A Magic Alliance

di AlexVause
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
Era un pomeriggio calmo e assolato.
Il giovane Henry, ormai dodicenne, si era inoltrato nella foresta che circondava Storybrooke.
Il suo “spirito esploratore” gioiva alla vista di quei boschi tutti da scoprire, cosa che in una New York circondata solo da grattaceli e case non era possibile.
Dover riacquistare la memoria tramite una pozione, il ritorno nel Maine dopo un anno di assenza e aver ritrovato tutta la sua famiglia di cui aveva scordato tutto erano molte cose da assimilare.
In quel momento aveva bisogno di un po’ di quiete e quello era il posto migliore per pensare.
Qualcuno, però, decise di approfittare della sua solitudine.
Passi leggeri avanzavano fra alberi e cespugli.
Due occhi verde brillante con sfaccettature dorate fissavano il ragazzino, ignaro di quella presenza.
Nascosta fra gli alberi, la figura oscura sembrava attendere un istante ben preciso.
Uno scalpiccio di zoccoli in lontananza si stava avvicinando sempre più a loro.
Henry se ne accorse.
Alzò la testa dal libro di favole a cui tanto era affezionato per guardare nella direzione da cui provenivano i nitriti.
Un uomo con un turbante nero e il viso semi coperto da uno scialle che gli ricadeva sulle spalle cavalcava il destriero che arrestò poco distante dal ragazzino, ora in piedi incuriosito e un po’ spaventato.
Nessuna parola dall’uomo, il cui sguardo diceva più di mille parole.
Scese da cavallo continuando a fissare il ragazzino.
- Non mi resta altra scelta.
Disse prima di fiondarsi su Henry, ma ancor prima che le sue mani toccassero il giovane, un’onda d’urto lo colpì in pieno petto facendolo cadere a terra rovinosamente. Il cavallo fuggì.
L’uomo si alzò dolorante guardandosi attorno, prima di muovere alcuni passi verso il ragazzo.
Delle radici iniziarono a strisciare sul terreno come serpenti, dirette verso il mercenario dagli occhi chiari.
L’uomo guardò a terra per poi tornare a guardare il giovane, come se fosse combattuto nella sua decisione.
I rami si avvicinarono sempre più sino a scagliarsi contro l’uomo che li schivò e scomparve, addentrandosi di corsa verso l’interno del bosco.
Una risata si udì fra gli alberi rivelando una donna dai lunghi capelli biondi e uno splendido vestito lungo sino a terra nero e viola.
Nella sua mano stringeva uno splendido bastone in legno su cui troneggiava un drago che tratteneva una sfera fra le sue ali.
- Tu…sei Malefica?
Chiese il ragazzino. La voce tremava leggermente. Voleva fargli del male?
- Può darsi.
La voce della donna era bassa e suadente.
- Sei…sei stata tu?
Domandò Henry indicando il punto in cui prima c’era l’assalitore.
- Forse.
- Vuoi…vuoi farmi del male?
La Strega sorrise.
- Oh no, mio caro…tua madre mi ucciderebbe.
Henry sembrò rilassarsi appena un po’.
- Conosci mia madre? Ti ha mandata lei?
Di nuovo un sorriso su quel volto così enigmatico.
La donna fece un passo avanti verso il ragazzino.
- Andiamo.
Henry fece un passo indietro.
- Dove mi porti?
- Non ti farò del male, se questo è ciò che ti chiedi.
La donna tese una mano verso il ragazzino, che abbassò lo sguardo verso essa.
- Mi sarai d’aiuto, nel convincere tua madre a fare una cosa per me.
Henry alzò lo sguardo guardandola negli occhi e fece un altro passo indietro.
- Che cosa?
La donna fece un passo in avanti. La mano ancora tesa.
Henry arretrò di nuovo.
Lo sguardo di Malefica si fece più intenso e severo.
- Non sono affari tuoi, giovane ragazzo. Ora vieni con me.
Il ragazzino non si mosse di un passo. Lo sguardo serio scatenò un nuovo sorriso nella donna.
- Tua madre ti ha educato bene.




Nota di Alex: Ciao a tutti e Benritrovati a chi torna a leggermi e Benvenuti ai nuovi lettori.
Rieccomi con una nuova storia ricca di azione e magia.
Questo è un piccolo capitolo introduttivo.
Ho intenzione di aggiornare ogni martedì :)
Spero siate in molti a farmi visita e recensire...adoro leggere le vostre opinioni.
Alla prossima :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Era tardo pomeriggio, oramai, e al Granny’s i Charming, Emma e Regina, nonché Hook, Gold e Belle, si erano riuniti a parlare dell’ultimo anno trascorso senza ricordo alcuno e dell’improvviso ritorno a Storybrooke dei personaggi delle fiabe.
- Sentite…davvero non avete alcuna idea su chi sia stato a portarvi qui e perché?
Domandò Emma. Questa situazione era a dir poco preoccupante.
- Miss Swan, se fossimo a conoscenza di…
Ma Regina s’interruppe dopo aver visto comparire Malefica assieme al piccolo Henry in una nuvola porpora.
- Salve a tutti.
Salutò sorridendo la strega dai capelli lunghi e biondi.
Dopo la loro comparsa, tutti erano rimasti senza parole.
- Scommetto che sono riuscita ad ottenere la tua attenzione, Regina.
Disse Malefica, spingendo davanti a se il piccolo Henry.
- Credo tu abbia ottenuto l’attenzione di tutti noi.
Regina stava calcolando ogni mossa. La sua amica d’un tempo era molto più potente di lei.
La vita di Henry era in serio pericolo.
- Non fare sciocchezze Malefica.
Intervenne Snow, alzandosi in piedi velocemente, seguita da tutti i presenti al tavolo dei Charming.
- Non mi sembra di aver detto, che voi potevate parlare.
Con un gesto della mano, la Strega pietrificò Biancaneve, David e Gold.
- Ma che diavolo…
Sbottò Emma.
- Oh. Ti avevo dimenticata.
Sorrise Malefica, lanciando lo stesso incantesimo allo Sceriffo.
Regina bloccò la magia diretta alla bionda Swan ponendosi davanti a lei.
- Cosa vuoi? Parla chiaro.
Domandò l’Evil Queen.
- È così che si tratta una vecchia amica?
La Strega fece un ampio sorriso.
- Soprattutto dopo avermi rinchiusa per ventotto anni in una caverna.
Il sorriso di Malefica mutò in ghigno di sfida verso l’amica di un tempo.
- È la vendetta ciò che cerchi?
Regina se lo aspettava da tempo.
- Non proprio. Ho scoperto chi detiene le mie ali e indovina un po’, amica cara? È la stessa persona che ha mandato un mercenario a rapire il vostro Henry.
- Qualcuno vuole rapire Henry?
Chiese Emma furiosa.
- Malefica, se qualcuno ha mandato un brigante a rapire mio figlio, perché ce l’hai tu?
Regina si fece avanti.
- L’ho intercettato. Ero certa che mi sarebbe servito per farmi aiutare da te. Me lo devi.
L’ex Sindaco serrò la mascella.
- Ti avrei aiutata comunque.
Sbottò la mora.
- No, non è vero.
Gli occhi dell’Evil Queen divennero due fessure.
- Non guardarmi così. Lo sai anche tu che ho ragione.
Affermò la strega, sicura di se. Conosceva Regina più di chiunque altro in quel posto.
- Che vogliono da noi? Da Henry?
Domandò Emma.
- Questo non lo so, ma intendo scoprirlo. In ogni caso, il regno di Aurora è stato invaso da un’armata di Scimmie Volanti, mandate come distrazione da una particolar persona a conoscenza di ciò che quel castello nascondeva segretamente per ventotto anni.
Finalmente l’avevo scoperto. Quando ero pronta a riprendere ciò che era mio, me l’hanno rubato…di nuovo. Ora siamo qui, in questa città maledetta, dopo un anno trascorso nell’Enchanted Forest.
So che sono state portate qui, devo solo capire come e da chi.
- Lascia andare Henry e ne parleremo con calma.
Disse Regina, avvicinandosi ancor di più.
- So cosa stai per dire: “Non hai bisogno di garanzie e questo lo sai benissimo”.
Lo sguardo tra le due maghe era fisso l’uno negli occhi dell’altra. Sembrava che stessero lottando mentalmente. Alla fine Malefica cedette. Sbuffando, spinse lievemente Henry verso la madre adottiva, ma il ragazzino non si mosse.
Nuovamente lo spinse, ma Henry non si scostò da lei.
- Dovete aiutarla. Per favore.
Regina alzò un sopracciglio.
- Ti sei specificata in Corruzione di Minore?
Gridò la mora afferrando Henry e tirandolo verso di se. Il ragazzino però strattonò la presa.
L’Evil Queen lo lasciò. Era serio.
- Il vostro “fare comunella” mi preoccupa.
Disse rassegnata la madre adottiva, mentre Emma si avvicinò ai tre.
- Se ce lo chiedi tu, faremo il possibile.
Disse lo Sceriffo mettendo una mano sulla spalla del figlio, per poi guardare Malefica.
- Sblocca i miei genitori e poi ne parleremo.
Malefica sorrise.
- Amica mia, solitamente lasci che questa ragazzina ti dia ordini?
La mora alzò gli occhi al cielo, indicando i Charming.
- Povera te.
Fu il commento della Strega, prima di riportare alla normalità i genitori di Emma.
 
Dopo essersi allontanati dal Granny’s andarono tutti in municipio e, nella grande sala delle riunioni che veniva usata per le assemblee cittadine, si sedettero ed affrontarono la questione.
I Charming, Emma, Regina, Hook e Belle assieme a Gold erano intenti ad ascoltare il racconto di Malefica ed Henry su tutto ciò che era accaduto.
A discorso ultimato, nella sala calò il silenzio.
La prima persona ad infrangerlo fu David.
- Puoi togliermi una curiosità? Perché tu non hai perso la memoria come tutti noi?
- Perché ero lontana, quando la maledizione che vi ha riportati qui vi ha nuovamente colpito.
Come potete vedere, Aurora ed il suo principe, non sono presenti  in questo luogo.
La Strega aveva ragione. Il regno della “Bella Addormentata” non era stato colpito ne allora ne adesso.
Regina si alzò in piedi.
- Se ho capito bene, devo venire con te alla ricerca del tuo “non so chi” nel bosco.
- Vedo che hai compreso.
Sorrise Malefica.
La mora sospirò. Non era convinta di tutta quella storia, ma accompagnando la strega avrebbe di sicuro scoperto se mentiva o diceva la verità.
- Dai, muoviamoci.
Sbottò Regina, avviandosi verso l’uscita.
- Ma come Regina, adesso?
Domandò Emma alzandosi in piedi velocemente.
- Adesso. Prima andiamo e meglio è.
Rispose l’Evil Queen quasi seccata.
- Non mi sembri molto disposta.
Constatò Malefica.
- Non lo sarò nemmeno fra 5 minuti, per cui sbrighiamoci.
- Vedrai, amica mia, una volta trovato il mercenario che ha tentato di rapire Henry, troveremo anche la persona in possesso delle mie ali.
- Sì. Come vuoi.
- È svogliata.
Disse Malefica ai presenti, prima di raggiungere l’ex Sindaco.
- Quando troveremo qualcosa, faremo ritorno.
Gridò infine la bionda maga prima di uscire dalla porta..
- Nuovi guai…non ci volevano.
Aggiunse Emma atterrita, guardando i propri genitori.
 
Si erano addentrate nel bosco ormai da un’ora.
Tra loro il silenzio più assoluto.
- Questo tuo mutismo nei miei confronti è a dir poco fastidioso. Dovrei essere io la persona arrabbiata e offesa fra le due, visto che mi hai segregata come un animale per tutti questi anni.
Disse Malefica con tono severo.
- Vuoi la verità? Sono certa, che questa è una tua messinscena, pensata per vendicarti di ciò che ti ho fatto. Credi che non lo sappia?
La bionda strega a quelle parole rise.
- Se volessi ucciderti, non esiterei. Credevo mi conoscessi. A quanto pare, mi sono sbagliata.
Malefica era un po’ delusa, da quel pensiero espresso da parte di Regina.
Il silenzio prese nuovamente il posto, di quelle poche parole appena scambiate fra le due.
Regina e Malefica passeggiarono l’una di fianco all’altra per qualche altro minuto prima che si udisse un click sordo accompagnato da un fruscio sospetto, dopodiché l’Evil Queen si ritrovò appesa a testa in giù.
- Ma cosa?
Chiese perplessa la Strega. Era stato tutto così veloce, da non farle comprendere immediatamente l’accaduto.
Appena Malefica si voltò, nel vedere l’amica che penzolava davanti a lei, scoppiò in una fragorosa risata.
- Smettila di ridere e tirami giù!
- Scusa, ma è una di quelle cose che se poi ci ripensi, ti viene ancora da ridere.
Si scusò la bionda Strega continuando a sghignazzare.
- Stai bene?
Domandò poi cercando di trattenersi.
- No!
- E non puoi svanire?
- Seriamente? Credi che se avessi potuto farlo, starei qui tranquilla a penzolare davanti alla tua faccia?
Credo che la corda sia incantata.
- A me non sembri tranquilla infatti…aspetta, forse posso…
Malefica cercava di capire, a cos’era fissata la corda che teneva appesa Regina e soprattutto a come liberarla.
- Secondo me, questo sta a significare che siamo vicini a qualcosa.
- Ma pensa.
Disse ironicamente la mora.
Malefica era pensierosa.
- Tirami giù da questo dannato albero!
Gridò Regina infuriata.
- Shh non gridare. Vuoi che sappiano tutti dove siamo? Vado a chiamare aiuto.
- No. No, no. Solo…infrangi l’incantesimo sulla corda e tirami giù. Così possiamo continuare questa stupida ricerca.
A quelle parole, Malefica si fermò a fissare l’amica.
La guardò dritta negli occhi. Si udiva solo il fruscio degli alberi.
- Ti sei offerta.
Disse poi con tono duro.
- Sei seria? Hai rapito mio figlio e l’hai usato come merce di scambio per ottenere il mio aiuto! Ero obbligata a seguirti.
- No, non è vero. E comunque non l’ho rapito, l’ho salvato. È diverso.
Ci fu qualche istante di silenzio fra le due, poi la Strega riprese a parlare.
- Ti avevo detto che la maledizione era una brutta idea. Se non l’avessi attivata, non saremo arrivati a questo punto. Una maledizione, che conduce ad un disastro, che porta ad un’altra maledizione e alla maledizione della maledizione…
- Non farlo.
La interruppe l’Evil Queen con tono fermo.
- Fare cosa?
- Dare tutta la colpa a me.
- Tu sai cosa intendevo.
- Proprio perché lo so, ti dico “non farlo”. Se continui così, ti aggregherai agli altri dicendo che tutti gli stupidi problemi della vostra inutile vita, sono nati a causa mia.
- Regina…gran parte di quei proble…
L’ex Sindaco diede un pugno sulla spalla di Malefica. Il colpo, seppur lieve, iniziò a far dondolare la mora per il contraccolpo.
- Senti Malefica, voglio solo che mi tiri giù da qui.
La bionda strega afferrò l’amica fermando il suo dondolio fastidioso.
- Cadrai di testa lo sai?
A quella domanda Regina non rispose.
- Vi aiuto io.
Una voce proveniente dalle loro spalle, risollevò loro il morale.
- Miss Swan…le sarei grata se la mia testa rimanesse integra.
Emma sorrise.
- Ero certa che vi sareste ammazzate, qualche metro fa.
- Lo sai vero, che non fa ridere?
- Un po’ sì.
Mentre Malefica toglieva l’incanto dalla corda, Emma sorreggeva Regina sino a rimetterla a terra e in piedi, una volta liberata.
- Perché sei qui Swan?
Domandò Regina con tono duro.
- Lo sai vero che basterebbe un semplice grazie ad entrambe?
L’Evil Queen sospirò.
- Noto che hai portato la spada di tuo padre.
Disse poi la mora ignorando ciò che la bionda Swan aveva detto poco prima.
A quelle parole Malefica guardò la salvatrice.
- Non dare importanza alla cosa, lei non è capace di gentilezza alcuna.
Regina nell’udire che il soggetto di quella frase era lei, sospirò incamminandosi lungo il sentiero che portava sino al cuore del bosco.
 
- Qui non c’è niente.
Sbottò Regina frustrata. La fitta vegetazione lasciava a stento penetrare la luce del sole fra le fronde degli alberi.
- Sarà meglio tornare indietro prima che faccia buio.
Aggiunse Emma.
- Siamo vicine a qualcosa, me lo sento.
Disse Malefica guardandosi intorno.
- Ed io sono convinta, che da quando abbiamo superato quella specie di confine creato da rovi, qualcosa sia cambiato.
Constatò pensieroso l’ex Sindaco.
- Nessuno nota, lo strano silenzio che c’è nell’aria?
Le tre donne, smisero di camminare. Malefica aveva ragione. Tutto sembrava immobile.
- C’è qualcuno qui per voi. Qualcuno atto a fermarvi.
Scruta ogni vostra mossa. Occhi fissi su di voi, a seguire ogni singolo movimento che fate.
La voce estranea di donna che si era udita, le mise in allarme.
- Mostrati!
Gridò Regina.
Una risata si udì in risposta.
- Il vostro tempo è finito. Qualunque scelta farete, siete destinate a perdere.
Le due maghe si guardarono negli occhi, una di fonte all’altra.
Emma era a pochi passi da Regina che tentò di creare una palla di fuoco ma senza successo.
Un sibilo quasi impercettibile si udì fra gli alberi e prontamente Malefica scostò con una mano l’amica davanti a se, allontanandola.
Una freccia sfiorò i loro visi.
- Correte.
Fu l’ultima parola detta dalla Strega bionda.
L’Evil Queen ed Emma obbedirono all’istante.
Alle loro spalle, decine di frecce venivano scoccate nella loro direzione.
Passavano vicinissime ai loro volti, ai loro corpi.
- Non fermatevi. Se arriviamo al confine di rovi, riavremo l’uso della magia.
Gridò Regina alle compagne di sventura.
Correvano a perdifiato.
Il fiato corto. Non erano abituate alla fuga. Amavano affrontare il pericolo, ricorrendo ad incantesimi adatti allo scopo, ma in quel luogo erano solamente due donne comuni.
Accanto a loro passavano veloci alberi, massi, vegetazione di ogni genere.
Nelle orecchie solo i fischi delle frecce che le sfioravano.
- Ci siamo quasi!
Esclamò Emma.
Pochi passi le allontanavano dal confine. Una volta raggiunti i rovi, Regina si voltò velocemente afferrando al volo con la mano, una freccia che le ferì di striscio lo zigomo.
Malefica alzò uno scudo e le frecce che lo colpirono caddero al suolo.
- Vattene Emma! Qui ci pensiamo noi!
Le disse Regina spingendola lontana da quel posto.
Malefica allargò lo scudo per proteggere anche le due donne al suo fianco.
- Posso aiutare.
Si offrì lo Sceriffo.
- No!
Urlò Regina duramente.
- Ma posso aiutare!
- No, non puoi e adesso va via!
Malefica la cacciò duramente ed Emma si allontanò.
Decise di andare a chiamare aiuto o perlomeno avvertire i suoi genitori e Gold.
Più magia avrebbero avuto a disposizione e meglio era per loro.
Qualcuno però la seguì, parandosi dinnanzi a lei bloccandole la strada.
- Non puoi andartene. Sapevo che qualcuno avrebbe fermato l’attacco verso il ragazzino, portandomi poi il pesce più grosso. Avete abboccato all’amo e non ho nemmeno dovuto sforzarmi. Meglio così per voi. Credimi Salvatrice.
L’uomo dal volto coperto, si mostrò alla bionda Swan che fece un passo indietro.
- Chi sei tu? Cosa vuoi da me?
Domandò Emma. Il suo cuore batteva veloce. Era da sola e poteva difendersi solo con una spada che sapeva a malapena usare.
- Come ho detto a tuo figlio, non ho altra scelta. Seguimi senza ribellarti.
Rispose il mercenario facendo un passo verso la ragazza, ma ella arretrò.
- Emma!
Gridò Regina lanciando una palla di fuoco verso l’uomo, che schivò abilmente e imbracciando velocemente arco e frecce era pronto a colpire la mora.
Malefica arrivò subito dopo, disarmando lo straniero con un gesto della mano.
Le due maghe tentarono un attacco contro il mercenario ma qualcosa arrivò alle loro spalle costringendole a usare la magia contro i nuovi assalitori.
- Scimmie volanti?
Chiese stupita Regina a Malefica.
Dopo un attimo di smarrimento, l’uomo sfoderò un pugnale e attaccò Emma che prontamente gli afferrò le braccia.
Nella colluttazione, lo sceriffo riuscì a notare un tatuaggio poco prima di essere colpita al volto da un pugno e cadere a terra.
Regina lanciò delle palle di fuoco verso gli animali, mentre Malefica le colpì con alcuni stiletti ghiacciati.
Poco dopo, senza una spiegazione apparente, il mercenario fuggì e il gruppo di scimmie volanti si allontanò.
Regina e Malefica dopo essere certe che il pericolo fosse cessato, andarono verso Emma che lentamente benché un po’ stordita, si mise a sedere.
- Stai bene?
Le domandò l’Evil Queen porgendole la mano.
La ragazza l’afferrò, usandola per aiutare ad alzarsi.
- Sì.
- Torniamo a casa.
Aggiunse la mora verso Malefica, che fece un cenno d’assenso con il capo.
- Prima di venire a cercarvi, ho detto ai miei che era meglio se ci attendevano al Granny’s.
Informò Emma.
Le due maghe si avvicinarono a lei e insieme svanirono.



Nota di Alex: Vi regalo un altro capitolo perché il primo introduttivo è troppo breve :P

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Al Granny’s, l’aria era ricca di tensione.
I Charming, Gold, Belle e Hook assieme al piccolo Henry, attendevano notizie su tutto ciò che stava accadendo.
- Ehi Henry, guarda questo video…c’è un gattino che mangia cibo per cani e il cane mentre lo guarda sembra faccia tipo: “coooosa?”…è divertentissimo.
Disse sorridendo Ruby per distrarre il ragazzino visibilmente preoccupato, ma subito dopo, Regina, Malefica ed Emma apparirono nella tavola calda facendo sussultare i presenti.
- Allora? Che avete scoperto?
Chiese David preoccupato avvicinandosi alle tre donne, imitato dalla moglie.
- Metà della foresta di Storybrooke è sotto un incantesimo che impedisce l’uso della magia.
Iniziò Malefica.
- Cosa a dir poco importante visto che in meno di due ore abbiamo affrontato arcieri, un mercenario e scimmie volanti.
Continuò Regina.
- Scimmie volanti?
Chiese Biancaneve strabuzzando gli occhi.
- E la ragazza fa tipo: “cooosa?”…
Disse Ruby incredula.
- C’è di più…
Tutti si misero a guardare Emma, comprese le due maghe.
- Quando il mercenario mi ha attaccato, ho notato un tatuaggio sul suo braccio…
La porta del Granny’s si aprì.
Robin Hood entrò nella tavola calda assieme al piccolo Roland, che appena vide Regina le saltò in braccio.
Sorridendo l’Evil Queen lo prese fra le braccia.
- Salve a tutti. Regina…
L’uomo fece un cenno del capo seguito da un ampio sorriso dedicato alla mora.
- Buonasera Robin.
Salutò l’ex Sindaco gentilmente.
- È accaduto qualcosa? Sembra che stiate facendo una riunione.
Chiese Robin con lieve preoccupazione.
- No no…
Si affrettò a dire Emma.
- Ci siamo riuniti per cena, sai, stare tutti riuniti è bello.
Aggiunse poi la Salvatrice. Era meglio non far sapere nulla a nessuno, almeno fino a che non erano a conoscenza di più dettagli.
Regina posò a terra Roland.
Il piccolo volle essere preso in braccio dal padre che ridendo lo issò in alto, prima di tenerlo fra le braccia.
Emma impallidì in un istante.
- Regina, posso parlarti?
L’ex Sindaco si congedò, accompagnando la bionda fuori dal Granny’s.
- Non si sente bene, Miss Swan?
Chiese Regina con tono serio.
Emma continuava a camminare. Si allontanarono dalla tavola calda e appena furono abbastanza distanti, lo Sceriffo si fermò.
- È Robin.
Disse tutto d’un fiato la Salvatrice.
- Prego?
Chiese Regina. Non aveva capito dove la bionda volesse arrivare.
- Il mercenario è Robin.
- Ne è certa?
Domandò poi la mora.
- Il tatuaggio che lui ha sul braccio, è lo stesso che ho visto prima che quell’uomo mi colpisse.
Stesso posto, stesso disegno.
L’Evil Queen rimase senza parole. Fu come un pugno nello stomaco.
Si era affezionata a quel bambino e pensare che suo padre avesse cercato di rapire Henry…
- Prima di formulare una simile accusa, dobbiamo accertarci che ciò sia vero.
Cerchiamo di tenerlo d’occhio.
Disse Regina con tono fermo.
Una nuvola porpora si palesò al fianco delle due donne.
- Che facciamo adesso?
Chiese Malefica dopo essersi materializzata.
- La presenza di scimmie volanti, ha una sola spiegazione.
Rispose la mora.
- La strega cattiva dell’ovest?
Domandò la bionda strega.
- Chi…quella di Oz? Andiamo…non ditemi che esiste.
A quella domanda fatta da Emma, Regina alzò un sopracciglio.
- Ok, ok…ci credo. Non guardarmi così.
L’Evil Queen sorrise, per poi tornare seria immediatamente.
- Miss Swan, si riposi. Io e Malefica studieremo la situazione. Avvisi sua madre che domani ne riparliamo a colazione, nel vostro appartamento.
Disse risoluta l’ex Sindaco.
- Io vorrei aiutare.
- Non ci serve a nulla stanca.
Il tono di Regina risultò acido.
- Neanche voi se è per questo.
Sbottò lo Sceriffo seccata.
- Faccia come le ho detto.
Quelle furono le ultime parole dell’Evil Queen prima di svanire in una nuvola viola.
- Ti conviene ascoltarla. Se davvero si tratta di Zelena, domani sarà una giornata molto pesante.
Intervenne Malefica per poi scomparire in una nube porpora.
 
Le due maghe erano nell’ufficio di Regina a casa Mills. Ogni manuale di magia presente in quella casa, riempiva la scrivania dell’ex Sindaco attorno alla quale erano sedute le due donne.
- Converrebbe fare un incantesimo a Robin, per seguire i suoi movimenti.
Constatò Regina, senza sollevare la testa dai libri.
Stavano cercando ogni notizia utile, per poter sconfiggere Zelena
- Sarebbe utile.
Rispose la bionda strega, facendo apparire una sfera di cristallo nella sua mano.
- Avanti amica mia, a te l’onore.
Aggiunse poi porgendo l’oggetto magico all’Evil Queen.
Regina si alzò dirigendosi verso il camino, per raccogliere da un vaso di fiori una rosa rossa, e usarla per eseguire l’incantesimo.
- E poi dici che non è il tuo uomo.
La prese in giro Malefica.
- È stato un presente da parte sua per averlo aiutato…
- A lenire la solitudine?
A quella domanda gli occhi dell’ex Sindaco divennero due fessure.
- No. A trovare un lavoro.
La sfera s’illuminò e le immagini che apparivano dapprima confuse, si fecero via via più nitide.
Era come se una telecamera seguisse Robin Hood, in ogni suo movimento.
 
Passarono un paio d’ore.
Regina e Malefica oltre a cercare informazioni, prestavano anche attenzione a ciò che faceva l’uomo nella sfera di cristallo.
- Ma quanto è noioso il tuo uomo.
Sbuffò la strega ormai stanca.
- Non è il mio uomo.
Rispose seccata la mora.
- Ti va una partita a scacchi? È da ventotto anni che non ne faccio una…chissà perché.
Propose Malefica.
Regina alzò gli occhi al cielo per l’allusione, ma accettò di buon grado scostando i libri alla sua sinistra e facendo spazio per mettere sul tavolo una scacchiera in legno lavorato.
Entrambe le donne, dopo ogni mossa, riprendevano a leggere i libri di magia.
- Malefica, guarda qui.
- Aspetta, sto per fare la mia mossa migliore. A ha, cavallo in D6 e la tua regina è mia!
Regina sbuffò.
- Guarda adesso!
Ordinò la mora attirando l’attenzione dell’amica che scostò la scacchiera per vedere la scoperta recente della sua avversaria di gioco.
Spinse verso Malefica la sfera di cristallo, in cui si vedeva Robin con un libro tra le mani.
Una figura spiccava da quelle pagine, la stessa immagine che Regina mostrò in quell’istante alla bionda strega porgendole poi un volume sulla magia bianca.
- Un amuleto capace di indebolire Zelena? Utile!
Domandò Malefica, dopo aver letto la dicitura accanto a tale oggetto.
L’Evil Queen non rispose ma continuò a guardare l’uomo nella sfera.
Robin chiuse il libro e si apprestò a recuperare degli oggetti disposti sul tavolo.
- Secondo te, lui sa dove si trova?
Chiese la strega.
- E si sta apprestando per andarlo a recuperare.
Rispose l’ex Sindaco alzandosi in piedi imitata da Malefica.
Regina prese il proprio alfiere dalla scacchiera e con esso, atterrò il re dell’avversaria.
- Scacco Matto.
Disse con un sorriso di sfida guardando l’amica.
- Vedremo.
Sogghignò l’altra.
L’Evil Queen prese la sfera dal tavolo e si avviò verso la porta, seguita da Malefica.
 
Comparvero poco distanti dalla casa di Robin.
Avvolte da un lungo mantello nero, si confondevano con l’oscurità della notte.
Nella sfera si poteva vedere Robin prepararsi ad uscire e poco dopo lo videro affrettarsi dietro casa, salire su di un cavallo e correre verso l’interno del bosco.
Le due maghe fecero apparire dei cavalli su cui montarono.
Malefica stava per dare il comando all’animale per avanzare, quando Regina braccio teso verso il petto dell’amica, la fermò.
- Aspetta.
Disse Regina a voce bassa mostrando alla donna la sfera di cristallo.
Nell’oggetto magico si poteva vedere Robin fermarsi, far fuggire l’animale e raggiungere a piedi una capanna in legno.
L’uomo si nascose dietro un grosso albero.
Dopo qualche attimo si vide Zelena uscire dalla capanna, attraversare un piccolo cortile ed entrare in una botola, che doveva portare ad una specie di sotterraneo.
Robin colse l’occasione per intrufolarsi nella casa della strega.
Malefica e Regina osservano attentamente ogni sua mossa nell’oggetto magico.
L’uomo estrasse dalla tasca una pietra tonda e varcò la soglia di ogni stanza sino a che andando verso una parete, la pietra s’illuminò di un colore azzurro.
- Dove avrà trovato quel cobalto rintracciante?
Chiese Malefica incuriosita.
L’Evil Queen sbuffò.
- Un’idea credo di averla. Ecco spiegato, perché voleva assolutamente consegnarmi i fiori a casa.
- Era già stato a casa tua prima di allora?
- Sì, con Miss Swan.
Fra le due donne calò nuovamente il silenzio.
Robin si avvicinò al muro in legno e magicamente venne rivelato uno scrigno, nascosto in una piccola nicchia.
L’uomo lo aprì trovandovi l’amuleto che sia lui stesso sia le due maghe stavano cercando.
Velocemente il Principe dei Ladri s’intascò l’oggetto e fuggì via da quella casa correndo a perdifiato e badando bene che nessuno lo seguisse.
Malefica e Regina spronarono i cavalli e partirono all’inseguimento dell’uomo che continuava a correre fra gli alberi.
Erano vicine.
Andando al passo per essere più silenziose possibili, si divisero per accerchiarlo.
Regina lo raggiunse per prima.
In lontananza lo vide rallentare la sua corsa, guardarsi intorno e poi fermarsi.
Robin estrasse dalla tasca l’amuleto per poterlo guardare meglio.
L’Evil Queen fece comparire un arco nella sua mano e una freccia nell’altra.
Incoccò, prese un respiro profondo e poi scoccò la freccia che con un sibilo colpì la spalla di uno dei soldati che quel pomeriggio le aveva attaccate.
Era pronto ad assalire il Principe dei Ladri.
Robin sentendosi in pericolo si rimise a correre, credendo di essere lui il bersaglio, ma Malefica si parò dinnanzi la sua strada e con una magia lo fermò.
Regina poco dopo arrivò alle sue spalle. Scese da cavallo. Sul suo viso l’espressione era dura.
Si avvicinò silenziosamente all’uomo e gli strappò dalle mani l’amuleto che egli stringeva.
- Di a Zelena, che la vogliamo incontrare.
Disse Malefica a Robin che guardava Regina mortificato.
- Mi ucciderà…
Rispose il Principe dei Ladri.
- …l’ho rubato proprio a lei l’amuleto e probabilmente lo sa.
- Non ti preoccupare. Giocheremo d’astuzia.
Intervenne Regina poco prima di svanire.
Riapparve subito dopo, trattenendo per la giubba il soldato ferito. Aveva perso molto sangue perciò era semicosciente.
- Sarà lui il colpevole e tu l’eroe del momento che ha fermato il cospiratore.
- E come? Lui di certo non si prenderà la colpa.
- A quello penso io.
Disse Malefica.
Si avvicinò al malcapitato e con un gesto fulmineo del bastone lo ipnotizzò, dando a lui falsi ricordi.
- Ora non sarà più un ostacolo.
Sorrise la bionda strega.
- Non è giusto.
Disse a bassa voce Robin.
- Nemmeno rapire mio figlio.
Sbottò Regina.
- Non volevo rapire Henry. Sapevo che qualcuno mi avrebbe fermato. Il mio scopo era portare la salvatrice da Zelena.
Si difese l’uomo.
- Emma? Perché?
Chiese Malefica incuriosita. Che piano aveva in mente quella donna?
- Non lo so. Il mio compito era rapire Emma senza fare domande.
Regina a quelle parole serrò la mascella.
- Non importa più. Fai ciò che ho detto. E bada bene…ogni tua azione è controllata.
Disse poi la mora con rabbia.
- Lei ha mia moglie Marion.
L’uomo cercò di giustificare le sue azioni.
- Potevi dircelo. Ti avremo aiutato e lo sai. Ora vai.
Ordinò Malefica con tono secco.
- Noi andremo ad avvertire gli altri.
Aggiunse poi salendo a cavallo.
Regina si avvicinò a Robin guardandolo dritto negli occhi. Con un gesto lo liberò dall’incantesimo che lo imprigionava.
- Se lascio che tu non ti prenda la colpa del furto, è solo perché immaginavo ci fosse qualcosa di più che si celava nelle tue azioni. Non fraintendermi, non sei perdonato e ne riparleremo. Sono clemente e ti aiuterò a liberare tua moglie, tutto ciò solo perché voglio essere io ad avere l’ultima parola sul tuo futuro. Chiaro?
L’Evil Queen era stata dura, ma era la delusione a parlare.
- Comprendo.
Rispose Robin chinando il capo e andandosene.
- Non sei stata un po’ dura?
Chiese la bionda strega dopo qualche attimo di silenzio fra le due.
- Anni fa l’avrei ucciso.
- Quello è vero. Hai fatto passi da gigante, amica mia.
Rise Malefica con fare canzonatorio.



Nota di Alex: Come potete notare Marion non è stata portata indietro nel tempo / salvata da una certa persona.
Non ho voluto seguire il flusso di avvenimenti della terza serie proprio per evitare spoiler e creare qualcosa di incasinato by Me :)
Vi ringrazio tutti perché nonostante io abbia pubblicato solo 2 capitoli siete già in tantissimi a leggerla.
Spero non vi deluda.
Un grazie speciale ai recensori (adoro leggere le vostre opinioni), a chi la segue, a chi la ricorda e a chi l'ha messa fra i preferiti.
Grazie di cuore.
Alla prox :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Era notte fonda, ormai, quando Malefica e Regina comparvero a casa Charming.
- Ma cosa??
Sussultò Emma, alzandosi di scatto dal divano.
- Non stava dormendo, Miss Swan?
Domandò Regina, sorpresa che la bionda fosse ancora sveglia.
- Perché? Volevate forse rapinare l’appartamento?
A quella domanda ironica l’Evil Queen sospirò.
- Ovviamente.
Sorrise poi la mora, andandosi a sedere sul divano dove Emma si accomodò nuovamente.
- Abbiamo novità.
Il tono dell’ex Sindaco era serio e il sorriso svanì dal suo volto.
Dei passi si udirono sui gradini, e nella penombra rischiarata solo dalla timida luce azzurrina dello schermo della tv s’intravidero David e Snow.
Quest’ultima accese la luce del salone.
- È successo qualcosa?
Chiese Biancaneve preoccupata.
- Se tutto va secondo i nostri piani, riusciremo a incontrare Zelena.
 Informò i presenti Malefica.
- E come?
La preoccupazione apparve sul volto di Snow.
- Dobbiamo attendere Robin. Nel frattempo studieremo questo.
Disse Regina mostrando l’amuleto a forma di Ankh egizio dorato, che tutti guardarono incuriositi.
- Questo servirebbe a indebolirla.
S’intromise Malefica.
- In che modo?
Chiese David stringendo a sé la moglie.
- È ciò che dovremo scoprire.
Rispose di rimando la mora.
- Cosa c’entra Robin?
Domandò Snow. Lo sguardo serio.
- Questo ve lo spiegherà Emma. Noi abbiamo informazioni da trovare e poco tempo per farlo.
Tagliò corto Regina svanendo, imitata da Malefica.
- Nulla di buono scommetto…
Disse sospirando David, sedendosi a peso morto su di una poltrona.
 
- Regina, l’ho trovato!
Esclamò Malefica, senza ottenere alcuna risposta.
La bionda strega alzò un sopracciglio.
- Regina?
Chiamò nuovamente, voltandosi nel punto in cui era seduta l’amica, ma vide solo una sedia vuota.
La casa dell’ex Sindaco era immersa nel più totale silenzio.
- Maledizione, non c’è!
Esclamò Regina apparendo nella stanza e facendo così sussultare la strega.
- Cosa?
- Il libro degli incantesimi su amuleti storici.
A quella risposta Malefica si rabbuiò.
- Volevo avvertirti che avevo trovato l’ubicazione dell’incantesimo…e che esso si trova nel libro che tu, or ora, non trovi.
Gli occhi di Regina divennero due fessure.
- Solo una persona, oltre a me, è a conoscenza della parte nascosta e protetta della biblioteca.
Disse l’Evil Queen.
- E scommetto che è la stessa persona che ha preso il libro.
Sbuffò Malefica.
- Non ci resta che appurare questa teoria.
Aggiunse Regina mettendo una mano sulla spalla dell’amica.
- Vista l’ora tarda, però, sarà meglio riposare. Domattina, come prima cosa, andremo da Gold.
Concluse la mora, visibilmente stanca.
 
