entry#29
 
“altre cassette. devono risalire al periodo in cui Alex ha avuto la mia videocamera.”
 
-jessica,sono Alex- il regista sta parlando al telefono –ho ritrovato Amy,non c’è più bisogno di…si,insomma,mi sono rimesso in contatto con lei quindi non preoccuparti.- il ragazzo cammina per la casa. Chiude il telefono,si siede sul letto,con le mani congiunte. La videocamera deve essere fissata al petto con delle cinghie.
 
Rimane così per un po’,poi va in bagno a specchiarsi. Si,è come immaginato:la videocamera è assicurata al torso di lui. Si sciacqua il viso,dopo aver poggiato gli occhiali e la videocamera sulla bianca porcellana del lavabo. Vengono inquadrate le sue mani e l’acqua che scorre. Ad un certo punto il ragazzo tossisce,sputa qualcosa di un rosso malato.
 
Cambia l’inquadratura, Alex sta disegnando qualcosa su dei fogli. Rozzi alberi dai tratti spigolosi,e, soprattutto, il famigerato simbolo della X e della O.
Su un foglio in particolare,si può notare un disegno impreciso dell’alta figura che perseguita il ragazzo. In basso,Alex continua a ricalcare la stessa scritta: ‘’operatore’’. Il foglio si buca,ma lui non ci bada,e continua ad evidenziare.
 
Ci sono riprese di lui addormentato,o meglio, caduto addormentato, accasciato ad un muro. Dopo alcuni minuti,un’ombra scivola sul muro,calma e quasi viscosa, uscendo dall’inquadratura.
 
“ho visto gli altri filmati. In nessuno di essi,ci sono prove tangibili che Alex sia di nuovo in contatto con Amy.”
“questo è un altro video interessante,risale a tre mesi dopo aver trovato Alex nella casa abbandonata.”
 
Alex è seduto sul divano,armeggia con una cassetta.è notte. Alza la testa di scatto,ha percepito qualcosa. Prende la torcia e si affaccia alla porta,circospetto, per poi rictornare di corsa in casa e afferrare una macchina fotografica. Le riprese cambiano,il ragazzo sta correndo sul portico. Scende in fretta le scale di legno,e si dirige scomposto verso il bosco.  
 
La telecamera rivela un dettaglio importante: non sta semplicemente correndo, sta inseguendo. Un ragazzo con una felpa gialla,visibilmente più rapido di lui. Lo perde di vista.si ferma a riprendere fiato. Guarda attorno a sé,in cerca del figuro.
 
Alza la videocamera e viene scosso da un tremito: la persona incappucciata è a qualche metro da lui,in piedi,i pugni che si aprono e si chiudono nervosamente. L’azione è rapidissima: Alex viene scaraventato a terra dal ragazzo,che con uno scatto gli si spinge a dosso. La telecamera vola a un paio di metri di distanza,fermandosi a terra,puntata sui due,impegnati in una lotta al buio.
 
Il ragazzo con la felpa gialla ha la meglio,e immobilizza Alex a terra. Sembra che il regista sia stato colpito,si tiene il viso e si raggomitola sulle foglie secche,in agonia. Lo sconosciuto si allontana,facendo spazio ad una seconda figura che si è intanto fatta strada zoppicando. La seconda persona si inginocchia a terra,acanto al regista. È lui,è Tim. Ha la maschera. e ha una pietra.
 
Dondola giocoso la testa a destra e a sinistra,come per schernire il regista,che intanto ha stretto debolmente le mani attorno al collo del nemico,per allontanarlo,inutilmente. Allora il ragazzo mascherato alza il macigno sulla sua testa,fa per abbatterlo sul cranio di Alex,ma… qualcuno, o qualcosa, lo terrorizza. Il giovane con la felpa gialla scappa rapido,seguito dallo zoppicante Tim. Alex è scosso,rimane a terra a respirare pesantemente.
 
Recupera la videocamera,e riprende la boscaglia.
-TORNATE QUI!- sbraita,irato
-TORNATE QUI,FIGLI DI PUTTANA!- continua. Tossisce una,due volte. Si schiarisce la voce.
-ALLORA?!- si riferisce ad un punto imprecisato.
-LA PROSSIMA VOLTA CHE VI VEDO- il video viene distorto dalle interferenze
-…VI AMMAZZO!!!- la voce del ragazzo diventa statica,gutturale e profonda.
 
“non so se il video sia girato nella stessa nottata o meno. Riprende dopo svariati minuti vuoti.”
 
Riprese di alcuni cespugli. È usata la visione notturna. Viene inquadrata la casa di Alex. Lo si vede uscire con un sacco di plastica e svoltare dietro la casa. Ma allora chi sta riprendendo?
 
Il misterioso cameraman corre su per il portico,apre la porta con una chiave. Si intravede qualcosa di rosso nel riflesso dell’anta.  Il misterioso individuo si precipita nella camera di Alex,trova una videocassetta sulla scrivania. La prende e se la mette in tasca,dimenticando la torcia sul tavolo. Si sente un rumore, la porta d’ingresso viene aperta.
 
La persona corre in un ripostiglio,si rifugia all’interno. Dalle fessure della porta,si vede passare il regista. Sta lasciando un messaggio al cellulare. –Ellen,quando ti decidi a controllare i messaggi,richiamami,ok?- sembra nervoso.
 
Il cameraman si gira,alla finestra che da sulla strada,nel buio,spicca un viso bianco,senza tratti somatici. Violente interferenze disturbano il filmato,la persona misteriosa incespica col pomello della porta,e si precipita fuori. Spegne le luci in corridoio.
 
-Ellen?- la telecamera si volta verso Alex,la guarda stupito,ha una torcia accesa in mano –hai scordato al tua tor- viene interrotto –spegnila,spegnila,stai zitto!!!- intima lei a bassa voce. –che stai facendo qui?!- domanda l’altro,ignorando l’ammonimento della ragazza.-guarda dalla finestra- sussurra la ragazza spaventata.-ma che cazzo..!- adesso,anche la voce del regista si è affievolita.
-l’hai portato tu qui!- accusa lui
-non ho fatto niente!- si giustifica Ellen,sempre a bassa voce.
-ah no? E alloa chi si è intrufolato in casa mia?! ero andato a buttare la spazzatura,che pensavi di fare in quel lasso di tempo?!- continua il ragazzo,feroce.-ti avevo detto,categoricamente,di non-seguirmi-a-casa !-
-io…senti,mi dispiace…- alcuni secondi di freddo e imbarazzante silenzio.-che si fa ora?-
-non lo so- sbotta seccato il giovane.
-dammi la torcia- chiede Ellen. Alex gliela porge,lei punta la finestra. –là fuori non c’è- mormora. Si gira,fa per riprendere l’amico,ma la telecamera incontra un’altra immagine.
È entrato in casa.
Ellen si precipita a rotta di collo verso l’uscita. Prende al volo una chiave appesa all’uscio.
-che stai facendo?- le urla dietro Alex,sbigottito-Ellen? Che follia è questa?- ma lei è lontana.
 
“Alex ha avuto tutto il tempo per seguirmi. Non l’ha fatto,eppure sapeva benissimo cosa ci fosse in casa. O almeno,così credo. È tutto così confuso. Però,c’è una notizia interessante: la chiave trovata in tasca all’hotel è tale e quale a quella che ho rubato a casa di Alex. Tuttavia,non so ancora cosa apra…”
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 37
*** totheark: classificato ***


Totheark ha risposto al tuo video: Entry#29
 
Messaggi in codice binario scorrono sullo schermo,a volte sovrapponendosi.non c’è audio.
L’immagine cambia,una sagoma umana rosso vermiglio,su sfondo nero, osserva lo spettatore. Al posto degli occhi,due raccapriccianti fanali bianco acceso.
43
6
5
7
9
9
87
8
25
67
76
43
54
223
6
780
Riprese sgranate di un occhio umano


Io l’ho visto

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Capitolo 38
*** Entry#30 ***


La videocamera si accende: Entry#30
 
“subito dopo essere scapata da casa di Alex”
 
Ellen è seduta in auto,al buio,la testa poggiata sul volante. Ha gli occhi chiusi,sembra davvero stanca. Qualcuno si avvicina alla vettura e batte sul finestrino. La ragazza apre gli occhi di scatto,e si alza in fretta. È solo Alex. Prende la videocamera ed esce.
 
-A CHE CAZZO STAVI PENSANDO!- la aggredisce lui,non appena la ragazza esce dall’automoblile
-Alex,calmati!- sibila lei. È davvero stanca. Non vuole discutere adesso –avevo una buona ragione per.. per entrare in casa tua,insomma..-
-e quale sarebbe?- continua il ragazzo inferocito
-avevo un presentimento.-
L’altro le si fa più vicino, ha perso la pazienza –UN PRESENTIMENTO! OH,ALLORA E’ TUTTO A POSTO,GUARDA!- le grida –CHE TI ASPETTAVI DI TROVARE,QUESTA?!- gli urla,e mostra ad Ellen la cassetta che aveva preso dalla scrivania. Doveva esserle caduta nella foga della corsa.-NO perché IN CASO FOSSE COSì,ALLORA UNA CASSETTA QUALSISASI TROVATA IN CASA MIA,PROBABILMENTE VUOTA,RISOLOVE TUTTO!-
 
Detto questo,se la rimette in tasca e si avvia verso la sua macchina,parcheggiata poco più in la. il portachiavi è appeso ai suoi pantaloni,e camminando emette uno snervante scampanellìo. Il regista ha sempre tenuto tutte le sue chiavi appese ad un unico gancio,per non perderle.
 
Un pensiero semplice,elementare,ovvio, eppure dimenticato in quel momento,si affaccia alla mente di Ellen. –come hai fatto ad uscire dal tuo appartamento?- chiede ad Alex. Lui si ferma,si gira veso di lei. –lo sai Ellen,ti ho portata qui perché pensavo che avresti potuto aiutarmi. Ma hai solo peggiorato le cose- le risponde,tagliente come un bisturi.
 
La ragazza si mette sulla difensiva –e che ti aspettavi che facessi? Non mi hai dato piste,non ti sei mai davvero fidato di me. Ho sempre gironzolato in attesa di una tua chiamata. Oltretutto, non mi sembra che tu stia effettivamente cercando Amy. Ti comporti… ti comporti… non so definirlo,sei strano!-
 
Inaspettatamente, Alex si getta al collo della ragazza. Le afferra la camicia con forza,quasi a sollevarla da terra –tu adesso mi ascolti,HAI CAPITO?!- delle interferenze distorcono il video,che si fa più sfocato. –E’ UN PO’ DIFFICILE CERCARE QUALCUNO QUANDO HAI PSICOPATICI MASCHERATI ALLE CALCAGNA E GENTE CHE SI INTRUFOLA NEL TUO APPARTAMENTO!- adesso ha lasciato andare la sceneggiatrice,che indietreggia intimorita. –QUESTO NON SUCCEDEVA PRIOMA CHE ARRIVASSI TU!- La voce di lei è flebile –io volevo solo aiutarti,Alex-, ma…-  prende coraggio,e alza il tono –ma riconoscerai che ho passato tre mesi a fare asoolutamente niente!-
 
Il giovane ribatte –COME PRETENDI CHE MI FIDI DI TE DOPO COSE DEL GENERE?!- fa un gesto vago verso la direzione da cui era venuto,probabilmente riferendosi alla casa.
-smettila di urlare! Io ho fatto molto di più di te,Alex,ammettilo!-
-credi che faccia una grande differenza? Ok,bene,allora vai da solo. Ho smesso di aiutarti-
Ellen sembra un attimo spiazzata. Si riprende subito –ok! Allora va bene! Ognuno per la sua strada!- dice,mentre Alex si allontana. Ci sono alcuni secondi di silenzio, Alex è arrivato alla sua auto ed Ellen sta riflettendo –dammi il numero di Jessica!- esordisce. –cosa?!- il regista sembra incredulo –nemmeno per sogno! Ho smesso di aiutarti,ricordi?- lei sbuffa,poi fa qualcosa di imprevisto: si getta sul portachiavi ingombrante di Alex,rubandolo. Corre alla sua auto,mentre il ragazzo rimane in piedi,in lenta realizzazione di cosa è successo. Quando comprende le intenzioni di Ellen è tardi: lei ha lanciato le chiavi sul sedile della propria auto e l’ha chiusa.
 
Lui cerca di aprire la portiera,invano. –sembra che non potrai riprenderti le chiavi- scherza compiaciuta la ragazza,mentre Alex tira un pugno alla carrozzeria. Riluttante, Alex detta il numero di Jessica –è [numero rimosso]…1102.- Ellen la chiama subito –che stai facendo?- sospira il giovane –verifico. Non si sa mai,con te.- risponde lei acida,mentre gli occhi grigio azzurri del ragazzo si alzano al cielo in segno di muta impazienza.
 
Risponde la segreteria telefonica di Jessica. Soddisfatta,Ellen riapre l’auto e restituisce le chiavi ad Alex.-tienile in tasca,da oggi in poi- lo schernisce impietosa. Lui alza il dito medio ed entra nella sua macchina.
 
“il video termina qui. Alex non mi ha mai detto come è uscito dal suo appartamento…”
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 39
*** Entry#31 ***


La videocamera si accende: entry#31
 
“questo era il filmato alla fine della scorsa cassetta”
 
Ellen è ,seduta in auto,sta parlando al telefono.
-ehi,Jessica,sono Ellen,un’amica di Alex KRalie..-
-oh- la voce dall’altro capo suona familiare-dimmi tutto!-
-uhm,so che lui tel’ha già chiesto,ma…hai avuto notizie di Amy ultimamente?-
-come scusa?-
-Amy,la ragazza di-
-lo so chi è Amy,ma Alex mi ha detto che stanno convivendo!-
Silenzio.
-ellen,sei ancora lì? Tutto ok?-
La ragazza è impallidita –come…quando te lo ha detto?-
-uhm..due mesi fa mi ha chiamata dicendomi che stavano insieme a casa sua. Ci sono problemi?-
L’altra emette una risata amara,quasi sardonica –beh,si,dato che ho passato gli ultimi tre mesi a cercarla con Alex! Mi ha detto che non sapeva dove fosse!-
-aspetta,cosa?!-
-senti,non ho idea del perché quel maledetto ragazzo stia facendo così…senti,se Alex ti richiama,tu…non rispondere.-
-ok…- Jessica sembra preoccupata.
La sceneggiatrice si affretta a calmarla- oh,ehi,non deve essere per forza qualcosa di brutto! Solo,vediamo come si evolvono le cose…-
Le due si salutano,non senza una nota di imbarazzo,e riattaccano.
 
“sembra che io abbia iniziato a seguire Alex,subito dopo la telefonata con Jessica.”
 
Riprese della casa del ragazzo. È notte.
 
“da ciò che ho visto nelle cassette,non sembra che abbia fatto nulla di sospetto.”
 
Viene inquadrato Alex seduto su una panchina,in una strada alberata.
 
“l’unico particolare,è la cartella che portava sempre con sé. Si è anche addentrato un paio di volte nel rosswood park,con la videocamera montata sul petto. Non lo seguivo mai là dentro,penso a causa dell’esperienza traumatica col mostro. Passano diversi clip prima che io mi decida a seguirlo.”
 
Alex ha parcheggiato l’automobile al limitare del bosco. Ha una maglietta blu,e sulle prime non si nota il contrasto con qualcosa della stessa tonalità.. una…custodia? Una cartella? Qualsiasi cosa sia,è ben salda al suo busto,attaccata con una cinghia,così come la videocamera sul suo petto.
 
Il ragazzo si addentra,dopo essere passato tramite un passaggio nei cespugli.  Qualche secondo dopo,Ellen lo segue,a distanza di sicurezza. Ad un certo punto, la ragazza sente un rumore alle sue spalle. Si gira di scatto,ma non c’è niente. Tuttavia,volgendosi verso la direzione in cui si era incamminato Alex, nota che…è sparito. Imprecando, gira a vuoto. Si è persa.
 
