Tutte le verità vengono a galla

di Sanae Nakazawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella maldetta lettera mal consegnata ***
Capitolo 2: *** Odio Londra, odio i giardini babbani. ***
Capitolo 3: *** Infelice di conoscerti ***
Capitolo 4: *** Ginny mi fa davvero paura ***
Capitolo 5: *** Jodie va alla Toilette ***



Capitolo 1
*** Quella maldetta lettera mal consegnata ***


Capitolo Due

Iniziò tutto con una lettera.
Una semplice pergamena macchiata d'inchistro che mi provocò le palpitazioni per quasi due ore. O forse anche per tre, non ricordo bene.
Quello che so per certo è che verrò ricordato tra i cretini più fortunati della storia. Eh si, di culo ne ho e ne ho sempre avuto parecchio, sopratutto in quella occasione.
Ma procediamo con ordine.
Torno indietro di qualche anno, per fare un quadro più preciso della situazione.
All'epoca avevo sedici anni, i capelli fin sopra le spalle, e ben centottantasette centimetri d'altezza da trascinare in giro.
Avevo anche una ragazza, o per meglio dire quella che doveva sembrare una ragazza, ma vi racconterò anche questo.
A quel tempo ero semplicemente un bamboccio immaturo e complessato, che passava la maggior parte della sua vita a tediarsi su qualunque cosa.
Un buzzurro che giungeva subito alle conclusioni, che si riempiva la vita di contraddizioni.
Che storceva il muso disgustato quando il suo migliore amico gli confessava di aver baciato una ragazza, ma che segretamente desiderava farlo a sua volta.
Che accusava Hermione di essere una piagnona dalla lacrima facile, ma che aveva pianto come un bambino quando suo padre era stato ricoverato al San Mungo.
Insomma...ero così. Non mostravo spesso i miei sentimenti, sopratutto quelli che per uso comune venivano definiti "patetici", ma non per difendere il mio onore o per mantenere un'immagine, semplicemente perchè il pensiero di aprirmi mi faceva vergognare da impazzire (non che ora sia cambiatissimo...però vabbè).
E così bruciai qualche anno a fingere che la mia vita fosse perfetta, e che non avevo per nulla bisogno di nessuno, e che ero completamente appagato.
Conservai questo credo fin quando, quella mattina d'estate, le mie certezze crollarono come un muro, e il mio cervellino, passivamente adeguato alle situazioni, cominciò a vorticare senza sosta, come un cestello di lavatrice babbana.
La Tana, come sempre, era la meta favorita dei vacanzieri dal mondo babbano (naturalmente intendo Harry ed Hermione).
Grimmauld Place era stato definito un luogo troppo straziante da abitare per Harry (che quell'anno era riuscito a venir via da Priver Drive i primi giorni di Agosto), così mia madre, con tutta la comprensione del mondo, decise di lasciarci soli soletti in casa Weasley, salvo qualche fugace apparizione per assicurarsi che stesse regnando l'ordine.
Oh ma non ebbe mai, e dico mai, motivo di preoccuparsi o di aver noie su questo. Infatti era stata nominata "governante" ufficiale, nonchè sovergliante, Hermione.
Dare ad Hermione un incarico, sopratutto se tratta ordine e disciplina, è come stare in una botte di ferro.
State pur certi che lei lo eseguirà con tanta minuzia da dare il voltastomaco.
Comunque, Hermione a parte, che badava come un dittatore che i nostri comportamenti seguissero le norme stabilite, passammo dei giorni davvero divertenti e rilassanti.
Non avevamo il permesso di uscire oltre il cancello, però all'interno riuscivamo comunque ad organizzarci e a passare il tempo meglio che potevamo.
Quel giorno in particolare eravamo impegnati in un allenamento di Quidditch casereccio.
Ginny ed Harry, con la carica di due leoni, sferragliavano nella porta farlocca (composta da ferraglia lavorata appositamente) le Pluffe più violente che avessi mai tentato di parare.
Probabilmente la bella giornata di sole aveva entusiasmato anche loro e, mi trovai a pensare, se quel giorno ci fosse stata un'importante partita di certo l'avremmo vinta.
Hermione, accovacciata all'ombra di un pesco, ci osservava distrattamente.
Gli occhi vacui e le labbra nervose indicavano che i suoi pensieri andavano ben oltre l'abilità dei suoi amici nel gioco. Guardava freneticamente i boschi circostanti, la casa, ancora i boschi, poi il cielo.
Mi balenò l'idea che aspettasse un gufo importante ma poi, mi dissi, Hermione se avesse atteso notizie da qualcuno ce l'avrebbe di certo riferito prima che potessero venirci sospetti. O perlomeno l'avrebbe riferito a Ginny che tempestivamente si sarebbe fatta scoprire.
Cioè poteva benissimo attendere un gufo del suo "Vicky", peccato che le era arrivato proprio quella mattina (inutile stare a raccontarvi la litigata a colazione che era servita a riprendermi alla grande dal precoce risveglio).
Scrutai anche io il cielo con attenzione, ma nessun gufo comparve all'orizzonte.
Dopo aver rischiato la vita un paio di volte a causa della mia distrazione, ripresi gli allenamenti dicendomi che stavo prendendo un granchio e che Hermione era semplicemente annoiata dal vederci saettare in groppa a delle scope che lei considerava oggetti di tortura più che di diletto.
Passarono così alcune ore, il sole bruciava incessantemente e credo che quel giorno toccammo il picco di almeno quaranta gradi.
I nostri vestiti erano diventati un tutt'uno con la pelle quando decidemmo di smettere e di goderci un pò di ombra prima dell'arrivo di mia madre con consueto pranzo direttamente da Grimmauld.
Mi separai dal gruppetto con la scusa di avere il bisogno impellente di andare al gabinetto.
Entrai in casa con estrema lentezza sentendo ad ogni passo i muscoli dolermi senza tregua. Non ero abituè ad allenarmi per così tante ore di fila quando faceva così caldo e sopratutto quando la nostra signora e padrona usava svegliarci così di buon mattino (eravamo in piedi dalle sette).
Raggiunsi il bagno mettendoci tre volte il tempo dovuto e, una volta entrato e chiuso la porta magicamente, notai qualcosa alla finestra.
In un primo momento fui tentato di lanciare il campanello d'allarme (cioè di fiondarmi in cucina ed urlare a tutti dalla finestra che c'era un intruso) ma poi il vetro appannato cominciò a rivelarmi pian piano l'identità dellla "macchia sospetta".
Era un gufo.
