Solamente James

di masked_lady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solamente James ***
Capitolo 2: *** Dove sei? ***
Capitolo 3: *** In salvo ***
Capitolo 4: *** Ancora una volta ( James ) ***



Capitolo 1
*** Solamente James ***


Solamente James

Solamente James

 

Sono seduto al buio nella mia stanza. è notte fonda ma non riesco a chiudere occhio. Come potrei con te lontana?

Continuo a ripetermi che è tutta colpa mia se ora non sei qui, ma chissà dove, nelle mani di quella feccia, quei criminali il cui unico luogo ove meriterebbero di stare è appesi a una forca.

Si. è colpa mia. Se solo avessi prestato maggiore attenzione a te, invece che alle mie parole, quel giorno, tu non saresti caduta dalla torre. Saresti qui a Port Royal. Forse, saresti addirittura in questa camera, insieme a me.

Ma te lo giuro, ero così nervoso…. il mio cuore batteva così rapidamente che credevo stesse per balzarmi fuori dal petto. Dichiararmi era stata una scelta davvero difficile, perché per la prima volta, nella mia vita, avrei dovuto confessare qualcosa di intimo, personale. Non era un rapporto su una qualche operazione militare, oppure una cena tra ufficiali. No.

Si trattava solo di mettere a nudo il mio cuore. Di ivelarmi a te. So di non esserci riuscito, ce il mio misero tentativo deve essere risultato così goffo da esserti probabilmente indifferente, ma per una volta, almeno con te, volevo essere me stesso.

Desideravo che la donna che amavo mi conoscesse. Desideravo essere, insieme a te, non il commodoro, non il gentiluomo, ma solamente James.

Non ci sono riuscito. ti ho perduta, e non soltanto nel senso che sei stata rapita. Ho capito che Turner tiene molto a te. Sono stato uno sciocco a credere che il tuo cuore fosse libero.

Ma, del resto, si sa che l’amore rende cechi, nega persino l’evidenza, se essa non ci compiace.

Ti ho veduta crescere, Elizabeth, per molti anni. ti ho veduta sbocciare e diventare una giovane donna molto bella, saggia, determinata, coraggiosa. Mi sono innamorato di te. Mi sono perdutamente innamorato della più bella ragazza di questi lidi. Eppure, se per bellezza sei rara, lo sei ancora più di spirito, mia dolce, fiera amata.

Mi manchi.

Ho messo a disposizione del governatore tutti i miei uomini, ho fatto salpare le migliori navi della marina britannica per trovarti e riportarti da me.

Ti troverò. Giuro che lo farò, anche se so che, una volta qui, non sarà a me che si rivolgeranno i tuoi sorrisi, non sarà a me che donerai il tuo abbraccio e le parole di conforto per aver sofferto in tua assenza.

Non importa. Continuerò a sperare fino a che non sarò morto, perché ti amo troppo. Al di là della fredda maschera del commodoro, Elizabeth, c’è un cuore che batte. E batte per te, anche se devo nasconderlo al mondo, sognavo che tu mi ricambiassi. Perché ciò fosse possibile, però, avresti dovuto conoscermi, sapere che quello che vedi, non è tutto James Norrington, ma solo una piccola parte.

Non ne hai avuto il tempo, amore mio e mi dispiace, ma non sono affatto in collera con te.

Mi alzo e mi affaccio alla finestra della mia camera, contemplando il mare. So che sei lì, da qualche parte,in attesa che qualcuno venga e t riporti a casa.

so che, se potessi scegliere, quel qualcuno non sarei io.

Ma non importa.

Non importa anche se, forse, non saprai mai che ti avrei voluta al mio fianco durante le cerimonie, le occasioni pubbliche, bella e seria, fredda ed impassibile come me, rispettando il codice dell’etichetta. E poi ti avrei voluta al mio fianco in casa nostra, nella nostra stanza. Lì, allora, saremmo stati solamente noi. Tu avresti visto chi sono in realtà, che ho un cuore colmo di passione e di tenerezza da donare. E tu mi avresti aperto il tuo.

