Heat of the Moment

di TheyCallMeGaybriel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New In Town ***
Capitolo 2: *** Wish Me Goodnight ***
Capitolo 3: *** Party Boys ***
Capitolo 4: *** Stay With Me Tonight ***
Capitolo 5: *** Only Love You When I'm Drunk ***
Capitolo 6: *** Got You, Baby ***
Capitolo 7: *** None Of Your Business ***
Capitolo 8: *** Can't Leave This Place ***
Capitolo 9: *** Now I Know ***
Capitolo 10: *** What About Strip Clubs ***
Capitolo 11: *** Broken Wings ***
Capitolo 12: *** I'll Take Care Of You ***
Capitolo 13: *** Scars ***
Capitolo 14: *** I Don't Deserve You ***
Capitolo 15: *** And This Is A Goodbye ***
Capitolo 16: *** So Now It's Over ***
Capitolo 17: *** Nothing To Lose ***
Capitolo 18: *** You Are Not Alone ***
Capitolo 19: *** Will You Forgive Me ***
Capitolo 20: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** New In Town ***


Gabriel si appoggia con noncuranza al cancello, rigirandosi un lecca lecca tra i denti. Castiel è seduto sul muretto, accanto a lui, e fa dondolare le gambe: probabilmente si sta annoiando, ma in fondo è colpa sua se sono arrivati così in anticipo.
Primo giorno nella nuova scuola, per loro. Sono settimane che Cass è nervoso, e quella mattina non ha fatto altro che mettergli fretta; così, sono usciti di casa venti minuti prima del previsto. Il cancello dell'istituto è ancora chiuso, e la zona è pressoché deserta, eccezion fatta per un'Impala nera dall'altro lato della strada.
La macchina sta parcheggiando, a pochi metri da loro; un ragazzo, i capelli accuratamente sistemati con il gel, scende dalla macchina. Gabriel nota subito i Jeans strappati, neri, la maglietta degli AC DC e il giubotto di pelle. Sta dicendo qualcosa a quello che, a giudicare dalla somiglianza fisica, sembra essere suo fratello.
《...Non puoi credere di poter dire a papà quello che vuoi, solo perché-》si interrompe improvvisamente, rendendosi conto di essere osservato, e stringe appena le labbra. I due si avvicinano a Gabriel e Castiel, ancora appoggiati al muretto, e il più grande fa un cenno di saluto.《Siete nuovi di qui?》
《Yep. Ci siamo appena trasferiti. Io sono Gabriel Novak, e lui è Cass》.
Castiel si limita a fissare i due con i grandi occhi blu spalancati.
《Dean Winchester》, si presenta il ragazzo che ha parlato prima.
《Sam》.
Gabriel sposta lo sguardo su di lui. Nonostante sia più alto, deve essere più piccolo del fratello, e ha l'aria più tranquilla. A dire il vero, sembra di cattivo umore; probabilmente ha litigato con il padre, a giudicare dalle parole che ha sentito prima.
Conosce la sensazione.
《Siete anche voi in anticipo》pigola Castiel, al suo fianco. Gabriel lo guarda, sorpreso: data la sua timidezza, non si aspettava che parlasse.
I Winchester si scambiano uno sguardo, a disagio, e Dean annuisce seccamente, perciò Gabe decide di non indagare oltre.
Un ometto dall'aria scontrosa, i capelli ingrigiti e una smorfia sul viso, apre il cancello dietro di loro, salvandoli dall'imbarazzo. 《Heilà, Metatron!》lo saluta Dean, ricevendo in cambio un'occhiata a metà tra il seccato e il minaccioso.
《Lui è il bidello. Non va molto d'accordo con mio fratello...in realtà non va molto d'accordo con nessuno》mormora Sam con un sorriso, in modo da non farsi sentire dal diretto interessato, che in quel momento si sta allontanando. In ogni caso, ora hanno via libera. Castiel salta giù dal muretto, e i quattro entrano a scuola. I primi studenti stanno già cominciando ad arrivare, con le borse in spalla e gli sguardi assonnati.
《Beh, forse è il caso che io e mio fratello ci presentiamo alla preside. Dopo tutto, siamo appena arrivati》accenna Gabriel. Dean annuisce, e agita la mano in direzione di una porta in fondo al corridoio.《Ellen Harvelle. Non è male, come donna. E la figlia, Jo -deve iniziare il primo anno- è un bel bocconcino》spiega Dean, con un occhiolino. Gabriel sogghigna, e fa un cenno di saluto ai due Winchester.《Ci si vede!》esclama, allontanandosi nella direzione indicata.
Castiel si gira a guardare i due finché non spariscono dalla vista.

Un ragazzo si para davanti a Castiel, chiudendogli l'armadietto con un colpo. Un libro cade per terra, ma lui non ci fa caso; è piuttosto alto, sembra essere dell'ultimo anno.《Hey, piccoletto, cosa ci fai qui? Non sei un po' troppo giovane per le superiori?》
Castiel si limita a sbattere le palpebre un paio di volte, e tormenta con la punta delle dita l'orlo della camicia.《Mi hai fatto cadere un quaderno》mormora, tranquillo. L'altro gli dà una spinta, facendolo finire dritto contro gli armadietti.《So cosa ho fatto, moccioso. Non permetterti di parlarmi più in quel modo》.
《Mi dispiace》, si scusa Castiel.《Non intendevo mancarti di rispetto, ma anche tu sei stato maleducato con me》.
《Cosa ti fa pensare di-》il bullo viene interrotto da un altro ragazzo, che gli mette una mano sulla spalla, tirandolo indietro.《Alastair. Lascia stare il piccoletto.》
《/Dean Winchester/》sputa l'altro, guardandolo con odio. 《Non ti immischiare》.
《Stammi a sentire. Non voglio fare a botte, è una stupidata. Lascialo in pace e risolviamola così, okay?》
Alastair stringe gli occhi, ma fa un passo indietro.《Non voglio rovinarmi il pranzo per uno come te》concede, allontanandosi.
Dean si volta verso Castiel, offrendogli una mano. Il più giovane la afferra, e lui lo aiuta a tirarsi su. Poi si china a raccogliergli il libro, e glielo porge.《Stai bene? Alastair è un gran bastardo》.
L'altro annuisce, guardandolo dal basso con i suoi occhioni blu.《Grazie, Dean》.
《Uhm, Castiel, giusto? Che anno fai?》
《Il secondo. E tu?》chiede timidamente.
《Il quarto. Come tuo fratello, immagino》.
Castiel annuisce, e rimette il quaderno nell'armadietto. La conversazione sfuma nel silenzio per qualche lungo secondo, prima che il Winchester si decida di nuovo a parlare.《Beh, che ne dici di andare a pranzare?》

Gabriel esce dall'aula, e tira fuori un lecca lecca dalla tasca. È il quarto, quella mattina.
《Ma tu stai sempre con uno dei quei cosi in bocca?》scherza Balthazar, al suo fianco. Frequentano insieme il corso di letteratura, e non hanno impiegato molto a socializzare.
《Il mio cervello ha bisogno di zuccheri》si giustifica lui, scartando il chupa chupa. In quel momento, qualcuno gli va a sbattere addosso, facendogli cadere la borsa.
《Hey-》protesta, e si volta di scatto. Sam Winchester, im piedi di fronte a lui, lo guarda mortificato.《Mi dispiace, non l'ho fatto apposta》mormora, chinandosi a raccogliere lo zaino.
Balthazar sceglie proprio quel momento per filarsela.《Devo andare. Ci vediamo dopo, bello》si scusa, mentre si allontana lungo il corridoio.
《Non fa niente》sorride Gabe, afferrando la borsa che l'altro gli porge. Gli tira una pacca sulla spalla, e fa un cenno di saluto a Balthazar.《Allora, andavi di fretta?》chiede.
《Non proprio》sospira Sam, passandosi una mano tra i capelli. Sono un po' più lunghi di quelli di Gabriel, e anche decisamente più ordinati. 《Ero solo sovrappensiero...stavo raggiungendo Dean. Per il pranzo, sai》.
Gabe annuisce.《Sei in classe con mio fratello, Castiel?》
《Ho un anno in più di lui, ma seguiamo un corso di tecnica insieme》.
《Ah, tecnca. La bestia nera di Cass. Non capisco perché si sia iscritto》.
Sam abbozza un sorriso, infilandosi le mani in tasca. 《Magari posso dargli una mano, qualche volta》.
Gabriel solleva lo sguardo su di lui, grato.《Sarebbe bello. Io...non ho molto tempo》confessa.《Sai, zuccherino, sono una persona impegnata. Con tutte le ragazze che vogliono uscire con me!》sdrammatizza, nonostante chiaramente non sia quella la motivazione. Però Sam ride, ed è davvero un bel suono. Soprattutto visto il suo malumore di quella mattina. I due escono in giardino, e si incamminano verso i tavoli da pic nic.
《Hey, a quanto pare i nostri fratelli hanno già fatto conoscenza!》osserva Sam, indicando Dean e Castiel. Si stanno sedendo allo stesso tavolo, e il più grande sta guardando l'altro di storto. 《...Non puoi non aver mai visto Star Wars!》sbotta, prendendo posto davanti a lui.
《A Cass non interessano i film》interviene Gabriel, sedendosi accanto a loro.
《Sam, Gabriel》constata Dean.《Cosa ci fate insieme?》
《Qualcuno è stato attratto dal mio fascino, a tal punto da venirmi addosso》 ridacchia Gabe.
Sam diventa immediatamente color pomodoro. Dean si soffoca con il proprio panino.
Castiel non coglie il doppiosenso, e rimane immobile a fissarli. 《Non capisco》, mormora.
《Niente, Cass, niente》sogghigna Dean, tra un colpo di tosse e l'altro. 《Non- Piantatela!》esclama Sam, tirando un pugno sul braccio al fratello.
《Avanti, stavo scherzando, Sammy. Perché ti agiti tanto?》lo stuzzica Gabriel.
《Non chiamarmi Sammy》borbotta l'altro.

Gabriel apre la porta di casa, e lascia cadere la borsa sul pavimento. Si stende sul divano, sfinito, e sospira.
Castiel appare all'improvviso, di fianco a lui, e lo fa sussultare.《Cass. Mi hai spaventato》.
《Scusa. Sei tornato tardi...》
《Il mio datore di lavoro, Crowley, è un gran bastardo. Mi ha fatto fare gli extra》spiega Gabriel, con una smorfia.
Il fratello abbassa gli occhi. 《Ti stai stancando troppo》mormora.
Gabe resta in silenzio. Sanno entrambi che non può fare altrimenti: hanno bisogno di soldi, o non riusciranno a sostenere le spese. Devono pagare l'affitto, da mangiare, i vestiti.
《Potremmo...potremmo chiedere aiuto a Michael, lo sai. O a Raph...》sussurra Castiel, esitante. Ovviamente, non accenna nemmeno a Lucifer.
L'altro si volta a guardarlo, e si tira su a sedere. 《C'è un motivo se ce ne siamo andati. Non sanno dove siamo, per ora, ed è meglio così. Sai...sai che, se non ti piace questa vita, puoi tornare da loro》.
《Non è questo che voglio. Sono solo preoccupato per te...》
《Beh, non devi esserlo. Sto bene》replica Gabriel, forse un po' troppo bruscamente. Come a voler confermare le sue parole, si alza in piedi, e va ad aprire il frigo. Afferra un avanzo di pizza, e si lascia andare sulla sedia a mangiarlo.《Allofa? Imprescioni ful primo fiorno fi fcuola?》biascica, con la bocca piena.
《Non si parla con il cibo in bocca》lo rimprovera il fratello, ottenendo in risposta un'alzata di spalle. 《È...andata bene, suppongo. Mi piace la scuola, e i Winchester sono a posto. Ho conosciuto anche una ragazza, Anna. Fa inglese con me, abbiamo fatto amicizia》.
Gabriel annuisce, soddisfatto. 《Brafo il mio ragaffo》.
Solo amici》specifica Castiel, e l'altro alza gli occhi al cielo, come se non importasse.
Il più piccolo esita.《Però non sono sicuro di andare molto a genio a quel ragazzo di quinta, Alastair. Mi ha fatto cadere, in corridoio》.
Gabe quasi si soffoca con la di pizza, e si alza in piedi di scatto. Si prende qualche secondo per tossire e riprendere un minimo fiato, poi esplode. 《Chi ti ha fatto cosa? Lo ammazzo. Lo ammazzo, giuro che-》
《Va tutto bene, non mi ha fatto niente. Secondo me è che si sentiva un po' solo. E poi, Dean lo ha sistemato》. Gabriel rimane fermo a
fissarlo. Un bullo lo aggredisce e il suo commento è che, secondo lui, "si sentiva solo". Alla fine scuote la testa. 《D'accordo. È tardi, vai un po' a dormire, su》mormora, e Castiel si ritira in camera, rassegnato.
Lui rimane in piedi ancora un po'. Lava il piatto della pizza, e lo lascia ad asciugare, poi prepara sul tavolo la colazione. Infine, si infila sotto la doccia.
L'acqua calda scorre sulla sua pelle, e si ritrova a pensare agli incontri di quella mattina. In particolare, a Sam Winchester. Non si sono parlati molto, ma c'è qualcosa in lui che lo incuriosisce. Nonostante lui sembri più un "bravo ragazzo", sente che hanno qualcosa in comune; forse è dovuto alle poche parole che ha sentito da Dean, mentre scendeva dall'Impala. Anche lui ha sempre litigato con suo padre, almeno prima che se andasse. Prima che li abbandonasse.
Gabriel stringe i denti, e butta indietro la testa sotto il getto ormai bollente.


Aye! *Lancia cuoricini* Well, here we go. La Sabriel e la Destiel sono la mia OTP, ed era da un po' che volevo scrivere qualcosa di serio su di loro, perciò mi sono imbarcata in Heat of the moment. Essendo questa una TeenSchool AU, i personaggi hanno dei comportamenti un po' diversi dalla serie tv: un po' perché sono molto più giovani, un po' perché sono tutti umani. Spero di essere riuscita a renderli comunque! Non so quanto spesso aggiornerò, tra la scuola e gli altri impegni, ma sono già al quarto capitolo scritto, quindi spero abbastanza frequentemente! Detto questo, mi fareste davvero piacere se mi lasciaste una recensione, per farmi sapere cosa ne pensate della storia. Alla prossima, stay tuned-! :)

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Capitolo 2
*** Wish Me Goodnight ***


"It was the heat of the moment, tellin' me what your heart meant, heat of the moment, shone in your--bzzt-"
Gabriel tira una manata alla sveglia, e "Heat of the moment", degli Asia, si spegne con un sibilo. Apre gli occhi impastati di sonno, e si trova davanti la faccia di Castiel.
《Che diavolo-?!》salta su dal letto, e per poco non cade.
《Scusa, Gabe. È pronta la colazione》.
《Non farlo mai più》borbotta, trascinandosi fuori dalle lenzuola. Si pettina i capelli con le dita, infilandosi i primi Jeans che gli capitano a tiro, e afferra una camicia rossa a quadri.
Si sposta nella stanza accanto -che funge sia da sala che da cucina-; prende su una tazza, sparge una generosa quantità di zucchero nel latte, si avventarsi sui cereali, e infila i libri a casaccio nella cartella.
《Sei pronto?》gli chiede Castiel, già vestito di tutto punto, la cravatta blu che penzola, storta, sulla camicia. Gabriel non ha idea di come faccia a prepararsi così in fretta. 《Arrivo》biascica, quasi lanciando la tazza nel lavandino. Corre a lavarsi i denti, e si preme una mano sullo stomaco. Si sente leggermente nervoso, e non riesce a capirne il motivo. Attribuisce la sensazione al rischio di arrivare in ritardo, e si infila la giacca per uscire di casa.


Allunga il collo per vedere al di sopra sopra della fiumana di gente. Non sa nemmeno lui cosa stia cercando, almeno finché una voce conosciuta non si leva sopra le altre.
《...Avanti, Dean, siamo in ritardo!》esclama Sam Winchester, voltato verso il fratello. Così, non vede dove sta andando, e finisce a sbattere dritto contro Gabriel.
《Ehi, a quanto pare non puoi proprio stare lontano da me, pasticcino!》scherza questo, mentre un sorriso spontaneo gli illumina il viso.
《/Dean/-
Oh, dannazione, scusa!》balbetta, imbarazzato.
《Nessun problema, tesoro》soggigna l'altro.
L'attenzione di Castiel, invece, è totalmente concentrata su Dean, intento a flirtare con una bionda del primo anno. Gli sembra si chiami Yo, o Jo, qualcosa del genere...la figlia della Harvelle, insomma.
Il piccolo Novak ha un'espressione smarrita, mentre la fissa, che Gabriel attribuisce alla sua poca esperienza nel campo "ragazze". Nemmeno lui accenna a muoversi, e Sam ha ragione: sono davvero in ritardo. La folla di studenti si sta diradando, sono rimasti solo gli ultimi.
《Oh, andiamo》protesta il minore dei Winchester, e lancia un'occhiata esasperata a Gabe.
《Resto io ad aspettarlo》si offre Cass, debolmente. Il fratello lo guarda sorpreso, ma non ha tempo di replicare, perché Sam lo sta già trascinando via.《Hey, quanta foga!》ride, senza più degnare di uno sguardo gli altri due.
《Se arrivo dopo la campanella, la Abbadon mi uccide》spiega l'amico, accelerando il passo.
《La Abbadon?》
《Quella di fisica》.
Gabriel accenna un sorriso, e gli offre un chupa chupa. 《Rilassati, dolcetto alla panna. Tanto ormai sei in ritardo!》
Sam guarda il lecca lecca come se mordesse, e lo ignora. 《Quella roba è piena di zuccheri》.
Improvvisamente, Gabriel si ricorda di averlo visto mangiare per pranzo, il giorno prima, solo un panino con la frittata. 《Non sarai mica a dieta?!》esclama, stupefatto, ricevendo in cambio uno sguardo assassino. 《Non proprio. Cerco solo di mangiare sano》.
Gabriel solleva un sopracciglio, e dà una leccata provocante al dolcetto. 《Beh, il "concentrato di zuccheri" è piuttosto buono!》
《Falla finita》lo rimprovera Sam, ma sorride. Gli dà una spinta scherzosa, e si infila in classe.
Gabe scuote la testa, divertito, e si avvicina alla propria aula, aprendo la porta.
《Gabriel Novak. Era ora che ci degnasse della sua presenza!》esclama la prof.


《...E appena sono entrato in classe, la Abbadon ha iniziato a fissarmi, e mi ha detto: "Sam Winchester, l'unica cosa che ti salva dalla presidenza è il tuo bel faccino da cane bastonato"》finisce di raccontare Sam, tirando fuori la sacca del pranzo. Dean non riesce a smettere di ridacchiare.《Fratellino, non sei mai stato in ritardo in vita tua, e l'unica volta che succede hai la Abbadon. Bella sfiga!》
《Sta' zitto, Dean. È colpa tua se ho fatto tardi》fa notare, guardandolo di storto.
《Beh, almeno sappiamo che il tuo "faccino da cane bastonato" ha fatto colpo sulla prof!》lo prende in giro Dean, beccandosi una gomitata.
Charlie Bradbury, seduta al tavolo con loro, sospira. 《Sarà anche una stronza, ma sulla Abbadon farei volentieri un pensierino. Andiamo, è /carina/》confessa, ignorando l'occhiata di Gabriel, a metà tra lo sconvolto e il perplesso.
《Cos'hai da mangiare, Sammy?》chiede questo, cambiando argomento.
《Insalata di pomod...》Sam si interrompe, frugando nella sacca del pranzo. L'insalata di pomodori non c'è più; invece, la borsa è piena di caramelle. Il ragazzo la svuota nel piatto, e i dolcetti rotolano via.
Sam prende un respiro profondo. 《Gabriel Novak. Dove hai messo i miei pomodori?!》ringhia, alzandosi in piedi tra le risate degli amici.
Gabe, in particolare, ha le lacrime agli occhi. Quasi inciampa per spostare le gambe da sotto il tavolo da pic nic, e inizia a correre. Nonostante l'età superiore, non ha speranze contro l'altro, nettamente più alto, e in breve viene raggiunto. Sam si butta addosso a lui, e cadono sul prato, rotolando per un paio di metri. Si fermano, ridendo, uno sopra l'altro, e i loro sguardi si incrociano, restando allacciati per un momento di troppo. Alla fine il moro abbassa gli occhi, spostandosi da Gabriel con un sorriso imbarazzato. 《...ridammi la mia insalata》protesta.
《D'accordo, ma prometti che assaggerai uno dei miei lecca lecca!》
Sam sospira, rassegnato. 《D'accordo...》


|Text from: Unknown number
To: Gabriel Novak
>Io ho mangiato il chupa chupa. Domani tocca a te assaggiare la mia insalata.
[20:48]
|

|Text from: Gabriel Novak
To: unknown number
>Sam, immagino-!
Insalata? Cos'è, cibo? O 'assaggiare la mia insalata' è un doppiosenso?
[21:13]
|

Text from: Sammy-boo
To: Gabriel Novak
>Mi hai beccato.
Molto divertente. È una verdura.
[21:17]


Aha. Lo sapevo. Ti stavo prendendo in giro, secchione.
[21:30]


Non sono un secchione.
[21:32]


Piuttosto, come fai ad avere il mio numero?
[21:40]


..L'ho chiesto a Cass...
[21: 48]


Non mordo, potevi chiedere a me! Sei così tenero.
[21:54]


Non sono tenero! Smettila.
[22:03]


Sì che lo sei, pasticcino. Hai chiesto il numero a mio fratello, perché ti vergognavi a fartelo dare da me.
[22:05]


E se anche fosse?
[22:30]


Hai impiegato così tanto tempo a rispondere perché ti vergognavi?
[22:37]


Stavo facendo la doccia, se proprio ti interessa.
[22:42]


Uhmmm. Eri bagnato, quindi. Parlare con me fa quest'effetto.
[22:45]


Gabriel!
[22:47]


Almeno tu capisci le battute. Cass non mi dà nemmeno questa soddisfazione.
[22:55]


Non mi sembra molto incline ai doppisensi.
[23:00]


No, infatti. È molto timido. Ma credo che abbia un debole per tuo fratello, Dean.
[23:09]


Suppongo che la cosa sia ricambiata.
[23:12]


E tu? Hai un debole per me, Sammy-boo?
[23:34]


Adesso sei tu che impieghi secoli a rispondere.
[23:37]


Non hai risposto alla domanda.
[23:41]


Nemmeno tu.
[23:47]


Ero al telefono con il mio capo.
[23:50]


Ti trovo simpatico. Lavori?
[23:56]


Simpatico? Solo /simpatico/? Hmn. Io sono simpatico, e brillante, e sexy. E sì, lavoro.
[23:59]


E anche modesto, a quanto pare.
[00:02]


Esattamente. Buongiorno.
[00:05]


Buongiorno?
[00:07]


È mezzanotte passata.
[00:10]


Dovremmo dormire, domani c'è scuola.
[00:12]


Dovremmo.
[00:16]


Buonanotte, Gabriel.
[00:18]


Oh, ci diamo già la buonanotte. Tra poco mi sveglierai con un bacio?
[00:19]


Buonanotte, Sammy-boo.
[00:28]




Oookay, ecco qua il capitolo 2! Con la scrittura sono già avanti, al cap. 6, ogni volta che ne finisco uno, aggiorno. Così ho dei capitoli "di scorta" nel caso succedesse qualcosa e non riuscissi a scrivere! Well, questa storia è davvero felice, mhm. non preoccupatevi, presto arriverà l'angst! [inserire risata da scrittrice sadica] per il resto, grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia, e sappiate che le recensioni mi fanno un sacco piacere, ho bisogno di sapere che ne pensate cwc al prossimo capitolo! -Gabe

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Capitolo 3
*** Party Boys ***


Gabriel si esibisce in uno dei suoi migliori sorrisi sbilenchi, ma Sam abbassa lo sguardo. Sembra a disagio, probabilmente a causa della conversazione della notte prima.
《Buon appetito》esclama Dean, mettendo un braccio sulle spalle di Cass. Questo alza gli occhi su di lui, sorpreso, ma non dice niente, così il ragazzo continua. 《Quanta energia, oggi. Siete ancora addormentati?》domanda, sarcastico, addentando il suo panino.《Beh, ho una notizia che vi sveglierà. Domani sera Benny dà una festa, e siamo tutti invitati!》annuncia, con un sorriso sornione.
《Ma domani è giovedì, non sabato》obietta Castiel.
《Ha la casa libera, vuole approfittare dell'occasione. Allora, venite?》
《Certo!》assicura Gabriel, prima che il fratello possa dire altro.
《Io dovrei stud-》inizia Sam, ma viene prontamente interrotto da Dean. 《Avanti, Sammy. Non fare la ragazzina》.
《È il compleanno di Benny?》chiede Cass, confuso. Gabe alza gli occhi al cielo. 《Non è necessario che sia il tuo compleanno per dare una festa》specifica.
《Non sei mai stato a un party?》chiede Dean, gli occhi spalancati.
《La mia famiglia non voleva》mormora Castiel. Gabriel si irrigidisce immediatamente, e i Winchester si zittiscono, probabilmente percependo di aver toccato un tasto dolente.
《Mmm, allora, Gabe, vuoi un po' di insalata?》chiede Sam, cambiando argomento.
《Uh, tieni davvero a farmi "assaggiare la tua insalata", eh?》soggigna il ragazzo.
Dean e Castiel li guardano confusi, mentre Sam gli tira un calcio da sotto il tavolo. Gli schiaffa il proprio piatto davanti, e sorride, provocante.
《Mhpf. D'accordo》Gabe si porta alla bocca una foglia verde, non prima di averle lanciato una lunga occhiata sospettosa.
Mastica lentamente, e inghiotte. Poi, un'espressione disgustata gli si dipinge in volto. 《D-dannazione, questa roba è così sana che mi sento male. Mi sembra di essere un coniglio!》si lamenta, e si affretta a cambiare sapore dando un morso al panino di Cass.

Gabriel blocca Castiel un attimo prima che possa entrare in casa di Benny. Fissa rassegnato i suoi capelli arruffati -non c'è niente da fare- e si limita a sistemargli la cravatta blu, che ha messo come al solito troppo allentata.
I due si guardano, in silenzio. 《Avanti, Cassie. Questa volta Lucy non verrà a rovinare la festa》lo rassicura il fratello maggiore, nascondendo una fitta di dolore dietro a un sorriso giocoso. Castiel annuisce, abbassando i suoi occhi blu, e si volta verso la villetta. Gabriel può già sentire la musica, anche se sono ancora fuori. Mette una mano sulla spalla del moro, spingendolo appena, ed entrano.
Le casse pompano una canzone dance, una di quelle che vanno di moda al momento. Non ne ricorda il titolo. Individua subito Balthazar, a pochi metri da lui, ma sembra impegnato con una ragazza, quindi si limita a fargli un cenno con il capo. Ha già perso Castiel, tra la folla, e non può negare di essere preoccupato. È così dannatamente ingenuo, quel ragazzino, che potrebbe succedergli di tutto.
Con un sospiro, afferra uno dei drink dal pianale, e stringe la cannuccia tra i denti. Il sapore del malibù, misto a quello della coca cola, gli scorre in gola, dolce e appena bruciante, e lo riscalda.
Per poco non si soffoca. Sam Winchester compare tra la folla, ed è...no, non vuole davvero terminare la frase, anche perché la definizione che ha stampata in mente è decisamente poco innocente. Gli rivolge uno dei suoi migliori sorrisi. 《Hey, biscottino!》lo chiama. Il ragazzo si volta verso di lui, e lo stomaco di Gabriel fa una specie di capriola. I suoi occhi scorrono sulla camicia bianca, passano sui pantaloni scuri, tornano su sui capelli che ricadono morbidi sulla sua fronte.
Dannazione. Deve smettere di fissarlo.
《Gabriel!》lo saluta l'altro. Sembrano essere entrambi senza compagnia, perciò viene naturale affiancarsi.
《Allora...vuoi assaggiare?》chiede il più grande, accennando al bicchiere di malibù e cola.
《Non so, di solito non bevo...》
《È buono, sa di cocco》.
Sam gli sorride, esitante, e chiude le labbra rosee intorno alla cannuccia nera. Prende un sorso, e si allontana per tossire appena. 《N-non è male》confessa. Gabriel ride, dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. 《Te lo avevo detto》.
L'altro gli sorride, un sorriso timido, imbarazzato, che per qualche ragione fa battere più forte il suo cuore. Dannazione, deve calmarsi. Prende un altro sorso dal suo drink, cercando di ignorare il fatto che siano così vicini. 《Hai visto Castiel, per caso?》chiede alla fine.
《Mhm. È con Dean》.
《Meno male. Ho paura che possa fare qualche sciocchezza, non è abituato a questi ambienti》.
Sam lo guarda, curioso. 《È davvero la prima festa a cui va?》
Gabriel si irrigidisce appena. 《Non proprio. Ma l'ultima volta...non è finita molto bene》sussurra, stringendo le dita attorno al suo bicchiere.
A sorpresa, il più piccolo gli sfiora un braccio, e lo guarda con occhi tristi. 《Mi dispiace》mormora.
Deve aver capito che i Novak hanno passato molto più di quello che dicono. Gabriel sorride appena, e finisce l'alcolico in due lunghi sorsi. 《Non importa. Questa volta andrà meglio. Vieni, spostiamoci da qui!》esclama, spingendo la lieve malinconia in un angolo della mente. Non intende passare l'intera serata a deprimersi. Sam annuisce, e lo segue. Si fanno strada tra i ragazzi, vagano senza una meta precisa; alla fine, trovano un divanetto libero, in un angolo della sala, e vi si siedono, come in un tacito accordo. Lo spazio è stretto, e l'intera attenzione di Gabriel è concentrata sul punto in cui i loro corpi si toccano.
《Non ti sei iscritto a nessuna attività, a scuola, ho visto》inizia Sam, guardando verso il basso.
《Già. Devo lavorare, dolcezza, non ho tempo, purtroppo!》
《Tutti...tutti i pomeriggi?》
《Tranne il sabato e la domenica》.
《Oh...e come fai a studiare?》
Gabe sorride amaramente, sollevando lo sguardo sul soffitto.《Di sera, e di notte》.
Sam sposta gli occhi su di lui, in un'espressione a metà tra l'ammirazione e il compartimento, e il cuore di Gabriel fa una specie di saltello.
《Dove lavori?》
《In pasticceria, da "King of Hell"》
《Ah, la conosco. Ogni tanto ci passiamo, ma non ti ho mai visto...》
《Ho iniziato da poco, da quando ci siamo trasferiti. E di solito sono sul retro, a sistemare gli scatoloni, o a fare consegne》.
《Come mai avete cambiato casa?》
Gabriel per poco non cade dal divano, ma mantiene il suo solito sorriso provocante. Cerca rapidamente una risposta, una qualsiasi, che non sia la verità. Passa in rassegna tutte le scuse che di solito racconta, ma all'improvviso nessuna gli sembra più abbastanza credibile. Il silenzio si sta protraendo troppo a lungo, ma per qualche ragione non riesce a mentirgli.
"Papà ha trovato lavoro qui".
"Abbiamo trovato una casa che fa per noi".
No, non può refilargli la solita bugia. In qualche modo, non se lo merita. Sta per aprire bocca e dirgli la verità, quando lui lo interrompe.
《E-ehi, non devi parlarmene per forza...》mormora il bruno, prendendogli la mano.
Gabriel non sa dire chi sia, tra i due, il più stupito per quel gesto. Se lui, il cui cuore ha deciso di prendere e iniziare a pompare al triplo della solita velocità, o Sam, che sembra aver smesso di respirare.
Fatto sta, che i suoi occhi si posano sulle labbra dell'altro. E, Dio, sembrano c-così morbide, che-
I loro visi sono tanto vicini che può sentire il suo profumo, sa di aghi di pino e menta. La sua mano si sposta sul fianco di Sam, che stringe appena più forte le sue dita, il respiro leggermente accelerato, per star dietro al battito dei loro cuori. Le loro bocche si sfiorano, quasi, e-
...E il telefono di Gabriel inizia a squillare "Heat of the moment". Il ragazzo sospira, deve rispondere: è Castiel.