Un gufo che riconobbi immediatamente dato che era quello che i Granger usavano di consueto per comunicare con la figlia. Aprii la finestra all'animale che espresse il suo disappunto sventolandomi l'ala in faccia prima di porgere la zampetta e darmi la possibilità di afferrare la lettera.
Non riuscivo a capire l'indisponenza dell'uccello, afferrai quello che dovevo afferrare e lo mandai via svuotando le tasche di qualche nocciolina rimasta dal banchetto della sera prima.
Il suo atteggiamento mi risultò chiaro poco dopo. In preda alla più forte crisi di curiosità della mia vita aprii la pergamena e lessi velocemente il contenuto. La familiare calligrafia minuta e ordinata della signora Granger mi risultò difficile da comprendere, ma mi sforzai quanto potevo.
Il succo era più o meno questo:
Cara Hermione, ti rispedisco la lettera che Kev ci ha tanto raccomandato di inviarti. Naturalmente non potevo dirgli dov'eri così gli ho assicurato che te l'avrei mandata io stessa. Ho ordinato a Billie di consegnartela solo se ti trova sola, come mi hai chiesto. Spero che vi stiate divertendo e che non stiate creando troppo disturbo ai Weasley, che ti prego di salutarmi tanto.
E infatti notai attaccata più in basso una busta da lettera babbana, con tanto di affrancatura. Alzai le sopracciglia guardandomi intorno, come se fosse possibile che in un bagno chiuso ermeticamente potesse entrare qualcuno. O ancor peggio che qualche coraggioso si prendesse la briga di spiarmi mentre espletavo i miei bisogni fisiologici.
Lottai con me stesso per qualche minuto prima di aprire con più grazia che potevo quella busta, nella mente continuavo a chiedermi chi diavolo potesse essere questo Kev e cosa cavoli avessa da dire ad Hermione.
Sopratutto, particolare non trascurabile, perchè mai lei nascondeva questa sua corrispondenza? Aprii la lettera convinto che si sarebbe rivelata come la risposta alle mie domande.
Il contenuto non era di particolare lunghezza. Anzi era più che altro un messaggio in risposta ad una domanda inviata precedentemente (inutile ribadire da chi).
Cara Hermione, scusa se riesco a risponderti solo oggi, ma finalmente ho trovato un ritaglio di tempo. Sono in alto mare con lo studio ma questo non mi proibirà di essere la settimana prossima a Londra, come avevamo stabilito. Non vedo l'ora Herm...mi manchi da impazzire.
Sono impaziente di farlo con te, non so come ho fatto ad aspettare fin'ora. Ora devo proprio lasciarti, ricorda che ti penso sempre...il tuo devotissimo, Kevin.
Kevin...? E chi cazzo è sto Kevin?
Vabbè...Kevin a parte...perchè diamine vuole "farlo" con Hermione?
E, sopratutto, vuole fare quello che ho capito io?
La mia testolina vuota venne riempita da domande del genere, per evitare di stramazzare a terra per lo shock dovetti usare il water come comodo divano e rilassarmi nuovamente per analizzare meglio il contenuto della lettera.
Era indubbio. Sto Kevin del cavolo voleva farlo con Hermione.
Ed era addirittura impaziente!
Addocchiai la finestra sperando di trovare il gufo di poco prima e fargli mandare indietro un bel vaffanculo stampato su tutto il contenuto di quella lettera blasfema ma, dopo l'ira iniziale, cominciai a ragionarci su.
Quella lettera non era univoca. Insomma, Hermione doveva aver risposto un "sì" alla sua proposta di farlo.
Non ero così sciocco da credere che una ragazza a sedici anni non avesse le sue pulsioni sessuali, ma addirittura farlo con uno che si chiama Kevin mi sembrava un'assurdità! (non che avessi qualcosa contro chi si chiama Kevin, però odiavo quel nome in quel momento)
Cominciai a fare illazioni su illazioni, una più improbabile dell'altra, alla fine arrivai alla conclusione che Hermione, delusa dal rifiuto di Krum (che non sapevo per nulla se ci fosse mai stato, eh), si era consolata con questo babbano e stava con lui segretamente. E che ora, per dimenticare appieno le sue disgrazie, aveva deciso di concedersi carnalmente a lui, riponendo nel sesso i suoi amari ricordi.
Non ero un grande esperto di queste cose, al massimo avevo sfogliato sporadicamente qualcuna delle riviste che Seamus custodiva gelosamente sotto il letto.
Il fatto è che a sedici anni ti credi padrone del mondo e credi che qualche donnino nudo in atteggiamento scabroso ti renda l'esperto di sesso più raffinato.
Riposi la lettera nella sua busta, rendendola immacolata con un Reparo semplicissimo. Riavvolsi anche la pergamena assicurandomi che nulla lasciasse presagire che qualcuno l'avesse già letta.
Mi specchiai notando che il mio sguardo corrucciato avrebbe tradito i miei sentimenti, così cercai in qualsiasi modo di tornare alla normalità, cosa che mi costò fatiche sovraumane.
Quando tornai in giardino tutti mi sembrarono allegri come al solito. Hermione era serena e rilassata e per un attimo la immaginai nell'atto di far sesso con uno sconosciuto, cosa che mi vietò di guardarla in faccia per le successive tre o quattro ore.
"E' arrivata questa per te" le dissi con tono distaccato, guardando sottecchi la sua reazione.
Lei rimase per qualche secondo sconcertata poi agguantò il tutto e lo lesse voracemente. Harry e Ginny si scambiarono qualche occhiatina curiosa, ma io dedicai la mia attenzione totalmente alle piante del giardino.
Mi aspettavo che l'incriminata ostentasse silenzio e che dopo aver letto quella proposta indecente arrossisse anche un minimo.
Invece tossicchiò tranquilla riponendo la lettera in tasca con particolare cura.
Tutti rivolgemmo l'attenzione verso di lei e, personalmente, ero pronto ad ascoltare la notizia pugnalapetto che ormai mi ero rassegnato a ricevere.
Invece Hermione non sembrava per niente imbarazzata (o perlomeno sapeva nasconderlo bene) ci sorrise e ci annunciò con voce pacata "Mia madre ci invita a stare da me per qualche giorno. Che ne dite?"
Bugiarda. Le avrei voluto urlare che era una bugiarda menzognera e che il contenuto di quella lettera non era assolutamente quello.
Non riuscivo a capire cosa avesse in mente quella stupida, ma neanche potevo rivelarle che avevo letto la sua posta in segreto.
Annuii, così fecero Ginny ed Harry, sicuramente più entusiasti di me.
"Non credo ci siano problemi, parlerò la mamma!" esclamò Ginny alzandosi diretta in cucina.
Non dissi nulla, non c'era bisogno che dicessi nulla. Potevo solo aspettare. Se Hermione aveva qualche segreto, presto o tardi sarebbe venuto a galla.

