Un'istantanea di istanti

di Fink
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Correre fa bene ***
Capitolo 2: *** Emozione a basso volume ***
Capitolo 3: *** Non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima ***
Capitolo 4: *** Essere bella per qualcuno ***
Capitolo 5: *** Cullati nel freddo dell'oblio ***



Capitolo 1
*** Correre fa bene ***


Correre fa bene





Titolo
: Correre fa bene
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 190. Corsa
Fandom: Person of interest
Personaggi: John Reese, Harold Finch, Bear
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 188
 



 
Reese guardò l’orologio, erano già le sette e stava correndo da quasi un’ora nel parco vicino casa. Bear trotterellava al suo fianco, la lingua penzoloni e un’aria decisamente soddisfatta stampata negli occhi scuri ed intelligenti.
“Vieni bello.” Lo chiamò John, “andiamo a casa.”
Avevano appena svoltato l’angolo che Reese notò un uomo a pochi metri dall’edificio in cui abitava. L’uomo indossava una giacca scura di tessuto leggero, lo stesso dei pantaloni e una camicia con una cravatta a righe.
“Noto con piacere che ogni tanto indossa degli abiti più…sportivi, ma soprattutto che le piace correre, signor Reese.” Lo salutò Harold, sistemandosi gli occhiali scuri sul naso.
“Mi tengo in allenamento … e poi a Bear fa bene correre un poco.”
Il cane gli lanciò uno sguardo significativo e si allontanò dal suo padrone per avvicinarsi, scodinzolando,  a Finch in attesa di essere adeguatamente accarezzato.
“Bene, perché l’ho iscritta alla maratona cittadina che si terra domani.”
Reese lo guardò scettico “Non dirmelo, abbiamo un nuovo numero.”
“Sì, un appassionato della corsa. Abita nel condominio accanto al suo e… a quanto pare esce di casa molto presto per gli allenamenti.”



 

 

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Capitolo 2
*** Emozione a basso volume ***



Emozione a basso volume




Titolo
: Emozione a basso volume
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 111. Mani
Fandom: Person of interest
Personaggi: John Reese, Sameen Shaw
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 202
 



 
Shaw attese che Harold uscisse dalla stanza poi si sedette accanto al letto nel quale giaceva Reese. Il medico aveva detto che se la sarebbe cavata, ma il suo volto mostrava una sofferenza che la donna, nei mesi in cui avevano lavorato assieme, non gli aveva mai visto.
Lei sapeva che quel dolore non era causato tanto dalle ferite, ma da una sofferenza più profonda che aveva fatto sanguinare nuovamente il cuore dell’uomo. Aveva visto quell’espressione sul suo volto solo una volta, quando Reese aveva trovato alcune foto nella cassaforte di Finch e i suoi occhi si erano soffermati sul ritratto di una donna bionda.
“Mi dispiace per la Carter, John.” Sussurrò vicina al suo orecchio, poi prese la mano di John tra le sue e la tenne stretta. Un atto istintivo, dettato da qualcosa di più profondo.
Un gesto con cui voleva trasmettergli la sua forza, il suo calore.
 Un azione di cui ella stessa si stupì.
Che cosa le aveva detto quella ragazzina? Non è che non provava emozioni, solo erano ad un volume troppo basso perché lei potesse sentirle. Era davvero così?
“La vendicheremo, John.” Accarezzò ancora una volta le sue mani, poi si alzò e uscì dalla biblioteca.

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Capitolo 3
*** Non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima ***


Non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima




Titolo
: non importa se per odio o per amore, per gioia o per dolore, il risultato è sempre una lacrima
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 58 Lacrime (qui però è più corretto parlare di lacrima)
Fandom: Person of interest
Personaggi: Sameen Shaw , Harold Finch (solo accennato)
Raiting: verde
Tipologia: Flash-fic
Parole: 160
 



 
Scende solitaria lungo la tua guancia, percorrendo un sentiero che ha quasi dimenticato.
Hai cercato di trattenerla, di ricacciarla in quegli occhi scuri dietro ai quali ti nascondi, ma lei è stata più forte e ti ha annebbiato la vista. Ti ha costretta a chiudere le palpebre e a liberarla.
La senti scivolare giù, calda e bruciante, fino fermarsi all’angolo delle tue labbra. Istintivamente le socchiudi e la lasci entrare.
Ha il sapore salato di quel giorno al mare con i tuoi genitori, quando ancora sapevi ridere.
Ma ha anche il gusto pungente del dolore che senti rinascere mentre osservi la corona di fiori sulla lapide.
Quella lacrima che ti pizzica il palato è la prova che, ancora, sai amare.
Aspetti che si sciolga e che del suo sapore non resti che il ricordo, poi ti volti a guardare Finch.
Lui annuisce e ti lascia andare, tra voi c’è un patto silenzioso. Ora è Reese ad aver bisogno di te.






Nota dell'autrice

Come avrete notato il tiolo è quasi più lungo della storia. Volevo spercificare, però, che questa breve storia non si riferisce ad un momento particolare della serie,  Shaw e Finch si trovano davanti ad una  lapide che può benissimo essere di chiunque, conoscente o meno.