Dopo minuti di esplorazione senza una meta precisa, la giovane trova un sentiero. Non avendo di meglio da fare,lo percorre,girandosi occasionalmente per controllare dietro di sé. Camminando,gli alberi diventano sempre più alti,e la luce sempre più scarsa. Sul punto di arrendersi, Ellen si imbatte in una specie di tunnel,basso e largo,scuro. C’è qualcuno di fronte ad esso. Alex.
 
La ragazza corre a nascondersi in un cespuglio,riprendendo il ragazzo. È chino sul pavimento,sta osservando qualcosa. Ellen zooma sull’amico,che sta armeggiando con la bisaccia che si era portato. Ad un certo punzo lui si alza,e gira la testa verso Ellen. Possibile che l’avesse vista? La giovane preferisce non correre rischi,e inizia a retrocedere.
 
“il filmato termina qui. Il tunnel è esattamente identico a quello di qualche entry fa,quello sporco di sangue. Ho notato che Alex aveva la videocamera con sé,quindi il filmato deve essere da qualche parte tra le cassette ancora da vedere.”
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 40
*** Entry#32 ***


Totheark ha risposto al tuo video: Entry#31
 
Una canzone,all’organetto,viene suonata. Le note sono discordanti e disturbate dalle interferenze.
 
Fa silenzio
 
Si continua con questa scritta bianco su nero per circa 90 secondi
 
‘’ hai solo peggiorato le cose!’’
 
Una grottesca caricatura di Alex parla allo spettatore,su uno sfondo statico
 
questa è la parte migliore
 
compare sullo schermo,mentre di sottofondo contuinua a sentirsi ‘’hai peggiorato le-‘’
 
[ATTENZIONE! QUESTA ENTRY CONTIENE DESCRIZIONI DETTAGLIATE DI VIOLENZA. SEGNALERò L’INIZIO E LA FINE DELLA SCENA CON UNA X,IN CASO NON VOGLIATE LEGGERE.]
 
la videocamera si accende: entry#32
 
“ho trovato il filmato di Alex”
 
Il ragazzo scende dall’auto,la telecamera stretta al busto.
 
Si guarda attorno circospetto,poi prosegue. Cammina nel bosco per alcuni minuti. Ad un certo punto sussurra qualcosa tra i denti,sembra nervoso. ‘’non seguirmi.’’ È quasi impercettibile. Sembra stia pensando ad alta voce. ‘’non seguirmi. Non seguirmi. Nonseguirminonseguirminonseguirminonseguirmi.’’
Si azzittisce all’improvviso,di nuovo calmo.
Il video si ferma,riprende con Alex chino sul pavimento del tunnel. Adesso non c’è più né acqua,né sangue. Apre la borsa,la richiude. Ha controllato qualcosa. Si alza e si volta di scatto,sentendosi osservato. Rimane statico in questa posizione per un po’,prima di rilassarsi di nuovo.
 
Torna chino,non fa assolutamente nulla per due minuti abbondanti.
 
‘’ehi amico? Tutto bene?’’ una voce fuori campo. Alex si gira con uno scatto felino. Un uomo sui quaranta lo osserva cauto,grattandosi la barba.
‘hai bisogno di aiuto?’’ sollecita lo sconosciuto,non avendo ricevuto risposta
‘’TI AVEVO DETTO DI NON SEGUIRMI” urla Alex,accecato da una rabbia insensata,mentre delle interferenze corrompono l’audio.
‘’uh,non so i cosa stai parlando!’’ si difende l’uomo,facendo un passo indietro
Alex gli salta alla gola,cogliendolo di sorpresa. Viene ingaggiata una lotta disperata. Cercando di levarselo di dosso, il quarantenne si aggrappa alle cinghie della videocamera,strappandole. L’oggetto finisce a qualche metro di distanza,inquadrando il regista intento a soffocare lo sconosciuto.
 
 Le interferenze si fanno violente,mentre l’uomo stramazza al suolo,le gambe e le braccia divaricate.
XAlex si alza,ammirando il suo operato. Come in preda ad un raptus, prende una roccia lì vicino,e la solleva sopra la testa. La abbatte sul cranio del defunto,una,due volte,tre volte. Pezzi di materia grigia finiscono sul pavimento,mischiandosi al sangue in una poltiglia marrone. Il cranio dell’uomo è ora ridotto in frammenti,gli occhi rientrati completamente nelle orbite e il cervello cola fuori dal suo involucro originario.X
 
La videocamera rimane ferma, Alex non la recupera subito,muto spettatore di quella scena cruenta. Un fischio si fa sentire,cresce di intensità. Una volta arrivato al culmine,la figura angosciante dell’operatore si delinea ai piedi dell’uomo,e dopo pochi secondi…. Scompare. Assieme ad essa,il cadavere.
 
Il video si interrompe nuovamente,quando riprende, Alex sta guidando. Chiama qualcuno.
 
‘’cosa vuoi’’ risponde Ellen,dall’altro capo del telefono.
‘’ho bisogno di vederti al Rosswood Park.”ho trovato qualcosa di importante.”
“ non avevi detto che avevi smesso di aiutarmi?”
“senti,ci aiuterà entrabi,ok? Riguarda Amy. Riguarda Sarah.”
Dall’altra parte,si sente un singulto “dimmelo e basta.”
“incontriamoci domani,devi vedere.” Riattacca.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 41
*** Entry#33 ***


Totheark ha risposto al tuo video: Entry#32
 
7 secondi di schermo nero. All’ottavo secondo si capisce che il nero è dovuto alle interferenze,che hanno abbassato la luminosità delle riprese. Il contrasto si fa più vivido,mentre i rumori di sottofondo vengono orribilmente distorti. Una figura si delinea dalla densa oscurità: l’uomo mascherato avanza verso la telecamera,zoppicante,affaticato, vendicativo.
 
Da Un estrapolato di un secondo video,Tim ingoia delle pillole.
 
Di nuovo lui,con la maschera. guarda lo spettatore,e inclina la testa a sinistra.
 
Riprese in bianco e nero dell’uomo ucciso da Alex
 
Come
Quanto
Quanto odi
Non
È
NON E’ ABBASTANZA
 
La videocamera si accende: entry#33
 
Ellen è ferma davanti al Rosswood Park. Sta parlando al telefono –hey,jessica? Sono Ellen. Ti lascio questo messaggio perché…- si guarda attorno -…Alex mi ha detto che aveva qualcosa da mostrarmi. Ti aggiorno dopo l’incontro,okay? Ciao.- chiude. Passano alcuni minuti.
 
-ellen?-  si sente chiamare, è Alex. –sei pronta?- lei annuisce,insofferente. Lo segue.
Camminano lungo un sentiero,le foglie autunnali che tappezzano il terreno sono oramai marce,e quasi tutti gli alberi sono oramai spogli. La ragazza cammina dietro l’amico, le chiavi di lui fanno un rumore costante ad ogni passo. Dopo qualche secondo,con finta nonchalance, Alex prende le chiavi e le rimette in tasca,lanciando un’occhiata di sfuggita alla sceneggiatrice dietro di lui.
 
Fa ancora qualche passo,poi si ferma.
-te lo chiederò una volta soltanto- comincia,con voce calma. Anzi,non calma,stanca. Quando si volta verso Ellen,lei nota per la prima volta le profonde occhiaie,che formano un contrasto evidente con l’iride azzurro ghiaccio dei suoi occhi.
-di che stai parlando?- chiede
-hai preso qualcosa dal mio appartamento oltre la cassetta?-
-che vuoi dire?- la giovane sa esattamente cosa intende,ma preferisce temporeggiare
-voglio dire, che sei riuscita a rubarmi qualcos’altro!- ride lui,nervoso e nel contempo impaziente.
-cosa? No! Non ho avuto nemmeno il tempo materiale per farlo!-
-ah si? No perché sembra che la mia chiave di riserva,quella di casa,sia misteriosamente sparita….-
Lui riprende a camminare.
-non è certo qualcosa facile da perdere…- sibila.
Lei non parla.
-ellen,se sai dov’è,dammela.- ordina il ragazzo,autoritario.
-non lo so dov’è.- conclude la ragazza,sbrigativa. Si gira di scatto –Alex,hai sentito?-
Lui sospira
-no,seriamente,c’era qualcosa dietro di noi…- insiste Ellen.
-come stanno le cose con Jessica?- la liquida lui,lasciandola qualche passo più indietro.
-tutto bene- risponde la sceneggiatrice,camminando all’indietro. –Alex,ascolta…- domanda,assorta
Lui non sembra averla sentita-non c’è niente che magari dovrei sapere?-
-no,non mi viene in mente niente. Ehi,Alex!- lei lo acchiappa per il cappuccio della felpa –ti ho detto qualcuno ci sta seguendo!- digrigna tra i denti –mi vuoi dare retta per una volta?!-
Lui la fulmina con lo sguardo –smettila.-
I due riprendono a camminare. –io però gli ho sentiti,i passi- mormora la ragazza tra sé e sé.
 
“per il resto della cassetta,ci siamo noi due che camminiamo nel bosco. Non ci diciamo nulla. Secondo me si tratta del video precedente a quello in cui Alex mi racconta tutte quelle storie orribili…”
“in ogni caso,subito dopo il cambio di cassetta,c’è questo filmato.”
 
Ellen si rialza,ha appena cambiato nastro. –senti,Alex. Ovunque tu voglia portarmi,si sta facendo buio. E io non ho la torcia.-
Lui si guarda attorno. –allora torneremo un altro giorno,di mattina. Senti,porta Jessica la prossima volta,non la vedo da tanto.”
-awwwww…’kay-acconsente la ragazza con un sospiro,e si incammina verso un sentiero laterale –è da qui che si esce,si?-
Alex annuisce –precedimi,io sto qui ancora un po’.-
L’altra si allontana,senza fare domande.
 
Passano alcuni minuti,lei continua a camminare e a girarsi ad intervalli irregolari. –e che diamine- impreca. Si gira nuovamente,ma stavolta la telecamera resta immobile,puntata su un albero. O meglio,su ciò che vi è celato dietro.
Tim,con la maschera,la sta osservando. Stavolta,però,non è Ellen a scappare,ma lui. –ehi!- lei inizia a rincorrerlo –EHII,FERMATI!-
La ragazza supera una duna,si ferma a riprendere fiato e saggia i dintorni –dove ti sei cacciato…- dice,respirando a fatica. Lo vede scappare da dietro alcuni alberi,e corre nella sua direzione. Minuti interi di corsa nel bosco,finchè una costruzione estranea si delinea alla destra della sceneggiatrice.
 
È il tunnel,e Tim lo ha appena imboccato. Inciampando nei sassi che una volta erano un ruscello, la giovane entra nel canale. –SMETTILA DI CORRERE,DIAMINE!!!- gli urla dietro lei. Non respira più,e si è storta una caviglia incespicando tra due rocce. –CHE CAZZO VUOI DA ME!?- continua,in preda alla disperazione. Avanza piano,faticosamente.
 
Tuttavia,quando la sua eco si spegne,la ragazza si accascia a terra. Non può raggiungerlo. Si dirige verso la zona erbosa lì vicino,sdraiandosi sulle erbacce a riposare,la telecamera ad un passo da lei.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 42
*** Entry#34 ***


la videocamera si accende:Entry#34
 
“ gli ultimi  minuti sulla scorsa cassetta…”
 
Riprese della casa di Alex,è giorno,ma il cielo uggioso non lascia intendere se sia pomeriggio o mattina.. Il cameraman è nascosto tra alcuni cespugli. Probabilmente si tratta di riprese del giorno successivo all’esplorazione del bosco. Alex esce dalla porta principale,si guarda attorno con fare circospetto e torna dentro. Esce nuovamente,con delle chiavi,e se ne va in auto.
 
Non appena lascia il parcheggio,il cameraman corre alla porta di casa,infila delle chiavi dall’aspetto familiare ed entra. Esamina ogni angolo della casa,trovando solo dei disegni deliranti. Apre un cassetto. –bingo!- è la voce di Ellen,sembra soddisfatta. Corre fuori dall’abitazione,chiudendosi a chiave la porta alle spalle.  Tornata in macchina,la ragazza scarabocchia qualcosa sulla custodia della cassetta,poi la mostra alla videocamera. ‘’56-42’’
 
“questo è il contenuto della cassetta contrassegnata ‘’56-42’’ “
 
Riprese di u vecchio binario arrugginito,è giorno,e il sole splende alto nel cielo. –ehi,Alex? Che stai registrando?- ridacchia una voce fuoricampo. –mah,solo del riempitivo- risponde il regista.
-dov’è Seth?- Chiede nuovamente il ragazzo non inquadrato. –non si sentiva molto bene,oggi,riprendo io al suo posto- spiega pazientemente Alex. Il ragazzo fa qualche passo indietro,per inquadrare l’intero percorso delle rotaie. Sono in una porzione tranquilla del bosco,e la ferrovia sembra abbandonata.-cammina sui binari,occhio a non perdere l’equilibrio. Poi metteremo della musica sopra le riprese.- dice.
 
Un giovane sui venticinque appare nell’inquadratura, camminando sul binario, le braccia aperte per bilanciare il peso del corpo. È Brian. l’ombra dell’attore si estende in lunghezza davanti a lui,lasciando intuire che sia pomeriggio tardo.
 
L’immagine cambia,i due sono di fronte ad un edificio diroccato a tre piani. –cos’è questo?- domanda Bian,curioso.
-qualcosa come…un vecchio ospedaletto,o uno studio medico,in ogni caso.. lo abbiamo trovato io e Seth qualche giorno fa e ho pensato di fare qualche bella ripresa qua dentro-- spiega Alex.
-beh,è abbastanza inquietante- commenta scherzoso l’amico.
-si,la struttura venne incendiata anni fa-
-oh…uhm,che giriamo qui?- continua Brian,mentre i due imboccano un corridoio esterno. La tettoia è ingombra di rampicanti,e il sottobosco sta prendendo il sopravvento sulle matonelle.
-pensavo di passarlo come una scuola elementare, il protagonista dovrà fermarsi qui a riflettere sull’incendio che l’ha distrutta.-
Brian annuisce,e si appoggia ad una finestra in pezzi,guardando verso un punto indefinito del bosco
Alex posiziona la videocamera. –devo stare zitto?- chiede l’attore. Il regista sospira –beh,dovevi…- Brian ride –cambiamo zona!- popone.
 
Le riprese riprendono con Brian intento a ripiegare un cavalletto portatile –in questo sono proprio bravo- si vanta con una risata. Lo schermo si fa nero per un momento,disturbato da una interferenza improvvisa.
-brian, leva le mani da quel cavalletto,che ci tengo.- commenta freddo Alex –piuttosto,addossati a questo muro e guarda per terra-
L’altro sospira,e fa come gli è stato detto,appoggiandosi alla colonna semi carbonizzata. Alex è sul punto di avviare la ripresa ufficiale,quando l’amico viene scosso da un violento conato. –Brian?- fa il regista,preoccupato. L’altro alza una mano mostrando il palmo: tutto ok.
 
Dopo essersi calmato,ritorna alla posizione iniziale –stai bene?- domanda Alex. Alla risposta affermativa del ragazzo,zooma sul viso del suddetto. Non appena torna indietro con l’obiettivo, si nota immediatamente l’angosciante figura che si erge alla fine del corridoio,l’abito nero in contrasto con la luce del sole. Le lunghe braccia divaricate come per un abbraccio gelido come la brina.
 
Lo schermo diventa nero,quando riprende il filmato,la telecamera è per terra. Passano alcuni secondi,poi qualcuno la recupera. –Alex,dove sei?!- è Brian, seriamente preoccupato. Spaventato. –ALEX!- chiama nuovamente.
 
Si avventura all’interno della struttura,dove la luce del pomeriggio non penetra abbastanza da vedere chiaramente.-ALEX!- urla. Le ultime due lettere vengono smorzate da alcuni colpi di tosse in rapida successione-DOVE TI SEI CACCIATO?!-  si sentono dei tonfi provenire da una stanza. Brian affretta il passo                        -Ehi,sei tu?!- adesso sta letteralmente correndo. Colpi di tosse gravi e violenti provengono dalla stanza più buia del corridoio.
 