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CONTINUA

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I personaggi di Harry Potter sono © J.K.Rowling, Bloosmbury.
Come annunciavo sulla oneshot di qualche tempo fa sono bloccatuccia sulle ff che ho in corso, vogliatemi perdonare se ne inizio un'altra senza portare avanti  le altre, ma purtroppo non ci riesco proprio a fare altrimenti ;_;.
Volevo ringraziare tuttissimi per il supporto comunque! Baci baciii! :*

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Capitolo 2
*** Odio Londra, odio i giardini babbani. ***


Capitolo Due

Tornando a noi, credo di non aver mai odiato nessuno come odiai in quel momento Hermione.
Il suo sorriso immacolato dopo che la mamma, con tutte le raccomandazioni possibili, ci aveva accordato il permesso di andare dai Granger, mi dava ai nervi, più che sentire Malfoy pavoneggiarsi della sua famiglia.
Avevo il malsano istinto di spaccarle quei denti, un tempo castorini, uno ad uno, senza pietà.
E che diamine! Ero più pronto a vedere Harry vestito da donna, che Hermione mentire! L'amore per sto Kevin, pensai, la stava facendo uscire fuori di cervello di brutto (e naturalmente il tutto era guidato dall'evidente voglia di andarci a letto)
Possibile che era cambiata fino a questo punto? Senza che io me ne rendessi conto, tra l'altro?
Era bastata una schifosa lettera malconsegnata ad aprirmi gli occhi su quale mostro affamato di carnalità fosse la mia migliore amica? (o meglio quella che *era* la mia migliore amica)
Fatto sta che senza manco rendermene conto mi trovai con le mani ficcate in un'enorme borsa ereditata da Bill cercando di sistemare le mie cose alla rinfusa.
Nel frattanto scongiuravo che 'sto Kevin fosse abbastanza mingherlino, nel caso in cui sentissi il bisogno di prenderlo a pugni.
Riuscii a celare quell'angustiante segreto per si e no ventiquattro ore, durante le quali la mia mente aveva fantasticato abbastanza da esporre il "Chiuso per riposo".
Mi abbandonai sul tappeto del soggiorno, godendo della prima frescura della giornata, preparandomi spiritualmente ad informare sulla sporca verità anche gli ignari Ginny ed Harry.
Quando Hermione, sbadigliando, annunciò di voler andare a letto, tossicchiai sonoramente, per attirare l'attenzione dei miei assonnati interlocutori. Nell'andar via lei aveva ostentato un'espressione sognante e beata, non credo di averla mai odiata in vita mia come la odiai allora. Solo in un'altro momento riuscii a superare quel picco, ma ne parleremo a tempo debito, andiamo per gradi.
"Hai la tosse, Ron?" mi chiese Ginny con sarcasmo, notando la mia lotta interiore e, presumibilmente, aspettandosi che trattasse argomenti futili e superficiali (beh devo ammetterlo, ero un ragazzino poco profondo, a quei tempi).
Scossi la testa e mi avvicinai ai due, cercando di alzare la voce il meno possibile. Nel parlare sottolineai con minuzia l'impudicità e la cattiveria con la quale Hermione ci stesse giocando quel tiro ma, a differenza di come credevo, i due non si mostrarono così ostili quanto lo ero io.
"Beh?" sbottò Ginny in conclusione "Hermione può andare con chi vuole, per quel che mi riguarda!"
Harry, dal canto suo, assunse un'espressione da baccalà (magari immaginava anche lui ad Hermione nuda e impegnata in atti impuri con uno sconosciuto).
Il mio cervello, nonostante avesse dichiarato lo stato di raffreddamento, riprese a vorticare, facendo gli strordinari, e me ne uscii con qualcosa di cui dovetti solo pentirmi in futuro.
"Sto tizio è uno sconosciuto, in realtà lui ed Hermione si sono visti si e no due volte. Loro...loro..." balbettai in cerca di qualcosa di sensazionale da dire, poi una lampadina si accese nelle tenebre del mio grigio cervellino "...si sono conosciuti tramite un'annuncio sul giornale. Un'annuncio di quelli sconci. Hermione gli ha risposto...e così..."
Mi pentii quasi all'istante di quelle parole.
Ma le espressioni di sospresa e disgusto dipinte sui volti dei miei amici riuscirono a risollevarmi in parte. Insomma se la situazione a loro non pareva grave (e grave era!) era stato un bene calcare la mano. Tanto il piano per sventare l'accaduto sarebbe stato pressapoco lo stesso.
Ginny, dopo qualche secondo si accigliò, come faceva quando rifletteva su qualcosa di estrema importanza.
"Sei proprio certo del contenuto di quella lettera?" mi chiese rabbuiandosi.
Mi balenò alla mente la possibilità che Ginny potesse perdere il suo rapporto d'amicizia con Hermione ma, mi dissi, che amiche com'erano sarebbe stato difficile. E poi, parafrasando le sue stesse parole, Hermione era in grado di scegliere da sola chi farsi. Anche se non ero daccordo per nulla.
"Ti dico di si!" esclamai dopo qualche attimo di titubanza, durante il quale pensavo a come convincere la mia tanto sveglia sorellina della mia onestà.
"Senza contare che la lettera conteneva evidenti allusioni erotiche e volgari..." aggiunsi sottovoce e in tono particolarmente enfatizzante.
Harry deglutì rumorosamente, senza spiaccicar parola. Lo spirito e il corpo di un adolescente tradisce anche quando è in ballo la felicità dei propri migliori amici. Forse, come avrei fatto io se non avessi saputo che ciò che stavo sputando era falso, pensava che Hermione era davvero forte. Inimmmaginabilmente una femme fatale!
Ginny, che cominciava a stizzirsi sul serio, si voltò verso Harry e i due si scambiarono un'occhiata. Lei non era persuasissima, ma sulla buona strada per esserlo. Sarebbe bastata qualche altra limatina a far si che la mia sorellina giudicasse Hermione la peggiore delle sgualdrine.
Dopo aver commentato per ancora parecchio l'evidenza dei fatti decidemmo di andare a letto, ed ero più che certo che la tresca di Hermione stava andando a puttane come desideravo.