- Vederla alle prime luci del mattino, Regina, non è cosa a me gradita…
Disse Gold, sistemando alcuni oggetti nel suo negozio di pegni.
-…ma sono certo che ha a che fare con ciò che sta accadendo nel bosco.
Ipotizzò l’uomo voltandosi a guardare le due maghe.
- Cerchiamo il libro degli incantesimi su amuleti storici.
Disse Regina diretta. Il tono secco.
- Cosa vi fa pensare che lo abbia io, mie care?
- È una certezza, Gold.
L’uomo fissò lo sguardo su quello dell’ex Sindaco, facendo un sogghigno di sfida.
- Ad ogni modo, non sono incantesimi che potete affrontare voi. A quanto pare avrete bisogno di me.
Cosa dovete incantare?
Per rispondere alla domanda posta da Rumple, Malefica si avvicinò a Regina e mostrò all’uomo l’oggetto in loro possesso.
La vista di quest’amuleto incupì Tremotino che arretrò di un passo.
- Esiste solo un motivo per incantare quest’oggetto…voler indebolire il portatore dello Smeraldo. Il dubbio che ho avuto sin dall’inizio oramai è divenuto certezza, perché l’unica persona che lo possedeva era…
- Zelena.
Regina terminò la frase per Gold che si sedette su di una sedia.
- Ed è la stessa strega che come servitori usa scimmie volanti.
L’uomo sospirò.
- Ho un conto in sospeso con lei da più di trent’anni.  
Annunciò poi con i pensieri altrove.
- Ci aiuterà?
Chiese Malefica, bisognosa di una risposta.
- Sarete voi ad aiutare me.
Rispose l’uomo, alzandosi in piedi con sorriso di sfida.
 
Emma ed Henry erano seduti ad un tavolo al Granny’s, insieme ai Charming e Hook, quando Regina e Malefica entrarono nella tavola calda assieme a Gold e Belle.
Tutti sapevano per certo che, se il piano delle due maghe avesse funzionato, Robin avrebbe portato loro notizie proprio in quel luogo di ritrovo.
- Conosco Zelena e, fidatevi, non avrete tempo per prepararvi al suo attacco.
Gold informò i presenti.
- Cosa ci consiglia?
Chiese Emma.
- Voi sarete la sua piccola distrazione mentre io agirò sul suo indebolimento dalla torre.
Rispose Gold. Aveva già creato il suo piano perfetto nella mente.
- Volete farci ammazzare?
L’aggredì David.
- Io e Regina abbiamo la magia dalla nostra. Non sarete soli e allo sbando.
Intervenne Malefica.
- La cosa certa è che dobbiamo prestare attenzione a ogni attacco.
Aggiunse Regina.
- E tu, Henry, te ne starai qui buono buono.
Il ragazzino sbuffò guardando contrariato la madre adottiva.
- Non vogliamo che tu corra rischi inutili, lo sai.
Disse Emma poggiandogli una mano sulla spalla, prima che il lieve scampanellio della porta del Granny’s la distraesse.
Robin varcò la soglia con visibile incertezza.
Nella tavola calda, calò il silenzio.
- Avevate ragione, Regina, il vostro piano pare abbia funzionato.
Il Principe dei Ladri prese un profondo respiro.
- Pare che voglia incontrarsi con voi, ma non mi ha detto quando.
- Le sue precise parole?
Chiese Malefica incuriosita.
- “Di loro che ci vedremo...”
Iniziò l’uomo.
- “…non importa quando. Si accorgeranno di me.”
Qualcun altro terminò la frase per lui, catturando gli sguardi dei presenti.
Qualcuno che si trovava in quel locale con loro.
Un rumore di vetri infranti e versi animaleschi oscurò la risata di una donna che svanì in una nube verde.
Scimmie volanti avevano fatto irruzione al Granny’s, rompendo le vetrine della tavola calda e attaccando i presenti.
Regina ed Emma si precipitarono dal piccolo Henry, ma l’Evil Queen venne afferrata dal cappotto e trascinata in mezzo al locale, prima che Malefica riuscisse a colpire l’animale con una palla di fuoco.
Ruby, la signora Lucas, Belle e Mary Margaret presero in custodia il ragazzino, dando modo ad Emma di aiutare suo padre.
Dovevano portare quelle scimmie fuori dal Granny’s, ma prima ancora che le due maghe potessero mettersi in posizione d’attacco, gli animali erano già svaniti.
Regina e Malefica colsero l’occasione per uscire dal locale, seguite da Hook, Emma, David e Gold che svanì senza dire una parola.
Tutti si guardarono intorno alla ricerca di quegli animali, ma sembravano essere spariti nel nulla, così decisero di spostarsi verso la torre dell’orologio.
Poco prima di raggiungerla, una figura sembrava attenderli…Zelena.
- Sappiamo che non sei sola Zelena.
Disse Regina concentrata nell’udire ogni rumore.
La rivale sorrise. Con un cenno della mano rese visibili alcune scimmie volanti presenti sui tetti di alcune case. Erano circondati.
- Dicci cosa vuoi.
Ordinò il Principe, scatenando una risata da parte della bionda strega dalla pelle verde.
Zelena non rispose. Il suo sorriso scomparve.
Alzò le braccia al cielo pronunciando un incantesimo e all’improvviso il sole venne oscurato da nubi.
Una fitta nebbia calò su Storybrooke, mettendo in difficoltà la visibilità dei presenti.
- Fatevi stretti intorno a noi.
Disse Regina ai suoi alleati.
- Io penso allo scudo, tu alla nebbia.
Propose Malefica all’amica.
- Prestate attenzione ad ogni rumore intorno a voi.
S’intromise David. Spada sguainata, imitato da Emma e Hook.
I loro cuori battevano all’unisono.
L’Evil Queen iniziò a pronunciare una breve litania ripetuta e anche se con fatica, la nebbia iniziò via via a dissolversi.
Prima che ciò accadesse però, le scimmie sferrarono il loro attacco.
Si lanciarono contro il gruppetto di nemici, superando lo scudo di Malefica.
Ciò costrinse Emma, Hook e David a fronteggiare gli animali con la spada.
Il pirata riuscì a parare alcuni colpi, ma fu colto alla sprovvista da un terzo volatile che lo scaraventò contro un ponteggio utilizzato a ritinteggiare l’edificio di Hopper. Un secchio contenente vernice bianca si riversò su Hook ancora a terra.
Nessuna traccia di Zelena.
L’ex Sindaco si scansò, continuando a pronunciare senza sosta il contro-incantesimo.
Appena la visibilità migliorò, Regina e Malefica cercarono di allontanare alcune scimmie, colpendole con palle di fuoco.
Quell’attacco contro i presenti, sembrò essere studiato ad arte.
Appena tutti furono occupati nel difendersi, un secondo gruppo di volatili li colpì.
Una Scimmia volante riuscì ad afferrare Emma.
Regina cercò di fermare l’animale colpendolo con la magia ma Zelena fece la sua comparsa.
Un onda d’urto mandò l’ex Sindaco contro il parabrezza di un’auto.
- Emma!
Gridò suo padre, ma il volatile si allontanò portando la salvatrice con sé.
- Ci pensiamo noi!
Esclamò l’Evil Queen correndo verso l’amica e ghiacciando alcuni animali che, cadendo al suolo, si frantumarono.
Mutando in drago, Malefica riuscì a eliminare altre scimmie con vampate di fuoco dalle fauci.
Regina comparve sul possente animale dalle grandi ali e insieme presero il volo.
 
Per Emma fu inutile dimenarsi. La presa che la scimmia aveva su di lei, era fin troppo salda.
Sotto di loro, i tetti delle case di Storybrooke.
La bionda Swan sfilò un coltello da caccia regalatole dal padre, e lo usò per ferire una delle zampe dell’animale.
Il dolore provato da quest’ultimo gli fece mollare la presa su Emma che atterrò su di un tetto.
Lo Sceriffo scivolò sulle tegole alle quali tentò di afferrarsi per arrestare la caduta, ma fu invano.
Fortunatamente all’ultimo istante riuscì ad aggrapparsi alla grondaia.
Ansimante, cercò una scappatoia da quella situazione.
Poco più sotto di lei, c’era un piccolo balcone. Con un breve salto lo raggiunse ed entrò nella casa.
Scese le scale in tutta fretta e corse verso la porta d’entrata.
Si arrestò solo un attimo per tirare un respiro di sollievo, ma quell’istante in cui pensò di essere salva, durò poco.
Appena Emma aprì la porta per uscire, infatti,  si trovò di fronte Zelena.
Senza esitare, lo Sceriffo chiuse la porta inserendo pure il chiavistello, ma appena si voltò per cercare qualche altra via di fuga, Zelena era di nuovo dinnanzi a lei.
 
Il grande drago volava alla ricerca di tracce che potessero indicare la presenza di Emma, quando ne sentì l’odore.
Volò intorno a quella zona, scrutando tutto il perimetro.
La giovane bionda doveva essere dentro una delle case.
Malefica toccò terra e Regina, che prima era sul dorso dell’amica mutaforma, svanì apparendo subito dopo in piedi accanto ad un edificio. La bionda strega riprese forma umana.
- Lo senti?
Chiese Regina alla donna al suo fianco che indicò il punto da cui provenivano alcuni rumori.
Le due maghe scomparvero.
 
Zelena colpì violentemente Emma che andò a sbattere contro un tavolo.
Regina e Malefica comparvero nella stanza e, con un’onda d’urto, mandarono la strega dalla pelle verde addosso ad un mobile a parete.
- Non ti arrendi mai, eh…sorellina?
Domandò Zelena sorridendo. Sapeva di averla colpita anche senza l’uso della magia.
Le tre donne presenti nella stanza si pietrificarono.
- Sorellina?
Chiese a sua volta Emma.
- Mia madre non aveva altri figli.
Rispose duramente Regina. Il tono di voce tagliente come una lama.
- Nostra madre non ti ha detto tutto, a quanto pare.
Bastò un gesto del braccio per lanciare Regina contro una finestra che si ruppe, mandandola all’esterno dell’edificio.
Malefica alzò il bastone e lanciò un fascio di energia contro la donna che lo parò abilmente.
- Questi trucchetti, con me, non funzionano.
Ma poco a poco, sembrò che la strega dell’ovest perdesse forza.
L’espressione smarrita sul suo volto era una prova che non sapesse cosa le stesse accadendo in quel momento.
Malefica colse quell’occasione per intensificare l’attacco e la strega finì contro la porta di legno che si distrusse.
Emma e la bionda strega si precipitarono all’esterno.
Gold con sorriso sornione, mostrò a Zelena il libro degli incantesimi e l’amuleto che lui stesso era riuscito ad incantare.
La strega dalla pelle verde andò su tutte le furie.
- Me la pagherete cara!
Urlò prima di svanire in una nube verde.
Regina li raggiunse dolorante.
- Beh…il più è fatto.
Disse ripulendosi il cappotto dalla terra.
- Mia cara, il più deve ancora arrivare.
L’avvertì Gold visibilmente preoccupato.
- State tutti bene?
Chiese David raggiungendoli assieme a Hook. Entrambi poggiarono le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Noi stiamo bene. Voi?
Emma era felice di vederli seppur lievemente in pensiero per Henry e la madre.
- Tutto apposto.
Sorrise sornione il Pirata, avvicinandosi alla Bionda Swan.
- Ehy Joker, dov’è Batman?
Ironizzò Regina vedendo i vestiti e il volto dell’uomo tutti sporchi di vernice bianca, prima di svanire assieme a Malefica.




Nota di Alex: tanti tanti guai per i nostri eroi, ma solitamente l'unione fa la forza.
Nuovo capitolo e nuove avventure sempre più complesse.
Grazie ancora a tutti voi che continuate a leggere le mie storie.
Commentate in tanti :) eeee alla prox :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Il mattino seguente, Regina andò al Granny’s per verificare come se l’era cavata Malefica, nel riparare grazie alla magia, la tavola calda.
La strega si era offerta di rimediare ai danni in modo che l’amica non avesse da preoccuparsi ulteriormente.
Davanti ad una tazza di caffè bollente, si mise a pensare a ciò che aveva scoperto la notte stessa.
Dopo l’attacco, l’Evil Queen andò al mausoleo dei Mills a cercare qualcosa che smentisse Zelena, trovando così una lettera scritta dalla madre.
Aveva sempre creduto che si riferisse a lei…che per una volta nella vita sua madre fosse fiera di lei, ma tanto orgogliosa da non ammetterlo. Così non era.
L’ex Sindaco fissava un quadro appeso alla parete, ma senza vederlo davvero.
“Non ti arrendi mai, eh…sorellina?
Quella frase continuava a rimbombarle nella mente come un eco senza fine.
- Sorellina…
Ripeté Regina in un bisbiglio.
“Nostra madre non ti ha detto tutto, a quanto pare”.
L’Evil Queen sospirò in un misto di tristezza, rabbia e frustrazione.
- Vuoi un po’ di caffè con quello zucchero?
Domandò sorridendo Emma, notando la mora continuare a versare il dolcificante nella bevanda.
- Non lo prendevi amaro?
Aggiunse la bionda sedendosi accanto alla mora.
Regina parve scuotersi dai pensieri, facendo ritorno alla realtà.
Guardò la zuccheriera ormai semi vuota e quel caffè decisamente imbevibile.
Non si era resa conto di ciò che aveva fatto, tanto era persa a riflettere.
- Stai pensando a ciò che Zelena ha detto ieri vero?
L’Evil Queen non rispose.
- Malefica ci ha fatto risparmiare un sacco di soldi e lavoro, riparando tutto con la sua magia.
Emma cercò di ottenere una qualche reazione da parte della donna seduta al suo fianco, ma ella non si voltò nemmeno a guardarla.
- Regina, risolveremo tutto.
Intervenne Emma con tono triste, poggiando delicatamente una mano sull’avambraccio dell’ex Sindaco.
- Non risolveremo nulla. Zelena non mentiva.
Rispose la mora controllando la sua voce e scostandosi malamente da quella lieve carezza di conforto che la bionda le stava offrendo. Non voleva mostrare alcuna emozione.
- Vuoi dire che è davvero tua sorella?
Domandò Malefica sedendosi di fronte all’amica.
Regina mise una mano nella tasca del cappotto estraendo un foglio ingiallito dal tempo. Lo posò sul tavolo, la mano aperta sopra di esso.
- Cosa c’è scritto?
Chiese Emma incuriosita.
L’Evil Queen chiuse la mano, accartocciando con rabbia il foglio su cui poggiava.
- Nulla.
Rispose l’ex Sindaco svanendo in una nube viola.
Malefica anticipò la sua mossa e afferrando per un braccio l’amica riuscì a svanire con lei.
 
Le due donne comparvero nel meraviglioso giardino di casa Mills.
Un grande albero di mele troneggiava nel prato ben curato, al quale era accostata una panchina di legno lavorato su cui erano sedute.
Rose rosse e fiori variopinti ornavano il resto del giardino, rendendolo bellissimo agli occhi di chi lo guardava.
L’aria del mattino era fresca e il sole era nascosto da nuvole cariche di pioggia.
Regina guardò Malefica al suo fianco, alzando un sopracciglio.
- Amica mia, ti conosco da anni.
Disse la bionda strega accomodandosi in relax sulla panchina.
Regina distolse lo sguardo dall’amica.
Dopo qualche attimo di silenzio, la mora porse la lettera a Malefica che cautamente la prese per leggerla.
- “Mia adorata Cora. Ho finalmente messo le mani sulla tua primogenita. Non avrei mai creduto di trovarla e ora so perché. È la strega più potente che abbia mai incontrato, persino più potente di te. Strepitosa ad ogni modo”.
- Ho letto quella lettera forse un centinaio di volte. Nei momenti più bui, la leggevo per trovare conforto. Mi dava sollievo…mi dava una spinta quando mi serviva, perché ho sempre pensato che parlasse di me.
Il tono di Regina era un misto di tristezza e delusione.
- Posso essere onesta?
Domandò Malefica all’amica che non rispose.
- Tu non hai bisogno di una spinta o di trovare conforto. Nella vita devi imparare a essere tu stessa il tuo conforto.
La bionda strega si voltò verso la mora che alzò lo sguardo a fissare i suo occhi color zaffiro, misti ad ambra dorata.
- Lo sai benissimo che sul tuo cammino si trovano molte salite e poche discese. Per quanto possa essere ripida la tua strada o difficile quell’ostacolo, la forza devi trovarla in te stessa. È sbagliato contare su qualcuno perché se un giorno ti ritroverai sola, sarai perduta amica mia.
Regina rimase in silenzio, tornando ad appoggiarsi allo schienale della panchina.
- Sai che ho ragione, ma ti è difficile ammetterlo.
Aggiunse Malefica sorridendo.
- Non mi è difficile ammettere che tu abbia ragione, sto solo riflettendo sulle tue parole.
Rispose l’Evil Queen.
- Mi sento saggia.
Disse sorridendo la bionda strega.
- Sicuramente lo sei più di me.
Ammise la mora che poi si soffermò a riflettere su un particolare che le rodeva.
- E come sempre Gold sapeva ogni cosa.
Sbottò con rabbia Regina.
- E non ha informato nessuno. Toccherà a noi farlo…immagino.
Constatò Malefica.
- Immagini bene.
Un ghigno si fece largo sulle labbra della mora.
 
- Swan!
Esclamò Regina, comparendo con Malefica davanti alla scrivania dello Sceriffo intenta a compilare scartoffie.
Emma sussultò per la loro comparsa e, presa alla sprovvista, cadde dalla sedia.
- Ma che diavolo!
Imprecò la bionda massaggiandosi il fondoschiena.
- Gold sapeva tutto. Voglio che sia presente quando parlerò a quell’uomo, così da testimoniare che se questa volta lo ammazzo, un buon motivo c’è.
Disse Regina tutto d’un fiato.
- Spiegati.
Chiese Emma alzandosi in piedi.
- Quello che Regina vuole dire è che Rumplestiltskin conosceva l’identità di Zelena sin dall’inizio.
Spiegò più dettagliatamente Malefica.
- E voi come lo sapete?
Domandò Mary Margaret seduta sul divano. La loro entrata era stata così veloce che non si erano nemmeno accorte della sua presenza.
- Ho una lettera scritta di suo pugno che lo testimonia.
Rispose Regina con rabbia.
- E allora, andiamo a fargli un paio di domande.
Disse Emma con tono deciso.
 
Regina comparve nel negozio di Gold, notando l’uomo prendere alcuni oggetti alla rinfusa e metterli in una borsa in pelle.
- Va da qualche parte, Signor Gold?
L’uomo sbuffò notevolmente per poi fermarsi davanti l’ex Sindaco.
- Non ho tempo per le chiacchiere Regina.
Rispose Rumplestiltskin aprendo la porta del suo negozio per uscirne in fretta.
Malefica ed Emma apparvero di fronte all’uomo sbarrandogli la strada.
- Il tempo lo troverà.
Il tono della bionda strega era freddo.
- Ha saputo fingere bene davanti a tutti, non è vero Gold? Recitava la parte della persona ignara dei fatti, invece di informarci subito del pericolo a cui andavamo incontro. Del resto, lei ha sempre agito così…mi corregga se sbaglio.
Disse la mora con aria di disprezzo.
- Così come, Regina?
Chiese Rumple voltandosi verso l’Evil Queen.
- Alle spalle delle persone.
Rispose Emma al posto dell’ex Sindaco.
- Non mi piace che si insinui.
- Non insinuo nulla, glielo sto dicendo in faccia.
Sbottò lo Sceriffo delusa e frustrata.
- Lei sapeva ogni cosa di Zelena e della nostra parentela.
Intervenne nuovamente Regina.
- Sono molte le cose che io conosco, mia cara, e non sono di certo tenuto a dirle.
L’insolenza dell’uomo fece infuriare l’Evil Queen.
- Ma se rischiamo tutti la vita, informarci è sua prerogativa!
Il tono della mora era più alto del solito.
Poche volte Emma l’aveva vista così arrabbiata.
- Come ho detto, ora non ho tempo per le chiacchiere. Se volete scusarmi…
Rumple si apprestò ad uscire dal negozio.
- Non si muova di qui Gold!
Urlò Regina afferrando l’avambraccio dell’uomo.
Quel gesto causò una reazione a cui le tre donne non erano preparate.
Il Signore Oscuro creò un onda d’urto così potente da scaraventare l’Evil Queen contro una libreria a muro. Malefica ed Emma, fuori dal negozio di pegni, vennero lanciate dall’altro capo della strada.
Regina tentò di mettersi a sedere ma Rumplestiltskin, lanciò un coltello dall’elsa lavorata contro la mora che andò a conficcarsi sul muro vicinissimo al viso della sua ex allieva.
L’uovo sistemò i gemelli ai polsi della giacca del suo elegante completo, sogghignando soddisfatto.
- Il mio tempo è denaro.
Furono le sue ultime parole prima di svanire.
Doloranti, Malefica ed Emma si alzarono precipitandosi nel negozio per vedere come stesse Regina.
La mora afferrò il pugnale nascondendolo nel suo cappotto per poi alzarsi in piedi.
- Regina, stai bene?
Chiese Emma con una vena di preoccupazione.
La donna in risposta tossì facendo poi un cenno d’assenso con il capo.
Nel negozio sembrò essere esplosa una bomba.
I vetri dei due banconi, entro cui era esposta la merce, erano andati in frantumi.
Vari libri e oggetti erano finiti a terra.
- Arrivare al punto di distruggere parte del negozio, pur di non darci spiegazioni ed andarsene…non è da lui.
Constatò Regina.
- A che pensi?
Chiese malefica.
- Deve esserci sotto altro.
Intervenne Emma.
- E come sempre, Gold ha la risposta.
Aggiunse Regina.
- Oppure è lui stesso la risposta.
La voce di Belle fece voltare le tre donne.
- Prego?
Regina era incuriosita da quell’affermazione.
- Qualcuno ha rubato il suo pugnale.
- Ne sei certa Belle?
Chiese Emma. La preoccupazione iniziò a farsi strada.
- Purtroppo sì.
Rispose tristemente la bibliotecaria e compagna di Gold.
 
- Perché le cose tendono sempre a complicarsi?
Sbottò Emma sbuffando.
- Possibile che non possiamo mai avere un attimo di tranquillità?
Regina, seduta sul sofà della centrale di polizia, ascoltava quelle domande in silenzio. Dopotutto la bionda davanti a se che camminava avanti e indietro nervosamente, diceva ciò che tutti stavano pensando.
I Charming parlavano di possibili piani d’attacco e difesa, poggiati ad una scrivania.
Malefica, seduta accanto all’Evil Queen e al piccolo Henry, modellava fiori di ghiaccio con la magia nel palmo della propria mano mentre il ragazzino incantato la guardava sorridendo.
- Miss Swan…
Tentò Regina.
- Niente Miss Swan. Inizio ad essere stanca di svegliarmi ogni mattina chiedendomi “oggi cosa succederà?”. Per non parlare della costante paura di perdere qualcuno di voi.
I presenti si voltarono verso Emma che avendo alzato la voce, attirò l’attenzione su di se.
- E tu, Regina, vedi di smetterla di darmi del “Lei”. Ci conosciamo da anni e un po’ di confidenza credo di averla con Vostra Maestà!
Sbottò contro la mora per poi sedersi di peso su di una sedia.
- Finito con il suo sfogo?
Domandò Regina quasi seccata.
- Credo di sì.
Rispose la bionda quasi come se si fosse resa conta solo ora che tutti i presenti l’avevano ascoltata.
- Se è vero ciò che ha detto Belle, la situazione si è complicata. Abbiamo bisogno di più magia possibile e per questo motivo servi tu…Emma.
Annunciò l’ex Sindaco.
- Non puoi darla in pasto ad una strega così potente. Si farà uccidere!
Biancaneve si aizzò contro la matrigna.
- La porteremo in un campo invisibile a persone esterne. Vogliamo insegnarle qualche trucchetto.
Intervenne Malefica.
- E comunque non sarà sola, come puoi ben vedere.
Aggiunse Regina con tono serio.
Biancaneve sembrò ricomporsi, sebbene non fosse di certo felice che la figlia usasse la magia.
- Insegnerete la magia a mamma? Fico!
Henry era eccitato.
- Potete sempre darle l’amuleto che assorbe i poteri.
Propose Belle, attirando su di se gli sguardi delle due maghe come se avesse mostrato carne fresca a delle leonesse.
- Non dirmi che Gold ne possiede uno e che sai dove si trova.
Disse l’Evil Queen incredula.
- Posso dirvi che non è di Tremotino.
Belle con quelle parole aveva attirato maggiormente l’attenzione su di se.
Le due maghe sembravano mangiarsela con gli occhi.
La ragazza deglutì nervosa.
- S..sistemando alcuni libri, ho trovato una lettera. È caduta da uno di essi. Non ricordo quale. Io…io ho letto la sua ubicazione in quei fogli ingialliti e… se è reale quanto lo siamo noi, non dev’essere troppo lontano da qui.
Regina e Malefica si scambiarono un’occhiata.
- Puoi mostrarci quei fogli?
Chiese la bionda strega con tono cortese.
- Io…io…
- Tu?
L’Evil Queen la fulminò con lo sguardo. Vedere la ragazza agitarsi era indice di qualcosa di spiacevole.
- Io…ho dato i fogli a Rumple…
- E?
Malefica spronò Belle a parlare.
- E…li ha buttati.
- Che cosa??
Chiesero le due maghe alzandosi dal divano nello stesso istante.
- Ha detto che deve rimanere nascosto e che nemmeno lui deve sapere la sua ubicazione. Ha detto anche che la lettera se è stata nascosta un motivo c’era e che quell’amuleto non è il solo segreto che essa nasconde.
- Sicura che lui non l’abbia letta?
Domandò Emma alzandosi in piedi anch’essa.
- Sicurissima.
Belle era visibilmente sincera.
- Può averla scritta lui stesso.
Constatò Regina.
- No, la scrittura non era la sua.
- Non ricordi proprio nulla di ciò che diceva la lettera?
Chiese Biancaneve con tono rilassato per tranquillizzare Belle.
- C’erano troppi numeri e simboli…le indicazioni erano scritte per metà in una lingua strana.
Rispose la ragazza prontamente.
- Ricordi dov’è stata buttata?
Domandò Emma. Magari si poteva recuperare.
- Rumple l’ha fatta a pezzettini e buttata nella pattumiera che ieri ho svuotato nel bidone dell’immondizia dietro al negozio dei pegni.
Regina scosse la testa rassegnata.
- Malefica…ho idea che dovremo andarla a recuperare.
Disse poi la mora disgustata.
 
- Hai sentito che ha detto, è stata fatta a pezzettini e poi gettata. Come faremo a trovarla in mezzo a tutto quello…schifo?
Domandò la bionda strega guardando orripilata l’immondizia che si trovava nel bidone davanti a lei.
- La troveremo. Ora ti farò da scaletta e tu andrai dentro.
- Che cosa??
Malefica era sconcertata da ciò che aveva appena udito.
- Perché non mettiamo dentro la biondina assieme a Belle?
- Ci metterebbero troppo. Una volta dentro usi la magia e Belle ti aiuterà, sia mai che riconosca il sacchetto.
- È nero.
Ammise con cautela la ragazza, sapendo di ricevere una sgridata.
- Ah, ma grazie! Non poteva essere rosso, no eh? Un sacco nero in mezzo a sacchi neri…fantastico!
La bionda strega era frustata e parve rassegnarsi.
- Non puoi andarci tu?
Chiese a Regina in una supplica.
- No, passo. Sono in debito nel fare una cosa disgustosa al posto tuo.
Emma fece salire Belle, mentre l’ex Sindaco fece da scaletta con le mani a Malefica in modo che potesse entrare, ma ella si fermò a fissare l’amica.
- Dai malefica, sbrigati.
La spronò Regina.
- La mia dignità…
Piagnucolò la strega poggiando una mano sul bordo del cassonetto per issarsi.
- Al mio tre, io spingo e tu fai un bel salto.
L’Evil Queen avvertì l’amica.
Belle ed Emma non potevano fare a meno di sghignazzare.
- L’inferno Regina, sto guardando l’inferno!
Esclamò Malefica con sguardo di terrore.
Regina si trattenne dal ridere.
- Pronta?
- Non sarò mai pronta per questo.
- 3!
L’ex Sindaco gettò letteralmente l’amica nel grosso bidone di metallo, che per non caderci dentro totalmente, dovette aggrapparsi a Belle.
- È meschino ciò che hai fatto.
Sbottò la bionda strega.
- Mi farò perdonare. Dai su Belle cerca della spazzatura familiare e tu Malefica cerca di creare un richiamo magico per quei simboli scritti.
Le due donne iniziarono a frugare fra l’immondizia, nella speranza di trovare al più presto i frammenti di quella lettera.
- Ho fatto così tanta strada nella mia vita, per finire così?
Borbottò Malefica.
 
Passò almeno un’ora quando qualcosa sembrò luccicare in fondo al cassonetto.
- Eccolo è qui!
Esclamò Malefica al settimo cielo.
Belle tirò fuori il sacchetto sepolto da altra spazzatura ed effettivamente qualcosa brillava.
La ragazza lo tirò a Regina che lo bloccò a mezz’aria.
Gli occhi della bionda strega si ridussero a due fessure.
- Che c’è…non vorrai mica che tocchi questa roba.
Sbottò la mora stizzita prima di aprire il sacchetto con un gesto della mano.
Facendo roteare il dito indice fu come se richiamasse a se i piccoli puntini dorati contenuti nel sacchetto.
Almeno un centinaio di piccole luci gialle come lucciole, uscirono roteando nell’aria come mosse dal vento, sino ad arrivare a terra.
In un attimo ben tre fogli furono ricostruiti con l’aiuto della magia.
- Et voilà… facile come fare un puzzle.
Sorrise l’Evil Queen.
Malefica scosse la testa. Conosceva la mora da fin troppo tempo per potersi stupire.
Con l’aiuto di Emma le due donne uscirono dal cassonetto.
- Hai letto che dice?
Chiese la bionda strega avvicinandosi all’amica.
- Dovremo studiarlo. I simboli sono scritti mediante codice decifrabile con l’aiuto di qualche libro...ma prima, tu andrai a farti una bella doccia…o due.
- Attenta amica mia che potrei decidere di sommare al debito anche i ventotto anni di segregazione, così da farti scontare una bella pena disgustosa…o anche due.
Sogghignò Malefica dopo il cenno di assenso disperato da parte della mora.




Nota di Alex: Bentornati a tutti e sempre più numerosi! E' fantastico che così tanti utenti leggano le mie storie. Siete una soddisfazione unica!!
Le nostre eroine troveranno ciò che cercano? Cos'accadrà?
Ho adorato mettere molta azione in questa storia ma non temete che arriveranno pure momenti SQ :)
Ringrazio moltissimo chi mi segue, chi ha messo la storia fra i preferiti e chi pubblica recensioni...sono sempre meravigliose da leggere le vostre opinioni.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e della storia.
Grazie a tutti/e e alla prox :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
Il Sindaco, appartatasi in un angolo della biblioteca, si era messa a cercare informazioni sul pugnale lavorato lanciatole da Gold.
Sulla cima dell’elsa vi era uno zaffiro, molto simile a quello portato al collo da Zelena.
Confrontò l’arma con l’immagine trovata sul libro dinanzi a sé.
Le sarebbe stato utile contro la sorella? Che Gold volesse suggerirle un indizio?
Dei passi si udirono diretti verso di lei. Regina, velocemente, ripose il coltello nella tasca del cappotto.
- Avete scoperto qualcosa?
Domandò Emma avvicinandosi alla mora.
- Sono a buon punto e dico “sono” giusto perché ci sto lavorando solo io, mentre Malefica dorme.
Sbottò in risposta Regina, abbastanza infastidita.
- Non dormo…medito.
Rispose la bionda strega sdraiata ad occhi chiusi sul sofà, poco distante dalle due donne.
- Ah, si dice così dalle vostre parti?
Ironizzò Emma divertita.
- Che ne dici se t’insegno qualcosa di magia? Qualcosa di semplice che ti aiuti a difenderti.
A quella proposta lo Sceriffo rimase senza parole.
- S-sì…immagino che sia…sia ora.
La voglia di scherzare che aveva Emma poco prima, svanì in un istante.
- Immagini bene Emma. Siediti accanto a me.
Disse Regina scostando una sedia e ponendola dinanzi a sé.
Emma si sedette seppur tentennante.
Sembrava agitata ed era così. Il suo cuore correva veloce, senza che la ragazza potesse capirne il motivo.
- Come prima cosa, devo insegnarti a comprendere da quale emozione puoi attingere il potere.
Mi spiego meglio. La mia magia prende la sua forza dalla rabbia e a ciò mi aggrappo per renderla viva e darle forma.
- Capisco.
- Tu sei una ragazza impulsiva e il tuo potere potrebbe essere di certo scaturito dall’amore che provi per le persone al tuo fianco. Vorrei che ti concentrassi su questo sentimento…ma prima, è buona cosa uscire da qui. Troppe cose infiammabili.
Sorrise l’Evil Queen alzandosi in piedi.
Emma notò che la donna che aveva davanti, non era mai stata così gentile nei suoi confronti.
Sperava che la cosa, non fosse solamente legata al “bisogno” che ella aveva nell’ usufruire dei suoi poteri, ma bensì fosse un passo avanti nel loro essere madri di uno splendido ragazzino.
Giunte all’esterno della biblioteca Regina rese l’area in fianco all’edificio invisibile a chiunque passasse nelle vicinanze, in modo che Zelena non sapesse cosa stessero facendo.
- Ora Emma…concentrati su una situazione che veda in pericolo i tuoi genitori.
Il tono dell’ex Sindaco era calmo e paziente.
Emma chiuse gli occhi cercando di immaginare un eventuale pericolo per sua madre e suo padre.
- Riesci a sentire un’energia crescere in te?
Sul viso della bionda si dipinse una smorfia.
- Uhm…non proprio.
Lo Sceriffo ci stava provando con tutte le sue forze, ma senza esito.
L’Evil Queen fece un passo verso la Salvatrice. Nel frattempo le due donne furono raggiunte dai Charming, Henry, Hook e Malefica.
- Proviamo in un altro modo.
Disse la mora poggiando una mano sul cuore della bionda Swan.
- Dovresti riuscire a sentire del calore nascere proprio da qui…
Regina prese una mano della ragazza posandola sopra la propria, sul petto dello Sceriffo.
- …e poi crescere. Prova ancora.
Emma chiuse nuovamente gli occhi e le parve di sentire un lieve calore proprio nel punto indicatole dalla mora.
L’Evil Queen scostò la mano, ma la ragazza la fermò trattenendola con la sua.
- Aspetta…
Sussurrò Emma ancora ad occhi chiusi.
E sentì quel calore crescere lentamente e farsi sempre più forte…più grande.
- Lo senti?
Chiese Regina speranzosa.
Il sorriso sulle labbra della bionda le fece capire che sentiva l’energia magica crescere.
- Sì.
La risposta di Emma fu un sussurro.
Regina prese la mano della ragazza e le tese il braccio in avanti.
- Ora prova a spostare quell’energia lungo il tuo braccio fino alla mano, immaginando sul palmo una lieve fiamma a cui devi dare vita.
Emma lo sentiva…sentiva quell’immenso calore spostarsi nel suo braccio lentamente fino alla mano.
- Riesci a immaginare la fiamma?
Chiese Regina con tono calmo.
- Sento l’energia spostarsi, ma non riesco a dar vita alla fiamma.
- Non arrenderti Emma. Concentrati.
Dopo alcuni minuti la bionda Swan sentì Regina scostarsi velocemente. La ragazza sorrise pensando di esserci riuscita.
- Allora, ce l’ho fatta?
Domandò Emma speranzosa, aprendo gli occhi.
- Direi di sì… il mio stivale ha preso fuoco.
Sbottò la mora pestando energicamente a terra con il piede per spegnere le ultime piccole fiamme residue.
- Bel lavoro Swan.
La inneggiò Hook felice.
Gli occhi della mora divennero due fessure.
- Lascia che faccia io.
La bionda strega si propose come insegnante.
Regina fece qualche passo indietro ponendosi al fianco di Malefica e facendole cenno di farsi avanti.
- Ha talento la biondina.
Bisbigliò l’amica sogghignando.
- Ah sì? E dove l’ha messo?
Chiese infastidita la mora. Sentiva il peso del tempo contro di loro.
Era certo che non avrebbero mai fatto in tempo ad insegnare l’uso della magia ad Emma in così poche ore.
Malefica chiese al piccolo Henry di avvicinarsi a lei. Si chinò verso il ragazzino per bisbigliarli una cosa all’orecchio.
Henry fece un ampio sorriso. Cos’avevano in mente quei due?
- Perdonami Regina, ma ti prego…non fare nulla di avventato.
A quelle parole dette dalla bionda Strega, l’Evil Queen alzò un sopracciglio con fare interrogativo, dopodiché accadde tutto in un attimo.
Hook, Regina e i Charming, vennero imprigionati in una morsa magica e sollevati da terra.
Il terreno iniziò a tremare sotto i piedi di Emma che se dapprima era confusa ora era colta da ansia.
- Che cosa stai facendo Malefica?
Domandò la ragazza quasi nel panico.
- Io credo nell’apprendimento sul campo.
- Ma…ma no, mi sembrava di aver ottenuto qualcosa prima. Regina!
- Il “Qualcosa” non è abbastanza. Tieni a mente le parole di Regina sull’energia e sfrutta il suo breve insegnamento per creare e colpire.
- Creare e colpire? Non capisco!
- Lo capirai presto.
Disse con un sorriso di sfida la bionda strega.
Fu in quell’istante che Regina comprese ciò che aveva in mente l’amica. Usufruire di Henry per spronare Emma ad usare la magia.
Henry era solo, fermo immobile, in mezzo al parcheggio di fianco alla biblioteca.
Poco lontano dal ragazzo un fumo nero e denso, prese forma in un animale mostruoso.
Henry sgranò gli occhi.
- Mamma?
Chiamò il ragazzino.
Emma fece un passo avanti per correre verso di lui, ma alzando il bastone e lanciando una magia, Malefica la fermò.
- Ma sei impazzita??
Gridò la giovane nel panico.
L’enorme animale a quattro zampe e zanne aguzze, avanzò lentamente verso Henry.
- Creare e colpire.
Disse nuovamente Malefica.
- Ci sarà un altro modo!
Esclamò Emma. Il suo cuore correva veloce nel vedere il figlio spaventato.
- Biondina, tic toc, il tempo scorre.
Lo Sceriffo non riusciva a concentrarsi per paura…paura che Henry fosse ferito.
- Per favore lascialo andare!
Urlò la bionda con quanto fiato aveva in corpo.
Regina si dimenava senza esito. Voleva liberarsi da quell’incantesimo.
La belva con un balzo in avanti attaccò il ragazzo che svanì prima di essere colpito e comparendo poco distante dall’animale.
- Mamma aiutami. Ce la puoi fare lo so.
L’animale dopo l’attacco a vuoto si voltò, sferrandone un altro in direzione del ragazzo.
Henry arretrò lentamente per sottrarsi alla furia dell’animale famelico, deciso a non lasciarlo fuggire.
- Concentrati Emma, so che puoi riuscirci.
Urlò Snow in ansia. Una morsa le attanagliava lo stomaco.
La belva scattò nuovamente e un raggio di luce bianco la colpì in pieno.
I Charming, Hook e Regina vennero rilasciati all’istante e l’animale scomparve.
- Brava mamma, ce l’hai fatta!!!
Esclamò orgoglioso il figlio correndole incontro.
Emma, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì.
- Ce…ce l’ho fatta? Ce l’ho fatta! Certo che ce l’ho fatta!
Urlò a sua volta la ragazza abbracciando il figlio.
- Regina ce l’ho fatta hai visto?
Sorrise la bionda Swan soddisfatta.
- Tieni a mente ciò che hai sentito nel farlo. Ora ci eserciteremo un po’ tu ed io.
Disse con tono secco l’Evil Queen.
- E tu…
Aggiunse poi avvicinandosi a Malefica.
- Non osare più ad usare mio figlio per i tuoi esperimenti.
- Un grazie basterebbe.
Ringhiò la bionda strega.
- Procedo con la traduzione. Voi…arrangiatevi.
Disse poi la strega andandosene.
- Aspettami!
Gridò Henry a Malefica, che lo attese tenendo aperta la porta della biblioteca per poi accarezzargli i capelli velocemente e svanire con lui oltre la soglia dell’edificio.
I Charming e Hook, sebbene riluttanti nel lasciare Emma nelle mani di Regina, seguirono gli altri nella biblioteca.
Regina si sedette di peso su di un barile in metallo e alzò gli occhi verso Emma che la stava raggiungendo ridendo.
- Hai notato come ti ha guardato Henry quando hai sgridato Malefica?
Chiese la ragazza.
- Sembrava arrabbiato.
Sorrise la mora.
- Non so come faccia quel ragazzino, a fare amicizia con le persone più impensabili.
Ammise Emma orgogliosa e stupita allo stesso tempo.
- Ha preso dalla madre.
Rispose secca Regina volgendo lo sguardo su alcune auto parcheggiate.
- Che vorresti dire?
Domandò Emma incuriosita spostandosi nel campo visivo dell’ex Sindaco.
- Tu e Hook. Relazione con personaggio improbabile.
- Io e…
La bionda s’interruppe dando sfogo ad una risata nervosa.
- …io e Hook? Ma dai!
Lo sguardo di Regina si fece serio per poi fare un sorriso sghembo.
- Ah…lo sai…
Il tono di Emma sembrò quello di una persona che si sentiva in colpa verso chi aveva di fronte.
- Se parli del bacio, sì lo so. Poi dai, è palese il suo attaccamento a te.
- Non significa nulla.
“Perché sento il bisogno di giustificarmi?” Si chiese lo Sceriffo fra se e se.
- Non sono affari miei.
Disse in fine Regina alzandosi in piedi. Le mani nelle tasche del cappotto.
- Non siamo qui per chiacchierare. Si sieda, avanti.
Emma a quelle parole sospirò, sedendosi dove prima vi era la mora.
L’Evil Queen fece comparire un altro bidone in metallo così da poter sedersi davanti alla ragazza.
- Ricordi ciò che hai sentito prima quando sei riuscita a colpire l’animale? La sensazione che hai provato…legati ad essa.
Emma annuì.
- Prova a fare come me. Mano tesa in avanti e concentrati. Immagina che quell’energia scorri nel tuo braccio sino alla mano per creare una sfera luminosa.
Lo Sceriffo ubbidì.
Nel palmo della mano di Regina nacque una piccola sfera di fuoco che crebbe fino a divenire grande quanto una mela.
Emma la guardava attentamente per poi fare lo stesso nella sua mano, ma senza alcun esito.
Passarono svariati minuti, ma non ci fu alcun risultato visibile da parte della bionda che sbuffò demoralizzata.
- Non spazientirti. Riprova.
Disse Regina con tono gentile per poi alzarsi in piedi, portandosi alle spalle di Emma.
- Non ti voltare. Continua a concentrarti.
La mora poggiò la mano sinistra sul dorso di quella aperta della ragazza.
Con la mano destra invece afferrò quella di Emma e la pose a mezz’aria sopra la sinistra.
Emma s’irrigidì a quel contatto e concentrarsi fu molto più difficile. Il profumo della mora la inebriava mentre, seppur involontariamente, erano cinte in un abbraccio.
Il viso dell’ex Sindaco quasi sfiorava la sua guancia.
- Prova così.
Le disse la mora in un sussurro e di nuovo quel calore nacque in Emma, espandendosi fino a creare una piccola sfera bianca che assunse forma ingrandendosi a vista d’occhio.
- Visto? Quando vuoi ti impegni.
Sorrise la mora soddisfatta.
Emma si voltò a guardare la sua insegnante, trovandosi con le labbra vicinissime a quelle dell’altra.
I loro respiri erano uno soltanto, mentre il tempo sembrava si fosse fermato.
- Per oggi basta.
Sussurrò l’Evil Queen che sembrava non volersi spostare da quella posizione.
Emma si sentiva attirare da quelle labbra così belle, mentre si perdeva in quello sguardo così profondo.
La ragazza lentamente si avvicinò. Voleva baciarla, sentire Regina ancor più vicina…ne sentiva il bisogno.
E Regina…lei avrebbe voluto ricambiare ma il peso che fosse solo uno sbaglio la bloccava.
Le loro labbra si sfiorarono. Fu un tocco lieve ma ciò che entrambe percepirono fu assai intenso.
- E allora come procede?
- Ha fatto progressi.
Rispose l’ex Sindaco scostandosi da Emma e raggiungendo Malefica che era uscita a vedere come se la cavasse la biondina.
- E non solo lei, a quanto vedo.
La prese in giro l’amica di vecchia data. Frase a cui Regina di certo non badò.
- Ti è passata?
Sorrise poi la mora cercando così di cambiare discorso e ricevendo in risposta una smorfia.
- Ho trovato l’ubicazione del talismano.
- Ben fatto. Meditare ti fa bene, quindi.
Malefica diede una lieve spinta a Regina che si voltò verso Emma.
- Entri con noi?
Domandò l’Evil Queen tenendo aperta la porta della biblioteca.
- S…Sì.
Rispose la ragazza alzandosi, ancora con la testa ferma sull’accaduto di poco prima.
 
