I don’t always realize what I have right in front of me

di B_Regal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I don’t always realize what I have right in front of me - parte uno ***
Capitolo 2: *** I don’t always realize what I have right in front of me - parte due ***



Capitolo 1
*** I don’t always realize what I have right in front of me - parte uno ***


Lo spoiler in questione è questo.
Pare che Gold cercherà di imprigionare Emma nel cappello dello stregone.

Non so se via vero, e se pure fosse, dubito che accadrà nelle modalità che ho descritto.
Ma l’idea mi è venuta proprio a mò di “ispirazione”, nel senso che ho letto lo spoiler e un minuto dopo la storia prendeva forma nella mia mente.
Ho pensato molto se scriverla o meno, alla fine mi sono detta che ci poteva stare.
 
La mia OTP è la OutlawQueen, ma adoro così tanto Regina da shipparla con chiunque.
Mi piace Emma, e mi piace il rapporto che ha con Regina. Sono due personaggi bellissimi e quindi ogni volta che interagiscono ne viene inevitabilmente fuori qualcosa di bellissimo.
I trascorsi che hanno le rendono una coppia senza dubbio interessante.
Hanno un figlio in comune, lo amano entrambe e questo gioca a loro favore.
E  le fan fiction Swanqueen che leggo qui non aiutano.
Insomma, gira e rigira alla fine mi sento un po’ Swanqueen.
Per adesso le vedo come due possibili amiche, quindi ecco diciamo che adesso che è nata questa nuova ship – la chiamano SaviorQueen, mi ritengo decisamente dentro.
Vabbeh, l’ho già detto. Emma e Regina.
Basta fare questi due nomi e chi deve capire capirà!
 
Non mi dilungo. Dico giusto che l’ho divisa perché era lunghetta e la seconda parte non mi convince, voglio rivedermela!
 
Buona lettura.. e abbiate pietà!
E’ stato più difficile del previsto scrivere di loro due!
 
 
 
