Future Fish

di lucy_tennant
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~Prologo~ ***
Capitolo 2: *** ~The beginning~ ***
Capitolo 3: *** ~Friends~ ***
Capitolo 4: *** ~Falling for you~ ***
Capitolo 5: *** ~Fear~ ***



Capitolo 1
*** ~Prologo~ ***


~Angolo Autrice~

Salve lettori! Grazie per aver aperto la mia storia e per aver anche solo pensato "toh, proviamo a leggerla" *^*
mi fate sentire importante hahahah
un avvertimento, prima di dare il via a questa demenzialità a livelli mai visti: la storia è il sequel di "I'm the Captain of the twelfth", quindi vi prego almeno di leggere l'epilogo di quella ff, così da capirne l'ambientazione ed i personaggi :3
grazie ancora
un bacione a tutti :*

Lucy








-Seriamente mamma, non riesco a capire il perché di questa tua decisione- dissi, con un tono di voce più pacato possibile.
-Oh, sono più che sicura che vivere per un po' nel mondo umano ti farà più che bene.... E poi avrai un'istruzione più completa- rispose lei, avvicinandosi a me e sorridendo.
Pur essendo mia madre riusciva a mettermi in soggezione, dall'alto della sua posizione di Comandante Generale delle brigate del Gotei 13.
-Ma perché non posso andare all'Accademia come tutti gli altri?!- protestai.
-Aki, Mizu e Noriko vanno già alla Karakura High School-.
-Grazie al cavolo, nessuno di loro è figlio di due shinigami, tra l'altro entrambi Capitani.... Per di più l'unico dei tre dotato di una forza spirituale consistente è Aki, che è un Quincy....-.
-Ce l'hai proprio a morte con Mizu, eh?- ridacchiò, prima di sistemarmi il colletto della camicia bianca e la cravatta rossa -Fatti accompagnare da tuo padre, ti lasciamo il negozio.... Non lo demolire, mi raccomando.... Sai benissimo quanto Kisuke ci tenga! Se hai bisogno, saremo a portata di una farfalla infernale.... Mi dispiace non poterti portare sulla Terra, ma in questo periodo ho un sacco di impegni fra reclutamenti e problemi tra Brigate che non ho il tempo neanche di respirare....-.
La nostra conversazione venne interrotta da un messaggero inviato dal Capo dell'Istituto di Ricerca e Sviluppo.
-Mi spiace disturbare la sua conversazione, Comandante, ma il Signor Kurotsuchi vuole informarla del fatto che ha riscontrato l'ennesima anomalia- disse l'uomo.
-Come puoi vedere....- sbuffò, prima di rivolgersi allo shinigami appena arrivato -Arrivo subito, avvisa il Capitano Urahara che sua moglie ci terrebbe a vederlo fuori da quel laboratorio per accompagnare il figlio sulla Terra-.
Poi mi guardò di nuovo, dandomi un bacio sulla fronte.
-La divisa scolastica ti dona, sai?- chiese, prima di sparire assieme al messaggero, usando lo shunpo.
Sospirai, aspettando mio padre, che non tardò a presentarsi, chiaramente coi capelli incasinati, l'haori al contrario ed una pallina arancione in mano.
-Vedo che sei già entrato nel gigai nuovo che ti ho costruito- esordì - Come ti sembra?-.
Mi stiracchiai prima di rispondere.
-Perfetto come al solito-.
Mi girò attorno, dando un'ultima controllata alla sua creazione.
-Fantastico, mi è uscito proprio bene.... Comunque, tornando a cose serie!- mi lanciò un mazzo di chiavi, che presi al volo -Sono quelle del negozio, trattalo bene....-.
Sorrisi.
-Grazie papà-.
-Mo' vai.... E, se tua madre chiede qualcosa, io ti ho accompagnato sulla Terra e non mi sono ASSOLUTAMENTE rinchiuso di nuovo dentro al laboratorio. Okay?-.
Ridemmo.
-Decisamente- risposi, aprendo un passaggio per il mondo umano ed entrandovici, salutando con la mano il genitore.
Dalla parte opposta del portale mi attendeva l'Urahara Shoten.
Era esattamente come l'ultima volta che l'avevo visto: negli ultimi sei anni non era cambiato affatto.... Anzi, oserei dire, negli ultimi 130 anni non aveva subito praticamente alcuna modifica....
Aprii la porta scorrevole all'entrata, al di là della quale Tessai stava dando una spazzata per terra.
Era rimasto l'unico che ancora viveva lì, Jinta e Ururu frequentavano entrambi l'università ed erano alla ricerca di un lavoro che avrebbe soddisfatto le loro aspettative.
-'Giorno Tessai- borbottai, passandogli accanto e tirando dritto per la camera dei miei.
-Buon giorno signorino-.
La conversazione non durò a lungo visto che mi rinchiusi immediatamente nella stanza che avevo acquisito.
Mi sdraiai sul futon, lanciando la valigia in un angolo e sbuffando.
L'indomani ci sarebbe stato il mio primo giorno di scuola, al contrario dei miei amici, Aki, Noriko e Mizu, che frequentavano già la Karakura High School da quasi un anno.
Uscii dal gigai e posai la asauchi accanto al giaciglio, sdraiandomi e guardandola sbuffando.
Non ero ancora riuscito a sentire la sua voce: non mi aveva ancora detto neanche la minima parola.
Prevedevo che sarebbe stato un lungo cammino quello che mi avrebbe portato allo shikai ed alla fine, al bankai.
Mi addormentai poco dopo con il sorriso stampato sulla faccia, sognando una spada figa, con un rilascio altrettanto stupendo e degli attacchi da lasciare senza fiato.

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Capitolo 2
*** ~The beginning~ ***