 
 
Nota di Alex: Rieccoci con un nuovo capitolo :)
Per la gioia di molte di voi che attendevano con ansia, è arrivato il momento di vedere all'opera Emma e Regina.
La pace non regna di certo sovrana per cui lo spazio per i sentimenti è gran poco, ma pian piano...un pò alla volta...
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi :)
Alla prox :D

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
- Regina…non è meglio se riposi?
Chiese Emma con tono lievemente preoccupato e accarezzando con esitazione la spalla della mora ancora seduta alla scrivania.
Era notte inoltrata ormai e tutti stavano riposando per affrontare la giornata che stava giungendo.
- Davo un ultimo sguardo al luogo che cerchiamo e alla traduzione sulla sua ubicazione...sia mai che ci ritroviamo sperdute nel nulla.
Rispose l’Evil Queen con lieve sorriso.
- Visto dove abitiamo, non lo escludo…
Emma sorrise a sua volta appoggiandosi al tavolo in legno. Il suo sguardo cercava di evitare quello dell’ex Sindaco che proprio in quell’istante la stava scrutando con fare indagatore.
- Cosa ti preoccupa?
Domandò Regina, notando la preoccupazione della bionda davanti a se.
- Niente…solo…
Le parole sembrarono non voler uscire.
- Emma?
La spronò la mora.
- …stai attenta.
Riuscì a dire lo Sceriffo. Sguardo basso. La voce era un sussurro.
- Ti preoccupi per me? Da quando?
Chiese l’ex Sindaco alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto come per alzare una barriera di protezione.
La bionda tacque.
Notando quel silenzio Regina si limitò ad alzarsi dalla sedia dove era seduta e sistemare le ultime cose nella borsa. Non voleva approfondire oltre quel discorso…non poteva
- Da sempre.
Le parole della bionda, alla quale in quel momento dava le spalle, le fermarono il respiro ma non lo diede a vedere. Serrò la mascella, decidendo di seppellire quella parte di “Regina Mills” che sentiva il bisogno di agire diversamente. Sfoggiò il suo sorriso più arrogante e si voltò.
- E perché mai.
Disse poi riuscendo a far infuriare Emma.
- Nulla, lascia perdere.
Sbottò la bionda lasciando la stanza a grandi passi, dandosi della stupida. Non aveva più voglia di lottare contro quell’arroganza che puntualmente la disarmava ogni volta.
- Già…meglio lasciar perdere.
Sussurrò la mora sospirando tristemente.
- Sei un po’ sciocca certe volte, lo sai?
A quella voce alle sue spalle, Regina sobbalzò presa alla sprovvista.
- Malefica! Vuoi uccidermi prima di Zelena?
- Suvvia, che sarà mai…tieni vivo il tuo cuoricino malvagio.
Disse sorridendo la bionda Strega.
- Comunque, non sono affari che ti riguardano.
A quelle parole Malefica alzò le mani in segno di resa.
- Come vuoi…non m’intrometto.
 
Era da poco giunta l’alba, quando due leprotti, giunsero poco distanti da una baracca di legno semi distrutta.
I due animaletti selvatici presero forma umana ma contro il loro volere.
- Protezione dalla magia a quanto vedo. È questo il posto?
Domandò Malefica facendo una smorfia.
- Sì, ho controllato più volte e il fatto che la magia qui non funzioni, direi che è un ulteriore conferma.
Rispose Regina facendo comparire la cartina in una mano e la traduzione nell’altra.
Con cautela e accertandosi che non ci fosse alcun pericolo nei paraggi, le due maghe si avvicinarono alla baracca di legno.
- Va bene…prendiamo l’amuleto e usciamo. Ci serve…
- Un’antitetanica…anche doppia.
Sbottò Regina vedendo le condizioni della baracca fatiscente e sporca.
- No…serve qualcosa per aprire la porta.
Disse malefica sbuffando e guardandosi intorno.
Un lucchetto abbastanza grande e arrugginito fungeva da serratura.
- Quell’ascia da falegname credi possa servire allo scopo?
- Credo sia perfetta. Apro la porta. Tu sta pronta a darmi man forte nel caso esca qualcuno…
Regina afferrò l’ascia pronta a distruggere l’unica cosa che le impediva d’entrare.
- …o qualcosa.
Aggiunse poi la mora che con un colpo secco frantumò il lucchetto. L’ascia le si ruppe fra le mani, con vistosa disapprovazione da parte dell’ex Sindaco.
- O il lucchetto era molto resistente o il materiale di cui era fatta l’ascia era pessimo…o…
- O?
Domandò Regina con un sopracciglio alzato.
- O sei dotata di forza bruta e non lo sapevi.
Ironizzò la bionda strega, facendo sorridere seppur di poco l’amica.
- Ne dubito…ma come arma sarebbe stata utile.
Rispose l’Evil Queen prima di bussare alla porta del capanno.
Nessun rumore provenne dal suo interno.
Le due donne erano rimaste in assoluto silenzio. Volevano capire se la via era libera o se qualcuno le stesse attendendo.
Con l’aiuto del bastone, Malefica spinse la porta che si aprì con un sinistro cigolio.
La baracca sembrò vuota e disabitata da anni.
Ragnatele, sporcizia e polvere la facevano da padrone.
Sebbene esitante, l’ex Sindaco di Storybrooke entrò.
Un odore intenso penetrò nelle narici della mora.
Il pavimento di legno marcio scricchiolava sotto i suoi piedi.
- Com’è lì dentro?
Chiese Malefica dall’esterno del vecchio rifugio di legno.
- Beh…come nascondiglio è perfetto…non sono vaccinata contro nulla che c’è qui, ma è perfetto.
Annunciò Regina voltandosi e ritrovando davanti al proprio viso un’ascia affilata.
-…e sicuro…
Aggiunse ironica, spostandosi immediatamente dalla traiettoria della lama.
Malefica anche se riluttante, entrò raggiungendo l’amica.
- Allora…secondo ciò che sta scritto qui, dovremmo varcare la soglia di una porta di luce.
Informò la bionda strega leggendo la traduzione, aiutandosi con la luce che entrava dalla porta d’ingresso.
Un forte vento nato dal nulla chiuse il battente di legno facendo sobbalzare le due donne e lasciandole nella più completa oscurità.
- Porta di luce…come puoi vedere tu stessa, c’è buio pesto qui!
Regina aveva Ragione. Qualcosa non quadrava.
Malefica, a tentoni, si diresse verso la finestra di quella lurida casupola.
Colpendo il vetro con la punta del bastone, tentò d’infrangerlo, ma senza alcun esito.
- Prova con questa.
Regina le porse una mazza ferrata che aveva trovato accanto a sé.
La maga colpì il vetro ripetutamente, ma esso s’incrinava e poi si riparava a una velocità sorprendente.
Sbuffando contrariata Malefica decise di usare un angolo della manica per pulire il sudiciume che ricopriva la finestra.
Finalmente i raggi di sole entrarono a illuminare quella stanza umida e buia.
- Appena torniamo a casa, dovrò bruciare questo vestito.
Sbottò arrabbiata la bionda strega, usando poi la luce che filtrava dalla finestra per rileggere più volte l’iscrizione.
- Porta di luce.
Confermò poi la Maga.
- Davvero… qui dentro non so che cercare.
- Hai già guardato tutta la casa?
Chiese Malefica alla mora amareggiata.
- Tutta? Che vuol dire tutta…c’è solo questa stanza, come puoi vedere.
Sbottò Regina frustrata, ma poi alcuni simboli attirarono la sua attenzione.
Sullo stipite di una falsa porta davanti alla quale vi era un cubo di marmo, c’erano incise delle parole in latino.
- Lux…Luce.
Disse la mora in un bisbiglio.
- Dove lo leggi scusa?
Domandò la bionda strega avvicinandosi con il volto a quello dell’amica.
La mora le indicò le iniziali delle tre parole scritte in quella lingua antica.
- In effetti…sembrerebbe una porta più che un muro.
Constatò Malefica.
- Idee per aprirla?
Chiese poi sedendosi sul blocco di marmo.
Un rumore attirò l’attenzione dell’Evil Queen che si voltò bruscamente a guardare l’amica seduta.
- Alzati.
Ordinò la mora.
- Perché?
- Tu fallo.
La spronò ulteriormente Regina.
Malefica si mise in piedi e un secondo rumore richiamò l’attenzione, stavolta, di entrambe le donne.
- Il cubo sbloccherà la porta…credo.
- Credi?
Malefica la guardò interrogativa.
- Salici sopra, dai.
L’ex Sindaco la invitò gentilmente per poi sbuffare.
Roteando gli occhi al cielo, la bionda strega obbedì.
Il suono stridulo di un meccanismo che si attivava, fece capire loro di essere sulla buona strada.
La falsa porta tremò e il pannello di muro in marmo davanti a loro si scostò di pochi centimetri per poi bloccarsi.
Regina e Malefica alzarono un sopracciglio.
- Tutto qui?
Domandò la bionda strega un po’ delusa.
Regina sospirò portandosi verso lo spiraglio.
- Magari, essendo il meccanismo vecchio, fatica ad aprirsi. Provo a vedere se spingendo un po’, si smuove.
Disse la mora prima di poggiare la schiena allo stipite anch’esso di marmo e spingere il pannello con tutte le sue forze, ma lo sforzo fu vano.
- Se il cubo apre questa porta, forse serve più peso.
Propose la bionda strega porgendo la mano all’amica.
- Non ci resta che provare.
Rispose Regina afferrando la mano della donna che l’attirò a se.
Lo spazio era esiguo e le due maghe erano costrette a stare l‘una stretta all’altra per non cadere.
L’Evil Queen cinse con un braccio la vita dell’amica che la imitò.
Si udiva solo il loro respiro in quella stanza che sembrava isolata dal mondo.
Dopo qualche istante il meccanismo sembrò rimettersi in moto e il pannello si aprì totalmente mostrando un lungo corridoio immerso nell’oscurità.
- Ed ecco a voi, un corridoio verso il nulla. Perché quando si cerca una cosa, non la si trova mai in un luogo pieno di fiori dai mille colori e splendidi unicorni? Sempre luoghi bui, sporchi e…bui.
- L’hai già detto bui.
Disse sarcastica Regina.
- Volevo rafforzare il concetto.
Sbottò Malefica ancora stretta all’amica.
- Ora, con la nostra fortuna, se scendi la porta si richiude.
- Dobbiamo pur sempre spostarci da qui.
Constatò l’ex Sindaco, ma probabilmente la sua amica di vecchia data aveva ragione. Una volta che il peso veniva a mancare, la porta rischiava di chiudersi.
- Ho un’idea!
Esclamò la mora che scese velocemente dal cubo di marmo e andò a prendere l’alabarda che stava in bella vista accanto alla porta.
Come predetto da Malefica, la porta si era richiusa, anche se vi era comunque lo spiraglio di qualche centimetro.
La bionda strega diede una mano all’amica a risalire sul piedistallo di marmo e la porta si riaprì..
- E ora, aiutami a non cadere mentre cerco di incastrare quest’alabarda fra lo stipite e il pannello in movimento, dopodiché oltrepassiamo la porta il più velocemente possibile. Non so quanto possa reggere.
Suggerì la mora e Malefica, dopo un cenno di assenso con il capo, l’afferrò alla vita con entrambe le braccia.
Con poca fatica Regina riuscì ad incastrare l’arma medievale e senza perdere nemmeno un istante, le due donne corsero verso il buio corridoio.
L’alabarda si ruppe poco dopo, lasciando le maghe nella più profonda oscurità.
- E ora?
 Chiese Malefica ascoltando ogni rumore proveniente da quel luogo.
- Cerchiamo di non farci uccidere.
 
Il buio e il suono dei loro movimenti, erano gli unici a far compagnia alle due donne.
- Da quel che posso intuire, questa stanza è totalmente vuota.
Fu Malefica a rompere quel silenzio fra loro.
- La dicitura su quei fogli diceva “Mani sapienti sposate all’istinto, trovano ciò che l’occhio non può.”
Rammentò Regina.
- Se solo sapessi che significa.
Aggiunse poi.
Uno scricchiolio diverso si udì improvvisamente.
- Forse qui sotto c’è qualcosa…magari una botola.
Avvertì malefica.
- Provo ad avvicinarmi a te. Parlami.
- Il pavimento è in legno e il muro in pietra. Magari sotto di noi c’è la stanza che cerchiamo.
Mentre la strega parlava, sentì una mano sfiorarle la spalla.
L’afferrò gentilmente accompagnando verso di se la mora che l’aveva raggiunta.
Si udì un nuovo scricchiolio, stavolta più forte.
- Credo che tu abbia ragione Malefica…sotto questo pavimento potrebbe esserci un…
Ma Regina non riuscì a terminare la frase. Le assi di legno marcio cedettero sotto il loro peso, facendole precipitare in una stanza, su un mucchio di terra fangosa.
Alle pareti, lanterne si accesero una dopo l’altra prendendo fuoco.
Regina si mise in piedi guardando contrariata i propri vestiti ormai pieni di fanghiglia.
- Essendo che noi siamo dei cattivi, la dottrina induista definirebbe tutta questa situazione, utilizzando un semplice termine sanscrito.
Disse Malefica cercando di ripulirsi alla meno peggio.
- E cioè?
Chiese Regina ripulendosi anch’essa il più possibile.
- Karma.
- Non ti rispondo nemmeno.
Sbottò la mora guardandosi intorno.
- Là!
Indicò l’Evil Queen una nicchia sul muro dentro cui vi era in bella mostra un amuleto dall’aspetto antico.
- E spero che dopo averlo afferrato, non scatti qualche trappola perché brucio la baracca.
Sbottò Malefica spazientita.
- Ed io ti aiuto.
- Uhm…
La bionda strega si fece pensierosa, avvicinandosi alla nicchia posta troppo in alto per raggiungerla.
- E come ci arriviamo li?
Chiese poi all’amica che le si avvicinò.
- Ti faccio da scaletta, poiché in questa stanza non c’è nulla che possiamo usare come tale.
Rispose Regina seccata, unendo le mani per issare la bionda strega.
- Eh no, non mi freghi. Stavolta tocca a me.
Si offrì Malefica preparandosi per sollevare l’amica.
- Con la magia è sempre tutto più facile.
Disse Regina prima di poggiare le mani sulle spalle della bionda strega che la sollevò.
- Ci sei?
- Quasi. Qualcosa lo blocca e non riesco a staccarlo dal piedistallo incastonato.
- Muoviti, sei vagamente pesante.
Sbottò Malefica con il fiato corto. Non era di certo abituata a sollevare una persona e soprattutto tenerla sospesa per tutto quel tempo.
Un silenzio calò fra le due.
- Mi stai dicendo che sono grassa?
Chiese Regina guardando malamente l’amica.
- Non oserei mai. Muoviti e basta.
Un rumore sordo si udì poco dopo e Regina scese.
- Contenta?
Chiese con una smorfia la mora.
- Alleggerita, più che altro.
Rispose la bionda strega con un ghigno.
 
Uscendo dal bosco, alcune urla provenienti dalla piazza, si udirono ben distinte.
La preoccupazione crebbe nelle due maghe, al pensiero di ciò che probabilmente stava accadendo.
Malefica prese forma di drago, raggiungendo in volo la biblioteca.
Scimmie volanti stavano seminando il panico fra la popolazione.
Con una fiammata l’enorme animale ne abbatté alcune.
Emma, con la spranga di ferro, parò l’attacco di un volatile che poi la costrinse a fuggire per non essere colpita nuovamente.
La sua corsa non fu così veloce. La scimmia volante planò contro la bionda Swan afferrandola con le zampe da un braccio.
Un doberman dal manto nero, corse verso i due velocemente e spiccando un salto da alcuni bidoni in metallo, azzannò il volatile alla carotide facendo si che lasciasse la presa sullo Sceriffo.
Un secondo volatile però, colse il cane alla sprovvista attaccandolo al fianco con gli artigli e scagliandolo lontano da Emma.
Le poche scimmie rimanenti non persero tempo e si lanciarono contro lo Sceriffo, riuscendo così a catturarla.
Vano fu l’intervento di Malefica che si scagliò sui volatili, ma la loro agilità a differenza del grosso drago, fece si che riuscissero a sfuggirle con la bionda, lasciando dietro di loro soltanto la paura degli abitanti di Storybrooke.
La bionda strega riprese forma umana e corse subito verso Regina che svenendo, aveva perso il controllo della magia trasformandosi di nuovo in donna.
- Regina?
Malefica la chiamò, notando con suo sollievo che la mora stava riprendendo conoscenza.
- Sei ferita…
Constatò la maga notando il segno degli artigli sul fianco dell’amica. Poggiandovi sopra una mano la guarì con l’uso della magia.
- Mamma, mamma stai bene?
Henry arrivò correndo, gettandosi fra le braccia di Regina che lo strinse forte a se.
- Mamma…nonna, nonno e Hook sono stati catturati.
Disse il figlio tutto d’un fiato aiutando la madre ad alzarsi in piedi.
- Non ci voleva.
Sbottò Malefica contrariata.
- Emma?
Chiese Regina pur sapendo la risposta.
- Non sono riuscita ad abbatterli prima che la portassero via.
La mora sospirò.
- Henry, devi stare qui al sicuro. Noi andremo a fermare quella donna una volta per tutte.
- Posso aiutare.
Si propose come volontaria Belle dopo aver raggiunto di corsa le due donne.
- Non offenderti, ma sei resistente quanto un biscotto nel latte.
Rispose sarcasticamente Malefica.
Regina afferrò l’amica da un braccio tirandola a se in modo da portarsi con la bocca vicino al suo orecchio.
- Una sola parola. Rumplestiltskin.
Bisbigliò la mora. La bionda strega strabuzzò gli occhi. Aveva effettivamente dimenticato che l’Oscuro Signore era legato a quella fanciulla dai capelli color cioccolato.
- Oh…eh…come non detto.
Riuscì a balbettare poi.
- Che aspetti fanciulla, andiamo.
- Sa…sapete già dove andare?
Non c’è che dire…Malefica la metteva in soggezione, oltre a sentirsi due occhi scuri come la notte, fissi su di lei. Regina la guardava come se Belle celasse un qualsiasi tipo di risposta utile.
- Cominceremo dalla casa di Zelena.
Rispose poi l’Evil Queen.
 
 
 
 
 
Nota di Alex: Non odiatemi :D
Lo so, lo so...molte di voi si stanno armando per fucilarmi in massa, ma la reazione di Regina ha un suo perché.
Nuove avventure per Malefica e Regina...grande coppia le adoro :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie di cuore pe i vostri commenti e per seguirmi ogni settimana.
Alla prox :)

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Le tre donne si trovavano al Granny’s per dare un ultimo saluto a Henry.
- Belle, avremo bisogno di te al momento opportuno.
Iniziò Malefica.
- Prima di allora sarai un topolino. In questo modo non potranno catturarti o farti del male.
Continuò Regina.
La compagna di Tremotino ascoltava attentamente le due maghe. Sapeva a cos’andavano in contro e apprezzò che non volessero metterla in pericolo.
Dopo aver pensato a un piano d’azione ed eventuali conseguenze, partirono in direzione della casa di Zelena.
Belle era stata riposta in una piccola borsa.
 
- C’è troppa tranquillità in questo posto…troppa.
Il tono di Malefica sembrò preoccupato.
Regina non rispose. Sapeva che l’amica aveva ragione. Solitamente il silenzio era ciò che anticipava attacchi o trappole e loro ne erano a conoscenza.
Stavano camminando immerse nella vegetazione fitta. L’odore di terriccio umido e di pino invadeva l’aria.
- Di certo sa, che vogliamo riprenderci le persone che ha rapito. Guarda caso, a parte Hook, sono tutti legati a te.
Proseguì Malefica.
- Noto con piacere che ti vuole un gran bene.
La mora non proferì parola, limitandosi ad ascoltare nel silenzio più assoluto.
- Chissà perché tua madre non ti ha parlato di lei.
La bionda strega si voltò verso l’ex Sindaco che camminava al suo fianco.
- A che pensi?
Regina a quella domanda sospirò.
- Penso. Che lo voglia o no in modo diretto o indiretto che sia, mia madre mi ha rovinato e continua ancora, a rovinarmi la vita. Poco conta se non mi ha parlato di Zelena. Avrà voluto tenere per se il segreto di avere un prodigio per figlia.  
- Che ha abbandonato, mentre per te ha voluto il “meglio” facendo si che divenissi Regina dell’Enchanted Forest.
- Sì…forse perché ero solo brava a farmi sottomettere da lei.
- Non dire così Regina.
- Che altro dovrei dire? Non è ciò che è successo?
- Beh…
- Sai che mi ha detto un giorno?
- Illuminami.
- “Come sei tu, così ero io. Come mi vedi ora, così tu sarai”.
Malefica si ammutolì immergendosi nei propri pensieri. Quella frase non le era nuova.
- Se aveva una figlia potente, perché abbandonarla?
Si domandò Regina. Non capiva il perché di tutto questo inutile sotterfugio.
- Deve esserci sotto qualcosa…qualcosa di grosso che non ha avuto modo di portare avanti, dato ciò che è accaduto a causa di Snow.
Affermò in risposta la bionda strega.
- E scommetto che Tremotino sa qualcosa…che sicuramente non ci dirà.
Sbottò la mora frustrata.
Il topolino nella borsa cominciò ad agitarsi senza controllo.
Erano arrivate vicino ad alcune baracche in legno semi distrutte.
Regina abbassò lo sguardo verso Belle.
- Ma che hai?
Le chiese ottenendo solo uno squittire agitato.
Un ringhio in lontananza fece loro capire il perché di quell’agitarsi.
Regina poggiò Belle sull’erba.
- Vai via!
Bisbigliò all’animaletto che si allontanò in tutta fretta.
Un essere dalla corporatura assai robusta si avvicinò minacciosamente alle due donne.
Malefica alzò il bastone per colpire il mostro con un raggio ghiacciato, ma l’attacco servì ben poco.
La sua avanzata verso le maghe continuò.
Regina lanciò una palla di fuoco che venne deviata dall’essere, andando contro un carro a due ruote in legno abbandonato da tempo. Il fuoco divampò e l’Evil queen tentò nuovamente un attacco magico contro il bestione ma il suo potere non funzionò.
Malefica la guardò con fare interrogativo. Che succedeva all’amica?
Non aveva tempo di riflettere in quel frangente. Alzò il bastone per colpire con un’onda d’urto il mostro ma si accorse che pure il suo potere era svanito.
- Così come avete indebolito me, io ho usufruito del Signore Oscuro per indebolire voi.
Una voce familiare si udì in lontananza.
- Mostrati Zelena e parliamone.
Nessuna risposta arrivò dalla sorellastra di Regina e il mostro non perse tempo ad attaccare.
Con un gesto del braccio colpì in pieno l’Evil Queen facendola atterrare a qualche metro di distanza.
Malefica indietreggiò, alla ricerca di una possibile arma da usare per difendersi, ma l’aggressore la spinse addosso a una piccola capanna di legno distruggendone le poche mura rimanenti.
Il mostro avanzò verso la bionda strega afferrandola dal collo e alzandola di peso.
Regina che si era ripresa dalla caduta afferrò un bastone di legno trovato poco distante da lei, lo mise sulle fiamme provenienti dal vecchio carro andato a fuoco e lasciò che s’incendiasse.
Con quell’arma stretta in pugno, avanzò velocemente verso il mostro colpendolo ripetutamente alla schiena e agli arti, costringendolo così a lasciare la presa sull’amica.
La cattiveria impressa in quei colpi spaventò Belle che, non più topolino, si nascondeva il più possibile fra alberi e cespugli. Poteva davvero ritenersi al sicuro assieme alle due maghe?
Malefica cadde accanto ad alcune spranghe di ferro e, senza pensarci due volte, ne afferrò una usandola per uccidere il bestione pronto a colpire nuovamente Regina.
Entrambe le donne si guardarono.
I respiri veloci. Ce l’avevano fatta.
Qualcuno batteva le mani applaudendole.
- Brave brave. Di certo collaborare significa molto in questi momenti.
Zelena si mostrò alle due donne che si resero conto di essere circondate.
Guardie armate le stringevano in un cerchio che diveniva via via più piccolo.
- Ho una sorpresa per voi, mie care, dove potrete sfoggiare questa vostra bravura nel gioco di squadra. A quanto pare sembra essere il vostro forte.
Sorrise la donna dagli occhi chiarissimi e spettacolari.
- Come potete vedere, la magia non è più dalla vostra parte. Dovrete arrangiarvi come meglio potete.
Aggiunse poi ordinando ai soldati di avanzare verso un altro luogo.
Le due maghe si arresero a Zelena. Speravano almeno di essere portate da Emma, Hook e i Charming.
 
Camminarono per un bel po’ prima di venir condotte verso uno spiazzo sterrato.
Alcune delle guardie della strega malvagia dell’ovest, offrirono le proprie spade alle maghe che sembrarono disorientate da ciò che stava accadendo.
- Immagino che le armi sono fuori dalla vostra portata, ma sarebbe assai sconveniente rifiutare.
Regina e Malefica si scambiarono uno sguardo interrogativo che celava una velata preoccupazione, ma nessuna delle due lo diede a vedere.
La bionda strega scelse una scimitarra con fodero in metallo. Arma leggera e maneggevole, mentre Regina andò sul sicuro accettando un fioretto da uno dei generali, scatenando così un sorriso da parte della sorella.
- Sempre le cose migliori, vero sorellina? Tutto ciò che cerchi, usi o prendi, fino alle persone che sfrutti o frequenti…solo il meglio per vostra maestà.
Disse con un mezzo inchino Zelena, scatenando nell’Evil Queen un ghigno amaro.
- Mi distinguo dalla massa.
“Buon viso a cattivo gioco” era il metodo che stava usando Regina.
La vista di Snow ed Emma, immobilizzate da incantesimo, la preoccupava, ma le fece anche capire che non erano loro il bersaglio. Zelena voleva solo liberarsi delle due streghe…almeno in quel momento.
- Vediamo se riuscite a distinguervi anche adesso. A voi la scelta se soccombere o sopravvivere.
David e Hook, si fecero avanti con aria minacciosa entrambi muniti di spada.
Il Principe impugnava la sua fedele ammazza draghi mentre il Pirata utilizzava una spada più corta e leggera.
- Vi piace? Li ho costretti con un incantesimo a seguire un mio ordine.
Regina e Malefica non dissero una parola. Negli occhi di Mary Margaret ed Emma s’instillò il terrore.
- Vi state chiedendo quale sia? O preferite capirlo da voi?
Il Cuore cominciò a martellare nel petto di Regina. Non potevano ucciderli, sebbene avesse augurato più volte al pirata di annegare in eterno, non potevano comunque far loro del male.
Questo lo speravano persino Snow e la Salvatrice, impotenti spettatrici, costrette a guardare i quattro destinati a finirsi a vicenda…a meno che le due maghe non trovassero un modo per disarmarli e stordirli.
- Questa, mie care, è la vostra arena e ora su su, ho voglia di vedervi giocare…e anche gli altri spettatori non vedono l’ora. Vero?
Il respiro delle due donne intrappolate venne meno.
- Diamo inizio alle danze, miei prodi. Uccidetele.
Le guardie di Zelena svanirono nel nulla.
Le due donne si scambiarono un’occhiata e lentamente si addentrarono nello spiazzo adibito al duello.
Passo dopo passo la tensione cresceva.
Malefica sfoderò la scimitarra, tenendosi pronta nella difesa ponendo orizzontalmente davanti a se il fodero e all’attacco poggiando la lama su esso. L’arma puntata su Hook.
Regina si pose in difesa con il fioretto. Braccio teso in avanti, lama puntata verso David, si limitò ad attenderlo chiamandolo a se con un gesto della mano, la stessa che poi spostò elegantemente dietro la schiena.
In un attimo, i due avversari partirono all’attacco correndo verso le maghe.
Sia Hook che il Principe erano abili in duello e molto più forti delle maghe che, limitandosi a parare i colpi dei due, si accorgevano via via che di questo passo non sarebbero andate lontano.
- Dobbiamo disarmarli!
Esclamò Regina che cominciava ad avere già il fiatone.
- È una parola.
Rispose affaticata Malefica. L’amica aveva ragione, disarmarli e poi stordirli erano le uniche soluzioni plausibili, ma come? Avrebbero dovuto impegnarsi al massimo.
L’Evil Queen schivò un affondo e subito dopo parò alcuni colpi pesanti che la costrinsero a lasciare la presa sulla spada. La mano dolorante.
Malefica si difese da un colpo diretto al proprio volto, incrociando spada e fodero e spingendo Hook fino al tronco di un albero poco distante.
Il Pirata però colpì la maga ad un fianco con una ginocchiata che la fece barcollare all’indietro.
David guardava con aria di sfida l’ex Sindaco che valutava bene ogni mossa del suo avversario.
Il suo fioretto era troppo vicino al Principe. Se si fosse lanciata a prenderlo di sicuro l’avrebbe ferita e fu proprio in quell’istante che Regina vide un pugnale legato alla cinta dell’uomo. Quello sarebbe stato il suo bersaglio.
David si lanciò in un attacco a spada tratta verso l’Evil Queen che attese il momento perfetto per scostarsi di lato e rubare lo stiletto posto alla cinta del genero.
Con un ghigno soddisfatto sorrise a David che ringhiò contrariato.
Con un colpo veloce del piede la donna riuscì a recuperare anche il fioretto.
Ora Regina era in vantaggio.
Malefica si rendeva sempre più conto che per evitare di ferire il Pirata era necessario che tenesse il fodero della scimitarra nella sua mano portante in modo da colpire Hook senza alcun danno.
Velocemente fece lo scambio che la portò ad essere più sicura nell’attacco.
Il pirata parò alcuni colpi veloci con la spada ma Malefica lo colpì violentemente prima al braccio e poi alle gambe. L’uomo cadde a terra gemendo.
Per Zelena scivolò via ogni certezza che le maghe riponessero fiducia solo nella propria magia. Se la stavano cavando fin troppo egregiamente.
Malefica avanzò verso Hook sino a raggiungerlo, puntandogli la scimitarra alla gola.
David andò nuovamente all’attacco e Regina parò ogni colpo abilmente fino a quando entrambi non finirono con il minacciare la propria vita a vicenda. Il Principe teneva puntato al collo dell’Evil Queen la punta affilata della sua fidata ammazza draghi, mentre la donna era ad un passo dal tagliare la gola del suo avversario tenendo puntata orizzontalmente su di essa la lama del suo fioretto.
- Stop!
Fu il comando gridato ad alta voce che immobilizzò all’istante i quattro duellanti, nelle posizioni in cui si trovavano.
- Non avrei mai creduto che possedeste questa bravura nell’arte della spada. Ammetto di aver commesso un errore madornale con voi due. Mi assicurerò in futuro di non farne altri.
La strega cattiva dell’Ovest era indignata per quel suo fallimento.
Alle spalle di Zelena, Belle stava agendo indisturbata.
Silenziosa e cauta si avvicinò a Emma ponendo in una delle sue mani l’amuleto, trovato dalle due maghe quella stessa mattina.
Come previsto da Regina, l’amuleto liberò Emma immediatamente, riuscendo a sciogliere poi l’incantesimo sulla madre solo mettendole una mano sulla spalla.
Belle porse arco e frecce, trovate poco distante dalle prigioniere, a Snow White che approfittò della distrazione di Zelena per colpirla a una spalla ferendola.
L’incantesimo che bloccava i duellanti svanì e David non attese un istante di più per colpire a tradimento Regina, distrattasi a guardare la sorellastra furiosa gettarsi contro Emma e la madre.
La mora cadde a terra mentre Malefica dopo aver stordito Hook corse verso le due donne in pericolo.
- Arrenditi Regina.
Disse David con tono minaccioso.
- Arrendermi? Dovresti conoscermi bene.
Sibilò la donna con un ghigno di sfida.
Il genero si avvicinò puntandole l’arma al petto.
Regina scattò velocemente verso di lui. Schivò la lama e afferrò con una mano il polso dell’uomo, dandogli poi una gomitata nello stomaco costringendolo così a lasciare la presa sulla spada.
Zelena atterrò Emma e Malefica con una potente onda d’urto, per poi comparire dietro Snow e afferrarla dai capelli.
- Ho un modo perfetto per ripagarti di ciò che mi hai appena fatto.
Disse sorridendo la strega dalla pelle verde, all’orecchio di Biancaneve.
- Qual gioia per una moglie guardare il proprio marito morire dinnanzi a se?
Snow si dimenò.
- Ti prego non lo fare.
- Le suppliche sono sprecate con me.
Ghignò la donna soddisfatta di se prima di imprigionare nuovamente Snow con un incantesimo.
Malefica ed Emma ancora a terra, inermi.
Zelena prese una freccia dalla faretra di Biancaneve, se la poggiò sul palmo della mano puntandola verso David, che in quel momento stava indietreggiando sotto minaccia di Regina.
L’Evil Queen tentava di tenere a bada il genero pensando ad un modo per stordirlo senza fargli troppo male.
Non si preoccupò della sorellastra, vedendo con la coda dell’occhio Malefica ed Emma riprendere conoscenza.
- Fermati Zelena.
Supplicò Emma cercando di far ragionare la strega.
Zelena si voltò verso Emma e sorrise. Un sorriso ampio e glaciale che dedicò alla figlia di David mentre proprio in quell’istante scagliò la freccia atta a uccidere il padre della bionda.
Regina lanciò la spada a terra per gettarsi prontamente su David.
Un raggio di luce bianca colpì in pieno petto la strega malvagia dell’ovest che svanì in una nube verde.
Biancaneve, Malefica ed Emma si precipitarono a vedere le condizioni di salute dei due a terra.
- Regina? Che ci fai sdraiata sopra di me?
Chiese David come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno.
- Ti salvo la vita…idiota.
Rispose stancamente l’Evil Queen scostandosi a lato.
Snow corse ad abbracciare il marito, mentre Emma si avvicinò all’ex Sindaco.
- Stai bene?
Le chiese gentilmente inginocchiandosi al suo fianco.
Regina in risposta le sorrise.
- Sei stata brava a colpire Zelena.
- Ho avuto una brava insegnante.
Sorrise a sua volta Emma.
Malefica accanto alle due guardò malamente la biondina che si corresse velocemente.
- Due…due brave insegnanti.
Belle si avvicinò a Biancaneve.
- Rumple non era con voi?
Snow guardò la bibliotecaria tristemente.
- No…ma so, dove lo tiene imprigionato.
 
