ONORE E GLORIA 2

di Ultima Frontiera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RICOMINCIO LA STORIA ***
Capitolo 2: *** L'ATTENTATO ***
Capitolo 3: *** ANNA MI ODIA ***
Capitolo 4: *** UN TUFFO NEL MARE DEI RICORDI ***
Capitolo 5: *** SKINHEAD ***
Capitolo 6: *** SCHIARIRSI LE IDEE ***
Capitolo 7: *** DISCORSI DURI ***
Capitolo 8: *** OGNUNO SCEGLIE LA SUA STRADA ***
Capitolo 9: *** CI PENSA ANNA ***
Capitolo 10: *** NON TI LASCIERO' MAI ***
Capitolo 11: *** UN POSTO DOVE VIVERE ***
Capitolo 12: *** C'E' UNA COSA CHE NON TI HO DETTO ***
Capitolo 13: *** TORNARE CON I PIEDI PER TERRA ***
Capitolo 14: *** avviso ***
Capitolo 15: *** THE END ***



Capitolo 1
*** RICOMINCIO LA STORIA ***


~~I Drughi volevano seguire quel ragazzo, non lo avevano nemmeno mai visto di sicuro doveva essere un nuovo studente.
Normalmente era una cosa veramente orribile quello che stava facendo Jack: far del male al suo popolo, solo per faccende negative con i suoi familiari ma non era una buona giuistificazione per “un Ebero che odia se stesso” in pratica. Decisero di seguire il ragazzo con la Stella di David che si stava dirigendo verso la mensa.
ROBERT: Hei amico! Posso offrirti prosciutto, formaggio e pane bianco?
EBREO: …Non posso mangiare ne…ne… prosciutto ne f-formaggio.
Il ragazzo che si stava solo facendo gli affari suoi nella mensa per chiedere il menù ormai non poteva fare a meno di diventare bianco come un lenzuolo.
ROBERT: Allora il pane bianco può andare a farsi benedire.
HICCUP: Non capisco allora che cazzo mangi? Il pane azzimo? Aaahahah. 
EBREO: Io qui ero venuto proprio per sapere cosa c’era da mangare perché non posso prendere il formaggio con la carene.
JACK: Veramente la Bibbia dice di non cuocere un agnello nel latte della madre ma una gallina non da latte.
EBREO: Se voi volete avere del formaggio; potete mangiarvi una pizza.
JACK: Ma è stupido non credi? Dovresti ammettere che è una cosa stupida. Secondo te le galline danno latte?
EBREO: Non ammetterò che è stupido solo perché mi fate paura.
JACK: Puoi mangiare il pollo con le uova ma non con il latte.
EBREO: C’è qualche problema?
ROBERT: Ovvio.
NICK: Non ha senso il fatto che non puoi mangiare il pollo con il latte.
EBREO: La religione non centra nulla con l’avere senso.
JACK: Riguarda l’incomprensibile, non l’essere idioti.
A quel punto il ragazzo se ne andò, ma i Drughi non sapevano quello che avevano appena fatto.
ANNA: Cosa avete fatto?
NICK: Niente abbiamo solo fatto capire come vanno le cose.
ANNA: Idioti! Quello era il figlio del sindaco della comunità Ebraica di New York e suo padre aveva promesso di pagare tutti i debiti della scuola!
HICCUP: Ohhh…merda.
Qualche ora dopo nell’ufficio del preside Skinner.
SKINNER: Allora…visto che Hiccup è uno degli studenti migliori della scuola e anche perché sono stanco di punirvi, vi darò 2 scelte: potate farvi 3 settimane di sospensione a testa oppure fare un corso di sensibilizzazione con persone che hanno avuto “esperienze” diverse dalle vostre.
Ovviamente i Drughi scelsaro la seconda opzione e così il giorno dopo si ritrovarono con un insegnante e tre persone vecchie…ma proprio stra stra vecchie: la signora Rowolckj una tedesca che era finita prigioniera nel campo di concentramento di Ravenbruck perché si opponeva al reggime di Hitler, il signor Kurzck che non era imprigionato ma aveva subito angherie perché un Ebreo polacco e il signor Figaletti un italiano che era stato pestato a sangue dalle Camicie Nere perché era un democristiano; si trovavano con loro perché volevano spiegargli quello che avevano passato.
SIGNORA ROWOLCKJ: E quando mi rifiutai di fare sesso con il comandante del campo; lui ordinò che mia sorella Ester fosse fucilata davanti ai miei occhi se non avessi fatto quello che voleva lui. Così gli slacciai i pantaloni e gli feci dei lavoretti con la bocca.
NICK: Di sicuro le puttane vere lo fanno meglio per 50$.
PROFESSORE: Se sento un commento del genere un’altra volta, andiamo direttamente dal preside!
SIGNOR KURZCK: Quando iniziarono le perseguitazini, io e la mia famiglia volevamo scappare in Unione Sovietica per via del riggime comunista; quindi i nazisti non sarebbero mai venuti a cercarci ma durante il cammino fummo fermati da una pattuglia delle SS e quando noi scappammo loro tentarono di spararci e… un proiettile fini sulla schiena di mio figli uccidendolo. Mio figlio aveva solo 6 anni quando fu ucciso.
Tale racconoto fece rimanere tutti sbalorditi e angosciati. Era un racconto che nessuno dove si sarebbe mai aspettato di dispiacersi per uno dei loro nemici a Hiccup stavano per uscire le lacrime, mentre Nick aveva la nausea per aver sentito quel racconton e essersi immaginato la scene, per fino Robert aveva già gli occhi completamente fradici ma l’unico che non si faceva impietosire era Jack che voeva far valere la sua stoffa di capo dei Drughi.
JACK: E tu cosa hai fatto?
SIGNOR KURZCK: Cosa?
JACK: Mentre stavano sparendo alla tua famiglia tu sei rimasto a guardare come un beota? Non hai fatto niente?
SIGNORA ROWOLCKJ: Cosa poteva fare secondo te?
JACK: Cosa poteva fare? COSA POTEVA FARE?!!? AVREBBE POTUTO ANDARGLI ADDOSSO, PRENDERLI A PUGNI E SCAPPARE!
SIGNORA ROWOLCKJ: SAREBBE MORTO FUCILATO ANCHE LUI! CHI SEI TU PER GIUDICARE?
JACK: Quindi vuoi dirmi che la sua vita valeva più di suo figli? MAGRI FOSSE  MORTO. ORA E’ PIU’ CHE MORTO E’ UN PEZZO DI MERDA!
ROBERT: Non devi credere a quello che ti dicono, le loro sono tutte sciocchezze. I 6milioni sono un invenzione.
SIGNOR FIGALETTI: Quali sarebbero le sciocchezze?
ROBERT: Quello che voi chiamate “olocausto” in realtà non è mai successo. Nei campi in realtà sono morti 200 o 300mila persone e sono morti per la maggior parte per la febbre gialla.
SIGNOR KRUZCK: Ma se la febbre gialla non esisteva più a quei tempi e poi i nazisti stessi tenevano i registri di deportazione!
JACK: Robert, ragiona almeno per un cazzo di secondo. Se Hitler non voleva uccidere gli Ebrei, allora perché ha fatto campi di concentramento in tutta Europa solo per ucciderne 200 o 300mila persone? Allora ha fatto lo scemo e basta.
SIGNOR FIGALETTI: Hitler non era scemo, Hiltler era intelligente ma ha usato la sua intelligenza per far crescere la sua pazzia; infatti Dio lo ha creato come punizione per gli Ebrei che hanno abbandonato la loro patria; siete voi i veri sciocchi. Voi merdosi con i vostri sogni di odio e di massacro. Tu cosa avresti fatto?
JACK: Non quello che ha fatto lui.
SIGNORA ROWOLCKJ: Jack in questo nostro sicuro, stupido e indisciplinato paese è così facile sembrare un “eroe”. Ma tu non avevi idea di come fosse il sistema a quei tempi; ogni cosa, ogni persona, l’Europa intera era progettata per farci abbassare la testa e ti assicuri che milioni e milioni di persone entrarono nei campi molto più forti e molto più coraggiosi di te…ma non fecero niente, come tu non avresti fatto niente.
A quel punto Frost fece cenno ai ragazzi di andare e essi obbedirono.
PROFESSORE: Dove state andando?
JACK: Da questa gente noi non abbiamo nulla da imparare, loro devono imparare da noi.
SIGNOR FIGALETTI: Cosa dovemmo imparare?
JACK: Uccidi il tuo nemico!...Non importa come, basta che lo fai e basta.

