Australia on the road

di Midnight tears
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 Australia!!! ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 Monsoon ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 Ready, set, go! ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 When you look me in the eyes ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 Would you mind if I killed you? ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 Troubles ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 Australia!!! ***


AUSTRALIA ON THE ROAD


Cap.1
AUSTRALIA!!


- Australia!!!-
Giulia segnalò il suo ingresso in casa spalancando la porta dell’appartamento nel centro di Berlino che condivideva con le sue migliori amiche e urlando il nome dell’enorme continente a un volume talmente alto che probabilmente anche gli abitanti del suddetto paese l’avevano sentita, facendo sobbalzare la povera vecchietta che aveva la sfortuna di essere la vicina di casa di quelle tre casiniste.
- Che succede, Giuli? -
Una testolina con lunghi capelli biondo-oro ondulati come le onde del mare che incorniciavano un visetto ovale con lineamenti morbidi come un petalo di rosa, una pelle vellutata e due enormi occhi celesti dolci e ingenui come quelli di una bambina, fece capolino dalla cucina.
- Ciao Anna! Ho novità FANTASTICHEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Anna tirò indietro la testa, sparendo in cucina e evitando l’onda d’urto provocato dall’urlo entusiastico di Giulia.
Quando l’onda anomala fu passata, il corpo snello e affusolato di Anna seguì la sopraccitata testa all’entrata dell’appartamento dove si trovava l’amica, chiudendo la porta per evitare reazioni isteriche da parte dei vicini.
- Allora, calmati e spiegami cosa succede, senza urlare! - disse Anna lentamente, come se Giulia fosse stata una bambina di cinque anni un po’ tarda.
- E’ successa una cosa incredibile!!!! - esclamò lei di nuovo, abbracciando di slancio l’amica.
Anna si ritrovò a stringere la ragazza senza neanche sapere perché. Una matassa di ricci del colore della terra illuminata dal sole calante le coprì la visuale e la fece starnutire, mentre sentiva le costole gemere sotto la presa ferrea di Giulia.
Quando l’amica si fu staccata, si passò una mano sulla faccia e aprì gli occhi per dirgliene quattro, ma un rumore di passi provenienti dal corridoio la interruppe.
Entrambe si girarono e una figura alta, con un bel fisico robusto di costituzione ma rassodato da anni e anni di allenamento apparve sulla porta, appoggiandosi allo stipite, mentre il piede batteva nervosamente sul pavimento.
- Elena…-
La terza componente del gruppo le fissava con aria scocciata, mentre i capelli neri le ricadevano in disordine sul volto, segno evidente che stava dormendo prima che Giulia la svegliasse involontariamente.
- Allora, se per voi non è troppo disturbo, vorrei sapere…- prese fiato - CHE CAZZO SUCCEDE QUI?!?!?! STO’ CERCANDO DI DORMIRE!!!!!!! -
Le altre due si zittirono, terrorizzate da una sua possibile azione violenta. Capitava spesso che Elena, la più forte delle tre, aggressiva e con il pugno facile, sfogasse contro qualsiasi oggetto le capitasse tra le mani la propria rabbia. Non le aveva mai menate sul serio, ma era un po’ come un cucciolo di  tigre: anche se giocava, lasciava segni profondi con le sue unghiette, nel caso specifico lasciava dei bei lividi con i suoi pugni micidiali.
- Ecco… io… pensavo di…- balbettò Giulia.
- Di cosa? Di farci una sorpresa svegliandoci di colpo e facendoci urlare contro dai vicini, come se non avessimo già abbastanza problemi con loro?!?!?!? No, dimmelo subito, perché se stai cercando di farci sfrattare dall’appartamento che abbiamo faticosamente guadagnato dopo mesi di lavoro solo per venire qui e fare questo scambio culturale, sappi che ci stai riuscendo benissimo!! -
Giulia ammutolì, abbassando lo sguardo sui propri piedi e rigirando tristemente l’oggetto che fino a poco prima sventolava felicemente come fa un bambino con il suo nuovo giocattolo il giorno di Natale.
Solo in quel momento Elena notò che cosa stringeva tra le mani l’amica: una confezione mega di gelato a tre gusti, nocciola, crema e cocco. Si morse le labbra: era il gelato delle grandi occasioni, quello che mangiavano sempre per celebrare qualcosa di importante, e, tra l’altro, quello che aveva un prezzo stratosfericamente alto.
Alzò lo sguardo su Anna, che le lanciò una muta occhiata di rimprovero.
Sospirò, passandosi una mano sugli occhi e strofinando le palpebre. Accidenti, sapevano benissimo quanto la irritasse essere svegliata in quel modo! Fissò il mucchio di ricci che le stava davanti, celando gli occhi lucidi di Giulia.
- Avanti - le disse dandole uno scapellotto sul collo - andiamo a parlarne sul divano, di qualunque cosa si tratti. Anna, prendi i cucchiaini prima che il gelato si sciolga -
Il viso di Giulia si illuminò e la ragazza saltò addosso all’amica, stampandole un bacio sulla guancia:- Grazie Ele, e scusa per averti svegliata! Ma sai che non ti fa bene dormire troppo, dopo diventi pigra e noiosa!! -
- Ma sentila! Corri pulce, oppure ti finisco tutto il gelato alla nocciola! -
- No!!!! Non provarci Elena!! La nocciola è mia!!! -
Ridendo come due matte, le ragazze si gettarono sul divano, facendosi il solletico e tentando di colpirsi amichevolmente.
- Ehi, ci sono anch’io!!!!!! -
Con in mano il gelato, per fortuna ancora chiuso, e tre cucchiaini, Anna si gettò nella mischia, finché tutte e tre non furono un unico groviglio urlante di capelli, braccia e gambe.
Dopo aver ritrovato un minimo di ritegno, le ragazze si sistemarono ai loro soliti posti: Anna sulla poltrona di destra, Giulia su quella di sinistra e Elena sul divano di fronte al televisore. Erano proprio un bel gruppetto.
Si erano conosciute alle medie, durante un’incursione nella mensa scolastica, che stava chiaramente affamando i poveri studenti, e da lì avevano cominciato a frequentarsi fino a diventare indivisibili. E la cosa era strana, visto che erano diversissime l’una dall’altra, sia fisicamente che caratterialmente.
La prima era Anna, con quel suo aspetto da bambolina, perfetta sotto ogni aspetto. Aveva un fisico magro e aggraziato, con movimenti dolci e candidi che ricordavano quelli di un cigno. Con i suoi enormi e tondi occhi azzurri riusciva a convincere chiunque a fare qualsiasi cosa per lei semplicemente sbattendo le ciglia, i lunghissimi capelli mossi color oro, perfetti con la sua carnagione lattea, che le arrivavano alla vita, incorniciandola come un angelo di Natale, facevano il resto.  Era molto dolce, non alzava mai la voce, non perdeva mai la pazienza, ed era un’inguaribile romantica sognatrice, sempre in attesa del principe azzurro. Suonava il pianoforte e aveva una bella voce, nonostante la sua aspirazione fosse diventare una stilista.
Poi veniva Giulia, la casinista del gruppo. Il suo modo di essere, così trasandata, sbadata e spiritosa, si rifletteva anche nel suo aspetto. Aveva i capelli ricci che crescevano folti e rigogliosi fino a metà schiena, di un bellissimo colore rossiccio, come un albero illuminato dal sole che tramonta, che teneva sempre legati con una coda. Il viso era squadrato, con una gobbetta sul naso e le labbra forse un po’ troppo piene, ma nell’insieme il tutto risultava armonioso e piacevole. Gli occhi erano verde scuro, con lunghe ciglia nere, e una spruzzata di lentiggini sulla pelle abbronzata le davano quell’aria spiritosa e sbarazzina che la distingueva. Simpaticissima, solare, sempre allegra e con la battuta pronta, non stava zitta un attimo ed era la compagna ideale con cui fare casini, insomma, una con cui era impossibile annoiarsi!
Per ultima Elena. Elena era la ribelle, la forte, l’indistruttibile, era la boss indiscussa del trio. Faceva pugilato da quando era piccola, e questa si rifletteva sul corpo, molto robusto di costituzione, diventato flessuoso, agile e scattante come quello di una gazzella dopo gli anni passati in palestra, dove passava più tempo che a casa. Naturalmente predisposta per quello sport, era aggressiva, spietata, non guardava in faccia nessuno pur di ottenere ciò che voleva. Averla contro era un errore fatale, in compenso se l’avevi dalla tua parte non esistevano nemici! Aveva il viso tondo, con zigomi alti, il naso piccolo e il taglio degli occhi allungato e leggermente asimmetrico, che le conferiva uno sguardo obliquo. Non era bella in senso canonico, ma aveva un fascino particolare per cui era impossibile non notarla anche in mezzo a una folla. Inoltre, madre natura l’aveva dotata di due stupendi, rarissimi occhi di uno stupendo viola acceso e intenso, come le ali di una farfalla tropicale, che ben si armonizzavano con la pelle color cannella e con i capelli neri che portava appena sopra le spalle, scalati intorno al volto, con una ciocca più lunga delle altre dello stesso viola intenso degli occhi.   
Erano tutte e tre italiane e tutte e tre avevano la stessa età, 18 anni, quasi 19, e si erano trasferite a Berlino da appena un mese per passare l’ultimo anno di liceo in una scuola tedesca, da cui poi, se avessero avuto una media abbastanza alta (cosa di cui nessuna delle tre dubitava, essendo dotate anche di un cervello ben funzionante), si sarebbero iscritte alla più prestigiosa università della Germania, che si trovava appunto lì a Berlino. Anna avrebbe fatto moda, Giulia lingue, e Elena giurisprudenza. Ancora era luglio, ma avevano deciso di venire prima per ambientarsi meglio e districarsi con la lingua
- Anna, togli quel poster da lì, mi viene da vomitare! -
Anna inarcò un sopracciglio mentre leccava il cucchiaino dagli ultimi rimasugli di gelato alla crema, guardandola con sguardo scettico:- Levare COSA esattamente? -
- Quello! - esclamò Giulia indicando il poster attaccato alla parte sopra il camino, su cui era impressa l’immagine di quattro ragazzi che fissavano l’obbiettivo.
- Eh no!!! - saltò su Anna - i Tokio Hotel non si toccano! Piuttosto, tu leva quell’obrobrio di immagine dalla porta della cucina!! -
- Assolutamente no! - Giulia scattò in protezione dell’oggetto appena menzionato - i miei amati Cinema Bizarre non si toccano!!!!!!!! -
Elena alzò gli occhi al cielo “Ci risiamo”
- Senti Giuli, non ho assolutamente intenzione di vomitare ogni volta che vado a mangiare perché quei cinque esseri di dubbio sesso ti attizzano gli ormoni!! -
- Tu hai il coraggio di parlare!! Proprio TU, Anna, che ascolti quel gruppo di pezzenti con quella sottospecie di donna che si ritrovano come cantante e con quel chitarrista con una scopa in testa e chissà cosa nelle mutande!! -
- Non ti azzardare a… -
Elena scossa la testa: era sempre la stessa storia.
Anna era cotta dei Tokio Hotel e non sopportava i Cinema Bizarre, mentre Giulia osannava i Cinema Bizarre e avrebbe volentieri ammazzato i Tokio Hotel. Le due discutevano in continuazione su quell’argomento, e avevano trasformato l’appartamento in un campo di battaglia. I poster spuntavano come funghi dove meno te lo aspettavi, perfino nella scarpiera o dentro la credenza!! Una volta Elena ne aveva trovato uno dentro la doccia, e aveva dato ad entrambe una strigliata tale che non si erano più azzardate a mettere niente in bagno. Ogni volta che andavano in macchina era una guerra su che musica ascoltare. Dal canto suo, Elena mal sopportava entrambi i gruppi, lei ascoltava tutt’altro genere di musica! Così si erano regalate un iPod a testa, in modo che ognuna potesse sentire la musica che voleva senza dover contendere lo stereo con l’altra.
- Piantatela!!! - esclamò Elena, spazientita.
Giulia e Anna si girarono a guardarla.
- Ascoltatemi bene: se mi avete svegliata solamente per sentire voi due deficienti discutere su quale fra due band orripilanti dietro alle quali sbavano milioni e milioni di oche senza cervello che non esiterebbero un minuto solo a entrare nel letto di tutti i componenti insieme e a darci dentro con tutti contemporaneamente, vantandosene pure, sia la migliore, sappiate che rischiate di ritrovarvi senza orecchie e senza occhi, così magari la smetteremo con queste cretinate!!!!! -
Le amiche ammutolirono e abbassarono lo sguardo con aria colpevole, poi tornarono mestamente sedute e ripresero ad ingozzarsi in silenzio
- Allora - esordì Anna dopo un po’ di tempo che mangiavano - qual’era quella novità di cui dovevi assolutamente parlarci? -
Giulia si bloccò e le fissò con gli occhi sgranati dalla felicità:- Ok, mi ha chiamato mio padre da Roma -
- Sì? Era solo per dirci che hai sentito il tuo caro paparino che ormai credevamo defunto o comunque assorbito negli studi del laboratorio di medicina? -
Le altre due fulminarono Elena, famosa anche per le sue battute al vetriolo, ma quest’ultima si limitò a sorridere e a farle cenno di continuare.
- Visti gli ottimi risultati che ho ottenuto a scuola - trattenne il respiro - MI HA REGALATO QUESTI!!!!!!!!!! - urlò alla fine, sventolando sotto il naso delle amiche tre pezzi di carta.
- Cosa sono? - domandò Anna.
Un sorriso enorme spaccò in due il viso di Giulia:- Tre biglietti aerei per l’Australia!!!!!!!! -
Le altre due sgranarono gli occhi.
- Già - le anticipò Giuli leggendo nel pensiero delle amiche - finalmente potremo realizzare il nostro sogno!! Una vacanza on the road in Australia!!!! -
Una vacanza. Insieme.
Era dalla terza media che si erano ripromesse che un giorno avrebbero fatto un viaggio nel continente più selvaggio e affascinante del mondo con solamente una macchina, una cartina e qualche soldo in tasca, ovviamente insieme!
- Ma stai scherzando? - Anna era ancora incredula.
- No, per niente!! Papà ha detto che ormai ho l’età giusta, e che mi meritavo una ricompensa per tutti i sacrifici che avevo fatto…-
- QUALI sacrifici, esattamente? - domandò Elena inarcando un sopracciglio.
Giulia fece un gesto di sufficienza con la mano:- E che ne so io! Mica riesco a leggere cosa passa per la mente di mio padre! Comunque, l’aereo parte lunedì, e i biglietti del ritorno sono per il 21 agosto -
La bionda guardò il calendario: era giovedì 12 luglio.
- Mi stai dicendo che abbiamo un mese a disposizione per scorrazzare in lungo e in largo per tutta l’Australia?!?!?! -
- Esatto!!!! -
Anna e Giulia urlarono di felicità e si abbracciarono.
- Un momento ragazze - Elena le interruppe.
Giulia la fissò da sopra il braccio dell’amica:- Che succede Ele? Cos’è quella faccia? -
- Come facciamo a muoverci? Mica possiamo portarci la macchina in aereo! E poi, dove atterriamo? Forse sarebbe il caso di dare un attimo un’occhiata alla situazione prima di festeggiare! -
- Dai, Elena! - Anna roteò gli occhi - non fare la guastafeste! -
- Anche perché non ce n’è proprio motivo! - esclamò la riccia - ho pensato a tutto io! Ho noleggiato una macchina direttamente a Sidney, dove atterreremo, ad un prezzo davvero bassissimo! -
- E l’itinerario? -
- Ci penseremo sul posto! Dai, cosa c’è che ti preoccupa? Di solito sei tu quella che si butta a capofitto nelle situazioni più strane e impossibili! Che cosa c’è di diverso stavolta? -
Elena fissò le amiche, e vedendo l’entusiasmo riflesso nei loro occhi non poté fare a meno di sorridere a sua volta, nonostante sentisse una stretta dolorosa al cuore:- E va bene -
Le tre si abbracciarono strette strette.
Elena mise una mano al centro, Giulia mise la sua e Anna si unì.
- INSIEME PER SEMPRE!!!!!! -  

