The Hunger Games at Konoha

di BlackRuby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** #Capitolo secondo ***



Capitolo 1
*** #Capitolo primo ***




Mi rigiro nel letto e apro lentamente gli occhi, mia sorella Ino è accoccolata nel misero lettuccio di nostra madre. I lunghi capelli biondi le coprono il viso mentre la morbida camicia da notte che indossa copre Ranuncolo addormentato tra le sue braccia; Ranuncolo è il suo gatto, tempo fa lo ha salvato dalla strada ed anche se non ero proprio contenta di dover sfamare un'altra bocca gli occhi dolci di mia sorella mi fecero presto cambiare idea. Oh, già. Quel gatto mi odia.
Mi alzo poggiandomi sul gomito e faccio una veloce panoramica della stanza, illuminata dai flebili raggi solari che riescono ad entrare dalle due finestre chiuse. Lanciò una veloce occhiata al grezzo calendario che Sasuke ha intagliato per noi nel legno. Mi alzo e, come quando vado a caccia, cammino a passo felpato fino a quella tavoletta di legno, lascio scorrere le dita sulle incisioni e mi fermo ad oggi. Un brivido gelido mi attraversa la schiena, socchiudo gli occhi tirando un sospiro di rassegnazione.
-La mietitura.- Affermò in un sussurrò stringendo più forte la tavoletta tra le dita.
A quest’ora sarei già nei boschi assieme a Sasuke ma è un giorno speciale quello della mietitura. Mi avvicino al letto dove dormono mia madre e mia sorella e Ranuncolo non perde occasione per soffiarmi contro, accarezzo delicatamente la fronte ad Ino e la invito a svegliarsi con un bacio sulla fronte. Apre gli occhi lentamente e sorride stiracchiandosi.
-Buon giorno, Sakura.- Accenno un sorriso di rimando ma il suo scompare subito dopo, deve essersi accorta che oggi non abbiamo nulla da festeggiare, sveglio anche mia madre e mi affretto a lavarmi e vestirmi, indosso un vecchio abito che mia madre è riuscita a portare al giacimento quando sposò mio padre, è di un morbido tessuto azzurro cielo, stretto in vita e largo sulle gambe, non è troppo lungo, arriva fino a metà ginocchio ed è ornato da balze. Una volta pronta vesto mia sorella con dei miei vestiti di quando avevo la sua età. Mentre le abbottono la camicia si lascia sfuggire un: -Sakura, ho paura.- Il cuore mi si stringe in una morsa, questo è il primo anno in cui mia sorella partecipa alla mietitura, è normale che abbia paura, provo a sforzarmi di sorridere e le accarezzo la guancia.
-Questo è il tuo primo anno. Nella boccia di vetro c’è una sola tessera con il tuo nome, non verrai mai estratta.- Lei sembra tirare un sospiro di sollievo ma non si può mai dire cosa succederà. Le aggiusto la gonna ed usciamo di casa assieme a nostra madre che tiene stretta la mano di Ino.
Viviamo in una zona del distretto 12 chiamata “Giacimento”, è la parte più vicina alla miniera di carbone e a quest’ora brulica di lavoratori ma oggi è un giorno speciale, Capitol City ci costringe a credere che gli Hunger Games siano un evento sportivo ed una festa, ci costringe a vedere i nostri amici, fratelli, figli andare incontro a morte quasi certa e noi di un distretto piccolo e insignificante siamo più esposti degli altri. Gli Hunger games vengono considerati un reality come un altro a Capitol City ma dei 24 partecipati, estratti a sorte dai dodici distretti, ne rimarrà solo uno, in vita. E’ un massacro e basta.
