Un'istantanea di istanti di Fink (/viewuser.php?uid=206983)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Correre fa bene ***
Capitolo 2: *** Emozione a basso volume ***
Capitolo 3: *** Non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima ***
Capitolo 4: *** Essere bella per qualcuno ***
Capitolo 5: *** Cullati nel freddo dell'oblio ***
Capitolo 1 *** Correre fa bene ***
Correre fa bene
Titolo:
Correre fa bene
Challenge: sfida
dei duecento prompt
Prompt: 190.
Corsa
Fandom:
Person of interest
Personaggi: John Reese, Harold Finch, Bear
Raiting: verde
Tipologia:
flash-fic
Parole: 188
Reese
guardò l’orologio,
erano già le sette e stava correndo da quasi
un’ora nel parco vicino casa. Bear
trotterellava al suo fianco, la lingua penzoloni e un’aria
decisamente
soddisfatta stampata negli occhi scuri ed intelligenti.
“Vieni
bello.” Lo
chiamò John, “andiamo a casa.”
Avevano
appena
svoltato l’angolo che Reese notò un uomo a pochi
metri dall’edificio in cui
abitava. L’uomo indossava una giacca scura di tessuto
leggero, lo stesso dei
pantaloni e una camicia con una cravatta a righe.
“Noto
con piacere
che ogni tanto indossa degli abiti più…sportivi,
ma soprattutto che le piace
correre, signor Reese.” Lo salutò Harold,
sistemandosi gli occhiali scuri sul
naso.
“Mi
tengo in
allenamento … e poi a Bear fa bene correre un
poco.”
Il
cane gli
lanciò uno sguardo significativo e si allontanò
dal suo padrone per avvicinarsi,
scodinzolando, a
Finch in attesa di
essere adeguatamente accarezzato.
“Bene,
perché l’ho
iscritta alla maratona cittadina che si terra domani.”
Reese
lo guardò
scettico “Non dirmelo, abbiamo un nuovo numero.”
“Sì,
un appassionato
della corsa. Abita nel condominio accanto al suo e… a quanto
pare esce di casa
molto presto per gli allenamenti.”
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Capitolo 2 *** Emozione a basso volume ***
Emozione a
basso volume
Titolo:
Emozione
a basso volume
Challenge: sfida dei duecento
prompt
Prompt: 111.
Mani
Fandom: Person of interest
Personaggi: John Reese, Sameen Shaw
Raiting: verde
Tipologia:
flash-fic
Parole: 202
Shaw
attese che
Harold uscisse dalla stanza poi si sedette accanto al letto nel quale
giaceva
Reese. Il medico aveva detto che se la sarebbe cavata, ma il suo volto
mostrava
una sofferenza che la donna, nei mesi in cui avevano lavorato assieme,
non gli
aveva mai visto.
Lei
sapeva che
quel dolore non era causato tanto dalle ferite, ma da una sofferenza
più
profonda che aveva fatto sanguinare nuovamente il cuore
dell’uomo. Aveva visto
quell’espressione sul suo volto solo una volta, quando Reese
aveva trovato
alcune foto nella cassaforte di Finch e i suoi occhi si erano
soffermati sul
ritratto di una donna bionda.
“Mi
dispiace per
la Carter, John.” Sussurrò vicina al suo orecchio,
poi prese la mano di John
tra le sue e la tenne stretta. Un atto istintivo, dettato da qualcosa
di più
profondo.
Un
gesto con cui voleva
trasmettergli la sua forza, il suo calore.
Un azione di cui ella stessa
si stupì.
Che
cosa le aveva
detto quella ragazzina? Non è che non provava emozioni, solo
erano ad un volume
troppo basso perché lei potesse sentirle. Era davvero
così?
“La
vendicheremo,
John.” Accarezzò ancora una volta le sue mani, poi
si alzò e uscì dalla
biblioteca.