Un’esame più accurato rivela che non è semplicemente buia,ma carbonizzata a tal punto da essere totalmente nera. Calcinacci ingombrano il pavimento,e raggomitolato in un angolo,qualcuno è scosso da orribili eccessi di tosse. –Al…- la voce dell’attore si spegne,non appena riesce a mettere a fuoco il viso del ragazzo rannicchiato contro al muro. -…Tim?-
 
Corre verso l’amico –andiamo,alzati,dobbiamo andarcene di qui!- adesso Brian non è più preoccupato. È letteralmente disperato. Afferra la spalla di Tim,non appena questo viene scosso da tremiti: crisi epilettica. –cristo!- mormora l’attore,impotente.
 
Il video e l’audio vengono distorti da pesanti interferenze, e Brian fa appena in tempo a girarsi e vedere l’alta figura dell’operatore prima di cadere a terra. Il video si interrompe,quando riprende,la videocamera è a terra per la seconda volta.
 
Si vedono delle gambe,il corpo del loro proprietario disteso a terra. Dopo un po’,egli viene trascinato nella stanza.
 
“la cassetta non era datata. Non ho idea di quando tutto ciò sia successo. Forse Alex ha portato tutti in un posto del genere,e se ne è sbarazzato.”
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 43
*** Entry#35 ***


La videocamera si accende: entry#35
 
Ellen è seduta in auto. Sta parlabndo direttamente alla videocamera,sembra seccata. –sono di nuovo al Rosswood Park,sto aspettando Alex-spiega in un sospiro. –ho guardato la cassetta presa dal suo appartamento.- la ragazza fa una pausa,come per cercare le parole giuste –è palese che non dovrei fidarmi di lui. Non so cosa sia successo a Brian,e onestamente non sono nemmeno sicura di volerlo sapere.- si guarda le mani,vergognandosi della sua codardia.-l’unica cosa certa è che Alex sapeva che sarebbe successo qualcosa, una volta lì. Non voleva fare delle riprese per Marble Hornets,voleva solo sbarazzarsi di Brian…-
 
 la voce della ragazza si rompe,e quando lei riprende la parola emette un suono strozzato-Jessica è in viaggio per incontrarsi con me ed Alex. Lei pensa che qualsiasi cosa Alex voglia mostrarci abbia a che fare con Amy,quindi non è stato difficile convincerla.- si morde il labbro inferiore –è così ingenua da pensare che seguire due sconosciuti nel bosco sia una buona idea… tuttavia,non posso permettermi di giudicare,dato che io per prima ho seguito un potenziale assassino nel bosco…quante volte? Tre? Quattro? Non ha più importanza…- sospira, passandosi una mano tra i capelli.-non le dirò nulla riguardo i miei sospetti,non voglio spaventarla,e forse Alex ha davvero qualcosa da mostrarci,chissà…-
 
Il video si ferma,quando riprende,la telecamera inquadra Jessica,appoggiata al cofano dell’auto. Entrambe le ragazze si voltano di scatto,non appena la berlina bianca di Alex si accosta alla vettura di Ellen. Ne esce il proprietario,con le chiavi in mano. –da questa parte.- ordina,glaciale,senza perder tempo in convenevoli. Il video si interrompe,e parte nuovamente mostrando la schiena di Alex. –quanto manca ancora?- chiede Jessica,da dietro alla cameraman –lì in fondo,seguitemi e basta.- risponde il ragazzo. –non stai afcendo un granchè per metterci a nostro agio- commenta acida Ellen-potresti almeno dirci dove siamo diretti?- lui sospira,e allarga le braccia –è difficile da spiegare,dovrai vederlo da te…-
 
La sceneggiatrice si sente tirare il cappotto. –manteniamo un po’ di distanza tra noi e lui. Non mi sento molto…al sicuro…- sussurra Jessica,trattenendo Ellen. –oltretutto,mi sembra di sentire dei passi dietro di noi- continua a bassa voce. –continuiamo a camminare,sarà stata la tua immaginazione- cerca di tranquillizzarla l’altra,con scarsi risultati.
 
Lo schermo diventa nuovamente nero,poi vi sono riprese di una vecchia segheria abbandonata,a due piani.
Alex le conduce al piano superiore. La prima cosa che le ragazze notano è la porta scardinata,appoggiata alla parete poco dietro le scale. Il regista si ferma in cima alla gradinata. –è da quella parte..- dice ad Ellen,indicando un punto dietro ad alcuni ceppi di legno,oramai marcio. –io non voglio vederlo di nuovo,una volta mi è bastata…- aggiunge,con la voce piatta.
 
Ellen fa un respiro profondo,e scavalca dei calcinacci per raggiungere il punto indicato dal giovan. Si fa coraggio,e sbircia al di là della catasta. il sangue le si gela nelle vene. Dietro al legno c’era… assolutamente niente.
 
Il grido alle sue spalle la fa voltare di scatto,con la pelle d’oca.-ha una pistola!-
 
La ragazza si pietrifica. Tre occhi puntati su di lei. Le due fredde iridi di Alex,e la nera canna della calibro 22 che le viene puntata addosso. –tu mi hai rubato la cassetta.- ringhia il ragazzo.-e  mi stavi seguendo.- la ragazza cerca di calmarlo –Alex,non so di cosa stai parlando!- lui non la sta a sentire –ho avuto tante occasioni per farlo,non so perché ho aspettato tanto- ride nervoso,pasandosi una mano tra i capelli biondo cenere.
 
-non vorrai davvero ucciderci?!- mormora  Jessica, sul punto di piangere. –non volevo coinvolgere anche lei,è per questo che le avevo detto di aver trovato Amy!- esclama il ragazzo,rivolto ad Ellen –E’ SOLO COLPA TUA!- le interferenze si fanno pesanti, il video va fuori fuoco per un attimo. –QUANDO TI DIEDI LE CASSETE,TI DISSI DI NON PARLARMENE MAI PIU’,UN MOTICO C’ERA!- continua,mentre una nota figura emerge da dietro alla porta scardinata. Tim si avvicina di soppiatto ad Alex. Anche se ha la maschera,sembra quasi di vederlo sorridere. –non puoi fare questo,Alex.- temporeggia Ellen,gli occhi fissi sulla pistola. –AVREI DOVUTO BRUCIARLE COME AVEVO DECI-
 
La frase viene tagliata a metà,non appena Tim si getta al collo del regista,cogliendolo alle spalle. Ellen acchiappa una mano di Jessica –corri,di qui!- le urla,precipitandosi giù per le scale. Uno sparo riecheggia nel silenzio innaturale del bosco,ma le due non si girano.
 
Le due non smettono di correre nemmeno giunte al parcheggio. –che si fa adesso?- chiede Jessica,col fiatone. –fai una valigia leggera,ci incontriamo al motel [nome rimosso] tra un’ora. Ce ne andiamo di qui il più presto possibile.- la sceneggiatrice le fa seno di andarsene,e l’altra segue il consiglio. Non appena è partita, Ellen si avvicina alla macchina di Alex,che ha lasciato il finestrino leggermente abbassato.
 
-andiamo,Ellen- sospira la ragazza,infilando la mano nella fessura. Non appena le sue dita incontrano la plastica della sicura,la ragazza emette una risatina nervosa,guardandosi intorno. Abbassa il lucchetto,e apre lo sportello. Rapidamente,afferra la sacca e la seconda telecamera posizionate sul sedile passeggero,poi corre alla sua auto.
 
Il video si interrompe,e ricomincia inquadrando Jessica.-rimaniamo in questo hotel per stanotte,domani decideremo con calma dove andare,a mente fresca. Prima,però..- prende il suo borsone contenente decine di cassette. –queste vanno tenute al sicuro ad ogni costo. Le metterò nella mia cassaforte,decidiamo un codice che possiamo ricordarci entrambi senza che sia ovvio,però.- l’amica riflette per qualche secondo. –credo che possiamo usare ‘’1101’’,le ultime cifre del mio numero di telefono…-  Ellen annuisce,soddisfatta. –io vado a fare il check-in,ci si vede dopo.- continua Jessica,per poi allontanarsi,tossendo. Lo schermo diventa nero.
 
Quando il video riprende,Ellen sta dormendo,e la videocamera la riprende montata su un treppiedi. Dalla stanza adiacente si sente un grido. La sceneggiatrice salta immediatamente seduta,e corre fuori dalla stanza. Si sentono dei tonfi e altre urla. –JESSICA!- Ellen chiama la ragazza,battendo sulla porta. Quando riesce ad entrare,porta la telecamera con sé. Al centro della stanza,l’operatore,immobile artefice di tanta paura.
 
Presa da una rabbia cieca, la ragazza urla contro al mostro. –CHE NE HAI FATTO DI JESSICA?- nessuna risposta –CHE NE HAI FATTO DI MIA SORELLA? L’HAI PRESA TU?!- il silenzio viene interrotto da alcuni fischi acuti. Urlando di rabbia,la giovane si precipita contro la creatura –LASCIAMI IN PACE!!!- il video viene distorto e quando ritorna normale Ellen e stesa a tera,accanto alla videocamera,con gli occhi sbarrati.
 
“riguardando le cassette,mi sono resa conto della effettiva pericolosità di Alex. Probabilmente non ha mai voluto aiutarmi,mi ha approcciata solo per liberarsi di me,come ha fatto con Tim,Brian…e Sarah. Non gliela farò passare liscia. Lo troverò e,costi quel che costi, gli farò rimpiangere di aver fatto del male alle persone a me care. Mi sto dirigendo verso la città vicina al Rosswood park. Non sono sicura se sia lì o meno,ma tentar non nuoce.”
 
La videocamera si spegne.
 
 
d̛̬ͭ̽͆o̷͉̣ͫͬ̚l̫͙͝c͇͍̠̠̀ͤ̏̓ͬ͠e̲͙͕̜͓ ͨ͌v̱̔̐̎͐̎̅ĕ̪̦̖̦̗̬̌͑̓̉̚n̩̝͈̿́̒ͥ͊̾̚d̞͈̭̰̞̰̍̉͌̀e̻͖̹̝̺̰͓͌̍ͨͣͫţ̖̟ͬ͛̅̅t̗͓̠̗̺̓̾̊ͪ̕ả̉ͩͤͣͩ
 

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Capitolo 44
*** Entry#36 ***


La videocamera si accende: entry#36
Ellen sedeva su un muretto,in un giardino. Era nel centro della cittadella,e stava ripensando a tutti gli avvenimenti accaduti,cercando di capire cosa potesse fare. Non poteva di certo andare da Alex disarmata,ma se avesse chiesto aiuto alla polizia…beh… operatore e tutto i resto,l’avrebbero rinchiusa in un manicomio. Si alzò,e si diresse verso un bar lì vicino.  Sentì una porta chiudersi alla sua destra.

Quello che vide le mozzò il fiato. Era… Tim! Appena uscito da un negozio di antiquariato,il ragazzo si era acceso una sigaretta. Ellen non seppe bene il perché,ma decise di nascondersi dietro un cespuglio. L’attore prese due boccate di fumo,poi entrò nella sua auto,parcheggiata lì difronte,e se ne andò.

La ragazza,saggiamente,aspettò quindici minuti prima di dirigersi nel negozio dal quale era uscito l’amico. Passato questo lasso di tempo,si precipitò dall’antiquario. –buonasera- salutò educatamente. Si avvicinò al bancone,dove una anziana signora stava spolverando una teiera di porcellana –posso aiutarla?- domandò la donna. –a dire il vero si,stavo cercando un mio amico,mi aveva detto di incontrarci qui ma temo di essere arrivata in ritardo…- la ragazza si stupì della sua stessa calma,stava diventando brava a mentire. –per caso lo ha visto?-

La donna alzò le spalle-dipende,potresti descrivermelo?- Ellen annuì –uhm,capelli scuri,basette… in genere fuma una sigaretta…- snocciolò un po’ di caratteristiche,nonostante lo avesse notato solo di sfuggita era abbastanza sicura che non fosse cambiato molto dall’ultima volta che si erano visti. O meglio,che lei lo aveva visto senza maschera.

La donna sorrise –ah,si,a volte viene a dare un’occhiata in giro,prima di… beh,penso che vada dal dottore in fondo alla strada,ma questo lo saprai già!- Ellen ringraziò la signora,che le era stata più utile di quel che si aspettasse. Non avendo idee migliori,decise di andare a dare una controllata allo studio medico. Giunta lì davanti,trattenne a stento un singulto. Era una clinica di igene mentale.

Attese sulla panchina lì difronte,sperando che Tim si facesse vivo. Non le avrebbero mai rivelato gli orari delle visite del suddetto.  Quel giorno la ragazza non ebbe fortuna.

Né quello dopo.

Né quello dopo ancora.

Né quello dopo e dopo ancora.

Venerdì, Ellen era di nuovo sulla panchina. Faceva più freddo quel giorno,e la ragazza stava giocando distrattamente con un lembo sfilacciato della sua sciarpa. Si interruppe immediatamente,quando sentì dei sordi colpi di tosse provenire dal marciapiede dinnanzi a lei. Tombola . attraversò la strada di corsa,senza badare ad eventuali macchine.

-Tim,hey!- lo chiamò la ragazza,eccitata –sei Tim [cognome rimosso],vero?- lui si girò,e apparve confuso.             –uhm,si?-
-sono Ellen! Ellen [cognome rimosso]!- continuò lei –ti ricordi di me?-
Il ragazzo si grattò la nuca –ad essere sincero…-
L’altra non lo lasciò finire –già,non ci siamo visti molto negli ultimi anni..uhm, abbiamo lavorato insieme a Marble Hornets, ricordi? Il film amatoriale di Alex Kralie- la ragazza sentì le ultime due lettere del suo cognome spegnersi in gola. Le faceva uno strano effetto pronunciare quel nome.
Comunque,il viso di Tim si illuminò –ah,già,giusto! Ma… è stato un bel po’ di tempo fa,no?-
-beh,uhm,sono davvero felice di averti incontrato perché avevo intenzione di terminare il film,come ti dissi già nella Entr..  volevo dire,al provino dell’ano scorso! Ho trovato altre riprese quindi mancano davvero poche scene per terminarlo e sarebbe un peccato sprecare tutto questo lavoro..-
Il ragazzo tentennò –ehm,magari ti faccio sapere in un secondo momento,sono davvero in ritardo,adesso…- disse,indicando l’entrata della clinica.
-oh,oh! Gi..giusto,scusami,allora a dopo!- si scusò lei,imbarazzata. Tim entrò nell’edificio,e la sceneggiatrice tornò sulla panchina. Non poteva permettersi di perdere di nuovo le tracce del ragazzo,quindi decise di aspettarlo.

Passò un’oretta abbondante,quando lui finalmente uscì dall’edificio. Lei gli corse incontro. –ehi,Tim!- lo salutò. Lui la guardò sorpreso,accendendosi una sigaretta. –Ellen,io…uhm…non pensavo mi avresti aspettato,avrei fatto più in fretta,se..- lei si affrettò a smentirlo –oh,no! Tranquillo,ho passato il tempo nel giardino qui vicino,e.. poco fa ho pensato di venire a controllare se avessi finito,non preoccuparti!- esclamò.

Tim le sorrise appena,prima di  prendere una seconda boccata. I due iniziarono a camminare. Ad un certo punto lei si fece coraggio –ehi,Tim,non tel’ho chiesto prima,ma…stai bene? Voglio dire,tutto ok? Ti ho visto entrare in quella clinica,e…- lui si frizionò i capelli –si,tranquilla,solo..- si interruppe,tossendo sulla mano stretta a pugno -…qualche disturbo di personalità risalente a qualche mese fa,ma adesso va tutto bene.-
-oh,beh sono molto felice per te!- rabbrividì,ripensando all’incontro nella casa –quindi,nulla di grave,no?- i brividi le risalirono fino alla nuca,quando rivide nella sua mente le immagini del ragazzo con la gamba rotta.
Lui annuì –tranquilla.-
-beh,per quanto riguarda il progetto di Alex…- il telefono di Tim squillò
-scusa se ti interrompo,devo rispondere- si  scusò il ragazzo. –si. Ho capito. Si,arrivo il prima possibile. A dopo..- chiuse il telefono –sono davvero spiacente,ma mi hanno chiamato dal lavoro. Tanto tu cel’hai il mio numero,no? In caso,mi chiami e ci mettiamo d’accordo..-

Ellen venne colpita da quelle parole come un secchio d’acqua gelida la domenica mattina. Era stata così stupida, era stata così ingenua, da dimenticarsi del numero di Tim,digitale sicurezza nel suo cellulare.             –s…si,in effetti…allora.. ti chiamo io?- lui gettò la sigaretta a terra,schiacciandola col tallone –si,certo. Allora ci si vede- la salutò,attraversando la strada.

la videocamera si spegne.