Arriviamo velocemente in piazza e mia madre e costretta a lasciarci mentre noi ci andiamo a sistemare nella zona allestita alle ragazze, mi metto in punta di piedi girandomi verso la zona maschile e scorgo Sasuke. Mi sale il terrore che possa essere lui il tributo maschile di quest’anno, nella boccia che contiene i nomi dei tributi maschi ci sono ben  47 tessere con il suo nome, da quando suo padre è morto si è sempre dato un gran da fare per la famiglia e ogni mese chiede cereali, in cambio però viene aggiunta una tessera che verrà inserita tra quelle della mietitura. Ino ha una sola tessera mentre io ne ho ben 27. Stringo la mano a mia sorella più forte che posso senza farle male e giro lo sguardo verso Anko Mitarashi, quest’anno si è acconciata i capelli in uno strano cespuglietto viola, si è dipinta le palpebre di un flebile rosa pallido e indossa un orribile vestito magenta dalle maniche a sbuffo e il corpetto stretto; ogni anno è vestita sempre peggio. E’ seduta ad un tavolo assieme a Kakashi Hatake, l’unico vincitore degli Hunger Games del nostro distretto, e il nostro sindaco Hiashi Hyuga.
Vedo Anko schiarirsi la voce prima di salire sul palco, riesce sempre ad apparire felice. Ma certo, che stupida che sono: a Capitol City non muoiono di fame. Vedo la sua chioma viola avvicinarsi al microfono posizionato tra le due boccie di vetro e poi sento il suo solito motto, ripetuto sempre uguale ogni anno.
-Felici Hunger Games! E  possa la buona sorte essere sempre con voi.- Continua dicendo quanto sia onorata di stare qui anche se tutti sappiamo che vorrebbe essere promossa ad un distretto migliore. In fine arriva il momento del sorteggio ed Anko ci delizia con un altro dei suoi sorrisi ed esclama -Prima le signore.- Si avvicina quindi alla boccia e, dopo aver fatto roteare un po’ la mano tra i bigliettini ne estrae uno, sento il sudore scorrermi sulle spalle e sulle tempie, serro i denti e stringo Ino a me accarezzandole i capelli. Anko si sposta e torna sulla pedana, apre il foglietto e legge il nome con voce chiara.
-Ino Haruno.- Sento la mano di mia sorella gelare tra le mie, il mio cuore si ferma e il mondo attorno a me va a rallentatore, scorgo la chioma biondissima della mia sorellina uscire dal gruppo di ragazze che ci circonda e andare verso il palco con movimenti macchinosi scortata da un paio di pacificatori. D’istinto la seguo mentre le ragazze formano un passaggio per permettermi di raggiungerla.
-Ino!- Urlò ma due pacificatori mi fermano, continuò dimenandomi ma non si girà, deve essere troppo scioccata.
-Ino!- Urlò ancor di più ma non cambia nulla. Nella mia testa balena un idea, stupida, incomprensibile ma fattibile.
-Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo!- Urlò infine sperando che qualcosa cambi, i pacificatori mi lasciano e tutti si girano verso di me. La gente è stupita, non credo si sia mai verificato una cosa del genere. Anko, Kakashi e Hiashi decidono che io possa fare una cosa del genere e i due pacificatori che mi trattenevano mi scortano fino alla pedana ma mia sorella mia afferra. -Non puoi farlo!- Esclama tra le lacrime ma Sasuke esce dalla fila e me la stacca di dosso portandola da nostra madre, lo guardo negli occhi e la vedo, la tristezza mista a stupore che affiora nelle sue iridi grigie. Mi volto verso Anko con la testa alzata e le spalle dritte avviandomi verso morte certa. Salgo sul palco ed Anko si avvicina alla boccia maschile, estrae un altro biglietto e si avvicina di nuovo al microfono.
