La primavera nel cuore

di Chrystal_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tesoro più grande ***
Capitolo 2: *** Una seconda prima volta - Primo bacio ***



Capitolo 1
*** Il tesoro più grande ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: La primavera nel cuore
Titolo del capitolo: Il tesoro più grande
Personaggi: Emma e Hook come pairing principale, Henry e Grace
Genere: Fluff, sentimentale, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Primavera
Prompt: Noia
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

La primavera nel cuore


 

Il tesoro più grande

 

Emma guardava suo figlio, seduto sul tappeto, che osservava con aria disgustata alcuni videogiochi che aveva sparsi per terra di fronte a lui.

“A me piacciono gli sparatutto” disse avvicinandosi con un piatto e uno strofinaccio in mano.

“Mmm” fece solo Henry.

Emma tornò al lavello, mettendo a posto in un ripiano il piatto che ormai aveva asciugato.

“Tutto bene?” riprovò.

“E' che non sono in vena di videogiochi” disse lui cominciando a impilarli, uno sull'altro.

“Allora prendi l'album da disegno.” disse lei mettendo di nuovo le mani nell'acqua.

“Mamma” fece lui alzando la testa “non sono più un bambino.”

Emma sembrò sorpresa, ma solo per un attimo. “Allora, visto che ormai sei grande, perchè non vieni ad aiutarmi coi piatti? Così non ti annoierai più.”

Henry sbuffò e alzandosi da terra raggiunse la madre. Si rimboccò le maniche della camicia e si mise al lavoro.

Dopo aver finito si ritrovarono seduti sul divano a fare zapping selvaggio.

“Ora ti stai annoiando pure tu.”

Emma gettò lontano il telecomando e sospirò.

“Bene, allora usciamo.”

“E dove andiamo?” chiese il ragazzino sporgendosi dalla spalliera del divano e fissando la madre prendere le chiavi di casa.

“Dovunque. Ma di sicuro non ti farò friggere il cervello con la televisione.”

Emma era già alla porta e Henry dovette letteralmente saltare giù e correre per raggiungerla.

 

“Potresti giocare al parco. Vedo che c'è anche Grace laggiù”

“E tu cosa faresti nel frattempo?”

“Ti guarderei, come ogni madre normale.”

“Non sei mai stata una madre normale” fece Henry lanciandole un'occhiata eloquente.

Emma lo guardò trasalendo.

“E la cosa mi piace” disse lui sorridendo.

“Ragazzino...” Emma tentò di afferrarlo ma lui si allontanò prontamente.

“Le donne, tentano sempre di metterti il guinzaglio. Non importa quanti anni tu abbia.”

Emma si girò e vide Hook che, con il suo solito look da pirata, si stava avvicinando con un sorriso per niente celato sulle labbra.

“E nemmeno importa quanti anni loro abbiano.” finì alzando le sopracciglia.

“Mi stai forse dando della vecchia?” disse lei ruotando leggermente la testa con fare arrabbiato.

Hook si fermò a mezzo metro da lei.
“Anche se lo facessi le tue curve direbbero il contrario.” fece lui con occhi maliziosi.

“Killian Jones” sibilò lei con gli occhi ridotti ormai a due fessure.

“Dai, non è più un bambino!” protestò lui rivolto a Henry che era impegnato a trattenere le risate “Vero ragazzo? Scommetto che sei pronto per essere un uomo di mondo, come me.” detto questo estrasse la mano dalla tasca e lanciò a Henry una piccolo rotolo di pergamena.

Il ragazzino lo prese al volo e lo srotolò. “Ma questa è una mappa!” esclamò.

“Si, e scommetto che avrai bisogno di una buona aiutante per decifrarla.” Hook gli fece l'occhiolino e fece un gesto con la testa in direzione di Grace, poco distante.

“Mamma posso?” disse lui aprendo più che poteva gli occhioni.

“Ma certo che puoi!” la precedette Hook.

“Io in realtà...” cominciò lei ma fu strattonata via da Hook.

“Ehi!” disse lei divincolandosi.

“Andiamo Swan, non è più un bambino, se la caverà.” Hook continuava a tenerla per il braccio e a camminare.