Dean si alza, barcollante, e si avvicina a Castiel. 《Ciao, Occhiblu》lo saluta, a voce un po' troppo alta. Quello si volta verso di lui, un'espressione sollevata dipinta in volto.
《Dean...! I-io...mi sono perso...》confessa.
Dio, quel piccoletto è impossibile. Come ha fatto a perdersi in una casa, nel mezzo di una festa? Ah, non ha importanza. 《Vieni qui》mormora bruscamente. Dannazione, forse sta bevendo un po' troppo. Si porta il bicchiere alla bocca, tirando giù un'altro sorso di alcool, e fa passare un braccio intorno alla vita di Castiel. Il ragazzo lo sta guardando, a metà tra il sorpreso e il preoccupato.《Sei ubriaco?》pigola.
《Ah! Ci vuole ben altro per stendermi, amico》esclama, ma finisce per inciampare. Castiel si aggrappa a lui, sorreggendolo, e lo spinge dentro a una stanza vuota.
Dean si lascia cadere sul letto a quattro di spade, e ride appena. Lascia il bicchiere sul comodino.《Sai, sei proprio strano, Cassie. Te ne stai lì, con quel faccino innocente e la tua espressione smarrita, eppure...non riesco a smettere di pensare a te. Perché?》. Cosa diavolo sta dicendo? La camera inizia a girare, e lui si passa una mano sulla fronte. Il più piccolo è in piedi, davanti alla porta chiusa, che si stropiccia le maniche della camicia. Forse è un po' brillo, ecco, perché altrimenti non saprebbe spiegare il desiderio improvviso di trascinarlo sul materasso accanto a sé.
Ma poi Cass si mordicchia appena un labbro screpolato, e lo guarda con quegli occhi liquidi così dannatamente attraenti-
Dean barcolla giù dal letto, e in pochi passi lo ha raggiunto, lo ha premuto contro la porta chiusa. Il piccolo sussulta, evidentemente sorpreso, ma non dà segni di volersi spostare. Gli occhi di Dean si spostano sulla sua cravatta blu, allentata, le sue dita si serrano intorno al colletto della camicia bianca. Il suo cuore batte tanto veloce che è sicuro esploderà, la testa gli gira così tanto...e il profumo del ragazzino, davanti a lui, è semplicemente troppo inebriante.
Dean non riesce a fermarsi. Deve farlo: la sua testa si piega appena in avanti, i suoi denti catturano il labbro di Castiel, umido e rovinato dal vento che ha soffiato negli ultimi giorni.
Lo bacia. La sua bocca cerca quella del moro, più timida e inesperta. La sua lingua si insinua oltre ai denti dell'altro all'altro, strappandogli un singulto confuso. Si preme contro di lui, sposta una mano intorno al suo fianco per attirarlo a sé...
N-no. Cosa sta...cosa sta facendo? Castiel è un ragazzo, maledizione. Un ragazzo. Se papà lo scoprisse-
Dean si stacca di colpo da Castiel, si gira di scatto. Si passa le mani tra i capelli, incurante del gel che gli impiastriccia le dita.
《Dean?》la voce di Castiel è esitante, appena arrochita, e gli procura un brivido su per la spina dorsale.
Dio, deve andarsene. Che cazzo gli è preso? Apre la bocca per scusarsi, ma viene scosso da un conato, e si piega in due. Inizia a vomitare, il suo corpo trema mentre Castiel si inginocchia al suo fianco.《Dean! Cosa succede? Stai male? D-devo chiamare qualcuno?》
《N-non chia--ngh-》
《È- è colpa mia? M-mi dispiace, non sono capace di baciare...》
Nonostante la situazione, a Dean viene quasi da ridere. Cass può dire quello che vuole, a lui quello che è appena successo è piaciuto fin troppo...
Dio, Dio. È davvero ubriaco, dannazione. Agita appena la mano per allontanarlo- non vuole che lo veda in quello stato- ma questo porta solo Castiel ad avvicinarsi di più Gli afferra la mano, e sembra così confuso che Dean avrebbe solo voglia di abbracciarlo. E la cosa lo spaventa più di quanto non voglia ammettere.
Non è la prima volta che prova...attrazione verso un altro ragazzo. Ma se ripensa alla reazione di papà...
Si alza di scatto, la testa che gli gira vorticosamente. Si pulisce la bocca con un fazzoletto, e si allontana dal ragazzo. 《D-devo andare》mormora, senza quasi sapere quello che dice.
《Non puoi tornare a casa così...》
Dean lo ignora, e spalanca la porta. Barcolla in corridoio, si infila tra la gente, li urta nella foga di andarsene.
Finalmente, è in giardino. Si ferma, scosso da un altro conato di vomito, ma l'aria fresca lo fa sentire un po' meglio. Si avvicina alla sua macchina, parcheggiata dall'altro lato della strada. In quel momento non pensa che, andandosene, lascerà Sam da solo alla festa. E nemmeno che, forse, guidare da ubriaco non è un'ottima idea. Vuole solo scappare, allontanarsi da quel ragazzino che, dannazione, gli fa girare la testa.
E che ora si è appena piazzato proprio davanti alla sua Impala.《Non ti lascio andare da solo, ti farai male. Casa mia non è lontana, possiamo raggiungerla a piedi》mormora.
Dean non si aspettava così tanta determinazione da parte del piccolo. Sospira, e si strofina le dita sulle tempie. Gli fa male la testa, e non riesce a ragionare lucidamente. Perciò non protesta, quando il moro lo tira appena per la manica, e si limita a seguirlo.



E anche il capitolo 3 è andato! Direi che ci sono state un po' di novità, yep. Spero che vi sia piaciuto, come al solito, e spero anche di riuscire a caricare presto il 4. Non garantisco niente, è un periodo piuttosto impegnato...sabato sarò a Lucca, in cosplay di CasaErotica!Gabriel. Qualcun altro ci sarà? Mi farebbe piacere incontrare qualche altro fan di supernatural, fatemi sapere! Grazie mille per le recensioni, mi fanno sempre davvero davvero piacere. -Gabe

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Capitolo 4
*** Stay With Me Tonight ***


《Pronto?》Gabriel risponde al telefono, evitando lo sguardo di Sam. La voce di Castiel, dall'altra parte del cellulare, si sente a mala pena.
《Pronto a cosa?》
《...Castiel, quando si risponde a una chiamata bisogna dire "pronto"》
《Perché?》
Gabriel sospira. In realtà, lo stupisce quasi che sia riuscito a premere la sequenza giusta di tasti per chiamarlo.《Non ha importanza. Che c'è?》
《Ho portato Dean a casa nostra, non si sente molto bene. Ha vomitato e barcolla, si comporta in modo strano. Come...come faceva Lucifer. È ubriaco, vero?》nella voce del piccolo c'è una nota di panico. Gabriel sa come deve sentirsi: non sa cosa fare, ed è spaventato a morte.
《Okay, Cass, non preoccuparti. Mantieni la calma, stai andando benissimo. Mettilo a letto, e cerca di farlo riposare, d'accordo? Io arrivo subito》. Sam, di fianco a lui, lo guarda preoccupato. Ha sciolto la mano dalla sua stretta, ma sono ancora molto vicini.
《G-gabe? Non mi farà male, vero?》gli chiede Castiel, la voce tremante.
《No, non preoccuparti. Lui non è Lucy. Stai tranquillo, okay? Non succederà niente di brutto》lo rassicura, e chiude la chiamata.
È preoccupato. Ha paura che Cass possa avere un attacco di panico, dopo quello che hanno passato entrambi. Almeno lui è a casa, al sicuro, e di certo Dean non è nemmeno lontanamente instabile quanto Lucifer.
《Cos'è successo?》chiede Sam, guardandolo con ansia. Il biondo alza lo sguardo su di lui e sospira, buttandosi i capelli all'indietro. 《Tuo fratello è ubriaco...Castiel è con lui, lo ha portato a casa nostra》.
Il Winchester si alza in piedi, guardandolo preoccupato.《Okay. Come sta?》
《Ha vomitato, ma non è successo niente. Adesso li raggiungiamo, d'accordo? Va tutto bene, Sammy, adesso ti porto da lui》lo rassicura, alzandosi dal divanetto. Esita un momento, poi lo stringe in un breve abbraccio, nel tentativo di rassicurarlo. Sta cercando in tutti i modi di non pensare a quello che sarebbe successo se Castiel non avesse chiamato. Erano così vicini, che...
Si riscuote. Mette una mano sulla spalla del più piccolo, lo guida in mezzo alla folla, e poi fuori.
《Come sta Castiel? Mi sembrava piuttosto teso...》chiede Sam, seguendo l'amico verso casa Novak.
Gabriel esita.《È un po' agitato. Non sa cosa fare, tutto qui》. Se il più piccolo non gli crede, non lo dà a vedere, così il ragazzo continua a parlare.《Tra poco saremo da loro, abitiamo qui vicino. Dieci minuti al massimo. Andrà tutto bene》.
"Andrà tutto bene". Continua a ripeterlo, nel tentativo di tranquillizzare se stesso, in realtà -Sam non sembra per niente agitato. Non è successo niente, insomma: la metà dei ragazzi alla festa è ubriaca, e l'altra metà lo sarà presto. Per le persone della loro età, un amico che ha bevuto un po' troppo non è certo motivo di preoccupazione.
Ma ai Novak quella situazione porta in mente molti ricordi indesiderati.
Improvvisamente, Gabriel si rende conto che Sam entrerà a casa sua. Si farà delle domande: si chiederà dove siano i loro genitori, e perché abitino in un appartamento così piccolo. Un nodo di tensione gli stringe lo stomaco, mentre cerca qualche scusa per non farlo entrare. Ma non sarebbe giusto; se fosse Castiel a stare male, lui vorrebbe vederlo a tutti i costi. Perciò continua a camminare, rassegnato.
Il silenzio è imbarazzante, probabilmente perché Gabriel ha appena cercato di baciarlo, alla festa. Dio, come gli è venuto in mente? Sam è etero, o almeno crede. Certo, lo ha preso per mano, ma probabilmente era solo un gesto di amicizia. Però non è che si sia ritratto, quando si sono avvicinati.
《Gabe, mi dispiace. Di solito Dean non è così irresponsabile》Sam interrompe i suoi pensieri.
《Non è un problema, davvero. Si sarà lasciato un po' prendere la mano, immagino》.
《Non lo so...negli ultimi giorni è sempre teso, di cattivo umore. Tranne quando è con...》la sua voce si abbassa di colpo, e lo guarda come se avesse appena capito qualcosa di importante 《...con Castiel》termina.
《Cosa?》chiede Gabriel, confuso, ma Sam non risponde, perso nei suoi pensieri.
Gabriel si ferma di fronte al cancello di casa, a disagio. Lancia una rapida occhiata a Sam e sospira, poi si decide ad aprire: non è una bella zona, è meglio che non stiano fuori a lungo. Oltrepassa il portone, tenendolo aperto per l'amico, e chiama l'ascensore. Tiene gli occhi fissi sulle proprie scarpe finché le porte non si aprono, poi entra con Sam e preme il pulsante per il quinto piano. Normalmente prenderebbe le scale, odia gli spazi angusti, e questo non fa eccezione. Ma non sarebbe cortese far fare al suo ospite tutti quei gradini, e poi hanno fretta. Sposta il peso da un piede all'altro, senza il coraggio di guardare il Winchester in faccia.
Abita in periferia, in un palazzo mal messo, con un'ascensore traballante -Dio, perché fa quei rumori, è normale?- e Sam non ha ancora nemmeno visto la casa. Chissà cosa penserà di loro.
《Tutto bene?》
La domanda lo sorprende e, teso com'è, sobbalza. 《Eh? Ah. Sì, è solo, sono un po' claustrofobico》borbotta, a disagio.
Senza una parola, Sam lo prende per mano. Il contatto improvviso lo stupisce, ma lo tranquillizza. Il che è paradossale, dato che il suo battito cardiaco è improvvisamente accelerato.
Le porte si aprono con uno scampanellio, e Gabriel si affretta a uscire da quella trappola infernale.
Lascia andare l'altro, a malincuore, e si avvicina all'entrata del suo appartamento. Inserisce le chiavi nella toppa e fa scattare la serratura.
Avanti, non può più rimandare.
Si stampa in viso uno dei suoi soliti sorrisi giocosi, ed entra con Sam.
《Benvenuto all'Hotel Novak, cinque stelle. Le auguriamo una buona permanenza!》scherza, lasciando le chiavi sul tavolino. Apre le braccia e fa un giro su se stesso, prima di fare l'occhiolino a Sam. Il più piccolo lo guarda con un sorriso tranquillo, e Gabriel si rilassa appena.
《Gabe?》la voce di Castiel gli ricorda perché sono lì, e in un paio di passi si sposta in camera loro.
Dean è steso su uno dei due letti, mezzo addormentato, e Cass è seduto sul materasso di fianco a lui. Anche Sam entra, e stanno davvero stretti tutti nella piccola stanza, così i due Novak lasciano i Winchester da soli.
Tornano in sala -non che ci siano molti posti in cui andare, in un trilocale- e Gabriel stringe il fratello in un abbraccio. Lo sente tremare contro di sé, intravede i suoi occhi lucidi. 《Ehi, biscottino, va tutto bene》.
《P-pensavo che-》
《Lo so, lo so. Ma Dean non è Lucifer, d'accordo? Nessuno ti farà più male, ora》.
Il piccolo solleva gli occhioni blu su di lui. 《Non è su di me che Lucifer si sfogava, però. Devi smettere di parlare come se io sia l'unico ad avere ragione di essere spaventato da lui》mormora.
Gabriel non risponde, lo sguardo che evita quello del fratello. Sa che, in quel momento, stanno entrambi ricordando. 《Non avresti dovuto vedere quelle cose》stringe i pugni, e contrae i muscoli della mascella. "Avrei dovuto proteggerti meglio".
《Gabriel》. Castiel gli posa una mano sul braccio, timido. 《Non ti devi incolpare di niente. Hai preso anche la mia dose di botte, in fondo》.
Sa che il ragazzo ha ragione. Ha sempre fatto di tutto per attirare su di sé le attenzioni di Lucy, soprattutto per sviarle dal fratello. Ma non può fare a meno di sentirsi in colpa. Avrebbe dovuto portarlo via prima. Avrebbe potuto fare di più.
In quel momento, Sam compare sulla porta. 《Si è addormentato》annuncia.
Gabriel annuisce. 《Cass, gli offri qualcosa da bere?》chiede, tornando ad esibire il suo sorrisetto esuberante. Oltrepassa Sam, per andare a vedere se può fare qualcosa per Dean. Il ragazzo si agita appena nel sonno, i suoi occhi si muovono a scatti sotto le palpebre. Lo copre con le lenzuola e rimane a guardarlo per un attimo, pensando a quello che il minore dei Winchester gli ha detto di lui.
Sono molto legati, quei due, è evidente. Almeno quanto lui e Castiel. I suoi occhi si velano di tristezza, mentre ripensa ai suoi altri fratelli. Non li vede da due mesi, ormai, e...Dio, gli mancano. Nonostante tutto, gli mancheranno sempre: l'espressione orgogliosa di Michael, quella seria di Raphael, e, soprattutto, quella arrogante di Lucifer.
Si alza, se si soffermerà oltre su quei pensieri sarà la fine. Indugia ancora un attimo, passandosi le dita tra i capelli. Ha bisogno di pensare, a quello che stava succedendo alla festa e alle conseguenze che avrà su Cass aver visto Dean in quello stato. Probabilmente Sam si starà chiedendo perché si stiano agitando tanto per una cosa così banale, tra l'altro. Sospira, e si decide a raggiungerli in sala.
Sam sta dicendo qualcosa a Cass, ancora evidentemente sconvolto. Davanti a loro, sul tavolo, ci sono un paio di bicchieri d'acqua. Si siede accanto a loro, abbozzando un sorriso. Il giovane Winchester sembra tranquillo, e tiene una mano sulla spalla del più piccolo. 《Dean sta bene?》chiede. Gabriel annuisce. 《Dormirà per un po', direi, ma sta bene》. Castiel alza gli occhi arrossati su di lui, e si mordicchia le labbra screpolate. 《Vado di là...》sussurra, alzandosi in piedi. Il fratello maggiore annuisce, e il più piccolo barcolla fino alla camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Gabe si passa una mano tra i capelli, di nuovo, e prova un sorriso. 《Ehi, mi dispiace. Se vuoi posso portarti a casa, ma se preferisci stare qui con Dean non è assolutamente un problema...anzi》.
《Se per voi va bene, mi piacerebbe restare. Tanto, mio padre non è a casa stanotte》.
Il Novak si schiarisce la voce, a disagio. 《Già...neanche il mio》.
Il silenzio si protrae per qualche secondo, prima che Sam rialzi gli occhi sull'amico, esitante.《Ehi, cos'ha Cass? Sembrava...sconvolto》.
Gabriel evita il suo sguardo, e la sua espressione di finta allegria vacilla. 《È- È solo...ha avuto una brutta esperienza con un alcolizzato》mormora infine.
《Anche tu sembravi nervoso...》Sam cerca di incontrare i suoi occhi dorati, ma il biondo li abbassa verso il tavolo. Il silenzio si protrae per qualche lungo secondo, prima che il più grande si schiarisca la voce, di nuovo. 《...Abbiamo avuto una brutta esperienza con un alcolizzato》si corregge. Non capisce perché gli stia dicendo tutte queste cose: non ne ha mai parlato con nessuno, escluso Cass, e nemmeno lo conosce bene. Forse è solo che non riesce più a tenersi il peso dentro.
Si alza di scatto, afferrando i bicchieri vuoti sul tavolo, e si gira a metterli nel lavandino, cercando di scacciare le immagini dalla propria mente. L'odore di alcool, il sapore del sangue. La paura.
Gabriel inspira di colpo, sentendo un paio di braccia forti stringersi intorno alla sua vita. Sam, nonostante abbia un anno di meno, è già alto più di lui, e lo sta abbracciando. Chiude gli occhi, rilassandosi in quel contatto, assaporando il suo profumo e il suo calore.
E restano così, in silenzio, mentre la pioggia fuori inizia a battere delicata contro i vetri, e un tuono fa sentire la sua voce in lontanza.
Gabriel si gira verso di Sam, nel suo abbraccio, e affonda il viso nell'incavo della sua spalla. Trattiene il respiro, perché in quel momento è tutto troppo: essere lì con lui, e i ricordi di casa, la stanchezza del lavoro, i soldi che non bastano mai. Rischia di cedere. Si aggrappa a lui, e in quel contatto dice più di quanto vorrebbe. In quel contatto gli parla di tutto il suo dolore, la paura, del ragazzo spaventato che è nascosto dietro alla maschera allegra e provocante. Perché invece Sam sembra timido, ma non lo è, non lo è, è forte e stabile come una montagna, e Gabriel lo sa. Ed è tutto quello di cui ha bisogno in quel momento e sempre.
《Non so cosa sia successo a te e Castiel, Gabriel, ma di sicuro è stato molto brutto. Ho visto il modo in cui si vela il tuo sguardo, quando pensi che nessuno ti stia guardando, e come sussulti ogni volta che qualcuno ti tocca. Non...non so chi vi abbia fatto cosa, ma adesso sei qui, e stai bene. Andrà bene. Io sono...sono qui》. La sua voce trema, forse per l'emozione, per la rabbia, o perché sono davvero vicini e si stanno stringendo così forte. Il biondo non lo sa, e non lo chiede, perché è sicuro che se parlerebbe il pianto gli bloccherebbe la gola. Si rende a mala pena conto di stare tremando, finché Sam non lo spinge gentilmente sul divano, comprendoli entrambi con il plaid sgualcito e rattoppato.
E piano piano, il moro si addormenta, con la testa sulla spalla dell'altro.
Gabriel resta sveglio ancora a lungo, ad ascoltare la pioggia.



Aye! Come d'avviso, ho impiegato un po' più tempo a caricare questo capitolo, causa Lucca Comics. E' stato decisamente Sabriel, direi, e molto incentrato su Gabe, con qualche nuova scoperta sul loro passato. Purtoppo stanno arrivando un po' di momenti painful, non me ne vogliate-- comunqua lasciatemi una recensione, e grazie mille, come al solito, a chi lo fa sempre. Siete delle patate, e mi fa davvero piacere leggere i vostri commenti! *Lancia cuoricini* alla prossima! -Gabe

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Capitolo 5
*** Only Love You When I'm Drunk ***


Dean si solleva di scatto, emettendo un gemito. Sente un dolore martellante alla testa, e la luce gli dà fastidio, obbligandolo a socchiudere le palpebre. Dio, si sente la bocca piena di cotone, e sa che è colpa di tutta la merda che ha bevuto quella notte.
Anche Castiel, accoccolato sul letto di fianco a lui, si sveglia, e lo fissa con i suoi occhioni blu.
Il più grande distoglie lo sguardo. Gli gira ancora leggermente la testa, ma ricorda tutto della sera prima...Dio, quanto è stato stupido.
《Buongiorno...》mormora il piccolo, frullando le palpebre. Dean si costringe a non guardarlo, nel tentativo di sopprimere il moto di tenerezza e panico che minaccia di sopraffarlo. Scende dal letto, barcollando, e si sistema alla meglio i vestiti stropicciati.
《Come stai?》chiede l'altro, in un sussurro.
《Bene》la sua voce esce più roca del previsto.
《Sei...sei arrabbiato con me?》
Dean esita a rispondere, e si guarda intorno, sbattendo gli occhi feriti dai primi raggi di sole. Deve essere la stanza dei Novak, quella: ci sono un paio di letti, una scrivania. Sopra quello di Gabriel, sono appesi un paio di poster di band famose; su quello di Castiel, alcune fotografie di paesaggi. La camera è davvero piccola, c'è a mala pena spazio per stare in piedi.
《...Dean?》
《No, non sono arrabbiato con te》. Il ragazzo sospira, e guarda finalmente verso l'altro. 《Senti, mi dispiace per ieri sera, okay? Non ero in me. Ho solo...ho bevuto un po' troppo. Non volevo...insomma, non volevo che succedesse quello. Grazie per l'ospitalità, ora devo andare...》
《N-no, aspetta...》Castiel lo afferra per la manica, prima che possa muovere un altro passo verso la porta. 《È perché non so baciare, vero?》le sue labbra tremano, come la sua voce. Dean avrebbe voglia di abbracciarlo, di rassicurarlo, di farlo ridere.
Dannazione.
Strappa via il braccio dalla sua presa. 《Non sei tu, Cass...è che non posso》.
E quasi scappa via dalla stanza, e da quelle iridi liquide e profonde.


Sam apre gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte. Sbadiglia, agitandosi appena, e un lembo della vecchia coperta scivola giù dalla sua spalla.
Cos'è quel profumo di zucchero...?
Si immobilizza, girando appena lo sguardo. È mezzo sdraiato su Gabriel, che dorme di fianco a lui, sul divano. Dio, deve essersi addormentato addosso a lui...
Si lascia sfuggire un sorriso, osservando una ciocca dei capelli chiari dell'amico, illuminati da un raggio di sole. Il ragazzo si ritrova a pensare che è davvero carino, così, e sente l'impulso fortissimo di sfiorarlo, di avvicinare le dita al suo viso...
La porta della camera si apre, e Dean esce barcollando. Sam ritrae di scatto la mano, e si sposta dal fianco di Gabriel per alzarsi in piedi. Il fratello gli lancia un'occhiata distratta, e stringe appena le labbra, ma non commenta.
《Dean...》
《Non mi interessano i tuoi discorsi, Sam. Ma vedi di non far sapere niente a papà, o sai che-》
Che cosa? Che ci caccerà di casa?》Sam stringe appena i pugni, e si avvicina all'altro.《Essere gay non è un crimine. E se lui la pensa così, è lui quello malato!》
《Non parlare così di John!》
《Ascoltami bene. Ho visto come tu e Castiel vi guardate, d'accordo? Questo è giusto. Non puoi impedirti di provare delle cose-》
《Io...io non sono gay, Sam. Hai presente? Mi piacciono le tette. E quello che pensa papà non ha niente a che fare con tutto questo. Ora, se vuoi scusarmi, vado a da qualche parte a smaltire la sbornia.》
《Come no》mormora Sam, ma si allontana da lui. Dean gli lancia un'ultima occhiata, a metà tra il freddo e lo spaventato; poi lo sorpassa, gira le chiavi -già inserite nella serratura- ed esce dalla porta, quasi di corsa.
Sam si lascia cadere su una sedia traballante, e si prende la testa tra le mani. Dean è confuso e testardo, ma non ha tutti i torti: se papà scoprisse tutto quello, andrebbe davvero fuori di testa. Si ricorda fin troppo bene la scenata che ha fatto quando ha scoperto del suo scorso ragazzo, Jess, le minacce e le botte che sono volate.
Non lo aveva mai picchiato, prima; quella è stata l'unica volta. E Dean, che ha sempre seguito John in tutto e per tutto, quella volta non è riuscito a dargli ragione. Ora, poi, c'è dentro anche lui: è impossibile non capire che tra lui e Castiel c'è qualcosa.
"E Gabriel? Cosa mi dici di te e Gabriel?" Si affretta a spegnere la fastidiosa vocina nella sua testa: l'oggetto dei suoi pensieri sceglie proprio quel momento per svegliarsi. Si stiracchia, allungandosi sul divano, e gli rivolge un sorriso splendente. Sam ricambia di riflesso, e si alza per avvicinarglisi con un cenno di saluto.
《Buongiorno, pasticcino!》
《'Giorno, Gabe...》si siede accanto a lui, trattenendo l'impulso di sfiorarlo ancora una volta.
《Che ore sono?》sbadiglia l'altro, sollevandosi meglio a sedere.
《Le undici...》
《Uhm, troppo tardi per andare a scuola, mi sa. Peccato, dovremo saltare per oggi!》esclama, in tono falsamente dispiaciuto.
《Così pare!》ride Sam.《Dormito bene?》
《Certo! Qualcuno mi ha tenuto caldo》.
Il moro arrossisce, imbarazzato. 《Scusa, sono crollato...》
《Hey, kiddo, nessun problema. È stato fantastico essere il tuo materasso》Gabriel gli fa l'occhiolino, con un sorriso scherzoso.
La loro conversazione è interrotta da Castiel, che esce dalla sua stanza. Ha un'aria abbattuta, e, senza nemmeno guardarli in faccia, afferra il suo trench.
《Hey! Che succede? Dove stai andando?》gli chiede il fratello maggiore, allarmato, ma l'altro lo ignora e imbocca la porta d'ingresso.
Gabriel stringe le labbra, e si alza a chiudere a chiave. 《Ma che gli è preso?》
Sam sta zitto. Probabilmente Dean ha litigato con lui, prima: conoscendolo, gli avrà detto di stargli lontano.
È ridicolo.《Penso che quei due abbiano appena discusso》sospira infine. Si siedono sul divano, uno davanti all'altro, e lui guarda verso l'alto.《Credo...credo che Dean provi qualcosa per Castiel》.
《Beh, è evidente. E dovresti vedere mio fratello, non parla d'altro che di lui tutto il giorno. Lo adora》Gabriel sorride, ma si vede che, per una volta, è serio.《Allora...qual'è il problema?》
Sam esita, tormentandosi l'orlo della camicia con le dita. 《Nostro padre》mormora infine.《È un po'...omofobo. Quando ha scoperto che sono gay è successo un casino》. Gabriel sembra sorpreso della sua dichiarazione, ma non troppo; anzi, sorride appena (sollevato? No, andiamo, perché dovrebbe essere sollevato dalla sua tendenza sessuale?) -a discapito del lampo di rabbia che attraversa i suoi occhi.《Tuo padre cosa?!》
Il più piccolo scrolla le spalle.《Ha detto che se avessi avuto un altro ragazzo mi avrebbe buttato fuori di casa》.
L'altro stringe le labbra, e si irrigidisce appena, così Sam si affretta a continuare 《Non...non che la cosa mi interessi. Non può impedirmi di stare con qualcuno》. Il suo cuore fa una specie di saltello, nel vedere Gabriel rilassarsi visibilmente alla sua affermazione. Perché gli interessa così tanto la cosa? Non è che...n-non è che forse un po' gli...piace...? 《C-comunque》tossicchia 《Dean è...fa sempre di tutto per compiacerlo. Non è d'accordo con lui su questa storia, certo, ma fa comunque di tutto per non litigare》.
《Mhm, anche mio fratello è così》mormora il biondo, a denti stretti.
《Castiel?》chiede Sam, sorpreso.
《No, ho...abbiamo altri tre fratelli. Più grandi》ammette Gabriel, abbassando lo sguardo. 《Michael...seguiva sempre papà in tutto, era il figlio perfetto. In realtà anche Raphael era così, solo...più competitiva. Voleva essere la sua preferita, a qualsiasi costo》la sua voce è tesa, carica di rabbia, ma con una traccia di malinconia.
《Dove sono adesso?》gli chiede, con delicatezza.
《Non ha importanza》risponde l'altro, un po' troppo in fretta.《Senti, mi dispiace per tuo padre, davvero. Sappi che...se dovesse cacciarti, o se hai bisogno di un posto dove stare, puoi venire qui. Lo spazio non è tanto, ma ci stiamo》.
Il Winchester lo guarda, sorpreso e, allo stesso tempo, grato. Non è cieco, ha capito che i Novak devono essere in difficoltà economiche: l'offerta vale così tanto anche per quello. Non sa dove sia il resto della loro famiglia, ma è evidente che sia successo qualcosa di cui non vogliono parlare.《Grazie》. Lo guarda negli occhi con un mezzo sorriso, e si sposta più vicino a lui, appoggiandosi -dopo un attimo di esitazione- contro il suo fianco. L'altro sussulta appena, evidentemente sorpreso, ma poi gli fa passare un braccio intorno alle spalle, per trarlo a sé. Sam è perfettamente immobile, ha quasi paura di respirare, per timore di rovinare quel momento.
《Non ero sicuro ti piacessero i ragazzi, playboy!》mormora il biondo, lo sguardo puntato sul soffitto, un sorriso strafottente sulle labbra. I suoi capelli color caramello sfiorano la guancia del più piccolo, ma non gli danno fastidio: è troppo concentrato a cercare di controllare il proprio battito cardiaco, che ha improvvisamente accelerato. Quello di Gabriel deve aver fatto lo stesso, però, perché lo sente pulsare contro la propria pelle nel punto in cui i loro corpi si incontrano. Cosa implica quella affermazione? "Oddio. E se gli piacessi sul serio...?"《Sì, è- è così. Ho avuto solo un ragazzo, però, l'anno scorso. Non sono certo un..."playboy"!》 La presa di Gabe si allenta appena, come se si stesse piano piano rilassando, e il silenzio si protrae per qualche lungo secondo.
Poi, il Winchester si decide a parlare. 《...E tu? Anche tu sei...?》chiede, parlando tanto in fretta che le parole si accavallano l'una sull'altra.
Il più grande scuote la testa, e il cuore di Sam si ferma per un attimo. Almeno, finché Gabriel non va avanti, facendogli l'occhiolino: 《Bisex, dolcezza!》mormora, con un sorriso tranquillo.


