Con te è diverso

di Elisabeth_Ice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attesa ***
Capitolo 2: *** Non è possibile ! ***
Capitolo 3: *** Al prossimo inverno Jack! ***
Capitolo 4: *** Sarebbe complicato! ***
Capitolo 5: *** Il sogno ***
Capitolo 6: *** Non chiudermi di nuovo la porta in faccia! ***
Capitolo 7: *** Lo sento, sento il tuo cuore ***
Capitolo 8: *** Una splendida idea! ***
Capitolo 9: *** Complicazioni!!! ***
Capitolo 10: *** Rivelazioni🌹 ***



Capitolo 1
*** Attesa ***


Sono passati tre anni dall' incoronazione di Elsa e dal matrimonio di Anna, 
e due anni dalla nascita della piccola Marghereth e, ancora, uno dalla nascita di Josh.

In quei quattro anni il regno di Arendelle aveva prosperato grazie alla saggia guida della nuova regina che, era sempre impegnata; tra riunioni a cui partecipare e pergamene da leggere aveva smesso di trascorrere del tempo con la sua famiglia, quei pochi momenti della giornata senza impegni venivano occupati dalle udienze richieste dai sudditi, che chiedevano dei consigli, delle spiegazioni e a volte anche dei "favori" a sua Maestà.
 Elsa era sempre disponibile per il suo popolo, ma le mancavano le piccole attività di tutti i giorni : il poter chiacchierare con la sorella, il pattinare, e sopratutto il poter scherzare  e giocare con il ghiaccio e con la neve con Anna.
L'unica persona della sua famiglia con cui passava del tempo frequentemente era la nipotina Marghereth. La piccola principessa adorava la zia Elsa, e adorava assistere alle sue splendide magie, ma adorava stare con la zia anche quando lei svolgeva incarichi ufficiali, Marghereth o come la chiamava Elsa " Maggie"   la rallegrava anche nei momenti di noia,  per esempio, durante gli incontri con altri sovrani; era una bambina adorabile con i capelli biondi, come il padre e le lentiggini, come la madre. Era una principessa a tutti gli effetti, infatti Anna affermava spesso con il suo sposo che se non fosse stato per la somiglianza sarebbe potuta essere tranquillamente figlia ad Elsa dato il suo atteggiamento tranquillo e la posata regale che la piccola aveva.
 Forse era questo che le faceva andare tanto d'accordo 
 Praticamente il contrario di Josh che nonostante fosse più piccolo di Maggie di un anno era già uno scapestrato proprio come lo era Anna alla sua età ! In più Josh non le assomigliava per niente: lui aveva i capelli rossi e gli occhi castani ! 

Anna, invece, era perennemente presa dal figlioletto, che ancora troppo piccolo per girare nel castello da solo, aveva bisogno della madre . 
Anche Anna aveva meno tempo da dedicare alla sorella poiché la sera, sfinita, preferiva andare a letto abbastanza presto. Infatti alcune sere Elsa conversava con Kristoff, l'unico che rimaneva sveglio fino a tardi accanto al camino; l'argomento più trattato erano i bambini. Entrambi adoravano parlare di quei piccoli pazzerelli !

Elsa  sapeva che Kristoff era l'uomo giusto per sua sorella.
Anna ha sempre avuto bisogno di una persona stabile e calma l suo fianco, insomma una persona che non fosse impacciata e scatenata come lei !
In quegli anni tra lei e Kristoff si era instaurato uno splendido rapporto d'amicizia, rispetto e reciproca fiducia; la regina, infatti sapeva che quando Anna e i suoi nipoti erano con lui non c'era da preoccuparsi. 
Kristoff si era dimostrato un marito e un padre splendido e amorevole, ogni volta che non lavorava, passava del tempo con la sua famiglia, Elsa lo vedeva spesso rientrare a palazzo e correre nella camera dei bambini dove loro lo accoglievano calorosamente urlando - PAPÀ !!- lui prendendo imbraccio Maggie si avvicinava a Josh stampandogli un bacio sulla fronte e il piccolo di tutta risposta faceva un gran sorriso. Quando vedeva Anna tutto diveniva un po' meno innocente ! ( Vi lascerò immaginare! Ahahah ) 
La regina però, quando vedeva queste scene si sentiva "in colpa", in colpa di perdersi tutta la gioia e l'amore per la famiglia racchiusa in quelle quattro favolose persone, a causa dei suoi doveri da sovrana. A volte si sentiva anche fuori posto tra tutti loro,  perché c'erano loro; una vera e propria famiglia e poi c'era lei, la regina di ghiaccio che probabilmente agli occhi altrui era l'unica donna del regno e forse del mondo, che non sapeva amare. 

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Capitolo 2
*** Non è possibile ! ***


Quel giorno Elsa era, come al solito, stata presa dagli impegni di corte; aveva partecipato alla cerimonia di varo della nuova maestosa nave di Arendelle che prendeva il nome della precedente sovrana del regno " Queen Eleonor ", ovviamente l'onore di varare la nuova nave con una pregiata bottiglia di  champagne spettò ad Elsa che in precedenza aveva lei stessa scelto il nome dell'imbarcazione, dedicandola alla madre.
Come un lampo nella mente ella regina riaffiorarono molti ricordi del tempo passato con la madre; ricordò quando la mamma la prendeva imbraccio è le narrava delle storie sulle principesse del passato, ricordò quel giorno in cui il padre la invitò ad entrare nella loro camera per conoscere la sua nuova sorellina appena nata, quando involontariamente congelò il suo cagnolino e dovette sorbirsi dalla madre una sinfonica ramanzina che, all'epoca, le sembrò non finire mai, ed infine ricordò del pomeriggio in cui i suoi si avvicinarono per informarla della loro partenza: l'ultima volta che li vide .
Quando "ritornò al presente" Elsa era malinconica, la folla esultava e la nave partiva, dopo un po' si avvicinò alla regina una donna, probabilmente una giovane contadina, che porse una neonata imbraccio a sua Maestà e che con allegria chiese
- Maestà, sarei lieta se le dareste la vostra benedizione !-
- Ma certo - esclamò Elsa baciando delicatamente la piccola fronte della bambina
-Grazie Maestà, ed ora con il suo permesso tornerei al lavoro!- si allontanò la donna
Quel piccolo gesto le fece ritornare un po' di gioia; non benediceva un bambino dalla nascita di Josh. Il pensiero che era nata una bambina ad Arendelle la colmava di felicità. Proprio mentre pensava a quel lieto evento vide il caro nipotino correrle incontro, Elsa accennò un passo, ma il piccolo l'aveva già raggiunta, le abbracciò la gamba destra, l'attenzione di sua Maestà fu attirata, però, da una vocina 
-Zia Elsaa!!- urlò Maggie mentre la madre cercava di starle dietro 
Elsa sorrise osservando quella simpatica scena.
La regina prese in braccio Josh e si avvicinò alla sorella e alla nipote.
-Anna va tutto bene? - chiese con ironia 
- Smettila Elsa ! Corri tu inseguendo queste due pesti dal castello fino al porto- esclamò Anna sorridendo affannata. Elsa rispose con un sorriso .
-Cosa volevi dirmi piccola mia ?!- chiese incuriosita la regina 
- Zia, mamma per questa sera ha organizzato un ballo a palazzo!- rispose Maggie 
Lo sguardo di Elsa si spostò sulla sorella che le si avvicinò e la abbracciò
- Oh Maestà, avanti, ogni tanto è piacevole fare festa!- 
- Anna ma non mi avevi parlato di una festa!-
- Lo so, ma te ne ho parlato ora! - 
Le due sorelle scoppiarono in una risata che dopo poco coinvolse anche bambini .
Tornarono al castello e sulla soglia della porta  Kristoff che attendeva la moglie e i pargoli. Sua Maestà salutò con cortesia il principe che educatamente si inchinò.
Ella mentre saliva le scale notò al piano di sotto i due bambini che si rincorrevano giocando. Entrò nella sua stanza e aprì una porticina, al di là di essa vi era un'intera stanza piena di abiti regali, ampi e pomposi; frugò a lungo tra quelle lunghe vesti ma  non trovando nulla che le piacesse decise di fare da se. 
Elsa agitò le mani, delicatamente intorno al suo corpo iniziarono ad ondeggiare cristalli di neve che girando sempre più vorticosamente diedero vita ad un abito lilla con sfumature tendenti al blu, la scollatura a cuore le evidenziava i seni e lo spacco sul lato destro dell'abito lasciava intravedere il polpaccio. Raccolse i capelli in un grande chignon abbellito da spilloni con pietre preziose. 
Era pronta per il ricevimento.
Uscì dalla sua stanza e si accomodò in una saletta privata alla quale potevano avervi accesso solo i membri della famiglia reale, era un ambiente davvero grazioso e accogliente. 
Arrivò l'ora di aprire le danze ed Elsa, come suo solito, dopo essere stata annunciata  fece un discorso di ringraziamento a tutti i partecipanti di quella sera.
Attese a lungo, ne Anna ne Kristoff si eran fatti vivi. Elsa, allora, decise di uscire dalla sala da ballo e arrivata alla stanza della sorella bussò tre colpi sul legno della porta. Quando Kristoff aprì era a petto nudo tutto sudato, al che Elsa imbarazzata si scusò ma il principe la fermò 
- Non è come crede Maestà - cercò di spiegarle
- Kristoff non c'è bisogno di giustificarti - lo tranquillizzò lei
- Maestà vi prego di entrare !- disse lui
Elsa accompagnata dal giovane entrò e vide una scena che secondo il suo stile di vita era a dir poco raccapricciante : Anna urlava mentre Josh e Margereth saltellavano su e giù da un letto all'altro, la camera era ormai stata messa a soqquadro dai bambini e da Anna che cercava di metterli a letto. 
Elsa si fece notare dai nipoti .
- Principino, principessina, vi ordino di andare nei vostri rispettivi letti, e se questa sera farete altri simili capricci vi farò passare una notte da soli nelle segrete- affermò con tono autoritario, poi proseguì - senza mamma e senza papà. - terminò così la regina.

Josh si addormentò quasi subito dopo quel sonoro rimprovero, ma Maggie no!
- Zia Elsa, resteresti con me finché non mi addormento?- 
- Sua Maestà ha un ballo di sotto che la aspetta!- rispose Kristoff
- Non preoccupatevi, voi due andate pure, resterò con lei ancora un po' !- disse Elsa, tranquillizzando la coppia, che dopo aver dato la buonanotte ai bambini si avviò nel grande salone .
-Zia, mi racconteresti una storia?- chiese assonnata, anche se non voleva  dimostrare di esserlo
- E va bene, che storia vorresti ascoltare?- chiese paziente
- Non lo so! Oh oh certo, potresti raccontarmi una delle avventure di Jack Frost!- esclamò entusiasta 
- Come fai a conoscere Jack Frost- chiese incuriosita Elsa
- Mamma mi racconta sempre di lui e dei suoi poteri, la sera ! Perché tu non lo conosci zia?!- 
- Ma certo, ti svelerò un segreto- disse toccando con il dito la punta del naso della principessina - io l'ho conosciuto di persona, circa alla tua età!- continuò .
-Ma dai, non è possibile! Lui non esiste !- ma a quelle parole fu interrotta dalla zia
- Non devi mai dirlo, hai capito mia cara! Sta male se i bambini non credono in lui! -
- Se lo hai incontrato davvero, parlami di quello che avete fatto!- la mise alla prova la piccola 
Elsa iniziò a raccontare tutto quel che ricordava, le parlò di quando da bambina, lei e Jack Frost giocavano in giardino e di quanto si divertissero insieme. 
Erano le 21:00 e La regina guardando la nipote la vide dormire amorevolmente con un finto diadema di plastica e con il suo fidato pupazzo attaccato al petto, stretto da quelle piccole braccia morbide e delicate. 
Elsa si alzò, sfilò dalla testa della nipote il diadema che poggiò su un mobile posto nell'angolo della stanza; all'improvviso un vento freddo entrò nella stanza ormai buia, i battenti si aprirono, Elsa non sentiva il freddo ma chiuse le finestre, per non far congelare i due cuccioli.
Si girò verso i lettini, notò subito qualcosa di insolito in quella scena, accanto al letto di Maggie vi era un figura che a causa del buio non riusciva a distinguere dal resto, Elsa rimase immobile visto che la sagoma sconosciuta non l'aveva vista. 
Lo sconosciuto si avvicinava sempre più alla bambina e iniziò a parlare tra se e se
- Aspetta un attimo! Tu hai le lentiggini, lei non le aveva! E poi Elsa non era così calda!- a quelle parole la regina intervenne 
- Chi è lei? E cosa vuole da Maggie!- lo sconosciuto sobbalzò e si avvicinò alla finestra. Elsa riuscì a distinguere l'individuo: era una figura snella e slanciata, era scalzo e aveva dei pantaloni ed una felpa scura indosso, Elsa notò il bastone che costui non lasciava mai, poi avvicinandosi vide dei capelli bianchi, quasi argentei, la regina ebbe un brivido, non poteva crederci, non era possibile, non potevano essere quei capelli argentei che tanto amava toccare da bambina, non poteva essere quella felpa a cui rimaneva aggrappata per ore, non poteva essere Che lui!
- Jack!!!- esclamò quasi senza fiato la regina, avvicinandosi un po' di più 
- Ok, beccato, e tu saresti...?- chiese l'altro
- Non ti ricordi, sono Elsa !!!- esclamò lei entusiasta.
Jack non poteva credere ai suoi occhi, quella non poteva essere lei, era una donna adulta, non poteva essere la bambina con cui giocava, non poteva essere la principessa che teneva in braccio per ore, non poteva essere lei!
-Sei davvero tu?!- domandò dubbioso.
- Si, non mi riconosci !- in quel momento Elsa volteggiò le mani e iniziò a nevicare, solo su di lui, come la nuvoletta creata per Olaf!
-Elsa, io non ci posso credere! Sei cambiata!- 
- No, sono cresciuta Jack, cosa che tu non hai fatto!- entrambi si misero a ridere.
- Io credevo che tu fossi lei!- indicò Maggie 
- Avanti Jack usciamo, così i bambini potranno dormire indisturbati !- gli disse guardandoli.
Jack era già sulla soglia della porta quando Elsa si avvicinò a Maggie e le baciò la fronte, la bambina stava per risvegliarsi, quando la mano di Elsa le carezzò la guancia ,  Margereth rabbrividì al tocco della zia che sussurrandole all'orecchio - Va tutto bene tesoro, va tutto bene- lstrinse nuovamente il pupazzo e riprese la sua discesa tra le braccia di Morfeo.
Elsa si diresse anche da Josh, gli stampò un bacio dicendo - Notte piccolo mio!- tutto questo sotto l'attento sguardo di Jack che stava esaminando ogni movimento della donna a contatto con i bambini .
I due uscirono dalla camera delle pesti e entrarono in quella di Elsa, lei da buona padrona di casa lo invitò a sedersi e lui da bravo ospite quale era accettò l'invito.
- Posso??- chiese Elsa con un sorriso, allargando le braccia verso l'albino.
- Oh, ma certo! - i due si abbracciarono, non lo facevano da quando Elsa aveva cinque anni, erano entrambi felici di essersi rivisti.
Quando si staccarono Jack notò che in camera c'era un letto matrimoniale .
- Allora ti sei sistemata eh?!- chiese il ragazzo 
- Si, da quando sono regina è tutto cambiato, la gente conosce la vera me !- 
- È fantastico, vedo che hai anche messo su famiglia!- continuò lui
- Oh no no! Beh si loro sono la mia famiglia ma non in quel senso !- Jack era confuso!
- Voglio dire che non sono i miei figli! - si spiegò meglio Elsa.
- Ma tu prima..- ma non fece in tempo a terminare la frase che lei lo aveva bloccato
- Sono i miei nipoti, i figli di Anna!- 
Elsa credeva che Jack si sarebbe meravigliato nel sapere che non erano figli suoi e che lei li trattava ugualmente con così tanto affetto e maternità. Ma le uniche parole che gli usciron di bocca furono
- Peccato! Saresti una madre magnifica! Immagino che però tu sia sposata?!- 
- No, non lo sono! -rispose la regina un po' cupa.
- Perchè lo dici in quel modo ? Non è una cosa negativa!- rispose lui .
Jack era un po' teso, lui si era immaginato di tornare ad Arendelle e di parlare e giocare con una bambina; cosa che faceva tutti i giorni, non era psicologicamente preparato a intrattenere una conversazione con una donna, e che donna ! 
Mentre Jack era assorto nei suoi pensieri, ma sopratutto nell'ammirare quella che per lui era la nuova Elsa, lei gli rispose e automaticamente gli chiese
- Non importa! E tu,invece, che mi dici, hai una signora Frost?- 
- Beh, no- esclamò Jack toccandosi la nuca - non sono mai stato tanto con una donna da potermici innamorare - proseguì lui .
La serata proseguì tra i racconti di lui, che le spiegava come era divenuto Guardiano e delle battaglie in cui aveva affrontato Pitch Black, e tra i racconti di lei, che gli narrava del giorno della sua incoronazione e di tutti i guai che da allora aveva passato con la sorella.