 
I cittadini di Storybrooke alla fine si erano riuniti nel locale di Granny, quello che ormai sembrava esser diventato una sorta di quartier generale, il posto dove riunirsi per commentare i problemi e i pericoli che, puntuali, incombevano su di loro con una regolarità quasi allarmante.
Gli ultimi eventi avevano scatenato una buona dose di panico, come comprensibile.  Che spuntassero periodicamente nuovi cattivi era diventato quasi normale, ma a rincuorare c’era almeno la certezza che quelli vecchi fossero ormai dalla loro parte, in difesa della città e dei cittadini. Certezza che era appena crollata, nel momento esatto in cui avevano assistito al ritorno  - o forse non era mai andato via? – del Signore Oscuro.
Emma si era ritrovata in pieno assalto, quello dei genitori e degli amici che continuavano a domandarle come si sentisse, ma soprattutto quello dei cittadini che in piena crisi di panico si chiedevano cosa ne sarebbe stato di loro adesso che il Signor Gold sembrava deciso a riprendere le redini della città, come era stato un tempo.
Lei non aveva voglia di rispondere. Non sapeva cosa dire,  non sapeva nemmeno cosa pensare, quell’aggressione aveva preso di sorpresa persino e lei e sarebbe finita male, davvero male, se non fosse stato per quell’ intervento inaspettato.
Se non fosse stato per Regina.
Le aveva impedito di essere risucchiata da quel cappello diabolico e per farlo aveva usato tutta la magia di cui era capace. E l’aveva persa.  Gold era stato chiaro, non appena Regina si era interposta tra loro due l’uomo l’aveva avvertita di quanto grosso stesse rischiando, ma lei non ci aveva creduto, o forse non le era importato. E alla fine il capello le aveva rubato i poteri.
Ed Emma poteva giurare che, per quanto avesse cercato di ostentare la solita sicurezza, non l’aveva mai vista così spaventata. Forse, solo quando avevano creduto di aver perso Henry.
La cercò con lo sguardo nel locale affollato e non fu difficile individuarla. Era seduta al suo solito sgabello, da sola, la schiena ricurva su una tazza fumante di tè che non aveva ancora toccato.
Approfittò del pianto del piccolo Neal per sgusciare via dallo sguardo protettivo di Mary Margaret e quando fu vicina alla bruna, spostò con il dorso della mano la tazza di tè abbandonata sostituendola con la cioccolata calda che si era portata dal suo tavolo.
“Prova con questa, risolleva l’umore!”  Esclamò, poggiando i gomiti sul bancone per potersi sporgere a guardare in faccia la donna.
Regina le rivolse uno sguardo spento, solo un attimo, prima di tornare a guardare dritto davanti a lei “Dubito che faccia effetto, in questo caso!”
“Ok, allora prendilo come un gesto per.. sdebitarmi. Non che per questo basti, lo so, ma puoi considerarlo un anticipo!” Provò ad accennare un sorriso, ma fu la prima a rendersi conto di quanto male le fosse riuscito.
“Miss Swan mi hai già ringraziato a sufficienza, se vuoi fare qualcosa per sdebitarti lasciami in pace!”
Emma non fece una piega, era così abituata a quell’atteggiamento da non farci più nemmeno caso “Non mi piace vederti così, soprattutto se so che è colpa mia!”
Regina alzò gli occhi al cielo “Proprio stavolta non hai fatto niente, mettiti pure l’anima in pace. E ora vattene!”
“Senti posso immaginare come ti senti, anche a me hanno portato via i poteri e..”
“Per favore, Swan..” Rispose stizzita la bruna “Non è per niente la stessa cosa!”
Emma annuì, ne era consapevole ma almeno era riuscita a ottenere una risposta non completamente apatica “Certo, lo so. Io li avevo scoperti da poco mentre tu li hai da una vita e..”
Regina scosse la testa “Lo vedi che non capisci? Non c’entra niente il tempo!”
“No?”
“Senti, lascia perdere!” Provò ad alzarsi ma Emma le bloccò un polso costringendola a restare al suo posto.
“Perché? Fammi capire, ti prego. Sto cercando di aiutarti, dammi almeno una possibilità!”
Regina incrociò le braccia al petto girando il busto verso di lei “Perché dovrei?”
“Dovresti saperlo!” Emma sostenne il suo sguardo, fiera e decisa “Perchè le famiglie servono a questo!”
Il sindaco sembrò soppesare quelle parole, si guardò intorno come ad assicurarsi che nessuno stesse seguendo quella conversazione e lasciò andare un sospiro liberatorio, rassegnandosi all’insistenza della bionda “Tu sei la salvatrice, e lo sei da prima che scoprissi i tuoi poteri. Tu nella tua vita te la sei sempre cavata con le tue forze, non hai bisogno della magia. Io..” Sbuffò ed Emma si rese conto di quanto la donna stesse combattendo contro se stessa per cercare di confidarsi, di abbattere quei muri che si era costruita attorno. Per un momento, per un solo momento, non sembrò neanche più lei “Tutto quello che ho fatto, buono o cattivo che fosse, l’ho fatto con la magia. Gold aveva ragione, senza i miei poteri non valgo nulla!” Esclamò allontanando la tazza con un gesto di stizza.
La sincerità di quelle parole, un ammissione del genere da parte di Regina, la destabilizzò un attimo e non fu sicura di essere abbastanza convincente quando rispose “Questo non è affatto vero.  Non dovresti buttarti giù in questo modo e soprattutto non dovresti farti condizionare da quell’ uomo! Lui..”
“Ma tu che ne sai, eh?” La aggredì fin troppo bruscamente l’altra, probabilmente nel tentativo di recuperare la solita freddezza dopo quel breve istante di fragilità che si era concessa “Tu non mi conosci! Non sai com’ero prima!”
Emma si morse il labbro, non sapendo bene come comportarsi. Era abituata ad affrontare l’arroganza di Regina. Sapeva gestire le sue accuse, le sue battute sarcastiche, la sua rabbia. Ma a una Regina demoralizzata e sconfitta non sapeva veramente come approcciare.
Alla fine pensò che la cosa più giusta fosse parlarle sinceramente “So che eri in trappola esattamente come lo sarebbe stato chiunque altro nella tua situazione. So che non potevi difenderti da tua madre, che non hai potuto salvare l’uomo che amavi..”
Regina annuì “Esatto, ero senza possibilità. Esattamente come sono adesso!”
“No, adesso è diverso..”
“Ah si? E che ci sarebbe di diverso, scusa?”
“C’è Henry, ci sono io, e i miei genitori, e tutti i nostri amici!” Si appoggiò di più al bancone cercando di sporgersi verso di lei  “Se solo riuscissi a fidarti anche di qualcun altro oltre che di te stessa non ti sentiresti così.. persa.  Gold ti conosce e sapeva che avresti reagito così. Non lo capisci? Sta cercando di demolirti psicologicamente per renderti inoffensiva.  Esattamente come ha cercato di fare con me infilandomi in quel dannatissimo cappello.  Ma noi non faremo il suo gioco, combatteremo e ci riprenderemo i tuoi poteri. Io mi riprenderò i tuoi poteri, è chiaro?”
“Non fare promesse che non puoi mantenere!”
“Non le faccio mai!”
Regina non rispose, limitandosi ad abbassare gli occhi sulle mani pur di non dover guardare Emma. Aveva ascoltato quelle parole con attenzione e per un attimo si era sentita rianimare da una nuova speranza.  Probabilmente Emma aveva ragione su Gold, e forse tutto quello che doveva fare era veramente non lasciarsi condizionare, come le aveva detto lei. E magari fidarsi, anche.
 Ma a dirsi era molto più semplice che a farsi, senza i suoi poteri si sentiva vuota, e inutile. La verità è che lei era i suoi i poteri, la magia l’aveva nutrita quando non le era rimasto nulla fino a diventare una parte imprescindibile di lei. Senza, Regina Mills non era più Regina Mills, era solo un guscio vuoto, una proiezione di quella che era sempre stata. Perdendo la magia aveva perso le sue possibilità, il suo modo di imporsi e il suo modo di difendersi, avevo perso la sua identità.
“Mamma!” Il suono del campanello all’ingresso attirò l’attenzione di buona parte dei clienti e anticipò l’arrivo di Henry che corse dritto ad abbracciare Regina “Mamma, hai salvato Emma!”
Regina non rispose limitandosi a godersi il calore di quell’abbraccio, che sapeva essere la sua unica possibilità di sentirsi un po’ meglio.  Perché poi perdere la magia non le aveva tolto la cosa più bella, quella di essere madre.
“Mi dispiace per la tua magia!” Esclamò il ragazzino quando sciolsero la stretta, lo sguardo un po’ rammaricato.
“Stavo giusto dicendo a tua madre che me la riprenderò!” Esclamò Emma, che fino a quel momento era rimasta in silenzio per dare modo ai due di prendersi il loro spazio.
Henry annuì “Lo so. E comunque non importa se ha messo i tuoi poteri lì dentro, la cosa importante è che non c’abbia imprigionato te, o lei!” e indicò Emma con un cenno della testa “Non voglio perdervi!”
Regina sorrise accarezzando il viso del figlio e lo abbracciò di nuovo, mentre Emma gli scompigliava i capelli con fare affettuoso “E non ci perderai, lo sai che le tue mamme hanno la pelle dura!”
La voce di Leroy che poco più in là incitava gli altri nani a prendere delle misure per difendersi da quella che sembrava una nuova minaccia attirò l’attenzione di tutti e tre ed Henry si allontanò un po’ dalle due donne per ascoltare quello che David e Mary Margaret stavano dicendo per placare gli animi.
Regina non aveva voglia di discutere di strategie e piani d’attacco, quindi si alzò recuperando borsa e cappotto e facendo un cenno ad Emma “Io torno a casa mia, sono un po’ stanca e vorrei riposare!”
“Sei sicura?” Emma trasalì “Potresti venire da noi, magari una bella cena è quello che ci vuole per distrarsi, se ti va..”
“Una cena con i tuoi genitori? Senza offesa Emma ma ci manca solo questo oggi!”
La bionda non riuscì a nascondere un piccolo sorriso divertito, sentendosi persino un po’ in colpa nei confronti dei genitori “Beh forse.. forse non hai tutti i torti..”
Stranamente, anche Regina sorrise.  Se c’era una cosa per cui Emma non l’aveva mai giudicata – e ne avrebbe avuto tutte le ragioni – era per l’antipatia per nulla celata che mostrava nei confronti di David e Mary Margaret. Spostò lo sguardo sul figlio che stava ancora seguendo il dibattito al tavolo di fronte “Magari per stasera Henry resta con te!”
“Perché?” Il ragazzo si girò subito verso di lei, allarmato. Da due settimane era tornato a stare nella sua vecchia casa e non capiva il motivo di quel cambiamento improvviso “Non hai voglia di stare con me?”
“Ma no, sei pazzo? E’ solo che preferisco che tu stia con lei, sarai più al sicuro!”
Henry aggrottò le sopracciglia. preoccupato “Pensi che Gold voglia farti del male?”
“No, Henry. Stai tranquillo, penso semplicemente che in caso di bisogno Emma possa proteggerti meglio di come possa fare io in questo momento. Ci vediamo domani, ok?”
Emma avrebbe voluto obiettare, dirle che mai in questo momento era lei ad aver più bisogno di Henry. Ma capiva le motivazioni di Regina, al suo posto anche lei avrebbe reagito nello stesso modo, mettendo al primo posto la sicurezza di suo figlio e se c’era una cosa su cui lei non aveva mai dubitato riguardo Regina, era il senso di protezione che aveva nei confronti di Henry, sopratutto dopo che era stata disposta a dare la sua vita per lui.  Sapeva di non avere nessuna possibilità di discussione con lei su quell’ aspetto così non disse nulla e la lasciò andare, limitandosi a guardarla sconsolata mentre lasciava il locale in silenzio.
 