Hola, sono stata veloce stavolta! Il titolo viene da una canzone stupenda di Mika, "Love you when I'm drunk". Sono a buon punto nella scrittura, ho quasi inito l'ottavo capitolo, e mi sto nel frattempo dedicando a un'altra long -sempre Sabriel, ma un diverso tipo di AU. Caricherò sicuramente qualcosa il prossimo weekend, penso domenica sera, che sia il capitolo sei di Heat of the moment o il primo dell'altra storia. Mi raccomando, recensite, e un grazie speciale a chi si ricorda di farlo tutte le volte -siete degli amori. Alla prossima!
-Gabe

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Capitolo 6
*** Got You, Baby ***


《Sei e cinquanta. Ecco a lei!》Gabriel porge la busta alla cliente, con un sorriso ammiccante. La donna la prende, un che di famelico nello sguardo, e gli passa i soldi contati giusti.《Grazie mille, arrivederci!》squittisce, prima di tirare fuori un grosso pasticcino alla crema dal pacchetto. Esce dal negozio ancheggiando, mormorando qualcosa di entusiasta sul sapore dei dolci di quel giorno.
Il ragazzo si pulisce le mani sporche di zucchero sul grembiule bianco, e ripone la moneta nella cassa. Quel giorno Crowley, il suo datore di lavoro, lo ha messo a servire al bancone -invece che fargli sistemare il magazzino- e a Gabriel sta benissimo: è decisamente molto meno faticoso. Ha passato la mattina con Sam, in casa. Hanno cercato di studiare un po', ma il tempo era poco; dopo nemmeno un'ora il più grande è uscito, per andare prima a fare delle commissioni e poi al lavoro.
Sorride tra sé e sé. Ha la conferma di avere davvero delle speranze, con il più piccolo dei Winchester, e non intende lasciarsi scappare l'opportunità.
Lancia una rapida occhiata all'orologio: le 19, il suo turno è finito, e al momento non ci sono clienti. Si sfila il grembiule, portandosi sul retro del negozio, e lo ripiega con cura. 《Novak!》
《Mr Crowley》Gabriel si gira, trovandosi davanti il proprio capo. Non lo vede molto spesso, ha altri tre negozi in città, ed è sempre impegnato.《Buonasera》.
《Buonasera. Come è andato il turno?》
《Nessun problema. Sono finite le crostatine ai mirtilli, e le brioches alla crema》.Afferra la sua borsa, infilandoci dentro a casaccio il grembiule. Non vede proprio l'ora di andarsene, stasera, ha troppi pensieri per la testa.
《Quante ore hai fatto?》
《È venerdì, capo. Quattro》.
《Devi essere stanco》mormora l'uomo, con un sorriso strano. Gli si avvicina, le mani che vanno a massaggiargli le spalle. Gabriel sussulta, sorpreso dal contatto improvviso e dal comportamento del proprio superiore, ed è tanto stupito da non spostarsi nemmeno.
《Sai, oggi è arrivato un altro ragazzo, in cerca di lavoro. Io gli ho detto che non c'era posto, che ho già un dipendente molto laborioso...vero?》
Il cuore di Gabriel inizia a pulsare più rapido, quasi timidamente. Dove vuole andare a parare? 《Sì...?》
《Ovviamente, se tale persona si dimostrasse incapace di soddisfare ogni mia necessità potrei sempre rimpiazzarla...》continua Crowley, facendo scivolare le mani dalle sue spalle al suo sedere. Gabriel sobbalza, rigido, e l'uomo gli dà un buffetto sulla guancia. 《Ci vediamo lunedì, Novak!》.
E si allontana, voltandogli le spalle.
Il ragazzo rimane immobile, a fissare il vuoto, per qualche secondo ancora. Che cosa è appena successo? Che cosa voleva dire...? Sa benissimo che non si può permettere di perdere il lavoro, ma...gli ha davvero fatto...una proposta di quel genere?
Con le mani tremanti, si affretta a chiudere la borsa, e se la infila in spalla. Esce dal negozio, lasciando che la porta si chiuda in automatico dietro di lui, e si passa le dita tra i capelli. Il suo riflesso nella vetrina mostra il suo viso, pallido e sconvolto.
Vuole solo andarsene di lì il più in fretta possibile. Qualcuno gli appoggia una mano sulla spalla, e lui sussulta, girandosi di scatto.
Sam...grazie a Dio.《Hey! C-cosa ci fai qui? Mi hai spaventato, bello》esclama, stampandosi in faccia un bel sorriso.
《Ti stavo aspettando...ci hai messo un po'》il più alto lo squadra, con un'espressione preoccupata.
《Sì, stavo...parlando con il mio capo, scusami. A cosa devo il piacere?》
Sam abbassa gli occhi, e tira fuori il telefono. 《È...si tratta di Castiel. Non è ancora tornato, ma mi ha chiamato mezz'ora fa...sembrava agitato, ha detto che non sapeva dove fosse e che c'era qualcuno con lui, Alavir o Alastair, qualcosa del genere. Poi la linea si è interrotta. Non sapevo che fare, magari è in pericolo...sono venuto a cercarti》.
Il sorriso forzato di Gabriel svanisce, lasciando spazio all'agitazione. Cass, da solo, in giro in una città che non conosce. Forse con qualcuno che vuole fargli del male. 《Devo trovarlo, Sam》.
《Vengo con te...e chiamo Dean, può darci una mano》.
《D'accordo》il biondo si morde un labbro, nel tentativo di calmarsi.


《Hey!》Dean si infila nel vicolo, camminando rapido verso i cassonetti. Due ragazzi sono in piedi davanti a un terzo, poco più avanti, uno di loro lo sta spingendo contro il muro. Riconosce subito il più piccolo, minuto, con i capelli neri e due inconfondibili occhi blu: Castiel, che lo sta guardando con un misto di paura e sollievo dipinto in volto. Davanti a lui, Alastair e un'altro della sua cricca, Azazel. Si voltano verso subito verso di lui, le loro risate si spengono all'istante, i loro sguardi si fanno seri.
《Winchester》è Azazel a parlare《sei venuto per salvare il tuo ragazzo?》chiede, in tono di scherno. Gli angoli della bocca di Dean si piegano in un sorriso che non ha niente di allegro, mentre si avvicina di più a loro.《Due contro uno? Non vi smentite mai.
Non ditemi che avete paura di quella pulce》accenna a Novak, ora accucciato a terra in mezzo alla spazzatura. Sembra stare bene, è solo un po' più pallido del solito, ma a vederlo così la rabbia inzia a ribollire nel suo petto, furiosa. 《Perché ti interessa tanto di lui, se è solo una pulce?》lo provoca Alastair.
《È per questo che ho chiuso con voi, no? Per il vostro modo di fare. Pensavo foste solo un po' pieni di voi, ma poi avete iniziato a comportarvi come dei bulli e dei codardi. Non me ne frega niente del ragazzino, potete anche ammazzarlo di botte per quel che mi riguarda. Sono qui per risolvere con voi idioti》ringhia Dean, un attimo prima di lanciarsi contro i due. Colpisce subito Azazel, con una ginocchiata, e ruota per portarsi dietro di lui e spingerlo a terra.
In un attimo Alastair gli è addosso, gli sferra un pugno al volto. Riesce a spostarsi un attimo prima, ma viene comunque preso di striscio, e il dolore si irradia dalla parte destra del suo volto. Grida, rialzandosi di scatto per tirargli un calcio al ginocchio, ma Azazel si è ripreso e gli fa lo sgambetto.
Nel giro di pochi secondi lo hanno immobilizzato a terra. 《Già stanco, Winchester?》
Dean fa un sorriso tirato. 《Due contro uno, vi ricordo》. In quel momento, una grossa pietra colpisce Alastair dritta in testa. Il ragazzo cade all'indietro, stordito, lasciando uscire di colpo l'aria dai denti. Alle sue spalle c'è Castiel, in piedi, un altro sasso stretto tra le dita...dei quattro, è forse quello con l'espressione più sorpresa.
Dean approfitta del momento per ribaltare la situazione, e rotolare sopra Alastair. Tira fuori il telefono dalla giacca, digitando velocemente un numero, e tiene il dito sospeso sopra il pulsante di chiamata. 《Levatevi dai piedi, o telefono alla polizia. Finiremo tutti e quattro nei guai, ma ho come l'impressione che voi sareste i più a rischio. Cosa succederebbe se venissero a conoscenza di alcuni vostri precedenti?》li minaccia, prima di lasciare andare, lentamente, il ragazzo immobilizzato sotto di sé. Quello si rialza, aiutando Azazel a fare lo stesso, e sputa per terra. 《Alla prossima, froci》ringhia, ma entrambi indietreggiano verso la fine del vicolo. Dean sta per rilassare, finalmente, i muscoli tesi, quando uno dei due tira fuori qualcosa dalla giacca...una pistola. In un attimo, ha già premuto il grilletto, prima di scappare dietro all'amico.
Dean si lancia, d'istinto, sopra a Castiel, buttandolo a terra. Il proiettile passa fischiando a pochi centimetri da loro, con un suono tipico a un miagolio; poi, l'unico rumore è quello dei passi di corsa di Alastair e Azazel, in lontananza.
È buio. Dean è ancora mezzo sdraiato sopra Castiel, lo tiene ancora tra le braccia, lo sente tremare, sente il suo respiro irregolare di fianco all'orecchio.《Hey, stai bene...?》sussurra, senza avere però il coraggio di muovere un muscolo. Il più piccolo non risponde, ma emette una specie di singulto spaventato.《Hey! Cassie!》Dean alza la voce, rotolando via dal suo corpo.《Ti hanno fatto male?!》chiede, la voce che si spezza per la rabbia e la preoccupazione. L'altro non dice niente, si limita a guardarlo terrorizzato, e scuote la testa. Lo aiuta ad alzarsi, e subito il più piccolo si stringe a lui. Il Winchester rimane immobile per un secondo, sorpreso, ma poi si decide a circondarlo con le braccia. 《Hey, va tutto bene. È finita》mormora, cercando di incrociare i suoi occhi blu. Ma Castiel li chiude, seppellendo la testa nel suo petto.《Erano come...Lucifer》balbetta, evidentemente sull'orlo di una crisi di panico.
《Lucifer?》gli chiede, confuso.
《Mio fratello》la sua voce è così bassa e tremante che quasi non la sente.
《Aspetta, cosa?! Cass?》si allontana appena da lui, cercando di vederlo in faccia. Ha il viso arrossato, le labbra chiare screpolate più del solito, e non gli risponde.《È vero quello che hai detto prima? C-che non ti interessa di me?》gli chiede invece, in un sussurro confuso.
Dean sospira, e si porta le dita alla tempia. 《No, io- non...Cassie...non posso...》
《Ma io ti piaccio, n-non è vero?》
《Senti, è complicato...》
Il moro gli si allontana, alzando finalmente gli occhi, blu e arrossati, verso di lui. 《No, non lo è. O ti piaccio, o no. Tu...mi piaci, e lo so》.
Dean si sente male. Ha lo stomaco dolorosamente contratto, e una fitta gli attraversa il petto. Perché deve essere così difficile?《Okay, d'accordo, forse mi piaci! Ma non puoi piacermi-》grida, quasi, voltandogli le spalle. Non vuole più vederlo, non vuole più vedere quel suo viso perfetto, con quello sguardo calamitante a cui non può sfuggire.
《È per tuo padre?》
Dean torna a girarsi verso di lui, di scatto. 《...Come lo sai?》
《Hai...la scorsa notte, stavi parlando nel sonno. Lo imploravi di stare calmo, e di lasciare andare Sam...e ho visto il modo in cui la tua espressione cambia, quando pensi che nessuno ti veda. Non...non stai bene, lo so. So cosa voglia dire non stare bene con la propria famiglia.
So che- so che hai notato che io e Gabe viviamo da soli, è inutile fingere che tu non lo abbia fatto. Oh...per favore, non dire a nessuno che te l'ho detto》aggiunge infine, in tono preoccupato.
Dean rimane immobile, i pugni stretti, le spalle rigide. Non ha mai sentito Castiel parlare in quel modo, di solito si limita solo ad ascoltare, non è mai stato così diretto. Non è stato difficile capire che i Novak nascondono qualcosa, è più che evidente, ma a quanto pare le cose devono essere più complicate del previsto.
Dio, vorrebbe avere una scelta. 《Non posso deluderlo di nuovo, Cassie, non posso. Devo fare...qualsiasi cosa lui voglia che io faccia. E se vuole che mi piacciano le ragazze, allora forse devo...solo...non devo essere così sbagliato》mormora, a denti stretti.
《Pensi davvero che essere gay sia sbagliato? Non lo è. Devi essere te stesso, non quello che qualcun altro vorrebbe che tu sia, anche se questa persona è tuo padre》.
Dean rimane in silenzio, gli occhi bassi. No, non pensa davvero che sia sbagliato. Sam lo è, ed è suo fratello, non ha niente che non vada. Però gli tornano in mente le parole di John, quel giorno, al suo figlio minore: "Se provi ad avvicinarti a un altro ragazzo, allora esci da quella porta e non tornare mai più". Lo schiaffo che gli ha tirato, il segno delle dita che è rimasto impresso sul viso di Samuel.
《Dobbiamo andare. Gabriel sarà preoccupato》. Si gira, e inizia a camminare.
Castiel lo segue in silenzio.



Hellooo, boys. avevo promesso che ci sarebbe stata un po' di Destiel in arrivo, so here you go! Premettiamo che non sono capace di descrivere le scene di combattimento, ew, quindi se questa qui è stata tremenda, totally my fault. Detto questo, con la scrittura sono avantissimo -ho appena finito il capitolo 10-, quindi questa settimana mi dedicherò un po' alle altre ventordici ff che sto scrivendo aiuto a degli altri lavori, primo tra tutti quello di cui avevo parlato alla fine dello scorso capitolo. nel frattempo, vi lascio il link a una Sabriel (rossa, cough cough) che ho caricato qualche tempo fa- qui. Detto questo, ci vediamo il prossimo weekend!
-Gabe
PS: io amo Crow, anche se lo ho messo a fare la parte dello stronzo. Cioè, anche nella serie è uno stronzo, in realtà, però è uno stronzo adorabile.

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Capitolo 7
*** None Of Your Business ***


Gabriel apre la porta di scatto, il cuore che gli martella nel petto.《Oh...Sam. Pensavo fossi Cass》
《Mi spiace deluderti》 risponde Sam, passandogli di fianco per entrare in casa.
《Non- non intendevo quello, scusami. È solo...》
《Tranquillo, lo so. Non preoccuparti, Dean ha chiamato nemmeno dieci minuti fa. Arriveranno》gli sorride, facendogli scorrere una mano sul braccio. Gabriel annuisce, e richiude a chiave, prima di lasciarsi andare sul divano con il capo tra le mani. Il Winchester si siede di fianco a lui, e lo abbraccia, con delicatezza. Il più grande si lascia andare nella sua stretta, e appoggia la testa sulla sua spalla, mordendosi un labbro con un po' troppa forza. Sente di essere sul punto di esplodere: è preoccupato per Castiel, terrorizzato da quello che è successo a lavoro, e agitato per la vicinanza con Sam. Vorrebbe mettersi a urlare, e allo stesso tempo non sopporta di mostrarsi così debole. Da quando lo ha conosciuto, è così: non riesce più a nascondersi dietro al suo solito sorriso falso, non riesce a...fingere che vada tutto bene, con lui.
Dannazione.
《Gabriel》lo chiama piano Sam. Il biondo solleva il viso verso di lui, incontra i suoi occhi verdissimi.
《Sai che se hai bisogno di parlare, o di qualunque cosa, io ci sono, vero?》
Gabe annuisce appena, concentrato solo su di lui, così vicino da fargli girare la testa.《Grazie...》sussurra -e lo ringrazia sinceramente, perché nessuno gli ha mai detto una cosa simile, mai. Dio, ha bisogno di baciarlo. Ne ha davvero bisogno, perché è l'unica cosa che gli impedirebbe di crollare; ne ha bisogno, perché lui è così bello, ed è tanto gentile con lui.
Quindi si sporge verso di lui, fa scorrere le dita sul suo fianco, con decisione. Sono tanto vicini che può percepire il suo fiato caldo, lieve, sul proprio viso, e sente che lui si sta chinando appena verso di lui, come a dargli il permesso, e-

E il campanello suona.

"Cazzo. Di nuovo."
Si alza, lasciando un Sam evidentemente imbarazzato sul divano, e corre ad aprire la porta.
Dean entra per primo, seguito da Castiel, che ha la giacca di pelle dell'altro appoggiata sulle spalle. Gabriel lo afferra, con delicatezza, per le braccia: non sembra avere segni visibili, lividi o altro, ma è evidentemente sotto shock.
Sam si alza, lasciando spazio ai due nuovi arrivati, che si siedono al suo posto non appena il maggiore dei Novak lascia andare il fratello.《Che è successo? Come stai?》
È Dean a parlare.《Alastair e Azazel...due ragazzi della nostra scuola, dell'ultimo anno, se la stavano prendendo con lui. Sono arrivato in tempo, però, e non credo che ci daranno altri problemi per un po'》.
Gabriel non riesce quasi a trattenere un sospiro di sollievo. Solo...due bulletti, niente di più.
Va tutto bene, staranno bene.《Grazie. Davvero》mormora, sforzandosi di sorridere, e il maggiore dei Winchester risponde con un cenno del capo.
《Mi dispiace, Gabriel...》sussurra Castiel, con voce flebile. 《Non avrei dovuto andarmene in quel modo》.
《Credevo- credevo che ti avesse trovato Lucifer》ringhia stancamente, stringendo i pugni. Sam e Dean si lanciano un'occhiata confusa, ma non dicono niente.
《Io...lo so. Scusami, ero...avevo bisogno di stare da solo》.
Gabe annuisce seccamente.《È tutto okay. Tu stai bene, è questo l'importante》.
Dean si alza, e Cass gli passa la sua giacca.《Noi dobbiamo andare, ora》annuncia.
《D'accordo. Ma se volete, potere stare da noi anche stanotte》propone il maggiore dei Novak.
《Non possiamo, amico. Nostro padre torna a casa stasera, faremmo meglio a farci trovare lì》.
Gabriel annuisce, e li accompagna alla porta.《Ci vediamo. Ehi, Sam, Dean...grazie ancora》.
《Nessun problema, è un piacere salvare il culo a voi due!》.


《Sam?》
《Sì?》
《Chi cazzo è Lucifer?》chiede Dean, mettendo in moto l'Impala, parcheggiata sotto casa dei Novak. Il fratello, seduto sul sedile di fianco, sospira.《Non lo so. Ho sentito che ne parlavano al telefono, ma non ne ho idea》mormora, abbassando il volume della radio, che suona Back in Black da una delle vecchie cassette del maggiore dei due Winchester.《In ogni caso, non sono affari nostri, credo che ce lo diranno quando sarà il momento》aggiunge.
Dean guarda fisso davanti a sé, le mani strette sul volante. Sembra in conflitto con se stesso, quasi, con lo sguardo corrucciato e le labbra tra i denti.《Non lo so, Sam. Sono preoccupato. Castiel era davvero sotto shock oggi, cazzo》.
《Anche ieri sera》annuisce il moro《nel vederti in quello stato》. Il fratello non dice niente, così si decide a fargli un'ultima domanda:《Quindi, come va con Castiel?》
Dean non risponde, si limita ad alzare il volume della musica e inzia a cantare, come fa sempre quando cerca di ignorarlo.
Sam scuote la testa, e appoggia la fronte al finestrino, esasperato.


Dean spegne il motore dell'Impala, ed entrambi scendono dall'auto.
La porta di casa non è chiusa a chiave, segno che John Winchester è già a casa; i due si lanciano un'occhiata, preoccupati, prima di entrare.
Il padre è in sala, sul divano, intento a leggere una rivista di caccia. Nemmeno li guarda, quando gli passano di fianco, si limita a picchiettare le dita sul tavolino di fianco a lui.《Dove siete stati tutto il giorno?》chiede, il tono basso e falsamente noncurante. I ragazzi si fermano, ed è Dean a parlare.
《Abbiamo fatto un giro, Sam è andato in libreria. Abbiamo mangiato da Ash》.
《Dove eravate ieri notte, invece?》
《...A una festa》.
《E non siete tornati a casa a dormire?》
《Certo》.
《No, non lo avete fatto. I nostri vicini non vi hanno visti, né sentiti》.
Sam si irrigidisce leggermente, ma, di nuovo, lascia che sia il fratello a parlare.
《Non vuol dire niente, papà, era tardi》mormora Dean. John assottiglia gli occhi, continuando a sfogliare la rivista lentamente.《Mi state nascondendo qualcosa?》
《No, noi-》
《C'è qualcosa che vorreste dirmi?》
Sam sente il suo battito cardiaco accelerare di pari passo con il discorso inquisitorio. È evidente che l'uomo sappia qualcosa e, conoscendolo, non li lascerà andare prima di aver ottenuto le risposte che si aspetta.
Infatti, il padre continua.《Quindi ieri sera, dopo la festa, siete tornati a casa》.
《Papà, smettila. Siamo stanchi e vogliamo andare a dormire》negli occhi di Dean si legge il senso di colpa, mischiato con il nervosismo. Per il suo fratello minore, è come un libro aperto.
《Giornata stancante? Con quei due con cui uscite ultimamente, uhm?》
Sam fa per aprire la bocca, ma l'altro lo precede.《Di che stai parlando?》
《Com'è che si chiamano? Ah...Novak》.
Il ragazzo si sente gelare. Come fa a saperlo? Come-
《Papà, ascolta-》inizia Dean, ma viene interrotto da John. 《No, ascoltate me. Non ho intenzione di accettare due figli froci!》grida, gettando di lato la rivista.
Sam non riesce più a trattenersi. 《Non è mica un peccato, o una malattia!》ringhia, la testa che gli pulsa per la rabbia e la tensione.
《Quindi state davvero uscendo con loro...》mormora l'uomo, una luce pericolosa nello sguardo.
《Non sono affari tuoi》risponde Sam, freddamente.
Il padre si alza in piedi di scatto, tirando indietro la mano per colpirlo, ma stavolta è Dean a scattare, bloccandogli il braccio.
Lentamente, John Winchester volta il viso verso il suo figlio maggiore.《Anche tu, Dean? Mi deludi, davvero. Pensavo che almeno tu avessi un briciolo di rispetto verso la persona che ti ha cresciuto, a differenza di Sam. Evidentemente, la sua cattiva influenza si deve essere fatta sentire anche su di te》.
Lo sguardo di Dean è freddo, ma pieno di dolore. Sam sa quanto devono fare male quelle parole a lui, che ha sempre fatto di tutto per fare felice il padre. Lo sa, e glielo legge in faccia.
E anche lui è ferito. Sente un peso sul petto, un misto di rabbia e voglia di piangere. Vorrebbe solo essere accettato. Vorrebbe poter essere se stesso senza dover essere giudicato, allontanato.
È Dean, come sempre, a dargli la forza. Dean, che allontana con una spinta John:《Sam ha ragione, non sono affari tuoi》. E si gira, per imboccare la porta.
Il più piccolo resta nella stanza ancora un momento, a guardare il padre, sfidandolo, di nuovo; poi segue il fratello. Sulla porta d'ingresso, afferra i loro zaini di scuola, chiaro segno che non intendono tornare a casa, per quella notte. Dean lo sta aspettando fuori, appoggiato sull'Impala. 《Andiamocene di qui》dice solo, seccamente.



Hola! Allora, sono davvero avanti con la scrittura, al capitolo 12, perciò mi sa che terrò il weekend come data di pubblicazione di Heat of the Moment e, se avessi altro da caricare, lo farei a metà settimana (mercoledì, o giovedì). Detto questo: mi spiace, prima o poi Gabe e Sam riusciranno a baciarsi, lo prometto!
Recensite, e, come sempre, un ringraziamento speciale a chi lo fa tutte le volte <3
-Gabe

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Capitolo 8
*** Can't Leave This Place ***


Gabriel tira fuori l'impasto dei Muffin dal piccolo forno, si toglie i guantoni e si sciacqua le mani sotto il flusso del rubinetto. Le scuote nel lavandino, per farle asciugare, e si lascia finalmente cadere sul divano accanto a Cass, immerso nella lettura di un qualche libro di poesia. È quasi l'una, ma è evidente che nessuno dei due abbia sonno, e Gabriel ha appena finito di cucinare -il suo metodo personale per rilassarsi. Il profumo dei dolci riempie la sala, ma sono ancora troppo caldi per essere mangiati.
Castiel stacca gli occhi dalle pagine, e alza lo sguardo verso di lui. Apre la bocca, probabilmente per scusarsi di nuovo, ma Gabriel lo precede.《Hey, niente discorsi smielati, ragazzina》lo ferma.
《Mi dispiace di averti fatto preoccupare...》
《Preoccupare?! Non ero...preoccupato. È solo che, se tu fossi finito nei guai, il tuo ragazzo non mi avrebbe lasciato in pace un secondo》si schernisce lui, piccato. D'accordo. Forse un po' preoccupato era.
L'altro arrossisce violentemente.《Non è...Dean non è il mio ragazzo!》si affretta a balbettare, ma Gabriel gli fa l'occhiolino.《Come no. È proprio per questo che vi guardate sempre come se voleste scoparvi da un momento all'altro》.
Castiel passa a un colorito bordeaux decisamente accentuato e prova a ribattere, ma riesce solo a emettere un sono strozzato.
Il maggiore dei due scoppia a ridere, e gli porge un muffin. 《Su, non è mica un reato. È solo che ogni volta che voi due siete nella stessa stanza, la tensione sessuale è tanto evidente che la si potrebbe tagliare con un coltello. Assaggia uno di questi!》
Cass si affretta ad afferrare il dolce, ancora caldo, e ci affonda i denti. Annuisce, con aria di approvazione, mentre manda giù il boccone, facendo una smorfia per il calore; prima che possa prenderne un altro pezzo, però, il fratello glielo sottrae, ingoiandolo in un solo morso.
Gli occhi gli si riempiono di lacrime -okay, forse era il caso di lasciarlo raffreddare ancora un po', ma ehi, non è niente male.
《Gabe!》si lamenta debolmente l'altro, ma sorride.
《Comunque, anche tu e Sam siete molto teneri》afferma.
Gabriel per poco non si soffoca con il muffin.《Io non fono tenefo!》protesta, tra un colpo di tosse e l'altro. Cass sorride, uno dei suoi sorrisi speciali, ampi, con lo sguardo abbassato. 《Come va al lavoro, comunque?》chiede.
...Il lavoro.
Cazzo.
《Bene!》esclama, con fin troppo entusiasmo.
Con tutto quello che è successo, gli era passata totalmente di testa la minaccia del suo capo. Per poco non sobbalza, ricordando il tocco di Crowley sul suo sedere, la sua espressione lasciva, ma allo stesso tempo seria.
E il fatto è che lui, proprio, non può perdere il lavoro: è l'unica cosa che permette a lui e Cass di pagare l'affitto, il cibo e le altre spese, oltre ai pochi soldi residui che ha lasciato loro papà prima di andarsene. E quando finiranno anche quelli, non ha idea di cosa si potrà inventare. Spera solo di arrivare alla fine dell'anno scolastico, poi potrà abbandonare gli studi e trovarsi altri lavori...fatto sta che, ora, l'impiego da "King of Hell" è l'unica cosa che permette loro di andare avanti, ed è a mala pena sufficiente; se venisse a mancare e lui non riuscisse a inventarsi nient'altro...dovrebbero tornare a casa. Il cuore di Gabriel perde un battito al solo pensiero, mentre il ricordo dell'odore dell'alcool ritorna alle sue narici, il dolore delle botte pulsa di nuovo nelle sue ossa, e--
No, non può proprio permettersi di essere licenziato.
Nemmeno se questo dovesse comportare soddisfare le...richieste...di Crowley. E, magari, sta solo fraintendendo tutto, magari lui stava solo scherzando, magari ha capito male.
Cazzo.
Il suo sguardo si posa su Castiel. Senza che lui se ne accorgesse, si è addormentato sul divano, di fronte a lui. Sorride, Gabriel, con immensa dolcezza; un sorriso che non avrebbe mai il coraggio di fare se lui fosse sveglio. Non potrebbe mostrarsi così debole, così umano.
In ogni caso si alza, e lo prende in braccio con delicatezza, portandolo in camera. Lo adagia sul suo letto, rimboccandogli le coperte, e sbatte gli occhi per allontanare le lacrime.
Non voleva questo per lui...vivere in un trilocale troppo piccolo, con i soldi contati, in una squallida cittadina piccola e sconosciuta. Vorrebbe potergli dare di più.
Si lascia cadere sul suo materasso, senza nemmeno cambiarsi, e calcia via le scarpe. Vorrebbe restare sveglio ancora un po', a pensare a cosa fare, ma si addormenta senza quasi rendersene conto.