 

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Capitolo 3
*** Al prossimo inverno Jack! ***


Anna e Kristoff avevano appena terminato di danzare un valzer.
-Anna, dov è finita Elsa?- chiese l'uomo
- Non lo so!- affermò la principessa dubbiosa.
Anna ricordava ciò che la sorella le aveva detto più o meno tre ore prima.
Sua Altezza si allontanò e quasi tutti lo notarono, tutti tranne il marito che continuava a parlare con il duca delle Isole del Nord con cui Arendelle, in quel periodo, intratteneva rapporti commerciali.

Intanto....
Jack ed Elsa erano, ancora, nella camera di lei, ormai non parlavano più ma erano passati ai fatti: nella stanza cadevano leggeri, come piume, piccoli fiocchi e cristalli di neve, le finestre erano ghiacciate, il pavimento era ormai una grande lastra di ghiaccio nella quale i due potevano specchiarsi; tutto diventò freddo nella camera, Jack era nascosto dietro una trincea di neve e soffiando sulle sue mani creava piccole sfere di neve che subito venivano scaraventate su Elsa, che a sua volta, era seduta su un cuscino di velluto, nascosta da un muro di ghiaccio;  la ragazza si difendeva bene e tra un colpo e l'altro, i due scherzavano allegramente, ogni uno scherniva l'altro ed entrambi ridevano come non facevano ormai da anni.

Quella battaglia di neve li aveva incredibilmente riavvicinati, fisicamente e mentalmente. 
Quelle ore trascorsero serene e i giovani avevano ormai perso la cognizione del tempo, Jack non se ne accorse, ma Elsa si !
Qualcuno aveva bussato alla porta!
La regina di ghiaccio molto velocemente prese a far tornare la stanza com'era, agitava ansiosamente le mani mentre il guardiano, la osservava compiere quei gesti.
Bussarono nuovamente.
Elsa cercò di aggiustare, per quel che poteva, la sua acconciatura ormai sgualcita dai colpi ricevuti quella sera; ormai stufata da un ciuffo ribelle che non riusciva a sistemare, decise di sciogliere l'intero chignon, lasciando così la folta capigliatura sparpagliarsi lungo la schiena. Ma la ragazza non sembrava ancora soddisfatta.
Jack scese dal mobile sul quale era seduto e avvicinandosi alla regina, le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro 
- Ehi! Perchè ti affanni tanto? Sei perfetta! - le disse guardandola dritta negli occhi.
Elsa ricambiò quello sguardo e accennò un amichevole sorriso che fu bloccato da un'altra bussata di porta.
A quel punto sua maestà decise di aprire. 
Ella si aspettava un maggiordomo o una cameriera ma rimase alquanto meravigliata nel vedere Anna che con le mani portate ai fianchi la "rimproverò" quasi .

- Elsa ma dove sei stata, sono letteralmente tre ore che ti aspettano in sala.- Anna si fece strada entrando nella camera della sorella. 
Elsa fece un veloce segno a Jack, incitandolo a nascondersi.
 Il guardiano, però, credeva che la principessa ormai adulta non credesse più in lui, e che quindi non lo avrebbe visto.
Una volta nella stanza, Anna si ritrovò faccia a faccia con quell'individuo dai capelli bianchi .
- T-tu sei! Tu sei! Tu sei Jack Frost! - urlò la reale che vedendolo lo riconobbe subito.
La principessa non poteva credere ai suoi occhi, era incredibile che il soggetto dei suoi racconti e delle sue fiabe preferite fosse lì; era così emozionata, avrebbe voluto bombardarlo di domande ma cercò di avere un po' di contegno; quello che la sorella spesso le richiedeva.
- Perché mi vedi ?- chiese lui, incredulo di ciò cha aveva pronunciato Anna.
- Perché lei crede ancora in te, è lei che ha raccontato di te ai bambini!- intervenne Elsa allegra . Anna annuì silenziosamente guardando Frost.
- È perfetto, quanto rimarrai qui a palazzo Jack?- esclamò ospitale la principessa.
Al solo pensiero che Jack, forse, sarebbe rimasto del tempo lì, la regina iniziò a sorridere, senza farsi notare ovviamente.
- Anna, ti ringrazio, ma non posso restare tanto a lungo quanto vorrei, sono solo di pasaggio per portare l'inverno !- rispose dispiaciuto il guardiano
Quel sorrisetto della regina, si trasformò in un espressione malinconica e forse anche un po' delusa.
 Jack la notò e chiese cortesemente ad Anna di lasciarli un attimo soli. 
- Perché al posto di restare qui da soli non venite con me. Ci divertiremo, Jack ti presenterò tante persone e.....- ma a quel punto Anna fu interrotta da Jack
- Sarebbe bellissimo, ma anche se venissi al ballo con voi non potrei ugualmente conoscere nessuno! - disse lui sconfortato.
- Perchè no ?! - insisteva la principessa
- Anna, non tutti credono in lui, e dubito seriamente che i lord e i duchi presenti in sala siano tra coloro che credono nella leggenda di Jack Frost, nostra madre ci ha cresciute in modo diverso da tutti gli altri, ricordi?- intervenne Elsa sperando di far capire alla sorella perché il guardiano si stesse rifiutando.
- Ah, capisco! Ora con il tuo permesso Elsa, ritornerei dai nostri ospiti!- e pronunciando quelle parole, Anna uscì  chiudendo la porta della camera di Elsa dietro di se, tornando nella sala da ballo.

Jack approfittò di quei momenti di solitudine con Elsa per parlarle a quattr'occhi .
- Fiocco di neve, perché sei diventata improvvisamente triste?- chiese il guardiano sedendosi accanto a lei sul letto.
La regina tentò, in un primo momento, di negare alla domanda. Ma il guardiano insistette.
Elsa chinò la testa verso il basso, non rispose,era confusa con se stessa: perchè era così triste? E perché stava per piangere senza volerlo?  
Una lacrima le rigò il pallido volto.
Jack le alzò delicatamente il viso e appoggiò la mano destra sulla guancia della regina, con un leggero movimento del pollice le spostò via la lacrima, che al tocco del guardiano si cristallizzò. Lui teneva la goccia tra due dita che piazzò davanti agli occhi della regina.
- Ehi, cos'è questa?-  disse Jack, riferendosi alla lacrima
Elsa aprì lentamente gli occhi azzurri e guardò l'oggetto della domanda
- Wow, non mi ero mai accorto di quanto fossero belli i tuoi occhi!- esclamò stupito, poi continuò - Elsa, non voglio mai più vedere  una di queste scendere giù da quegli occhi meravigliosi, ok?- mentre pronunciava quelle parole, quel minuscolo cristallo che Jack aveva tra le mani, andò in frantumi.
Elsa gli sorrise guardandolo negli occhi.
- È così che mi piaci Fiocco Di Neve! - esultò Il guardiano facendo spalancare le finestre dal vento. 
La stanza fu pervasa da una fredda brezza che scompigliò leggermente i capelli di sua Maestà .
- Jack, ma che fai!!- rise la regina.
- Ora che vi ho rifatto sorridere Maestà temo di dover andare! - disse ironico.
- Tornerai?!- domandò preoccupata Elsa.
- Per voi sempre Maestà, ci rivedremo il prossimo inverno! -pronunciate quelle parole saltò fuori dalla finestra e scomparve portato chissà dove dal vento.
Elsa di avvicinò alla finestra e cercò di vederlo volare via, sperando di potergli fare un ultimo segno di saluto, ma non riuscì a vedere niente; tutto lì fuori era bianco, ricoperto dal suo elemento naturale, non si vedeva niente oltre quella neve, che cadeva lenta sui prati i quali riservavano ancora delle zone verdi rimaste, anche se ancora per poco, non innevate.
Elsa si sedette sul letto e prese in mano alcuni minuscoli pezzi di cristallo, probabilmente ciò che rimaneva della sua lacrima, li osservò a lungo.
- Al prossimo inverno Jack!- sussurrò accennando un sorriso.







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Capitolo 4
*** Sarebbe complicato! ***


Era passato un anno dall'incontro tra Jack ed Elsa.

L'autunno era giunto al termine, l'inverno era ormai alle porte.
Le piazze di Arendelle erano vuote, pavimentate da foglie secche, tristemente cadute dall'albero che le ospitava, le porte del palazzo reale erano chiuse; tutto era silenzioso.
Tutto tranne il soggiorno.
Maggie si era svegliata prima di tutti gli altri quel mattino, si era accomodata sul freddo pavimento del grande salone e canticchiava un allegro motivetto in compagnia del suo compagno di giochi preferito; Olaf.
Il caro pupazzo di neve non era mai andato via, in tutti quegli anni c'era sempre stato per la regina e per la principessa, rallegrando i loro giorni più cupi o passando del tempo con loro quando non riuscivano a dormire, proprio come stava facendo in quel momento con la piccola Margereth. 
Insieme giocavano con due vecchie bambole di pezza, probabilmente appartenute ad Anna quando era bambina. Una era bionda e indossava un abitino blu con della strisce nere ai bordi; l'altra aveva un vestito verde valorizzato da tanti ghirigori di tonalità più scura . 
Maggie fingeva sempre che quelle due fossero la mamma e sua zia da piccole, con quelle bambole e un pizzico di fantasia ,che di certo non le mancava, viveva grandiose avventure, che avevano come protagoniste le donne più importanti della sua vita.
Dopo aver giocato un bel po' con esse, la piccola decise di cambiare.
- Olaf, ho un idea migliore. So con cosa potremo giocare!- esclamò
- E con cosa?!- 
- Con la neve, e so chi chiamare per questo!- rispose la principessina entusiasta.
- E chi?!- domandò Olaf 
- Sciocchino, parlo della zia !- rispose Maggie divertita.
I due si guardarono e contemporaneamente iniziarono a sorridere.
Pochi minuti dopo erano entrambi fuori la stanza di sua Maestà.
Con l'aiuto del suo naso, Olaf riuscì ad aprire la porta e senza fare alcun rumore entrarono e si avvicinarono in punta di piedi al letto dove riposava beatamente la regina.
Olaf rimase ai piedi del letto, con uno scatto fulmineo Maggie saltò sul letto al lato di Elsa ed iniziò a spingerla con le braccia.
- Zia Elsa, zia svegliati- 
- Va a dormire- rispose Elsa assonnata, che lentamente fece scendere la bambina.
- Il cielo è sveglio, quindi anche io sono sveglia- disse la piccola salendo nuovamente sul letto.
Quelle parole suonarono familiari alla sovrana,che stropiacciandosi gli occhi alzò il busto sedendosi.
- E va bene, cosa vuoi Meg?!-
- Lo facciamo un pupazzo di neve ?! - rispose la bambina.
Ad Elsa quella richiesta le rimbombò nella testa, ad un certo punto le sembrò di sentire anche la voce della sorella pronunciare quella domanda.
- Zia, allora?- chiese con l'espressione di chi ha ormai perso la speranza.
Elsa la guardò.
- Ma certo, avanti andiamo ! - 
Margereth sorrise e la abbracciò forte. Quando le due si staccarono, Elsa si alzò e andò nel suo bagno in camera. Maggie la aspettò fuori e notò lungo il perimetro della porta chiusa una luce azzurra provenire dall'interno . 
Poco dopo ne uscì la regina che indossava il suo solito vestito celeste, fatto di ghiaccio.
Entrambe si avviarono nella sala da ballo e quando vi giunsero Elsa sbattè un piede a terra e tutto il pavimento si ricoprì di una spessa lastra di ghiaccio sulla quale iniziarono a pattinare, a loro si unì anche Olaf.
Nella stanza iniziò a nevicare e agitando le mani Elsa costruì dei cumuli di neve sui quali Meg saltava. Ad ogni salto la montagnetta diveniva più alta grazie alla zia.
Elsa ricordò ciò che era accaduto quando lei ed Anna erano bambine, non voleva colpire anche sua nipote, non avrebbe mai potuto perdonarselo; non riusciva neanche ad immaginare la reazione di Anna. Questi pensieri si affollarono nella sua mente in una frazione di secondi.

Il momento dopo fu pieno di agitazione: Mag saltava tra i cumuli e stava per lanciarsi nel vuoto da uno molto alto, la porta della sala si aprì, Anna e Kristoff entrarono urlando.
- Margereth non buttarti, la zia è distratta !!! - urlò Anna.