Emma però si divincolò a gli si parò davanti. “Questo non spiega perchè dovrei lasciarmi condurre chissà dove da te.”

“Swan, ti ho mai delusa?” disse lui facendo ricomparire quel suo sorriso divertito e malizioso.

“Si” disse ferma lei e lo sorpassò, avanzando di nuovo nella direzione del parco.

Hook la fermò. “Non vorrai che un pirata resti tutto solo in un pomeriggio come questo?”

Emma si fermò e dopo aver fatto finta di pensare riprese a camminare.

“Emma!” Hook le si parò di fronte “Ti chiedo solo di venire con me. Poi potrai andartene se vorrai. Che ti costa? Non mi sembrava avessi molto da fare.” Emma ci pensò un po'. “Sarò il tuo scaccia noia. E se ti annoierai ancora be'... allora potrai cacciare me.” disse lui porgendole la mano.

“D'accordo” disse Emma ma, invece che prendere la mano del pirata, avanzò.

Lui sorrise e le andò dietro.

 

“Ma questa è la tua barca.”

“Non ti sfugge niente, bionda.” disse lui salendo sulla sua barca.

Emma schioccò la lingua sul palato e, sospirando, salì sulla barca.

Si guardò in giro e non vi trovò nulla di strano o di diverso dall'ultima volta in cui vi era salita.

“E come avevi intenzione di scacciare la noia di un ozioso pomeriggio primaverile?” chiese la donna.

Non si era accorta che, mentre era intenta a guardarsi intorno lui si era fatto pericolosamente vicino.

Infatti Hook la prese per i fianchi, la fece girare senza che lei potesse opporsi.

“Così” disse lui e la baciò.

Emma fu completamente sorpresa da quel tocco e, dopo un primo attimo di shock -piacevole shock-

lo spintonò via, senza troppa gentilezza.

“Ma cosa ti salta in mente?!” gli ululò contro.

Hook non si smentì. “Be' nessuna donna si è mai annoiata con me. E così...”

“E così pensavi che anche io sarei caduta ai tuoi piedi?” disse e avanzando verso di lui scorse una spada dietro a un barile. La prese e la brandì, puntandola sul petto del pirata.

“Be ti sbagli di grosso se pensi che io sia come tutte le altre.”

Hook alzò le mani, senza smettere di essere divertito.

“Da come sai usare le armi direi che hai ragione, non sei di sicuro come tutte le altre.”

Il pirata fece un passo indietro. “Abbassa la spada Swan.”

“Te lo puoi scordare” fece lei, senza neanche sapere bene che fare.

“Non ti ho portata qua per approfittarmi di te.” disse andandò verso il sottocoperta. “Lo sai benissimo che tengo a te più di quanto abbia mai tenuto a....” la sua voce si perse mentre scendeva le scalette.

“...e che non ti considero come le altre.” Emma intanto aveva abbassato la spada e stava osservando l'uomo. Quest'ultimo aveva portato in superficie una sorta di baule, con il legno un po' marcio.

“Ecco qua”

Emma si avvicinò a lui.

“Avanti aprilo.” disse lui guardandola.

Emma parve rimanere sulle spine.

“Non c'è pericolo” ma lei ancora non si muoveva “Parola di pirata.”

Emma alzò un sopracciglio.

“Ok, allora lo giuro sul mio uncino.” La donna ne sembrò più rincuorata e, sempre tenendo in mano la spada -con Hook non si poteva mai sapere- si chinò e aprì il baule.

Al suo interno c'erano un sacco di oggetti prezioni, monete d'oro, gemme e pietre preziose e altri tesori.

Lui si avvicinò e lei lo guardò dal basso con la bocca semiaperta.

Le porse la mano e questa volta lei l'accettò. La aiutò a rialzarsi e non la mollò.

“Ho girato con questa nave un sacco di terre e ho raccolto moltissimi tesori, come puoi vedere. Ho visto pietre più grosse di quel baule stesso e tanto oro che nemmeno il coccodrillo riuscirebbe a produrre tanto in fretta. Eppure” le strinse la mano guardandola negli occhi “non c'è niente di tutto ciò che per me valga più di te, Emma.”