NOTE: Ho cambiato nickname.

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Capitolo 2
*** L'ATTENTATO ***


HICCUP: Hei Jack!
JACK: Cosa vuoi?
HICCUP: Voglio farti vedere una cosa.
Lo accompagnò su un piccolo posto e gli mostrò un catrello enorme e dei pennelli che erano adatti per uno striscione.
JACK: A cosa dovrebbe servirmi?
HICCUP: C’è una Sinagoga qui vicino, ptremmo andarci stanotte.
L’ultima cosa di cui Jack aveva bisogno era un attentato ad una Sinagoga, pre di più non era lìideale per uno come lui che era già finito sulle schede della polizia e che per di più aveva la sua Elsa che era rimasta incinta di lui a soli 17 anni e sua sorella Anna lo odiava per questo. Ma nonostante tutto ciò decise di assecondarlo.
JACK: Si. Per me va bene.
La notte tra le 22:00 e le 23:00 i Drughi aiutati da Eugine e i sui amici entrarono dentro la Sinagoga ormai deserta e buia.
KAI: Non vedo un cazzo.
JACK: Proviamo a cercare l’interruttore.
ROBERT: Aiii!!! Mi hai pestato la scarpa figlio di troia!
NICK: Non ti incazzare!
ROBERT: Queste scarpe costano più del tuo guardaroba messo insieme.
JACK: Zitti idioti!
EUGINE: Ci farete scoprire così.
HICCUP: Dove è quel cavolo di interruttore?
JAMES: Ecco l’ho trovato.
In un secondo il posto si illuminò dalla luce. A quel punto Max prese un libro con scritte preghiere Ebraiche.
MAX: SI GOICAAAA!!!!!!
NICK: SIIIIIII
JAMES: SIIII GIOCHIAMOOOO!!!!!!
Tutta la Sinagoga venne messa sottosopra: Nick faceva graffiti sui nuri, Robert pisciava sulle Stelle di David, Kai distruggeva le sedie, Eugine calpestava i berretti Ebraici, James tirava i sassi sulle vetrine, Max lanciava le uova ovunque e Jack e Hiccup appendevano lo striscione con scritto “L’AMERICA AGLI AMERICANI FUORI GLI EBERI E GLI AFRICANI”.
Poi Max aprì un armadietto dove c’era un’Atorah e senza pensarci due volte lo prese aprendolo.
MAX: Guardate questo! Merda sacra.
ROBERT: Leggono da destra veso sinistra, ma che cavolo di scrittura è mai questa?
JAMES: Sembrano tanti insetti spiaccicati.
EUGINE: Hnno una bella caligrafia tutto sommato.
JACK: E’ l’Alfabeto della Fiamma. Credono che sia la parola di Dio scritta con il fuoco.
ROBERT: Come mai conosci tutte queste merdate?
JACK: Come mai tu no? Se odi il tuo nemico devi prima conoscerlo.
ROBERT: Vaffanculo io odio gli Ebrei almeno quanto te!
JACK: Se li odi davvero, che significato ha la Stella di David? Perché l’Atorah non si può toccare a mani nude? Da cosa nasce l’odio sui Palestinesi? Che significa tzizith?
ROBERT: Zizzi…che?
JACK: Guarda Eichmann; lui studiava l’Atorah, studiava l’yddish. Lui studiava gli Eberei e infatti odiava gli Eberi.
ROBERT: Chi cazzo è Eichmann?
JACK: Non conosci chi è Eichmann e hai pure il coraggio di definirti nazifascista?!?
ROBERT: Me lo dita chi cazzo è Eichmann?
HICCUP: Adolf Eichmann era il capo della Ghestapo, deportava lui gli Eberi nei campi.
EUGINE: Io gli Ebrei non li capisco, sembra che per loro l’Atorah è la vita stessa. Sono certo che se gli dicessero di buttarsi da un ponte lo farebbero.
MAX: Avete mai visto il film le anime della barca perdute? Quella era una sorte di Atorah, poi gli hanno messo le mani in faccia e si è sciolto.
JACK: Era un film coglione.
A un certo punto si udironi  delle sirene e si intravisero delle luci rosse e blu.
JAMES: MERDA!
JACK: C’è la polizia scappiamo!
Tutti si diressero fuori ma prima di disperdersi Jack prese l’Atorah, una sciarpa a strisce bianco e azzurre con una Stella di David in mezzo e se li portò a casa sua.
 