Tutti avrebbero visto che coppia meravigliosa saremmo stati. Solenni ed impeccabili in società, spensierati e veri nella nostra intimità.

Ti ho amata e ti amo come nessuno potrebbe immaginare. Del resto, chi sospetterebbe mai che il commodoro norrington ami?

Nessuno, elizabeth, nemmeno tu.

Ed io invece avrei voluto più di ogni altra cosa fartelo sapere. Avrei voluto guardarti, ardente e gioioso, tenendoti abbracciata nel nostro letto. avrei voluto vederti sorridere, sapendo che in quei sorrisi c‘era sempre un pensiero rivolto a me.

Una parte di me, però già sa che non accadrà mai. L’altra, però, continuerà a sperare e a guardarti da lontano, a pensare a te. a noi.

Mi sento mancare sapendo che potrebbe accaderti qualcosa. Tieni duo, amore, ti prego. fallo per me, anche se non mi devi nulla. Fallo per me anche se il tuo cuore non è mio.

solo una cosa è certa, se ora penso a te. Molto presto, elizabeth, ti troverò. Ti porterò in salvo e ti amerò, anche se non amerai me.

Non potrai amarmi, perchè non conosci James. ma io conosco elizabeth. tu non ti sei mai nascosta, neppure a me.

Vedo sorgere il sole. Il mio sguardo si accende e il cuore riprende a battere nel petto ad un ritmo molto sostenuto. è tempo di partire.

e stavolta, tu tornerai indietro insieme a me.

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Capitolo 2
*** Dove sei? ***


Dove sei

Dove sei?

 

Ancora non riesco a crederci.

Era tutto vero.

Le storie dei marinai, le leggende tramandate dagli abitanti di queste isole. Era tutto vero.

Per quanto possa sembrare straordinario, credo che una parte di me lo abbia sempre saputo. e ancora più straordinario è il fatto che non sono completamente spaventata da ciò che mi accadrà. in un certo senso, è come se tutto finalmente acquistasse una logica. quella logica che avevo sempre cercato e mai trovato nella mia vita.

ho visto cose straordinarie e ne ho avuto paura oltre ogni dire. fantasmi, morti viventi, dannati….non so neppure io quale sia la giusta denominazione per barbossa e la sua ciurma. so solo che non sono umani, né quello che la gente potrebbe definire “comuni” pirati.

fa freddo.

ora che finalmente ho compreso ciò che mi occorreva, penso con nostalgia alla mia casa. Vorrei tornare a casa. non a londra, no. la mia casa, per me, è sempre stata qui a port royal. qui la vita sembra più reale che in inghilterra. il pericolo sempre in agguato, meno cerimonie sfarzose, maggiore libertà nel comportamento. tutte cose che sono sempre state come una potente calamita per me.

so che mio padre non approverebbe. mivuole molto bene, maha sempre desiderato che mettessi da parte il mio spirito indomito. non mi ha mai forzata, tuttavia, su questo argomento. credo che sia perché gli ricordo mia madre. sebbene lui me l’abbia sempre descritta come una dona molto a modo, composta e aggraziata, dentro di me sento che deve avermi nascosto deliberatamente qualcosa del suo carattere. rido all’idea di assomigliarle forse un po’ più di quanto mio padre avesse sperato.

Il mare muove la nave dolcemente. questo ondeggiare mi culla e mi tranquillizza, ma sento ancora grande desiderio di ritornare a casa.