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- Australia?!?!? -
Tom Kaulitz fissava incredulo David Jost, il suo manager, dalla cui bocca erano uscite le ultime parole, anzi, l’ultimo nome, che si sarebbe aspettato di sentire durante una riunione indetta per risolvere il “problema Bill”, come era stato ribattezzato dallo stesso Tom.
- Proprio così, Australia! -
- Cosa intendi dire? Che vuoi mandarci in un continente desertico per una qualche avventura spirituale alla ricerca di noi stessi?!?! -
David fulminò il chitarrista con un’occhiata:- No. Intendevo dire che voglio mandarvi a fare una vacanza da semplici turisti in un paese dove non vi conosce nessuno, in modo che Bill non si senta sotto stress, si possa rilassare e possa riprendere presto a cantare! -
Tom sprofondò ancora di più nella poltrona, sconvolto. Si girò a fissare i suoi amici, nonché compagni d’avventura e di band, Georg e Gustav, che sembravano sconvolti e increduli tanto quanto lui.
- Sarebbe per voi un’ottima possibilità per staccare la spina e riposarvi un po’ - vedendo che i ragazzi non reagivano, il manager continuò a parlare - senza contare il fatto che l’Australia è uno stupendo paese, pieno di bellezza naturali, e…-
Tom smise di ascoltarlo, sconvolto.
David doveva essersi bevuto il cervello. Mandarli a fare una vacanza? In Australia, poi! Cosa c’era di bello in Australia?
Beh, si disse, in fin dei conti non è una cattiva idea, passare un mese a prendere il sole su una spiaggia, comodamente sdraiato con un cocktail fresco e una bella ragazza che mi massaggia la schiena! O magari in un bel letto d’hotel con tutte le comodità e…
- Come sarebbe a dire IN MACCHINA?!?!?!?!? -
Più che l’urlo straziante, fu la voce che l’aveva emesso a farlo scattare come una molla, facendogli prendere un colpo, visto che apparteneva all’unico del gruppo che poteva essere definito un “ragazzo calmo, pacato e tranquillo”.
Si girò a fissare il suddetto ragazzo calmo-pacato-e-tranquillo, e lo trovò a gesticolare convulsamente con pose degne di suo fratello Bill, sbraitando maledizioni e urlando qualcosa a proposito di “vita da selvaggi” e “ritorno all’età della pietra”.
Nel frattempo, Georg si trovava seduto sul divano con gli occhi spalancati e la mascelle a fare compagnia alle sue scarpe.
Ma che era successo?
- Ma dai Gustav, sei esagerato!- esclamò David - Tu che ne pensi, Tom? -
Lui fissò gli altri due:- Non ho capito quello che ha detto -
Gustav lo fissò:- David ha detto che non dovremo andare in albergo, ma fare un viaggio on the road con solamente una macchina, due tende e qualche valigia, girando per un mese per l’intera Australia senza una meta vera e propria, ma solamente per il gusto di riscoprire le bellezze naturali del nostro mondo! -
Tom guardò Gustav.
Poi Georg.
Poi David.
Poi di nuovo Gustav.
Sorrise:- Ho capito, volete prendermi in giro! Ma con me non attacca, ragazzi! -   
David lo fissò senza mutare espressione.
La sconvolgente verità si fece strada a mano a mano nella mente di Tom, facendogli morire il sorriso sulle labbra.
- Non stai scherzando? -
Il manager scosse la testa.
- Come no?!?!?!? Non starai mica dicendo che vuoi davvero mandarci all’avventura in un continente enorme, pieno di selvaggi, di pazzi, di bestie feroci con solamente una macchina e una cartina, con il rischio di perderci?!?!? -
Mentre urlava, Tom si era alzato in piedi e ora si trovava a un millimetro dalla faccia del suo manager, che si limitò a dargli un colpetto con le dita per rispedirlo seduto.
- E invece è esattamente quello che ho intenzione di fare!! -
- Ma… ma… tu non puoi farlo!!! -
- Non solo posso, ma lo sto già facendo. Anzi, per essere precisi ho comprato i biglietti per l’aereo stamattina -
-MAI!!!!!!!! -
L’urlo di Tom fu di una potenza tale da far temere al povero David che gli ultrasuoni avessero spaccato le finestre.
- Tom, piantala di urlare! -
Ma il rasta non sembrava intenzionato ad ascoltarlo:- NO CHE NON LA PIANTO!!!!!!!! Tu vuoi mandarmi in un posta sperduto, in mezzo al nulla, senza acqua, senza cibo, senza mezzi di comunicazione, abbandonandoci a noi stessi in un posto pieno di schifosissimi insetti e belve feroci!!! E poi…-
- Ma che cazzo dici?!?!? Guarda che non vi sto mandando a fare un corso di sopravvivenza nel deserto, vi sto mandando a fare una vacanza!! Un po’ diversa dalle altre, certo, ma pur sempre una vacanza!!! -
- Una vacanza non può essere una vacanza se siamo dispersi in un luogo sconosciuto senza niente!! E soparttutto…-
- E soprattutto cosa?!? - David stava cominciando a perdere la pazienza-
- …e soprattutto senza una bella gnocca da scoparmi!! Cazzo, in Australia ci saranno più foche che ragazze! -
- In Australia non ci sono foche…- gli fece notare Georg.
- Appunto! Con chi dovrei scopare secondo te, David? Con i canguri?!?!? -
Nella stanza calò un silenzio sbigottito, mentre Georg si accasciava sul divano, ormai rassegnato a dover passare una vacanza da uomo di Neandertal insieme all’anello di congiunzione tra la scimmia e l’uomo, ovvero Tom.
Gustav si limitò a sospirare e a fissare il pavimento. Tanto erano sempre gli altri a prendere le decisioni, non vedeva perché in quell’occasione sarebbe dovuto essere diverso…
David, invece, aveva ormai perso la pazienza - Riesci a pensare solamente al sesso, eh, Tom? Solamente a quello? E non pensi a tuo fratello? I dottori hanno detto che gli unici motivi per cui non canta sono psicologici. Da quando ha fatto l’intervento ha paura, è stressato, non sta bene. Ha BISOGNO di questa vacanza. E non venirmi a dire che per tuo fratello non saresti disposto a passare un mese senza rotolarti tutti i giorni con una ragazza a letto, anche se sono sicuro che questo non accadrà, visto che uno come te riuscirebbe a trovare ragazze da scoparsi perfino su Plutone!! -
Tutti sapevano che Tom avrebbe scalato l’Everest a mani nude con solamente un costume addosso se questo fosse stato necessario per far star meglio suo fratello, ma lui non ci stava, non avrebbe mollato così facilmente.
- Assolutamente no! - esclamò il ragazzo - non rinuncerei al sesso per nessun motivo al mondo, neanche per mio fratello!! -
Lui e David si fissarono in silenzio, lanciando fulmini con gli occhi.
Ad un certo punto un rumore di passi e una voce li fece girare tutti verso la porta, dove si trovava Bill.
- Che sta’ succedendo? - domandò il ragazzo con aria assonnata.
Gli altri si fissarono tra loro, poi David sospirò:- Nulla Bill, stavamo solo discutendo, non ti preoccupare. Hai preso i sonniferi? -
Il cantante scosse la testa:- No, ho mangiato da poco, e se lo prendo a stomaco vuoto mi viene da vomitare…-
Da quando aveva fatto l’intervento non era più il Bill di prima. Viveva nella costante paura che la voce sparisse di nuovo, visto che la sua era una malattia con tendenza recidiva, e il terrore di non essere all’altezza delle aspettative che gli altri riponevano in lui lo terrorizzava. Tom non ricordava l’ultima volta che lo aveva visto sorridere. Forse era proprio quella la cosa che gli mancava di più del fratello: il sorriso. Quel sorriso stupendo che alleviava il dolore di chiunque lo ricevesse, quel sorriso che faceva toccare il cielo con un dito alle fan che avevano la fortuna di vederlo. Quel sorriso che ogni volta scaldava il cuore di Tom.
In quel momento Bill indossava una maglia del gemello e i pantaloni della tuta, aveva i capelli stropicciati attorno al viso, e due occhiaie profonde a segnargli lo sguardo. Tom ebbe una stretta al cuore vedendo il fratello in quelle condizioni.
Nel frattempo, David aveva allungato al cantante una scatola con dentro dei sonniferi:- Prendili, mi raccomando, hai bisogno di dormire -
Lui annuì, poi fece per salire, quando una voce lo bloccò:- Bill? -
Il ragazzo si girò verso Tom:- Dimmi? -
- Senti… tu… che ne diresti di una vacanza? -
Bill sgranò gli occhi sorpreso:- Una vacanza? -
- Sì, una vacanza, solamente noi quattro, io, tu, Georg e Gustav. Che ne diresti? -
Il gemello sorrise tristemente:- Mi dispiace Tom, ma proprio non mi và. Ogni volta che andiamo da qualche parte, c’è sempre uno stuolo di giornalisti e fan che ci seguono, non potrei godermi un viaggio, mi dispiace. È meglio restare qui, tanto le grida le sentiamo lo stesso, ovunque andiamo, no? -
Tom cominciò a giocherellare nervosamente con l’orlo della propria maglia:- E se fosse una vacanza in… in un posto dove nessuno sa chi sono i Tokio Hotel? -
- Come? E dove vorresti andare? -
- Ecco, pensavo… magari… in Australia? -
Bill aggrottò le sopracciglia:- Ma Tomi, a te non piace l’Australia!!! -
“No, infatti detesto quel cavolo di inferno deserto e pieno di schifezze come animali selvatici e insetti velenosi, con quelle lunghissime strade deserte senza neanche l’ombra di una bella ragazza per chilometri e chilometri!!!”
 Tom si morse le labbra per impedirsi di pronunciare ad alta voce quelle parole.
- Beh, in fin dei conti non è poi tanto male. E poi, non hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto fare una vacanza solo noi quattro on the road come semplici turisti in un grosso paese? -
Bill lo fissava a bocca aperta, incredulo.
- Tu… lo faresti per me? - balbettò.
- Certo, Bill -
All’improvviso Bill gli saltò addosso con tanto impeto da farlo cadere per terra, abbracciandolo talmente forte che Tom temette gli si fossero spezzate le ossa.
David gli sorrise soddisfatto, lanciando a Tom uno sguardo come a voler dire “Te l’avevo detto, no?”
“Grande Tom, ti sei scavato la fossa da solo! Ti sei condannato a un mese d’inferno e di atroci sofferenze!” si maledisse mentalmente.
- Graziegraziegraziegraziegrazie!!!!!!!!!!! Ti voglio tanto bene, Tomi!!!!!! - urlò Bill, sorridendo radioso come un bimbo piccolo e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Beh, pensò Tom, forse ne valeva la pena!

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- Australia!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Un urlo agghiacciante tranciò di netto l’atmosfera di equilibrio, pace e concentrazione che si era formato in quelle due ore di prove ininterrotte nello studio di registrazione.
Strify, spaventato, steccò in modo pietoso una nota di Silent Scream, trasformando un LA perfetto nell’urlo di una tredicenne, Yu fece una salto all’indietro, spaccando con il peltro una delle corde della sua chitarra preferita, Luminor sobbalzò, appoggiando le mani sulla tastiera cercando di non cadere e producendo un suono orribile, mentre Shin si bloccò con le bacchette a mezz’aria, facendo anche lui un salto sulla sedia. Ovviamente, quella che all’inizio sembrava essere una canzone eseguita perfettamente si trasformò in un flop totale.
Dopo un istante di sbigottimento, Strify si girò lentamente verso l’essere che aveva lanciato quell’urlo disumano, interrompendolo mentre cantava con la sua voce stupenda e facendolo stonare in maniera vergognosa.
Kiro, incurante del fatto che quattro sguardi assassini con le fiamme negli occhi convergevano CASUALMENTE su di lui, rimase immobile con il basso a mezz’aria, la bocca spalancata in un sorriso da ebete, lo sguardo fisso in un punto indefinito di fronte a lui e gli occhi luminosi e allargati sul suo volto come due palle da biliardo.
- Kiro…- Strify si avvicinò al bassista, improvvisamente preoccupato. Certo, che Kiro non fosse normale era risaputo, che avesse qualche rotelle fuori posto era un fatto incontestabile, ma se poi quell’essere eccessivamente energico cominciava pure a drogarsi…  
- Kiro? Stai be…? -
Prima che Strify potesse anche solo terminare la frase, una figura bianca e indistinta gli saltò addosso, attaccandosi a lui e stritolandolo con braccia e gambe e stampandogli un bacio sulla guancia.
- STRIFY, SEI UN GENIO!!!!!!!!!! - gli urlò Kiro in piena faccia, prima di staccarsi e sparire, lasciando davanti al cantante solamente una nuvoletta e una scia di polvere degne di Speedy Gonzales che si snodava fino alla porta da cui era sparito, mentre i capelli di Strify erano schizzati all’indietro a causa dell’onda d’urto, come se una mucca gli avesse appena leccato la testa.
Il silenzio sbigottito che seguì fu interrotto solamente dal rumore delle bacchette di Shin che cadevano a terra, mentre il ragazzo era rimasto immobile con le braccia ancora a mezz’aria a fissare il punto in cui Kiro era sparito.
- Uau - esclamò Yu - cosa si è fumato Kiro stamattina? -
- Quell’essere è un disastro per la quiete pubblica! - esclamò Luminor lisciandosi i capelli con fare irritato.
- STRIFY!!!!! - urlò Shin - NON TI AVEVO DETTO DI IMPEDIRGLI DI BERE ANCORA LA VODKA?!?!? SONO SICURO CHE SEI TU CHE GLI HAI DATO IL PERMESSO!!!! -
- IO?!?!? - Strify era incredulo - Io non ho fatto niente!! Sono sicuro che non ha bevuto niente, sono stato con lui tutto il tempo!! -
- Non è vero, sicuramente ti sei lasciato convincere dalla sua faccia da cane bastonato!! -
- Ma se ti dico che io non ho fatto niente!!! - Strify cominciava a spazientirsi, mentre tentava di riportare i capelli alla loro posizione normale.
- Vabbè ragazzi, direi di prenderci una pausa, tanto senza bassista non possiamo suonare! -
Visto che la proposta avanzata da Yu non faceva una piega e che loro stavano suonando ininterrottamente da due ore, decisero di prendersi una pausa, e si diressero al bar.