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Capitolo 3
*** ANNA MI ODIA ***


Jack non aveva pensato ad altro che ai problemi che stavano sorgendo nella sua vita: la sua ragazza Elsa era rimasta aspettava un bambino da lui, sua sorella Anna lo odiava, Kristoff aveva scoperto che suo padre era Ebreo, la polizia lo cercava da troppo tempo ormai e non riusciva a mettere le cose in chiaro con la sua vita. Non riusciva a quale lato doveva stare…fascista o Ebreo; aveva la testa confusa ma stranamente voleva vedere la Torah che aveva rubato.
Si alzò dal divano di casa sua e aprì il libro Ebraico e poi si mise anche la sciarpa a righe verticali biancoazzurre con la Stella di David e se la mise al collo.
Lesse per un bel po’ di tempo e quelle parole se le ricordava praticamente a memoria fino a quando non suonò il campanello della porta e Jack dovette nasconderlo. E quando aprì c’erano Nick, Hiccup e Robert.
JACK: Ciao ragazzi!
ROBERT: Hei fratello! Tra poco c’è il telegiornale.
JACK: E allora?
HICCUP: Potrebbe esserci la notizia di quello che abbiamo fatto questa notte.
Dopo un po’ di tempo che tutti erano seduti sul divano di Jack con una birra in mano.
NICK: Come stà Elsa?
JACK: Non saprei. Non la vedo da un bel po’ e sono anche preoccupato; ho fatto una grande cazzata.
NICK: Guarda il lato positivo: avrai un bambino.
JACK: Nn è molto bello se il figlio lo fai a 18 anni e la tua ragazza ne ha 17.
ROBERT: Ragazzi eccolo!
GIORNALISTA: Ieri notte un’attentato antisemita alla Sinagoga di New York ha scosso la comunità Ebraica del posto. E’  stato trovato uno striscione appeso con scritto “L’AMERICA AGLI AMERICANI FUORI EBERI E AFRICANI” all’interno dell Sinagoga che per di più è stata fatta a pezzi, la polizia arrivata sul posto ha visto 8\9 ragazzi tra i 16 e 20 anni che scappavano una volta arrivati loro. Gli stessi agenti pensano di aver individuato il diciottenne Jack Frost e il ventenne Eugine Flynn Rider; entrambi appartenenti a un movimento fascista “Cameratismo Militare”.
JACK: Merda!
HICCUP: Mi dispiace.
JACK: No, non preoccuparti. Ci sono abituato.
Quella sera stessa andò a casa di Elsa per parlare con Anna.
PADRE DI ELSA: Ciao Jack, che sorpresa.
JACK: Ciao. C’è Elsa?
PADRE DI ELSA: No c’è solo Anna in camera sua.
A quel punto Frost andò nella sua camera e la rossa quando lo vide non poteva fare altro che far vedere tutto il suo rancore verso di lui.
ANNA: Cosa vuoi?
JACK: Voglio parlare con te. Dobbiamo chiarire alcune cose.
ANNA: Non dobbiamo chiarire niente io e te.
JACK: Ti prego, fammi parlare! Mi dispiace ho fatto tante cazzate in vita mia e…questa volta ho fatto uno scivolone.
ANNA: Uno scivolone su mia sorella!
JACK: Senti io…
ANNA: TU COSA?!? Tu non hai fatto un errore, tu hai fatto una delle peggiori srtonzate che si potessero fare; queste cose non succedono per caso! Tu lo hai fatto per farti stare al centro dell’attenzione.
JACK: No non è vero!
ANNA: Senti se vuoi davvero essere d’auito per una volta in vita tua allora stai lontano da me e da Elsa.
JACK: Anna io amo tua sorella ed è proprio per l’amore che provo per lei che è rimasta incinta. Lo so cosa stai pensando ma…sono cose che possono succedere e me ne faccio piena responsabilità.
ANNA: E’ il minimo che tu possa fare. Lo sai benissimo che non si fa un figlio a quest’età. Fammi un favore vattene e lasciami in pace.
JACK: Ma io…
ANNA: Ho detto vattene!
Uscito da casa loro si trovava in una strada con tanti negozi ed era certo di una cosa ormai: Anna lo odiava. A volte si sentiva come una bomba pronta ad esplodere aveva l’impressione come di essere in una stanza ed urlasse a squarciagola ma nessuno lo ascoltava anche se lo sentiva; forse doveva andare in un altro settore, magari più agguerrito del suo e in quel memento vide su un negozio di vestiti degli anfibi Dottor Martin neri.
 

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Capitolo 4
*** UN TUFFO NEL MARE DEI RICORDI ***


Prima di entrare nel negozio, l’albino ebbe come un flash. Si ricordò quando aveva 15 anni ed erano passati già 6 mesi da quando i suoi lo avevano abbandonato per le sue scelte e si stava abituando a stare in modo solitario e senza nessuno, riusciva a fare qualche soldo facendo qualche lavoretto qua e la, ma era vittima di pestaggi, prese in giro e pregiudizi da parte degli Antagonisti e dalle altre persone che lo schifavano per i suoi pensieri politici. Un giorno si trovava in una tavola calda e si sentiva morire dentro per via di quello che gli stavano facendo, poi voltando lo sguardo vide un ragazzo dai capelli neri e con la barbetta ed indossava una giacca nera con un simbolo di una croce celtica sui lati della spalla con sfumature verde, bianco e rosso e al centro della giacca c’era scritto “ BELLI COME LA VITA NERI COME LA MORTE SIAMO LA MEGLIO GIUVENTU’ ” a quel punto Jack non riusciva a credere a quello che stava vedendo, c’era un’altra persona a New York come lui.
Quando il ragazzo con la barbetta finì il suo caffè si alzò e uscì dalla tavola calda.
JACK: Scusa, conosci quel ragazzo?
CAMERIERE: Si chiama Eugine Flynn Rider, viene qui a volte per rilassarsi. Ne ha bisogno visto quello che fa.
JACK: E’ Italiano?
CAMERIERA: No è di New York. Appartiene ad un movimento di estrema destra di nome “Cameratismo militare” o roba simile.
A quel punto Jack lo seguì fino alla metro che anche lui prendeva per andare a scuola. Lo seguì anche quando scese ed entrarò in un locale, in quel punto Frost non sapeva se entrare oppure no, ma sentiva delle voci in coro uscire dal locale: “SIEG HEIL!!!”. Lo seguì praticamente per 2\3 giorni finchè non decise di entrare e si ritrovò una specie di discoteca dove tutti ballavano spintonandosi in continuazione mentre la band continuava a suonare.
CANTANTE:
“E’ inutile che scrivi su quel diario
tanto lo sappiamo che è falso!
La tua Stella di David sai dove te la puoi infilare?
NEL CULO!!!”
Si sentiva stranamente a casa in quel posto che neanche conosceva, in seguito una ragazza bionda gli si avvicinò con una scatoletta.
RAPUNZEL: Fai un’offerta Camerata; per la vedita del Fascio.
Mise la mano in tasca e tirò fuori qualche spicciolo.
JACK: Ho solo questi.
RAPUNZEL: Vanno bene tranquillo.
Gli attaccò una fascetta nero con il simbolo del Fasciolittorio al braccio.
RAPUNZEL: Ora sei un simpatizzante. Comunque io sono Rapunzel Kilsing.
JACK: Io sono Jack Frost.
Si guardava un po’ intorno il ragazzo, ma c’erano anche altre persone che lo fissavano.
KAI: Chi è un nuovo militante?
EUGINE: Non l’ho invitato io.
JAMES: Secondo te è una spia?
EUGINE: No, non è una spia penso di conoscerlo. E’ un po’ che viene ma non entra.
MAX: Allora è un giornalista!
EUGINE: Non non farlo! Voi avete sempre volutoagire al posto di pensare, per un po’ ho fatto finta di niente ma questa volta voglio parlare con lui.
Eugine si avvicinò all’albino.
EUGINE: Vuoi qualcosa da bere?
Senza aspettare la sua risposta lo portò al bar per fargli bere una birra.
EUGINE: Ti ho osservato per un po’ di tempo.
JACK: Sapevi che ti stavo seguendo?
EUGINE: Tu pensi davvero che seguendo me avrai il mio rispetto? Il rispetto deve essre visto dai fatti. L’unico fatto che mi hai dimostrato è che sembri un stalker.
JACK: Io non cerco nulla da voi.
EUGINE: E allora perché mi segui, entri nel mio locale senza permesso e ci provi con la mia ragazza? La prossima volta che vieni qui, entra! Non è buona educazione spiare dalle finestre. ENTRA!
Poi Jack tornò alla realtà e andò dentro il negozio per comprare gli anfibi dopo essersi ripreso dal flash back
 