-Naruto Uzumaki.- Afferma girandosi verso il reparto maschile, vedo uscire dal gruppo una chioma bionda, non tenue come quella di ino, più accesa. Il ragazzo sale sul palco e riesco finalmente a riconoscerlo, stringo i denti fino a farmi male Non può essere lui penso semplicemente. Lo conobbi nel periodo peggiore della mia vita, mio padre era morto da poco più di un mese nell’esplosione della miniera e noi eravamo senza cibo, lo stato ci diede una piccola somma di risarcimento per la morte di mio padre ma i soldi finirono dopo meno di un mese ed io ero troppo piccola per chiedere i cereali e l’olio in cambio delle tessere, avevo appena 11 anni e Ino solo 7. Era una sera più tosto fredda e piovosa ed ero andata al forno per vendere dei vecchi vestiti di quando Ino era piccola ma nessuno volle dei vecchi vestiti da bambina e io fui costretta a tornare a casa a mani vuote ma, passando davanti al panificio rimasi incantata dall’odore del pane caldo e rimasi ad annusare per un po’ l’aria fredda intrisa di odore di casa, pane appena sfornato, biscotti, focaccine e torte. Lottai per non sbavare e decisi di cercare nei cassonetti qualcosa da mangiare ma la signora Uzumaki uscì di casa brandendo una mazza di scopa e urlandomi di uscire dalla sua proprietà e di smettere di frugare nei bidoni, notai dietro di lei il figlio minore con in mano una pagnotta non ancora infornata. Con lo stomaco diventato poco più grande di una nocciola lasciai cadere i vestitini di mia sorella e mi sedetti sotto un grande salice portando le ginocchia al petto, pensai a mia madre e Ino che a casa morivano di fame ma non riuscii a muovermi, in più non avevo il coraggio di tornare da loro. D’un tratto sentii la signora Uzumaki gridare qualcosa simile ad un -Sei un imbecille! Sai quanto ci costa fare due pagnotte di noci così grandi!? Non puoi bruciarle!- Allungai lo sguardo fino alla finestra della panetteria e vidi la donna colpire violentemente il figlio con quello che credo essere un mattarello. Poco dopo vidi uscire Naruto con uno zigomo sanguinante e in mano due pagnotte bruciacchiate, ne diede un pezzo al maiale che avevano in cortile poi il suo sguardo si posò su di me, guardavo bramosa i due pezzi di pane che il giovane aveva in mano quando si avvicinò e me li porse entrambi. Si abbassò fino ad arrivare al mio orecchio e sussurrò -Spero che vadano bene anche se sono un po’ bruciate, sono la mia specialità.- Si era preso un colpo di mattarello per dare quel pane a me? Sussurrai uno strozzato grazie e corsi il più veloce possibile verso casa mettendo il pane sotto la larga giacca di mio padre che portavo quella sera.
Oggi posso solo sperare che lui non si ricordi di me e che qualcuno lo uccida prima di me nell’arena. Guardo davanti a me ordinando a me stessa di non piangere, di non far trasparire nessun emozione ma il mio sguardo si posa su mia sorella stretta a mia madre e a Sasuke che rassicura tutt’e due. Il braccio di Anko, che mi cinge la spalla, mi riporta alla realtà giusto in tempo per vedere mia madre in un mare di lacrime e Sasuke in procinto di piangere, come se non bastasse.
-Bene, ecco a voi i tributi del distretto 12. Naruto Uzumaki e Sakura Haruno!- Con la coda dell’occhio vedo Naruto sorridere, è sempre stato molto gentile ed estroverso ma non vedo che motivo c’è di sorridere in questo momento. Lascio perdere il mio compagno di morte e porto la mia attenzione all’inno di Konoha che risuona nell’aria.
Finito l’inno due pacificatori ci scortano al palazzo di giustizia dicendoci che avremmo un ora per salutare i nostri parenti o amici.
Spero solo che finisca tutto in fretta mi dico seguendo gli uomini in divisa.


BlackRuby:
Salve ragazzi, chiedo scusa per questo capitolo, in pratica è la copia del libro, con pochissime modifiche, cambiando i nomi.
Me ne rendo conto e mi scuso ma prometto che il resto della storia sarà diverso, senza uscire dal contesto. *Sorride*
Me la lasciate una recensione? Neh? Sono ben accette anche recensioni negative se pur costruttive.
