Destino,amori,amicizie, magia e nuovi poteri

di Alhena Devon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un'avventura ***
Capitolo 2: *** Destiny ***
Capitolo 3: *** Primi incontri ***
Capitolo 4: *** Chiacchierate, Litigi e Gelosia ***
Capitolo 5: *** Cene in famiglia e baci notturni ***
Capitolo 6: *** Diagon Alley- parte I ***
Capitolo 7: *** Diagon Alley- parte II ***
Capitolo 8: *** Hogwarts Express e Smistamento ***
Capitolo 9: *** Il banchetto di inizio anno e la vecchia rospa in rosa ***
Capitolo 10: *** Primo giorno, prime lezioni ***



Capitolo 1
*** L'inizio di un'avventura ***


Attenzione: la storia non tiene presente del 5°-6° e 7° libro, all'inizio sarà quasi simile ma man mano che la storia andrà avanti la storia si distaccherà sempre di più dai libri

Capitolo revisionato


L'inizio di un'avventura

 
In una piccola cittadina nel Surrey al numero 6 di Privet Drive stava seduta una ragazza di all'incirca quindici anni. La ragazza in questione stava comodamente seduta sotto l'ombra di un albero intenta a leggere un libro quando sentì il solito rumore delle gomme sull'asfalto. Alzò la testa per capire chi fosse e vide con suo sommo piacere un ragazzo alto, dalla carnagione chiara quasi diafana con dei bellissimi e irresistibili occhi color smeraldo e una chioma corvina scompigliata uscire dalla macchina con una bellissima civetta delle nevi e un grosso baule.

  Si diceva nel quartiere che, nei mesi in cui il ragazzo spariva, andava in un istituto per giovani criminali e che ci restasse 9 mesi l'anno per poi d'estate passare le vacanze dai suoi zii, ma in quei mesi si vedeva poco e niente rinchiuso 24 ore su 24 nella sua stanza.

 

 Tutti i ragazzi del quartiere lo evitavano su ordine di Dudley Dursley, suo cugino, il bulletto del quartiere.

 Dursley aveva una banda di amici con cui si divertiva a spaventare qualsiasi bambino più piccolo o a pestare chiunque si mettesse sulla loro strada.

 Tutte le ragazze del quartiere lo evitavano o si mettevano nelle sue grazie per poter essere lasciate in pace, ma ovviamente non lei.

 Dursley aveva una specie di ossessione, la seguiva, la sfotteva, faceva di tutto per darle fastidio. Un giorno una sua amica le aveva detto che quella sottospecie di maiale aveva una cotta stratosferica per lei e che cercava quindi di attirare la sua attenzione; ma lui non sapeva, come nessun’altro a parte lei, che era cotta e stracotta di un moretto di nostra conoscenza.

 

Era iniziato tutto qualche anno fa, per la precisione quattro anni fa. Lo aveva visto al vecchio parco giochi intento a guardare nel vuoto. Fu un colpo di fulmine e se ne innamorò. Si innamorò di quella figura che, seppur piccola e mingherlina con quei vestiti troppo larghi, trasmetteva potere e irradiava un senso di protezione che la rassicurava. Non aveva mai avuto il coraggio di parlargli, tuttavia man mano che gli anni passavano lui diventava sempre più bello, irresistibile e impossibile da non notare.

Sebbene, per colpa di suo cugino, avesse una brutta reputazione nel quartiere e i genitori intimassero ai figli di stargli lontano, tutte le ragazze del quartiere gli sbavavano dietro, ma lui sembrava non curarsene.

 E ora lo vedeva lì davanti a se, alto slanciato con i muscoli pronunciati ma non troppo, con i capelli neri come la pece e la pelle diafana, con occhi color dello smeraldo e quell'aria misteriosa e potente, e dire che non sapeva nemmeno il suo nome.

 ------

«Mira, Mira è mezzora che ti chiamo, mi vuoi dare ascolto e smetterla di sbavare?!» ecco, quella guastafeste di mia sorella

«Che c'è?» rispondo seccata

«Volevo solo chiederti di venire con me a fare un giro, ma vedo che sei impegnata» dice con aria maliziosa

«Sisi vengo e smettila di guardarmi in quel modo; e io non sbavo!» ribatto seccata

«Certo certo, come no, hai ragione tu» mi dice alzando gli occhi al cielo «Allora andiamo?»

«Si certo andiamo» dico di malavoglia.

 --------------------------

Come al solito quella deficiente di mia sorella dopo nemmeno cinque minuti mi lascia da sola per andare da quel cretino del suo fidanzato; così, visto che non ho voglia né di tornare a casa né di restare ferma a non far niente, continuo la mia "passeggiata" pregando qualche entità divina di non incontrare quella specie di maiale di Dursley.

 
 

 Ovviamente le divinità non sono con me in questo momento e arrivata al parco abbandonato incontro quella banda di scapestrati, ma con mio sommo piacere non mi hanno notata. Sono girati di spalle e stanno parlando con qualcuno, ma purtroppo non vedo chi: sicuramente uno di quei poveri bambini.

 Mi avvicino con l'intento di aiutare quel povero malcapitato bambino, ma... quello con cui la banda di Dursley sta parlando non è un bambino, assolutamente no, quello è il cugino di Dursley: capelli color dell'ebano, occhi come smeraldi, pelle diafana, sembra un angelo sceso in terra, un dio… altro che bambino.

 Mi metto più vicino per ascoltare e ad un tratto lui si alza di scatto e il cielo si oscura...

  

 

POV HARRY

 

 

 La mia vita non potrebbe essere più incasinata di così.

 Il caro Signore Oscuro ha deciso di resuscitare con il mio sangue e le protezioni di mia madre sono cadute e sono costretto comunque a ritornare dai Dursley.

Ovviamente non è finita, quel cretino del Ministro non crede né a me né a Silente e tutti mi definiscono un bugiardo che ha voglia di attirare attenzioni e fama.

 

 Inoltre è da un po' che mi sento strano, sento qualcosa dentro di me ed è come se quel qualcosa volesse uscire, mi sento potente, mi sento bene come mai prima, percepisco la magia fluirmi nelle vene, una forza immensa scorrermi dentro, mi inebria, mi scuote fin nel profondo. Non ci sono bacchette, incantesimi, fatture o maledizioni che tengano. È fuori, è dentro, è ovunque. Il corpo non è nulla, in confronto al potere che vi scorre.

 Ne ho parlato con il preside e lui mi ha chiesto di chiudere gli occhi e fidarmi. L’ho fatto e subito dopo mi sono sentito colpire da un incantesimo, quello mi ha scosso da capo a piedi e poi, come è iniziato, è finito. Dopo aver aperto gli occhi ho visto che il preside era bianco come un cadavere, le iridi di zaffiro erano serie prive di quel luccichio che le caratterizzava; mi disse:

«Harry ragazzo mio, non ti posso spiegare niente per ora, non ho le risposte che mi servono e prima di metterti al corrente di quello che ti sta succedendo io preferirei cercare alcune informazioni ma...» esitò un attimo, poi continuò « Tieni questo e non lo togliere mai, mi hai capito?» io annuì e lui mi consegnò un ciondolo che rappresentava due fenici incrociate una rossa scarlatta e una nera. Quella nera portava una spada con un serpente attorcigliato sulla zampa e quella scarlatta portava tra le zampe un'altra spada con dei rubini incastonati nell'elsa e infine dietro c'era uno strano simbolo, una stella a 8 punte metà bianca e metà nera.

 Infine mi disse di indossarlo sempre e che lo avrei dovuto avvertire per ogni singola cosa fuori dal normale.

 

 Cos'è che mi nasconde?

 Comunque la cosa che mi preoccupa, oltre a questa nuova energia misteriosa che mi scorre dentro, è che adesso sembra che tutto di me si sia sviluppato: dalla mente al corpo; faccio ragionamenti che farebbero concorrenza a quelli di Silente, sono più agile e più veloce, sembra che sia anche abbastanza bravo a schernire la mente e leggere quella altrui. Sono migliorato in ogni materia, ho provato a fare alcuni incantesimi, poiché grazie all'aiuto di Silente al Ministero non possono più rintracciare la mia magia, ho preparato alcune pozioni e tutto ciò che ho potuto imparare l’ho imparato, mi sono allenato e adesso ho una potenza, velocità e abilità non umane, i miei incantesimi con e senza bacchetta sono più potenti e veloci di quelli di Silente e Voldemort messi insieme, riesco a trasfigurare quasi di tutto, invento e faccio pozioni manco fossi un professionista e ho anche inventato qualche fantastico incantesimo grazie ad Aritmanzia e Rune e per finire alcune volte scopro di sapere delle cose che prima ignoravo e che sicuramente anche Silente in persona non sa.

 Per finire ho scoperto di essere un'elementare e riesco a controllare, creare e manipolare non solo gli elementi inferiori ovvero: Acqua, Terra, Fuoco, Vento e Fulmini

 
ma anche gli elementi superiori cioè: Luce e Oscurità.

 
Purtroppo ho anche scoperto che quello che Silente mi ha dato è un limitatore e anche molto forte direi, quindi in realtà la potenza che ho ora e quella che ho allenato è solo un centesimo della mia forza reale e questo, oltre che allettarmi, mi spaventa. Se non riuscissi a controllare questi poteri alla perfezione potrei distruggere l'intero pianeta ma è anche vero che, se io ci riuscissi a controllarli pienamente, uccidere il signore oscuro sarebbe facile quanto fare un Wingardim Leviosa. Quindi questo potere è una lama a doppio taglio.

 

 In più, in questi giorni, visto che ora riesco a distinguere ogni minima parte di magia anche da chilometri di distanza se voglio, sento un'aura magica sconosciuta, certo c'è la Signora Figg che essendo una Magonò ha un'aura minima ma sento un'altra aura, quasi soppressa con forza, qui intorno e non capisco dove, per questo molte volte mi ritrovo a vagare per Little Whinging per scoprire da dove proviene, ma niente.

 

 Ed è proprio quello che sto facendo adesso, ma come sempre la sento debole e sembra provenire da tutte le parti; giro a destra verso il parco ma anche questo è un buco nell’acqua. Basta sono stanco di vagare per nulla, mi siedo su una delle poche altalene non ancora distrutte da mio cugino Dudley e la sua gang; all'improvviso, manco li avessi evocati, eccoli arrivare.

 Si stanno dirigendo proprio dalla mia parte urlando e scherzando.

-Bel gancio BigD... -esclama uno

 -Stava urlando come un maiale...- dice un altro

-Se l'era meritato quel... - ghigna Dudley, ma appena mi vede si blocca e il ghigno sparisce dal suo viso andando a formare una smorfia, ma il resto del gruppo non se ne cura e comincia ad avanzare nella mia direzione

 -Ehi Potter come mai qui tutto solo? - chiede sghignazzando un altro amico di Dudley

 -Dove sono i tuoi amichetti? -chiede un altro

-Che fa non rispondi? Il gatto ti ha mangiato la lingua? – mi sbeffeggia un ragazzo dall'aria scheletrica, penso si chiami Piess o qualcosa del genere

 -Siete patetici - rispondo io annoiato. Grazie ai miei scudi posso controllare le mie emozioni altrimenti sarebbero diventati tutti degli spiedini arrosto nel giro di pochi secondi.

-Non avete nient'altro da... - mi blocco, l'aura magica che avevo sentito prima, ora si sta rafforzando, questo può solo significare una cosa: qui intorno c'è la persona che ho cercato tanto.

 Mi alzo di botto e il cielo si oscura, non posso esserne io l causa, oltre al limitatore ho anche occultato al massimo il mio potere e quindi cos'è?
 

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Capitolo 2
*** Destiny ***


Capitolo revisionato
 

Destiny

 

Dal capitolo precedente
“Mi alzai di botto e il cielo si oscurò, non potevo essere io, oltre al limitatore avevo occultato al massimo il mio potere e quindi cos'era?”




Pov Harry


 C’era magia nell’aria, era impossibile non sentirla, ma ancora non capivo da dove proveniva… sembrava essere da tutte le parti!

 L’aura che avevo sentito prima si stava espandendo come se si stesse liberando.

 Tutto intorno a me era confuso.

 Vedevo quel maiale di mio cugino e la sua banda scappare, notavo una persona uscire da dietro un cespuglio e osservavo due figure vestite di nero venire verso di noi e il cielo turbinare dalla troppa magia sprigionata.

 

 Quelli davanti a me erano dissennatori ma la cosa più sorprendente era che quella ragazza babbana, uscita da dietro il cespuglio, stava lì ferma come a contemplare le figure davanti a lei.

 Non sapevo che fare, le mie barriere cedettero di fronte a quelle creature e questo era molto stano. Le mie barriere erano potenti e quei mostri non dovrebbero essere capaci di farmi un simile effetto ora, ma qualcosa mi diceva che non erano semplici dissennatori, ne ero più che certo. Allora cos’erano?

 

 La ragazza era ancora lì davanti a loro immobile con sguardo vacuo. Cercando di ignorare mia madre che mi urlava nella testa suppliche su suppliche mi misi davanti alla ragazza che nel frattempo era svenuta e urlai con quanta forza avevo in corpo un Expecto Patronus.

 Prima di svenire vidi un serpente dalla forma maestosa e regale scivolare con grazia fuori dalla mia bacchetta andando a distruggere completamente le figure davanti a me.

 

 La cosa mi incuriosì ma non ebbi tempo di pensare a qualsiasi altra spiegazione che tutto divenne nero.


 

 Pov Mira

 

 Mi svegliai ritrovandomi in un grande letto al centro della stanza.

 La stanza era piena di polvere ma da come era arredata potevo dedurre che tempo prima quella camera fosse molto bella.

 Non sapevo dove mi trovavo, mi ricordavo solo che all’improvviso il cielo si era fatto nero,che la banda di Dursley era scappata, quelle figure nere e poi… come non ricordarsi di quella voce.

 



Flashback

 

Saltai fuori dal cespuglio, sentivo qualcosa nell’aria ed era come se si muovesse, all’improvviso vidi Harry dritto e teso come se stesse aspettando qualcosa che non aveva piacere di incontrare.

Aveva un’aura di potere intorno e l’aria vicino a lui sembrava condensarsi.

All’improvviso sentii freddo e al tempo stesso qualcosa attirarmi come una calamita.

Me le ritrovai davanti, due figure nere come la morte, incappucciate e inquietanti ma qualcosa, non so bene cosa, mi diceva di non averne paura.

Rimasi lì ferma, immobile quasi che un solo movimento potesse causare l’apocalisse e a un certo punto sentii, una voce:

 

-Salve oh filia mea- disse una voce soave e al tempo stesso paurosa

-Non preoccuparti quelli che vedi sono solo i miei servi, non ti faranno niente-continuò la voce

-Chi sei? Come i tuoi servi? Dove sei? - dissi in preda al panico ma ugualmente non riuscii a muovermi. -Ma quante domande mea parvula. A tempo debito queste domande avranno una risposta e un giorno verrà il momento in cui dovrai affrontare il tuo destino; solo allora la verità sarà scoperta, antichi poteri nasceranno e antichi segreti saranno rivelati oh filia mea- terminarono la voce con un qualcosa di solenne nel tono.


Non ebbi il tempo di chiedere nient’altro che le figure nere si girarono e si concentrarono su Harry e tutto divenne nero.

 

 

Fine Flashback




Mi trovavo in quella stanza non mia, senza sapere dov’ero e cosa fosse successo.

Decisi di scendere dal letto e capire se fossi sola o forse… o forse qualcuno mi aveva rapita.

No questo no, non potevo essere incappata in tutto sto casino.

Volevo solo farmi una passeggiata ed ecco in che guaio mi ero andata a cacciare.

 

 

 

 

Nello stesso momento in un luogo non identificato

 


 

-Oh mea parvula filia non sai in che cosa ti sei andata a cacciare, ma era ora che tu sapessi, che scoprissi il tuo destino- disse un uomo ammantato di nero

 

 

-E tu, che hai dentro di te un potere più grande di ogni cosa, che sei stato predestinato, che hai dentro di te il potere degli antichi; sarai l’unico e il solo che saprà distruggere questo nemico comune. Non sai che il nemico non è chi credi che sia, ma è una forza più oscura e potente e a te e solo a te affido la filia mea in modo che tu possa proteggerla e in modo che lei ti possa guidare quando sulla via ti perderai-

 

-Buona Fortuna Harry Potter, affido mia figlia nelle tue mani-

 
 

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Capitolo 3
*** Primi incontri ***


Capitolo revisionato dalla mia bravissima beta: Lady_Kid
 

Primi incontri

 

Pov Mira


 

Uscì dalla stanza e mi ritrovai in un corridoio lungo e impolverato.

                                            

 Non sapevo dov’ero e non avevo idea di che fare.

 Continuai a esplorare la casa.

 Alle pareti erano appesi quadri rappresentanti uomini risalenti al Medioevo e avrei potuto giurare che si muovessero, ma questo era impossibile, i quadri non si muovevano mica.

 Arrivai alla fine del corridoio e trovai delle scale lunghe e pericolanti anch’esse impolverate, ma quello che mi fece rizzare le orecchie furono delle voci in fondo alle scale.
 

 Avevo paura di che cosa ci potesse essere alla fine della rampa, il cuore batteva talmente forte che avevo il terrore che lo sentissero, i polmoni non contribuivano andando in cerca di ossigeno e le mani tremavano.