“Bah, chissà cosa gli passa per la testa!!!”
Dieci minuti dopo, Strify si trovava con gli altri quattro la bar a bere una coca cola, chiedendosi cosa avesse spinto Kiro a comportarsi in quel modo.
- Ma quando torna? - esclamò - dobbiamo finire le prove, non possiamo mica…-
- STRIFYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!! -
Kiro spuntò all’improvviso alle sue spalle, urlandogli il suo nome nelle orecchie e facendolo urlare di nuovo.
- AAAAAHHHHH!!!!!!!! -
Ovviamente, la lattina di coca cola gli cadde di mano, rovesciandosi sui suoi pantaloni BIANCHI e sulla sua maglia preferita, ovviamente BIANCA anche quella.
- Ma vaffanculo, Kiro!!! Guarda che cazzo hai combinato!!!! -
Insensibile alle varie maledizioni che gli venivano scagliate contro dal cantante, Kiro prese ad abbracciarlo sventolando qualcosa tra le mani.
- Kiro!! -
Shin si gettò addosso all’amico, staccandolo da Strify - Ma che cazzo ti è venuto in mente? Dove sei stato?!?! -
Lui sorrise radioso:- A farvi una sorpresa!!!! -
Le parole di rimprovero morirono in bocca a Shin, mentre anche tutti gli altri sgranavano gli occhi.
- Cosa?!?! -
- Esatto!!! Era da un po’ che volevo farvi un regalo, poi Strify oggi pomeriggio mi ha dato l’idea giusta con quella maglia ridicola!! -
- Ehi!! La maglia che tu definisci “ridicola” è la mia preferita, e tu l’hai appena sporcata!! - esclamò Strify, piccato.
Yu sporse la testa per vedere la maglietta. Era una semplice maglietta bianca con sopra un qualcosa di marrone.
- Cos’è quell’affare marrone? Vomito? -
Strify lo fulminò con lo sguardo:- È un canguro, ignorante!! -
Shin sgranò gli occhi:- Aspetta, non ci avrai mica regalato un canguro?!?!?! - conoscendo Kiro, non sarebbe stata una cosa così strana…
- Ma no! Per chi mi hai preso? Mica potevamo portarcelo in tour, si sarebbe stancato, poveretto!! -
Luminor inarcò un sopracciglio, fissando Kiro:- Tu hai dei gravi problemi psichici, essere -
- Io non sono un essere!!! - Kiro era offeso.
Strify si mise tra i due:- Insomma, facciamola finita! Cosa ci hai comprato, Kiro? -
Lui sorrise di nuovo, porgendogli quattro fogli di carta:- Questi!!! -
Shin fu più veloce di lui ad afferrarli.
- Cosa? - era incredulo.
Strify ne approfittò per fregarglieli di mano. Quando vide di cosa si trattavano non si trattenne:- BIGLIETTI AEREI PER L’AUSTRALIA?!?!?!? -
Kiro annuì, tutto contento:- Esatto!! Avevamo sempre detto che avremmo voluto fare una vacanza tutti insieme, e ho pensato che un viaggio in Australia solo noi quattro era l’ideale!! -
Gli altri lo fissarono sbigottiti.
- Grande idea, piattola!! -
Shin e Luminor fissarono Yu, che aveva appena pronunciato quella frase.
- Beh, che c’è? Una volta tanto che gli viene una buona idea e che usa la testa in modo intelligente! -
- Peccato che in questo momento sia TU a non usarla! Non che tu ti sforzi mai di farlo, anzi ancora mi chiedo se sotto tutti quei capelli ci sia qualcosa di funzionante…- esclamò Luminor passandosi drammaticamente una mano sugli occhi.
Shin prese parola:- Kiro… ti sei organizzato almeno? -
Lui reclinò la testa da un lato:- In che senso? -
- Nel senso, hai prenotato un albergo? Hai avvertito il manager? Hai fatto un itinerario? -
Il bassista sgranò gli occhi, poi li abbassò per terra - Veramente no…-
Shin alzò gli occhi al cielo:- Ecco, come pensavo! Fai sempre un casino, qualunque cosa tu faccia! Come pensavi che ci saremmo mossi una volta arrivati? -
- Con la macchina! -
- E la macchina come pensavi che l’avremmo portata? -
- Con l’aereo! -
Il povero Shin era sconvolto:- Perché, secondo te una macchina in aereo ci entra?!?! No, basta, ora tu riporti indietro questi biglietti e ti fai ridare i soldi! -
- Strifyyyy!!!!!!!!!! - Kiro si appellò piagnucolando al cantante della band, in cerca di supporto - ti prego! Ci tenevo tanto a farvi una sorpresa!!!! -
Il batterista sbuffò:- Avanti Strify, diglielo tu che non si può fare! -
Strify non rispose. Fissava Kiro.
“Oh no” pensò Shin disperato.
Kiro stava fissando il cantante. Con gli occhi spalancati. Le mani giunte in una preghiera. Con quell’adorabile espressione da cane bastonato che faceva sempre capitolare chiunque lo vedesse.
- Ti preeegooo!!!!!! -
Strify fissò Kiro, mordendosi un labbro.
“Avanti Strify” si disse “mostrati severo e risoluto per una volta! Non puoi mica cedere ogni volta che questo adorabile… cioè, questo rompiscatole ti fissa così!!”
Kiro, intuendo i pensieri di Strify, sporse in fuori un labbrino, facendolo tremare, mentre gli occhi cominciavano a luccicare e a riempirsi di lacrime, mentre li sgranava sempre di più.
- Per favore… - mugolò, tirando su con il naso.
Luminor scosse la testa.
Yu si sfregò le mani tutto contento.
Shin sbatté la testa contro il tavolo.
Alla fine, come previsto da tutti i membri dei Cinema Bizarre, Strify capitolò:- Quando si parte? -



Ciaaoooooo!!!!!!!! Ecco qui la mia nuova FF!!! Era da un po' che mi girava in testa, e devo ringraziare Marika per questo, è lei che mi ha dato l'ispirazione!! ^_^
Sei vi è piaciuto fatemelo sapere, mi raccomando!
Kisses

Midnight Tears


 
 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 Monsoon ***


Cap.2
Monsoon



Lunedì 12 luglio, ore 12.30
All’aeroporto di Sidney c’era un via vai impressionante di gente, e lo sbattere più o meno frettoloso di migliaia di scarpe di persone diverse si mischiava con gli annunci in inglese degli aerei in partenza e in arrivo, e al rumore dei motori degli aerei che ruggivano, creando un frastuono assordante.
Tra tutta quella gente, in mezzo alla sala, stavano immobili tre ragazze. La bionda teneva a tracolla una borsa rosa e a terra una valigia del medesimo colore, la rossa aveva in una mano uno zaino viola della Seven e un trolley, mentre la mora teneva uno zaino sulle spalle e una grossa sacca da ginnastica rossa a tracolla. Tutte e tre fissavano basite l’enorme struttura.
- Come facciamo a uscire? - domandò Giulia guardando le amiche.
- Beh, dalla porta immagino…- tentò Anna.
Elena si girò a guardarla, inarcando un sopracciglio:- Perché, tu hai anche solo una vaga idea di DOVE si trovi l’uscita? -
- Ehm…-
- Ecco, appunto -
Dopo che furono passati almeno altri due minuti in assoluto silenzio, Giulia tentò di farsi venire un’idea:- E se chiedessimo a qualcuno? Tanto ci sarà uno sportello informazioni, o magari un poliziotto, no? -
Le altre due decisero di assecondare l’amica e dopo qualche attimo di ricerca si diressero verso quello che sembrava un poliziotto.
Giulia si avvicinò all’uomo:- Excuse me? -
Il poliziotto le sorriso cordiale:- Yes? -
- Could you tell us where the exit door is, please? -
L’uomo sorrise di nuovo:- Of course! -
Dopo mezz’ora di spiegazioni in fitto dialetto australiano (fortuna che Giulia se la cavava egregiamente con le lingue straniere, in particolare con le varie forme di inglese nel mondo), le ragazze appresero che l’uscita si trovava circa 500 m dietro di loro, e che il parcheggio era immediatamente sulla sinistra all’uscita.
Alla fine, trascinandosi dietro i bagagli, le tre amiche riuscirono ad arrivare al parcheggio…
-…CHE OVVIAMENTE E’ GROSSO QUANTO L’AEROPORTO INTERO, PISTE D’ATTERRAGGIO COMPRESE!!!!!! - urlò Elena, pericolosamente vicina al limite della sua già esigua pazienza, facendo girare tutti i presenti, che fortunatamente non capivano l’italiano, verso le tre - E ORA MI DITE COME CAZZO FACCIAMO A TROVARE LA MACCHINA?!?!?! - strillò rivolta alle sue amiche.
- Elenuccia…- tubò Anna, cercando di calmarla - non ti preoccupare, quello che ce l’ha noleggiata mi ha detto esattamente dove l’avrebbe parcheggiata. Ci basta trovare il settore giusto e siamo a posto!! -
- Sì, Anna ha ragione! - rincarò Giulia - vedrai che la troveremo subito!! -

2 ore dopo…
- Subito, eh? - sbraitò Elena, disidratata, distrutta fisicamente e psicologicamente dopo due ore passate sotto il sole alla ricerca della macchina, che alla fine avevano finalmente trovato - E, tra l’altro, non sono nemmeno sicura che questa roba che voi vi ostinate a chiamare “macchina” possa trasportarci in giro per l’Australia per un mese! -
In effetti, la suddetta macchina era una specie di relitto bellico rosso scrostato di chissà quanti anni prima, lunga e stretta, con un enorme bagagliaio che comprendeva quasi la metà del veicolo e i sedili di pelle nera, che sicuramente non aiutavano a tenerle fresche.
- E manca l’aria condizionata, tanto per dirne un’altra!! - aggiunse, esasperata.
Elena era l’unica in grado di parlare, le altre erano quasi morte.
Non si sa come, riuscirono, tra le fitte del sole cocente e gli scleri di Elena, a sistemare i bagagli e a entrare in macchina, non prima di aver tenuto aperto l’abitacolo per permettergli di prendere aria, visto che all’interno aveva raggiunto una temperatura degna del deserto del Sahara.
- Chi guida? -
Invece di rispondere, Anna si sdraiò sui sedili posteriori, e Giulia si accasciò sul sedile del passeggero.
La pugile alzò gli occhi la cielo:- Ma non mi dire…- poi si sistemò al posto di guida.
Sorprendentemente, la macchina partì subito, e questo indusse Elena a sperare che almeno il motore fosse in buone condizioni. A causa del caldo, tenevano i finestrini spalancati, e l’aria che entrava scivolava sui loro volti bagnati dal sudore, asciugando le goccioline brillanti che imperlavano la loro pelle, dando alle ragazze un po’ di sollievo.
- Ditemi perché mi sono lasciata convincere a fare questa follia! - sbottò Elena ad un certo punto.
Giulia aprì un occhio e la fissò sorridendo:- Beh, è ovvio! - spostò il braccio che penzolava fuori dal finestrino intorno al collo dell’amica, mentre Anna la abbracciava da dietro.
- PERCHÈ CI  ADORI!!! - esclamarono contemporaneamente.
Lei rise:- Sì, certo, come no! Tornate a dormire, va, vi sveglio quando vedo un McDonald‘s!! -
- Agli ordini, capo! -
Entrambe tornarono alle loro posizioni di prima.
Anna prese la borsa rosa e estrasse da una tasca un iPod nano fucsia, si infilò le cuffie e chiuse gli occhi, gustandosi le note dolci e leggiadre di Monsoon, mentre la voce stupenda di Bill la faceva scivolare lentamente nel sonno.
*Running through the monsoon…… beyond the world
To the end of time…… where the rain won’t hurt
Fighting the storm…… into the blue
And when I lose myself…… I’ll think of you
Together we’ll be running somewhere new…… through the monsoon
Just me and you
Nel frattempo, Giulia aveva preso lo stesso oggetto, solamente che il suo era nero, e aveva fatto la stessa cosa dell’amica. A cullarla però c’era la voce di Strify che intonava Forever or never, la sua canzone preferita.
*I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever
better make it now or never
(ever, ever)
I'm not gonna live forever
Said I'm not gonna live forever
gotta make it now or never
(forever or never)
Elena, invece, si era infilata le cuffie del suo iPod blu e aveva selezionato la sua canzone preferita, Lose yourself di Eminem, lasciando che la voce del rapper americano le facesse compagnia durante il viaggio.
*You better lose yourself in the music, the moment
You own it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime yo

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* Correrò attraverso il Monsone…… oltre il mondo
Alla fine del tempo…… dove la pioggia non ferirà
Combattendo la tempesta…… nel dolore
E quando perderò me stesso…… penserò a te
Insieme correremo da qualche parte di nuovo…… attraverso il Monsone
Solo io e te

* Non vivrò per sempre
Dicendo che non vivrò per sempre
Meglio farlo ora o mai più
(mai più, mai più)
Non vivrò per sempre
Dicendo che non vivrò per sempre
Devo farlo ora o mai più
(per sempre o mai)

* È meglio che tu perda te stesso nella musica, questo momento
ti appartiene, faresti meglio a non lasciartelo scappare
Hai solo una possibilità, non perdere la tua occasione per sfondare
Questa opportunità capita una sola volta nella vita, yo.

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- Ma perché tutte a me?!?!? -
Tom era disperato. Erano partiti da Berlino 14 ore prima, il viaggio era stato orribile, c’era stata una turbolenza tremenda, che per uno come lui che soffriva il mal d’aereo era come essere messo in un frullatore acceso, erano arrivati a Sidney ma nessuno di loro capiva una parola di inglese, non sapevano dove andare, non sapevano dov’era la macchina che David aveva provveduto a noleggiare e, come se non bastasse, aveva perso una delle sue valige.
- Io lo sapevo che andava a finire così! Ma perché non me ne sono rimasto a casa?!?!? -
- Dai Tom - Georg gli mise una mano sulla spalla - non farla tanto tragica. In fondo hai altre quattro valige, no? Se ti manca qualcosa di vitale importanza possiamo sempre comprarlo -
Il chitarrista si girò disperato verso di lui:- Tu non capisci!! Dentro la valigia c’era una cosa di vitale importanza per me!!! -
Il bassista si allarmò:- Cosa c’era dentro? I soldi -
- No! -
- Il cellulare? -
- No! -
- La tua chitarra? -
- Ma stai scherzando?!?!? Se avessero perso la mia chitarra, a quest’ora avrei già fatto causa alla compagnia aerea per danni morali e psicologici!! -
-…ok, non è la chitarra. E allora cos’è che ti manca? -
Tom lo fissò disperato:- C’erano i miei preservativi lì dentro!! E ora io come faccio?!?! -
-…-
- Ma ti rendi conto, Georg? È terribile!! E adesso?!?!? Se mi capitasse di incontrare una che ci sta’, anche se la cosa non è molto probabile, vista che la scarsità di esseri di genere femminile con un bel paio di tette o un bel culo, non potrò fare sesso con lei, non posso mica rischiare di farla rimanere incinta!!!! -
Georg lo fissò sorpreso:- Da quando ti preoccupi delle ragazze con cui vai a letto? -
- Ma mica mi preoccupo per loro!! Mi preoccupo per me!! Pensa che succederebbe se si sapesse che Tom Kaulitz ha fatto rimanere incinta una ragazza. Nessuna vorrebbe più venire a letto con me!! Ma ti rendi conto?!?!? È un problema enorme!!! -
Georg si trattenne dal dire a Tom, per quanto fregasse a lui la cosa, dove poteva metterseli i suoi problemi enormi, e, per quieto vivere, cercò di venirgli incontro:- Dai, li compreremo qui. Sono sicuro che, nonostante tutto quello che dici, in Australia non vivono come rozzi selvaggi dell’età della pietra!! -
- NO!!!! -
Dopo l’urlo disperato di Tom, tutti si girarono a guardarli incuriositi. Georg fece un sorrisino nervoso e fece segno che era tutto a posto.
- Ma che cazzo urli, si può sapere?!?!?- sibilò a Tom.
Come se non l’avesse sentito, il chitarrista continuò nel suo monologo drammatico:- Non posso mica comprarli qui!! Sicuramente avranno marche diverse, la mia pelle è delicata, non posso mica rischiare con un prodotto che non conosco! E poi…-
Georg era sconvolto. E esasperato.
No, decisamente non era possibile passare un mese con lui, la sua sanità mentale non ne sarebbe uscita incolume.
“Dove diavolo è Gustav quando serve?!?!?”
Proprio in quel momento, la testa bionda di Gustav apparve tra la folla, seguita da quella di Bill, quel giorno meno evidente del solito visto che i capelli ricadevano lisci sulle spalle e solamente i ciuffi davanti erano sparati in aria.
- Ehi Georg, abbiamo recuperato le valige! - esclamò Gustav.
- Già, ci sono tutte, a parte quella di  Tom non ne manca nessuna!! - in quel momento Bill notò il gemello, che si stava ancora disperando, incurante del fatto che Georg oramai non lo ascoltava più.
- Che cos’ha Tomi? - chiese il gemello minore reclinando la testa di lato.
Georg alzò gli occhi al cielo:- È disperato perché nella valigia che ah perso c’erano i preservativi e ora lui non sa cosa fare nel caso incontri qualche ragazza scopabile, nonostante, a suo dire, ce ne siano veramente poche qui -
Gustav si morse le labbra:- Io devo stare zitto, io sevo stare zitto…-
Bill intanto si era avvicinato al gemello:- Tomi? -
In quel momento il chitarrista si risvegliò dal suo stato di trance e fissò il gemello:- Sì, Bill? -
- Non ti preoccupare, vedrai che troveremo una soluzione! - e gli sorrise come solo lui sapeva fare.
Il cuore di Tom si sciolse come burro:- Sì, certo, hai ragione! -
Bill lo abbracciò, poi, sempre con il sorriso sulle labbra:- Che ne dici se adesso andiamo a prendere la macchina? -
Il chitarrista sorrise a sua volta:- Hai ragione! -
Detto questo, si incamminò verso il parcheggio.
- Un giorno - disse Gustav rivolto al cantante - dovrai spiegarmi come fai a manovrarlo come un burattino! -
Bill gli strizzò l’occhio e si incamminò nella stessa direzione del fratello.