 
 
“E quindi credi che lei non abbia idea di come riprendersi i poteri?”
Emma scosse la testa mentre assieme a Henry posizionava i piatti di ceramica sulla tavola apparecchiata “Da come era giù di morale, credo proprio di no.  Del resto ogni volta che ha risolto una situazione, l’ha sempre fatto usando la magia. Adesso che le manca quella probabilmente non sa neanche dove partire..”
“Però forse potresti aiutarla tu, tu ce l’hai ancora la magia!” propose Henry.
“Beh si, potrei, ma sai che sono una schiappa ad usarla..”
“E poi non mi sembra il caso che tu ti mezza in mezzo, Emma, quel capello stava per risucchiarti e mi piacerebbe che tu gli stessi lontana!” Esclamò Mary Margaret, continuando ad armeggiare dietro la cucina.
“Appunto, stava per risucchiarmi e non ci è riuscito grazie a Regina, se c’è un modo per sdebitarmi lo farò, glielo devo!”
“Forse dovreste solo cercare di guardare la cosa da un altro punto di vista!” Si intromise David, scendendo le scale con Neal tra le braccia.
“In che senso?”
L’uomo cercò di spiegarsi “So che adesso non è facile ritrovarsi da un momento all’altro senza la magia, ma con il tempo potrebbe rivelarsi persino una fortuna per lei!”
Emma strabuzzò gli occhi “che stai dicendo?”
“Pensaci, tesoro. Quanti guai ha portato la magia? E non parlo solo di noi, è stata una maledizione per Regina stessa. Tua madre non fa che raccontare di che bella persona fosse prima che imparasse ad usarla, è stato dopo che è cambiato tutto. La maledizione che ci ha tenuti separati, e tutto quello che è venuto dopo, è sempre stata colpa della magia. Ricordi che persino Henry ha cercato di distruggerla, al pozzo?”
“In effetti tuo padre non ha torto, Emma..” Aggiunse Mary Margaret “Magari adesso è difficile da capire per lei, ma potrebbe abituarsi alla cosa e rendersi conto che è stato meglio cosi!”
“Ma vi sentite quando parlate?” Emma posò i piatti che teneva ancora in mano sul bancone della cucina e allargò le braccia “Io non ho parole. Quindi secondo il vostro ragionamento dovremmo pure ringraziarlo Gold, perché ha fatto un favore a tutti quanti, Regina compresa, no? Questo è assurdo!”
“Non stiamo dicendo questo Emma, è solo..”
“E’ solo che il vostro ragionamento è davvero egoistico, sul serio. La magia avrà anche portato un sacco di problemi e lo capisco, ma questo non significa che qualcuno avesse il diritto di portargliela via in questo modo. E poi non dovreste essere proprio voi a dire certe cose, quando la sua magia vi ha fatto comodo in più di un occasione. Non è stato forse grazie a lei se siamo tornati sani e salvi da Neverland?”
Mary Margaret annuì, spegnendo il fuoco sotto la pentola “Certo, e nessuno di noi sta negando i vantaggi che ne abbiamo tratto, ma..”
“Si, invece. Avete appena detto che è stato un bene che abbia perso i poteri, e questa è una cosa orribile da dire se solo vi foste preoccupati di sapere come si sente lei adesso. Tu come ti sentiresti se ti portassero via David?”
“Che c’entra, non è la stessa cosa!”
“Invece si, perché hai sempre detto che senza David ti sentiresti persa ed è come si sente lei ora. E lo so che non è un buon paragone, ma questo rende la cosa ancora più triste visto che lei ha bisogno della magia per sentirsi forte. E questo anche per colpa mia visto che le ho anche fatto perdere Robin Hood!”
David alzò gli occhi al cielo “Lo sapevo che saremmo finiti a questo, per l’ennesima volta. Devi smetterla di sentirti in colpa per aver salvato una vita Emma!”
“Non mi sento in colpa, ma nemmeno me ne lavo le mani come state facendo voi adesso!”
“Non ce ne stiamo lavando le mani!”
“No? Ma se tutto quello che vi interessa è che io sia fuori da quel cappello!”
“Beh scusaci tanto se sei nostra figlia e siamo felici che tu sia ancora  qui con noi! Davvero ci stai accusando di questo Emma?”
“No, non è questo! Dico solo che potreste mostrarsi un po’ più comprensivi con Regina!”
“Più comprensivi? L’abbiamo perdonata per tutto quello che ha fatto, le abbiamo salvato la vita l’anno scorso, che altro dovremmo fare?”
“Magari dimostrare che non l’avete fatto solo per avere la coscienza pulita?!”
“Va bene, potreste smetterla di discutere adesso? La cena è quasi pronta!” Esclamò Mary Margaret cercando di placare gli animi di padre e figlia.
“Si, tranquilla. Anzi, sai che facciamo adesso ragazzino?” Emma spostò lo sguardo su Henry, che in quella discussione era rimasto in silenzio, ascoltando con attenzione entrambe le parti “preparati, andiamo a cena da tua madre!”
Il ragazzo rimase con un bicchiere a mezz’ aria “Adesso?”
“Si, avvisala con un sms e dille che non sentiremo ragioni. E prima che me lo chiediate..” Aggiunse rivolgendosi ai genitori “Non sono arrabbiata con voi e non sto scappando. Penso solo che abbia bisogno di stare un po’ con Henry!”
Mary Margaret si limitò ad annuire mentre guardava sua figlia e suo nipote infilarsi le giacche e uscire di casa.

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Capitolo 2
*** I don’t always realize what I have right in front of me - parte due ***