 

 

La paura è solo un fattore relativo, non devi avere timore di chi ti è inferiore.

 

 Una voce.

 Una rassicurazione.

 Mi bloccai, di chi era quella voce? Con una calma quasi esasperante mi voltai.

 Nessuno.

 Tirai un sospiro di sollievo, quella voce mi era familiare, ma dove l’avevo sentita?

 Cercai di prendere coraggio e scesi piano le scale; dovevo scoprire dov’ero e fuggire, ma da chi e in che luogo scappare?

 Continuai ad avanzare con il cuore in gola, l’aspetto lugubre non aiutava come anche il mobilio della casa.

 Mi feci forza per non guardare e continuare a scendere le scale, mi bastava solo origliare e poi scappare nella stanza dove mi avevano portato.

 Mi avvicinai scorgendo una porta e un lungo corridoio subito dopo, la porta non era aperta ma si scorreva qualche straccio di conversazione.

 

«No, no e ancora no, è troppo giovane!» gridò una voce di donna.

Chi era troppo giovane?

«Non è una decisione che possiamo prendere noi» disse un’altra voce, maschile questa volta.

«Io non lo permetterò, ripeto è troppo giovane ed è impossibile che…» ribatté la donna, ma fu fermata da un’altra voce maschile che, a differenza della prima, era molto più vecchia e stanca.

«Purtroppo non abbiamo altre possibilità dovremo dire tutto al Signor Potter»

Signor Potter? Stavano parlando di Harry, quindi era probabile che non volessero uccidermi o farmi del male, forse avevo una possibilità di sopravvivere.

«E come la metti con la ragazza?» disse un’altra voce sempre maschile.

Stavano parlando di me.

«Non saprei ma credo che dovremmo aspettare che si svegli e poi vedremo come agire»

Benissimo ero già sveglia e adesso che cosa potevo fare? Fingevo di dormire o li aspettavo sveglia? Ah che confusione! Non ce la facevo più, volevo delle spiegazioni!

 

Le avrai presto, ma per ora pazienta.

 

 Di nuovo quella voce.

 Feci per tornarmene al piano superiore ma la porta si aprì di botto permettendomi di vedere l’interno della stanza.

 Mi congelai sul posto, gli arti sembravano non voler collaborare, il cuore aveva smesso di pompare, i polmoni trattennero il respiro e il sangue divenne come ghiaccio l’unica cosa che riuscì a pensare fu:

 Merda.

 


 

 

Nell’ufficio di Silente

 

 

  Era una situazione disperata, l’incantesimo non aveva retto al potere sprigionato e si era dissolto, le uniche protezioni che mi restavano per tenere a bada quella forza era il limitatore, uno tra i più potenti mai creati, che aveva il potere di annullare completamente la forza del mago che lo indossava.

 Quando Harry era stato nel mio studio, sapevo già cosa turbava il ragazzo, ma ero troppo incredulo per dirgli qualcosa, poiché quello che avevo previsto per i diciassette anni del ragazzo era giunto troppo presto.

 Non ci avevo voluto credere fino all’ultimo, gli avevo lanciato l’incantesimo per capire se le mie ipotesi erano fondate e avevo scoperto che erano più che fondate.

 Mi ero dovuto arrendere alla realtà, ma adesso dovevo trovare una soluzione.

 

 La cosa che mi preoccupava di più era l’attacco, avvenuto qualche giorno fa, ai danni di Harry e di una babbana.

 Mentre ero vicino al ragazzo, avevo sentito una strana aura provenire dalla ragazza ma non poteva essere una Nata Babbana, altrimenti avrebbe ricevuto la lettera per gli undici anni, c’era un incantesimo apposito per far in modo che chiunque, con potere magico a sufficienza, avrebbe potuto ricevere la lettera d’ammissione per Hogwarts.

 

 E allora chi era quella ragazza?

 

 Ma quello non era il mio problema più grande, Harry aveva mostrato i suoi reali poteri e questo mi scombinava i piani, dovevo riprendere il controllo della situazione.

 


 

  

A Grimmauld Place

 

 

Pov Mira

 

 

Bene e adesso che cosa facevo? Davanti a me c’era l’uomo più strambo che avessi mai visto e dietro di lui un’altra quindicina di persone che mi guardavano manco fossi un fenomeno da baraccone.

 

«Bene signorina vedo che si è svegliata» disse l’uomo davanti a me.

«Ehm io… sì mi sono appena svegliata» balbettai.

Bene, di male in peggio, mio dio che figura.

«Benissimo signorina, ora se non le dispiace le chiederei di ritornare nella camera in cui ha dormito, la cena sarà servita alle 20:00 precise, se si annoia può benissimo parlare con gli altri ragazzi che si trovano al piano superiore»

Uf, meno male questa volta l’avevo scampata… aspetta c'erano altri ragazzi? Io non avevo visto nessuno, va beh era meglio non contraddirlo.

«Va bene signore…ehm allora io vado»

«Perfetto»

 

Salivo le scale e percepivo il suo sguardo su di me, rimase fisso fino a quando non sentii la porta chiudersi dal fondo delle scale.

 Bene, non mi restava che dirigermi nella stanza e, fino alle otto, fare finta di non esistere, poi avrei visto come sarebbe andata a finire.

 Ovviamente i miei piani andarono a farsi benedire, poiché due coppie di mani mi presero, due a destra e due a sinistra e mi trasportarono nella direzione opposta.

 Ma che diavolo…

 

«Ehilà bella principessa addormentata…» disse il ragazzo alla mia destra.

«…Aspettavamo che ti svegliassi così…» Continuò quello di sinistra.

«…Possiamo stare tutti insieme; allora…» riprese quello che aveva iniziato il discorso.

«…Ti piace l’idea?» infine l’altro concluse la frase.

“Ma chi diavolo sono questi?! Sembrano gemelli, ok Mira cazzata numero 1… loro sono gemelli: stessa capigliatura, stesso viso, stessi occhi, stessi vestiti, stessa altezza… U-G-U-A-L-I fino al midollo.” Pensai.

 

«Ma che maleducati, non ci siamo ancora presentati» disse quello alla mia sinistra.

«Io sono Fred» si presentò quello a destra.

«… ed io sono George» continuò quello a sinistra.

«Siamo i magnifici e straordinari Fred e George Weasley» dissero all’unisono aprendo le braccia teatralmente.

 Io scoppiai a ridere, erano troppo divertenti mi stavano già simpatici (e a chi non stanno simpatici Nda Autore)(Grazie mille ;D  Nda.Fred e George).

 

«Salve magnifici e straordinari Fred e George io sono Mira, Mira White.» dissi con un sorriso.

«Oh fratellino credo che la ragazza qui presente sia nel posto sbagliato!» disse Fred o George, con un ghigno, al fratello.

«Ah! Anch’io lo credo Fredduccio» concordò George.

«Mi potete spiegare?» chiesi alzando un sopracciglio.

«Vedi Mira noi, per ora, siamo nella casa della famiglia Black e tu stoni proprio con il tuo splendido e adorabile cognome» mi rispose Fred.

 Io scoppiai di nuovo a ridere.

«Allora dove mi state portando?» chiesi.

«E’ ovvio, no? Dagli altri!» Dissero prima di trascinarmi dentro una stanza come tutte le altre.

 

«Ehilà gente» dissero i gemelli in coro.

«Ehi Fred, George come mai ci avete messo così tanto?» disse un ragazzo dai capelli uguali ai gemelli.

«Oh abbiamo incontrato una bella signorina durante il tragitto e abbiamo deciso di accompagnarla qui» risposero i gemelli.

 In quel momento gli altri si accorsero della mia presenza ed io feci un passo avanti con un sorriso sulle labbra.

«Piacere il mio nome è Mira, Mira White» mi presentai.

Vidi il rosso che aveva parlato con i gemelli sbavare alla mia vista.

 Odiavo quelli come lui, tutti i ragazzi della scuola avevano quella stessa espressione ogni volta che mi vedevano, mi facevano sentire un pezzo di carne.

«P...pia...cere io so...n...o Ron We...as...ley» disse lui balbettando.

«Piacere Hermione Granger, non ti ho mai visto a scuola» disse una ragazza con dei capelli ricci e castani e con gli occhi dello stesso colore, era molto carina.
 


 

 

«Ehm, non credo di venire nella vostra stessa scuola» dissi con un sorriso timido.

«Piacere Ginevra Weasley, ma tu chiamami Ginny» disse un’altra ragazza dai capelli rossi e gli occhi celesti.


 

«Ok Ginny» dissi con un sorriso.

«Credo che noi due già ci conosciamo, ma per non creare dubbi: Piacere Harry Potter» disse un ragazzo mezzo disteso su una poltrona.

 Mi si mozzò il fiato: Harry era lì non ci potevo credere.

 I capelli gli ricadevano distrattamente sul viso incorniciandolo alla perfezione, gli occhi belli e splendenti come smeraldi mi guardavano liberamente senza il bisogno di occhiali e con un po’ di malizia e divertimento. E poi… oh Gesù aiutami tu, non aveva la maglietta, il petto muscoloso e compatto era ricoperto di bende, era una visione.

«C…ci…ciao Har…Harry» mio dio che figura; in quel momento assomigliavo ai miei compagni, anche se non sbavavo, quello mai.

«Ciao Mari» disse lui tranquillamente con ancora quello sguardo pieno di malizia e divertimento.

«Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, tu mi devi spiegare che cosa ti è successo e come mai sei così diverso» disse Ginny rivolta a Harry.
Ecco adesso non mi stava più così simpatica e poi si stava mangiando con gli occhi Harry, quello lo potevo fare solo io… aspetta STOP! Ok che mi piace, ma fino a questo punto no e poi…

I miei ragionamenti furono interrotti dalla risposta di Harry.

 

«Te lo avrò ripetuto milioni di volte Ginny: ci hanno attaccato due dissennatori e quando ho lanciato il Patronus se ne sono andati e poi sono svenuto» disse con voce seccata e quasi incolore.

 

 Ma lo sapevo che mentiva, quelli non erano Dissenaqualcosa o come cavolo si chiamavano, lo sapevo punto e basta: era come se qualcosa mi dicesse che quelle creature non fossero ciò che gli altri credevano ma qualcosa di più potente e poi che diavolo erano i Dissennatori?

 Poi mi ricordai della voce dentro la mia testa.

«Non preoccuparti quelli che vedi sono solo i miei servi, non ti faranno niente» era quello che aveva detto la voce; poteva essere che i suoi servi si chiamassero Dissennatori?

Ma io credevo di no. Vidi lo sguardo di Harry e capii che stava mentendo, lui sapeva che quelli che ci avevano attaccato non erano dissennatori, allora cosa erano? Harry lo sapeva veramente? Dovevo chiederglielo e poi, cos’era un Patronus?

 

«Scusate cos’è un Patronus?» chiesi.

Tutti mi guardavano stupiti, tranne Harry.

«Vedi è un incantesimo che ti protegge dalle creature che avete incontrato, Dissennatori appunto e fa in modo di creare una cupola che ti protegge. Quando il mago che lo evoca è abbastanza potente prende la forma di un animale diverso per ognuno è un incantesimo di altissimo livello e solo le persone più potenti ci riescono» disse pratica Hermione.

 

«L’unico tra di noi che lo sa fare è Harry» disse “Ginevra-antipatica-oca” orgogliosa.

Mi piaceva il nome, lo avrei usato più spesso d'ora in poi.

«Davvero? Quindi il patronus era quella cosa che hai evocato, se non sbaglio era un serpente, no?»

ASPETTA! Evocato? Mago? Creature? Incantesimo? Persone più potenti? Ma siamo matti?

«Aspettate che vuol dire il mago che lo evoca? E poi esistono gli incantesimi?» dissi anzi quasi gridai.

«A queste domande risponderemo dopo prima dobbiamo farci spiegare quattro cose dal signorino qui presente» disse apatica Hermione; per poi girarsi con aria arrabbiata verso Harry.

«Ora tu mi spieghi perché il tuo patronus ha la forma di un serpente» disse severa rivolta ad Harry mentre gli altri si riprendevano dallo shock iniziale e si mettevano in ascolto.

«Non ne ho idea, nemmeno me ne ero accorto» disse Harry svogliatamente, si vedeva lontano un miglio che non ne voleva parlare.

«Come non te ne eri accorto?» ribatté lei

«Non me ne ero accorto» disse lui. Si stava iniziando ad arrabbiare.

«Adesso tu signorino ci spieghi cosa succede e subito!» ringhiò lei

«Non sono un bambino che mi devi dire cosa fare e non fare, per una volta fatti i cavoli tuoi» sbatté rabbioso Harry. Si alzò e se ne andò.

«Harry» gridò Hermione.

Presa da una forza non mia mi girai e gli corsi dietro, volevo delle risposte ma se non me le voleva dare mi sarei arresa, si vedeva che era arrabbiato e non volevo infierire.

«Mira» gridarono i gemelli ma non mi seguirono.

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Capitolo 4
*** Chiacchierate, Litigi e Gelosia ***


Capitolo revisionato dalla mia bravissima beta: Lady_Kid
 

Chiaccherate, litigi e gelosia


Pov Mira

Lo inseguii.
 Era veloce, troppo veloce.
 Un corridoio, due corridoi, tre, quattro, mi sembrava di essere in un labirinto ed a un certo punto si bloccò e aprì una porta.

“Ma da dove è spuntata quella porta?”
“E tu chi sei?”
“Io sono te.”
“Non dirmi che sei una di quelle vocine che si leggono sempre nei libri? Com’è che si chiamano? A si, voce della coscienza.”
“E si, sono proprio io.”
“Ma tutte a me capitano?”
“Zitta e seguilo.”
“Sissignore, signore!”
“Stupida muoviti!”
“Si, si mi muovo, mi muovo”


 Solo questa mi mancava, stavo impazzendo, comunque lo inseguì e sentì l’aria frizzante della sera sul viso.
 Lui era dall’altra parte della strada ed io lo seguì fino a un piccolo parco con qualche lampione illuminato.
  «Perché mi hai seguito?» Mi chiese con voce fredda, incolore.
«Perché mi andava» risposi semplicemente.
«Che vuoi?» Era arrabbiato, si stava trattenendo dall’urlarmi addosso.
 «Chi ti ha detto che voglio qualcosa?» Chiesi.
«Non si risponde con una domanda a un’altra domanda, sa che è maleducazione Signorina White?» Quella volta me lo disse in tono divertito.
«Ma davvero? Me lo sono scordato, spero che lei mi possa perdonare Signor Potter» risposi.

“Sai suona bene: Signore e Signora Potter… Mira Potter… sisi suona molto bene.”
“Sta zitta tu! Mi devo concentrare.”
“Oh-ho, ok sto zitta.”


«Vedremo, ma adesso mi dica Signorina White: per quale motivo ha voluto seguire me invece che andare a divertirsi con gli altri?» era risentito e arrabbiato, lo sentivo.
«Volevo avere delle risposte alle mie domande» dissi semplicemente.
«Allora hai perso tempo» ribatté lui ringhiando.
«Io credo di no… facciamo così: una domanda a testa» volevo delle risposte e le avrei avute.
«Hai vinto» si sedette sotto un albero ed io mi misi vicino a lui.

 “Nanannana…nanannana…Mari e Harry si voglion sposar.”
“Ora basta, così mi complichi il lavoro!”
“Uffa non ci si può divertire nemmeno un po’… stai attenta a non arrossire signorinella.”
“Maledetta.”