Emma rimase a fissarlo, senza proferire parola.

Hook strinse le labbra e guardò in basso, fissando le loro mani. “Quello che sto cercando di dirti è che tu sei il mio tesoro più prezioso.” Ma ancora la donna non parlava. “Lo so che i miei modi sono quel che sono e che sono e sarò sempre un pirata ma...ciò che ti sto dicendo è vero. Quel maledetto coccodrillo potrebbe anche strapparmi il cuore in questo momento e non mi importerebbe. Perchè il mio cuore sei tu.”

Eppure, neanche allora le parole di lei ruppero il silenzio.

“Avanti Swan, il mio uncino è più ciarliero di te.”

Emma non potè non sorridere. Hook sorrise a sua volta e, sentendo che anche lei ora gli stringeva la mano, si avvicinò per baciarla.

“Non così in fretta” disse lei mettendogli una mano sul petto per fermarlo.

“Ma come? Io ti apro il mio cuore e non mi merito neanche un bacio?”

Lei rimase ferma senza dire niente.

Lui allora si allontanò. “Non mi hai ancora detto cosa ne pensi. E' per questo?”

Emma guardò in basso. Hook sorrise ma questa volta fu un sorriso amaro.

“Ma certo.” disse lui voltandosi. Probabilmente lei pensava ancora a Neal. O semplicemente non era il suo tipo e aveva travisato tutto.

Prima che potesse allontanarsi di più Emma lo prese per la lunga giacca di pelle nera e, dopo avergli afferrato il polso, si alzò un po' sulle punte e lo baciò.

Quando si staccarono lei notò che il sorrisetto di Hook non era del tutto uguale al suo solito. Sembrava più piacevolmente sorpreso che convinto di aver fatto colpo.

“Certo che devi aver avuto fortuna per aver trovato tutti questi tesori.” disse lei indicando con la testa il baule ancora aperto.

“Perchè?” disse lui più attento alle sue labbra che alla risposta.

“Perchè per non aver capito che mi piaci devi essere parecchio stupido.” Hook trasse indietro la testa sorpreso. Era la prima volta che qualcuno lo lasciava a bocca aperta, senza parole.

“Però sei stato uno stupido molto dolce.” disse catturando di nuovo le sue labbra.

 

Dopo parecchi baci cominciò a farsi buio e i due decisero di tornare a vedere dove si fossero cacciati Henry e Grace.

“Ma la mappa che gli hai dato è vera?” chiese lei mentre camminavano.

“Ma certo che lo è! Che razza di pirata sarei altrimenti?” rispose lui, facendo il finto offeso.

“Uno molto sdolcinato.” Sorrise Emma prendendogli la mano e ripensando alla scenetta del forziere.

Dopo alcuni metri, notando che lei continuava a tenerlo per mano, Hook sorrise.

“Non avrei mai detto che fossi anche tu così dolce Swan.” Lei stava quasi per lasciare la presa quando lui strinse ancora di più la loro stretta.

“Non ti lascerò scappare così, dolcezza.” disse lui attirandola a sé.

Emma sorrise e si abbandonò a un lungo bacio.

Quando si scostò da lui lo guardò negli occhi. “E io non lascerò che questa cosa dilaghi. Se lo dirai a qualcuno -che io sono così dolce-, be' la prossima volta non mi limiterò a sfiorarti con la spada.” poi, essendosi accorta di aver di nuovo sorpreso Hook, lo prese per la giacca e lo riattirò a sé.