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Capitolo 4
*** Essere bella per qualcuno ***


Essere bella per qualcuno
 






Titolo: Essere bella per qualcuno
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 87. Festa (in maschera)
Fandom: Person of interest
Personaggi: Sameen Shaw, John Reese  
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 434





Non aveva mai dato molto peso alle apparenze, o all’apparire, neppure se riguardava se stessa.
Sapeva di essere una donna attraente. Non esattamente una bellezza da copertina, ma aveva quel fascino orientale, quel velo di mistero che intrigava gli uomini. E questo a lei bastava.
Era stata un’assassina, una macchina per il governo, mentre ora lavorava per un eccentrico miliardario, salvando vite in compagnia di un ex agente della CIA. In ogni caso, per chiunque lavorasse, erano richiesti prontezza di riflessi, una buona mira e abiti comodi.
Niente strascico chilometrico, niente tulle svolazzante e abiti con i fronzoli.
Se decideva di vestirsi in modo elegante o provocante era sempre e solo per perseguire uno scopo, fosse esso una vittima o, semplicemente, qualcuno che voleva portarsi a letto per una sera.
L’unica volta in cui aveva voluto essere bella per un uomo aveva otto anno e indossava lungo abito blu e una coroncina sulla testa. Suo padre, che le era accanto, le sorrideva con affetto e la invitava a ballare. La prendeva in braccio e volteggiava con lei per l’intera stanza. E lei si sentiva come se quelle quattro mura dall’intonaco scrostato fossero la più importante pista da ballo del mondo.  Non le era mai più capitato di indossare un abito solo per voler essere bella per qualcuno.
Almeno fino a quella sera.
Shaw si guardò allo specchiò. La superficie non le restituì l’immagine di una bambina dagli occhi speranzosi, ma quella di una nobildonna dell’ottocento con indosso il suo abito migliore dai colori tenui ed eleganti.
Un ballo in maschera nella villa di uno dei più facoltosi ed eccentrici uomini di New York, la cui vita era in pericolo. E lei e Reese dovevano parteciparvi per prevenire ogni attacco.
Lisciò le pieghe della gonna, sentendo sotto le dita la stoffa morbida e ricamata e per la prima volta in vita sua si sentì stranamente nervosa al pensiero della serata che la attendeva.
Aveva scelto l’abito con cura cercando quello che meglio si adattasse alla sua carnagione e ai suoi lineamenti, facendosi consigliare dalle commesse, e per una persona che, come lei, dava poco peso alle apparenza era  fatto alquanto insolito.
Ma dopo anni voleva di nuovo essere bella per qualcuno, e quel qualcuno era John.
“Shaw. Sei pronta?” John la stava chiamando.
Diede un ultimo sguardo allo specchio, prese la maschera che aveva appoggiato sul letto e uscì.
  “Allora, Reese, che dici? Sono abbastanza elegante?”
L’espressione dipinta sul volto di Reese non dava adito a dubbi e Shaw dovette portare la maschera al viso per nascondere il rossore che le aveva colorato le guance.









Abito di Shaw






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Capitolo 5
*** Cullati nel freddo dell'oblio ***


Cullati nel freddo dell’oblio.
 
 




Titolo: Cullati nel freddo dell’oblio
Challenge: sfida dei duecento promt
Prompt: 122. Freddo
Fandom: Person of interest
Personaggi:  John Reese, Sameen Shaw
Raiting: verde
Tipologia: flash-fic
Parole: 309
 


 
“Shaw… Shaw” qualcuno la stava chiamando: una voce lontana, calma e rassicurante.
Cercò di aprire gli occhi ma le palpebre erano pesanti e il solo tentativo le costò uno sforzo incredibile. All’improvviso si sentiva priva di forze, incapace di fare il minimo movimento, perfino inumidirsi le labbra – che sentiva secche e fredde – le sembrava impossibile.
L’unica sensazione che provava era un torpore diffuso, dolcemente avvolgente: quella stessa sensazione che si prova al risveglio quando si è ancora avvolti in calde coperte e il corpo sembra una parte staccata di noi.
Provò ad aprire la bocca per rispondere a chi la stava chiamando, ma non ci riuscì. Qualcuno le poggiò una mano sul viso, riusciva a sentirne il calore e la morbidezza sotto lo strato sottile e ghiacciato della sua pelle.
“Sameen… Sameen, per favore, guardami.”
Quella voce era così dolce e quel tocco così gentile che le sembrò un affronto non rispondere. Richiamò a sé le forze e aprì gli occhi, un rantolo le sfuggì dalle labbra bluastre.
Prima un’immagine confusa, poi il volto di Reese cominciò ad apparire oltre la nebbia dei suoi occhi.
“Grazie al cielo sei sveglia.”
Mosse piano la testa per vedere, ma riuscì a scorgere solo pareti di ghiaccio, e il fiato che si condensava ad ogni respiro.
“Dov…dove” la sua voce era un rantolo e John la fermò posandole due dita tremanti sulle labbra. Erano fredde e innaturalmente scure.
“Sssssh, non parlare. Ci hanno chiusi al fresco in uno di quei camion frigoriferi. Ha quanto pare le temperature esterne sono troppo calde e hanno pensato di farci un favore.”
Le passò una mano tra i capelli e osservò le dita rompere piccoli cristalli di ghiaccio. Stava congelando. La sollevò e avvicinò il corpo di Shaw al proprio, avvolgendola con il proprio cappotto.
“Non… non fa poi così…freddo.” Sussurò Sameen prima di riperdere conoscenza.

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