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Capitolo 5
*** SKINHEAD ***


Voleva entrare in qualcosa di più estremo, anche se il suo di estremismo era già abbastanza ma Frost voleva di più; fu proprio per questo che si comprò gli anfibi ma ancora non finiva qui, doveva andare dalla persona più “esperta” in quel settore e così andò a casa di Nick.
Quando arrivò a casa sua bussò alla porta e gli aprì Jamie, il fratello minore di Nick.
JAMIE: Ciao Jack!
JACK: Ciao piccolo. C’è tuo fratello?
JAMIE: Si è in camera.
Quel ragazzino stava sempre molto simpatico a Jack perché secondo lui voleva seguire il suo stile di vita e quello del fratello.
NICK: Ciao Jack, tutto bene?
JACK: Si più o meno. Senti volevo chiederti…Hai delle bretelle?
NICK: Bretelle?
JACK: Si tipo…quelle che hai tu.
NICK: Si ne ho un paglio.
Gli fece vedere le bretelle e anche provare, gli stavano bene. Ma Jack sapeva anche che sua madre faceva la parrucchiera e lui doveva completare la sua “trasformazione”.
JACK: C’è tua madre?
NICK: Si è al piano di sotto, dai clienti. Perché? Vuoi tagliarti i capelli?
JACK: Ehm…si…voglio farli un po’ corti.
Lo skin non capiva perché Jack si comportava in maniera così bizzarra am decise di assecondarlo e lo portò da sua madre che stava tagliando i capelli ad alcune persone.
SIGNORA JOHNSON: Ciao Jack.
JACK: Salve signora Johnson. Come stà?
SIGNORA JOHNSON. Bene grazie. Piuttosto…Nick te l’ha detto della ragazza dai capelli rossi.
JACK: Cosa?
NICK: Si in effetti volevo dirtelo: sono uscito con Meridia uno di quasti giorni.
JACK: Mi sorprendi ahahahhahhah. Comunque le volevo chiedere se mi potesse fare un taglio di capelli.
La madre di Nick dopo avergli dato la risposta positiva lo fece sedere sualla sedia e prese il rasoio.
SIGNORA JOHNSON: Come te li faccio?
JACK: Me li può fare molto corti? Intendo dire…rasati…si un po’ da militare.
SIGNORA JOHNSON: Ok.
Ad ogni capello che gli veniva tagliato Jack sentiva praticamente una preoccupazione in meno. Quando finirono si guardò allo specchio, quasi non si riconosceva più.
La mattina dopo quando si svegliò Jack, indossò il suo nuovo abbigliamento per un nuovo stile di vita. Si mise prima i jeans con le bretelle attaccate, gli anfibi neri, la camicia a righe verticali bianco e rosso e si guardò allo specchio guardando anche i suoi capelli.
ORA JACK FROST ERA UNO SKINHEAD.
 

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Capitolo 6
*** SCHIARIRSI LE IDEE ***


Quando Jack stava per tornare a casa iniziava a pensare se stasse facendo la cose giusta, di una cosa però era certo: era molto confuso, non era disposto a rinunciare al suo ideale ma era semplicemente privo di logica su quello che stava facendo, ora pure rasarsi i capelli e diventare uno skinhead era una scelta difficile.
Quando aprì il la porta di casa sua si trovò North, Toothiana, Elsa, Hiccup, Nick, Robert e Meridia.
JACK: Che succede, devo fare un interrogatorio?
NORD: Dobbiamo parlare.
JACK: Stiamo parlando adesso.
NORD: Parlare seriamente.
Cosa stava succedendo? Perché lo stavano aspettando come se avesse ucciso qualcuno? Per di più, quando Elsa aveva visto come si era conciato non poteva trattenere le lacrime…il suo Jack era diventato uno skinhead, cosa gli stava succedendo?
JACK: Cosa volete?
TOOTH: Siamo preoccupati per te.
JACK: Non dovete essere preoccupati per me io stò bene.
ROBERT: Jack è evidente che tu non stai bene. Ogni giorno che passa peggiori in continuazione insomma…basta guardarti adesso: ti sei rasato anche i capelli.
ELSA: COME HAI POTUTO FARMI QUESTO, GUARDA COSA SEI DIVENTATO: UNO SKINHEAD!!!
NORD: Calmati Elsa!
JACK: Anche Nick è uno skinhead.
NICK: Io però lo sono per scelta di essere, tu invece sembra che lo sei più per una frustrazione. Sembra che c’è qualcosa che ti turba e se hai qualche problema allora dovresti parlarne con noi.
HICCUP: Cosa hai che ti turba?
JACK: Solo perché siamo stiamo insieme nei Drughi non vuol dire che siamo davvero amici.
NICK: Come puoi dire una cosa del genere?
JACK: Io non ho amici ne persone che tengono a me.
Poi rivolse uno sguardo ad Elsa guardandola dritta negli occhi che ormai erano fradici di lacrime.
JACK: Non ho avuto nemmeno qualcuno che mi amasse, ho avuto solo persone da amare ma che non ha saputo ricambiare i miei sentimenti.
A quel punto il neoskin uscì sbattando la porta lasciando Elsa a piangere e ad essere consolata dagli altri.
Forse Jack era solo un po’ confuso, aveva bisogno di riflettere e di schiarirsi le idee ma non sarebbe stato per niente semplice.
 

