A little bird told me...

di Akrois
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Il vecchio Bobby guardò l'auto della polizia sgommare in curva e lasciarsi dietro una striscia nera di pneumatici. Scrollò le spalle e si alzò faticosamente dalla sedia a dondolo, zoppicando verso la porta d'ingresso.

 

 

 

 

 

 

 

Dean Winchester era uno di quegli uomini alla quale non avresti affidato neanche un gatto morto.
Non era cattivo e non aveva mai dato problemi in città, ma nessuno si fidava di lui. Forse era qualcosa d'istintivo, come quella sensazione di fastidio che provi quando incontri i nuovi vicini e poi finisci per scoprire che sgozzavano i cani nel seminterrato.
Non che Dean Winchester sgozzasse cani nel seminterrato. Probabilmente non aveva neanche un seminterrato.
Dean Winchester apparve in città in un uggioso pomeriggio di maggio, guidando una macchina nera come un corvo e sparando musica rock a tutto volume. Sarebbe stato anche un ingresso in scena piuttosto figo, se non fosse stato così fuori luogo. A Fendale nulla è fuori luogo come il rock.
Fendale, per la cronaca, era la classica e banalissima cittadella americana del sud. Case spaiate con giardini rinsecchiti, macchine americane fatte in America da operai americani, gente con gli stivali in pelle, fibbie della cinta in bella vista e donne con acconciature di variegata bruttezza.
Fendale era così nel 1965 e vi assicuro che non è assolutamente cambiata.
Comunque, andiamo avanti.
Dean Winchester, come già detto, arrivò a Fendale a maggio, parcheggiò la sua auto davanti alla vecchia fattoria degli Winchester e scese dalla macchina. Rimase a lungo sotto il tenue sole maggiolino, con le mani in tasca e la faccia assorta; intento a fissare la vecchia casa. Poi prese un sacco di tela dal sedile del passeggero e sparì dietro la porta d'ingresso.

 

Ovviamente, a Fendale ci fu un gran chiacchierare su questo Dean Winchester e sulla fattoria degli Winchester e sulla musica rock e sulla sua macchina e sui suoi stivali e...insomma, ci fu un gran chiacchierare in linea generale.
Dean spuntava fuori dalla vecchia fattoria una volta o due al giorno, andava al negozio di alimentari del vecchio Jill, comprava un pacco di birra (o due) e poi spariva di nuovo dentro casa.
Ma il grande shock lo diede l'apparsa di Bobby Singer, locale meccanico ed ubriacone, davanti alla porta di casa Winchester.
- Dean!- gridò con voce tonante, battendo il pugno contro la vecchia porta di legno – Dean Winchester, sia maledetto chi t'ha messo al mondo, apri subito la porta!
L'intera città trattenne il fiato. In molti si aspettavano molte cose. Alcuni si aspettavano una sparatoria, altri una scazzottata, altri ancora si aspettavano di vedere Bobby Singer andarsene, ignorato e scornato.
Ma nulla di tutto questo accadde.
La vecchia porta di legno si aprì e Dean Winchester spuntò fuori. Rimase fermo per qualche secondo a fissare l'anziano sul piede di guerra fermo sul suo portico – Bobby!- esclamò poi, gettandogli le braccia al collo in un mascolino abbraccio.
Bobby rispose all'abbraccio nel suo modo un po' rude e molto maschio alfa del sud, ma una piccola lacrima comparve all'angolo del suo occhio sinistro.

 

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Capitolo 2
*** 02 ***


- Spiegami perché non mi hai detto che eri in città.- sbottò Bobby lasciandosi cadere su una poltrona coperta da un lenzuolo sporco.
Il salotto della vecchia fattoria era un disastro di vecchi lenzuoli, barattoli di vernice, mobili dipinti a metà, fogli di giornale e lattine di birra. Dean sedeva in precario equilibrio du un vecchio tavolino con le zampe di leone – Volevo farti una sorpresa- disse ghignando – birra?- domandò porgendogli una lattina.
-Bella sorpresa m'hai fatto. Dean Winchester è in città e io lo vengo a sapere solo dopo quattro giorni? Ragazzo, questa non te la perdono facilmente.
- Prendilo come un palese fallimento della locale rete di gossip.
Bobby sorseggiò la sua birra e si guardò intorno – Vedo che stai sistemando. Intendi tornare a vivere qui?
- Io? No, no, no. Niente da fare. Aiuto Sammy.
- Sammy. Che combina nella vita quel bambolotto troppo cresciuto?
- Si sposa l'estate prossima. Vuole portare sua moglie qui, magari farci anche due marmocchi. Dice che l'aria di campagna le farebbe bene.
- Gesù. Ha faticato tanto per uscire da questo buco di culo e ora ci vuole rientrare?-
Penso che abbia della segatura nella testa, o qualcosa del genere. Oppure ha il cranio solo per reggere i capelli. Cristo dovresti vederlo Bobby, s'è fatto crescere questi capelli da hippy- buttò giù una sorsata di birra – ma la sua ragazza è carina. Molto pace & amore, ma è comunque carina. Le ho detto che avrei sistemato la casa, almeno finché non ho di meglio da fare.
- Capisco.
Bobby guardò attorno - Quel colore andrebbe bene per le pareti.
- Dici? Non è un po' troppo giallo? A me piaceva quell'altro.- disse indicando vagamente una delle macchie che costellavano il muro.
- No, quello usalo per la stanza del bambino. Il salotto fallo con quel color cammello. Per la cucina ti troverò io le mattonelle. A Sam piace il rosa?
- Credo che lo detesti.
- Meglio così.
Dean ghignò.