Note dell'Autrice
Di solito, anche se non è mai mia intenzione, tendo ad essere molto prolissa nelle note; così stavolta cercherò di essere il più lapidaria possibile.
Questa è la mia prima captainswan, abbiate pazienza. Vi esorto a dirmi se fa schifo o no, così da capire cosa ho sbagliato e cosa potrei migliorare, visto che questa pairing mi è, almeno per ora, quasi neutro.
Ho scritto questa raccolta alcuni mesi fa e mi sono decisa di postarla per due motivi: il primo è perchè sono in crisi d'astinenza dalla fantastica Rumbelle Week, e il secondo è che ho approfittato del pairing del primo capitolo per rendere omaggio a una challenge che sta divagando in questo sito, proprio su Emma e Hook. Non sarei mai in grado di parteciparvi e così ho sfruttato questo capitolo per ringraziare chi vi partecipa e chi l'ha ideata, pur sapendo che questa storia non è neanche lontamente decente e degna di essere letta. Inoltre vorrei precisare che il titolo non l'ho plagiato da Tiziano Ferro (me ne accorgo solo ora), volevo solo creare un gioco di parole sulla scia del vocabolario piratesco di Hook.
Sarà perchè fa ancora un po' di caldo o perchè sento il freddo avanzare ma avevo proprio bisogno di un po' di primavera e spero che questa raccolta la porti anche a voi.
Grazie per essere arrivati a leggere fin qui, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Una seconda prima volta - Primo bacio ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: La primavera nel cuore
Titolo del capitolo: Una seconda prima volta 
Personaggi: GoldxBelle
Genere: Fluff, romantico, slice of life
Rating: Verd (giallo se utilizzate l'immaginazione)
Tabella: Primavera 
Prompt: Primo bacio
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

La primavera nel cuore


 

Una seconda prima volta

 

Gold guardò l'enorme orologio che aveva in negozio. L'aveva messo a posto poco tempo fa e, anche se il suo rintocco gli dava per di più fastidio, era molto utile per segnalargli che era ora di chiudere e di andare da Belle. Da quando erano tornati a uscire, dopo il disastro del suo rapimento da parte di suo padre, era sempre lui a proporre il posto degli appuntamenti. La maggior parte era da Granny, visto la spasmodica passione di Belle per gli hamburgers. E così lui finiva per osservarla alle prese con un hamburger molto più grande dell'apertura della sua bocca e lei aveva a portata di mano due delle quattro cose che più amava:lui e gli hamburger ovviamente.

Inoltre era stata lei a proporre di andare a mangiare da Granny per la prima volta e questo la faceva sorridere ogni volta. Così facendo aveva riacquistato un po' di potere nella loro relazione.

Quella sera però era Gold a doversi affidare a Belle per l'appuntamento. Proprio quel pomeriggio gli aveva mandato un sms, visto il tipo di linguaggio era probabile che fosse stata aiutata da Ruby, in cui lo avvertiva di andare da lei in biblioteca per l'appuntamento.

Prese la giaccia e appoggiandosi al bastone uscì, chiudendo il negozio. Si incamminò verso la biblioteca e, non vedendo Belle che lo aspettava fuori, pensando che forse si stesse ancora preparando, fece per entrare. Ma la porta era chiusa e così Gold rimase interdetto.

Che fosse giunto troppo presto? Belle ci metteva sempre un sacco a prepararsi ma gli aveva sempre lasciato la porta aperta.

Fece qualche passo indietro per vedere se la luce dell'appartamento dove ora lei abitava fosse accesa. Anche se era primavera ed era ancora chiaro era sicuro che lei, per sistemarsi il trucco, avesse acceso almeno una luce.

Guardò in su ma non scorse niente. Guardò in basso da un lato. E se le fosse successo qualcosa?

Stava quasi per guardare il cellulare che notò un bigliettino appeso alla porta.

Si avvicinò e lo lesse.

“Trovami” diceva soltanto.

“La calligrafia è quella di Belle...” mormorò lui staccandolo dalla porta. Avrebbe riconosciuto la scrittura della sua dolce Belle tra mille altre. In quei pochi giorni in cui avevano vissuto assieme lei lasciava post it attaccati su molti elettrodomestici con su scritto degli appunti su come funzionassero o sulla loro funzione.

Una volta sul frigorifero aveva trovato scritto “Niente più sale!” e aveva sorriso prima di aprirlo.

Senza contare della doccia. “Strana cascata a comando.”

Inoltre come poteva dimenticarla, persino nel mondo delle favole lei scriveva le cose che mancavano per la cura del suo castello e lui di notte sgattaiolava per leggere cosa mai avesse scritto. Si ritrovava ad accarezzare quella pergamena, a stringerla a sé solo per il fatto che lei, Belle, l'aveva toccata.