La cucina di casa Mills regnava nel caos più assoluto ed Emma si guardava attorno cercando di capire da dove cominciare.  Lei con l’ordine non aveva mai avuto un buon rapporto, per di più si potevano contare sulle dita di una mano le volte in cui era stata in quell’ambiente e non poteva certo dire di sapersi orientare. Che poi immaginava che Regina dovesse essere proprio il tipo che teneva ogni cosa in un posto preciso e guai a cambiare anche un solo dettaglio. Forse la cosa migliore da fare era starsene ferma.
“Non lascio sempre certi disastri, è che mi avete colta di sorpresa e ho dovuto preparare tutto in poco tempo!” la voce di Regina la sorprese alle spalle facendola quasi trasalire.
“Mi dispiace!” esclamò, ma la donna scosse la testa come a farle capire che non era un problema.
Emma abbozzò un sorrisetto, avvertendo un moto di soddisfazione per aver organizzato quell’improvvisata che aveva decisamente ottenuto l’effetto sperato. Dopo i primi minuti di freddezza e imbarazzo – grazie anche all’intervento mediatore di Henry - la tensione si era sciolta e la cena si era svolta in un atmosfera del tutto rilassata e piacevole, con madre e figlio che divoravano con gusto ogni pietanza presente su quel tavolo e Regina che li osservava soddisfatta.
Aveva fatto qualche commento sarcastico sul modo poco elegante che avevano di stare a tavola ma un paio di volte si era messa a ridere di fronte al comportamento dei due, il che era decisamente un buon risultato, per non parlare del fatto che per la prima volta aveva ammesso senza problemi la parentela tra Emma ed Henry, costatando come il ragazzino avesse ereditato i modi della madre.
“Henry?” Domandò non trovando niente di meglio da dire, quando si rese conto che Regina era tornata in cucina da sola. Li aveva volontariamente lasciati parlare nell’altra stanza, immaginando che la donna potesse aver bisogno di qualche minuto da sola con suo figlio, e si era avviata in cucina avvertendo che avrebbe iniziato a mettere a posto.
“L’ ho lasciato un attimo per prendergli una coperta e l’ho trovato addormentato sul divano!”
Emma annuì, sorridendo. Henry riusciva sempre a prendere sonno nel giro di pochi minuti, soprattutto se era stanco “E’ stata una giornata pesante anche per lui!”
“Già..” La bruna si avvicinò al bancone cominciando a spostare i piatti nel lavello “Grazie per averlo portato qui. Non l’avrei mai ammesso ma infondo ne avevo bisogno!”
Emma sorrise, stava aspettando quell’ammissione da quando avevano messo piede in casa e finalmente era arrivata “Lo so!”
“E.. grazie anche per essere rimasta. Sai, io.. nessuno si era mai comportato così con me!”
Emma trasalì. Quello andava decisamente oltre le sue aspettative. Regina si stava veramente aprendo?  Non poteva lasciarsi sfuggire quell’ occasione e fece un passo verso di lei, sforzandosi di mantenere un tono vago  “Così come?”
“Così. In modo tanto insistente. Di solito riesco ad allontanare le persone con molto meno sforzo!”  Diceva quelle cose e continuava a muoversi in maniera frenetica per la stanza, mettendo a posto tutto ciò che le capitava sotto tiro. Emma ipotizzò che fosse il suo modo per parlare dei suoi sentimenti e fingere che non lo stesse facendo.  La capiva, nemmeno per lei era facile affrontare dei discorsi così intimi. Forse con Regina ci riusciva perché era una delle poche persone che conosceva ancora più chiuse di lei.
“Io non mi arrendo mai, dovresti saperlo!” Le disse, iniziando a gettare i fazzoletti sporchi in una busta nera trovata sul tavolo.
Non era proprio l’ideale affrontare una conversazione di tale portata rassettando casa, ma se quello era l’unico modo per riuscirci, andava bene anche così.
Assecondarla in quel modo dovette funzionare perché Regina parlò ancora una volta, sempre dandole le spalle e sempre mostrando di dedicare più attenzione ai piatti nel lavello che non allo sceriffo stesso “E’ che io non capisco perché..”
Emma si girò solo un istante a guardarla prima di tornare alla sua raccolta dei rifiuti “Perché non mi arrendo mai?”
“Perché non ti arrendi mai con me..”
“Mi pare che su questo ce la giochiamo bene, nemmeno tu ti arrendi mai!”
Regina scosse la testa “Non hai capito il senso. Non sto parlando dei nostri scontri, non è a quel tipo di resa che mi riferisco..” Fece una pausa, probabilmente aveva sperato che Emma capisse quello che voleva dire e invece adesso si stava arrendendo all’idea di dover essere più chiara “Tu ti preoccupi davvero per me.  Per me e basta, voglio dire. Non solo perché sono l’altra madre di Henry o perché temi che possa tornare cattiva. Per quale motivo?”
Emma alzò le spalle, sentendosi presa alla sprovvista da quella domanda e senza sapere bene cosa rispondere  “Ci deve essere necessariamente un motivo?”
“Immagino di si..”
Lo sceriffo scosse la testa, contrariata “Solo perché ti hanno fatto credere che l’affetto di una persona si guadagna assecondando il suo volere..”  Per un momento pensò a Cora, che aveva preteso che lei sposasse il re. E pensò anche ad Henry, che seppure con i migliori propositi l’aveva messa di fronte a dei compromessi più di una volta “Non è così. Ci sono tante cose che non mi piacciono di te e che vorrei cambiare, ma questo non mi impedisce di..”  Si arrestò di colpo. Lo stava per dire sul serio?
Notando che aveva lasciato la frase incompleta, Regina chiuse il getto d’acqua della fontana e si girò appoggiandosi al lavello, trovandosi Emma proprio dietro di lei “Di?”
Emma istintivamente distolse lo sguardo dal viso dell’altra, poi le alzò un dito davanti agli occhi, titubante “Ti avverto, negherò di averlo detto..”
“Detto che cosa?”