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Capitolo 7
*** DISCORSI DURI ***


Elsa non sapeva proprio dove potesse essere Jack era da più di 3 ore che non era tornato a casa sua ed era già abbastanza preoccupata ma sapeva bene che non doveva sforzarsi o prechè la pancia avrebbe iniziato a fargli male e dato che eveva un bambino ancora in sviluppo non era proprio il caso.
Mentre Jack era andato a trovare Eugine per parlare con lui da Camerata a Camerata; quando arrivò alla porta si trovò davanti Rapunzel la ragazza di Eugine.
RAPUNZEL: Hei, ciao Jack!
JACK: Ciao. C’è Eugine? Devo parlargli.
RAPUNZEL: Si è dentro.
Dopo di questo Jack entrò per trovare il suo amico.
EUGINE: Ciao Jack! Non ti aspettavo.
JACK: Si, scusa ma dovevo parlarti.
EUGINE: Va bene, ma cosa cazzo hai fatto hai capelli?
JACK: Niente, li ho semplicemente tagliati.
EUGINE: Cosa volevi dirmi?
JACK: E’ una questione un po’ complicata…stò cercado di fare le cose giuste, ma non riesco a trovare il punto della situazione. Appena esco fuori da un guaio me ne rinfilo subito in un altro.
EUGINE: Ascolta Jack. Io non sono uno psicologo, ma sei in un bel pasticcio del cazzo. So anche quello che è successo con la tua Elsa. L’unico consiglio che ti posso dare è di non fare cazzate.
Poco dopo Jack tornò a casa sua e si ritrovò di nuovo Elsa.
JACK: Perché sei qui?
ELSA: Perché ho qualcuno nella pancia che è di tua proprietà. E tu non ti rendi conto della gravità della situazione.
JACK: Non dovevo rendermi nemmono dei tuoi sentimenti.
ELSA: Cosa intendi?
JACK: Che tu non mi ami! Non mi hai mai amato! Mi hai solo voluto riempire la testa di cagate.
Elsa ormai aveva gli occhi bagnati dalle lacrime. Era questo che Jack pensava di lei?
ELSA: Jack non dire così. Io ti amo, lo sai.
JACK: Non non mi ami.
ELSA: Jack io ti amo, lo vuoi capire!?! Se non ti avessi amato allora non avremmo mai fatto l’amore. Io provo dei sentimenti veri ed è per questo che voglio che tu molli questa strada.
JACK: Elsa io non ti credo. Io non sono cresciuto con niente tra le mani, tu e quella stronza di Anna invece siete cresciuti in mezzo a soldi, macchine sportive, tablet e csa lussuose. Ora ti permetti anche di prlarmi di strade? Io ho fatto delle scelte in vita mia, scelte dove bisognava giurare fedeltà ad un ideale e non mi farò mai mettere i piedi in testa da una rincretinita. Io ho sbagliato solo ad immaginarti nei miei pensieri, la gente come te dovrebbe tornare a casa a contare il denaro perché è quello il tuo unico ideale.
ELSA: Jack…perché mi…mi tratti così?
JACK: Perché sei Ebrea! Non te ne accorgi ma sei più Ebrea degli Ebrei stessi.
Elsa rimase a bocca aperta con le lacrime a fiordi, non riusciva a credere a quello che gli stava dicendo la persona che amava più di tutti al mondo, la persona che si immaginava tutte le notti nei suoi sogni, la persona che la faceva sentire speciale quando facevano l’amore. Quando Jack se ne andò gli gridò ancora in faccia.
JACK: Juden raus. JUDEN RAUS! RAUS!!! RAUS!!!


NOTE: Scusate per i fan di Jelsa e per la gente che non ama i contenuti forti ma sono gli unici modi per seguire la storia.

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Capitolo 8
*** OGNUNO SCEGLIE LA SUA STRADA ***


Jack aveva passato tutta la notte ad ubriacarsi, a picchiare barboni e altre idiozie varie per strada.
Voleva scaricare tutte le sue frustrazioni su tutto e tutti ormai tanto era ubriaco non gli importava più di tanto, voleva solo bere e dimenticare.
Mentre nella casa di Elsa dove quest’ultima era seduta sul suo letto a ripensare alla sua prima notte d’amore con Jack e da lì non hanno più smesso, ma avrebbero dovuto fermarsi quando era opportuno ma ormai era troppo tardi; tutti in famiglia Frozen avevano accettato…tutti tranne Anna che era appena entrata in camera sua con un volantino.
ANNA: Sorellona! Ho sentito dire che fanno una spiegazione scientifica sull’aborto potresti andarci.
ELSA: Anna non ho voglia di toccare questo tasto.
ANNA: Scommettiamo che bevo più candeggina di te?
ELSA: ANNA ADESSO BASTA! Che tu ti paccia o meno io sono incinta e avrò questo bambino, l’anno accettato tutti in famiglia tranne te.
ANNA: Elsa a me non disturba il fatto che che stai per avere un figlio; mi da fastidio che il figlio sia di Jack.
ELSA: Che palle!!! Ne avevamo parlato di questo.
ANNA: Mi dispiace, ma al solo pensiero che nella pancia di mia sorella ci sia il seme di quel fascista ma fa stare male.
ELSA: Ricordi le decisioni che ci eravamo fatte? Avevamo deciso di non perdere la verginità prima del matrimonio e così non è stato, avevamo deciso di non farci prendere la mano dai soldi di papà e invece abbiamo comprato sciocchezze di tutti i tipi, avevamo deciso di andare al college per prendere la lurea e invece…credo proprio che ci andrai solo tu perché io ormai sarò diventata mamma. Ognuno fa le proprie decisioni…Jack ha deciso di essere un estremista di destra, io ho scelto di tenere il bambino e la famiglia ha deciso di accettare il fatto che sono incinta…come mai l’unica che non ha deciso di starmi accanto sei tu?
Mentre quella sera stessa Jack si trovava verso una strada deserta tra gli edifici di New York a sparare idiozie di tutti i tipi sitto l’effetto dell’alcol.
JACK: Voi…Americani s-siete u…un po…popolo di merda! Siete una mas-ssssa di…di…di coglioni, vi serve le gente come…così potete punta…puntare il vostro dito del cazzo e dire: “Guardate quello è una persona cattiva” e…poi come si sentite? Buoni? Per…quanto m-mi rigu-arda potete fare una fila solo per farmi un pompino…STRONZI!
Finchè non si fermò davanti ad un vecchio manifesto del padre di Elsa e Anna dove ritraeva lui e gli altri membri della famigli; era una vecchio manifesto usato per la campagna elettorale.
JACK: Stronzo hai messo al mondo due puttane…c-che mi hann-hanno solo fatto s-soffrire. Ora ti piscio addosso.
Quando si abbassò poco poco i pantaloni, sentì ana cosa appuntita dietro la schiena.
Era il suo coltello.
ANNA: Stai fermo stronzo!
JACK: Che ci fai qui?
ANNA: Elsa si era fregata il tuo coltello da camera tua
 

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Capitolo 9
*** CI PENSA ANNA ***