《Sei impazzito!》
La voce è lontana, deve venire dal piano di sotto, e Dean non la riconosce immediatamente. Apre gli occhi, lottando contro le palpebre pesanti di sonno, e si rigira con cautela tra le coperte. Odia il lunedì mattina.
《Non è colpa sua》è la stessa persona di prima, a parlare, e il ragazzo riesce finalmente a capire a chi appartiene.
Uno dopo l'altro, tutti i ricordi tornano a galla: la litigata con il padre, il viaggio al volante dell'Impala fino a casa di Bobby, che li accolti per la notte. È proprio lui a parlare, ma con chi? Si gira verso il letto di suo fratello, seduto a gambe incrociate sul materasso, in ascolto. Appena nota che anche lui è sveglio, gli fa cenno di stare in silenzio.《È al telefono con papà》spiega in un sussurro. Dean annuisce, sollevandosi sui gomiti.
《Non puoi farlo. Avevi promesso che- no, non cambierà le cose! Lascia in pace questi poveri ragazzi, hanno già passato abbastanza. Idiota》.
I due si lanciano un'occhiata: è il momento di scendere. Si cambiano in silenzio, rapidamente, con i vestiti che, per sicurezza, lasciano sempre da Bobby; poi si affrettano giù per le scale, la stessa espressione preoccupata dipinta sul volto. Lo trovano in cucina, abbandonato sulla sedia di fronte al tavolo, davanti a lui il telefono e un bicchiere di liquore. Come li vede, si passa le mani sul volto, e fa cenno loro di sedersi con lui.
I Winchester obbediscono -non è davvero il caso di mettersi a discutere con lui, quando è alterato.
L'uomo li guarda entrambi negli occhi, e sospira.《Era vostro padre. È piuttosto incazzato》.
Dean distoglie lo sguardo.《E?》
《Non vi piacerà》inizia Bobby, fissando il maggiore dei Winchester finché non si decide a tornare a guardarlo negli occhi.《Vuole partire》.
...Partire.
Partire.
Sam, di fianco a lui, si alza di scatto, rovesciando la sedia.
《Partire?!》la sua voce trema di rabbia, e di panico. Dean non riesce a muoversi.
《Cambiare città》ringhia Bobby, prima di finire in un lungo sorso il liquore nel suo bicchiere.
"Aveva promesso che non ci saremmo più trasferiti".
《Per lavoro?》chiede l'altro, pur conoscendo già la risposta -la conoscono entrambi.
《Stavolta no》.
《Lo immaginavo》mormora Sam, con un sorriso amaro.《Mi dispiace, ma non lo posso accettare. Non partirò, non partiremo. Non stavolta. Non gli lascerò rovinare tutto!》termina, prima di afferrare il suo zaino di scuola e uscire a grandi passi dalla stanza.
Otto mesi. Sono otto mesi che sono lì, non capita spesso che si fermino per così tanto tempo nello stesso luogo. Il lavoro di John Winchester li porta sempre in posti diversi, e i due fratelli hanno dovuto farci l'abitudine.
Ma stavolta è diverso. Non solo hanno finalmente trovato una città vicina a casa di Bobby, che per loro è sempre stato come un secondo padre. Si sono fatti degli amici, per una volta, degli amici seri. E forse qualcosa di più.
Dean è immobile, seduto al suo posto, cercando di gestire il mare di emozioni che lo attraversano. "È colpa mia. Se fossi stato più attento..."
Soprattutto, non può sopportare l'idea di non rivedere più Castiel. Quel ragazzo, con quei dannati occhi blu e i capelli sempre in disordine, gli ha decisamente fatto qualcosa, lo sta confondendo, cazzo. È un maschio, un maschio. E a lui sono sempre piaciute solo delle ragazze. Perché all'improvviso si sente così nervoso, quando c'è lui intorno? E perché-
Dio, Dio, sta esplodendo. Non è giusto.
Alza lo sguardo verso Bobby, perso. Vorrebbe dire qualcosa, qualunque cosa, ma non ci riesce. L'uomo gli mette una mano sulla spalla, e stringe.《Vi aiuterò come posso. Ora vai, raggiungi tuo fratello》.
Dean annuisce, le labbra strette in un sorriso forzato, e si alza. Afferra il proprio zaino, quasi in trance, ed esce senza dire una parola.


Dean apre il suo armadietto, e inizia ad infilarci dentro i libri. È suonata da pochi minuti la campanella dell'ultima ora, e il corridoio è pieno di studenti; uno di loro lo urta con violenza, facendolo quasi cadere.
Si volta di scatto, per incontrare lo sguardo di Alastair. Non è giornata, proprio no.
《Winchester! Come va con il tuo fidanzato, l'imbranato con il cappotto più grande di lui?》
Dean non lo vede da sabato, in effetti. Lui e Sam sono arrivati in ritardo a scuola, e sono stati di corsa tutta la mattina. Inoltre, non aveva esattamente voglia di incontrarlo, ha bisogno di fare chiarezza nei suoi pensieri e di stare da solo.
《Che succede? Vi siete lasciati?》
《Piantala, Alastair, non hai qualche formica da bruciare o qualche gatto da torturare?》
《Ti sento nervoso, bello! Allora qualcosa è successo, eh? Forse a tuo padre non piacciono i finocchi?》
Dean si immobilizza. Come fa a sapere di suo padre?
...E come ha fatto, John, a venire a sapere del legame tra loro e i Novak? Come ha fatto a sapere con certezza che tre sere prima non sono tornati a casa?
《Cosa hai fatto?》sussurra, quasi tra sé e sé. L'altro sorride, vittorioso, e solleva teatralmente le braccia.
Dean si getta contro di lui, afferrandolo per il bavero del giubbotto.《Alastair. Che cazzo hai fatto?!》
《Vuoi sapere se sono stato io a dire a tuo padre di avervi visti scopare con i Novak alla festa di venerdì sera? Vuoi sapere se ha saputo da me che siete andati via dalla festa, ubriachi, chiedendo loro il permesso di fermarvi a dormire da loro?》chiede quello, avvicinando le labbra all'orecchio del ragazzo.《...Sì, Winchester》sussurra, velenoso.
Dean non sente altro che il rumore del proprio sangue, che romba nelle sue orecchie. Solleva il braccio per colpire Alastair, ma qualcuno glielo afferra, stringendolo con fermezza.
《Andiamo via, vieni》mormora Castiel, tirandolo gentilmente verso di sé. Il suo sguardo è deciso, ma anche dolce, e per Dean è troppo. Si lascia trascinare via, sotto lo sguardo di tutti gli studenti, fermi a vedere l'esito della lotta.
《Checche!》li apostrofa Alastair, imitato da alcuni ragazzi, che li colpiscono sulle spalle mentre escono dalla scuola.



Okay, è venerdì, e di solito pubblico nel weekend, lo so. purtroppo, però, sarò via sia sabato che domenica, quindi sono stata costretta ad anticipare!
Allora, questo capitolo è anche un enorme grazie. Con lo scorso, ho superato le 50 recensioni totali, e per me è un traguardo importantissimo, perché quando ho iniziato a pubblicare su efp avevo davvero paura che le mie storie non sarebbero piaciute. Inoltre, girando per la sezione delle ff più popolari di supernatural, ho scoperto che Heat of the Moment compare in ben /tre/ categorie diverse, e...non ho parole, davvero. Grazie mille a tutti voi che recensite, seguite la storia, l'avete messa nei preferiti, o, semplicemente, leggete ogni nuovo capitolo. Grazie davvero.
-Una Gabriel commossa.

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Capitolo 9
*** Now I Know ***


Castiel si tira dietro Dean per tutto il cortile, finché non raggiungono il retro della scuola. Gli ultimi studenti stanno tutti uscendo dalla porta principale, e quella zona non è molto frequentata in ogni caso. Nessuno sembra averli seguiti, quindi si siedono sugli scalini davanti al giardinetto.
Dean manda un messaggio a Sam, per dirgli di non aspettarlo, e si prende la testa tra le mani.
Non riesce nemmeno a guardare in faccia l'amico, ma è perfettamente consapevole della vicinanza del suo corpo, di fianco a lui, un gradino più in basso. Tutti i suoi sforzi sono concentrati nel tentativo di calmarsi, e di non alzarsi e correre via, perché sì, Cass lo mette in soggezione. Un po' per via di quel suo sguardo tanto profondo da essere quasi pauroso, un po' perché, con lui intorno, non riesce a riflettere. Lo distrae, maledizione, e gli rende molto difficile controllarsi.
Vorrebbe urlare. Vorrebbe urlare, e vorrebbe tornare indietro, e fare culo a quel figlio di puttana che ha incasinato tutto.
Castiel lascia scivolare una mano sulla sua spalla, con delicatezza; lui sussulta, e per poco non si mette davvero ad urlare, tanto è teso. Il contatto lo agita, ma è anche, in qualche modo, rassicurante.
Sono solo lui e Cass. Va tutto bene, andrà tutto bene.
《Cos'è successo, Dean?》
《Io...mi dispiace, cazzo. Di solito non sono così, ho perso il controllo. Alastair...è andato da nostro padre, a raccontargli un mucchio di balle, gli ha detto-》si passa una mano tra i capelli corti, scuotendo la testa.《Cass, gli ha detto di averci visti a letto insieme》mormora.
Castiel, di fianco a lui, si irrigidisce, e arrossisce furiosamente.《M-ma noi non...》
《Io lo so, ma mio padre no, e ovviamente crede alla versione di quel- di Alastair. Ha dato di matto. Lui odia le persone...come Sam》.
《Gay?》chiede l'altro, e Dean annuisce seccamente.《Sì. L'ultima volta che lo ha beccato con un ragazzo, è stato tremendo. Ha minacciato di buttarlo fuori casa, e io non ho fatto niente, sono a mala pena riuscito a fermarlo mentre lo prendeva a botte -non era mai successo prima. E ora pensa che lui stia con Gabriel, e che io e te...》la sua voce si spegne lentamente, lasciando in sospeso il resto della frase.
Idiota. È un idiota, si è lasciato accecare così tanto dalla voglia di rendere John orgoglioso di lui che, quando è scoppiato il litigio, ha aspettato a prendere parte fino a quando non è stato costretto.《Non sono gay》mormora, ma le parole suonano false persino a lui stesso. Soprattutto dal momento che non riesce a sopportare l'espressione ferita, smarrita, di Castiel.
Prende un respiro profondo.《Io e Alastair...eravamo amici, qualche mese fa, quando siamo arrivati qui. È stato il primo a parlare con me, e ho iniziato a girare con lui e la sua compagnia...per un po', almeno. Quando ho capito com'erano veramente, abbiamo avuto una brutta litigata, e ci siamo allontanati. A lui non è piaciuto, soprattutto visto che sono venuto a conoscenza di alcune cose su di lui che...beh, potrebbero causargli alcuni problemi. Ma, allo stesso tempo, lui deve aver capito qualcosa riguardo alla situazione con papà, e ora lo ha sfruttato a suo vantaggio》spiega, i pugni chiusi, abbandonati sulle sue ginocchia. Quasi non pensa a quello che dice, si limita a sputare le parole una dietro l'altra, incapace di controllare le emozioni che si agitano dentro di lui. Rabbia, senso di colpa, paura, disperazione, delusione, confusione. Avrebbe dovuto capire subito in che guaio si stesse cacciando. È colpa sua se sta succedendo tutto questo.
《Dean, non potevi sapere che persona fosse. È stato un errore comprensibile》.
《È stato un errore che non potevo permettermi, Cass. Ora papà vuole partire, e porterà Sam e me con lui. Nuova città, nuova vita, come se questo potesse cambiare le cose》.
Castiel smette di respirare, e lo guarda negli occhi, evidentemente smarrito. Si alza in piedi di scatto. 《State...partendo?》
Dean non risponde, incapace di reggere il suo sguardo, e nasconde il viso tra le mani.
《Non...non può farlo》la voce di Castiel trema, il suo respiro accelera appena.《Non potete andarvene anche voi》mormora.
Qualcosa si conficca nel cuore di Dean, bloccandogli il respiro. Cosa significa "anche voi"? C'entra qualcosa con il fatto che lui e Gabriel vivano da soli? Non lo sa, ma quando torna a guardarlo in faccia, qualcosa si rompe dentro di lui, perché la sua espressione è davvero disperata.
Non vuole andarsene. Non può, non può lasciare lì Castiel, dannazione. Non è giusto. Non è giusto che John non riesca ad accettare che ai suoi figli piacciano degli altri ragazzi.
A entrambi i suoi figli, sì. Ora gli è chiaro, mentre si alza in piedi e tira Cass vicino a sé per abbracciarlo, i loro corpi che si incastrano perfettamente, i suoi capelli che gli solleticano il collo. È rigido, sotto le sue mani, forse perché non se lo aspettava, o forse ancora per la notizia appena ricevuta. Ma dopo qualche secondo di rilassa, affonda il viso nel suo petto. 《Dean...》mormora, la voce rotta.《Non andartene, ti prego》.
È evidente, cazzo. È sempre stato davanti al suo naso, e ha sempre guardato da un'altra parte, facendo finta di non provare niente per lui, illudendosi di essere quello che suo padre vorrebbe che fosse. Tutto questo...non è sbagliato, e lo sa. Sam non è sbagliato, e lui non è sbagliato. E ora che finalmente si è deciso ad ammettere che, maledizione, ha una fottutissima cotta per Castiel, non può più aspettare: il ragazzo è caldo, sente il suo fiato contro il proprio petto, e profuma di sapone e di caffé. Lo allontana da sé quanto basta per poterlo guardare negli occhi, di un blu così bello da essere quasi innaturale, e afferra il suo mento tra le dita, con delicatezza.《Fanculo, Cass, non vado da nessuna parte》ringhia, prima di abbassarsi sulle sue labbra, di catturarle sulle sue.
Ricorda il suo sapore in modo straordinariamente vivido, soprattutto visto quanto era ubriaco la sera in cui lo ha baciato la prima volta. Ora sembra così giusto, invece, così naturale, e si rende conto che avrebbe dovuto farlo molto tempo prima. Castiel è immobile, all'inizio, quasi sussulta. È evidente che non se lo aspettava, ma, d'altronde, Dean è sorpreso quanto lui dal suo stesso gesto. Poi, però, si lascia andare, e il suo bacio è timido e inesperto.
Dean lo trova dannatamente tenero. Si stacca dalle sue labbra, ma non si allontana, anzi; appoggia la fronte contro quella del più piccolo, e chiude gli occhi. È tutto chiaro, ora. 《Non vado da nessuna parte》ripete, in un sussurro, e Cass annuisce, lo sguardo basso e un sorriso sulle labbra, mentre afferra le sue mani.


Gabriel si ferma davanti a King Of Hell, lo stomaco dolorosamente contorto per il nervosismo.
《Novak!》lo chiama Crowley, uscendo dal negozio. Il ragazzo abbozza un sorriso di circostanza, anche se non si aspettava certo di incontrarlo così presto. Stava solo raccogliendo il coraggio per entrare.
《Come stai?》gli chiede l'uomo, congedogli la vita con un braccio. Gabe fa un salto, quasi, nel tentativo di scostarsi. 《Wohoo- uh, bene, e lei?》
Il capo non cerca di riavvicinarlo, ma sospira, e scuote la testa.《Sono preoccupato, ragazzo. Ti vedo sempre così sotto stress, sai?》
《Sì...?》chiede Gabriel, sospettoso.
Crowley annuisce.《Sai, penso che dovresti prenderti una pausa. Una vacanza, qualcosa del genere!》
《Beh, non è da molto che lavora per l-》
《In più》lo interrompe l'altro, avvicinando la bocca al suo orecchio.《Prenditi un po' di tempo per pensare a quello che ti ho detto. Una settimana, non di più - ti pagherò comunque, non preoccuparti. Nel frattempo, spero che non ti dispiaccia se ho preso di prova Samandriel...sai, il ragazzo che mi aveva chiesto informazioni per il posto. Ma è solo momentaneo, davvero...non potrebbe mai fare un lavoro soddisfacente quanto il tuo...》
Gabriel deve fare uno sforzo davvero notevole per continuare a sorridere, nonostante l'accenno di panico che minaccia di sopraffarlo.《Certo》annuisce, senza fiato, sistemandosi lo zaino sulle spalle.
《Bravo ragazzo. Hai il mio numero...chiamami, per qualsiasi cosa!》.
《Sicuro! Io allora, uhm, ha ancora bisogno di me per qualcosa?》
Crowley sorride in un modo che non gli piace per niente, ma scuote la testa. 《Va' pure》.
《...Arrivederci》.
《Ci vediamo!》.
Come Gabriel gira l'angolo, il suo solito sorriso sbilenco scompare, lasciando il posto ad uno sguardo preoccupato.



Hola! Un capitolo Destiel, che ne precede un paio decisamente Sabriel. Finalmente Dean ha deciso di accettare la sua natura Castiessuale, e si è dato una mossa cosa che nella serie sembra non riuscire a fare.
Detto questo, volevo ringraziare ancora una volta tutte le persone che seguono la storia, l'hanno messa tra i preferiti, o anche solo la recensiscono ogni volta con una pazienza infinita. Non sapete quanto sia bello vedere che apprezzate quello che scrivo!
Per il resto, merry mid season hiatus cwc

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Capitolo 10
*** What About Strip Clubs ***


Gabriel tira un calcio a una lattina, con un ringhio esasperato. Preferirebbe di gran lunga che Crowley parlasse chiaro, per una volta, in modo da capire a che gioco sta giocando. Ha preso in prova un altro ragazzo: lo ha fatto perché non gli piace come lui lavora, o solo per mettergli paura? Vuole renderlo disperato a tal punto che farebbe di tutto per tenere il posto? Gli sta lanciando un qualche tipo di messaggio? Dal suo discorso pieno di allusioni, sembrerebbe così. Forse è solo lui che è paranoico.
Deve pensare a qualcos'altro, maledizione. Sono ore che gira a vuoto, tormentandosi con il ricordo delle parole del suo capo. Prima ancora che se ne renda conto, quasi, ha tirato fuori il telefono, e composto il numero di Sam.
《Pronto?》
《Hey, Simba!》
《...Gabriel. Ciao》dalla sua voce sembra che stia sorridendo.
《Mi chiedevo, ti va di andare da qualche parte?》chiede, cercando di suonare rilassato, nonostante il solo parlare con lui gli metta addosso un'incredibile agitazione.
Sam sospira.《Dovrei studiare, ma immagino che continuare a fissare il libro per il resto del pomeriggio non cambierà le cose》.
《Non riesci a concentrarti?》
《Già》il suo tono è teso, esitante.
《Tutto bene, kiddo?》
《...Okay》.
《Cosa?》
《Okay, uscirò con te. Dove vuoi andare?》
Al ragazzo non sfugge il suo repentino cambio di argomento, ma decide di rimandare la discussione.《Uhm, uno strip club?》
Gabriel!》
《Okay, okay, scherzavo. Dove sei, a casa?》
《Biblioteca》
《Avrei dovuto immaginarlo! Ci vediamo lì, sono già in zona》.


Sam, seduto sui gradini all'ingresso della biblioteca, saluta Gabriel con un sorriso. I due si fissano per un momento, esitanti, poi il moro si alza, e lo stringe in un abbraccio. L'altro cinge la sua vita tra le le braccia, ed entrambi sospirano; Sam ha il sospetto che avesse bisogno di quel contatto quanto lui. Inspira il profumo del più grande, dolce e zuccherato, facendo scorrere le dita lungo la sua schiena, e chiude gli occhi, sentendo una piccola fitta al cuore. Non può pensare di non rivederlo più, non può pensare di allontanarsi da lui, non quando stare con lui lo fa stare così bene. Trema appena, contro il suo petto, e Gabriel lo avvicina di più a sé. 《Ehi, Kiddo, che succede?》chiede, in un mormorio delicato. Sam scuote la testa, e l'altro lo stringe più forte, ed era esattamente quello di cui aveva bisogno.
《Andiamo da qualche parte, mhm?》propone Gabe, staccandosi appena da lui. Sam annuisce, accennando un sorriso, e fa un passo indietro.《Il parco? È qui di fianco》.
《Perfetto!》
Iniziano a camminare, uno di fianco all'altro, le loro spalle che quasi si toccano.
《Non ti ho visto stamattina, a scuola》osserva il biondo.
《Sono arrivato tardi, è stata una giornata un po' di corsa》si giustifica. Lui e Dean hanno passato ogni secondo libero insieme, a discutere di come far cambiare idea a papà, ma non sono ancora riusciti a trovare una soluzione.
《Winchester Jr che arriva in ritardo! Non pensavo fosse possibile》scherza l'altro, probabilmente nel tentativo di tirarlo su di morale. Estrae dalla tasca un paio di cioccolatini, e gliene allunga uno.
Sam lo accetta con un mezzo sorriso.《Capita anche ai migliori. Ti succede mai di andare in giro senza portarti in giro dolcetti di sorta?》chiede, infilandoselo in bocca.
《Nope. Non posso mai sapere quando tu avrai il ciclo, Sam, quindi porto sempre dietro un po' di zuccheri antidepressivi, per sicurezza. Come oggi: come potrei gestire i tuoi sbalzi d'umore,altrimenti?》dice, in tono falsamente serio.
Sam gli tira un pugno sul braccio, ma sorride, mentre passano oltre al cancello che delimita l'ingresso nel parco. Ci sono poche persone, in giro, ma non ha voglia di avere gente intorno -a parte Gabriel, ovviamente. Quindi continua a camminare, portando l'amico in una zona più interna, in cerca di un posto più solitario.
《Cavolo, è davvero bello qui》mormora Gabe, guardandosi intorno. Sam non credeva che lui fosse un amante della natura, forse è solo che sa apprezzare quello che ha davanti agli occhi.
《È tranquillo》sorride, individuando una zona, mezza nascosta da un gruppo di alberi, in cui non sembra esserci nessuno.
I due si siedono sull'erba uno davanti all'altro, a gambe incrociate. Gabriel gioca per un po' con una margherita, prima di lanciargliela addosso; lui la raccoglie con una risata, e se la lascia scivolare in una delle tasche della camicia di flanella. È tutto così bello, in quel momento: una brezza leggera muove le foglie, il sole non è ancora tramontato -saranno le quattro emmezza del pomeriggio, le cinque al massimo-, ma è già più debole. Loro due sono insieme, sul prato. Il suo sguardo si vela di malinconia, quando ripensa che, forse, non lo vedrà mai più. Forse John Winchester li porterà via con la forza, li obbligherà a cambiare stato, a eliminare i loro contatti. Tutto per la sua stupida chiusura mentale.
Gabriel si deve essere accorto che Sam è immerso in riflessioni poco piacevoli, ma lo lascia in pace. Probabilmente sta aspettando che sia lui a parlare, così prende un respiro profondo, prima di decidersi a raccontargli quello che è successo.《Papà ha scoperto che venerdì sera abbiamo dormito da voi. Pensa che ci sia qualcosa tra di noi -me e te, Dean e Cass. Non l'ha presa bene》mormora, lo sguardo fisso sul filo d'erba con cui sta giocherellando.
Il biondo si irrigidisce, davanti a lui, ma non dice niente, così continua a raccontare.《Abbiamo avuto una discussione, io e Dean siamo andati via da casa per un po'. Siamo da Bobby, adesso, nostro zio adottivo. Papà sa addirittura come vi chiamate, e ho paura che potrebbe venire a cercarvi. Avresti dovuto sentirlo..."non posso accettare due figli froci". E l'espressione di Dean, Dio...non è giusto》.
Gabriel ha i pugni stretti, le nocche sbiancate, gli occhi bassi.《No che non è giusto》sussurra.
《Gabe...vuole partire》aggiunge Sam, cercando di avere la meglio sul groppo che gli blocca la gola.《Vuole trasferirsi, e noi con lui. Cambiare aria, tagliare i contatti con voi, così forse noi "guariremo"-》la sua voce cede, si spezza, mentre Gabriel alza la testa di scatto. I suoi occhi dorati, le pupille strette sotto la luce solare, sono lucidi e carichi di rabbia, disperazione, paura, Sam non saprebbe dirlo con esattezza. Ma quello sguardo gli fa male, gli brucia dentro, perché è trasparente, lascia intravedere tutta la debolezza e la solitudine del ragazzo, anche se lui sorride e scherza sempre. Ed ora è dannatamente spaventato, e perso, e sembra che stia per alzarsi e scappare via -un'impressione che dà spesso. Come se non riuscisse più a gestire tutti i problemi, e volesse nascondersi...ma alla fine resta sempre immobile, come ora, le spalle curve sotto il peso del mondo.《Non ti lascerò andare via così》mormora, cercando di recuperare compostezza.《Non mi sfuggirai tanto facilmente》aggiunge, provando a scherzare. Accenna un sorriso storto, uno dei suoi, con cui, ancora una volta, cerca di nascondere tutto.
Sam annuisce, chiudendo gli occhi per non lasciare uscire nemmeno una lacrima. Ha bisogno...ha bisogno di una sicurezza, di qualcuno a cui aggrapparsi. E Gabriel è quella persona, nonostante sia più incasinato di lui. Lentamente si sposta di fianco a lui, lasciando che lo abbracci ancora una volta. Nonostante non si sia ancora successo niente, è evidente che ci sia qualcosa tra di loro, ed entrambi lo sanno. 《Ci inventeremo qualcosa》sussurra Gabriel, cingendo la sua vita con un braccio, mentre torna a sedersi sull'erba. Sam si appoggia contro di lui, facendo scivolare la mano nella sua; sente che l'altro non è ancora completamente a suo agio con i contatti fisici, non deve esserci abituato, ma si sta piano piano rilassando.
Sa che c'è qualcos'altro che non va -lo ha capito quando lui lo ha chiamato, prima- al di là delle brutte notizie che gli ha appena portato, però. Lo ha sentito nel suo tono di voce, mentre gli chiedeva di uscire, e lo ha visto nel suo sorriso stanco quando si sono incontrati.《Gabriel》lo chiama.
《Sì, Sasquatch?》
《Come stai?》gli chiede, esitante.《Intendo, sul serio》. Non aspetta una risposta scherzosa, o un "bene, grazie!" buttato lì per chiudere la questione. Vuole davvero sapere cosa passa per la testa dell'amico.
《Io...》inizia l'altro, in tono nervoso. Rimane in silenzio, lo sguardo perso nel vuoto, le labbra strette.《...Sono solo stanco, suppongo. Di tutto》sputa fuori, lentamente, come se dire la verità gli costasse un'enorme fatica. Probabilmente è così. Quante volte è stato davvero sincero con qualcuno? Quante volte gli è stata data la possibilità di aprirsi? Sam rimane in silenzio, aspettando che l'altro si senta pronto a dire qualcos'altro.
《Dovrei essere a lavoro, ora, ma il mio capo...ha preso in prova un altro ragazzo》confessa infine. Il più piccolo si scosta da lui, solo quel poco necessario per guardarlo negli occhi.
《È solo per questa settimana, sai. Ma se dovesse decidere che lui è più bravo di me...》Gabriel si passa una mano tra i capelli color miele, e sospira.《Merda. Non posso permettermelo》ammette.
《Gabe》lo chiama, con delicatezza.《Lavori per lui da un po', ormai, no? Non ti sbattera fuori così, da un momento all'altro. Non può. E scommetto che nessuno potrebbe mai essere bravo quanto te, con i clienti. Sono convinto che le vecchiette ti amino》scherza, strappando un sorriso al biondo.
《Certo, è perché sono adorabile!》esclama, guadagnandosi un altro pugno scherzoso.
《Hey, andrà tutto bene. Ti piace quello che fai, e ci metti impegno, il tuo capo lo sa》.
Gabe annuisce, lo sguardo fisso su un punto oltre la spalla di Sam.
《Che c'è?》gli chiede, voltandosi per seguire la direzione dei suoi occhi, ma non vede niente di particolare.
《Nulla, pensavo-》il biondo si interrompe, corrugando le sopracciglia. All'improvviso, la sua espressione cambia: da confusa, diventa terrorizzata, non lo ha mai visto così spaventato.
《Sam. Devi andartene》. Il suo tono è fermo, deciso, ma le sue mani tremano.
《Cosa?》chiede il ragazzo, confuso, girandosi ancora una volta. Stavolta vede un ragazzo -dimostra venticinque anni, ma forse è più giovane- biondo, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni sgualciti. È fermo, appoggiato al tronco di un albero, e li fissa con un sorriso che, per qualche ragione, gli mette i brividi. Una bottiglia vuota penzola dalle sue dita.
《Sam, va' via. Subito》il tono di Gabriel è disperato, a questo punto, mentre si alza in piedi lentamente. Il moro fa lo stesso, tenendo d'occhio la figura davanti a loro, che si sta avvicinando a passi calmi, controllati.《Fratellino...è questo il nuovo figlio di papà che ti scopi?》chiede l'uomo, divertito, la voce arrochita.
《Lucifer》sussurra Gabriel, pallido.