 

 

A Fendale c'era una chiesetta vecchio stile, fatta di legno e pietra grigia, col Gesù bianco, biondo e ben rasato che andava tanto di moda all'epoca.
Dean Winchester apparve sulla porta di suddetta chiesa in una notte di giugno barcollando pesantemente, sporco di vernice e puzzolente d'alcool. Si guardò intorno velocemente, torcendosi le mani tra loro. Il rumore delle nocche che scrocchiavano risuonò nella chiesa.
-C'è nessuno?- domandò al vuoto con una vocetta acuta e belante – Per favore, c'è qualcuno?
Barcollò in giro per la navata, prima di schiantarsi su una lunga panca di legno scuro. Si piegò su se stesso, stringendosi nel vecchio giacchetto di pelle che indossava. - C'è nessuno?- domandò ancora, le voce ridotta da un sussurro.
Non poteva davvero quantificare il tempo che aveva passato su quella panca a fissare il vuoto, ad ascoltare le urla nella sua testa. Ma, ad un certo punto, dei passi risuonarono nella chiesa. Un uomo in vestaglia apparve da una porta laterale – Signore- disse avvicinandosi a Dean – signore, la chiesa è chiusa. È notte fonda, non potrebbe- Dean alzò lo sguardo e incontrò due occhi blu come l'oceano - Le serve qualcosa?- domandò l'uomo dagli occhi blu.
- Qualcuno- sussurrò stringendosi nelle spalle – qualcuno. Aiuto.
- Come posso aiutarla?- domandò l'uomo dagli occhi blu e Dean vide quegli occhi divenire immensi come l'oceano che scivolava sotto i suoi piedi fuori dal finestrino di un aereo – Sono solo un prete, ma-
- Un prete?- Dean sorrise leggermente (ma sembrava più una smorfia di dolore) – Un prete.Sì, proprio un prete. Allora mi confessi, che ho tanto peccato.

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Capitolo 3
*** 03 ***


Padre Castiel aveva il vizio di apparire.
Appariva improvvisamente accanto al confessionale quando qualche fedele sentiva il bisogno di liberare la sua anima. Appariva al negozio di alimentari del vecchi Jill quando qualche vecchietta non aveva abbastanza spiccioli per pagarsi la spesa. Appariva in piazza quando qualche vecchio ubriaco stava per fare a botte. Appariva ovunque ci fosse qualcuno che aveva bisogno d'aiuto. A Fendale padre Castiel era universalmente considerato un benevolo angelo custode.
Nessuno si stupì particolarmente quando padre Castiel apparve alla porta degli Winchester. Nessuno tranne Dean Winchester, ovviamente.
- Buonasera, signor Winchester- disse padre Castiel con tutta la serietà e compostezza che ben si addiceva ad un uomo di clero – le ho portato la spesa.
Dean guardò il sacchetto di carta marrone e poi il viso del prete – Cosa?
- Le ho portato la spesa.- ripeté padre Castiel senza perdere neanche un briciolo del suo decoro.
- Scusa, ma chi t'ha chiesto di portarmi la spesa? Ho tre anni o cosa?
- Il signor Jill mi ha detto che lei compra solo birra e crostata di mele. La sua dieta non è affatto bilanciata per un uomo della sua età.
- Parla come mangi. - grugnì Dean – Senti amico, quel che compro non è affar tuo, chiaro? Tornatene pure da dove sei venuto e non venire più a scocciare, okay?
- Come prete è mio dovere prendermi cura degli abitanti della mia città. La prego di accettare la spesa.
- Cristo santo. Non la voglio la tua maledetta spesa! Non ho tre anni, posso comprarmi da mangiare da solo! Poi chi cazzo sei tu, come ti permetti di arrivarmi sotto casa! Ma neanche ti conosco!- gridò Dean, lottando contro la voglia di prendere a pugni quella faccia seria e composta.
- Ma come?- il prete inclinò leggermente la testa da un lato – Lei è venuto nella mia chiesa solo due giorni fa.
Dean lo guardò e, per lungo secondo, si ritrovò ad annegare nell'oceano più blu che avesse mai visto, mentre il motore dell'aereo rombava e il tipo seduto accanto a lui piangeva silenziosamente e stringeva una foto e – Cazzo!- esclamò e sbatté la porta in faccia al prete.