Toccò il foglio e, per quel che gli permetteva la gamba destra, corse fin da Granny.

“Ruby!” disse entrando, con un po' di fiatone, ma sempre perfetto ed elegante nel suo completo nero.

La cameriera alzò gli occhi e per un attimo, come molti degli avventori, le balenò uno sguardo spaventato.

Lui si accorse della reazione che aveva scatenato e facendo un profondo respiro tentò di darsi un minimo di contegno.

“Signorina Lucas” disse più piano, avvicinandosi al bancone.

“Signor Gold” fece lei.

“Mi chiedevo se Belle fosse...qui.”

Ruby si guardò intorno. “Non la vedo da questo pomeriggio. Pensavo usciste assieme stasera.”

“Si, certo ma...”

Ruby guardò l'uomo. Non gli piaceva ancora ma aveva imparato a tollerarlo. Aveva visto quanto lui amasse la sua amica e quanto lei amasse lui. E se Belle lo amava e credeva in lui voleva dire che qualcosa di buono, per quanto ben celato, dovesse pur esserci.

“Forse è rimasta in biblioteca.”

“No, è chiusa, ci sono appena passato.”

“Allora forse le sta facendo una sorpresa.” Lui guardò il foglietto e immaginò che probabilmente era così.

“Provi a cercarla nei posti più significativi per voi. Da quanto sento, vicino al locale non c'è, anche se l'odore delle lasagne coprono bene gli odori.”

Lui annuì, tenendo sempre stretto il bigliettino. “Be' io tornerei al lavoro. Allora...buon appuntamento. Belle sembrava parecchio su di giri ma non vorrei dire qualcosa che lei non vorrebbe.”

Ruby si girò quando Gold le disse “Grazie...Ruby.”. Lei si girò e sorrise.

Girò la città da cima a fondo e si spinse persino al piccolo pozzo nella foresta, dove lei si era ricordata di lui ma niente.

Dove poteva essere? Mise la mano libera dal bastone in tasca per prendere il telefonino. Cominciava a fare buio e a preoccuparsi.

“Ma cosa...” nella sua tasca il cellulare non c'era. Si toccò i pantaloni ma niente.

Di colpo, in mezzo alla strada, si ricordò. “Ma certo! Lo devo aver lasciato in negozio.” e detto questo battè enrgicamente il bastone per terra, cosa che fece quasi saltar via Archie che gli stava passando a fianco.

Gold non se ne curò e si diresse a grandi passi al suo negozio. Aprì la porta e si diresse al bancone quando scorse una luce nel retrobottega.

“Ci mancava anche questa.” sussurrò. Era possibile che nessuno guardasse mai il cartello con scritto chiuso che appendeva alla porta?

Strinse il bastone e andò dietro al bancone a prendere la pistola.

Chiunque si fosse introdotto era di sicuro in cerca di guai.

Si avvicinò piano alla tenda e la scostò con un solo gesto.

Aveva già il dito sul grilletto quando si bloccò. “Belle!” La ragazza era china ad accendere una candela.

“Rumple, finalmente.”

“Ti ho cercata dappertutto...”

“Ci hai messo un po'. E...” Belle si girò verso il suo uomo e vide la pistola che teneva in mano. “Non vorrai mica spararmi perchè non sei riuscito a trovarmi?” disse, senza paura e divertita.

Gold sembrò svegliarsi. Mise su una mensola la pistola. “No, certo che no dearie. Pensavo fosse un ladro.”

“Be' in un certo senso ci hai azzeccato.” disse lei con un sorriso malizioso.

Gold si avvicinò. “C'è qualche oggetto che vorresti?” disse lui osservando il piccolo banchetto che lei aveva preparato a mo' di picnic.

“Solo uno. Il tuo cuore. E credo che riuscirò a rubartelo con questa cena speciale. Ho cucinato io.”

Gold sorrise e, porgendole la mano per aiutarla a sedersi a terra, si sedette anche lui, non senza qualche difficoltà.