I am totally not sorry. *Fa le valigie e cambia stato* Per il fluff, e per l'angst, e anche per il cliffhanger, è stato un colpo basso, lo so. Se vi può consolare, settimana prossima aggiorno di venerdì, perché poi parto cwc Questo capitolo è stato davvero bello da scrivere, così come i prossimi -anche quelli saranno particolarmente sabriel, vi avverto in anticipo, e anche parecchio angst. Non so quanto riuscrò a scrivere nella prima parte delle vacanze, ma poi mi rifarò verso la fine -ho da passare cinque giorni in campagna, senza computer, con internet lento, nel nulla. Detto questo, buon Natale! Non penso riuscirò a pubblicare niente di natalizio, volevo scribacchiarvi una sabriel, ma non ho fatto in tempo Recensite, pasticcini *puppy eyes che nemmeno Sam Winchester*

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Capitolo 11
*** Broken Wings ***


《...Lucifer?!》esclama Sam, di fianco a lui. Il diretto interessato allarga il suo sorriso in un'espressione lusingata.《Oh! Gli hai anche parlato di me? È un peccato che non ci siamo incontrati prima, ragazzino. Sai, era da un po' che io e il tuo scopamico non ci vedevamo, se ne è andato senza dirmi niente. Ma ora che siamo di nuovo insieme, posso vedere che si è trovato un gran bel pezzo di carne. Magari ti condividerà con me, uh?》
《Non parlargli in quel modo》sibila Gabriel, spostandosi di fianco a Sam. È terrorizzato, si sente come se, all'improvviso, gli mancasse da sotto i piedi quel poco di terreno rimanente. E, allo stesso tempo, non riesce a smettere di guardare Lucifer, e vorrebbe solo avvicinarsi a lui, abbracciarlo.
Sam. Deve mettere Sam al sicuro, in qualche modo: quella è la priorità. E l'unica cosa a cui riesce a pensare, anche, data la velocità con cui il sangue gli pulsa nelle tempie.
《Hey, gigante, ci lasceresti un momento da soli?》chiede Lucifer, anticipandolo.
《Neanche per sogno》risponde Sam, facendo un passo verso di lui. Gabriel lo ferma, afferrandolo per la spalla.《Per favore, fa' come ti ha detto》mormora; nonostante si senta più sicuro con lui accanto, non può metterlo così in pericolo. E non vuole che scopra tutto.
《Gabriel, l'unica cosa che so di questo tipo è che è tuo fratello, e che è una sorta di psicopatico. Non ho intenzione di lasciarti qui con lui, da solo-》.
《Sam》lo interrompe, il tono basso e concitato.《Per favore. Mi serve che tu vada da Castiel, a controllare che stia bene》mormora.《Starò bene, davvero》.
Il moro si morde un labbro, guardandolo preoccupato.
《Ti prego. Se accadesse qualcosa a Cass...ho bisogno che tu vada a vedere》.
《D'accordo. Ma ti chiamo tra quindici minuti, e se non rispondi telefono alla polizia》.
《Non ce ne sarà bisogno, davvero. Sam, è solo mio fratello, okay? Non mi farebbe mai del male》.
《...Dieci minuti》. Il ragazzo fa un paio di passi indietro, guardandolo preoccupato, e poi si gira. Cammina velocemente, e Gabriel lo segue con lo sguardo finché non scompare oltre un gruppo di alberi.
Il sole è tramontato, e la luce sta calando rapidamente. Il parco è deserto, in quella zona. Sono solo lui e Lucifer, che gli si sta avvicinando a passi leggermente instabili: deve avere bevuto, ancora una volta. Può sentire l'odore dell'alcool, così familiare e spaventoso, che porta con sé troppi ricordi.
Il fratello si ferma davanti a lui, allunga una mano verso il suo viso. Gabriel sussulta, d'istinto, e si ritrae di scatto; ma l'altro lo tocca con delicatezza, facendo scorrere le dita sulla sua guancia. Vorrebbe dirgli di togliergli le mani di dosso, di stare lontano da lui, ma non può. La verità è che ha bisogno di quel contatto, ne ha avuto bisogno per così tanto tempo. Vorrebbe scappare, e allo stesso tempo rifugiarsi tra le sue braccia.
《Oh, Gabriel》.
《Lucy...》gli occhi di Gabriel si riempiono di lacrime, e stavolta non riesce a scacciarle. Gli è mancato così tanto, gli manca così tanto, e allo stesso tempo lo terrorizza, lo riempie di rabbia.
《Mi hai lasciato da solo, con quegli idioti di Michael e Raphael》.
《Non potevo più sopportare...l'intera situazione》sussurra in risposta, tenendosi sul vago. Senza menzionare le litigate senza fine, l'abbandono di papà...e, soprattutto, cosa Lucifer gli ha fatto, per settimane.
《Povero, piccolo Gabe. Eri spaventato dal tuo fratellone alcolizzato?》
Gli occhi di Gabriel si spalancano. Non aveva mai ammesso la sua dipendenza, prima. Quello che faceva da ubriaco rimaneva tra loro due, unici testimoni i lividi sul corpo del più piccolo, nascosti dai vestiti troppo grandi. Non ne parlavano mai, quando lui era sobrio.
Facevano semplicemente finta che niente fosse successo.
E ora Lucifer è davanti a lui. Non è cambiato per niente, ha ancora le occhiaie profonde, gli occhi arrossati, il viso scavato. A sorpresa, lo trae a sé, ma a Gabriel va bene così. Si rifugia tra le sue braccia, emette un sospiro tremante. Preme il viso contro il suo petto, riempiendosi del suo odore familiare di birra e fumo.
《Mi hai lasciato da solo, sei scappato...portandoti via Castiel》mormora il fratello maggiore. Improvvisamente, il suo abbraccio è troppo stretto, soffocante, e il panico torna a farsi strada nello stomaco di Gabriel.《Mi- mi dispiace, io-》.
《Shhhh》lo zittisce l'altro, chiudendo una mano intorno alla sua gola. Il suo sguardo è dolce, malinconico, ma con una scintilla di follia.
Gabriel non respira. Afferra il braccio del fratello, cercando di allentare la presa, ma è troppo forte. Forse non sta nemmeno provando davvero.
Poi arriva il pugno, dritto nel suo stomaco. Si ripiega su se stesso con un verso strozzato, in cerca d'aria; Lucifer lo sbatte contro un albero, tenendolo lì ancorato, mentre il suo campo visivo si riempie di puntini rossi, e i suoi polmoni iniziano a bruciare. Si avvicina a lui, il viso a pochi millimetri dal suo, vicinissimo. Un altro colpo, diretto alle costole.
Te ne sei andato》ripete il più grande in un ringhio, allentando la stretta quel tanto che basta perché Gabriel possa prendere un rapido respiro ansimante. Sta succedendo tutto così in fretta: un attimo prima si stanno abbracciando, quello dopo lui lo sta picchiando. È tutto come al solito. Gli sembra di essere tornato a casa, rivive tutti i mesi passati, e il panico minaccia di sopraffarlo. Lucifer lo getta a terra con un manrovescio, lasciando finalmente andare il suo collo. Gabriel batte la testa, e tossisce, cercando di prendere più aria possibile. In un attimo il fratello gli è di nuovo addosso; gli tappa la bocca, sferra un colpo diretto al suo viso. Il dolore si irradia dalla sua mascella, pulsante, ma il suo grido è soffocato dal palmo di Lucifer, premuto sulle sue labbra. Ed è tutto come al solito, una volta ancora. Il dolore è familiare, il freddo è familiare, la sensazione di impotenza, il panico sono familiari.
《Hai idea di come sia stato, a casa? Svegliarsi un giorno, e scoprire che non c'eravate più? Che eravate scappati, come due codardi?》parla a pochi centimetri dal suo viso, e lo colpisce di nuovo, ancora e ancora. Lo schiaccia a terra, torcendogli le braccia dietro alla schiena, e Gabriel non ha abbastanza fiato per urlare, per chiamare aiuto. È totalmente impotente. Si agita appena, ma l'altro fa leva sulle sue spalle, e i suoi occhi si riempiono di lacrime di frustrazione, sofferenza e paura.
《Mi hai tradito, Gabriel》il suo tono è tanto deluso che fa male, più delle botte, più dei calci che ha iniziaro a tirargli, lasciadolo andare. Si raggomitola su se stesso, cercando di proteggersi con le braccia dolenti, di rotolare via.
Forse se lo merita. Ha ragione: è un codardo. Non è nemmeno capace di tenersi un lavoro, o di proteggere Castiel. Sì, sa di meritarselo, come gli ha sempre detto lui. È colpa sua se papà se ne è andato, li ha lasciati perché non poteva più sopportarlo. Glielo ha detto Lucifer, quindi deve essere vero.
Un altro colpo lo raggiunge al fianco, e stavolta grida, la voce arrochita a causa della gola martoriata. Lucifer si siede a cavalcioni su di lui, carica la mano, gli tira uno schiaffo. Gabriel resta immobile, senza forze, concentrandosi nel tentativo di prendere piccoli respiri sofferti.《Lucy...》mormora, esausto.《Ti prego...non fare male a Cass》lo supplica, senza quasi sapere cosa stia dicendo.
La sua frase sembra riscuotere il più grande, che si ferma. Le sue labbra si spalancano in un momento di lucidità, di consapevolezza.《Fratello》sussurra, gli occhi che si riempiono di lacrime.《Mi- mi dispiace, Gabriel, mi dispiace》le sue mani tremano, ora, mentre si solleva dal suo corpo, fa un passo indietro, si passa le dita -coperte del sangue di Gabriel- tra i capelli corti.《Io-》si interrompe, e scuote la testa. Si gira, e corre via.
Gabriel rimane immobile, chiude gli occhi. Sente qualcuno urlare il suo nome -è la voce di Sam?-, ma fa tutto troppo male perché gli importi davvero, in quel momento.



Uhm. Già. Inizio con il chiedervi scusa, e dirvi che è stato davvero bello conoscervi, perché so che qualcuno verrà a farmi fuori dopo questo capitolo. Lascio tutti i miei beni al mio cane.
Scherzi a parte, ho scritto questo capitolo d'un fiato morendo di feelings per Gabe, e anche se so che non è molto lungo, e non è molto incentrato su Sabriel/DeAstiel (scusate, ho appena ririririguardato il duecentesimo), è fondamentale per il resto della storia! Prima che a qualcuno venga un attacco di panico da incesto, no, Lucifer non ha fatto niente a Gabriel in quel senso -mi hanno fatto notare che era fraintendibile cwc) anche se non ho assolutamente niente contro le ship incest e shippo Lubriel. Detto questo, grazie come sempre a tutti quelli che recensiscono/seguono/aggiungono ai preferiti ecc, davvero<3 Also, questa settimana sarò via, quindi potrei impiegare un po' a rispondere alle recensioni uwu
-Gabe
PS: Devo davvero fare capitoli più lunghi. Per la prossima storia me ne ricorderò, è ridicolo-

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Capitolo 12
*** I'll Take Care Of You ***


Sam tira su il telefono, fermandosi non appena si trova fuori dalla visuale dei due. Le sue dita tremano, quasi, da quanto è nervoso, mentre compone il numero frettolosamente. 《Avanti, muoviti...》prega, avvicinandosi il cellulare all'orecchio.
Si passa una mano sul viso, camminando avanti e indietro, finché Dean non risponde.《Pronto? Sam?》
《Dean!》
《Hey. Che succede?》il suo tono è preoccupato, ora.
《Ascolta, devi trovare Castiel》inizia, mangiandosi quasi le parole nella fretta.
《Woah, rallenta. Respira, è qui con me! Stai bene?》
Sam sospira, mordendosi un labbro.《Sì, sì, sto bene. Dove siete?》
《Da Bobby. Hai bisogno di aiuto?》
《No, sì, è solo...sono al parco, con Gabriel. Stavamo parlando, quando questo tipo si avvicina...Gabe lo ha chiamato Lucifer》.
《Lucifer?!》Sam sente il rumore di qualcosa che cade, dall'altra parte della cornetta, e la voce di Castiel di sottofondo.
《Sì, lui-》
Cass, aspetta, sto cercando di capire! Sam. Datti una calmata, e spiegami cos'è successo. Gabriel sta bene?》
《Non lo so, era terrorizzato. Mi ha detto di andarmene, di tenere Castiel al sicuro》.
《Aspetta, lo hai lasciato lì?! A Cass penso io》.
《Certo che no. Sono ancora qui, appena fuori dalla loro visuale. Se sento che succede qualcosa, corro a vedere》.
《Sam, ci mettiamo subito in macchina, ma le strade qui sono bloccate, a quest'ora. Arriviamo il prima possibile》ci sono altri rumori di sottofondo, la voce di Dean viene sostituita da quella di Castiel.
《Samuel?》chiede, e sembra davvero essere sull'orlo di un attacco di panico.
《Cass!》
《Ti prego, non lasciare Gabe da solo con lui》. 《È proprio l'ultima cosa che farei. Cass, Gabriel ha menzionato un alcolizzato, una volta, che ha cercato di farvi del male. Parlava di Lucifer?》
C'è silenzio, ora, dall'altra parte della cornetta. Sam ha già capito, sta piano piano mettendo insieme un po' di pezzi, ma ha bisogno di una conferma.《Cass?》
《S-suppongo di sì...》.
In quel momento, Sam sente Gabriel gridare, e il suo cuore si ferma.《Cazzo!》mette giù il telefono, infilandoselo in tasca, e inizia a correre indietro. Avrebbe dovuto aspettarselo, non avrebbe mai dovuto lasciarlo lì con lui. È stato davvero un idiota, e se ora gli è successo qualcosa-
Si blocca di colpo. Lucifer si sta alzando dal corpo di Gabriel, ha gli occhi lucidi. Mormora qualcosa che non riesce a sentire, e corre via.
Sam rimane immobile ancora un paio di secondi, lo sguardo fisso sulla figura dell'amico, disteso nell'erba, ad ascoltare il battito furioso del proprio cuore. Poi gli si avvicina, lentamente, inginocchiandosi al suo fianco.
《Sam...?》chiede Gabriel, le lacrime che gli rigano le guance, gli occhi chiusi. La sua voce è flebile, roca -Lucifer deve aver provato a strangolarlo, a giudicare dai segni rossi intorno alla sua gola. 《Sono qui》mormora il ragazzo, scosso. Il suo sguardo si fissa sul labbro spaccato dell'altro, sui segni rossi su quel poco che può vedere del suo corpo, sulle abrasioni sul suo viso. Non può vedere il resto, coperto dai jeans e dalla felpa enorme -il suo solito abbigliamento-, ma deve essere messo ugualmente male.
Probabilmente Lucifer lo ha picchiato per tutto il tempo in cui è stato via.
《Cass...?》Anche ora, che sembra essere a mala pena cosciente, la sua prima preoccupazione è il fratello.
《Sta bene, è con Dean》lo rassicura Sam, sconvolto. Gli accarezza la guancia, piano, nel timore di fargli male, e lo aiuta a sollevarsi un minimo, per appoggiarsi contro di lui, tra le sue braccia. Gabriel geme, e afferra la sua mano, stringendola convulsamente.《È...è andato via?》chiede, la voce arrochita dal dolore.
Deve riferirsi a Lucifer, così il moro annuisce.《Sì, non preoccuparti. Io...Dio, Gabriel, che è successo?》
Gabriel non risponde, e ricomincia a piangere, in silenzio, prima, poi in bassi singhiozzi. Si aggrappa a Sam, stringendosi contro di lui, come se volesse scomparire. Non lo ha mai visto esporsi così tanto, mostrare i propri sentimenti in questo modo; evidentemente, non riesce più a controllarsi, e la cosa lo deve spaventare parecchio.《Hey, Gabriel, sono qui, ora. Io...mi dispiace, avrei dovuto...》mormora, tenendolo con delicatezza nel suo abbraccio. L'altro scuote la testa, sollevando a fatica una mano tremante ad asciugarsi le lacrime.《Va bene- va bene così, Sammy. Non...non hai fatto niente di sbagliato》sussurra, afferrandolo per il colletto della giacca. Sam lo guarda negli occhi, arrossati, stanchi, e lo trova bellissimo, anche così, soprattutto così, senza la sua maschera, esposto. Gli scosta i capelli dal viso, sorridendogli dolcemente.
《Resta qui》lo prega l'altro, senza distogliere lo sguardo, e Sam si limita ad annuire. Non può vederlo così, non può. È colpa sua se sta così, è colpa sua se sta soffrendo tanto. Vorrebbe...vorrebbe solo tornare indietro, e fare qualcosa per impedire a Lucifer anche solo di toccarlo. Vorrebbe poter alleviare il suo dolore, e tenerlo al sicuro.
Gabriel prova un sorriso, che assomiglia di più a una smorfia.《Sam》lo chiama, piano, guardandolo con un'intensità tale che gli fa venire i brividi. All'improvviso, si stanno avvicinando, e il ragazzo smette di sentire il freddo, la terra sotto le gambe, il fruscio delle foglie.
Gabriel lo tira verso di sé, addosso a sé, più vicino al suo corpo caldo e tremante, debole, e improvvisamente è l'unica cosa che conta davvero. Le sue labbra toccano quelle dell'altro, tagliate, gonfie, le sfiorano con immensa delicatezza. Ma poi è lui a baciarlo più a fondo, incurante del dolore, e Sam può sentire il sapore metallico del sangue, unito a quello dolce, zuccherato della sua bocca. Schiude i denti, per permettere alla sua lingua di scorrere sulla sua, sul suo palato. Immerge le dita nei suoi capelli biondi, ascolta i loro battiti veloci, troppo veloci, inspira il suo profumo di caramello. Lo stringe contro di sé, proteggendolo con il proprio corpo. Il respiro di Gabriel è veloce, e mette tutto se stesso in quel bacio, come se fosse la sua unica certezza, l'unica cosa che gli rimane. E forse è così. Sam sente le sue dita tremanti aggrappate alla sua camicia, i suoi lievi gemiti di dolore. Deve stare malissimo, eppure non interrompe il contatto, cerca in tutti i modi di non darlo a vedere.
Così, è lui il primo a staccarsi, ma rimane vicinissimo al suo viso, la fronte contro la sua. Lo tiene contro di sé, lo accarezza con delicatezza, sentendo il suo corpo fremere di sofferenza.《Andiamo a casa, Gabriel》gli sussurra, e l'altro si limita ad annuire, senza fiato.
Lo prende in braccio con cautela, sollevandolo dal terreno freddo. Non è tanto pesante, dopo tutto è piuttosto basso, e per un po' riuscirà a trasportarlo.
Il parco è buio, l'aria gelida, nonostante sia ancora settembre. I passi del ragazzo risuonano, facendo frusciare le foglie sotto i suoi piedi, ma lui è concentrato solo su Gabriel, aggappato a lui, i denti stretti, gli occhi chiusi. Ogni tanto si lascia sfuggire un gemito, ma deve essere davvero bravo a sopportare il dolore.
O forse ci è solo abituato -è questa la cosa che lo spaventa di più. Cos'è successo, tra lui e Lucifer? È stato un episodio singolo, o è già successo altre volte? Sam opterebbe per la seconda opzione, date le informazioni in suo possesso. Irrigidisce i muscoli della mascella, in un moto di rabbia. Avrebbe senso: ecco perché se ne sono andati. Ma deve esserci di più, gli mancano ancora troppi pezzi.


Sam apre la porta di casa Novak, usando le chiavi che Gabriel gli ha passato. Il ragazzo è totalmente appoggiato contro di lui, un braccio intorno alle sue spalle, l'altro abbandonato contro il fianco. Sta sudando, e barcolla appena, nonostante il suo sostegno.
《Ci siamo, siamo arrivati》cerca di rassicurarlo, mentre varcano la soglia. Fa scattare la serratura dietro di sé, e poi lo aiuta a raggiungere il divano, facendolo sdraiare con cautela. Il respiro del biondo è accelerato, i suoi occhi sono chiusi, i pugni stretti. 《...Acqua》chiede, in un sussurro roco. Il ragazzo si affretta a prendere su un bicchiere, infilandolo direttamente sotto il rubinetto. Una volta pieno, torna da lui, e glielo avvicina alle labbra martoriate.
《Piano》mormora, mentre lui beve a piccoli sorsi. Manda un rapido messaggio a Dean, per fargli sapere che sono a casa Novak, e torna a rivolgere la piena attenzione al ragazzo.《Dove posso trovare uno straccio?》gli chiede, non appena ha finito. Gabriel gli indica un cassetto, così lui lo apre, prendendo un panno a caso. Lo inumidisce appena, poi torna a inginocchiarsi di fianco all'amico -o forse ora può finalmente dire che sono più che amici?-, e lo passa con delicatezza sul suo viso, per ripulirlo dal sangue e dalla terra.
La sua fronte è tiepida, e lui sta tremando: forse gli sta venendo la febbre. Vorrebbe chiedergli come sta, ma sarebbe una domanda stupida. La sua felpa è strappata in più punti, lasciando intravedere delle piccole ferite -probabilmente sono stati dei rametti-, così cerca di sfilargliela, piano, ma l'altro si agita.《...No》.
《Hey》mormora Sam.《Sto solo cercando di aiutarti, va bene? Non ti preoccupare》. Gabriel gira la testa dall'altra parte, ma non oppone ulteriore resistenza, così il moro va avanti. Solleva la stoffa con delicatezza, centimetro per centimetro, e trattiene il fiato.
Non sono solo i lividi a lasciarlo senza respiro, e nemmeno i tagli. Sono le cicatrici, che corrono lungo la sua pelle, si tendono sopra i muscoli appena accennati, scalfiscono il torace magro. Lo aiuta a sollevarsi, per far passare la felpa oltre il suo collo, e sfilare le maniche. Poi sfiora la sua pelle, sentendo il ragazzo tremare sotto il suo tocco leggero, sentendolo irrigidirsi.《È stato Lucifer?》chiede, la voce che freme di sgomento. Gabriel annuisce, e viene scosso da un singhiozzo, si aggrappa al suo braccio. Di nuovo, sembra che Sam sia l'unica cosa che lo tiene ancorato al presente.
Il ragazzo passa le dita tra i suoi capelli chiari, disordinati, e cerca invano di incrociare il suo sguardo pieno di lacrime. 《Gabriel. Qualcuno lo sa?》
《...Noi due. Castiel》.
《I tuoi fratelli?》
《Non mi hanno creduto, quando mi sono deciso a cercare il loro aiuto. Quindi immagino di avere...finto che non stesse succedendo niente》.
Sam gli accarezza una guancia, posa un lieve bacio sulle sue labbra.
《Gabriel. Cos'è successo a te e Castiel?》chiede, facendo scorrere le dita sul suo braccio.
Il biondo lascia scivolare una mano sulla sua spalla, stancamente. Chiude gli occhi, e cerca di respirare lentamente, come se stesse cercando di calmarsi, o di raccogliere il coraggio per quella risposta. Sam passa il panno sulle piccole ferite sul suo petto -non sono gravi, solo un paio di taglietti-, e poi lo usa per asciugargli la fronte sudata. Gabriel lo guarda negli occhi, e sorride appena. È un sorriso appena accenato, ma pieno di gratitudine e dolcezza; poi, inizia a parlare.



Okay. Un po' di fluff c'è, a parte la montagna di angst, quindi non potete uccidermi (?) In ogni caso, chiedo scusa per il ritardo a rispondere alle recensioni dello scorso capitolo, ero via, e vi ringrazio di nuovo C: Inoltre, ci tengo a informarvi che il capitolo uno ha superato le 1000 visite ...so che non è poi questo traguardo, ma per me è importante, e mi dà l'occasione di dirvi ancora una volta un grande grazie <3 Ci vediamo al prossimo capitolo!
-Gabe

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Capitolo 13
*** Scars ***


《Mia madre è morta quando Cass era appena nato》inizia Gabriel, la voce affaticata, tesa《siamo rimasti lui, io, e i nostri tre fratelli maggiori. Michael era il più grande, te ne ho già parlato, poi c'era nostra sorella, Raphael, e quindi...Lucifer. C'era anche papà, con noi. Non era sempre presente, ogni tanto si isolava per giorni, ma...almeno era lì, la maggior parte del tempo. Era un autore, qualche tempo dopo quello che è successo alla mamma ha scritto una saga che ha avuto successo, e siamo riusciti a riprenderci da una brutta situazione economica. Le cose stavano andando molto bene, ci siamo trasferiti, e per qualche anno è stato così. Poi, dieci mesi fa, papà...se ne è andato. È sparito, senza dire niente. Semplicemente, una mattina ci siamo alzati, e non lo abbiamo più trovato. Ha portato con sé dei vestiti e poca altra roba, e non abbiamo più sentito niente da lui da quel momento. Però ci ha lasciato soldi sufficienti a farci andare avanti per -beh, per un bel po'. Comunque, Michael e Raphael avevano entrambi un ottimo lavoro, e non abbiamo mai usato denaro di nostro padre》. Il ragazzo si interrompe per tossire, e abbassa lo sguardo. Le parole escono a stento dalla sua bocca, e Sam sa quanto sia difficile per lui aprirsi, e sa anche che ha troppo bisogno di parlare con qualcuno per stare in silenzio.
《Lucifer era particolarmente legato a papà. In casa c'erano litigi continui, è vero, soprattutto tra loro due...ma Lucy era sempre stato il suo preferito, ed era evidente. Quando se ne è andato...mio fratello non l'ha presa per niente bene. Ha iniziato a bere, ma nessuno se ne era accorto, a parte me: Michael e Raph non erano mai a casa, viaggiavano molto per lavoro, Cass invece è molto ingenuo, lo sai. E Lucifer era bravo a nasconderlo. Ma io ho capito subito che qualcosa non andava, perché siamo sempre stati molto uniti -praticamente mi ha cresciuto lui, tra una cosa e l'altra. Una sera sono sceso in cucina, e l'ho sorpreso a piangere, con la bottiglia stretta tra le dita. Era tardi, e Castiel stava già dormendo; mi sono arrabbiato con lui, ho sbattuto la mano sul tavolo, ho svuotato l'alcool nel lavandino. Lui-》la sua voce si spezza, il suo sguardo è perso nel vuoto. Quando riprende a parlare, il suo tono è piatto, come se stesse solo recitando una lista della spesa:《si è alzato, mi ha tirato uno schiaffo, e poi un altro. Io sono rimasto immobile, ero troppo sorpreso per reagire. Poi ha incominciato a fare sul serio. Mi ha premuto contro il muro, e mi ha tappato la bocca, mentre mi colpiva. All'inizio ho provato a reagire, ma lui era così forte, e io...non volevo rischiare di fargli male, anche se lui ne stava facendo a me. Non ci ho nemmeno provato davvero, non volevo credere che stesse succedendo sul serio. Allora ho semplicemente smesso di reagire, e ho lasciato che si...sfogasse. Ho pensato che ne avesse bisogno, che dopo sarebbe stato meglio, e mi avrebbe chiesto scusa.
È andato avanti finché non sono svenuto, quasi. Poi ha iniziato a piangere, e io ho cercato di avvicinarmi a lui, di abbracciarlo, ma se ne è andato. Ho sentito i suoi passi su per le scale, la porta della sua stanza che si chiudeva》.
Prende un lungo respiro tremante, e fa scivolare la mano in quella di Sam. Il ragazzo sta ascoltando in silenzio, immobile, troppo sconvolto, arrabbiato, incredulo per mettere insieme due parole di fila. Lucifer lo ha picchiato, ubriaco marcio, e Gabriel lo ha lasciato fare, ha persino cercato di consolarlo, alla fine.
《Sono rimasto sdraiato sul pavimento per non so quanto. Sentivo le lancette dell'orologio ticchettare, ma non riuscivo a distinguere i numeri. Alla fine ho raccolto le forze necessarie ad alzarmi, ho raddrizzato le sedie cadute, buttato la bottiglia, ripulito il mio sangue da terra. Mi sono sciacquato la faccia, e sono riuscito a salire in camera. Il giorno dopo, Lucifer non mi ha detto niente a riguardo, e nemmeno io lo ho fatto. Però si ricordava tutto, ho visto come mi guardava. A scuola, e a Cass, ho detto di essermi fatto male cadendo dalle scale》. Guarda il vuoto, ed è come se stesse parlando tra sé e sé, probabilmente perché altrimenti non riuscirebbe a dirgli tutto. Gabriel si solleva faticosamente sui gomiti, e gli fa cenno di sedersi sul divano, nello spazio che lui ha lasciato libero. Sam si sposta, e il biondo si sistema con il capo sulle sue gambe, disteso a pancia in su. Sembra essersi ripreso un minimo, anche se è evidente che stia male. Però sta reagendo molto meglio di quanto Sam si sarebbe aspettato, e ha paura che sia perché sembra essere abituato a queste situazioni.
Esitante, gli accarezza i capelli con delicatezza, e Gabriel spinge il viso contro il suo palmo, chiudendo gli occhi.《Ero...ero sconvolto. Non potevo credere a quello che lui mi aveva fatto, io...gli volevo, gli voglio, un bene dell'anima, Sam》sussurra, e Samuel annuisce, pensando a come si sentirebbe lui se Dean facesse una cosa del genere.
Non riesce nemmeno a immaginarlo.
《Una settimana dopo, mi sono svegliato nel mezzo della notte. Cass era da Michael -lui e Raph condividevano un piccolo appartamento in città, per essere più vicini al lavoro-, e ho sentito dei rumori in cucina. Sono sceso, e Lucifer era lì, di nuovo, un bicchiere vuoto davanti a sé, gli occhi arrossati. Mi sono seduto di fianco a lui, ho cercato di parlargli, ma non mi rispondeva. Così gli ho messo una mano sulla spalla, e lui...è scattato. Stavolta mi sono ritratto, ho provato a farlo ragionare, ma non c'è stato verso. La parte peggiore è che era abbastanza cosciente di sé da ricordarsi di non colpirmi in faccia, così sarebbe stato più semplice fare finta di niente》.
Ancora una volta, le lacrime iniziano a solcargli le guance arrossate, in silenzio. Sam gliele asciuga, e lo aiuta a rimettersi la felpa, dato che ha iniziato a tremare. Apre la bocca, per dire qualcosa, ma Gabriel gli posa due dita tremanti sulle labbra, e ricomincia a parlare.《Stavolta non si è fermato. Ho battuto la testa, a un certo punto, e devo essere svenuto per qualche secondo. Quando ho riaperto gli occhi, non lo ho più trovato. Di nuovo, ho ripulito tutto, ho preso su del ghiaccio, e mi sono chiuso in camera.
È andata avanti così per cinque mesi. Bastava che fossimo da soli, e che lui fosse abbastanza ubriaco. Se c'era Cass in casa, addormentato, mi tappava la bocca perché non lo svegliassi, e nemmeno io volevo che sentisse qualcosa. Non volevo che si alzasse, ancora assonnato, e vedesse quelle cose. Non volevo che sapesse, perché magari poi Lucifer se la sarebbe presa anche con lui.
E...cercavo di proteggere Lucy, anche. Non avrei mai sopportato che qualcuno venisse a conoscenza di questo suo lato, perché lo avrebbero odiato, e non volevo che fosse odiato. Lui mi voleva...mi vuole bene, a modo suo, lo so. Non ho mai cercato di nascondermi da lui, se Cass era di sopra, perché sapevo che, se fossi riuscito a sfuggirgli, se la sarebbe presa con lui. Di solito si fermava prima che perdessi i sensi, ma qualche volta è andato avanti a oltranza. In quei casi era lui a ripulire tutto, e poi mi trascinava a letto, altrimenti ero io a sistemare.
Quando era sobrio non ne parlavamo mai, facevamo finta di niente, sapevo che non avrebbe mai ammesso la sua dipendenza. Ho iniziato a indossare questi vestiti enormi per coprire i lividi, a inventare scuse su scuse per le volte in cui, per sbaglio, mi colpiva al volto, ma una sera non sono riuscito a--》Gabriel si interrompe, la sua voce si spezza, e inizia a singhiozzare, piano. Nasconde il viso contro di lui, lo affonda nella sua camicia, nel disperato tentativo di non farsi vedere piangere ancora una volta. Sam lo sa, ormai, lo conosce, perciò si limita ad accarezzargli i capelli, e a cullarlo piano.《Hey, Gabe. Va tutto bene, sei al sicuro qui》.
《Non ce l'ho fatta, Sam, faceva davvero male, e ho urlato, Castiel si è svegliato ed è sceso. È sceso, Sam ha visto che mi stava facendo male e ha capito tutto, ha cercato di spingerlo via, ma Lucifer lo ha colpito. Gli ho detto di tornare su, ma non lo ha fatto, e io non riuscivo a proteggerlo. Alla fine sono riuscito a chiuderlo in camera sua, e mi sono voltato verso Lucifer, ed era- era così arrabbiato. Ho resisitito più a lungo che ho potuto, avevo paura che se fossi svenuto mi avrebbe preso le chiavi e avrebbe aperto la porta di Cass per prendersela con lui. Ho cercato di reagire in tutti i modi, alla fine sono riuscito a colpirlo. Ha riacquisito lucidità per un attimo, ed è corso via, proprio come stasera. Ho lasciato uscire Castiel》sussurra, tremando violentemente. Sam scivola più in giù sul divano, in modo da essere quasi sdraiato di fianco a lui, e se lo preme addosso, lo stringe a sé.《Non è stata colpa tua. Non è stata colpa tua, Gabriel》.
《Lucifer gli aveva lasciato il segno delle dita sul viso, e vederlo così è stato...mi ha dato la forza di reagire. Il giorno dopo sono andato da Mickey e Raph, ho detto loro che la sera prima avevo trovato Lucifer ubriaco, che aveva picchiato me e Castiel.
Mi hanno a mala pena ascoltato, e non mi hanno creduto. Cass non aveva più segni addosso, e hanno pensato che mi fossi procurato i lividi e le cicatrici facendo a botte. Credevano che stessi solo cercando attenzioni. È stato allora che ho deciso di dovermene andare, e di non poter lasciare lì Cass. Due giorni dopo siamo scappati. Ho preso i soldi che ci aveva dato papà, e tutto l'essenziale. Abbiamo vissuto in tenda per tutta l'estate, finché non ho trovato il lavoro da Crowley, e ho affittato questo posto》termina, le dita strette intorno all'orlo della camicia di Sam.
Il moro resta in silenzio, passando distrattamente il pollice sulla pelle del suo braccio. Troppe emozioni diverse si agitano dentro di lui, e non riesce nemmeno a sbrogliarle del tutto. È lusingato che Gabriel gli abbia raccontato quelle cose, è sconvolto, arrabbiato.《Non è giusto》mormora, premendo la fronte contro quella dell'altro.
《...Cosa?》
《Non ho mai incontrato qualcuno che si meritasse meno quello che hai passato, Gabriel》.