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Capitolo 3 *** Non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima ***
Non importa se per odio o per
amore, per gioia o per dolore,
il risultato è sempre una lacrima
Titolo:
non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore,
il risultato è sempre una lacrima
Challenge:
sfida
dei duecento prompt
Prompt: 58 Lacrime (qui
però è più corretto parlare di
lacrima)
Fandom: Person of interest
Personaggi: Sameen Shaw
, Harold Finch (solo accennato)
Raiting: verde
Tipologia: Flash-fic
Parole: 160
Scende solitaria
lungo la tua guancia, percorrendo un sentiero che ha quasi dimenticato.
Hai cercato di
trattenerla, di ricacciarla in quegli occhi scuri dietro ai quali ti
nascondi,
ma lei è stata più forte e ti ha annebbiato la
vista. Ti ha costretta a
chiudere le palpebre e a liberarla.
La senti
scivolare giù, calda e bruciante, fino fermarsi
all’angolo delle tue labbra. Istintivamente
le socchiudi e la lasci entrare.
Ha il sapore
salato di quel giorno al mare con i tuoi genitori, quando ancora sapevi
ridere.
Ma ha anche il
gusto pungente del dolore che senti rinascere mentre osservi la corona
di fiori
sulla lapide.
Quella lacrima che
ti pizzica il palato è la prova che, ancora, sai amare.
Aspetti che si
sciolga e che del suo sapore non resti che il ricordo, poi ti volti a
guardare
Finch.
Lui annuisce e ti
lascia andare, tra voi c’è un patto silenzioso.
Ora è Reese ad aver bisogno di te.
Nota
dell'autrice
Come avrete
notato il tiolo è quasi più lungo della storia.
Volevo spercificare, però, che questa breve storia non si riferisce ad un
momento particolare della serie, Shaw e Finch si trovano
davanti ad una lapide che può benissimo essere di
chiunque, conoscente o meno.
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Capitolo 4 *** Essere bella per qualcuno ***
Essere
bella per
qualcuno
Titolo:
Essere bella per qualcuno
Challenge:
sfida dei duecento prompt
Prompt: 87.
Festa (in maschera)
Fandom: Person of interest
Personaggi:
Sameen Shaw, John Reese
Raiting: verde
Tipologia:
flash-fic
Parole: 434
Non
aveva mai
dato molto peso alle apparenze, o all’apparire, neppure se
riguardava se
stessa.
Sapeva
di essere
una donna attraente. Non esattamente una bellezza da copertina, ma
aveva quel
fascino orientale, quel velo di mistero che intrigava gli uomini. E
questo a
lei bastava.
Era
stata un’assassina,
una macchina per il governo, mentre
ora lavorava per un eccentrico miliardario, salvando vite in compagnia
di un ex
agente della CIA. In ogni caso, per chiunque lavorasse, erano richiesti
prontezza di riflessi, una buona mira e abiti
comodi.
Niente
strascico
chilometrico, niente tulle svolazzante e abiti con i fronzoli.
Se
decideva di
vestirsi in modo elegante o provocante era sempre e solo per perseguire
uno
scopo, fosse esso una vittima o, semplicemente, qualcuno che voleva
portarsi a
letto per una sera.
L’unica
volta in
cui aveva voluto essere bella per un uomo aveva otto anno e indossava
lungo abito
blu e una coroncina sulla testa. Suo padre, che le era accanto, le
sorrideva con
affetto e la invitava a ballare. La prendeva in braccio e volteggiava
con lei
per l’intera stanza. E lei si sentiva come se quelle quattro
mura dall’intonaco
scrostato fossero la più importante pista da ballo del
mondo. Non le era
mai più capitato di indossare un
abito solo per voler essere bella per qualcuno.
Almeno
fino a quella
sera.
Shaw
si guardò
allo specchiò. La superficie non le restituì
l’immagine di una bambina dagli
occhi speranzosi, ma quella di una nobildonna dell’ottocento
con indosso il suo
abito migliore dai colori tenui ed eleganti.