Belle gli porse un piatto in mano con dentro degli spaghetti.

Lui prese una forchetta e stava quasi per assaggiarlo quando lei gli posò una mano sul braccio. “Non ti aspettare troppo però, amore, la cucina del mio appartamento è piccola e devo ancora capire bene l'uso dei fornelli e il tempo giusto per il forno.”

“Il forno?” disse lui alzando la testa dal piatto di spaghetti.

“Non per quelli!” disse lei, diventando un po' rossa “per il dolce.”

“Il dolce dearie?”

“Si, ho fatto una torta al cioccolato.”

“Mmm” fece lui mettendosi in bocca una forchettata di pasta.

La cena continuò molto bene, tra risate e sorrisi. Quando arrivarono al dolce, Belle si alzò e gli porse una mano.

“Pensavo ci fosse anche il dolce.”

Belle non disse nulla e continuò a porgergli la mano. Lui l'afferrò e si lasciò guidare. Si sedettero sulla panca dell'arcolaio e lì mangiarono, vicini spalla a spalla, il dolce.

“Visto che è un po' bruciacchiato sopra e crudo sotto non potevo lasciarti per terra, a soffrire.” disse lei mettendogli una mano sul ginocchio destro.

Gold sorrise e mise in bocca l'ultimo boccone di torta. “E' squisita Belle.”

“No, ma l'ho fatta col cuore.” disse lei con il suo tipico sguardo che usava anche nel mondo delle favole per smascherarlo.

“Grazie per la cena Belle, mi è piaciuta davvero.” le disse, una volta che tutti e due ebbero finito il dolce.

Belle lo guardò e sorrise. Lui mise i piatti a terra e le prese una mano. Lei prontamente gliela strinse fra le sue.

“Sai perchè ti ho portato qui Rumple?”

Lui rimase a fissarla senza dire niente.

“E' qui che ci siamo dati il primo bacio. E ora, che le cose tra di noi si sono sistemate di nuovo, mi sembrava giusto festeggiare qui. Non dimenticherò mai quel momento. E' lì che ho capito che anche tu mi amavi.”

“Oh Belle...” disse lui avvicinandosi nel tentativo di baciarla. Lei sorrise e lasciò che le loro labbra si incontrassero. Il bacio piano piano si fece sempre più intenso finchè Rumple lasciò cadere il bastone per terra e mise la mano ora libera su un fianco della giovane. La attirò verso di sé e i loro corpi quasi combaciavano, per quanto era possibile, visto che erano ancora seduto a fianco dell'arcolaio.

“Ahi...” mormorò lui. Belle gli aveva morso il labbro inferiore.

Si scostò un attimo quando gli arrivò un ceffone sulla guancia. Gold rimase a bocca aperta e sentì la guancia andargli a fuoco..

“Belle?” mormorò, incredulo e confuso.

Belle però stava sorridendo in maniera molto strana.

“Questo è perchè, subito dopo avermi baciata, mi hai strattonata e mi hai spedita giù nelle segrete.”

Gold era ancora a bocca aperta solo che ora si stava massaggiando la guancia, ancora dolorante.

“Sai dearie, se l'avessi saputo prima, ti avrei fatto tagliare anche la legna per il fuoco, invece che perdere tempo con la magia.”

Belle, che per un attimo aveva avuto paura di avergli fatto troppo male -ci aveva messo decisamente troppa forza nel ceffone, che in origine doveva solo essere leggero e teatrale-, sorrise sollevata.

“Scusami Rumple, forse ti ho fatto troppo male.” disse mettendogli una mano sulla guancia, sopra la sua.

“Non importa, me la sono meritata. Avresti dovuto darmela molto tempo fa. E me ne meriterei altre.” disse guardandola di sottecchi.

“Si hai ragione” fece lei alzando il mento. Lui chiuse gli occhi aspettandosi un altro colpo quando lei, con l'altra mano gli fece una carezza sulla guancia che -per ora- non aveva colpito. “ Ma me le riservo per altre occasioni.”

“Ti vado a prendere del ghiaccio?” disse alzandosi.