Mi sono più volte interrogata su cosa mi abbia spinto a presentarmi con un cognome diverso da quello che è in realtà il mio. Credo che le parole di betty riguardo ad un possibile rapimento, vista la mia posizione, mi abbiano suggestionato troppo.

chi l’avrebbe mai detto che proprio cambiando la mia identità sarei stata sequestrata!

prima di scegliere turner, come mio cognome, per un attimo sono stata tentata di darmene un altro. tutto sommato, avevo ricevuto la proposta di matrimonio di James. in realtà non ha fatto in tempo a dichiararsi completamente a causa del mio piccolo incidente. ad ogni modo, mi sembra abbastanza chiaro ciò che sarebbe seguito.

mi avrebbe chiesta in sposa.

per questo per un attimo stavo per pronunciare il nome di Elizabeth norrington, quando mi è stato domandato.

buffo che alla fine abbia pensato a will. probabilmente mi è sembrato il più adatto, visto che, essendo un fabbro, non avrebbero ricavato nulla dalla mia cattura.

caro, fedele william. mi sei sempre stato accanto fin da quando ti abbiamo ripescato dai flutti marini, tanto tempo or sono. sei diventato il mio amico, compagno di giochi e fedele complice dei miei giochi, anche se inappropriati per una ragazza d buona famiglia.

chissà se sei salvo…. cosa starai facendo? certamente saprai della mia scomparsa e sarai preoccupato.

ma non certo quanto lo sarà james. di sicuro avrà messo in moto tutta la marina britannica per trovarmi e riportarmi indietro sana e salva.

in fondo, non sono così preoccupata proprio perché so che, con la sua bravura ed efficienza, riuscirà come sempre nel suo intento. so che verrà a salvarmi. e non solo. so che riuscirà a salvarmi. esatto. ne ho la piena ed assoluta certezza.

il commodoro norrington metterà ancora una volta fine alla minaccia di port royal. presto sarò in una delle navi al suo comando, con decine di soldati pronti a prendersi cura di me. e lui sarà al mio fianco. mi pare quasi i vederlo, con gli occhi ansiosi ed il fiato corto, inginocchiarsi ai miei piedi e baciarmi le mani.

so che non andrebbe mai oltre. è un gentiluomo.

quello che non sa è che, forse, lo è sempre stato anche troppo. è così diverso da will, che è impulsivo, schietto e trasparente.

lui si nasconde, si maschera davanti a tutti, non lasciando trasparire nulla di quello che è il suo vero carattere. sempre dannatamente impeccabile in ogni occasione, perfetto nel suo lavoro.

ma chi sa chi sei davvero, james? in fondo, non lo so neppure io che ti conosco da tanti anni. magari non abbiamo fatto una conoscenza eccessivamente approfondita, ma dovrei sapere qualcosa di te.

e invece no lo so.

questo è uno dei motivi per cui ho avuto paura quando hai cominciato a dichiararti. non sapevo cosa avrei risposto e non sapevo se avrei fatto la scelta giusta, qualunque cosa avessi potuto dire.

chi mai potrebbe sapere quale sarebbe stata la cosa migliore? Avrei potuto amarti, ma non ne ho avuto mai la possibilità. avrei potuto odiarti, ma non me ne hai dato ragione.

ora che sono qui, rinchiusa, andando incontro a chissà quale destino, so che avrei voluto che avessi fatto qualcosa. qualunque cosa. qualunque cosa avesse potuto indirizzarmi su una via.

ho pensato che se dovessi morire, avrei avuto solamente due rimpianti.

uno sarebbe stato non aver detto addio a will che ancora una volta mi avrebbe chiamato miss swann. che sciocco!

l’altro sarebbe stato non averti conosciuto.

perché, a conti fatti, io non ti conosco. ho conosciuto il capitano e conosco il commodoro. ma non conosco james.

non ho mai saputo chi fosse james norrington, al di là della sua uniforme da ufficiale britannico.

ho sempre avuto una piccola scintilla di antipatia nei tuoi confronti. piccola, ma reale. ora so che dipendeva solo dal fatto che tu, così freddo ed impeccabile, rappresentavi per me tutto ciò che disprezzavo. l’etichetta, la mancanza di libertà, il dovere.