JACK: Che cosa vuoi fare?
Anna aveva cambiato la posizione del coltello dalla schiena al collo del ragazzo che era romasto incredulo.
ANNA: Fermo cazzone! O altrimenti ti apro la gola da destra a sinistra, ora cche vuoi fare? Vuoi picchiarmi? Non vredo proprio visto che sono io quella che ha il controllo della situazione; muori con il pisello fuori non è molto onorevole come morte.
JACK: E allora che aspetti? Uccidimi, tanto non hai il coraggio.
ANNA: Sai una cosa? Forse ucciderti non è abbastanza per me; forse dovrei dividerti in 2 parti o tagliarti le palle.
JACK: Fallo dai! Che aspetti?
Anna per un momento aveva solo voglia di mostrare a tutto il mondo la trachea di Jack Frost ma ci ripensò subito.
ANNA: Certo. Potrei farlo, potrei girarti il collo dall’altra parte in un colpo solo. …Ma non lo farò e sai il perché? Tu mi dici che solo una sgualdrina da 4 soldi, che sono un’insensibile solo perché mio padre è un politico e ho sempe le tasche piene di soldi ma se mi conoscessi meglio sapresti che non sono più vergine.
JACK: Questa non era una novità.
ANNA: Si ma non lo sai com’è stato; non è stato come te e Elsa: pieno di passione, amore e fiducia. Sai perché? Perché il mio ex-ragazzo era una testa rasata e non aveva idee sul fascismo e il nazismo come te, no no…aveva solo ideologia nazista. Ma a mi piaceva comunque. Si chiamava Dannis, era bello, rasato in testa, occhi verdi, jeans con bretelle, anfibi in bella mostra, camicia rosso-blu, giacca in pelle…un perfetto figlio di Ghestapo in pratica. Gli piacevano molto le ragazze ma odiava i repubblicani e quindi minacciava che se non avessi fatto come mi avrebbe detto lui allora avrebbe ucciso mio padre e il resto della mia famiglia, così mentre lui mi violentava! Io non avevo paura perché sapevo che la mia famiglia si sarebbe salvata. Non ho nulla contro i tuoi ideali e normelmente preferirei avera una pallottola in testa al posto di aver a che fare con gente come te oppure con te; ma mia sorella è nei guai e se lei è nei guai lo sarà anche tuo figlio perché avrà bisogno di un padre. E’ davvero così che vuoi che tuo figlio cresca? Senza sapere di avere un papà? Vuoi davvero fregartene senza dire una parola? Non potrai vederlo nascere, non potrai crescerlo, non potrati vederlo andare a scuola o vederlo stare con i coetani…senti…il punto è che Elsa ha bisogno di te sia perché ti ama al punto di stare male e sia perché non può crescere un figlio tutta sola e tu sai anche come rimediare alla situazione; quindi promettimi che ci dormirai sopra questa notte. Ciao stronzetto!
Detto questo lo lasciò andare e lui colmo di rabbia gli urlò contro.
JACK: VAFFANCULO! Tu non sai niente di me!
E in seguito si allontanò da Anna che lo osservava camminare.
ANNA: Ti sbagli Jack, io so molto di te.
Quella notte però Jack tra i ripensamenti su quello che gli aveva detto Anna in effetti non aveva tutti i torti; doveva prendersi le sue responsabilità e a quel punto decise che sarebbe tornato da Elsa per il bene suo e di suo figlio.
 

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Capitolo 10
*** NON TI LASCIERO' MAI ***


Jack era arrivato a casa di Elsa ed era pronto per dirle tutto, ma non si decideva a suonare al campanello perché stava morendo di paura.
E se Elsa non l’avesse perdonato dopo tutte le cose brutte che gli aveva detto? Non voleva nemmeno pensarci ad una situazione del genere ma decise comunque di bussare e gli aprì facendolo accomodare in salotto.
JACK: C’è Elsa?
PADRE DI ELSA: No ma arriverà fra poco. Cosa hai fatto ai capelli?
-Ah…ehm…si…li…li ho tagliati. Ho voluto trovare un nuovo stile anche nell’abbigliamento.
-Come mai se qui?
-Voglio mettere le cose in chiaro con Elsa. Non ne posso più di questa situazione.
-Sono contento che tu abbia fatto la scelta giusta.
-Posso farle una domanda?
-Certo.
-Perché lei si fida di me dopo tutto quello che ho fatto?
-Bhe…quando tu e Elsa avete detto che aspettavate un bambino non ero per niente entusiasta, ma ero certo che tu prima o poi avresti fatto la scelta giusta e alla fine l’hai fatta perché non voglio che tu faccia il mio stesso errore.
-Quale errore?
-Sai Jack…io non sono mai stato moltro presente per le mie figlie a causa del mio lavoro di politico. Ho saltato il primo pannolino, il primo dentino e anche la prima pagella e invece ore che Elsa è incinta ci sono sempre per lei. Ed è per questo che ti ho lasciato prendere una decisione secondo te cosa avrei dovuto fare? Fartela sposare? Cercarti un lavoro? Voi siete giovani e i giovani a volte commettono degli errori; ma l’importante non è la gravità della situazione ma da come si risolve.
In quel momento entrò Elsa con la madre che rimase stupita nel vedere il suo Jack Frost.
PADRE DI ELSA: Vi lasciamo soli.
Detto questo si congedò insieme alla moglie lasciando sua figlia e l’albino da soli.
ELSA E JACK: Senti io…
JACK: Se permetti vorrei iniziare io. …Nella mia vita ho fatto tanti errori: alcuni leggeri, altri meno leggeri e molti invece che erano gravissini ma l’errore più grande che potrei fare è quello di perderti.
A quel punto Elsa prese la mano di Jack al suo ventre.
ELSA: Jack…qui c’è tuo figlio e sarà una persona fantastica come te; ma non posso crescerlo da sola perché ha bisogno di un padre. Io provo dei sentimenti veri per te…ti prego non lasciarmi adesso.
JACK: Non ti lascerò più.
Elsa era piena di felicità, perché suo figlio sarebbe cresciuto con suo padre. A quel punto Elsa avvicinò la sua bocca a quella di Jack per baciarlo ed esplorare quel palato che non aveva tra le labbra da tanto tempo.
JACK: Ti amo.
ELSA: Ti amo anche io Jack.
JACK: Non ti lascerò mai più.

 

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Capitolo 11
*** UN POSTO DOVE VIVERE ***