«Allora? Inizia tu a domandarmi qualcosa» mi disse lui.
«Come stai? Cioè… Come ti senti?» Mi venne spontaneo dirlo e credetti che non fosse una domanda sprecata.
«Vuoi la verità?» Mi chiese lui reclinando la testa indietro.
«Sì» dissi io.
«Beh, arrabbiato e poi confuso e… frustato è il termine più appropriato- rispose con un sospiro, come se si stesse levando un peso- mi sembra di avere le responsabilità di tutto il mondo sulle spalle, poi c’è la Gazzetta che continua ad infierire e quegli strani poteri che si sono risvegliati… non ce la faccio più» si sfogò.
«Meglio?» Chiesi con un sorriso dolce.
«Molto meglio grazie- rispose con un sorriso sincero che avrebbe fatto invidia al sole in persona- ma ora mi devi due domande» disse dopo un po’, con un ghigno
 Sbuffai e gli sorrisi.
«Uhm vediamo, che posso chiederti?» disse lui con finta aria pensierosa.
 Ad un certo punto si bloccò e mi guardò serio.
«Cos’è successo quando al parco ti sei immobilizzata? Che cosa hai visto?» mi chiese.
M’immobilizzai e ora cosa gli dicevo?
 «Io ho sentito una voce, mi diceva che io ero sua figlia e che quelli che vedevo erano i suoi servi e che non mi avrebbero fatto del male e io gli ho chiesto cosa stava succedendo e che cos’erano quelle cose, lui mi disse queste parole esatte:
 -Ma quante domande mea parvula. A tempo debito queste domande avranno una risposta e un giorno verrà il momento in cui dovrai affrontare il tuo destino; solo allora la verità sarà scoperta, antichi poteri nasceranno e antichi segreti saranno rivelati oh filia mea-
E poi svenni.» finii.
 Avevo il fiatone e lo vidi farsi pensieroso.
«Allora? Tocca a me» dissi per cambiare argomento.
«Si ci rifletterò e in caso ti farò sapere, ok? - mi disse con un sorriso così dolce da farmi rabbrividire - Dai tocca te»
«Ehm è più una richiesta. Mi potresti dire che cosa sta succedendo? Cioè maghi? Evocato? Patronus? Non sono cose normali e poi mi hanno chiamato babbana, che vuol dire?» chiesi io abbassando lo sguardo.
«Oh per questo ci vorrà tempo - disse mettendosi comodamente appoggiato al tronco dell’albero - Vedi, esiste un altro mondo nascosto a chiunque non ne faccia parte, questo mondo è chiamato Mondo Magico»
E così mi raccontò tutto, di Diagon Alley e della sua opposta Nocturn Alley, della Gringott la banca dei maghi, dei vari negozi, di Hogsmeade e di Hogwarts la scuola di Magia.
 Mi parlò dei vari termini di maghi purosangue, mezzosangue e sangue sporco, della guerra, di Voldemort e di tutte le materie di Hogwarts, compreso il Quidditch.
 Mi narrò la sua storia, la sua vita, il tempo trascorso dai Dursley, la lettera, gli anni passati a Hogwarts, la sua fama di Bambino Sopravvissuto, della pietra filosofale, del Basilisco, dei Dissennatori, di Sirius e la storia dei suoi genitori, della coppa del Mondo di Quidditch, del Torneo, del Ritorno di Voldemort e della Gazzetta che gli dava del bugiardo e del pazzo insieme a Silente.
 Mi raccontò tutto per filo e per segno.
 Ero affascinata, lo guardavo parlare sentendolo descrivere un mondo fantastico che solo un sogno avrebbe potuto creare, certo c’era la guerra ma non ci feci caso.
 Quando finì io avevo assorbito tutte le informazioni come una spugna e dissi solo: «Wow».
Lui ridacchiò.
«Bene ora tocca a me – disse - Cosa ci facevi dietro un cespuglio?» Volle sapere.
«Oh beh io… vedi stavo facendo una passeggiata e quando ti ho visto, mi sono nascosta e… beh poi lo sai» arrossii come un pomodoro.
«Oh ehm ok» disse lui perplesso.
«Tocca a me - dissi velocemente - che intendevi prima con “quegli strani poteri che si sono risvegliati”?» Domandai
«Credo che a questo neanche io possa…» prima che potesse finire un uomo ci chiamò per la cena.
 Aveva un ghigno sulle labbra, come se avessimo fatto chissà cosa e ci fece entrare in casa.
 
«E’ un piacere conoscerla signorina…»
«White» risposi e lui si mise a ridere.
 Ma che avevano tutti con il mio cognome?
 Sbuffai.
«Oh mi scusi signorina, non mi sono presentato, sono Sirius, Sirius Black» disse, calcando sul cognome.
 Ora capivo, era il padrino di Harry che era evaso da Azkaban, quando lui era al terzo anno, ed era dovuto scappare con Fierobecco.
 Era un fuggiasco, ricercato dal Ministero e con una taglia sulla testa.
 Adesso ricordava la frase dei gemelli

  
INIZIO FLACKBACK
 
«Salve magnifici e straordinari Fred e George io sono Mira, Mira White.» dissi con un sorriso.
«Oh fratellino credo che la ragazza qui presente sia nel posto sbagliato!» disse Fred o George, con un ghigno, al fratello.
«Ah! Anch’io lo credo Fredduccio» concordò George.
«Mi potete spiegare?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Vedi Mira noi, per ora, siamo nella casa della famiglia Black e tu stoni proprio con il tuo splendido e adorabile cognome» mi rispose Fred.
 Io scoppiai di nuovo a ridere.

FINE FLACKBACK


 
Quindi se il ragionamento era corretto quella era casa sua.
«Salve Signor Black è un piacere conoscerla, spero di non essere di intralcio qui in casa sua» dissi porgendogli la mano.
 Scoppiò a ridere, anche se la risata era meno allegra di prima.
«Mi piaci ragazzina-  esclamò stringendomi la mano- su ora andate a lavarvi le mani e a mangiare se no la Signora Weasley vi crucia a tutti e due» ci fece l’occhiolino e se ne andò.
«Tipo alquanto particolare il tuo padrino» dissi rivolta a Harry.
«Già» e scoppiò a ridere, io non potei far altro che seguirlo a ruota.
«Dai andiamo, quando ci si mette la Signora Weasley farebbe scappare persino Voldemort in persona»
«Andiamo allora» dissi e subito mi misi a correre verso la stanza da cui era venuto Sirius.
«Vediamo chi arriva prima» gli gridai.
«Ah, non vale» disse e si mise ad inseguirmi.
 Impiegò poco per raggiungermi e quando si fermò mi cinse da dietro e poggiò il mento sulla mia spalla per riprendere fiato.
 Il suo respiro era caldo sulla mia pelle e le sue mani sui miei fianchi mi mandavano delle scosse elettriche e ovviamente quella maledetta voce non faceva che tornare.

“Bacialo su, su dai perfavoreeeee, pochi centimetri dai su che ce la fai!”
“Smettila non aiuti per niente.”
“E dai su bacialo, bacialo, bacialo…”
“Basta!”
“Cattiva.”
“Maledetta.”


 Stavo impazzendo, stavo litigando con me stessa.
 Poteva essere la sua vicinanza, ma era così confortevole e calda che diventare pazza sarebbe stato il prezzo minimo da pagare.
 Sentii dei passi che scendevano dalle scale, ma non m’interessava.
 Percepii voci che si avvicinavano, ma non m’importava.
 Alla fine i passi si fermarono di botto, ma la cosa non mi preoccupava.
 Ero a mio agio tra le sue braccia, era come stare in un bel letto caldo che mi cullava e mi proteggeva quando fuori la tempesta infuriava, ero finalmente a casa.
 Ad un certo punto una voce stridula ruppe il sogno urlando il nome di Harry, dividendo il nostro abbraccio e facendolo allontanare quel tanto che bastava da poter guardare negl'occhi il proprietario di quella voce odiosa: “Ginevra-antipatica-oca”.
«Harry» ripeté Hermione. Infatti, insieme a “Ginevra-antipatica-oca” c’erano anche Hermione, Ron e i gemelli.

  “La odio quell’ochetta da quattro soldi di Ginerva”

La mia amata vocetta era ritornata.

“Ma che piacere, sai questa volta sono d’accordo con te, ancora ancora Hermione può andare ma “Ginevra-antipatica-oca” no.”
“Sei d’accordo con te stessa cara mia.”
“Zitta e lasciami disprezzare in pace quell’odiosa antipatica oca.”
 

«Si? Volevi qualcosa Ginny?» chiese Harry con aria cattiva.
Diciamo che se prima il mio stomaco aveva le farfalle al suo interno, ora stava ballando la conga dalla felicità.
«Ma… Harry?» chiese lei sbigottita per poi guardarmi con odio (ben ricambiato, sapete meglio sottolinearlo, non si sa mai).
«Si? Sono io Harry Potter» disse malignamente Harry.
"Si vai così Harry" pensai.
«Tu odiosa che non sei altro, io…» iniziò a dire lei, rivolta a me ovviamente.
«NON.OSARE.DIRE.UN’ALTRA.PAROLA.» la interruppe Harry con sguardo minaccioso.
 Ero strafelice, la giornata più bella della mia vita, almeno per ora.

“Certo l’altra sarà il matrimonio con il tuo caro Harry.”
“Zitta, va beh ok, si hai ragione.”
“Alleluia l’hai ammesso.”


“Ginevra-antipatica-oca” si girò e scappò al piano di sopra mentre gli altri guardavano sbigottiti Harry, tranne i gemelli che ci guardavano con un ghigno.
«Ma state insieme?» chiese Ron, come se gli avessero fregato l’ultimo dolce al cioccolato.
«No, soltanto non voglio che la offenda solamente perché mi sono appoggiato a lei dopo una corsa per riprendere fiato, non sono il suo ragazzo se lo deve mettere in testa, non può vivere sperando che un giorno io le mostri il mio amore sproporzionato per lei che avevo tenuto nascosto per paura, deve smetterla di farsi i castelli in aria.» Disse con voce dura.
Ron tirò un sospiro di sollievo.
«Ma non sei stato troppo duro con lei?» disse perplessa Hermione anche se dall’espressione gli dava evidentemente ragione.
«No, ora andiamo altrimenti chissà cosa ci farà la Signora Weasley» disse con un ghigno girandosi verso di me.
«Si ho una fame» si lamentò Ron.
«Si andiamo» disse Hermione e ci avviammo tutti verso la sala da pranzo.

 

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Capitolo 5
*** Cene in famiglia e baci notturni ***


 

Capitolo revisionato dalla mia fantastica beta: Lady_Kid

Grazie tesoro 


Cene in famiglia e baci notturni
 

 

Entrammo nella sala da pranzo e fummo accolti dall'odore delizioso di carne arrosto e patate



«Oh ragazzi entrate, sedetevi, la cena è quasi pronta» a parlare era stata una signora tozza e robusta, con un sorriso stampato in faccia, capelli rossi e lentiggini, doveva essere la Signora Weasley



 «Oh cara tu devi essere la nuova arrivata, piacere io sono la Signora Weasley» mi disse con un sorriso da mamma chioccia.
«Ehm si… il mio nome è Mira, piacere Signora» dissi io imbarazzata dalle troppe attenzioni.
«Bene, bene cara ora va e siediti, la cena è quasi pronta e dopo che tutti si saranno saziati faremo le presentazioni» disse allontanandosi verso quella che doveva essere la cucina.
 Ci sedemmo ed io mi ritrovai accanto ai gemelli e di fronte ad Harry che mi sorrise rassicurante come se sapesse che ero imbarazzata dalla situazione.
 Quando fummo tutti a tavola iniziammo a mangiare chiacchierando del più e del meno mentre i gemelli mi raccontavano delle loro avventure ad Hogwarts e del loro futuro negozio di scherzi.
 «Sai non sappiamo ancora come chiamarlo» affermò Fred.
«Ma sarà grande, colorato e pieno di scherzi di ogni genere, per rallegrare un po’ le giornate di tutti in questi tempi così bui» aggiunse George.
«Ah, puoi dirlo forte George» disse Fred.
 Io sorrisi, mi piaceva molto la loro idea, erano persone formidabili e avevamo già stretto un buon rapporto.
«Beh che ne dite di W&W cioè Weasley and Weasley» s’intromise Ron.
«Bleh che schifo» affermò George.
«Un po’ di originalità no, eh Ronnie?» lo prese in giro Fred.
«Uffa volevo solo aiutare» disse girandosi a parlare con Hermione.
«Che ne dite di Tiri Vispi Weasley?» chiesi io.
«Uhm fammi pensare» disse Fred.
«...io direi…» continuò George.
«…che è meravigliosamente perfetto» annunciarono in coro e sempre sincronizzati mi diedero un bacio: Fred sulla guancia destra e George sulla guancia sinistra.
 Scoppiai a ridere e le guance mi si colorarono di un leggero rosso.
«Tu sei un genio» affermò Fred.
«Quasi meglio di Hermione» ridacchiò George.
 La diretta interessata si girò e gli lanciò un’occhiata raggelante e minacciosa.
«Cosa hai detto?» chiese lei stringendo gli occhi a fessura.
«Niente» rispose con un’aria da angioletto.
«Meglio per te» esclamò e si rigirò.
 In quel momento ci guardammo e scoppiammo a ridere tutti e tre fino alle lacrime seguiti a ruota da tutta la tavola che aveva seguito la nostra conversazione.
«Ragazzi ma dov’è Ginny?» chiese dopo un po’ la signora Weasley.
«Oh beh vede…» iniziai io imbarazzata.
«Non aveva fame» finì per me Hermione.
 La guardai grata e lei mi sorrise.
 Finita la cena ci spostammo tutti in salotto.
«Bene Signorina White credo che lei abbia delle domande» affermò Sirius
«Oh beh, vorrei sapere quando posso ritornare a casa, sa per informare la mia famiglia» risposi io.
 Pensai a mia madre e mio padre che potevano essere preoccupati a morte e a mia sorella; chissà se era preoccupata per me, pensai, visto che non eravamo in ottimi rapporti.
 Lei era la ragazza che usciva, aveva tanti amici e studiava quel che bastava per poter superare l’anno; io invece ero l’opposto.
 Adoravo leggere e allo stesso tempo ascoltare musica. Ero riservata e per questo non avevo mai avuto amicizie vere ma solamente approfittatori e maiali che mi correvano dietro.
 Ero intelligente, astuta, attenta ai dettagli e con notevoli capacità di osservazione e introspezione.
 Credevo che se mi avessero smistata sarei potuta essere una serpe con i fiocchi.
 Quello che però mi allontanava di più da mia sorella era l’aspetto.
 Lei aveva i capelli castani e lisci, gli occhi anch’essi scuri, un viso dolce, un naso a patata e soprattutto una carnagione olivastra.



 Io invece ero di carnagione chiarissima come quella di un vampiro, avevo anche la loro stessa grazia nel muovermi e camminare, i miei capelli erano lisci e di un castano scuro , i miei occhi erano di un verde acquato con taglio a mandorla, avevo dei lineamenti dolci ma marcati, un naso sottile, una mascella stretta e delle labbra piene.




 Eravamo diverse e questo lei lo aveva sempre odiato.
 Ma poi molte sorelle non si assomigliano, no?
«Oh non preoccuparti i tuoi genitori sono stati avvertiti della tua nuova disposizione. Sono d’accordo a farti rimanere qui e farti frequentare Hogwarts» mi rassicurò Sirius
«Hogwarts?» chiesi io allibita. Io ero una strega? No, impossibile!
«Si vedi cara esiste un mondo parallelo a quello babbano…» iniziò dolcemente la Signora Weasley, prontamente interrotta da Harry
«Non c’è n’è bisogno Signora Weasley le ho spiegato già tutto io, credo che Mira sia stupita di poter venire a Hogwarts – le spiegò lui per poi rivolgersi a me - credo proprio che tu sia una strega e che per qualche motivo a noi sconosciuto tu non abbia ricevuto la tua lettera quando era giusto riceverla» finì Harry.
«Wow- sospirai io appoggiandomi allo schienale- è fantastico» esclamai.
«E già» disse lui mettendosi più comodo.
«Bene ora si passa alle presentazioni» prese parola Fred mettendosi davanti a me con accanto George.
«Guarda che io ti conosco già Fred» gli ricordai perplessa.
«Guarda che io sono George» ribatté lui.
«Ah-ha tu sei Fred - dissi indicandolo - e tu sei George» continuai indicando quello accanto a lui.
«E tu come hai fatto a riconoscerci?» chiesero loro con la bocca spalancata, erano quasi cominci.
«È facile siete molto diversi, ma non vi dirò come faccio» risposi facendogli una pernacchia.
«Oh bene cara, credo che tu già conosca Ron e i gemelli che sono miei figli insieme a Ginny -



prese parola la Signora Weasley - e lui è mio marito Artur Weasley -



continuò lei indicando l’uomo accanto a sé- inoltre io ho altri tre figli, Bill il più grande che lavora alla Gringott, Charlie il secondogenito che lavora in Romania con i draghi e... e Percy che lavora al ministero, seguito poi dai gemelli, da Ron e Ginny ultima in famiglia e unica figlia femmina» finì lei.
«Noi invece ci conosciamo già, non è vero Signorina White?» mi domandò Sirius
«Certo Signor Black» risposi io con un sorriso.
«Oh chiamami Sirius» aggiunse lui
«E tu, Sirius, chiamami Mira» finì io ridacchiando.
«Io, signorinella, sono Alastor Moody ex-auror» si presentò quasi ringhiando l’uomo che stamattina mi aveva aperto la porta dicendomi di aspettare la cena e ritornarmene in camera.



«Molto piacere» risposi educatamente io.
 Man mano si presentarono tutti.
«Nymphadora Tonks, ma tu chiamami Tonks» disse una ragazza che cambiava continuamente il colore dei capelli.



«Kingsley Shacklebolt, auror» si presentò un uomo alto e dalla carnagione scura.



«Mundungus Fletcher» e anche un omino basso e all’apparenza non molto affidabile.



«Elphias Doge» continuò un altro.



«Hestia Jones» e anche l’ultima donna mi disse il suo nome.



 Finite le presentazioni la Signora Weasley ci ordinò di andare a dormire perché l’indomani saremmo andati a Diagon Alley a comprare le cose che sarebbero servite per la scuola visto che Silente era venuto per una riunione e le aveva consegnato le lettere per noi.
 Tutti stanchi e assonnati ci dirigemmo verso le nostre camere.
 La mia era tra la stanza di Harry e Ron e quella di Hermione e “Ginevra-antipatica-oca”, invece di fronte alla mia c’era quella dei gemelli.
 Andai a dormire con la testa che scoppiava d’informazioni, ero anche eccitata, finalmente domani sarei entrata nel mondo magico e avrei visitato Diagon Alley.
 Mi misi il pigiama prestatomi da Hermione e dopo essermi lavata mi buttai sul letto esausta, con i capelli sparpagliati sul cuscino.
 Essendo estate avevo solo un paio di pantaloncini corti e una canotta lunga bianca, mi stavo per addormentare quando sentii qualcuno scendere al piano inferiore.
 Era l’una del mattino ed era abbastanza improbabile che qualcuno fosse ancora sveglio, così andai a controllare.
«Harry?» chiesi intontita.
«Si?» mi chiese lui girandosi.
«Ma che ci fai sveglio a quest’ora?» domandai a mia volta incredula.
«Potrei farti la stessa domanda» mi rispose lui divertito e imbarazzato…
 STOP!! Imbarazzato?
 