*

La Londra babbana era qualcosa che riuscivo ad immaginare solo tramite i racconti dei fortunati che vi erano stati in visita o di chi, come la stessa Hermione, vi era cresciuto.
Fino a quel momento ero convinto che il pezzo che conduceva da Diagon Alley a King's Cross fosse in tutto e per tutto la rappresentazione più completa di vita babbana ma, da essere ignorante e poco viaggiatore, mi sbagliavo di grosso.
L'incriminata pulzella, con abilità a lei familiare, ci condusse tra strade affollate e vicoli cadenti. Ci fece fare addirittura tre fermate di metropolitana (che fino a quel momento avevo immaginato come un treno a vapore, stile Hogwarts Express) poi una salita costernata lateralmente da negozi di tutti i tipi.
Osservavo con curiosità sovraumana gli oggetti esposti sentendomi così ignaro e fuori posto che a stento mi riconoscevo.
"Che diamine ci fanno i babbani con quella roba?" chiesi indicando un negozio particolarmente grosso ed affollato.
Camminavamo quasi in fila indiana, trascinandoci dietro quello che era il nostro bagaglio. A venirmi in aiuto fu Harry, che si accostò a me.
"Sono elettrodomestici, Ron. E' roba per lavare i vestiti, o per pulire casa."
Spalancai gli occhi leggermente, cercando di non dare a vedere quanto mi meravigliasse la cosa.
"I babbani sono strani" sentanziai infine. La testa ricciuta di Hermione, che capeggiava quello strampalato gruppetto, si voltò rivelandomi quel viso che tanto avevo evitato in quei giorni
"Sai, Ronald..." odio essere chiamato Ronald "...i babbani mica hanno la bacchetta come te. Anche tu sembreresti strano a loro"
Ero tentatissimo di risponderle a tono ma, inspiegabilmente, le parole mi morirono in gola.
Speravo vivamente di non arrivare mai a casa sua, nonostante la curiosità di visitarla mi avesse logorato in quegli anni, ma, naturalmente, non feci neanche in tempo a formulare il pensiero che lei urlò di fermarci.
La fortuna del pover'uomo, pensai. Che cazzo magari sto demente era pure il suo vicino di casa, e non avrebbe tardato a venire a fare le sue "riverenze".
Erano si e no le sei del pomeriggio. Londra riusciva ad essere umida e tenebrosa anche in una mattina d'estate come quella.
Io, che ero abituato al verde e al sole delle mie campagne, mi sentivo mancare al solo aspirare per più di un'ora quell'aria pesante e tossica.
Di fronte a noi si stagliava una monofamiliare, di colore beige. Il design era semplice e, come mi accorsi solo dopo qualche minuto, le confinanti casette erano identiche, anche se di altre tonalità.
Mi lamentai, stanco allo stremo, dell'infinito e faticoso viaggio, ma Hermione mi ammonì spiegandomi che il loro camino era in riparazione e che sarebbe stato troppo pericoloso usare la Metropolvere, benchè più veloce e confortevole.
L'interno della casa ne rispecchiava ampiamente l'esterno. La mobilia, chiara ed essenziale, dava l'idea di uno studio ospedaliero. Hermione ci spiegò che un tempo i genitori lavoravano in casa e che il salotto fungeva da sala d'aspetto.
"I miei sono dentisti" ripetè per la trecentesima volta da quando ci conoscevamo.
Grattastinchi sgusciò immediatamente fuori dalla gabbia che lo aveva trasportato e si acciambellò su di un mobiletto in marmo accanto alla finestra.
"Ginny, tu sali in camera con me" proseguì Hermione, mentre leggeva attentamente il bigliettino che la madre le lasciava accanto all'entrata "Harry e Ron, se mi seguite vi mostro la vostra stanza"
La curiosità di visitare la stanza di Hermione non fu appagata quel giorno in quanto, sia io che Harry, una volta liberatoci dai vestiti puzzolenti e sudaticci, ci stravaccammo sul letto della camera che ci era stata assegnata.
Un luogo poco arredato e in disuso da chissà quanti anni.
Poco prima vi ho confessato che poco prima di entrare in casa avevo valutato l'evenienza che Kevin, anzi "il suo Kev", potesse essere il suo vicino di casa.
Consideratemi pure il miglior alunno di quella megera della Cooman, perchè dopo neanche dieci minuti di relax su quelle coperte fresche di bucato, dei rumori provenienti dal giardino attirarono la mia attenzione.
Qualcuno stava bussando alla porta. O meglio, come mi accorsi subito dopo, qualcuno stava lanciando dei sassolini dritti nella finestra della camera accanto che, non ci vuole la palla di cristallo per scoprirlo, era quella di Hermione.
Mi affrettai a controllare che non si trattasse di un malintenzionato ma lei fu più veloce di me.
"Chi è?" la sentii urlare con una voce cristallina e divertita. Ero certo che lei sapeva chi fosse, ma lo stesse solo prendendo un pò in giro.
Mi nascosi lateralmente per permettermi di vedere senza essere visto.
Al limitare del prato c'era qualcuno poggiato alla staccionata. Strizzai gli occhi per permettermi di vedere meglio.
Era un ragazzo. I vestiti larghi e insozzati di terriccio gli cascavano addosso come tende. Era bruno e certamente alto quanto me (o forse ancora di più) e la sua corporatura era robusta e slanciata. Dimostrava più o meno una ventina d'anni. Scongiurai mentalmente che fosse un cugino o un qualsiasi parente, ma non chi pensavo io.
"Ti dimentichi in fretta di chi ti è lontano..." gridò di rimando il sospetto ragazzone, senza smettere di sorridere.
Ma non vi fu risposta. Dopo qualche secondo qualcuno stava uscendo dalla casa e quel qualcuno è inutile che sto a dirvi chi è.
Mi arrischiai ad osservare più minuziosamente e vidi qualcosa che mi fece sentire lo stomaco come una pala di mulino girata con troppa energia.
Hermione gli si era lanciata addosso come una forsennata e gli era rimasta appiccicata per qualche interminabile minuto. Lui le aveva accarezzato gentilmente la testa, dicendole qualcosa sottovoce.
Lei aveva subito alzato il capo e gli aveva schioccato un bacio sulle labbra.
Va bene. Lo confesso. A quel punto un *crack* malsano esplose nel mio cervello.
Mi parai in tutta la mia corpulenza davanti al vetro osservandoli ma senza guardarli realmente. La mia faccia era terribile. Il riflesso mi mostrava coi lineamenti contratti all'estremo ed un ringhio stampato ferocemente sul volto.
Per mia fortuna Harry era pesantemente addormentato, Ginny non dava segni di vita, così nessuno potè impedirmi di correre giù per le scale il più veloce possibile.
Avevo il cuore che mi martellava in petto, come se corressi da secoli, e mi sembrò che fossero passate ore prima di riuscire ad aprire quella porta e cogliere quella che avevo sempre creduto la mia dolce ed innocente Hermione tra le braccia di quell'energumero.
Spalancai l'ingresso con talmente tanta furia che i due sobbalzarono e si voltarono all'unisono verso di me.
Sentii gli occhi bruciarmi, e le lacrime tentare di fuoriuscire per l'ernome sforzo.
Dopo qualche secondo di ghiaccio assoluto Hermione sorrise. Un sorriso che le avrei tolto volentierissimo da quella faccia di cazzo, se avessi potuto.
Avanzò cauta verso di me e con voce gioviale ed entusiasta mi indicò.
"Kevin, ti presento il mio amico Ron Weasley"

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CONTINUA

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Capitolo 3
*** Infelice di conoscerti ***