Pochi secondi dopo fu tutto diverso: nella stanza non nevicava più, Meg era atterrata su un morbido ammasso di neve, Anna guardava la sorella compiaciuta e Kristoff era diretto verso la bambina.
Elsa aveva fatto sì che la bambina avesse avuto un comodo impatto con la neve.
- Grazie Elsa, contavamo su di te- disse la principessa.
- Oh certo ho notato!- disse leggermente turbata- Non ero distratta ! - continuò.
- Beh Perdonami !- rispose Anna, accennando un sorriso che ben presto contagiò anche la regina. 
- Devo informarvi di un evento ufficiale !- disse seria la regina.
- Avanti, sai che sono curiosa!!- 
- L'intera famiglia reale è stata invitata ad un importante incontro tra sovrani!-
-  Chi ci ha invitati ?- 
- Non siete autorizzati a sapere ma vorrei che vi andaste tutti a preparare! - 
- Oh Elsa, parla!- si lamentò Anna.
- È una sorpresa, ora andate !- esclamò la regina autoritaria
Tutta la famigliola uscì ed Sua Maestà rimase in compagnia del dolce pupazzo.
Elsa lo guardò interrogativa.
- Olaf, dov è la tua nevicata personale?- chiese pensierosa.
- Oggi è il 22 dicembre, ricordi!? Inizia l'inverno ed io non ho più bisogno della nuvoletta tutta per me.-continuò - dovrai ridammela a marzo, quando l'inverno finirà!-
- È inverno!- spalancò gli occhi.
- Si, perchè ?- 
- È il 22 dicembre !- 
- Si, perché ?!- 
-Perdonami Olaf ma devo andare a prepararmi!- cercò di finire lei.
 -Si,perché ?- 
- Olaaaf . - esclamò spazientita Elsa con un sorriso .
- Oh,oh , lo so perchè !! Ci vediamo dopo Maestà !!- andò via.
Elsa si recò subito in camera sua, chiuse la porta dietro di se e si avvicinò alla finestra. Restò lì a guardare gli alberi spogli per un pò.
Poi entrò nello stanzino in cui aveva tutti i suoi abiti, guardando e riguardando scelse un abito lungo verde con alcuni dettagli in pizzo.

Intanto negli appartamenti della principessa....
- JOOSHHH ! MAAAAGGGG!!!! - nessuno gli dava retta.
Anna si era appena alzata dallo sgabello dinanzi alla specchiera.
- Kristoff, smettila di urlare! - sbottò la principessa.
- M-ma Anna, li vedi !- contrabbattè lui.
La situazione era tragica: Josh tirava i capelli a Maggie mentre lei non gli dava il suo peluche azzurro.
- Bambini smettetela- alle parole della madre i bambini tacquero .
Kristoff li guardò indispettito . La moglie gli si avvicinò, sorrise e gli stampò un bacio sulle labbra.
- Bleahhh ! - i bambini storsero i musetti nel vedere quella scena.
I due genitori scoppiarono in una sonora risata.
Il resto della preparazione proseguì abbastanza velocemente, in un ora e poco più la famiglia reale era pronta per poter partecipare "all'incontro" di cui Elsa gli aveva parlato.
Scesero in soggiorno aspettando l'arrivo della regina.
Ma Elsa era intenta da un bel po' nel osservare il paesaggio autunnale fuori dalla sua finestra: cosa cercava tra quegli alberi? perchè era ancora lì a fissare nel vuoto?
Quando rinvenì dai suoi pensieri uscì dalla camera dimenticando di chiudere la finestra, si diresse dal resto della famiglia e quando li vide nel soggiorno:
- Siete pronti ?- ma non fece in tempo a finire che Josh le chiese:
- Zia, perché hai messo il vestito di mamma?-
A quelle parole i tre adulti iniziarono a ridere e il piccolo probabilmente si sentì un po' smarrito.
- Che ho detto?- domandò lui dispiaciuto.
- Niente mio caro, ora vieni qui !- Elsa spalancò le braccia e Josh in un batter d'occhio vi si trovò in mezzo.
- In braccio, in braccio zia !- 
Quella fu la richiesta del bambino e la zia non seppe contraddirlo, lui fece un piccolo salto per poi trovarsi, come richiesto, tra le braccia della sovrana.
- Josh! Oh sei sempre il solito furbacchione - rise il padre.
- Allora, vogliamo andare in questo posto che non si può sapere??- chiese Anna
Proprio in quel momento un maggiordomo si avvicinò alla regina.
- Perdonate l'interruzione Maestà, ma la nave da voi richiesta è pronta in porto-
- Grazie, ora puoi andare Malcom !- lo congedò lei.

La famiglia reale si avviò verso il porto, tra i saluti del popolo, gli inchini dei conti e i gridolini dei bambini che giocavano nella piazza centrale; giunsero finalmente sulla nave accolti dai marinai e dal capitano.
- Salve, ehm volevo chiederle se il mare sarà agitato, o ci saranno onde anomale o altro- domandò ansiosa la principessa.
Anna non aveva mai viaggiato in nave se non da bambina con i genitori e da quando i suoi erano morti a causa di quella terribile tempesta, non era mai voluta più salire su una nave. Eh già, proprio lei che non aveva paura di niente e di nessuno si rifiutava di salire su una nave.
- Non si preoccupi Altezza, non ci saranno problemi durante questo viaggio!- la rassicurò il capitano.
Anna annuì ma la tensione in lei saliva ogni volta che faceva un passo verso le cabine della nave. Elsa si accorse dello stato in cui era la sorella e cercò di parlarle.
- Anna cosa c'è che non va?!- 
- Beh, da quando sono morti mamma e papà io non sono mai più salita su una nave. Ecco! L'ho detto!- 
- Ehi, non accadrà niente di male, ok?!- intervenne Kristoff rassicurando dolcemente la compagna. Lui si avvicinò e la abbracciò forte.
Elsa decise di lasciarli un po' da soli ed entrò nella sua cabina dove vi trovò i due nipotini saltare sul letto. Si sentì un forte rumore. Josh si spaventò.
- Cos'è stato?- chiese con gli occhi spalancati.
- Non preoccupatevi, era solo la nave, è partita - li tranquillizzò la zia 
Elsa si sedette sul letto e prese Josh mettendolo seduto sulle sue ginocchia, Mag era stesa sul caldo tappeto di lana.
- Ci racconti una storia!?- chiese speranzosa la bambina
- No, canta una canzone ? - replicò il bambino
- No, una storia!-
- Una canzone!-
Stava per iniziare un bel litigio tra i due , quando la regina prese le redini della situazione.
- Vi racconterò una storia con tante canzoni, che ne dite?-  propose lei 
- Siiiii, ma quale ? - chiesero in coro i bambini
- Vi racconterò la storia della principessa coraggiosa e della regina cattiva-
Elsa iniziò a raccontare di due sorelle tenute lontane, a causa dei poteri della primogenita e che il giorno della sua incoronazione ella congelò tutto il regno e lo incastonò in un inverno perenne; arrivata a quel punto fu interrotta .
- Ma questa è la storia di come si sono conosciuti mamma e papà : loro iniziarono un lungo viaggio dove c'erano i lupi e mamma stava per congelarsi. Me lo hanno raccontato loro !- la anticipò Mag
- Beh, non è la stessa storia, vedi piccola mia, io non ero con loro quando è accaduto, io ho vissuto un altra storia, la mia è solo un altra versione.- si chiarì Elsa
- Zia quando arrivano le canzoni?- interrvenne Josh.
- Proprio ora!- 
Elsa continuò narrando del suo viaggio da Arendelle fino alla montagna del Nord e iniziò a intonare la tanto attesa canzone per il nipote :
                 
               La neve che cade sopra di me copre tutto col suo oblio
                          in questo remoto regno, la regina sono io....
                  Non è un difetto è una virtù e non la fermerò mai più...                                                                    
                          Il mio potere si diffonde intorno a me.....
              Il resto è storia ormai che passa e se ne va, io lo so, si lo so
                  come il Sole tramonterò perchè poi all' Alba sorgerò ....
                           Da oggi il destino appartiene a me 

Al termine della storia Meg e Josh dormivano, chi sul tappeto, chi tra le braccia della zia. Elsa uscì dalla cabina, si ritrovò poco dopo sul ponte della nave dove c'erano Anna e Kristoff che la guardavano. La regina si domandava il perchè di quegli sguardi ma la risposta arrivò da sè .
- Non sapevo cantassi così bene Elsa!-  affermò la sorella.
Elsa accennò un sorriso. Il capitano le si avvicinò.
- Maestà siamo arrivati !- nell'udire quelle parole la regina annuì .
Quando la nave attraccò Anna nel vedere quel regno si sentì come a casa. 
Quel posto aveva un aria così familiare ! Kristoff andò a svegliare i bambini.

I reali scesero dalla nave e vennero accolti da un uomo in groppa ad un bellissimo cavallo bianco, Anna guardando quella figura notò che dove doveva esserci la guaina della spada notò un un fodero in pelle dalla forma circolare. 
Quel particolare restò sospetto agli occhi della principessa, che lo fece notare anche alla sorella e al marito.
 Vennero condotti in un castello, di dimensioni simili a quello di Arendelle e furono fatti accomodare nell'ala padronale del castello, il che sembrò strano ad Anna, ma non ad Elsa.
La porta si aprì ed entrò un ragazzo bello, alto e prestante era bruno, aveva il pizzetto che metteva in evidenza le labbra rosee ; aveva in braccio una bambina bionda con gli occhi verdi, era davvero graziosa. L'individuo fu seguito da una ragazza dai capelli bruni, aveva gli occhi verdi e un aspetto alquanto esile ed indossava un abito lungo rosa con le maniche lilla.
A quella visione Anna si alzò di scatto dal divanetto sul quale sedeva e si avvicinò alla ragazza, la osservò sorridendo e la abbracciò calorosamente.
Elsa guardò la scena, osservò l'espressione di Kristoff che aveva un aria confusa, poi volse lo sguardo sul ragazzo che le sorrise e lasciò scendere la bambina che corse ad abbracciare la regina di ghiaccio.
Kristoff era ancora più confuso da ciò che vedeva.
- Rapunzel, sei cambiata!!- esclamò Anna staccandosi da quell'abbraccio.
- Oh che maleducata! Ecco ti presento Eugene, mio marito e ....-
- Tu sei suo marito!- esclamò la principessa rivolgendosi al ragazzo - ma sei bell...- cercò di continuare ma fu interrotta dalla sorella:
- Anna! Cerca di avere un certo contegno! - la avvertì autorevolmente.
Eugene trattenne una risata, Elsa fece la stessa cosa mettendosi una mano dinanzi alla bocca. 
- Piacere di conoscerti Anna- disse il giovane - Lei è Charlotte, nostra figlia - 
La bambina si nascose dietro il padre, sporse solo la testa .
- Ciao, io sono Anna! - si presentò la principessa.
- Tu sei la sorella di zia Elsa!- chiese la principessina.
Elsa sorrise e si avvicinò alla piccola.
- Si, lei è mia sorella ed è anche la madre dei tuoi cuginetti ! - le spiegò la regina.
Meg con la sua solita compostezza si alzò dalla poltrona e si presentò alla nuova cugina. La stessa cosa fu fatta da Josh che spronato dalla madre andò incontro a Charlotte comportandosi da cavaliere: si inchinò e le baciò la mano. 
Gli adulti presenti risero e Anna lo elogiò per il suo atteggiamento.
Rapunzel invitò i suoi ospiti nei giardini del palazzo e lì iniziarono a parlare del più e del meno.

Eugene ed Elsa rimasero indietro. 
Elsa da quando lo aveva incontrato, durante il festeggiamenti del ritrovamento della cugina, aveva sempre provato una specie di attrazione nei confronti del ragazzo. Nessuno lo sapeva ma Elsa e Eugene, per un periodo, furono una coppia a tutti gli effetti, condividevano tutto ( a volte anche il letto ). 
Quando lui sposò Rapunzel, lei ci rimase molto male, anche perchè non sapeva della relazione dei due.
Quell'attrazione continuava ancora, nonostante la regina sapesse che fosse sbagliato. Anche Eugene le riservava alcune attenzioni che non dava ad altri ospiti.
Ovviamente Rapunzel non si accorse mai di nulla. 
Eugene spezzò quel silenzio imbarazzante.
- Come vanno le cose ?!- 
- Bene, e a te?- rispose la regina rigidamente
- Bene, da quanto tempo non ci vedevamo eh?!- 
- Beh, dal tuo matrimonio!- rispose lei sgranando gli occhi.
- Già- confermò lui a disagio ma poi proseguì il discorso - Mi dispiace per quello che è successo ! - 
- Di cosa parli- fece finta di non capire
- Lo sai! Mi riferisco al mio matrimonio - la illuminò 
- Perché ti dispiaci, ti sei sposato, hai avuto una bambina, perchè dovresti dispiacerti!- disse impassibile.
- Elsa smettila!  Mi costringi ad usare questo!- esclamò autorevolmente .
Eugene agrottò un sopracciglio e cacciò un sorriso che lasciava vedere tutti i denti.
La regina iniziò a ridere, ma cercò di contenersi.
- Non sono mai stata attratta dallo sguardo che conquista! -
- E da cosa sei attratta di me ? - le chiese il principe avvicinandosi.
- Da niente più ormai !- mentì ; lei lo era ancora, ma di certo non poteva dirlo.
- Insieme abbiamo fatto delle nuove esperienze, ricordi?- la guardò negli occhi.
- Si, lo ricordo! Ma perché mi stai dicendo questo?! Cosa vuoi?!- si toccò i capelli
Eugene le si avvicinò ancora di più e le sue labbra sfioravano l'orecchio di lei,
le sussurrò - Voglio te !- Elsa spalancò gli occhi.
Il principe si avventò sulla bocca di lei e la baciò con una certa dose di passione. 
Elsa si staccò - Tu sei il marito di mia cugina! Non sei nient'altro per me !- si allontanò con la sua consueta raffinatezza. 
Eugene si ritrovò solo in quel corridoio; non si sentiva più le labbra, quando se le toccò le sentì gelate.