Okay. Scusate innanzitutto per il ritardo, so che è tardi, ma tra una cosa e l'altra mi sono completamente dimenticata di caricare il capitolo alle sei come faccio di solito. Spero vi sia piaciuto, davvero, anche perché ho pianto mentre lo scrivevo, è stata un'esperienza piuttosto angst cwc grazie mille a tutti, come al solito!
-Gabe

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Capitolo 14
*** I Don't Deserve You ***


《Stai scherzando?!》sbotta Dean, le mani strette attorno al volante come se volesse strangolarlo. Cass abbassa lo sguardo, e scuote la testa. Deve essere fottutamente terrorizzato, e non ha idea di quanto difficile debba essere stato per lui raccontargli l'intera storia.
《Giuro, giuro che se quel coglione di tuo fratello mi si presenta davanti, se solo prova a-》
《Dean》lo interrompe Cass.《È tutto okay》.
《No, non è tutto okay, per niente. Ascolta, non conosco Gabriel molto bene, ma nessuno si merita una vita del genere. Senza contare che il bastardo ha colpito anche te, e chissà cosa non sarebbe successo, se Gabriel non si fosse preso tutte quelle botte. E ora, dopo mesi, si ripresenta a fare casino, non oso immaginare cosa sia successo stasera》.
《Immagino che lo scopriremo presto》mormora Cass, guardando fuori dal finestrino. Il traffico c'è ancora, ma non manca molto a casa sua, saranno lì a minuti. Comunque troppo tempo.
《Dean, e se gli ha fatto male di nuovo?》pigola infine, gli occhi arrossati, i pugni stretti nervosamente in grembo.
《Hey, Sammy è con lui, e sono entrambi al sicuro, ora》cerca di rassicurarlo, nonostante sia il primo ad essere preoccupato. Suona il clacson, nella speranza che il grosso camion davanti a lui si sposti, ma non cambia niente, perciò appoggia la testa al volante, e sospira.《Cass...mi dispiace per quello che è successo. Sei fortunato ad avere un fratello come Gabriel. Immagino di dovergli essere grato per averti portato qui》dice bruscamente, quasi a disagio nella sua ammissione. Dopo tutto, non è mai andato molto d'accordo con le ammissioni di affetto, anche se implicite.
Cass gira lo sguardo verso di lui, con un sorriso timido.《Penso che voi siate le uniche persone a sapere tutta la storia, a parte me e i nostri fratelli. Siete importanti per lui, soprattutto Sam》.
Dean sogghigna, nonostante il malumore.《Quei due si fanno il filo fin da quando si sono visti la prima v-》si zittisce, notando che Castiel lo sta fissando più intensamente, si rende conto che è la stessa cosa che è successa a loro due.
In ogni caso, torna ad adombrarsi.《Sam se lo merita, sai. È un bravo ragazzo, spero si decidano a fare il passo finale uno verso l'altro, alla fine. E l'ultima, e unica persona con cui mio fratello è stato, Jess...nostro padre ha scoperto anche di lui, e ha dato di matto. Alla fine Sam lo ha lasciato, per paura che papà gli facesse del male》.
Cass rimane in silenzio per un lungo secondo, scrutandolo in un modo che gli dà i brividi.《E tu non pensi di meritarti tutto questo? Di essere felice?》chiede infine, ma suona più come un'affermazione che come una domanda.
Dean esita, stringendo di più le dita intorno al volante dell'Impala. No, non lo pensa, ed è sorpreso che il ragazzo lo abbia capito. Non vuole essere frainteso, quel piccoletto con gli occhi blu è la cosa più bella che gli sia capitata in davvero tanto tempo, ma...non è giusto che per lui sia stato così facile, mentre Sam ha dovuto combattere per due anni contro papà, ha dovuto soffrire così tanto. Ora ci sono dentro insieme, è vero, però...si rende conto di essere stato un idiota, perché ha sempre un po' difeso John Winchester, nella sua cieca adorazione per lui.
《Dean》lo chiama piano Cass. Non dice nient'altro, si limita ad avvicinarsi a lui, esitante, e a sfiorare le sue labbra con le proprie, in un contatto insicuro. Dean, fermo nel traffico, stacca una mano dal cambio, per avvolgerla intorno al colletto del suo trench. Lo tira a sé, ricambiando il bacio con più intensità, rifugiandosi in quell'istante, rassicurato, in qualche modo, da quel ragazzo così timido e minuto.
Qualcuno, dietro all'Impala, suona, obbligandolo a tornare al volante. Preme sull'accelerazione, leccandosi appena le labbra, che sanno ancora di Castiel. È ancora così strano, così nuovo, potersi lasciare andare a quello che prova, potersi avvicinare in quel modo a Cass. Ma è così naturale, allo stesso tempo, così...giusto.
《Sei un ottimo fratello, Dean. E cercare di essere anche un bravo figlio non è un errore. Non biasimare te stesso per gli sbagli di tuo padre》.
Finalmente, il cancello dei Novak appare, alla fine della strada. Parcheggia la macchina nel primo posto libero, ma sta ancora un momento fermo, sul sedile di pelle. Vorrebbe davvero lasciarsi rassicurare da quelle parole, perché in fondo sa che ha ragione, ma è riluttante.
Si volta verso Castiel, accarezzandogli con delicatezza il viso, dopo un attimo di indecisione. In quel rapporto, sono entrambi cauti, entrambi esitanti, in fondo. Cass per via della sua timidezza, Dean perché...è la prima volta che gli piace un ragazzo, ed sembra tutto così irreale.《Andrà tutto bene》mormora, prima di aprire la portiera.


Castiel fa scattare la serratura con mani tremanti, temendo quello che potrebbe trovare in casa.
Continua a rivedere Gabriel, quella sera, che nemmeno si reggeva in piedi, e comunque ha lottato per evitare che Lucifer gli facesse male, con tutte le sue forze. Ricorda la sua espressione spenta, in quel periodo, nascosta come al solito dietro a un sorriso, dissimulata da una battuta. E i lividi viola sul suo corpo, celati dalle felpe troppo grandi.
Deglutisce, e apre la porta, la presenza di Dean alle sue spalle, rassicurante. Sam è seduto per terra, una spalla appoggiata al divano, su cui è sdraiato Gabriel. Cass trattiene il fiato, nel vederlo così immobile, le labbra strette in una smorfia di dolore, gli occhi chiusi. La sua testa è vicinissima a quella di Sam, che gli sta sussurrando qualcosa; non appena li vede entrare volta il capo verso di loro, con un sorriso appena accennato.
Cass si ritrova a ripensare a quello che gli ha detto Dean prima, e anche lui si riscopre a sperare che si rendano conto di quello che c'è tra loro, prima o poi.
I suoi occhi si riempiono di lacrime, mentre si avvicina a Gabe. Il maggiore dei Novak cerca subito di alzarsi a sedere, e Sam lo aiuta, spostandosi silenziosamente accanto a lui in modo che possa appoggiarsi contro il suo corpo.
《Hey, Cassie》la voce di Gabriel è rauca, nonostante il sorriso che esibisce. Il ragazzo sta fermo, in piedi, avvolto nel suo trench appena un po' abbondante, e non dice una parola. Si limita a fissarlo, tormentandosi le maniche del cappotto, morendosi le labbra screpolate.
《Dai》la voce di suo fratello è più dolce, ora, mentre apre appena le braccia.《Vieni qui, zuccherino》lo chiama, e il più piccolo non se lo fa ripetere. Gli si avvicina, esitante, e lo stringe in un abbraccio, sedendosi di fianco a lui, dalla parte opposta rispetto a Sam. Gabriel sussulta appena per il dolore, ma non dice una parola...si limita ad accarezzargli i capelli, e appoggia il mento sulla sua testa.《Va tutto bene, non ci troverà》sussurra infine, ma sta tremando.
《Mi dispiace così tanto...》singhiozza Castiel, affondando il petto nella sua felpa.
《...Non è stata colpa tua, biscottino》.
《A-avrei voluto essere lì anche io》la sua voce trema, perché il fratello lo sta stringendo a sé, ed è vivo, ma non è giusto che stia così male.
《E a cosa sarebbe servito? Non avresti potuto fare niente, Cassie》sospira stancamente.
《Mi dispiace così tanto》ripete.
《Shhh...》Gabriel fa scorrere le mani lungo la sua schiena, ed è così tranquillizzante che piano piano Castiel si calma; si asciuga le lacrime, tira su col naso.
Quindi il maggiore dei Novak solleva lo sguardo verso Dean, schiarendosi la voce.《Ti ha raccontato tutto?》chiede, con una nota d'imbarazzo.
Dean annuisce, un cenno secco, rapido.《Sì. E giuro, se quel bastardo si fa vedere, è morto》.
Gabriel abbassa il capo, e fa scivolare la mano in quella di Sam, incurante dello sguardo sorpreso degli altri due.《Grazie per aver portato a casa Castiel》mormora, chiudendo gli occhi, come se fosse troppo stanco per tenerli aperti.
Vederlo così, di nuovo, fa troppo male a Cass. Si ricorda tutti i mesi passati, la sua posizione curva, il modo in cui il suo sorriso sembrava forzato, e non si è mai accorto di niente, lui, fino a quella fatidica notte.
《Nessun problema, dovevo farlo. Come stai?》il ragazzo si avvicina di un passo, accovacciandosi sui talloni davanti al divano, gli avambracci appoggiati sulle gambe.
Il sorriso di Gabriel sembra più una smorfia.《Un po' ammaccato. Ma c'era Sam con me, sarebbe potuta andarmi peggio》.
Sam si incupisce.《Sarei dovuto rimanere con te》.
《Non è colpa tua, Sammy》Gabriel lo guarda con dolcezza, e gli passa una mano sul braccio.《Piuttosto, abbiamo un altro problema》continua poi.
《Intendi a parte il fratello psicopatico che gira per la città?》chiede Dean, facendo sorridere Cass, nonostante sia un tipo di umorismo piuttosto nero.
《Proprio così. Voi due siete il problema...se pensate che vi lasceremo andare via così, pasticcini》. La testa di Gabriel dondola un po', i suoi occhi arrossati si chiudono per un attimo.
Cass annuisce appena. Con tutto quello che è successo, hanno perso un po' di vista la minaccia di John Winchester, che ora torna a incombere su di loro.
《Gabriel ha ragione》dice Sam, qualche secondo dopo.《Non possiamo lasciare che papà ci faccia questo. Non può obbligarci》.
Dean è esitante, sposta il peso da un piede all'altro, e Castiel sa che sta facendo di tutto per sembrare padrone della situazione, sicuro di sé, quando invece è, in quella stanza, il più esposto al problema. Tiene troppo a John Winchester, e l'intera situazione gli sta facendo più male di quanto voglia ammettere.《Beh, Bobby è dalla nostra parte》ammette infine. Sposta lo sguardo su Castiel, e i suoi occhi sono così pieni di dolore che Cass gli prende la mano, con delicatezza.
Non può fare a meno di notare l'accenno di sorriso di Sam, nel vedere quel gesto, e arrossisce appena, mentre Dean fa di tutto per non guardare il fratello in faccia.
《Possiamo pensarci domani mattina?》chiede Cass, un po' per salvare il compagno da quella situazione imbarazzante, un po' perché Gabriel ha l'aria di dover svenire da un momento all'altro.《Abbiamo tutti bisogno di riposare, mi sembra. Staremo bene, non preoccupatevi》.
Sam annuisce, e si alza dal divano, ma il maggiore dei Novak lo ferma prima che possa muovere un passo.《Grazie》gli dice, guardandolo negli occhi, e Castiel ha l'impressione che quella singola parola voglia dire più di quanto semb--
E poi Sam si china a baciare Gabriel sulle labbra, delicatamente, e Castiel sente la sua bocca piegarsi in un sorriso largo, involontario. Di fianco a lui, Dean ha una specie di singulto, e li sta guardando come se fossero all'improvviso diventati verdi, con tanto di antenne.《V-voi...lui》balbetta, appoggiandosi a Castiel come per sorreggersi.
《Proprio così. Ti prometto che lo tratterò bene, se anche tu farai attenzione con Cass. Mi raccomando, è ancora vergine》lo avverte Gabriel, con un occhiolino stanco.
Sia Dean sia Castiel diventano viola. In particolare, il più piccolo vorrebbe davvero seppellirsi dall'imbarazzo. Dean boccheggia qualcosa, poi si volta verso Sam, e infine verso Castiel.《Io non-- noi...d'accordo, non ha importanza. Fate...fate attenzione, ecco. Sicuri che non avete bisogno che ci fermiamo?》borbotta, chiaramente a disagio.
Castiel si riprende il necessario dall'incrociare lo sguardo di Gabriel, in cerca di conferme.《Non preoccupatevi, davvero. La porta sarà chiusa a chiave》li rassicura infine.
《Va bene. Se avete bisogno di qualsiasi cosa, chiamate》si rassegna Sam.



Alla fine è arrivata anche un po' di Destiel, eh! Nel frattempo io dovrei proprio darmi una mossa a scrivere, che sono stra indietro con il 16, quindi potrei impiegare un attimo a rispondere alle recensioni

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Capitolo 15
*** And This Is A Goodbye ***


Castiel è piuttosto stupito che nessuno dei due Winchester si sia intestardito per restare lì con loro; devono aver sentito la necessità dei fratelli Novak di stare un attimo da soli, e di riposare. In ogni caso, sono usciti da ormai quasi un minuto, e loro non hanno fatto altro che evitare uno lo sguardo dell'altro.
Gabriel sospira.《Come stai, kiddo?》
Castiel sbuffa una risata poco convinta. Lui è accasciato sul divano, pallido e sfinito, la faccia gonfia e viola...e chiede a lui come sta. Probabilmente, anche per evitare lui stesso la medesima domanda.
Solleva gli occhi blu sul biondo, e forza un sorriso accennato.《Ho paura. E sono arrabbiato, e preoccupato》risponde alla fine, andando a sedersi di fianco a lui.
《Non riguardo a...Lucifer, ma con Dean, intendo》.
È strano come la sola menzione del nome del ragazzo abbia il potere di riscaldarlo un minimo. Le sue labbra si piegano all'insù in modo più spontaneo, ora, e forse è proprio in quel momento che realizza davvero tutto quello che è successo.
Una cosa dopo l'altra, e non ha avuto proprio il tempo di pensarci. Il modo in cui lo ha baciato, e il viaggio in macchina fino a casa di loro zio, Bobby, nel tentativo di scoprire qualche novità sui piani di John Winchester. E poi la telefonata di Sam.
Ma, al di là di quello che è capitato dopo...Dean si è lasciato andare, e non se lo aspettava per niente. Non era nemmeno sicuro di piacergli, maledizione.《Devo ancora realizzarlo, immagino》ammette infine.《Ma sono...estasiato》.
Gabriel sbuffa, probabilmente a causa della scelta lessicale del fratello, come sempre insolita, ma sta sorridendo.《Ehi, Dean è un bravo ragazzo. Ma se prova a-》inizia Gabriel, dopo essersi schiarito la voce.
《Lo riduci in fin di vita, lo so. Non preoccuparti, Gabe》lo frena, prima che si lanci nel classico discorso da fratello iperprotettivo. I loro occhi si incrociano, e quelli del più grande sono rossi, stanchi.
Castiel realizza che deve aver pianto prima, con Sam, e sa quanto debba essere stato difficile per lui farsi vedere in quello stato dai Winchester, così...debole, bisognoso d'aiuto. Ma è ridotto piuttosto male: questa volta Lucifer non si è curato di evitare la faccia, a differenza di quanto, a detta di Gabriel, era abituato a fare. La pelle del suo viso è gonfia e arrossata; le sue labbra sono tagliate, un sopracciglio è spaccato. Qualcuno, forse Sam, ci ha messo un cerotto. Da sotto il collo della felpa enorme si intravedono altri lividi, e il ragazzo siede ripiegato su se stesso, come se il solo stare in quella posizione lo affaticasse terribilmente.
Probabilmente è così, quindi Castiel si alza, e gli porge una mano.《Vieni, ti porto a letto》mormora, e quella frase suona così strana, perché di solito è l'altro a prendersi cura di lui.
《Ce la faccio》borbotta Gabriel, sollevandosi lentamente dal divano. Il suo corpo viene scosso da brividi violenti, e le sue gambe tremano, tanto che, volente o nolente, è costretto ad aggrapparsi a Castiel.《Sono troppo vecchio per queste cose》cerca di scherzare, ottenendo una risata sbuffata da parte del fratello minore, che barcolla sotto il suo peso.
Un passo dopo l'altro, lo aiuta a raggiungere la camera. Lo sente trattenere il respiro, accanto a sé, e sussultare ad ogni urto, ma non si lamenta nemmeno una volta. Non appena riescono ad arrivare nella stanza, si lascia cadere sul materasso con un gemito soffocato.
《Hai...hai bisogno di qualcosa?》gli chiede Castiel, esitante, mentre si tormenta le mani.
Il fratello scuote la testa, scalciando via le scarpe con ben poca energia.《Sto bene, tranquillo. Buona notte, pasticcino》.
《Buonanotte, Gabriel》sussurra, mentre si infila il pigiama. Scivola sotto le coperte, e spegne la luce.
Nel buio della notte, può sentire Gabriel cercare di soffocare i singhiozzi nel cuscino, ma non riesce a fare niente. Sa che non vorrebbe che lui lo sentisse. Così non si muove, ma rimane sveglio a lungo, a fissare l'oscurità, e ad ascoltare il fratello piangere.


《Avanti, Gabriel》la voce di Crowley è suadente, le sue mani scorrono sulla sua pelle. Il ragazzo non dice una parola, mentre il suo capo lo spoglia, lo tocca in modo così invadente. Non parla, mentre lo spinge contro la parete, e nemmeno quando lo sente sussurrargli frasi sporche all'orecchio. E quando viola il suo corpo cerca di soffocare un urlo in tutti i modi, ma non ci riesce, non ci riesce. Fa troppo male. Preme i pugni contro il muro, stringe i denti finché non gli sembra di sentirli scricchiolare. Ma non può impedire alle lacrime di scorrere, a fiotti, lungo le sue guance arrossate.
《Lo stai facendo per Castiel, ricorda》mormora l'uomo.
Ma quando si gira non è più Fergus Crowley, che ha davanti. È Lucifer. Gabriel è di nuovo vestito, ma si trova intrappolato in un angolo della vecchia cucina, quella della casa dove viveva con la sua famiglia.
Una bottiglia si infrange accanto al suo orecchio, le schegge di vetro gli graffiano il viso, mentre il fratello avanza verso di lui.《È colpa tua, Gabriel》ringhia, colpendolo allo stomaco.《È colpa sua se papà se ne è andato. Non riusciva più a sopportarti》grida, e il ragazzo cade, coprendosi la testa con le mani.
《È colpa tua se il tuo capo ha presa in prova un altro, sei un buono a nulla! È colpa tua se presto Castiel morirà di fame, se dovrà dormire su una panchina!》
E Gabriel continua a piangere, perché sa che ha ragione, in fondo. Sa di meritarsi tutto quello.
《Mi stupisce che quel ragazzo, Samuel, ti giri ancora intorno. Si vede che non ti conosce ancora bene, Gabe. Aspetta che veda di cosa io sono capace, e poi vedremo se continuerà a frequentare uno come te》.
《Ti prego, lascia stare Sam》piange Gabriel, raggomitolandosi sulle piastrelle gelide.
Un attimo dopo, riapre gli occhi sul soffitto scuro della camera, le guance umide di lacrime. È in un bagno di sudore, e ogni singolo centimetro di pelle fa un male dannato.
Respira velocemente, si sente soffocare, vorrebbe scendere dal letto, ma è immobilizzato.
È stato solo un sogno.
Solo un sogno.
Riscivola piano piano nel sonno.


《Sam. Sam, svegliati》.
Il ragazzo mormora qualcosa di indistinto, e si gira dall'altra parte.
《Samuel!》
Identifica la voce come quella di Bobby, il che significa che gli conviene portare il suo culo giù dal letto, se non vuole ricevere una secchiata d'acqua gelida in piena faccia (è già successo).
《C'è tuo padre giù》.
Le sue parole hanno lo stesso effetto del tanto temuto gavettone, e Sam apre gli occhi di scatto, cercando di mettere a fuoco la stanza. Si mette a sedere tanto in fretta che gli gira la testa, mentre cerca di associare la posizione delle lancette sul suo orologio da polso a un orario coerente.
Le sei emmezza. Il ragazzo geme, ha dormito tre ore in tutto, e cerca con lo sguardo Bobby, che in quel momento sta buttando Dean giù dal letto -letteralmente.《Cosa succede?》sbadiglia il maggiore dei fratelli, cercando di levarsi lo zio adottivo di dosso.
《Succede che John Winchester è sotto casa mia, e che sto cercando di svegliarvi da cinque minuti buoni. Non intendo fare la madre apprensiva un minuto di più, idioti, quindi datevi una sistemata e scendete》ringhia Bobby. Poi il suo tono si addolcisce.《Avanti, sbrigatevi. Cercheremo di far ragionare quella testa calda》.
A questo punto, l'attenzione di entrambi i ragazzi è pienamente concentrata su di lui. Sam può vedere l'espressione di Dean, a metà tra la confusione e il panico, e scommette che la sua non deve essere molto diversa.《Cosa ci fa qui?》chiede, forse un po' stupidamente. Dopo tutto, è loro padre. Ma ha un terribile sospetto...
《Vuole partire》dice infatti Bobby, le labbra strette nella sua classica espressione di disapprovazione.《Adesso. Mi dispiace》.
Sam guarda verso Dean. All'improvviso è del tutto sveglio, probabilmente a causa della scarica di adrenalina che sembra scorrergli nelle vene al posto del sangue. Entrambi scattano in piedi quasi nello stesso istante, infilandosi le prime cose che capitano, mentre Bobby torna al piano di sotto. Sam per poco non cade addosso al fratello, cercando di allacciarsi una scarpa, e si rialza barcollando.
Dean lo afferra per un braccio appena prima che possa fiondarsi giù per le scale, e lo guarda negli occhi. Il ragazzo lo conosce troppo bene, e riesce a vedere che deve essere nervoso quanto lui.
《Andrà tutto bene, Sammy》cerca di rassicurarlo, ma la sua voce non è poi così ferma.
Sam annuisce seccamente, e si fa i gradini due a due, per la fretta. Un nodo gli stringe lo stomaco, e il suo cuore batte troppo in fretta, mentre spalanca la porta di casa.
L'aria fuori è fredda, e lo fa rabbrividire. L'auto di John Winchester è parcheggiata lì davanti, piena di scatoloni e bagagli; il suo proprietario è appoggiato contro la portiera, con uno sguardo che lo fa rabbrividire.
Bobby si sposta di fianco a Sam, e Dean fa lo stesso. Nessuno di loro dice una parola.
《Ho fatto le valige, stiamo partendo. Ora》dice infine John.
Sam deglutisce, sentendo montare, oltre alla rabbia, anche un po' di panico. Gabriel ha bisogno di lui. Chissà se ha dormito, stanotte, o è stato tenuto sveglio dagli incubi e dal dolore. Chissà se proprio ora sta cercando di alzarsi, stringendo i denti, perché deve mostrarsi forte per Cass. E chissà come sta Castiel, a rivedere suo fratello in quelle condizioni, una volta di più, sapendo che Lucifer sa dove sono.
《Salite in macchina. E se quei due froci provano a seguirvi-》
Questa è la molla che fa scattare Sam, oltre a Dean. Il più grande dei due si avvicina a John, puntandogli un dito al petto, negli occhi uno sguardo pericolosamente ferito.《Non parlare di loro due in questo modo. Non. Ti. Permettere》sibila. Sam stringe i pugni, e anche lui si è avvicinato.
L'espressione del padre fino a poco tempo prima lo avrebbe spaventato, ma ora non ha più niente da perdere.
《Sono vostro padre, e siete voi che state mancando di rispetto a me. Ora salite su questa dannata auto》ringhia John, scendendo bene le parole.
Sam lo guarda negli occhi.《Tu non sei mio padre》mormora in tono piatto, prima di allontanarsi di un paio di passi. Dean fa lo stesso, e Sam si accorge che sta tremando appena. Lui è sempre stato il soldatino di papà, non si è mai ribellato, ha sempre fatto di tutto per non deluderlo. Castiel deve aver cambiato parecchio le cose, a quanto pare.
Stavolta è il turno di Bobby a parlare. Fino a quel momento si è tenuto in disparte, rigido, ma ora prende posizione.《John, ti sei spinto troppo oltre. Non ti lascerò rovinare la vita ai tuoi figli, né a quei poveri ragazzi. Ne hanno già passate abbastanza, a quanto ho sentito》.
L'uomo ride, ma è una risata vuota, come se non fosse più così sicuro di vincere.《E quindi, cosa intendi fare?》chiede, incrociando le braccia.
Bobby lo ignora, per voltarsi verso i ragazzi.《Sam, Dean, non siete obbligati ad andare con lui. Per non c'è problema a lasciarvi la stanza stabilmente, siete sempre a dormire qui comunque. Potete trasferirvi quando volete》dice loro.
Sam sposta lo sguardo dal padre a lui, sorpreso. Bobby ha fornito loro la soluzione migliore, che permetterebbe a entrambi di restare in città. Certo, John potrebbe comunque obbligarli a seguirlo -legalmente, ne ha il potere-, ma non gli converrebbe poi così tanto. Se anche andassero con lui, può stare sicuro che scapperebbero alla prima occasione, e farebbero di tutto per rendergli la vita un inferno. Una piccola luce di speranza inizia a palpitare, debole, nello sguardo che si lasciano lui e Dean.
John, invece, è impallidito.《Non sceglierebbero mai te al mio posto》.
Ma i suoi figli non dicono una parola, limitandosi a fissarlo in silenzio. La sua espressione cambia da rabbiosa a incredula, poi delusa, e infine...addolorata.《D'accordo. Me ne...solo...non osate chiamarmi di nuovo. Non osate presentarvi alla mia porta, mai più. Non osate》.
Tutta la rabbia di Sam, la sua paura, si trasformano in una sorda sofferenza. Vuole bene a suo padre, nonostante tutte le litigate, tutta la sua freddezza. Non intende lasciargli rovinare tutto, come ha fatto con Jess, ma vederlo così...lo spezza. L'intera situazione lo spezza. Papà che se ne va, forse per sempre. L'espressione di Dean, smarrita, ma decisa. Gabriel che sta così male, che soffre così tanto, e Castiel con lui.
Da quando hanno incontrato i Novak, è stato come se tutti i problemi di entrambi le famiglie si fossero mischiati, fossero diventati un peso da condividere, da sopportare aiutandosi a vicenda. Ed è esattamente questo quello che vorrebbe fare: chiamare Gabriel, o andare direttamente da lui, e raccontargli tutto mentre accarezza le sue ferite, una ad una. Anche perché non crede che nessuno di loro quattro abbia intenzione di andare a scuola, quel giorno.
Segue con lo sguardo suo padre, che sale in macchina, chiudendosi la portiera alle spalle, e accende il motore.
Lo guarda finché non sparisce dalla vista, e dalla loro vita.


Heilà! Ora, lo so, il capitolo era un po' forte -ho messo il rating arancione apposta-, spero che a nessuno abbia dato particolarmente fastidio. Also, devo tristemente annunciarvi che sono un po' indietro con la scrittura...ho praticamente finito il cap. 16, e so già cosa scrivere nei successivi, ma devo davvero darmi una mossa. Nel caso non ce la facessi proprio il prossimo weekend, dopo aver caricato il capitolo, vi farò sapere se ci saranno dei ritardi. Scusate tanto, farò il possibile per rimettermi in carreggiata!