ma quello in realtà non sei tu. è l’ufficiale. solo l’ufficiale.

e io, invece, avrei voluto sapere chi eri tu.

dove sei ora? certamente in qualche angolo delle rotte tracciate su questi mari, in cerca di me. magari anche will si è proposto di aiutarti nelle ricerche.

io sono qui, in attesa che tu mi trovi, james. so che lo farai.

quando lo farai, poi, forse avrò modo di sapere chi sei.

ovunque tu sia, ti prego, fa presto. voglio tornare a casa da mio padre, da will. da quel will che, forse, ho cominciato ad amare.

fa presto poi, perché, in fondo, una parte di me desidera tornare anche da te.

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Capitolo 3
*** In salvo ***


In salvo

In salvo

 

Elizabeth Swann salì a bordo della Dountless insieme a Jack Sparrow, aiutata da alcuni ufficiali della marina britannica che riconobbe quasi subito. Non fece in tempo a mettere piede sul ponte della nave che si ritrovò stretta nell’abbraccio sollevato ed amorevole di suo padre.

« Grazie a Dio, Elizabeth! » esclamò quasi senza fiato il governatore, mentre teneva stretta la sua unica figlia « temevo il peggio. »

« Oh, Padre! » rispose lei, ricambiando, dopo un attimo di sorpresa, il suo abbraccio. « Come sono contenta che sei qui! »

Egli sorrise teneramente alla figlia, poi fece cenno agli ufficiali che l’avevano aiutata a salire a bordo di procurare delle coperte per scaldarla.

Jack agitò una mano per attirare l’attenzione del governatore « Anche io sono contento di rivedervi! » disse « Siamo tutti felici, ma non dimentichiamo un particolare? »

Nessuno gli prestò attenzione dal momento che erano tutti concentrati sul ritrovamento della ragazza, che era, per di più, sana e salva.

Mentre padre e figlia continuavano a guardarsi, traendo conforto l’uno dalla presenza dell’altro, una figura fece la sua comparsa in maniera piuttosto frettolosa in mezzo alla scena.

Era il commodoro James Norrington.

Tutti si voltarono verso di lui, in attesa della sua prossima mossa. Elizabeth lo guardò negli occhi, contenta di vederlo e stupita, in parte, che la nave che l’aveva tratta in salvo fosse proprio quella che era comandata direttamente da lui. Vide l’ansia nei suoi occhi verdi tramutarsi in sorpresa e sollievo. Ogni singolo muscolo del suo corpo era teso verso di lei, pronto a lanciarsi verso di lei, a stringerla….

Ma poi si rese conto che tutti i presenti lo stavano guardando, compresa lei.

Si schiarì la voce, ridandosi un contegno e raddrizzo la propria postura, tornando ad essere, a tutti gli effetti, il commodoro. Non vide lo sguardo deluso di Elizabeth, quando si rese conto che ancora una volta stava cedendo alle regole, alla prigione dell’etichetta.

« Benvenuta a bordo, Miss Swann » disse, nel suo tono più formale « Sono lieto di vedere che siete sana e salva. » Detto questo, si avvicinò di alcuni passi a Jack e lo guardò intensamente negli occhi « Non posso dire lo stesso di voi. »

Il pirata sorrise « Anche per me è sempre un piacere commodoro. »

L’ufficiale lo ignorò e tornò a rivolgere la sua attenzione ad Elizabeth « I miei ufficiali si prenderanno ottima cura di voi durante il viaggio di ritorno. » lanciò uno sguardo al tenente « Portatela negli alloggi del governatore. »

Il tenente annuì e fece per scortare la ragazza sottocoperta, ma questa si dimenò immediatamente, in preda all’agitazione.

« Ma dobbiamo salvare Will! » esclamò, oltremodo meravigliata dal fatto che nessuno di loro sembrava aver pensato a quel fatto.