Capitolo Due

Vi starete chiedendo se, all'atto della presentazione, mi fossi avventato addosso a quel bamboccio per rivendicare la proprietà della padrona di casa.
Ebbene no. Niente atti violenti.
Non solo perchè, una volta allo stesso livello, mi resi conto che era altro almeno dieci centimetri più di me, ma anche per non passare dalla parte del torto così facilmente.
Sembrerà strano ma, a volte, anche io sono previdente e razionale.
Cercai comunque di minacciarlo in altro modo. Il mio sguardo in cagnesco gli fece capire, seppur in parte, che non ero per nulla lieto di fare la sua conoscenza.
Portatela a letto e te la vedi con me, cercai di comunicargli con un'occhiata eloquente.
Diversamente da tutti i bellimbusti che si rispettino, *Kev* aveva tutta l'aria di essere uno intelligente. Dopo la mia occhiataccia un brillio gli attraversò gli occhi e la luce della consapevolezza fece capolino in quel cervello ricoperto da folta capigliatura bruna (se l'avesse visto Ginny, sarebbe svenuta all'istante).
Hermione continuava a non accorgersi di nulla.
"Kevin, ti presento il mio amico Ron Weasley"
Lui si staccò dalla staccionata e mi porse la mano sorridente. Fin troppo sorridente per i miei gusti.
"Ehi! Come va? Hermione mi parla sempre di te" mi comunicò con voce pacata e gentile. Porco cavolo te la faccio vedere io la gentilezza.
In quel momento non ero poi molto padrone di me, tuttavia riuscii a fare una figura dignitosa. Kevin era talmente raggiante che sembrava quasi mi stesse per abbracciare.
Grugnii qualcosa voltandomi altrove e rifiutando la sua mano. Perchè diavolo avrei dovuto stringerla ad uno che di lì a poche ore si sarebbe scopato Hermione? Mi sembrava un controsenso!
"Entri con noi in casa? Mamma e papà non rientreranno per qualche giorno..." miagolò Hermione lanciandogli un'occhiatina ammiccante.
Lui le rispose altrettanto malizioso "Peccato...non potrò salutarli..."
Sdong. Altra scoperta. A quel punto i piani di Hermione diventarono chiari come se fossero scritti su un tabellone elettronico, di quelli che usano i babbani alle partite di quella specie di Quidditch che fanno loro, quello senza scope.
Rimasi imbambolato mentre, stretta al suo braccio, quella donnaccia mi passava di fianco, gioiosa come non l'avevo mai vista.
Io...noi non sapevamo che i Granger erano fuori. Dedussi che lei ci aveva portato lì come diversivo.
Insomma...in quel modo avrebbe potuto approfittare per passare la notte con quel deficiente maniaco sessuale avendo comunque la coscienza a posto coi suoi!
"Ohhh nnooo mammmaaa ero con Ginny e gli altriii" la sua vocina fastidiosa e stridula mi penetrava nelle orecchie come se fosse una canzone stonata.
Mentre, dopo essere stato abbondantemente ignorato, rientravo anche io in casa ormai consapevole di quell'altro segreto, una frase mi ronzava nel cervello, come se fosse una nenia
"Io odio Hermione...io odio Hermione...io odio Hermione..."
Trovai che Ginny ed Harry si erano sistemati in cucina a chiacchierare tra loro poco allegramente.
Dal modo in cui si interruppero appena la voce di Hermione fu udibile, intuii che parlavano di lei e di quella sconcia situazione.
Evito velatamente di tediarvi con questa nuova presentazione che fu fredda e poco gradita come la prima. Kevin sembrò poco turbato dalla cosa e si accomodò su di una sedia come se quella fosse casa sua.
Cominciai a temere che Ginny ed Harry scoprissero che quello che avevo raccontato loro, riguardo l'annuncio e la poca conoscenza tra i due, venisse a galla, ricoprendomi di vergogna ed affibiandomi il cartellino di bugiardo diffamatore.
"Gli studi? Come vanno?" chiese Hermione al suo *amato* dopo essersi sistemata accanto a lui. Quella domanda riuscì, perlomeno in parte, a sgretolare il gelo che si era creato in quella stanza.
Kevin sbattè qualche volta gli occhioni verdi prima di rispondere, passandoci in rassegna uno per uno "Bene...bene."
"Kev studia ad Oxford. E' sempre stato il suo sogno" sorrise Hermione, fiera come se si parlasse di suo figlio.
"Da quanto vi conoscete?" azzardò Ginny che cominciava ad avere qualche dubbio sulla veridicità di quello che le avevo illustrato qualche giorno prima.
"Mhhhh un pò..." rispose quello stronzo di *Kev*, lanciando alla mia povera sorellina un'occhiata seducente che avrebbe fatto diventare gay anche mio fratello Bill (e badate bene, per me Bill è l'ideale di uomo. Ammettere che quel tizio era più affascinante mi costa una fatica immane).
"Kevin vive qui accanto" si affrettò a spiegare Hermione con la sua consueta saccenza.
Già immaginavo il cazziatone esagerato che mi avrebbe fatto Ginny se non fosse che il mio acerrimo nemico, come se sapesse quello che avevo raccontato, continuò salvandomi il culo "Mi sono trasferito da poco. I Granger mi stanno ancora aiutando per il trasloco.
Ginny arrossì quando incontrò gli occhi di quell'odioso essere e mi lanciò subito dopo un'occhiata sconcertata. Ero stato salvato in corner ed ora, ero certo, tutti i dubbi nella testonlina di Ginny si sarebbero spenti e, finalmente, avrei avuto un'ottima alleata.
Kevin ci fece l'onore della sua presenza all'ora di cena e, dopo averci spiegato che è appassionato di giardinaggio e per questo motivo i suoi vestiti erano infangati, corse a casa sua a cambiarsi tornando dopo due ore.
Io ed Harry ci divertimmo ad immaginarlo davanti allo specchio a stendersi la cipria e ad annientare i capelli fuori posto.
Non credo ci sia bisogno di specificare che io ed Hermione non ci parlammo per tutta la giornata. Da un lato la cosa mi sollevò, dall'altra mi fece arrabbiare ancora di più. Insomma scoprire quanto diversa possa essere la tua migliore amica quando è a casa sua è assolutamente traumatizzante.
Ero abituato a vederla ad Hogwarts, dove i suoi unici contatti col mondo maschile erano predominati dalla presenza mia e di Harry, al massimo si poteva aggiungere qualche contatto coi professori e, di rado, con qualche compagno.
Quindi, potrete immaginare, che lo scoprire che la nostra cara secchioncina di fiducia fosse tanto in intimità con un essere di genere maschile e che, a quanto pareva, si intendevano anche fisicamente, fu uno shock irreparabile.
Era impossibile, per me, continuare a parlarle come niente fosse.
Avessi avuto qualche anno e un pò di cervello in più, mi sarei reso conto all'istante che c'era qualcosa di strano nel rapporto tra Kevin ed Hermione. Così, certamente, mi sarei risparmiato di starci male tutto quel tempo e, successivamente, di fare la figurella che a breve mi appresterò a raccontarvi.

Come stavo dicendo *Kev* ritornò bello come il sole.
Aveva in mano una sacca ed una busta con dentro un dolce. A dimostrazione che il mio intuito non fallisce mai, si sarebbe fermato per la notte.
Ormai tutto era come da programma. Ero più che certo che, ad una certa ora, lei sarebbe sgusciata nella camera del suo amato e avrebbero consumato il loro amore in silenzio, per evitare che noialtri trasalissimo dal mondo dei sogni (anche perchè la camera assegnata a Kev, guardacaso, era proprio di fianco alla nostra).
Dopo aver cenato in religioso silenzio, durante il quale Kevin dimostrò di essere un eccellente cuoco e un simpatico interlocutore, mi accinsi a raggiungere la mia camera, depresso e frustrato per non aver la forza di evitare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Una mano mi afferrò il braccio giusto un attimo prima che riuscissi ad aprire il pomello della porta. Trasalii.
Pensavo fosse Hermione che, finalmente, mi desse spiegazione su tutti quegli avvenimenti surreali. Invece era Ginny. Ed era livida dalla rabbia.
"Io..." farfugliò assolutamente nel pallone, mentre la stretta aumentava e il braccio cominciava a pizzicarmi di dolore.
Notai Harry in avvicinamento e, dopo avergli lanciato un'occhiatina d'intesa, mi trasportai Ginny nella stanza di noialtri, cacciandola a forza sopra una sedia e fancendole ingoiare il resto di un bicchiere d'acqua avanzato il pomeriggio.
"E' assurdo..." borbottò la mia sorellina, con un'espressione tanto sconquassata che pareva aver visto Voldemort ballare un tango con Silente "...Hermione e quello pare stiano davvero insieme...avete visto come si guardano? E le loro mezze frasi ammiccanti..."
Harry, che aveva appena varcato l'uscio, richiuse la porta dietro di se e ci si avvicinò scuotendo la testa incredulo.
"Sinceramente credevo che Ron avesse esagerato" bisbigliò il malfidente occhialuto. Lo guardai malissimo "Grazie per la fiducia, Harry"
Ginny prese a giocherellare col bicchiere nervosamente. Dabbasso provenirono delle voci urlacchianti, cosa che ci fece sospirare all'unisono.
"Ma secondo voi ci andrà veramente a letto?" domandò Ginny con una vocina acuta. Io ed Harry ci guardammo nello stesso istante.
Maledetta Hermione, brutta e stupida creatura peccaminosa. Soffrivo io, soffriva Ginny. Soffriva anche Harry, a modo suo.
E lei giocava a far la civetta con quel deficiente sessuomane, come decretavano gli urletti che sentivamo indistintamente dall'altra parte della casa.
Non diedi una risposta a Ginny quella sera. Un pò perchè mi auguravo che tutto fosse un brutto sogno o uno scherzo, un pò perchè la prova schiacciante che le mie paure si stessero concretizzando non tardò ad arrivare.
Stavo ancora formulando una risposta degna e abbastanza melodrammatica per mia sorella quando le scale furono invase da un ticchettio ineffabilmente distinguibile.
Come se uniti dalla stessa anima tutti e tre ci zittimmo e immobilizzammo all'istante.
I passi, che erano senza dubbio quelli di Kevin ed Hermione, continuarono ancora per qualche secondo, per poi arrestarsi innanzi alla porta di fianco alla nostra.
"Cosa hai detto ad Hermione? Dove andavi?" mormorai a Ginny cercando di fare meno rumore possibile. Lei mi guardò "A dormire. Mi ha detto di avviarmi e di addormentarmi. Lei sarebbe venuta dopo"
Bingo! Quello che mi levava il sonno da una settimana stava quindi per accadere.
Fui malsanamente tentato di uscire da là dentro, spalancare la porta della stanza accanto (che era stata aperta e richiusa con la velocità di un fulmine), coglierli sul fatto, sentire le urla di Hermione scongiurarmi perdono, picchiare senza remore quello stronzo magari in mutande, andarmene di lì, vincitore ma senza premio.
Io Ginny ed Harry accostammo l'orecchio alla parete che ci divideva dai due. Si udirono risatine e mormorii indistinti. Non riuscimmo, neanche uno di noi, a captare la minima parola.
Dopo qualche minuto abbondante tutto si zittì. Le pareti spesse non ci permisero di udire alcun rumore.
Sentii gli occhi riempiersi di lacrime e gli arti completamente di piombo.
Ginny mi guardò profondamente dispiaciuta e mi strinse in un'abbraccio mozzafiato.
"Dobbiamo fare qualcosa. Ho un piano."