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Capitolo 16
*** So Now It's Over ***


《Quindi è così. È finita》mormora Dean, freddamente, prima di chiudersi in un silenzio ostinato. Sa che Sam lo prenderà da parte, vorrà parlare dei suoi sentimenti riguardo alla cosa, ma non intende rispondergli. Soprattutto perché è il primo, a non sapere esattamente come si senta. C'è solo...vuoto. Vuole parlare con Castiel.
Finalmente, stacca i piedi dalla ghiaia del vialetto, e si allontana, fin troppo consapevole dello sguardo del fratello puntato sulla sua schiena. Sa che sarebbe suo dovere consolarlo, dirgli qualche parola di conforto, ma ora non ce la fa. Nemmeno saprebbe da dove cominciare.
Quindi si limita a passare sul retro della casa, e far scivolare il telefono fuori dalla tasca. Scorre la rubrica fino alla voce del ragazzo, ma poi aspetta a chiamare, esitando. Quella cosa tra loro due...stanno insieme, di fatto. E a Dean fa così strano. Lo confonde, ma è anche...tranquillizzante, sapere di avere qualcuno su cui contare davvero, che non siano Sam e Bobby. E, prima, John.
È ancora presto, sono le sette. Non pensa che i Novak andranno a scuola, oggi, date le condizioni di Gabriel e Lucifer che potrebbe essere ancora in città, quindi potrebbero essere ancora addormentati, soprattutto il maggiore dei due. Opta per mandare un messaggio.


|Text from: Dean
To: Cass
Object: Sei sveglio?
[07:03]
|

Un attimo dopo, il cellulare vibra, mostrando una chiamata in arrivo. Dean preme il tasto di risposta, portandosi il telefono all'orecchio.《Cass?》
《Sono io, Dean》. La voce del più piccolo gli provoca una stretta allo stomaco.《Come sta Gabriel?》chiede, teso.
《Penso...penso stia facendo finta di dormire. Credo non abbia chiuso occhio》ammette l'altro, abbassando la voce.
Dean sospira, lo immaginava. Non conosce il maggiore dei Novak bene quanto suo fratello, ma hanno passato abbastanza tempo insieme perché possa aver capito che non è esattamente uno a cui piace mostrare i suoi sentimenti. Sono simili, da quel punto di vista.《Tu come stai, invece?》 chiede infine.
C'è silenzio dall'altra parte del telefono, per un attimo.
《...Penso...sarebbe potuta andare peggio. Se Sam non fosse stato lì con Gabriel...non so cosa sarebbe successo. Sono preoccupato che Lucifer scopra dove abitiamo, più che altro. Di sicuro non era qui di passaggio, deve aver capito almeno che siamo qui in città, o non sarebbe venuto a cercarci. Non credo sia stato un incontro casuale, quello tra lui e mio fratello》.
Dean annuisce, anche se sa che Cass non può vederlo.《Ehi. Se succede qualcosa, qualsiasi cosa, mi chiami subito. D'accordo?》il suo tono è duro, ruvido, ma nasconde una reale preoccupazione.
《Certo》risponde l'altro, una nota di esitazione nella voce.《Dean, tu...e se tu parti?》chiede infine, facendo stringere il cuore del ragazzo.
《Uhm, a proposito di quello...vuoi prima la buona notizia o la cattiva?》chiede.
《Quella buona?》domanda Castiel, e stavolta Dean può sentire un misto di speranza e timore.
《Non...non partiamo più》. Si concede un lieve sorriso, addirittura, prima di passarsi le dita tra i capelli corti.
《Non...davvero?》
《Sì. Abbiamo parlato con papà stamattina, e...restiamo da Bobby》.
《Dean?》lo chiama Cass, e il ragazzo se lo può immaginare sorridente, ma con una nota di preoccupazione nello sguardo. Il solo pensiero gli provoca una stretta allo stomaco.
《Sei sicuro che tuo padre sia d'accordo?》domanda poi il più piccolo, non udendo risposta.
L'altro esita, mordendosi appena le labbra. Chiude gli occhi, canticchiando mentalmente gli AC DC nel tentativo di calmarsi. Un misto di rabbia, sollievo e tristezza si sta agitando nel suo petto, e lo fa impazzire.
Si rende conto di avere gli occhi lucidi, e sbatte le palpebre per scacciare le lacrime.《Se ne è andato. Si è presentato qui alle sei di mattina, la macchina piena di bagagli, pronto a trasferirsi, e...io e Sam ci siamo semplicemente rifiutati di partire. Ha fatto la sua scenata e se ne è andato, chiedendoci di non farci più sentire o vedere》butta fuori d'un fiato, la voce bassa, il tono neutro. È l'unico modo in cui può evitare di esplodere.
《Dean...》inizia l'altro, ma il ragazzo lo interrompe.《Sto bene, Cass. Era la cosa giusta da fare. Non potevamo continuare a farci mettere i piedi in testa in quel modo》.
Dall'altra parte della cornetta c'è silenzio per un attimo.《Sei...soddisfatto della scelta che hai fatto?》.
Dean sta per rispondere un rapido "sì, certo", senza nemmeno pensare, ma si ferma. Sta trattando Castiel bruscamente senza alcuna ragione, sfogando su di lui la sua rabbia. Non è per questo che lo ha chiamato. Lo ha chiamato per sentire la sua voce rassicurante, e parlare con qualcuno con cui non abbia così tanta paura ad esporsi. A dire che sta fottutamente male, perché suo padre gli ha detto che non vuole più vederlo solo perché prova delle cose per un ragazzo. Per Cass.
Quindi esita, e si mette seriamente a riflettere sulla domanda che gli ha posto: pensa di aver fatto la scelta giusta? Ha rinunciato a John per restare in città, con Castiel e con Gabriel. E in realtà lo ha fatto anche per Sam: se lui non fosse stato al suo fianco, se lui non fosse rimasto, anche il più piccolo sarebbe stato costretto a partire. E se fossero andati con loro padre...ci sarebbero state tante altre discussioni, una dopo l'altra, interminabili. Le tensioni in famiglia sono cominciate con Jess, un anno emmezzo prima, e quello che è successo con i Novak le ha solo peggiorate. No, le cose sarebbero solo peggiorate. E il solo pensiero di lasciare i Novak così, in quella situazione, lo fa sentire male. Le labbra di Dean si incurvano all'insù.《Sì, Cass. Ho fatto la cosa giusta, ed è quello che voglio》.


|Text from: Gabe
To: Sammy-boo
Object: Non preoccuparti, kiddo, io sto bene...ora che so che non te ne andrai. Dean non ti parla ancora, uh?
[7:43]
|

Sam si passa una mano tra i capelli, con un piccolo sorriso. A quanto pare, Gabriel riesce sempre a risollevargli il morale, in un modo o nell'altro. In effetti no, Dean non si fa vedere da un po' -da quando John è partito, per la precisione. Forse tre quarti d'ora. Gabriel lo ha rassicurato che era al telefono con Cass, prima, ma ora non sa dove sia. Ha paura possa fare qualche sciocchezza, sa quanto l'intera faccenda debba fargli male. Non che lui stia bene, eh: più che altro la rabbia soffoca la delusione, il sollievo di poter restare la tristezza. Il rapporto con suo padre era già andato a rotoli da molto tempo, e Sam era arrivato a odiarlo anche prima che decidesse di dire loro che non vuole più vederli.

|Text from: Sammy-boo
To: Gabe
Object: No, non lo vedo da un po'. Ma immagino stia cercando di evitare la conversazione su quello che è appena successo, è fatto così. Sicuro di stare bene?
[7:46]
|

|Text from: Gabe
To: Sammy-boo
Object: Non preoccuparti, deve digerire la cosa. Non avevate molte alternative, kiddo. Beh, sai, sono un po' ammaccato...ma i lividi mi rendono sexy, sai, fa uomo vissuto ;)
[7:48]
|

|Text from: Sammy-boo
To: Gabe
Object: Non ho il minimo dubbio.
Aspetta, ho sentito un rumore. Forse è lui, ci sentiamo dopo!
[7:51]
|

|Text from: Gabe
To: Sammy-boo
Object: Ehi, era sarcasmo quello?
A dopo, kiddo, non perdere le staffe~
[7:52]
|

Sam si lascia scivolare il telefono in tasca, dando solo una rapida occhiata all'ultima risposta di Gabriel. La porta della camera si apre, e Dean scivola all'interno, richiudendo alle proprie spalle. Gli lancia una rapida occhiata, prima di lasciarsi cadere seduto sul suo stesso letto.
Sam lo guarda, sorpreso. Non si aspettava che si avvicinasse, e nemmeno che si facesse vedere.
C'è silenzio, ora. Il più grande dei sue fissa le proprie scarpe, il più piccolo fissa lui. Poi Dean sospira, e gli passa un braccio intorno alle spalle, per attrarlo in un abbraccio. Sam rimane immobile per un attimo, stupito da quel contatto improvviso, ma poi si rilassa contro di lui, con un accenno di sorriso.
《Così è finita, uh?》chiede Dean piano, dopo un attimo, e Sam chiude gli occhi.《Così sembrerebbe》. Esita per un attimo, prima di staccarsi un attimo da lui per guardarlo negli occhi.《Mi dispiace che sia andata così, davvero. So che gli volevi -vuoi- bene》mormora infine.
L'altro non ricambia la sua occhiata, perso nel vuoto.《No, è...doveva andare così. Papà non ti avrebbe...non ci avrebbe mai accettati. E se per lui è stato così facile voltarci le spalle, allora si vede che non teneva poi così tanto a noi. Inoltre, anche tu gli volevi bene, dopo tutto》.
Le parole del fratello fanno male, perché ha ragione. In fondo al suo petto, dietro alla rabbia, alla delusione, al ricordo di minacce e litigi...Sam sente la sofferenza legata alla consapevolezza che potrebbe non rivedere più John, che li ha abbandonati, che non ha saputo amarli per quello che sono. Sbatte un paio di volte le palpebre, per allontanare le lacrime, e vede che anche Dean sta facendo lo stesso.
Tornano a stringersi, con forza stavolta, forse con un po' di disperazione. Loro due, Bobby, i Novak...sono loro la loro famiglia, ora.
《Eccoci qua》dice infatti il maggiore, quasi seguendo i suoi stessi pensieri《noi, Cass, Gabe...il team libero arbitrio. E meno male che c'è Bobby》.
Team libero arbitrio. A Sam piace quella definizione, è proprio adatta a loro. Alla fine stavano scappando, tutti e quattro, e sono finiti a combattere insieme per un po' di libertà. Il ragazzo sa che non conoscono i Novak da tanto, che le cose sono successe davvero in fretta, ma...non può neanche negare il legame intenso che si è stabilito tra di loro, forse perché, in fondo, sono tutti talmente incasinati che non possono fare altro che aiutarsi.
Dean si scosta da lui, e lo guarda con aria falsamente seria.《Allora, Sammy, tu e Gabriel? Mi devi dire qualcosa?》.
Sam gli tira un pugno sul braccio.《Sei proprio l'ultimo a poter parlare, ho visto il colore della tua faccia, ieri, quando Castiel ti ha preso per mano!》.
Dean arrossisce ancora una volta, quasi a voler sottolineare le sue parole.《D'accordo, touché. Quando è successo?》.
《Al parco. Poco dopo che Lucifer è scappato, eravamo sull'erba e-》.
《Wohoo, fermati! Non voglio sapere i dettagli, grazie mille. Va benissimo così. Niente sviolinate romantiche su quanto baci bene o su come la sua lingua sia calda, per favore》.
Questa volta è Sam a diventare rosso, ed entrambi scoppiano a ridere, dopo uno scambio di occhiate particolarmente imbarazzante.《Non-- vabbè. E voi?》.
Dean lo guarda solo per un istante, evidentemente imbarazzato, prima di iniziare a fissare con insistenza il soffitto.《Cos'è, un pigiama party?》.
《Beh, hai iniziato tu!》
《Puttana》.
《Cretino》.



Buonasera! Allora, devo confessare di essere indietrissimo con il capitolo 17. Ultimamente ho tanti pensieri, meno tempo libero, e temo di avere anche un po' un blocco. Spero davvero di ruscire a finire di scriverlo entro il weekend, se così non fosse lo caricherò non appena lo avrò terminato. Scusate :C

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Capitolo 17
*** Nothing To Lose ***


Castiel sorride timidamente a Dean, che è appoggiato contro il cancello della scuola. Proprio nel punto dove si sono incontrati la prima volta, settimane prima. Dopo un attimo di esitazione si stringono in un abbraccio, il più piccolo che si alza in punta di piedi a lasciargli un bacio sulla guancia.
L'altro sposta il peso da un piede all'altro -non si deve essere ancora abituato alle manifestazioni d'affetto in pubblico, nonostante tra loro due siano così limitate-, ma gli angoli della sua bocca si piegano all'insù.《Come sta Gabriel?》gli chiede, arruffandogli i capelli neri.
《Meglio. Questo pomeriggio va al lavoro, e domani dovrebbe tornare a scuola》spiega Castiel.
È passata ormai una settimana da quella sera, al parco, e il maggiore dei Novak si è ripreso in fretta, pur adottando ben volentieri la propria salute come scusa per saltare le lezioni.
Dean annuisce, facendo scorrere una mano sul suo braccio, e gli fa cenno di seguirlo mentre si avvia verso la scuola. 《Sam ne sarà felice. Anche se probabilmente lo saprà già, visto che ormai vive praticamente da voi》.
Cass ride, guardando verso di lui con i suoi occhioni blu. In effetti Sam ha passato parecchio tempo con Gabriel, in quei giorni -beh, a dirla tutta, ogni momento libero in pratica-, aiutandolo a riprendersi e a sconfiggere i brutti pensieri.
Non che loro due possano dire di essere stati poi così separati, con tutti i pomeriggi che hanno trascorso insieme. Da soli o con Bobby, che sta lavorando per ottenere la custodia legale. Castiel sta imparando a conoscerlo, e l'uomo sembra avere un debole per lui, nonostante il carattere burbero e scontroso.
Fianco a fianco, varcano il portone dell'istituto, diretti ai propri armadietti. È ancora presto, e non c'è quasi nessuno, la scuola ha aperto da pochi minuti.
In quel momento, due ragazzi si affiancano a loro, spingendoli dentro a un'ala vuota. Castiel non fatica a riconoscerli come Alastar ed Azazel, e il suo cuore inizia a battere frenetico, mentre Dean lo tiene dietro di sé. Nonostante questo, sembra relativamente tranquillo, a parte per un lieve solco tra le sopracciglia, che tradisce tutta la rabbia e la preoccupazione che, come Castiel, deve provare.
《Due contro due, ragazzi. Avete finalmente imparato cosa sia la lealtà, o pensavate su trovare Novak da solo?》scherza il Winchester, il tono serio e disinteressato. Il più piccolo ignora i suoi tentativi di tenerlo al sicuro e si sposta al suo fianco, anche solo per poter ammirare l'espressione fiera sul suo viso.
《Siete comunque in posizione di svantaggio, non penso che quella checca del tuo fidanzato sappia picchiare!》commenta Azazel, appoggiandosi contro la porta.
《L'ultima volta non sembravate pensare la stessa cosa》 mormora Castiel, stupendo persino se stesso, in riferimento alla pietra che ha scagliato contro Alastair, in quel vicolo.
Sembra un'eternità prima.
Tutta l'attenzione è concentrata su di lui, ora: nessuno, lui per primo, sembrava pensare che avrebbe preso parte nello scontro. Certo è che non lascerà di nuovo Dean da solo contro due persone, una volta sola è già troppo.
Il Winchester smette di fissarlo a bocca aperta, e si rivolge agli altri.《Sentite, qual'è il problema? Non potete lasciarci stare? Dove volete arrivare?》chiede, con un'espressione stanca.
《Non vogliamo arrivare proprio da nessuna parte, solo renderti la vita un inferno, Winchester. Ti aspettavi di essere lasciato in pace dopo che ci hai voltato le spalle?》lo apostrofa Azazel, muovendo un passo verso di loro.
《È stato mesi fa. E non potete biasimarmi, siete stati voi a nascondermi tutte quelle cose, e io ho scelto di andarmene non appena ho scoperto la verità. Se avessi avuto idea fin dall'inizio non avrei mai iniziato a frequentarvi》fa notare Dean.
Castiel assiste alla scena in silenzio, non sapendo bene cosa fare. Il cuore gli martella nel petto, nonostante la situazione sia relativamente sicura: sono a scuola e, anche se a quell'ora non c'è praticamente nessuno, non possono di certo permettersi di aggredirli, non senza il rischio che qualcuno li senta o venga a curiosare-. Cass è teso comunque: odia i conflitti, la paura, la prepotenza dei due. Gli ricordano Lucifer.
Lui lo ha visto ubriaco solo una volta, la sera in cui ha sentito Gabriel urlare. Ma la scena è stata...devastante. Ricorda fin troppo bene il dolore dello schiaffo, dove lo ha colpito, e la sua espressione folle...non può perdonarsi di non essersi accorto prima del suo stato, della sua dipendenza. Avrebbe potuto aiutare Gabe, o per lo meno fare il possibile. Anche perché quando il fratello lo ha lasciato uscire dalla stanza in cui lo aveva chiuso...era ridotto decisamente male, ma si è alzato dal pavimento, si è barricato dentro con lui, e lui...invece di aiutarlo, di farlo stendere, di cercare di sostenerlo ha avuto uno dei suoi stramaledetti attacchi di panico. Così Gabriel, che nemmeno si reggeva in piedi -ed era colpa sua, stava cercando di proteggere lui, ha dovuto rimettere insieme i propri pezzi per cercare di farlo calmare.
Castiel si odia per quello. Avrebbe dovuto essere il contrario. Avrebbe dovuto essere più forte, vincere i suoi problemi di ansia e aiutarlo.
Quindi quest'intera situazione lo mette decisamente a disagio, basta pensare a come ha reagito quando lo hanno attaccato nel vicolo. Ma è stufo di essere sempre quello da proteggere, perché da solo non ce la fa: vuole aiutare Dean con questa cosa, almeno una volta.
Alastair sbuffa una risata, avvicinandosi di un altro passo.《Com'è andata con papino, Dean-o? Ha cercato di farti tornare etero a suon di schiaffi?》domanda, con un sorriso crudele.
Sia Dean che Castiel si irrigidiscono, e il più grande è pericolosamente calmo, mentre muove un passo verso i due.《Oh, no, molto meglio, ragazzi. Se ne è andato: nuova città, nuova vita. E sapete cosa significa?》la sua voce si abbassa pericolosamente.《Significa che non ho più niente da perdere, e che se non vi levate dalle palle una volta per tutto andrò dritto dalla polizia, a parlare di quel vostro problemino di droga di qualche mese fa. Sono sicuro che saranno molto interessati, soprattutto dati i vostri precedenti. Non ho mai detto niente perché vi avevo giurato di non farlo, ma nemmeno voi siete stati molto leali, non è vero? Vi ho già minacciati una volta, vi ho avvertiti di stare lontani da me, da mio fratello, dal mio ragazzo -sì, è il mio ragazzo- e dai miei amici, e non lo avete fatto. È l'ultimo avvertimento》.
I due sembrano già più nervosi. Alastair fa un mezzo passo indietro, spingendolo via, mentre Azazel sputa sul pavimento, livido di rabbia.《Non oseresti, Winchester. Sei coinvolto anche tu》.
Castiel ha tutti i muscoli tesi, pronto a scattare in aiuto di Dean. Ma il Winchester non sembra avere problemi a gestire la situazione; anzi, scoppia a ridere.《E qui vi sbagliate. Non ho mai toccato quella roba, io. E sapete cosa? Se iniziassero un'indagine se ne renderebbero conto. E se anche uno di voi riuscisse ad incastrarmi in qualche modo...beh, ne varrebbe la pena comunque, credetemi. Ripeto che non ho niente da perdere》termina, prima di fare un gran sorriso.
È in quel momento che Azazel si getta contro di lui.
Senza quasi rendersene conto, Castiel scatta, parandosi di fronte a Dean. Vede la scena quasi al rallentatore: l'espressione rabbiosa del ragazzo, il pugno sollevato.
Per un attimo si sente estremamente orgoglioso di se stesso, per aver avuto il coraggio di fare quella mossa; poi viene colpito.
Ahia.


Gabriel si lascia scivolare il telefono in tasca con mani tremanti, e si passa le dita tra i capelli. Prende un respiro profondo, tentando di calmarsi, prima di decidersi a entrare da King of Hell -che razza di nome è, poi, per una pasticceria?-.
Dean lo ha appena chiamato, per informarlo che quella mattina Cass ha avuto una piccola collisione con un ragazzo a scuola, ma, nervoso com'è, non ha capito molto della faccenda. L'importante è che, a quanto pare, stia bene, occhio nero a parte, anche se la preoccupazione per quello che è successo non fa altro che agitarlo ancora di più. In ogni caso, non c'è niente che possa fare al momento per Castiel, e Dean è con lui, quindi cerca di non pensarci.
Saluta con un cenno Meg, l'altra impiegata del negozio, che gli risponde con uno sguardo preoccupato.《Che è successo alla tua faccia?》gli chiede.
Gabriel sfiora istintivamente uno dei lividi sul proprio viso, che sa essere ancora abbastanza visibili, e si sforza di sorridere in modo convincente.《Ho fatto a botte contro otto uomini. Ovviamente ho avuto la meglio io, ma ho lasciato che mi colpissero un paio di volte...giusto per dare loro soddisfazione!》.
La ragazza sbuffa, passando uno straccio sul bancone.《Come no. Senti, il capo ha detto che saresti tornato oggi dalla tua vacanza, e che ti sta aspettando sul retro. Sarà meglio che tu non lo faccia aspettare》gli consiglia.
A Gabriel si congela il sorriso sulla faccia, una botta di adrenalina mista a panico che lo colpisce in pieno, ma annuisce comunque.《Certo, hai ragione. Vado subito》. Si sfila la giacca, oltrepassando la collega per spostarsi sul retro. Si ferma a posare il cappotto nel suo armadietto, le mani che tremano mentre fa scattare la serratura, e appoggia per un attimo la fronte al metallo freddo, per prendere un paio di respiri profondi.
Va tutto bene. Di Samandriel (era questo il nome del ragazzo in prova?) non c'è traccia, per ora, e probabilmente è un buon segno. Andrà tutto bene.
Funzionerà.
Gabriel armeggia per un momento con il telefono, prima di infilarselo con cura nella tasca della felpa, come sempre di un paio di taglie in più del necessario. Esita ancora un momento, tamburellando con le dita contro la propria gamba, e poi si avvia verso l'ufficio di Crowley.
Respira lentamente, e si stampa in faccia un'espressione tranquilla, sorridente, prima dì bussare alla porta.
《Avanti!》la voce del proprio capo gli provoca un brivido, ma si forza ad entrare, richiudendo alle sue spalle.《Mi hanno detto che voleva vedermi》lo saluta con un cenno, cercando di apparire sicuro di sé e rilassato.
《Gabriel! Che piacere vederti. Certo, suppongo che la tua settimana di pausa sia terminata》.
Il ragazzo si schiarisce la voce.《Esatto》.
Fergus Crowley si alza dalla sedia girevole, iniziando a girare per la stanza a passi lenti. Non lo guarda in faccia, ma incrocia le mani dietro alla schiena, lanciandogli ogni tanto qualche occhiata di sottecchi. Infine sospira, scuotendo la testa.《Sei un bravo ragazzo, Novak. Devo ammettere che mi sarebbe dispiaciuto non dare una possibilità a Samandriel -sai, è il nipote di mia cugina, o qualcosa del genere. Ho dovuto lasciarlo almeno provare, ma...non posso nemmeno lasciarmi sfuggire un così bel ragazzo. Attiri le clienti, sai? Qualcuna ha chiesto di te, questa settimana》.
Gabriel deglutisce, ma si sforza di sorridere di nuovo.《Sì?》.
《Proprio così》annuisce Crowley, fermandosi finalmente. Il biondo evita per qualche momento il suo sguardo indagatore, ma poi si decide a ricambiarlo, mentre l'uomo si avvicina. A pochi centimetri da lui, solleva una mano a sfiorargli il labbro tagliato, inclinando il capo. Il ragazzo deve fare uno sforzo incredibile per impedirsi di spingerlo via.
《Cosa ti è successo?》.
《Una zuffa. A scuola》risponde prontamente, con un accenno di sorriso.
Il silenzio cala di nuovo, mentre si guardano negli occhi, prima che il più grande prenda di nuovo la parola.《Gabriel, Samandriel lavora duramente quanto te, ed è imparentato con me. Devi dimostrarmi di poter fare...di più di lui》.
"Cazzo. Fai qualcosa, muoviti".
Gli costa un'enorme fatica, ma si alza ad accostare le labbra all'orecchio del capo.《Come?》chiede, la voce leggermente roca per il nervosismo.
Le mani di Crowley scivolano sulla sua vita, e sorride.《Sei una persona intelligente, immagino che tu lo abbia capito a questo punto》.
"Non è abbastanza".
《Vuole che faccia sesso con lei, signore?》chiede con un sorriso vagamente malizioso, nonostante il terrore.
《Proprio così, ragazzo》conferma l'altro, prima di premersi contro di lui, e poco mi manca che Gabriel faccia un salto. Le immagini dei suoi incubi si rifanno vive, realistiche e minacciose.
《L-lo dica》.
Crowley si ferma, passando le dita sulla sua felpa.《Se accetterai, non ti licenzierò, se è questo di cui avevi bisogno》.
Gabriel fa un passo indietro, poi un altro, il cuore in gola. Si infila una mano in tasca, prendendo il telefono, e stoppa il programma.
Salvare.
Elemento salvato sulla memoria del telefono.
Inoltrare alla mail.
Elemento inoltrato.
Solleva lo sguardo dal dispositivo, per incrociare quello confuso di Crowley.
Gli mostra lo schermo del cellulare, fermo in modalità registrazione.《Non penso che mi licenzierà comunque. Ho registrato l'intera conversazione, e l'ho mandata a mio fratello. Se mi dovesse succedere qualcosa la porterà alla polizia》annuncia, pregando mentalmente che Castiel non decida davvero di aprire la propria mail. Non prima che lui possa scaricare il file sul proprio computer e cancellarlo dalla memoria dei messaggi, in modo che nessuno lo veda. Ha risolto la faccenda: non è necessario che Cass o Sam o Dean vengano a sapere della cosa.
L'espressione di Crowley è livida.《Tu...》
《Continuerò a lavorare per lei, proprio come prima. Lei non mi manderà via, e non si permetterà nemmeno di sfiorarmi. E voglio un aumento, capo》.



Holaa! Alla fine sono riuscita a caricarlo in tempo, ora c'è solo da vedere se ce la faccio anche con il prossimo capitolo, che devo ancora iniziare a scrivere, ugh. Scusate per la scena finale, so che era forse un pochino forte, ma ho messo il rating arancione apposta!
-Gaybe

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Capitolo 18
*** You Are Not Alone ***


Gabriel ignora totalemente l'ascensore -quella gabbia infernale- e inizia a salire le scale di casa, come suo solito. Va con calma: ha bisogno di ancora un attimo per pensare, prima di rientrare.
È andata...sorprendentemente bene. Non si aspettava che funzionasse davvero, in realtà, ma non aveva altre alternative che provare. Sa quanto ha rischiato: non solo la sua incolumità, ma anche il suo lavoro, che è la cosa più importante al momento. Crowley ha dato di matto, è vero. Non si aspettava diversamente, d'altronde: ha cercato di prendergli il telefono con la forza, e di certo non è stato difficile, date le condizioni fisiche attuali del ragazzo. Ma lo ha lasciato andare, alla fine: anche se avesse trovato e cancellato il file dal cellulare sarebbe rimasto quello che ha inviato alla mail.
Non ha avuto altra scelta che ascoltare le sue condizioni: evitare di licenziarlo o di molestatlo, e dargli un aumento.
Ora deve soltanto pregare che Castiel non abbia deciso di controllare le mail durante il pomeriggio.
Apre la porta di casa, i muscoli delle cosce che bruciano appena pr lo sforzo di salire i gradini, ed entra. Non si stupisce di trovare lì il Team Free Will, come hanno iniziato a chiamarsi da qualche giorno, al completo: Sam e Cas stanno studiando, abbarbicati in qualche modo sul piccolo tavolo della sala/cucina, mentre Dean è allungato sul divano, probabilmente davanti a Doctor Sexy, dato l'orario. Quel ragazzo ha un'ossessione malata per il programma. Lo saluta con un rapido grugnito, completamente perso dietro alla televisione.
《Buonasera, squadra!》esclama Gabriel, mollando in un angolo lo zaino. Anche gli altri due alzano lo sguardo dai libri per rivolgergli un rapido cenno, prima di tornare a concentrarsi sullo studio.
"Che accoglienza..." pensa Gabriel, buttando la giacca sull'attaccapanni traballante.
Si avvicina subito a Cas, sollevandogli appena il viso dagli appunti. Gli volta la faccia da una parte e dall'altra, in un gesto attento, osservandolo accuratamente: c'è un bel livido, in effetti, sul lato destro.
Gabriel fischia piano.《Ci hai messo su il ghiaccio?》
《Sì, a scuola》. Il ragazzo non lo guarda negli occhi, e il fratello aggrotta appena le sopracciglia.《Beh? Che è successo?》domanda.
La sigla finale di Doctor Sexy parte in sottofondo, e Dean spegne il televisore.《Merda》mormora《sapevo che non sarebbe sopravvissuta all'intervento》sospira, sicuramente riferendosi alla serie tv. Si gira sul divano, in modo da guardare verso gli altri tre, lo sguardo fin troppo serio. Gabriel incomincia a preoccuparsi che sia successo qualcosa di più grave di quello che gli ha comunicato al telefono.
《Abbiamo incontrato Alastair ed Azazel. Hanno fatto i cazzoni come al solito, e li abbiamo ricattati. Diciamo che conosco un paio di cose su di loro, e la prima volta che li ho minacciati di riportarle alla polizia non mi hanno preso sul serio. Ora lo hanno fatto, apparentemente》.
《E vi siete picchiati》.
《E hanno deciso di prendermi a pugni, ma Cassie si è messo di mezzo》conferma Dean, la voce priva di emozioni.《Dopo hanno deciso di filarsela, giusto per evitare di finire in presidenza dalla Abbadon per la terza volta in un mese, immagino》.
Gabriel annuisce, circospetto.《D'accordo. Tutto qui?》
《Sì》.
《Come stai?》chiede quindi a Castiel, che risponde con un laconico《bene》.
Sam stringe le labbra, ma continua ostinatamente a scribacchiare sul suo block notes. Non ha ancora detto una parola da quando è entrato, né lo ha degnato di uno sguardo.
Gabriel sospira. "E adesso che c'è?". Il silenzio regna nella stanza. Dean guarda il pavimento, Cas il libro, ma i suoi occhi sono fermi sulla stessa riga. Gabe fissa Sam, che non smette di prendere appunti con incredibile energia.
《D'accordo. Che avete tutti?》sbotta infine il maggiore dei Novak, sollevando le braccia per lasciarle ricadere contro i fianchi.
Sam impila i libri uno sopra l'altro con un gesto secco che lo fa sobbalzare, e tira fuori il portatile da sotto a un quaderno, aprendolo. Il portatile dei Novak, una delle poche cose che si sono portati via quando sono scappati di casa.
Gabriel si irrigidisce appena, mentre il ragazzo inizia a battere sulla tastiera come se gli avesse recato un qualche tipo di grave offesa. Gira il computer verso di lui.
La schermata è aperta sulle mail.
"Cazzo". In particolare, sull'ultima arrivata, risalente a poche ore prima, contenente soltanto un audio allegato.
Sam clicca play, manda avanti velocemente.
Gabriel. Che piacere vederti! Certo, suppongo che la tua settimana di pausa sia terminata.
Ancora avanti, mentre Gabriel fissa il pc, il cuore a mille.
Ho dovuto lasciarlo almeno provare, ma...non posso nemmeno lasciarmi sfuggire un così bel ragazzo. Attiri le clienti, sai?.
Avanti.
Samandriel lavora duramente quanto te, ed è imparentato con me. Devi dimostrarmi di poter fare...di più di lui.
Vuole che faccia sesso con lei, signore?.
Se accetterai, non ti licenzierò, se è questo di cui avevi bisogno.
《Basta così》Gabriel si schiarisce la voce, e chiude di scatto il computer, senza guardare nessuno in faccia.
Il silenzio è opprimente. La voce di Crowley torna a risuonare nella sua mente, ancora e ancora. Ha cercato di non pensarci per tutto il pomeriggio, ma ora rivede l'uomo a pochi centimetri da lui, che lo sfiora, e l'immagine si confonde con quella dei suoi incubi, e poi con quella di Lucifer, vicino, che lo colpisce.
《Gabriel》. La voce di Dean lo riscuote, riportandolo alla realtà; si rende conto di avere il respiro spezzato, lo sguardo perso nel vuoto.
"Cazzo" si ripete, perché non dovevano scoprirlo, Cass non usa mai il computer.
Soprattutto, si rende conto di non avere registrato l'ultima parte di conversazione, senza la quale probabilmente la registrazione deve sembrare tutta un flirting con il suo capo. Chissà cosa hanno pensato, chissà cosa ha creduto Sam. Ecco il perché della freddezza, delle risposte brusche.
《Io...non è come sembra》balbetta, e la frase sembra a lui stesso un cliché. Sa di non avere altra scelta se non raccontare la verità, ma non riesce a trovarne la forza. Non vuole fare la vittima, farli preoccupare, ma ormai il danno è fatto.
《Che roba è, Gabriel?》chiede Sam, fissando un punto imprecisato del pavimento. Se prima sembrava soltanto incazzato, ora i suoi occhi sono lucidi, in un'espressione ferita, delusa. Ed è molto peggio vederlo così, molto, molto peggio. Tanto che il ragazzo trova la forza di iniziare a parlare.《L'ho registrato oggi. L'ho mandato alla mail di Castiel per paura che il mio capo lo eliminasse dal mio telefono, e non avrei più avuto le prove...》si interrompe, spostando il peso da un piede all'altro, e si lascia cadere sull'unica sedia disponibile.
Si passa le dita tra i capelli, esausto.《Una settimana emmezzo fa lui ha, uh, iniziato a farmi capire di volere da me delle...cose. E poi ha preso in prova un altro ragazzo, e mi ha detto di prendermi qualche giorno per riflettere...mi ha fatto intendere che se non gli avessi dato quello che voleva avrei perso il lavoro. Così oggi ho tenuto acceso il registratore, e ho cercato di fargli dire qualcosa che provasse la sua colpevolezza, e gli ho detto che se non mi lascerà in pace o mi licenzierà porterò l'audio alla polizia. L'ho mandato alla mail di Cas perché so che non la controlla mai, non volevo lo scopriste in questo modo》butta fuori, d'un colpo solo, prima di rialzare lo sguardo verso Sam.《Davvero, non- l'ho fatto solo per incastrarlo. Ti giuro, Sam, non potrei mai-》.
《Gabriel》lo interrompe Sam.《Lo so, non ho...non ho mai pensato davvero che tu volessi tutto questo. Solo...perché non ce lo hai detto?》.
Il biondo si agita appena sulla sedia, agitato, ma sollevato da quello che gli ha detto l'altro.《Non...non volevo farvi preoccupare. È successo quando Cass è sparito, e poi vostro padre ha scoperto di noi, ed è arrivato Lucifer...》.
Castiel sospira, e abbassa lo sguardo.《Gabriel, devi smettere di fare l'eroe. Tra te e Dean non so chi sia peggio》.
Dean fa una faccia strana, ma non ribatte, così il più piccolo continua.《Non devi affrontare tutto da solo》.
Gabe inizia a dondolarsi sulla sedia, e stringe appena le labbra.《Lo so. Lo so》mormora, lo sguardo basso.
A sorpresa, sente la mano di Sam appoggiarsi sul suo ginocchio, e solleva gli occhi a incontrare i suoi, preoccupati.
《Stai bene?》gli chiede il moro, e Gabe esita, ripensando agli incubi che lo hanno tenuto sveglio la notte.
Castiel si alza, lanciando un'occhiata strana a Dean. Anche lui fa lo stesso, e si schiarisce la voce.《Uh, io e Cas andiamo di là》mormora, e Gabriel annuisce, grato che li stiano lasciando da soli.
I due si allontanano, il braccio di Dean intorno alla vita del più piccolo, e si chiudono la porta della camera alle spalle.
La mano di Sam raggiunge la sua, la stringe, i loro occhi tornano a cercarsi.《Vieni qui》mormora il moro, e i due si alzano, si avvicinano l'uno all'altro. Il più alto lo stringe, e lui seppellisce il viso nel suo petto, riconoscente di quel contatto.
《Avresti dovuto dirmelo, Gabe》.
《Lo so...mi dispiace. Scusami》.
《Non devi più affrontare tutto questo da solo》.
Gabriel resta in silenzio, premendo la fronte contro la sua spalla, il suo cuore che un po' accelera a quelle parole, perché sa che ha ragione, e gli viene voglia di piangere. Ha ragione. Sam ha ragione. È solo...non ci è abituato.
Si staccano piano, le mani del ragazzo che scivolano nelle sue, e Gabriel annuisce piano, prima di posare le labbra sulle sue.
In quel momento il suo telefono inzia a suonare, lo sente vibrare nella tasca posteriore dei pantaloni. Si separa dal moro con un sorriso di scuse, e lo tira fuori, dando una rapida occhiata al numero chiamante.