« No. » fu suo padre a intervenire, cercando di mettere fine alla questione « Sei salva. Questo basta. Torneremo a Port Royal immediatamente, senza girandolare in cerca di pirati. »

La sua risposta, con quel netto rifiuto ad accontentarla, rese la ragazza solamente più determinata. Quel ragazzo le era incredibilmente caro.

« E lo condanneremo a morte certa? »

Elizabeth vide per un attimo il commodoro abbassare lo sguardo. Intese quel segno come una lievissima manifestazione di accordo con il suo pensiero, ma era chiaro che anche lui, come suo padre, avrebbe preferito tornare immediatamente a casa.

Il governatore tentò di controllarsi « Convengo che sia un destino riprovevole, » disse « ma è altrettanto riprovevole la sua decisione di diventare un pirata. »

la ragazza non poteva credere a ciò che sentiva « Solo per salvare me! Per impedire che facessero del male a me! ». Non riusciva acredere davvero che suo padre, che conosceva Will quasi quanto lei, potesse avere una così cattiva opinione di lui e delle sue azioni.

Ci fu un breve momento di silenzio, in cui il commodoro, il governatore e la ragazza si guardarono negli occhi, a turno, come per trovare una soluzione che riuscisse ad accontentare tutti.

In quel momento stesso, Jack Sparrow approfittò della loro indecisione per introdursi nella conversazione. « Se mi consentite l’audacia di introdurre la mia opinione personale, » cominciò, incurante dello sguardo seccato di Norringhton « la Perla aveva imbarcato parecchia acqua dopo la battaglia. & alquanto improbabile che tenga un’andatura veloce. »

Il commodoro aveva capito subito dove voleva arrivare, ma jack sapeva come fare leva sull’ambizione altrui.

Attese un attimo, per far assaporare il sogno di gloria all’ufficiale, poi riprese il suo tranello.

« Ci pensate? la Perla Nera! L’ultima vera minaccia pirata dei Caraibi, amico. » si avvicinò all’orecchio di Norringhton con atteggiamento confidenziale « Come si può farsela scappare? »

Egli gli rivolse un ultimo sguardo sprezzante, serio. Non avrebbe mai potuto dire che l’idea non lo tentava, ma era un uomo d’onore e, soprattutto, un uomo innamorato. La sicurezza di Elizabeth veniva prima della sua carriera, per quanto preziosa essa potesse essere.

Gli si avvicinò di un centimetro appena « Semplicemente ricordando che servo altri, signor Sparrow, non solo me stesso. »

Detto questo, gli voltò le spalle e fece per andare a dare le disposizioni per il viaggio di ritorno.

venne fermato dopo appena pochi passi dalla voce di Elizabeth, che lo aveva seguito.

« Commodoro, vi supplico, fate come dice. » si fermò un attimo come indecisa « Per me. Come…dono di nozze. »

A quel punto tutta la scena sembrò bloccarsi. ogni persona interrupe il lavoro che stava svolgendo per prestare orecchio alla novità sconcertante che stava avendo luogo.

Il commodoro si voltò verso di lei, negli occhi stupore e qualcos’altro…speranza forse? Non osò dire una parola, in attesa.

« Elizabeth! » esclamò il governatore « Significa che accetti la proposta del commodoro? » Sembrava davvero entusiasta all’idea.

La ragazza fissò intensamente Norringhton prima di rispondere e lesse negli occhi di lui la muta richiesta, la muta speranza e l’ancora più muto amore.

« Si, padre. »

A quelle parole calò il silenzio. Elizabeth rimase come in attesa di una qualche reazione da parte del fidanzato, ma non successe nulla. Sembrava confuso e forse anche malinconico. nessuna traccia di felicità.