I Tokio Hotel trovarono la loro macchina molto più velocemente delle tre ragazze.
- Wow!! -
Fu il commento collettivo.
La macchina era un enorme fuoristrada a sei posti grigio metallizzato, che splendeva sotto il sole come un gioiello, come a voler urlare al mondo “sono nuova di zecca, e costo più di un aereo, inchinatevi al mio cospetto!”
- È magnifico…- mormorò Tom, sfiorandolo con timore reverenziale.
- David ha fatto proprio le cose in grande stavolta! - esclamò Gustav.
Georg e Tom si fissarono.
- LA GUIDO IO!!!!!!!!!!!! - urlarono all’unisono, fiondandosi contemporaneamente al posto di guida. Dopo qualche scazzottamento, e grazie soprattutto ad un calcio ben assestato nelle parti basse, il rasta riuscì a conquistare il posto di guida, lasciando il povero Georg per terra dolorante, che si teneva una mano sui gioielli tremendamente doloranti.
- Non vale…- esclamò con una vocetta acuta tipica dei castrati.
Tom sorrise trionfante:- In guerra e in amore tutto è lecito! -
- E per te questa è una guerra? - chiese Gustav scettico.
- NO!!! Questo è amore! Non posso mica permettere che quel grosso scimmione guidi questo tesorino, finirebbe per traumatizzarlo!! - accarezzò la macchina con occhi languidi - e poi la piccolina vuole stare con me, vero? No, tranquilla piccola, papà non ti lascia nelle mani di quel brutto cattivone, no no no…-
Sotto gli sguardi allucinati degli altri tre, Tom cominciò a dare dei piccoli bacini al manubrio, e pacche amichevoli all’interno della macchina, sussurrando paroline dolci.
Quando Bill colse il vezzeggiativo “picci picci” non si trattenne più, scoppiò a ridere convulsamente, tenendosi le mani sulla pancia e cadendo a terra, mentre le lacrime gli rigavano le guance.
Vedendolo così felice, Gustav, Georg (che nel frattempo si era rialzato) e Tom sorrisero dolcemente con fare protettivo. Era così bello vedere che aveva ripreso a sorridere…

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- CHE BELLOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SIAMO ARRIVATI!!!!!!!!!!! -
Mentre si limava le unghie, la giovane hostess sobbalzò e fece un salto all’indietro, spaventata da un acuto impressionantemente alto proveniente dalla sua sinistra. Ad un tratto un… un QUALCOSA si materializzò di fronte a lei. Era un affarino bianco, con una carnagione pallidissima e bianca, un paio di jeans chiari, una canotta bianca e i capelli, bianchi pure quelli, con dei ciuffi neri. Saltellava sul posto battendo le mani, il tutto ad una velocità folle, rimbalzando come una pallina di gomma, urlando chissà cosa in una lingua che non conosceva.
- CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!! -
Sembrava un criceto in calore imbottito di allucinogeni che aveva appena avvistato una mandria di cricetine vergini in cerca di marito!!!!    
- GUARDATE COM’E’ BELLOOOO!!!!!! - detto questo, il cosino bianco schizzò ad una velocità folle verso l’uscita, sollevando un polverone dietro di sé e facendo voltare nella sua direzione tutti i presenti nell’aeroporto.
Non fece in tempo a riprendersi dallo schock che un’altra figura alquanto bizzarra le passò davanti, correndo.
- KIRO, ASPETTAAAA!!!!!! - un altro tizio con i capelli lisci mechati di nero corse nella stessa direzione del ragazzo di prima, sollevando una ventata d’aria che le scompigliò i capelli.
Poi un tizio con un fisico da infarto messo in evidenza da una maglia nera senza maniche con i primi bottoni slacciati sul petto scolpito, i capelli neri con dei ciuffi rossi e un borsone a tracolla, saltellò verso la direzione degli altri due, felice come Heidi sulle montagne, ad una velocità meno sostenuta dei suoi compari, ma sicuramente non meno inusuale.
- BELLE GNOCCHE, ARRIVO IOOOO!!!!!!! -
Un istante dopo…
- EHI, ASPETTATEMI!!!!!!!!! KIRO, STRIFY, YU, PERCHE’ CAZZO DEVO SEMPRE PORTARLE IO TUTTE LE VALIGE, PORCA PUTTANA?!?!?! -
Un tizio con i capelli bianchi (“pure questo?!?!?”) e una carnagione altrettanto pallida, correva, si fa per dire, dietro agli altri tre, anzi, per essere precisi arrancava dietro agli altri tre con un numero indefinito di valige sulla schiena, piegato in due come una tartaruga.
Quando pensava di averle viste proprio tutte, rimase sconvolta per la quinta volta in un minuto. Un tizio con lunghi e setosi capelli neri, uno strato mostruosamente spesso di trucco sul viso, quella che somigliava in maniera preoccupante ad una gonna nera lunga fino ai piedi a coprirgli le gambe, e con stivali e maglia dello stesso colore, sfilò davanti a lei come una modella sfila ad un concorso di bellezza, trascinandosi dietro una valigia (indovinate di che colore?), accarezzandosi i capelli e guardandosi intorno in modo sdegnoso:- Ah, che barbari! Devono sempre farsi notare, ovunque vadano, non possono certo stare calmi e passare inosservati! -
Quando anche l’ultimo membro dei cinque fu passato, la ragazza rimase immobile a fissare il punto dove erano passati, con gli occhi sgranati e la bocca aperta in una O perfetta, mentre la limetta le cadeva dalle mani.
“Ok, da oggi basta birra a pranzo…”

- Allora Yu, cos’è che hai comprato? -
- Io resto dell’idea che non avremmo far dovuto scegliere a lui - borbottò Strify, preoccupato - si sa che Yu ha dei gusti strani…-
Il diretto interessato si voltò:- Ma non è vero! -
Vedendo come lo guardavano gli altri, si difese:- Sì, ecco, forse giusto un po’…-
- Sì, giusto un po’, come quella volta che per il compleanno di mia nonna chiamasti delle spogliarelliste che spuntarono fuori dalla torta quasi senza niente addosso cantando tanti auguri! Le venne un infarto e dovemmo portarla al pronto soccorso…-
- Ma non dicevi sempre che volevi che morisse? -
-…sei un caso senza speranza, Yu…- il cantante scosse la testa, rassegnato.
- Ehi, ragazzi, mi date una mano? - il povero Shin intanto stava rischiando di spaccarsi in due per il peso eccessivo delle valige sulla sua schiena.
Strify allungò un braccio e prese le sue due valige, mossa a compassione verso il più piccolo del gruppo.
Nel frattempo, Kiro avanzava a balzi verso il parcheggio, cantando una sciocca canzoncina tedesca usata dalle maestre per insegnare ai bambini dell’asilo a contare, battendo le mani e sorridendo talmente tanto che sembrava gli si dovesse spaccare la faccia a metà da un momento all’altro.
- QUANTO MI PIACE QUESTO POSTO!!! GUARDATE QUANTA BELLA GENTE!!!!! -
- Kiro! - esclamò Strify - piantala di saltellare come un canguro, ne vedremo anche troppi in questo posto, e vienei a darci una mano, a meno che tu non voglia essere portato in giro al guinzaglio e con la museruola! -
Luminor guardò il bassista sdegnato:- Sei sempre un peso inutile, essere! -
- Strifyyyyy!! - piagnucolò Kiro, nascondendosi dietro a lui - Luminor dice che sono un essere! Ma io non sono un essere!! Io sono…-
- Una piattola - borbottò il cantante, stringendo però Kiro con fare protettivo.
- EHI RAGAZZI!! ECCOLO QUA!!! -
“E ti pareva! Tanto se non è Kiro a farsi notare ci pensa Yu…”
Il suddetto Yu si trovava davanti ad un camper ENORME, grosso all’incirca come il loro appartamento, palesemente nuovo e palesemente COSTOSO.
- Non è una meraviglia? Il meglio del meglio, l’ultimo modello appena uscito sul mercato!! Ha di tutto e di più, raggiunge quasi la stessa velocità di una Ferrari ed è maneggevolissimo!! Per accaparrarmelo ho dovuto contrattare parecchio con altri tre milionari che continuavano a sparare somme più alte delle mie, ma alla fine me lo sono preso io! - esclamò orgoglioso il chitarrista
Kiro saettò in avanti, osservando il mezzo con gli occhi luccicanti:- Ohhh… Ma è bellissimo! -
- Per te tutto quello che abbiamo visto finora è “bellissimo”, essere dal vocabolario ristretto! - esclamò Luminor.
Intanto, Strify e Shin si scambiarono un’occhiata, preoccupati.    
- Yu…- cominciò il cantante -…quanto lo hai pagato esattamente? -
- Oh, ehm, un pochettino…- rispose Yu, evitando accuratamente il suo sguardo.
- QUANTO di preciso? - rincarò Shin.
- Beh… ecco… diciamo…-  Yu sussurrò il prezzo.
- QUANTO L’HAI PAGATO?!?!?!?!?!?! - l’urlo di Strify risuonò per tutto l’aeroporto, mentre i presenti alzavano gli occhi al cielo, rassegnati. Tanto, con tutto quello che avevano visto quel giorno…
- Strify, calmati… - disse il chitarrista, cercando di calmare l’amico che sembrava in preda ad una crisi isterica.
- TU STAI SCHERZANDO SPERO!!!! CON QUELLA CIFRA CI SFAMAVAMO IL TERZO MONDO!!!! MA COSA TI PASSA PER LA TESTA?!?!?! DOBBIAMO SOLAMENTE FARCI UNA VACANZA, NON VIVERCI PER IL RESTO DELLA NOSTRA VITA!!!!!!!!!!! -
- Ma suvvia, non farla così tragica…-
- LA COSA E’ TRAGICA!!!!!!!!!! MA TI RENDI CONTO?!?!?!? DOVREMO FARE TRE MESI INTERI CON UN CONCERTO SOLD-OUT AL GIORNO PER RECUPERARE QUELLA CIFRA!!!! MA CHE TI DICE LA TESTA?!?!?!? -
Mentre il cantante continuava ad urlare come un’adolescente alle prese con i sintomi del suo primo ciclo mestruale, Kiro era entrato nel camper e aveva cominciato a sistemare le valige, cercando il posto più comodo da accaparrarsi.
Vedendo che le cose tra Yu e Strify non sembravano appianarsi, Shin, sospirando, seguì l’amico sul camper, subito imitato da Luminor. Appena entrato non poté trattenere un fischio di ammirazione:- Wow, è più attrezzato di una suite a cinque stelle questo coso! -
Era enorme, aveva due letti a castello in fondo, due tavoli che si trasformavano in letti matrimoniali, uno dei quali già fatto, una bagno molto grosso, un’enorme cucina con relativo frigo, un televisore al plasma, una play station 3 con una pila di giochi alta fino al soffitto, e addirittura un idromassaggio!
- Io sto qui!!! - la voce di Kiro li fece girare verso i letti a castello. Kiro si era sistemato su uno dei letti in basso e aveva già provveduto a “sistemare le loro cose negli armadi”, ossia a buttare le valige a caso dentro quelli che sembravano i magazzini di un centro commerciale più che dei semplici armadi!
Shin valutò la situazione, e decise che non aveva la benché minima intenzione di dormire nel letto matrimoniale con il rischio di ritrovarsi Kiro appiccicato addosso perché durante la notte aveva avuto un incubo, quindi… - Io prendo questo! - esclamò sistemandosi nel letto sopra al bassista.
Luminor non disse una parola, si limitò a mettersi nel letto in alto rimasto.
- Secondo te riusciremo a partire? -
Shin si strinse le spalle:- Non saprei. Ma non dovrebbero metterci ancora molto -

Infatti, una ventina di minuti dopo…
- Grazie Strify, sapevo che avresti capito! -
- No, Yu, io avrei dovuto capire PRIMA quanto fosse da sadici masochisti mettersi nelle tue mani, e comunque oramai il danno è fatto, e di certo non intendo riempire di rughe la mia pelle stupenda prima del tempo solamente perché tu sei un idiota patentato! -
Shin ridacchiò di fronte alla, per così dire, modestia dell’amico, tentando di simulare la risata con un colpo di tosse, cosa che non gli riuscì troppo bene vista l’occhiata di fuoco rivoltagli da Strify.
Ovviamente quella dei posti letto era stata un altro paio di maniche, ma alla fine avevano concordato che Yu avrebbe dormito nel letto singolo rimasto e il cantante nel letto matrimoniale.
- Allora, se nessuno ha niente in contrario, guido io! - prima che chiunque potesse protestare, Yu si fiondò al posto di guida, tutto contento.
- Ragazziiii!!! Io ho fameeeee! - mugolò Kiro, facendo gli occhi dolci - possiamo andare da McDonald’s? Bitteeee!! -
- D’accordo, appena ne vedo uno mi fermo! -
- Che bello!!!!!! Hamburger, patatine…- Kiro si leccava le labbra, pregustando già il suo pranzetto distruggi-fegato preferito.
Shin fece una smorfia:- Sei una fogna, Kiro, pensi sempre a mangiare! -
- Oh, eccone uno! - esclamò Yu.
Mentre Strify guardava fuori dal finestrino, ignorando le chiacchiere degli altri dietro, sentì un brivido corrergli su per la schiena, facendogli accapponare la pelle, nonostante il caldo torrido.
“Ehi, ma che…?” si domandò.
Poi il rumore di una frenata brusca e un clacson che suonava violentemente lo riscosse, facendolo girare verso la strada davanti a loro.