La regina raggiunse le parenti nel giardino e si ritrovò a far parte di una conversazione piuttosto strana: Anna aveva chiesto perchè la guardie avessero al posto della spada un fodero circolare.
- Beh Maximus ha preferito usare le padelle!- rispose dolcemente la cugina 
- Ma che?!- 
- È una lunga storia - rise Rapunzel.
Elsa osservò i tre bambini giocare: Charlotte aveva l'età di Josh e  insieme si trovavano davvero bene e Meg era la più grande di quel trio.
Ben presto arrivò l'ora del pranzo e la principessa invitò Elsa ed Anna a rimanere, intanto Kristoff aveva fatto conoscenza con il padre di Rapunzel. 
Si sedettero tutti a tavola e poterono gustare un buon piatto di carne bollita con contorno di carote e patate. Sulla tavola c'erano tre bottiglie di buon vino e  alcune bottiglie di acqua e bibite varie da poter far bere ai bambini .
Dopo l'ottimo pranzo, si diressero tutti nel salottino nel quale erano stati accolti ore prima. Rapunzel fece accendere il fioca dalla servitù, Elsa si accomodò proprio lì davanti, e Charlotte le si sedette in grembo. I cinque adulti continuarono a conversare per altre cinque ore, parlarono del matrimonio e dei bambini; tutti argomenti a cui Elsa era relativamente estranea. 
Il tempo trascorse velocemente e presto si fece l'ora di andare.
La regina rese partecipi tutti dell'immediata partenza: i bambini ormai dormivano tutti; Charlotte tra le braccia della sovrana, Josh tra quelle della madre e infine Meg tra quelle del padre. Anna e Kristoff si alzarono per salutare e così fece anche Rapunzel che chiese al marito di prendere Charlotte dalle braccia di Elsa .
Eugene obbedì, fu un momento molto imbarazzante per il principe prendere il frutto dell'amore con la moglie dalle braccia di colei che si era rifiutata di stare con lui. 
Mentre sollevava la figlia guardò Elsa - Perdonatemi Maestà - furono le uniche parole che rivolse alla regina per il resto della sera. 
Dopo i saluti ci fu la partenza . Il viaggio di ritorno durò molto più tempo del primo.
Anna notò l'attrito che c'era stato durante la giornata tra il principe Eugene e la sorella ma non ne fece parola.
Dopo un viaggio abbastanza travagliato giunsero finalmente a casa.
Tutti erano molto stanchi. Elsa si avviò verso le sue stanze.
- Grazie per la sorpresa.- Anna la fermò prima che entrasse nella sua camera.
- Mi ha fatto piacere!- La regina abbracciò la sorella augurandole la buonanotte.

Anna entrò nella camera dei bambini e gli diede un bacio sulla fronte ad entrambi, poi entrò nella sua camera; Kristoff era già a letto. La principessa indossò la sua camicia da notte e si stese accanto al marito, Kristoff le avvolse un braccio intorno alla vita e lei gli accarezzava la mano. Si addormentarono dopo poco stretti l'uno all'altra.

Intanto Elsa entrò nella sua camera, si guardò intorno, poi corse a chiudere la finestra che aveva lasciato aperta. La regina aveva già sciolto quasi tutti i nastri che le reggevano il corpetto quando sentì un rumore, poi tutto tacque, stava per toglierlo ma fu bloccata da una voce :
- Ferma, ferma! - 
- Jack, sei qui!- stava per abbracciarlo ma lui le indicò il corpetto al che la sovrana si arrestò subito.
- Sai Elsa, l'azzurro ti dona molto più del verde!- con il bastone le toccò l'abito che diventò celeste . Elsa osservò il colore del vestito poi alzò lo sguardo verso Jack e gli sorrise. Jack le spostò i capelli e si avvicinò
- E-Elsa io.... io....- cercò di parlare ma qualcosa lo frenava.
- Dimmi Jack- lo incitò lei
- Io volevo sapere se avessi passato un bella giornata! - fu tutto quello che riuscì a dirle
- Si, è stata una giornata meravigliosa!- rispose leggermente delusa - Ora potresti girarti Jack, dovrei beh- indicò i vestiti
- Oh si certo!- si voltò toccandosi la nuca imbarazzato.
Dopo poco Elsa aveva indossato la sua camicia da notte e autorizzò Jack a girarsi, lui la osservò a lungo senza proferire parola. Lei lo abbracciò, ora che poteva.
La regina si stese sul letto e invitò Jack ad accomodarsi accanto a lei.
Il guardiano si sedette e la ragazza si appoggiò al suo busto, come fosse stato un caldo cuscino, erano anni che non si addormentava con la felpa di Jack sotto la testa. Elsa si addormentò e il giovane dopo averle accarezzato la guancia sussurrò tra se è se - Sarebbe troppo complicato ora! Non sarebbe giusto! - la spostò dal suo carpo al cuscino e andò via senza che nessuno lo sentisse.





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Capitolo 5
*** Il sogno ***


Era entrata la primavera e finalmente Arendelle poteva essere illuminata dal sole che era stato scoperto dalle nuvole invernali. Era una giornata come tante altre per la famiglia reale: Anna, Kristoff e i bambini avevano appena finito la loro colazione, mentre la regina non si era ancora levata. Elsa stava sognando. 
Intanto nella camera dei bambini:
- Papà, voglio un vestito come quello della zia!-
- Maggie ti ho già detto che non posso procurartene uno, e poi non usare quel tono!- sbottò il principe che si calmò solo dopo che la moglie gli avesse poggiato  una mano sulla spalla per tranquillizzarlo
- Qual è il problema?!- chiese seria Anna
- Vuole un vestito come quello di tua sorella- le spiegò Kristoff 
Kristoff non sapeva come poter accontentare la figlia che insisteva tanto.
Anna invece sì!
- Vieni con me tesoro, vedremo cosa si può fare- Anna prese la mano di Maggie e insieme si diressero verso la camera di Elsa lasciando Josh con il papà che giocavano sul letto. Erano deliziosi, Josh si lasciava accarezzare la pancia dal padre che con una mano riusciva a contenerla tutta, il bambino cresceva esile e minuto.

Anna e sua figlia erano entrate furtivamente nella camera della regina che sentendo dei rumori si svegliò di botto. 
-Che ci fai qui Anna!- domandò ancora seduta sul letto
Maggie saltò sulle ginocchia della zia e iniziò a toccarle i capelli. 
- Dai alzati dormigliona, ho una lettera per te!- 
-Mettila con le altre, la leggerò più tardi.- si stiracchiò e aprì il suo stanzino guardaroba, poi si confidò con Anna....
- Devo parlarti- la sorella annuì e così continuò il discorso- Ho un brutto presentimento su questa giornata, ho fatto uno strano sogno, se così lo posso definire: c'ero io, chiusa in una stanza nera, ero sporca di sangue, credo fosse il mio, vedo un fiocco di neve, poi un altro e un altro ancora, in pochi secondi nella stanza c'è una bufera, sento una voce, vedo una ciocca di capelli castani o rossi, ora non ricordo, poi tutto finisce ,l'ultima cosa che ho sognato è stata una mano pallida che mi accarezzava il viso, poi il nulla..... E mi sono svegliata-
- Elsa era solo un incubo!- la rassicurò la principessa.
La regina aveva un'espressione cupa, la nipotina però riuscì a smuoverla dai suoi pensieri.
- Zia, posso avere un vestito come il tuo?- 
Elsa le accarezzò la testa e le disse di chiudere gli occhi, la bambina obbedì. 
Sua maestà fece volteggiare più volte le mani intorno alla nipotina che quando aprì gli occhioni azzurri indossava un vestitino celeste con uno spacco a lato: la piccola era così contenta, purtroppo non potè tenerlo a lungo perchè iniziò ad avere freddo visto che l'abitino era fatto di neve.
Anna e Maggie uscirono dagli appartamenti della regina lasciandola sola.
Elsa aprì le finestre e si affacciò: vide il mare, il mare del fiordo che non era più ghiacciato! 
Uscì dalla stanza e entrò nel suo studio dove vide una scena raccapricciante: pile di lettere da leggere e documenti da firmare! Si sedette ed iniziò il suo lavoro che sembrava interminabile. Prese la prima lettera. Elsa conosceva quello stemma. 
Aprì la busta e la lesse, i suoi occhi si spalancarono. 
Fece convocare ufficialmente Anna.

- Altezza, sua Maestà vi ha convocata!- questa fu la notizia riportata a Anna 
- Mamma vengo anche io dalla zia!- esclamò Josh
-No tesoro, io e zia dobbiamo parlare da sole - gli disse la madre.
Anna uscì dalla stanza e si incamminó negli appartamenti della sorella.
-Elsa mi hai fatta chiamare ?!- chiese la principessa entrando nello studio di sua Maestà.
- Anna ho letto la lettera che mi hai consegnato, è da parte del regno delle Isole del Sud, il re Heron la manda per scusarsi del comportamento del fratello Hans e ci invita ad andare lì per un incontro ufficiale tra i nostri regni-  
- Elsa io declino l'invito!- disse sua altezza.
- So che per te non è una cosa facile, ma io sono la regina e devo per forza andare!-
- No, non devi, lui voleva ucciderti!- cercò di convincerla
- Lo so Anna, ma suo fratello non ci ha fatto nulla e poi se non accetterò si potrebbe  scatenare una battaglia, e non voglio rischiare la vita del mio popolo e della mia famiglia solo per non aver accettato un invito, andrò da sola se necessario! 
- Sono fiera che tu sia la regina e che sia soprattutto mia sorella, devo ammettere che io non andrei neanche per il mio popolo!- affermò Anna orgogliosa della sorella.
Elsa la abbracciò calorosamente e si sedette per scrivere la risposta alle Isole del Sud. 

Quel pomeriggio, verso le 14:00 arrivò a palazzo un messo dalle Isole del Sud che invitava la regina quella stessa sera per una cena con il re. Elsa accettò.
Si accomodò su un divano leggendo una fiaba a Josh " La Regina Delle Nevi". 
Il bambino adorava quella storia e dopo avere mangiato stare in braccio alla zia era davvero piacevole. Anna riposava poggiata alla spalla di Kristoff e Maggie giocava con Olaf sul tappeto. Era una scena deliziosa da osservare ma fu spezzata dai movimenti di Elsa. Fece scendere Josh e lo mise a giocare con Olaf e Margereth. 
Andò in camera sua a prepararsi, si sentiva strana, aveva un brutto presentimento.
Avrebbe avuto bisogno di qualcuno che le stesse accanto, ma non voleva pretenderlo da Anna, la capiva, era normale che non volesse incontrare i membri della famiglia di Hans. Si sedette dinanzi alla specchiera e si aggiustò i capelli.
Era pronta ormai, scese in soggiorno e salutò Kristoff che era l'unico rimasto sveglio. La regina entrò nella carrozza pronta per lei e ordinò al cocchiere di condurla alle Isole del Sud. Quando arrivò a destinazione si era fatto buio e tutto intorno a lei era silenzioso, per le strade vi erano numerose lanterne che rendevano il posto spettrale ma anche molto caratteristico nel suo genere. 
Elsa fu accolta dal re in maniera ospitale.
- Maestà è un onore potervi conoscere, purtroppo avrei preferito il nostro incontro per parlare di eventi più lieti- le baciò la mano.
- Beh, è un onore anche per me. - rispose lei fredda come il ghiaccio.
Si avviarono insieme verso la sala da pranzo; c'era di tutto su quel grande tavolo:
pollo, bistecche, contorni di ogni genere e un sacco di piatti freddi come insalate e gelati, c'era anche molta frutta e verdura, tutto aveva un aspetto squisito!
- Vi ho invitato,regina Elsa, per potermi scusare di persona per l'atteggiamento e le azioni deplorevoli compiute da mio fratello Hans- 
Elsa annuì mentre un cameriere le posizionava davanti un piatto con della carne e delle verdure.
- Spero che tutto questo sia di vostro gradimento Maestà!- disse il re.
Parlarono del più e del meno fin quando re Heron non toccò un tasto delicato nella conversazione: i poteri di Elsa!
- Maestà, dunque voi siete nata con questi poteri?!- 
Elsa alzò lo sguardo e rispose pacata.
- Si, per quel che io possa ricordare!- 
- E siete la prima della vostra famiglia con questo dono?-
- Si, se fossi in lei non lo definirei un dono, io stesso lo ritengo una terribile arma-
- E sapete usarla?- quella domanda disturbò non poco la regina
- Se non avrei saputo usarla e controllarla vostro fratello sarebbe morto già da un paio d'anni - 
Il re spalancò gli occhi e si alzò bruscamente. 
- Regina vi prego di seguirmi!- Elsa fece come le era stato richiesto e camminò per quasi tutto il castello, per poi arrivare in fondo ad una lunga scalinata.
- Dove mi state portando?- chiese Elsa con la sua solita sicurezza.
- Non abbiate timore, ho bisogno di mostrarvi una cosa!- scesero lentamente ogni gradino di pietra, fin quando non si ritrovarono in un lungo corridoio silenzioso illuminato da alcune fiaccole attaccate alle pareti, era tutto lugubre, c'erano ragnatele ad ogni angolo, si diressero verso una porta di metallo. Era una prigione.
Erano le segrete del palazzo. Il re si avvicinò ad una guardia, ordinandole di aprire una porta in particolare, l'uomo obbedì subito. Quando la porta fu aperta Elsa istintivamente si mise una mano dinanzi alla bocca per coprire la sua espressione.
Ciò che vide fu orribile! Era Hans: era sporco, pieno di ferite, indossava solo dei pantaloni aderenti, le labbra insanguinate e le braccia piene di tagli, ma ciò che sconvolse Elsa furono i segni delle frustate sulla schiena del giovane uomo.
- Vedete Maestà, ve lo ho mostrato per farvi rendere conto che nonostante sia un principe e sia mio fratello noi lo trattiamo come un qualsiasi detenuto, lo vedete sanguinare perché ogni giorno gli viene inflitta una punizione corporale che dura mezz'ora e che comprende 15 colpi di frusta e un combattimento con le spade dal quale come potrete notare, ne esce sconfitto.- 
- I-io .... È possibile portare il prigioniero ad Arendelle? - Elsa non ci pensò due volte prima di fare quella richiesta.
- Si, è possibile ma ci vuole la vostra e la mia autorizzazione nero su bianco! Avete intenzione di portarlo con voi?!- la regina annuì.
- Per me va bene, avrei solo un po' di sollievo nel non vedere tutti i giorni mio fratello torturato a casa sua!- abbassò lo sguardo, poi proseguì - se volete ho dei contratti preparati, posso prenderne uno e farvelo firmare anche adesso. 
Elsa acconsentì: il re si avvicinò ad un mobile dal quale tirò fuori dei fogli ed una penna. Scrisse i termini del contratto, lo firmò e lo porse alla regina che firmó a sua volta. Elsa sapeva che Hans aveva sbagliato, e che meritava di essere punito, ma quello non era il modo che si aspettava. 
- Con permesso Maestà tornerò subito con una copia del testo- indicò il contratto e scomparve salendo le scale che lo avrebbero portato fuori dalle prigioni.
Elsa era sola, la guardia aveva seguito il sovrano, lasciando la cella di Hans aperta.
La regina si avvicinò lentamente al principe, quest'ultimo alzò lo sguardo verso di lei. Si alzò dal letto di paglia e prese le mani della regina che si ritrasse immediatamente. Lui le prese nuovamente e ne annusò il profumo. Poi parlò:
-Perdonatemi, erano anni che non vedevo mani belle e curate come le vostre- 
si avventò sulle labbra della regina. Elsa lo spinse via.
- Come osate!- 
- Siete meravigliosa Elsa- le baciò l'orecchio
- Statemi lontano!- lo respinse
- Sono troppi anni che non vedo una bella donna e voi Elsa siete una bella donna-
La regina fu spinta sul giaciglio di paglia e vi cadde. Hans le bloccò i polsi.
- Lasciatemi, è un ordine!- urlò Elsa
- Maestà, non fate così, sarà piacevole per entrambi se smettete di dibattervi.- 
La regina aveva capito quali erano le intenzioni di quell'essere ripugnante. A parità di forza fisica, Hans era molto più grosso e muscoloso di lei. Ma avrebbe tentato.
Hans si abbassò i pantaloni, rimanendo completamente nudo e riuscì ad alzare l'abito di Elsa fino a toccare la sua intimità con due dita. Elsa gli era sotto e con uno scatto fulmineo riuscì a liberare un braccio dalla presa dell'uomo. Con la mano libera colpì il viso di Hans che aveva iniziato a leccarle e baciarle il collo. 
Quel contatto fu così fastidioso! La regina aveva paura.
- Siete così bella e così fredda - il principe le legò le mani con un pezzo di corda trovato a terra e la costrinse ad aprire le gambe. 
- Lasciami! Slegami immediatamente! - 
- Non vi slegherò finché non vi farò sanguinare e quando accadrà se avrò voglia vi lascerò uscire da qui!- Elsa  spalancò gli occhi. Hans la baciò e quando le loro labbra si staccarono il principe le aveva ghiacciate.
- Avanti, non siate il mostro che tutti credono!- quelle parole rimbombarono nelle orecchie della regina. Il principe guardò fuori dalla finestra attraverso le sbarre e vide la neve cadere veloce. 
L'uomo cercava di tenere aperte le gambe della regina ma lei le richiudeva, fin quando Hans non riuscì a spalancarle bruscamente ed entrò in lei. 
- Visto, è stato facile!- 
Elsa avrebbe preferito morire, lo sentiva muoversi sempre più, due lacrime le rigarono il volto pallido: era un pianto silenzioso, non doveva mollare, doveva reagire, ma come?!
Le corde che tenevano la sovrana si ghiacciarono, lui non si fermava, anzi le sue spinte erano sempre più violente.
- Ditemi che vi piace! Ditelo! - le ordinò, dalle labbra di lei non uscì una parola n'è un minimo rumore, aveva chiuso gli occhi, voleva scoppiare.
Hans prese il suo membro con le mani e lo strusciò sul ventre di Elsa, cominciò a muovere la mano fino a procurarsi un orgasmo, venne su di lei sporcandola del suo liquido. 
- Lasciami! - 
- Dimenticate che vi lascerò solo quando sanguinerete!- entrò nuovamente in lei e spinse così forte che lui stesso urlò dal piacere, Elsa non disse niente, continuava a lacrimare. 
Dopo alcuni minuti in quella situazione Hans si fermò di colpo. Elsa sanguinava.
Uscì dal suo corpo e tirò su i pantaloni.
- Sono un uomo di parola!- si mise a sedere accanto alla regina che svenne un attimo dopo. Era tutto finito! 