« Un matrimonio, adoro i matrimoni. Da bere per tutti! » se Jack Sparrow non avesse, come al solito, parlato a sproposito, probabilmente quel silenzio si sarebbe protratto lungo minuti interi.

Il commodoro interruppe lo sguardo che stava condividendo con la fidanzata e guardò molto seriamente il pirata.

Questi sorrise « Lo so. » disse, protendendo le mani « “mettetelo ai ferri”, vero? »

James Norringhton scese i pochi scalini che lo separavano dal ponte.

« Signor Sparrow. » disse, con la maggiore calma possibile « Affiancherete i mie uomini alla barra e fornirete loro l’esatta posizione dell’Isla de muerta. Dopo di che passerete il resto del viaggio a contemplare i possibili significati della frase “muto come una tomba”. Sono stato abbastanza chiaro? »

Sparrow si strinse nelle spalle « Qui non si scappa alla chiarezza. »

Immediatamente venne condotto dove avrebbe potuto svolgere i doveri che gli erano stati assegnati, lasciando il ponte principale.

A quel punto, gli ufficiali precedentemente incaricati di scortare Elizabeth nei suoi alloggi si fecero avanti, pronti ad eseguire il loro compito dopo quella bizzarra interruzione.

ma fu proprio il commodoro a fermarli.

« Fermi. » disse « Ci penserò io stesso ad accompagnare Miss Swann sottocoperta. » si schiarì la voce « Sempre se il governatore mi concede questo onore. » aggiunse poi.

Quest’ultimo sorrise, incredibilmente compiaciuto dalla notizia dell’imminente matrimonio della figlia « Ma certo, certo! Prendetevi pure un po’ di tempo per discutere, ne avrete senz’altro bisogno. »

Elizabeth fu tentata di lanciare uno sguardi di disapprovazione a suo padre, ma si trattenne, anche perché il commodoro le aveva appena offerto il braccio per scendere insieme sottocoperta.

Con un sorriso forzato, lo prese.

In pochi secondo, furono negli alloggi del governatore, dove la ragazza avrebbe in seguito potuto riposare.

Il commodoro chiuse la porta alle loro spalle. Quando si voltò, qualcosa nei suoi occhi era cambiato. Era come se il suo sguardo fosse divenuto , in un certo senso, pi umano.

Più espressivo.

E stavolta Elizabeth vi riconobbe l’amore.

Egli le si avvicinò lentamente fino a trovarlesi proprio di fronte, poi si schiarì la voce.

« Ancora una volta ripeto che è grande gioia per me rivedervi sana e salva. »

La ragazza vide che i suoi modi erano sempre molto formali, ma contrastavano apertamente con il suo sguardo. Sguardo che diventava di attimo in attimo sempre più appassionato, sempre più innamorato.

« Vi ringrazio… James. » per la prima volta osò chiamarlo con il suo nome e non con il suo grado.

Egli ne parve sorpreso per un attimo « Sono molto felice che abbiate accettato la mia proposta di matrimonio. »

La ragazza sorrise. Ancora una volta era però un sorriso di circostanza, d’educazione, non dovuto ad una vera gioia. Un sorriseo, se così si poteva dire, d’etichetta.

Come i modi del commodoro.

« Vi prometto, Elizabeth, » continuò lui « Che mi metterò al vostro completo servizio e impegnerò tutte le mie possibilità affinchè sarete felice. »

Stavolta ella sorrise davvero, sinceramente toccata da quelle sue intenzioni, che sapeva essere sincere. Non c’era meschinità in James Norringhton.

« Vi ringrazio ancora una volta per le vostre premure. » gli disse, cercando di rendere il tono di voce più confidenziale, forse affettuoso « E vi ringrazio anche per aver assecondato il mio desiderio di non tornare immediatamente a Port Royal. »

« Non ringraziatemi, Elizabeth. » disse lui « Assecondandovi vi ho messa in pericolo. Se vi accadesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo. »

prendendo non poco coraggio, la ragazza fece un altro passo verso di lui, diminuendo sempre di più la distanza tra di loro. Alzò lentamente il braccio destro e con la mano gli accarezzò lievemente il volto.