Capitolo 1

The beginning







-Signorino Urahara! Si alzi! È tardissimo!- esclamò una voce maschile.
Una luce si diffuse in tutta la stanza e mi colpì dritto in faccia.
Mi rigirai nel futon, rannicchiandomi e coprendomi completamente, mentre facevo dei versi simili a quelli di un animale che sta per morire.
-Sono le 8.00!- continuò l'uomo, cercando disperatamente di tirarmi giù dal letto.
Furono quelle le paroline famose che mi convinsero a guizzare fuori dal giaciglio, per entrare nel gigai, vestirmi in fretta e furia ed uscire di corsa, mugugnando un "Grazie Tessai!", mangiando un panino al volo.
Raggiunsi la stazione più vicina, dove presi per un soffio il treno che mi avrebbe portato dal quartiere di Mitsumiya, dove era situato l'Urahara Shoten, sino a quello di Gakuenchou, sede della Karakura High School.
Non pensai ad usare lo shunpo, per prima cosa perché mi trovavo in un quartiere densamente abitato e sparire da lì sarebbe stato problematico, soprattutto al mattino presto, per seconda cosa perché utilizzarlo mentre ero nel gigai mi stancava parecchio.
Una volta sul mezzo mi piegai, per riprendere fiato, prima di trovare un posto accanto a due ragazzi che indossavano la mia solita divisa.
-Nagisa! Facciamo sempre tardi per colpa tua!- si lamentò uno di loro, rimbrottando il compagno.
-Non avevo ancora fatto colazione e volevo mangiare!- rispose l'altro, cercando di discolparsi.
-Se non passassi così tanto tempo davanti alle vetrine dei negozi di dolciumi, probabilmente riusciremmo a prendere il treno prima e ad arrivare ad un orario decente....-.
Sbuffò, sistemandosi meglio sul seggiolino e guardando fuori.
Erano le 8.30, dieci minuti dopo avrebbero aperto le porte della scuola ed io ero ancora a quattro fermate di distanza, più i venti metri che avrei dovuto percorrere a piedi.
Primo giorno iniziato bene direi.... 
Decisi di guardare meglio i due ragazzi che avevo accanto.
Il primo era piuttosto alto, coi capelli blu scuro, gli occhi del medesimo colore, il fisico atletico ed un paio d'occhiali con montatura rossa.
L'altro, a confronto dell'amico, era ben più minuto; aveva corti capelli biondi ed occhi di un colore quasi fucsia.
Sospirai, tornando a guardare l'orologio e sperando che, così facendo, sarei riuscito a far scorrere le lancette più lentamente.
-Anche tu sei della classe 1-2?- domandò tutt'a un tratto il ragazzo più basso.
Ci misi un po' prima di capire che stava parlando con me.
-Eh? Non lo so.... Dovrei essere nella solita di Mizu Jaegerjacquez e Aki Granz- risposi -Mi sono trasferito oggi....-.
-Allora sei con Haru chan e Mako chan! Comunque molto piacere, sono Nagisa Hazuki- si presentò, porgendomi la mano -E lui è Rei Ryugazaki-.
L'altro mi accennò un saluto col capo.
-Io sono Fuyuko Urahara- borbottai, cercando di pronunciare il mio nome il più piano possibile.
-Non ci credo- esclamò, guardandomi con occhi sognanti -Anche tu con un nome da ragazza!-.
-È una tragedia....- mormorai.
Lui rise.
-Dovresti entrare a far parte del nostro club di nuoto! Lì abbiamo tutti una cosa in comune: siamo ragazzi con nomi femminili-.
Rabbrividii.
-Non lo so.... Devo ancora decidere se unirmi ad un club....-.
-Daiiiiii!!!! Questo è il destino! Anche Rei chan non voleva unirsi ed ora fa parte della nostra squadra!-.
-Urahara san, ti sei andato a cacciare in un guaio serio.... Adesso Nagisa non ti lascerà più andare e ti costringerà ad entrare nel nostro club- intervenì l'altro.
-Rei chan! Non dire così: lo spaventi e poi non viene più a nuotare con noi!- protestò il biondo -Sei proprio Reitardato!-.
-Ehi! Smettila di storpiare il mio nome così!-.
Ed iniziarono a battibeccare come una vecchia coppia sposata.
Risi.
Mi ricordavano tanto mia madre e mio padre.
-Da che scuola vieni??- riprese il biondo.
-Un'accademia poco famosa.... Dubito che tu ne conosca il nome....-.
-Potresti dirmelo, magari so dov'è!-.
Strinsi i denti.
Cosa gli avrei risposto?
"Sono uno shinigami, vengo dalla Soul Society.... Per qualche strana idea di mia madre, mi sono dovuto trasferire sulla Terra e quindi frequento il liceo qui"
No, quella non sarebbe andata per niente bene....
Venni salvato dalle parole di un ragazzo che conoscevo da parecchio.
-Fuyuko! Cosa diamine ci fai qui?!-.
Guardai il nuovo arrivato.
-Aki!- esclamai, scattando in piedi ed abbracciandolo.
-Oi! Quanto tempo! Perché hai la divisa della Karakura High School? Il Comandante Generale ti ha cacciato dal Seireitei perché si era scocciata di vederti poltrire col Capitano dell'Ottava?-.
-In pratica sì.... Era divertente però: Kyoraku è a dir poco fantastico-.
Rise.
-Quando la signorina Ukitake comanda....-.
-Si obbedisce.... Sempre-.
-Strano però, credevo avresti frequentato la Shin'o-.
-Anch'io....- sbuffai -Ma mia madre: "Non serve l'accademia per fare di te un buon shinigami, io non l'ho frequentata e guarda dove sono arrivata!"....-.
-Anche Sosuke dice che non serve, dopotutto ti insegnano solo le cose basilari.... E poi hai già un'asauchi, no? Non devi neanche fartela dare dalla scuola.... Per di più con le conoscenze dei tuoi, non credo proprio avrai dei problemi-.
Dal momento che i due umani che avevo appena conosciuto ci stavano guardando con aria sempre più confusa, decidemmo di cambiare discorso.
Tornai a sedermi al mio posto, abbozzando un sorriso e grattandomi la testa.
-Beh.... Aki.... Loro sono Nagisa Hazuki e Rei Ryugazaki.... Prendono.... Il nostro stesso treno....- balbettai, nel panico più totale, pensando che potessero aver capito qualcosa.
-Molto piacere, sono Aki Granz- e sorrise, continuando tranquillamente il discorso, come se non ci avessero sentiti parlare poco prima -Se non sbaglio voi dovete essere i compagni di club di Nanase e Tachibana-.
Gli occhi del biondo si illuminarono.
Presero a parlare col mio amico d'infanzia come se si conoscessero da una vita.
Maledetta calma placida dei quincy e la loro capacità di stringere amicizia....
Controllai ancora una volta l'orologio.
8.42....
Una manciata di minuti dopo il treno fece la sua ultima fermata, quella vicina alla Karakura High School.
Ancora 20 metri da percorrere a piedi e sarei arrivato.
Scesi di corsa dal treno e mi fermai in un'area appartata.
-Non vorrai usare lo shunpo?- mi riprese Aki, ridacchiando.
-Perché, tu non usi l'hirenkyaku quando sei in ritardo?- ribattei, sistemandomi la giacca.
Fece una smorfia.
-Sono un paio di metri....-.
-Sto perdendo tempo-.
Corsi via, arrivando a scuola in pochi secondi; avevano appena aperto i cancelli ed una fiumara di ragazzi stava entrando.
Diedi una prima occhiata al complesso grigio che mi si presentava di fronte.
Era una struttura parecchio nuova, circondata da campi di atletica, di calcio, baseball e perfino una piscina all'aperto, ora vuota.
Vi era un ampio giardino ricolmo di alberi il cui tipo era difficile da indovinare dal momento che, essendo autunno, la bella chioma smeraldo era caduta, coprendo il terreno di foglie arancioni e gialle.
Mi strinsi nel giubbotto, cercando l'entrata e sparendo nella segreteria.
Venni accompagnato in classe da una bidella.
Una volta nell'aula vidi Aki e mi ci sedetti accanto, in terza fila, cacciando nella cartella le piantine della scuola ed i vari piani d'emergenza che la segretaria mi aveva dato.
Mancava Mizu.
Entrò la coordinatrice, l'insegnante di lettere, ed iniziò a fare l'appello.
Aveva capelli corti color nocciola e due grandi occhi di cui non riuscii a distinguere il colore, essendo troppo lontana da me.
Come previsto, quando arrivò il mio nome, fece una brevissima presentazione di me, sbagliando completamente il mio sesso.
-Alunni, abbiamo una nuova ragazza in classe: Fuyuko Urahara, si è trasferita giusto oggi da una prestigiosa accademia inglese, spero riuscirete a stringere amicizia velocemente con lei, facendola sentire a suo agio- disse.
-Signorina Amakata, Fuyuko è un ragazzo!- la interruppe il mio vicino di banco, facendo suscitare le risatine dell'intera classe.
La donna arrossì, portandosi la mano davanti al viso.
-Scusami Fuyuko san! Sai, il tuo nome.... Scusami davvero!- cercò di rimediare.
-Tutto apposto- risposi, sorridendo -Nessun problema.... Succede spesso-.
La lezione iniziò e lei partì a spiegare concetti della letteratura giapponese che io avevo già imparato con mio nonno anni prima.
Passai tutto il tempo a scarabocchiare su un foglio, disegnando anche la collina della Sokyoku.
-Begli appunti- commentò Aki.
-So già questa roba, per me è una perdita di tempo- bisbigliai.
-Nonno Ukitake ti ha insegnato qualcosina?-.
-Esatto-.
-Hai già trovato qualcuna carina in classe?-.
-Le ragazze non mi interessano-.
-Uh! Gay anche tu?-.
Strabuzzai gli occhi.
-Sei gay?!-.
La nostra conversazione venne prontamente interrotta dalle parole dell'insegnante.
-Urahara, Granz.... Spero steste discutendo dell'importanza di questo kanji nel penultimo versetto che abbiamo letto-.
-Certo signorina Amakata, l'autore ha voluto scriverlo in quel modo proprio per dare più enfasi alla frase ed incalzare meglio il versetto successivo- risposi prontamente.
Lei sembrò convinta del mio discorso, per cui tornò a spiegare.
-Allora?! Ti vuoi degnare di rispondermi?!- sbottai, cercando di mantenere il tono della voce il più basso possibile.
-Dai Fuyu.... Cosa ti aspettavi?! La cosa ti infastidisce?-.
-Assolutamente no-.
-E allora basta.... Dimmi di te piuttosto.... È un po' che non ci vediamo-.
-Quattro anni.... Da quando ti sei trasferito sulla Terra coi tuoi-.
-Avevano entrambi deciso di farmi studiare qui-.
-Lo so.... A mia madre invece si è accesa la lampadina solo questa settimana-.
Ridacchiò sotto i baffi.
-Ti va di pranzare insieme dopo? Magari andiamo sul tetto-.
-Volentieri!-.
-Fuyu, un'ultima cosa-.
-Dimmi-.
-Non trovi che quel ragazzo coi capelli scuri e gli occhi azzurri seduto in fondo alla classe sia carino??-.
Sbuffai, girandomi e guardando di sfuggita la persona che mi aveva indicato il mio amico.
-Non lo so Aki.... Non mi intendo di queste cose....- sospirai, tornando a guardare la lavagna.
Le seguenti quattro ore mi parvero interminabili.
Inutile dire che anche le professoresse di algebra e di musica mi scambiarono per una donna....
Durante la pausa pranzo venni trascinato sul tetto dal mio amico quincy.
Aprii il bento e ci trovai di tutto, a partire dalle omelette fino ad arrivare agli onigiri.
Tessai mi aveva preparato una marea di cose.
Iniziai a mangiare, seduto a terra e con la schiena appoggiata alla ringhiera.
-Non mi hai ancora risposto- fece Aki, dopo qualche minuto.
-A cosa?-.
-Sei gay?-.
-Non vedo perché dovrei.... Domandare è lecito, ma rispondere è solo cortesia- borbottai, divorando due maki.
-Perché siamo migliori amici forse?-.
Sbuffai.
-Non lo so, non mi sono mai trovato in una situazione simile.... Quindi non lo so! Contento?-.
-Decisamente! Altra domanda.... Avresti preferito andare all'Accademia?-.
-....sì, avrei imparato un sacco di cose utili per il mio lavoro.... Sarei riuscito a rilasciare la mia Zanpakuto e a lanciare degli incantesimi di kido-.
-Quelle sono tutte cose che si imparano fuori dalla Shin'o-.
-Cosa ne sai tu.... Sei un quincy- lo pizzicai.
-Ho vissuto qualche anno nella Soul Society anch'io.... E comunque noi quincy siamo molto più forti ed intelligenti di voi shinigami-.
-Sì, nel frattempo però la guerra l'abbiamo vinta noi....-.
Ridemmo.
-Oh, ci sono i tuoi amici di stamattina e due nostri compagni- notò.
Squadrò quattro ragazzi dietro di noi, dei quali riconobbi subito Nagisa e Rei.
Il biondo mi salutò sbracciando, prima di corrermi incontro e fermarsi accanto a me.
-Fuyuko!- esclamò.
-Shh! Non lo urlare!- lo ripresi, posandogli una mano sulla bocca.
Rise.
-Anche tu ti vergogni? Proprio come Haru chan! Perciò, d'ora in poi ti chiamerò Fuyu chan!-.
-Ha....Hazuki san! Ci conosciamo a malapena da cinque ore!-.
-Ma siamo amici, no? E poi condividiamo la stessa disgrazia-.
Altra risata.
Mi stupiva come riuscisse ad essere così spensierato ed amichevole.
-Mangi con noi, Fuyu chan?- chiese, sorridendo -Naturalmente può venire anche il tuo amico-.
Annuii, prima che il nuotatore andasse a chiamare i suoi compagni di club e li invitasse a sedersi accanto a noi.
Lanciai uno sguardo i due ragazzi che erano nella mia stessa classe.
Uno era quello che mi aveva indicato il figlio dell'espada durante la lezione di letteratura, un ragazzo alto con gli occhi azzurri ed i capelli scuri, che pareva molto silenzioso e calmo.
L'altro invece era più alto e con un fisico più atletico, occhi verdi, capelli oliva e la bocca curva un un grosso sorriso, a differenza del compagno.
-Piacere di conoscerti, Urahara san- disse proprio quest'ultimo.
-Tu sei.... Tachibana....? E lui Nanase.... Se non erro-.
-Perfetto! Puoi chiamarmi Makoto-.
Lo guardai con occhi spalancati, quasi avessi visto un fantasma.
Quel ragazzo aveva energia spirituale da vendere.
Fortunatamente il biondo si frappose fra i nostri sguardi, saltellando.
-Mako chan! Haru chan! Facciamolo entrare nel nostro club!! Ha anche un nome da ragazza, è perfetto! Proprio come Rei chan!- propose poi.
-Basta che gli piaccia l'acqua- borbottò il più taciturno, mangiucchiando del pesce.
Incrociò i miei occhi per un secondo, prima di abbassare il capo e fermarsi a guardare il proprio bento.
-Erm.... Io.... Non sono ancora nemmeno sicuro di voler entrare a far parte di un club.... Dopotutto siamo quasi alla fine dell'anno....- balbettai -Aki, tu verresti con me....?-.
-Io faccio già parte di quello di atletica- rispose l'altro.
-Daiiiii!! Fuyu chan!! Sai nuotare?- chiese Nagisa.
-Beh....più o meno....- mormorai.
-E allora basta! Pensa, la prima volta che si è tuffato in una piscina, Rei, è quasi affogato!-.
-NAGISA!!!!- urlò l'altro, tappandogli la bocca.
Tutti scoppiammo a ridere.
Proprio in quel momento Aki assunse un'aria preoccupata.
Mi guardò dritto negli occhi e mi fece capire cosa aveva percepito.
Affinai i sensi e la sentii anch'io....
-Non posso andare io ad uccidere quell'hollow.... Sono passati solo 18 anni.... Non voglio correre rischi- sussurrò -E poi sono molto più visibile di te-.
Sbuffai.
-E va bene.... Dammi dieci minuti al massimo-.
Ingoiai un gikongan e separai l'anima dal corpo, ritornando ad essere uno shinigami a tutti gli effetti.
-Non fare nulla di strano, torno tra poco- ordinai alla pillola che ora stava al mio posto.
Mi voltai e vidi il viso pallido di Makoto, che mi stava indicando con mano tremante.
-Tu.... Tu....- balbettò, sgranando gli occhi.
-Oh santo cielo- esclamai -Aki che cazzo faccio?! Mi può vedere-.
-Tiragli un colpo in testa- rispose il quincy, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Granz san, con chi stai parlando?- domandò Rei.
-Conversazione tra me e me....-.
-NON POSSO TIRARGLI UN COLPO IN TESTA!- gridai, in preda alla disperazione -GUARDALO! VOGLIO DIRE!-.
Ed indicai il ragazzo, sempre più scioccato, che avevo di fronte.
-Se non lo fai, lo avveleno e risolviamo la questione una volta per tutte-.
-Sei uno psicopatico!!-.
Guardai Tachibana, completamente disorientato e spaventato a morte.
-Mako chan? Che succede?- chiese Nagisa, dandogli uno scossone.
-Bello forte Fuyuko, altrimenti è peggio- borbottò il figlio dell'ex octava espada.
Stropicciai gli occhi, prima di dare un colpo secco al capo del nuotatore, con il fodero della spada.
Il ragazzo cadde in avanti, ma venne prontamente preso da un suo amico, evitando così che prendesse una rovinosa facciata a terra.
-Makoto!- disse preoccupato Nanase.
Lo guardai con un briciolo di paura e con tantissimo senso di colpa.
-L'hollow- canticchiò Aki, chiudendo gli occhi e muovendo la propria mano sinistra nell'aria, a disegnare cerchi.
-Giusto! Occupati di lui- ordinai, correndo nella direzione della reiatsu.
Accanto all'anima malvagia trovai una ragazza, intenta a combattere contro di essa.
-Vattene, ti farai solo del male!- le urlai.
Lei mi corse accanto, sfruttando il passo lampo.
Fu allora che la squadrai meglio.
Alquanto bassina, con i capelli rossi, gli occhi azzurri ed una maschera che le copriva il capo e l'occhio sinistro.
Perché LEI?!
Perché ?!
Perché IN QUEL MOMENTO?!
-Tu!- esclamai, puntandola con l'indice.
-TU!- ripeté lei, facendo la stessa cosa e guardandomi male.
-Cosa ci fai qui?! Perché non sei a scuola?!-.
-Potrei chiederti la solita identica cosa!-.
-Proteggo la città dagli hollow, cosa sennò?!-.
-E, secondo il tuo genio, io cosa sto facendo?!-.
-Ma tu sei mezza hollow!-.
-E tu sei cretino! A ognuno il proprio problema! Anche se devo dire che il tuo è ben più grave-.
Dio, quant'era acida....
Proprio in quel momento l'adjuchas distrusse un'altalena del parco giochi in cui eravamo.
Mi lanciai su di lui, brandendo la spada e tagliandogli il cranio a metà, cosicché potessi purificarlo.
-Non dovresti fare la finta Dea della Morte in giro, potresti combinare dei casini ed interrompere il flusso di anime! Non sei una shinigami!-.
-La vuoi smettere con queste idiozie?! Mia madre la è, quindi ho ereditato anche i suoi di poteri! E poi si può sapere perché ti ho sempre tra i piedi?!-.
-Casomai sei tu che sei sempre in mezzo come un cespo di prezzemolo! Ti trovo ovunque vada! Strano che stamattina non fossi in classe a rompermi le palle-.
-Stavo poco bene-.
-E una che sta poco bene si lancia in un combattimento corpo a corpo con un adjuchas?!-.
-Sei uguale identico a tua madre, sempre a rimbrottare qualunque cosa-.
-E tu a tuo padre, sempre a combinar casini-.
-Alla fine quello più calmo sono io- si intromise nella conversazione una voce ben nota.
-Ci mancava solo il quincy psicopatico- sbuffò lei -Io me ne vado-.
Col suo sonido scomparve dai nostri occhi.
-Ma tu non dovevi essere a scuola per accertarti delle condizioni di Makoto?! Piuttosto, come sta?- domandai.
-Bene, gli hai solamente quasi causato un trauma cranico.... Gli ho messo nell'acqua una pastiglia che ha inventato mio padre.... Domani starà meglio-.
-Solamente.... Ti prego.... Dimmi che con "tuo padre" intendi Uryu Ishida....-.
-Certo che no-.
Sorrise compiaciuto.
-....credo che il club di nuoto abbia appena perso un proprio componente....-.
Lui mi tirò una pacca dietro la nuca.
-Mi stai facendo parlare da solo, torniamo in classe.... Tra parentesi, la pausa pranzo finisce tra quindici minuti-.
-Uffa, mi tocca mangiare di corsa-.
-Dovresti passare in infermeria, quel ragazzo ha bisogno di un bel lavaggio del cervello-.
-Cazzo è vero.... Però il congegno della cancellazione della memoria ce l'ho a casa!-.
-Vallo a prendere, qual è il problema?-.
-Ho capito....- dissi, con tono sconsolato -Oggi non mangio-.
-Non avresti mangiato comunque, l'anima che hai lasciato nel tuo gigai si è divorata l'intero bento-.
-Ma porca miseria! Lo lascio solo un momento e non rimane neanche un po' del MIO pranzo-.
Mi accompagnò all'Urahara shop, dove recuperammo l'aggeggio per cancellare i ricordi.
Tornammo a scuola e facemmo un passo fino in infermeria.
Rientrai nel corpo materiale ed infilai il gikongan in tasca, promettendogli che avremmo fatto i conti più tardi.
-Come sta....?- chiesi a Rei, cercando di assumere l'aria più preoccupata che potevo.
Grazie a dio c'erano anche gli altri lì.
-Si è appena ripreso.... Fa discorsi confusi, dice di aver visto te con degli hakama neri ed una katana, grazie alla quale lo hai colpito-.
Mi grattai il capo, abbozzando un sorriso sghembo.
-Io?! Hakama neri? Nah.... E poi non ho so maneggiare una katana....-.
Aki scoppiò a ridere, lasciando perplessi i tre presenti.
-Perché non entriamo a vedere come sta Makoto?- propose poi, facendo entrare tutti nella stanza dove il ragazzo era sdraiato, con una benda al collo.
Appena mi vide sussultò.
Tirai fuori l'invenzione di mio padre e gli schiacciai la testa, cancellando la memoria ai presenti.
Uscii da lì ed andai a comprare un panino alla mensa, prima di rientrare in classe per le lezioni pomeridiane.
Due stressanti ore di inglese.
Alle 16, finalmente, l'insegnante ci diede il permesso di tornarcene a casa.
Passai di nuovo in infermeria, prendendo una sedia ed accomodandomi accanto al ragazzo che avevo colpito quello stesso pomeriggio.
Poggiai la testa sulle braccia conserte, a loro volta addossate al letto.
Il nuotatore dormiva, con l'aria crucciata.
Mi sentivo in colpa per quello che ero stato costretto a fare, pensando che avrei potuto nascondermi anziché agire d'istinto ed ingoiare la pillola per l'anima di fronte a tutti.
Non mi sarei mai aspettato che lui potesse vedermi.... Era la prima volta che mi succedeva con un umano dotato di una consistente reiatsu.
Tirai fuori dalla cartella un album da disegno ed una matita, iniziando a disegnare il ragazzo che avevo di fronte, senza tralasciare alcun dettaglio.
Una mezz'oretta dopo avevo finito.
Sospirai, piegando il foglio e lasciandoglielo sotto la mano, scrivendoci sopra un'unica parola.

"Makoto"

Mi alzai, rimettendo a posto la sedia e prendendo la via per l'uscita.
Mi scontrai con l'infermiera, che stava andando a svegliare il ragazzo per mandarlo a casa.
Una volta al negozio mi allenai un po' nel grosso spazio sottostante, prima di fare i compiti e compilare alcuni moduli scolastici.
Nel libro di letteratura trovai un manifesto piuttosto colorato, sul quale c'era dipinto "Iwatobi Swim Club, diventa membro!"
Sorrisi, pensando che lì ci doveva sicuramente essere lo zampino di Nagisa.
Mi tuffai sul futon, slacciando la camicia ed allentando la cravatta, continuando a guardare quel foglio con aria crucciata.
Quella sera tornai nella Soul Society per prendere le ultime cose dalla mia stanza e trasferirle in quella che avevo all'Urahara Shoten.
Incontrai i mio genitori e gli raccontai della giornata e dell'incontro con l'hollow, suscitando le risate sguaiate di entrambi.
Una volta che fui nuovamente sulla Terra mi misi a fare gli ultimi compiti rimasti e poi mi addormentai, dimenticando ancora una volta di mettere la sveglia....