Non fu facile prendere quelle decisioni ma alla fine Jack e Elsa decisero di andare a vivere insieme ma ancora non sapevano dove.
Chi li avrebbe ospitati? Certo…c’era ancora tempo prima che la gravidanza di Elsa passasse alla parte successiva, ma dato che un piccolo pancino iniziava a formarsi maglio tardi che mai; in quel momento Jack si trovava a casa sua con Elsa seduto sul divano a guardare la TV.
ELSA: Pensi che ci sia un programma per bambini in televisione?
JACK: E’ ancora presto per pensarci ma…penso di si. Domani cercherò anche un lavoro.
ELSA: Facevi qualche lavoretto prima?
JACK: Si vendevo gadget fascisti
ELSA: Cosa?
JACK: Si insomma…magliette, libri, sciarpe, collanine, braccialetti, bandiere e altre cose così ricorrenti alla politica di estrema destra. E gli affari andavano bene più o meno a volte riuscivo a fare 150$ in 1 o 2 settimane.
ELSA: Davvero?
JACK: Si vendevo la roba su internet oppure ai raduni.
ELSA: Che è successo a Hiccup, Nick e Robert?
JACK: Non lo so. Non li vedo da tanto tempo e francamente penso che non vogliano vedermi dopo quello che gli ho detto.
ELSA: Esiste anche il perdono nella vita.
Qualche ora dopo Jack preso dal consiglio della sua ragazza decise di chiamare Nick e gli altri Drughi e dopo averne parlato con calma decisero di vedersi ad una tavola calda. Quando si incotrarono l’unico a mancare era Nick ma Robert e Hiccup erano presenti; passarono la serata in tranquillità e i due ragazzi avevano perdonato il loro leader per come si era comportato con loro ma in effetti lo capivano.
JACK: Allora miei cari Drughi, come vanno le cose?
HICCUP: Abbastanza bene.
ROBERT: Anche per me va tutto bene. Tu invece come stai con Elsa?
JACK: Molto bene…finalmente abbiamo messo le cose in chiaro, spero vada tutto bene alla fine ma toglietemi una curiosità: che fine ha fatto Nick?
HICCUP: Non lo sappiamo.
ROBERT: Doveva venire ma ha chiamato all’ultimo minuto e ha detto che non poteva venire.
Più tardi Jack decise di andare da Nick a parlargli di persona e quando si trovò alla porta e suonò il campanello sentì la sua voce in maniera lieve.
NICK: Se siete dei Testimoni di Geova levatevi dalle scatole o vi prendo a calci in culo!
JACK: Nick sono Jack Frost!
In seguito sentì delle voci un po’ unite tra di loro.
NICK: Ehm…Arrivo subito!
Qunado aprì la porta al capo dei Drughi egli si trovò accanto Nick con con addosso una camicia e dei boxer con un’aria imbarazzata sul volto.
NICK: Jack…io…non ti aspettavo.
JACK: Scusa è solo che volevo vedere come stavi e volevo anche chiederti scusa percome mi sono comportato.
NICK: No…no… non devi preoccuparti solo che…questo è un momento un po’ personale e… senti come vanno le cose fra te e Elsa?
JACK: Cercavamo un appartamento dove vivere e…
Non riuscì a finire la frase perché rimase incredulo vedendo Meridia che si rivestiva.
JACK: Perché c’è Meridia che si sta infilando una rimettendo i vestiti.
NICK: Ehm…Hai detto che ti serve un appartamento?
Ore 22:35 Elsa era stava per mettersi a dormire quando squillò il cellulare con un messaggio da parte di Jack:
                                                        Tesoro andiamo a vivere a casa di Nick 
                                            

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Capitolo 12
*** C'E' UNA COSA CHE NON TI HO DETTO ***


Il giorno dopo Elsa e Jack si erano trasferiti a casa di Nick e mentre l’albino spostava le ultime scatole voleva ringraziare il suo amico.
JACK: Hei Nick!
NICK: Si.
JACK: Ti volevo ringraziare.
NICK: Per cosa?
JACK: Di tutto…insomma dell’appartamento, del perdono e…insomma io, cioè…grazie. Non saprò mai come sdebitarmi con te.
NICK: Non preoccuparti, fra amici bisogna aiutarsi e ora che anche tu sei uno skinhead siamo più che amici. Siamo fratelli.
Quando Jack diedde un’occhiata alla camera dove doveva dormire insieme ad Elsa pensò che non fosse molto grande ma in quel momento non poteva pretendere una villa con piscina e la cosa più importante era che la casa di Nick era abbastanza grande e che il bambino nascesse in un ambiente tranquillo.
JACK: E’ abbastanza carina casa tua.
NICK: Già e per di più il tizio che l’ha venduta ai miei ha detto che qui hanno commesso pochi stupri.
JACK: COSA?
NICK: Ahahaah!!! Ti prendevo per il culo cazzone!
A Frost piaceva l’umorismo bizzarro del suo amico ma sperava che anche Elsa si sarebbe abituata a parole del genere.
JACK: Toglimi una curiosità. Perché quando ieri sono venuto da te ti ho visto mezzo rivestito e Meridia che si sistemava il reggiseno e la camicetta?
A quella domanda Nick diventò rosso come un peperone.
NICK: Ehm…lei…era…er-era…venuta ad…cioè ad…aiutarmi a…sistemare dei vestiti.
JACK: Li ha sistemati bene allora.
NICK: Fatti i cazzi tuoi.
JACK Dai possiamo dircelo siamo amici dopo tutto; io ti ho dovuto raccontare di come Elsa mi detto che era incinta.
NICK: Va bene, sai negli ultimi tempi io e Meridia ci siamo frequentati molto e…insomma…abbiamo studiato insieme, siamo uscito un po’ al cinema o al pub e una sera mentre la riaccompagnavo a casa mi baciato in bocca e da quel momento non ci siamo sentiti per tipo 3\4 giorni e ieri l’avevo invitata a casa mia per chiarire le cose e un cazzata tira l’altra…
JACK: Ok ho capito dove vuoi arrivare.
NICK: Sai una cosa? Jamie sara felicissimo di averti qui.
In quel momento squillò il cellulare di Jack.
JACK: Si chi è?
ANNA: Jack! Devi venire subito all’ospedale!!
JACK Cosa? E perché?
ANNA: E’ svenuta! Ho paura, dai muovi quel culo e vieni qui!!!
Qualche ora dopo Jack e Anna erano dentro una saletta dell’ospedale e Jack che all’inizio si chiedeva perché i genitori non ci fossero poi in seguito scoprì che mancavano per una conferenza.
JACK: Starà bene?
ANNA: Spero di si. Anche per il bambino…Jack posso chiederti un favore?
JACK: Certo.
ANNA: Posso appoggiarmi sulla tua spalla?
JACK: Ehm…certo.
E così fece rimase così per circa 5 minuti. Era una sensazione strana ma piacevole, gli ricordava quando dormiva abbarcciato ad Elsa dopo che avevano fatto l’amore; quel momento venne spezzato quando entro il dottore.
MEDICO: Elsa e il bambino adesso stanno molto meglio, nonn avranno nessuno tipo di problema.
JACK: Cosa gli è successo?
MEDICO: Non era altro che una piccola influenza ma ora è tutto passato. La gravidanza andrà avanti senza preoccupazioni e adesso potete anche andare a vederla, si stà riposando.
Qundo entrarono Jack si sentì molto meglio nel vedere la sua Elsa che dormiva serenemente; lui e Anna la guardarono per un po’ di tempo poi decisero di uscire dalla stanza.
ANNA: E’e bella quando dorme.
JACK: Cosa?
ANNA: Dico che mia sorella è bella quando dorme.
JACK: Già, lei per me è speciale non solo quando dorme ma…in tutto quello che fa.
ANNA: A volte penso che non sarò mai come lei. Elsa è perfetta in tutto.
JACK: Non non dire così. Nessuno è perfetto al mondo e poi tu devi avere molte doti ed è per questo che Kristoff si è messo con te.
ANNA: Io e Kristoff non ci sentiamo da tanto e a volte penso che ella persone piaccio solo per il mio aspetto fisico.
JACK: No, non è vero…tu sei intelligente, bella, solare, euforica. Non devi preoccuparti…tutti i ragazzi farebbero la fila per uscire con una come te.
Poi Anna iniziò a gurdare Jack negli occhi e si avvicinò sempre di più a lui.
ANNA: C’è una cosa che non ti ho detto.
JACK: Cosa?
Anna non riuscì a trattenersi e gli mise le braccia al collo fino ad avvicinarsi a lui e si lo baciò.
 