“Che.. potrei..” Si accorse che aveva iniziato a torturarsi le mani e si impose di lasciarle cadere lungo i fianchi, incespicando un po’ nelle parole “.. essermi affezionata a te!”
Aspettò una reazione che, almeno all’apparenza, non ci fu. Regina si girò di nuovo e tornò a lavare i piatti come se nulla fosse accaduto.
Emma non potè vedere il sorriso che aveva increspato le labbra della mora e un po’ si sentì offesa per quell’atteggiamento. Non si aspettava di certo un ‘anche io’, non sarebbe stato da Regina, ma non era nemmeno giusto che venisse apertamente ignorata dopo quella specie di dichiarazione che mai avrebbe pensato di farle. O per lo meno che non era nei programmi dell’ operazione risolleviamo-l’umore-di-tua-madre, come l’aveva definita con Henry durante il tragitto in auto.
Con uno scatto deciso – e senza pensarci più di tanto - la spinse di lato e si sporse sul lavello per richiudere la fontana “No senti, non so se è colpa del tuo sidro di mele che ha rallentato i miei freni inibitori, ma adesso abbiamo iniziato il discorso e io intendo portarlo a termine!”
Regina sembrò oltraggiata da quel gesto – per un momento Emma temette di aver davvero esagerato – e prese un respiro profondo come a imporsi di mantenere la calma mentre le sue mani si poggiavano sui fianchi, come faceva sempre quando si innervosiva “Bene, allora se proprio vuoi saperlo il sentimento è condiviso!”  Vide lo stupore attraversare gli occhi di Emma e chinò un po’ la testa di lato, alzando gli occhi verso l’alto “Anche a me ci sono tante cose che non piacciono di te e che vorrei cambiare!”
A Emma venne quasi da ridere e anche il sorriso di Regina si distese “Ecco, ora ti riconosco!”   Durò solo pochi secondi, ma era la prima volta – la prima da quando si erano conosciute – che si ritrovarono a condividere un momento così.  Si erano guardate e avevano riso, la risata complice di due amiche che sanno di essersi capite al di là dalle parole dette.
E fu forse quel momento di frastornazione che spinse Emma ad essere ancora una volta sincera “E’ solo che con te.. è strano.. con te mi sento come se la cattiva tra le due fossi io!”
Regina quasi rise, ma stavolta mostrandosi davvero incuriosita da quelle parole “tu?”
“Si. Sono arrivata e ti ho tolto Henry. Poi a causa mia hai perso Robin, adesso tu hanno tolto la magia ed è di nuovo colpa mia..”
Il sorriso ironico del sindaco si spense, posò sul bancone lo straccio che aveva usato per asciugarsi le mani e fece un sospiro “Emma, tu..”
“No, dico sul serio!” La interruppe, decisa a portare a termine il discorso “Non faccio che ripensare a quello che mi hai detto quella sera, che più cerco di aiutare, più la tua vita peggiora..”
“Ho detto quelle cose perché ero arrabbiata!”
“Ma le pensavi!”
“si, le pensavo!” Vide Emma abbassare gli occhi imbarazzata e portarsi un dito alla bocca per mordicchiare nervosamente l’unghia. Le venne istintivo afferrare la mano della donna e allontanargliela dal volto. Era un gesto che aveva fatto tante volte con Henry per fare in modo che si togliesse quell’ odioso vizio di mangiarsi le unghie, un gesto per lei così normale da non accorgersi nemmeno dell’ espressione perplessa che si era dipinta sul volto della bionda. O che forse trovò normale considerando quello che le disse subito dopo “Ma penso anche che sei stata quella che ha creduto in me più di tutti. Mi hai tolto molte cose, ma me ne hai date altre. Mi hai dato delle possibilità, mi hai dato la tua fiducia. C’è stato un momento in cui sei stata l’unica a farmi pensare che valeva la pena cercare di essere una persona migliore, perché a differenza di tutti quelli che mi avrebbero sempre visto come la Regina Cattiva, tu eri disposta a credere che potevo cambiare”
“Io ci ho creduto davvero!”
“Lo so..” Si sfilò il grembiule che teneva ancora sui vestiti e si andò ad appoggiare al bancone, facendo cenno ad Emma di seguirla “Sai perché mi sono lasciata trascinare di nuovo al lato oscuro da mia madre, quando è arrivata qui?”
Emma scosse la testa. Aveva sempre creduto che il richiamo al lato cattivo fosse stato semplicemente troppo forte ma non aveva mai ascoltato la sua versione “Perché?”
“Perché tu hai smesso di credere in me. Mi hai accusata di aver ucciso Archie e io mi sono sentita di nuovo sola.  Te lo ricordi quello che mi hai detto? ‘Puoi fingere quanto ti pare, ma sappiamo come sei fatta davvero, e che sarai sempre così’.  Dicevi che Henry non mi avrebbe mai creduta, non hai nemmeno lasciato che lo vedessi per provare. In quel momento mi sono sentita come se non avessi più nessuna possibilità..”
Emma sentì una strana sensazione attanagliarle lo stomaco. Sapere che quelle parole avevano ferito Regina così tanto da restarle impresse nella mente, vedere gli occhi lucidi di lei al solo ripensare a quei momenti, furono peggio di una pugnalata in pieno petto “Oh, Regina. Mi dispiace così tanto, io..”
Regina scosse la testa, stavolta era lei a non aver finito “Quando l’hai detto a Henry io ero lì, vi guardavo nascosta nella mia auto ed è stato..” Chiuse gli occhi, quei ricordi facevano ancora male ma non voleva che tornassero a tormentarla, non adesso che almeno con suo figlio era tutto risolto “E’ stato terribile!”
Emma annuì, sinceramente dispiaciuta “Posso immaginarlo, e mi dispiace tanto, ma Regina  è per questo che insisto così tanto con te. Perché ci siamo fatte del male a vicenda per un sacco di tempo e ora basta, non voglio più lottare, non voglio ferirti e non voglio che tu ferisca me, voglio che ci sia un rapporto diverso tra noi due!” Ebbe un momento di esitazione prima di lanciarsi in quel gesto folle, poi decise di rischiare e le prese entrambe le mani, stringendogliele forte. Per un momento pensò di essere respinta ma sorprendentemente quella non reagì, seppur tradendo un leggero disagio per quel gesto “C’ho messo del tempo a capirlo, ma noi due siamo più simili di quanto non crediamo. Pensa a quanto possiamo essere forti insieme, ogni volta che ci siamo unite abbiamo fatto cose enormi, e pensa a quanto sarebbe felice Henry!”