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CONTINUA

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I personaggi di Harry Potter sono © J.K.Rowling, Bloosmbury.
Ringrazio tutti per le recensioni, grazie T_____T senza di voi non so come farei :°***** Mi vorrei scusare per l'irregolarità degli aggiornamenti, questo capitolo (che è di transizione mi scuso se è noioso ;_; la vera storia inizia nel prossimo T_T) non voleva proprio uscire fuori, sob ._.
Questo chappi l'ho scritto di getto, purtroppo non l'ho riletto quindi, nel caso in cui troviate qualche errore, segnalatemelo, grassie Y_Y
Ah! Per tutti quelli che ci hanno provato...Kevin non è un parente di Hermione u.u non c'è nulla di nascosto a parte un "piccolo" particolare *^o^*!
Baci!

Sanae Blog
Hogwartstoryline


 

 

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Capitolo 4
*** Ginny mi fa davvero paura ***


Capitolo Due

Quando si subisce un forte shock emotivo, sopratutto se comportato da delusione amorosa, si smette di mangiare, di dormire e di esser felici.
Non ricordo dove la lessi una roba del genere, probabilmente dal Magazine delle Streghe che mamma si ostina da anni a collezionare.
Non mi sono sentito mai infelice come quella notte però, come a voler eccedere dalla norma, mangiai come un porco e mi addormentai quasi subito, sotto le amorevoli cure della mia sorellina impietosita e del mio migliore amico ancora sconvolto.
Il silenzio innaturale di qualche ora prima era stato rotto dall'apertura e chiusura repentina della porta accanto. La mia mente era ancora abbastanza lucida dal formulare delle ipotesi: Hermione aveva lasciato la stanza di Kevin e, probabilmente, si era fiondata nella sua per confidarsi con una Ginny che per quella notte non avrebbe fatto ritorno.
Curioso che come quella che altrimenti sarebbe stata considerata una vacanza estiva tra amici, si stesse per tramutare nella guerra più ridicola della storia.
No...no...niente manganellate o anatemi illegali per aria (anche se, come ho ripetuto più volte, la voglia di farne era sempre più insistente).
Quello che si attuò nei due giorni seguenti fu qualcosa di talmente crudele e patetico che non ebbe nè vincitori nè vinti.
Quando vi racconterò la fine di quest'avventura, sarà come assistere ad un massacro di gruppo, vi avverto.
Il piano di Ginny era sostanzialmente semplice.
Dopo avermi lasciato il tempo e lo spazio di riprendermi, ossia quando finalmente, dopo circa tre ore, smisi di restare immobile e pensieroso, mi si avvicinò con una pacca sulla spalla ed un ghigno furbetto.
"Fatti vedere con una bella ragazza ed il gioco è fatto" esclamò passando in rassegna dei nostri visi, egualmente sgomenti.
"Se è come penso io, Hermione scoppierà di gelosia. A quel punto non potrà far altro che scusarsi dei propri errori e mollare quel bellimbusto"
Disperato com'ero in quel momento cominciai a valutare le parole della mia sorellina e ad accettare inconsciamente il consiglio che mi proponeva.
Insomma lo dice sempre anche mia madre: le cose più semplici sono anche le più efficaci.
Accettai quasi subito, nonostante qualcosa nell'aria mi dicesse che stavo per peggiorare la situazione, ma son bravo a far orecchie da mercante.
Stilammo una lista di azioni da seguire e, maniacalmente, ci demmo dei compiti ben definiti.
Ginny avrebbe fatto sputare il rospo ad Hermione e, nel frattempo, avrebbe inventato storielle sulla mia immaginaria vita sentimentale.
Harry invece era addetto a circuire Kevin, a tentare di allontanarlo e a farlo scendere da quel gradino di perfezione sul quale troneggiava fiero.
Io mi sarei limitato a limonare in pubblico con la complice e ad assumere un'espressione idiota ogni qual volta lei fosse presente (non che mi ci sarebbe voluto molto, a dirla tutta).
Il problema si venne a presentare quando, dopo aver passato il resto della notte a mandare gufi alle amiche di Ginny più vicine a Londra, ricevemmo una caterba di risposte negative.
Sentitamente dispiaciute, certo, ma negative.
E così le nostre speranze si affievolivano man mano.
Scesi a colazione. Harry dormiva come un ghiro e Ginny si era ritirata in camera con la scusa di un forte mal di testa.
Come da copione Hermione era lì, sola ed assorta nella lettura del numero giornaliero della Gazzetta.
"Ciao..." bofonchiai dopo un'iniziale progetto di scappar via. Lei non sorrideva nè era triste.
Delle brutte occhiaie le contornavano gli occhi ed il viso era pallido. Sussurrò uno ciao appena udibile e capii all'istante che qualcosa non andava.
"Il tuo...*amico*?" le chiesi burbero, dopo aver raccolto il coraggio necessario.
"Uscito" risposte laconica.
C'entrava qualcosa lui, ne ero certo. Quel lurido pezzo di merda magari era scappato dopo essersi rubato la sua innocenza.
Lei si limitò a guardarmi per qualche secondo, come se stesse studiando approfonditamente ogni linea dei mio viso.
Mi sentii avvampare. In altri casi l'avrei consolata chiedendole il perchè di quell'aria funerea.
Ma, stupidamente, preferii non indagare.
Mi alzai di scatto con il forte bisogno di fare due passi all'aria fresca. Hermione sembrò voler dire qualcosa, ma non gliene diedi modo.
Scappai in giardino con la ferma convinzione che stava semplicemente raccogliendo ciò che aveva seminato.
Respirai a pieni polmoni l'aria smorzata di quella grigia mattina babbana. Avrei voluto urlare, fare qualcosa di grande, solo per sfogare la moltitudine di emozioni che mi racchiudevo dentro.
"Dobbiamo fare qualcosa..."