~Angolo Autrice~
Bentornati a tutti quelli che hanno seguito "I'm the Captain of the Twelfth" e benvenuti a quelli che leggono per la prima volta una mia storia :3
Questa porcata è nata tutta dalla mia fissazione per Bleach e Free, che mi ha portato a pensare "e se i personaggi della Iwatobi andassero a scuola con gli shinigami?"
Follia allo stato puro.... 
Coooomunque.... Spero vivamente che questo crossover vi piaccia :3 in seguito potrei anche aggiungere un altro anime (tanto perché è già poco incasinato di suo)
Un bacione :*
Lucy
 

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Capitolo 3
*** ~Friends~ ***


Capitolo 2 

"Friends"









La mattina seguente venni svegliato da un rumore assordante, come di un'intera batteria di pentole che si era appena sfracellata al suolo.
Erano a malapena le sette e venti....
Sbuffai, affondando il viso contro il cuscino e respirando pesantemente.
Altro colpo assurdo.
Mi alzai dal futon, aprendo la porta della camera e vedendo padelle ovunque.
-Oh, signorino! L'ho svegliata?- chiese l'energumeno che lavorava al negozio.
Domanda a dir poco idiota.
-No- mentii -Stavo per alzarmi....-.
Maledetto Tessai.
-Cos'è successo?- feci, iniziando a raccogliere gli oggetti da terra e a rimetterli in ordine.
-Il padrone aveva lasciato la roba in bilico, ho aperto lo sportello per prendere un pentolino ed è caduto tutto.... Comunque lasci fare a me, lei deve prepararsi per andare a scuola-.
-Eh? Che? Ah già.... Il liceo....- sbuffai -A proposito, abbiamo un costume che possa andarmi bene, in casa?-. 
-Ne abbiamo uno, ma è del signorino Jinta.... Se vuole posso consigliarle un buon negozio dove andarlo a comprare-.
Mi mostrò il punto preciso su una cartina che prese da un cassetto di una credenza.
Era nella parte nord ovest del quartiere di Karakura Honehou, quindi decisi che ci sarei passato durante il pomeriggio: dovevo assolutamente riuscire a superare  quella paura....
Presi il necessario e corsi fino a scuola.
Niente treno quella mattina: avevo già testato il funzionamento dei sistemi di mezzi pubblici giapponesi e, per quanto potessero essere efficienti e sempre precisi, non volevo rischiare un quasi ritardo come il giorno precedente.
Non si poteva mai sapere....
Come previsto, arrivai a scuola perfettamente in orario, ma senza fiato.
Il gigai mi stancava parecchio già normalmente, figurarsi utilizzando lo shunpo....
Le lezioni passarono stranamente molto, ma molto più velocemente rispetto al giorno prima.
Non so se perché non ne ascoltai nemmeno una, giocando a battaglia navale con Aki, o se perché erano meno pesanti.
Makoto non c'era e questo non fece altro che appesantire il mio senso di colpa.
Una volta fuori dall'edificio presi la strada per il centro città.
-Dove vai?- domandò il mio migliore amico.
-A comprare un costume da bagno- risposi.
-Fuyuko.... Non puoi farlo.... E sai anche il perché.... Vuoi entrare nel club di nuoto?-.
-No.... Io.... Voglio solo prendermi un costume....-.
-Capisco.... Ti accompagno o riesci a non perderti?-.
-Faccio da solo, tranquillo.... Tu non hai atletica?-.
-Posso anche saltarla per te.... Sono quattro anni che non ci sentiamo, dovremmo cercare di passare del tempo insieme-.
-Allora domani ci facciamo un giro in centro-.
-Promesso?-.
-Promesso-.
Sorrise.
-Bene, divertiti e soprattutto non fare cagate perché, essendo impegnato, non potrò tirarti fuori dai guai- ridacchiò, salutandomi con la mano e tornando a scuola.
Sapevo benissimo a cosa si stesse riferendo.... 
Mi incamminai verso la fermata più vicina e presi il bus, arrivando fino al quartiere della città che era dedicato allo shopping.
Lì, in una viuzza che si gettava sulla principale, vi era un enorme negozio dedicato al nuoto ed alle piscine.
Era inconfondibile, con la sua enorme insegna colorata raffigurante due delfini.
Entrai, dirigendomi subito nella sezione "costumi da bagno" ed iniziando a cercare un qualcosa che potesse piacermi.
Appena arrivai sentii come un nodo in gola.
Fiotti di ricordi mi riaffioravano alla mente, facendomi rabbrividire.
Scossi la testa e continuai a camminare, fino a quando non trovai un capo che mi arrivava a metà coscia, nero, con due strisce laterali arancioni per gamba.
Pareva piuttosto carino, così andai alle cabine di prova e lo indossai, per poi uscire e guardarmi allo specchio.
Poco dopo dall'altro spogliatoio saltò fuori l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.
-Urahara san?- chiese proprio questa, battendomi un colpetto sulla spalla e costringendomi a voltarmi.
-Tachibana!- esclamai, diventando paonazzo -A....Anche tu qui....?-.
Aveva una benda che gli fasciava l'intero capo.
-Eh già, la mia sorellina ed il mio fratellino hanno deciso di farmi uno scherzo tagliuzzando il mio costume in tanti piccoli pezzetti, quindi devo assolutamente prenderne uno nuovo....-.
Abbozzai una risata.
-Co....Come va con.... Insomma.... La botta?-.
-Meglio, anche se fa ancora un po' male.... Sai, non capita tutti i giorni di essere colpito in pieno da un lottatore di sumo! Lo hai visto anche tu, no?-.
-Eh.... Sì.... Certo!- balbettai -Come dimenticarlo!-.
Sorrise.
-Ti sta bene quello- disse poi, alludendo al costume che stavo indossando al momento.
-Oh.... Grazie....-.
Abbassai lo sguardo, evitando di incrociare il suo.
-Stavi pensando di entrare nel club?-
-Beh.... In realtà no, mi serviva solo un costume nuovo....-.
-Che peccato-.
Ridacchiò, nascondendo la sua tristezza.
-Mi dispiace-.
-Oh tranquillo! Hai voglia di fermarti a prendere un tè con me lungo la via di casa o hai da fare?-.
-Beh.... Non credo ci siano problemi, quindi.... Va bene?-.
Sorridemmo all'unisono, prima di tornare nelle rispettive cabine e rivestirci.
Comprai il costume nuovo ed uscimmo dal negozio, incamminandoci verso il bar più vicino.
-Dimmi di te, Urahara san-.
-Chiamami Fuyuko....-.
-Beh.... Grazie! Allora anche tu d'ora in poi chiamami per nome-.
-Certamente-.
Altro sorriso.
Ci sedemmo al tavolino di un locale, ordinando una tazza di tè ed una coca cola.
Iniziai a raccontargli della mia vita, occultando tutti i dettagli che riguardavano il mio essere shinigami e sostituendoli con menzogne inventate al momento.
-Fuyuko san....- borbottò -Io mi ricordo di ieri mattina-.
Sbiancai.
-Il lottatore di sumo.... Ti ha colpito e tu....- balbettai, ma venni interrotto da lui.
-Ti ho visto, tutt'ad un tratto ti sei come sdoppiato: indossavi la divisa con un corpo, mentre con l'altro avevi degli hakama neri ed un keikogi.... Avevi una katana nel fodero, con la quale mi hai colpito, sotto insistente suggerimento di Granz....-.
Sapevo che quel dannato congegno non avrebbe funzionato....
-Io non metterei mai roba del genere- ridacchiai, cercando di fargli cambiare idea, nonostante non riuscissi a convincere nemmeno me stesso.
-Ma io ti ho visto! Ti ricordo benissimo! Perché mi hai colpito?! Parlavate di hollao!-.
Abbassai lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore e cercando di inventarmi il prima possibile una scusa plausibile.
-Hollao? Non.... Non so cosa siano.... Devi aver preso una bella botta, eh? Io invece sono sicurissimo di aver visto un lottatore di sumo sul tetto! So che può sembrare impossibile, ma è così....-.
Lui ci rimuginò un po' su.
-Probabile.... E poi non vedo la motivazione per cui avresti dovuto colpirmi....-.
-Esatto!- e sfoderai un sorrisone.
Scampato pericolo....
Iniziammo a chiacchierare e lì mi accorsi di quanto fosse gentile, ma soprattutto di quanto potesse tenere al suo migliore amico, Haruka.
Lo descriveva come fosse la persona migliore a questo mondo.
Sospirai.
-Scusa, ti sto annoiando.... Ma quando parlo di Haru non finisco più....- mormorò, abbozzando un sorriso.
-Tranquillo- risposi -Anch'io faccio la solita identica cosa, solo che il protagonista dei miei discorsi è Aki-.
-Sembrate molto legati-.
Ripensai ai momenti passati assieme al quincy, non riuscendo a fare a meno di lasciarmi sfuggire una risata.
-Già.... Ci conosciamo sin da quando eravamo ancora neonati.... E lui cercava di rubarmi i trenini di legno....-.
Rise anche lui.
Continuammo a parlare, fino a quando non dovetti scappare al negozio, per fare i compiti ed aiutare Tessai con le pulizie.
-Grazie Fuyu chan, mi ha fatto piacere incontrarti.... Ci vediamo lunedì a scuola allora- mi salutò, prendendo la strada inversa a quella dove andavo io.
-Makoto aspetta!-.
Si voltò.
-Sì....?-.
Mi morsi il labbro, abbassando lo sguardo prima di rialzarlo e guardarlo dritto in faccia.
-Erm.... Domani esco con Aki, ci facciamo un giro in centro.... Ecco.... Pensavo che stavo.... No cioè.... Stavo pensando che potrebbe venire anche Tessai, no cioè Rei, no Jushiro.... Okay.... Ce la posso fare.... Potrebbe venire anche Aki!- balbettai, senza riuscire a completare una frase sensata.
-Verrò volentieri- mi interruppe lui, ridacchiando.
Grazie a Dio aveva capito cosa stessi cercando di dirgli....
-Fantastico!- esclamai -Beh.... Ci vediamo domani allora!-.
-Va bene- e sorrise -A che ora?-.
-....boh-.
-Dammi il tuo numero di cellulare, così possiamo sentirci alla mattina per metterci d'accordo-.
Mi avvicinai a lui, scrivendogli il famigerato numero su un fazzoletto di carta che era riuscito a trovare nelle tasche dei pantaloni, prima di salutarlo nuovamente e prendere la strada di casa.
-Makoto!- mi voltai ancora una volta, chiamandolo per nome -Aspetta!-.
Lui si girò verso di me, mettendosi a ridere.
-Dimmi, Fuyu chan-.
-Se.... Se vuoi.... Puoi portare anche....-.
-Haruka- concluse la frase -Chiederò.... Grazie mille-.
-Beh.... Di nulla.... Grazie a te-.
Se ne andò sorridendo.
Rimasi imbambolato per un po', ripensando al fatto che lo avevo invitato ad uscire con me dicendogli una frase degna di un bimbo di un anno e mezzo, ovvero completamente priva di senso.
Avevo fatto una figura di merda e, nel peggiore dei casi, mi aveva preso per gay che ci stava provando.
Sospirai, dandomi una manata sulla fronte e scuotendo la testa.
Tornai in negozio ed aiutai Tessai, il quale finì col proporre gentilmente di insegnarmi ad usare il kido nei miei giorni liberi.
Dopo cena mi rifugiai in camera, slacciai la camicia e tolsi i pantaloni, rimanendo in boxer e cravatta.
-Signorino, mi dispiace disturbarla.... Ma il signor Granz junior è alla porta e chiede di lei- disse l'energumeno che viveva nell'emporio con me, interrompendo il mio momento di relax.
-Arrivo subito- risposi, alzandomi dal futon ed andando all'entrata.
Vidi Aki e lo salutai con un cenno del capo, accompagnato da un "cosa ci fai qui?".
Lui si mise a ridere.
-Ho capito che vuoi fare colpo su di me.... Ma almeno la prossima volta presentati nudo, così vai più sul sicuro- scherzò, alludendo al fatto che ero in mutande.
-Sei un idiota- borbottai, tirandogli la cravatta.
-Ohhh! Inizia lo spogliarello! Forza, su.... Adesso togliti i boxer! Stiamo tutti aspettando di vedere cosa nascondi là sotto-.
Lo guardai malissimo, mentre lui non la smetteva di ridere.
-A parte gli scherzi.... Hai voglia di uscire? Tanto domani è domenica e non dobbiamo alzarci presto- propose.
-Uscire anche stasera....?-.
-Uff, potresti dire semplicemente "sì, grazie" una volta ogni tanto.... Già ho fatto la fatica di venirti a chiamare....-.
-Abitiamo a duecento metri l'uno dall'altro....-.
-Per me è faticoso anche alzarmi dal letto per sdraiarmi sul divano-.
Risi.
-Va bene.... Dammi il tempo di infilarmi qualcosa addosso-.
-Non preoccuparti, sei bello anche così.... Anzi, in queste condizioni potresti anche rimorchiare qualcuno-.
-....ti ammazzo- conclusi, tornando in camera e frugando nell'armadio.
Misi un paio di jeans, una maglietta maniche lunghe ed una felpa.
Acchiappai una giacca al volo, cacciandovi nella tasca il ginkogan ed il macchinario per cambiare i ricordi, prima di tornare dal mio migliore amico.
-Ti confesso che ti preferivo com'eri prima....- sbuffò, facendo una faccia demoralizzata.
-AKI BASTA- sbottai, tirandogli un pattone secco in testa e facendolo scoppiare a ridere.
Camminammo per un po', arrivando alla stazione più vicina e prendendo il tram per arrivare in centro.
Una volta nel quartiere principale e più frequentato dell'intera Karakura, entrammo in un locale con una grossa insegna rossa luminosa che recitava "Cube".
Era una sorta di pub all'irlandese, come uno di quelli che avevo visto durante una vacanza coi miei, da piccolo.
Ci sedemmo al bancone, ordinando due bicchieri di Coca-Cola.
-E così.... Per domani.... Hai invitato anche Tachibana.... E, a quanto pare, viene anche Nanase....- borbottò, sorridendo -Non è che mi nascondi qualcosa? Ti piace il signorino occhi verdi?-.
-Eh?! Casomai sei tu che mi nascondi qualcosa! Come fai a sapere che ho chiamato Makoto?!-.
-Me l'ha detto lui.... E comunque.... Lo chiami anche per nome....-.
-....smettila. Dannazione.... Ed io che speravo di farti una sorpresa presentandoti su un piatto d'argento il ragazzo occhi azzurri che ti sembra carino....- sbuffai.
-Grazie Fuyu-.
-Di nulla.... Mi dispiace solo che tu lo abbia scoperto prima del previsto....-.
-Pazienza.... È comunque un pensiero gentile da parte tua-.
Aspettai qualche secondo, prima di parlare di nuovo.
-Perché tu passi da momenti in cui sei la persona più gentile e dolce sulla faccia della terra, ad altri in cui sei uno psicopatico cinico ed estremamente pervertito?- chiesi -È una domanda che mi faccio da tempo....-.
-Sei veramente stupido- constatò, ridendo all'unisono con me.
Rimanemmo in quel locale per ancora circa un'ora, prima di tornare ognuno nelle rispettive abitazioni.
Mi lanciai ancora una volta sul futon, questa volta però ricordandomi di impostare la sveglia, uscendo dal gigai e rinchiudendolo nell'armadio.
Tolsi la Zanpakuto dall'obi e la posai a terra, guardandola con tristezza.
-Perché non mi parli?- le chiesi -Neanche un minimo sussurro in questi sedici anni....-.
-Perché dovrei?- rispose una voce maschile che non avevo mai sentito.
-Sei tu?!- esclamai -Ce ne hai messo di tempo! Io mi sono allenato costantemente con te per tutto questo tempo e tu mi parli mentre sono mezzo in stato comatoso per via del sonno?! Sei qui per dirmi come ti chiami?-.
-No, solo perché mi stavo annoiando-. 
Mi sedetti a gambe incrociate, squadrando male la katana.
-A star zitti per sedici anni ci si rompe le scatole- continuò.
-Allora, già che ci sei.... Potresti rivelarmi il tuo nome....- proposi.
-Ma anche no-.
-Almeno un indizio....?-.
-Noooo- ridacchiò.
-La lettera iniziale?-.
-Va bene.... Ma solo perché sei tu.... Avvicinati-.
Feci come aveva detto, accostandomi a lui ed aspettando con ansia.
-Il mio nome.... Il mio nome.... Inizia con una lettera dell'alfabeto!- concluse, con voce gioiosa.
Rimasi in silenzio, prima di prenderlo e cacciarlo nell'armadio assieme al gigai.
-Vai al diavolo-.
Mi addormentai e, la mattina dopo, nuovamente, non riuscii ad avere l'onore di essere tirato giù dal letto dalla sveglia, in quanto fu il telefono che mi aveva regalato mio nonno una settimana prima, col suo rumore a dir poco assordante, a farmi spalancare gli occhi alle nove e mezza del mattino.
-Perto....? No.... Parto....?- dissi.
-Pronto?- chiese la voce dall'atro capo della cornetta.
-Sì.... Solita cosa.... Pronto....?-
-Fuyuko? Sono io, Tachibana-
-Tachibana....?-
-Makoto-
-ODDIO!-
-Ti.... Ho svegliato?-
-No, assolutamente! Tranquillo!-
Sospirò.
-Meno male! Volevo sapere i dettagli per oggi pomeriggio-
-Erm.... Oggi pomeriggio....-
"Che dettagli?" mi domandai fra me e me.
Mi venne un lampo di genio.
-Giusto! I dettagli!- esclamai -Beh, potemmo vederci magari tra un'oretta al parco pubblico e pranzare poi assieme-
-Perché no? Comunque Haruka è felice di unirsi a noi-
-Fantastico! Allora ci vediamo tra un'ora-
-Grazie ancora.... A dopo!-
-Figurati! Grazie a voi.... A dopo-.
Cercai un modo di chiudere quell'aggeggio strano che avevo in mano e che odiavo, essendo incapace ad usarlo dal momento che i miei messaggi e le mie chiamate erano recapitate con le farfalle infernali o con i messaggeri.
-'sta diavoleria- sbuffai, in preda ad una crisi isteria.
-Cosa staresti cercando di fare?- chiese una voce di cui conoscevo benissimo il possessore.
-AKI! DANNAZIONE! SMETTILA DI SPUNTARE MENTRE SONO MEZZO NUDO!- urlai, alludendo al fatto che, ancora una volta, ero in boxer -E POI SI PUÒ SAPERE DA DOVE SEI ENTRATO?!-.
-Dalla porta- rispose lui, come se fosse una cosa a dir poco ovvia.
-Hai un sesto senso per riuscire costantemente a saltar fuori nei momenti meno opportuni-.
-Allora.... Parlavi al telefono con Tachibana??-.
E mi diede due gomitatine nel fianco, assumendo un'aria interessata.
-Cos'è, mi spii ora?-.
Rise.
-Lo sai che ti voglio bene, Fuyu chan.... E soprattutto che non smetterò mai di dirti quanto mi facciano sbavare i tuoi pettorali-.
Gli lanciai un cuscino in faccia, prima di aprire l'armadio ed infilarmi nel gigai, inciampando sulla Zanpakuto, imprecando.
-Perché hai rinchiuso la tua spada nel mobile, manco fosse agli arresti domiciliari?-.
-La è.... Il suo spirito mi fa dannare-.
Altra risata, prima che mi squadrasse dal basso all'alto e viceversa, facendomi segno di no con l'indice della mano sinistra.
-Così non va bene, caro Fuyu.... Hai gli stessi vestiti di ieri sera-.
-E....?-.
Sbuffò.
-Voi shinigami non ci capite nulla di moda e di abbigliamento.... Avete sempre addosso quel coso nero inguardabile....-.
-Cos'hai contro gli shihakusho? Sono fantastici-.
-Tutti uguali.... Fortunatamente avevo previsto questa situazione, quindi, prima di passare di qua, sono andato a comprarti qualcosina-.
Mi passò due sacchetti appartenenti a negozi differenti.
Li aprii e vi trovai una camicia bianca, un golfino rosa ed una cappa panna.
Tirai su proprio quest'ultima, come fosse stata un gatto morto.
-Ti sembro un quincy?- chiesi, socchiudendo gli occhi e fissandolo male -Comunque grazie.... Credo metterò solo la camicia-.
-Anche il pullover è carino-.
-Aki.... È rosa-.
-Il rosa va su tutto!- protestò -....in tutti i sensi-.
E rise da solo.
Sospirai, era un caso perso....
-Va bene, è durata a sufficienza.... Quelli sono miei.... Mentre compravo qualcosa per te li ho trovati e non ho saputo resistere- mi passò l'altro sacchetto -Invece questi sono tuoi-.
Lo aprii, sperando di non trovare altra roba rosa, di pessimo gusto.
Jeans blu scuro e maglione nero.
Mi si illuminarono gli occhi.
-Grazie Aki-.
Sorrise.
-Di nulla, è sempre un piacere insegnare qualcosa ad un incapace che non è buono manco ad accostare due colori-.
-Come sei noioso.... Comunque ora, se non ti dispiace, esci perché devo vestirmi-.
Feci per spingerlo fuori dalla camera, ma lui puntò i piedi a terra.
-Certo che mi dispiace! Mi perdo tutta la parte migliore!-.
Lo cacciai, chiudendo la porta a chiave ed assicurandomi che non spiasse, prima di indossare le cose che mi aveva comprato.
Uscii e lo trovai appoggiato alla parete, che pigiava lo schermo del suo cellulare.
Tastai la tasca sinistra davanti e trovai il mio.
-Devi insegnarmi ad usarlo- dissi, prendendo e guardando quell'aggeggio demoniaco.
-È facilissimo-.
-Per te.... Io invece credo sia più incomprensibile di certe invenzioni di mio padre....-.
-Suvvia.... Nulla può essere peggio delle cose sfornate dall'Istituto di Ricerca e Sviluppo-.
Alzai il congegno elettronico.
-Questo può-.
Uscimmo dal negozio e raggiungemmo il centro grazie al bus.
Camminammo fino al parco, raccontandoci un po' quello che avevamo fatto negli ultimi 4 anni, periodo nel quale non ci eravamo visti.
-Fuyu chan! Aki chan!- ci salutò una voce maschile.
-Makoto!- esclamai, camminando in direzione di due ragazzi di cui, uno era seduto sulla panchina e l'altro era in piedi, che si sbracciava per attirare la nostra attenzione.
Eravamo tutti in perfetto orario.
-Come state?- chiese il nuotatore con gli occhi verdi.
-Bene, voi?- risposi.
-Bene dai!-.
-La testa?-.
-Decisamente meglio! È impressionante come sia riuscita a guarire in un tempo così breve!-.
Aki sospirò.
Doveva essere merito delle pastiglie che gli aveva dato di nascosto.
Fantastico Dottor Granz....
Aki ed Haruka iniziarono a parlare.
Erano uno l'opposto dell'altro: il primo parlava troppo, mentre il secondo troppo poco.
In qualche modo si completavano a vicenda.
Origliai un pezzo della loro conversazione, discutevano di pesci e cucina.
Makoto nel frattempo continuava a spiegarmi entusiasta del club di nuoto.
Lo ascoltavo a tratti, perdendomi frasi intere e risalendo al senso del tutto attraverso poche parole.
Da quando ero arrivato mi sentivo strano, scombussolato, ma soprattutto avevo come un velo di preoccupazione addosso.
-Quindi, in quale stile sei specializzato?- domandò dopo un po' l'umano, sorridendo.
Prima di rispondere, rimasi in silenzio qualche secondo, recuperando il suo filo del discorso grazie alla parola "stile".
-Nessuno in particolare- buttai lì, omettendo il fatto che l'acqua mi terrorizzava.
-Prima o poi nuoteremo insieme!! Sarebbe bellissimo!- esultò, continuando a parlare.
Mi concentrai sulle sue labbra rosee, dimenticandomi completamente di ascoltare il resto della frase.
Si girò, guardandosi alle spalle.
-Carina, no?- mormorò Makoto.
-Eh....? Chi?-.
-Quella ragazza che mi è appena passata dietro!-.
-Eh sì.... Molto carina....- dissi, nonostante non mi fossi nemmeno accorto della sua presenza.
-La stavi divorando con gli occhi-.
Grazie a dio era passata quella tipa.
Sorrisi e sviai il discorso, puntando lo sguardo avanti e giurandomi mentalmente che non mi sarei più voltato per guardarlo.
Passeggiamo fino all'una, quando ci fermammo in un ristorante per pranzare.
Il pomeriggio lo passammo fermandoci davanti a parecchie vetrine di negozi sportivi e di tecnologia.
Verso le sei decidemmo di tornare tutti alle rispettive abitazioni e, dal momento che le case di Makoto e Haruka erano sulla strada, io ed Aki li accompagnammo.
Quest'ultimo pareva entusiasta di ciò, a giudicare dal sorriso a 360º che fece.
Continuai a camminare fianco a fianco con il ragazzo dai capelli oliva, ascoltandolo parlare di computer e facendo finta di capirci qualcosa.
Ad un certo punto mi voltai per controllare che i due ci fossero ancora, visto che non sentivo più la voce del mio migliore amico.
Non c'erano.
Il nuotatore che avevo affianco sussultò.
-Dove saranno finiti?- borbottò, incrociando le braccia al petto ed assumendo un'aria crucciata.
-Non lo so.... Prima o poi spunteranno di nuovo....-.
Rise.
-Speriamo.... Fuyu chan! Una domanda.... Ma tu hai la ragazza?-.
-No....-.
-Ah.... Pensavo il contrario-.
-Perché?-.
-Boh, così....-.
Arrivammo fino ad una lunga scalinata dove lui, dal basso, mi indicò casa sua.
-Abito là.... Vuoi salire? Ti offro qualcosa da bere-.
-No, ti ringrazio.... Io.... Credo andrò a casa....-.
-E Aki?-.
-Sa badare a sé.... E poi, più tardi, me lo ritroverò sicuramente davanti all'uscio, che mi chiederà di andare in giro per la città vestito da gabbiano....-.
-Una volta Haru mi ha costretto a travestirmi da pesce per vincere una scorta di sgombro per un anno-.
Ridemmo.
-Sei fidanzato, Fuyuko?-.
-Me lo hai già chiesto- ridacchiai -Comunque no-.
-Lo so, ma avrei detto di sì.... Con Mizu: vi vedo spesso insieme e sembrate andare d'accordo-.
Mi lasciai sfuggire una risata sguaiata.
-Con quella pazza sclerotica che non sa fare altro che lamentarsi?! Ma manco tra mille anni!!-.
Rise anche lui.
-Pensavo andaste d'accordo-.
-Ci conosciamo fin da quando eravamo molto piccoli.... Era una rompiscatole anche da bambina.... Tirava i calci a tutti.... Diciamo che l'uno rispetta l'altra, ma non perdiamo occasione per mostrare quanto non ci sopportiamo.... Esattamente come mia madre e suo padre.... Un battibecco continuo-.
-I tuoi genitori come sono? Ora che ci penso non me ne hai parlato molto- borbottò.
-Bah.... Persone normali, come tutti gli altri....-.
Normali.... Proprio l'ultimo aggettivo che li definirebbe....
-Abitano con te?- chiese -I miei ad esempio no, se ne sono andati qualche mese fa: trasferiti a Osaka! Mi hanno lasciato qui per finire gli studi in questa scuola-.
-I miei abitano a Kyoto- risposi -Mi hanno mandato da un parente per fare la solita scuola di mio padre, visto che in famiglia viene reputata molto buona e preparatoria....-.
-Fantastico!-.
Scampato pericolo.
-Va bene, io vado.... A domani, Fuyu chan!-.
-A domani.... Makoto-.