Regina annuì, pensando per un momento alla faccia di suo figlio se le avesse viste andare d’accordo, comportarsi finalmente come una famiglia. Poi un pensiero le attraversò la mente e ritrasse le mani, incrociandole dietro la schiena.
“Tutto questo ha a che fare con i miei poteri?” Chiese.
Emma corrucciò lo sguardo, senza nascondere la delusione “In che senso?”
“E’ perché non ho più la magia?”
“No, che c’entra! Non pensi che dovrebbe essere il contrario, semmai? Che motivo dovrei avere di tenerti buona ora che sei inoffensiva?”
Regina allargò le braccia, come se non ci fosse nulla di così complicato da capire “E’ quello che avreste sempre voluto, no?  Senza magia la Regina Cattiva è morta per sempre,  è la vostra vittoria, adesso vado bene per i tuoi genitori, vado bene per Henry.. è così?”
“Non è per niente così, Regina!” Emma scosse la testa, demoralizzata. Credeva quasi di essere riuscita a instaurare un contatto, e invece stava crollando tutto, per l’ennesima volta “Perché devi sempre pensare male?”
“Perché forse alla fine lo penso pure io. Forse è giusto che siano andate così le cose, Henry ha sempre odiato la magia!” In un attimo le passarono davanti agli occhi tutti i momenti in cui suo figlio aveva mostrato disprezzo per lei e per i suoi poteri e dovette sbattere più volte gli occhi per trattenere una lacrima. La gente aveva sempre avuto paura di lei, la chiamava mostro. Era colpa della magia, se ci rifletteva. O meglio, era colpa sua, ma la magia l’aveva sicuramente aiutata a farsi terra bruciata intorno. “Adesso sono solo Regina, alla fine è quello che volevo pure io, no?”
“Senti!” Emma scosse la testa,  afferrandole una spalla in un maldestro tentativo di conforto “per me la Regina Cattiva è morta già da tempo, e non pensare minimamente che sia contenta di quanto è successo oggi.  Non me ne frega niente se sei meglio con o senza la magia, tutto quello che so è che nessuno ha il diritto di decidere per te e ti ho promesso, e te lo ripeto, che io quei dannati poteri me li riprenderò e tu li riavrai, e sarai solamente tu a decidere cosa farne. E cerca di capire che non è questa stupidaggine della magia a fare la differenza. Tu oggi mi hai salvato la vita, questa è la persona che sei adesso, e lo sei a prescindere da tutto il resto. Hai capito?”
Regina annuì, lasciando che una lacrima le scivolasse sul viso e non facendo nulla per nasconderlo. Senza saperlo, Emma le aveva appena detto la più bella cosa che potesse sentirsi dire, una cosa che non aveva mai sentito nemmeno da Robin. Le aveva detto che nessuno aveva il diritto di scegliere per lei. Probabilmente la donna non si rendeva nemmeno conto del significato che quelle parole avessero per lei, che aveva vissuto una vita intera in base alle decisioni altrui.
Così non fece una piega quando Emma, del tutto improvvisamente, le circondò le spalle con le braccia e la strinse in un abbraccio. Sentì i capelli biondi solleticarle il collo e una voce vagamente esasperata che le sussurrava in un orecchio “E se non ti è di troppo disturbo cerca di avere un po’ più di fiducia in me, idiota!”
Normalmente si sarebbe offesa per quell’appellativo che nessuno aveva mai osato rivolgerle, ma Emma l’aveva fatto con una tale tenerezza nella voce da farle persino spuntare un sorriso. Ricambiò in maniera un po’ impacciata quell’abbraccio e quando Emma si staccò, le lanciò subito un occhiata di ammonimento “Tu lo sai che questo non significa che ti ascolterò mentre ti ingozzi di biscotti al cioccolato e mi confidi le tue pene d’amore, vero?”
Emma lasciò andare una risata, scuotendo la testa “L’avevo messo in conto, non ti preoccupare!”
“Bene, certe cose meglio chiarirle da subito!”
La bionda le fece una linguaccia “antipatica!”
“Immatura!” Ricambiò Regina con una smorfia.
“Va bene!” Si arrese l’altra, alzando le baraccia “Direi che per stasera ti ho scocciata abbastanza con le mie chiacchiere. Vado via ed Henry resta qui e non azzardarti a replicare!” La ammonì con un dito.
Regina annuì con un sorriso “grazie!”
Emma alzò le spalle mentre si infilava la giacca “Lo faccio per lui, ormai sta dormendo e chi lo sente se lo svegliamo!”
La mora roteò gli occhi e scosse la testa “Non per Henry, Emma!”
“Ma davvero? Non l’avevo capito!” La prese in giro, mettendosi inevitabilmente a ridere “Fatevi sentire domani, tutti e due! E mi raccomando, sveglia alle sette e non più di tre pancakes a colazione!” Aggiunse mentre entrambe si spostavano verso l’ingresso.
L’altra si portò le mani ai fianchi con una smorfia “Già cominci? Il ruolo della madre severa è mio!”
“Lo so, ma ogni tanto mi diverto a fare te! Henry me lo dice sempre.. ‘sembri mia madre quando fai così’ e lo sai? Ha ragione!” Emma spalancò la porta con un ghigno divertito e le rivolse un ultimo sorriso, che aveva tutta l’aria di essere un sorriso felice “Buonanotte, Regina!”
“Emma?”
“Che c’è?”
“Stai attenta. So che fremi dalla voglia di entrare nella parte della Salvatrice, ma ricordati che Gold voleva imprigionare te in quel cappello.  Quindi.. cerca di andarci piano con questa cosa dell’eroina. Sai, adesso mi risulterebbe piuttosto difficile salvarti la pelle!”
Emma arricciò le labbra in una smorfia accigliata “Un semplice stai attenta sarebbe stato sufficiente, Regina. Comunque grazie per l’interessamento!”
La mora finse di non aver recepito e la congedò con uno dei suoi sorrisi ironici “Buonanotte Miss Swan!”
 