“Certo genio ma ti sei vista?”
“Oh cara vocina da quand’è che non ci sentiamo?”
“Da oggi”
“E comunque perché mi dovrei guardare, sono solo in…”
“Alleluia l’hai capito”
“Oh mio dio”

 
 Arrossii fino alla punta dei capelli.
«Non riuscivo a dormire» dissi con la testa bassa per l’imbarazzo.
«Neanch’io» disse distogliendo lo sguardo.
 Tra noi calò un silenzio imbarazzante interrotto solo dai battiti dei nostri cuori che pompavano il sangue in sincronia.
 Ad un certo punto si avvicinò con un passo da pantera.
 Io ero ancora con la testa abbassata per cercare di nascondere l’imbarazzo.
 Mi sentivo stupida e inadeguata per uno come lui; lui era troppo per me ma il mio unico desiderio era stare vicino a lui.
 Era sempre più vicino.
 Si avvicinò ancora di più e mi sussurrò all’orecchio, portandomi una ciocca di capelli dietro di esso:
«Sei bellissima» con voce roca e bassa facendomi tremare di desiderio.
 Mi mise due dita sotto il mento e mi alzò il viso.
 Il mio cuore batté più forte di fronte a quegli smeraldi così preziosi che mi guardavano e sembravano perforarmi, inchiodandomi lì ferma a fissarli ed ammirarli;
 Sussultò al contatto delle sue mani sulla mia pelle;
 Fremette allo scontrarsi dei nostri respiri.
 Avvicinò il suo viso al mio, era sempre più vicino finché le nostre labbra s’incontrano e combaciano perfettamente come i tasselli di un puzzle.



Fu un bacio lungo, casto, ma quel semplice scontrarsi di labbra mi fece venire i capogiri ed esplodere il cuore, mozzandomi il respiro.
 Mi aggrappai a lui come se non ci fosse un domani, volendo di più.
 Anche lui si avvicinò facendo aderire i nostri corpi, mi leccò le labbra chiedendomi il permesso e senza che io avessi tempo di capire quello che stava succedendo le mie labbra si aprirono autonomamente, come se aspettassero solo questo da tutta la vita, come se rispondessero a lui.
 Il bacio diventò più profondo, era uno scontrarsi di lingue, le sue mani che si muovevano sulla mia schiena e le mie tra i suoi capelli che sembrano fatti di seta, ognuno voleva di più, il mio corpo fremeva e si avvicina per avere più contatto con quel magnifico corpo scolpito.
 Mi premette contro la porta approfondendo di più il bacio, il suo profumo mi inebriava i sensi, le sue mani scottavano sulla pelle.
 Sentivo che potevo morire tra le sue braccia e sarei stata felice, sentivo di poter toccare le stelle, andare sulla luna e ritornare, bere il nettare degli dei solo per scoprire che niente era più buono delle sue labbra, niente sarebbe stato meglio di questo bacio.
 Solo per mancanza di ossigeno ci staccammo guardandoci negli occhi.
 Avevamo le guance arrossate per lo sforzo, gli occhi che scintillavano e il sorriso sulle labbra.
 Non c’era bisogno di parlare, i nostri occhi lo facevano per noi, com’è che si dice? Uno sguardo vale più di mille parole e mai frase mi era sembrata più appropriata.
 Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio come poco prima:
«Buonanotte mio angelo» con una voce dolcissima
«Buonanotte Harry» gli risposi io e dopo un ultimo bacio a fior di labbra se ne andò.

«Buonanotte mio angelo tentatore» sussurrai io con il sorriso sulle labbra entrando nella mia stanza e mettendomi a dormire con ancora impresso quel bacio nella mia mente e il suo odore sulla pelle.


 
 Nel mentre nel buio del corridoi una figura si mosse.
 Era rimasta lì tutto il tempo e reclamava vendetta.
«Me la pagherai! Me la pagherai Mira White e questa è una promessa - disse al nu
lla con sguardo crudele e voglioso di vendetta - farò di tutto per fartela pagare».

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Capitolo 6
*** Diagon Alley- parte I ***


 

Diagon Alley

(parte 1)



Pov Mira
Fui svegliata grazie ad un leggero battere alla porta.
 Qualcuno bussava e io non avevo proprio voglia di alzarmi.
 Una voce. Ma che diceva?
 Mi stava chiamando.
 Uffa! Volevo rimanere a poltrire nel letto ripensando al sogno di ieri sera.
 ALT!! Non era un sogno era la verità, lui… Harry… mi… AVEVA BACIATA!
 No, era impossibile! Sicuramente la mia mente bacata mi aveva giocato un brutto scherzo... sì, era andata sicuramente così.
«Mira alzati è pronta le colazione» mi urlò Hermione esasperata.
«Sì arrivo, dammi un minuto… tu scendi, ti raggiungo dopo» dissi io affannata.
«Ok ma muoviti dobbiamo andare a Diagon Alley dopo colazione» e così dicendo si allontanò.
 Diagon Alley, finalmente sarei entrata nel mondo magico, e poi IO.ERO.UNA.STREGA!
 Ero entusiasta e felice quando scesi per la colazione.
 Indossavo dei jeans che mi calzavano a pennello e una felpa bianca che mi stava un po’ larga con delle converse nere e i miei capelli mossi raccolti in una coda alta.
 Appena entrai notai che quasi tutti erano già pronti e stavano finendo di mangiare.
 La Signora Weasley mi venne incontro con un sorriso enorme e indicandomi un posto libero accanto ai gemelli.
«Allora trascorsa bene la tua prima notte a Grimmauld Place?» mi chiese Fred con un sorriso.
«Meravigliosamente» risposi arrossendo un pochino in zona gota. Menomale che ero chinata sul mio piatto e non se ne accorse.
«Allora streghetta pronta a entrare nel Mondo Magico?» mi domandò George.
«Ragazzi ora basta, lasciatela mangiare» li riproverò la Signora Weasley passando in quel momento dietro di noi con un mattarello in mano.
 Per il resto andò tutto bene, i gemelli chiacchieravano e ridevano, io alcune volte mi intromettevo nei loro discorsi e altre volte chiacchieravo con Hermione e Ron.
 Erano tutti molto simpatici (tranne “Ginevra-antipatica-oca” ovviamente) e cordiali.
Ma una cosa mancava o meglio una persona: Harry.
«Sentite ragazzi ma dov’è Harry?» chiesi rivolta a Ron ed Hermione.
I due si guardarono preoccupati per poi rispondermi con un semplice:
«Sta male, oggi non potrà venire purtroppo» mi risposero.
Sentivo il cuore battere per la preoccupazione.
Batteva troppo, troppo forte.
Basta mi dovevo calmare, sicuramente aveva solo l’influenza o robe così.
«Ragazzi su muovetevi dobbiamo andare» gridò la Signora Weasley.
Mi risvegliai dai miei pensieri e mi incamminai verso l’uscita.
Sarei andata a Diagon Alley
Ero una strega.
Harry sarebbe sicuramente guarito e io dovevo tirarmi su di morale.
 
 


 
Diagon Alley era magnifica, le strade affollate, bambini allegri che correvano da una parte all’altra, venditori che invitavano la gente ad entrare urlando offerte e sconti.
«Ok ragazzi prima andiamo alla Gringott poi io, Ron, Hermione e Mira andremo a comprare il necessario per Mira e i nuovi libri, voi invece andrete a comprare il resto.» disse la Signora Weasley.
Ci incamminammo per la via fino ad arrivare davanti ad un edificio bianco che brillava al sole: la Gringott.
Davanti all’edificio ci aspettava l’uomo più vecchio e strambo che io avessi mai visto, indossava una veste blu con delle stelline e un cappello a punta ricoperto di lune.
Ci avvicinammo e la Signora Weasley lo salutò calorosamente ma con una specie di rispetto impetuoso che cercava di nascondere.
«Salve preside non credevamo di ritrovarla qui» dissero in coro i gemelli.
Ecco chi era: occhi azzurri, barba lunga, stravagante e maledettamente potente… Albus Silente.
«Salve ragazzi, in realtà ero venuto qua per la Signorina White- cominciò con un sorriso -Spero che non le dispiaccia fare un paio di acquisti con questo povero vecchio e poi magari ritornare con i suoi amici» disse rivolto a me.
«No, non mi dispiace Signore» gli risposi io.
«Benissimo, allora andiamo, arrivederci ragazzi miei» disse e si incamminò verso l’interno dell’edificio con me al seguito.
«Signore di che voleva parlare?» chiesi io curiosa
«Le vorrei raccontare la verità sulle sue origini, vede ho fatto delle ricerche e ho scoperto molte cose interessanti; inoltre ho chiesto al direttore della banca una stanza per poter parlare ecco perché della mia venuta» mi rispose serio.
Entrammo dentro una stanza poco illuminata con una grande scrivania piena di fogli e di fronte ad essa tre comode poltrone nere.
Le pareti erano interamente di pietra e il pavimento di marmo nero.
«Salve Signorina, sono onorato di riceverla, prego si accomodi» disse una voce grottesca dalla scrivania.
Per poco non urlai, seduto sulla poltrona dietro la scrivania c’era una creatura bassa e tozza: se non ricordavo male era un goblin.
Con passo incerto andai a sedermi e quasi mi venne un infarto, seduto sulla sedia c’era Harry, era uno spettacolo mozzafiato!
I capelli neri gli ricadevano morbidamente sulla fronte e sul collo immobili ma sembrava che il vento li stesse muovendo come onde nel mare, gli occhi verde smeraldo brillavano come mai prima d’ora ed erano esaltati dall’assenza degli occhiali, indossava dei pantaloni attillati che gli fasciavano le gambe leggermente muscolose, una camicia bianca che risaltava la pelle leggermente abbronzata.
Per poco non svenni, mi sedei incerta sulla sedia accanto alla sua e Silente si accomodò su quella alla mia destra.
Ripresami dallo sgomento iniziale mi voltai verso il Preside con sguardo interrogativo.
«Non preoccuparti cara a breve ti verrà spiegata ogni cosa» mi disse tranquillamente con una faccia da nonno comprensivo.
Mi misi comoda e aspettai che tutta la confusione nel mio povero cervello riuscisse finalmente a trovare un po’ d’ordine.

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Capitolo 7
*** Diagon Alley- parte II ***


 
Capitolo revisionato dalla mia bravissima beta: Lady_Kid

Diagon Alley- parte II



Pov Harry
 
 Era stata una settimana estenuante, pensavo nel mentre che attendevo seduto davanti a quell’antica scrivania.
 Prima l’attacco di quegli esseri simili a dissennatori, poi la comparsa di Mira e le chiacchierate con lei nel giardino e infine la scoperta che lei era una strega e che avrebbe frequentato Hogwarts.
 Già sospettavo che lei avesse dei poteri, altrimenti non avrei dovuto avvertire alcun nucleo magico in lei e poi c’era qualcos'altro che mi attirava, il suo viso, la sua pelle, quelle labbra, quegli occhi così bui e splendenti… ALT! La conoscevo appena.

 In più il mio potere fremeva per uscire e avevo capito che quello stupido limitatore per bloccare i miei poteri attingeva forza dal mio stesso nucleo, e questo mi indeboliva sia fisicamente che mentalmente infatti la mia occlumanzia stava peggiorando e non riuscivo a concentrarmi adeguatamente.
 La mia mente era ormai allo sbaraglio, non riuscivo a concentrarmi, poi mi ricordai del mio incontro notturno con Mira.


 
  Inizio Flashback
 
Era da ore ormai che cercavo di dormire, ma farlo significava perdere quel poco di concentrazione che avevo e perdere la concentrazione significava incubi e incubi significava notte in bianco. Bella merda veramente!
 Decisi allora di andare in cucina e senza nessun incantesimo addosso scesi le scale nel più completo silenzio.
 Alla fine delle scale affacciata allo stipite della sua stanza stava Mira.
 I capelli le ricadevano dolcemente sulle spalle e sulla schiena, i suoi occhi brillavano alla luce della luna che cercava di entrare dalla finestra sporca nel corridoio e infine quel meraviglioso corpo perfettamente modellato e bianco come il latte coperto solamente da …oh dio santissimo, tutto d’un tratto il mio amichetto nei pantaloni aveva deciso di risvegliarsi e maledissi Silente e quel suo stupido amuleto che non mi permetteva di gestire le mie emozioni e… ehm… reazioni.
 Lei era vestita con solo una canottiera e pantaloncini che lasciavano ben poco all’immaginazione, credo che, anche se fossi stato nel pieno delle mie forze il mio corpo avrebbe reagito ugualmente di fronte a quella meraviglia.
«Harry?» Chiese intontita.
«Si?» Domandai con voce strozzata.
«Ma che ci fai sveglio a quest’ora?» Mi interrogò incredula.
«Potrei farti la stessa domanda.» Ribattei, va bene che il suo corpo non aiutava ma non sarei stato lì fermo come un pesce lesso ad osservarla, non ero più quello di un tempo.
 Tutto un tratto lei arrossì rendendosi conto di com’era vestita ed io mi maledissi mentalmente per aver fatto trasparire l’imbarazzo.
«Non riuscivo a dormire.» Mi rispose con la testa china.
«Neanch’io.» Dissi non sapendo cosa rispondere e distogliendo lo sguardo da quella visione.
Tra noi calò un silenzio imbarazzante interrotto solo dai battiti dei nostri cuori che pompavano il sangue in sincronia.
 Ad un certo punto, spinto da non so che coraggio, mi avvicinai piano e prendendole il mento ancora abbassato con due dita glielo sollevai ammirando quel viso perfetto. Sembrava un angelo, un angelo nero, con le guance arrossate dall’imbarazzo, con quei capelli castano scuro tendente al rosso cremisi che le incorniciavano perfettamente il viso, quegli occhi di un intenso blu con venature argentante, quel corpo, quelle labbra, tutto mi diceva: BACIAMI! PRENDIMI!
«Sei bellissima.» Le sussurrai con voce roca dal desiderio, avvicinandomi e assaggiando dolcemente quelle labbra tanto agognate fin dalla prima volta che i miei occhi vi posarono sopra lo sguardo, un bacio casto e puro, come lei, che si approfondì sempre più fino a diventare carico di passione e desiderio, portandomi fino a quel pericoloso e proibito punto di non ritorno che solo un bacio dannato sa dare.
 Quando finimmo ossigeno ci staccammo e con tutti i sentimenti in subbuglio le dissi l’unica cosa che mi venne in mente.
«Buonanotte mio angelo.» Mi staccai e me ne andai sentendo una debole aura osservarci, ma con tutte quelle emozioni in tumulto non riuscii ad identificarla.
«Buonanotte Harry.» Mi rispose Mira da lontano.
 Nel buio sorrisi, di un sorriso che non avevo dalla rinascita di Voldemort.
 
Fine Flashback



 
E in quel momento ero lì ad aspettare che lei e il professor Silente arrivassero per poterci far rivelare qualche segreto ancora nascosto.

 Ma erano quelle parole che ancora mi tormentavano, un bacio dannato, un bacio pericoloso, un bacio proibito, un bacio che non avrebbe mai dovuto esserci, chi era veramente Mira White? Chi erano i suoi antenati?

 Ad un certo punto la porta si aprì e il Goblin salutò i nuovi arrivati.
 Mira si sedette nella sedia accanto alla mia, era uno spettacolo mozzafiato, quei capelli neri risaltavano la sua carnagione pallida e quelle labbra rosse erano così invitanti… ORA BASTA!! Dannazione era solo una ragazza, stupidi ormoni, dovevo mantenere il controllo.
 Quasi non mi accorsi che Silente aveva parlato per rassicurarla, era agitata ma sarei stato sorpreso del contrario; prese un profondo respiro e si mise seduta con leggerezza ed eleganza aspettando le risposte, che anch’io volevo.


 
Pov Mira
 
 Mi ero seduta comodamente sulla sedia, dovevo stare calma, sicuramente era qualcosa da niente ed io stavo ingigantendo la cosa, sì sicuramente era così.
 Nel mentre il Folletto o Goblin aveva incominciato a parlare.

«Vede Signorina White dopo numerose ricerche fatte da me e dal Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts Albus Silente, siamo riusciti a comprendere le sue vere origini - disse per poi continuare con la notizia che in seguito mi avrebbe cambiato letteralmente la vita - Sono lieto di informarla, come lei forse già saprà, della sua natura di strega e mi chiedo se lei sappia delle distinzioni che, ahimè, ci sono nel mondo magico.» Mi domandò.
«Cosa intende dire scusi?» Chiese Harry accigliato.
«Vede Signor Potter, il suo momento delle spiegazioni verrà dopo, quello che intendevo è: la Signorina sa delle divisioni tra maghi Purosangue, Mezzosangue e Nati Babbani?»
Annuì accigliata, certo che le sapevo certe cose, me le aveva spiegate Harry il giorno della nostra lunga chiacchierata, ma questo che centrava?
«Bene secondo la logica lei Signorina dovrebbe essere una Nata Babbana poiché i suoi genitori sono Babbani - altro mio cenno d’assenso - ma i suoi genitori sono in realtà tutti e due dei maghi, maghi Purosangue per precisare.» Finì guardandomi.