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Capitolo 6
*** Non chiudermi di nuovo la porta in faccia! ***


 
- Si sta svegliando- urlò Anna 
- Dove sono?!- chiese Elsa portandosi una mano alla testa
- Maestà siete nei vostri appartamenti, ad Arendelle- il medico le rispose pacatamente.
Elsa era stesa nel suo letto con un panno umidiccio sulla fronte ed attorno a lei vi erano disposte quattro sedie: sulla prima vi era seduta Anna che le stringeva forte la mano, nonostante fosse congelata, sulla seconda c'era Kristoff che aveva in braccio Josh, la terza sedia era vuota, e la quarta era occupata da Maggie che osservava ogni minimo movimento della zia, accanto a lei vi erano due cameriere e il medico della famiglia reale che era sempre pronto a visitare la sovrana. 
Elsa cercò di tirarsi su ma quando lo faceva sentiva un dolore fortissimo all'inguine. 
Dopo una fitta più acuta delle altre si appoggiò al cuscino addormentandosi con un espressione di dolore stampata in volto. 
Si risvegliò solo qualche ora dopo, era tutto buio intorno a se, riusciva a distinguere due sagome più scure di quel che le circondava. Una era Anna che dormiva con la testa appoggiata all'estremità del letto, l'altra sagoma apparteneva,invece, alla nipote.
Alzò il braccio e carezzò la testa di Anna che scattò in piedi dopo quel tocco.
- Elsa!! Stai bene?!- 
- Credo di si- la sovrana sorrise dolcemente guardando la nipote dormire 
-E lei che ci fa qui?- 
- È voluta restare al tuo capezzale, diceva di voler vedere la zia!-
- Ma che ore sono?- chiese Elsa
- Credo siano le due del mattino più o meno!- 
Anna ed Elsa si abbracciarono tentando di non far svegliare Marghereth.
Dopo circa dieci minuti la regina e la principessa dormivano nuovamente, ogni una sicura che l'altra stesse bene......
 
Erano passati due giorni da quel terrificante evento, Elsa voleva dimenticare, non ne aveva parlato con nessuno di ciò che era successo.
- Elsa! Posso entrare- era Anna che bussava alla porta
- Prego Anna! Dimmi pure!- la sovrana la accolse mentre leggeva il contratto fatto con re Heron. Anna iniziò il suo discorso:
- Perché lo hai fatto?-
- Fatto cosa? Di che parli Anna?!- chiese la sovrana confusa
- Parlo del contratto, perché hai portato Hans qui ad Arendelle?- si chiarì la principessa
-Anna non mi va di parlarne ora! È tutto qui ciò che hai da dirmi?!-
- Beh, in realtà no! Voglio sapere cosa è successo quel pomeriggio alle Isole del Sud!-
-Anna ti ho già detto che sono solo svenuta! Ora lasciami sola, ho bisogno di silenzio!-
Era quello il solito rituale tra le due reali: Elsa non parlava mai di quel fatidico pomeriggio, neanche con la sorella che cercava in ogni modo di sapere perché la regina dopo quel giorno fosse totalmente cambiata. Si volevano bene, ma Elsa non voleva affliggere Anna con un racconto tanto crudele della sua vita. 
Avrebbe mantenuto quel segreto per sempre.
 
Il pranzo era pronto. Erano tutti riuniti nella grande sala, seduti ad un tavola imbandita di deliziosi cibi. Kristoff cercava di convincere Josh a mangiare, Maggie invece consumava il suo pasto silenziosamente. D'altronde come la regina che non aveva pronunciato neanche una parola.
 Anna osservava i suoi bambini, quando la sua attenzione si posò sulla sorella. 
Aveva un'aria così triste e malinconica. Ruppe il silenzio.
-Elsa, perché mi stai sbattendo la porta in faccia di nuovo?!- 
La regina alzò la testa e fece finta di non aver sentito, continuando a mangiare.
Quelle parole le facevano così male. Non voleva che Anna pensasse questo.
Non voleva che si allontanassero di nuovo. Non lo avrebbe sopportato.
 Non lo avrebbe permesso. Ma non avrebbe ugualmente raccontato la verità.
Anna si alzò di scatto facendo strusciare rumorosamente la sedia sul pavimento.
- Anna!! Ma che...- Kristoff la voleva seguire ma fu bloccato da Elsa.
- Non temere, pensa ai bambini, con lei parlerò più tardi- l'uomo annuì e si risedette.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTA: Perdonate la brave lunghezza del capitolo, il prossimo sarà bello pieno di avvenimenti. Se vi và lasciate un commento. Sarà gradito di qualunque genere!!
Un Bacio.....👄

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Capitolo 7
*** Lo sento, sento il tuo cuore ***


Mancava poco al Natale, il regno era in festa, tutti ad Arendelle aspettavano la mezzanotte, il paese ed il palazzo erano pieni di illuminazioni e decorazioni colorate.
Nel castello si respirava un energia pazzesca. I bambini erano entusiasti per l'evento, come ogni altro anno dopo tutto. Ormai Marghereth aveva cinque anni mentre Josh quattro. Stavano crescendo, lentamente, ma crescevano. Si volevano così bene.
Non sempre andavano d'accordo, spesso litigavano per delle sciocchezze, ma erano i bambini più uniti che Elsa avesse mai visto. 
La regina a volte immaginava se anche con Anna potesse essere di nuovo così.
 Da quando le aveva mentito dicendole dello svenimento il loro rapporto era diventato terribilmente formale. Tutto questo non faceva piacere a nessuna delle due reali.
Anna sapeva che la sorella le stesse nascondendo qualcosa.
 Ed Elsa sapeva che Anna lo aveva capito. 
Kristoff cercava di far indossare a Maggie il suo abitino natalizio rosso e verde, ma la bambina non voleva proprio saperne di stare ferma, continuava a saltellare su e giù dal letto fino all'intervento della madre che con tono severo rimproverò la piccola che ubbidì subito al padre. Josh era tranquillamente appostato davanti al camino acceso.
-Zia, quando Babbo Natale scende giù per il caminetto, come fa a non bruciarsi?- 
L'espressione interrogativa del bambino non poté far altro che far sorridere la regina 
-Ma certo che no! Babbo Natale viene durante la notte, quando il camino è spento!-
Il piccolo annuì e continuò a fare domande su Babbo Natale
- Hai mai visto Santa Claus?- 
- No tesoro, ma so per certo che si chiama North!- lo informò Elsa carezzandogli la testa. Josh la abbracciò ponendole un ulteriore domanda
-E tu come lo sai zia?- Elsa si bloccò 
-Beh io..me lo ha detto un amico!- 
-Tu hai un amico?! Chi è, parlami di lui zia!- 
-Lui è... Lui è-è simpatico, è carino, è speciale!- le parole le uscivano automatiche
-È il tuo fidanzato allora!- Elsa spalancò gli occhi!
-Perché dici questo Josh!- il bambino arrossì
-Mamma dice che ama papà perché lui è speciale, e tu lo hai detto del tuo amico! 
Quindi lo ami?- la regina non rispose, si alzò di scatto e si scusó con il nipote che la vide correre verso i suoi appartamenti.

Elsa era seduta sul suo letto da ormai mezz'ora, la stanza era illuminata dalla luce della Luna e tutto attorno c'era silenzio, gli appartamenti reali erano situati nella parte posteriore del palazzo perciò i suoni e i canti provenienti dalla piazza del paese non erano udibili. La sovrana stringeva forte tra le braccia le proprie gambe, era accovacciata come una bambina che ha paura del buio, la finestra era aperta e la porta era chiusa, nella stanza una persona normale avrebbe gelato ma alla regina di certo non turbavano le basse temperature. Piangeva, era un pianto silenzioso, qualche singhiozzo frantumava il silenzio circostante. Perchè?! Perché piangeva la sera di Natale. Perché era sola in camera piangendo al posto di passare quelle ore con la famiglia ridendo. Elsa non lo sapeva. Sapeva che le lacrime non volevano fermarsi, scorrevano lente senza che la regina ne conoscesse la vera ragione. Stop!!!
Un potente boato seguito da un secondo spaccò il silenzio. 
Era scoccata la mezzanotte, era Natale. I fuochi d'artificio illuminarono per pochi minuti quel nero cielo invernale.
 Di nuovo silenzio. Dopo alcuni minuti la finestra sbattè contro la parete provocando un vibrante rumore, la osservò, non vide nulla, si accovacciò e continuò a lacrimare.
-Ehi... Ehi... Mi avevi detto che non avrei visto più lacrime uscire da quei magnifici occhi azzurri- la regina ascoltò, alzò la testa e lo vide, era lì, non l'aveva dimenticata.
-Jack... Tu-tu sei qui.... !!!- la ragazza lo abbracciò come non aveva mai fatto; forte.
Elsa riprese a piangere contro la spalla del guardiano che la stringeva sempre più.
-Fiocco di Neve, che succede?!- Elsa si  sfogò, piangeva sulla felpa di Jack.
-Succede che è colpa mia! È tutta colpa mia, non voglio più vivere così, ho paura di dire la verità ad Anna, non voglio ferire nessuno, non lei, non di nuovo, sono stanca di essere sbagliata, sono lo sbaglio più grande che esista al mondo, nessuno mi ama, nessuno mi apprezza, troppi segreti ho già mantenuto Jack, non ne posso più, sono un mostro, sono stanca di essere ritenuta quella triste, non voglio esserlo, è il mondo che me lo impone, non avrò mai una famiglia mia, rimarrò la stupida regina di ghiaccio che non è in grado di amare e di farsi amare!!!- 
Sentire quelle parole dalla sua Elsa fu come ricevere una pugnalata per Jack. 
Lei stava così tanto male, quante parole non dette, quanti pianti mai sfogati!
Il guardiano la staccò dal suo corpo per poterla guardare negli occhi.
" così bella e così triste" pensò
- Elsa tu non sei un mostro; tu sei la persona migliore che abbia mai conosciuto, sei forte, sei bellissima, non devi essere triste se non vuoi, fregatene degli altri, io so che c'è la puoi fare, tu sai amare più di qualunque altro, avrai la tua famiglia un giorno. 
Io credo in ciò che ti sto dicendo, te lo giuro!- 
- Nessuno amerebbe una donna come me; una donna che non si può toccare perché troppo fredda, una che non si può guardare perché troppo bionda!-
-Non ci pensare, tu sei perfetta così! Tu non vuoi fare soffrire le persone anzi cerchi di fare l'esatto opposto, vuoi che stiano bene!- 
- Purtroppo non mi riesce bene, voglio proteggerla eppure ci stiamo allontanando di nuovo!- si sedettero a terra.
- Ti va di dirmi perchè?!- il guardiano le afferrò una mano e la strinse.
-Ti prego non parlarne con nessuno, ok?- Jack annuì e fece segno di proseguire, Elsa sospirò- In primavera sono andata nel regno delle Isole del Sud, per accettare le scuse di Re Heron per il comportamento di Hans...........- da lì iniziò un lungo racconto che terminó con l'esclamazione di Jack:
- Dov è ora Hans, devo saperlo, non può passarla liscia!- scattò in piedi, ma Elsa lo trattenne per il braccio - Jack non farlo, non cambierebbe nulla!-
- Elsa quell'uomo ti ha violentata, non puoi far finta di niente!- 
-È passato, è il presente che mi preoccupa: mi sento così sola, nessuno mi ama per ciò che sono!-
Jack la portò dinanzi alla specchiera e le chiese cosa vedeva.
- Vedo una persona strana, triste, stanca di vivere, e controllata dalle regole che la circondano; vedo me!- abbassò la testa nel pronunciare queste ultime due parole.
Il guardiano le alzò il volto con una mano e parlò:
- Io vedo una regina, forte, amorevole, stupenda; vedo te, vedo la mia vita, vedo l'unico motivo che mi fa ancora respirare, l'unico motivo per cui io sono qui! - 
Elsa si voltò e lo guardò negli occhi color ghiaccio in cui riusciva quasi a rispecchiarsi.
-Jack io non credevo che tu mi ..- 
Il guardiano la fermò, poggiò le mani sulle guance della regina, erano così vicini, lo fece senza paura, la baciò. Elsa corrispose e le loro labbra erano unite in quella che sarebbe stata una solenne promessa di amore da parte di entrambi.
Ancora uniti, Jack toccò con il suo bastone l'abito rosso di Elsa che diventò celeste.
Si staccarono appena, il guardiano sorrise 
- Ti ho già detto che ti sta meglio l'azzurro vero?- sussurrò all'orecchio della regina.
La ragazza annuì e portò le braccia dietro il collo di Jack e lo baciò nuovamente, questa volta con un po' più passione, lui le tolse dei ferretti dai capelli a fece ricadere la lunga treccia sulla spalla sinistra dell'amata. Lasciando cadere l'inseparabile bastone.