- Ehi ragazzi, un Mcdonald’s! -
Tom fu il primo ad avvistare l’insegna gialla a forma di M che segnalava il loro fast-food preferito, facendo venire l’acquolina in bocca a tutti gli altri.
- Dai, Tomi, fermati qui! - esclamò Bill.
Il fratello sorrise:- Sicuro! Aspetta che faccio inversione! -
Georg sgranò gli occhi:- Ma non puoi farlo qui! -
- E chi se ne frega? Tanto non c’è nessuno! -
Ignorando la preoccupazione degli altri, Tom girò la macchina, invadendo la corsia opposta e girandola per entrare nel parcheggio a velocità sostenuta.
- TOOOM!!!! ATTENTOOOOO!!!!!!!!! -
Notò solo all’ultimo minuto la macchina che veniva dalla direzione opposta, dritta dritta contro di lui. Era troppo tardi, non poteva girare, non poteva indietreggiare, non poteva fare niente!!!!
- AAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!! -
La macchina davanti a loro inchiodò di colpo, il guidatore sterzò, facendo girare la macchina di traverso e immettendosi nella corsia dove prima si trovava Tom, riuscendo a fermarsi prima di andare a sbattere contro un cartello stradale.
I ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
- Pericolo scampato! - esclamò Tom. Poi vide la portiera della macchina (sempre che macchina si potesse definire quel catorcio) spalancarsi e una ragazza uscirne venendo verso di loro come una furia, e il sorriso gli morì sulle labbra - O forse no…-


Una frenata improvvisa fece svegliare di botto Giulia e Anna, che cascò giù dai sedili a causa della brusca frenata.
Entrambe urlarono mentre Elena riusciva miracolosamente a girare la macchina prima di scontrarsi con il fuoristrada che aveva invaso la loro corsia, immettendosi in quella opposta e fermandosi a un soffio da un cartello stradale, bloccando la strada che fortunatamente era deserta.
Per un istante rimasero tutte e tre immobili e senza fiato, fissandosi a vicenda con gli occhi sgranati. Poi quelli viola di Elena si ridussero a due fessure, mentre stringeva i pugni e prendeva fiato - IO LO DEVASTOOOOO!!!!!!!!! - dopo aver urlato a pieni polmoni, la ragazza spalancò la portiera e si diresse verso l’altra macchina a passo di marcia.
Nel frattempo Tom era uscito dal suo veicolo “Posso sempre giocarmi la carta ‘mi dispiace, sono straniero e non capisco cosa dici’. Tanto gli australiani non capiscono il tedesco!”
Quindi, quando la ragazza gli si avvicinò, sorrise e disse in tedesco - Scusa, io…-
Ma prima che potesse finire la frase, la ragazza lo afferrò per la maglia e lo sbatté contro la carrozzeria della sua macchina:- RAZZA DI COGLIONE!!!!!! MA CHI CAZZO TI HA DATO LA PATENTE, TUA NONNA?!?!?!? CI HAI QUASI INVESTITE, PORCA PUTTANA, IO TI DISINTEGRO, SOTTOSPECIE  DI  AMEBA  AMBULANTE CON UNA SCOPA AL POSTO DEI CAPELLI!!!!!!!! -
Sentendosi urlare quella raffica di maledizioni in perfetto tedesco, Tom si sentì male “Ma che cazzo, proprio una tedesca dovevo incontrare? Beh, fortuna che ho gli occhiali e il cappello, almeno non dovrebbe riconoscermi…”
Nonostante la ragazza lo stesse mandando a quel paese in tutte le lingue che conosceva, l’istinto di SexGott di Tom lo incitò ad osservare meglio la figura che aveva davanti: gambe lunghe e robuste, ma tutto sommato belle, fisico asciutto, decisamente forte (nonostante la ragazza gli arrivasse alla spalla lo stava praticamente sollevando da terra!), seno prosperoso, capelli neri corti, viso carino, nella norma… In definitiva, anche se non uno schianto, era un bocconcino decisamente niente male, soprattutto fisicamente!
“Oh, uau, baby…” istintivamente fece scendere lo sguardo sulla scollatura e prese a leccarsi le labbra, tormentandosi il percing con la lingua, cominciando a chiedersi se non fosse il caso di farsi riconoscere e divertirsi un po’ con lei.
Quando Elena si rese conto che il ragazzo le stava fissando il seno, andò fuori di testa. Ma prima che potesse dire qualcosa, Tom fece scivolare la mano nella tasca posteriore dei suoi jeans, tastandole il sedere e sorridendo.
Lei lasciò andare la sua maglietta, momentaneamente spiazzata. Poi riprese a urlare a pieni polmoni:- RAZZA DI MANIACO PERVERTITO, MA COME CAZZO TI PERMETTI?!?!? MA GUARDA CHE IO TI SPACCO LA FACCIA!!!! -
Intanto, da dentro la macchina, Bill si stava passando una mano sul volto:- Ma allora è deficiente!! - esclamò.
- Direi proprio di sì - confermò Gustav - quella tra un po’ gli spacca la faccia e lui le guarda le tette?!?! -
- Beh, non ha tutti i torti, guarda che culo che ha la tipa…-
Cantante e bassista fulminarono Georg con lo sguardo.
- Che ho detto? -
Bill sospirò, poi riportò lo sguardo verso la scena davanti a lui:- Scommettiamo che adesso ci prova con lei? - disse, vedendo l’espressione del fratello.
- Scommettiamo che tra un po’ gli fa tutti e due gli occhi neri? - stava dicendo intanto Giulia ad Anna.
Quest’ultima annuì:- Sì, forse è il caso che andiamo a salvare quel ragazzo -
Ma prima che le ragazze potessero correre in aiuto di Tom, lui fece la sua mossa:- Dai tesoro, non ti agitare! Perché non vieni a bere qualcosa con me? Dopo avrai tutto il tempo di scaldarti, baby -
Elena sgranò gli occhi.
Ma. Come. Si. Permette?!?!?!
Prima ancora che se ne rendesse conto, una furia cieca si impossessò di lei, e sferrò un cazzotto micidiale nello stomaco del ragazzo che lo fece piegare in due sull’asfalto, sputando e tossendo.
Immediatamente Anna e Giulia si precipitarono verso l’amica, prendendola per le spalle e trattenendola dall’infierire su Tom, mentre Bill, Georg e Gustav erano corsi fuori ad accertarsi  che quest’ultimo stesse bene.
- IO TI UCCIDO!! TI DISTRUGGO!!!!! TI SBRANOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! -
Nel frattempo, un camper si era fermato a pochi metri da loro, nonostante nessuno lo avesse notato.
Da dentro, Yu, Strify, Kiro, Shin e Luminor fissavano basiti la scena.
- Wow, che caratterino!! - esclamò Yu.
Shin si girò verso di lui:- Meglio che non ti fai venire strane idee, Yu! Mi sa che quella è davvero capace di staccarti le palle e fartele mangiare!! -
Strify ridacchiò, ma quando tornò a fissare la scena, lo sguardo gli cadde non sulla furia che ancora scalciava e si dimenava, ma su una delle due ragazze che la stavano tenendo. Era un po’ bassina, aveva un fisico molto magro, indossava un paio di pantaloni neri a pinocchietto e una canotta viola.  I capelli ricci e ribelli le inondavano il volto, impedendogli di vedere bene il suo viso, ma qualcosa nel suo modo di fare attirò subito la sua attenzione.
Ad un certo punto, la ragazza girò la testa verso di loro e li vide.
“Bella” fu l’unica cosa che riuscì a pensare. Poi la sua testa smise di funzionare. Così. Senza un motivo.
Quando la ragazza si girò a dire qualcosa alla tipa coi capelli biondi, lui continuò a vedere i suoi occhi verdi che lo fissavano.
- Anna, c’è gente! -
Anna si voltò e vide anche lei il camper a qualche metro da loro, anche se non riusciva a vedere le persone all’interno a causa del sole che si rifletteva sul vetro. Poi spostò lo sguardo sugli altri tre ragazzi, anche loro con gli occhiali da sole sugli occhi e i cappellini con la visiera, che tentavano di far alzare il tizio che Elena aveva colpito.
- Forse è il caso di andarcene, è? -
L’amica annuì, ed entrambe presero Elena di peso, trascinandola verso la macchina, mentre la ragazza ancora imprecava contro il tipo con i rasta, buttandola sui sedili posteriori.
- Guido io! - esclamò Giulia mettendosi al posto di guida.
Un attimo dopo erano ripartite sgommando.




Scusate scusate scusate scusate!!!!!! Mi perdonate per il ritardo, vero? Giuro che non ci ho fatto a posta, non è stata colpa mia! I miei genitori sono partiti per Pisa e mi hanno lasciato da mia nonna, che però non ha internet, quindi, anche se il capitolo era pronto, non ho potuto postarlo! Sono tornata oggi e ho provveduto ad aggiornare immediatamente la storia. Mi avete perdonato, vero? Grazie, vi voglio bene^_^
Allora, adesso passo ai ringraziamenti:
XxXBizarrinaXxX: E dopo le interminabili lezioni lezioni di greco e latino durante le quali mi hai dato una mano a mandare avanti questa storia, finalmente ecco il secondo capitolo!!! Sai già perchè non l'ho messo prima, ma i miei mi hanno promesso che adesso mi mettono internet illimitato, quindi potrò aggiornare più spesso! Certo che me l'hai ispirata tu, chi è che mi ha fatto vedere tutti quei video sui CB (soprattutto quello dove c'è Strify che balla?!?!?!)? :-*
tokiohotelina483: Sì, ne vedremo sicuramente delle belle!! Continua a seguire questa FF!!
xx_meggy: Grazie della mega recensione!!!! Direi che mi hai decisamente superata, sia per la lunghezza che per la bellezza!! Sì, lo so che la storia è un po' incasinata, ma è nata per esserlo, non volevo farne una banale!! Io continuo ad aspettare che tu aggiorni (sai quanto mi piaccia "Vier element"!). Ora che io ho postato, devi farlo pure tu! Grazie tantissime dei complimenti!
eleonor483: mi fa piacere sapere che la storia ti ha fatto ridere!! L'idea del canguro non so nemmeno come mi sia venuta, è uscita così mentre scrivevo!! Se anche questo cap è divertente, fammelo sapere!!
shaka: Eh sì, sono 12 pazzi in partenza per l'Australia! Lo so che ci sono un po' di forzature, (in teoria a luglio in Australia non dovrebbe essere poi così caldo) ma visto che è una storia di pura fantasia penso di potermelo permettere, no? Grazie per i consigli, (e per la correzione sul plettro!) e anche per le critiche, vedrò di fare più attenzione la prossima volta!!
Grazie anche e tutti quelli che leggono senza recensire e a chi ha messo questa storia nei preferiti!
Vi prometto che aggiornerò presto, grazie di tutto!!
Kisses.

Midnight Tears

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Capitolo 3
*** Cap. 3 Ready, set, go! ***


Cap.3
Ready, set, go!


- Ma secondo voi dove stavano andando? -
Shin alzò gli occhi al cielo, esasperato dall’ennesima domanda idiota di Yu. Da quando erano entrati al McDonald’s non aveva fatto altro che fare domande del tipo “Ma secondo voi come si chiamano?”, “Voi dite che sono di Berlino?”, “Secondo voi potrei piacere alla tizia che guidava?”
- Non lo so, Yu! Mettitelo bene in testa: NON. LO. SO!!!!! Le abbiamo viste per quindici secondi di sfuggita, come cazzo pensi che facciamo a sapere vita morte e miracoli di quelle tre?!?!?! -
- Mamma mia quanto sei palloso! - sbuffò Yu fregando una patatina dal cartoccio di Shin (l’ennesima), che cominciava a non poterne davvero più. Da quando le tre se ne erano andate il chitarrista non aveva fatto altro che fare domande a cui né lui né gli altri potevano rispondere, a meno che uno di loro non fosse stato un veggente a insaputa degli altri. Beh, pensò fissando Luminor, non era tanto difficile immaginarselo con un turbante in testa e una tunica, tutto rigorosamente nero, che con la sua espressione mistica fissava una palla di vetro in attesa di chissà quale segno dal cielo, emanando sentenze di morte a destra e manca. Di certo non sarebbe stata la prima volta.
C’era stato un periodo in cui aveva avuto, come la chiamava lui, “una chiamata dal cielo” e aveva cominciato a leggere le carte (ogni volta che gli chiedevano dove avesse imparato lui rispondeva che non poteva svelare loro i segreti mistici dell’altro mondo, ma Shin sospettava fortemente che in realtà si inventasse tutto di sana pianta, visto anche che le stesse carte nelle stesse identiche posizioni per lui avevano significato vita felice e spensierata per almeno una settimana, mentre per Strify un’imminente sciagura che si sarebbe dovuta abbattere su ciò che di più prezioso possedeva al mondo.
Inutile dire che per una settimana intera Strify aveva girato per casa con una cuffia in testa e un cappuccio ogni qualvolta uscivano, guardandosi intorno con occhi da pazzo spiritato, aspettandosi che un qualche demone sorgesse dall’inferno per bruciare la sua preziosissima chioma). Kiro riceveva almeno una decina di predizioni di morte al giorno, cosa che lo spingeva puntualmente a rifugiarsi nel letto di Strify, che però era in paranoia con i suoi capelli, e gli urlava contro, ricevendo in cambio un “insensibile!!” urlato a volume sufficientemente alto da permettere anche agli altri di svegliarsi, causando a tutti notti insonni.
Fissò il suo vassoio: ancora non aveva toccato cibo. Nonostante fosse entrato con lo stomaco che ruggiva a tutto spiano, dopo aver visto Kiro mangiare (e sputacchiare tutto intorno) ben NOVE hamburger, CINQUE cartocci di patatine, SEI gelati e essersi scolato DIECI bevande varie in appena dieci minuti, il suo appetito si era rifugiato da qualche parte di indefinito dentro di lui, molto in profondità, chiudendogli lo stomaco.
- Non lo mangi? - biascicò il bassista con la bocca piena di patate.
“Ecco, appunto”
Prima ancora che potesse rispondere, sotto lo sguardo schifato di Shin, Kiro prese il suo McChicken e lo ingoiò tutto intero, mandandolo giù con un po’ di coca-cola.
- Sto per sentirmi male…- mormorò rivolto a Strify che si trovava di fronte a Kiro, cercando appoggio da parte sua.
Strify però sembrava non averlo nemmeno sentito. Rigirava una patatina tra le mani, inzuppandola di tanto in tanto nel ketchup, ma senza mai mangiarla. In effetti, sembrava la stessa che aveva in mano una ventina di minuti prima…
Sul vassoio non c’era più niente, ma questo solo perchè Kiro aveva provveduto a spazzare via tutto. Corrugò le sopracciglia: non era normale tutto quel silenzio da parte sua, a cosa stava pensando?
- Strify? - lo chiamò, ma non ricevette risposta.
Riprovò, mettendogli una mano sulla spalla:- Ehi, Strify, che succede? -
- Cosa? - il cantante si girò confuso verso di lui, tornando sul pianeta terra dopo un viaggio nei reconditi arcani di quell’esigua parte di cervello sopravvissuta nella sua scatola cranica ai bombardamenti di lacca, piastra & Co. a cui era costantemente sottoposto.
- Mi chiedevo se c’è qualcosa che non va. Non hai mangiato e non parli nemmeno, cosa decisamente strana! -
Lui scosse la testa:- Non ho niente, stavo solo pensando…-
Infatti, nella sua testa non faceva altro che rivedere quei capelli ricci e lunghi e quelle mani affusolate che andavano a spostarli dal volto, rivelando un viso dolcissimo con due stupendi smeraldi incastonati al centro. Non riusciva a togliersi dalla testa quella ragazza, continuava a rivedere la sua espressione mentre si girava verso di loro. Non sapeva nemmeno come si chiamava…
Sospirò rumorosamente, insospettendo Shin.
- Cosa stai fissando con quell’espressione, essere? -
Il tono austero di Luminor fece voltare il batterista verso Kiro, che si era immobilizzato con una quantità indefinita di patatine in bocca e una cannuccia infilata in mezzo a tutto quell’untume. Fissava con gli occhi sgranati un punto dall’altra parte della sala affollata.
Strinse gli occhi per capire cosa avesse attirato la sua attenzione, anche se era difficile in mezzo a quel mare di gente. Poi notò una maglia extra-large seduta ad un tavolo diametralmente opposto al loro, dei rasta che spuntavano da un cappello e…
“Non ci credo, il ragazzo del fuoristrada!”
Poi il suo sguardo cadde sul ragazzo di fronte a lui. “Io quello l’ho già visto…” si disse. Cominciò a spremere le meningi, cercando di ricordare dove potesse averlo già visto, oltre a poco prima durante il quasi-incidente.
“Ehi, aspetta un attimo…” capelli neri con meche bionde, vestiti attillati, mani complete di french manicure…
Il cuore quasi gli si fermò quando si rese conto di chi erano quei ragazzi. Fissò di nuovo Kiro: aveva gli occhi luccicanti, sorrideva (con ancora le patatine in bocca, che schifo…) e stringeva i bordi del tavolo.
“Oh. Mio. Dio” Shin cominciò a pregare tutti gli dei che conosceva e anche quelli che non aveva mai nemmeno sentito nominare che il bassista non facesse ciò che lui sapeva aveva in mente di fare. Guardò Yu. Tra lui e l’altro chitarrista era guerra aperta da quando si erano incontrati ad un concerto di beneficenza e tutti e due avevano messo gli occhi sulla stessa ragazza.
“Ti prego Kiro, non farlo…”