Lucifer.



Hola! Okay, lo so, sono in ritardissimo, di quasi una settimana. Sono un disastro, scusatemi cwc però ho già iniziato a scrivere il diciannovesimo (e penultimo...) capitolo, quindi spero di caricarlo in tempi decenti. Entro il prossimo weekend (non questo), per intenderci, anche se non posso garantire nulla! In ogni caso ho già tipo due o tre progetti in programma per quando Heat Of The Moment sarà finita, quindi non sparirò, promesso :3

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Capitolo 19
*** Will You Forgive Me ***


Gabriel si immobilizza, il cellulare che vibra tra le dita, il cuore che inizia a battere a mille.
《Che succede?》chiede Sam, di fianco a lui, lanciando una rapida occhiata al dispositivo.《Oh, merda. Chiamo Cas?》.
Gabriel annuisce, mentre l'altro corre a bussare alla porta; Cas e Dean escono immediatamente, ma quasi non li vede, pietrificato a fissare lo schermo.
《Hey, cosa-》Dean si interrompe non appena vede lo sguardo di Gabriel, e i tre si avvicinano.
《...Lucifer》sussurra Gabe, pallido, prima di premere il pulsante di risposta, e mettere il viva voce. La verità è che vorrebbe che gli altri non sentissero, vorrebbe proteggerli da tutto quello, ma dopo il discorso che hanno appena fatto...
《Fratellino. Sei tu?》la voce che esce dal telefono è roca, proprio come se la ricorda, stanca e strascicata. Deglutisce un paio di volte prima di rispondere.《Eh》.
C'è silenzio, di nuovo.《Non potete continuare a nascondervi, lo sai. Questa cittadina non è poi così grande》.
Castiel sussulta, a quelle parole, e Dean circonda la sua vita con un braccio. Sam torna a prenderlo per mano, mentre cerca la forza di rispondere, mentre tutto quello che vorrebbe è mettere giù.
《Cosa vuoi da noi, Lucifer?》chiede infine, ed è un miracolo che riesca a mantenere un tono di voce sufficientemente sicuro.
《Sei mio fratello, Gabe, e anche Cas lo è. Non...intendevo spaventarvi》.
Una specie di risata sfugge dalle labbra di Gabriel.《Non intendevi spaventarci? Ti presenti ubriaco marcio, dopo tutto quello che è successo, dopo mesi, e-》si interrompe, incapace di terminare la frase. Si sente troppo in imbarazzo, circondato dai suoi amici -dalla sua famiglia, si corregge mentalmente-, come se ammettere di essere stato picchiato voglia dire esporsi troppo, mostrarsi debole.
Un po' è così.
Ma Lucifer insiste.《E?》chiede, sfidandolo a continuare.
《Sai benissimo cos'è successo》.
《Gabriel, andiamo, non ero in m-》
《Non eri in te stesso?》chiede amaramente, e non ha bisogno di aggiungere altro.
《...Mi dispiace》.
Stavolta sussultano tutti e quattro. È la seconda volta che Lucifer lo dice, solo che stavolta sembra essere sobrio, almeno un po'.
《...》
《Sono serio. Noi dobbiamo...dobbiamo vederci, parlare di questa cosa》.
Gabriel si sente male. La rabbia e la paura vengono sostituite dalla debolezza, da quel senso di vuoto che gli ha lasciato Lucifer.
Si vogliono bene. In quel modo contorto, sbagliato, violento, si vogliono bene.
È questa la parte peggiore.
Gli altri tre notano la sua esitazione, e Sam scuote la testa con decisione. Castiel è pallido, e guarda alternativamente il fratello e il telefono.
"No, Lucifer. Basta".
《...Va...va bene》dice invece.
Dean chiude gli occhi, passandosi le dita nei capelli, e stringe le labbra. Cas non muove un muscolo.
《Da soli. È una cosa...una cosa nostra》.
《...Sì》.
《Dopodomani, al parco? Verso le sei?》
《Okay》mormora Gabriel, cercando di mostrarsi sicuro di sé.
Lucifer mette giù, e Gabe appoggia con mani tremanti il cellulare sul tavolo, a testa in giù.
Per un po' nessuno sembra dire una parola; Sam gli stringe appena la mano, Cas sta evidentemente trattenendo le lacrime, con Dean che lo stringe goffamente a sé. Gabriel lo guarda, incapace di dire una parola, ascoltando distrattamente il ticchettio dell'orologio.
《Michael》mormora infine, e tutto tornano a puntare gli occhi su di lui.《Chiamiamo Michael. Mio fratello. Stavolta deve crederci》.
Sam e Dean si guardano, evidentemente sorpresi, ma Cas annuisce.《Non abbiamo molto da perdere》.
《Siete sicuri?》chiede Dean, cercando gli occhi del compagno, che annuisce.《Facciamolo》.
Gabriel si muove di nuovo sulla sedia, esitante.《...Ora?》
Stavolta interviene Sam.《Non abbiamo molto tempo》mormora gentilmente.
《D'accordo》.
Un conto è dirlo, un altro è farlo. Non sente suo fratello da mesi e, nonostante gli manchi, è ancora profondamente deluso da lui, e arrabbiato. Aveva bisogno di lui -avevano bisogno di lui- e non c'è stato, né lui né Raphael. Non era legato a loro quanto a Lucifer e Cas, ma ha fatto comunque male, e lo ha costretto a scappare di casa.
《Gabriel》lo chiama piano Castiel.《Come fa Lucifer ad avere il tuo numero? Abbiamo cambiato contatto quando ce ne siamo andati》.
Gabriel si morde il labbro, desiderando, per l'ennesima volta, di scomparire.《L'altro giorno lo ho chiamato》confessa. Di nuovo, tutti e tre i ragazzi spostano lo sguardo su di lui, che si fa piccolo piccolo. Come spiegare perché? Come spiegare la nostalgia, il dolore, il modo in cui si è sentito in quel momento, tale da costringerlo a fare quella telefonata. Anche se ha messo giù dopo pochi squilli. Solo in casa, steso a letto, con tutto il corpo che pulsava per le botte e il viso di Lucifer che sussurrava "mi dispiace, Gabe, mi dispiace". Voleva solo sentire di nuovo la sua voce...ma si è costretto a riattaccare non appena ha risposto. Evidentemente deve aver capito che è stato lui a chiamarlo, in ogni caso, oppure non lo averebbe, un attimo prima, cercato a quel numero.
Il silenzio regna di nuovo, nessuno dice una parola, ma Gabriel non si sente giudicato, ora, si sente, in qualche modo, compreso. Questo gli dà la forza di riprendere in mano il cellulare, scorrere la rubrica fino al nome di Michael, premere la piccola cornetta verde. Ancora una volta è in vivavoce; il suo stomaco è stretto in una morsa dolorosa, e può vedere che anche Cas è nervoso. È cresciuto molto, in quelle ultime settimane: poco tempo prima ha quasi avuto un attacco di panico a causa dell'aggressione di Alastair e Azazel, mentre oggi...oggi li ha affrontati.
È così orgoglioso di lui.
《...Pronto?》la voce di Michael interrompe i suoi pensieri, e per un attimo riporta indietro tutti i ricordi della loro infanzia, prima che la loro famiglia venisse divisa, fatta a pezzi dalla morte di loro madre.《Michael》mormora piano, quasi con paura, e c'è un attimo di silenzio.
《Gabriel...? Sei- sei tu?》
《C'è...c'è anche Castiel》.
《Castiel...Dio, Gabriel, siete davvero voi? Ti prego, non riattaccare》.
《Mickey, è...siamo noi》interviene Castiel timidamente, tormentandosi le maniche della maglia.
《Cas...》sussurra Mickey, e sembra davvero incredulo.
《Mi dispiace così tanto, ragazzi. Io e Raph...siamo stati degli idioti, avremmo dovuto crederti, Gabriel. Non avete idea, quando ve ne siete andati...e poco dopo anche Lucifer, e ha lasciato la casa che era un disastro, noi-》.
《Aspetta, aspetta》lo interrompe Gabe. Sta succedendo tutto troppo in fretta: prima Lucifer, poi risentire Michael, e...si è davvero scusato? Pensava che avrebbe dovuto lottare una seconda volta per convincerlo che è tutto vero, invece...a quanto pare si è perso dei pezzi.《Cos'è successo?》
《Quando ve ne siete andati abbiamo capito che dicevi sul serio. Lo abbiamo scoperto giorni dopo, Lucifer non ci ha detto niente, e quando siamo tornati a casa per il weekend...lui sembrava sobrio, ma aveva un aspetto spaventoso. Ed era tutto sottosopra, ma non ci ha voluto dire niente...quella notte stessa è sparito, e abbiamo avuto la conferma definitiva che avevi ragione. Abbiamo anche trovato le bottiglie, erano nascoste ovunque, in posti che non avrei mai pensato di controllare. Ho così tante cose da dirvi, non potrò mai farmi perdonare...sono un idiota, mio fratello è stato picchiato per mesi, sotto al mio naso, e quando ha cercato il mio aiuto ho pensato a uno stipido scherzo. Mi dispiace così tanto》.
Gabriel è senza parole. Castiel sta piangendo in silenzio, completamente abbandonato contro Dean, e anche lui ha gli occhi lucidi, con Sam che gli accarezza piano il dorso della mano con il pollice.
Gli sta chiedendo scusa. È tutto ok.
《Io...Michael, dobbiamo vederci. Abbiamo bisogno del tuo aiuto》mormora infine, e i fratello risponde subito.《Sicuro. Dove siete?》
《Uh, ti mando un messaggio con il nostro indirizzo appena riattacco. Lucifer è qui》.
Stavolta l'altro rimane in silenzio per un attimo.《Vi ha trovati?》.
《Una settimana fa. Ci sta dando...parecchi problemi》.
《Cos'è successo?》chiede Michael, esistante.
Gabriel rimane in silenzio un secondo di troppo, perché è Castiel a rispondere.《Era ubriaco, ha aggredito Gabe al parco. E ci ha appena chiamati, ha...chiesto scusa per quello che ha fatto. Vuole incontrarci》mormora.
Lucifer ha...chiesto scusa?!》la voce del fratello maggiore non sarebbe potuta sembrare più sorpresa.《Ok, d'accordo. Non potere vedervi con lui da soli, però, è troppo pericoloso》.
Gabriel si schiarisce la voce.《È per questo che ti abbiamo chiamato. Abbiamo bisogno che tu e Raph veniate qua, entro, uh...dopo domani? Se nel frattempo non vi siete trasferiti sono quattro o cinque ore di macchina, penso》.
Tutti e quattro i ragazzi tacciono, ora. Sam e Dean si stanno guardando, sembrano sollevati; i Novak sono comunque tesi. Michael e Raphael sono sempre molto impegnati con il lavoro, ef è difficile che-
《Va bene. Mandami l'indirizzo, arriviamo》.
Gabriel riprende a respirare.《Io...d'accordo》.
Mickey sospira, dall'altra parte della cornetta.《Gabe, Cas...abbiamo così tante cose da dirci. Voglio che sappiate che mi dispiace, davvero. Mi sono comportato come uno stupido e non posso tornare indietro, né aspettarmi che mi perdoniate, ma-》.
Gabriel e Cas si guardano, e il più piccolo accena un sorriso, ma è il maggiore a interrompere Michael:《È tutto ok》.


《Sono i nostri fratelli, andrà tutto bene. Adesso che hanno capito come sono andate le cose veramente ci aiuteranno, ne sono sicuro. Lucifer non potrà fare niente con loro lì, risolveremo tutto. Stai tranquillo》mormora Gabriel, la voce vagamente incerta, mentre lotta senza risultati contro il nodo della cravatta blu di Cas. Le sue dita tremano appena, e impreca a mezza voce, strattonando un po' la stoffa, finché il più piccolo non si decide a fare un passo indietro, nel tentativo di sottrarsi dalla sua presa.《Mi sa che non sono io quello che deve stare tranquillo》fa notare con un piccolo sorriso.
Gabriel fa una faccia buffissima, e gonfia il petto.《Io sono calmo. È solo...stupida cravatta》sbotta, e sembra essere sul punto di aggiungere qualcosa, ma il campanello suona.
I due si guardano, e Cas sente una stretta di nervosismo allo stomaco. Sono mesi che non rivedono i loro fratelli, e ora non sembra quasi reale. Niente di quello che è successo negli ultimi giorni sembra reale.
Gabriel apre la porta.
Michael non sembra cambiato di molto, eccezion fatta per il volto un po' più scavato, stanco. Raphael, di fianco a lui, deve aver fatto qualcosa ai capelli; il nuovo taglio è squadrato, severo, poco sopra le spalle.
Nessuno si muove, ognuno intento a studiare gli altri, a confrontare i ricordi con quello che vedono ora. Chissà cosa pensano del livido sul viso di Cas, di quelli sul corpo di Gabriel.
Poi Michael fa un passo avanti, e saluta Gabe con un abbraccio. Il ragazzo esita un momento, rimane rigido, ma infine ricambia la stretta.
Raphael si avvicina a Castiel, gli sfiora il viso.《Ciao, piccolino》mormora, chiamandolo così per abitudine, come ha sempre fatto. Gli occhi di Cas si riempiono di lacrime mentre la stringe di getto, inspirando il suo profumo che sa di casa e famiglia.
È vero, Raph è ambiziosa, ed era sempre in competizione per spiccare agli occhi di papà, ma è sua sorella, e Castiel non ha mai dubitato dell'affetto tra loro, anche dopo che si sono rifiutati di credere a Gabriel.
Raphael si stacca, e ora è Michael a stritolarlo.《Mi siete mancati》sussurra, posandogli un bacio sulla fronte, e Cas sbatte gli occhi un paio di volte per scacciare le lacrime.《Anche voi ci siete mancati》confessa, la voce che trema appena, mentre il fratello si allontana di un paio di passi.
Gabriel muove la mano in direzione del divano, e apre la bocca per dire qualcosa, ma la voce sembra non voler uscire. Gli ospiti capiscono comunque, e si siedono; gli altri due si sistemano sulle serie traballanti, perfettamente consapevole di quanto poco accogliente debba sembrare l'ambiente ai loro occhi, così piccolo per quattro persone.
《Dobbiamo parlare》comuncia Michael, con un sorriso un po' malinconico, che sa di ricordi, scuse e speranze.



Hello! Ok, una settimana di ritardo, potete uccidermi. Scusate cwc In compenso il capitolo è decisamente più lungo del solito, e ho già iniziato a scrivere il prossimo (l'epilogo, sigh), che spero di caricare al più presto mica come questa volta. Grazie mille per la pazienza <3
-Gaybriel

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Capitolo 20
*** Epilogue ***


Gabriel si stringe nella felpa, rabbrividendo nella brezza fresca della sera. Controlla un'altra volta l'orologio: le sei.
Respira profondamente, con lentezza, nel tentativo di calmare il battito sel proprio cuore, la stretta che gli massacra lo stomaco. Ha voglia di vomitare, e se potesse si volterebbe subito, tornerebbe indietro, a chiudersi in casa.
Non dovrebbe avere paura. Dopo tutto, Michael, Raphael, Castiel, Sam, Dean...sono tutti lì, nascosti, pronti a intervenire al momento giusto. Eppure la sola idea di rivedere Lucifer lo fa tremare, gli riporta alla mente tutti i mesi passati. A maggior ragione ora, che la stoffa dei vestiti troppo grandi sfrega sui lividi giallastri sul suo corpo, ricordo di quello che è successo poco più di una settimana prima...in quello stesso punto.
"Andrà tutto bene". Le parole di Michael, il giorno precedente, risuonano a ripetizione nella sua testa, e lui si sforza di crederci. Anche se non si fida più di lui, né di Raphael -dopo quello che è successo, gli ci vorrà un po'-, sa che è la cosa giusta da fare, ma questo non la rende comunque più facile. Si sente come se stesse tradendo Lucifer, e in effetti è così...anche se non ha scelta, anche se è stato lui a cercarsela, anche se è per il bene di tutti loro.
Eccolo che compare, stavolta senza bottiglie in mano, sembrerebbe. Viene verso di lui, e il suo viso è ancora una volta scavato, stanco. Gabriel sente un moto di empatia verso di lui, e vorrebbe solo avvicinarsi a sostenerlo, o forse voltarsi e iniziare a correre. Entrambe le cose, in realtà. Perciò resta immobile, mentre il fratello si ferma davanti a lui.
《Gabe》lo chiama piano, e la sua voce è leggermente strascicata. Il ragazzo può sentire l'odore dell'alcool, mentre si infila le mani in tasca e lo saluta con un cenno.
《Siamo da soli?》chiede Lucifer, e l'altro annuisce, puntando lo sguardo per terra.《Sì. Volevi parlarmi?》
Il più grande esita, lo fissa come se non riuscisse a metterlo bene a fuoco. E non dice niente, non ancora, ma Gabriel aspetta, perché lo conosce e sa che ci metterà un attimo a trovare le parole. 《Come stai?》chiede infine, passandosi le dita tra i capelli corti.
《Saltiamo i preamboli, uh? Mi sembra una domanda scontata, Lucy》risponde, raccogliendo coraggio.
《Non mi parlare in quel modo》la voce di Lucifer è ruvida, brusca, ma Gabriel non si pente di quello che ha detto. Vuole arrivare al punto, non girarci attorno per tutta la sera. Ed è stufo di farsi mettere i piedi in testa da lui, a dirla tutta, nonostante tutto l'affetto che prova per l'altro.
《Senti, è stato-- non è colpa mia, tutto questo. Papà se ne è andato》.
《Non ha abbandonato solo te, ma mi sembra che nessun altro di noi sia diventato un alcolizzato》.
Teme di avere oltrepassato il limite, con questo, ma Lucifer guarda altrove.《È questo quello che sono, per te? Un...alcolizzato?》
《Non...per me. È...un dato di fatto. Persino adesso hai bevuto, guardati》. Cerca di apparire sprezzante, ma finisce con il sembrare più che altro deluso e preoccupato.
《Tu non hai idea di quello che ho passato》sibila il più grande, e il cuore di Gabe accelera immediatamente, nel timore che il fratello scatti. Sa di star osando troppo, ma non intende lasciarsi intimorire questa volta.
Lucifer continua.《Non hai idea di come sia tutto questo. La...dipendenza. È come...non posso fermarmi. Era un modo per spingere via il dolore, la perdita della mamma, la partenza di papà》adesso gli si è avvicinato, e parla velocemente, infilando una parola dietro l'altra, velocemente. Gabriel sa che è perché, se si fermasse a pensare a quello che sta dicendo, al modo in cui si sta aprendo, finirebbe per non dire più una parola.《Ed è diventato un altro peso, forse peggiore, che non posso sopportare, ma di cui non riesco nemmeno a liberarmi》il suo tono è rabbioso, aggressivo.
Si ferma per un attimo, guardandolo negli occhi, e all'improvviso sembra smarrito, perso.《...Ti ho fatto male. Così tante volte...e non potevo fermarmi, impedirlo. È stato l'alcool a farmelo fare, Gabriel, non potevo fare niente. Dover convivere con te, sapendo quello che ti stavo facendo...è stata la cosa peggiore》.
A un certo punto, non sa quale, Gabriel ha smesso di respirare. Si sente schiacciato da tutto quello che il fratello che gli ha detto, un fratello che non si è mai confidato con nessuno per non apparire debole, e da cui lui ha preso così tanto. Era il suo esempio, il suo eroe quando era più piccolo, e ora si sente di nuovo incredibimente vicino a lui, anche se a separarli c'è tutto quello che hanno passato. Ma tutta la rabbia che provava verso di lui è sparita, ora, lasciando solo un'incredibile tristezza per quello che lui e Lucifer hanno perso, per la famiglia che avrebbero potuto essere se la mamma non fosse morta e papà non li avesse abbandonati.《E ora sei tornato...》sussurra.
《E ora sono tornato》ripete l'altro, e ha gli occhi lucidi, arrossati, ma non permette alle lacrime di scorrere lungo le sue guance. Gabriel vorrebbe stringerlo, vorrebbe restare lì a parlare con lui, ma ha temporeggiato fin troppo. Il telefono vibra per un lungo secondo, nella sua tasca, e il ragazzo capisce che il tempo che aveva a disposizione con lui è finito.《Mi dispiace, Lucifer》mormora, e lo guarda per un lungo secondo, prima di tirare fuori il cellulare. Il messaggio è di Sam, come si aspettava.

|Text from: Sammy boo
>Gabe, mi dispiace, Michael chiede se possiamo intervenire. |


Gabriel digita un rapido ok e preme invio.
《Gabe, cosa...?》chiede Lucifer, confuso, ma il più piccolo non risponde. Si limita a ripetere《mi dispiace》, mentre Bobby, Michael, Raphael, Castiel, Dean e Sam escono finalmente allo scoperto, accompagnati da due agenti di polizia, amici del primo.
Lucifer si volta, e li vede. Si irrigidisce immediatamente, e fa un passo indietro, andando a sbattere contro Gabriel. Si guarda intorno, sembra un animale in trappola, ma non cerca di scappare, contrariamente a quanto il ragazzo si sarebbe aspettato.
Gli altri si fermano davanti a loro, ed è Raphael a parlare.《Lucifer》mormora, con un sorriso un po' freddo.
《Raph》. Lucifer sembra improvvisamente molto più stanco. A sorpresa, allunga una mano dietro di sé, a stringere quella di Gabriel. Il ragazzo rimane immobile per una manciata di secondi, sorpreso, ma alla fine ricambia la stretta, ricacciando indietro le lacrime.
《Questi uomini sono qui per portarti in una clinica di riabilitazione. Per farti disintossicare. Non intendo parlare con te quando sei in queste condizioni》il tono di Michael è duro, all'inizio, ma poi si ammorbidisce.《Vogliamo solo aiutarti》.
È tutto così veloce, ora. Mesi di incubi, e adesso, in una manciata di secondi, gli agenti prendono Lucifer con gentilezza per le spalle, senza una parola, e lui non prova nemmeno a combattere. Forse si rende conto di aver bisogno di quell'aiuto che aveva troppa paura di chiedere, o magari capisce che sarebbe inutile, o è solo stanco e ubriaco.
Michael va con loro.
Gabriel ha solo il tempo di incrociare un'ultima volta lo sguardo di suo fratello, e di sussurrare "ti perdono", prima che i due uomini spingano appena Lucifer in avanti.
È sicuro che lui lo abbia capito, lo vede nei suoi occhi.
E poi è tutto finito. Si aspettava di sentirsi sollevato, a questo punto, dopo tutto quello che Lucifer gli ha fatto, ma sente solo la stanchezza. Sam lo abbraccia, e lui si appoggia contro di lui, senza forze.


《Gabriel, giuro che se non chiudi la bocca finisce male!》
《Cassie, il tuo ragazzo mi ha appena detto di stare zitto! Fa' qualcosa!》
《Piantatela, ragazzi!》interviene Sam, spegnendo la luce della sala.
《Ehi, così come ci arrivo al divano, io?》si lamenta Gabriel, intento a togliere dal microonde l'ultima ciotola di pop corn.
《Alla cieca. Ora fa' silenzio, che è quasi finita la pubblicità!》risponde Dean, già comodo davanti alla tv in attesa del finale di stagione di Doctor Sexy.
《D'accordo, d'accordo! Cas, io fossi in te sarei geloso, si scalda così tanto solo quando si tratta del suo medico pref-ouch!》un cuscino lo colpisce in piena faccia, e finalmente si decide a tacere.
Castiel si lamenta a mezza voce -il fratello, nel tentativo di scavalcarlo nella semi oscurità, lo ha calpestato-, ma alla fine ognuno si sistema, Dean, Cas e Gabe sul divano, Sam seduto per terra, appoggiato alle gambe del compagno.
Sono passate tre settimane da quando Lucifer è stato portato dentro. Si sta riprendendo, piano piano; Gabriel non ha ancora trovato la forza di andare a vederlo, ma Michael, Raphael e Castiel sì. I più grandi vengono a trovarli regolarmente, ora, e danno loro una mano con l'affitto (Gabriel ha messo da parte l'orgoglio ed ha accettato, ma solo per poter dare a Cas una vita più comoda).
Crowley è ben lontano dal licenziarlo, nel tentativo di evitare una denuncia.
Anche Alastair, Azazel e la loro gang li lasciano in pace, dopo le minacce di Dean.
Di John Winchester non c'è traccia, ma nessuno sembra sentire particolarmente la sua mancanza.

La sigla iniziale di Doctor sexy parte, e Cas fa scivolare la propria mano in quella di Dean. Gabriel accarezza piano i capelli di Sam, che volta appena il capo per fargli un sorriso dei suoi.
Eccoli lì, tutti e quattro, intorno a una ciotola di pop corn, a guardare insieme la tv. I Winchester e i Novak...è così che deve essere avere una famiglia.



Uh, hello. Ancora non ci credo, l'ultimo capitolo...ho iniziato a scrivere Heat of the moment ad agosto, e ora è fine marzo. Mi ha accompagnata per così tanto tempo che è davvero difficile pensare che non sarà più così ;; sto già lavorando a un paio di lavori però, quindi spero avrete mie notizie il prima possibile!
Devo ammettere che non sono pienamente soddisfatta di questa storia. Sento che avrei potuto scriverla meglio, fare capitoli un po' più lunghi, non lo so, ma sono davvero felice di essere arrivata fino in fondo, onestamente non credevo che ce l'avrei fatta!
Vorrei chiedere scusa se questi ultimi capitoli sono arrivati un po' più lentamente. Mi sa che per le prossime storie aspetterò di aver scritto tutto prima di iniziare a pubblicare!
E, soprattutto, un enorme grazie a tutti quelli che mi hanno seguita fino a qui, un capitolo dopo l'altro. A chi ha messo nei preferiti o nelle seguite, a chi ha recensito con così tanta pazienza, ma anche a chi semplicemente la ha aperta ad ogni aggiornamento. Grazie mille, e un abbraccio...alla prossima storia <3
-TheyCallMeGaybriel

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