 
 
 
Nota di Alex: Mega avventura per le nostre maghe!
Fortuna che la magia non è l'unica cosa che padroneggiano egregiamente :)
Come sempre, vi ringrazio di cuore le vostre recensioni. Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le preferite, tra le seguite e anche ai lettori silenziosi.
Buon proseguimento di settimana a tutti e alla prox :)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
- Sicuro ci attenderà se andiamo nel suo rifugio adesso. Dobbiamo studiare un piano valido.
Propose Biancaneve mentre camminava dietro Malefica e Regina a passo svelto. Emma, Hook, David e Belle le seguivano guardandosi intorno.
- Credi sia così stolta da dirigermi in quel luogo? Senza poteri siamo vulnerabili ed io, di certo, non lascerò la mia vita nelle vostre mani.
Rispose l’Evil Queen, sguardo fisso davanti a lei.
- Conoscete un modo per riottenerli?
Domandò David affiancandosi alle due maghe. Il tono infastidito per l’affermazione della donna.
- Forse. Basta domande, siamo già un bersaglio facile, non serve che ci trovino seguendo il nostro blaterare.
Sbottò duramente Malefica. I presenti si ammutolirono nella speranza di arrivare nella cittadina di Storybrooke evitando ogni pericolo.
- Regina!
Gridò Emma buttandosi sulla mora. Entrambe caddero a terra rovinosamente. Una freccia si conficcò sul tronco di un albero.
- Ci attaccano! Correte!
Gridò Hook afferrando Emma perché si risollevasse velocemente da terra.
La bionda Swan si liberò dalla presa, aiutando Regina ad alzarsi.
Hook sembrò ingoiare un boccone assai amaro ma seguì gli altri nella fuga.
Mancava poco al confine con la cittadina di Storybrooke. Una volta giunti in paese avrebbero avuto più possibilità di salvezza.
Corsero finché in lontananza riuscirono a scorgere le prime case.
Dietro di loro gli alberi si estendevano a perdita d’occhio.
Quella in cui si trovavano era una stradina poco trafficata, non lontana dal confine con il mondo esterno.
Hook, David e Belle si sedettero a terra stremati.
- Non volevi mettere la vita nelle nostre mani, eh?
Sussurrò ironica Emma, alla mora davanti a se e ricevendo in risposta una smorfia.
- Non c’è di che.
Rise poi soddisfatta nonostante il fiatone.
- Non c’è un incantesimo in grado di separare il limitare del bosco da Storybrooke?
Chiese Biancaneve affaticata e piegata sulle ginocchia per riprendere fiato.
- Esiste ma Gold può spezzare qualsiasi magia…soprattutto se fatta da noi.
Rispose Regina voltandosi verso la figliastra. Entrambe le maghe erano a conoscenza delle loro limitate potenzialità, soprattutto se messe a confronto con quelle dell’Oscuro Signore.
Malefica annuì con un cenno del capo.
- Ti prego Regina non maledirmi per questa proposta ma…possiamo andare da te. La casa si può proteggere facilmente in quanto spazio ristretto...
Regina guardò l’amica malamente. Hook, Belle e i Charming in casa sua? Non esiste.
- …ma non… non così ristretto.
Si corresse poi.
- I libri di magia ci sono. Strumenti e ingredienti per rituali pure…
Lo sguardo della mora si fece ancor più intenso, torvo e contrariato. E magari dopo esser venuti a conoscenza di ciò, avrebbero pure pensato che nel tempo libero Regina si dilettasse a compiere riti strani su qualcuno o qualcosa.
- …a…almeno credo…
Si corresse di nuovo. L’Evil Queen la stava fulminando con gli occhi. Le braccia conserte.
- …e dai…non mi guardare così. Sai anche tu che non c’è diversa soluzione.
Terminò la bionda strega timidamente.
- Malefica ha ragione. Prometto che non saremo troppo un peso.
Sorrise Emma all’ex Sindaco che alzò un sopracciglio.
Regina sospirò rassegnata.
- Qualsiasi cosa accada alla mia casa, sarà colpa tua.
Sbottò la donna verso Malefica per poi incamminarsi.
- Immaginavo, Maestà.
Sorrise la bionda Strega.
- Dove stai andando?
Domandò Emma raggiungendo la mora.
- Al Granny’s. vado a prendere nostro figlio. Se Zelena attaccherà, voglio che sia al sicuro. Se lo lasciamo alla tavola calda, potrebbe usarlo per farci uscire allo scoperto.
Regina aveva ragione. Quella Strega avrebbe fatto di tutto pur di distruggerli.
- Noi veniamo con te.
Disse Snow avvicinandosi all’ex Sindaco, assieme a David e Belle.
- Io vado alla centrale a prendere alcune radio, nel caso dovessimo dividerci.
- Ti accompagno Swan.
Hook era già al fianco di Emma.
- Appena potete raggiungeteci. Ordineremo qualcosa al Granny’s anche per voi.
Sorrise Biancaneve verso la figlia per poi salutarla e allontanarsi.
Malefica poggiò una mano sulla spalla dell’Evil Queen che si voltò a guardare l’amica.
La bionda strega le sorrise per poi svanire in una nuvola porpora.
 
Emma ed Hook stavano camminando verso la centrale, nel silenzio più totale.
La strada era buia, illuminata da alcuni lampioni. Poche auto passavano accanto a loro.
- Perché mi eviti Swan?
A quella domanda, Emma si pietrificò.
- Dopo ciò che è successo a Neverland, credevo ci fosse qualcosa, anche solo un minimo d’interesse da parte tua nei miei confronti.
- Io…beh…è stato solo un episodio.
La bionda cercò in tutti i modi di mettere insieme una frase.
- Ciò non esclude che possano essercene altri.
Sorrise sornione il Capitano, circondando la vita della ragazza con un braccio.
Emma si scostò quasi imbarazzata.
- Io…non…io…
- Swan, non balbettare. Parlami.
I due erano fermi sul marciapiede. Hook guardava Emma mentre lei, sguardo fisso a terra, lo evitava.
La ragazza strinse un pugno lungo il fianco, come ad aggrapparsi a qualcosa che le desse il coraggio di affrontare l’argomento.
- Sono successe molte cose e molte altre ne stanno per accadere. Ciò che è stato a Neverland era voluto da entrambi…ma alla luce dei fatti, a essere onesta, sono confusa.
La giovane riuscì ad affrontare lo sguardo dell’uomo che la guardò senza comprendere.
- Cosa ti confonde?
Emma sospirò, riprendendo il cammino verso la centrale, poco distante da dove loro si trovavano.
- Tutto e niente.
Rispose in modo enigmatico la bionda. Il Pirata la guardò perplesso.
- Ora sono io a essere confuso.
- Devo riflettere su alcune cose.
Una nube porpora comparve accanto a uno degli edifici accanto ai due. Emma la notò con la coda dell’occhio, mentre il Pirata sembrò non averci fatto caso.
- Hook, tieni. Sono le chiavi della centrale. Per favore, puoi attendermi dentro?
- Ho detto qualcosa che ti ha offeso?
Chiese Hook visibilmente preoccupato.
- Ho solo bisogno di un istante.
Il Pirata accennò un assenso con il capo e si allontanò di qualche metro per raggiungere la centrale, aprire la porta principale ed entrare nell’edificio.
In realtà lo Sceriffo sapeva benissimo cosa sentiva dentro se ed era certa che chi l’aveva provocato le avrebbe fatto molto male. Era disposta a rischiare?
Emma scosse la testa come per mandar via il pensiero di lei dalla mente.
A passo svelto, si avvicinò verso il punto in cui aveva scorto la nube porpora.
- E tu che ci fai qui?
Chiese Emma a Malefica che, in quel momento, aveva incrociato sul suo cammino andandole in contro.
- Una passeggiata.
- Una passeggiata?
Domandò incredula la giovane. Non ne era molto convinta.
- È un’ottima cosa trascorrere del tempo con se stessi, passeggiando lentamente. Molte cose divengono più chiare.
La frase detta dalla maga le fece capire che stava alludendo a quando la ragazza si sentisse confusa.
 - Vado alla centrale.
Rispose Emma per porre fine a quella conversazione privata. Ci mancava solo Malefica a darle consigli sugli affari di cuore.
La ragazza s’incamminò passando oltre la bionda strega, ancora ferma sul marciapiede.
- Hai solo due strade.
A quelle parole lo Sceriffo si fermò immediatamente. Non si voltò verso chi le aveva pronunciate. Sguardo fisso davanti a sé.
- O Sali sul palcoscenico o scendi giù.
 
Il buio stava calando sulla silenziosa Storybrooke.
Dopo cena si erano tutti riuniti a casa di Regina, come d’accordo.
Malefica era in cucina, intenta a preparare una pozione per il recupero dei poteri.
Hook aveva subito trovato il mobiletto bar mentre David e Biancaneve, guardavano un album che racchiudeva le foto di Henry dall’adozione sino al decimo compleanno.
Regina era nel suo studio assieme a Belle, che la stava aiutando nella ricerca d’informazioni su Zelena e ad Emma, che sbirciava alcuni libri cercando nel frattempo di farsi forza per affrontare l’argomento “Bacio”.
- Malefica, a che punto sei con la pozione?
Chiese Regina all’amica di vecchia data appena apparsa nello studio.
- Mi manca solo…vediamo…
Rispose la donna guardandosi intorno.
- …questo!
Aggiunse poi raccogliendo dalla finestra dietro l’ex Sindaco, un mazzolino di erbe essiccate.
- Hai parlato con la biondina?
Bisbigliò dopo essersi accertata che Emma si fosse allontanata un pochino.
- No.
- Che aspetti?
- Fatti gli affari tuoi.
- Sai che sono un’estimatrice della terapia d’urto.
- Non osare.
Malefica fece un sorriso di sfida raggiungendo la Salvatrice.
Una nube viola comparve dietro la bionda strega.
Regina volle far comprendere ulteriormente il suo disappunto verso l’azione che stava per compiere l’amica. Con decisione la colpì di taglio con la mano sulla spalla per poi sorridere, come se nulla fosse accaduto, ad Emma che si voltò a guardare le due.
- La clavicola!
Esclamò la maga.
- Sarà la stanchezza. Forse dovresti tornare in cucina. La pozione ti aspetta.
Disse Regina indicando l’uscita.
Malefica si voltò verso la mora lanciandole uno sguardo truce prima di varcare la soglia della porta e andare in corridoio.
La ragazza guardò le due donne con un sopracciglio alzato ma decise di lasciare tutto al caso e far finta di nulla.
- Cos’è questo?
Chiese lo Sceriffo indicando una pietra minerale dai colori splendidi, con sopra scolpito una dicitura dai caratteri antichi.
L’Evil Queen alzò lo sguardo dal libro di rituali che stava studiando.
- È un cristallo utile per la purificazione dell’aura.
- Come si fa a capire che l’aura è sporca? Qualcuno passa e ci scrive sopra col dito “lavami”?
Quella domanda scatenò una risata da parte della mora.
- Come ti escono certe domande?
Chiese ancora ridendo l’Evil Queen. Persino Belle sogghignava di sottecchi.
- Regina…
Iniziò Emma avvicinandosi di più alla donna al suo fianco.
-…non credi che dovremo…che so…parlare?
Riuscì a chiedere poi…ma adesso non era certa di voler ricevere eventuali risposte. Ciò che Regina poteva dirle la spaventava molto più di Zelena.
- Non adesso.
Rispose duramente la mora tornando a sedersi dietro la scrivania.
Belle si era alzata per svignarsela dallo studio dell’ex Sindaco, quando Mary Margaret arrivò all’entrata di quella stanza con un tovagliolo bianco fra le mani.
Belle lo prese annusandolo.
- Uhm questo bel tovagliolo è soffice…ha l’odore delle valli in fiore. Vieni a dirmi con cosa l’hai lavato.
Disse trafelata la bibliotecaria a una Snow attonita, portandola lontana da quel luogo in modo che Regina ed Emma potessero stare sole.
- Perché sei così distante Regina?
La mora la ignorò proseguendo nello studio di quel libro…in realtà fingeva. Non era pronta per quel discorso, non lo era mai stata.
Emma sospirò tristemente andandosi a sedere su una delle poltrone dinnanzi la scrivania. Comprese che l’ex Sindaco aveva bisogno di spazio, così prese fra le mani un libro, nella speranza che prima o poi Regina le avrebbe parlato.
Il silenzio calò fra le due, che stettero così per svariati minuti. Fu l’Evil Queen a infrangerlo.
La mora si alzò dalla sedia dov’era seduta e si avvicinò ad Emma.
Lentamente guardò lo Sceriffo. Emma abbassò il libro che in quel momento pure lei fingeva di leggere, incatenando il suo sguardo con quello oscuro e profondo della donna davanti a se.
L’ex Sindaco si chinò, portando le sue labbra vicinissime all’orecchio della bionda.
- Sono così distante perché ogni singola emozione, non è altro che il frutto di un gioco di luce.
Emma rimase pietrificata da quella frase. Fu come una coltellata al cuore.
Regina si scostò dalla bionda, avviandosi verso la porta che collegava lo studio alla biblioteca, per prendere un altro libro.
Sembrò come se in quel momento le avesse detto “Buon Giorno”, invece di rinnegare ogni sentimento che sentiva dentro se. Decise quindi, d’indossare la maschera da stronza ancora una volta, per allontanare Emma ad ogni costo.
Sarebbe stato tutto più facile, se solo fosse bastata una frase detta duramente.
La ragazza si alzò di scatto dalla poltrona in pelle, avvicinandosi alla mora e afferrandola ad un braccio.
- Come puoi sminuire ciò che abbiamo provato in quell’istante, spiegandolo solo come un semplice abbaglio?
Sbottò Emma furente. Si sentiva ferita nel profondo.
- Smetti di mentire a me e a te stessa!
Regina poggiò una mano su quella della Salvatrice, gesto che calmò la bionda all’istante.
La sua maschera cadde in quel preciso istante. Era inutile continuare con quell’atteggiamento che faceva soffrire se stessa in primis.
Per la prima volta, dopo la morte di Daniel e di suo padre, decise di dire la verità mostrandosi per ciò che era…Regina.
- Swan, ti sto per dire una cosa che non ripeterò.
L’Evil Queen sospirò. Esitò qualche attimo, come a raccogliere tutte le forze per affrontare un discorso per lei troppo duro.
- So benissimo ciò che è accaduto fra noi. L’ho sentito…
Prese un respiro profondo e continuò.
- …possiedi già una parte di me che nessun altro può toccare. In questi anni qualcosa dentro me è cresciuto sino a diventare inarrestabile. Non posso permettere che ciò mi travolga.
La mora abbassò lo sguardo.
- Tu mi hai già travolta da tempo.
La voce di Emma fu un delicato sussurro. Delicato ma che nascondeva l’agonia di quel momento. Sapeva cosa stava per dire Regina.
- Tutto ciò non può accadere. Desidero solo che mi lasci andare Emma. Scappa via prima che io me ne accorga. Il mio cuore è troppo oscuro per essere salvato e sicuramente, farò qualcosa prima o poi che ti allontanerà.
L’ex Sindaco abbassò lo sguardo come se il peso delle ultime parole fosse troppo pesante da sorreggere.
- Quando accadrà, non riuscirò a rialzarmi…non di nuovo.
Emma serrò la mascella. Un nodo le attanagliava la gola.
Prese il viso di Regina fra le sue mani, costringendo la donna a guardarla negli occhi.
- Credi che riuscirei così facilmente a rinunciare a te?
Chiese poi dolcemente.
- Dovresti.
L’Evil Queen si sentì morire dentro. Sapeva a cosa stava rinunciando, ma era anche a conoscenza che quella storia dovesse svanire nel nascere.
- Il mio sorriso si è spento molto tempo fa e mi accontento del lieve cambiamento che è bastato per farmi odiare di meno dalle persone.
Aggiunse la donna. Era meglio stare sola. Non voleva soffrire, non più, e di sicuro la storia con la Salvatrice in quanto figlia di Snow era a dir poco impossibile e sbagliata.
- Regina…so tante cose di te e probabilmente ne ignoro molte altre, ma ciò che ho visto ora e in questi mesi, mi basta. Il resto non conta, nemmeno se si trattasse della mia famiglia. L’amore che hai dato ad Henry è immenso. So che non sei la persona che dai a vedere a chi ti circonda. In te c’è molto di più e lo vedo…l’ho visto.
Gli occhi di Emma erano sinceri e riuscirono ad arrivare a quel cuore rimasto in frantumi per troppo tempo.
Un sorriso amaro nacque sul volto della mora che guardava la Salvatrice.
- Devi sempre salvare tutti, non è vero Swan?
Emma sapeva che le parole non sarebbero mai servite a nulla con Regina.
Rimase così in silenzio, abbassando lo sguardo a terra.
Relazionarsi con l’ex Sindaco era stata da sempre un’impresa assai ardua, ma ciò che la bionda fece in seguito riuscì ad abbassare ogni difesa di quella donna, che aveva ormai fatto breccia nel suo cuore.
Emma l’abbracciò. Nessuna parola. In silenzio fece un passo verso Regina per poi stringerla forte a se.
La mora si sentì disarmata e dopo qualche istante ricambiò l’abbraccio lasciando cadere quel muro spesso che aveva eretto da tempo in memore.
Rimasero chiuse in quel momento per svariati minuti prima che alcune voci nel corridoio le scuotesse facendole tornare alla realtà.
- Emma? Ovunque tu sia, puoi venire un attimo? In questa casa ci si perde.
David cercava la figlia per un’opinione su una discussione fra lui e la moglie.
- Emma?
La bionda sospirò.
- Ti raggiungo in cucina!
I passi del padre in corridoio indicarono che si stava allontanando.
Le mani dello sceriffo scivolarono dalle spalle della mora, delicatamente sino alle sue mani che strinse avvicinandosi per un’ultima carezza.
- Sarò sempre qui per te.
Bisbigliò poi senza ricevere alcuna risposta dalla mora.
La Salvatrice si soffermò ancora una volta a guardare Regina, prima di voltarsi per andarsene, ma all’ultimo istante l’Evil Queen strinse la presa sulla sua mano fermandola.
L’ex Sindaco attirò la bionda verso se, dandole un bacio a dir poco inaspettato.
Le sue labbra fresche si posarono su quelle calde dello Sceriffo.
Il cuore di Emma mancò di un battito mentre Regina sembrò persa in un alto mondo, un mondo in cui dimenticava ogni cosa includendovi solo quel presente…solo quel preciso istante.
La Salvatrice strinse la donna a se, sentendo in quel bacio tutte le emozioni che la mora provava: tristezza, preoccupazione, angoscia…amore.
Regina lentamente si allontanò.
- Dovresti andare.
La sua voce sembrava lontana.
Riluttante Emma accennò un assenso con il capo, accarezzando il viso dell’Evil Queen che chiuse gli occhi a quel tocco per poi guardare allontanarsi la figlia di Biancaneve.
Emma oltrepassò la porta della biblioteca per addentrarsi nel corridoio, quando notò Malefica poggiata allo stipite. Le mani dietro la schiena.
- Vedo che hai deciso di salire sul palcoscenico.
Bisbigliò la bionda strega.
- Sempre che lei non mi faccia scendere…sì.
Sorrise lo Sceriffo allontanandosi.
Il silenzio aveva circondato nuovamente Regina, che raccolse tutte le sue forze per tornare alla ricerca di una preparazione adeguata contro la sorellastra.
- Regina, sai che non sono mai stata una gran fan di…quella…ma in fondo non ha tutti i torti. Goditi l’attimo. Non lasciarti trascinare dai ricordi passati ed evita di guardare troppo al futuro. È inutile e controproducente. Il presente è ciò che conta.
Regina alzò un sopracciglio nell’udire la voce dell’amica e le andò in contro vedendola sorridere.
- Hai sentito tutto, vero?
- Abbastanza.
- Hai visto qualcosa?
- No.
A quella risposta gli occhi della mora si ridussero a due fessure.
- No no, te lo assicuro!
Rise poi. Regina mugugnò poco convinta.
- La pozione è ultimata.
L’avvisò Malefica mostrandole una fiala dal liquido rossastro.
 
- Vedo che hai trovato il mio mobile bar.
Disse Regina alquanto infastidita.
Hook aveva tra le mani un bicchiere con del liquore.
- Noto che ti tratti bene, vero Regina? Rum invecchiato venticinque anni.
Snow, incuriosita, tolse il tappo annusando il liquido ambrato.
- Uhm…in effetti sa un po’ di chiuso.
Disse poi attirando sguardi attoniti su di se. La donna, in risposta, fece spallucce per poi dirigersi in cucina.
Il pirata andò verso l’ex Sindaco con aria di sfida e, fermandosi proprio di fronte a lei, la fissò dritta negli occhi. Le loro labbra vicinissime.
Regina poteva sentire l’odore del rum nel respiro dell’uomo.
David era accanto alla porta del salone intento a intervenire qualora fosse accaduto qualcosa.
- Maestà…
Si limitò dire l’uomo facendo un passo indietro.
- Il mio buon cuore è come l’oceano: profondo e illimitato... per cui, se desideri riposare, puoi usare il divano…se invece desideri il riposo eterno, te lo posso dare in altro loco.
Informò Regina, sogghignando.
- Non risponderò a questa vostra freddura. Preferisco congedarmi. Con il vostro permesso…
L’uomo fece un inchino sbeffeggiando la mora per poi andare verso il divano che si trovava poco distante. Si stese chiudendo gli occhi.
Regina scosse il capo incredula, per poi dirigersi verso David.
Il genero la guardava incuriosito.
- Cosa c’è Charming?
Chiese infastidita.
David sorrise.
- Nulla.
Regina alzò un sopracciglio incuriosita dal probabile seguito che avrebbe avuto quella frase.
- Riposo eterno eh?
Disse trattenendo una risata.
Regina ricambiò sorridendo con un’alzata di spalle, per poi allontanarsi e dirigersi in cucina, seguita dal genero e dalla figliastra.
- Snow, David, andate a riposare nella stanza degli ospiti. Henry sta già dormendo nella mia camera. Emma tu puoi unirti a lui.
A quelle parole da parte di Regina, il cervello di Emma andò in tilt. Dormire nella sua camera da letto, sentire il suo profumo sul cuscino e fra le lenzuola. Improvvisamente quel pensiero la fece arrossire. Arretrando per appoggiarsi al bancone della cucina, urtò con il gomito una caraffa piena d’acqua che prontamente Regina bloccò a mezz’aria impedendo il disastro.
- Hai…hai ancora i tuoi poteri.
Constatò Emma.
- Grazie a Malefica, sì.
Sorrise l’Evil Queen.
- Scusami per la caraffa.
Disse timidamente la bionda.
- Non importa.
- Grazie Regina, credo che accetteremo la proposta e andremo a riposare.
Disse Snow White prima di congedarsi assieme al marito.
- Belle, tu puoi accomodarti nella camera di Henry. Io e Malefica abbiamo ancora molto su cui lavorare.
Anche la bibliotecaria ringraziò della gentile offerta e si diresse nella stanza del piccolo, accompagnata da Emma.
 
Passò ancora qualche ora prima che Malefica si alzasse dalla poltrona su cui era seduta e si congedasse, troppo stanca per proseguire nello studio.
Non trovarono molte informazioni su Zelena. Sconfortata e stanca, Regina si diresse nella sua camera, dove dormivano Henry ed Emma.
- Che ore sono?
Chiese Emma. Voce impastata dal sonno. Si era destata sentendo dei passi sul parquet.
La luce bianca dei lampioni illuminava la stanza, seppur lievemente.
- Le quattro.
Disse in un bisbiglio la mora.
- Se vuoi riposare, devi per forza venire accanto a me. Henry si è preso quasi tutto il letto.
Bofonchiò poi la bionda, con un grande sorriso. Gli occhi chiusi.
- Tutto escogitato a tavolino, Miss Swan?
Un mugugno divertito si udì da Emma.
Regina si tolse gli stivali e si mise sotto le coperte, fin troppo stanca per cambiarsi d’abito e mettersi un qualsivoglia pigiama.
Chiuse gli occhi e con un sospiro stanco abbracciò la ragazza davanti a se, che sperava in un simile gesto ma non se lo sarebbe mai aspettato.
- Grazie.
Di nuovo un lieve sussurro. Il tono dolce e allo stesso tempo sofferto.
- Per cosa?
Chiese Emma incuriosita.
- Per avermi salvata…nel bosco.
La Salvatrice si strinse di più in quell’affettuoso abbraccio.
- Siamo pari.
L’Evil Queen sospirò pensierosa. Tentò di sciogliere l’abbraccio ma Emma la fermò.
Si voltò verso Regina che guardò incuriosita la madre di suo figlio.
Emma chiuse gli occhi e poggiando il capo nell’incavo del collo della mora, rafforzò quell’abbraccio a cui non voleva porre fine.
Regina si pietrificò. Non era abituata a simili dimostrazioni d’affetto.
- Non mordo.
Sussurrò Emma ormai in dormiveglia.
L’Evil Queen sospirò decidendo così di lasciarsi andare e addormentarsi fra le braccia di colei che non avrebbe mai pensato di riuscire ad amare.
 
 
 
 
 
 
Nota di Alex: Bentornati :)
Finalmente un momento SwanQueen cuore a cuore.
Ora che le nostre maghe hanno riacquistato i poteri saranno più agguerrite di prima.
Alla prox :)

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Quando l’Evil Queen si svegliò, sentì una presenza al suo fianco accompagnata da un fruscio di pagine, come se quel qualcuno fosse intento a leggere un libro.
Si voltò lentamente notando Malefica che le sorrideva.
- Che ci fai qui?
Le chiese sorpresa la mora. Le sue aspettative, in effetti, erano di ritrovarsi accanto la Salvatrice…persona con cui si era addormentata la sera prima.
- Attendevo ti svegliassi per renderti partecipe della mia scoperta.
- Oh…Regina…ti sei svegliata.
Disse Emma entrando nella stanza. Il tono deluso.
- Volevi darglielo tu il buongiorno…biondina?
Sogghignò la strega, a cui lo sceriffo preferì non rispondere.
- Ho accompagnato Henry e i miei giù per la colazione.
Rispose infine per giustificarsi con la mora.
- Ad ogni modo…ho trovato cosa sconfigge Zelena.
Affermò Malefica ignorando totalmente Emma.
Regina fece cenno alla bionda di sedersi al suo fianco per ascoltare, cosa che non si fece ripetere due volte.
- La strega malvagia dell’ovest si può sconfiggere con la magia bianca. Chi meglio della Salvatrice può aiutarci in quest’impresa?
Disse Malefica tutto d’un fiato sorridendo.
Il silenzio calò improvvisamente nella stanza.
- No.
Fu la risposta ferma di Regina.
- No?
Chiesero all’unisono le due donne bionde, guardando l’ex Sindaco stupite.
- D’accordo, qual è la risposta vera?
Domandò con un sorriso furbetto la ragazza.
- È fuori discussione!
Rispose nuovamente. Il tono ancor più deciso.
- Ma…è la mia possibilità per potervi aiutare.
Supplicò Emma voltandosi verso la mora al suo fianco.
- No, è la tua possibilità per morire.
L’Evil Queen era risoluta.
- Ho già aiutato in svariati modi e lo sai.
- Stavolta no!
Esclamò Regina alzandosi in piedi.
I Charming e Belle erano poggiati allo stipite della porta. Ascoltavano in silenzio.
- Regina, siediti e ascolta. Saremo noi a morire se non la sfruttiamo per il suo potere puro. Senza offesa biondina.
Disse Malefica guardando Regina per poi spostare lo sguardo su Emma.
- Oh no, figurati.
Rispose ironica la Salvatrice.
- D’accordo...
Iniziò la mora.
- Davvero?
Chiesero all’unisono le due donne bionde assieme ai Charming, preoccupati invece per il destino della figlia.
- …se intendete agire così, io non prenderò parte a nulla di tutto questo.
Detto ciò Regina s’incamminò uscendo dalla stanza. Emma si alzò in piedi per raggiungerla ma Malefica l’afferrò ad un braccio fermandola e indicandole la porta della camera da letto.
Qualcun altro stava seguendo la mora per parlarle.
 
Regina si sedette nel suo studio. Lo sguardo rivolto verso la grande vetrata alle spalle della scrivania.
Il passo leggero di Biancaneve, che varcava la soglia dell’ufficio della sua matrigna, fu riconosciuto nell’immediato da parte della donna che più l’aveva odiata.
- È così testarda…
Iniziò Snow parlando della figlia Emma.
- Come te del resto.
Rispose Regina con un tono come se evocasse da sé ricordi passati.
- Da qualcuno deve aver preso…
Rise dolcemente la figliastra, sedendosi su una delle poltrone dinnanzi la scrivania.
Lo studio si fece assai silenzioso.
Entrambe le donne, sapevano con certezza che Emma era l’unica soluzione valida e possibile per liberarsi di Zelena, ma nessuna di loro era veramente pronta ad ammetterlo.
- Non è giusto…
Disse Biancaneve rompendo quel silenzio che oramai si era fatto pesante da sopportare.
Era come un peso insediatosi sulle loro spalle.
Regina, solo allora, si voltò a guardare la figliastra con fare incuriosito come a invitarla a proseguire.
- Non è giusto ma è l’unica cosa da fare.
Concluse poi Mary Margaret tristemente.
- Deve esserci un altro modo. Esiste sempre un’alternativa.
Sbottò Regina contrariata con ciò che Snow aveva appena detto.
- Di un po’…dov’era nascosto, questo tuo pensiero, ventotto anni fa?
Chiese con monito di sfida la Principessa dell’Enchanted Forest.
- Davvero? Me lo stai chiedendo veramente?
Snow White abbassò lo sguardo, mortificata. Non era né il momento né il luogo per dar sfogo a certi pensieri e a vecchi rancori, che per quieto vivere era meglio seppellire.
- Hai ragione Regina. Mi rincresce.
Regina si voltò nuovamente dando le spalle alla figliastra. Il suo sguardo vagava nel cielo grigio di quella Storybrooke che non sarebbe mai dovuta esistere.
- Tu…ecco…tu non puoi fare nulla contro Zelena?
Chiese timidamente Snow.
- Serve magia bianca e io…
Iniziò l’Evil Queen per poi alzarsi di scatto.
- Ho bisogno di altre informazioni. Magia bianca o nera che sia, Emma ne resterà fuori.
- Mamma?
Henry era sulla soglia dello studio della madre adottiva.
- Io…vado a vedere dov’è David.
Disse Biancaneve subito prima di congedarsi. Passando accanto al nipote gli accarezzò affettuosamente i corti capelli scuri.
Henry dopo aver salutato sua nonna con un sorriso, fece qualche passo raggiungendo Regina per poi abbracciarla. Gesto d’affetto, al quale lei era solita cedere nell’immediato.
- Andrà tutto bene vero?
Chiese il ragazzino. La testa nell’incavo del collo della madre. La sua voce un sussurro, quasi come ad aver paura nel pronunciare tale domanda.
 
- E dimmi un po’…come pensi di fare senza la biondina?
Chiese Malefica curiosa ma con una leggera nota di sfida nella voce.
- Ci penserò poi. Al momento ho bisogno di una cosa che la possa localizzare.
Asserì Regina con tono fermo e risoluto. Erano nella biblioteca adiacente allo studio.
Con il dito indice scorreva ogni copertina di una fila di libri, tutti rigorosamente in ordine su di uno scaffale al suo fianco. Ancora alla ricerca di qualcosa.
- E perché mai? Vai a casa sua, suoni il campanello et voilà, è fatta.
Regina scosse il capo sospirando per la banalità di quell’idea.
Un ghigno si dipinse sul suo viso, ma lo fece svanire prima di voltarsi e guardare in faccia Malefica.
- Pensi davvero che quella misera baracca sia casa sua?
- Magari non ha gusto estetico.
- Malefica?
Richiamò all’attenzione l’amica. Il tono irritato.
La bionda strega la guardò alzando un sopracciglio.
- Si?
- Non dire idiozie.
- Oh, insomma…sto cercando di spezzare la tensione.
- Non ho bisogno di qualcuno che “spezzi la tensione”.
Fra le due donne calò il silenzio.
- Ci tieni proprio a quella ragazza, vero?
Regina non rispose, bensì parve incuriosita da una simile domanda.
- Va bene, va bene. Stop alle idiozie. Dimmi dove trovare ciò che cerchi e te la procuro.
- Sto parlando della sfera per rintracciare la magia. Non è semplice trovarla, ma ci puoi provare. Le istruzioni sono qui.
Le porse un libriccino rilegato in pelle nera.
La bionda strega lo afferrò, dirigendosi poi verso l’uscita.
- Vado e torno.
Disse in fine.
- Non ci conto, ma lo spero.
Fu il commento poco confortante dell’Evil Queen.
Malefica si voltò verso Emma che in quell’istante stava entrando nell’ufficio di Regina.
- Che avrà voluto dire?
Le chiese con aria interrogativa ricevendo in risposta un’alzata di spalle. In effetti, lo Sceriffo non sapeva nemmeno di che stavano parlando le due maghe.
Sbuffando Malefica se ne andò.
- Dove va?
Domandò Emma con un pollice rivolto verso il corridoio.
- Tenta di trovare una sfera per la localizzazione della magia.
Il tono di Regina preventivava già l’insuccesso da parte dell’amica.
- Una che di cosa?
Con un gesto della mano la mora le intimò di lasciar perdere.
- Non mi aspetto certo che tu capisca.
Rispose con un ghigno divertito la mora.
La Salvatrice colse quella freddura come una frecciatina scherzosa, come Regina era solita fare quando si erano da poco conosciute.
- Non ti arrendi mai eh?
Chiese di rimando, con un lieve sorriso, avvicinandosi a Regina ancora seduta alla sua scrivania.
- Dovresti conoscermi, ormai, Swan.
Rispose Regina alzandosi in piedi.
Emma accennò un “Sì” rassegnato con il capo, prima di abbracciare la donna che ora era davanti a se.
- Che stai facendo?
Le chiese quest’ultima infastidita.
Emma si scostò come se quella domanda l’avesse colpita al cuore. Quella freddezza…perché?
- Io…eh…scusami.
Fu l’unica cosa che la bionda riuscì a dire per poi congedarsi.
 