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Capitolo 4
*** ~Falling for you~ ***


~Angolo Autrice~
Capitolo 3 signoriiii!! e.e
Aizen sama sarà fiero di me per questo capitolo! Sulla parte finale capirete il perché xD
Inizio ringraziando l'amor mio Margherita Dolcevita, che mi ha aiutata con la stesura.... Io e lei siamo come il pane e la nutella, Aizen e Gin, il cacio ed i maccheroni, John e Sherlock <3 :')
Proseguo poi con un grazie al mio tesor, Valentina, che sopporta tutti i miei deliri e mi dà un sacco di idee <3 
Ringrazio anche la dolce Key, che recensisce sempre i capitoli :33
Ultimi, ma non meno importanti, i lettori "silenziosi"; grazie mille anche a voi :D
Un bacione a tutti :*
Luci

E ricordate! Nessun hollow, espada o shinigami è stato maltrattato durante la stesura di questo capitolo.... Forse Fuyuko sì.... Forse....






Capitolo 3 



"Falling for you"







-Aki, maledetto!- gridai, rincorrendo il quincy.
Il vento gli scompigliava i capelli caramello, rendendoli ancor più mossi.
-Come hai fatto a scomparire?! E perché lo hai fatto?!- continuai, non appena riuscii a fermarlo, alludendo al fatto che il giorno prima si era volatilizzato assieme ad Haruka, lasciandomi solo con Makoto.
-Ho corrotto Mister "nuoto solo a stile libero" con un paio di scatolette di sgombro- rispose.
-Non ci posso credere....-.
-Oggi che si fa?-.
-I ragazzi ci hanno invitati a vedere un loro allenamento-.
-Oramai è novembre e la nostra scuola ha solo una piscina all'aperto.... Dove vorrebbero tentare l'impresa?-.
-Boh, Rei mi ha accennato un'accademia.... La Same qualcosa-.
-Samezuka, quando sarebbe questo.... "Allenamento"? E perché devo presenziare anch'io?!-.
-Primo, l'allenamento è oggi pomeriggio; secondo, devi venire anche tu perché ho bisogno di te-.
Aspettò qualche secondo.
-Per quella cosa....?- chiese.
-Per quella cosa....- confermai.
Verso le tre mi accompagnò fino all'accademia di nuoto più prestigiosa di Karakura.
Questa era un'imponente collegio, con pareti alte in mattone.
Da una finestra si intravedevano la piscina olimpionica ed i ragazzi che vi si stavano allenando.
Entrammo negli spogliatoi, dove i quattro della nostra scuola si stavano già cambiando.
Inutile dire che Nagisa, non appena ci vide, iniziò a saltellarci attorno, come suo solito, con fare amichevole, quasi galvanizzato.
Quando entrammo nella stanza con le vasche, fummo accolti da un giovane coi capelli ramati.
-Yo! Nanase e compagnia cantante!- esclamò proprio quest'ultimo, alzando la mano in segno di saluto -E questi due? È la prima volta che li vedo-.
-Fuyuko Urahara e Aki Granz, vengono nella nostra solita scuola- rispose Makoto.
-Fantastico! Nitori, portali a cambiarsi- ordinò.
-Io faccio già parte del club di atletica, ho solo accompagnato il mio compare qui accanto- borbottò il quincy.
-No, io non nuoto- dissi -E poi non ho il costume-.
-Te lo prestiamo noi!!- fece, prima di chiamare nuovamente l'amico -NITORI! ALLORA?-.
Ci si presentò davanti un ragazzetto coi capelli grigiastri a caschetto.
-Vi prego di seguirmi- sussurrò, partendo in quarta verso un armadietto e cercando qualcosa che potesse andarci bene.
-Ripeto, io non nuoto- conclusi, con fermezza -Sono qui solo per gentilezza nei loro confronti: mi hanno invitato ed io ho accettato.... Nulla di più-.
-E perché?! Loro ti hanno invitato per convincerti ad entrare nel club di nuoto, quindi tu devi dimostrare le tue capacità in qualche modo!-.
-Io non nuoto-.
-Siamo noiosetti qui, eh? Va beh.... Nel frattempo cambiati-.
In contemporanea con le sue parole arrivò Nitori, con quello che sembrava un costume lungo fino a metà coscia.
-No- continuai.
-Capitano, hai problemi?- domandò un ragazzo dai capelli fucsia, che si era appena aggiunto al gruppo.
-Rin chan!- lo salutarono i nostri, all'unisono.
Lui alzò la mano destra, sorridendo.
-Matsuoka, questo qui non vuole nuotare- borbottò Mr. Capelli Ramati, indicandomi.
-Non vuole....? Tranquillo Capitano.... Lo faccio nuotare io-.
Usò le sue possenti braccia per darmi una spinta e farmi perdere l'equilibrio, a bordo vasca.
Vidi lo sguardo disperato del mio migliore amico, che mi aveva teso la mano e si era lanciato in avanti, nel tentativo di riacchiapparmi; il volto soddisfatto del nuovo arrivato ed infine le espressioni incuriosite dei presenti, stupiti dalla reazione del quincy.
Nell'aria si diffuse un urlo.
Poi più nulla.
Il mio volo terminò con una rovinosa caduta nella piscina.
Sentii l'acqua entrarmi nelle narici, insinuarsi in esse e raggiungere i polmoni.
Stavo soffocando.
Mi diedi una spinta e risalii in superficie, prima di essere di nuovo inghiottito da quel liquido che mi circondava e sembrava spingermi sotto apposta, per aumentare la mia paura.
Aprii gli occhi e lo vidi.
Un hollow enorme.