- La voglio rivedere! -
Bill alzò gli occhi al cielo:- Tom, è da quando siamo entrati che continui a ripeterlo! Abbiamo capito che vuoi incontrarla di nuovo, ma mi sembra molto improbabile! Non sappiamo chi sono, non sappiamo dove andavano, e l’Australia non è propriamente un paese “piccolo”…-
Tom scosse la testa:- Non mi interessa! Io rivedrò quella ragazza! Le troverò e…-
- E cosa? Hai intenzione di scusarti con lei per il tuo comportamento da deficiente di prima? Incredibile, non me lo sarei mai aspettato da te! - esclamò Gustav sorpreso.
-…e la conquisterò e la convincerò a venire a letto con me, fosse l’ultima cosa che faccio! -
Gli altri tre lo fissarono per un istante, poi scossero la testa.
- Propongo un brindisi a Tom e ai suoi “nobili e cavallereschi scopi!” - esclamò ironico Georg alzando il suo bicchiere, subito imitato da tutti gli altri.
- Comunque è strano! - esclamò Bill ad un certo punto.
- Cosa? - domandò Georg - che Tom si sia fissato con una ragazza che nemmeno conosce solamente perché lei non ha ceduto al suo fascino di SexGott? -
In risposta, Tom gli tirò una patatina, che però il bassista prese al volo, aprendo la bocca e facendocela cadere dentro.
- Veramente intendevo dire che è incredibile che siamo riusciti a trovare delle tedesche proprio qui e proprio in questo periodo! - esclamò il cantante.
Georg scosse le spalle:- Non dimenticarti che questo è periodo di vacanza…-
- E poi la mia presenza attira le ragazze come mosche sul miele! - esclamò Tom, gonfiando il petto.
- O come mosche sulla cacca di mucca! - mugugnò Gustav, facendo scoppiare a ridere sia Bill che Georg.
- Cosa hai detto? - chiese il chitarrista in tono minaccioso.
Ma prima che il batterista potesse rispondere, un urlo dall’altra parte della sala li fece voltare tutti quanti.
- I  TOKIO HOTEEEELL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Poi si sentì il rumore di qualcosa che si rovesciava e una serie di imprecazioni in tedesco e maledizioni varie.
- Ma che è, l’intera Germania si è rifugiata qui dentro? - esclamò sconvolto Gustav.
Tre ragazzi stavano immobili intorno ad un tavolo rovesciato, mentre un ragazzo con un vassoio in testa rincorreva in circolo un quinto cosetto bianco che strillava disperato e che, notò Georg, somigliava impressionantemente ad un criceto che corre su una ruota, ruotando attorno agli altri tre con una velocità degna, appunto, di un criceto che cerca di scalare una ruota gialla di plastica che però non scalerà mai perché quella continua a girare, urlando aiuto ad un volume vocale che poteva rivaleggiare con quello di una sirena d’allarme.
Quando si fu ripreso dallo shock, Tom fissò meglio i cinque:- Ma io quelli li conosco…-
Anche Bill li fissò e si rese conto di chi fossero…
“Oh Signore, ti prego, non farmi questo!” supplicò disperato il cantante, mentre vedeva l’espressione di  Tom mutare pericolosamente…


Intanto, al tavolo dei CB, era in corso una vera e proprio tragedia.
Infatti, Kiro, alzandosi in piedi di scatto e urlando a pieni polmoni, non solo aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti, ma aveva anche sputato tutte le patatine che aveva in bocca e l’aranciata addosso a Yu e Strify che si trovavano di fronte a lui. Poi, prima che loro potessero reagire, aveva fatto rovesciare il tavolo scattando in piedi come una molla, mentre il suo vassoio, con tanto di salsine, rimasugli di hamburger e condimenti vari, era volato sopra le loro teste e si era spiaccicato… in testa a Strify.
Quest’ultimo aveva prima fissato basito il bassista con espressione smarrita, non capendo cosa fosse successo, ma quando poi aveva visto il ketchup e la maionese scendergli dai capelli e colargli sulla faccia, aveva dato di matto.
- KIROOOOOOOOO!!!!!!!!!!!! IO TI AMMAZZOOOOOO!!!!!!! -
Avvertendo il pericolo, Kiro aveva cominciato a correre in cerchio intorno al tavolo, mentre Strify lo inseguiva, brandendo una sedia come arma.
- VIENI QUI, RAZZA DI TOPO IN CALORE!!!!! VIENI QUI CHE TI SPACCO IL MUSO, SOTTOSPECIE DI SCIMMIA AMBULANTE, LURIDO TOPO DI FOGNA, RAZZA DI…-
- AIUTOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Quindi, la scena che si parò davanti a tutti i clienti del fast-food fu: Strify indemoniato che rincorreva Kiro, dando ogni tanto delle sediate al pavimento cercando di colpirlo, nonostante questo continuasse a sgusciare via come un’anguilla, Yu che continuava a fissare disorientato la scena, come se ancora non avesse capito esattamente cosa fosse successo, Luminor che sorseggiava la sua aranciata facendosi aria con il ventaglio e osservando il dramma con la sua solita aria sdegnosa, e Shin che sbatteva la testa contro il muro, chiedendosi perché dovessero capitare tutte a lui.
Ma proprio quando il cantante aveva finalmente acciuffato il povero bassista, bloccandolo in un angolo, pronto a colpire con la sedia con sguardo assatanato…
- CI SONO!!!!!!! SONO QUEI CINQUE IDIOTI CONCIATI PEGGIO DI MICHAEL JACKSON CON LA PLASTICA FACCIALE CHE CANTAVANO AL CONCERTO DI BENEFICENZA!!!! I CINEMA BIAZARRE!!!!!!!!!!!!! -
Un altro urlo fece voltare tutti quanti dalla parte opposta del locale, dove Tom era salito su un tavolo, esultando a pieni polmoni per aver ottenuto la prova che effettivamente un cervello, seppur microscopico, sotto quell’ammasso di capelli secchi meglio conosciuti come “rasta” c’era.
Bill sorrise nervosamente, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno ad un dito, mentre Gustav scivolava lentamente sotto il tavolo sperando di essere inghiottito dal pavimento, e Georg tirava nervosamente Tom per la maglia, con un sorriso tirato sulla faccia.
- Tom, che cazzo stai facendo?!?!? - sibilò a denti stretti, sempre mantenendo i muscoli della faccia tirati in un prototipo di sorriso.
- SONO LORO!!!!!! LO AVEVO DETTO CHE LI AVEVO GIA’ VISTI!!!!!!!! -
Ovviamente Kiro non poteva rimanere in disparte:- ECCO!!!! VE L’AVEVO DETTO IO!!!!! SONO I  TOKIO HOTEL!!!!!!!!!!!! -
In quel momento Yu si girò e il suo sguardo si incontrò con quello del chitarrista rivale.
“Ehi, perché mi fischiano le orecchie?” si domandò Strify.
- Ohmmammamia…- sussurrò Bill.
Nella sala era calato un silenzio di tomba.
I due chitarristi si fissavano con sguardo assassino, lanciando fulmini con gli occhi. Georg si aspettava quasi di sentire una di quelle musichette dei vecchi film western risuonare per la sala tanta era l’impressione che faceva la scena.
- Yu - sibilò Tom, sputando quel nome come fosse stato veleno.
- Tom - rispose Yu, pronunciando il nome del chitarrista come una bestemmia.
- Come mai da queste parti? Le ragazze si sono rese conte che sei un povero fallito e hai deciso di ritirarti in solitudine in un posto dove di ragazze ce ne sono davvero poche, e tutte attirate dal sottoscritto per giunta? - lo sbeffeggiò il rasta.
L’altro sogghignò:- Oh, sì, lo vedo, sono talmente attratte da te da rischiare di venirti addosso con la macchina ringraziandoti con tanto di pugno! -
Bill sgranò gli occhi:- Eravate voi i tizi del camper?!?!? -
Shin annuì:- E già…-
Nel frattempo, i due chitarristi avevano continuato a lanciarsi maledizioni sotto gli sguardi stralunati dei presenti, che ovviamente, non parlando tedesco, non capivano un’acca di quello che stava succedendo.
Quando la tensione era ormai arrivata ad un livello al limite della sopportazione e i due stavano per mettersi le mani addosso, la Provvidenza Divina si fece vedere sotto forma di un obeso impiegato del locale.
- Sorry - disse, rivolto ai due gruppi - may you go away, please? -
Yu stava per ribattere che lui non si sarebbe mosso senza prima aver spaccato la faccia a Tom, quando Strify gli mise una mano sulla bocca, per poi rivolgersi all’uomo:- Of course! Please, forgive our friend, sometimes he’s a little… impulsive! We’re leaving immediatly! -
E sorridendo nervosamente, uscì dal locale, trascinandosi dietro Yu, mentre Luminor lo seguiva, sempre sventolandosi con il suo inseparabile ventaglio, e Shin trascinava via Kiro, che intanto faceva ciao-ciao con la manina all’altro gruppo.


Quando i Cinema Bizarre furono usciti, i  Tokio Hotel si fissarono confusi.
- Che ha detto? - domandò Georg.
Gli altri scossero la testa: non erano molto ferrati in inglese…
L’impiegato si voltò verso di loro, ripetendo la stessa identica domanda, che arrivò ai cervelli dei quattro come una serie di suoni indefiniti e distorti simili agli ultrasuoni usati dalle balene per comunicare tra loro.
- Scusi, non capiamo! - disse Tom rivolto all’uomo, ovviamente in tedesco.
Quest’ultimo, che stava cominciando a perdere la pazienza, ripeté nuovamente la domanda, più lentamente.
- Forse vuole dirci che è contento che quei cinque se ne siano andati! - si illuminò Tom.
- Non credo - disse Bill - forse vuole che ce ne andiamo…-
- Ehi, un momento, non vorrà mica farci pagare il conto di quelli là, vero?!?!? - strillò il rasta, indignato.
- Tom - tentò Georg - guarda che non credo che…-
- IO NON CI PENSO NEMMENO!!!!!!! - urlò come se non lo avesse sentito - IO NON PAGO NIENTE DI NIENTE!!!!! SE LO PUO’ SCORDARE, HA CAPITO?!?!? IO NON INTENDO ASSOLUTAMENTE…-
- TOM PIANATALAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Bill aveva perso la pazienza e anche lui aveva cominciato ad urlare, però rivolto al fratello.
- AH, E’ COSI’! - esclamò Tom puntandogli un dito accusatore contro - TU SEI DALLA LORO PARTE!!!! LO SAPEVO CHE STAVI COMPLOTTANDO PER ROVINARCI!!!!! L’HO SEMPRE SAPUTO!!!!!!!! TU STAI DALLA PARTE DI QUEI COSI, AMMETTILO!!!!!! -
- Tom, non pensi di essere…? - tentò Georg.
- ANCHE  TU SEI DALLA LORO PARTE, VERO?!?!? - urlò Tom puntandogli un dito contro il naso - LO SAPEVO!!! LO SAPEVO!!!! STATE COMPLOTTANDO CONTRO DI ME, VOI VOLETE ROVINARMI!!! SIETE IN COMBUTTA CON QUELLO YU, LO SAPEVO! CHE POI, CHE CAZZO DI NOME E’  YU?!?!?!? - si chiese ad un certo punto, sempre continuando però ad urlare.
- MA. COSA. CAZZO. STAI DICEEEENDOOOO?!?!?!?!?!?!?!?!? - Bill oramai era arrivato al limite.
- TU, GEORG E GUSTAV SIETE D’ACCORDO CON QUELLO GNU!!!!!!!! IO LO SAPEVO!!!!!! MA NON RIUSCIRETE NEI VOSTRI INTENTI, SAPPIATELO!!!!!!!!!! - detto questo, prese la sua aranciata e la svuotò in testa a Georg.
Da lì ad una rissa coi fiocchi tra i tre (mentre Gustav se ne stava seduto aspettando rassegnato che finissero) il passo fu breve.
Ovviamente, non sapendo come altro fare, gli impiegati furono costretti a buttarli fuori di peso, con Tom che ancora sbraitava.
- Ecco Tom, ci hai fatto buttare fuori dal locale, sei contento ora? - borbottò Georg.
Ma lui nemmeno l’aveva sentito, troppo impegnato a macchinare piani di vendetta inveendo contro tutti gli dei che conosceva.
- Io lo ammazzo, io lo ammazzo…- nel frattempo Bill progettava l’assassinio di suo fratello, così che sulle facce dei due gemelli apparve la medesima espressione assassina e la stessa aria inquietante.
- Ragazzi, che ne dite di andare, ora che siamo riusciti a farci cacciare fuori a calci in culo pure da un fast-food? - propose Gustav con espressione serafica.
Dopo poco, erano di nuovo tutti e quattro sull’auto, con  Tom al posto di guida.
- Bill - disse Georg al cantante che aveva oramai sbollito tutta la rabbia mentre Tom usciva dal parcheggio - io non penso che far guidare Tom sia una buona idea…-
Ma ovviamente, prima che Bill potesse dargli ragione…
- ECCOLO!!!!!! È LUI!!!!!!!!!!! CON QUEI SUOI DEGNI COMPARI E QUEL SUO CAZZO DI CAMPER!!!! STAVOLTA LO FACCIO FUORI!!!!!!!!!!!! -
Cominciò a premere pericolosamente sull’acceleratore, portando la macchina ad una velocità eccessiva…
- Tom, siamo in una strada con un sacco di altre macchine, ti prego, non fare cazzate! -
Vedendo lo sguardo implorante del fratello, Tom non poté fare a meno che rallentare.
“Ma tra poco” inveiva intanto Tom “tra poco saremo fuori città. E allora vedremo!!!”


- Yu, non ci provare! - Strify guardò minaccioso il chitarrista, che sbirciava nervosamente la macchina dietro di loro, premendo di più sull’acceleratore ad ogni nuova occhiata che lanciava al fuoristrada grigio metallizzato.
- Yu!!! - sbraitò quando vide che la velocità del mezzo si avvicinava spaventosamente ai 100 km/h su di una strada in cui il limite era di 70 - siamo in una strada trafficata, vediamo di non creare incidenti, ok? -
Yu digrignò i denti, ma rallentò, adeguandosi al limite di velocità imposto.


Per tutto il viaggio in entrambi i veicoli nessuno parlò, chi troppo preoccupato, chi troppo nervoso, chi troppo esasperato, chi troppo eccitato (vedi criceto Kiro), chi troppo ansioso di dare una lezione a una persona detestata…
Alla fine, incredibilmente, riuscirono ad arrivare incolumi alla fine della città. Dopo il semaforo c’era solamente la strada che si dirigeva a sud del paese.
I Cinema Bizarre non avevano un itinerario, mentre i Tokio Hotel sì. Non sapendo dove andare, Yu si era limitato a seguire il suo acerrimo rivale, la cui intenzione era tagliare per l’interno per poi proseguire lungo la costa, fermandosi anche per fare il bagno, visto che aveva bisogno di vedere qualche bella ragazza in costume.