Malefica qualche ora dopo comparve dietro a Regina che, in cucina, tentava di preparare il pranzo per tutti.
Snow ed Emma assieme alla stessa padrona di casa, sobbalzarono per l’improvvisa comparsa della bionda strega che guardava l’amica con aria afflitta.
- Mi spiace..non sono riuscita a trovare ciò che cercavi.
Disse Malefica con tono dispiaciuto e il morale sotto le scarpe.
- Immaginavo. Non è certo facile da reperire.
Rispose la mora che già si era immaginata la probabile sconfitta.
Un ghigno improvvisamente si fece largo sulle labbra della maga.
- E invece eccola. Ti ho sorpresa?
Sorrise mostrando l’oggetto che nascondeva dietro la propria schiena.
Regina ne fu sollevata, ma non lo diede a vedere.
- Dicono che si raddoppi la felicità se prima calano le speranze.
Gli occhi dell’Evil Queen divennero due fessure.
- Te l’ha detto la bibliotecaria, non è vero?
Belle stava entrando in cucina in quel momento, ma sentendo il proprio nome dopo aver visto l’espressione contrariata dell’ex Sindaco, pensò di tornare in sala da pranzo.
Il sorriso dell’amica divenne sempre più ampio e Regina sbuffò di fronte ad esso.
- Da qua, la metto in un posto sicuro.
- La posso custodire io.
Rispose la maga.
- Dalla a me.
Disse risoluta Regina.
- Non preoccuparti amica mia, non ho certo intenzione di farmela rubare sotto il naso.
- Dammela e basta.
Lo sguardo di Regina si fece sempre più minaccioso.
Malefica chiuse la mano intorno alla sfera.  
La bionda maga era ferma immobile. Sguardo fisso negli occhi dell’Evil Queen che tendeva la mano verso di lei.
- Regina? Sono sempre stati verdi i tuoi occhi?
Chiese Malefica alzando un sopracciglio, incuriosita.
Una nube viola comparve nella cucina e una palla di fuoco investì Regina, facendola svanire in una nube verde.
- Regina! Ma cosa?
Chiese Malefica guardando l’amica che aveva appena colpito se stessa o per lo meno un suo doppio.
- Sono andata a cercare alcuni libri che avevo nel mausoleo, quando ho avvertito che qualcosa aveva infranto la protezione della casa.
Disse la mora seria.
- Aspetta…questo quando?
Chiese Malefica interdetta.
- Subito dopo la chiacchierata con Snow.
- Mamma sono pronte le lasagne?
Chiese Henry entrando nella cucina accompagnato da un’altra Regina.
I presenti si pietrificarono.
- Ma certo tesoro. Volevo farti assaggiare una nuova pietanza, preparata appositamente per te.
L’ex Sindaco strinse Henry a sé, in un abbraccio apparentemente affettuoso.
Il ragazzino si voltò e solo in quel momento notò che una copia esatta della madre adottiva era in piedi accanto a Malefica.
Regina rise, stringendo ancor di più il figlio che iniziò ad agitarsi.
- Hai notato, sorellina, quanto sia facile per me prendere le tue sembianze e ingannare chi ti sta attorno?
- Lascialo andare.
Ordinò l’Evil Queen alla quale si era avvicinata Emma.
- E lasciarmi fuggire il mio asso nella manica? Giammai.
Con un gesto delle dita il duplicato di Regina salutò i presenti, svanendo poi in una nube verde assieme ad Henry.
Gli occhi dell’Evil Queen presero una sfumatura viola.
Strinse i pugni, serrati lungo i fianchi.
Stava tremando dalla rabbia.
I bicchieri iniziarono ad esplodere uno dopo l’altro.
La carica magica nell’aria era fortissima.
- Questa è guerra.
Ringhiò Regina.




Nota di Alex: Toccate tutto ma non la famiglia. Zelena ha colpito nel segno e se voleva far infuriare Regina beh...direi che c'è riuscita benissimo.
Cos'accadrà ora?
Non mi stancherò mai di ringraziare tutti voi che leggete e recensite e anche i lettori silenziosi. Siete sempre più nomerosi. Grazie di cuore!
Colgo l'occasione dell'aggiornamento per augurare a tutti Buon Natale :)
A martedì prox :)

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Domani è Natale e per l'occasione
ho pensato di regalarvi un capitolo in più
invece di farvi attendere sino a Martedì prossimo.
Auguroni a tutti :)

 
Capitolo 11
 
- Calmati, lo troveremo.
Emma poggiò le mani sulle spalle di Regina che la guardò furente. L’ombra violacea colorava i suoi splendidi occhi color cioccolato.
Ma quel tocco…il tocco della bionda così fermo e sicuro, riuscì a far svanire quel velo di magia che copriva quello sguardo in cui Emma adorava perdersi.
- Puoi starne certa che lo troveremo. David!
Ringhiò l’Evil Queen. Sebbene lievemente più calma di prima, ribolliva di rabbia. Emma si scostò mettendosi al fianco della mora.
- Dimmi ciò che vuoi fare.
L’uomo arrivato in cucina poco dopo l’accaduto era pronto a fare qualsiasi cosa per riprendersi il nipote.
- Contatta Robin Hood. È giunto per lui il momento di ricambiare un mio favore. Digli che porti i suoi uomini.
Ordinò Regina. Il tono imperioso e regale di una vera sovrana.
- Come facciamo a difenderci da Zelena?
Domandò il genero.
- Malefica ed io, potenzieremo il vostro abbigliamento per difendervi il più possibile dalla magia.
- E per far si che siate protetti anche da attacchi armati, pari all’indossare una corazza.
Aggiunse Malefica.
- Sarò di ritorno a breve.
Rassicurò i presenti, David.
- Teniamoci in contatto.
Emma si era rivolta al padre. Lo sguardo della figlia sembrò dire “Stai attento” mentre quello di David la rincuorava.
- Aspetta.
Lo richiamò la mora mentre il genero si stava allontanando.
- Voglio che porti Hook con te.
Disse poi richiamandoli a se con un gesto della mano.
- Vi proteggeremo già da subito. Non mi fido a mandarvi via senza una difesa adeguata.
Malefica si avvicinò ai tre, aiutando Regina a fare l’incantesimo che avrebbe dato protezione ai due uomini pronti ad uscire alla ricerca di Robin.
- Swan…farò ogni cosa è in mio potere per trovare Henry.
Disse Hook dopo essersi avvicinato ad Emma.
- Grazie.
 
Regina era intenta a esaminare il libriccino rilegato in pelle che Zelena aveva dato a Malefica.
- A che pensi?
Chiese la bionda strega intenta a fissare l’amica.
- Penso che lo sapesse. Voleva fartela trovare in modo che noi…
- Trovassimo lei! Maledetta…
Malefica finì la frase per Regina, alzandosi in piedi di scatto dal sofà su cui erano sedute, imitata dalla mora.
- Sempre tutto calcolato eh?
Chiese Emma frustrata. L’angoscia per tutta la situazione in cui si trovavano, riusciva a percepirsi nel tono della sua voce.
Nessuna delle due maghe rispose.
La bionda Strega aprì la mano contenente la sfera da lei trovata.
Essa iniziò a fluttuare in aria a pochi centimetri dal palmo della donna.
Il suo colore, che prima era puro cristallo, divenne porpora.
- Sei tu…
Sussurrò l’Evil Queen meravigliata dalla magia di quell’oggetto.
- Pensami.
Propose poi Regina all’amica che comprese, diversamente da Emma.
- Come scusa?
Domandò lo Sceriffo, lievemente irritata.
- Calma biondina. Sperimentiamo.
- Ed è esattamente ciò che mi preoccupa.
Borbottò Emma, ma ciò che vide nella sfera la fece tacere.
Il colore dell’oggetto era divenuto viola.
- Ed eccoti qua.
Sorrise Malefica.
L’Evil Queen posò una mano sopra la sfera, ma senza toccarla.
Essa divenne di un bellissimo bianco candido luminescente.
- E c’è anche la biondina vedo.
Emma era rapita da quell’oggetto.
- Ora, troviamo Zelena.
Disse Regina. Il tono freddo.
Entrambe le maghe si concentrarono, ma qualcosa deviò la loro attenzione.
La porta d’ingresso della villa dell’ex Sindaco si aprì.
- Siamo qui.
Avvisò David. Aveva trovato Robin e i suoi seguaci.
- Regina…
Iniziò il Principe dei Ladri, ma la donna lo zittì nell’immediato.
- So già ciò che vuoi dire. Una volta catturata Zelena, riavrai la tua Marion e noi riavremo Henry. Insieme riusciremo a mettere fine, una volta per tutte, a questa sua follia senza senso.
L’uomo chinò il capo davanti ai presenti.
- Siamo con voi.
 
Ci volle almeno un’ora per rinforzare le difese di ogni persona presente in quella casa.
Conoscevano benissimo i pericoli cui andavano incontro: armi e magia. Il loro dovere e la cosa che aveva più importanza in assoluto, era cercare di essere il più possibile immuni ad entrambe le cose.
In quel lasso di tempo avevano elaborato un piano per affrontare la strega: trovarla e con un fronte unito affrontarla. Insieme avrebbero fatto la differenza.
Malefica aprì la mano nella quale teneva la sfera. Essa si levò a mezz’aria sul palmo della mano della donna. Regina si avvicinò all’amica, ponendo sopra la sfera una mano, come aveva fatto precedentemente e insieme pensarono a Zelena.
In un attimo l’oggetto magico si colorò di verde.
- E ora andiamo.
Disse la bionda strega.
- Ma come facciamo a sapere dove si trova?
Chiese Biancaneve incuriosita.
Regina scostò la mano dalla sfera. Malefica alzò la mano e l’oggetto magico iniziò a volare verso la porta principale della villa dell’ex Sindaco.
- Oh…così…
Rispose incredula Emma, incamminandosi dietro ai suoi famigliari all’inseguimento della sfera.
- Ho una mezza idea di dove possa essere.
Informò Robin affiancando David.
- Scommetto si tratta della vecchia baracca, dove tu sei entrato. Correggimi se sbaglio.
Malefica era certa di quello che aveva detto.
- E come lo sai?
Chiese il Principe dei Ladri incuriosito. Quelle due maghe sapevano più di quello che volevano far credere.
- Ti abbiamo spiato quella notte e il comportamento di quella donna verso l’ambiente che la circondava, era equivalente a quello rapportato verso una possibile abitazione…in più quando ne ho parlato con lei, diretta interessata a mia insaputa, ha tentato di sviarmi da quell’ipotesi.
Spiegò la bionda strega con tono assai serio.
- Stiamo a vedere, ma raramente Malefica sbaglia.
Asserì Regina.
- Puoi dire anche mai.
Sorrise Malefica.
- Ora non esagerare.
 
Erano arrivati poco distante dalla casa in cui Robin aveva rubato l’amuleto qualche giorno prima.
La luce del sole filtrava tra alberi.
- Laggiù c’è la botola, dove spesso la vedevo scendere.
Indicò il Principe dei Ladri ai presenti.
- Dobbiamo vedere se Marion è li. In quel caso la spedirò da Ruby, già a conoscenza di tutto.
Avvertì Regina già pronta ad andare verso la botola. Una mano sul suo avambraccio la fermò.
- E se prendesse le sembianze di quella donna?
Chiese Snow preoccupata.
- La sfera ci dirà se la persona che abbiamo davanti possiede magia. Se così non sarà allora, saremo certi che è la moglie di Robin.
Malefica fu molto esaustiva nella sua risposta.
- Ho come l’impressione che sia fin troppo facile.
Borbottò David.
- Sa che andremo da lei, per questo ora è semplice. Il suo attacco lo sferrerà quando sarà certa che non potremo fuggire dal suo “parco giochi”, in cui non troveremo nulla per difenderci. Marion che poco prima era una merce di ricatto, ora è solo un ostaggio usato per spostare l’attenzione di Robin da Me a Lei. Questo per far sì che, una volta riavuta la moglie, mi abbandoni al mio destino prendendosi cura di lei. Spiegò Regina cautamente.
- E tu, giustamente, sei pronta a farci ammazzare tutti.
Disse Hook che si trovava un po’ in disparte dal resto del gruppo.
- Tranquillo Pirata. Quando troverò Zelena, sarete liberi di andarvene.
Ringhiò Regina fulminandolo con lo sguardo.
- Basta perdere tempo. Andiamo!
Sbottò Malefica incamminandosi verso la botola, imitata dal resto del gruppo.
Regina si avviò seguendo l’amica ma nuovamente qualcuno la fermò.
- Non ti lascerò sola.
Bisbigliò lo Sceriffo. Lo sguardo cristallino di Emma era sincero e determinato.
- Porterai Henry con te. Io non sono sola.
Rispose Regina con un lieve sorriso.
- Ma non sarai con me.
A quelle parole il cuore di Regina mancò di un battito.
La mora abbassò lo sguardo. Sembrò riflettere per un istante.
Sospirò. Un sorriso timido nacque sulle labbra dell’Evil Queen che poggiò una mano su quella di Emma, che ancora tratteneva il suo braccio, tornando poi a riagganciare quello sguardo che tanto segretamente adorava.
- Andiamo.
Disse infine in un sussurro, consapevole di interrompere quel momento.
 
Regina fu la prima a scendere le scale di quella che sembrava un rifugio antiatomico o un magazzino sotterraneo.
Un corridoio si stagliava dinnanzi a lei. Celle di ferro battuto si trovavano ambo i lati.
Il luogo non era poi tanto grande.
- Che razza di posto è mai questo.
Biancaneve era sbalordita. Quel sotterraneo le metteva addosso un senso d’angoscia e timore.
- Zelena non c’è. Possiamo avanzare.
Disse certa l’Evil Queen.
- Non vedo segni di trappole.
Assicurò Robin.
- Nessuna trappola magica.
Confermò Malefica.
Il gruppo avanzò in quella buia cantina illuminata solo da una luce tenue, situata in fondo al corridoio.
- Ro…Robin?
Una timida voce richiamò l’attenzione del Principe del Ladri che corse immediatamente verso chi poteva aver pronunciato il suo nome.
- Marion!
- Robin…sei qui.
Lacrime calde solcarono il viso della moglie di Robin, felice di rivederlo.
- Siamo venuti a liberarti e portarti in salvo.
L’uomo cercò di aprire la cella ma Malefica lo fermò.
- Aspetta.
Disse la maga puntando l’oggetto magico verso Merion. Nessuna reazione.
Con un gesto della mano aprì il lucchetto facendolo cadere.
Robin strinse la moglie a sé ma, improvvisamente, qualcosa sembrò spaventarla.
- Lei…
Marion indicò Regina indietreggiando.
- Lei ti porterà al sicuro.
- No…no…lei è…
La donna farneticava terrorizzata.
- Non devi esserne impaurita, Regina è cambiata.
La rassicurò Biancaneve avvicinandosi alla moglie di Robin e alla sua matrigna.
- Lei mi aveva rinchiuso nelle sue celle. Voleva giustiziarmi.
- Sei ancora viva mi sembra.
Sbottò Malefica. Tutte quelle proteste li stavano rallentando a dismisura.
- Solo perché la persona che poi mi ha rinchiuso qui è venuta a liberarmi.
- Bell’affare.
Borbottò fra se la bionda Strega.
- Ehi! Qui c’è qualcun altro!
L’attenzione del gruppo si spostò su Hook.
David ed Emma si precipitarono in fondo al corridoio, raggiungendo il Pirata.
- È Joan!
Esclamò Charming sorpreso e preoccupato.
La giovane ragazza giaceva sdraiata a terra completamente ghiacciata.
- Come la conosci?
Chiese Snow incuriosita.
- Mi ha aiutato in passato ancor prima che Re George mi prendesse sotto la sua ala.
- È sotto incantesimo.
Disse Regina arrivata al fianco di Emma.
- Dobbiamo sbrigarci. Devo portarvi in un posto sicuro. Mio figlio continua a essere in pericolo mentre noi facciamo salotto.
Sibilò l’Evil Queen guardando Marion.
- Io non vado con quella.
Disse la donna guardando il marito e indicando Regina.
Una mano della mora scattò come per lanciare una palla infuocata, ma si fermò a mezz’aria poggiandosi sulla spalla dello Sceriffo ora davanti a lei.
Malefica, accanto alla moglie di Robin, alzò il bastone. La sfera sopra di esso s’illuminò d’azzurro e Lady Marion s’immobilizzò.
Seguì la bionda strega sino a raggiungere Joan.
Malefica si accucciò imitata da Marion che non proferì verbo. Sembrava un automa agli ordini della Maga.
Regina raggiunse le tre donne, mise una mano sulla spalla di Marion e l’altra su Joan, per poi svanire assieme a loro.
Dopo alcuni minuti la mora fece ritorno.
- Malefica, avevo dimenticato la tua abilità con l’ipnosi. Mi ricordi Jafar.
Sorrise Regina prendendo un po’ in giro l’amica.
In risposta ricevette uno sguardo truce.
- Cosa c’è?
Chiese poi la mora ancora sorridendo.
- Se un dì starnazzerai come un’oca, non guardare me.
Sbottò stizzita Malefica. Gli occhi ridotti a una fessura.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Il gruppo entrò nella casa di Zelena, guardandosi intorno attentamente onde evitare trappole di ogni sorta.
- Se davvero questa è casa sua, non so proprio come faremo a trovarla.
Robin Hood sembrò frustrato.
- Proprio tu vieni a dire una cosa simile?
Chiese Malefica guardandolo contrariata.
- Cosa vorresti dire?
Chiese l’uomo alzando un sopracciglio. Aveva detto qualcosa di male?
- Vuole dire che proprio tu, se non erro, hai scovato una nicchia segreta contenente un amuleto utilizzando una sfera rintracciante. Pensi forse che quella fosse l’unica cosa nascosta ai nostri occhi?
Sogghignò Regina.
- I maghi e le loro trovate geniali.
Ironizzò Hook.
Malefica prese fra le sue mani la sfera, dandola a Regina.
- Vista la parentela, a te l’onore.
Bastò un istante perché l’oggetto divenisse verde e iniziasse a librarsi nell’aria.
Veloce si avviò verso uno specchio a grandezza uomo, posto a ridosso di una parete.
Con uno scatto fulmineo Regina l’afferrò al volo prima che la sfera oltrepassasse il finto specchio.
- Perché l’hai fermata?
Chiese Emma incuriosita e con il fiatone per aver corso, assieme agli altri, attraverso le stanze di quella casa.
- Non vorrei che ci fosse qualcuno dall’altro lato, pronto ad afferrarla.
Rispose la maga pensierosa.
- Lancia qualche palla di fuoco no?
Propose Hook.
- E se dietro quello specchio ci fosse Henry?
Biancaneve aveva capito le preoccupazioni che affliggevano la sua matrigna.
- Ho un’idea.
Malefica si avvicinò al finto specchio, appoggiando sulla superficie riflettente un dito.
Onde si formarono come se fosse stato gettato un sassolino nell’acqua e improvvisamente si vide cosa c’era dall’altro lato del portale.
- Andiamo. State tutti vicini. La grande stanza sembra vuota, ma poi si sa che non lo è mai. Regina ed io faremo uno scudo.
Tutti diedero ascolto alla bionda Strega e uno ad uno passarono attraverso quel grande specchio, ritrovandosi in una stanza molto grande.
Una lunga scala lungo la parete destra portava al secondo piano.
Le mura di quel luogo erano di pietra e il soffitto così alto da sembrare quello di un grande castello.
- Aspetta.
Regina, richiamata dalla voce dell’amica, si voltò.
La bionda strega, sguardo fisso sulla sfera nella mano della mora, era paralizzata.
L’oggetto magico riluceva di un timido color porpora.
L’Evil Queen si avvicinò attirando verso se il viso di Malefica.
Le labbra della mora, ora vicinissime all’orecchio della donna, sussurrarono alcune parole.
Malefica si raddrizzò e Regina chiamò a se Snow, Belle ed Emma.
L’Evil Queen si avvicinò alla figlia di Biancaneve, le accarezzò una mano per poi cederle la sfera.
Una frase sussurrata e tre silenziosi assensi come risposta a quella lieve richiesta.
- Siete arrivati finalmente. Vi attendevo.
Zelena si palesò vicino alla lunga scalinata.
Con un gesto circolare del dito indice una nube viola circondò le tre donne che svanirono.
- Ti sei sistemata bene vedo.
Ironizzò Regina andando verso la sorellastra.
- Anche se, per i miei gusti, manca un po’ d’illuminazione.
La strega malvagia rise.
Le bastò schioccare le dita e ogni torcia attaccata alle pareti prese fuoco illuminando quel salone grande e vuoto.
- Sei venuta con amici, noto. Ed io che pensavo di poter chiacchierare da sola con te.
Disse la strega facendo un finto broncio.
- Beh poco male, invito anch’io qualcuno.
Aggiunse poi facendo comparire dietro se alcune guardie.
Gli uomini di Robin si erano messi in posizione di attacco con le proprie balestre, quando videro comparire sulla scala alcuni arcieri.
 
Emma, Snow e Belle comparvero al secondo piano. Davanti a loro un lungo corridoio mentre alla loro destra c’erano altre scale.
La sfera fra le mani della Salvatrice s’illuminava di porpora a intermittenza.
Le tre donne decisero di avanzare verso il corridoio, ma l’oggetto magico sembrò spegnersi.
- Strada sbagliata. Dobbiamo prendere le scale.
Emma informò le presenti per poi dirigersi al piano superiore. La luce porpora emanata dalla sfera era sempre più forte.
 
La battaglia al pianterreno imperversava tra incantesimi e duelli corpo a corpo.
Mentre gli uomini di Robin affiancati da Hook e David si occupavano delle guardie della Strega dell’Ovest, Regina e Malefica tenevano impegnate Zelena.
Una voce familiare attirò l’attenzione dell’Evil Queen che si pietrificò. Distrazione che le costò cara.
La sorellastra ne approfittò per colpire la mora con una sfera di energia, facendola cadere a terra.
Dolorante la donna si mise a sedere. L’amica le fece cenno di andare via e, senza farselo ripetere una seconda volta, la mora si allontanò.
Malefica, con un’onda d’urto, fu scagliata contro la porta finestra finendo così nel terrazzo.
La bionda strega si guardò attorno spaesata. Il castello sembrò altissimo, circondato da nubi nere come se fosse immerso in una notte eterna.
- Quale strano posto è mai questo?
Chiese Malefica ad una Zelena alquanto compiaciuta.
- È un luogo perso nello spazio e nel tempo. Perfetto direi per far sparire tutti voi.
Rispose la donna prima di colpire nuovamente la bionda strega.
Malefica non si lasciò cogliere alla sprovvista. Parò il colpo riuscendo a scagliare la strega contro la fredda parete in pietra.
 
- Mamma!
Il ragazzo era incatenato su di una sedia mediante incantesimo.
Nella stanza si udivano voci e rumori della battaglia.
- Ti ho sentita…vi ho sentiti.
Regina si precipitò dal figlio. La spalla sanguinava ma in quel momento nemmeno sentiva dolore.
- Stai bene?
Chiese la donna liberando Henry per poi stringerlo forte a sé.
- Sto bene ma non dovresti essere qui.
- Che vuoi dire?
 
Snow, Belle ed Emma arrivarono davanti ad una porta dai battenti altissimi e finemente lavorati.
- Quello che ci indica la sfera dev’essere qui dentro.
Ipotizzò Emma con il fiatone.
- Andiamo!
Incitò Snow cercando di aprire la porta con tutte le sue forze. Belle ed Emma si unirono alla giovane donna per darle una mano.
La stanza che si presentò dinnanzi a loro era piena di manufatti antichi e polverosi. Armi, pietre preziose, stole in seta con incantesimi ricamati e un armadio completamente in vetro dipinto contenente due grandi ali.
La sfera divenne di un porpora talmente forte da brillare.
Fu in quell’istante che le ali iniziarono a muoversi.
- Non dirmi che quelle…
- Sono le ali di Malefica.
Biancaneve finì la frase iniziata dalla figlia.
- Dici che dobbiamo aprire l’armadio? E…come gliele portiamo?
Chiese confusa la bionda Swan.
- Una volta liberate saranno loro a trovare la proprietaria.
Rispose Belle affascinata da ciò che stava vedendo.
 
Zelena era riuscita ad attirare Malefica sulla cima di una torre, facilmente raggiungibile dal terrazzo su cui si trovavano poco prima.
Il raggio d’energia emanato dalla donna stava mettendo in seria difficoltà la bionda strega.
- Sembra che ti sia tenuta il meglio per usufruirne da sola con me.
Malefica sorrise sfidando Zelena.
- Cerchi di sfidarmi seppur tu sia visibilmente in difficoltà? Che coraggio.
Una risata accompagnò quella risposta.
- Scommetto che mia sorella ha trovato il suo figlioletto adorato. Animo nobile il tuo sacrificarti per lei.
La potenza del raggio aumentò, facendo arretrare Malefica sino al parapetto della torre.
- Puoi far di me ciò che vuoi, tanto non vincerai Zelena.
La strega malvagia dell’ovest fece un ampio sorriso.
- Sarà fatto.
Un’esplosione illuminò il cielo scuro carico di nubi.
Zelena guardò soddisfatta il vuoto che aveva preso il posto della bionda strega. Il muro era crollato e di Malefica non era rimasto nulla.
 
Il pavimento tremò sotto i loro piedi.
- Mamma, devi andartene.
La supplicò il piccolo Henry.
- Non ti lascerò qui. Scordatelo!
Regina strinse ancor più a sé il figlio ma il ragazzino svanì improvvisamente da quell’abbraccio.
- No!
La mora lo gridò così forte che le mura del castello ne diffusero l’eco carico di rabbia e tristezza.
 
- Ne ho abbastanza di questo caos!
Sbottò Zelena bloccando tutti i presenti.
Le guardie della strega erano state sconfitte. Emma, Belle e Snow avevano raggiunto David al pianterreno.
Il piccolo Henry si ritrovò al centro di quel grande salone illuminato solo da fiaccole che in quel preciso momento si spensero.
Le persone a lui care non poterono far altro che guardare ciò che stava per accadere.
Emma, in possesso dell’amuleto che assorbiva ogni tipo di magia rendendola nulla, finse di essere bloccata come tutti gli altri per attaccare quando Zelena meno se lo aspettava.
Un rumore metallico si udì sempre più distintamente.
Cercando di mettere a fuoco qualsiasi sagoma persa in quell’oscurità, si vide un’armatura nera avanzare lentamente verso Henry.
Il buio circondava quel ragazzino che nell’ombra cercava le madri.
Regina giunse in quel salone. Il respiro affannoso.
Appena vide il figlio, senza alcuna esitazione, si precipitò verso l’armatura distruggendola con un’onda d’urto.
Quei pezzi di latta dapprima animati ora erano privi di vita e, onde evitare che essa si ricomponesse, l’Evil Queen con un gesto della mano la fece svanire.
Henry abbracciò la madre che cercò di rassicurarlo mentre una cortina di fumo verde iniziò a riempire il salone.
Regina ed Henry si sentirono come costretti a sedersi a terra, incapaci di fuggire e di svanire con l’uso della magia.
- Regina! Henry!
Emma urlò cercando di mostrare l’amuleto alla mora, pur tenendolo nascosto.
Con uno sguardo la donna le fece comprendere di non muoversi da dov’era.
- La salvatrice…ero talmente presa dalla gioia di poter distruggere la mia sorellina, che non ho mai dedicato un attimo a te. Salvatrice…che buffo. Non credi in ciò che sei eppure tutti fanno affidamento su di te. Un grosso errore.
Emma strinse i pugni lungo i fianchi. La mascella serrata.
Con lo sguardo cercava la provenienza di quella voce.
- Non sei un campione o un eroe, sei solo una ragazza troppo semplice per questo mondo assai complesso. Vuoi fare la cosa giusta? Unisciti ai tuoi amici in una resa, senza alcuna perdita da parte vostra….questo escludendo Regina. Ovviamente lei non sarà dei vostri.
- Mai!
Gridò la bionda Swan. Un urlo da cui si riusciva a percepire tutta la sua rabbia.
- Come vuoi.
Rispose Zelena che comparì poco distante dalla mora, con un ghigno sulle labbra.
Il fumo verde si fece sempre più denso, racchiudendo in un cerchio Regina che teneva stretta a se il piccolo Henry.
I loro respiri iniziarono a farsi pesanti. L’aria era irrespirabile.
I due al centro del salone si stavano rassegnando alla fine quando un grido accompagnò una luce bianca così accecante che li costrinse a chiudere gli occhi.
Tutto finì in un istante.
Il fumo si dissipò e Zelena era a terra a pochi metri dall’Evil Queen.
Gold apparve al fianco della sorellastra di Regina. Raccolse da terra il suo pugnale, con su scritto “Rumplestiltskin”, e senza alcuna esitazione lo lanciò a Belle.
Si voltò poi verso Zelena e strappò dal suo collo la collana con la pietra verde, fonte dei poteri della Strega dell’ovest.
Il Signore Oscuro lanciò lo smeraldo a Regina.
Un lampo sembrò attraversare lo sguardo della strega, reale consapevolezza che ormai la sua battaglia contro la sorella fosse realmente finita.
- Fermo!
Intimò l’Evil Queen a Tremotino che stava per afferrare la donna al collo. Un ordine che risuonò in quel salone buio e freddo, portando con sé un eco che fece trattenere il respiro ai presenti.
Henry, alzatosi in piedi, corse verso Emma ancora incredula per ciò che aveva fatto. Era riuscita a usare la magia per colpire Zelena e l’aveva usata senza alcuna esitazione.
- Fate uscire tutti di qui.
Ordinò Malefica a David, Robin e Snow, facendo la sua comparsa nel salone.
- Vi raggiungeremo il prima possibile. Non ammetto obiezioni.
Disse poi prima di svanire nuovamente.
Appena tutti oltrepassarono la finta porta, la mora si avvicinò alla sorella che giaceva a terra sotto lo sguardo attento di Gold.
Un passo dopo l’altro, lentamente come se le spalle della donna fossero cariche di un peso insopportabile.
Ora che tutto era finito aveva bisogno di risposte che forse mai si sarebbero udite.
Lo sguardo della sorella s’incatenò in quello profondo della mora.
Il silenzio fra le due donne era ricco di parole non dette e che in quell’istante nessuna delle due voleva pronunciare.
Zelena afferrò la mano di Regina che s’inginocchiò.
Rimase a guardare la sorella davanti a sé per poi avvicinare le labbra all’orecchio della mora.
L’altra mano a terra come se le sue forze venissero meno.
- Ero certa di essere la migliore, la più forte…volevo dimostrarlo ad ogni costo…ma mi sbagliavo.
Il tuo cuore, la tua volontà fa di te ciò che eri e che ora sei. Sei cambiata ed è questa la vera forza.
Ciò che mi chiedo è…
Regina era immobile, lo sguardo perso in ciò che la donna stava dicendo.
Entrambe si alzarono in piedi e Zelena, in quel silenzio innato come se il tempo si fosse fermato, tentò un ultimo gesto disperato contro la sorella. Abbracciò Regina, stringendola a se.
Nascondendo il viso nell’incavo del collo della mora ne inalò il dolce profumo. Gli occhi chiusi come ad imprimere il ricordo di lei nella mente.
- …chi può salvarmi da me stessa?
Quella domanda fu posta in un lieve sussurro.
Senza staccarsi da quell’abbraccio da cui Regina era rimasta pietrificata, estrasse un piccolo coltello dalla cinta pronta a colpire la sorella.
Malefica apparsa poco distante all’amica, vide ciò che stava per accadere e il cuore le saltò in gola.
- Regina!
La bionda maga cercò di richiamare l’attenzione della mora.
L’Evil Queen, come se avesse previsto quell’azione da parte della donna, afferrò il polso della strega e la strinse forte a se intensificando l’abbraccio.
La strega cattiva dell’Ovest scostò il viso. Un’espressione stupita mista a dolore sul suo volto.
Guardava la mora negli occhi come a scrutarle l’anima.
Una lacrima rigò il volto di Zelena, mentre il suono dell’arma che cadeva sul freddo pavimento ruppe quel silenzio così immobile.
La mora non riusciva a distogliere lo sguardo da quello color smeraldo della sorella che si accasciò a terra priva di sensi.
Nella mano di Regina, solo in quell’istante si riuscì a vedere un pugnale insanguinato. Sulla cima dell’elsa uno zaffiro verde.
Gold guardò quella scena con un ghigno sulle labbra.
- Avevo detto che sareste state voi ad aiutarmi.
Sorrise l’uomo per poi far apparire nella propria mano un’ulna dorata e, aprendone il coperchio, rinchiuse dentro essa la strega malvagia dell’Ovest destinata a divenire un lontano ricordo.
Regina che non aveva mai distolto lo sguardo da davanti a se, lo abbassò dove prima giaceva la sorella e un oggetto attirò la sua attenzione.
Lo raccolse per guardarlo da vicino e poi metterlo nella tasca del cappotto.
Malefica circondò con un braccio le spalle dell’amica. Voleva provare a darle conforto.
- Era la cosa giusta da fare.
Le disse sincera.
- Chi può dirlo.
Rispose sospirando la mora.
Le due maghe si voltarono verso la finta porta e proprio davanti al portale ad attenderle c’era Emma.
Silenziosamente si avvicinarono alla Salvatrice.
Dentro se Regina aveva paura. Paura che, dopo quello a cui Emma aveva assistito, si allontanasse definitivamente da lei.
La bionda Swan la guardò piena di comprensione, tendendole una mano.
Quel gesto valeva più di mille parole.
Malefica oltrepassò il portale.
Regina guardò prima la mano tesa di fronte a se e poi gli occhi cristallini della bionda.
Ricambiando la dolcezza della giovane con un sorriso seppur lieve, la mora accolse quel gesto che le scaldò il cuore e insieme attraversarono quel confine che si chiuse dietro di loro bloccando ogni accesso a quel luogo così scuro e freddo.
 
La luce del sole che stava tramontando le investì, illuminando i volti sereni dei presenti che finalmente gioivano. Avevano vinto restando uniti.
- I miei complimenti Emma.
Disse la mora sorridendo allo Sceriffo.
- Nessuno pensa a me? Potrei offendermi.
Malefica raggiunse l’amica che la guardò strabiliata.
- Hai ritrovato le tue ali! Fico!!
Esclamò Henry al settimo cielo.
- Per questo devo ringraziare Emma, Snow, Belle…e la loro tempestività.
Disse la bionda strega indicando le tre giovani donne che l’avevano raggiunta in quell’istante assieme ad Hook e David.
- Direi che è ora di un lungo e meritato riposo.
Disse Emma sorridendo.
- Riposo? Io ho fame!
Esclamò la bionda strega facendo scoppiare tutti in una risata.



Nota di Alex: Finalmente Zelena è stata fermata...almeno per ora.
Cosa ci riserveranno i prossimi capitoli? Ricordatevi che Joan è nelle mani dei Charming e prima o poi qualcuno a lei caro verrà a riprendersela :P
E con questo piccolo grande spoiler auguro a tutti voi Buon Anno e che il 2015 sia migliore di questo passato.
Alla prox :)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
Dopo cena Regina aveva accompagnato Henry a casa Charming.
Il figlio voleva passare un po’ di tempo con lei prima di andare a dormire così, decisero di guardare un film.
Il ragazzino si era addormentato poco dopo e l’Evil Queen spense la tv.
La luce della cucina era accesa a illuminare l’ambiente che circondava l’ex Sindaco.
Emma era andata a farsi una doccia e i Charming erano già saliti a riposare.
Regina, seduta sul divano con la testa di Henry poggiata sulle ginocchia, si mise a rimuginare sugli avvenimenti avvenuti in quei giorni.
Era stata una settimana assai lunga e pesante.
L’immagine di Zelena e le sue ultime parole non lasciavano mai la mente della mora.
Fù solo allora che si ricordò dell’oggetto raccolto sul pavimento di quel freddo castello.
Frugò nella tasca del suo cappotto, poggiato sullo schienale del divano.
Le sue dita toccarono il freddo metallo.
L’oggetto era tondo. Cosa mai poteva essere?
Rigirandoselo fra le mani, si udì un rumore indistinto.
L’oggetto si poteva aprire come un portacipria.
Non conteneva magia o incantesimi, quindi non poteva essere pericoloso.
- Cos’è?
Chiese Emma da dietro il divano. Avvicinandosi scalza alla mora, la colse di soppiatto.
- Non saprei. È caduto a Zelena prima che Gold la rinchiudesse nell’ulna.
A quelle parole lo Sceriffo si allarmò.
- E se esplode?
Regina rise.
- Non può esplodere.
Rispose la mora ancora con il sorriso. Un sorriso malinconico.
- E come lo sai?
La ragazza si sporse oltre la spalla dell’Evil Queen per guardare meglio l’oggetto in questione.
- Non è magico.
- Le bombe non lo sono.
Constatò la bionda che sembrava seria.
Regina sorrise nuovamente.
- Andiamo, Sceriffo, non si spaventerà per un oggettino così piccolo.
La sfidò la mora aprendo ciò che aveva in mano.
Una lieve musica ne uscì.
- Un…carillon?
Ipotizzò Emma, ma l’Evil Queen non rispose vedendo un piccolo foglietto caderle in grembo.
La musica dolce e allo stesso tempo triste continuava a suonare.
Regina prese il foglietto. La calligrafia era diversa da tutte quelle che conosceva…che fosse stato scritto di pugno dalla stessa Zelena?
Emma stette in religioso silenzio, attendendo di leggere ciò che il foglietto conteneva.
“Quante lune cavalcheranno le onde? Forse il vecchio albero sta crescendo forte e i suoi rami riflettono le ombre. Continuerò il mio triste viaggio. La spiaggia sarà il mio cuscino, l’acqua il mio letto”.
- Sai che significa?
Chiese Emma incuriosita.
- Era una canzone che cantava la mia balia quando, ancor piccina, non riuscivo ad addormentarmi.
Entrambe le donne si ammutolirono.
Mentre l’Evil Queen ripiegava il foglietto, Emma le si inginocchiò davanti mettendo una mano su quella di Regina che chiuse il carillon.
- Che ne dici di restare?
La mora, in risposta, si scostò lentamente per non svegliare il figlio e si alzò dal divano.
- Non credo sia il caso.
- Non mordo.
Ripeté sorridendo Emma.
- Tua madre ne sarebbe di certo in grado.
Un lieve sorriso scaturì dalla mora.
- I pensieri sono una brutta compagnia. Vorrei che restassi qui con me…con noi.
Si corresse la bionda indicando il figlio.
- Dormirò sul divano così potrai stare con Henry.
Propose Emma alzandosi in piedi imitata dall’ex Sindaco.
- No.
Rispose con tono fermo Regina.
- No?
Chiese Emma incuriosita. Voleva che la mora le dicesse qualcosa che solo il suo cuore voleva sentire.
- Cioè…resta…
La ragazza si perse in quegli occhi scuri che stentavano a guardarla.
Regina stava cercando di abbattere le barriere costruite in tutti quegli anni. Non era facile per lei ma la dolcezza disarmante di quella ragazza dai capelli color del grano le fu notevolmente d’aiuto.
Emma si avvicinò alla madre adottiva di suo figlio, eliminando ogni distanza fra loro.
Lieve come neve che si posa sul petalo di un fiore delicato, la Salvatrice accarezzò il viso della donna davanti a se…forte e determinata ma allo stesso tempo fragile.
Posò le sue labbra su quelle fresche della mora che, però, fece un passo indietro esitante.
Regina alzò lo sguardo che s’incatenò a quello cristallino della bionda davanti a se e, senza ulteriore esitazione, fece un passo avanti approfondendo il bacio.
Emma, senza staccarsi da quelle labbra dolci come il miele, strinse Regina a sé.
Sembrava avesse paura che la donna se ne andasse e che quel momento svanisse.
I loro cuori battevano all’unisono dando vita a sensazioni intense e da tempo dimenticate da entrambe.
Un mormorio le fece ritornare alla realtà. Henry si stava svegliando.
Le due si separarono, avvicinandosi al divano per controllare il figlio.
- Ehi ragazzino! Dai che andiamo a dormire.
Disse Emma cercando di svegliarlo quel tanto da portarlo a letto.
Il figlio allungò una mano sul divano come a cercare qualcosa o qualcuno.
- E la mamma?
Chiese Henry. Voce impastata dal sonno.
- Resto con voi.
Rispose Regina.
Sul volto del figlio si allargò un sorriso. Erano finalmente una famiglia.
 