«Cosa? - gridai alzandomi di scatto dalla sedia- No è impossibile, quindi io dovrei essere stata adottata?»

No, non era possibile, mamma e papà? Elena e Christian? No, non potevano non essere i miei veri genitori, mi avevano amato sopra ogni cosa, mi avevano dato tutto quello di cui avevo bisogno, non potevano essere semplicemente i miei genitori adottivi, vero?! Ma allora chi erano i miei veri genitori?
 Mi risedetti sulla poltrona, tutto d’un tratto stanca e affaticata, quando sentii qualcuno stringermi la mano.
 Era Harry.
 Mi guardò con occhi preoccupati e una semplice domanda impressa in quel mare verde: Tutt’okay?
 Annui tenendo stretta la sua mano, non m’importava che ci conoscessimo da poco ma sentivo che in quel momento avevo bisogno di lui o mi sarei spaccata, il mio mondo sarebbe andato in pezzi e io non credevo di avere la forza di poterlo ricostruire.
 Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato in quel contatto, c’era qualcosa di sbagliato nel bacio di ieri notte, come un muro che ci impedisse di avvicinarci e ieri notte ci avesse messo alla prova abbassandosi e noi, facendo quel gesto, era come se fossimo caduti in peccato.
 Ma questo per ora non mi importava, avevo cose più grosse da affrontare. Un problema alla volta è l’unico modo per superarli tutti mi diceva sempre mio padre, cioè Christian, cioè il Signor White… ahh stavo impazzendo!
 Quasi non mi ero accorta che l’esserino che mi stava di fronte mi aveva posto una domanda.
«Scusi cosa ha detto?» Chiesi sbattendo le palpebre confusa.
«Le avevo precisato che adottata non è il termine più adatto alla sua situazione, vede non si sa per quale motivo lei fu strappata dalla sua famiglia e abbandonata davanti alla porta della famiglia White, purtroppo non si hanno più notizie loro dalla sua scomparsa. Ora le stavo chiedendo se vorrebbe sapere di più sulla sua famiglia biologica o vorrebbe aspettare per poter assimilare meglio le informazioni ricevute.»
Concluse lui raddrizzandosi per tutta la sua misera statura.
«Io credo di voler sapere di più, è l’unico modo per poter veramente comprendere.» Dissi io incerta appoggiandomi di più allo schienale.
«Beh, allora credo di doverle raccontare una storia Signorina White.» Intervenne il Professor Silente.
«Vede secoli fa, ai tempi delle prime comunità magiche, per meglio dire nell’epoca di Merlino e Morgana, c’erano quattro importanti famiglie o casati, essi erano: i Devon, i Potter, i De La Mort e i Malfoy. Ora i De La Mort e i Devon erano contro i Malfoy e i Potter per colpa di un’antica disputa avvenuta molti anni prima.
Merlino ad esempio era un Potter e Morgana una De La Mort, anche i quattro fondatori appartenevano a due di queste casate.
 Godric Grifondoro era un Potter così come Priscilla Corvonero invece Salazar Serpeverde e Tosca Tassorosso erano due Devon.
 La particolarità di queste quattro casate è che ogni suo discendente ha un dono in comune con tutti gli altri appartenenti alla propria famiglia; ma è anche importante il sangue perché se per caso un membro di questa famiglia si sposa o si unisce con un non-magico o con un mago inferiore, per così dire mezzosangue, la magia del sangue in esso contenuta si diluisce per poi scomparire.
 Negli ultimi secoli queste quattro famiglie sono andate via via scomparendo, in vita tuttora ci sono solamente cinque loro discendenti.»

Io lo guardai ad occhi aperti per poi girarmi verso Harry, non era possibile (sono ripetitiva lo so, ma vorrei vedere voi al posto mio), Harry era un discendente di Merlino e di due dei Fondatori. Lui era altrettanto sorpreso ma non lo faceva vedere, un giorno me lo dovrà insegnare come fare, mi rigirai verso il Professor Silente sbigottita.

 «Chi sono?» chiesi con voce flebile.
«So che siete molto confusi e non vorrei fare altra confusione nelle vostre giovani menti, ma se proprio lo volete sapere - sospirò per poi mettersi comodo sulla sedia – Partiamo dai Malfoy, ovviamente gli unici ancora in vita sono Lucius Abraxas Malfoy e suo figlio Draco Lucius Malfoy, per i De La Mort invece c’è lei Signorina, con il suo vero nome cioè: Michelle Lareau De La Mort, per i Devon abbiamo la Signorina Granger anche lei nella sua stessa situazione Signorina De La Mort, con il vero nome di Daiana Alexandra Devon e infine lei Signor Potter che è il discendente sia dei Potter che dei Devon.» Finì lui.
«Come può essere?» Chiese lui esterrefatto.

«Vedi Harry tua madre fu abbandonata così come Hermione o meglio Daiana e Michelle. Purtroppo negli ultimi secoli, come ho detto poco fa, queste famiglie si stanno man mano estinguendo e l’unico modo per far andare avanti la dinastia è che le donne di queste quattro famiglie si sarebbero dovute sposare con un mago perfettamente Purosangue; purtroppo a differenza delle vostre famiglie non ci sono più maghi di questo genere e così le suddette famiglie abbandonavano alla nascita le bambine. Alcune come la famiglia De La Mort sono stati costretti ma ahimè i Devon no.» Rispose il Preside.

«E cosa succede se queste famiglie si sposassero tra loro?» Domandai io sbigottita.
«Niente di particolare Signorina De La Mort, l’unica cosa è che i bambini della coppia saranno molto potenti.» Disse con sguardo divertito vedendo le nostre mani intrecciate, io ovviamente arrossii (e quando mai?).
«Ehm, come mai non si sono sposati tra loro per continuare la dinastia, al posto di abbandonare le bambine, s’intende.» Dissi io esternando i miei dubbi.
 «Purtroppo le famiglie, come ho detto, si odiavano e non intendevano cooperare.» Disse tristemente.
«Come mai ci ha detto tutto questo solo adesso?» Chiese Harry impettito.
«Caro Harry, oh quanto sei cresciuto, vedo in te i tratti dei Potter e dei Devon, acuto, furbo, intelligente, potente ma leale e coraggioso. Avrete tutte le restanti informazioni quando anche la Signorina Devon e il Signor Malfoy saranno informati, cioè ad Hogwarts.» Gli rispose Silente.
«Perché ci ha fatto venire qui allora?» Lo interrogò nuovamente Harry spazientito.
«Vedi Harry siamo venuti qua per semplici problemi burocratici d’ordinanza che però si dovranno comunque eseguire. Inoltre quando saremo ad Hogwarts cercherò di informarvi di più sulle vostre famiglie e sul loro ruolo fondamentale.» Rispose pazientemente.
«Perfetto allora che dobbiamo fare?» Domandai io al limite della pazienza, avevo il cervello che scoppiava.
 Silente sorrise.
 «Perfetto per prima cosa dovrete prendere conoscenza di tutti i vostri averi, visitare i vari Manieri e riabilitare i vostri fondi, per poi andare al Castello.» Disse il Goblin professionalmente.
«Al Castello?» Chiesi io.
«Beh, Signorina De La Mort questo purtroppo…» incominciò il Preside, ma non ebbe il tempo di finire che Harry lo interruppe.
«Ad Hogwarts, vero?» Affermò Harry convinto.
«Esatto Harry - sorrise tristemente il Preside - per le altre cose come visitare i Manieri e riabilitare i vostri fondi potranno benissimo farlo i vostri Elfi Domestici che sono al servizio delle famiglie, invece per la conoscenza degli averi penso che potremmo farlo subito. No?» Chiese infine il Preside al Goblin.

«Perfetto, vado a prendere le carte.» Disse per poi scomparire dietro una porta laterale.
«Preside posso farle una domanda?» Chiese Harry.
«Certamente, me ne hai già fatta una ma posso concedertene un’altra.» Disse sorridendo (ND. Autrice Quanto odio quando fa così, sempre la solita zolfa).
«Ma Harry James Potter è il mio vero nome?» Continuò il moretto.
 Non ci avevo pensato ma poteva essere probabile.
«No, il tuo nome per intero è in realtà molto lungo: Alistair Harry James Devon Potter, cioè Alistair Potter ma credo che per poter nascondere meglio la tua discendenza abbiano usato soltanto i nomi essenziali.» Rispose cordiale.

 Per non farvi annoiare spiegherò in breve quello che io e Harry, pardon Alistair, abbiamo fatto nelle due ore a seguire:

1.Scoprimmo di essere le due persone più ricche del pianeta, Harry per due volte poiché aveva sia i beni dei Potter che dei Devon.

2.Avevamo in totale sette castelli ciascuno in Gran Bretagna e un’altra centinaia nel mondo.

3.Firmammo tante, tante, tante carte.

4.Visitammo una decine di camere blindate grandi come l’intera stazione di New York e altrettanto piene.

 Dopo un bel po’ uscimmo dalla Gringott pieni zeppi di informazioni e con un bel voltastomaco per i giri su quelle specie di montagne russe.
 Harry ritornò subito a casa per poter mantenere la sua farsa da “malato”, io invece tornai dai Weasley che, avendo prelevato dei soldi da una mia camera blindata, mi avevano gentilmente comprato tutto il necessario per Hogwarts.

 Allora io, Ron, Hermione e Ginevra-Antipatica-Oca-Weasley, ci dirigemmo da Florian Fortebraccio a mangiarci un gelato, mentre gli altri erano in giro per negozi.
 «Allora che ti ha detto Silente?» Mi chiese Ron.
«Niente di che, solamente affari burocratici.» Risposi con sufficienza, va beh infondo era in parte vero.
«Voi che avete fatto?» Non l’avessi mai detto: Ron incominciò a parlare a macchinetta di nuove scope, di Quidditch, di come lui fosse bravo a giocare e di tutte le sue “eroiche” avventure ecc.

 Hermione mi guardo con aria di scuse e di compassione, mentre quella st****a di Ginevra se la rideva.
«Ma davvero Ron? Beh, allora Hermione che mi dici della scuola? Ho sentito parlare di case.» Domandai sperando di spegnere quella macchinetta spara parole.

«Vedi Mira, Le quattro case di Hogwarts prendono il loro nome dai quattro fondatori della scuola: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso. Le case competono fra loro per guadagnare punti, che vengono registrati in una delle quattro clessidre poste nella sala d'ingresso della scuola che si aggiornano magicamente ogni volta che un insegnante aggiunge o toglie punti. Ogni clessidra è dedicata ad una casa. I punti possono essere vinti o persi a seconda degli eventi che si susseguono durante l'anno: la maggior parte di essi viene inteso come premiazione o punizione di un comportamento di uno studente, come rispondere correttamente ad una domanda o arrivare tardi a lezione. I punti possono essere tolti e assegnati da insegnanti, prefetti, caposcuola e preside.
 Nei primi anni di Hogwarts i quattro fondatori smistavano loro stessi i nuovi studenti, ma pensando a come si sarebbe potuto fare dopo la loro morte, Godric Grifondoro decise di incantare il suo cappello dando ad esso una mente che gli conferisse capacità di smistare gli studenti in base alle loro qualità. Le case ad Hogwarts fungono soprattutto da comunità per gli studenti, ogni casa ha un dormitorio separato insieme ad una Sala comune all'interno di esso nella quale gli studenti della stessa casa possono socializzare. Il resto del dormitorio è diviso sia per anno che per sesso, con un totale ideale di quattordici camere per ogni casa.» Finì lei. Sembrava un’enciclopedia, beh infondo era una Devon.

«Ragazzi andiamo?» Disse una voce da lontano, era il resto del gruppo e solo in quel momento mi accorsi che era già il tramonto.
«Arriviamo mamma.» Gridò Ginevra.
 Pagammo il conto e ci avviammo al Paiolo Magico per poi ritornare con la macchina a Grimmauld Place.
 Entrando in casa Ginevra scappò al piano di sopra gridando a squarciagola una frase che in seguito le fece guadagnare il titolo di “La più odiata da Michelle (Mira) del mese”

«Mamma vado a vedere come sta il mio Harry.» Ovviamente la madre scoppiò a piangere dicendo “Oh la mia piccola Gin, sta crescendo” oppure “Saranno una bellissima coppia proprio come me e Arthur”. Ok a quel punto avevo bisogno di vomitare e sfogarmi.
 In quel momento due coppie di mani mi presero per la vita trascinandomi e gridando:
«Oh la nostra bellissima Mira come sta oggi...» Disse un gemello.
«…la nostra dolce principessa...» Continuò un altro.
«Se continuate così vi mozzo le mani.» Li minacciai con un risolino per quella scenetta.
 Loro ovviamente continuarono.
«…con il dente avvelenato.» Dissero in coro per poi scoppiare a ridere seguiti a ruota da me.
 Quei due erano veramente un tesoro, riuscivano a farmi sorridere anche quando avrei voluto piangere o gridare dalla rabbia e dalla frustrazione.
 Quella sera a cena andò tutto liscio, Harry si presentò con un sorriso mozzafiato sempre bellissimo e cosa più importante di tutte…
 Rullo di tamburi… Ginny non si presentò alla cena e salita al piano di sopra la trovai a piangere nella sua stanza… alleluia.
 Un po’ mi dispiaceva, ma ehi, ero una De La Mort che vi aspettavate.



 

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Capitolo 8
*** Hogwarts Express e Smistamento ***


Hogwarts Express e Smistamento
 

Pov Mira

 
L’attesa per Hogwarts si stava facendo estenuante e la famiglia Weasley non aiutava, avevamo trascorso l’ultima settimana nella solita routine.
Mi alzavo, facevo colazione insieme alla famiglia Weasley, nella prima mattinata mi portavo allo stesso livello degli altri recuperando le materie degli anni passati sotto lo sguardo vigile di Hermione, prima di pranzo chiacchieravo del più e del meno con Fred e George, pranzavo e nel pomeriggio o leggevo o facevo passeggiate o parlavo con Harry.
Durante questa settimana era stato abbastanza cordiale e gentile ma era come se un muro ci dividesse, il muro che si era creato dopo che avevamo finalmente saputo la verità.
Sì, perché signore e signori io avevo vissuto gli ultimi quindici anni di vita nella menzogna.
Ho scoperto di essere una strega, ho scoperto di essere stata adottata, ho scoperto di essere l’ultima discendente di un’importantissima famiglia, i De La Mort, e ho scoperto di essere innamorata cotta dell’unica persona che forse non mi avrebbe mai considerato.
Sì proprio così gente, stavo parlando di Harry Potter, il ragazzo più bello che avessi mai visto.
Ma non era solo questo a piacermi, nell’ultima settimana avevo imparato a capire chi era veramente Harry e non Harry Potter, solo Harry.
Harry: una persona sola, incompresa e, per quanto potente magicamente o caratterialmente, debole.
Sì debole, perché sapevo che mancava poco per mandarlo giù nel baratro nero, un passo falso perché quel ragazzo un tempo capace d’amare si spezzasse, sarebbe bastato un soffio per far in modo che l’anima oscura di Harry venisse fuori, quell’anima così nera che lo avrebbe reso più simile al Signore Oscuro di quanto già non fosse: un pazzo, un assassino per divertimento.
Ma io volevo far in modo di salvare quella parte che teneva ancora Harry lucido e soprattutto se stesso.
In queste ultime settimane avevamo trascorso molto tempo a parlare del Mondo Magico in generale, della scuola o delle loro famiglie cercando di comprendere cosa ancora gli doveva dire Silente.
Ed io mi trovavo proprio alla fine di una di queste piacevoli chiacchierate serali.
«Buonanotte Michelle» mi disse Harry con un sorriso.
«Buonanotte Alistair» ribattei io girandomi e andando verso la mia stanza.
«Buonanotte mio angelo peccatore» disse lui in una lingua incomprensibile, sembrava che… sibilasse, stava parlando serpentese ed era così sexy mentre lo faceva con quella lingua che… BASTA!! Stupidi ormoni.
Ma… spalancai gli occhi… riuscivo a capirlo, come avevo fatto? Era possibile che fosse per la discendenza che avevo scoperto di avere? E poi, no sicuramente avevo capito male, oppure lui lo aveva detto perché credeva che io non lo avessi capito. Allora una speranza c’era.
Sorrisi impercettibilmente.
Ma se ero capace di comprenderlo, speravo anche di essere capace di parlarlo.
«Buonanotte mio angelo oscuro» dissi in serpentese girando di poco la testa per guardare la sua faccia sbigottita e con un sorriso soddisfatto ritornai nella mia stanza.

De La Mort: 1 -  Potter: 0
 
Finalmente avevo avuto la mia occasione per sorprenderlo e orgogliosa di me stessa mi stesi nel letto cadendo in un sogno tempestato da due occhi color dello smeraldo.