 

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Capitolo 2
*** #Capitolo secondo ***




Entro scortata dai due pacificatori in una lussuosa stanza all’ultimo piano del palazzo di giustizia, faccio una panoramica generale e riordino i pensieri. I due uomini escono dalla porta che si chiude a scatto dietro di loro, sento la serratura scattare e mi rendo conto che mi hanno chiusa dentro. L’ultima volta che sono stata nel palazzo di giustizia è stato quando mio padre è morto e il sindaco mi ha conferito una medaglia in suo onore. Faccio una panoramica della stanza, un enorme finestra dà sulla piazza, uscire da lì anche con le migliori doti d’arrampicata sarebbe un suicidio. Mi limito a spalancare le ante per far entrare aria e luce, dato che quella scaturita dal lampadario è opaca colpa della polvere mi dico. Mi volto di nuovo e osservo un po’ le pareti color crema e le travi di mogano a vista sul soffitto valorizzate dalla luce solare. Mi avvicino al letto matrimoniale in mezzo alla stanza e mi soffermo qualche secondo ad accarezzare il morbido piumone panna adagiato sul comodo materasso in lana, scorgo un carillon di mogano ornato da varie venature color oro poggiato su di una toeletta in legno dipinta di bianco e mi ci avvicino, apro lo scrigno rimanendo incantata da quello che sembra il canto di una ghiandaia imitatrice. Chiudo il carillon e torno a vagare nella stanza pensando a che fine farò nell’arena quando la porta si riapre lasciando entrare mia madre e mia sorella. Ino mi corre in contro con le lacrime agli occhi abbracciandomi forte e non posso far altro che ricambiare, mia madre la raggiunge subito dopo. Anche lei ha gli occhi umidi ed ora che ci rifletto e la prima volta dopo la morte di nostro padre che vedo i suoi occhi azzurri lacrimanti. Quando ci sciogliamo da quell’abbraccio prendo il viso pallido di mia sorella con una mano e, asciugandole le lacrime con l’altra, le dico.
-Non devi prendere tessere. Sasuke vi procurerà della cacciagione in cambio del latte o dei formaggi di Lady. Capito?- Io e Sasuke ci mettemmo d’accordo molto tempo prima ed ora che Sasuke ha 17 anni e ne compierà 18 prima della mietitura dell’anno prossimo posso contare su di lui perché si prenda cura della mia famiglia. Ino sembra aver compreso e si asciuga le ultime lacrime mentre io mi alzo e mi avvicino a nostra madre. D’impulso l’abbraccio, non siamo mai andate particolarmente d’accordo ma ora non è il momento più adatto di fare discussioni inutili. -Non abbandonare Ino, qualunque cosa accada.- Nel momento esatto in cui finisco un pacificatore ci avverte che devono andare, così abbraccio Ino per l’ultima volta e vanno via. Veloce. Indolore. Come sono venute. Mi asciugo una lacrima che intanto ha rigato il mio viso e aspetto quei pochi secondi prima che arrivi Hinata. Hinata? E’  la figlia del nostro sindaco, è sempre stata molto socievole, desiderata e ben vista da tutti ma non ho mai avuto particolari rapporti d’amicizia con lei, andavamo in classe assieme ma ci salutavamo a malapena, in oltre lei viveva nella parte ricca del distretto 12, caso mai il 12 può avere una zona ricca. Mi si avvicina e mi abbraccia, per un momento mi stupisco e non so se ricambiare o meno  poi però la mia umanità si fa vedere e la stringo come se fossimo le migliori delle amiche. Quando ci lasciamo lei mi mostra una spilla, una splendida spilla d’oro raffigurante un uccello che stringe nel becco una freccia. -Me l’ha regalata mia madre e la prima volta che l’ho vista ho pensato a te, e alla tua abilità con l’arco. Sai, per via della freccia.- Mi sorride e mi paralizzo, gliel’avrà regalata poco prima di morire perché io tiro con l’arco da quando avevo sette anni e la madre è morta poco dopo che ebbi imparato le basi. -Voglio regalartela, nell’arena potrai portare un ricordo del tuo distretto e se vorrai potrai portare questa.- Continuo a non saper che dire, non ci parlavamo mai ed ora è venuta qui per dirmi addio. Perché? Mi sorride di nuovo e mette la spilla nella mia mano. -Buona fortuna, Sakura.- Un pacificatore si affaccia e la invita ad uscire. -Grazie!