Il mattino arrivò fin troppo velocemente.
Rumori di stoviglie e voci sommesse svegliarono l’Evil Queen che si rese conto di essere a casa Charming. Henry stretto al suo braccio le sorrideva felice.
Emma si era svegliata presto per preparare la colazione al figlio e all’ex Sindaco, che l’accolse con un sorriso quando la vide arrivare in camera con un vassoio ricco di prelibatezze.
- Ci hai preparato la colazione?
Chiese la mora divertita. Henry era al settimo cielo.
- Già.
Rispose Emma con un grande sorriso stampato sul volto, poggiando il vassoio fra Regina e Henry.
- L’ho fatto con le mie manine.
La giovane indicò il dolcetto coperto da zucchero a velo.
- Allora sono curiosa di assaggiarlo.
Disse gentilmente l’ex Sindaco prendendo una forchetta.
Il figlio si era già lanciato su un croissant alla crema, ancora caldo.
- Se qualcosa non va, puoi sempre ripiegare sui croissant. Li ho presi poco fa al Granny’s.
Ironizzò David conoscendo la figlia.
Regina era a conoscenza dell’assenza di doti culinarie nella bionda, ma pensò fra se: “Non è difficile seguire una ricetta”.
Fiduciosa nella riuscita di quel dolce fatto in casa, si apprestò ad assaggiarlo.
Dopo averne messo in bocca un pezzo, l’ex Sindaco s’irrigidì.
Biancaneve e David tendevano l’udito per conoscere l’esito di cotanto sacrificio da parte della figlia.
- Allora? Com’è?
Chiese speranzosa Emma.
La faccia del Sindaco parlava da se. Non sarebbe mai stata in grado di mentirle.
Henry se la rideva di sottecchi.
- È così…salato…
La figlia di Biancaneve sgranò gli occhi, mentre Regina bevve un sorso di caffè.
- Cosa?? Dopo tutte le peripezie che ho fatto per preparartelo, mi dici che è salato?
Snow e David ridacchiavano.
- Emma, ma l’hai assaggiato? Prova.
Regina le porse il piatto e la bionda lo afferrò stizzita.
- In realtà sei tu schizzinosa per quanto riguarda i sap…
La faccia di Emma dopo aver messo in bocca un pezzetto di dolce, fu impagabile.
- Allora com’è?
Chiese Regina sfidandola.
Sebbene disgustata, decise di non darla vinta ai presenti.
- C’è abbastanza sale da poter recuperare ciò che si è perso durante un duro allenamento. Cibo per un vero atleta.
- Non mi dire.
Ironizzò l’Evil Queen.
- Il suo sapore può far sì che un buongustaio televisivo esclami: “È come una celebrazione del sale nella mia bocca”.
Disse la bionda, imitando con la mano un titolo immaginario a mezz’aria.
Regina non poté fare a meno di ridere.
- Ma quanto sei ostinata?
Chiese Snow, scoppiando in una fragorosa risata accompagnata da marito e nipote.
- Tieni, prendi un po’ d’acqua.
Sogghignò l’Evil Queen trattenendosi dal ridere.
- Ora però, se volete scusarmi, vado al Granny’s per vedere come sta Malefica. Abbiamo un po’ di cose di cui parlare.
Regina informò i presenti alzandosi dal letto.
- Se vuoi ti accompagno, così ti offro una colazione decente prima di andare alla stazione di polizia.
L’ex Sindaco rise.
- Accetto che mi accompagni solo se pranzi con me e Henry.
- Si!
Gridò felice il ragazzino.
- Non posso certo rifiutare.
Rispose con un grande sorriso la Salvatrice.
 
Appena uscite dall’appartamento dei Charming, Regina afferrò lievemente Emma per un braccio fermandola.
Un bacio leggero si posò sulle labbra della bionda che arrossì.
- Grazie per la colazione.
- Dici davvero Regina? A me sinceramente dispiace per quell’obbrobrio salato.
- Ah sì? Sembravi così orgogliosa di quel “Cibo per un vero atleta”.
La mora la canzonò ridendo.
- Certo ma…
Emma si bloccò. Sul marciapiede vide appostato Hook che vedendo la bionda si avvicinò.
- Ho bisogno di parlarti, Swan.
La Salvatrice sospirò per poi voltarsi verso Regina.
- Potresti darmi un minuto…per favore?
L’Evil Queen sembrò rabbuiarsi.
- Sono generosa…te ne do due.
Disse poi con un sorriso forzato facendosi da parte.
- Swan, ho bisogno di sapere. Hai detto di essere confusa, ma non puoi almeno dirmi se ho una possibilità?
- Ciò che prima mi confondeva ora mi è chiaro come il sole. È questo che vuoi sentirti dire? Ascolta…
Emma si avvicinò al Pirata che era già a conoscenza di ciò che avrebbe udito dalla ragazza.
- …ho apprezzato e apprezzo ancora molto come ti sei preso cura di me a Neverland e come ci hai aiutato in tutto questo tempo. Credimi se ti dico che è stato bello. Mi hai confortato quando ne avevo bisogno, anche se forse era solo un capriccio.
- Ma non hai voglia di approfondire ciò che c’è tra noi.
- Ciò che c’era…era il bisogno di avere qualcuno accanto in quel momento. Ero fragile e mi sono lasciata andare non pensando alle conseguenze del mio comportamento.
- Comprendo. C’è qualcun altro che occupa i tuoi pensieri?
- Ti ringrazio per tutto, Killian. Ora devo andare…il lavoro mi aspetta…e pure Regina.
Il Pirata incassò il colpo allontanandosi dalla ragazza con un cenno del capo.
Emma, maledendosi per ciò che aveva fatto a Neverland, raggiunse Regina.
- Eccomi…andiamo.
- Ora il minuto serve a me.
Rispose stizzita Regina.
- Ti prego non ho voglia di discutere anche con te.
- Non ho detto nulla.
- È il modo…
Tra le due scese il silenzio mentre s’incamminarono verso il Granny’s.
- Non hai risposto alla sua domanda.
Disse l’Evil Queen con un sorriso malizioso.
- Se c’è qualcun altro che occupa i miei pensieri?
Domandò Emma ricordando la domanda fattale dal Pirata.
Regina le rispose con un cenno del capo a cui seguì nuovamente il silenzio.
Arrivate davanti alla tavola calda Emma si voltò verso Regina.
- Ci vediamo a pranzo ok?
- Se ti va. Vado a prendere Henry verso le 12. Ti aspettiamo qui.
Emma non rispose. Prese le mani di Regina fra le sue, portando le sue labbra vicine all’orecchio della mora.
- Sei tu.
Le sussurrò dolcemente prima di sorriderle e allontanarsi, lasciando l’Evil Queen pietrificata davanti alla porta del Granny’s.
Due semplici parole che fecero correre il suo cuore e i suoi pensieri all’impazzata.
 
 
 
Note di Alex: Eccoci con un nuovo capitolo, finalmente tranquillo e dolcioso per la vostra gioia :)
pensare ad Emma e alle sue doti culinarie disastrose mi fa sorridere...e non sono l'unica a immaginarla combinare guai in questo senso :)
A presto e grazie a tutti per le vostre recensioni...siete fantastici!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Un grazie a strapelot per l’ispirazione :)
 
Capitolo 14
 
 
Emma, nella centrale di polizia, era seduta alla sua scrivania immersa nei suoi pensieri.
Non voleva ferire Hook, ma non avrebbe mai immaginato di essere corrisposta da Regina.
- Biondina!
Esclamò Malefica comparendo all’improvviso davanti alla scrivania dello Sceriffo.
- Signore!
Esclamò Emma tenendosi una mano sul cuore che le saltò in gola per lo spavento.
- Mi vuoi uccidere?
La bionda strega alzò gli occhi al cielo. Sembrò riflettere su quella domanda.
- Uhm…non ne trovo l’utilità al momento e, a pensarci bene, non sono nemmeno dell’umore giusto.
- Che cosa?
Lo sgomento iniziale da parte dello Sceriffo si tramutò in un sospiro rassegnato.
- Cosa volevi dirmi?
- Hai visto il ghiaccio là fuori?
- Ghiaccio?
Malefica le indicò la finestra che Emma raggiunse in tutta fretta.
Una coltre di ghiaccio ricopriva la strada.
- Nell’ultima ora è aumentato e si estende per tutta la città.
Malefica sembrava davvero preoccupata. Emma si fece seria.
- Pensi sia una nuova minaccia?
Lo sospiro da parte della Maga non fu per niente rassicurante.
- Spero vivamente di no, ma il mio istinto mi dice: Nuova minaccia.
Rispose quest’ultima frustrata.
- Regina? L’ho lasciata davanti al Granny’s perché voleva parlare con te.
- Se né andata prima che il ghiaccio si formasse. Dovrebbe essere nel mausoleo Mills.
Suppose la bionda strega, ma un rumore richiamò l’attenzione delle due donne.
Regina entrò nell’ufficio a passo svelto, trovando Emma e Malefica accanto alla finestra che dava sulla strada.
- L’avete notato pure voi allora!
Esclamò la mora preoccupata.
- Pensate sia una nuova minaccia?
Chiese Regina ancora con il fiatone.
- Nuova minaccia.
Risposero all’unisono Emma e Malefica sospirando abbattute.
- Io me ne vado.
Sbottò la mora facendo dietrofront e avviandosi verso la porta da cui era entrata.
- Re…Re...Regina!
Balbettò la bionda Swan scattando in avanti verso l’ex Sindaco.
- È più stressante vivere qui che nell’Enchanted Forest!
La voce di David, proveniente dalla radio posta sulla scrivania, attirò l’attenzione delle tre donne.
- Emma mi ricevi? Passo.
- Forte e chiaro. Dimmi.
- Un gigantesco mostro di ghiaccio sta seminando il panico. Cerchiamo di attirarlo al porto. È l’unico luogo più isolato della cittadina. Passo.
- Ricevuto. Saremo al porto in men che non si dica. Fa attenzione. Chiudo.
Emma si sistemò la radio alla cinta per poi avvicinarsi alle due maghe.
Regina le tese la mano.
- Andiamo.
 
Le tre donne comparvero al porto.
Un mostro gigantesco di neve e ghiaccio stava mettendo panico fra la popolazione.
David e Hook se l’erano trovato di fronte ma erano solo riusciti a farlo arrabbiare ancora di più.
Correndo a perdifiato, raggiunsero Regina, Emma e Malefica.
- Che facciamo?
Chiese David con il fiatone.
- Ci pensiamo io e Malefica. Voi cercate di tenere gli abitanti il più lontano possibile da qui. Non sappiamo cosa sia in grado di fare questo…
Una panchina scagliata contro le loro teste li costrinse ad abbassarsi.
- …mostro.
Proseguì Regina.
Malefica si voltò, colpendo il gigante di ghiaccio con una sfera di fuoco. Il mostro fece qualche passo indietro.
- Sta attenta.
Regina le fece l’occhiolino mentre Emma le accarezzò un braccio scendendo sino a intrecciare le dita della propria mano a quelle della mora, prima di allontanarsi e unirsi a David e Hook.
Le due maghe si divisero.
Il mostro gigantesco avanzò, a passi pesanti, verso Malefica pronta a colpirlo con un raggio infuocato.
L’Evil Queen, invece, si mise accanto ad un furgone arrugginito.
Se l’attacco di Malefica non avesse funzionato, era pronta a scagliare il mezzo con un’onda d’urto addosso al mostro. Per fare ciò aveva bisogno di tutta la sua concentrazione e di parecchia magia.
Quando l’essere fu vicino abbastanza, la bionda Strega lo colpì distruggendogli un braccio.
Attacco che servì a ben poco perché il gigante di ghiaccio lo ricreò in pochissimi istanti.
Regina si preparò ad attaccare ma, improvvisamente, una fitta lancinante al capo le fece perdere i sensi.
Malefica cercò con lo sguardo l’Evil Queen, distrazione di cui il mostro approfittò.
Delle punte aguzze crebbero sul dorso del gigante di ghiaccio che si scagliò contro la maga.
La bionda strega finì nell’acqua e un verso gutturale fece tremare il terreno.
Tutto, ora, sembrò tacere al porto.
Regina aprì gli occhi. Sangue caldo le colava dalla tempia. La vista offuscata.
Cercò di mettere a fuoco la persona poco lontano da lei. Hook. L’uomo stava spiando il mostro, riparandosi dietro il furgone che la mora avrebbe dovuto scagliare.
Regina allungò lentamente la mano verso la spranga di ferro a terra accanto a sé.
Raccolse le sue forze e, mettendosi in ginocchio, colpì il Pirata alla schiena.
Un gemito di dolore richiamò l’attenzione del mostro, che si voltò verso i due.
Hook si scagliò contro la donna ma entrambi si dovettero gettare a terra per schivare un attacco del gigante di ghiaccio.
Poco distante, l’acqua dell’oceano sembrò ribollire e qualcosa ne uscì distraendo nuovamente il mostro.
Un drago imponente atterrò sul pontile avanzando verso l’essere di ghiaccio.
Regina vide il Pirata accanto a sé e vi si scagliò contro. Le mani alla gola.
L’uomo fu pronto a scattare ribaltando la situazione.
La mora tentò di difendersi ma Hook era troppo forte fisicamente per lei.
Regina in quel momento, era debole per usare la magia.
Si aggrappò alla giacca in pelle dell’uomo. Il respiro iniziò a venirle meno.
- Senza di te, la vita di tutti sarà migliore in questo mondo.
Le parole di Hook sembrarono veleno.
Con una mano scese sulla cinta di Killian, toccando qualcosa a lei familiare.
Afferrò l’elsa del pugnale del Pirata e glielo puntò alla gola.
L’uomo tolse le mani dal collo dell’Evil Queen per afferrare il pugnale e spingerlo contro la gola della donna.
Regina alzò velocemente un ginocchio che, trovandosi fra le gambe del Pirata, lo fece gemere di dolore.
Hook cadde su un fianco e l’ex Sindaco si preparò a colpirlo con il pugnale.
Nel frattempo un ringhio disumano scaturì dal drago che, con una potente fiammata, sciolse il mostro in un istante.
La mora alzò l’arma pronta a scagliarla sul Pirata.
- Fermati Regina!
Esclamò Malefica dopo aver preso forma umana.
Un’onda d’urto separò i due, mentre Emma e David li raggiunsero.
Il Principe aveva alzato Hook di peso e lo stava trattenendo.
Emma invece, aiutò Regina ad alzarsi.
La testa iniziò a girarle vorticosamente fino a che tutto divenne buio.
- Regina!
La donna cadde esanime fra le braccia della figlia di Biancaneve.
- La porto a casa. Ci penso io a guarirla. Voi vedete di tenere a freno quel Pirata.
Disse Malefica, stringendo a sé Regina sorreggendola.
- Che è successo Malefica? Ti prego dimmelo.
La supplicò Emma restia a lasciare la mora nelle mani della maga.
- Lui ci ha traditi.
Rispose la bionda strega prima di svanire in una nube porpora.
Quando comparve nella casa di Regina Emma, era lì con loro. Una mano della ragazza teneva stretta quella della mora.
- Io non la lascio.
Un sorriso si dipinse sul volto di Malefica a quelle parole.
- E Brava. Vieni…aiutami a portarla sul sofà.
Disse poi la bionda strega sinceramente grata per quel gesto.
 
Regina dormiva sul divano.
La ferita alla testa era stata guarita da Malefica che, seduta su una poltrona, guardava l’album di foto del piccolo Henry.
- Come sono cambiate le cose da trent’anni fa.
Il tono di voce della strega risultò malinconico.
Emma, seduta accanto alla mora, si voltò verso la maga.
- Cos’è successo mentre io e David eravamo in paese? Hai detto che Killian ci ha traditi.
Malefica sospirò, senza distogliere lo sguardo da una foto in particolare. Regina felice con in braccio il figlio di sei anni.
- Non credo che la colpa sia totalmente del Pirata. Riconosco i sintomi.
- Spiegati.
La donna chiuse il libro.
- Semplicemente è stato manipolato. Sono convinta che tu sappia il nome del burattinaio che manovrava la marionetta. Era presente sulla scena seppur lontano.
- Gold?
- Parla con il tuo Pirata. Lei è in buone mani.
Disse la strega indicando l’amica con un cenno del capo. 
- Appena si riprende ti faccio chiamare.
Emma ascoltò quelle parole in silenzio, voltandosi a guardare l’ex Sindaco.
Si chinò sulla donna poggiandole un dolce bacio sulle labbra per poi sospirare e alzarsi in piedi.
- Quanto vorrei una vita tranquilla.
Sbottò prendendo la sua giacca di pelle e fermandosi davanti a Malefica che la guardò incuriosita.
- Grazie.
I suoi occhi color del lago erano sinceri e quel ringraziamento, così sentito, colpì la bionda strega che però non lo diede a vedere.
- Dovere. Ora vai.
Le ordinò la donna alzandosi in piedi.
Con un cenno del capo Emma uscì dalla maestosa villa dell’ex Sindaco.
Un sorriso si dipinse sul volto di Malefica che si recò in cucina a prepararsi un tè.



Nota di Alex: Eccoci con un nuovo capitolo.
Avete capito chi sarà il prossimo "cattivo"?
Come sempre un Grazie a tutti quelli che recensiscono, che mi seguono, che hanno messo la storia fra i preferiti e a tutti i lettori silenziosi.
Buona giornata e alla prox :)

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
- È un sorriso quello?
Chiese Regina sulla soglia della cucina.
- Ti sei svegliata. Ho preparato del tè caldo. Come stai?
Rispose Malefica versando la bevanda fumante nelle tazze.
- Bene…grazie a te.
Disse la mora avvicinandosi al bancone della cucina.
- Emma?
- È stata qui fino a poco fa. Le ho detto di andare dal Pirata. E prima che inizi a sputare veleno, devi sapere che è stato manipolato.
Regina non rispose. Alzò lentamente lo sguardo verso l’amica e poi scomparve in una nube viola.
Malefica sbuffò seccata prima di seguire l’Evil Queen.
 
Snow, David ed Emma erano in piedi nel corridoio della centrale di polizia.
Una nube porpora comparve accanto a loro. Non furono sorpresi di vedere Malefica.
- Avete visto Regina?
- Noi no.
Rispose Biancaneve ora preoccupata.
La porta dell’ufficio si chiuse con un tonfo secco.
- È arrivata.
Avvisò Malefica.
David afferrò il pomello della porta tentando di aprire.
- È bloccata!
 Emma scostò il padre, bussando poi alla porta dell’ufficio.
- Regina, non fare sciocchezze.
Nessuna risposta provenne dall’interno di quella stanza.
Regina era davanti alla cella di Hook.
I due si guardarono senza staccarsi gli occhi di dosso.
- Non so se l’hai saputo, ma sono stato manipolato. Quello che è successo non è opera mia.
Una nube di fumo viola avvolse Regina che svanì. La telecamera di sicurezza si spense e così pure le luci dell’ufficio.
Il buio dei freddi pomeriggi invernali circondò Killian che iniziò a guardarsi intorno, per quanto poteva.
Quella situazione non gli piaceva affatto.
Tutto era immerso nel silenzio assoluto.
La sua attenzione era riservata ad ogni rumore che lo circondasse. Sia esso percettibile che non.
Regina apparì nella cella, proprio dinnanzi a lui, che arretrò spalle al muro.
Con una mano teneva saldamente bloccato l’uncino mentre con l’altra afferrò il collo del Pirata.
- Sono certa che non tutto ciò che è accaduto oggi sia frutto di manipolazione, vero Pirata? Quando ti deciderai a dire la verità e mostrarti per ciò che sei a Emma? Basta nasconderti dietro a chicchessia.
L’uomo sentiva il respiro venire meno. Raccolse le sue forze per rispondere alla provocazione.
- Tu non…sei…molto diversa da me. Sei un’assassina.
Regina a quelle parole lasciò la presa su Hook che si toccò la gola dolorante. La donna gli voltò le spalle.
- Lo sono stata, sì…
Ammise voltandosi poi verso l’uomo.
- …ma pur sapendo cosa c’è stato tra voi, non ho mai tentato di ucciderti.
- Un punto per voi, Maestà.
Regina sentì il sangue ribollire nelle vene. Non doveva lasciare che la collera prendesse il sopravvento.
- Smetti di ronzarle intorno, Pirata.
Intimò la donna freddamente.
- Altrimenti?
Chiese Uncino con un sorriso di sfida.
- Altrimenti, proverai sulla tua pelle cosa significa farmi arrabbiare davvero. E credimi, in quel momento nessuno al mondo ti potrà salvare da me.
- Ciò comporterebbe perdere Emma. Credo che t’importi di lei più di quanto tu sostenga ed io possa aver visto.
Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra della mora.
- Tua madre aveva ragione, l’amore è debolezza. Emma è divenuta il tuo punto debole.
- Non credo che faresti del male alla donna che ami, pur di colpire me. Sbaglio Killian?
Questa volta fu il Pirata a sorridere amaramente. Colpito.
- À bientôt.         (A presto)
Detto ciò Regina svanì.
Le luci tornarono a illuminare l’intero ufficio e la telecamera di sicurezza riprese a funzionare.
La porta si aprì lasciando entrare i Charming al completo, seguiti da Malefica che non vedendo la mora sparì a sua volta.
 
Malefica ed Emma comparirono davanti alla grande porta in legno massiccio del mausoleo Mills.
- Biondina.
Sbuffò Malefica contrariata dopo aver notato la ragazza al suo fianco.
- Devo essere io a parlarle.
Disse Emma lasciando la presa sull’avambraccio della maga.
- Aspetterò fuori.
- Grazie.
Malefica si voltò verso la figlia di Biancaneve.
- Perché mi ringrazi?
- Per tutto…tutto quanto.
La bionda strega alzò gli occhi al cielo infastidita.
- Vai, vai. Smetti di perdere tempo.
Sbottò poi indicandole la porta del mausoleo.
Emma scosse il capo sorridendo prima di entrare a cercare Regina.
Un lieve sorriso divertito comparì sul volto di Malefica che si sedette su di un masso, accanto alla tomba della famiglia Mills.
 
Non fu difficile trovare Regina.
La donna era nell’unica stanza, dove era solita rifugiarsi.
Seduta su un baule di legno sembrò annegare nei propri pensieri.
- Ehi.
Tentò Emma timidamente. Aveva paura che scappasse nuovamente.
- Ehi.
Rispose con tono spento Regina senza nemmeno voltarsi.
- Come stai?
La mora fece spallucce mentre Emma si avvicinò inginocchiandosi dinnanzi a lei.
- Fisicamente? Bene. Mentalmente? Complessata.
Quella risposta scatenò una risata lieve da parte della bionda.
- E chi non lo è…soprattutto per chi vive in questa cittadina.
Regina a quelle parole sorrise.
- Cosa ti preoccupa?
Chiese Emma gentilmente prendendo le mani della mora fra le sue.
- Tutto.
- Non dovresti perdere tempo a rimuginare.
- In questo momento la mia mente è popolata da svariati “E se”.
Ammise Regina, sebbene con grandissimo sforzo. Odiava mostrarsi debole
- Lasciami indovinare. E se miei lo vengono a sapere? E se si rifiutano di accettarlo? Ma soprattutto: E se Henry non la prende bene?
- Tin, Tin, Tin. Jackpot!
Ironizzò l’Evil Queen fingendo di tirare la leva di una slot machine prima di poggiare la fronte sulle proprie mani, intrecciate a quelle di Emma.
La Salvatrice però lasciò la presa, costringendo Regina a sollevare il capo per guardarla.
Emma le poggiò le mani sul viso coprendo ogni distanza fra le loro labbra.
Fu un bacio dolce ma intenso.
Le labbra calde e morbide di una si posarono su quelle fresche dell’altra.
- Sono con te, qualsiasi sia l’ostacolo da superare. Che si tratti dei miei, di Henry o di altro io sono con te.
Quelle parole fecero sussultare il cuore di Regina.
L’unica risposta che seppe dare ad Emma fu stringerla a sé in un abbraccio.
La mora poggiò il viso nell’incavo del collo della bionda, chiudendo gli occhi per assaporare ogni istante di quel momento prima che, dei passi nel corridoio, vi misero fine.
- Spiacente donzelle, ma dovete venire con me.
Disse Malefica visibilmente seccata.
- Che succede?
- So, dove trovare la padrona del mostro di ghiaccio.
 
Le tre donne uscirono in tutta fretta dal mausoleo Mills.
Poco distante una scia ghiacciata formava un sentiero.
- È stata lasciata da una ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una treccia. Vestito azzurro. Stoffa pregiata.
Le informò Malefica.
- Ti ha vista?
Chiese Regina pensierosa.
- No. Sembrava sperduta e spaventata.
- Con simili poteri non m’importa come si sente. Se colpirà, ci difenderemo.
Sbottò Regina con tono duro.
- Regina, se teniamo conto dello stato d’animo della ragazza, magari abbiamo una possibilità in più.
- La biondina ha ragione.
Ammise Malefica.
- Probabilmente agendo su di esso non arriviamo nemmeno allo scontro.
Continuò la bionda strega.
- Vedremo. Ora seguiamola, prima che faccia qualche altro danno.
Il sentiero ghiacciato si snodava tra gli alberi del fitto bosco sino a raggiungere la cittadina.
- Ora trovarla sarà come cercare un ago in un pagliaio.
Borbottò Malefica notando che la coltre ghiacciata era svanita oltre il limitare del bosco che portava in paese.
La bionda strega, mise poi un piede sull’asfalto scuro e scivolò cadendo a terra malamente.
Emma scoppiò a ridere mentre Regina tentò di trattenersi il più possibile.
- Magari anche no.
Disse la mora tendendo la mano verso Malefica che l’afferrò alzandosi cautamente.
L’Evil Queen posò l’indice sulla lastra di ghiaccio quasi invisibile che fece cadere l’amica ed essa divenne un sentiero ben luminoso. Brillava di un azzurro intenso.
- Ora sarà facile trovarla.
Constatò la giovane incamminandosi ma qualcuno la fermò afferrandola ad un braccio.
- Resta dietro di noi. Non posso rischiare che ti accada qualcosa.
- Non trattarmi come una bambina, Regina.
La mora strinse la presa sul braccio della Salvatrice.
- Non ti tratto come una bambina. Io…
Qualcosa fece breccia nella mente di Regina. Qualcosa che la bloccò.
Lo sguardo si fece improvvisamente distante, come se stesse guardando oltre Emma, ma la giovane capì che ciò che la mora stava vedendo era un triste ricordo.
Solo una volta aveva detto ciò che stava per dire a Emma ed era costato la vita a Daniel. No non poteva lasciare che succedesse ancora. La paura la paralizzò.
Lo sguardo della mora, da distante si fece improvvisamente brusco. La donna tirò dietro di sé Emma quasi con rimprovero.
- Resta solo dietro di noi e non contestare tutto ciò che ti dico.
Quelle parole sembrarono veleno.
Malefica si voltò a guardare l’amica e poi la bionda cercando di farle comprendere che nemmeno lei aveva capito quell’improvvisa reazione.
Emma ingoiò un boccone assai amaro ma rimase in silenzio seguendo le due maghe dinnanzi a lei.
- Lo sai vero che, trattandola così, rischi solo di allontanarla? Che stai combinando Regina?
Malefica bisbigliò quelle domande in modo quasi impercettibile ma Emma riuscì a notare l’astio improvviso sul volto della maga.
- Non immischiarti.
Rispose tagliente Regina.
Malefica posò la mano sulla spalla dell’amica svanendo assieme a lei.
Emma notò che le due donne erano tornate sul limitare del bosco.
La bionda strega spinse Regina con la schiena addosso ad un albero.
- Regina, svegliati e cresci! La ragazza ti adora davvero. Trattandola così prima o dopo si stancherà. Hai distrutto vite per vendetta solo perché una bimba ti ha tolto la felicità. Hai colpito innocenti invece di eliminare la causa diretta di tale agonia: Tua madre.
Hai rovinato l’intera infanzia e adolescenza di questa ragazza, strappandola dai suoi genitori per egoismo, eppure lei ti ama come niente al mondo.
Apri gli occhi! Cerca di ascoltare quell’insulsa cosa che ti ritrovi al posto del cuore e dalle una possibilità.
Quelle dure parole furono dette tutte d’un fiato, dalla persona che conosceva Regina, meglio di chiunque altro.
- Io…
Malefica lasciò la presa sul braccio della mora che stentava a parlare.
- È paura ciò che vedo nei tuoi occhi?
Regina abbassò lo sguardo per evitare che l’amica continuasse a leggerle dentro l’anima.
- Il giorno stesso in cui Daniel morì…io…gli avevo detto che l’amavo. Era la prima volta che aprivo il mio cuore e guarda com’è andata a finire.
- Hai paura che succeda lo stesso anche a lei? 
Regina non rispose a quella domanda.
- Non lasciarti comandare dai tuoi dubbi. T’impediranno di vivere. Ora scusati e andiamo.
Le due donne raggiunsero Emma che nel frattempo aveva mille domande che le passavano per la testa.
Malefica le precedette. Emma s’incamminò subito dopo la maga mentre Regina si attardò per poi avvicinarsi alla giovane. Nessuna di loro disse nulla. Regina abbassò lo sguardo a terra per poi prendere per mano Emma. La mora guardò le loro dita intrecciarsi. Una lacrima le rigò il volto. Soltanto una ma carica di mille parole e paure che aveva dentro sé.
Emma restò a guardare quel viso che tanto amava ma che al contempo non sempre riusciva a comprendere.
- Io…mi preoccupo solamente per te. Tu e Henry siete tutto il mio mondo e non posso permettere che vi accada qualcosa. So di essere brusca a volte…
- Spesso Regina, spesso.
Borbottò Malefica qualche passo più avanti.
- …spesso…ma non è intenzionale.
- E ci mancherebbe.
Commentò di sottecchi Malefica.
- La smetti?
- Chiedo venia.
- Dicevo…
Emma la zittì tirandola a sé per poi baciarla.
Di nuovo una lacrima scese a bagnarle il viso.
- Scusami. Non sono brava ad amare.
- Nessuno lo è. Ci si lascia guidare dai sentimenti per la persona che hai accanto…il resto è tutto da scoprire.
Le rispose dolcemente la Salvatrice sorridendole.
Malefica fece cenno alle due di fare silenzio. Le tre donne si avvicinarono al muro di una casa nascondendovisi dietro.
- Eccola.
La ragazza dall’aria regale, capelli lunghi e biondi raccolti in una treccia e un bellissimo vestito azzurro, si guardava intorno spaesata.
Il luogo dove si trovavano sembrava isolato.
- Proviamo con il dialogo.
Propose Malefica in un sussurro.
- Sì ma…siate gentili e carine per favore. Voi due…ecco…tendete ad avere un’aria minacciosa.
Disse Emma con cautela.
Malefica la guardò riducendo gli occhi a due fessure per poi afferrare la giovane dal braccio e tirarla verso sé.
- Vai tu biondina. Sei la Salvatrice no?
Regina trattenne Emma dall’altro braccio ma senza dire una parola.
- A cuccia "Furia". Se la sa cavare no? E poi ci siamo no. Se succede qualcosa, puoi sempre attivare lo scudo e proteggerla.
L’Evil Queen non rispose limitandosi a tirare ancor più verso sé Emma.
Melefica, al contrario, decise di non mollare la presa sulla giovane e portarla accanto a sé.
Fra le due streghe vi fu una lotta di sguardi.
- Ehm…per favore…non mi posso dividere. Voi pensate a difendermi che al dialogo ci penso io. Va bene?
Quella domanda fu posta guardando la mora come a rassicurarla.
Regina mollò la presa sul braccio di Emma che, mani alzate in senso di resa, tentò di avvicinarsi alla donna bionda.
- Ciao…
Iniziò Emma richiamando l’attenzione della ragazza che si voltò velocemente.
Sul suo viso paura e tenacia erano visibili.
- Io sono lo Sceriffo di questa città. Non sono qui per farti del male, lo giuro.
La giovane dalla lunga treccia bionda la guardava immobile.
- Il…il mostro di ghiaccio è opera tua?
Nessuna risposta.
Emma fece qualche altro passo avanti verso la ragazza ma lei mise prontamente le mani avanti come se volesse attaccare.
- Scusa, non volevo spaventarti. Voglio solo aiutarti.
- Dov’è Anna?
Finalmente la giovane parlò.
- Non conosco nessuna Anna.
- Non fingere. So che è qui!
- Non sto fingendo, non conosco alcuna Anna.
Emma mani avanti rispose con tono il più possibile sereno. Le due maghe, nascoste dietro il muro, erano pronte a difendere la Salvatrice da qualsiasi attacco.
Un rumore forte e stridulo, proveniente dalla radio alla cinta di Emma, rimbombò in quel luogo spaventando la giovane che attaccò improvvisamente la bionda.
- No!
Gridò Regina proteggendo prontamente Emma con uno scudo.
- Voi due!
Esclamò la bionda ragazza vedendo Regina e Malefica sbucare da dietro la casa.
- Tu sei con loro!
- Aspetta. Loro non sono cattive, anche se possono sembrarlo. Credimi, veniamo in pace.
Ribadì Emma ulteriormente.
- Non ti credo.
La ragazza attaccò le tre donne. Alcuni stiletti ghiacciati vennero parati facilmente da Malefica alzando il suo bastone.
- Dice la verità. Non vogliamo farti del male.
Regina alzò le braccia in segno di resa e fece un passo avanti.
- Descrivici la ragazza che cerchi e ti aiuteremo.
La giovane donna sembrò pensarci a fondo per qualche istante prima di guardare Regina negli occhi.
- Poco più bassa di me. Capelli rossi e lunghi, raccolti in due trecce.
La donna iniziò la descrizione quando Emma la interruppe.
- Aspetta! Io so chi è, ma mio padre ha detto che si chiama Joan.
- Non è la ragazza che abbiamo salvato dalle grinfie di Zelena?
Domandò Malefica a Emma.
- Joan? Ve l’ha detto lei il nome?
Domandò la ragazza.
- No. Lei è…in una sorta di coma.
Tentò di spiegare Malefica.
- Che vuoi dire?
Chiese la ragazza avvicinandosi, seppur con cautela, alle tre.
- Dorme. Sembra sotto sortilegio. Abbiamo affidato ad un mago la ricerca di una spiegazione ed eventuale soluzione.
Le spiegò Regina.
- Potete portarmi da lei?
Domandò la giovane timidamente.
- Chi siete voi?
Chiese Regina incuriosita.
- Il mio nome è Elsa e sono la regina di Arendelle.


Nota di Alex: Ed eccoci con un nuovo personaggio.
Non potevo farla cattiva, non sarebbe da Elsa. Cos'accadrà appena troverà Anna?
Mi piace che Malefica sia una buona amica per Regina. Sono curiosa di vedere come sarà il suo personaggio nella Seconda parte della 4 serie di Once.
A presto e grazie :)

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
- Spero vivamente, che suo padre abbia parlato con Gold a proposito di Hook.
Borbottò Regina mentre camminavano per raggiungere il Granny’s.
Emma era a fianco di Elsa. Regina e Malefica facevano strada.
- E soprattutto di ciò che ti hanno fatto.
Intervenne la bionda strega.
- E del perché.
- Temi che Rumplestiltskin stia escogitando qualcosa?
- Lui agisce alle spalle di chiunque ogni istante. Non mi meraviglierei se lo facesse pure mentre dorme.
- Finalmente vi ho trovate!
David corse incontro alle quattro donne facendo irrigidire Elsa.
Emma le poggiò una mano sulla spalla per tranquillizzarla.
- È mio padre, anche lui dei buoni.
La rassicurò la giovane.
- Che succede?
- Hook è svanito.
A quelle parole Regina sospirò. L’Evil Queen e Malefica si guardarono.
- Hai sempre ragione amica mia.
Ammise Malefica. Il viso di Emma si rabbuiò.
- Portiamo Elsa da Joan e poi ne discuteremo.
- Elsa?
Chiese David incuriosito.
- Sono Elsa, regina di Arendelle. Cerco Anna. Mia sorella è scomparsa e so che si trova qui.
Si presentò la giovane dalla lunga treccia bionda.
- Se è così allora ti aiuteremo a ritrovarla. Arendelle? Anche Joan proviene da lì.
Disse l’uomo poi guardando Elsa.
- La descrizione di Anna è la stessa di Joan.
Spiegò la figlia.
- Capisco. Seguimi Elsa, ti accompagnerò da lei. Al momento è in una stanza di questo hotel-tavola calda.
David porse la mano alla ragazza che la guardò con sospetto.
- Di lui ti puoi fidare.
Sorrise Emma e, seppur tentennante, Elsa accettò entrando al Granny’s assieme al Principe.
- Andiamo al negozio di pegni?
Domandò Emma rivolta alle due maghe.
- Direi proprio di sì.
Rispose Regina allungando una mano verso la giovane per poi svanire assieme alle due.
 