A quel contatto, il commodoro parve trasalire, come se a toccarlo fosse stata una fiamma viva. Ma non si ritrasse. Si limitò a fissarla ammaliato.

« James. » sussurrò lei, dandogli per la prima volta del tu « Non permetteresti mai che mi accadesse qualcosa. Lo so. Per questo sono sicura che non avverrà. »

Davanti a una tale manifestazione di affetto e di fiducia, per un attimo i sensi dell’uomo vennero a mancare. Aveva tanto desiderato quel momento!

Istintivamente, guidato, per una volta, solo dai suoi desideri, si avvicinò di pochi centimetri alla bocca della ragazza. Ella, seppure un po’ sorpresa da quel comportamento, inaspettato, sapendo con chi aveva a che fare, dopo un istante protese le labbra verso le sue, inarcando leggermente il collo.

Continuarono ad avvicinarsi sempre di più l’uno all’altra, ma proprio quando mancava pochissimo perché le loro labbra si incontrassero, il commodoro sembrò tornare in sé e si allontanò rispettosamente di un passo.

Elizabeth, anche se tentò di mascherarlo, rimase profondamente delusa: ancora una volta, James Norringhton aveva ceduto alle regole.

Schiarendosi la voce, egli le prese una mano, quella stessa mano che lo aveva accarezzato e vi depose un bacio sul dorso.

Quella fu l’unica libertà che si prese nei confronti della donna che amava, perché un secondo dopo, dopo essersi inchinato educatamente, le lanciò un ultimo sguardo bruciante ed uscì dalla cabina, lasciandola sola e confusa.

 

 

 

Allora? che ne dite? pero davvero che vi piaccia, perché ho intenzione di proseguire così questa storia:alternando pensieri di Norringhton a quelli di Elizabeth e ad alcune scene conosciute o”rubate” alla mia fantasia.

Si tratterebbe di propagare la storia a tutti e tre i film e anche oltre, con un seguito di mia invenzione.

Ringrazio calorosamente tutti i lettori ed in particolarecoloro che mi hanno lasciato un commento.

Parlo di monipotty e di ScissorHands.

Sono contenta che la storia vi sia piaciuta e mi auguro che mi direte qualcosa anche su questo nuovo chap.

Un bacio a tutti e commentate numerosi.

Masked_lady

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Capitolo 4
*** Ancora una volta ( James ) ***


Ancora una volta

Ancora una volta

 

Ancora una volta.

Non posso crederci!

Sono stato ad un passo dalla felicità, ma, per rispettare delle stupide convenzioni, mi sono tirato indietro. Ancora una volta.

Che siano maledette le regole! Che io sia maledetto! Che io sia maledetto perché non sono capace di mostrare a coloro di cui mi importa il mio lato umano.

Quando ho accompagnato Elizabeth nella cabina di suo padre e sono rimasto solo con lei, temevo il peggio. Ho capito benissimo che ha accettato la mia proposta di matrimonio solamente perché acconsentissi a salvare Turner. Quel ragazzo le è diventato più caro di quanto sono disposto a tollerare. La gelosia mi sta rodendo l’anima, eppure non sono in grado di fare nulla per combattere e ottenere ciò che desidero.

Ad ogni modo, mi aspettavo un trattamento freddo e formale, come quello che avevo sempre ricevuto da lei e, che io sia dannato, come quello che, soprattutto, le ho sempre dato io stesso.

E invece non è stato così! È stata audace, affettuosa, limpida. Mi ha accarezzato e mi ha parlato dolcemente, con fare rassicurante. La mia anima ha toccato il paradiso mentre rimanevo inerte come un burattino tra le sue piccole mani.