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Capitolo 45
*** Entry#37 ***


La videocamera si accende: entry#37
 
Ellen era seduta sul letto della sua camera d’albergo,il laptop sulle gambe. ‘’cause you had a bad day! You’re taking one down! Sing a sad song and-‘’ la ragazza rispose al telefono,interrompendo la suoneria –pronto?- dall’altro capo,dei colpi di tosse. Sapeva di chi si trattava. –ehi? Sono io,Tim- lei spostò il pc –ciao,tutto ok?- dall’altra parte,un altro colpo di tosse. –si,uhm.. non ricordo molto bene,ma mi sembra che con Alex girammo dei ‘dietro le quinte’ se non sbaglio- la ragazza si fece più interessata –e…tu hai quelle cassette?- lui rispose- si,le ho trovate in un ripostiglio a casa mia.- Ellen chiuse la mano a pugno,e la sferrò nell’aria. –grande! Potrebbero essere interessanti,allora…-
 
Il cuore della sceneggiatrice mancò un battito.  Totheark ha risposo al tuo video ‘’Entry#37’’ –devo…devo andare,è importante.- la voce di lei si era fatta flebile. –tutto ok?- chiese Tim dall’altro capo –si,si solo…mi sono ricordata di un appuntamento.- inventò. Terminò la chiamata,e recuperò il laptop. Aprì il video di Totheark.
 
Riprese confuse di alcune foglie,è giorno. L’immagine cambia,viene inquadrato un cielo bluastro,probabilmente serale o di poco precedente all’alba.
Ti ricordi di me? : )
Riprese di Ellen seduta sulla panchina,ad aspettare Tim. La ragazza sta tirando un filo via dalla sua sciarpa.
Io non ho dimenticato. : (
Lo schermo si fa nero.
 
aveva sempre creduto che fosse Tim a scrivere i messaggi tramite totheark. Evidentemente,si sbagliava di grosso. Quindi,il nemico non era solo Alex? Decise di dormirci su.
 
Ellen era seduta ad un tavolo di ristorante. Di fronte a lei,la sorella,radiosa e sorridente. -…e io gli ho detto ‘’ehi,amico,vacci piano! Solo perché mi hai dato un passaggio non vuol dire che…’’ insomma,hai capito,no?- rise la ragazza. Il sommelier si avvicinò al tavolo –le consiglierei questo Pinot per accompagnare il pesce,signorina.- la ragazza pensò di non aver mai cenato così di lusso in vita sua. Ma c’era da festeggiare! C’era da festeggiare…cosa c’era da festeggiare? Il cameriere le versò un po’ di vino nel calice,e lei bevve un sorso,per assaggiare. Il suo sguardo ricadde sulla mise dell’uomo,e lo smoking la fece sentire a disagio per qualche motivo. Rimise il calice al suo posto,il liquido aveva un sapore leggermente ferroso. Sorpresa,si accorse che la bevanda era di un rosso porpora. Strano, era sicura che col pesce bisognasse accompagnare del vino bianco.
Aprì la bocca per parlare,ma ne uscì solo un cupo borbottio. Qualcosa di umido le cadde sul vestito azzurro. La ragazza si portò una mano alla bocca,e la ritrasse inorridita. I polpastrelli erano intrisi di sangue. Corse alla toilette,appena in tempo prima di essere scossa da un conato. Rigettò nel lavandino,rosso,tanto rosso,troppo rosso. Interrotto da minuscoli tratti di bianco. Credette di essersi rotta la collana di perle,quando esaminò la pietrolina da più vicino. Aveva una forma piatta,ed era troppo opaca per essere una perla. La giovane si accarezzò l’arcata superiore per esaminarsi la gengiva.  Non guardarti alle spalle .cercò di raccattare i suoi denti prima che finissero nello scarico. Che vergogna,che vergogna!  Alzò lo sguardo sullo specchio. Esso le restituì il riflesso di una Ellen distrutta,folle. Le borse sotto gli occhi e i capelli in disordine, la seta celeste dell’abito macchiata di rosso carminio. Un sorriso stomachevole,umido di sangue. Alle sue spalle, l’operatore. Sembrava soddisfatto.
 
La giovane si svegliò,urlando. Si precipitò in bagno,e si guardò allo specchio. Emise un sospiro di sollievo. Si lavò i denti tre volte,non perchè fossero sporchi,ma per sentire la piacevole sensazione delle setole dello spazzolino contro di essi.
 
Il mattino seguente, venne chiamata da Tim. Si sarebbero incontrati ad un autogrill  lì vicino,dato che il ragazzo voleva consegnarle le cassette. quando la vide,il giovane si alzò in piedi –ehi…- fece per andarle in contro,ma tentennò. –dormito bene?- lei sospirò –non molo a dire il vero…- Tim le porse una busta di plastica- eccole!- Ellen lo ringraziò. Poco prima che si separassero, lui la fermò con una domanda. –come mai tutta questa…’cosa’ della telecamera?- sulle prime,Ellen non capì –come scusa?- lui alzò le spalle –beh,sai…portartela ovunque…è una specie di documentario o qualcosa di simile?- la sceneggiatrice non credette che Tim le stesse offrendo una scusa tano plausibile su un piatto d’argento –in effetti,è proprio così!- sorrise. –in ogni caso…sai cosa c’è su quelle casette?- lui si massaggiò la nuca –ehrm,a dire il vero no,non ho una videocamera tutta mia che sia in grado di riprodurle,avevo preso in prestito quella di Alex in quel periodo…- l’altra pensò che fosse un bene. Se ci fosse stato qualcosa di compromettente,sarebbe stato meglio tenerne il ragazzo fuori.
 
Ognuno tornò ai suoi affari,ed Ellen decise di iniziare a guardare il contenuto di alcune cassette.
 
Nella prima,Tim sta correndo,al buio. Si ferma sotto un portico illuminato,con lui ci sono Ellen ,Seth e Brian.-woah,è stato… ‘’emozionante’’ credo?-  ride Brian.Seh si toglie gli occhiali,cercando di pulirli con l’orlo della maglia,con l’unico risultato di inumidirli ulteriormente. –si,pioggia a dirotto. Davvero fantastico.- il ragazzo se li rimette –sai dov’è Alex?- Tim riflette un attimo-oh,si,mi ha detto che faceva un salto a casa a prendere un ricambio,era bagnato fradicio!- Ellen sospira-comunque,io devo tornare. Seth,se vuoi un passaggio…- il ragazzo annuisce,visibilmente sollevato –si,per favore!-
 
Lo schermo diventa nero,e le riprese riprendono poco dopo. Viene inquadrata una pianola. I tre ragazzi sono nel salotto di Tim,la telecamera è in mano ad Alex,che fa una panoramica della stanza. –siamo tutti qui riuniti,nel ‘soggiorno della musica’ di Tim! Con tanto di…scatola… di qualcosa – dice,inquadrando una custodia per chitarra. -…una pianola…- continua,spostando la videocamera –un ukulele,suonato dal padrone di casa- illustra,riprendendo Tim seduto sulla moquette,a gambe incrociate,intento ad accordare l’ukulele. Ha una matita dietro l’orecchio e dei fogli ai suoi piedi. Alex prosegue –un’ennesima pianola,con tanto di base!- esclama,facendo partire dei beats con un pulsante. –comunque,perché la sto tenendo io la videocamera?- l’altro ride –sei tu il regista,no?!- l’amico sbuffa –si,ma ci eravamo messi d’accordo che i retroscena li avresti girati tu!- risponde,passandogli l’attrezzo intanto,entra Brian,frizionandosi i capelli con un asciugamano. Quando smette,la sua testa è un disastro: ciuffi umidi e riblli gli cadono sul viso,mentre altri rimangono ritti,conferendogli un’aria ridicola.
 
-ma che bei capelli,Brian- commenta Alex,sarcastico –ovvio che lo sono,non per niente sono io la star del film!- si vanta il ragazzo con una risata,lasciandosi cadere vicino alla chitarra. –allora,colonne sonore! Chi sa suonare uno strumento alzi la mano!- Alex si gratta la nuca –il triangolo vale?- Tim fa spallucce –mah…ti darei l’ukulele,ma l’ho preso da poco  e nemmeno io sono tanto sicuro delle meccaniche,però… se aspettiamo qualche giorno faccio pratica,e sarà tipo…sarà meglio,sarà tipo…- le luci si spengono all’improvviso,Brian lancia un gridolino. -…sarà tipo buio? Brian eri tu?- in risposta,una risata nervosa. –ho capito,vado a dare un’occhiata al contatore,ma non ci ho mai messo le mani,quindi non assicuro niente!- avverte.
 
Camminando a tentoni per il corridoio,sbatte il fianco contro una porta aperta. –ouch!- si lamenta. Violente interferenze distorcono l’audio,che torna normale poco dopo. Le luci si riaccendono. –oh,bene! Fa niente!- cinguetta Tim,felice di poter tornare dai suoi amici.la telecamera fa un giro di 180°,e in un angolo un’alta figura viene ripresa di sfuggita. C’è un secondo black-out  -…e…non fa niente di nuovo!- sospira il ragazzo. Fruga in un cassetto lì vicino,trova due torce elettriche. Torna dai compagni. –buone notizie!- esclama,con tono solenne –abbiamo due torce! –notizie ancora migliori!- annuncia Alex –indovina cosa funziona a batterie?- domanda,suonando un accordo stonato alla pianola. –wow,si preannuncia una notte divertente. Siamo apposto,allora!- gli amici ridono,e la telecamera viene poggiata a terra,puntata verso la porta. Nell’inquadratura,un alto uomo in giacca e cravatta. Tim riprende la videocamera e la punta su Alex,prima che un’ombra sgusci rapida all’interno della stanza.
 
Il video termina qui.
 
Ellen emise un sospiro profondo,le mani congiunte. Caricò il video,e fece per uscire,quando udì un suono spiacevole provenire dal suo computer. Controllò la notifica.
 
Totheark ha risposto al tuo video ‘’entry#37’’
 
0110010101101110011001000110100001101001­01101101
 
Riprese sfocate di Amy ed Alex.
 
Tu hai provocato questo
 
 
Alex in piedi accanto al cadavere del quarantenne. L’audio è orribilmente distorto.
 
Non sarai mai perdonato
 
Lui mi condurrà a te
 
Ellen è in auto,il contrasto delle immagini è troppo alto,e risulta doloroso alla vista
 
Mi condurrà alla mortemi condurrà
Alla
Arca
 
Una shilouette bianca di un uomo sorridente. Gli inquietanti occhi sbarrati dello stesso,hanno le pupille rosso acceso,così intenso da perforare lo schermo stesso.
 
Osserva sempre
 
Ellen rabbrividì. Era terrorizzata da quei video. Credeva che fossero la causa di ogni suo incubo.
 
La videocamera si spegne.
 
i̸̳͓͍͎͙̪̪̰̮̒̄ͥ̈́͆͋̐̂n̵̯̟̝͎͍ͯ̇̔̾ͬ͆ͤ̀c̟̭̞̙̈́̐̓̔̃̊̚u̿̇ͪ̚b͓̮̈́̈́ȯ̥̹̗̉ͨ͂ͩ

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Capitolo 46
*** entry#38 ***


La videocamera si accende: entry#38
 
Ellen inserì la seconda cassetta,pronta a visionarla. Il video partì dopo qualche secondo di statico.
 
Alex,Brian e Tim stanno camminando su un marciapiede,di giorno. –alla fine hai trovato quel luogo abbandonato di cui avevi bisogno per le riprese?- chiede ad un certo punto Tim,con fare assente. Alex risponde quasi subito –a dire il vero si,ma è vietato andarci,ci beccheremmo una multa salata se andassimo lì a filmare…- l’amico si friziona i capelli –no,tel’ho chiesto perché c’è questa specie di… vecchio ospedale abbandonato,nella zona dove abitavo io… potremmo usarlo,non ci va mai nessuno.-
 
Il viso di Alex si illumina-ah si? pensi che potrebbe passare per una scuola?- Tim annuisce –è tutto bello bruciato,non è facile riconoscerlo come ospedale. Il problema è che è abbastanza lontano..- il regista si gratta il mento –cosa intendi per ‘’abbastanza lontano’’?- l’altro alza le spalle –‘’abbastanza lontano’’ da doverci dividere i soldi della benzina!- il biondo sorride –bene,penso che ci si può dare un’occhiata!- Tim si rivolge a Brian-vogliamo fare sabato? – tutti e tre acconsentono. Un telefono squilla.
 
-pronto?- mentre Alex e Brian avanzano,Tim si ferma. –si,venerdì alle due. Si. No,per adesso solo della paranoia,mal di testa.. ah e insonnia,non riesco a dormire senza la morfina. Uh,uh. Mi scusi ma adesso non posso dilungarmi,ho da fare..perfetto,allora. Si,venerdì. Buona giornata.- sospirando,chiude il telefono e se lo rimette in tasca.
 
Il video teminò. La ragazza si prese un attimo per riflettere. Tim aveva accennato a dei disturbi di personalità quando si erano incontrati,e nel video accusava altri sintomi. Probabilmente,tutto ciò aveva poi portato al suo attacco nella casa. Rabbrividì solo a pensarci. Prese la cassetta numerata ‘’3’’ e la inserì nel registratore,pronta a vedere il nuovo video.
 
Alex e Tim sono in un bosco,è giorno,e il sole splende. Sembra che faccia molto caldo,i due sono a maniche corte. Si avvicinano ad una struttura abbandonata,i muri ricoperti di scritte e rozzi disegni. –come vedi,il primo piano è pieno di graffiti,non so quanto potrà tornarti utile…però,se vuoi dare un’occhiata in giro..- Tim  fa per entrare,seguito dall’amico. I due controllano rapidamente in giro,per poi salire al piano superiore. Affacciandosi ad una finestra,Alex indica un punto imprecisato tra l’erba alta: -c’è un altro edificio,laggiù?- chiede.
 
Tim guarda dalla finestra –oh,si,ma è tipo un supplemento,questo posto è di gran lunga migliore,sai…- Alex lo interrompe –no,andiamo. Voglio vederlo.- l’altro si allontana e inizia a passeggiare su e giù. –beh,non ho…non che io abbia molta voglia di andare da qualche altra parte,al momento..- il regista appare sbigottito –ma è a pochi passi da qui!- il ragazzo sbuffa –non è niente,davvero! Preferirei andare a controllare il tetto,o la cantina,se non ti dispiace..-  Alex,di rimando: -ovvio che mi dispiace,questo posto non è minimamente passabile per una scuola,e non voglio che le ore di macchina vadano sprecate!- Tim non risponde. –e va bene,ci andrò con Seth quando torna…- grugnisce il regista. –per me va bene- replica l’altro.
 
Il video si interrompe,per riprendere poi in una stanza diversa. –qui non ci sono molti graffiti,potresti usarla come location…- dice Tim,puntando la telecamera verso l’amico. –già..- sbuffa Alex. –andiamo al piano superiore- propone il regista. Riprese di niente in particolare: stanze rovinate dall’edera,muri gonfi dall’umido.. ad un certo punto,i due giungono in un open space illuminato da finestre senza vetri. –beh,tu dai un’occhiata in giro,io devo,uh…- Tim ridacchia –‘andare in bagno’.. ti raggiungo subito- poggia la telecamera su un davanzale e si dirige verso un’anticamera,fischiettando.
 