Intanto....
Anna aveva appena messo a letto i bambini e si chiese dove fosse sparita la sorella, visto che neanche allo scoccare della mezzanotte l'aveva vista. Tutti gli abitanti erano tornati nelle proprie case, una tremenda bufera di neve infuriava sulla città.
 Kristoff avanzò la possibilità che fosse Elsa la causa della tempesta.
Anna scosse la testa in segno di negazione, avrebbe verificato.
Josh le aveva detto che era andata nei suoi appartamenti, perciò fu lì che Anna la andò a cercare....
Era fuori la porta della camera della regina, uno spiffero di aria gelida proveniva dall'interno. 
Socchiuse leggermente la porta e li vide: Jack stringeva sua sorella, lei era abbracciata alla felpa del ragazzo, era un bacio lungo e amorevole il loro. Anna non rovinò quel momento; ma la bufera? La bufera poteva aspettare, c'era in ballo la felicità di Elsa
Anna richiuse la porta e si diresse verso la propria camera da letto, Kristoff dormiva.
Mise una camicia da notte di seta verde e si mise accanto al marito che quando sentì la sua presenza la avvicinò a se con un braccio e si addormentarono abbracciati.
Elsa e Jack non si erano accorti di Anna, né della bufera che stavano provocando.
Elsa non si era mai sentita così viva! 
Non si sentiva più come la saggia regina, ma come la ragazza inesperta.
Per Jack era la stessa cosa: dei trecentocinquanta anni passati quello era il momento migliore della sua vita. Elsa spostò le mani dal collo del ragazzo all'estremità della felpa tirandola su leggermente, sfiorando con le dita il corpo di Jack. La fermò.
-Elsa, dopo quello che è successo con Hans, tu non devi farlo se...- lei lo interruppe
-Io non devo, Jack, io voglio farlo!- il ragazzo si stupì nel sentirglielo dire e la baciò.
-E se ti facessi del male! Non possiamo!- si allontanò voltandosi verso la finestra aperta
-Non mi farai del male...se pure me ne facessi non sarebbe colpa tua- lo abbracciò da dietro. Jack stava pensando di andare via prima che quella situazione diventasse più grande di loro. Fece un passo verso la finestra, Elsa lo bloccò per un braccio. Si girò.
-So che vuoi andare via.... Ma ti prego, ti scongiuro... non farlo, non lasciarmi!- lo guardò negli occhi. Jack non voleva andare, ma lo doveva fare per loro.
-Non posso restare- abbassò lo sguardo.
-Io ho bisogno di te! Voglio te, qui....ora...con me- una lacrima sgorgò dagli occhi della regina- se non vuoi farmi male, non andar- non riuscì a terminare la frase che Jack si avventò sulle sue labbra facendola indietreggiare di qualche passo. Poggiò le mani sulla sua vita sottile, le mani di Elsa si infilarono lente sotto la felpa blu del ragazzo che al primo tocco ebbe un brivido. 
La ragazza rise - Hai freddo Frost?!- chiese ironica.
Lui come risposta fece scivolare la mano nella scollatura posteriore dell'abito di ghiaccio, sfiorando la schiena fredda della ragazza che ebbe anche lei un brivido.
-Hai freddo mia regina?!- chiese con un espressione maliziosa stampata in volto.
Elsa afferrò l'estremità della calda felpa e iniziò a tirarla su finché non la sfilò completamente dal corpo di lui. Poggiò le mani sul suo petto leggermente scolpito, scivolarono su, fino al collo per poi scendere fino alla vita, toccando l'elastico dei pantaloni di stoffa. Jack le prese le mani e le portò dietro al suo collo.
-Balliamo?!- il ragazzo lo chiese con una tale naturalezza che Elsa non poté fare a meno di accettare. Si strinsero l'uno all'altra. 
Lei affondò il viso nell'incavo del suo collo
-Jack, non sono molto brava!- lui ignorò quella futile affermazione.
Danzavano senza musica, al centro della camera nella quale nevicava lentamente. 
Non avevano più paura di niente.
Jack iniziò a donarle piccoli baci sul collo, quando il ragazzo staccava le labbra, nei punti baciati si formavano minuscoli cristalli di neve. Rimasero così per un po.
Jack con una carezza abbassò una delle bretelle del vestito di Elsa, con la punta delle dita fece scivolare giù anche l'altra, lasciandola con solo un sottile strato di brina a coprirla, le accarezzò più volte la schiena, mentre lo faceva la brina si sciolse ed Elsa rimase totalmente nuda sotto la dolce neve, si coprì il seno con un braccio, ma Jack continuava a guardarle il volto, senza dar peso al resto. Le dita di lui continuavano ad accarezzarle la schiena, su e giù senza fermarsi. Era un tocco così delicato. 
-Mi fai il solletico Jack!- lui la baciò e poco dopo sussurrò all'orecchio di Elsa
- Non è solletico....è un brivido!- lei tremò per pochi istanti
-Ho freddo!- Elsa lo guardò dritto negli occhi e mentì. 
-Non ti preoccupare.....Sei bellissima- Jack le spostò il braccio con cui si stava coprendo, le guance di Elsa si imporporarono. Jack non osservò ancora il suo corpo per non metterla ulteriormente a disagio. La strinse a sé, il petto della regina si scontrava con quello di Jack le cui braccia la avvolgevano come una coperta.
Si sentiva così protetta. Era sicura di stare facendo la cosa giusta per la prima volta.
Elsa si stese sul letto tirando Jack su di sé, le loro bocche si unirono in quello che fu un bacio pieno di passione. Jack le iniziò a baciare il collo per poi abbassarsi verso la fossetta del giugulo, le accarezzava i fianchi mentre strusciava le labbra sul seno della regina che aveva chiuso gli occhi. Il ragazzo passò a baciarle l'ombelico formando dei minuscoli cerchi immaginari con la lingua.
 Era così fredda. 
E così calda allo stesso tempo.
Jack stava continuando a scendere lungo le sinuose forme della sua regina quando fu fermato da una mano candida e sottile.
-Tocca a te adesso- Elsa gli stampò un bacio e infilò due dita nei pantaloni di stoffa, li abbassò con una lentezza estenuante. Erano entrambi nudi, freddi, sicuri, innamorati.
Elsa allargò le gambe, Lui si posizionò tra esse.
-Sei sicura.... se tu vuoi noi possiamo ferm..- Elsa non lo lasciò proseguire
-Jack sono sicura....so che non mi farai niente!- lo baciò e gli legò le braccia intorno al collo. Dopo pochi minuti erano una cosa sola: le loro anime erano unite, i loro corpi erano uniti, il loro amore era unico a differenza delle loro sensazioni che erano milioni.
Si muovevano come una tempesta che cresce: prima piano come la neve che cade, poi veloce come una bufera che infuria. Elsa stringeva i capelli di Jack. Si baciavano.
Continuarono per circa un'ora. 
Arrivavano insieme all'estasi per poi ricominciare. Era tutto perfetto.
Vennero al limite per un'ultima volta. 
Si separarono e Jack si sdraiò accanto alla sua regina.
 Si guardarono negli occhi per alcuni minuti. 
-Sei meravigliosa!- spostò una ciocca di capelli dal volto della ragazza
Elsa sorrise -A quante altre lo hai detto?!- rise 
-Solo a te!- le accarezzò la testa come fosse stata una bambina
-Davvero non hai mai amato nessuna?!- Jack negò con un movimento della testa.
- Amo te, e questo mi basta- le stampò un bacio sulle labbra-
Elsa muoveva la mano sul petto di Jack che la fermò in corrispondenza del suo cuore, Elsa cercò il suo sguardo senza risultati, lui continuava ad osservare la mano sottile e affusolata poggiata al suo petto. 
-Jack lo sento!- esclamò felice parlando del cuore di lui.
- Dici sul serio.... Credevo che ormai fosse ghiacciato da anni!- si baciarono ancora.
- È merito tuo...tutto merito tuo...ti amo, ti amo così tanto!- la abbracciò così forte
- Mi fai male Frost! - risero insieme. 
Elsa si accoccolò al corpo del guardiano e si addormentò tra le sue braccia.
Jack continuava a fissarla; era perfetta la sua regina. 
Si addormentò anche lui tenendola stretta. 

Quella fu la migliore notte della loro vita.....



















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Capitolo 8
*** Una splendida idea! ***


 
Il Sole era sorto ormai da qualche ora, era Natale! 
-Mamma mamma, SVEGLIA È NATALE!!- urlarono in coro Maggie e Josh saltando sul letto dei genitori. Anna si alzò subito facendo gli auguri ai bambini, a differenza di Kristoff che non si mosse minimamente ricevendo una gomitata dalla moglie.
-Mamma dobbiamo andare dalla zia!- i piccoli si precipitarono nel lungo corridoio che portava alla camera della regina. 
Anna però immaginava ciò che avrebbero trovato entrando: Elsa in biancheria e Jack che dormiva, non conosceva il perchè ma sapeva che la scorsa notte era stata un po' movimentata.
 Perciò proprio per quei presentimenti, indossò il più veloce possibile la vestaglia di seta rosa e cercò di precedere i bambini. 
Corse lungo le sale del palazzo con la meraviglia dei figli. Non riuscì nel suo intento.
Avevano già aperto la porta della camera da letto di Elsa. 
Anna da lontano vide i bambini entrare. Arrivata dinanzi all'entrata si stupì nel notare che era tutto perfetto. Elsa era seduta alla specchiera e cercava di farsi una treccia, poco prima di essere assediata dagli abbracci e dagli auguri dei bambini. 
Il letto era sistemato come al solito e le lenzuola erano state probabilmente cambiate dai domestici quella stessa mattina. 
L'unica cosa che non quadrava era la finestra: era aperta?! 
-Elsa posso chiudere la finestra?!- chiese Anna avvicinandosi ad essa.
-No!- la principessa si sorprese dalla irruente risposta della sorella 
- Beh.... Perdonami Anna, ho intenzione di chiuderla più tardi! Non volevo essere aggressiva...- si scusò poi la regina.
Le due sorelle si abbracciarono augurandosi un Felice Natale. 
Rimasero l'una stretta all'altra finché una vocina non ruppe quel dolce silenzio
- Perchè sei seduto sul davanzale?- le reali si voltarono nella direzione dello sguardo di Maggie.
- Tu devi essere Margereth vero?!- Jack poggiò i piedi a terra e si avvicinò alla principessina che in un primo momento indietreggiò annuendo.
- Non aver paura tesoro! Lui è Jack Frost! È un amico di zia - la incoraggiò la madre 
- Allora tu sei il fidanzato della zia?!- interruppe Josh rivolgendosi al guardiano.
- Beh... io- Jack si toccò la nuca imbarazzato
- Josh! Ma ti sembra questo il modo di- fu bloccata da un gesto della mano di Elsa che lasciava intendere "Lascialo stare Anna!". Elsa prese in braccio il nipote.
- Dici questo per il discorso di ieri sera sul mio amico?!- Josh annuì .
- Dimmi un po' di questo discorso Maestà!- esclamò lo spirito dell'inverno incuriosito.
Elsa esitò a parlare ma Josh non si fece nessun problema a rivelare ogni cosa:
- Ieri la zia mi ha detto di avere un amico carino, simpatico e speciale. Visto che ha detto speciale ho pensato che ti amasse perché anche la mamma dice di amare papà perché è speciale! Capito signor Jack?!- poi si voltò verso Anna 
- Mamma ora possiamo andare a giocare fuori?- la principessa annuì sorridendo mentre i figli erano già diretti verso i giardini. Dopo attimi di silenzio Jack parlò.
- Hai detto che sono carino, simpatico e speciale? Non è da te!- Anna e Jack risero.
Elsa si avvicinò a Jack    - Hai ragione Frost, tu sei cattivo, brutto e uguale agli altri!-
Gli stampò un bacio sulla guancia ed Anna le fece notare l'aurora boreale: era molto strano che si verificasse il giorno di Natale!
Jack si precipitò come un fulmine vicino la finestra e capì.....
North aveva bisogno del Guardiani!
Il ragazzo diede un bacio a stampo alla regina e proprio nel momento in cui stava per saltare dalla finestra.....
-JACK!!- lui la guardò -Che ti prende ora?!- terminò lei, in attesa di una risposta.
- Hanno bisogno di me...- afferrò con decisione il bastone
Elsa decise di non parlare ma la sua espressione sostituiva ogni parola non detta.
Dischiuse le labbra, chiuse gli occhi ed abbassò la testa, in segno di rassegnazione.
Anna portò una mano sulla spalla della sorella. La punta delle dita di Anna si gelarono.
-Elsa!! Devi calmarti, qualsiasi cosa tu stia pensando!- la rimproverò Anna spaventata.
La principessa le mostrò le mani e la sovrana spalancò gli occhi azzurri indietreggiando e mettendosi una mano davanti alla bocca per nascondere l'espressione sconvolta.
Jack allungò una mano verso Anna e lei vi sovrappose la sua congelata. Lui la strinse.
Incredibile!!! Alcuni fiocchi di neve aleggiarono nell'aria.
Le dita di Anna non eran più congelate, ma calde e morbide come loro solito.
Tutto questo sotto lo sguardo preoccupato di Elsa.
-Ehi che ti è preso?!- Jack le accarezzò la guancia delicatamente.
-Niente, perdonami Anna!- la regina si voltò verso la sorella con fare dispiaciuto.
-Io credo di aver capito quale sia il problema!- esclamò lui saccente.
-Si, certo....come no!- Elsa sorrise e alzò le sopracciglia sarcastica.
Anna li osservava, era tantissimo tempo che non vedeva una scena del genere, non era neanche mai riuscita ad immaginarsi sua sorella in un frangente simile, li avrebbe lasciati soli se Jack non avesse interrotto la sua "fuga". 
- Anna non andare; avrò bisogno del tuo aiuto per convincere tua sorella a fare ciò che sto per dirle!- la principessa rise, curiosa di sapere in seguito. 
Elsa alzò di occhi al cielo.
Jack prima guardò l'aurora boreale che ancora risplendeva, poi si voltò e perdendosi negli occhi azzurri della regina disse:
-Vieni con me- Elsa lo fissò per un po',stava per scuotere la testa quando Anna con la sua tipica irruenza la anticipò di qualche secondo.....
-MA CHE SPLENDIDA IDEA !!- spinse Elsa contro Jack fino a farla scontrare col petto di quest'ultimo che divertito la strinse. 
Alla sovrana però non sembrava il caso ne il momento per una specie di fuga romantica verso il "mondo" dei Guardiani, e poi lei aveva delle responsabilità di non poca importanza! Era una regina, non poteva permettersi di fuggire in tale maniera.
-Jack, vorrei... davvero..... Ma non posso, io ho Arendelle!- indicò con gli occhi la corona poggiata su un cuscinetto di stoffa. 
Anna rise rumorosamente in maniera molto teatrale.
- Ma smettila ! Io e Kristoff baderemo al regno, tu va', ti farà bene allontanarti da tutto questo!- allargò le braccia come ad indicare l'intero castello. Jack le sorrise.
Elsa accettò quella proposta che per una sovrana era alquanto indecente ma non lo era per quella donna i cui sentimenti non si erano mai manifestati, Elsa voleva cambiare, forse con l'aiuto di Jack ci sarebbe finalmente riuscita.
Il guardiano le circondò i fianchi con un braccio e senza aspettare nemmeno che potesse salutare la sorella tirò la regina con sé e  volò fuori dalla finestra, fuori da Arendelle, fuori da quella che era la vita di Elsa.
La sovrana si strinse forte al collo dell'albino e si dimenò un po', finchè non si abituò a volare trasportata dal vento verso posti nuovi ma visti prima......
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Complicazioni!!! ***