"-Ti avrei risparmiato se solo non avessi così tanta fame-."

Provai a gridare, ma il risultato fu solo quello di trangugiare l'ennesimo litro d'acqua.
Mi prese, stringendomi la vita.
Sentii un dolore lancinante, come se mi stesse spezzando le ossa.
Provai a sfoderare la katana, ma non la trovai al suo solito posto.
Ero spacciato....
Mi abbandonai ancora una volta al suo tocco violento, aspettando di essere mangiato, perdendo ogni speranza, quasi sorridendo alla morte che mi stava prendendo con sé.
E invece, poco dopo, due mani si posarono sul mio costato, tirandomi fuori da quell'inferno.
In men che non si dica ero sul pavimento accanto alla vasca.
Mi alzai, barcollando, e vomitai quel liquido incolore che avevo ingerito poco prima.
-Aki.... C'è....- borbottai.
Lui scosse la testa, guardandomi con aria preoccupata.
Camminai fino allo spogliatoio, appoggiandomi alla parete per non cadere a terra ed infine mi sedetti su una panchina, con il capo stretto fra le mani.
Scoppiai a piangere.
-Fuyuko- sussurrò il mio migliore amico, alzandomi ed abbracciandomi.
Era zuppo.
Doveva essere stato lui a ripescarmi....
Non risposi alla sua chiamata, per quanto potesse essere dolce e rassicurante, continuando a versar lacrime.
-Mi dispiace.... Non ti avrei mai dovuto portare qui....- continuò, dandomi una carezza sulla testa -È tutta colpa mia.... Mi dispiace-.
-Non è colpa tua, stupido- singhiozzai -Sono io che non ho ancora smaltito la paura.... Sono un cretino.... Avrei dovuto capire già tempo fa che non riuscirò mai a superare questa cosa.... È inutile che cerco di mentire a me stesso-.
Mi staccai, guardandolo dritto negli occhi.
Aveva anche lui il volto rigato dalle lacrime.
-Mi hai fatto venire un infarto- disse, abbozzando un sorriso -Grazie al cielo stai bene....-.
-Oi! Urahara.... Mi.... Mi dispiace.... Io non sapevo....- ci interruppe l'artefice di tutto, avvicinandosi.
-Levati immediatamente dalla mia vista o ti affogo- ringhiò il quincy, rivolgendogli uno sguardo a dir poco glaciale.
Lui uscì con la solita grazia e silenziosità con cui era entrato, lasciandoci soli.
-Aki, portami a casa.... Per favore- sussurrai.
Non obiettò, semplicemente mi prese in spalla e portò via da lì grazie al suo passo lampo.
Pochi minuti dopo eravamo di nuovo al negozio.
Mi portò fino in camera, posandomi a terra e cercandomi un vestito nuovo.
Poi uscì, dandomi il tempo di cambiarmi.
Uscii dal gigai ed indossai uno shihakusho pulito.
Mi appoggiai con il braccio al muro, rincominciando a piangere.
Tirai un pugno, colpendo la parete più forte che potevo.
Volevo sfogarmi in qualche modo e, versar lacrime, non era il modo migliore per farlo.
A quel colpo ne seguirono altri tre.
Tirai l'ultimo talmente bene che feci un bel buco tondo nel legno.
-Cazzo!- esclamai -Cazzocazzocazzocazzo!!!!-.
Recuperai i pezzi, cercando di riattaccarceli.
-CAZZO!- continuai -AKI AIUTO!!!!-.
Tre secondi dopo spuntò il quincy dalla porta, con aria a dir poco terrorizzata.
Evidentemente aveva sentito il botto ed il mio urlo non doveva aver migliorato le sue preoccupazioni.
Indicai il muro, iniziando a fate gesti a casaccio, senza una vera e propria logica.
Ero in preda al panico.
-Sei un coglione- disse, senza mezzi termini.
-MIO PADRE MI AMMAZZA! AIUTAMI A RISISTEMARE STO FORO ASSURDO-.
-Sei un coglione- ripeté, scoppiando a ridere.
-Cazzo ridi?! Aiutami piuttosto!!-.
Ero chino a terra, a raccogliere tutti i più minuscoli pezzettini di legno che erano saltati via.
-Fuyuko- mi chiamò.
-Dimmi- risposi, con voce trafelata, intento a finire la mia missione: riparare il muro.
-Alzati-.
-Non posso adesso!!-.
-FUYUKO ALZATI-.
-Sissignore- borbottai, eseguendo gli ordini.
Mi diede una spinta, bloccandomi con le spalle contro la parete.
-Piano! Non vorrai distruggere altro, vero?!- feci.
-Promettimi che supererai questa tua paura.... Promettimelo....-.
-Perché....?-.
-Perché non voglio più vederti piangere-.
Una lacrima gli rigò il viso, rivolto verso terra.
-Oi.... Aki....- sussurrai.
-Cos'hai visto di preciso....?- fece, sollevando lo sguardo.
-Cosa intendi....?-.
-Lo sai cosa intendo.... Ho visto i tuoi occhi quando ti ho tirato fuori dalla piscina....-.
-Lui.... Era sul fondo della vasca e.... E.... Lui c'era.... Mi ha preso ed ha cercato di divorarmi.... Poi sei arrivato tu-.
-....sei consapevole del fatto che non c'era nessun hollow, vero?-.
Sussultai.
-Lo immaginavo.... Era tutto una stupida allucinazione-.
-Erano i tuoi ricordi, Fuyuko.... I tuoi ricordi di ciò che accadde quattro anni fa.... Di quando fosti quasi ucciso da quel bastardo....-.
I suoi occhi ambrati, lucidi per le lacrime, furono attraversati da un lampo d'odio.
-Ho giurato che non avrei mai più lasciato che accadesse, che non ti avrei più rivisto in quelle condizioni.... Eri pallido, ricoperto di graffi, avevi le palpebre spalancate ed eri freddo come un pezzo di ghiaccio.... Se non avessi sentito la tua forza spirituale avrei giurato che fossi morto.... Non sai quanto ho pianto quel giorno.... E quanto ho pianto il successivo, quando il Capitano Unohana mi aveva comunicato che eri fuori pericolo....- sussurrò, abbracciandomi -Non farmi più prendere spaventi del genere....-.
Annuii, senza fiatare.
La giornata si concluse così.
Quella sera non riuscii a fare più nulla: ero troppo scosso.
Tessai lo capì, infatti mi lasciò riposare, cercando di fare il minor rumore possibile.
Il giorno dopo non andai a scuola ed uscii dalla mia stanza solo al tramonto, lasciando il negozio per fare una passeggiata.
Aki non si era fatto vivo, doveva aver capito che in quel momento non avevo voglia di vedere nessuno, né di dare spiegazioni.
Raggiunsi il parco più vicino e mi sedetti a terra, sulle foglie secche.
Guardai il cielo aranciato, il sole rossastro oramai scomparso tra i palazzi e le nuvole bianche che formavano il paesaggio di fronte a me.
-Urahara san.... Sapevo che ti avrei trovato qui....-.
Mi voltai, vedendo un ragazzo in piedi accanto a me, che poco dopo mi si accomodò davanti.
-Rei....- sussurrai, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi -Chiamami per nome, per favore....-.
-Ti dispiace se sto qui con te....?-.
-No, fai pure-.
-Sei ancora scosso per ieri, vero?-.
-Parecchio....-.
-Sai, nemmeno io sapevo nuotare all'inizio ed affogavo sistematicamente tutte le volte!- ridacchiò -Se vuoi posso insegnarti io.... Adesso sono particolarmente bravo!-.
Sorrisi.
-Non credo tu potresti....-.
-È per via di quell'hollow, vero?- domandò.
Mi girai di botto, fissando il suo volto e strabuzzando gli occhi.
-Come fai, tu, a sapere dell'esistenza degli hollow?!-.
-Perché so che tu sei uno shinigami-.
Mi alzai in piedi e lo tirai su per il colletto della camicia che indossava, portandolo a pochi centimetri da me.
-CHI TE LO HA DETTO?!- sbraitai.
-Aki, mi ha raccontato tutto.... E poi, anch'io ti avevo visto su quel tetto.... Dapprima eri solo una figura confusa, ma poi ti ho visto benissimo.... Il tuo amico mi ha spiegato il perché: a quanto pare hai risvegliato la mia rei....reimastu? Mi pare si chiami così-.
-Reiatsu- lo corressi, mordendomi il labbro inferiore ed abbassando lo sguardo.
-Se mi hai visto, perché non hai urlato anche tu come Makoto?- chiesi poi.
-Perché non sono scemo, se ti avessi puntato ed avessi gridato ai quattro venti, tu mi avresti dato una botta in testa.... E poi perché eri di un'agitazione unica.... Doveva essere qualcosa di importante per te, quindi ho preferito tacere, convinto che mi avresti spiegato in seguito.... Solo Aki se n'è accorto-.
-Ma tu gli hai chiesto qualcosa?!-.
-No, volevo sentire la verità uscire dalla tua bocca; però oggi, a pranzo, mi ha detto tutto.... Non so perché, all'inizio non ci credevo neppure.... Ma.... Ma era l'unica spiegazione possibile.... Sai.... Anche se tu fossi sul serio uno shinigami, a me non interesserebbe.... Perché.... Perché saresti comunque....-.
La sua voce andò a svanire, tant'è che non riuscii a sentire l'ultima parte della frase.
-Sarei comunque....?-.
Mormorò qualcos'altro.
-Rei, per l'amor del cielo, alza un po' quella voce!-.
Prese un respiro, prima di urlarmi in faccia: -Saresti comunque perfetto-.
Non mi mossi, né risposi.
Ero scioccato.
-Ai miei occhi saresti comunque perfetto!- ribadì, posandomi le mani sulle spalle e spingendomi contro la corteccia dell'albero.
-Ma....ma....- balbettai.
-Fuyuko, io/-.
Non riuscì a terminare la frase, perché Aki apparve e mi portò via da lì, strappandomi dalle braccia di Rei.
-Scusa Ryugazaki, ma è una questione di vita o di morte- spiegò, usando l'hirenkyaku per portarmi via.
Si fermò solo quando fummo davanti al negozio.
-Aki! Posso sapere il perché di questa cosa?!- sbraitai -Non si trascina via la gente mentre sta parlando!!-.
-Non voglio che tu esca con lui....- sussurrò, abbassando lo sguardo ed assumendo un'aria a dir poco crucciata.
-Perché?! E poi vorrei proprio sapere perché gli hai detto di me e del mio essere shinigami-.
-Volevo spaventarlo: secondo il mio piano malefico, lui doveva prendersi paura e non parlarti mai più.... E invece, quel bastardo, si è permesso pure di essere affascinato da te!!-.
-....una sola domanda....perché?-.
-È chiaro! Non voglio che tu esca con lui-.
-E fin lì c'ero arrivato.... Ma esiste una motivazione valida che mi possa far risalire al tuo ragionamento....?-.
-Beh.... Sì.... Certo.... Lui.... Ecco, insomma.... Lui porta gli occhiali-.
Lo guardai, perplesso.
-Le persone che portano gli occhiali sono inaffidabili- proseguì.
-Anche tu porti gli occhiali....- gli feci notare.
-Ecco, appunto! ....cioè! No! Io sono affidabile! Le persone che portano gli occhiali sono affidabilissime!-.
Mi zittii per qualche secondo.
-Prima hai detto il contrario-.
-Cosa te ne frega di cos'ho detto prima?! Il passato è passato, il presente è adesso e bisogna pensare a come dipingere i gatti di blu-.
-Aki.... Quello che stai dicendo è senza senso.... Stai cercando di sviare il discorso? Rispondimi, perché non vuoi che io esca con Rei?-.
-Insomma Fuyuko! Sei proprio scemo! Non voglio, perché quel tipo è follemente innamorato di te ed io sono geloso-.
Lo guardai, strabuzzando gli occhi.
-Sei geloso....?-.
Annuì.
-Ma.... Perché?- chiesi.
-Sarà il quindicesimo perché che ti è uscito dalla bocca nel giro di tre minuti.... Comunque continuo a sostenere una cosa- sorrise -Sei proprio scemo....-.
-Oggi è la giornata dell'insulto gratis?-.
Rise.
-Sono geloso perché ti vorrei solo mio-.
-Aki, cosa diavolo....?-.
Avvicinò di botto il suo volto e premette le proprie labbra contro le mie, irrompendo con la propria lingua nella mia bocca.
Strabuzzai gli occhi e cercai di spingerlo via, ma mi bloccò le braccia dietro la schiena con uno strano congegno fatto di reiatsu.
Le sue dita scesero dal mio volto fino ai bottoni della mia camiciai, che slacciarono con facilità, lasciandomi a petto nudo.
Sentii le mani fredde a contatto con la pelle, che percorrevano il mio corpo e mi facevano sussultare, ogni volta che i pollici mi carezzavano il torace o il bacino.
Slacciò la cintura e mi calò i jeans con un movimento fluido, mentre continuava a giocare con la mia lingua.
Separò le nostre labbra solo per portare le proprie sul mio collo e scendere lentamente fino alla mia intimità.
-Aki....- mugugnai -Basta.... Ti prego....-.
Lui si staccò per un secondo.
-Non ti piace?-.
Mormorai qualcosa, a bocca chiusa, facendolo ridere.
-Se ti libero le braccia prometti di non colpirmi?- chiese -Voglio vederti completamente nudo e, così, non riesco a toglierti tutti i vestiti-.
Scossi la testa.
-Sei un coglione-.
Rise di nuovo, strappandomi letteralmente la camicia da dosso.
-Tanto faceva schifo.... Poi te ne compro un'altra- concluse, prima di gettarmi sul futon e lanciarsi su di me, baciandomi famelicamente.
Si spogliò velocemente, senza staccarmi per un singolo attimo le labbra dal corpo.
-Sei pronto?- chiese.
La sua mano sinistra si muoveva su e giù e mi stuzzicava, mentre la destra mi carezzava i capelli.
-Aki.... Basta.... Non.... Non voglio- mormorai, trattenendo i gemiti.
Mi girò, portandomi pancia a terra, senza però fermare il proprio arto, che continuava il suo movimento verticale.
-Ti amo Fuyuko, ti amo.... Tutto di te mi fa impazzire.... Il tuo profumo, i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo essere riservato.... Sai quanto ho aspettato per questo momento? Ti amo-.
Sprofondò dolcemente in me, senza mai distogliere lo sguardo dal mio viso, rivolto verso sinistra, pronto per captare ogni singolo segno di dolore e fermarsi se ce ne fosse stato bisogno.
Iniziò a muoversi lentamente dentro di me, cercando il ritmo giusto.
Soffrivo in silenzio, troppo orgoglioso anche solo per lasciarmi sfuggire un gemito di dolore.
Una lacrima mi rigò il volto.
-Ti sto facendo male?- domandò, accarezzandomi i capelli.
Non riuscii a trattenermi e gemetti di piacere in risposta.
Sorrise.
-Evidentemente no-.
Mi liberò le braccia ed io le portai in avanti, avvinghiandomi alle coperte.
Aki prese a muoversi sempre più velocemente, facendo aumentare i gemiti ed i sospiri di entrambi.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi alle sensazioni ed alla sua stretta dolce e sicura.
-Ti amo Fuyuko.... E non smetterò mai di ripetertelo-.