Ginny uscì dalla camera verso ora di pranzo con in faccia stampata la soddisfazione che poteva avere un suino dopo un pasto molto abbondante.
Il suo ghigno si era allargato e, dopo aver trascorso il pranzo ad osservare Hermione in silenzio quasi tombale, mentre la nostra vittima si recava alla toilette schiarì la voce e si preparò ad iniziare.
"Travestiamo Harry da donna" mugugnò felice, come se fosse una cosa normalissima. "Lasciate fare a me, non lo riconoscerà nessuno"
Sarei proprio curioso di sapere che faccia avessimo assunto in quel momento io ed il mio amico.
So per certo che Harry lasciò cadere la forchetta nei suoi cavoletti di Bruxelles e non aprì bocca per un buon periodo. Io avevo una paresi per tutto il corpo.
"Ma sei matta, Gin?" esclamai cercando di non farmi udire da Hermione, che intanto era comodamente waterizzata "Cioè...se Hermione ci scopre sono guai...ma guai tremendi!"
Quella piccola peste mi zittì con uno schiaffo ben poderato sulla mia povra testa, già dolente di suo. Harry intanto viaggiava in mondi paralleli.
"Se vuoi riavere Hermione è l'unica soluzione..."
Non avevo mai detto di *rivolere* Hermione (non l'avevo mai avuta, a dire il vero). Nè tantomeno avevo mai confessato che in fondo in fondo di lei ero stato sempre un pò attratto.
Ma Ginny dava per scontato queste cose e io non mi scomodavo a negar nulla, dato che un fondo di verità c'era.
Semplicemente mia sorella era stata tanto più sveglia di me da essersene accorta ancor prima che io riuscissi ad ammetterlo.
Quando Hermione tornò dal bagno credo che si sia fatta diecimila quesiti sul nostro strano atteggiamento.
"Successo qualcosa?" chiese alzando un sopracciglio, scrutandoci come se fossimo tre piccoli ladri.
Nè io nè Harry avevamo le facoltà mentali per risponderle, ma Ginny pensò a tutto.
"Herm...? Dovrei chiederti un piacere" esordì poggiando i gomiti sul tavolo e sbattendo gli occhioni.
Hermione, che raramente resisteva alle coccole di mia sorella, posò la forchetta all'istante "Tutto quello che vuoi"
"Una mia amica...di...di una scuola Irlandese...sai siamo amiche di penna..." titubò Ginny ma Hermione la incitò ad andare avanti con un gesto della mano. "Sarà a Londra per dei giorni...un paio credo...ti spiace se passa un pò di tempo con noi? Ci vediamo così raramente..."
"Hai un'amica di penna?" chiese la padrona di casa, stranita al punto giusto.
"Si...ci scriviamo raramente sai..."
Come ormai di routine, cadde un silenzio gelido. Stavo quasi per alzare bandiera bianca e rassegnarmi quando la voce di Hermione riempì la stanza, squillante.
"Va bene, può dormire qui"
Ci guardammo come se avessimo fatto una grande vincita alla lotteria.
Il piano poteva avere inizio.

*

La mia ragazza si chiamava Jodie (avevamo optato per Marie o Luana, ma sembravano poco appropriate al suo aspetto, o perlomeno a Ginny parve così).
Aveva degli occhi molto belli, verdi e grandi. E lunghi capelli neri talmente lucidi da poter sembrare una parrucca se visti troppo da vicino.
E poi aveva una luuunga frangia che le copriva la fronte, quasi come se avesse qualcosa da nascondere.
La sua vocetta era un pò stridula, è vero, ma purtroppo era affetta da un tremendo raffreddore, nonostante fossimo in piena estate.
Il mio amico Harry Potter aveva ricevuto un gufo quel pomeriggio stesso. Lupin lo rivoleva a Grimmauld per parlargli di una cosa (che successivamente ci sarebbe venuta in mente).
Così Harry Potter aveva ringraziato Hermione dell'ospitalità, promettendole di far ritorno quanto prima, nascosto il suo bagaglio sotto il letto e messo in scena una partenza strappalacrime.
Kevin telefonò quella sera stessa, ma non riuscimmo a comprendere neanche una parola della conversazione tanto parlava fitto quell'arpia. Mi resi nuovamente conto solamente che aveva un'aria davvero depressa e che il suo pallore era sempre più accentuato.
Mia sorella Ginny ci aveva messo circa quattro, e dico quattro, ore per rendere il mio amico Harry Potter, la bellissima Jodie, rivelandosi una truccatrice davvero esperta (ovviamente lavoravamo di notte).
Ero là là per proporre a quella folle di lasciar perdere prima che Hermione cominciasse a sospettare qualcosa che mi apparve davanti questo lusso di donna.
Non feci neanche in tempo a formulare il pensiero "Merda! Ma allora mia sorella ha trovato un'amica da portare!" che la bellona emise un grugnito che riconobbi come la voce del mio migliore amico.
Seconda volta che mi salirono i conati di vomito in meno di ventiquattro ore.
Era mattino accennato quando uscimmo dalla camera. Harry, che da questo momento chiamerò Jodie quando è travestito, per comodità, fu fatto uscire dalla porta di servizio.
Io, dalla principale, fui cacciato in giardino.
Ginny tornò in camera dopo aver bisbigliato qualcosa ad Harry fitto fitto.
Mi sentivo un perfetto cretino, ma mi era stato detto di aspettare e di lasciar fare a *Jodie*.
Sinceramente non so con quale stratagemma Ginny indusse Hermione ad affacciarsi alla finestra, che come ho già detto dava sul giardino, e ad osservare la scena.
Mi voltai verso destra e notai Jodie, con tanto di borsone di Ginny taroccato a seguito, pantaloni fin troppo stretti sempre di mia sorella e una t-shirt abbastanza larga da coprirne il fisico mascolino (che poi fortuna vuole che Harry sia davvero una mezzasega, quindi non fu difficilissimo camuffarlo). Mi correva incontro con un sorriso tiratissimo.
"Jodie!" gridò Ginny dall'alto della sua finestra.
Alzai la testa e notai Hermione piuttosto smarrita. Come se si stesse pentendo all'istante della scelta che aveva fatto.
Jodie mi si fiondò addosso abbracciandomi (forse Ginny, dall'alto della sua disonestà, aveva anche drogato Harry per fargli fare quelle cose).
La mia testa era ancora alzata verso la finestra. Come imbambolata.
Mi bastò vedere la faccia di Hermione mentre avevo Jodie stretta al collo per capire che ormai era fatta.
Avrei vinto io.

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CONTINUA

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I personaggi di Harry Potter sono © J.K.Rowling, Bloomsbury.
So di essere *punibilmente* assente negli ultimi tempi, ma davvero la testa non ci sta. Volevo dirvi che anche se non commento molto [ è perchè spesso salvo le fic e le leggo dal portatile nel lettuccio ] sappiate che vi sto leggendo ;_; non vi inquieta questa cosa *u_u*? Mehe! Questa fanfic, per quanto mi esaltasse inizialmente, non mi sta dando le soddisfazioni che mi ero immaginata.
Quindi scusate se il ritmo incalzante di aggiornamenti va via via scemando, ma tanto è quasi terminata e, come dicevo, roba del genere serve per sbloccarmi da questo stato anti-scrittura. Mi auguro che al terminare di questa ((mancano si e no due capitoli)) riesca a proseguire tutta la roba che ho lasciato in sospeso ;_; è una vergogna, sob ;_;.
Intanto, come sempre, ringrazio tutti per l'appoggio e le recensioni, che fanno sempre tanto piacere! :*

Sanae Blog
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Capitolo 5
*** Jodie va alla Toilette ***