 
1° Settembre 1996

 
Pov Mira

 
L’indomani mattina mi svegliai col sorriso sulle labbra pensando al luogo in cui mi stavo dirigendo.
Finalmente la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts sarebbe stata la mia nuova scuola.
Mi vestii in quattro e quattr’otto con dei jeans stretti, una maglietta bianca e nera e un giubbottino di pelle che mi arrivava sopra la pancia.
Scesi in fretta ma senza correre ed entrata in cucina mi ritrovai davanti uno spettacolo abbastanza esilarante.
Per elencare tutte le assurdità di quella stanza ci sarebbe voluta una vita ma diciamo che in sintesi le cose più… ehm… rilevanti erano:
 
1. L’enorme attività nella o per meglio dire il disordine e il caos che c’erano nella stanza: vestiti, libri, bauli e animali che volavano per tutta la stanza.
2. I gemelli che correvano per la stanza inseguiti da Percy e da un’infuriata Signora Weasley.
3. Ginevra correva qua e là per la stanza come una pazza isterica gridando e cercando vestiti e libri.
4. Hermione e Ronald che urlavano in modo soprannaturale.
 
In tutta questa confusione, ovviamente, lui era la calma fatta persona, appoggiato allo stipite della porta che guardava tutta la confusione con un sopracciglio alzato.
«Buon inizio giornata vedo» dissi appoggiandomi alla parete accanto a lui.
«Ogni 1° Settembre è la stessa storia» disse ghignando
«Ma davvero?» chiesi io alzando un sopracciglio.
Più che una famiglia ora sembravano una banda di incivilizzati.
«Allora, già fatta colazione?» chiese lui apprensivo.
«No, intendevo farla adesso» dissi io alzando le spalle.
«Oh beh si può sempre rimediare» disse facendomi comparire davanti un piatto con bacon, uova e salsicce più una tazza di caffè.
«Ma non c’era una legge magica che diceva che non si può far apparire il cibo?» chiesi io assaggiando il bacon. Buonissimo.
«Oh ma le regole sono fatte per essere infrante Signorina De La Mort» disse lui sottovoce avvicinandosi al mio orecchio. Io (ovviamente) arrossii nascondendomi dentro la tazza di caffè.
In tutta quella confusione nessuno si accorse di noi o della mia colazione volante.
Tutt’un tratto il mio sguardo cadde su Hermione, cioè Daiana, chissà come l’avrebbe presa quando avrebbe saputo di essere una Devon.
Sospirai e ricomincia a mangiare sotto lo sguardo divertito di Harry.
«Che c’è?» gli chiesi.
«Oh niente, Signorina De La Mort, solo che ieri ho fatto una fantastica scoperta» disse lui
«Oh anch’io Signor Potter» ribattei io, divertita, in serpentese.
«Il tuo baule? Già pronto?» mi chiese lui questa volta in inglese.
«Si è di sopra, il tuo?» risposi io.
«In tasca» affermò tranquillamente, io sorrisi divertita, sarebbe rimasto sempre il solito. 

Come se vi conoscesse da chissà che.
Stida vocina, non potevi rimanere a poltrire?
Non quando tu parli di una persona conosciuta pochi giorni fa come se fosse un'amico di vecchia data.
E che c'è di male?
Oh niente, ma attenta alle delusioni.


«Ora che mi ci fai pensare, tu non hai un animale da compagnia, giusto?» domandò lui improvvisamente, spezzando il silenzio creatosi tra noi.
«No, non ce l’ho, avevo pensato di comprarlo durante le vacanze» dissi io svogliata.
«A Natale?» mi interrogò lui.
«A Natale» affermai io.
 
Dopo due ore di preparazione la famiglia Weasley era pronta e fuori da Grimmauld Place.
Dopo tutto quello a cui avevo assistito non avevo la minima speranza di arrivare a prendere il treno, ma alle 10:30 finalmente erano tutti davanti al binario nove e tre quarti.
Per una persona normale quel muro poteva sembrare una banale e noiosa colonna in cemento ma per i maghi quello era il passaggio che avrebbe portato al treno per Hogwarts.
Ero emozionata e preoccupata allo stesso tempo ma fuori ostentavo una maschera di misurata felicità.
Grazie ad Harry non avevo dovuto portare il baule a mano perché con un semplice gesto della mano era riuscito a rimpicciolire il baule facendolo diventare di peso piuma.
I Weasley non avevano fatto domande come se io in realtà stessi trasportando normalmente il mio baule, mi girai verso Harry che si trovava accanto a me e al lato di Ron, che gli stava spiegando dettagliatamente una partita di una squadra di Quidditch, i Chudley Cannons se non mi sbagliavo, e lui accortosi della mia occhiata mi sorrise furbo alzando impercettibilmente le spalle come un bambino.
Io sorrisi e mi avvicinai per sentire la loro discussione quando la Signora Weasley ci chiamò per farci oltrepassare indisturbati la barriera.
Io mi irrigidì; e se non fossi riuscita a passare come al secondo anno di Harry? Non avrei mai raggiunto Hogwarts e sarei rimasta sola?
A un certo punto una mano mi avvolse la vita e un leggero venticello mi scompigliò i capelli.
Mi voltai e vidi Harry al mio fianco che mi sorrideva furbo indicandomi un punto imprecisato in cui vedevo un Harry più solare ridere con Ron e Hermione mentre trascinava il suo carrello.
«Cosa…?» chiesi io incapace di dire alcunché.
«È un effetto ottico, durerà per poco, l’ho utilizzato per noi due, guarda là - disse lui indicando una me stessa intenta a parlare con i gemelli - quella è una proiezione di te, così ho potuto far finta che tu in realtà stessi trasportando normalmente il tuo carrello, ora siamo invisibili e quelli sono le proiezioni di noi stessi, poco fa invece ho usato la proiezione solamente sui carrelli.» disse lui tranquillo.
«Perché?» chiesi io frastornata.
«Perché posso Michelle» disse lui sensuale.
«Allora attraversiamo la barriera o restiamo qua? - chiese lui divertito - Ricordati che dall’altra parte le proiezioni scompariranno e quindi io dovrò tornare da Hermione e Ron e tu a chiacchierare con i gemelli, altrimenti il trucco svanisce» mi ammonì lui.
«Ok andiamo» confermai io con un sorriso.
Di corsa attraversai la barriera insieme a Harry, fu una sensazione strana, nel mentre che attraversavo la barriera senti tutta la magia usata per crearla, la sentii come se fosse stata acqua e io acqua insieme a lei.
Ma la sensazione sparì così come era venuta, guardai Harry anche lui pensieroso, mi domandai se avesse percepito la mia stessa sensazione.
Mi fece l’occhiolino per poi tornare subito da Hermione e Ronald, io invece me ne ritornai tra i gemelli parlando del loro nuovo negozi di scherzi.
Durante il viaggio non successe niente di particolare.
Io, Harry, Ronald, Hermione, i gemelli e Ginevra trovammo uno scompartimento a circa metà del treno ma poi Ginevra se ne andò insieme a quelli del suo anno e i gemelli andarono in giro per il treno vendendo i loro nuovi scherzi.
Così rimanemmo solo io, Harry, Ronald e Hermione.
Per circa metà del viaggio ci divertimmo a chiacchierare del più e del meno, giocando a Sparaschiocco o a Scacchi.
Verso l’ora di pranzo assaggiai un po’ tutti i dolci che la signora del carrello aveva da offrirci tra le spiegazioni dei tre.
Quando ormai si erano fatte le tre Ron e Hermione dovettero adempiere ai loro compiti di prefetto, così io e Harry rimanemmo a parlare del più e del meno per il resto del pomeriggio.
Quando ormai il sole era calato lasciando il posto alla notte io e Hermione (ritornata poco prima) ci cambiammo per poi dare il cambio ai maschi.
Adoravo la mia nuova uniforme, era composta da una gonna a pieghe che mi arrivava a metà coscia, una camicia bianca e un maglioncino nero come la gonna.
Sopra il tutto un lungo mantello nero e morbido allacciato nel davanti con rifiniture dorate.
Scesi dal treno insieme agl'altri tre e rimasi letteralmente a bocca aperta.
Il castello aveva un che di fiabesco, le torri illuminate di una tenue luce gialla, le punte più alte rifinite da dei bellissimi ornamenti stile barocco, il lago che brillava quasi di luce propria e le cime della Foresta Proibita venivano smosse lentamente dando un che di ipnotico alla scena e l’aria respirava di frescura e di magia; però c’era qualcosa che mi incuriosiva, se mi concentravo riuscivo a scorgere un lieve scintillio dai colori mutevoli.
A un certo punto capii, riuscivo a vedere la barriera che circondava Hogwarts, era una cupola divisa in quattro parti: un pezzo era di un blu intenso, accanto uno spicchio color giallo intenso, la terza parte era di un verde scuro simile al colore degli alberi della foresta proibita e l’ultima di un rosso accesso, ma la cosa che più mi sconvolse era che sopra ogni pezzo di barriera volava un diverso animale.
Sopra la parte blu intenso volava uno splendido corvo nero dalle ali gigantesche; sulla sommità della parte gialla della barriera fluttuava un tasso gigante, bello, elegante, all’apparenza gentile e leale ma con due artigli tali da poter squartare un corpo umano; al di sopra della parte verde un bellissimo incrocio di un basilisco e un pitone strisciava flessuoso, elegante e letale ipnotizzando chiunque con le sue movenze; infine sopra la parte rossa c’era un’enorme grifone, dalla testa di leone, gli artigli e le ali d’aquila e la coda di serpente, era possente e instaurava un timore reverenziale con la sua criniera e le sue enormi ali.
Mi girai con gli occhi spalancati verso Harry che come me cercava di reprimere lo sbigottimento difronte a quel magnifico e strano spettacolo.
«Lo vedi anche tu?» chiesi io con voce flebile.
«Si» rispose lui più posato ma con una luce di confusione negli occhi.
Mi girai verso gli altri due.
«Harry usa qualcosa per nascondere la barriera agli occhi di Hermione, non possiamo spiegargli… questo… ora di fronte agli altri» dissi io sperando che Hermione non si voltasse.
Harry annui per poi, con un veloce movimento della mano, creare una specie di velo impalpabile sopra Hermione.
Nessuno sembrò accorgersi di niente, ma un pensiero mi colpì veloce: Draco Malfoy.
«Harry… Malfoy» dissi io spiccia iniziando a incamminarmi verso le carrozze dove una donna con una severa crocchia mi stava guardando in malo modo.
Dalla descrizione sembrava la professoressa McGranit.
Con la coda dell’occhio vidi Harry fare lo stesso gesto su un ragazzo biondo platinato più lontano.
Nemmeno lui sembrò accorgersi di niente ed io tirai un sospiro di sollievo mentre Harry mi raggiunse al mio fianco.
«Fatto Mademoiselle» mi disse sottovoce.
Io sorrisi per poi avvicinarmi alla professoressa.
«Signorina White?» chiese con voce dura e professionale; io annui.
«Benissimo, lei ora verrà con me per poter eseguire lo smistamento che avverrà dopo quello dei bambini di undici anni. Signor Potter le carrozze sono da quella parte» disse rivolgendosi prima a me e poi a Harry.
«Perfetto Signorina White afferri questa penna, è una passaporta ci porterà direttamente nella sala d’ingresso» disse per poi mostrarmi la penna. Intorno ad essa brillava un’aura di magia che andava dal blu al verde. Strano pensai ma non dissi niente.
Lo afferrai e sentii il mondo vorticare, la terra scomparire sotto ai piedi e tutt’un tratto mi ritrovai in piedi nella sala d’ingresso.
Guardai stupita tutti quei quadri che si muovevano o sonnecchiavano, le scale che si estendevano ai lati della sala, quell’enorme portone difronte a noi che saturava di magia, ma tutto era silenzioso e quasi inquietante, c’era troppo silenzio per così tanto spazio. Rivolsi lo sguardo alla Professoressa McGranit che mi guardò con sguardo stupito per poi riacquistare quell’aria severa e professionale.
«Fra un po’ gli studenti ancora non smistati arriveranno, lei farà il suo smistamento solamente dopo che il Preside l’avrà presentata. Per ora verrà con me in una stanza adiacente alla Sala Grande, dove si svolgerà lo smistamento, e soltanto quando verrà chiamata potrà uscire. Il Preside inoltre mi ha informata che lei è già a conoscenza del regolamento scolastico e dell’organizzazione della scuola.  Ora la stanza è oltre quella porta» finì lei indicandomi una porta in mogano poco distante da noi. Annuii per farle intendere di aver capito, mi girai ed entrai nella stanza. Essa era molto spaziosa e confortevole con un caminetto acceso e delle poltrone di color blu intenso con delle rifiniture in argento.
Mi accomodai rilassandomi su una poltrona vicino al caminetto di pietra.
Guardai ipnotizzata quelle fiamme che danzavano di una danza lenta e regolare, rincorrendosi e sfuggendo.
Per la prima volta da giorni avevo tempo per riflettere e pensare.
Ero entrata in un nuovo mondo a me completamente estraneo, avevo scoperto di non essere una semplice strega ma la discendente di una antica famiglia d’importanti e nobili maghi.
Ero una strega.
Ero una De La Mort.
Questo sarebbe stato l’inizio di una nuova vita piena di quello che solo i romanzi potevano darmi: amore, avventura, creature oscure da combattere e nemici da affrontare.
Tutto questo era così irreale ma così concreto che quasi non riuscivo a capirlo.
Improvvisamente un viso mi apparve nella mente, il bel volto di un moro dagli occhi verdi, il mio moro dagli occhi color dello smeraldo.
Ero felice, non m’interessava cosa il futuro voleva da me, ma io sapevo cosa volevo dal mio futuro.
Dei rumori all’esterno mi strapparono dalle mie riflessioni facendomi capire che gli alunni erano arrivati e che tra poco sarei stata smistata.
Percepii tutto come se avessi i sensi amplificati, sentii delle voci all’esterno, i primini che entravano esitanti e il brulichio curioso e impaziente degli alunni, lo scalpiticcio dei primini per l’ansia d’essere smistati e le sentenze del cappello parlante. A un certo punto sentii una voce ben distinta parlare sopra il chiacchiericcio degli studenti che si zittirono subito.
Albus Silente.
«Benvenuti! - disse -Benvenuti a un nuovo anno scolastico ad Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola, oggi qui a Hogwarts è giunta una nuova alunna, il suo nome è Mira White e frequenterà il quinto anno. Spero che la trattiate con il massimo del rispetto e la facciate sentire a suo agio qui ad Hogwarts. Ovviamente riceverà lo smistamento com’è di norma»
Io nel frattempo mi ero alzata ed ero andata a mettermi proprio dietro la porta così da poter entrare nel momento in cui mi avrebbero chiamato.
Finite le parole del preside le porte si aprirono autonomamente.
Sapevo bene che per intrigarli avrei dovuto ostentare sicurezza e fu proprio quello che feci.
Camminai con eleganza al centro della sala a testa alta e con un portamento da vera De La Mort con un piccolo sorriso a ostentarmi le labbra.
I miei occhi prendevano ogni particolare dell’enorme Sala Grande, dalle candele ai fantasmi, dalle tavolate al magnifico cielo stellato. Sembrava di stare in una favola.
Sorrisi serena al preside che con un gesto della mano m’invitò a sedermi sul vecchio sgabello.
Quando stavo per sedermi notai un particolare che fece vacillare la mia maschera di sicurezza.
Tutti nella sala mi osservavano, chi sbavando, chi con sguardo invidioso, chi invece squadrandomi, ma a me interessava un solo sguardo, quello di Harry.
Mi guardava con sguardo sereno e sorridente, dai suoi occhi capii che qualunque cosa avesse deciso il cappello lui sarebbe stato fiero di me.
Me lo aveva ripetuto spesso durante le nostre chiacchierate, io gli avevo espresso il mio nervosismo per lo smistamento e lui non aveva fatto altro che ripetermi quelle stesse parole che ogni volta mi rassicuravano.
Ma ora… se fossi capitata in una casa diversa alla sua? Saremmo stati ancora così uniti? Mi avrebbe voluto ancora bene?
Con questi dubbi mi misi il vecchio cappello in testa.
“Oh salve Michelle Lareau De La Mort è un onore poterla smistare” disse una voce dentro la mia testa. Il Cappello
“Salve… ehm… cappello” pensai io esitante.
“Vedo che ha paura Michelle, paura di essere abbandonata dalla persona che più ama, ma per rassicurarla Signorina De La Mort le dico questo: ho smistato molte persone e rovistato tra molte menti ma quella di Harry Potter è stata quella più difficile, ha dentro di sé luce e buio insieme e solo con le sue scelte io avrei potuto smistarlo. Ai tempi scelse il bene ma ora che cosa sceglierà? Ma io so che solo grazie al tuo aiuto lui riuscirà a mettere pace tra le due parti della sua anima. Quindi non è importante la casa che sceglierai, ma le scelte che farai, ora Michelle dimmi che cosa scegli: Grifondoro o Serpeverde? Bene o Male? Ma ricordati Ci sono anche Grifoni malvagi e Serpi buone.”
Ero confusa: Grifondoro o Serpeverde? Solo io avrei potuto dare la pace a Harry, ma come? Lui era tra i Grifondoro, quindi andando là forse, ma c’era qualcosa che gli diceva che non quella non era la soluzione.
Cosa fare? Cosa scegliere? Ma… Harry era nei Grifondoro quindi lui conosceva e accettava la sua parte buona ma adesso la sua parte, per così dire, malvagia si era manifestata e lui la conosceva… ma non l’accettava, lui aveva paura di diventare come Voldemort e andando nei Serpeverde gli avrei fatto capire che anche essendo Serpeverde non si era per forza uguali a Voldemort.
Ma io? Era quella la mia casa?
“O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!” mi ripeté il cappello “Ragazza mia i De La Mort sono Serpeverde per natura e conoscendoli capirai fino a fondo cosa significa essere Serpeverde” continuò.
“E se io fossi diversa?” pensai.
“Non hai ascoltato il Professor Silente? La particolarità di queste quattro casate è che ogni suo discendente ha un dono in comune con tutti gli altri appartenenti alla propria famiglia ma era anche importante il sangue perché se per caso un membro di questa famiglia si sposava o si univa con un non-magico o con un mago inferiore, per così dire mezzosangue, la magia del sangue in esso contenuta si diluiva per poi scomparire. Così ti disse Silente, ogni antenato è collegato con i suoi discendenti e ogni De La Mort ha caratteristiche in comune con gli altri, ma questo lo capirai in futuro. Quindi cosa scegli?” mi chiese il cappello
Io scelsi.
“Scelgo la via dei miei antenati e quella che porterà la persona che amo alla pace” dissi io
«SERPEVERDE» gridò il cappello all’intera sala che era rimasta in silenzio per tutto quel tempo.
Mi tolsi il cappello e vidi Harry sorridermi, internamente tirai un sospiro di sollievo e un sorriso comparve nel mio volto quando finalmente mi andai a sedere nel tavolo della mia casa che applaudiva per il nuovo acquisto, ma nessuno si accorse di uno sguardo che nell’ombra aveva guardato tutta la scena.
 «Una De La Mort, una Devon, un Potter e un Malfoy? Ci sarà da divertirsi» ghignò una figura nell’ombra per poi scomparire.