Poco dopo,viene inquadrato Alex. Egli poggia la videocamera per terra,e raccoglie una trave di leno,rotta. –potremmo vedere se nel seminterrato c’è qualcosa di interessante- esclama Tim,da dietro un muro –mi ero quasi dimenticato che ci restava ancora quello da esplorare!- Alex impugna la trave con ambedue le mani,ed entra nell’anticamera –Alex,mi stai asc- l’attore non fa in tempo a finire la frase:  un sonoro schiocco seguito da un tonfo fanno intuire l’inevitabile.
 
La videocamera,come spinta da un vento inesistente,oscilla,per poi cadere capovolta,inquadrando l’alta figura dell’operatore,spettrale quanto malvagio.
 
Violente interferenze distorcono audio e video,per poi sparire assieme alla bizzarra creatura.
 
il video termina qui.
 
Ellen si sdraiò sul letto: gli occhi le facevano male,ed era da un po’ che non dormiva. Aveva due opzione: arrovellarsi e cercare di capire il piano di Alex,oppure riposarsi. Optò per la seconda,senza indugi.
 
La ragazza si svegliò poco dopo,non ricordandosi cosa avesse sognato. Di una cosa era certa: stava morendo di fame. Si avviò verso il piccolo cucinotto della camera,prese due uova dal frigobar e si preparò la colazione..beh,la cena,a dire il vero,dato che fuori era buio. Non appena ruppe le uova,rimase confusa dal loro colore: esse erano completamente nere,e quasi si confondevano col padellino. Allunò una mano,e milioni di microscopici ragnetti le risalirono su per le dita. Scosse il braccio inorridita,e… si svegliò. Che incubo terrificante: i ragni l’avevano sempre disgustata. Si diresse in bagno,ed aprì il rubinetto per sciacquarsi il viso. Le tubature ebbero un tremito,seguito da  un cupo borbottìo,ma non uscì acqua dal sifone. Decine di migliaia di bestiolin zampettarono sulla fredda porcellana,e solo allora la ragazza si accorse che le intere pareti erano diventate una pulsante massa nero pece. Ellen si svegliò,ma non aprì gli occhi. O meglio,le sembrò di averli aperti,ma non vedendo luce,si ricredette. Si rese conto che una spiacevole sensazione le faceva venire la pelle d’oca lungo le braccia,la schiena,le gambe,il viso. Osservando meglio,notò un minuscolo spiraglio di luce dinnanzi a lei,che venne occupato da un paio di ragnetti. Capì: ne era ricoperta.
Ellen si svegliò.
La videocamera si spegne.
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Capitolo 47
*** Entry#39 ***


La videocamera si accende: entry#39
Ellen bevve un altro sorso di caffè,poi inserì l’ennesima cassetta.
 
Qualcuno sta ansimando pesantemente,le riprese sono girate con la visione notturna. Le mani di una persona vengono inquadrate,intente ad armeggiare con una cassetta. Dopo qualche difficoltà,il figuro riesce ad inserirla in una custodia,poi prende la videocamera,inquadrandosi il volto: èTim. Il ragazzo emette dei brutti colpi di tosse,cupi e secchi,per poi esplorare i dintorni. Sente qualcosa,e si da alla fuga. Scende delle scale,ma è troppo buio per capire se si trovi nel’edificio diroccato  meno.
 
Adesso Tim è nel bosco,e si guarda attorno disorientato.  Un conato lo costringe carponi,mentre la telecamera gli cade per terra. Lui rimane rannicchiato a terra,scosso da dei brividi di freddo. Ad un certo punto,spalanca gli occhi,si alza,e recupera la videocamera. Con passo cadenzato e sicuro,si avvia verso l’edificio supplementare della vecchia clinica.
 
Gira per i corridoi,apparentemente senza meta,per un abbondante quaro d’ora,per poi svoltare un angolo e vederlo: lì,ritto al centro del corridoio,con una torcia in mano e un tubo di ferro nell’altra. Alex.
 
Rapido,corre a nascondersi al piano superiore. Dopo un po’,si siede contro un muro,la telecamera puntata contro di sé. La visione notturna gli fa brillare gli occhi,che guizzano a destra e a sinistra. Si passa una mano sulla nuca,e quando la ritrae è bagnata di sangue… il corpo del ragazzo è scosso da un colpo di tosse,che fa del suo meglio per trattenere: il ragazzo si accartoccia su se stesso,coprendosi la bocca con entrambe le mani,mentre la tosse si fa più grave e violenta.
 
Tim si guarda attorno terrorizzato,rendendosi conto che i suoi tentativi per non fare rumore sono pressoché inutili.
 
-oh merda!- Ellen tirò fuori la cassetta in fretta e furia,mentre la macchina mandava fumo. Un odore di vinile bruciato impregnò la stanza,mentre la ragazza teneva tra due dita la cassetta semibruciata. –ma come diamine…?!- provò la telecamera,ce per fotuna funzionava ancora… chiamò Tim,mentre buttava via la casetta.
 
-pronto?-
-ehy,ciao,sono Ellen!-
-oh,che sorpresa,come va?-
-tutto bene,grazie- mentì la ragazza,dando una seconda occhiata alla videocamera per controllare che fosse tutto apposto
-chiami per le cassette,vero?- intuì Tim
-già,si,ho trovato del buon materiale a dire il vero! In una di esse menzioni una specie di ospedale abbandonato o qualcosa di simile…-
Dall’altro capo,qualche secondo di silenzio –ah,si,c’era qualcosa del genee dopo Rosswood Park,vicino a dove vivevo s enon sbaglio,ma non ci andammo mai,perché qualsiasi cosa disti più di dieci minuti da casa sua,per Alex è irraggiungibile,lo sai com’è- rise
 
-senti,ti andrebbe di accompagnarmi lì? Ho in mente delle belle scene che potremmo filmare,magari anche solo come…uh…’bozze’?-
-si vede che sei sceneggiatrice.. comunque si,non ci sono problemi,facciamo domani pomeriggio?- propose allego
-okay,allora vada per domani!- concordò l’interlocutrice.
 
Ellen si cambiò,e dopo essersi lavata i denti  decise di andare a dormire. Prese un paio di gocce di sonnifero,per andare sul sicuro.
Quando si svegliò,aveva freddo. Davvero freddo. E non vedeva niente. Tastò lo spazio attorno a sé,e le mani incontrarono subito qualcosa di rigido.
 
‘’…polvere alla polvere…’’
 
Fece per alzarsi,ma sbattè malamente la testa.
 
‘’…cenere alla cenere...’’
 
Qualcosa atterrò proprio sopra i lei,con un tonfo sordo,seguita da altri due.
 
‘’…che la nostra sorella,riposi in pace. Nello Spirito Santo,amen.’’
 
La voce ovattata del parroco le giunse con un’amara certezza
 
-EHI VOI LASSU’,FERMATEVI!- gridò a pieni polmoni. Altri tonfi. –DICO A  VOI,SONO ANCORA VIVA!- battè i pugni sul freddo legno sopra di lei  -DISSEPPELLITEMI,PRESTO!- pianse,disperata.
 
Si svegliò con le guance rigate di lacrime. Guardò l’orologio, le… 16?!  Quanto aveva dormito? Controllò il sonnifero,ripromettendosi di diminuire la dose,poi i vestì in fretta e furia e si precipitò in auto.
 
Giunta al punto d’incontro,la ragazza notò che Tim era già arrivato. Lui la salutò,spegnendo la sigaretta. –pronta a camminare?- la accolse. –aspetta,cosa?- lui rise –forse avresti dovuto metterti delle scarpe da ginnastica- l’altra sbuffò –c’è tanta strada da fare?- Tim annuì –dobbiamo passare i campi,e poi i binari,e poi un tratto di bosco- elencò,iniziando a camminare –e prima che tu me lo chieda,no: non c’era parcheggio più vicino!- sorrise,grattandosi il mento.
 
Dopo 40 minuti di camminata, arrivarono finalmente all’edificio –che te ne pare?- chiese l’attore. Ellen fece una panoramica dell’entrata -…inquietante..- lui rise- no,intendevo per le riprese!- la ragazza arrossì –oh,beh,certo,uhm… forse ci sono troppi graffiti…-  Tim annuì –si,ma solo al piano terra,di sopra  è molto meglio!-
 
Dopo aver esplorato un po’,Ellen fece finalmente la domanda che le ronzava in testa da un po’: -in un video hai accennato ad un edificio supplementare qui vicino…-
Tim si irrigidì –oh,davvero?-
Lei annuì-si, potremmo andare a…-
-senti,non credo che ne valga la pena,qui è molto meglio,ci sono molti più piani,e…e…beh,insomma è più interessante!-
-è solo che non credo che questo possa andar bene…- insistette la ragazza
-come fai a saperlo,non ci sei nemmeno entrata!-
Lei stette in silenzio per un po’ –e va bene,se ti fa piacere.. ma ti avverto,non è nulla di eccezionale.-
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 48
*** Entry#40 ***


La videocamera si accende: entry#40
 
-all’intermp ci sono solo corridoi vuoti e vetri rotti,ma se è questo che vuoi..- Tim condusse l’amica all’interno dell’edificio. I due proseguirono per un po’,Ellen guardandosi alle spalle a intervalli regolari –c’è stato un incendio qui,vero?- Tim indicò in alto –già,se ci fai caso la vernice è carbonizzata lì vicino al soffitto.- Tim prosegue,ma inizia a tossire. –stai bene?- fa la ragazza,preoccupata –si,tranquilla,è solo..- i due si irrigidiscono.
 
Clang
 
-che è stato?- mormora terrorizzata lei –questo edificio cade a pezzi,si sarà staccato dell’intonaco o chessò io- la liquidò Tim,allontanandosi. Lei lo trattenne per la collottola –no,ehi! Fermati! E se ci fosse qualcuno?!- l’altro la guardò,scocciato –Ellen,ci siamo solo noi. Ti calmi,adesso?-  la ragazza sospirò,e i due proseguirono.Un secondo rumore fece voltare nuovamente la ragazza –non ci pensare neanche: se controlli ad ogni rumore,finiremo dopodomani!-
 
Poco dopo,i due erano di nuovo all’entrata –tutto qui: corridoi,su corridoi,su corridoi,che speravi di trovare?- Ellen mentì –secondo me è abbastanza buono,non ci sono troppi graffiti e c’è una bella luce!- Tim si pulì del gesso dai jeans –comunque,come mai ti stai impegnando tanto per finire questo film? Da quel che mi ricordo,non era un granchè,anche come film amatoriale…-
 
Ellen alzò le spalle –è più per una questione di romanticismo,penso solo che tutto questo lavoro non debba andare sprecato,conosco i registi e so quanto si dedicano a quello che fanno,quindi… mi sembra brutto lasciare i conti in sospeso,così…- Tim si mise le mani in tasca –in ogni caso,penso che se davvero ad Alex fosse interessato,lo avrebbe finito da se,no?- ad Ellen piaceva come stava andando la conversazione: l’amico iniziava finalmente ad aprirsi,ed era un bene. Per prolungare la situazione,imboccò un altro corridoio.
 
-beh,magari gli è successo qualcosa…- azzardò lei –qualcosa tipo? Diventare un antipatico?- rise Tim. L’altra fece lo stesso –questo non lo so ma- sgranò gli occhi –EHI,EHI TU,FERMATI!-
L’uomo con la felpa gialla gli era appena passato davanti: 10 metri di distanza,aveva semplicemente attraversato il corridoio,con tutta la calma di qualcuno che passeggia,senza fretta. Ellen corse nella sua direzione,ma si ritrovò in una stanza vuota.
 
-che diamine stai facendo?!- domandò confuso l’attore –è scappato dalla finestra,facciamo il giro,muoviti!- la ragazza iniziò a correre nel bosco,seguita dall’accompagnatore –ehy,tu fermati!- gli urlò,ma lo sconosciuto era troppo rapido.
 
Il ragazzo con la felpa gialla si infilò in un edificio,un apparente locale caldaie o qualcosa di simile. Dietro di lei,la voce lontana di Tim –Ellen!- la giovane lo ignorò,e diede un’occhiata attorno a sé: per terra,c’era l’entrata di un cunicolo,probabilmente utile alla manutenzione delle tubature. –che diamine è successo?- domandò Tim,col fiatone,una volta raggiunta l’amica: si era chinato,appoggiando le mani alle ginocchia per prendere fiato.
 
-lo hai visto quel tipo che girava per i corridoi?- lui alzò gli occhi –santo cielo Ellen,non è esattamente quello che stavamo facendo anche noi?!- l’altra non lo ascoltò –credo sia andato di qua- disse,indicando il tunnel –beh io là non scendo. E tu nemmeno,non hai neanche una torcia,quindi levatelo dalla testa!- protestò,in tutta risposta,Tim.
 
Poco dopo,i due stavano camminando sui binari morti,che li avevano condotti in precedenza all’ospedale. Nessuno dei due aveva detto niente per tutto il tragitto. Senza alcun morivo apparente,Ellen si sentiva in colpa. –senti.- esordì Tim,facendo sobbalzare l’amica –tu se vuoi puoi tornare,per fare delle riprese,ma io non ti accompagnerò.-
-aspetta..perchè?!- ad Ellen crollò il mondo addosso: aveva fatto un casino. L’unico con delle risposte era proprio Tim,e adesso lo aveva fatto incazzare. ‘’Bel lavoro,idiota.’’ Si disse
-non so cosa stai tramando- continuò l’altro,freddo –ma adesso basta-
Ellen si irrigidì –che intendi dire? Voglio solo finire Marble Hornets per Alex,sai..-
-beh io ho aiutato come meglio ho potuto,specialmente portandoti lì. di quel posto ne ho avuto abbastanza per una vita intera.-
Non si dissero altro,ed entrambi tornarono a casa.
 
Una volta in hotel,Ellen prese dell’altro sonnifero,facendo più attenzione col dosaggio.
 
Stava guardando qualcosa fuori dalla finestra,era in una casa che non aveva mai visto. –Ellen, ho freddo- la ragazza si girò,per trovarsi davanti la sorella,in biancheria intima. Irritata per essere stata distratta,rispose bruscamente: -mettiti addosso una vestaglia,ti prenderai una polmonite…- riportò l’attenzione alla finestra,ma venne richiamata quasi subito –Ellen,ho freddo- si voltò una seconda volta: adesso Sarah era nuda come un verme. La sorella arrossì –mettiti addosso qualcosa,per amor del cielo!- si lamenò,e tornò a guardare fuori dalla finestra ‘’dove ero rimasta?’’nuovamente,la voce ben nota della ragazza le giunse all’orecchio –Ellen,ho freddo.-
 
 
[GORE ALLERT]
Quando si girò,stavolta,non c’era più Sarah di fronte a lei. O forse si? La sorella era adesso un ammasso di tendini scoperti,ed organi maleodoranti e pulsanti che gettavano sangue,di tanto in tanto. L’unica cosa riconoscibile erano gli occhi castani,incastonati in quell’incubo di essere. Senza riuscire a distogliere lo sguardo,Ellen indietreggiò,ma urtò qualcosa di caldo e umido. Due appendici la strinsero,e dalla forma la ragazza intuì si trattassero di braccia. Girandosi,riuscì ad inquadrare meglio la creatura: era piàù alta rispetto a Sarah, e più muscolosa, ma ciò che fece capire l’identità del mostro alla ragazza furono nuovamente gli occhi,stavolta verde giada: Brian.
 
Altri due esseri si avvicinarono. Alex,riconoscibile dalla corporatura esile e gli occhi color ghiaccio,ancora più spettrali su quello scherzo della natura, e Tim,leggermente più basso e robusto. Le creature le si stringevano attorno,e presa dalla disperazione,la ragazza mise in pratica le basi che le erano state insegnate in palestra: i gomiti sono la parte più dolorosa con cui colpire qualcuno. Sferrò un colpo subito dietro di lei, il suo gomito affondò in una poltiglia calda e fibrosa. Qualcosa cadde per terra.
 
Splat.
 
Non appena il mosrtro-Brian mollò la presa per accartocciarsi su se stesso,in agonia, il pavimento implose,trascinando Ellen con sé,in caduta libera.
X
La ragazza si svegliò urlando. ‘’..a bad day,sing a sad song and…’’ il suo cellulare squillava. A giudicare dal punto in cui era la canzone,era da un po’ che la chiamavano. Rispose.
-al parcheggio del Walmart. Adesso.-
Tim riattaccò subito dopo aver riferito ad Ellen la sua posizione. Preoccupata quanto confusa, la ragazza si vestì in fretta e furia,e si precipitò all’incontro.
 