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Capitolo 5
*** ~Fear~ ***


~Angolo Autrice~
Buona sera :3
Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma ho modificato questo capitolo all'incirca 8 volte prima di arrivare a questa stesura finale di circa 12 pagine D:
Come al solito, consegnerò un Nobel  per i lettori che sono arrivati alla fine del papiro u.u ve lo meritate u.u
Spero vivamente che vi piaccia :D
Approfitto del tempo che ho prima che Aizen sama mi rubi per potare i suoi ficus, per ringraziare colore che seguono questa storia :3 grazieeee <3
Dal prossimo capitolo potrei reinserire la mitica Radio Gin! xD
Aspetto di sapere se potrebbe piacervi o meno come idea.... :')
Nel frattempo mando un bacione a tutti :*
Luci ( ^ω^ )





Capitolo 4

Fear








-Dannato- fu la prima cosa che dissi la mattina seguente -Ti odio-.
Sbuffai, tastandomi il fondoschiena, cercando di capirne i danni.
Aprii gli occhi e mi guardai attorno, cercando la figura del mio migliore amico, per picchiarlo o, in caso non fossi riuscito ad alzarmi, per mandarlo a quel paese.
Decisamente la seconda opzione sarebbe stata la più probabile....
Aki non c'era, ma aveva lasciato un bigliettino sul parquet.


"Se stai leggendo questo messaggio significa che ti sei finalmente svegliato.... In caso fossi ancora vicino a te, assopito, posa questo foglietto a terra e torna a dormire, senza sfogare tutta la tua rabbia su di me.... Nel caso non mi trovassi, è perché sono a scuola.
Sì, non ti ho svegliato.
Sto scrivendo e ti sto guardando.... Sei così bello.... Quando dormi hai un'aria beata da angioletto.... Ricordati che non devi avercela con me e che il male che senti passerà presto.
Ti amo
Aki"



-Dannato- ripetei, portando un cuscino sotto la parte dolente, per evitare di poggiarla contro il pavimento freddo e duro.
Mi tirai su, molto lentamente, vestendomi e dirigendomi a passi corti, da pinguino, verso la cucina.
-Signorino Fuyuko....? Si sente bene....?- chiese l'energumeno che viveva con me all'emporio Urahara.
-Giorno Tessai.... Più o meno sono ancora intero....- risposi.
-Dormito male?-.
-Terribilmente male.... Mai peggio di così-.
-Questa mattina ho visto il signorino Aki sgusciare fuori dal negozio....-.
-Si è fermato a fare i compiti fino a tardi e gli ho "proposto" di passare qui la notte-.
-Sembrava piuttosto.... Soddisfatto....?-.
-È pronta la colazione?- domandai, in modo secco, sviando l'argomento.
-Sì-.
-Fantastico-.
Agguantai una ciotola di riso e mi sedetti a tavola.
Pessima idea....
-Erm.... Tessai.... Ripensandoci.... Credo starò in piedi....- bofonchiai.
Lui rise.
Ingurgitai velocemente ciò che mi spettava, prima di tornare in camera, con la stessa andatura di una foca obesa arenata.
Non osai mettere piede nel futon degli orrori e dei dolori, ripensando alla mia avventura della sera prima e schifandomi di me stesso.
Decisi quindi di peggiorare le condizioni del mio posteriore, camminando fino all'entrata del negozio stesso ed appoggiandomi allo stipite.
-Promemoria per la volta prossima, se mai dovesse esserci.... Usare la Zanpakuto per castrare Aki....- borbottai.
-Fu... Fuyuko....?-.
Sollevai lo guardo e vidi il mio compagno di classe dagli occhi verdi ed i capelli oliva.
-Makoto? Come mai non sei a scuola?!-.
-Erm.... Vedi.... Perché non ti ho visto nemmeno stamattina.... E volevo sapere come stavi-.
-Signorini, accomodatevi in cucina: vi sedete al tavolo e vi preparo una tazza di tè.... In via del tutto eccezionale dal momento che dovreste essere a scuola....- si intromise Tessai.
-NO!- obiettai, quasi urlando -IN PIEDI SI STA MEGLIO-.
Il nuotatore mi guardò con aria incuriosita.
-Il signorino Fuyuko ha qualche difficoltà a sedersi- spiegò l'uomo.
Lo fulminai con lo sguardo e questi se ne andò sorridendo, agguantando una scopa ed iniziando a spazzare il negozio.
-Che è successo?- domandò ingenuamente il ragazzo.
-Sono- stato stuprato dal mio migliore amico -Caduto dalle scale.... Quindi ho ancora forti dolori....-.
-Oh santo cielo!- esclamò.
Sentii una risatina sin troppo familiare provenire da dietro la staccionata che circondava il negozio.
A quella se ne aggiunse un'altra, leggermente più acuta.
-Papà....- ringhiai -Mi spii?-.
Gli uomini dietro la siepe saltarono fuori: erano niente poco di meno che Szayel e mio padre.
Un'accoppiata a dir poco perfetta.
-Ah, quindi posso svelare il mio travestimento....?- chiese Makoto.
-Per ora sì, ma mi devi un altro favore: questo è durato troppo poco- rispose il rosato, annuendo.
Dal corpo del nuotatore uscì l'anima di Nnoitra.
-Porca merda, che gigai scomodo- esordì, non appena fu totalmente fuori.
Si diede una sistematina agli abiti, togliendovi la polvere da sopra.
-È portatile.... Non mi aspetto che tu possa riuscire ad abituarti ad un congegno così complicato- borbottò Urahara, raccogliendo il corpo materiale da terra e facendolo tornare alle dimensioni di una pallina da ping pong.
-CHE ACCIDENTI STA SUCCEDENDO?!- sbottai, con gli occhi spalancati.
-Avevo un momento libero all'Istituto, così ho deciso di venire a trovare il mio caro e dolce negozio.... E quale modo migliore per farlo se non quello di spiare segretamente te?-.
Risero tutti insieme.
-E così.... Saresti caduto dalle scale....- intimò Nnoitra, dandomi una gomitatina nel fianco.
-Sì- borbottai -Volevo scendere nello scantinato enorme sotto all'emporio per allenarmi, ho messo male il piede e sono volato giù-.
-Lo sai che è impossibile cadere da quella scala, vero....? E poi, solitamente, quando si "cade dalle scale" non è davvero l'uomo che si fa male-.
Lo squadrai male.
-E lasciatelo un po' perdere- si intromise una quarta voce, appartenente ad una persona appena arrivata.
-Mamma....? Cosa ci fate qui?-.
Mi voltai e vidi al suo seguito una schiera di persone composta dall'intero corpo tenenti e comandanti del Gotei 13.
-Ci siamo presi una vacanza, tu perché non sei a scuola?-.
"caduto dalle scale"- borbottò mio padre.
-Ah.... Capito- rispose lei, ridendo -E.... Come si chiamerebbero queste scale....? E poi, teoricamente, non sarebbero loro ad essere ferite....? Ti sei strappato un muscolo durante la caduta? Oppure le scale erano troppo brutte e ti sei deconcentrato, facendo un casino....?-.
-Basta, vi prego....-.
Avevo lo sguardo esasperato.
Anche perché in realtà, non ero io quello caduto dalle scale, ma le scale erano cadute su di me....
-Va bene.... Però, la prossima volta che ti capiterà, vedi di sceglierti delle scale decenti su cui cadere, altrimenti finisci col risvegliarti pieno di dolori....-.
-....mamma hai finito di prendermi per il....- mi venne male solo al pensiero della frase "prendere per il culo" -....di prendermi in giro?-.
Risata generale.
-Scherzi a parte, io e tuo padre abbiamo comprato una villetta fuori città, visti i tempi pacifici che corrono, abbiamo deciso di prenderci una pausa e rilassarci sulla Terra.... E con noi tutti gli altri.... Se hai bisogno, segui la reiatsu! BENE RAGAZZI! LEVIAMO LE TENDE!!- ordinò, scomparendo con dei passi veloci.
Sospirai, chiudendo gli occhi e sollevando il capo al cielo.
Il sole era già alto, dovevano essere le tredici passate....
Sentii le labbra di qualcuno posarsi sul mio collo e salire fino a trovare la mia bocca.
Spalancai di colpo le palpebre, vedendo la persona che avevo davanti e staccandomici subito, tirandogli un colpo in testa.
-Ahio! Ma sei cretino?!- si lamentò -Io vengo, ti saluto, ti porto una brioche e tu mi fai male?!-.
-Se avessi avuto la katana sotto mano ti avrei ammazzato, quindi ringrazia-.
Sbuffò.
-Come stai?-.
-Ho un dolore allucinante al culo, sono stato preso per i fondelli da mezzo Gotei 13, non mi riuscirò a sedere per i prossimi vent'anni e, soprattutto, ho gettato nel cesso tutto il mio orgoglio.... E, indovina un po'....? TUTTO QUESTO PER COLPA TUA!- sbottai, gesticolando furiosamente.
Lui si lasciò sfuggire un sorriso.
-Come sei bello....- commentò.
-E smettila di fare lo sdolcinato! Mi farai venire il diabete!!-.
-Ti fa così male....?-.
-Sì, mostro! Mi hai stuprato! È normale che senta dolore anche solo al minimo movimento!-.
-Non ti ho stuprato.... Eri consenziente-.
-Tu chiami consenziente una persona con le braccia legate dietro la schiena, incapace di muoversi e che viene inculata dal proprio migliore amico....? Io dico di no-.
-Ma poi ti ho liberato le braccia.... E tu non hai fatto nulla.... E per di più, il tuo amichetto là sotto, ha dimostrato tutt'altro che impassibilità e odio nei miei confronti....-.
Mi squadrò dall'alto al basso e fermò il suo sguardo affamato appena sotto la mia cintura.
-Sono un uomo, sono fatto per eccitarmi anche solo alla vista di un filo d'erba- risposi, mentre lui rideva.
-Sì, certo....-.
-Sarcasmo?-.
-Decisamente-.
Lo guardai con aria impassibile.
-Bene, adesso sparisci dalla mia vista: il mio fondoschiena duole anche solo al pensiero della tua figura-.
Sorrise, avvicinandosi di un passo e facendomi contemporaneamente indietreggiare, spalle al muro.
-Non dovresti tornare a scuola?- domandai.
-Oggi non c'è pomeriggio, dovresti saperlo-.
-Aki.... Ci sono un sacco di persone che hanno i tuoi stessi orientamenti sessuali.... Perché non ci provi con loro....?-.
-Perché non sono te-.
-Oi! Fuyuko!- mi salutò uno shinigami.
-Renji!- esclamai, liberandomi dalla trappola del quincy e correndo verso il nuovo arrivato -Sia lodato il cielo!-.
Questi mi guardò con aria stranita.
-Successo qualcosa....?-.
-Per fortuna non ancora.... Come mai sei qui?-.
-Il Comandante Generale, cioè.... Tua madre, mi ha spedito qui per dirti che stasera devi andare nella casa nuova, stasera alle otto, possibilmente vestito con una camicia nuova- indicò il mio amico -E anche tu-.
-Io.....?- chiese l'altro.
-Sì, non chiedetemi spiegazioni perché non so nulla nemmeno io.... Adesso scappo: devo cercare il mio Taicho-.
Ci salutò, prima di andarsene con lo shunpo.
 -Allora, dov'eravamo rimasti....?- sussurrò il ragazzo dagli occhi ambrati, chiudendomi in un abbraccio caldo.
-Aki, no!- protestai, dimenandomi.
Lui mi diede un bacio dietro l'orecchio.
-Perché no?-.
Sciolsi la sua presa e mi liberai da quella morsa che non prometteva nulla di buono.
-Perché non puoi trattarmi così! Non puoi pretendere che io sia come te, non puoi! Io non sono gay, Aki, io non voglio stare con un ragazzo, non voglio mettermi con te!-. 
A quelle parole cambiò totalmente espressione, facendo sparire il sorriso che aveva stampato sul volto e sostituendolo con una smorfia, abbassando in contemporanea il capo.
-Ciò che è successo ieri sera è stato un errore, un madornale e stupido errore!- continuai -Non so nemmeno io perché non mi sono ribellato, ma dannazione! Aki! Io e te siamo migliori amici! Ed i migliori amici non fanno sesso, se così si può definire! Io.... Io provo vergogna, non mi hai mai umiliato così tanto.... Mi hai spogliato, hai goduto della vista di me nudo, ti sei divertito a stuzzicarmi, con le dita, con le labbra.... E poi mi hai fatto provare un dolore allucinante-.
La mia voce fu rotta da un singhiozzo.
-Non credevo saresti stato capace di ferirmi così profondamente nell'orgoglio.... Ma evidentemente devo ricredermi....- conclusi, asciugandomi una lacrima.
Bugie.... Tutte bugie.... O forse no....?
Lui non rispose, si limitò semplicemente a sparire il più velocemente possibile.
L'una e mezza.... Avevo ancora circa quattro ore per trovare un vestito decente.
-Tessai, vado ad immergermi nelle terme dello scantinato.... Magari mi passa il male per via della caduta.... Se qualcuno mi cerca, avvisami- dissi.
Prima di scendere dalla botola, feci uno squillo al cellulare di Makoto, invitandolo ad uscire.
Una volta nella cantina, raggiunsi quella sorta di piscinetta d'acqua calda, mi svestii e vi entrai, rilassandomi e sperando in tutti i modi che riuscisse a rimediare al casino accaduto la sera prima.
Vi uscii una mezz'ora dopo, completamente rinato.
Indossai degli abiti nuovi ed andai fino in centro città, dove il nuotatore mi stava aspettando.
-Fuyuko!- mi salutò.
-Ciao Makoto- ricambiai, prima di assicurarmi che non fosse di nuovo Nnoitra -Qual è il cognome di Haruka?!-.
-Cosa c'entra....?-.
-Rispondi e basta-.
-Nanase, ma perché?-.
-Nulla nulla.... Non me lo ricordavo....- mentii.
-Ah.... Comunque grazie dell'invito per stasera! Tu e la tua famiglia siete gentilissimi-
-Invito....? Quale invito....? Stasera....? Cosa succede stasera....?-.
-Te ne sei già dimenticato? La cena che darete a casa vostra-.
-Ah! Già! La cena....- mentii.
Quale cena....? Possibile che mia madre avesse nuovamente organizzato cose a mia insaputa?
-Non vedo l'ora! Anzi, andiamo a comprare una camicia nuova.... Io, all'infuori di quelle che uso per scuola, non ne ho-.
-A chi lo dici.... Ma chi ci sarà stasera....?-.
-A quanto pare tutti noi della classe più alcuni della sezione 1-2, con rispettivi genitori-.
Possibilissimo.
-Ah, wow....-.
Iniziammo a camminare ed entrammo in un negozio.
Stavamo cercando tra la merce, quando decisi di chiederli un consiglio.
-Senti Makoto.... Ma.... Per esempio.... Metti il caso che un gay si innamorasse di te.... Te lo dicesse.... Ma tu fosti rubato da un tuo amico e ci finissi a letto.... Cosa faresti....?- balbettai.
-È una confessione?-.
Cambiai colore, diventando rosso peperone.
-Assolutamente no! È solo.... Una cosa impossibile, illogica.... Giusto per sapere come reagiresti....-.
-Okay.... Non so chi sia il primo ragazzo, ma.... Ho come la vaga impressione che Aki ti abbia/-.
Lo bloccai, tirandogli in faccia il primo capo di abbigliamento che mi capitò a tiro.
-Come fai a saperlo?!- sbottai.
-Non lo sapevo.... Tu me ne hai dato conferma proprio ora- ridacchiò -E poi non ci vuole una mente per capire che quel ragazzo ti muore dietro.... Devo solo capire chi è l'altro....-.
-Rei- risposi, semplificandogli le cose.
-Oh wow.... Quindi, ricapitolando, Rei ti si è dichiarato, ma Aki ti ha portato via ed avete fatto sesso....?- bisbigliò.
-Non parlare con un tono di voce così alto!! Me ne vergogno tanto....- dissi, abbassando lo sguardo.
-Perché?-.
-Perché le persone, alla mia età, non fanno certe cose....-.
Rise.
-Meglio adesso che mai-.
-Non rimodellare i proverbi per cercare di convincermi che è una cosa giusta....-.
-È stato bello??-.
-Makoto!- protestai, ma lui non demorse.
-Daiiii! Siamo amici, no? Puoi dirmelo....-.
Sbuffai.
-Il problema.... È che non lo so nemmeno io! Perché ho provato emozioni e sensazioni che non credevo sarei stato capace di sentire.... Odio, eccitazione, dolore, piacere.... Tutte insieme.... E non saprei neanche descrivertele tutte....-.
Sorrise.
-Quando mi ha ripetuto "ti amo", ho sentito un brivido percorrermi la schiena.... L'ho sentito quando mi ha baciato, quando mi ha anche solo sfiorato.... Sapeva esattamente cosa fare per non farmi sentire troppo dolore, per farmi star bene.... Non mi ha mai chiesto neanche una volta dove o come volevo andasse a toccare, ha una conoscenza del mio corpo che nemmeno io posseggo: è sorprendente.... Io non so so sono innamorato di lui, se sono gay.... Non lo so: ho una tale confusione in testa....- borbottai -Non vorrei essere omosessuale, ho paura delle conseguenze.... Ho paura di quello che potrebbe pensare la società, della reazione dei miei genitori.... E se Aki si stufasse di me....? Se non fosse amore vero....? Rimarrei solo tutta la vita, incapace di farmene una ragione.... E poi, Rei.... Cosa faccio con lui?!-.
Lui si zittì e pensò per alcuni secondi, prima di rispondermi.
-Per la questione Rei.... Non credo sia veramente innamorato di te.... Sta passando un brutto periodo e quindi tende a provare cose che non sono reali, solo per colmare il vuoto che sente dentro di sé-.
-Cosa gli è successo?-.
Scosse la testa.
-Non sarò io a dirtelo.... Piuttosto, tu cosa provi realmente per Aki? E lui cosa prova per te?-.
-Non ne ho idea.... È così difficile: lui è il mio migliore amico, non credo riuscirei a vederlo fuori da quell'ambito.... Ed io.... Non so cosa sono realmente per lui-.
Tacque.
Continuammo a cercare fra i vari capi d'abbigliamento.
-Sai a cosa ripensavo....?- chiese -All'allenamento dello scorso pomeriggio....-.
-Fammi indovinare, vuoi sapere perché sono quasi ammazzato in piscina-.
Ancora una volta non rispose.
-Da piccolo ho rischiato di affogare, quindi ho il terrore dell'acqua.... Tutto qui.... Non ho mai realmente imparato a nuotare.... La paura di morire è troppa....- conclusi, tirando su una camicia -Che ne dici di questa?-.
Lui annuì, sorridendo.
-Sembra bella-.
Me la appoggiai contro il petto, guardando più o meno se mi stava o meno.
Fortunatamente sembrava essere della mia misura.
-La prendo- dissi.
-Non la provi....?-.
Scossi la testa.
-Non ne ho la minima voglia-.
Rise.
-Io ho deciso che ne ruberò una dal vecchio armadio di mio padre.... Queste costano troppo-.
-Mio padre non ha un armadio.... O quantomeno, ce l'ha, ma è pieno di abiti strani, tutti uguali.... Non provo neanche ad aprirlo-.
Altra risata.
Verso le sei tornammo ognuno alle rispettive abitazioni, per prepararci alla famosa cena che si sarebbe tenuta quella sera, nella mia nuova casa.
Feci una doccia e mi vestii.
Si erano fatte le sette.
Era ancora presto, ma decisi comunque di uscire, per fare una passeggiata e schiarirmi le idee.
Seguii le tracce di reiatsu lasciatemi da mia madre, arrivando ad un promontorio fuori città, dal quale dominava una villetta panna, col tetto di tegole rosse.
Il portone, in legno massello, era la componente principale della facciata e ne occupava una gran parte, assieme a due lunghi finestroni, posizionati nella parte inferiore.
Sospirai, guardando i miei piedi affondare nella sabbia ed il mare alla mia sinistra, che continuava ad infrangersi sulla spiaggia.
Località di pessimo gusto....
Mi sedetti a terra, volgendo lo sguardo verso l'oceano.
Un brivido mi percorse la spina dorsale, per via dei ricordi.
Mi lasciai sfuggire un altro sospiro, mentre mi stringevo le ginocchia al petto, senza spostare gli occhi da quella vasta distesa d'acqua.
-Aki, ti avevo detto di lasciarmi in pace.... Almeno per un bel periodo- ricordai al ragazzo che ora si trovava di fronte a me.
-Sei incazzato?-.
-Perché dovrei? Il mio migliore amico mi ha solo sfondato il culo senza il mio permesso.... Non c'è motivo per essere incazzato-.
Rise.
-Ti voglio, ti pretendo; non sai quanto mi è difficile starti lontano....-.
-Ci sei riuscito benissimo per quattro anni di fila, non vedo perché ora la cosa dovrebbe cambiare-.
-Perché lo abbiamo fatto-.
Sbuffai.
-Quante volte te lo devo dire....? Quello non era sesso! Era un tentativo di stupro andato a segno!-.
-Ma/-.
-Ma nulla! Per favore, vattene-.
-Ma io ti amo-.
-BASTA!- ringhiai -SMETTILA DI RIPETERLO! SONO STANCO DI SENTIRMELO DIRE! MI RICORDA COSA MI HAI FATTO L'ALTRA SERA! DANNAZIONE, CHE SCHIFO!-.
Sussultò, facendo un passo all'indietro ed avvicinandosi all'acqua.
Inciampò e perse l'equilibrio.
Mi alzai al volo, afferrandogli la mano, ma ugualmente cadendo a terra, su di lui.
Fece per aprire bocca, ma lo bloccai.
-Zitto- sbuffai, cercando di alzarmi.
Mi trattenne, passandomi una mano dietro la schiena e bloccandomi i fianchi contro i propri.
-Lasciami- ordinai.
-No- ridacchiò.
Mi divincolai come un animale in trappola e, in qualche modo, riuscii a liberarmi, finendo con metà corpo in mare.
-Cazzo! Mia madre mi lincia!- sbraitai, guardandomi i vestiti fradici e risalendo sul bagnasciuga.
Si buttò in acqua, iniziando a nuotare.
-OI!- gridai, richiamandolo -NON T'ALLONTANARE!!-.
Lo vidi sparire sott'acqua e, per un attimo, credetti che mi stesse prendendo in giro, per cui non mossi un muscolo per andarlo a recuperare.
Contai ogni singolo secondo che passò.
Uno.... Due.... Tre.... Quattro....
Al quindicesimo iniziai a preoccuparmi seriamente e, al ventesimo, compii un gesto che mai avrei fatto prima di allora: uscii dal gigai e mi tuffai, con la spada alla mano.
Non riuscii a vederlo, per cui diedi altre due bracciate verso il largo, pur con riluttanza.
Il panico aveva invaso la mia mente e mi stava pian piano bloccando gli arti, aiutato dal gelo invernale.
Decisi quindi di risalire in superficie, prendendo una boccata d'aria, per cercare, senza successo, di calmarmi almeno un po'.
Il cuore mi batteva a mille, quasi volesse uscire dal petto e correre via da lì.
Nessuna cellula del mio corpo voleva essere lì, tutto mi gridava "vattene".
Eppure rimasi, non seppi nemmeno io il perché.... Ero in qualche modo spinto dal dovere di ritrovare il mio migliore amico prima che gli sarebbe potuto accadere qualcosa.
-AKI!- urlai, nella speranza che mi sentisse e rispondesse.
Nulla.
Fu proprio allora che qualcosa si legò alla mia caviglia e mi portò sott'acqua.
Spalancai gli occhi, trovandomi di fronte ad un enorme hollow con lunghi tentacoli verdi ed una maschera bianca enorme, dalla forma a muso di rana.
Il corpo del quincy era poco più in là di me, anch'esso trattenuto dall'anima malvagia.
-Ci rivediamo.... Adesso sei molto più appetibile- disse quest'ultima, avvicinandomi alle proprie fauci -Indovina un po'....? Ho di nuovo fame-.
Aprii la bocca, nel tentativo di gridare, ma ingoiai solo della gran acqua, che mi scese in gola come fosse stato fuoco.
Mi trovavo di fronte a colui che, anni prima, mi aveva quasi ucciso mentre cercava di mangiarmi.
Guardai il mio migliore amico, oramai sott'acqua da un minuto, privo di sensi.
Brandii la spada e colpii l'hollow, ma non lo scalfii neppure.
"Aiutami, ti prego" pensai.
-Perché dovrei?- rispose la mia Zanpakuto.
"Se ci rimetto la pelle io, lo fai anche tu".
-Non ho paura di morire.... Non è una motivazione sufficientemente valida per permettermi di aiutarti-.
"Vedi Aki?" puntai con lo sguardo il ragazzo "È la persona a cui tengo di più in assoluto e perciò voglio salvarlo a costo della mia vita, devo combattere per aiutarlo, devo riuscire a sconfiggere l'hollow. Ti basta come motivazione?".