- Le urlo mentre esce. Sono quasi sicura che stesse piangendo. Aspetto un’altra manciata di secondi ed entra Sasuke. Mi butto tra le sue braccia e lo stringo più forte che posso. Restiamo così per un po’, avvicina le labbra al mio orecchio e mi sussurra -So che vincerai. Fa vedere agli strateghi come si tira con l’arco.- Annuisco debolmente con la testa e sprofondo il viso nel suo petto costringendomi a non piangere, non di nuovo.  Ci separiamo solo dopo qualche minuto quando i pacificatori entrano e gli ordinano di uscire. Mi dicono che l’ora è terminata e che devo seguirli sul treno che mi porterà a Capitol City, prometto a me stessa che terrò duro e stringo i pugni mentre i due uomini vestiti di bianco mi  scortano fino ad una lussuosa automobile nera. Mi chiedo perché prendere un’ auto quando la stazione è poco distante dal palazzo di giustizia, lascio perdere  e mi godo il viaggio verso la morte. Arrivati alla stazione noto l’intero distretto 12 e molti inviati di Capitol City tra giornalisti e nuovi pacificatori. Esco dall’auto, sempre scortata dai pacificatori. Noto Naruto sul marciapiede davanti al treno, ha le gote arrossate e gli occhi lucidi, non devo essere l’unica ad aver pianto. Mi avvicino a lui e mi volto verso il pubblico salutando con la mano come mi consiglia Anko, appena arrivata accanto a noi. Dopo un paio di minuti ci fanno entrare nel treno e Anko mi accompagna nel mio alloggio che, se possibile, è anche più lussuoso della camera del palazzo di giustizia dove ci hanno fatto aspettare. L’appartamento comprende una  camera, uno spogliatoio e un bagno con acqua corrente e tutte le comodità. Anko mi avverte che posso fare ciò che voglio ma devo esser pronta per la cena che avverrà tra un ora. Decido di farmi un bagno e mi chiudo dentro per poi spogliarmi. Entro nella doccia e osservo per un bel po’ tutti i tasti che ci sono sulla parete placcata in marmo. Programmo la doccia in modo che l’acqua calda scenda come se piovesse poi aggiungo uno shampoo per capelli maltrattati, una maschera e un bagnoschiuma alle fragole selvatiche. Entro e mi lascio coccolare dall’acqua calda che mi ricopre, alzo il viso verso i centinaia di piccoli buchi da cui sgorga l’acqua e chiudo gli occhi mentre il mio corpo viene ricoperto di maschere e bagnoschiuma alle fragole, quando tocca ai miei capelli mi costringo a massaggiarli per scrostare tutto lo sporco che vi è attaccato. Rimango ancora un po’ sotto la doccia poi spengo tutto ed esco coprendomi con un asciugamano fatto in lana di coniglio con bordature in oro e ricami in argento. Asciugo alla meno peggio i capelli e poi poggio le mani su dei calchi nella parete, una scarica elettrica mi percorre il corpo e mi asciuga completamente. Porto lo sguardo allo specchio e ripenso a casa, Ino avrebbe amato questo posto, mi dice sempre che vorrebbe fare un bagno con l’acqua calda; scuoto la testa per scacciare via quei pensieri e prendo una spazzola appoggiata sul lavandino in ceramica bianca, raccolgo i lunghi capelli bruni in una treccia e torno nella camera da letto lasciando che il vapore invada anche quella. Apro l’armadio di noce e guardo dentro cosa c’è, metto un pantalone verde scuro (quasi nero) e una camicia prima di uscire e dirigermi al vagone ristorante, lo stomaco mi brontola ed è quasi ora di cena. Entrando vedo Anko seduta a tavola assieme a Naruto ma non vedo Kakashi, lascio perdere e mi vado a sedere accanto al biondo.
-Sakura, prego siediti, hai visto Kakashi?- Mi chiede la donna dai capelli viola appena entro, scuoto la testa in segno di dissenso e Naruto risponde per me
-L’ultima volta ha detto che era stanco e che voleva farsi un pisolino.- Anko tira un sospiro di sollievo, credo non vadano particolarmente d’accordo ma questi non sono affari miei. Osservo com’è apparecchiata la tavola contando tre bicchieri, tre forchette,  un coltello, un utensile che non sono convinta di come funzioni, due cucchiai, un piatto fondo, uno piano ed un terzo piatto messo in alto a sinistra. Credo sia così che si apparecchia correttamente ma ora non so cosa devo utilizzare, mi dico che non è importante e passo lo sguardo sulle tantissime portate posate sul tavolo davanti a noi. Prendo un po’ di tutto e inizio a mangiare prendendo una delle due forchette a caso quando Anko ci blocca.