Quando arrivò al luogo prefissato,notò che la vettura di Tim era già là,parcheggiata. Ellen scese dall’auto,in contemporanea con Tim.
-ehi,che cosa è succ…- non fu in grado di finire la frase. Con un colpo secco,il ragazzo le strappò la videocamera di mano,scaraventandola a terra.
-CHE AVEVI INTENZIONE DI FARE,EH?!- la aggredì,urlando
-Tim,ma di che stai….-
-LO SAI BENISSIMO DI CHE PARLO! NON SONO UN IDIOTA,OK?! E HO UN COMPUTER ANCHE IO!-
L’altra indietreggiò,urtando contro il cofano di un’auto. Lui si passò una mano tra i cappelli,e riprese fiato per sfogare la rabbia.
-ho cercato ‘’Marble Hornets’’ su internet,e lo sai cosa ho scoperto?!-
La voce di Ellen si fece flebile –Tim,sul serio,io non volevo imbrogliarti…-
l’amico…(ex amico?) rise amaramente –senti,io ho chiuso. Adesso basta. Non contattarmi più,lasciami in pace.- si avviò verso l’auto
-ti supplico,ho bisogno del tuo aiuto,non ho idea di cosa fare!-
Lui tornò indietro,furente –PERCHE’,PENSI CHE IO SAPPIA COSA FARE?!- urlò,indicandosi –tu non hai idea di quello che ho passato! Non lo sai che vuol dire perdere mesi e mesi di memoria,non riuscire a tenere un posto di lavoro perché sparisco per settimane! Non lo sai che vuol dire svegliarsi in un bosco,con una gamba rotta,e non sapere come o perché sia successo!-
 
La ragazza iniziò a sentire un pizzicore salirle su per il naso,e strinse gli occhi per non piangere –ti prego,devo trovare mia sorella…-
Lui la interruppe,gridando: - TUA SORELLA PROBABILMENTE E’ MORTA!!!-
Ci furono interminabili secondi di silenzio. Tim si accorse di aver esagerato. Le mani si stringevano a pugno e poi si rilassavano,per scaricare la tensione. La ragazza mandò un lamento. –ho capito. Lascia stare. Me ne occuperò da sola.-
 
Tornò in macchina,dopo aver recuperato la telecamera. Mise in moto,e dallo specchietto retrovisore notò il ragazzo fare lo stesso. Non si sarebbero parlati per un lungo lasso di tempo.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 49
*** Entry#41 ***


La videocamera si accende: entry#41
 
Ellen era di nuovo all’ospedale. Doveva controllare liberamente,adesso,senza…beh,senza Tim.
Stavolta era meglio equipaggiata: torcia,cassette di ricambio,e il suo fedelissimo quanto mai usato coltello,che la faceva sentire tanto al sicuro.
Esplorò i corridoi dell’ala destra,che non avevano visitato la volta scorsa,e trovò la stanza dalla quale era originato l’incendio: le pareti erano di un nero d’ombra,carbonizzate dalle fiamme ingorde che si erano poi fatte strada nell’edificio. C’erano vetri rotti ovunque,e calcinacci per terra.
 
Si diresse alla stanza dalla quale era uscito il ragazzo incappucciato la volta precedente. Sulla parete destra , a caratteri cubitali: ‘’lui è un bugiardo’’
Sulla sinistra: ‘’seguiMI’’
Ellen sospirò –più chiaro di così…- arrivò al tunnel,fece un respiro profondo,e scese con un balzo,accendendo la torcia. Si ritrovò in un cunicolo polveroso,per avanzare era costretta a stare china. Iniziò a camminare,il tunnel aveva una sola direzione,per sua fortuna,e non trovò molte difficoltà. Si ritrovò a pensare in quale modo sarebbe potuta scappare,in caso alla fine del cunicolo ci fosse stato il ragazzo con la felpa gialla.
 
Una trappola. Non ci aveva pensato.
 
Ma doveva proseguire ad ogni costo,qualsiasi cosa ci fosse alla fine di quel meandro l’avrebbe aiutata. Forse? Rabbrividì.
Stomp
Stomp
Stomp
C’era qualcuno che camminava proprio sopra di lei. Cercò di tranquillizzarsi ‘’tranquilla,può essere chiunque’’ deglutì a fatica…già…chiunque… i passi scemarono,ed Ellen riprese a camminare.
Poco dopo,arrivò alla fine del cunicolo. Seduta su un tubo,ad attenderla, la spettrale bambola dell’operatore,deforme come sempre. Accanto ad essa,un fascicolo sanitario. Veloce,impaziente di andarsene di lì,la ragazza prese la cartella e si allontanò ,inquietata dalla presenza della marionetta alle sue spalle.
 
Continuò a camminare,nonostante l’istinto primordiale le dicesse di voltarsi,di non dare le spalle a quella…cosa.si diede della stupida ‘’è solo una bambola…’’ il suo respiro si fece più affannoso,le pareti le si strinsero addosso. Non era mai stata claustrofobica,però. Continuò a camminare,ripetendosi mentalmente il mito di Orfeo ed Euridìce. Ma la tentazione fu troppo forte,e lei si voltò. L’aveva trovata. Le orecchie iniziarono a fischiarle,mentre l’operatore diventava un tutt’uno con l’oscurità del tunnel. La ragazza corse più veloce che potè,spazio permettendo,scossa da eccessi di tosse.
 
Era ovunque.
Era ovun              que.
Era ovunque
Ovunque
Ovunque
Era ovunque
OVUNQUE.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 50
*** Totheark: Sessione. ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘’Entry#41’’
 
Un bambino,in bianco e nero,punta una torcia contro l’obiettivo. Appaiono dei numeri sullo schermo. Le riprese sono vecchie e rovinate,la pellicola in alcuni punti è bruciata.
 
Un giorno capirai.
Segreti ovunque.
Bugiardi ovunque.
Guarda con attenzione e saprai.
 
 
Un ragno si arrampica su un muro
 
Ci si vede presto.

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Capitolo 51
*** Entry#41.5 ***


La videocamera si accende: entry#41.5
 
Ellen si svegliò in auto. Non aveva idea di come ci fosse arrivata. In fretta e furia,controllò il calendario dal suo cellulare: grazie a dio, non era di nuovo sparita per mesi. Tornò in hotel,per controllare il contenuto del fascicolo.
 
La maggior parte delle informazioni erano state nerettate. Non era leggibile l’anno,il nome del dottore,e molto altro.
Era un modulo di richiesta per un ricovero,alla voce ‘sintomi principali’ erano elencati alcuni disturbi come insonnia,emicrania,e perdite di coscienza. La firma non era stata oscurata. Allison Sutton. La madre di Tim.
Continuò a leggere,al ragazzino erano stati prescritti antidepressivi,anticonvulsivi e un cocktail vario di sedativi. C’era un’allerta per crisi epilettiche e rischi di caduta.
In una scala da 1 a 10 la gravità dei sintomi era stata classificata come 6.
Un foglio cadde dalla cartellina,esaminandolo,Ellen scoprì che si trattava di un test psicologico. Semplice,a risposta multipla. Le domande la fecero rabbrividire:
 
  • Ti senti al sicuro a casa tua?
  • Hai paura di qualcuno?
  • Senti il bisogno di nasconderti?
 
Ma ancora di più le risposte: il bambino aveva segnato ‘si’ ma poi aveva cancellato con foga e cambiato la risposta in ‘no’.
 
In basso a destra,una nota citava il fatto che il ragazzino fosse scappato di casa più di una volta,per poi essere ritrovato a Rosswood Park. In uno schema,erano state crocettate le voci ‘confuso,delirante,aggressivo,disorientato’ e sotto ‘ipertensione,attacchi di panico,convulsioni’.
 
Nel foglio seguente, il ricovero veniva posticipato,causa ‘’genitori/tutore non collaborativi/o’’
L’ultimo modulo era una ‘verifica del rischio di suicidio e\o autolesione’  i punti totalizzati da Tim erano 14/20. Alto. i sintomi sottolineai erano allucinazioni,disperazione,ansia.
 
Ellen raccolse la foto che era stata inclusa al fascicolo. Era sfocata,ma potevano essere ben distinti lei e Tim,nel parcheggio del Walmart,a litigare. Sul retro della fotografia,a caratteri cubitali: ‘’OSSERVANDO’’.
 
La ragazza postò il video. Ricevette una chiamata subito dopo.
 
-dove li hai presi- era lui.
-li ho trovati nel tunnel,te li avrei restituiti non appena…-
-non appena cosa?! Quando avrebbero smesso di esserti utili?! Quelli sono i miei dati personali,e che diamine!-
-okay,scusa,pensavo avrebbero aiutato!- dall’altro capo,una risata.
-aiutato...Aiutato come?! Come te,che non fai altro che andare ovunque con quella videocamera,come se risolvesse le cose?!-
-senti,io voglio risolvere questa faccenda!-
-non aiuti nessuno con quella stupida videocamera!-
Ellen non rispose.
-lo sai cosa? Andava tutto bene prima che arrivassi  tu. Stavo rimettendo in sesto la mia vita,non avevo più crisi da due mesi a questa parte,ma poi arriva Ellen,e allora tutto va a puttane! Non è normale che vieni qui,mi prendi in giro solo per andare ad esplorare un posto dove sono quasi morto, riportando alla luce vecchi ricordi,come se la cosa non ti riguardasse minimamente,forse non è Alex il problema,forse sei tu il problema!-
 
Qualche secondo di silenzio.-ti sei sfogato? Bene. Perché così non andremo da nessuna parte. Che ti piaccia o no,dobbiamo collaborare per arrivare in fondo a questa faccenda.-
 
-io ho chiuso,tel’ho già detto.-
 
Le attaccò in faccia.
La videocamera si spegne.

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Capitolo 52
*** Totheark:riferimento. ***


Totheark ha risposto al tuo video: ‘’Entry#4?’’
 
Interferenze fastidiose,acute,come il ronzio di un vecchio televisore catodico.
 
Guarda alle origini
 
‘’…riportando alla luce vecchi ricordi,come se la cosa non ti riguardasse minimamente,forse non è Alex il problema,forse sei tu il problema!’’
 
La voce di Tim,distorta dalle interferenze.lo schermo è buio,ma si intravede qualcosa in lontananza 
 
‘’non aiuti nessuno,con quella stupida videocamera!’’
 
Qualcosa di bianco si delinea pian piano nello sfondo.
 
-…andava tutto bene prima che arrivassi tu.-
 
La maschera di Tim è adesso al centro dello schermo,galleggia nel vuoto buio.
 
La verità
Con
La luce

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Capitolo 53
*** Entry#42 ***


La videocamera si accende:Entry#42
 
ENTRY*                IHWRGKK@LEⓍ[JJloajnh]
 
Riprese dell’esterno di una casa,è notte,e c’è una finestra con la luce accesa. Il cameraman si avvicina,all’interno c’è Tim. Sembra arrabbiato,sta parlando al cellulare.
 
Esce dalla camera,sbattendo la porta,e lo sconosciuto ne approfitta per entrare. Solleva con cautela la finestra,poi la serranda, e appoggia i piedi sulla morbida moquette. L’armadio è aperto,e ne approfitta per posizionare la telecamera su una mensola,nascosta tra i vestiti. Il suo volto viene inquadrato. O meglio, la sua maschera: è il ragazzo incappucciato,col suo passamontagna nero,con sopra disegnata una faccia triste.
 
Anche lui si nasconde nell’armadio,in attesa di Tim, ma non prima di avergli rubato le pillole,in precedenza sul comodino. Poco dopo,torna Tim,sta tossendo malamente,ed è piegato in due per prendere fiato. Cerca avidamente in un cassetto,per poi spostare l’attenzione sul comodino. Impallidisce,e inizia a cercare freneticamente in ogni anta,ogni contenitore.
 
Disperato,inciampa in una scarpa lasciata fuori posto,ma non riesce ad alzarsi: gli eccessi si sono fatti più forti, e il ragazzo non può fare altro che stringere la moquette e aspettare che si calmino. Il suo corpo si irrigidisce,per poi essere scosso da dei tremiti violenti: crisi epilettica.
 
Una mano piegata in una angolazione naturale,Tim sviene,ma le convulsioni continuano a scuotere orribilmente il suo corpo.
 
Guarda cosa hai provocato
 
Questa è la tua unica possibilità.
 
Negli ultimi secondi di video,si vede la macchina di Tim allontanarsi.
 
Dove potrebbe essere andato?
 
Riprese di un temporale.
 
Ellen entrò in stanza. Andò su outube,e si paralizzò:non aveva caricato lei quel video. Dopo averlo guardato,guardò fuori dalla finestra. Il temporale era appena finito,il video doveva essere stato guirato poco prima.
Sapeva dove si trovava Tim.
E ci andava adesso.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 54
*** Entry#43 ***


La videocamera si accende:Entry#43
 
Ellen parcheggiò. Era al Rosswood Park. Di nuovo. Ed era notte. Perfetto. Ma doveva trovare Tim,prima che succdesse qualcosa di brutto.
Esplorò i dintorni,facendosi luce con la torcia elettrica. Ogni volta che si girava aveva paura di incontrarlo. Ma doveva incontrarlo.
-Tim!- chiamò. Nessuna risposta. –TIM!- riprovò,con più forza. Un rumore alle sue spalle la fece voltare. Rimase per quasi un minuto senza respirare,senza fare alcun rumore. Deglutì a fatica,per poi rigirarsi. Fece un salto all’indietro. Proprio di fronte a lei,c’era il ragazzo,di nuovo con la maschera addosso. Ellen decise di agire col sangue freddo.
-Tim,ascolta,dobbiamo tornare. Adesso.- lui le corse incontro.
-no,eghi,EHI! FERMATI!- la ragazza iniziò a scappare –merda merda merda merda merda…-
Non seppe per quanto durò la corsa,ma spense la torcia. Aveva cambiato idea. Non voleva più essere trovata. Si nascose dietro ad un cespuglio,aspettando…qualcosa?
 
Fece un passo indietro,ma urtò contro qualcosa. Non era un albero. Sentì un dolore lancinante attraversarle le spalle,fino alle punte delle dita. L’aveva colpita alla nuca. La ragazza svenne.
 
Quando si risvegliò,era mattino. Era sdraiata su qualcosa di freddo,e duro. Le faceva male dappertutto. Si alzò a fatica. Era in una vecchia bicocca abbandonata,cadente,dal legno marcio. La videocamera era qualche metro da lei,la raccolse,ed uscì. Non appena varcò la soglia, qualcosa per terra davanti alla casetta le fece gelare il sangue nell vene. La prima parola che le passò per la mente fu ‘cadavere’.
 
Ma non era un cadavere qualunque. Aveva il giubbotto beije a lei ben noto. Ti tappò la bocca con una mano per soffocare un gemito,e corse verso il corpo. –Tim? Ehi,ehi,svegliati!- lo scosse,girandolo a pancia insù. Il ragazzo fece una smorfia,poi si mise a sedere,stringendosi la testa con ambedue le mani. Emise un lamento,per poi guardarsi attorno.
 
I suoi occhi,arrossati,si soffermarono su Ellen –che cosa ci fai tu qui- articolò a fatica. La ragazza si guardò attorno –non lo so. Non so nemmeno dove siamo,se è per questo. Mi sono svegliata in questo momento in quella catapecchia laggiù.- sospirò.
 