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Capitolo 9
*** Il banchetto di inizio anno e la vecchia rospa in rosa ***


IL BANCHETTO DI INIZIO ANNO E LA VECCHIA ROSPA IN ROSA




TAVOLO SERPEVERDE

Mi ero appena seduta nel mio nuovo tavolo.
Tutti erano seduti in maniera elegante e composta, non c’era molta confusione perché sembrava che i discorsi fossero stati tutti preparati, un ragazzo parlava e nessun altro lo interrompeva o gli si accavallava, ognuno ribatteva a tempo quasi che  sembrava di star assistendo ad uno spettacolo di ombre e sottintesi, ogni parola, ogni sillaba poteva metterti in pericolo e dovevi stare attento a quello che ti succedeva intorno venendo così  a creare un’insostenibile atmosfera di tensione per chi non abituato a quella recita.
Ma i serpeverde erano dannatamente  bravi a recitare quel tacito spettacolo che per un occhio esterno poteva sembrare una semplice discussione non troppo animata, ma quelle pause contante, quelle risposte sempre pronte, tutti cercavano di manipolare la conversazione a proprio piacimento venendo infine a creare un dibattito pieno di trappole e inganni che se non stavi attento ti potevano pian piano far cadere nel loro tranello per poi annientarti:  proprio come un serpente che strisciava e infine agguantava la sua preda.
I suoi compagni si presentarono come da etichetta ma purtroppo la persona che avrebbe veramente voluto conoscere era dall’altra parte del tavolo insieme ai suoi amici.
Molti nomi le venivano pronunciati ma lei li scordava nel giro di tre secondi, molte domande le vennero fatte ma lei era evasiva e superficiale, sapeva benissimo che stavano cercando di manipolarla e si chiese come avrebbe fatto a trovare uno spiraglio di bontà in quella massa di manipolatori.
Si mise a ridere internamente, lei era una manipolatrice quando voleva eppure non era malvagia, era astuta e determinata ma non era cattiva chissà se la stessa cosa era per quei ragazzi, chissà se quello che mostravano in pubblico era solo una maschera per proteggersi, ma a quelle domande poteva rispondere solo il tempo.
 
 
INTANTO NEL TAVOLO DI GRIFONDORO
 
 -Non ci posso credere- disse stupito Ron guardando con occhi spalancati la tavola delle serpi.
-Cosa?- chiese una riccia sedutagli accanto
-Mira è una serpe, una serpeverde, no è impossibile, lei così dolce e cara- rispose lui quasi piagnucolando.
Io lo sapevo che era perfida, l’ho inquadrata subito- disse acida la rossa di fronte a Ron.
-Eppure non ha mai avuto un comportamento da…bhe…serpe - concluse Hermione pensierosa.
-Hermione, mi stupisco di te- disse Harry scuotendo la testa
 -Perché?- chiese lei confusa?
- Mi stupisco che proprio tu che odi i pregiudizi li stia facendo verso Mic…Mira… in questo momento non ti stai sicuramente comportando meglio di un qualunque purosangue fissato col sangue puro.- ribatté lui.
Era impossibile, i grifondoro erano impossibili e ottusi, un vecchio detto babbano gli si ripresentò alla mente: “Predicano bene e ruzzolano male”, la descrizione perfetta.
-Io…non…ehm- disse la riccia imbarazzata
- Hermione, sai, esistono Serpeverde buoni  così come esistono Grifondoro malvagi, non fare distinzione così elementari e stupide, non sono da te.- disse serio cercando di far capire almeno quel semplice concetto alla strega più brillante di tutta Hogwarts, almeno credeva, arrivati a questo punto non si poteva più sapere.
Lei si limitò ad abbassare la testa imbarazzata.
-Mah, se lo dici tu- disse il rosso confuso dalle parole dell’amico
-Sono d’accordo con te Harry, questo mi fa pensare a quanto siamo simili, pensiamo addirittura allo stesso modo- disse sbattendo le ciglia civettuola la rossa seduta accanto a lui.
Harry sbuffò esasperato dal comportamento della rossa per poi rivolgere uno sguardo a Michelle dall’altra parte della sala.
Era bellissima come suo solito con quei capelli un po’ mossi che le ricadevano dolcemente sulle spalle per poi accarezzarle interamente la schiena e quegl’occhi così espressivi e nel contempo duri e freddi così simili al lontano mare blu che poteva darti la pace così come poteva darti la morte.
 
 TAVOLO SERPEVERDE
 
Aveva trascorso una cena tranquilla, se così si poteva definire una cena tra i Serpeverde tra continui trabocchetti e sottointesi, ma infondo lei era una serpeverde e aveva imparato presto il gioco.
Accanto a lei stavano seduti ragazzi e ragazze che tentavano di estorcerle qualche informazione sul suo passato, ma lei era ben più propensa a non dirgli niente finché non si sarebbe accordata con il Preside sul da farsi.
Già il Preside. Quando era stata smistata si era preparata psicologicamente dicendosi internamente di aver deluso il Preside andando a serpeverde, invece quando si era girata verso di lui le aveva sorriso bonariamente alzando il calice in segno di apprezzamento.
Chissà perché? Forse lo avrebbe scoperto stasera.
Fece scivolare lo sguardo per il tavolo dei professori fino a incontrare uno sguardo perforante in fondo alla tavolata.
-Chi è quella donna alla fine del tavolo?- chiese ad una ragazza biondina accanto a lei.
Astoria forse o qualcosa del genere.
-Si dice sia la nuova professoressa di Difesa Contro Le Arti Oscure mandata direttamente da Carammel in persona.- rispose lei con voce strascicata.
Dopo il dolce Silente si alzò dal suo alto scranno e con voce bonaria iniziò a illustrare le varie regole da rispettare e i vari avvisi.
Non presto molto attenzione a quello che il Preside disse ma subito si accorse della piccola donna che prima aveva adocchiato alzarsi e interrompere il Preside.
Era bassa, tarchiata e sembrava una specie di ranocchia in salamoia vestita di rosa e da quello che disse il suo carattere era altrettanto viscido.
Con una ridicolo messinscena voleva cercare di farsi buoni gli studenti facendosi credere loro amica per poi continuare e se si leggeva bene sulle righe si poteva far capire che voleva metterli contro Silente e Hogwarts e quindi a favore del ministero e facendo capire perfettamente da che parte lei fosse.
Ma la cosa che la fece per di più infuriare era la velata minaccia messa tra quelle parole piene di zucchero e miele, quasi nessuno se ne era accorto ma quella brutta rospa li stava inavvertitamente mettendo  in guardia di un futuro scontro tra Ministero e Hogwarts facendogli subito capire chi per lei avesse vinto.
Il Ministero d’ora in poi sarebbe stato contro Hogwarts, avrebbe limitato ogni potere mettendosi negli affari di Hogwarts e loro avrebbero dovuto schierarsi.
Ma la vecchiaccia non aveva capito che la quasi maggior parte degli alunni sarebbe stata con Hogwarts, quella casa che li aveva accolti e che sempre lo avrebbe fatto.
Illusa, pensò ghignando, povera illusa.
Ci sarà da divertirsi quest’anno pensò mentre un’euforica Astoria le spigava tutto quello che c’era da sapere su Hogwarts e della nobile casata dei Serpeverde.
 
 
AL TAVOLE DEI GRIFONI
 
-Brutta vecchia rospa come si permette- disse un’alquanto infuriata Hermione.
-Perché cosa ha fatto Herm?- disse annoiato Ron che non aveva capito un’accidenti di quello che era successo.
-Come non lo capisci? Quella stupida vecchia rospa vuole…- disse per poi essere interrotta da Harry.
-Vuole immischiarsi negli affari di Hogwarts, limitandone ogni potere, ci ha appena annunciato un indiretto scontro tra Ministero e Hogwarts, minacciandoci di scegliere lo giusto schieramento, il suo, quello del ministro, vuole rivoltare gli stessi studenti contro Hogwarts.- finì lui.
Tutta la tavolata gli riservava sguardi ammirati e accondiscendi, chi con devozione chi con rispetto chi invece con lussuria.
-G..giu…giusto Harry-  disse balbettando Hermione.
-Allora andiamo sono abbastanza stanco- disse lui alzandosi elegantemente per poi dirigersi verso il portone.
Quest’anno ci sarebbe stato sicuramente da divertirsi.


 
Angolo autrice:

LEGGERE IMPORTANTE:
Allora questo capitolo è un capitolo abbastanza corto ma era solo un capitolo di transizione per non lasciarvi a secco per tanto tempo, il capitolo vero e proprio sarà il prossimo.
Io ovviamente so' già come andrà a finire la storia, il problema è come farla evolvere: accetto suggerimenti.
Ok ora sembro ridicola. Lasciamo perdere.
Per favore per ogni cosa che a voi non piace non mancatelo di dirmelo o che vi piace ovviamente, qualsiasi cosa.

VI BASTA MEZZO SECONDO PER RENDERMI FELICE :D PLESE.

 
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, la preferiscono, la ricordano o semplicemente si godono la lettura, spero sia di vostro gradimento.
Faccio quello che posso.
E ovviamente un favoloso grazie và alle due fantastiche lettrici che hanno commentato ogni singolo capitolo e che mi hanno reso per quegl'attimi la persona più felice al mondo.
Un bacione a fenice cremesi e Roxy_HP.
Un bacio va anche a  ginny_weasleyo1 che ha recensito Diagon Alley- parte I, grazie anche a te.
Ora che ho finito i ringraziamenti, spero che vogliate lasciarmi una piccola recensione qui sotto 

VI BASTA MEZZO SECONDO PER RENDERMI FELICE

Bacioni
Dalla vostra serpina
Alhena

Ho trovato una foto che rappresenta perfettamente (secondo me) Harry Potter o meglio Alistair Potter
                

Voi che ne pensate?
Per altre foto basta chiedere. <3
 

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Capitolo 10
*** Primo giorno, prime lezioni ***


-Regalo di ferragosto ;)



Primo giorno, prime lezioni

 

 
 


La stanza era fiocamente illuminata dai raggi solari che venivano filtrati dalle acque profonde del lago nero creando nella stanza un lieve gioco di luci e ombre.
La suddetta stanza era, infatti, abitata da cinque ragazze che ignare di quel magnifico spettacolo sognavano ancora nei loro comodi letti verde e argento.
Una in particolare dai magnifici capelli color dell’ebano e riposava accanto alla finestra creando sulla sua pelle nivea un gioco di acque e colori.
Tutti i ragazzi a questa visione sarebbero caduti folgorati al suolo, infatti, oltre alla sua ultraterrena bellezza intorno alla ragazza brillava un’ipnotica aura magica molto potente che variava dal violetto al nero.
Infatti quella ragazza non era una normale ragazza ma una De La Mort, per la precisione l’ultima erede di questa antica e potente famiglia.
La sera prima le cinque ragazze erano rimaste a parlare fino a tardi conoscendosi meglio.
Infatti pur avendo quindici anni per Michelle De La Mort quello era il suo primo anno a Hogwarts.
 


 
INIZIO FLASH BACK
 
 

POV MICHELLE



La cena era appena finita e per gli alunni era il momento di ritornare nei dormitori: i verde e argento nei bui e ipnotici sotterranei, i giallo e nero accanto alle calde e profumate cucine, i rosso e oro nell’accogliente torre e i blu e argento nella spaziosa e funzionale torretta.


 
Quattro ragazze in particolare si stavano dirigendo verso Michelle che era accompagnata da Astoria Greengrass.

-Ehi Whithe- chiamò una ragazza con un corto caschetto color pece.
-Si?- chiesi girandomi.
-Abbiamo appena saputo che sarai la nostra nuova compagna di stanza, volevamo accompagnarti- disse un’altra al fianco della prima.
-Ok, Greengrass ci vediamo domani...forse- disse gelida verso quell’ochetta dalla bocca larga andiamo?-
-Certamente- dissero le quattro con un sorriso enorme.
Ad un certo punto si voltò verso il grande portone e vide Harry mimarle un “Magari domani parliamo un po’ ok?” e lei con un sorriso gli fece un accenno d’assenso per poi voltarsi e andare verso l’ingresso dei sotterranei seguita in silenzio dalle quattro nuove compagne.

Camminarono a lungo per quei tortuosi corridoi, sentiva la magia che irradiavano le mura come un cuore che pulsava, che pulsava magia per trasportarla ovunque.
A un certo punto vide un’enorme massa di energia verde smeraldo concentrarsi intorno ad un muro e seppe da subito che l’entrata era dietro quel, apparentemente comune, muro.
Per non destare sospetti seguì le sue nuove compagne facendosi illustrare la piantina dei sotterranei e il muro che proteggeva la loro Sala Comune.
Una volta entrate Michelle potè ammirare la fine eleganza e le raffinate decorazioni che rappresentavano la maestosa Sala Comune*:  tre maestosi camini, posti uno in ogni parete,  intarsiati ai lati decoravano la sala di forma esagonale, dal soffitto pendevano graziosi lampadari di cristallo che emanavano della strana luce verde e una parete era interamente ricoperta da un’enorme libreria.

Sulla parete laterale a dove erano loro il muro si divideva in due corridoi che apparentemente erano l’entrata dei dormitori, al centro della sala stavano due comodi divani di pelle nera posizionati uno affianco all’altro con tante poltroncine situate sistematicamente per tutta la sala intorno a dei graziosi tavolini di mogano.
-Vieni dobbiamo farti vedere delle cose- disse la ragazza con il caschetto color pece.
Andarono tutte insieme verso la grande libreria.

-Vedi Mira, Salazar Serpeverde, il nostro fondatore, aveva molti segreti e camere nascoste per tutto il castello. Infatti fu proprio lui a inventare i sette passaggi segreti che ci sono in tutta la scuola- disse rivolta alla libreria   - tutti gli studenti delle altre case ci credono malvagi e futuri Signori Oscuri quindi ci temono e ci identificano come il male, ma in realtà non è proprio così. Certo noi non facciamo niente per screditare queste voci ma avere la reputazioni di malvagi e oscuri ci facilita molto le cose.
Comunque dicevo, tutti i Serpeverde dal secondo anno in su conoscono tutte le stanze e i passaggi segreti di Hogwarts, questo ci permette di nasconderci meglio e risultare imprendibili da Gazza.
Per ora ti farò vedere una di queste stanze, per le altre ci sarà tempo.- disse ma io la interruppi.

-Mi hanno raccontato della Camera dei Segreti di Salasar Serpeverde, voi sapete dove si trova?- chiesi accigliata. Harry le aveva raccontato che solo lui, Ron e Riddle conoscevano l’ingresso della Camera, che si fosse sbagliato?
-Ehm…per quanto noi l’abbiamo cercata, quella camera è un mistero per tutti, si dice che solo l’Erede sa la sua esatta posizione- disse sconsolata per poi riprendere il sorriso.
-Allora, dicevamo, dietro questa libreria si trova la stanza segreta dei Serpeverde, vedi è una specie di annuario che si aggiorna da solo per ogni evento, lì dentro sono tenuti tutti gli archivi dei vari Serpeverde che ci sono stati nella storia e che sono passati di qui. Entriamo e capirai meglio.- disse per poi spingere indietro un libro rosso scuro e tutt’un tratto la libreria scomparì per dare spazio ad una porta completamente nera.
Entrati nella stanza una fioca luce rossa li illuminò.
Era simile ad una biblioteca, ma sembrava non finisse mai, infatti non riuscì a vederne la fine.
Tutti gli scaffali erano alti il triplo di lei pieni di grandi libri neri e argentati, a circa dieci metri c’era un lungo tavolo anch’esso nero con sopra una lampada.