 
Regina pensò a quanto fosse stata strana quella giornata mentre sistemava il resto della cucina. Se Gold stava cercando di farsi terra bruciata attorno, aveva decisamente fatto male i suoi calcoli.  Non solo non era riuscito a disfarsi di Emma, ma aveva pure fallito nel tentativo di indebolire lei.
Le aveva tolto la magia ma senza saperlo le aveva dato qualcos’altro. Che cosa fosse di preciso non lo sapeva ancora, ma si sentiva già un po’ più forte.
Le ritornò alla mente una frase che sua sorella le aveva detto, un inconsapevole insegnamento che avrebbe conservato gelosamente per sempre. Non riesci a renderti conto di quello che possiedi.
Eppure sembrava che lentamente stesse iniziando a capirlo.





----> Non avevo visto l'episodio 4x05 quando ho scritto questa seconda parte.
In realtà era già completa quando ho postato la prima, l'avevo divisa solo perchè non ero convinta di come avevo proseguito e mi ero ripromessa di rivederla.
Temevo di essere andata un pò troppo OOC con Emma, e in questo senso devo dire che l'episodio mi ha tranquillizzata perchè ho notato delle vaghe somiglianze con quanto avevo scritto. Le quali da una parte mi avevano fatto tirare un sospiro di sollievo - dall'altro ho temuto che si potesse pensare che avevo scopiazzato. =D