Tim la condusse fuori da Rosswood Park,e i due arrivarono al parcheggio. La macchina di Tim non c’era più. –senti,vuoi…ehm,hai bisogno di un passaggio?- domandò Ellen. Lui alzò l spalle. –nah,me la faccioa piedi da qui. L’altra lo uardò sbigottita –a piedi?! Ma saranno chilometri!- Tim sbuffò –tanto non è la prima volta.- l’altra si passò una mano tra i capelli.
-non ti sopporto quando fai così. On puoi fingere che non sia successo niente,io voglio aiutarti!-
-innanzitutto ho dei problemi da risolvere. Dovrò spiegare al mio dottore che ho bisogno di una nuova ricetta per le medicine,e dato che l’ultimo flacone l’ho preso meno di due settimane fa,il medico penserà che sono diventato un qualche sorta di drogato,o cose simili. Sarà difficile spiegargli come stanno le cose. Mi farò sentire dopo aver risolto questo casino.-
 
Lei tornò in macchina,e reclinò la testa,corucciata –Alex disse la stessa cosa…-
 
La videocamera si spegne.
 

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Capitolo 55
*** Entry#44 ***


La videocamera si accende:Entry#44
 
Erano passati tre giorni. Gli incubi c’erano ancora,ma stanotte Ellen non dormiva. Era di nuovo al parcheggio del walmart,ad aspettare Tim. Il ragazzo arrivò poco dopo di lei, e i due scesero dalle rispettive auto.
-non possiamo proprio vederci di giorno?- lo accolse lei. –dobbiamo perforza fare tutto alla luce di un  lampione,stile mafia?-
Lui si giustificò –ho staccato adesso da lavoro.- si grattò il mento. Ellen notò che non si faceva la barba da un po’ –in ogni caso,so cosa dobbiamo fare.
Lei si illuminò –davvero?-
-prima di tutto,restituirmi i referti medici- impose Tim. La ragazza obbedì. –potevi anche evitare di mostrarli a mezzo mondo…- ringhiò lui,tra i denti.
-scusami.-
-oh beh,tanto oramai sono di dominio pubblico,ma credo che ci siano cose più importanti da fare piuttosto che preoccuparsi se la gente sa a quali farmaci sono allergico-
Ellen continuava a guardare i dintorni. –intanto,mi hanno aiutata a capire dove ti trovavi qualche notte fa-
-woah,sei stata di grande aiuto- rise lui,dando un’occhiata ai documenti per controllare che non mancasse nulla
-almeno ci ho provato- commentò lei,acida.
-allora,quali sono i tuoi obbiettivi al momento?- tagliò corto.
-trovare Sarah,ovvio. E Jessica.-
-tu lo sai da quant’è che non le vedi?- disse lui,passandosi una mano tra i capelli
-un…un po’…-
-più di un anno. Ellen.-
-lo so,ma in ogni caso devo trovarle,vive.-
-beh ci sono altre priorità al momento,no? In caso non te ne fossi accorta,c’è qualcuno là fuori che cerca di ucciderci!-
-…qualcuno che potrebbe fissarci in questo momento,ora che me lo ricordi…- convenne lei.
-…e che sa dove abito- mormorò il ragazzo accende dosi una sigaretta.
-l’unica pista che abbiamo è Rosswood Park- Ellen lanciò un’occhiata al dilà di un pickup,poi si avvicinò a Tim –dovremmo ritornarci al più presto. Di mattina.-
-ci sono stato di mattina,non cambia niente! Saremmo in pericolo lo stesso- rise amaramente Tim,in risposta.
-e quindi? Qual è il problema,Rosswood Park,oppure tu?!-
-magari entrambi-sibilò–ma ogni volta che vado lì non succede nulla di buono-
-LO SO!- urlò lei,spazientita. Si calmò.,respirando profondamente-lo so. È  per questo che stavolta ci voglio venire anche io,ok?-
 
Ci fu un minuto di silenzio -…andiamoci venerdì…- decise Tim,per poi tornare in auto.
 
La videocamera si spegne.

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Capitolo 56
*** totheark:isolamento ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘’Entry#44’’
 
Riprese di fronde,di giorno,il sole filtra tra le foglie
 
Chi è lui
 
Chi sei tu
 
Una melodia armoniosa è udibile in lontananza,ma essa si fa scura e minacciosa non appena viene inquadrata un’asse di legno tarlato. In un foro appare un occhio,aperto e orribilmente iniettato di sangue,che volge lo sguardo a destra e a sinistra,come impazzito.
 
Una ripresa rapida e quasi invisibile,come un glitch o un messaggio subliminale, rappresentante l’operatore.
Lui segue tutti.
 
Dov’è lui
 
dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dovedove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove dove
 
 
c̲̯͎̳i̵ ͙̻̖̙͉i̻͞n̲c̭̤̯̹̻̝̳o̬͖͈̭n͖̭͍t̼r̖̠̗̯̱͕e̪r̬e͍͚̰̹m̝̞̝͜ͅo̷͓̥̫̩̳͉ ̹̜̘̼p̡͔̯̫͚̼̗͔r̥͉͕̥e̙͓͇̝͕̜ͅs͏t̝͉̯̘o̡̭̦͓̜̹̥

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Capitolo 57
*** Entry#45 ***


La videocamera si accende:Entry#45
 
Tim ed Ellen stavano camminando nel bosco. Il ragazzo aveva indosso la videocamera di riserva,legata a lui tramite delle cinghie. Erano arrivati al vecchio magazzino dove Alex l’aveva attaccata l’ultima volta. –non ti ricordi proprio di essere stato qui?- domandò. L’altro scosse la testa –assolutamente niente. Ellen gli raccontò come erano andate le cose,grandi linee, mentre il ragazzo ascoltava paziente. I due entrarono,così che Tim potesse dare un’occhiata da vicino.
 
-non c’è nulla di utile qui,scendiamo- propose dopo poco.
-dove si va?-
-dobbiamo ritrovare quella specie di…baita o quello che era. Ci hanno letteralmente lasciati là,è palese che c’è qualcosa di importante.-
Ellen acconsentì,in silenzio.
Mentre camminavano,il ragazzo si accese una sigaretta. –ew- commentò la sceneggiatrice. –vuoi un po’?- domandò distrattamente Tim,porgendole il mozzicone –neanche morta- rifiutò lei.
 
Il ragazzo iniziò a tossire. –ecco che ti fanno quelle bestiacce,scommetto che hai tutti i polmoni neri- l’altro rise,senza che la tosse si calmasse –“ È una metafora,sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti ,ma non le dai il..”-  l’amica fece per interromperlo,odiava quel film,ma la tosse la precedette di poco.
 –ehi,stai bene?- si preoccupò la sceneggiatrice.
-si,tutto ok.- la tranquillizzò lui.
Altri eccessi di tosse. Ellen rimase in silenzio per un po’.- no,perché se vuoi possiamo tornare!-
Tim alzò gli occhi al cielo –ti ho detto che non è niente di grave,non preoccuparti per me-
-okay,ma è ovvio che mi preoccupo,la scorsa volta potevamo morire entrambi-sibilò lei a denti stretti
-hai detto qualcosa?-
-nulla di importante..-
 
Dopo un abbondante quarto d’ora di cammino,giunsero al tunnel dove Alex aveva assassinato l’uomo. Ad Ellen vennero i brividi. La ragazza passò la videocamera a Tim,mentre attraversava il canale in secca,per poter bilanciare meglio l’equilibrio sulle rocce. Una volta dall’altra parte,si fece lanciare l’apparecchio da Tim,perché potesse fare lo stesso.
 
Nel tunnel c’erano delle pozzanghere,ma erano limpide: nessuna traccia di sangue. Si addentrarono,per passare attraverso il tunnel. ‘’…because you had a bad day…’’ Tim trattenne una risata –maddai,è davvero quella la tua suoneria?- lei lo fulminò con lo sguardo,per poi rispondere.
-pronto?-
-andatevene. Adesso.-
 
La persona riattaccò. Ellen impallidì,le mani le tremavano febbrilmente. –chi era?- domandò curioso Tim.
Ellen non rispose.
 
-ehi,tutto ok?-
 
Lei scosse la testa-
 
Il ragazzo la scosse per le spalle –sembra che hai appena visto un fantasma! Ehi! Chi era?!-
 
Ellen alzò lo sguardo verso il ragazzo. Sudava freddo.
 
-allora?- Tim era seriamente preoccupato.
 
La voce di Ellen ebbe un sussulto,e l’unico nome che ne uscì suonò smorzato –Alex.-
 
 
-dobbiamo uscire da qui. Adesso.- impose Tim,ancora scossa –quello psicopatico ci ha seguiti..- Ellen fece per tornare nella direzione dalla quale era venuta,ma notò che Tim non la stava seguendo. Si era accasciato a terra,tossiva e si stringeva la gola.
-tim!- urlò angosciata la ragazza,mentre l’amico tremava da capo a piedi –merda,non adesso!- piagnucolò ,avvicinandosi a lui –ti supplico,Tim,dobbiamo andarcene di qui!- urlò.
Alzò lo sguardo,e rimase pietrificata dal terrore. Dall’altro capo del tunnel,in piedi ad osservarli,con la testa orribilmente inclinata,l’Operatore. Lo aveva visto anche il ragazzo. I tentativi della sceneggiatrice si fecero più frenetici,tentò di trascinare l’amico per un braccio,ma faceva fatica anche solo a stare in piedi.
 
Ogni volta che lei batteva le palpebre,la figura si faceva più vicino.
Più vicino.
Più vicino.
-ELLEN,SCAPPA!- urlò il ragazzo,in un attimo di coscienza.
Presa dalla disperazione,la ragazza eseguì l’ordine,non sapendo che altro fare.
Corse senza sosta.
Corse,e corse,e corse.
Fuggì più veloce che potè,inciampando,ferendosi,sbagliando strada più di una volta.
Non si voltò mai indietro.
Raggiunse il parcheggio,con le gambe che le dolevano,le guance rigate di lacrime,e il cuore che sembrava sul punto di collassare. Si accasciò sul cofano dell’auto di Tim,e…
Era lì dentro.
 
Il ragazzo era seduto al posto di guida,svenuto,la testa reclinata verso destra. La ragazza,colma di sollievo,iniziò a bussare contro il finestrino
-Tim! Tim,svegliati ti supplico!- dopo vari toctoc e dopo averlo chiamato una quindicina di volte,il ragazzo aprì finalmente gli occhi. –ehi,apri la portiera,che è successo?- i sollievo della ragazza si tramutò in angoscia quando lui la guardò negli occhi: il suo sguardo era pieno di odio,paura,rabbia e quasi…disgusto? Senza dirle niente,ingranò la marcia e se ne andò.
 
Lei rimase sconvolta,ma fece lo stesso poco dopo aver riacquisito la ragione.non voleva stare in quel posto un minuto di più.
 
La videocamera si spegne. 

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Capitolo 58
*** totheark:esposizione ***


Totheark ha risposto al tuo video ‘’Entry#45’’
 
Tu lo hai abbandonato
 
Ho visto
 
Sta cercando.
Sta cercando.
Sta cercando te
 
 
 
 

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Capitolo 59
*** Entry#46 ***


La videocamera si accende:Entry#46
 
Riprese del tunnel,distorto da orribili interferenze.
-…s…scappa!-
 
Ellen al centro dell’inquadratura,che corre via. Evidentemente,si tratta della telecamera che Tim aveva legato al petto.
Il ragazzo adesso è in un fiume,la corrente lo trasporta via con sé. Lui riesce a tirare fuori la testa per prendere fiato,ma viene trascinato immediatamente in acqua. La videocamera riprende  le mani di Tim,si aggrappano febbrilmente alle radici di un albero,mentre il loro proprietario viene trascinato via,urlante.
 
Cambia lo scenario. Lui è in piedi,sdraiato a terra c’è un cadavere,la faccia orribilmente deformata a causa di un oggetto contundente,quello che resta del cervello che cola via dal cranio. Tim urla nuovamente,e cade all’indietro,nel tentativo di allontanarsi da quella visione da incubo.
 
Ora sta penzolando nel vuoto,è aggrappato con tutte le sue forze al ramo di un albero.cade,ma quando riapre gli occhi eè seduto sull’asfalto. Un conato gli rende difficile respirare,mentre tossisce sangue scarlatto.
 
Quando le riprese ricominciano,si vede l’auto di Tim,dall’interno. Ellen sta battendo sul finestrino,preoccupata. Ma il ragazzo non la ascolta,e se ne va.
Non torna a casa,ma quasi in uno stato di trance, si dirige all’ospedale abbandonato. Cerca qualcosa,maniacalmente. Ripete con ferocia: ‘’era qui! Dov’è,dove potrebbe essere,dove sta…’’ sbatte la testa contro un muro ripetutamente,urlando di rabbia e dolore ‘’FAMMI USCIRE,FAMMI USCIRE,FAMMI USCIRE,FAMMI USCIRE,FAMMI USCIRE!’’
 
Si siede in un angolo,in posizione fetale,piangendo, indica una porta chiusa ‘’è venuto da lì,si proprio da lì. giuro,giuro,è venuto da lì…’’
 
Corre nella stanza con i messaggi, raccoglie un tubo da terra,e inizia ad abbatterlo contro le scritte. ‘’IO NON SONO UN BUGIARDO! NON SONO UN BUGIARDO! IO NON DICO BUGIE!’’ urla.
 
‘’ma io ti credo,Tim. Ti ho sempre creduto.’’ Una voce fuoricampo,maschile,giunge alla telecamera. Qualcosa scrocchia,poi tutto si fa buio
La videocamera si spegne.
 

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Capitolo 60
*** Entry#47 ***


La videocamera si accende:Entry#47
 
Ellen cercò di calmarsi come meglio potè.
_questa è la segreteria telefonica di Tim Sutton. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico.-
-ehi,Tim,sono io…probabilmente stai dormendo,mi dispiace,ma…dobbiamo incontrarci non appena ascolti il messaggio. I motivi…beh,non c’è bisogno di specificarli,li conosciamo entrambi.-
 
Il pomeriggio seguente,i due si incontrarono davanti all’antiquario. Quando Tim scese dall’auto,Ellen gli corse incontro,e lo abbracciò. Si separarono quasi subito,la ragazza era sul punto di scoppiare a ridere per la felicità –grazie a Dio stai bene,mi sono spaventata a morte..- esclamò,passandosi una mano tra i capelli. Si fece seria –cosa è successo?- l’altro si strinse nelle spalle, grattandosi distrattamente una spalla
–non…non me lo ricordo.. di nuovo… ma ho avuto addosso questa per tutto il tempo..- disse,porgendole la videocamera. –è scarica,non si accende.-
Ellen lo ringraziò.
–ci sono delle cose di cui dobbiamo parlare…- mormorò Tim.
La sceneggiatrice annuì-lo so.-
lui scosse la testa –cose importanti. E devo mostrarti qualcosa.-
-qualcosa da queste parti?-
Tim la guardò negli occhi –non ti piacerà.-
-poche cose mi piacciono in tutta questa faccenda….-
-dobbiamo tornare all’ospedale.-
-no.-
-si,Ellen.-
-scordatelo,io là non ci torno!-
davvero importante.fidati di me.-
La ragazza sospirò –non sono più una che si fida,sdopo gli ultimi avvenimenti-
-lo capisco,ma non te lo chiederei se non fosse davvero necessario.-
Lei sostenne lo sguardo per un po’. –andiamo,e togliamoci il pensiero.-
Un’angolo della sua bocca si piegò leggermente. Ellen suppose che avesse provato a sorridere per rassicurarla,ma non ci fosse riuscito.  Mezz’ora dopo,erano nell’ospedale. Entrambi si guardavano costantemente alle spalle.
 
Tim la guidò nella stanza dove era originato l’incendio,anni prima.
-eccoci qui…- sospirò,incassando la testa nelle spalle-
-eccoci qui…?-
-la mia stanza. Credevo lo avessi già capito. Una volta ero ricoverato qui,no?-
-oh,io…ehm…- Ellen cercò di nascondere l’imbarazzo
-andiamo,li hai visti i miei referti medici...-
L’altra annuì.
-i dottori mi diagnosticarono un bel po’ di…’’problemi’’…si stabilizzarono sulla schizofrenia in generale,ma non ne erano tanto sicuri nemmeno loro. Mi diedero ogni sorta di psicofarmaci,non che aiutassero molto,a dire il vero. Venni ricoverato assieme ad un ragazzino coi miei stessi problemi. Entrambi soffrivamo di…Allucinazioni,soprattutto.-
La ragazza ascoltava,attenta.
-un giorno lui ne ebbe una fortissima. Eravamo piccoli allora,e pensavamo che in qualche modo alcune persone potessero ‘condividere’ le proprie allucinazioni, lo vedevo anche io. Quell’essere mostruoso. Scappammo dalla clinica,e ci rifugiammo nel Rosswood Park. I ricordi sono molo confusi,so solo che mi riportarono qui. Senza Toby.-
-era questo il suo nome?- domandò lei.
 