 
Era la prima volta che Anna aveva il totale controllo del regno. Nelle altre occasioni Elsa si era assentata solo per qualche ora a causa di riunioni o quant'altro. Era emozionata.
Dopotutto Anna nonostante fosse cresciuta nascondeva in se quel suo lato immaturo e giocherellone che tanto piaceva a Kristoff. L'uomo infatti era sempre stato attratto dalla spontaneità della sua principessa. Questa caratteristica del carattere di Anna spesso veniva tenuta a freno dalle regole di corte e dagli accennati rimproveri da parte di Elsa.
Kristoff si era alzato dal letto e aveva indossato degli abiti piuttosto comodi e poco formali, si era incamminato nei corridoi del palazzo alla ricerca della moglie e dei figli.
Quando finalmente riuscì a vedere la sua adorata Anna saltellare senza controllo nel grande salone, rimase leggermente meravigliato, non si comportava così da molto tempo. Se non ricordava male non vedeva la moglie rallegrarsi in tale maniera dalla notizia della sua seconda gravidanza. La fermò con le sue braccia muscolose.
-È successo qualcosa?- chiese divertito il principe
Anna gli saltò al collo e augurandogli buongiorno e buon Natale gli stampò un dolce bacio. Kristoff corrispose, ma ancora non capiva qual era il motivo di tutta quell'allegria
-Elsa è partita.... Ed io e te governeremo Arendelle!- il sorriso della principessa si allargò notevolmente, mentre quello del ex-montanaro si ridusse.
-Anna, ma noi non sappiamo come governare!!- esclamò lui realista.
-Oh ma smettila, sarà facilissimo! Basterà sorridere al popolo, è salutare tutti...No?!- il giovane spalancò la bocca come scioccato al che lei aggiunse- Come fa sempre Elsa!-
-Ma tua sorella non fa solo questo, lei partecipa a riunioni, firma contratti e legge lettere e richieste del popolo, io e te non sappiamo nemmeno da dove cominciare!- 
Kristoff tentò di farla ragionare ma non ci furono alternative. 
L'uomo si diresse nella sua camera per indossare la sua divisa formale sbuffando.
Anna indossò l'abito più pomposo che possedeva e mise attorno al suo bel collo un collarino di diamanti e pietre preziose, poi abbigliò i suoi figli alla stessa maniera, era tutto molto appariscente quella mattina. 
Anna cercò di ritrovare un po di compostezza quando uscì fuori al balcone della camera della sorella per osservare e salutare il popolo. 
Le donne e gli uomini che erano nella piazzetta sottostante si meravigliarono nel non vedere la propria regina, ma nel notare la principessa che metteva in mostra tutto quello sfarzo che non passò inosservato alle umili lavoratrici del regno. 
Anna rientrò e chiuse i finestroni che la separavano dall'esterno. 
Diede ordine ad una tutrice di far rientrare i bambini, Kristoff le ricordò dei doveri che doveva assolvere, così la principessa si diresse nello studio di Elsa e notò un' losco di lettere poggiate sulla grande scrivania e alcuni contratti commerciali da firmare con alcuni regni vicini, si sedette ed iniziò a leggere.....
Erano passate ore dalla visione dei primi documenti ed Anna era ancora intenta nel farlo. Il marito le mise una mano sulla spalla e chiese se andasse tutto bene.
- Non va affatto bene, io non so mia sorella come faccia! Ho letto tantissime lettere, richieste dei cittadini per lo più e non so a quali acconsentire e a quali no. Per ora le ho solo lette, e pure c'è ancora un bel po' da fare!- sbottò la ragazza indicando un altre piccola pila di fogli, si manteneva la testa con la mano, ed il gomito era poggiato sulla scrivania di ciliegio. Continuava a leggere. 
- Non eri tu quella che diceva "Sarà una passeggiata"?!- ironizzò il marito che si beccò uno sguardo omicida dalla principessa. Kristoff alzò le mani divertito. 
Questo gesto provocò una risata ad entrambi i reali.....
 
Intanto....
La coppia di ghiaccio era finalmente giunta a destinazione: Il Polo Nord
Nonostante Jack le avesse descritto nei suoi racconti per filo e per segno ciò che c'era nella dimora di Babbo Natale, Elsa era sconvolta nel vedere il laboratorio degli yeti attrezzato con milioni di attrezzi e giocattoli colorati. 
Jack appena entrarono notò l'espressione della regina.
- Che ne dici?!- il ragazzo le avvolse un braccio intorno al collo, Elsa si ritrasse subito.
-Jack, vorrei mantenere un certo decoro- lui la osservò a bocca aperta poi continuò
-Beh vedi io sono...- Jack la interruppe con un gesto della mano 
- Ok ok, niente cose che non farebbe una regina, ho capito!- 
-Comunque dico che è tutto stupendo, bellissimo...è meraviglioso!- cambiò discorso indicando con le braccia l'intero laboratorio. 
Un grosso uomo barbuto si avvicinò a loro, da lontano sembrava uno  yeti vestito di rosso ma la sovrana capì di chi si trattasse quando dalla bocca dell'estraneo uscì una specie di risata "OH OH OOH".
- Bene cara allora vedi bene, perché io sono pieno di meraviglia!- Elsa sorrise a quell'affermazione dal l'accento russo.
Iniziò così la presentazione della ragazza.
-Salve, lei è Babbo Natale?!- Elsa strinse la mano all'omone  
- Chiamami North mia cara!- esclamò felice -E voi siete Elsa Regina Di Arendelle!- 
- Puoi chiamarmi Elsa- Jack non riusciva a credere che Elsa aveva proposto di farsi dare del "tu" da Babbo Natale, era così strano che lei concedesse la seconda persona.
North li condusse nella sala del globo dove la ragazza fu sorpresa nel vedere un omino fatto di sabbia dorata, una fata con le piume ed un coniglio: quello doveva essere Calmoniglio, Jack le aveva tanto parlato di quanto fosse irritante.
Tutti gli occhi erano puntati sulla regina di ghiaccio.
Elsa si avvicinò a Sadman e gli strinse la mano, non sapeva perchè era andato prima da lui ma lo trovava così carino, le ricordava i suoi due nipoti.
 Sulla testa di Sandy volteggiarono velocemente molte figure di sabbia magiche. La regina sorrise mostrando i denti il che attirò l'attenzione di Dentolina che le si fiondò addosso aprendole la bocca, come aveva fatto circa dieci anni prima con Jack.
- Ma sono bellissimi! Sono bianchi come la neve! Sono i denti più belli che abbia mai visto dopo quelli di Jack- sbottò svolazzando qua e là mentre Dente da Latte si era poggiata sulla spalla dell'albino. 
- Oh adesso calmati!- si rivolse a Dentolina per poi voltarsi verso Elsa e proseguire 
- Sono il Coniglietto di Pasqua! È un piacere conoscervi Maestà, anche se avrei preferito non farlo!- terminò serio la frase, turbando molto Elsa con le sue ultime parole.
La regina non restò con le mani in mano e rispose con un sorrisino falso.
- È un piacere anche per me potervi incontrare! Anche se onestamente credevo di conoscere il coniglietto di Pasqua e non un canguro australiano!-  per pochi secondi si formò un silenzio tombale che terminò con la risata di Jack e di North.
Ci fu uno scambio di sguardi tra Elsa e Calmoniglio che non prometteva niente di buono.
- Ok ok, ragazzi qual è il problema?!- chiese Jack toccandosi la nuca
- Mi ha chiamato canguro!!- Calmoniglio rispose sottolineando l'ultima parola.
- Oh non dico tra voi due intendo: Perchè ci hai chiamati North.....comunque non sono l'unico che ti credeva un canguro!- ironizzò Jack prendendolo per i fondelli.
Il coniglio alzò gli occhi al cielo.
- Dobbiamo parlarti Jack! È cosa seria!- rispose North  - Da solo- sottolineò, i guardiani guardarono Elsa che capì subito cosa avrebbe dovuto fare.
- Perdonatemi, io non so se voi riposate ma sono molto stanca e vorrei...- una voce femminile la interruppe.
- Ma certo! Vieni con me! - Dentolina la tirò verso un salottino più appartato mentre gli altri guardiani rimasero a parlare.
Jack andava avanti e indietro da ogni parte della stanza del globo. 
Dentolina fece scegliere un libro ad Elsa che iniziò a leggere.
-Ora possiamo parlare!- constatò Calmoniglio
Jack annuì sorridente.
- C'entra di nuovo Pitch?!-
-No Jack, il problema sei tu!- Calmoniglio sembrava irritato nel rispondere poi North continuò - Hai fatto cosa che a guardiani non è concessa! - 
Jack piegò la testa e strinse le palpebre, non capiva, ma poi qualcosa gli fece buttare la testa indietro e sorridere. Forse gli era venuto in mente qualcosa.
- Se è perché ho congelato quel tipo vi posso assicurare che avevo una buona ragione!- spiegò il guardiano del gelo agli altri.
- Aspetta... Cosa hai fatto?!!!- sbottò il coniglietto di Pasqua
- Opss!- Il ragazzo abbassò la testa divertito capendo che aveva fatto una gaff, rendendosi conto che non sapevano niente del congelamento del principino.
-Tu hai congelato un uomo!!- Jack si toccò la nuca agitato
- Beh... Io... Se lo meritava! Comunque cosa è successo, perché mi avete chiamato?-
North si passò una mano sulla faccia fermandosi a pizzicare la folta e bianca barba.
Sandy uscì dalla struttura per poter far sognare i bambini dell'emisfero australe.
Calmoniglio fece la stessa cosa: sbattè la zampa al pavimento formando un tunnel e scomparve al suo interno. Erano rimasti soli Jack e North.
-Perchè sono scomparsi tutti?!- chiese all'omone  vestito di rosso
-Devo parlarti, questa è cosa molto seria Jack!- 
-Sono qui, dimmi!- alzò le spalle e strinse il suo bastone
-Tu sei innamorato?!- North incrociò le braccia al petto
L'altro spalancò la bocca, poi si ricompose smettendo di assumere quell'espressione poco intelligente che aveva assunto.Era meravigliato. Perchè glielo stava chiedendo?
- Beh....io... Credo che ci siano...- Babbo Natale lo interruppe.
- Si o no ?!- Jack annuì volse lo sguardo verso la porta d'entrata alla camera dove si trovava la regina per poi girarsi verso Nord.
- Questo è problema Jack Frost!- esclamò incrociando le braccia
-Spiegati meglio!- il ragazzo lo guardò serio aggrottando leggermente le sopracciglia.
-Io so quello che tu hai fatto al principe prigioniero, è non è affatto cosa bella!-
-Ma Nord.... Lui l'ha...- non riuscì a terminare che Nord aveva già ripreso il discorso.
-Io so cosa è successo alla tua Elsa, ma noi siamo guardiani e non possiamo fare del male a nessuno. Manny lo ha deciso. Mi ha detto di convocare te qui e di dirti che....
So che è cosa difficile da capire, ma tu devi lasciare perdere amore. Amore per guardiani non è cosa buona. Mi dispiace Jack!- il capo dei guardiani abbassò lo sguardo. Jack rimase a bocca aperta. Non riusciva a credere che Nord, che era per lui come un padre, gli stesse consigliando di lasciare perdere l'amore. Non poteva farlo!
-Nord lei è troppo importante per me! Non potrei lasciarla andare!- continuò
- Tutto, ma non chiedermi di dimenticarla! Io capisco ciò che intendi ma... lei è..- Jack non terminò la frase, si diresse silenziosamente verso l'uscita della fortezza.
Volo per qualche chilometro, sentire il vento sulla faccia lo faceva sentire libero ed indipendente, per poi sedersi su un grande ghiacciaio: cercava una soluzione. 
Una soluzione che probabilmente non sarebbe mai stata trovata......
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Rivelazioni🌹 ***