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Capitolo 13
*** TORNARE CON I PIEDI PER TERRA ***


Jack era nel suo vecchio appartamento per prendere uno scatolone che aveva lasciato per errore ma la sua mente era impiegata in altre cose: la sua Elsa che aveva il pancione che gli crescieva a vista d’occhio e Anna che lo aveva baciato. Cosa gli era preso? Lei non piaceva a lui e lui non piaceva a lei e allora perché l’aveva fatto? Senza nammeno rendersene conto sentì un toc toc alla porta.
JACK: Chi è?
ANNA: Jack? Sono Anna.
JACK: Cosa vuoi?
ANNA: Voglio solo parlarti.
Allora Jack le aprì la porta.
JACK: Cosa c’è?
ANNA: Volevo chiarire quello che è successotra di noi.
JACK: Va bene.
ANNA: Prima di tutto volevo scusarmi con te e poi volevo dirti che non l’ho fatto apposta.
JACK: Non l’hai fatto apposta!?! E allora cosa pensavi che la mia bocca fosse una torta?
ANNA: No! E’ solo che….da quando il mio rapposrto con Kristoff non funziona più cpme una volta, mi sento quasi sempre fragile e vederti che mi consolavi mi ha fatto sentire bene.
JACK: Non è una buona scusa per infilarmi una lingua in bocca.
ANNA: Lo so ma….
JACK: Senti Anna; tu sei una ragazza bellissima, buona e solare ma il mio cuore appartiene a Elsa. Io e te forse non avremo mai un buon rapporto ma è grazie a te se sono tornato con lei….e capisci Elsa è tutto per me.
ANNA. Si lo so. E mi dispiace di aver fatto quello che ho appena fatto.
Ad Anna quasi uscivano le lacrime agli occhi e allora Jack non voleva avere rimorsi per dei sentimenti.
JACK: Anna…voglio farti una proposta.
ANNA: Cosa?
JACK: Dimostrami semplicemente che mi vuoi bene.
Anna ci pensò un po’ su e poi si decise.
ANNA: Ok. Facciamo così: possi darti un abbraccio?
JACK: Si.
ANNA: E’ l’unica cosa che ti chiedo e poi torneremo a detestarci; io ti tratterò come il solito strozetto saccente e tu invece mi tratterai come la solita strega.
JACK: D’accordo.
E così fecero: si abbracciarono per un po’ e la rossa le diedde anche un bacio sulla guancia e lo stringeva più forte che poteva una volta fatto lo guardò negli occhi e gli prese la mano.
ANNA: Devo darti una cosa.
E gli restituì il coltello che gli aveva preso Elsa.
JACK: Grazie.
ANNA: Promettimi solo che starai sempre vicino ad Elsa e che non combinerai cazzate.
JACK: Ok.
A quel punto Anna se ne andò dalla casa di Jack.

 

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Capitolo 14
*** avviso ***


Allora ragazzi volevo solo informarvi che molto probabilmente domani o dopo domani pubblicherò l’ultimo capitolo vi ringrazio per avermi seguito, senza di voi non ci sarei mai riuscito. Vi ringrazio ancora.

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Capitolo 15
*** THE END ***


Jack camminava lungo un marciapiede ripensando a quello che era successo nell’ultimo mese. Ormai si era lasciato crescere un po’ i capelli e aveva tolto gli anfibi, le bretelle e le altre idiozie ora doveva pensare cosa fare nella sua vita…doveva pensare a cosa era meglio per quando avesse avuto suo figlio. Era andato troppo avanti con i suoi ideali di certo non aveva sbagliato a credere in qualcosa ma arrivare a fare azioni violente senza che gli altri avessero fatto qualcosa di male era eccessivo.
Alcune cose che pensava erano giuste ma tante erano sbagliete e se avesse continuato nella cattiva strada allora sarebbe stato dissociato da tutto e da tutti; questo problema non avrebbe fatto bene alla sua Elsa e al nascituro, Jack non era l’uniuco a avivere di passato ma ora bisognava pensare al presente e ci pensò poco dopo quando tornò a casa e vide Elsa sdraiata sul letto non gli era crescuto in maniera enorme il ventre ma vede che una piccola protuberanza si stava formando.
JACK: Ciao tesoro.
ELSA: Ciao Jack.
JACK: Senti…dobbiamo parlare.
ELSA: Di che si tratta?
JACK: E’ un po’ complicato da spiegare.
ELSA: Se è una cosa che riguarda la politica allora…
JACK: No no! Anzi volevo dirti proprio che io di politica per non ne voglio più sapere.
Ad Elsa gli si sgranaro gli occhi.
JACK: Sono stufo di essere trattato come un criminale, devo pensa cosa è meglio per te e per il bambino voglio vivere la mia vita serenamente con voi due.
ELSA: Dici sul serio?
JACK: Certo.
L’albino si avvicino alla ragazza per scendere verso il ventre.
JACK: Puoi lascirci da soli? E’ una riunione di famiglia.
Rise lievemente Elsa.
ELSA: Ok.
JACK: Amore di papà…non sono brevo con i discorsi quindi posso solo dire che ho fatto tanti sbagli nella mia vita ma nessuno è più grave di quello di perdere te o tua madre. Io voglio solo il tuo meglio…non so se sarai maschio o femmina ma so solo che ti amerò e che per te ci sarò sempre ricordatelo.
Un sorrisetto comparve sul volto di Elsa perché voleva sollevare il morale di Jack facendo una cosa che non facevano da un bel po di tempo.
ELSA: Stai dicendo tutto questo perché vuoi ottnere qualcosa da me?
JACK: Cosa dovrei…
Non fece in tempo a finire la frase che la sua ragazza si tolse la felpa.
JACK: Occhio alla testa.
Disse un’ultima volta al piccoletto sualla pancia di Elsa prima di baciarla e andare oltra ad un semplice bacio.
In seguito non fu facile per Jack parlare con Hiccup e tutti gli altri ma rispettarno la sua decisione e trovò anche lavoro in un ristorante come cameriere guadagnando il necessario per vivere. Ma la cosa più bella fu quando dopo qualche mese che nacque Ivan suon figlio la sua nuova ragione di vita.

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