Il ragazzo venne come strappato da una profonda riflessione. –oh,si.. per evitare che scappassi di nuovo,mi chiusero a chiave. Non rividi il ragazzino per parecchi giorni,e quando lo portarono di nuovo qui,era pieno di ferite ovunque. Si era mangiato le punte delle dita,avevano dovuto fasciargliele.  La notte si svegliava urlando,e rigettava ogni tipo di farmaco cercassero di somministrargli. Ero preoccupato,ma anche terrorizzato.
-presto,lo trasferirono in un’altra ala,perché era diventato molto più grave di me. Io venni dimesso tempo dopo,e potei frequentare una scuola normale,sempre facendo attenzione a prendere le mie medicine. Al liceo incontrai Brian,credo che fosse il primo vero amico che abbia mai avuto..
 
-lì conoscesti anche Alex,vero?- azzardò Ellen.
 
-già. E quando…quando ho visto i filmati che gli avevi preso,con quella…quella…quella cosa… ho iniziato a ricordare,e mi sono detto… e se non fosse stata un’allucinazione?!-
 
-che stai cercando di dire?-
-e se fosse solo colpa mia?! Se lo avessi in qualche modo portato qui,nel mondo reale?! Toby sarebbe ancora vivo,Alex potrebbe essere una persona normale,e tu avresti di nuovo tua sorella! Forse…non vorrei aver fatto da tramite tra…dovunque quella cosa venga a qui!-
-Tim,non essere sciocco,non può essere colpa tua!-
-HO DATO LA COLPA A TUTTI ECCETTO CHE A ME STESSO!-
-devi solo rilassarti,lo stress ti sta facendo diventare paranoico…-
-…E SE HO RAGIONE?!- gridò,accasciandosi contro un muro –e se quello che è successo a me sta accadendo ad Alex,adesso?- mormorò.
-questo non lo so.- rispose lei –ma tu non sei come lui,questo è certo. Non paragonarti ad Alex.-
-lui non si bazzica in un bosco con una maschera addosso,di notte…-
-no,ma tu non punti pistole addosso alla gente..- si accovacciò accanto a lui –darti la colpa non aiuterà. Quel che è stato è stato. Io non so che cosa sia successo di preciso, ma una cosa è certa: tu sei una brava persona,e stai facendo del tuo meglio per ritrovare Sarah e Jessica. Adesso alzati,andiamocene da questo posto.-
Lui la guardò,e scosse la testa –ho la sensazione che sto tralasciando qualcosa. E non tornerò una seconda volta a cercarlo.-
 
La videocamera si spegne.
 

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Capitolo 61
*** entry#48 ***


La videocamera si accende: entry#48
 
-cosa pensi che possa esserci,qui dentro?- domandò Ellen.
Tim si grattò il mento,riflettendo-magari,altri documenti,o…non saprei. Mi ricordo di una reception,potremmo controllare là.-
La ragazza lo seguì,fino ad arrivare ad una scrivania ovale,con un’anticamera alle sue spalle. I due andarono a controllare,quando Tim spinse Ellen dietro un muro.
-ma che…-
Lui le tappò la bocca,e allora anche la sceneggiatrice li udì: passi.
 
L’amico uscì con cautela,in tempo per vedere lo sconosciuto in felpa gialla aggirarsi per l’androne. Pochi secondi dopo,in tacito accordo,iniziarono a pedinarlo. La persona incappucciata si diresse in una stanza,frugò tra un cumulo di macerie,e si diresse verso l’uscita,sempre con Tim ed Ellen a distanza di sicurezza.
 
La ragazza deviò un attimo,senza avvertire Tim,curiosa riguardo le macerie: spostando dell’intonaco,trovò una cassetta consunta e rovinata,e dopo essersela messa in tasca,riprese a camminare. Una volta uscita, il ragazzo con la felpa si girò,li vide,e..
Iniziò a correre.
Ellen aveva già appurato quanto più rapido fosse rispetto a lei,ma Tim sembrava non averlo capito: si gettò all’inseguimento,la distanza tra i due che si allungava poco a poco.
 
Dopo la folle corsa nel bosco,i due sbucarono in una radura,dall’erba secca,e il cielo aperto.
-cazzo!- imprecò Tim –ci eravamo tanto vicini!- ringhiò.
-come ha fatto a sparire così…?- mormorò Ellen,in risposta.
-come cazzo faccio a saperlo?!- la canzonò lui
-ehi,calmati! Era una domanda retorica!-
-grande,adesso non posso fare niente finchè non si fa vedere di nuovo a casa mia. Davvero,meraviglioso!- rise,passandosi una mano tra i capelli. Tirò un calcio ad una roccia,ferendosi. Dopo un paio di bestemmie,decise –torniamo-
 
I due imboccarono due strade diverse per tornare a casa. Intanto che tornavano al parcheggio,si era fatto l’imbrunire,e adesso il cielo era buio.
 
Quella notte,sognò di essere una bambina,e di diventare a poco a poco una pianta,intrappolata nella corteccia di un albero.nel cuore della note,si svegliò: si sentiva osservata. Si ricordò di quando  Tim si era introdotto a casa sua e l’aveva osservata dormire. ‘’sorridi per la videocamera’’. Si alzò,andò a sciacquarsi il viso in bagno,portando meccanicamente la videocamera con sé. Dopo essersi frizionata i capelli ed essersi calmata grazie all’acqua fresca sul suo volto, tornò nell’ingresso,e ciò che vide la pietrificò:
 
la creatura si ergeva al centro della stanza,la testa quasi a sfiorare il soffitto. Ellen non aveva idea di come fosse entrato,ma solo che era lì,ed era lì per prenderla. Pensò rapida: se fosse rimasta lì sarebbe morta,o peggio. Le mani tremanti di lei si  posarono sulla cassettiera,sfiorando il rigido metallo delle chiavi dell’auto. In un raptus di paura,afferrò il portachiavi e il cellulare,e corse fuori dall’hotel,non avendo la forza per girasi a controllare se fosse ancora dietro di lei.
 
Fuggì rapida sull’asfalto,tentando di ignorare il freddo umido che le risaliva su per le caviglie nude. Raggiunta all’auto,incespicò col quadrante dello sportello. Quando la portiera si aprì,emise un sospiro di sollievo,ed una volta nell’abitacolo si guardò alle spalle. Egli stava immobile sotto un lampione. Ellen partì in fretta,ingranando una marcia a vuoto a causa dell’agitazione.
 
Si diresse verso il centro,pensando che trovarsi in un luogo affollato avrebbe aiutato. Imboccò l’autostrada,ma ancora lo vedeva nello specchietto retrovisore. Ogni volta che Ellen guadagnava distanza,lui appariva più vicino.
Poi più vicino
Ancora più vicino
Ancora di più
E di più
 
Gli occhi di lei caddero sulla frase stampata sul vetro del retrovisore: ‘’gli oggetti riflessi potrebbero apparire più distanti di quello che sono in realtà.’’  La pelle d’oca le fece rizzare i capelli sulla nuca. All’improvviso,la creatura scomparve. Sollevata,la ragazza riportò gli occhi sulla strada di fronte a lei.
 
Impallidì,vedendo la raccapricciante figura che si era inalberata al centro della corsia. Con una manovra disperata,di emergenza, svoltò a destra,nel tentativo di evitare l’impatto. Presa dal panico,confuse freno e frizione,facendo schizzare la vettura contro il guardrail. Il colpo la spinse in avanti, la cintura di sicurezza tesa in uno stretto abbraccio di vita.
 
Ellen sbattè la testa contro il manubrio,facendo gonfiare il’airbag,che le fece da scudo parziale contro i vetri in frantumi del parabrezza. Passarono alcuni minuti,che alla ragazza parvero ore. Il grosso pallone bianco si sgonfiò placidamente,e lei si staccò la cintura con le dita malamente tagliate e tremanti. Recuperò il cellulare dal cruscotto: nonostante lo schermo rotto,funzionava ancora.
 
Scese dall’auto,notando con sollievo che il mostro sen’era andato. Chiamò l’unica persona che le venne in mente:
 
-lo sai che ore sono?- una voce irritata e impastata dal sonno le rispose dall’altro capo del telefono.
-Tim? Sono…sono Ellen- fece lei,cercando con scarsi risultati di controllare il tremito della voce.
Il ragazzo scattò seduto,massaggiandosi le palpebre per sedare i puntini luminosi che vorticavano davanti ai suoi occhi –che è successo,che hai?- domandò preoccupato
-c’è stato un incidente,io non…non…- fece un sospiro per calmarsi -…non posso tornare in hotel,non con la mia auto…- spiegò,guardandosi attorno, in ansia.
Il ragazzo controllò la sveglia: le 3.04. –dove sei?- chiese,con voce ferma,recuperando al volo una felpa. In risposta,un singulto. –ehi,tutto bene?!- la chiamò,preoccupato.
-sono sulla 19bis,vicino ad un autovelox azzurro… seni,fai in fretta,mi fischiano…mi…mi fischiano le orecchie,temo sia vicino…- mormorò lei,sbrigativa. Di sicuro lòà fuori non poteva restare. L’auto non era in fiamme,poteva rifugiarsi là dentro finchè non fosse arrivato Tim.
 
Si raggomitolò sui sedili posteriori,la testa nascosta tra le gambe,ad ascoltare ad occhi chiusi i mille suoni della notte. Qualcosa stava raschiando sulla lamiera della sua auto,ma lei era troppo codarda per controllare. Un quarto d’ora dopo,il breve suono di un clacson le fece sfuggire un urlo involontario. Scese dall’auto, facendo segnali con le braccia. La spalla sinistra le doleva.
 
La vettura accostò,ne uscì un Tim trafelato e con profonde occhiaie.
-Ellen,cazzo,dovevi dirmelo che eri ferita!- la rimproverò lui, freddo. La ragazza non rispose,stava semplicemente lì,a ridacchiare,incapace di contenere l’incredibile sollievo che la pervadeva dalla testa i piedi. Lui la prese per le spalle,ritraendo in fretta la mano destra,accortosi del liquido vermiglio che aveva tinto il suo palmo di una sfumatura inquietante.
 
Si tolse la felpa,e la ragazza notò che anche lui era in pigiama,e aveva ai piedi due scarpe spaiate. Lui la coprì,ed Ellen venne avvolta da un piacevole calore. Tuttavia il contatto col tessuto le fece notare l’umido sulla spalla sinistra. Tim la fece sedere sui sedili posteriori. Poco prima di partire,Ellen si accorse che i graffi sulla lamiera della sua automobile formavano delle parole : ‘’ Trova TOby roGers’’
 
La telecamera si spegne.
 
e͉͍̼̮̹̬c̺͓̺̤͡co̦̘̮̟c͍̪̗̭̘͔i̢̖̹͙ ̝̼d͙̯i̙ ͏̻̞̥̜n̟͕̰͇u͉̤̼͟óv͏̪̥͔̳͈͕̖o̹̗͘ ̶͇q͉̯̯u̼̫̘̭i̯.

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Capitolo 62
*** Entry#49 ***


La videocamera si accende: Entry#49
 
Quella notte Ellen venne operata: le tolsero decine di frammenti di vetro dalla spalla,e centinaia di minuscole schegge dalle ferite minori. Tim decise che la cosa più saggia da fare fosse ospitarla a casa sua: la ragazza non sarebbe mai tornata in hotel.
 
Poche ore dopo,Ellen si alzò dal divano dove si era sistemata,erano le 06.04. tolse il chiavistello ed aprì la porta,per immergersi nel buio della notte. Prese le chiavi dell’auto di Tim dal cortiletto,e guidò fino al Rosswood Park. Una volta scesa dalla macchina,un ragazzo le si avvicinò.
 
-oh,che ti sei fatta?- mormorò, in un rimprovero, sfiorandole la fasciatura. Schioccò la lingua scuotendo la testa,con fare di disapprovazione –non doveva andare così,no…- osservò,assorto nei suoi pensieri.
Ellen alzò gli occhi,per guardarlo in viso. Aveva la pelle candida come quella di un cadavere,capelli marrone chiaro,e un paio di occhi castani coperti da degli occhiali dalle lenti gialle. La bocca non era visibile,nascosta da una museruola da cannibale.
 
-potresti portare questo a Tim,cara?- cinguettò,porgendole una busta da lettera. La mano di Ellen non si mosse,mentre i suoi occhi iniziavano a chiudersi. –ehy,ehy,ehy! Resta sveglia!- fece lui,schioccando le dita davanti al suo viso tre volte. –diamine,ci è andato giù pesante questa volta…-
commentò,mettendole la lettera in tasca,topo averla piegata. –muoviti a tornare,prima di crollare mentre guidi…- sospirò,grattandosi la nuca,e dandole una leggera spintarella per indirizzarla all’auto.
 
Ci mise poco a tornare a casa. Non sentiva niente,né freddo,né stanchezza. Aprì la porta,ma inciampò nel primo gradino,urtando e rovesciando un vaso di fiori. Dal corridoio,circospetto,arrivò Tim,brandendo una mazza da baseball. Quando vide che non si trattava del ragazzo con la felpa gialla,abbassò la guardia.
 
 –Ellen?! Che diamine stai facendo?!- domandò,incredulo. Avvicinandosi,notò che si era addormentata con gli occhi aperti,stringendo una carta da lettera col suo nome sopra.
 
Non appena l’aprì,sentì la testa girargli. Si sedette,per sedare le vertigini.
“ciao Tim,ti ricordi di me? Oh si che ti ricordi… quel giorno,nel bosco,avresti dovuto correre più veloce. Non dovevano prenderti,non era quello il piano,vero? Lui si è molto arrabbiato. Molto,molto arrabbiato. I primi giorni è stato difficile,ti facevo paura,quando parlavo al contrario…
 
per capirne qualcosa dovevano registrare e mandare il nastro all’indietro,ma era ancora troppo veloce. Sentii un medico rivelare all’infermiera di turno che quando riuscirono a trascrivere i miei discorsi rimasero disgustati e terrorizzati.
 
Poco dopo che mi trasferirono,scappai di nuovo. Lui si scusò,disse che non voleva che mi succedesse questo. Disse che c’era stato un’errore.
 
Mi riportarono in clinica,ma a parte la Tourette non manifestavo più sintomi. Mia madre fece pressioni per farmi dimettere. L’ultimo giorno di ricovero,Lui si mostrò nella mia stanza. Non lo aveva più fatto da quando mi avevano spostato.
 
Mi disse che mi avrebbero portato lontano,e che Lui doveva rimanere con te per vegliarti. Io mi sentii geloso,ma sapevo che sarebbe tornato.
 
Ti ricordi di Lyra? Mia sorella? Morì un paio di anni dopo,incidente stradale. Diamine,era identica alla tua amichetta! Per questo mi ero preoccupato,quando ieri notte ha avuto quel brutto scontro. Lui sta perdendo colpi. Diamine,potrei perfino dire che è… irritato? Triste? Oh,ci sono: deluso.
 
Credeva di potersi fidare di te. Si è dovuto affidare ad un fantoccio. Com’è che si chiama? Aaron, Allan… oh beh non importa. Il fatto è: Lui è stanco di aspettare. Vuole che vi trovi. Noi,però , eravamo amici,giusto? In onore di ciò,ho deciso di darti questo vantaggio.
 
Ma attenzione: se ti troverò sulla mia strada,sarò costretto ad eseguire gli ordini.
 
                                                                                                                             Toby  E. Rogers
 
 
PS simpatica,la ragazza! Un po’ rigida,forse… se ci tieni a lei, vedi di tarparle le ali: la sua curiosità mi semplifica le cose…  “
 
Tim si passò una mano tra i capelli. –quello psicopatico ci ha trovati…- piagnucolò.
 
La videocamera si spegne.

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