 
Non si udiva più alcuna voce provenire dal resto dell'edificio se non i rumori provocati dagli yeti intenti a lavorare. Dentolina ed Elsa erano in un delizioso salottino accogliente dotato di un caldo caminetto che, come si può immaginare, al Polo Nord aiutava parecchio. Si era ormai fatto tardo pomeriggio che le due stavano chiacchierando del più e del meno, si raccontavano degli episodi delle loro vite e in in poche ore si fidavano l'una dell'altra. Avevano già instaurato una certa amicizia. 
Dentolina non parlava con una donna da più di quattrocento anni, se non con le sue fatine che erano da considerare più come delle piccolette da proteggere che delle confidenti. Era così inusuale, che la fata si sentì quasi un adolescente.
-Per nostra fortuna qui dentro si sta caldi!- esclamò Dentolina posizionandosi davanti al fuoco. Si sfregò le mani e vide Elsa incupire lo sguardo.
- Tutto bene?!- chiese preoccupata notandola strana.
- Si, pensavo al fatto che non posso sentire il calore di cui parlavi!-la regina si accarezzò il braccio destro con la mano sinistra.
- Oh Elsa mi dispiace!!- la fata mise una mano a coprire le sue labbra. Perché lo aveva detto?! Eppure lei sapeva della situazione di Elsa. 
Un po' la invidiava per il posto che occupava nel cuore di Jack, ma per il resto lei rimaneva pur sempre Dentolina.
- Non ti preoccupare....davvero....non fa nulla, sono abituata - accennò un sorriso.
La regina si avvicinò alla finestra incrociando le braccia. 
-È davvero bellissimo qui, da quanto tempo sei una guardiana?- si voltò verso la fatina.
- Sono circa cinquecento anni, all'epoca ero una la dama di compagnia della figlia di un importante mercante di erbe curative. Era una ragazza davvero bella e testarda ma ciò che più adoravo di lei erano i suoi denti!- mentre parlava Dentolina sembrava in un altro mondo, il suo sguardo sognatore faceva trasparire la sua gioia nel ricordare.
-Posso farti una domanda?!- Elsa sorrise e Dentolina annuì.
-Perché hai queste sembianze?!- la regina le accarezzò il braccio ricoperto di piume.
-Io non lo so con esattezza, quando mi svegliai ero così e mi piace molto!- sorrise
-Abbiamo parlato di me.... Ora parliamo di te....da quanto conosci Jack?-
- Lo conosco da quando ero bambina, non ricordo con precisione quanti anni avevo! Ricordo che gli ero particolarmente legata, lui era....anzi lo è ancora, è l'aria che respiro, per me rappresenta tutto ciò per cui ho combattuto in questi anni: libertà, indipendenza, affetto, divertimento.... Sai Dentolina, non è facile lasciarsi il passato alle spalle!- 
- Parli di quello che è accaduto con Hans?- la fata capì al volo a chi si riferiva la regina
- Beh si, stava per uccidere mia sorella ed..- fu interrotta dalla mano dell'altra poggiata si sulla sua spalla scoperta.
- Elsa, non mi riferivo a quello, ma a ciò che è successo nelle prigioni!- la fata la guardò negli occhi.
-Io non credevo che tu sapessi!- la ragazza abbassò lo sguardo
- puoi parlarne se vuoi!- Dentolina fece di tutto per rassicurarla ma la neve iniziava a scendere lenta sulle loro teste.
- Io non volevo che succedesse, non lo immaginavo o non lo avrei firmato il contratto con re Heron, non riesco neanche a pensare al fatto che Hans si trovi ad Arendelle grazie a me. Io non ho paura di lui, né lo odio, provo solo tanta rabbia. Cerco di ignorare tutto ciò che è successo per non andare nelle segrete e ......lasciamo stare.-
Dentolina si sedette su una delle poltroncine - Come farai adesso?!- poi continuò 
-Oh Elsa perdonami ho fatto una domanda talmente poco delicata- dente da latte si avvicinò alla fata e si accucciò sulle sue ginocchia.
- Non darti tormento. Io ho sempre la mia famiglia: Anna, Kristoff, e i bambini...se non ci fossero loro io davvero non sarei niente. E poi adesso c'è Jack, lui c'è sempre stato.
Dopo l'accaduto con Hans credevo che non sarei stata più capace di toccare un uomo,
ma Jack mi ha fatto capire che non può andare sempre tutto male; non può piovere per sempre... quando Jack mi ha abbracciato...sembrerà strano a dirlo ma io mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto...- Dentolina ascoltava Elsa come un bambino che ascolta la fiaba della buona notte, due lacrime uscirono dagli occhi di quest'ultima, le asciugò con la mano senza farsi notare dalla regina che continuava a parlare
 -....il contatto con le sue braccia mi ha praticamente fatto capire quanto lui fosse importante per me, quando mi ha baciata non ho più avuto paura di niente- 
Elsa alzò lo vide Dentolina accarezzare Dente da Latte mentre dormiva.
Era una scena così dolce.✨
- Temo di doverti dire una cosa Elsa!- La fata si strinse le mani poi parlò
- Secondo gli ordini che noi guardiani abbiamo ricevuto è mio dovere informarti che tu e Jack non potete stare insieme, lui quando si fa travolgere dai sentimenti diventa molto impulsivo e fa cose che non dovrebbe come ha fatto con Hans!-
Elsa spalancò gli occhi in cerca di un chiarimento che le fu dato subito dopo.
-Non lo sai?! Jack è andato nelle segrete da Hans e lo ha ghiacciato, tutto tranne il cuore e il cervello, in modo che potesse sentire il gelo e il dolore senza poter reagire!-
La regina rimase in silenzio per un po', alzò le sopracciglia e spalancò le palpebre....
 
 
 
Era tardi, il cielo si era oscurato e si potevano vedere quasi tutte le stelle...
Jack era tornato.
Dentolina si allontanò per un po' dal salottino e quando vide Jack lo abbracciò d'impulso, avrebbe dovuto rimproverarlo, ma non lo fece, Nord e Calmoniglio erano andati a dormire, Sandy stava spargendo sogni d'oro nel mondo...
Jack e Dentolina entrarono nella stanza dove quest'ultima aveva lasciato la regina per circa una mezz'ora, trovarono Elsa con la testa appoggiata ad un cuscino; dormiva.
La fata sgranò gli occhi per osservare l'espressione di Jack il quale era rimasto totalmente in silenzio e si era avvicinato al divano dove riposava la sua amata.
-Sarà meglio svegliarla, così potrà stare comoda sul letto della camera affidatagli da Nord- Dentolina spezzò il silenzio e poggiò una mano sulla spalla dell'albino.
La fata stava per chiamare la regina ma Jack non un movimento della mano la fermò.
-Ci penso io, ora va a dormire, immagino che tu sia stanca- 
-Beh si.....Abbiamo parlato un po' ed in effetti è davvero una brava ragazza!-
-Vuoi dire che non vuoi convincermi a dimenticarla?!- Jack la guardò negli occhi lilla.
-Io conosco le cose che si dimenticano, custodisco i dentini apposta, ma anche se tu volessi, quelle come Elsa non si scordano, tu non potrai farlo, non dovrai mai farlo!-
Jack sorrise teneramente a quelle parole, Dentolina era la prima a a dirgli di non mettere da parte i sentimenti per Elsa, lei lo capiva, Jack la abbracciò forte, era la prima volta che prendeva l'iniziativa di farlo, le altre volte era stata sempre la fata a corrergli incontro per stringerlo a sè, dopotutto erano più di cinque anni che si conoscevano e Dentolina non aveva mai esternato la sua debolezza per il guardiano del divertimento, col tempo si era abituata ad essere "un'amica". Le stava bene così.
Lui era felice, e lei lo era per lui.
-Buonanotte Jack, non lasciare che Elsa dorma su quello scomodo divano- 
-No, non ti preoccupare....Buonanotte!- disse il guardiano mentre la fatina si avviava verso la sua stanza.
Jack prese in braccio la sua regina e la portò in camera, la luce era spenta, tutto era illuminato solo dalla Luna, dopo averla poggiata sul letto si diresse verso la porta quando sentì Elsa parlare con la voce impastata dal sonno
-Lasciami... Lasciami... È un ordine....Hans non voglio...ti prego- lui si sedette sul bordo del grande letto nel sentirle dire quelle tristi e angoscianti parole non poté far altro che nascondere il volto tra le sue mani e piangere: piangeva perché la sua Elsa aveva sofferto e continuava a farlo, pingeva perché lui quel giorno non era lì a impedirlo, piangeva perché  si sentiva impotente davanti a quella situazione.
Inizio a carezzarle la testa e a sussurrarle all'orecchio:
-Ci sono io, non succederà niente...sono io Jack...è solo un incubo- 
Dopo l'ultima parola la regina scattò sedendosi e respirando affannosamente, probabilmente non si accorse di essere in compagnia giacché fissava un punto indefinito della stanza, cominciò a dire parole sconnesse tra loro.
-Mi fa male....Anna...Ho paura...-per poi terminare con -Non voglio rimanere sola!!-
Jack le accarezzò un braccio e solo allora Elsa si accorse della sua presenza. 
Il ragazzo si stava sporgendo verso di lei per abbracciarla ma lei lo fermò autoritaria
- Non toccarmi Jack!- dopo poco si accorse di ciò che aveva detto.
Jack si stava alzando ma lei lo fermò tirando un lembo della felpa.
-No, ti prego!- gli occhi azzurri di lei si scontrarono con quelli ghiacciati di lui.
Jack improvvisamente si avventò sulle sue labbra rosee, Elsa scivolò lentamente all'indietro senza mai interrompere il contatto con il guardiano del gelo.
Quello era un bacio diverso dagli altri, come se Jack con quel gesto avesse voluto dire
"Non rimarrai sola, io non lo permetterò, perché ti amo" Elsa lo capì e toccò i capelli bianchi del ragazzo che la strinse così forte da farla sospirare pesantemente.
Jack si staccò credendo che il suo peso stesse infastidendo la regina.
Elsa però lo tirò dalla nuca e fecero combaciare nuovamente le loro bocche....
In quel secondo appassionato bacio era Elsa a parlare "Tu non mi lascerai vero? Io non voglio una vita senza te".
-Promettimi che non piangerai più per me Jack!- Elsa gli accarezzò una guancia inumidendosi un dito con una delle lacrime sgorgate qualche minuto prima dagli occhi del guardiano.
-Tu come fai a sapere..- si rispose da solo nell'osservare la mano della regina
- Cosa stavi sognando? Parliamone!- le baciò la guancia destra
-C'ero io, il popolo di Arendelle, mia sorella, Hans....lui mi stava facendo del male e non importava a nessuno, tutti guardavano ma nessuno mi aiutava, Anna voleva ma non ci riusciva perché le persone la bloccavano..... Poi tutto finisce, ci sono io a terra e tu che mi dici che andrà tutto bene perchè ora sei con me! Poi c'è buio e mi sono svegliata- 
-Andrà tutto bene Maestà!-
-Jack tu non puoi salvarmi da una cosa che è già accaduta!!-
-No è vero, ma non importa, io voglio starti accanto, voglio  stare con te quando stai male, baciarti quando stai bene, giocare con i tuoi nipoti, passare con te tutto il tempo possibile!- Jack la strinse a se e si poggiarono entrambi sul caldo cuscino di piume.
Elsa gli stampò un bacio all'Angolo della bocca e chiuse gli occhi: voleva dimenticare, ma non ci riusciva, voleva pensare a se stessa e a Jack voleva che tutti fossero felici.
Jack si accorse che la sua regina dormisse quando quest'ultima gli avvolse un braccio intorno al collo. 
Non riusciva a smettere di guardarla, era meravigliosa, se solo avesse potuto soffrire lui al suo posto, se solo avesse potuto, avrebbe fatto qualsiasi cosa purché la sua regina fosse felice.
 
 
Intanto nella fredda Arendelle....
-Mamma quando tornerà zia Elsa?- Maggie si strinse nelle coperte del suo lettino.
-Molto presto tesoro!- Anna le stampò un bacio sulla guancia dandole la buonanotte.
Poi con pochi passi si ritrovò accanto a Josh che già aveva chiuso gli occhi.
-Buonanotte- gli sussurrò all'orecchio dopo avergli sistemato il lenzuolo che lo copriva.
Anna spense la lampada a forma di fiocco di neve che era sul comodino. 
Uscì e chiuse la porta dietro di se. Amava così tanto le sue piccole pesti.
Anna entrò nella sua stanza e si sedette sul letto raggiunta pochi minuti dopo da Kristoff: l'uomo sembrava piuttosto stanco, in realtà lo era anche la principessa, avevano svolto parecchi incarichi in quella giornata in cui Elsa non c'era.
-Tutto bene?- il principe si rivolse alla moglie che esitò prima di rispondere
-Io..- non riuscì ad iniziare la frase che una domestica bussò alla porta.
-Altezze vi prego di uscire è urgente!- la voce della donna sembrava agitata.
Entrambi i coniugi uscirono per controllare....
Il colonnello delle guardie era fuori gli appartamenti reali.
-Ma cosa succede, vi sembra il caso a quest'ora della sera!- li rimproverò Kristoff🕚
-Perchè questa urgenza? Avanti parlate!- Anna spronò il colonnello a parlare.
- Seguitemi!- il tono del l'ufficiale era piuttosto serio. 
Kristoff e Anna fecero come gli era stato chiesto.
Dopo un pò si ritrovarono nelle segrete del palazzo. Faceva molto freddo.
Anna prese la mano del marito e la strinse forte.
Il colonnello li invitò a posizionarsi dinanzi ad una cella in particolare.
Ciò che i reali videro fu qualcosa di orribile: c'era un uomo piuttosto giovane, era totalmente congelato, il ghiaccio era particolarmente scuro sul volto tanto da far intravedere solo gli occhi del malcapitato, era seduto su una panca di legno con un braccio sporto in avanti come per fermare l'aggressore. Era raccapricciante.
 A quella visione Anna fece alcuni passi indietro scontrando il petto di Kristoff che la abbracciò cercando di tranquillizzarla. La principessa si ricompose da quello shock.
-Chi ha fatto tutto questo?!- si rivolse al colonnello.
-Non lo sappiamo Altezza, ma potrebbe essere stato chiunque, il principe Hans aveva molti nemici ad Arendelle a causa del suo comportamento!- spiegò il superiore.
Anna e Kristoff non avevano riconosciuto in quella figura ghiacciata Hans.
Il colonnello li riaccompagnò nel loro appartamento e si congedò.
Dopo alcuni minuti....
-Sei spaventata per quel che è successo ad Hans?- il principe si infilò sotto le coperte
-Sono spaventata per mia sorella!- indossò la camicia da notte 
-Tu credi che sia stata Elsa?!- la fece sedere sul letto
-Non ne sono sicura, ma potrebbe essere!-Anna abbassò lo sguardo e si stese tra le calde lenzuola. Kristoff la strinse a se.
-Non ci pensare, andrà tutto bene, risolveremo tutto domani, ora riposa.- le baciò la guancia. Anna lo abbracciò e si addormentarono dopo poco.
La mente della principessa era piena di pensieri "Elsa non lo avrebbe mai fatto",
"Perchè Hans era concertato in quel modo?","Il suo cuore batteva ancora, quindi non era morto, questo significava che sentiva tutto ciò che accadeva intorno a lui, quindi provava dolore".
 Domande e domande si accalcavano in Anna, quesiti a cui avrebbe voluto dare una risposta. E se tutto ciò fosse opera della sorella Elsa, la tanto amata sorellina che le era stata lontano così tanto, ma allo stesso tempo le era stata vicina in tutto?!

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