La porta del negozio di Gold era spalancata.
Le tre donne si guardarono prima di entrare una dopo l’altra con cautela.
Il locale era immerso nell’oscurità.
Il brusio del grammofono d’epoca, che girava a vuoto, rompeva il silenzio di quel luogo.
Malefica alzò il pick up, fermando la riproduzione del disco, e tutto all’improvviso tacque.
- Signor Gold?
Chiamò Emma, ma nessuno rispose.
- Belle?
Tentò nuovamente.
Un rumore proveniente dal retro attirò l’attenzione delle tre che si diressero nel punto da dove provenne.
Belle era rannicchiata in un angolo nella penombra. Le ginocchia strette al petto, gli occhi arrossati di pianto.
- Belle, che cos’è successo?
Emma accorse subito al fianco della ragazza.
- Rumple se né andato.
- Come andato?
Chiese Regina. Occhi sgranati.
- Ha lasciato la città assieme ad Hook per mezzo di un incantesimo.
Le due maghe si allarmarono. Cosa stava escogitando l’uomo?
- Come ha potuto lasciarti qui?
Chiese Emma alla bibliotecaria e moglie di Gold.
- Ho scoperto che mi mentiva. Ho…scoperto il suo doppio gioco per colpire Regina usando Hook.
- Che c’entra Killian con tutto questo?
Domandò la bionda Swan per fare chiarezza nei suoi pensieri.
- Il Pirata aveva un debito con Rumple. Dopo il tuo rifiuto non gli era rimasto più nulla, così ha chiesto a Gold un modo per riavere la Jolly Roger ad ogni costo. Il prezzo di questo patto fu il cuore di Killian che ha poi usato per manovrarlo contro Regina. Doveva trovare un espediente abbastanza ostico per distrarvi da ciò che lui in realtà stava già progettando di fare.
- E sarebbe?
Chiese Regina preoccupata.
- Andare nel mondo vero per prendere un manufatto antico. Quest’oggetto gli porterà maggior potere.
- Sai quando tornerà?
Domandò Malefica pensando a tutto ciò che la ragazza aveva appena detto.
- Ha detto che potevano volerci mesi o anni.
- Se ciò è vero, dovrebbe essere attivato in un luogo pregno di magia, quindi il suo potere lo acquisirà solamente nel caso mettesse piede a Storybrooke.
Informò Regina.
- In tal caso studieremo una barriera potente che lo lasci nel mondo esterno.
Proseguì Malefica.
- E Killian? Lui non ha colpa delle malefatte di Gold.
Regina s’irrigidì. Guardò Emma duramente.
- Ne riparleremo se un dì si ripresenterà al confine. Ora, se volete scusarmi, vado a vedere se la bionda ha ridotto in ghiacciolo tuo padre e i clienti del Granny’s o se ancora respirano.
Detto ciò svanì prima che Malefica ed Emma potessero replicare o fermarla.
 
Per non spaventare la nuova arrivata, preferì comparire poco distante dalla tavola calda.
Entrò, salutò la vedova Lucas e poi salì le scale per raggiungere la stanza dove si trovava Joan.
Davanti alla camera della ragazza sotto maleficio era seduto David che le andò incontro appena la vide.
- Abbiamo scoperto che Joan in realtà è Anna, la sorella di Elsa.
- Il sortilegio?
Chiese Regina con tono piatto.
- Nessun cambiamento.
Rispose il Principe chinando il capo tristemente.
L’Evil Queen bussò alla porta.
Una voce flebile rotta dal pianto le disse di entrare.
- Ciao. Ci siamo incontrate prima…io sono Regina.
Parlò la mora con cautela.
- Nessuno sa come svegliare mia sorella?
Domandò con tono sconfitto Elsa.
- Prova con un atto di vero amore. Solitamente è la chiave per distruggere molti sortilegi.
Le spiegò l’Evil Queen avvicinandosi.
- E…cosa dovrei fare?
Regina sospirò.
- Ascolta il tuo cuore. Lui saprà darti una risposta.
La giovane abbassò il capo tornando a guardare la sorella sdraiata sul letto.
- Se hai bisogno di me o di David, siamo qui fuori.
Informò Regina prima di congedarsi.
- Grazie.
L’Ex Sindaco fece un cenno con il capo, chiudendosi poi la porta alle spalle.
David era accanto alla porta. La schiena poggiata al muro.
- Ebbene?
- Pazienta genero.
Rispose la donna. Con uno schiocco delle dita fece apparire due sedie accomodandosi e invitando David a sedersi.
L’uomo accettò di buon grado immergendosi nei propri pensieri.
Regina accavallò le gambe e, incrociando le braccia al petto, si mise a guardare fuori dalla finestra.
In sottofondo si udiva flebilmente la voce di Elsa parlare alla sorella. Spesso quel suono veniva sovrastato da altre voci provenienti dalla tavola calda.
- Come va con Emma?
Quella domanda riportò sull’attenti Regina che si voltò sorpresa.
- Cosa?
- Ho chiesto, come…
- So cos’hai chiesto, David. Ciò che non so è il perché di tale domanda.
- Avanti, Regina, ci credi così stupidi? Abbiamo notato da molto tempo come vi guardate.
La donna ignorò il genero tornando a guardare fuori dalla finestra.
- Gold ha lasciato Storybrooke assieme a Hook.
Informò la mora senza voltarsi.
- Che cosa?
Chiese David sconcertato.
Regina tornò a guardare il Principe.
- Abbiamo trovato Belle in lacrime nel negozio di pegni. Ci ha spiegato tutto. Ha scoperto che Gold le mentiva da tempo. Credo le avesse fatto una promessa riguardo a debiti, riscossione e magia. Inoltre ha smascherato il suo piano di fuga. Tramite incantesimo, sono usciti nel mondo reale per trovare un manufatto magico che accrescerebbe il suo potere. Questo oggetto però, può essere attivato solamente in un luogo impregnato di magia.
- Storybrooke.
- Esattamente. Io e Malefica studieremo una barriera efficace.
- Il suo ritorno quand’è previsto?
- Mesi o forse anni.
- Capisco. Hook che c’entra in tutto ciò?
Lo sguardo della mora si fece torvo e improvvisamente perso per qualche istante, prima di incatenarsi nuovamente in quello di David.
- Avendo perso Emma, voleva trovare la Jolly Roger ad ogni costo. Il pegno da pagare per questo era il proprio cuore. Gold l’ha manipolato affinché fossimo tutti distratti dal suo vero scopo.
David non rispose, lasciando che il silenzio calasse fra loro.
Un’onda di magia, proveniente dalla camera adiacente, li investì all’improvviso.
I due si alzarono velocemente entrando nella camera dove si trovavano Elsa e Anna.
Ciò che videro li fece sorridere. La giovane dai capelli rossi era sveglia.
- Ho ascoltato il tuo consiglio e ha funzionato!
Esclamò la ragazza dai capelli biondi abbracciando Regina che si pietrificò.
Emma entrò nella stanza in quell’istante ed Elsa, vedendola, andò ad abbracciare pure lei.
- Grazie a tutti voi.
Disse poi raggiungendo la sorella.
- Sentivo, infatti, grida festose.
Sorrise Emma divertita.
- Sono felice che Anna…è Anna vero? Stia bene.
Continuò la Salvatrice felice.
- Posso parlarti un secondo?
Le sussurrò Regina indicandole il corridoio.
- Scusateci.
Disse Emma congedandosi con la mora.
- Che succede?
Chiese incuriosita, notando la preoccupazione negli occhi di Regina.
- I tuoi sanno.
- Sanno cosa?
Chiese Emma perplessa.
- Di noi.
Il cuore della bionda mancò un battito.
- Co…come lo sai?
- David me l’ha detto.
- E…come l’hanno presa?
- Non lo so.
- Come non lo sai!
- Ho cambiato discorso.
- È la tua specialità.
Sbuffò Emma ottenendo uno sguardo truce.
- Va tutto bene. Ci siamo preparati sapendo che, prima o poi, sarebbe successo.
La voce di David, provenienti da dietro le due donne, le fece sussultare.
- Non sappiamo a che punto sia la vostra storia, né se ne avete iniziata una…ma a noi va bene. Solo…perché ce l’avete tenuto nascosto?
Emma guardò il padre con affetto.
- Innanzi tutto, volevamo comprendere bene ciò che sentivamo l’una per l’altra. Su una possibile relazione diciamo che ci stiamo ancora lavorando…ma ciò che sento è così forte che mi è estremamente chiaro.
Regina non riuscì a fare a meno di sorridere. Qualcosa, però, la rattristò.
Guardò il Principe come mai aveva fatto prima. Nei suoi occhi vi si leggeva una cosa sola.
- Paura.
Fu proprio in quella risposta che David comprese quanto in realtà Regina fosse fragile. Era quella la Regina che Snow aveva conosciuto da piccola?
- Già…
Ammise Emma circondando con un braccio le spalle di Regina che sorrise nuovamente.
David le guardò in silenzio per poi fare un ampio sorriso.
- Figlia mia, tu e Henry siete riusciti a fare una cosa che credevo impossibile.
- E cioè?
Chiese Emma perplessa. Regina alzò un sopracciglio.
- Render malleabile mia suocera.
Disse l’uomo mettendosi a ridere di gusto.
Regina scosse la testa rassegnata mentre Emma rideva.
- Sei proprio Charming.
Borbottò la mora con una lieve risata.
- Come mai ridete?
Chiese Snow arrivando alle spalle della figlia. Sentendo la voce della figliastra Regina si scostò bruscamente da Emma.
- Regina, non serve che ti scosti così bruscamente. Ci sono sguardi che non riesci a celare nemmeno tu.
Disse Biancaneve con un mezzo sorriso.
- E prima che tu dica qualsivoglia cosa, sappi che…malgrado tutto, approvo.
- Approvi?
Chiesero Emma e Regina all’unisono stupite.
- Ho visto con i miei occhi come fingevi, perché costretta, con mio padre. Ho visto quanto sei stata male e l’ho sentito e subìto negli anni a venire. Quando guardi Emma…è lo stesso sguardo d’amore che io riservo a mio marito. Quindi sì…approvo. A patto che tu non le faccia del male, altrimenti ti scoverò e ti ucciderò.
Il tono di Biancaneve si fece duro.
Regina porse la mano destra alla figliastra e la donna la strinse.
- Ci sto.
Rispose l’Evil Queen sorridendo.
- Adesso sei ufficialmente una Charming.
Ironizzò David ridendo dopo aver visto l’espressione sul viso della suocera.
- Non credo proprio.
Borbottò Regina. Emma l’abbracciò stringendola a sé.
- Adesso manca solo Henry.
 
- Regina, non hai parlato per tutta la cena. Che succede?
Chiese Malefica seduta accanto all’amica.
La bionda strega assieme a Regina, Belle, Elsa e Anna, stava cenando in casa Charming.
Si erano riuniti per parlare di varie cose, tra queste la dipartita di Gold.
La mora, sguardo fisso nel vuoto, non parlò ne toccò cibo per tutta sera.
Con uno schiocco di dita davanti al viso dell’amica, Malefica richiamò la sua attenzione facendola tornare alla realtà.
- Regina? A che pensi?
Lo sguardo, dapprima perso, della donna al proprio fianco s’incatenò nel suo pietrificandola.
- Ha mentito.
- Gold?
Chiese Biancaneve prendendo alcuni piatti vuoti dal tavolo.
- Non potrebbe mai andarsene in giro per il mondo così in avanscoperta. Sa cosa cercare e dove. Il lasso di tempo “mesi o anni” è solamente una mera bugia.
- Dandoci un tempo così lungo per prepararci, credeva che avessimo fatto le cose con calma cogliendoci così impreparati al suo arrivo.
Constatò Malefica con un’espressione di rabbia sul volto.
- No.
Sbottò Regina alzandosi in piedi.
- Qualcosa non quadra. Lui è un veggente. Non può non aver previsto che noi lo scoprissimo!
Continuò la mora per poi massaggiarsi le tempie.
- Mi sta venendo mal di testa. Ho bisogno di pensare. Continuate la cena, io mi ritiro nella camera di Henry.
Disse l’Evil Queen congedandosi. Emma la seguì sino nella camera del figlio, chiudendosi la porta alle spalle.
- Regina, lo so che è stupido da chiedere ma…va tutto bene?
Domandò la giovane timidamente.
- No. Sono prossima a un attacco di nervi. Mai un attimo di pace per godermi le cose belle.
La bionda sorrise sedendosi sul letto dove la mora si era appena sdraiata.
- Quindi…io sono una cosa bella.
Emma ampliò il proprio sorriso.
Regina non poté evitare di imitarla alzandosi e mettendosi a sedere.
- Certo che sì.
Rispose la mora, ma poi il suo sguardo si rabbuiò.
- Tuttavia…
- Tuttavia?
- So che tieni a Hook e vedrò di trovare un modo per toglierlo dal Gold-guaio.
- Grazie.
Sorrise la bionda sincera.
- Anche se…non mi dispiacerebbe che sparisse totalmente dalle nostre vite.
- Regina…
- Non fare promesse che non puoi mantenere Swan. Il futuro davanti a noi è assai imprevedibile e…
- Tu credi che io ti tradisca se il Pirata viene qui.
La interruppe Emma. Regina fece spallucce.
- Ora per favore ho bisogno di pensare.
Lo sguardo della Salvatrice a quelle parole s’insinuò in quello della mora.
Si fissarono in silenzio per qualche attimo prima che Emma afferrasse il viso di Regina baciandola con tale passione da farle capire che lei era solamente sua.
- Sciocca.
Le sussurrò la giovane all’orecchio dopo essersi scostata.
- Forse.
Rispose bisbigliando la mora guardando Emma uscire dalla stanza.
 
Era passata almeno un’ora da quando Regina si era congedata dalla cena. Henry, preoccupato, decise di andare a vedere come stava la madre.
-Mamma! Sono andato in camera mia e la mamma non c’è!
Henry era sceso dalle scale in tutta corsa.
In quell’istante Regina comparve nel salone facendo sobbalzare i presenti.
In mano aveva una fila di libri dall’aspetto antico e sopra di essi vi era un oggetto luminoso.
- Ho un piano.
- Conoscendoti e da quello che vedo, amica mia, hai più piani.
Sorrise Malefica aiutando l’Evil Queen alleggerendola dal peso dei libri.
- Più piani.
Confermò la mora liberando il tavolo della sala da pranzo dalle poche cose rimaste sopra.
- Siamo in ascolto.
Disse David invitandola a esporre i suoi pensieri. Tutta la tavolata al completo era rivolta a Regina con piena attenzione.
- Questo che vedete è un particolare amuleto oscurante. Gold non potrà vederci, ascoltarci o prevedere cosa faremo finché quest’oggetto rimarrà attivo.
- Ottima pensata!
Esordì David stupito.
- Ho imparato dal migliore.
Rispose Regina con un sorriso maligno.
- Ora, veniamo a noi. Ciò che dobbiamo fare come prima cosa, è creare delle sentinelle magiche sul confine. Questi faranno sì che all’arrivo di Hook e Gold, siano essi da soli o insieme, verremo avvisati in anticipo.
- Concordo.
Annuì Malefica seduta accanto a Regina.
- In secondo luogo, se Elsa ci vuole cortesemente aiutare, studieremo una barriera potente ed efficace.
- Ma…hai detto tu stessa che Gold può spezzare qualsiasi magia, soprattutto se fatta da voi.
Ricordò Biancaneve.
- Da me e Malefica, certo, ma non siamo più solamente in due.
Regina sorrise guardando prima Emma poi Elsa.
- Ora la forza magica è nettamente superiore a quella dell’Oscuro.
Constatò la bionda strega sogghignando.
Regina si sedette e il silenzio calò nella stanza. I presenti guardarono l’Evil Queen che aveva aperto un libro mettendosi a leggere.
- Beh? Che altro? Avevi detto che c’erano più piani.
Sbottò Malefica chiudendo il libro che stava leggendo l’amica.
- Veramente l’hai detto tu.
- Ma tu l’hai confermato!
Esclamò la bionda strega contrariata.
- Ma fanno sempre così?
Chiese Anna a Elsa che fece spallucce.
- Ehi, ehi, non abbiamo ancora parlato di Hook.
Affermò Emma innervosita.
- A nessuno interessa di Hook.
Borbottò Malefica incrociando le braccia al petto. Regina riaprì il libro tornando a leggere.
- A me interessa.
Puntualizzò la Salvatrice. La mora tese un orecchio.
- Quanto t’interessa?
Domandò Malefica fingendo innocenza.
- Abbastanza.
- Sì ma, abbastanza quanto?
- Quel tanto da non volerlo morto!
Sbottò la giovane alzandosi in piedi. Regina si mise una mano sulla fronte scuotendo il capo.
- Uhm…
Disse pensierosa la bionda strega accarezzandosi il mento con fare pensante.
- E finitela. Le ho detto che avrei trovato un modo per riportare qui il Pirata e lo farò.
Il tono di Regina era secco.
- Sì, ma non le hai detto quando.
Constatò Malefica sorridendo.
- Malefica.
L’Evil Queen alzò gli occhi al cielo.
- Mi è tornato il mal di testa.
Sbuffò la mora per poi tornare a guardare i presenti.
- E va bene. Ci avevo già pensato e forse ho la soluzione.
- Sentiamo.
La spronò Malefica incuriosita.
- Nel mondo “Reale” e cioè fuori da qui, Hook non può vivere senza il suo cuore. Ragion per cui Gold non può più usufruirne. Le possibilità sono tre. Uno: Hook torna da solo, Emma ci parla stabilendo se ciò che dice costui corrisponde al vero e solo allora lo faremo entrare. Al contrario se ne resta al di là della barriera e chi sé visto sé visto.
Emma e la madre non parvero molto d’accordo con questa soluzione, al contrario di David che annuiva concorde.
- Due: Hook torna con Gold, perché tutti sappiamo…
Lo sguardo della mora cadde su Anna ed Elsa che l’ascoltavano incuriosite e un po’ confuse.
- …quasi tutti…
Si corresse la donna.
-… che Rumplestiltskin non è stupido. Sa benissimo che non può usare il cuore di Hook in quel mondo e quindi utilizza altro per ricattarlo. Indi per cui ciò, ipnotizzeremo Hook in modo da isolarne la volontà. Questo farà sì che Gold non possa richiamarlo ai propri ordini, il tempo necessario per portarlo oltre il confine…qui.
- E questa mi sembra l’opzione che si accosta di più al pensiero di Tremotino.
Asserì Malefica pensierosa.
- Terza e ultima possibilità, Gold torna da solo. O perché ha effettivamente mantenuto il patto con Hook e gli ha restituito la Jolly Roger che, per non so qual motivo, potrebbe essere in quel mondo oppure semplicemente perché l’ha ucciso. Nulla di più semplice per noi che stare in prossimità della barriera contrastando il potere dell’Oscuro mentre, Io o Malefica, leggeremo un incantesimo per togliergli i poteri.
La bionda strega si massaggiava il mento.
Nessuno ebbe il coraggio di proferire parola tranne Anna.
- Io ho una cosa. Non so se può servire.
La giovane dai capelli rossi attirò l’attenzione di tutti su di sé.
- Sarebbe?
Chiese Malefica incuriosita.
- Questo.
Rispose Anna mostrando una scatolina di legno che posò sul tavolo.
Quando Malefica e Regina la videro, fecero un improvviso passo indietro. La mora afferrò Emma allontanandola dall’oggetto velocemente.
- Che succede? Che cos’è?
Domandò Emma seguita dalla madre. Malefica allontanò Elsa che attirò con sé la sorella.
- Malefica…
Chiamò Regina con tono allarmato. La bionda strega alzò il bastone e con un incantesimo isolò la magia del manufatto. Non avrebbe causato alcun danno in quel modo.
- Quello è un cappello magico. Era proprietà di un potente stregone. Cattura la tua essenza magica.
Spiegò Regina con gli occhi fissi sull’oggetto.
- Se ti cattura…non esisti più.
La voce di Malefica si spezzò.
- Non ti resta che ardere come una piccola stella, versando lacrime ghiacciate tra miliardi di altre e lampeggiando pulsante al ritmo del tempo, di quell’universo infinito celato agli occhi del mondo.
Le parole di Regina fecero trattenere il respiro a molti dei presenti.
Belle guardò le due maghe. Lo stomaco chiuso in una morsa. Sapeva quali sarebbero state le parole di una delle due.
- In caso di necessità potrebbe esserci utile contro Gold.
Le parole di Malefica, le stesse che la ragazza aveva pensato, la colpirono come una coltellata al petto.
- Vogliate scusarmi.
Si congedò Belle seguita dallo sguardo dispiaciuto di Biancaneve.
- Se non ti dispiace, giovane fanciulla, preferirei mettere quest’oggetto al sicuro.
- Preferirei che lo tenesse David. Non mi fido molto dei maghi né delle maghe…sì insomma della magia. Esclusa Elsa, mi hai capita no?
La regina di Arendelle sorrise. Anna, la sua Anna era sempre così logorroica.
- È fattibile, Regina?
Domandò David seppur tentennante.
- Faremo un incantesimo di protezione su di esso e poi lo renderemo invisibile. Solo tu ne conoscerai l’ubicazione esatta. Sei d’accordo genero?
- Genero?
Chiese Anna.
- D’accordo suocera.
- Suocera?
Domandò di nuovo.
- Eh sì, lei è la matrigna di mia moglie.
Disse l’uomo con un sorriso.
- Oh ma che bello, siete una gran bella famiglia. Mi dispiace conoscervi tutti in questa circostanza. L’importante è che ci siamo conosciuti. David lo conoscevo già. Elsa sai che è lui che mi ha aiutata quando sono andata nell’Enchanted Forest?
- Non è esatto, Anna. Sei stata tu a darmi un grandissimo aiuto. E per questo non smetterò mai di ringraziarti.
Sorrise l’uomo sincero.
- Per qualsiasi domanda o dubbio, riguardante il piano o altro, non fatevi riguardo e chiedete pure. Tutti noi, in ogni caso, saremo a vostra completa disposizione.
Annunciò Regina parlando ad Anna ed Elsa.
- Resti sempre una regina.
Disse Malefica guardando l’amica.
- Regina?
Domandò Elsa incuriosita.
- Sì, lei è…
Una mano coprì la bocca della bionda strega.
- Solo l’ex Sindaco di questa città. Gli alti onori spettano a Biancaneve.
La figliastra sembrò sprofondare nella sedia su cui sedeva. Sapeva benissimo che quelle parole erano una vistosa frecciatina mascherata da complimento.
- Sì…diciamo.
Borbottò Snow sommessamente.
- Diciamo? È una bella cosa. Elsa è importante e fa sentire anche me importante, anche solo stare al suo fianco. Sei regina? Principessa? Contessa? Duchessa?
Anna era sempre stata curiosa e affascinata dalle storie altrui e voleva sapere ogni cosa di quelle persone, soprattutto se doveva affidarsi a loro.
- È…
Iniziò Biancaneve che venne salvata dal marito.
- Complicato. Si è fatto tardi. È ora di riposare.
Sorrise David alzandosi in piedi.
- Avete ragione. Scusateci se ci siamo trattenute così a lungo. Alloggiamo al Granny’s. Per qualsiasi cosa chiamateci.
Con queste parole Elsa si congedò assieme alla sorella.
Mary Margaret notò Henry entrare nel bagno. Appena il ragazzino si chiuse la porta alle spalle decise di avvicinarsi alla matrigna.
- Il tuo finto perbenismo in pubblico mi fa impazzire Regina.
Sbottò Biancaneve furiosa.
- Chiedo venia.
Rispose la donna senza nemmeno sollevare lo sguardo dal libro. Comportamento che infastidiva chiunque lì presente.
- Si vabbè. Amerai anche mia figlia e mio nipote, ma una parola gentile rivolta a me nemmeno se ti torturassero. Quanto ti detesto.
Borbottò Mary Margaret allontanandosi per vedere come stava Belle. Non si era accorta però, che il ragazzino stava ascoltando tutto.
- Il fatto che io stia con Emma non cambia le cose fra noi.
La figliastra si fermò voltandosi.
- Sono stanca di venirti incontro.
Regina si alzò bruscamente andando verso Biancaneve che s’irrigidì.
- Hai ragione. Mi dispiace.
Si scusò la donna abbassando lo sguardo.
- Che succede Regina?
- Me lo state chiedendo in troppi e non è un bene.
Regina alzò gli occhi verso quelli della figliastra. Lo sguardo si fece duro.
- Puoi parlarmene.
La spronò dolcemente Biancaneve.
- Ho paura che Henry la prenda male.
- Regina…
Le braccia di Emma le circondarono la vita dandole un lieve sollievo.
- È un ragazzino intelligente. Capirà.
- Che cosa devo capire?
La voce del figlio fece sobbalzare le due madri che si separarono velocemente.
 
 
 
 
Nota di Alex: Come la prenderà il piccolo Henry? Chi tornerà al confine: Gold, Hook o entrambi?
Le cose non si sono fatte semplici per Rumplestiltskin. Non può sempre vincere.
Stiamo a vedere come prosegue.
Come sempre vi ringrazio tanto. Mi seguite in tantissimi e sono felicissima. Grazie di cuore :)
A Martedì :)

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
 
Regina finse di grattarsi la testa mentre, guardando Emma, accennò un “No” con il capo.
- Nulla ragazzino. Non ti preoccupare.
Sorrise la giovane al figlio che la guardò intensamente.
- Bugiarda. Siete tutti bugiardi.
I Charming e le due madri rimasero sconvolti da ciò che Henry disse.
- Non vi accorgete che, continuando a mentirmi, mi ferite ancor di più. Pensate di proteggermi ma sbagliate.
Henry era anche troppo intelligente. Quella risposta era degna di Regina e la madre adottiva se ne accorse come tutti i presenti.
- È…
- Complicato?
Il nipote terminò la frase che David aveva iniziato.
- No, non è vero.
- Sì invece.
Regina aveva alzato la voce come ammonimento e Henry ne rimase colpito. Erano anni che la madre non lo sgridava e gli fece male.
- Henry, tesoro, a volte anche noi adulti abbiamo paura di affrontare le persone. Ciò accade quando si ama.
Il tono della madre adottiva si era subito addolcito.
- Perché…tu ami la mamma?
Regina sorrise.
- Io amo te e ho paura di perderti come ho rischiato in passato.
- Perché hai chiesto se mi ama?
Domandò Emma con curiosità mista a paura.
- Nonna. Ho sentito quello che ha detto alla mamma mentre discutevano.
Regina alzò gli occhi al cielo.
- Se così fosse, come la prenderesti?
Chiese Emma facendosi coraggio. Non potevano più tirarsi indietro.
- Sarebbe bello…così potremmo diventare una famiglia vera. Vedo quanto soffrite, quando non potete stare con me, perché sono da una o dall’altra. Non voglio deludervi mai e se stiamo insieme, sarà più bello. Possiamo fare anche più cose.
Concluse il figlio sorridendo immaginando giochi da tavolo, serate film e vacanze tutti insieme senza nessun astio.
Le due madri lo abbracciarono felici.
- Non ci deludi mai mio piccolo Principe.
Disse Regina sollevata, baciando il figlio sulla guancia.
 
Era notte fonda ormai. Malefica dormiva nella stanza degli ospiti mentre Belle era tornata a casa.
Regina, facendo attenzione a non far rumore, andò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
Una figura nella penombra richiamò la sua attenzione.
- Snow?
- Neal aveva fame.
Il silenzio calò fra le due.
Regina si versò dell’acqua in un bicchiere e andò a sedersi accanto alla figliastra.
- Puoi perdonare il mio comportamento? Ho i nervi a fior di pelle e non è giusto che sia tu a rimetterci per l’ennesima volta.
Si scusò Regina.
- Devo scusarmi anch’io. Ho tentato di conquistarti così tante volte che, all’ennesimo rifiuto, ho sentito le parole uscire dalla bocca senza curarmi che potevo ferirti.
- Non devi conquistarmi. Lo sai. Non ne vale così tanto la pena e poi, non sono niente di più di ciò che stai vedendo qui.
- Per tutto ciò che dentro di noi riteniamo importante, ne vale la pena.
Regina sorrise udendo quelle parole.
- Visto? È la prima volta, dopo anni, che mi guardi e ti vedo sorridere con gli occhi oltre che con le labbra. Solitamente, quando il tuo sguardo incontrava il mio, ti vedevo silenziosamente andare in pezzi.
Regina sentì una morsa stringerle il cuore a quei ricordi passati. Sapeva che gli occhi non mentono a chi è in grado di leggervi dentro.
- Sai…quando ero piccina, per quanto a quei tempi dicessi di odiarti, speravo dentro di me che non mi avresti lasciata mai.
L’Evil Queen non seppe cosa rispondere. Si limitò a sorridere accarezzando i corti capelli della figliastra.
- Scommetto che diventando grande e conoscendomi per quella che ero, pensando al passato, ti dicevi “Tempo perso”.
- Ti sbagli. Ho conosciuto la vera Regina solo quando ero piccola. Dopo il tuo matrimonio con mio padre l’ho vista andarsene piano piano. Solo da poco è tornata e vorrei tanto che non se ne andasse più.
- Molti di noi sono soltanto ciò che rimane dei propri “Ieri”. Vi si aggrappano per non perdere quel passato, unica gioia che ormai è solo un ricordo, distruggendosi nel presente e vanificando il proprio futuro nell’attesa di un raggio di luce che illumini la loro oscurità.
- Avrei voluto riuscirci io. Essere quel raggio di luce, ma ero solo colei che alimentava la tua oscurità.
- Ciò non significa che tu non mi abbia donato la luce.
- Emma?
- Esatto. E ora, beh, mi sembra che tu ed io stiamo parlando…no?
Biancaneve sorrise mettendo Neal nella culla.
- Sembra anche a me.
Disse poi alzandosi in piedi imitata da Regina.
- Andiamo a riposare. Domani giornata piena.
Snow sorrise a quelle parole per poi abbracciare la matrigna stingendola forte a sé.
Regina s’irrigidì a quel gesto inaspettato ma previsto, conoscendo il buon cuore di Biancaneve.
- Abbassa la guardia. Qui sei al sicuro.
Un sussurro che infranse una barriera che l’Evil Queen costruì per anni.
Lentamente cedette a quell’abbraccio circondando con le braccia la vita della figliastra.
- Grazie.
Disse poi la giovane scostandosi sorridendo, prima di congedarsi assieme al piccolo.
Regina tornò nella camera da letto di Emma. L’abatjour accesa.
- E così…tu e mia madre…
Sorrise divertita Emma stuzzicando l’ex Sindaco.
- Hai sentito tutto?
- Può darsi.
- Dì un po’…che stavi facendo?
Chiese Regina incuriosita.
- Io? Nulla.
Rispose la bionda nascondendo un foglietto dietro di sé.
- Nulla?
Con uno schiocco di dita, il foglietto che la giovane nascondeva dietro la schiena comparì fra le mani di Regina.
- No Regina.
Ma la mora stava già leggendo ciò che vi era scritto. Si sedette sul letto di peso quasi sconvolta mentre leggeva.
Emma si avvicinò con cautela, sedendovisi accanto.
“Le pene che ti affliggono
le paure che ti incatenano
rilasciale in me.
Ci perdiamo ogni giorno
nel nostro reciproco nasconderci
l’una negli occhi nell’altra.
Per favore non aver paura
quando l’oscurità svanirà
l’alba che romperà il silenzio
urlerà nel nostro cuore.
Il mio amore per te
cresce ogni giorno di più
consapevole che
la vita che scorre dentro te
brucia dentro me.”
Il cuore della mora a quelle parole mancò di un battito.
- Emma…non sapevo che tu avessi una vena poetica.
La ragazza fece spallucce per poi sorridere divertita.
- È per…
- Per te.
L’Evil Queen era rimasta senza parole.
Emma le prese le mani nelle sue.
- Non odiarmi se ti dico che morirei senza te.
- E perché dovrei.
Sorrise Regina eliminando ogni distanza fra le loro labbra.
 
Regina non riusciva a dormire.
Sospirò innervosita per poi mettersi a sedere.
Emma dormiva profondamente al suo fianco. Vederla così beata la fece sorridere.
Un rumore di passi la allertò.
Come un felino si mosse silenziosa nell’ombra. Qualcuno nel salotto si stava avvicinando alla porta d’entrata.
- Dove stai andando?
Chiese la mora all’ombra che si voltò verso di lei.
- Oh, Regina, sei sveglia. Ho un’idea.
Bisbigliò Malefica mentre l’Evil Queen la raggiunse.
- Parlamene.
- Voglio andare a vedere con i miei occhi cos’è accaduto fra Gold e Belle. Magari ci sfugge qualcosa che per la giovane non è importante… ma per noi potrebbe essere fondamentale.
- Hai ragione.
Acconsentì Regina che con uno schiocco di dita si cambiò d’abito.
- Regina?
La voce assonnata di Emma, ferma sulla porta della camera, fece voltare le due donne verso la ragazza.
- Ma non dorme nessuno qui?
Sbottò la bionda strega.
- Malefica ha un’idea. Dobbiamo andare da Belle.
- Perché?
 Chiese la Salvatrice raggiungendo la mora.
- Vogliamo vedere con i nostri occhi cos’è accaduto fra lei e Gold. Potrebbe sfuggirci qualcosa di fondamentale.
- E come farete?
Domandò incuriosita.
- Vieni e vedrai.
Sorrise Regina tendendo una mano alla giovane. Emma s’infilò una felpa e poi afferrò la mano dell’ex Sindaco.
 
Le tre donne comparvero fuori dalla casa di Tremotino e Belle. Le luci erano spente.
- Proviamo a entrare con cautela.
Disse Malefica con lo sguardo fisso sull’abitazione davanti a sé.
- Aspetta.
Intimò Regina facendo apparire nella sua mano una sfera di cristallo.
- Assicuriamoci che dorma.
- Giusto.
Concordò la bionda strega dandosi mentalmente della sciocca per non averci pensato prima.
Nella sfera si vide Belle dormire rannicchiata nel letto matrimoniale.
Un senso di tristezza pervase Emma.
- Andiamo. Appena entrate, ci pensi tu a farla dormire pesantemente in modo che non si svegli?
Malefica rispose accennando un “Sì” con il capo.
Le tre donne svanirono in una nube per poi comparire nella camera da letto della giovane moglie di Gold.
La bionda strega fece un cenno con la mano verso Belle. Nebbiolina dorata calò su di lei come polvere di fata.
- Ok. Possiamo cominciare.
Annunciò Malefica.
- Ma…non è una violazione della privacy?
 Chiese Emma tra il curioso e il contrariato.
- Sì ma ne abbiamo bisogno. Sai quanto può essere pericoloso Gold. Troppe persone rischiano di rimetterci la vita.
Spiegò la mora. Emma capì, avvicinandosi così alle due maghe che sedettero a fianco a Belle.
Regina poggiò la mano sulla fronte della bibliotecaria, mostrando l’altra mano ad Emma.Malefica fece lo stesso.
- Vogliamo che tu ci faccia da testimone e veda ciò che noi vediamo.
Disse la bionda strega rivolta alla Salvatrice.
Tentennante Emma afferrò entrambe le mani e in quell’istante avvenne il contatto magico.
- Regina, seleziona i ricordi in modo da arrivare subito alla parte che ci interessa.
- La fai facile, Malefica.
I primi ricordi iniziarono a vedersi nella mente delle tre donne come un sogno, ricco di dettagli, suoni, rumori e colori. Sembrava un film in cui Emma, Regina e Malefica potevano camminare come se vivessero di persona ciò che vedevano.
- Enchanted Forest? No, troppo nel passato.
Borbottò Malefica.
Regina si concentrò ancor di più.
Le tre, videro Belle sistemare alcuni libri sui vari scaffali della biblioteca. Tra le mani un libro dal titolo “Il custode dei sogni”.
- Spesso quando sorrido non ci credo. Sono certa che presto mi sveglierò da questo sogno.
La ragazza pensò a voce alta.
Regina proseguì con i ricordi.
Ora Belle era seduta su una sedia mentre guardava fuori dalla finestra. Erano nella biblioteca di Storybrooke.
- Nuvole cariche di pioggia si rincorrono oscurando il cielo. Sembra vogliano giocare nel loro immenso parco giochi, dove l’uomo stesso vorrebbe andare.
Belle sospirò.
- Credo che nessun’abitante, di questa città, si sia accorto che sto soffocando. Mi sento una bugia che vive solo perché tu ti possa nascondere dietro me. Cerco di non piangere. Non è facile.
Un senso di tristezza si posò sulle spalle delle tre donne che ne sentirono il peso sempre più pressante mentre i ricordi della giovane passavano davanti ai loro occhi.
- Prosegui piano. Credo si stia avvicinando il punto di rottura della ragazza.
Il tono di Malefica era dispiaciuto.
 - Fermati. Ci siamo!
Torre dell’orologio. Hook era a terra dolorante. Gold stringeva nella mano il cuore del Pirata che soffriva atrocemente.
- Perché non riesco…
- Perché ti ho ordinato di non farlo.
Belle teneva il pugnale di Rumplestiltskin davanti a se. La mano ferma stringeva l’impugnatura.
Gold si voltò verso la moglie. Un misto di stupore e tristezza velava il volto dell’uomo.
- Metti giù il cuore.
L’organo vitale scivolò dalla mano di Gold trovando quella del proprietario che lo afferrò prontamente.
All’oscuro di belle, il cuore di Hook  svanì lasciando interdetto il Pirata.
- Ora ho bisogno di restare sola con te.
Con un gesto della mano Rumple svanì assieme a Belle, comparendo nel negozio di pegni.
- Belle…cosa stai facendo?
Tentò l’uomo. La moglie teneva ancora il pugnale stretto davanti a sé.
- Sto finalmente affrontando la realtà.
- No, ti prego. Metti giù il pugnale…e fammi spiegare.
- No. Ora tocca a me parlare.
La giovane prese un respiro profondo raccogliendo il proprio coraggio nell’affrontare il marito una volta per tutte.
- Ricordi la prima volta che mi hai salvato la vita? L’hai barattata. Ero sicura di aver visto qualcosa in te di positivo…ma tutto ciò che vedo ora…è che non rinunceresti mai al potere per me, Rumple. Non l’hai mai fatto, in passato…e non lo farai mai.
- Ma non capisci!
- Comprendo benissimo invece. Più volte ti ho supplicato e venni rassicurata da te. Ti ho creduto. Ho avuto fiducia in te.
- Puoi averne ancora.
- E come? Ho trovato il tuo piano di fuga da Storybrooke per andare alla ricerca di questo…
Belle tirò fuori dalla tasca un foglio ingiallito con sopra un disegno. Assieme ad esso, una foto recente dell’oggetto.
- Cosa mi avresti detto? Che te ne andavi in vacanza? Avresti portato anche me per coprire la tua menzogna? Il tuo vero amore è solo il potere.
- Mi piace il potere…ma non c’è niente di male. Non se vuol dire che io…che noi…potremmo avere tutto.
- Volevo solo te. Volevo essere scelta. Ho cercato di essere tutto per te Rumple. Ma non era così. E mi sono smarrita…per aiutarti a trovare te stesso. Ma non lo farò più.
- Ti prego Belle, mi farò perdonare. Sono già cambiato in passato, posso rifarlo.
- Non sei mai cambiato.
- Ti prego.
Tremotino allungò una mano ad accarezzare il viso di Belle ma lei si ritrasse.
- No. È troppo tardi.
Alcune lacrime scesero sul viso della ragazza che cercava di trattenerle inutilmente.
- In passato, ho visto l’uomo dietro alla bestia…ora vedo solo una bestia.
Belle fece un passo in avanti facendo indietreggiare l’uomo.
- Rumplestiltskin, io ti comando di andartene da Storybrooke.
- Non posso perderti.
- Ormai mi hai già persa.
Rispose Belle con la voce rotta dal pianto.
- Belle…ti prego.
La supplicò Gold.
- Ti ordino di andartene. Ora!
Una nuvola di fumo circondò l’uomo lasciando Belle sola in quel negozio che, senza il marito, le sembrò così vuoto.
Regina e Malefica interruppero il contatto.
- L’ha mandato via lei.
Disse Emma tristemente.
- Già.
Rispose Malefica sovrappensiero.
- Torniamo a casa.
Propose Regina prendendo per mano Emma.
 