-Quanto meno voi conoscete le buone maniere.- Si ferma accorgendosi che la stiamo osservando. -I tributi dell’anno scorso mangiavano con le mani, come dei selvaggi!- Esclama poi rabbrividendo dall’orrore, a quel punto non posso non risponderle.
-Probabilmente non avevano mai avuto abbastanza da mangiare. Il distretto 12 non è come Capitol City!- Esclamo quasi urlando. A quel punto prendo una coscia di tacchino tra le mani e inizio a mangiarla. Una volta finita lascio cadere l’osso nel piatto vuoto a sinistra ed esco. Tra lo sguardo avvilito di Anko e una leggera risatina di Naruto. Tornando in camera incontro Kakashi che si dirige al vagone ristorante e mi dice di raggiungerli nel salotto tra un’ora per parlare del piano, decido quindi di farmi un pisolino. Arrivata in camera mi metto sotto le coperte levandomi le scarpe e mi appisolo stringendo uno dei tre cuscini tra le braccia.
Mi sveglio circa cinquanta minuti dopo, metto le scarpe e mi avvio in bagno per darmi una sciacquata al viso e dirigermi nel salotto. Lì incontro Naruto e Kakashi che parlavano tranquillamente dei tributi degli altri distretti e dei tributi favoriti.
-Ben arrivata, dolcezza.- Mi accoglie l’albino, ignoro il soprannome. Mi sono sempre chiesta se i capelli bianchi fossero per l’età o se c’era nato.
-Di cosa parlavate?- Chiedo sedendomi accanto al biondo su di un divanetto in velluto rosso. -Kakashi mi faceva notare i particolari di tutti i tributi. Per ora. Come sempre quelli più pericolosi sono i favoriti. Dal distretto 1: Gaara e Temari, dal distretto 2: Nagato e Konan, dal distretto 3: Juugo e Karin. Tutti ottimi combattenti e soprattutto non muoiono di fame.-  Osservo le immagini degli otto favoriti che passano sull’enorme schermo olografico davanti a noi, quello che ha detto Naruto è vero. Nei distretti 1, 2, 3 non muoiono di fame quindi sono tutti ben nutriti. I Favoriti sono i distretti che stanno più a cuore a Capitol City, sono quelli che danno di più a capitol city. Nel distretto 1 vengono prodotti gli oggetti di lusso e le gemme preziose che abbelliscono Capitol City, nel distretto 2 vengono allenati gran parte dei Pacificatori e prodotte armi. Ufficialmente però la sua industria si basa sull'intaglio delle pietre mentre nel distretto 3 vengono prodotti i migliori computer,  televisioni e qualsiasi oggetto elettronico.
-Qual è il piano?- Chiedo continuando ad osservare le immagini che passano davanti a me.  Kakashi rimane in silenzio per un paio di minuti poi tira un profondo sospiro e si mette seduto composto, poggia i gomiti sulle ginocchia e si sporge verso di noi.
-Una volta catapultati nell’arena non cercate di prendere nulla. Giratevi e correte il più lontano possibile. Intesi?- Io e Naruto ci guardiamo poi annuiamo all’uomo. Non sono sicura che seguirò il suo consiglio ma potrebbe essere utile, in oltre io sono veloce, potrei prendere quel che mi serve e correre lontano prima di chiunque altro, non sono sicura per Naruto invece, è più goffo ma sembra comunque in forma.
Lancio un occhiata al finestrino e osservo un po’ il cielo puntellato da stelle di ogni dimensione fino a quando Kakashi ci invita ad andar a dormire e ci dice che domani di buon'ora arriveremo a Capitol City.

Black Ruby:
Salve a tutti! A chi non piacciono i capitoli inutili? Si lo so, a tutti. Ma purtroppo devo introdurre la storia.
Cercherò di fare capitoli più lunghi così che gli Hunger Games inizieranno prima.
Ora mi permetto di ringraziare Emily_Chan72 per aver recensito, grazie mille cara.
 

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