Di fronte a me si materializzò un tritone dalla coda giada ed i capelli del medesimo colore, lunghi e lisci, raccolti da un elastico verde in una coda laterale, sulla sinistra.
Alcune ciocche gli scendevano nella parte destra del capo, arrivando ben oltre gli occhi.
Gli addominali erano ben delineati e le braccia, molto esili, terminavano con mani palmate.
Su entrambi gli avambracci aveva una pinna, appena sotto il gomito.
-Era questo che aspettavo mi dicessi, lo sto aspettando da troppi anni.... Speravo ci arrivassi prima....-.
"Cosa vorresti insinuare....?".
-Ti sto implicitamente dicendo che sei tardato-.
"Oi!" protestai "Possibile che non perdi mai occasione per prenderti gioco di me o per darmi del cretino?!"
-Se lo sei, c'è ben poco da fare....- borbottò, sconsolato.
"Stronzo".
-Sto solo dicendo che tu hai sempre cercato di rimanere fuori dal combattimento, di non uccidere; hai sempre lasciato che fossero gli altri ad occuparsi del lavoro sporco, aspettando che qualcuno arrivasse a salvarti.... Ma sei cresciuto, a tal punto che stai mettendo in gioco te stesso per aiutare Aki.... Ed è questo che mi serve per capire che fu sei finalmente pronto a maneggiarmi.... Forza Fuyuko, dillo, pensalo, gridalo! Il mio nome, il mio comando di rilascio.... Scava nel profondo del tuo cuore: li conosci.... Li hai sempre conosciuti-.
Guardai avanti, puntando la Zanpakuto, ancora sigillata, contro all'hollow.
Forse aveva ragione.
Ero sempre stato piuttosto codardo da quel punto di vista: avevo sempre odiato combattere, anche solo se dovevo farlo per purificare un'anima.
Lo ero diventato sin da quel giorno di cinque anni prima, quando la mia vita era quasi stata portata via in battaglia.
Ma, in quel momento, il mio corpo fremeva, volevo battermi, volevo uccidere.
Oramai non mi accorgevo nemmeno più di essere sott'acqua: la mia paura era stata totalmente rimpiazzata da altre sensazioni, altri sentimenti.
L'orgoglio, il desiderio, la speranza, l'amore.
Sì, l'amore.... Se non fosse stato per quello, non mi sarei nemmeno tuffato.
-E poi lo so che, nonostante ti abbia allegramente sfondato il culo, lo ami-.
"Più tardi facciamo i conti....".
Sorrisi.
Aveva ragione.
"Sommergi, Hisui Toriton".
La katana cambiò forma, divenendo più larga interamente color giada, frastagliata dal filo e con una sorta di pinna dalla parte opposta.
Tra la lama ed il manico vi era impressa come la testa di un drago, con diverse punte acuminate che fuoriuscivano.
Due sfere d'acqua roteavano attorno al ferro.
"Costringilo al silenzio, Hisui".
Dalla spada scaturì un vortice che si avvicinò all'anima malvagia e gli entrò nelle vie respiratorie.
Per un attimo pensai di aver vinto, dimenticando che quell'essere era acquatico e che quindi non poteva affogare.
Gli tagliai il tentacolo che stringeva il quincy, lasciandolo tornare a galla.
L'ossigeno che avevo nei polmoni stava per finire: dovevo sbarazzarmi di lui in fretta.
Mi ci lanciai contro con tutte le mie forze e riuscii ad aprirgli in due il cranio, facendolo così scomparire.
Lasciai andare la spada, chiudendo gli occhi.
"Ti prego.... Salva Aki" pensai, rivolto a Hisui, prima di abbandonarmi alla corrente.