Il mattino successivo si erano riuniti tutti al Granny’s per la colazione e per incontrarsi con le due sorelle venute da Arendelle.
Malefica, Regina ed Emma erano sedute l’una accanto all’altra nel silenzio più totale.
Sguardo basso sulle tazze di bevande fumanti davanti a loro.
- Cos’è successo a voi tre?
Tentò David senza ottenere risposta.
Malefica guardò Regina.
- Noi andiamo a cercare le varie formule per gli incantesimi. Appena avremo bisogno di voi, vi chiameremo.
I presenti, seduti al tavolo, sospirarono sapendo che era una cosa che doveva essere fatta.
A che pericoli sarebbero andati incontro affrontando Gold?
Malefica svanì in una nube porpora mentre la mora, avvicinò le sue labbra all’orecchio della bionda sussurrandole qualcosa.
Le due si alzarono uscendo dalla tavola calda sino a raggiungere il retro del locale.
Regina guardò Emma per poi darle un lieve bacio sulle labbra.
Quando si scostò, però, fu trattenuta dalla bionda che l’abbracciò tenendola stretta a sé.
La mora sorrise scostandosi controvoglia dalla giovane.
- A dopo.
Sussurrò l’Evil Queen prima di congedarsi.
- Regina…
La donna si voltò incuriosita sentendo la mano calda di Emma trattenerla.
- Ti Amo.
Il cuore della mora mancò un battito. Tirò Emma a sé baciandola con passione e stringendola forte come se avesse paura di perderla.
Si scostò guardando gli occhi cristallini della giovane. Sorridendo, le accarezzò dolcemente il viso prima di sussurrarle un bacio sulle labbra e svanire in una nube viola.
- Solo tu sai parlarmi d’amore in silenzio.
Bisbigliò fra sé la bionda prima di tornare al tavolo dei propri genitori.




Nota di Alex: Belle mi fa tenerezza e, vista la dipartita di Gold e il comportamento/carattere da doppiogiochista di quel folletto, ho pensato di inserire ciò che provava la ragazza...il suo punto di vista.
Adoro i momenti dolci fra Emma e Regina e dato che sono uscite allo scoperto mi sembrava opportuno un chiarimento Regina/Snow.
A martedì :)
Grazie a tutti per le vostre recensioni. Adoro leggere cosa vi colpisce di più del capitolo :D Grazie!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
Quella mattina, l’aria era pungente.
Una fredda brezza portava con sé il profumo del bosco circostante.
- Solo per sistemare le sentinelle ci vorrà tutta la giornata.
Protestò Malefica sospirando.
- Decisamente è una cosa che non vorrei fare.
- Decisamente è una cosa che vorrei evitare.
Le fece eco Regina preparando i cristalli da seppellire nel terreno.
- Tieni.
La mora le porse due borse e una piccola paletta da giardinaggio.
- Ogni trenta passi un cristallo. Solo una volta che tutte le sentinelle saranno al loro posto, tra essi, tracceremo una linea che li colleghi l’un l’altro riempiendone il solco con polvere d’ossidiana. Dobbiamo coprire tutto il confine di Storybrooke. Ne va della nostra vita.
Il tono di Regina era fermo.
- Agli ordini, Maestà.
- Malefica…sono seria.
- Anch’io.
Disse la bionda strega sorridendo.
- E dai...cerco di prendere tempo per non cominciare questa lunga agonia di scava, sotterra e spargi.
Si udì una lieve risata scaturire dalla mora.
- Dai andiamo.
Malefica sbuffò, sotterrando il primo cristallo accanto al cartello “Welcome to Storybrooke”, per poi poggiare la sua schiena a quella di Regina e cominciare a contare trenta passi dinnanzi a sé.
Il telefono cellulare dell’Ex Sindaco squillò.
- Emma. Tutto ok?
Chiese la mora, rispondendo al telefono, dopo aver letto il nome sul display.
- Volevo sentire come procedeva.
- Abbiamo appena iniziato a posare le sentinelle. Ci vorrà come minimo l’intera giornata.
Informò la mora iniziando a scavare e inserendo il cristallo nella buca per poi ricoprirla.
- Non possiamo fermarci.
- Neanche per mangiare?
Chiese contrariata Emma.
- Abbiamo portato qualcosa. Ci vediamo appena finisco. Stare al telefono mi rallenta.
- Ok. Chiama se hai bisogno.
Disse la giovane tristemente. La mora se ne accorse.
- Scusami, sono solo concentrata. Sarà fatto. Ciao Emma.
Il tono dolce di quel saluto fece sorridere la bionda che raggiunse Elsa, Anna e la madre che chiacchieravano.
 
Regina guardò il cielo. Erano giunte alla parte opposta della cittadina. Ormai era pomeriggio inoltrato.
In lontananza poteva scorgere Malefica intenta a fare ciò che le era stato assegnato.
La mora sbuffò imitata dall’amica quando finalmente s’incontrarono faccia a faccia.
- Questo è l’ultimo.
Annunciò la bionda strega mostrando il cristallo all’amica.
Regina scavò l’ennesima buca e Malefica vi poggiò dentro l’oggetto magico per poi ricoprirlo di terra.
- E ora, la polvere.
Disse la mora. La stanchezza iniziava a farsi sentire.
- Giuro che questa è la prima e ultima volta che faccio un incantesimo simile su una città.
Borbottò Malefica prendendo la prima manciata di polvere e cospargendola sui solchi fatti precedentemente.
- Condivido appieno.
Rispose Regina ad alta voce.
- Nessuno ti obbliga.
- Malefica…
Borbottò la mora stancamente.
- Cosa? Ti senti in obbligo nel fare tutto ciò solo perché hai attivato la maledizione e ti devi redimere?
Regina non rispose.
- Tu regnavi. Tu eri Regina! Che fine hai fatto? Ti stanno manipolando a loro piacimento con la scusa del “Sono buono, ora governo io, tu sei stata cattiva e sei in debito con tutti vita natural durante”.
- Nessuno ti ha detto di seguirmi. Ti ho aiutata a trovare le ali, no? E allora che vuoi da me. Se non ti va bene ciò che sto facendo torna a casa.
Sbottò Regina con astio.
- Resto perché sono tua amica.
- Allora dovresti capire perché faccio questo…tutto questo.
La bionda strega non rispose.
- Amo Emma, amo mio figlio e finalmente il rapporto con i due babbei si sta sistemando. Finalmente ho una famiglia e voglio essere serena. Sono stanca Malefica…stanca di odiare, di stare male e di sentirmi vuota dentro. So che magari a te non importa un emerito cavolo, ma come mi fanno sentire loro supera tutta la mia smania di potere.
- Dai…procediamo.
Disse Malefica dando le spalle all’amica.
 
Emma sedeva nell’appartamento dei genitori.
Erano le undici di sera oramai e la bionda iniziava ad agitarsi.
 - Vedrai che ti chiamerà. Ti ha avvisata che ci sarebbe voluto parecchio tempo.
Snow tentò di tranquillizzare la figlia che non ebbe neppure il tempo di risponderle. Il telefono squillò.
- Emma, abbiamo quasi finito. Puoi venire ora al cartello di Storybrooke con Elsa?
- Ci vediamo lì. Il tempo di arrivare.
Disse Emma chiudendo la telefonata.
- Era lei?
Domandò la madre con un velo di preoccupazione.
- Sì, hanno quasi finito. Vado a prendere Elsa e andiamo al confine per attivare le sentinelle.
Informò Emma ansiosa di partire.
- State attente.
- Certo.
Detto ciò, Emma se ne andò di corsa.
 
Regina e Malefica stavano riempiendo gli ultimi solchi quando lo Sceriffo Swan e la regina di Arendelle arrivarono.
- Scusate se non mi dilungo in convenevoli ma siamo ben al di là dell’esser stanche.
Disse Malefica a qualche metro dalle due.
- Appena riempiamo l’ultimo solco ci dobbiamo prendere per mano e attivare il cerchio.
Informò Regina poco distante.
- Voi dite e noi eseguiamo.
Disse Emma. Elsa rispose con un cenno d’assenso del capo.
Le due maghe si avvicinavano l’una all’altra sempre più.
Appena l’ultimo solco fu riempito Emma prese per mano Regina, che teneva l’altra appoggiata sul terreno.
Elsa imitò la giovane al suo fianco prendendo la mano di Emma e quella di Malefica che con l’altra toccava terra.
- Sentirete una strana sensazione, quando pronunceremo l’incantesimo. Non abbiate timore. Ricordate che siete al sicuro e che non abbiamo intenzione di farvi del male.
Regina pronunciò quelle parole rassicuranti soprattutto per Elsa.
Emma strinse la mano della ragazza al suo fianco per rincuorarla.
- Che il cerchio prenda vita.
Dopo quella frase pronunciata dalla bionda strega, una luce potentissima scaturì dal terreno formando un tracciato che si estendeva a perdita d’occhio.
Malefica e Regina iniziarono a pronunciare un lungo incantesimo. Da quel momento la luce si fece sempre più brillante e intensa sino a che, in un lampo, non scomparve e l’incantesimo finì.
Le quattro donne caddero a terra esauste.
- Il primo passo è fatto.
Annunciò stancamente Malefica sospirando.
- Adesso manca la barriera. Recuperiamo le energie e domani l’attiviamo.
Tre teste accennarono un “Sì”.
- State tutte bene?
Chiese Regina.
- Tutto bene.
Annunciò Emma.
- Elsa?
Chiese poi la giovane.
- Stanca ma sto bene.
- Che ne dite di andarcene?
Propose Malefica con il fiatone.
Dopo altri tre assensi le quattro donne si presero per mano e assieme svanirono.
 
Elsa comparve al Granny’s mentre Regina, Emma e Malefica, d’accordo con i Charming, comparirono a casa di Snow.
Malefica si congedò subito dopo per andare a riposare.
Regina strinse Henry a sé salutandolo per poi lasciarlo andare a dormire. Si era fatto davvero tardi.
- Com’è andata?
Chiese la figliastra alla matrigna che si andò a sedere sul divano. Lentamente si tolse gli stivali.
- Tutto tranquillo. Le sentinelle sono state attivate.
Rispose Regina sdraiandosi sul sofà.
- Vuoi qualcosa da mangiare?
Domandò Emma con fare premuroso.
- No grazie. Mi sento un po’ scombussolata.
- Posso chiederti come funzionano le sentinelle?
David si avvicinò alla Regina incuriosito da ciò che avevano fatto. Snow ed Emma erano in cucina. Sentivano la voce della donna ma senza vederla perché nascosta dal sofà.
-Io e Malefica riceveremo un richiamo magico, nel momento in cui qualcuno si trovasse presso il confine. Con questa…
Dallo schienale del divano sbucò una mano che tratteneva una sfera di cristallo.
-…potremmo vedere chi si sta per avvicinare al confine. Le sentinelle fungono solo da avviso. Per impedire che qualcuno entri in Storybrooke domani creeremo la barriera.
- Ottimo piano.
Sorrise Snow seppur con un filo di preoccupazione.
Regina si alzò prendendo in mano gli stivali.
- Se non vi dispiace, vado a farmi una doccia e poi a riposare. Domani avrò bisogno d’energie.
- Certo, certo, vai pure. Ti ringrazio per ciò che avete fatto oggi.
- Dovere.
Rispose Regina sorridendo alla figliastra per poi congedarsi.
 
Emma entrò nella sua camera. Sorrise nel vedere Regina stesa sul piumone a pancia sotto.
Si avvicinò lentamente, posandole un bacio sulla spalla che il collo largo del pigiama le lasciava semi scoperta.
- Non sono ancora collassata dalla stanchezza.
Borbottò la mora voltando il viso per guardare Emma.
La giovane rise sedendosi accanto a Regina.
- Che ne dici se ti faccio un massaggio? È il minimo per tutto ciò che hai fatto per noi oggi.
Le propose Emma accarezzandole la schiena con una mano.
- Li sai fare?
Domandò Regina un po’ stupita.
- Mettimi alla prova.
Un sorriso malizioso si dipinse sul volto della salvatrice che si sedette a cavalcioni sulle gambe della mora.
- Stupiscimi.
Sorrise di rimando l’Evil Queen, rilassandosi sotto il tocco della giovane.
- Avete trovato qualche difficoltà oggi?
Domandò Emma per instaurare un qualsiasi tipo di conversazione.
- No…no.
Rispose stancamente Regina. La voce assonnata.
- Sarà difficile creare la barriera? Intendo per me ed Elsa.
- Basta che mi tieni…la mano.
- Regina?
La mora in risposta mugugnò.
- Mi sei mancata oggi.
- Anche tu.
Emma non si era aspettata quella risposta. Sperava in essa ma non credeva che Regina lo ammettesse.
- Emma?
- Sì?
Regina si scostò voltandosi e la giovane si alzò leggermente per permetterle di farlo.
Ora Emma era seduta sulle ginocchia della mora che la guardava.
Un lieve sorriso scaturì sulle labbra dell’ex Sindaco che, con la punta delle dita, scostò una ciocca di capelli dal viso della bionda prima di baciarla.
La mora prese il viso di Emma fra le mani approfondendo il bacio.
Emma abbracciò Regina stringendola forte a sé. Aveva bisogno di sentirla, aveva bisogno di quel contatto.
- Prometto che, quando tutto sarà finito, ci prenderemo del tempo per noi.
Bisbigliò Regina scostandosi leggermente.
- È bello sentirtelo dire.
Sorrise Emma guardando la donna negli occhi.
- Non sono solo composta da cattiveria.
Rise la mora accarezzando una mano della giovane.
- Questo lo so bene. Amo tutto di te.
Ammise Emma, sfiorando con la punta del dito la cicatrice sul labbro dell’ex Sindaco.
Regina le diede un lieve bacio per poi sdraiarsi nuovamente pancia sotto.
La giovane riprese a massaggiarle le spalle, la schiena.
- Non vedo l’ora che finisca tutto. Sono così stanca di lottare.
Disse l’Evil Queen. Gli occhi chiusi.
Emma le accarezzò i capelli per poi tornare a farle il massaggio rilassante.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, almeno finché la Salvatrice non trovò il coraggio per farle una domanda.
- Perché non riesci a lasciarti andare totalmente con me?
Regina non rispose.
Emma si scostò per guardare il viso della mora. Si era addormentata.
La bionda sorrise.
Lentamente scese dal letto e coprì con il piumone la donna che tanto adorava.
Le diede un bacio sulla fronte per poi sdraiarsi accanto a lei.
Regina si avvicinò dandole un bacio sulle labbra.
- Ho solo bisogno di tempo.
Sussurrò la mora nascondendo il viso nell’incavo del collo di Emma.
- Tutto il tempo che vuoi Amore.
Sulle labbra di Regina nacque un sorriso.
- Amore…non me l’aveva mai detto nessuno.
Emma la strinse a sé godendosi quel momento e desiderando che non finisse mai.
 
 


Nota di Alex: Piccolo capitoletto intermedio prima del caos hahahaha
Spero di non avervi annoiati ma doveo spiegare almeno cosa dovevano fare per attivare questo e quello.
Grazie a tutti che mi seguite e che mi scrivete :) A Martedì  :D

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
 
Dopo la colazione Regina, prese il libro contenente l’incantesimo per creare la barriera.
- È giunta l’ora.
Disse poi indossando il cappotto.
- Amiche care ormai di chiacchierar, di cos…
Malefica canticchiò interrompendosi dopo aver notato l’amica guardarla perplessa.
- Stanotte hanno dato in tv “Alice nel paese delle Meraviglie”. Quella sciocca canzone mi ronza ancora nella testa.
Emma rise divertita.
- Il Tricheco e il Carpentiere. Una volta sentita, non la scordi più.
Rise nuovamente la giovane.
- Dì un po’ Regina, tu che ci sei stata, hai visto pure il Brucaliffo?
L’Evil Queen alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Pincopanco e Pancopinco?
Gli occhi della mora divennero due fessure.
- No eh...
Bisbigliò la bionda strega arricciando il naso.
- Piuttosto Malefica, hai dormito?
Domandò poi Regina quasi infastidita.
- Ventotto anni di sonno sono più che sufficienti, mia cara, e comunque sì qualche ora ho dormito.
Emma si avvicinò alle due maghe e insieme svanirono.
Elsa e Anna erano già al confine. L’ora dell’incontro era stata stabilita la sera precedente prima della separazione.
- Non dovrete fare nulla di strano. Io e Regina faremo l’incantesimo…
Iniziò Malefica.
- Voi dovrete solo tenerci per mano come ieri. Va bene?
Concluse Regina rivolgendosi ad Elsa ed Emma.
- Nessuna interruzione.
La bionda strega guardò severamente Anna che si fece piccola piccola dietro la sorella.
Le quattro donne si presero per mano e le due maghe iniziarono a recitare all’unisono l’incantesimo.
Un muro che sembrava liquido iniziò a formarsi dinnanzi a loro, lungo tutto il confine.
Pochi istanti passarono e, prima ancora che l’incantesimo fosse ultimato, le sentinelle iniziarono ad emettere un potente stridio.
Il richiamo magico venne avvertito da tutte e quattro le donne collegate tra loro con la magia.
Il suono così acuto ed intenso le portò a chinarsi al suolo stringendosi nelle spalle, per quanto fosse possibile.
- Cos’è?
Chiese Emma allarmata.
- Le sentinelle. Qualcuno è in prossimità del confine.
Rispose Regina sofferente. Quel suono era come una tortura.
Malefica evocò una sfera di cristallo che comparì a mezz’aria. Nell’oggetto magico comparvero le immagini di Gold e Hook che camminavano diretti a Storybrooke.
- Concentriamoci, non possiamo fermarci.
Ordinò Malefica riprendendo l’incantesimo.
La sfera scomparve ed il muro, che dapprima sembrava liquido, iniziò a solidificare seppur rimanendo semi trasparente.
Il suono emesso dalle sentinelle terminò con l’incantesimo.
Un respiro di sollievo si levò dalle quattro, infinitamente grate che quel rumore avesse terminato di distruggere i loro timpani.
Malefica evocò nuovamente la sfera. Nell’oggetto si vide Gold scomparire assieme a Hook.
- Ha capito che abbiamo innalzato la barriera.
Disse Regina con gli occhi fissi sull’oggetto magico.
- Avrà sentito il richiamo delle sentinelle.
- Udito no. Percepito, forse.
Ipotizzò l’ex Sindaco.
- Come no? Hanno fatto un rumore assordante.
Si lamentò Elsa guardando le due maghe.
- Veramente…io non ho sentito nulla.
Ammise Anna verso la sorella.
- Ma com’è possibile! Ci siamo persino piegate a terra dal rumore assordante.
- Credevo facesse parte dell’incantesimo.
Rispose innocentemente la giovane quasi sentendosi sott’accusa.
- Tu ed Emma l’avete udito solo perché eravate collegate a noi. Le sentinelle sono state fatte perché avvisino solamente me e Malefica.
Spiegò Regina con tono gentile.
- Quindi, pensate che Gold abbia percepito il suono o la barriera e se ne sia andato per poi tornare con qualche rinforzo magico?
Domandò Emma incuriosita e preoccupata.
- Sicuramente tornerà con qualche stratagemma, ma pure noi ne abbiamo uno.
Sogghignò Malefica.
- Cioè? Avete qualche asso nella manica?
Chiese Elsa.
- Certamente.
Sorrise la bionda strega.
- Sarebbe a dire?
Domandò Emma tentando di capire cos’avevano in mente le due maghe.
- Belle e il cappello portatoci da Anna.
Rispose Regina con un sorriso sulle labbra.
 
Una volta tornate a casa Charming raccontarono cos’era accaduto al confine.
Belle, Elsa e Anna erano presenti per ascoltare ulteriori spiegazioni, su come avrebbero dovuto agire d’ora in poi.
- Non è giusto coinvolgere Belle. Ne ha già passate tante.
Biancaneve si dimostrò da subito contraria.
- Snow, giusto o no loro hanno ragione. Io sono l’unica che riesce a tenere a bada Gold.
Belle appoggiò l’idea seppur controvoglia.
- Non dimenticatevi la cosa fondamentale. Lei ha con sé il pugnale di Rumplestiltskin.
Rammentò Regina bevendo una tazza di tè seduta accanto ad Emma.
- E nel caso Gold voglia far del male a qualcuno di noi, quell’oggetto è di fondamentale importanza.
Aggiunse Malefica.
- Avete ragione…ma sento che c’è dell’altro.
Disse David sospettoso.
- In realtà sì. Vorremo usare come arma, nel caso la situazione andasse fuori controllo, il cappello che ti ha dato Anna.
Chiese Regina con cautela.
Il Principe si fece ancor più serio in viso.
- Credete che la situazione possa diventare così pericolosa da utilizzare il cappello?
Domandò poi.
- Parliamo di Gold, rammentalo.
Sentenziò Malefica.
- Ma voi siete pur sempre in quattro.
- Ma lui è l’oscuro. La sua conoscenza nella magia non è limitata come la nostra.
Ammise l’ex Sindaco.
Tra i presenti calò il silenzio.
- Come affronterete la cosa? Cioè, voglio dire…se questo signor Gold e quel pirata Hook si ripresentano al confine, come agirete?
Chiese Anna preoccupata per la sorte della sorella.
- Ci precipiteremo al confine rendendoci visibili ai loro occhi. Io, Emma ed Elsa bloccheremo l’Oscuro così da impedirgli ogni mossa, mentre Regina reciterà un incantesimo per ipnotizzare Hook. A quel punto darà l’ordine di prendere l’oggetto magico, la cui ricerca li ha condotti nel mondo esterno, per poi ordinare a pirata di entrare a Storybrooke.
Spiegò Malefica pazientemente.
- Se Gold farà il bravo, risparmiandosi attacchi nei nostri confronti, verrà liberato e Belle lo esilierà facendo sì che non possa più tornare.
Continuò Regina.
- In caso contrario useremo il cappello.
Concluse la bionda strega.
David estrasse da un cassetto un oggetto invisibile che posò sul tavolo. Con un gesto Regina lo fece tornare visibile.
- Mi sembra che come pia…
Regina s’interruppe improvvisamente portandosi le mani alle orecchie imitata da Malefica.
- Le sentinelle!
Protestò la bionda strega materializzando sul tavolo davanti a sé la sfera di cristallo. Hook e Gold stavano per raggiungere il confine.
- No, non così presto.
Biancaneve andò nel panico.
Emma, Elsa e Belle presero per mano le due maghe, per poi svanire assieme alla scatola contenente il cappello magico.
 
Le cinque donne comparvero accanto al cartello con la scritta “Storybrooke”.
Malefica attese che i due uomini fossero vicini il più possibile, prima di rendersi visibile a Gold e Hook assieme a Regina. Emma, Elsa e Belle, sarebbero rimaste nascoste agli occhi dei due ancora per un po’.
- Che accoglienza. Siete qui per noi? Non volevamo arrecarvi così tanto disturbo, mie care.
Le maghe rimasero nel più totale silenzio, imitate dalle tre lasciate in disparte.
- Scommetto sappiate perché sono tornato.
- Tu sì, ma Hook che c’entra?
Domandò Regina con sguardo serio.
- Lieto di sapere quanto ti sto a cuore.
Borbottò il pirata infastidito.
- Voglio una risposta.
- Altrimenti, Regina, non ci lasciate entrare?
Gold la sfidò.
- Questa è una splendida possibilità per levarmi di torno il Pirata. Non voglio sprecarla.
Emma s’irrigidì ma venne trattenuta da Elsa e Belle che capirono il gioco di Regina. La mora voleva sapere se poteva fidarsi di Hook o se nel frattempo era stato soggiogato da Gold.
- Regina, non lo fare.
- Oh, sentitelo. E perché non dovrei?
- Cosa direbbe Emma? Non le faresti mai del male.
- Solo noi due vi vediamo. Se Regina decide di lasciarti nel mondo “Reale”, Emma non lo verrà mai a sapere.
Sogghignò Malefica con cattiveria.
Il Pirata s’irrigidì e nel suo sguardo si poté leggervi tristezza mista a rabbia.
- Quindi, lo chiedo di nuovo, cosa c’entri in tutto questo Hook?
Il pirata non rispose, segno che qualcosa non andava. Ovviare a quel problema non sarebbe stato difficile.
- Ora!
Bisbigliò Malefica prendendo per mano Emma che strinse quella di Elsa.
La mano libera della bionda strega era tesa verso Gold, che si sentì il corpo stretto in una potente morsa invisibile.
Regina iniziò a pronunciare una litania in latino e Hook, occhi sbarrati, li incatenò a quelli scuri dell’Evil Queen.
- Sono sotto il tuo incantesimo. Dal paradiso all’inferno ti seguirò. Comandami mia Regina.
Il tono dell’uomo era spento.
- Avvicinati.
Il pirata eseguì come fosse un automa.
Quando fu abbastanza vicino, senza però oltrepassare la barriera magica, Regina gli passò la mano destra sul volto per poi chiuderla a pugno e spostarla sopra la sfera di cristallo comparsa nella sua mano sinistra.
Una polverina dorata scese sull’oggetto magico rivelando i ricordi di Hook.
- Ho bisogno che tu faccia ancora qualcosa per me. Poi, mio caro, ti prometto che riavrai la tua amata Jolly Roger. Mantengo sempre la mia parola.
- Cosa dovrei fare?
Il pirata era visibilmente rassegnato.
- Dovresti trovare alcune cose per me. Sono di proprietà di alcuni abitanti di Storybrooke. Oggetti personali che detengono la personalità di chi li possiede. Coraggio, determinazione e forza sono solo alcuni delle proprietà che sono celate in quegli oggetti.
- Cos’accadrà ai loro proprietari?
- Nulla, non temere.
- A cosa ti serviranno?
- Ciò non è affar tuo. Tu esegui. Il tuo debito sarà saldato e la Jolly Roger tornerà nelle tue mani.
Un riluttante Hook strinse la mano di Gold sul cui viso comparve un sorriso compiaciuto.
Regina interruppe il ricordo. Aveva visto a sufficienza per capire che ancora una volta Hook era stato manipolato da Gold.
- Prendi l’oggetto magico, motivo del vostro viaggio.
Ordinò Regina con tono fermo.
Il pirata andò verso Gold ed estrasse dalla tasca del mago una tavola runica. Era lo stesso oggetto del disegno e della foto trovata da Belle.
- No! Non puoi!
Urlò Gold. Conosceva benissimo la sua allieva e sapeva anche come ferirla.
Un lieve gesto della mano e dietro i due uomini ne comparve un terzo.
- Daniel.
Bisbigliò la mora. Il respiro di Emma si fermò.
- Regina, sbrigati!
Le gridò Malefica.
Ma Regina si bloccò.
La mora, sguardo fisso su Daniel, non riuscì più ad andare avanti con il piano stabilito.
Sebbene non volesse riportare il Pirata a Storybrooke si era decisa che fosse la cosa giusta.
Avevano una sola possibilità. Solo una persona poteva varcare il confine con quell’incantesimo.
- Palesatevi!
Ordinò Rumplestiltskin riuscendo a rendere visibili Emma, Elsa e Belle. La bibliotecaria però rimase nascosta alle spalle delle tre donne evitando così che Gold la potesse vedere.
Quel gesto dimostrò la potenza magica di quell’uomo e quanto poteva essere pericoloso.
- Daniel è sempre stato qui lo sai?
Una risata fredda si levò dall’Oscuro Signore.
- Ho sempre saputo come farlo tornare in vita. Solo…non avevo motivo per farlo…non sino ad oggi.
Regina spostò il suo sguardo da Daniel a Hook.
- Regina! Sta mentendo.
Le urlò Malefica.
- Tutti i sogni infranti che ci siamo lasciati alle spalle, potrebbero finalmente avverarsi.
La voce di Daniel si udì distintamente.
L’Evil Queen sentì il cuore batterle all’impazzata. Il respiro cominciò a venirle meno.
- O farmi correre alla cieca.
Quella risposta fu un sussurro da parte della mora.
- Chiamo il tuo nome, Regina, ma non sento altro che eco. Sono io, sono qui. Ricominciamo insieme.
Il giovane stalliere guardava con occhi da innamorato, colei che amava da sempre.
- Regina…
Questa volta fu Emma a chiamare l’ex Sindaco.
Emma” pensò fra sé la mora.
Guardava Daniel. In quel momento, voleva solo piangere e starsene sola.
- Regina. Fai la scelta giusta.
Le disse Gold sogghignando.
- I fantasmi del mio passato continuano a bruciarmi dentro. Tu lo sai, l’hai sempre saputo.
Sibilò la mora a Tremotino. Gli occhi stavano assumendo una sfumatura violacea.
- In ogni momento tutti i pensieri mi hanno sempre portato a te. Vieni da me, ti prego.
Daniel tentò nuovamente a richiamare a sé Regina, immobile oltre il confine.
- Non vorrai vedere Daniel morire nuovamente.
Gold sapeva decisamente come distruggere qualcuno.
Belle decise di mostrarsi al marito. Estrasse un oggetto dalla borsa e Rumplestiltskin si pietrificò. Non aveva previsto quell’oggetto fra le mani di sua moglie.
- Tu…come?
- Ho fatto ad averlo? Una tua vecchia conoscenza. La vera domanda è: mi costringerai ad usarlo?
L’uomo si zittì.
L’ex Sindaco tentò il più possibile di trattenere le lacrime mentre guardava fisso davanti a sé.
“Sei solo nella mia testa” si ripeteva più e più volte per farsi forza.
- Regina!
La voce di Malefica tuonò nuovamente. Quella magia la stava affaticando notevolmente e non avrebbe resistito ancora a lungo.
In quel momento Regina ingoiò un boccone amaro.
- Avanza verso me.
Ordinò la donna.
- Sì, Milady.
Bastarono pochi passi e Hook oltrepassò il confine mentre Regina si voltò dando le spalle a Daniel.
Gold venne liberato dalla presa magica che lo imprigionava, alzando le mani in segno di resa.
Regina si allontanò dal confine senza voltarsi. Emma guardò Malefica che però le impedì di andarsene. Avevano un compito da portare a termine.
Belle estrasse la daga di Rumplestiltskin dalla borsa, mettendola davanti a sé.
- Ti ordino di non varcare il confine di Storybrooke.
La ragazza prese un respiro profondo prima di continuare.
- Devi redimerti e solo io deciderò quando potrai varcarlo nuovamente. Ti ordino di andartene e di redimerti Rumplestiltskin.
Una nube porpora circondò l’uomo che svanì e Daniel scomparve come se fosse stato un ologramma.
Elsa, Malefica ed Emma terminarono l’incantesimo di rafforzamento della barriera e Storybrooke tornò invisibile per chi stava al di fuori della cittadina.
Lo Sceriffo corse da Regina che si stava allontanando da loro.
- Regina.
Tentò timidamente Emma.
La mora in risposta si fermò porgendole la mano.
- Vieni con me.
La sua voce era come un sussurro.
Emma le afferrò la mano e insieme svanirono.
 
Le due donne comparvero davanti al mausoleo Mills.
- Immaginavo volessi venire qui.
Di nuovo la mora non rispose. Si limitò ad aprire la porta e ad entrare nella tomba di famiglia.
Emma la seguì in silenzio fino ad arrivare davanti  ad una stanza.
Regina sembrò trattenere il respiro come se avesse paura di ciò che avrebbe potuto vedere.
La Salvatrice la prese per mano. Voleva farle sentire che era con lei.
L’Evil Queen prese coraggio ed entrò assieme alla bionda che si fermò al suo fianco.
Davanti a loro Daniel era straiato in una bara di vetro.
Sembrava dormire.
- Volevo solo essere sicura.
Mormorò Regina con la voce rotta dal pianto.
Emma l’accompagnò fuori dalla stanza stringendola poi in un abbraccio.
La mora si abbandonò a quel gesto carico d’amore. Finalmente non era più sola.



Nota di Alex: Siamo agli sgoccioli. E anche il penultimo capitolo si è concluso.
La risolutezza di Belle è stata molto d'aiuto. Gold si sarà davvero arreso?
Vi ringrazio tutti per avere seguito questa storia sino a qui. Grazie e a martedì con l'ultimo capitolo :)

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 
Emma e Regina comparvero davanti alla porta di casa Charming sperando che fosse deserta. Un vociare confuso, proveniente dall’appartamento, fece comprendere loro che Malefica aveva portato Elsa, Belle e Anna a casa da Snow e David. La speranza che tutti fossero al Granny’s svanì.
- Vuoi entrare comunque?
Chiese Emma in un sussurro. La mora accennò un sì con il capo.
- Stare assieme a te ed Henry sarà d’aiuto.
Sorrise lievemente l’ex Sindaco aprendo la porta dell’appartamento.
- Siete qui, finalmente. State bene?
Biancaneve le accolse con mille domande lasciando Emma un po’ interdetta.
- Regina, vorrei parlarti. Per favore.
S’intromise Malefica.
La mora indicò il corridoio e le due maghe si allontanarono.
- Mamma, tutto bene.
Rispose con tono piatto la figlia di Biancaneve.
 
Malefica e Regina si appartarono.
- Tutto bene? Come stai?
Si preoccupò la bionda strega dopo aver assistito a quell’attacco pesante da parte di Gold.
- È tutto apposto. Mi passerà non ti preoccupare.
- Mi fido.
Rispose poco convinta Malefica.
- Sai, sapevo dall’inizio che non era lui…non era Daniel…
- Ma la speranza è sempre l’ultima a morire no?
- Sembrava così reale Malefica.
- La magia è una maledizione. Sa rendere le cose così vivide…un po’ come i sogni.
- Poi quando ti svegli, è una tortura.
- Già. Però… puoi sempre guardarti intorno. Hai una famiglia magnifica sai?
Sorrise Malefica alla mora che annuì.
- Il mio lavoro qui è finito. Per me è ora di andare.
- Dove andrai?
Domandò Regina quasi avvertendo la mancanza di quell’amica che, seppur in un modo tutto suo, le è sempre stata accanto supportandola.
- Dove sono stata prima di rincontrarti, amica mia.
- Sei comparsa con mio figlio in una nube di fumo porpora.
- E me ne andrò da sola allo stesso modo...ma prima...
La bionda strega schioccò le dita sorridendo prima di svanire davanti allo sguardo della mora.
Regina sospirò scuotendo la testa divertita.
- Tanto so come trovarti.
Bisbigliò la donna prima di voltarsi e raggiungere gli altri in salotto.
Un foglio comparve a mezz’aria cadendo fra le mani di Elsa che l’afferrò.
- Cos’è?
Chiese guardandosi intorno per capire da dove possa esser comparso.
L’Evil Queen si avvicinò guardando quella pagina ingiallita dal tempo.
- È un incantesimo che vi rimanderà a casa. Malefica l'ha trovato nel libro degli incantesimi che abiamo usato.
- Davvero? Possiamo tornare a casa? Cioè, non è che non mi piaccia stare qui, ma casa è casa.
Balbettò Anna al settimo cielo.
- Unendo la magia mia a quella di Emma, potremmo mandarvi ad Arendelle. Ormai qui siamo al sicuro grazie a Belle.
La mora sorrise alla bibliotecaria che abbassò il capo tristemente.
- Ora non ci resta che farvi tornare a casa e iniziare finalmente a vivere la nostra vita, si spera, in tranquillità.
Disse David posando una mano sulla spalla della suocera.
- Avete salvato Anna. Ve ne sarò grati in eterno.
Elsa e Anna erano davvero grate ai loro nuovi compagni d’avventura.
- Voi avete salvato noi. Siamo pari.
Sorrise Regina.
- Aiutato. La fatica l’avete fatta voi. A proposito, vorrei ringraziare anche Malefica ma…
- È andata via. Vi ringrazio io anche da parte sua.
Rispose l’ex Sindaco con fare sincero prima di prendere la mano della giovane bionda al suo fianco, madre di suo figlio.
- Sei pronta?
Chiese gentilmente ad Emma che annuì.
Regina chiuse gli occhi imitata dallo Sceriffo. Un afflusso di magia circondò le due straniere che si presero per mano e sorridendo svanirono nel nulla.
Un silenzio improvviso invase casa Charming.
- Dite che finalmente ci possiamo rilassare?
Chiese Snow tentennante.
- Spero proprio di sì. Dopo tutto quello che abbiamo passato è il minimo.
Sbuffò Emma sedendosi di peso sul divano. Henry, che prima era nella sua camera su ordine di Malefica, li raggiunse abbracciando prima Regina e poi saltando su Emma.
- Che ne dite di pizza e film?
Propose il ragazzino.
- Pizza e film…le serate migliori.
Aggiunse Regina sorridendo e raggiungendo Emma e il figlio sul sofà.
- E sia.
Rise David prendendo la giacca e le chiavi del furgone.
- Non combinate pasticci in mia assenza. Non vorrei tornare e vedervi lottare contro un qualsiasi cosa di magico e strano.
Aggiunse poi prima di uscire dall’appartamento.
- Sicuramente non diceva né a me né a Belle.
Sghignazzò di sottecchi Biancaneve iniziando a preparare la tavola.
- Diceva a te, Emma.
Disse Regina fingendosi seria.
- Io? Ma che? Sei tu che puoi invocare bestie strane.
- Non ho mai invocato “Bestie Strane”.
- C’è tempo.
- Ma…Emma!
Una risata scaturì dalla bionda accompagnata dai presenti.
Regina scosse il capo rassegnata. Eh sì, aveva proprio una bella famiglia e ora non poteva fare altro che godersela.
Tante cose sono cambiate con il tempo e tante altre cambieranno, ma non sarà sola…non più.



Nota di Alex: eccoci al piccolo capitolino finale.
Spero che la storia vi sia piaciuta.
Rngrazio tutti quelli che l'hanno letta, quelli che l'hanno messa fra le ricordate/seguite/preferite e soprattutto le persone che hanno recensito arrivando fino alla fine in mia compagnia. Grazie di cuore a tutti siete moltissimi e ne sono stra felice. Alla prox :)

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