Un
ballo in
maschera nella villa di uno dei più facoltosi ed eccentrici
uomini di New York,
la cui vita era in pericolo. E lei e Reese dovevano parteciparvi per
prevenire
ogni attacco.
Lisciò
le pieghe
della gonna, sentendo sotto le dita la stoffa morbida e ricamata e per
la prima
volta in vita sua si sentì stranamente nervosa al pensiero
della serata che la
attendeva.
Aveva
scelto l’abito
con cura cercando quello che meglio si adattasse alla sua carnagione e
ai suoi
lineamenti, facendosi consigliare dalle commesse, e per una persona
che, come
lei, dava poco peso alle apparenza era fatto
alquanto insolito.
Ma
dopo anni
voleva di nuovo essere bella per qualcuno,
e quel qualcuno era John.
“Shaw.
Sei pronta?”
John la stava chiamando.
Diede
un ultimo
sguardo allo specchio, prese la maschera che aveva appoggiato sul letto
e uscì.
“Allora,
Reese, che dici? Sono abbastanza elegante?”
L’espressione
dipinta sul volto di Reese non dava adito a dubbi e Shaw dovette
portare la
maschera al viso per nascondere il rossore che le aveva colorato le
guance.
Abito di Shaw
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Capitolo 5 *** Cullati nel freddo dell'oblio ***
Cullati
nel
freddo dell’oblio.
Titolo:
Cullati nel freddo dell’oblio
Challenge: sfida dei duecento promt
Prompt:
122. Freddo
Fandom:
Person of interest
Personaggi: John Reese,
Sameen Shaw
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 309
“Shaw…
Shaw”
qualcuno la stava chiamando: una voce lontana, calma e rassicurante.
Cercò
di aprire
gli occhi ma le palpebre erano pesanti e il solo tentativo le
costò uno sforzo
incredibile. All’improvviso si sentiva priva di forze,
incapace di fare il
minimo movimento, perfino inumidirsi le labbra – che sentiva
secche e fredde –
le sembrava impossibile.
L’unica
sensazione che provava era un torpore diffuso, dolcemente avvolgente:
quella
stessa sensazione che si prova al risveglio quando si è
ancora avvolti in calde
coperte e il corpo sembra una parte staccata di noi.
Provò
ad aprire
la bocca per rispondere a chi la stava chiamando, ma non ci
riuscì. Qualcuno le
poggiò una mano sul viso, riusciva a sentirne il calore e la
morbidezza sotto
lo strato sottile e ghiacciato della sua pelle.
“Sameen…
Sameen, per
favore, guardami.”
Quella
voce era
così dolce e quel tocco così gentile che le
sembrò un affronto non rispondere. Richiamò
a sé le forze e aprì gli occhi, un rantolo le
sfuggì dalle labbra bluastre.
Prima
un’immagine
confusa, poi il volto di Reese cominciò ad apparire oltre la
nebbia dei suoi occhi.
“Grazie
al cielo
sei sveglia.”
Mosse
piano la
testa per vedere, ma riuscì a scorgere solo pareti di
ghiaccio, e il fiato che
si condensava ad ogni respiro.
“Dov…dove”
la sua
voce era un rantolo e John la fermò posandole due dita
tremanti sulle labbra. Erano
fredde e innaturalmente scure.
“Sssssh,
non
parlare. Ci hanno chiusi al fresco in uno di quei camion frigoriferi.
Ha quanto
pare le temperature esterne sono troppo calde e hanno pensato di farci
un
favore.”
Le
passò una mano
tra i capelli e osservò le dita rompere piccoli cristalli di
ghiaccio. Stava
congelando. La sollevò e avvicinò il corpo di
Shaw al proprio, avvolgendola con
il proprio cappotto.
“Non…
non fa poi
così…freddo.” Sussurò Sameen
prima di riperdere conoscenza.
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