-Vieni- le disse la ragazza per poi avvicinarsi al tavolo.
-Per poter accedere ai vari archivi ti basterà recitare il nome della persona cercata e subito ti comparirà l’archivio sopra questo tavolo. Se invece non sai il nome dovrai andare a cercartelo. Ogni scafale corrisponde ad un anno, ad esempio se tu sei nata nel 1980 il tuo archivio sarà nel quindicesimo scaffale a partire dalla porta. E’ semplice, l’archivio si trova nello scaffale corrispondente all’anno di nascita della persona cercata, quindi se cerchi il tuo devi andare quindici scaffali indietro et vuoilà il tuo archivio.
Come ti ho detto prima la stanza si aggiorna da solo ogni anno. Chiaro?- disse lei con un sorriso saputo
-Chiaro- dissi io.
-Bhe ti faccio federe il mio che ne dici?-
-Ok-
-Perfetto…Pansy Parkinson- disse rivolta alla stanza.
Subito sul tavolo si materializzò un libro nero con rilegatura argentata.
Lo aprì e lessi la prima pagina.
 
Nome: Pansy
Cognome: Parkinson
Età attuale: 15 anni
Cittadinanza: Inghilterra
Residenza: Parkinson Manor
Professione: studente ed erede della famiglia Parkinson
Nata: 17/01/1980*
Stato: viva
Attuale anno scolastico: 5°
1° anno: 1991
Madre: Lysandra Black**
Padre: Arcturus Parkinson***
Stato di Sangue: Purosangue
Affinità e amicizie: Draco Malfoy, Blaise Zabini, Theodore Nott
Ordine dentro i Serpeverde: Principessa di Ghiaccio
Ordine dentro Hogwarts: Prefetto
Nemici: Hermione Jane Granger, Ronald Bilius Weasley
Stato civile: nubile


 
 
Merda! Merda! Merda! E ancora Merda!
Pensò agitata. Se qualcuno consultava il suo archivio avrebbe potuto scoprire tutto.
-Ma tutti possono accedere a questo archivio?- chiese agitata.
No questa proprio non ci voleva.
-Si, tutti.- rispose tranquilla lei.
-E qualcun altro, tipo il Preside o i Professori, sanno di quest’archivio?- chiese di nuovo lei.
-Quest’archivio lo conoscono solamente i Serpeverde, quindi in questo momento solamente il Professor Piton è a conoscenza di quest’archio, oltre noi Serpeverde ovviamente-
Merda!
-Ah e cosa significa Ordine?- chiesi per smorzare la tensione.
-Oh bhe vedi, qui a serpeverde ci sono vari ordini. Comanda il più potente ovvero Principe Dei Serpeverde o in caso che la più potente sia una ragazza Principessa Dei Serpeverde;  poi ci sono i Consiglieri fidati del Principe e poi i vari titoli. Sono tanti e vengono dati in base alle proprie qualità. Io ad esempio vengo chiamata Principessa Di Ghiaccio perché sono la più fredda tra le Serpeverdi, diciamo che ho molto sangue freddo quando serve- disse sorridendo.
-Sono curiosa di vedere il tuo archivio…Mira Wh..- cominciò lei.
-No aspetta- dissi io disperatamente. E adesso che cosa dico? Merda!
-Cosa?- disse lei sospettosa.
-Ehi ragazze venite, ci siamo stancate di aspettare.-
Grazie a Merlino!
-Allora Mira andiamo in camera?- chiese Pansy.
-Ok-  dissi sorridente.
Prima ci allontanavamo dall’archivio meglio era.
-Allora queste due scale portano ai dormitori. A destra c’è il dormitorio maschile a sinistra quello femminile- spiegò una ragazza alta e bionda incamminandosi verso le scale di sinistra.
Salite le scale riusci finalmente a vedere il dormitorio..ehm…reggia.
Alla fine delle scale si poteva ammirare un raffinatissimo salotto.
Era la perfetta copia della precedente sala però più piccola e con un solo camino.
-Questa è la sala di ritrovo delle ragazze. Solo Serpeverde può permettersela visto che abbiamo a disposizione tutti i sotterranei. Ovviamente anche i maschi ne possiedono una.- esclamò un’orgogliosa Pansy.
-Lassù invece ci sono le camere- disse la ragazza dai capelli rossi.
Ovviamente la loro camera era elegante come tutto il resto del dormitorio.
 Ogni singolo dettaglio era curato, dalle soffici coperte di tessuto pregiato alle rifiniture delle finestre.
La camera comprendeva cinque letti a baldacchino da una piazza e mezza divisi tra loro da cinque armadi e altrettante scrivanie. Alla fine della camera c’era una porta che presupponeva portava al bagno. Il tutto era molto accogliente e dava un senso di protezione tale da definirsi con una sola parola: casa.
-Allora Mira, noi sappiamo chi sei tu, ma tu non sai chi siamo noi- esclamò Pansy incrociando le lunghe gambe sul letto in cui era seduta.
-Giusto Pansy. Io sono Eleanor Flint, Principessa della Mente- le sorrise una ragazza dai dolci lineamenti. Aveva i capelli di un rosso fiamma e due occhi di un grigio intenso.
 



-Ti prego non assoggettarmi a quel biforco di mio fratello- disse lei con una smorfia.
-Ne terrò a mente- replicai io.
-Io sono Penelope Schneider, Regina D’Astuzia- disse la ragazza dai capelli biondi. Aveva due grandissimi occhi azzurri e una cascata di capelli biondo . Sembrava una bambola.
 

 
-Invece io sono Daphne Greengrass, Regina Di Bellezza- mi disse la ragazza che mi aveva indicato i dormitori.
A differenza di Penelope la bellezza di Daphne era forte e decisa. Il suo corpo era perfetto così come i suoi lineamenti e perfetto era il modo in cui la usava.
Un’arma, la sua bellezza era un’arma, ammaliante e potente come quella della Veela ma con un tocco di imperfezione che la rendeva vera.
 
Il suo titolo era perfettamente meritato.
 

 
-Ma come si fanno ad acquistare questi titoli?- chiesi curiosa.
-Alla fine dell’anno noi Serpeverde ti eleggeremo in base alle tue qualità. Se invece non ne dimostrerai nessuna ci sono due possbilità. O vieni scelta come Consigliera o rimani una normale studentessa.-  spiegò Eleonor
-Ti dobbiamo avvertire però. Noi non saremo così anche fuori. Nessun Serpeverde lo è. Siamo costretti a combattere da soli contro tutte le altre case e per difenderci siamo obbliagati a mettere una maschera di freddezza  e indifferenza. Possiamo essere noi stesse solo qua dentro e ti conviene farlo anche tu se non vuoi essere schiacciata.- spiegò Daphne con tono affettuoso.
-Soprattutto tu che sei una Nata Babbana. Non fidarti di nessuno, nemmeno dei tuoi compagni- replicò Penelope seria.
-Quindi non dovrei fidarmi di voi- affermai
-Sarà una tua scelta di chi fidarti- disse Pansy con un sorriso affettuoso.
Rimasero tutta la sera a parlare e a divertirsi fino a mezzanotte per poi fare un “sonnellino di bellezza” a detta di Daph e un “andare in coma” a detta di Eleonor.
Finalmente poteva dire di aver trovato una famiglia
 
FINE FLASCHBACK

 

 
-Sveglia- strillò Pansy – Abbiamo mezz’ora-
 
Dopo mille imprecazioni, cinquanta sbuffi e corse varie le cinque ragazze erano finalmente pronte.
Tutte con la divisa (fuori moda a detta di Daph) si incamminarono verso la Sala Grande fino a che una figura magra e slanciata non fece fermare Mira.
-Voi andate, vi raggiungo più tardi- disse la bella moretta alle altre ragazze con lei.
-Ok- annui Pansy andando a prendere posto.
-Ciao Al- sorrise la ragazza abbracciando il ragazzo.
-Buongiorno Michelle- sorrise a sua volta il ragazzo
- sai che non devi chiamarmi in quel modo. Qui io sono Harry- la riprese bonario il ragazzo.
-Uffa, va bene. Allora come l’hai passata la  notte tra i Grifoni? – chiese lei.
-Abbastanza bene-rispose Harry –vedo che hai fatto amicizia, tutto bene tra le Serpi?- chiese poi.
-Tutto  bene, ma…- esitò Mira.
-Tranquilla ho lanciato un Silenziatore potenziato. Non ci sentirà e non ci noterà nessuno.- sorrise lui.
-I Serpeverde nascondono una stanza segreta. Tutti possono accedervi. Il problema è che questa stanza è un’archivio e non può essere imbrogliato. Racconta la vera identità di una persona comprese discendenze e affetti vari- spiegò lei preoccupata.
-Cazzo. Il preside lo sa?- chiese lui pensieroso
-No solamente i Serpeverde ne sono a conoscenza e visto che Silente è un ex-grifone non credo che ne sappia l’esistenza.-
-Ne parleremo oggi con il Preside. A proposito ti ricordi dell’incotro per scoprire di più sulle nostre famiglie?- chiese Harry.
-Si, inisieme a Draco e Daiana- annui Mira.
-Perfettamente. L’incontro è stasera alle 21. Cerca di essere il più discreta possibile. – le raccomando Harry con un sorriso gentile.
-Ok io vado allora. Che lezione hai ora?- chiese Mira.
-Trasfigurazione tu?-
-Trasfigurazione, ci vediamo lì allora- sorrise lei incamminandosi.
 
 
-Oh eccoti, credevamo che ti eri persa- esclamò una Pensy.
-Sono qua ora.- le sorrise Mira.
-Signorina la prego di prendere posto- esclamò la McGranit entrando.



-Allora quest’anno ripasseremo tutto quello appreso negli anni precedenti e ci prepareremo per l’esame che deciderà il vostro futuro: i G.U.F.O.-
-Signorina Whithe, io non ho prova delle sue capacità nel campo della trasfigurazione e le vorrei proporre un piccolo esame per poterla definitivamente ammettere a questo corso- disse la McGranitt seria - ovviamente se per lei non è un problema- finì sarcastica.
-Nessun problema professoressa.- disse lei sicura.
In realtà era molto nervosa. Per tutta l’estate aveva studiato la teoria con Hermione e grazie ai suoi antenati poteva vantare una memoria fuori dal normale e poteri straordinari. Il problema? Lei non aveva mai effetuato un incantesimo.

“Ce la fari” le sussurrò una voce dentre la testa. Sussultò capendone il proprietario.
“Ma come fai a comunicare telepaticamente?”pensò.
“Allenamenti” le disse lui tranquillo.
 
-Perfetto questa è la lista di incantesimi che dovrà effettuare- le disse la McGranit facendo comparire con un colpo di bacchetta gli incantesimi alla lavagna.
“Non ho mai fatto un’incantesimo!” pensò lei
“Ce l’hai nel sangue. Trova la magia dentro di te e incanala dentro la bacchetta. Purtroppo essa è un’intralcio per noi ma non possiamo creare sospetti.”
“OK”
-Avifors- pronunciò e subito il sasso davanti a lei diventò un’uccello facendo sgranare gli occhi alla McGranitt.
La professoressa sapeva benissimo che la ragazza non aveva mai pronunciato un incantesimo.

-Crumena Effecio- disse ancora Mira e l’animale si trasformò in un foglio di pergamena .
Continuarono così per circa dieci minuti quando la professoressa capì il reale potenziale della ragazza.

-Cinquanta punti a Serpeverde- esclamò la McGranitt contariata mentre i Serpeverde annuivano compiaciuti.
“Brava Piccola” le disse Harry.
Ok ora svengo…
“Grazie” pensò lei soridendo.
 
Finita la lezione le ragazze si complimentarono con Mira.
-Ora si va a pranzo?- chiese Eleonor mentre consultava un libro.
-Si e poi a pozioni-rispose Penelope.
-Ragazze io vado da Draco- esclamò Pansy una volta arrivate.
-Ok…ah io sono la testimone- esclamò Daph.
-Io la damigella d’onore- disse Penny.
-Io porto i fiori- continuò Ele.
-Ragazze basta…è solo un pranzo- bisbigliò Pansy arrossendo.
-Ti piace Draco Malfoy?- chiese io.
-N-No è solo un a-amico- balbettò lei rossa.
-per cui hai una cotta da cinque anni- puntualizzò Penny.
-Non vi sopporto- esclamò lei allontanandosi.
-Ti vogliamo bene anche noi Pans- strillammo per poi scoppiare a ridere.
Per fortuna nessuno aveva visto la scenetta.

-Ah c’è una cosa di cui non ti abbiamo parlato- disse Daph accomodandosi elegantemente sulla panca.
-Sarebbe?- chiese lei curiosa prendendo un poco di pasta. (nd.autrice  Mi dispiace ma odio il cibo inglese…niente porridge ).
-Le quattro famiglie- disse tranquillamente Ele mettendosi una porzione nel piatto.
-Sì, vedi Mira, tempo fa ai tempi di Merlino esistevano quattro potentissime famiglie. Esse mantenevano l’equilibrio e si diceva che senza di esse il mondo sarebbe caduto nel più completo caos. Non sappiamo niente di preciso, solo i loro nomi.- spiegò Daph
-I Malfoy, i De La Mort e i Devon. Della quarta famiglia non si sa niente. Nemmeno il nome- finì Penny.
-Oh…quindi Draco, come mai sono così importanti?-

-Whithe- esclamò una voce alle sue spalle.
-I tuoi sudici genitori babbani non ti hanno insegnato che non si parla delle persone che non sono presenti?- continuò lui beffardo.
-Malfoy- rispose solo lei.
-Vedo che non ha capito con chi hai a che fare signorina- la canzonò lui.
-Sì, so perfettamente con chi ho a che fare. Con uno stupido pallone gonfiato che si nasconde tra le sottane del padre e la grandezza del suo nome- rispose lei tranquillamente continuando a mangiare.
Tutto il tavolo ammutolii.
-Sono il Principe dei Serpeverde. Sono stato eletto perché il più forte e potente tra tutti..- replicò lui altrettanto calmo.
-O semplicemente perché eri l’unico che aveva le palle per svidare per cinque anni di fila il grande Bambino-Che-E’-Sopravvissuto. – rispose lei con sarcarsmo.
-Ora se permetti avrei lezione, non voglio perdere tempo.- si alzò e seguita dalle altre tre ragazze uscì dalla Sala Grande.
 
 
La prima lezione di Pozioni si svolse insieme ai Tassorosso a cui vennero tolti una sessantina di punti.
Fu una noia completa a detta di Mira.
Non ci fu niente di nuovo.
 Il Professore come la professoressa McGranitt  interrogò Mira sulla sua preparazione in pozioni assegnadole cinquanta punti per l’eccellente conoscenza di tale materia, tolse punti ai Tassorosso e parlò dell’argomento preferito di tutti i professori: i G.U.F.O.
 
L’intoppo fu a fine lezione quando Pansy la prese da parte e la spinse dentro un’aula in disuso.
-TU!! Piccola puttanella mezzosangue! Come ti sei permessa a parlare a Draco in quel modo?- le urlò in faccia.
Michelle rimase impassibile anche se dentro di se si sentiva offesa dalle accuse della sua amica.
-Tu sei solo feccia. Ti ho trattato in quel modo così genitile solo per pietà. Tu dovresti strisciare ai miei piedi e invece cosa fai cagna? Insulti coloro che valgono mille volte te-
Ahia fa male.
“Non rispondere Mira. Vattene via, non ne vale la pena”
“Ma Harry...”
“Michelle”
-Posso andare ora?- chiese Mira con tono annoiato.
-Tu brutta cagna…-iniziò la Parkinson ma ammutoli quando i suoi occhi incontrarono quelli verde acqua di Mira.
-Parkinson non mi interessa quello che pensi di me. Non voglio farti perdere tempo per insultare questa povera inutile serpe mezzosangue- queste furono le ultime parole di Mira prima di uscire da quell’aula malridotta.
 
“Sono rimasta sola Harry” pensò lei.
“Come mai Michelle?”
“Le mie compagne di stanza conoscono Pansy da cinque anni se non di più. Si schiereranno tutte dalla sua parte. Erano le mie uniche amiche” continuò lei sconsolata.
“Ci sono io con te e poi stasera cambieranno molte cose.”
“Ok Al”
“Ti volgio bene piccola…a stasera”
“Anche io…a stasera”
 
Quella sera quattro ragazzi avrebbero scoperto il loro destino cambiando quello dell’intero Mondo Magico.

 

*l'ho descritta secondo la mia immaginazione
**nome inventato
***nome inventato

 



Salve ragazzi.
Dopo tanto tempo siamo di nuovo qua.
Vorrei scusarmi per questo mostruoso ritardo ma sono successe tantissime cose e questa storia era l'ultima dei miei pensieri.
Spero che continuiate a leggere questa storia nonostante tutto. Ditemi se ci sono errori o altro...questo capitolo non è ancora stato revisionato.
Ringrazio tutti quelli che leggono/recensiscono ma soprattutto la mia beta Lady_Kid e SnivellusFan che mi ha supportato molto con le sue continue recensioni. Grazie ancora.




Alla prossima

 
 
 
 
 
 

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