 

Qualche ora dopo Dean decise di strisciare fuori a bersi una birra sul portico e guardare un poco le stelle. Accanto alla sua porta era sistemato un sacchetto marrone pieno di verdura, frutta e roba del genere. In un angolo del sacchetto era sistemata accuratamente una scatola argentata contenente una fetta di crostata.
 

- Sono spiacente.
Padre Castiel stava sistemando un mazzo di grossi gigli bianchi dall'odore melenso e funereo . Dean dondolò da un piede all'altro – Sono stato davvero un pezzo di merda e, davvero, sono spiacente.
Si sentiva leggermente in soggezione. Era strano. Insomma, un ometto altro un metro e tanta voglia di crescere con un mazzo di gigli in mano non avrebbe dovuto mettere in soggezione un omone cresciuto come lui, ma si sentiva in soggezione uguale. L'importante era non guardarlo negli occhi. Se non lo guardava negli occhi sarebbe andato tutto bene.
- Il suo comportamento è stato estremamente maleducato- disse il prete senza staccare gli occhi dal vaso dei gigli – ma comprensibile. In fondo non avevo alcun diritto d'intromettermi nella sua vita. Me ne dispiaccio moltissimo. Avrò cura di non disturbarla più.
- Ecco, no, cioè- si leccò le labbra e deglutì un paio di volte – può disturbarmi. Ecco. Quando vuole. Sono davvero, davvero spiacente. Può venire a casa mia per una birra o un bicchiere di acqua e limone, quello che preferisce. Anche sta sera, se vuole.
- Dell'acqua con un po' di limone sarebbe ottima.

 

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Capitolo 4
*** 04 ***


Padre Castiel sedeva su una vecchia poltrona con l'imbottitura marcia e beveva da un bicchiere sporco di vernice, ma sembrava comunque elegante, raffinato e angelico.
Dal canto suo, Dean era consapevole che non sarebbe mai riuscito a sorseggiare acqua del rubinetto con quell'aria seria e tranquilla neanche se si fosse allenato per cent'anni.
- Quindi- Dean aprì una lattina di birra e si poggiò sul tavolino – da quanto tempo è che fa il prete in città?
- Circa cinque anni. Prima c'era Padre Zachariah, ma si è dovuto dimettere. Quindi sono subentrato io.
- Preti che si dimettono? E cos'ha combinato? Ha pisciato nel bacinetto dell'acqua santa?
Castiel lo guardò – Vi fu uno sfortunato incidente con una delle bambine del coro. Padre Zachariah venne fortemente invitato a lasciare la chiesa.
Dean sentì la birra impuntarsi. Tossì ripiegandosi su se stesso e sputò qua e là – Cazzo. Una bambina?!
- Padre Zachariah purtroppo aveva una terribile malattia.
- Malattia- mugugnò Dean – proprio la parola giusta.
- Credo che stia pagando per i suoi peccati a sufficienza.
- E vorrei ben dire
- Tutti paghiamo i nostri peccati, signor Winchester. Il male ci torna sempre contro.
Dean alzò lo sguardo e vide un piccolo passero poggiarsi davanti alla finestra. Aveva un insetto stretto nel becco. Una zampetta verde si muoveva ancora.
Per qualche secondo cadde il silenzio.


Era giovedì mattina quando trovarono il cadavere di una donna in mezzo alla strada. Lo trovò la signora Monroe, lavoratrice della piccola fabbrica di abbigliamento di Fendale.
La donna era bionda e portava un abito nero. Era riversa a terra e la pioggia aveva lavato via il sangue che la macchiava. La signora Monroe urlò quando la vide.




Sabato padre Castiel accettò il bicchiere con le mani tremanti – Era così giovane- sussurrò – chi può essere stato? Chi può avere in se tanta malvagità da fare una cosa simile?
Dean gli poggiò una mano sulla spalla -Padre, non ci pensi. Chiunque sia stato ad ucciderla subirà la giusta punizione. - strinse leggermente le dita sulla stoffa nera – L'ha detto lei no? Tutti paghiamo i nostri peccati.
- Ma tutte le sofferenze del mondo non riporterebbero in vita Bela- sussurrò Castiel – il calore della sedia non la sveglierà, un cappio non la farà sorridere.- Castiel chinò la testa – C'è così tanta ingiustizia a questo mondo.
- È un mondo crudele, padre.



Padre Castiel aveva mal di schiena. Effettivamente a quasi ventotto anni non poteva più permettersi di dormire sulle poltrone della gente. Dean dormiva a terra accanto alla poltrona, avvolto in un bozzolo di lenzuola sporche di vernice. Una luce rosata, delicata come una carezza, entrava dalle finestre. Castiel sorrise.
Per qualche minuto si scordò che doveva celebrare un funerale.  

 

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