La stanza sembrava più vuota e s

Avevo vinto, non riuscivo a smettere di ripetermelo.
E cazzo, sono sempre stato il Weasley più sfortunato, quello scimmione che non ha mai una cavolo di soddisfazione.
Mentre annusavo, senza pensarci, la parrucca di Harry che puzzava di escremento di manticora, guardai intensamente le due figurine che mi guardavano dall'alto e per un attimo dimenticai tutta la storia di Kevin, le menate di quei giorni e l'odio verso Hermione.
"Basta così...Jodie..." mormorai senza neanche volerlo. Harry/Jodie sembrò sollevata dal mio ordine. Si rimise dritta e riafferrò la borsa da terra.
"Entrate in casa!" strillò Ginny al massimo della forma. Riguardai alla finestra, Hermione non c'era.
Altro punto a mio favore.
Jodie mi diede uno spintone poco delicato per farmi smuovere, mentre perso nei miei pensieri immaginavo che faccia avrebbe avuto "lei".
Arrabbiata? Delusa? O semplicemente sollevata perchè quello che faceva le pazze scenate per nulla era salito sul suo stesso gradino?
La risposta non tardò ad arrivare, perchè non appena misi piede in cucina mia sorella ed Hermione ci aspettavano sedute al tavolo, con lo sguardo fisso sulla porta.
"Jodie cara!" cinguettò Ginny alzandosi e venendoci incontro, dopo avermi strizzato l'occhio con fare complice "Mi auguro che il viaggio sia andato bene..."
Jodie fece un mezzo sorriso, posò il bagaglio e mi si aggrappò addosso.
E cazzo lo so che era Harry, ma arrossii come un demente.
"Eh...si...la Metropolvere sai..." balbettò. Hermione alzò lo sguardo all'improvviso come se avessero appeso al soffitto la copia più rara di uno dei libri che desidera di più al mondo.
"Metropolvere?" ripetè schioccando le labbra "Non sapevo che la Metropolvere lasciasse in strada..."
"Amici!" esclamai immaginando di nuovo le tragedie greche che sarebbero successe se avessimo messo il piede in fallo "Jodie ha degli amici a Privet Drive...vero?"
Gelo su di noi, come routine.
"Mhmh..." annuì col capo Jodie, sempre meno convinta. In quell'istante mi resi conto di quanto Harry facesse schifo a recitare.
"Capisco..." sentenziò gelida Hermione, alzandosi e raggiungendoci "...comunque benvenuta. Mettiti pure comoda."
Jodie alzò la mano verso di lei, con scarso successo, perchè la mia carissima amica si era già data alla fuga verso le scale. Quella particina di me che aveva dimenticato tutto, che non serbava rancore, ecc ecc ebbe l'impulso di seguirla ma bastò una frase di Ginny per farmi salire il sangue al cervello
"Sarà stanca...stanotte, in fondo, non ha dormito tutto questo granchè"
 

*

Quel pomeriggio, dopo un pranzo passato in silenzio imbarazzante, Hermione ricevette due telefonate da parte di Kevin, che non si fece vivo finchè non arrivò sera.
Durante entrambe le telefonate si assicurò che nessuno l'ascoltasse e, nel momento in cui quel meraviglioso esemplare maschile al quale avrei volentieri dato un paio di pugni sul naso, fece la sua trionfale entrata, gli si fiondò incontro e lo trascinò nei meandri del piano di sopra.
Io, Jodie e Ginny rimanemmo di sasso. Mia sorella mi guardò inespressiva, con la tazza di thè tra le mani, giocherellandoci come se fosse un coltello da macellaio pronto ad affettare.
"Dobbiamo passare alla seconda parte del piano, ragazzi. Ricordiamo che più tempo passa e più le cose tra loro potrebbero andare avanti..."
Posai il pasticcino che stavo per addentare sul tavolo, dato che la fame mi passò all'istante.
"Senza contare che hai pochi vestiti che mi vadano, Gin. E questi iniziano a puzzare..." aggiunse Harry, abbandonando la vocetta.
"Quale sarebbe la seconda parte, scusa?" chiesi brusco, col malsano desiderio di andare a sbirciare cosa stesse succedendo in altri sobborghi dell'abitazione.
"La confessione, Ron. Dirai in pubblico che esci con Jodie. Con Kevin davanti sarà ancora meglio..." confabulò Ginny infilando la testa tra noi due, a voce bassissima.
Si guardò intorno prima di continuare "Insomma...se Hermione reagisce come stamane...Kevin si arrabbierà di certo. A quel punto arrivi tu...fai il comprensivo e te la riprendi!"
Ero sul punto, nuovamente, di correggere l'affermazione di Ginny, dato che Hermione non era MAI stata la mia ragazza, ma mi limitai ad annuire vagamente.
"Non lo so..."
"E invece lo sai!" mi rimbrottò quella piccola canaglia. "A cena. Introduco io l'argomento, mi basta che reggiate il gioco"
Jodie si alzò e, dopo una sonora sbuffata, ci guardò entrambi con aria grave "Questa parrucca mi sta uccidendo. Vado a ripararmi un pò in bagno, venitemi a chiamare quando la cena è pronta...inventatevi qualcosa se tornano quei due..."
E si alzò.
E salì le scale.
E cominciò, dal primo passo di Jodie verso il bagno al piano di sopra, a districarsi quella stupida situazione.
Si, perchè improvvisamente ricordai di Hermione e Kevin chiusi chissà dove, magari dalle parti della toilette.
Feci mente locale e decisi che, per uno strano caso del destino, avrei dovuto parlare con Harry di quello che avremmo dovuto dire prima che fosse messa in atto quella scena madre.
Mi alzai, seguii Jodie, che ormai era sparita dalla mia visuale. All'improvviso delle voci.
Non so perchè ma l'istinto mi suggerì di nascondermi.
Provvidenzialmente trovai un'attaccapanni ben equipaggiato di cappotti. Mi ci infilai praticamente dentro. Dei passi, che venivano in mia direzione.
La vocina stridula di Harry. Quella che usava per fare Jodie.
Una risata bassa e roca. Quella che avevo sentito qualche giorno prima e che avevo odiato al primo istante.
Non riuscivo a vedere. Istintivamente chiusi gli occhi per non perdermi nella trama a righe del piumino che avevo sbattuto in faccia, aguzzai l'udito.
"L'Irlanda...ci sono stato sai? Ma per poche settimane, giuro che se potessi ci verrei a vivere!"
"Eh...eheh...si...."
Una pausa. I passi si fermano.
"Jodie...o meglio...Harry..."
Spalancai gli occhi all'istante prontissimo ad uscire dal mio covo e a inventare chissà quale storia assurda per giustificare tutto.
"...me ne sono accorto subito sai...? Tu sei come me."

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CONTINUA

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I personaggi di Harry Potter sono © J.K.Rowling, Bloomsbury.
Meheheeeee \T______T/ No che non sono morta siori e siore! E no che non ho scuse per giustificare i lunghissimi 5 mesi di assenza!
Però a volte ritornano, lo dice anche una frase fatta che si sente spesso in giro. E non posso tornare, pubblicare e non dire qualche scemenza come mio solito *u.u*!
Innanzitutto grazie. Grazie a tutti coloro che a distanza di mesi ancora hanno letto e commentato questa, come tutte le altre fanfic che girano smorte e abbandonate in questo sito. Sono felice, e sono tornata anche e sopratutto per questo.
Perchè leggere quei commenti, e le email che mi sono arrivate mi ha fatto sentire in colpa e felice allo stesso istante.
E poi da qualche giorno una scossa. Giuro la testa di scrivere non ce l'avevo ma le dita scorrevano da sole sulla tastiera.
Questo è il penultimo chap di questa fanfic, sicuramente più smorto, sicuramente più impreciso, sicuramente più noioso di tutti gli altri, dato che non scrivo da mesi. Ma vi assicuro che, nel mentre, ho sentito all'altezza del petto una soddisfazione che forse negli ultimi tempi avevo dimenticato e che, probabilmente, per sua mancanza mi aveva allontanato da questo stupendo mondo.
So che a buona parte di chi leggerà non importerà nulla, ma devo dirvelo: GRAZIE!

 

Sanae

 

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