Poi mi sono resa conto che in realtà c'erano anche tante differenze - io mi sono spinta un pò più oltre con le confidenze - quindi ho lasciato stare l'idea di cambiare tutto e ho riportato fedelmente la versione iniziale, appena appena ritoccata.

Sinceramente? Avrei voluto che fosse leggermente più Swanqueen, ma non me la sono sentita di addentrarmi in questo "territorio".
Per me le fan fiction Swanqueen sono sacre, considerando che non avevo mai neanche lontanamente immaginato a Regina ed Emma come una coppia e poi quando sono approdata qui ho letto cose meravigliose, che alla fine ero tipo "Come diavolo ho fatto a non pensarci prima?" >.>
E' strano, perchè leggo le fan fiction e mi sembrano la coppia perfetta, poi guardo OUAT e per quanto le adori ogni giorno sempre di più, in loro vedo una forte e sincera amicizia più che una storia d'amore. Quindi, per il momento continuo a shippare Saviorqueen. Poi chissà.. =)

Comunque, grazie per essere arrivati fin qui, qualsiasi sia la vostra OTP.  
Sono felice di aver fatto questo esperimento con Emma e Regina, dopo aver scritto solo degli Outlawqueen.  Viva le ship, tutte quante, perchè sono tutte meravigliose! <3 

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