Si è avvicinata a me, decisa, senza ombra di ripensamenti. Allora ho osato sperare che non avesse accettato la mia proposta di matrimonio solo per salvare quel ragazzo. Mi sono concesso il lusso di una speranza vana. Per un breve, dolce momento, siamo stati sul punto di baciarci. Non so davvero quanto a lungo ho sognato di posare le mie labbra sulle sue. Avrei voluto assaporare quella dolce pressione, per poi dimostrarle che anche io sapevo amare, che ero dotato di passione, come ogni uomo. Forse più di un uomo normale, proprio per il mio essere costretto a trattenermi.

Ma non ne ho avuto il coraggio. Guardando i suoi occhi, in un secondo, mi sono accorto che non era vero amore quello che leggevo. Ma non è stato questo a trattenermi, no. Perché seppure non provava amore, ho visto che desiderava anche lei quel bacio. Probabilmente, se solo avessi avuto la forza di mostrare la mia natura, quel desiderio e quell’affetto, sarebbero divenuti amore. A volte, quando i sentimenti di una persona sono incerti, basta una manifestazione fisica perché tutto diventi chiaro.

Se ti avessi baciata, amore mio, forse ti avrei anche vinta.

Ma, ancora una volta, non sono stato capace di vivere. Mi sono fermato proprio quando la felicità era a pochi centimetri dalle mie labbra. Ero spaventato. Avevo paura che fosse sconveniente, o anche di non essere all’altezza delle tue aspettative. Si dice che, chi è amato, non delude mai. , tu ancora non mi amavi. E per questo ho temuto per me. Per noi.

Sono stato stolto. Mi maledirò ogni giorno per questa mia esitazione. Me ne sono andato rispettando tutte le inutili cerimonie che si addicono ad un gentiluomo del mio rango, quando tu, invece, ti aspettavi qualcosa di diverso. Qualcosa di meglio.

Mi conosci da tanti anni, Elizabeth! Anche se solo come ufficiale, mi conosci da abbastanza tempo da meritare un trattamento diverso da quello che riserbo a tutti gli altri.

Ed io ti amo, amore mio.

Questo dovrebbe fare di te la sola persona che riesca a farmi essere me stesso. Ma non ci riesco. Non ci riesco perché ti amo troppo. La paura di essere inadeguato mi induce ad essere impeccabile.

Ma tu non vuoi che io sia impeccabile, non è vero? No. È l’ultima cosa che vuoi, Elizabeth. Mi dispiace di non poterti dare ciò che desideri.

Ho la netta sensazione che, prima o poi, per questa mia mancanza, ti perderò. Nel profondo del cuore, sento che Turner ha già vinto il tuo amore, mia bella, coraggiosa Elizabeth.

Vorrei solo non essere così attaccato a te. Lo sono più di quanto lui o altri potrebbero mai immaginare. So che arriverà il momento in cui sceglierai, perché non hai scelto quando hai accettato di sposarmi,e quando avverrà, so che perderò. E so anche che, da quel momento, comincerà il mio lento declino.

Non sarò più lo stesso uomo. Posso vedermi, amore mio. E forse, riuscirò persino a diventare l’uomo che avresti amato. Ma allora sarà troppo, troppo tardi. Non ci sarà mai un noi.

Nel frattempo posso solo combattere una battaglia persa fino a che non giungerà quel momento della tua scelta.

Non so se riuscirò a dirti quanto conti davvero per me, o addirittura a baciarti, toccarti, almeno per una volta sola… un sogno che prende forma…

Ma, per ora, ancora una volta, ho ceduto.

Ed ho perduto.

 

 

Allora? Che ve ne pare? L’ultimo capitolo non ha ricevuto neppure un commentino. Sigh sigh sobme dispiaciuta.

Non vorreste rimediare almeno con questo? Ribadisco che accetto critiche costruttive…

Ringrazio i lettori e spero perdonerete eventuali errori.

Masked_lady

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