Lui la fermò per il polso. “No dearie, non sai come si fa passare il dolore?” sorrise maliziosamente.

“Lasciami indovinare, con un bacio?” disse lei alzando gli occhi al cielo.

“Non un semplice bacio, tesoro, ma il bacio del vero amore.” Lei si avvicinò e, togliendogli delicatamente la mano, cominciò a baciarlo delicatamente sulla guancia.

Quando si scostò si morse il labbro inferiore. “Vedo che questa volta non mi hai allontanata.”

Gold sorrise. “Vediamo” disse lui avvicinandosi di nuovo alle labbra di lei. Con suo sollievo quella volta lei non interruppe il bacio per picchiarlo.

Stavano quasi scivolando sulla panca, visto che lui era completamente proteso su di lei e lei si appoggiava come poteva un po' all'arcolaio e un po' si sosteneva alle spalle di lui.

Gold passò a baciarle il collo, mentre lei gli passava una mano fra i capelli.

“Rumple, sai cosa pensavo?”

Gold si fermò e si tirò indietro. “Spero non ad un'altra sberla. Per lo meno dearie, scegli l'altra guancia.” disse lui pensando di essersi spinto troppo in là.

“Ma no, sciocco.” rise lei e gli poggiò una mano sul petto. “Pensavo che visto che qui ti ho dato il nostro primo bacio, be' ecco, potesse essere la prima volta anche per...qualcos'altro.” disse, soppesando bene le parole, con gli occhi azzurri ben aperti e speranzosi.

Le labbra di lui si schiusero un attimo per la sorpresa e dovette reggersi alla panca con una mano per non cadere.

“Amore mio...” riuscì solo a dire.

Belle capì la situazione al volo e, afferrandolo per il nodo della cravatta, lo riattirò su di sé.


 

Gold era steso sul materassino del suo retrobottega con un braccio intorno alle spalle di Belle, che gli era addosso, distesa a sua volta su un lato e abbracciata stretta a lui.

Alzò gli occhi azzurri e Gold le poggiò un bacio sulla fronte. Lei si sporse un po' di più, lasciando che la coperta le scoprisse un po' di seno nel movimento. Lo baciò teneramente e si sentì stringere ancora di più dall'uomo.

“Ti amo Belle.” disse lui, a pochi millimetri dalle rosse labbra del suo amore.

“Ti amo anche io, Rumple.” disse lei. Si rimise sopra di lui, tenendosi su con i gomiti e fissando il volto dell'uomo che ora era sotto di lei, con l'aria compiaciuta. “Ma la prossima volta” disse prima di chinarsi nuovamente su di lui e scoccando un'occhiata al materasso e al duro pavimento “andiamo nel mio appartamento o nel tuo.”

Gold rise di gusto, per la prima volta da molto tempo, prima che anche questa risata si spegnesse appena tornarono ad essere una cosa sola.  







Note dell'Autrice
C'era bisogno dei Rumbelle! Ecco perchè l'ho postata, senza stare tanto a rileggere il testo. Purtroppo, quando l'ho fatto, ho visto l'ambiguità del titolo, arricchita dal finale che assolutamente non ricordavo. 
Va be', in ogni caso ormai è fatto. E ribadisco, c'era bisogno di un ritorno (anche di ff) dei Rumbelle. E' anche un modo per festeggiare il mio sollievo quando ho scoperto che nell'harem del folletto non si era aggiunta un'altra tonalità di capelli. Credo che pochi mi capiranno... meglio cosi!
Spero che il capitolo vi piaccia, è puramente GoldxBelle, niente parallelismi questa volta.
Ora, passando ai ringraziamenti, vorrei dire grazie a:
-pandina, Elema e A lexie s per aver recensito lo scorso "esperimento"captainswan. Mi avete rincuorato, non c'è che dire.
-elly_didyme_volturi e a Saja per averla inserita tra le preferite, nonostante l'inizio, per me, traballante
-Lexifer per averla aggiunta alle ricordate.
-Elema e vampiretta98 per averla messa tra le seguite. 
-tutti i lettori silenziosi.
Un grazie di cuore.
 
 

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