 
Una strada lunga chilometri e chilometri, immersa nella natura desertica dell’Australia, dove passava un’anima ogni cento anni, oltre che una marea di canguri e animali simili, un caldo soffocate, un fuoristrada, un camper, un semaforo.
Rosso.
L’attesa stava facendo perdere il controllo a entrambi i guidatori. Volevano il sangue, volevano l’umiliazione dell’avversario, volevano la vittoria tutta per loro.
I passeggeri di entrambi i veicoli si erano allacciati le cinture e avevano recitato le ultime preghiere, qualcuno addirittura aveva stilato un testamento. Si fissavano con sguardi terrorizzati, temendo che quello potesse essere il loro ultimo giorno.
“Io l’avevo detto a Strify che non doveva dargli il permesso! Ma lui no, si è dovuto far convincere da quella sua faccia da cane bastonato, e ora guarda te!”
“Ah, sempre a fare casini e a farsi notare, mai una volta che si possa stare in pace! (ultima sventagliata con l’amato ventaglio nero)”
“No, non posso morire così! Già immagino i giornali: ‘Giovane cantante nel fiore degli anni e della bellezza all’inizio della sua sfolgorante carriera muore in un incidente stradale in una zona desertica e viene ritrovato tre mesi dopo l’incidente quando il suo corpo è stato già divorato da insetti e robaccia varia che alterano la sua bellezza…’ No, non è possibile, no…”  
“Uhmm… chissà dove sono i canguri!!” (indovinate questo chi è…)
“Ma perché ho un fratello così idiota?!?!? Non gli basta tenermi sveglio la notte perché ha da fare con le sue amichette e le pareti delle camere d’albergo sono troppo sottili, no, deve pure andare a fare una gara di velocità nel deserto con uno che è fatto della sua stessa pasta! Ma tu dimmi…”
“Ma perché ho voluto fare il bassista?!?!? Papà me lo diceva sempre: studia odontoiatria e diventa dentista, segui le mie orme e la tua vita sarà felice… perché non l’ho ascoltato?!?!?”
“Ecco, io lo sapevo, avrei dovuto dargli due bacchettate in testa a David quando ha proposto questa cosa, me lo sentivo! Anzi, no, meglio, avrei dovuto sbattere la batteria in testa a Georg quando l’ho conosciuto, invece di dirgli ‘non ti preoccupare, non importa se mi hai pestato un piede facendomi un male cane’!!!!!!”
“Io lo ammazzo, io lo ammazzo, io lo ammazzo…”
“Io lo faccio fuori, io lo faccio fuori…”
All’improvviso…
VERDE!!!!!!
I due partirono, sfrecciando sulla strada a velocità eccessive, cercando di buttarsi fuori carreggiata senza successo (fortunatamente per gli altri), mandandosi maledizioni varie dai finestrini abbassati, facendo sbandare pericolosamente i due veicoli.
- AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!! - un unico suono usciva dalle altre sette bocche, spasmodicamente artigliate ai sedili con unghie e simili. Perfino Luminor sembrava aver perso la sua solita calma aria sdegnosa per lasciar spazio alla paura e al terrore.
Ma proprio quando pensavano che quella tortura non sarebbe mai finita…
SBAM!!!!!!
Simultaneamente i due veicoli inchiodarono, ed entrambi i guidatori si sporsero, chiedendosi se quello che vedevano fosse un miraggio o frutto della loro immaginazione.
Quando ebbero appurato che non era così si fissarono… e ripartirono sgommando verso una macchina rossa ferma sul lato della strada.


- Non ci posso credere! Non ci posso credere!!! - era da più di mezz’ora che Elena inveiva in quel modo, tanto che oramai le sue amiche non ci facevano più nemmeno caso.
- Dai Ele, la cosa non è poi così tragica…-
- Ah no?!?!?! Siamo bloccate in mezzo ad un deserto o quel che è, il cellulare non ha campo, non sappiamo come farci soccorrere né a quanti chilometri di distanza sia la città, e questo perché questo cazzo di catorcio si è rivelato, come io avevo previsto, una perfetta fregatura, e voi mi dite che LA COSA NON È POI COSI’ TRAGICA?!?!?!?!??! -
Anna cercò di consolarla:- Dai, potrebbe andare peggio…-
Elena la fissò:- Già, hai ragione! Potrebbe sempre esserci quel pezzo di cretino che abbiamo incontrato prima che cerca di toccarmi qualcos’altro oltre che al culo, mentre probabilmente ora lui è comodamente seduto sul suo bel fuoristrada grigio metallizzato con i suoi amici a sparare cazzate, felice della sua vacanza! Oh sì, questo mi fa sentire molto meglio!!!! -
Aveva gli occhi iniettati di sangue, i denti scoperti come quelli di un animale feroce, e ringhiava pure!!
Mentre Anna cercava di calmare l’amica, Giulia fissava l’orizzonte, persa nei suoi pensieri.
Quando aveva guardato verso il camper… aveva sentito un brivido lungo la schiena. No, non un brivido, una scossa, una scossa elettrica. Aveva sentito il cuore prendere a battere più velocemente ed era sicura di essere anche arrossita. Che in quel camper ci fosse qualcuno… di speciale?
Scosse la testa. Piantala, Giulia, si disse, queste sono cose in cui crederebbe Anna, non tu. Riprenditi e cerca di trovare un modo per uscire da questa situazione, avanti!  
Si guardò intorno: il paesaggio era bello da togliere il fiato, certo, ma non c’era nessuno. Non si vedeva un cartello stradale, né un qualche segno della presenza di esseri umani su quel continente. Solamente una strada che si snodava lungo tutto il paesaggio per chilometri e chilometri. E allora come fare?
“Accidenti Giulia, che ti aspetti? Che all’improvviso sbuchi qualcuno da quella strada che vi venga a salvare? Avanti, sii realista!”
Ma proprio in quel momento, sentì un rumore. Sembrava il motore di una macchina, possibile? Poi in lontananza intravide un polverone. Sembravano… potevano essere…
- DUE MACCHINE!! - urlò come un naufrago che ha appena avvistato una barca - Ragazze, ci sono due macchine e stanno venendo in questa direzione! -
- Ma dai, non mi dire! Vista la VASTA SCELTA di strade che c’è in questo posto, non avrei mai pensato che CASUALMENTE  potessero scegliere questa! -
Inutile, Elena era sempre Elena.
Anna invece sorrise:- Ma è fantastico! Facciamoci vedere, dai! -
Elena alzò gli occhi al cielo:- Sì, fate voi. Io vedo se quel rottame da’ qualche segno di vita oppure è morto sepolto - detto questo si diresse verso la macchina che si trovava pochi metri più in là.
Anna e Giulia si misero in mezzo alla strada, facendo segni con le braccia hai guidatori.
Come se ce ne fosse bisogno…
- Ehi, Giulia, non ti sembra di aver già visto quella macchina? -
Giulia strizzò gli occhi, cercando di vedere meglio oltre quella cortina di sabbia, terriccio smosso e polvere che i due mezzi, cha tra l’altro andavano ad una velocità davvero inquietante, smuovevano tutto intorno, impedendole di distinguerne bene il profilo.
Uno era un camper… e l’altro… un fuoristrada grigio metallizzato?!?!?
Anna e Giulia si guardarono, sconvolte:- Oh-oh…-
All’improvviso le due vetture inchiodarono proprio davanti a loro, e quasi contemporanea-mente la portiera della macchina si spalancò e ne uscì il ragazzo di prima, oltre che un buon numero di imprecazioni in tedesco e maledizioni varie contro di lui.
Si mise davanti a loro e sfoderò un sorriso smagliante:- Ehi! -
Ma prima che potesse dire qualcos’altro, dal camper volò letteralmente fuori un altro ragazzo, che diede una spallata al rasta, facendolo cadere.
- Spostati idiota, c’ero prima io! -
Tom si rialzò, imbufalito:- Prima tu?!?!?! Guarda che ti ho superato di almeno un chilometro con la macchina! -
E i due ripresero ad urlarsi contro, dandosi addosso a vicenda, sotto gli sguardi stralunati delle ragazze.
- Ehi, m-ma…? - Giulia alzò lentamente un dito tremante, facendo passare lo sguardo dall’uno all’altro “M-ma… ma… quello… è… è…?!?!?!?!”
Non poteva crederci. Non poteva crederci, era assurdo!!
Cercò di dirsi che era impossibile, che se lo stava sognando, che stava tutto solo nella sua testa, che semplicemente quel tizio somigliava al chitarrista del suo gruppo preferito ma che in realtà era solo un ragazzo normalissimo che CASUALMENTE aveva il suo stesso fisico, i suoi stessi occhi, gli stessi identici capelli con le stesse identiche ciocche rosse, gli stessi identici piercing…
Oddio, stava per svenire, se lo sentiva!
- YU!!!!!!!!!! CAZZO, MA TU E KIRO VI METTETE D’ACCORDO PER FARMI  VENIRE UN ATTACCO ISTERICO?!?!?!?!?! NON NE POSSO PIU’, VI GIURO CHE  TRA UN PO’ VI PRENDO E VI LEGO TUTTI E DUE A UN CACTUS, POI  VI FACCIO MANGIARE DALLE IENE!! - una furia bianca uscì fuori dal camper, con un diavolo per capello, urlando a tutto volume contro il tizio-simil-Yu, con gli occhi fuori dalle orbite.
Una testa bionda che somigliava in modo inquietante a quella del batterista dei Cinema Bizarre sbucò fuori dallo stesso veicolo:- Dai Strify, calmati…-
“Strify?!?!?!?!? Oddio oddio oddio oddio oddio!!!!!!!!”
- Ehi, ma perché mettete sempre di mezzo me? Io non ho fatto nienteeeeee!!!!!!!!!! - un affarino piccolino e bianco sbucò fuori belando come una pecora piccola e bianca, sfoderando un paio di stupendi, cucciolosissimi OCCHI DA CANA BASTONATO ALLA KIRO!
Un ragazzo con lunghi capelli neri e un ventaglio stretto in mano scese con eleganza dal camper, sventolandosi sdegnosamente:- Tu c’entri sempre qualcosa, essere! -
Ovviamente la miracolosa comparsa di tutti e cinque i membri del suo gruppo preferito che spuntavano in mezzo al deserto a salvarla da una situazione disperata non poteva essere senza conseguenze per la povera Giulia. Che ovviamente…
- OMMIODDIONONCIPOSSOCREDERE, I CINEMA BIZARREEEEE!!!!!!!!! -
Saettò in avanti, buttandosi addosso a Shin:- Ciao Shin!!! Oddio non ci posso credere!! - poi il suo sguardo si posò su Strify che stava ancora sbraitando e che quindi non l’aveva notata. Allora lei gli saltò letteralmente addosso, abbracciandolo d’impeto:- Strify!! Non ci posso credere, ho davanti Strify in carne ed ossa!!!!! - lo fissò negli occhi - adoro la tua voce, sei eccezionale!!! E dal vivo sei pure più bello che dalle foto!! -
Sentirsi tutto d’un tratto quel dolce peso attaccato al corpo (invece del solito peso piuma di Kiro in versione nottambula con il pigiamino rosa e gli orsetti) e la vista di quegli occhioni verdi piantati nei suoi fu un colpo micidiale per il suo cervello, che smise immediatamente di funzionare e di inviare messaggi al resto del corpo, limitandosi a fargli assumere un’aria da pesce lesso, con tanta di bocca spalancata. Manco fosse stato lui a incontrare per caso il suo idolo!
Giulia però in una frazione di secondo si era buttata addosso a Yu, che evidentemente non aspettava altro visto il modo in cui le cinse la vita, cogliendo al volo l’occasione.
- Ehi, ciao dolcezza! - le disse, sfoderando uno dei suoi sorrisi micidiali, davanti al quale la ragazza sentì di essere in procinto di perdere il controllo e spingersi ben oltre un semplice abbraccio o un semplice bacio!
Tom, di fronte a quella scena, non poté fare a meno di rodersi di gelosia: doveva essere lui quello a cui le ragazze saltavano addosso, non  Yu!
Nel frattempo anche Georg e Gustav erano scesi dalla loro macchina, scuotendo la testa e cercando di riprendere l’equilibrio.
- E va bene Tom, questa è ufficialmente l’ultima volta che tu guidi! - l’entrata in scena di Bill fece aprire gli occhi a Giulia anche sull’altro gruppo.
Immediatamente le balenò in testa CHI fosse dipendente da quella band che lei nemmeno sopportava.
- Ehi, Anna! Ci sono i  To…-
SBAM!!!!!
L’improvviso rumore di qualcosa che piombava a terra fece girare tutti verso il punto dove Anna si era accasciata al suolo, priva di sensi. Tutti quanti si guardarono, incerti sul da farsi. Giulia sapeva che sarebbe dovuta andare in aiuto dell’amica, ma… cazzo, Yu le stava tenendo un braccio intorno alla vita, SORRIDENDOLE IN MODO SENSUALE!!! E quando le ricapitava un’occasione del genere?!?!?
Ad avvicinarsi alla bionda priva di sensi ci pensò Bill. Le si accucciò accanto, mettendole un braccio sulla spalla e scuotendola leggermente.
- Ehi? Tutto bene -
Poi la ragazza cominciò a dischiudere gli occhi, sbattendo le palpebre.


Anna aprì lentamente gli occhi, strizzando le palpebre. Ok, il caldo le faceva decisamente male. Insomma, si era vista arrivare i Tokio Hotel al gran completo con tanto di macchina super figa a salvarla dal deserto e da una morte per deperimento fisico oppure dovuto alle atroci torture che sicuramente le avrebbe inflitto Elena, e per inciso sarebbero dovuti essere gli stessi contro i quali quella mattina si erano quasi scontrate! Ok, lei aveva una fervida immaginazione, ma a tutto c’è un limite.
Sentì Giulia scuoterla per la spalla e chiederle se andasse tutto bene.
Scosse un po’ la testa e si massaggiò le tempie:- Sì, credo sia stato solo un calo di zucch…-
Poi si fermò di botto.
Un momento.
Da quando Giulia aveva una voce così… dolce… e profonda… e limpida… e… maschile?
Lentamente schiuse le palpebre. E per poco non crollò di nuovo svenuta come una pera cotta. Non poteva crederci: stupendi occhi color cioccolato circondati da uno strato di matita nera che faceva risaltare ancora di più la loro bellezza. Pelle perfetta. Lineamenti dolci. Capelli neri con qualche ciocca bionda. Labbra carnose e piene leggermente schiuse da cui si intravedeva il piercing alla lingua. Oddio.
- AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Sentendo quell’urlo disumano Bill fece per tirarsi indietro, ma Anna fu più veloce di lui e gli buttò le braccia al collo, facendolo cadere all’indietro con il dolce corpo della bionda premuto contro il suo.
- BILL KAULITZ!!!!!!! I TOKIO HOTEL!!!!!!!!!! ODDIOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!! -
Proprio quando sembrava che le cose alle due amiche non potessero andare meglio, la situazione precipitò…