-Sei un cretino! Un irresponsabile!- stava urlando una voce maschile, presumibilmente era Ishida -Vorrei sapere cosa ti balena per quel cervellino minuscolo che hai! Saresti potuto morire! E con te avresti trascinato Fuyuko! Ma ti pare il caso di lanciarsi a fare un bagno in pieno novembre?!-.
-Scusa papà, io....-.
-SCUSA UN CORNO!- sbottò -HAI IDEA DI CHE INFARTO MI HAI FATTO PRENDERE QUANDO TI HO VISTO PALLIDO E PRIVO DI SENSI FRA LE BRACCIA DI KISUKE?!-.
-Non intendevo....-.
-TI CI TOLGO IO DAL MONDO UNA VOLTA PER TUTTE!!-.
-Amore, smettila di dire queste cose a nostro figlio....- cercò di mediare Szayel.
-AL DIAVOLO!- gridò l'altro, uscendo dalla stanza a passi pesanti, sbuffando e dicendo parolacce.
Aprii gli occhi.
-SEI UN CRETINO!- fu la prima cosa che mi venne detta.... Era mia madre.
La squadrai meglio, mettendo a fuoco la sua immagine.
Era parecchio incazzata.
-E TU!- si rivolse a mio padre -BRUTTO IMBECILLE! SE RIPROVI A BLOCCARMI MENTRE STO ANDANDO A SALVARE MIO FIGLIO, TI CASTRO!-.
Lui sorrise.
-Almeno è riuscito a rilasciare la sua spada-.
-NON MI INTERESSA!! NON DOVEVI LASCIARE CHE TUTTO QUESTO ACCADESSE!-.
-Tesoro, rilassati o ti riempirai di rughe- borbottò Szayel, rivolgendosi al suo compagno, che nel frattempo continuava a sbraitare all'altro quincy.
-Ecco Hikaru, calmati o verranno anche a te- si intromise Kisuke, guardando la moglie.
-UN INFARTO MI VERRÀ! ALTRO CHE RUGHE- risposero, all'unisono, lei ed Uryu.
Tutti i presenti nella sala risero.
-E bravo il mio nipotino- disse Jushiro, posandomi una mano sulla fronte -Magari qualche volta ci alleniamo assieme! Sarebbe bellissimo: due Zanpakuto d'acqua che si scontrano....-.
Annuii, saltando giù dal letto e vestendomi.
Nel frattempo tutti i presenti, tranne Aki, erano usciti.
-Fuyuko....- sussurrò, alzandosi in piedi e posandomi una mano sulla spalla -Grazie-.
Feci un cenno del capo in risposta, scappando da quella stanza come se fossi un ladro e scendendo al piano di sotto.
Davanti a me si aprì un enorme salone illuminato, che stava iniziando ad accogliere ospiti.
Tutti sembravano sentirsi molto in difetto e stavano sulle proprie, evitando gli shinigami che, per una sera, cercavano di sembrare il più umano possibile.
Un ragazzo in particolare colpì la mia attenzione.
-Fuyu chan!-.
-Makoto!-.
Sorrisi, avvicinandomi a lui.
-Bellissima casa! Non sapevo fosse così imponente-.
Nemmeno io, ma a mia madre piace fare le cose in grande.
-Sono contento ti piaccia!-.
Due bambini di non più di cinque anni gli si appesero alle braccia muscolose, dondolandosi e guardandolo con i loro occhioni curiosi.
-Fratellone, con chi stai parlando?- chiese la piccola.
-Con Fuyuko: è qui davanti a me- rispose il ragazzo più grande.
-Ma qui davanti a noi non c'è nessuno- insistette la bambina.
-È vero- constatò l'altro.
-Ma se è proprio.... Qui....- e mi indicò.
-No, lì non c'è nessuno! Ha detto la mamma di smetterla di parlare da solo o tutti ti prenderanno per pazzo-.
-Il gigai, idiota- apostrofò Mizu, mentre passava.
Spalancai gli occhi, correndo nuovamente in camera ed accorgendomi solo allora del fatto che il mio corpo materiale giaceva sulla sedia accanto all'armadio.
Vi ci entrai immediatamente, ritornando dal nuotatore sconcertato.
-Ciao!- mi salutò con la manina il fratello più piccolo -Tu chi sei?-.
-Fuyuko Urahara, il compagno di classe di Makoto-.
Sorrisi.
Tachibana liquidò velocemente i due, spedendoli da quelli che sembravano essere i genitori.
-Mi devi parecchie spiegazioni- ordinò.
-Su cosa....?-.
-Sul fatto che io ti vedevo ed i miei fratelli no e soprattutto sul fatto che sei sparito in un nanosecondo, per poi riapparire poco dopo, visibile a tutti-.
-Devo proprio....?-.
-Direi di sì-.
-Va bene....- acconsentii -Tanto prima o poi lo saresti comunque venuto a sapere-.
Facemmo per avvicinarci alla veranda, quando udimmo il rumore di qualcosa che andava in frantumi e di una risata di sottofondo.
-GRIMMJOW!- tuonò mia madre.
-È COLPA TUA!- rispose l'espada, indicando i cocci per terra.
-SEI UN'IDIOTA-.
-SENTI DA CHE PULPITO ARRIVA LA PREDICA-.
-NON AVRESTI DOVUTO LASCIARE CADERE IL PIATTO!-.
-È COLPA TUA CHE ME LO HAI QUASI TIRATO! STUPIDA-.
-NON RIVOLGERTI COSÌ A ME! RISPETTA I RANGHI!-.
-Sempre a parlar di ranghi.... Ma tanto sappiamo entrambi chi è il più forte-.
-Certamente: io!-.
-EH NO!-.
-TI SCONFIGGEREI BENDATA E CON LE MANI LEGATE DIETRO LA SCHIENA-.
-PROVAMELO-.
-PERFETTO!-.
Lei ingoiò un gikongan ed uscì dal gigai, brandendo la sua Yoru no Temshi.
Non fu la solita cosa per Grimmjow, che, chiaramente, dimenticò di prendere la pillola per l'anima e saltò fuori dal proprio corpo materiale come un grillo, lasciandolo cadere a terra privo di vita.
Tutti gli invitati si girarono, col terrore visibilmente impresso sul volto.
-Ho ragione io a darti dell'idiota- confermò il Capitano Comandante, scuotendo la testa e guardando male il Sexta.
-Può succedere!- ribatté lui.
-No! Non può succedere!-.
-Perché, miss perfettina non si è mai scordata di prendere la caramellina....? Non ci credo neanche se lo vedo-.
-E sbrigati a rientrare in quel dannato gigai! La gente ti sta osservando!!-.
-Che si vadano a far fottere-.
-GRIMMJOW PRIMA O POI TI AMMAZZO-.
Lui scoppiò in una risata sguaiata.
-Provaci, shinigami-.
-Anche subito-.
Mio nonno si frappose trai due, dando un provvidenziale colpo ad entrambi e lanciandogli un'occhiataccia.
-Indisciplinati....- commentò, mentre quelli rientravano nei rispettivi corpi, facendosi la linguaccia a vicenda -State tranquilli! È solo narcolettico- spiegò poi, aiutando l'azzurro ad alzarsi.
Mi volatilizzai da lì il più velocemente possibile, raggiungendo la veranda assieme a Makoto.
-Anche tua madre ed il tizio dalla chioma turchese si sono sdoppiati!- esclamò, non appena fummo in un posto appartato -Perché?!-.
-Hai mai sentito parlare di Dei della Morte....? Per fartela semplice.... Qui tutti, o quasi, siamo shinigami- risposi.
Rise.
-Che gran fantasia....-.
-Libero di non crederci-.
-Come potrei?! È....è semplicemente una cavolata che ti sei inventato al momento!-.
-Come spieghi allora il fatto che c'erano due persone identiche nello stesso momento?-.
-Nessuno se n'è accorto-.
-Mio nonno sì, tu sì e Rei pure-.
-Rei?!-.
-Ha un'alta forza spirituale.... Come tu del resto-.
-Ti prego, smettila di dire baggianate-.
-Reggimi- ordinai, poggiandomi fra le sue braccia ed uscendo dal corpo fittizio, rimanendo sotto forma di anima -Come spieghi questo....?-.
Guardò prima me, poi il gigai e poi di nuovo me.
-Perché me l'hai tenuto nascosto?!-.
-Avevo paura potessi non capire.... Pensavo saresti scappato a gambe levate.... Sai, io sono il contrario della definizione "normale"-.
Sospirò, mentre mi vide rientrare nell'invenzione della Dodicesima.
-Non credo avrei potuto.... Dopotutto sei un mio amico.... Ed io non mi comporterei mai male con una persona che mi è cara....-.
Sorrise.
-Grazie....- sussurrai, abbassando lo sguardo.
-Fuyuko....?- chiese una terza voce, appartenente ad un ragazzo appena arrivato.
-Ragazzi, io....vado a cercare mio fratello- borbottò Makoto, sparendo da lì.
-Aki- lo salutai, voltandomi dalla parte opposta ed abbassando lo sguardo.
-Io.... Sono venuto qui solo per dirti grazie....-.
-Dovere.... Non ti saresti dovuto scomodare-.
-Posso farti una domanda?-.
-Dimmi-.
Non osai guardarlo negli occhi.
-Perché lo hai fatto?-.
-In che senso....?-.
-Perché ti sei tuffato solo per salvarmi? Saresti potuto affogare anche tu, saresti potuto morire.... Perché lo hai fatto....? Perché, nonostante quello che è successo l'altra sera, ti sei buttato senza la minima esitazione....?-.
Sospirai, lasciandomi sfuggire un sorriso.
-Perché mi sono reso conto di una cosa: sei una parte fondamentale della mia vita e non voglio perderti-.
Non fiatò, limitandosi semplicemente a fissarmi con stupore.
-Sai perché sono riuscito a rilasciare la mia Soul Slayer? Perché nella mia testa avevo fisso il pensiero del tuo volto sorridente: volevo e dovevo assolutamente salvarti....- continuai -Sai, in tutti questi anni, ti sei sempre preso cura di me, hai sempre cercato di rendermi felice e, soprattutto, mi hai sempre amato.... Ed io mi sono reso conto che è arrivato il tuo turno di essere amato da me-.
Con un movimento fulmineo mi portai di fronte a lui e lo bloccai con le spalle al muro.
Gli spostai una ciocca di capelli ambrati dietro l'orecchio, passandogli lentamente le dita fredde lungo il collo, fino ad arrivare alla spalla.
-Di solito, quando una principessa viene salvata, non ringrazia il principe con un bacio...?- domandai.
-Sì.... Ma questo cosa c'entra....?-.
-Ti ho salvato la vita, quindi cosa aspetti a baciarmi?-.
La sua bocca si aprì in un sorriso ed i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Io non sono una principessa- rispose.
-Hai ragione, la tua bellezza non può essere paragonabile a quella di una principessa.... Non basterebbero neanche tutte le stelle del cielo-.
Gli presi il mento ed avvicinai il suo volto al mio, aspettando che facesse lui la mossa successiva.
Fremevo, nell'attesa che le sue labbra si posassero di nuovo sulle mie, sperando che quel momento arrivasse il prima possibile.
Non riuscivo più ad aspettare.
-Scusa se ti ho reso triste, scusami se mi sono comportato come uno stupido.... Ma sai, il mio culo doleva....- sussurrai.
Rise, ritraendosi di qualche millimetri ed allontanando l'oggetto del mio desiderio.
Mi soffiò sulle labbra, prima di posare la propria fronte sull'incavo del mio collo e lasciarvi un bacino semplice ed aggraziato.
Fece salire le proprie mani fino a incontrare i miei fianchi, dove iniziò ad accarezzarmi coi pollici.
Volevo che quel momento finisse al più presto, per esplorare la sua bocca calda ed assaporarne il retrogusto di dentifricio alla menta.
-Aki....- mormorai, quasi gemendo.
Si lasciò sfuggire una risata.
Come fosse riuscito in pochi a ribaltare i ruoli e ad avere il controllo della situazione rimane tutt'ora un mistero per me.
Sapevo, e so, che feci la scelta giusta, abbandonandomi alle sue braccia e facendomi mettere io con le spalle al muro.
Mi bloccò, mettendomi un ginocchio fra le gambe, all'altezza delle cosce, ed una mano appena sopra la spalla.
"Ti amo" furono le uniche due parole che spiccicò, prima di accorciare ancora quella distanza che ci separava, riducendola a pochissimi millimetri.
-Ragazzi- tossicchiò un uomo.
-Nonno!-.
-Capitano Ukitake!-.
Aki si girò con un movimento fulmineo talmente brusco che per poco non cadde a terra.
-Io.... Devo cercare mio padre- disse il quincy, sparendo da lì.
-Ecco spiegata la caduta di stamattina....- borbottò l'uomo dai lunghi capelli argentei, facendomi avvampare -Anche se in teoria, sarebbe più corretto dire che "le scale ti sono cadute addosso"....-.
-Nonno, ti prego.... Non infierire anche tu-.
Ridacchiò.
-Immagino che i tuoi non sappiano della tua.....scelta....?-.
Pronunciò l'ultima parola come fosse una domanda.
-....no-.
-Sono certo la apprezzeranno subito-.
-Non ne sono così sicuro....-.
-E perché?-.
-Perché loro si aspettano dei nipoti da crescere, si aspettano che io trovi una buona ragazza, possibilmente non Mizu, e che me la sposi, creando prole e mandando avanti la famiglia-.
-Non hai capito nulla.... Fuyuko, loro vivono per vedere te felice, non per altro-.
Sorrise, dandomi una carezza sulla testa.
-Mi sembra ieri che ti tenevo sulle ginocchia e giocavi con Sogyo no Kotowari ad acchiapparello.... Ed ora sei uno shinigami che ha pure rilasciato la propria spada.... Sei proprio un bravo nipote, lo sai? Tieni una caramella, te la meriti- disse, passandomi un dolcetto preso dalla tasca della sua camicia.
Risi.
-Grazie nonno-.
Tornai in casa e vidi il caos.
La maggior parte dei presenti era completamente ubriaca e girava con una bottiglia di sakè in mano, tutti a braccetto con Shunsui.
Strabuzzai gli occhi, non riuscendo a fare a meno di domandarmi come il Capitano dell'Ottava fosse riuscito a far sbronzare quasi tutti gli invitati nel giro di quindici minuti....
Notai alcuni ciuffi ambrati, quindi iniziai a superare la folla per raggiungere il possessore di quella chioma morbida.
-Oi, Aki- sussurrai, richiamando l'attenzione del quincy che, in quel momento, stava discorrendo con un ragazzo appartenente alla nostra classe -Dobbiamo....parlare....-.
Sorrise, salutando velocemente l'amico e raggiungendomi.
Mi prese per il polso e portò al centro della stanza.
Nessuno diede molto peso al nostro spostamento repentino, in quanto troppo occupati a chiacchierare fra loro, ridere come ebeti, cercare di reggersi in piedi o affondare la faccia nelle tette di Matsumoto.
-Scusa per prima, ti ho fatto fare una figuraccia.... Ma non lo avevo sentito arrivare- sussurrai, abbassando lo sguardo ed alludendo alla micidiale comparsa di nonno Ukitake durante quello che, fino ad allora, era stato il momento più clou e passionale della serata.
-Sì, per punizione te ne farò fare una di quelle che non si scordano per un po'-.
-Cosa intendi?-.
Mi prese il mento e mi baciò, totalmente senza pudore e senza la minima preoccupazione di quello che avrebbero pensato gli altri.
Arrossii, provando a staccarmi da quell'azione così azzardata ed estremamente diretta, ma non riuscii.
Non perché non potevo.... Ma perché non volevo.
In quel momento mi resi conto del fatto che, quella punizione mi piaceva, nonostante l'intera sala ci avesse ora puntato gli occhi addosso e ci stesse fissando con aria stupita.
I miei genitori si stavano scambiando occhiatine felici.
Pareva l'avessero presa fin troppo bene....
Sorrisi, dimenticando tutto quello che ci stava attorno e concentrandomi solo sul ragazzo che in quel momento stava giocherellando con la mia lingua.
Mi passò una mano dietro ai capelli, staccando le proprie labbra dalle mie e portandomele sulla fronte, schioccandovi un bacio.
-La prossima volta cerca di essere meno discreto- scherzai.
Si lasciò sfuggire una risata.
-C'è ancora troppa gente.... Pensi che tua madre si offenda se ti porto via?-.
-Non se scappo con una motivazione logica-.
-Vuoi una motivazione logica....?-.
-Certo, altrimenti non posso scampare alle sue grinfie....-.
-Tu. Io. Camera da letto. Ora-.










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