- Anna? Giulia? Cos’erano quelle urla? Che è succ… -
Elena si bloccò di colpo, incapace di continuare, vista l’assurdità della scena che le si parò davanti: in mezzo alla strada c’erano un camper e un fuoristrada grigio, lo stesso fuoristrada grigio che le aveva quasi investite qualche ora prima, un tizio coi capelli neri e una specie di vestito nero addosso che si faceva aria con un ventaglio di pizzo, un cosetto bianco con due occhi grossi come due palle da bowling che la fissava come se fosse stata un raro esemplare di una qualche specie protetta, un tizio robusto con dei capelli biondi molto simile a Winnie Pooh…
Il suo cervello collegò le immagini che aveva davanti con quelle delle foto che si ritrovava sparse per tutto l’appartamento prima ancora di visualizzare il resto del quadretto. Giulia appiccicata al chitarrista dei Cinema Bizarre e Anna sdraiata per terra spalmata sul cantante dei Tokio Hotel. E… il coglione coi rasta, che ora aveva capito essere il chitarrista gemello di quello attaccato ad Anna, che la fissava leccandosi le labbra.
Doveva avere un’espressione abbastanza sconvolta, perché le sue due amiche si staccarono dai rispettivi ragazzi per venirle incontro.
- Elena? Tutto bene? -
Bill, Tom, Georg, Gustav, Strify, Luminor, Shin, Kiro, Yu… riassociò i nomi ai volti in una frazione di secondo, e altrettanto velocemente le tornò alla mente ciò che le aveva detto Anna a proposito della fama di SexGott di Tom. E altrettanto velocemente si rese conto che in quel momento erano gli unici che potessero aiutarle.
- Ditemi che sto’ sognando…- mormorò.
Giulia e Anna si guardarono.
- Ehm, Ele… visto? Adesso possiamo farci accompagnare da loro, no? - esordì Anna.
- Dove dovete andare, bellezze? - domandò Yu appoggiandosi al camper.
Giulia disse il nome della città dove erano dirette.
- Ma che coincidenza! - esclamò Tom - è la stessa strada che dobbiamo prendere noi! - sorrise ad Anna - che ne dite se vi accompagniamo? -
Gli occhi della bionda si illuminarono come due lampadine:- CERTO!!!!! -
- Ah no, io non vado da nessuna parte con quei quattro trogloditi! - esclamò Giulia.
Yu sorrise:- Non penso ce ne sarà bisogno. CASUALMENTE è la stessa strada che dobbiamo fare anche noi! Tu puoi venire con noi sul camper e la tua amica può stare con loro in macchina se volete, visto che la vostra mi sembra un po’ a terra…-
- Sì, è un’idea fantastica!!!!!!! - esclamarono all’unisono le due, ed entrambe si fiondarono a prendere le loro valige per trasferirle nei rispettivi veicoli.
Nel frattempo Elena non si era mossa di un millimetro.
Solo quando Giulia si fu nuovamente attaccata a Yu e Giulia si fu sistemata tra Bill e Tom che si ricordarono della presenza dell’amica.
- Ehmm… Elena? A te non dispiace, vero? -
Invece di rispondere, la mora prese a sbattere la testa contro la macchina:- PERCHÉ  TUTTE A ME? PERCHÉ?!?!?!?!? -
Anna le mise una mano sulla spalla:- Elena, dai, non fare così…-
- NO!!!! NON DIRE NIENTE!!! NON AZZARDARTI A DIRE UNA PAROLA!!!!!!! - e si diresse verso la loro macchina ormai ufficialmente morta. Quando tornò aveva in mano il suo zaino e il suo borsone - E ricordatevi che lo faccio solo perché siamo amiche! -
Le altre due le si gettarono addosso, abbracciandola stretta.
Giulia le sorrise:- Vieni con me? Dai, con i Cinema Bizarre ci si diverte di più! -
- Non è vero! - esclamò Anna - i Tokio Hotel sono il massimo! Dai! -
- Già tesoro, la tua amica bionda ha ragione! Siamo il massimo, con noi ti puoi divertire! - Tom le sorrise e le ammiccò maliziosamente.
Lei lo guardò con sguardo di fuoco, poi aprì il bagagliaio del fuoristrada e vi sistemò le sue cose, oltre che quelle che le tre ragazze si erano portate per fare campeggio.
Il rasta scoccò uno sguardo di vittoria a u, che per tutta risposta strinse la presa sulla vita piatta di Giulia, che sorrise, felice di quelle attenzioni.
Tom si avvicinò ad Elena e le mise una mano sulla spalla:- Lo sapeva che eri un’intenditric,e dolcezza -
Lei si scrollò la sua mano di dosso e lo gelò con gli occhi:- Vengo con voi solamente perché penso sia più facile gestire quattro cretini piuttosto che cinque! - salì sull’auto e si sistemò sull’’ultima fila dei sedili posteriori.
Tom rimase momentaneamente spiazzato, ma poi sorrise maligno e, sfregandosi le mani, si buttò dentro la vettura.
Bill guardò Anna attaccata al suo braccio, Giulia attaccata a Yu, gli sguardi esasperati di Gustav e Shin che si strinsero la mano comprensivi, Luminor che si limitava a salire sul camper scuotendo la testa, Kiro che saltellava tutto contento di avere dei nuovi amici, Georg che alzava gli occhi al cielo e Strify che non sembrava dare segni di vita.
Sospirò: sarebbe stato un lungo viaggio…



Sono tornata!!! Eccomi con il nuovo capitolo! Posto sempre più tardi di quanto vorrei, ma il fatto è che i capitoli mi vengono lunghi e ci metto un po' a scriverli! In questo cap finalmente mi sono decisa a farli incontrare, e sì, lo so, sono caduta nel demenziale, ma vi assicuro che i prossimi li farò un po' più seri, anche perchè, poveretti, li sto' decisamente ridicolizzando!! ^^'
Passando ai ringraziamenti:
eleonor483: Sì, la povera hostess credo abbia subito un forte trauma, e vivrò con il peso di aver sconvolto una giovane vita! Ma vabbè, non sarà l'unica a rimanere traumatizzata, fidati!!
xxx_meggy: Ecco qua, ho postato, visto? Però non avrei dovuto farlo, visto che tu comunque non hai aggiornato!! Uffa, guarda che mi offendo, eh?!?! Scherzi a parte, Kiro è sì, completamente fuori di testa, ma ancora deve dare libero sfogo ai suoi istinti distruttivi, così come Yu, e la povera Elena che finirà per ammazzarmi visto che a quanto pare capitano tutte a lei!! ;-) A proposito, sai che ti invidio da morire? A me i miei genitori non vogliono mandarmi al concerto!!!!!! BUAAAAA!!!!!!! Ok, mi ricompongo... comunque ora sono triste, quindi ho bisogno di essere consolata, quindi POSTA VELOCEMENTE IL CAPITOLO!!!!!! Ah, grazie dei complimenti e per le recensioni, che sono davvero fantastiche, danke!!!!
Shaka: Anche tu hai rischiato la vita come Tom per entrare in un McDonald's?!?!?! A me non è mai capitato (sarà perchè io faccio le vacanze con i miei e non con gli amici, e non è proprio la stessa cosa!) Sì, Strify è proprio una prima donna, ma è adorabile anche per questo, no?
tokiohotelina483: Soddisfatta la tua curiosità? Spero di sì!
alice_chan: Che bello, una nuova lettrice!! Sono felice che la storia ti piaccia, grazie!! Non preoccuparti se fai confusione, io all'inizio pensavo che Kiro fosse il cantante, Strify il batterista e Yu il pianista!!
Un ringraziamento speciale va a Marika, che mi aiuta tantissimo a continuare la storia con tutte le sue idee fuori di testa!!! Ma ci pensi, se gli capitasse davvero tutto quello che proogettiamo io e te, a quest'ora si sarebbero già suicidati tutti!!!! TVTRB
Ovviamente ringrazio quelli che leggono senza commentare, sono tanto felice che seguiate questa storia in così tanti!!! ^_^
Alla prossima!!!!!

Midnight Tears

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Capitolo 4
*** Cap. 4 When you look me in the eyes ***


Cap.4
When you look me in the eyes



- Georg, ti prego, piantala, sto’ per mettermi a vomitare!! - sbottò Gustav.
Da quando si era sistemato al posto di guida, il bassista non aveva fatto altro che fissare la macchina con occhi amorevoli, accarezzando il volante e sussurrando paroline dolci esattamente come faceva prima Tom. Con la sola differenza che Georg, in aggiunta a tutto il resto, si scusava dispiaciuto con il veicolo ogni qual volta premeva sull’acceleratore o sul freno.
- Oh, piccola mi dispiace, non ti faccio male, vero? - domandò Georg apprensivo proprio in quel momento, accarezzando il freno a mano.
Ovviamente, constatò Gustav, non l’aveva nemmeno sentito.
Alzò gli occhi al cielo, esasperato: perché diavolo si era messo accanto a quel cretino?!?!?
“Beh” si disse per consolarsi “almeno non seno quello messo peggio!”
Infatti, se il povero bassista meditava di dare una randellata in testa a Georg, nei sedili dietro, una ragazza con degli stupendi occhi viola era a un passo dal prendere una tal certa persona per l’orlo della maglia extra-large, aprirgli lo stomaco, appenderlo per i rasta fuori dal finestrino usando come corda anche il suo intestino fino a farlo cuocere come un pollo, per poi scuoiarlo vivo, cucire insieme la pelle, riempirla di imbottitura e usarla come sacco per i suoi allenamenti di boxe, usare il cuore per giocare a tennis, lo stomaco come pallone da calcio, il cervello (sempre che ce ne fosse uno) come materiale combustibile per il camino e, per finire in bellezza, incorniciare la testa e appenderla alla parete di casa con su scritto: “unico esemplare di maiale incrociato con una scimmia nel laboratorio di Frankestein”!
Nel caso servissero spiegazioni, la ragazza in questione era Elena e il ragazzo Tom, che si era lanciato sul sedile accanto al suo non appena lei era salita in macchina, lasciando nel frattempo Bill nelle grinfie di Anna, che si era arpionata al braccio del cantante con nessuna intenzione di staccarsi prima del loro futuro matrimonio e una voglia sfrenata di parlare.
Il fuoristrada era molto grosso, ed era sistemato in questo modo: c’erano i due sedili davanti (che più che sedili sembravano poltrone), ovviamente per il guidatore e il passeggero, poi dietro tre file di sedili da quattro, di cui l’ultima fila era stata rimossa per far posto ai bagagli della comitiva, a cui ora si erano aggiunte anche le due ragazze.
Nei sedili dietro a Gustav si trovavano Bill e Anna, dietro di loro un Tom al meglio delle sue capacità di seduttore e una Elena al limite della sua capacità di sopportazione.
Stava girata verso il finestrino, cercando di concentrarsi su qualunque cosa non fosse la voce roca e volutamente maliziosa del rasta che stava praticamente appiccicato al suo orecchio.  
-Allora baby, ti stai divertendo? -
Lei non rispose, ma Tom non si diede per vinto.
Prese la ciocca viola della ragazza tra le mani e prese a giocherellarci, attorcigliandosela intorno ad un dito e tirando leggermente, scoprendo l’orecchio della ragazza dal cui lobo pendeva un pendente a forma di saetta (appropriato, no?). Avvicinò lentamente le labbra alla cartilagine, poi prese a mordicchiare gentilmente il lobo dove il gancetto dell’orecchino non riusciva a coprirlo.
- Sei uno schianto, Elena - le soffiò nell’orecchio.
La ragazza ebbe un fremito, ma non disse niente, continuò a stare voltata verso il finestrino e a non guardarlo. Tom lo prese come un incoraggiamento e continuò a stuzzicarla.
Soffiò sulle ciocche corte che le ricadevano sul volto, che si spostarono andando a lasciare libera la fronte, mentre con il naso solleticava la guancia della ragazza.. Nel frattempo mise una mano sul suo braccio, facendola scorrere lentamente prima sulla spalla e poi sul collo, accarezzando la sua pelle liscia e vellutata. Sorrise lievemente prima di scostarsi leggermente da lei, e il sorriso si allargò quando si accorse che lei aveva chiuso gli occhi e i suoi muscoli si erano rilassati. Lentamente le si avvicinò al collo, stavolta con maggiore determinazione. Prima passò  le labbra sopra quella stupenda pelle color cannella, poi le schiuse, tracciando scie umide e delicate, attorcigliandole in volute spirali, mentre sentiva i brividi scorrere lungo il corpo della ragazza come acqua che scorre sulla roccia in un fiume di montagna. Constatando l’effetto che il tocco della sua lingua aveva su di lei, Tom continuò a bagnarle la pelle, mentre con la mano andava a stringere leggermente il mento tra il pollice e l’indice.
Esercitò un leggera pressione, e, molto lentamente, Elena si girò verso di lui, sempre tenendo gli occhi chiusi. Tom alzò il capo verso di lei: erano faccia a faccia, vicinissimi.
Elena schiuse gli occhi, fissandolo con espressione indecifrabile. Tom si perse nella contemplazione di quegli stupendi occhi viola: gli ricordavano due orchidee in fiore tanto aggraziata era la combinazione tra il viola dell’iride e il bianco splendente della pupilla. Lei gli si avvicinò con lentezza snervante, mentre il suo odore lo inebriava, suscitando in lui un’attrazione fisica come poche altre ragazze prima di lei, facendogli desiderare di baciare quelle labbra morbide e ora leggermente aperte, che facevano intravedere la lingua della ragazza.
Arrivarono ad un soffio di distanza, mentre lei si leccava le labbra. Tom protese la bocca, esultante. Ma…
Tom sgranò gli occhi, emettendo un suono strozzato, mentre sentiva il ginocchio di Elena colpirlo nelle parti basse.
- Se ci provi di nuovo - gli sibilò lei - ti strappo la lingua a morsi e poi ti metto le palle in bocca finché non soffochi, chiaro? -
Spinse un po’ di più il ginocchio, poi si voltò di scatto e tornò a fissare fuori, come se non fosse successo niente.
Tom si portò le mani all’inguine, imprecando qualcosa tra i denti.
- Wow, vai così ragazza! -
L’esclamazione di Georg unita all’applauso di Gustav diedero definitivamente il colpo di grazia alla barriera che conteneva la rabbia di Tom.
- Ma andate tutti e due a farvi fottere, brutti stronzi!! - sbraitò infatti, cercando inutilmente di recuperare un minimo di contegno, mentre tutti gli altri se la ridevano alla grande.
- Mi dispiace Tom, mi sa che ti conviene lasciar perdere! -
Tom si girò verso Anna, che aveva appena pronunciato quelle parole.
- Sai, Elena se è di cattivo umore è davvero intrattabile - continuò la bionda - e poi parte con dei preconcetti. Ti conviene aspettare che abbia un po’ sbollito la rabbia, o ti ritroverai ridotto peggio di una pallina antistress.
- Incredibile Anna, le prime parole con un minimo di senso che ti sento pronunciare oggi! - esclamò acida Elena.
Georg rise ancora:- Se riesci a tenere testa a Tom e a non cedere alle sue avance mi stai già simpatica, Elena! -
Lei si girò verso di lui fulminandolo con lo sguardo:- Va bene, carte in tavola. Sei stronzo come lui e ci stai provando anche tu con me, per caso? -
Il bassista sgranò gli occhi:- No, assolutamente no! Come ti è venuta in mente una cosa del genere? -
- Beh, visto che l’hai sopportato per non so quanti anni, devi essere o stronzo come lui o avere una pazienza illimitata. Quale delle due? -
Georg scoppiò a ridere:- Direi la seconda. Accidenti, non puoi paragonarmi a Tom! Io ho molta più classe di lui, sono molto più bello, simpatico, intelligente…-
Elena, suo malgrado, sorrise:- E anche più modesto, a quanto sembra! -
Tutti quanti risero, alla faccia di Tom che ancora stava piegato in due, rosso in viso per la vergogna.
Bill intanto cercava di muovere il braccio e ripristinare la circolazione interrotta dalla presa di Anna, che non sembrava intenzionata a staccarsi da lui tanto presto. La ragazza vedeva davanti a lei il coronarsi di una meraviglioso sogno d’amore, innamorata com’era di Bill, e non pensava minimamente che lui potesse non ricambiarla!
Il cantante fece scorrere lo sguardo sulla ragazza: bella, su questo niente da ridire, bella come poche altre ragazze avesse visto fino a quel momento, e ne aveva viste davvero tante! Sembrava una bambola, con quella pelle d’avorio, quegli occhi blu come il cielo, quel fisico perfetto, esile con lunghe gambe sottili da passerella, e, per completare il quadro, capelli mossi color oro zecchino che le ricadevano morbidi intorno al corpo. Bella sì, ma… banale.
Era come tutte le altre sue fan, niente di più niente di meno. Simpatica, questo sì, ma si vedeva lontano un chilometro che si aspettava da lui una dichiarazione di amore eterno entro le ventiquattro ore e una proposta di matrimonio di lì a due giorni!!
Per un momento lo pervase una profonda tristezza: ma perché nessuna ragazza riusciva a vedere oltre il suo nome?


Intanto nel camper si svolgeva tutta un’altra scena.
-…e quindi abbiamo deciso di venire in Australia!! -
Yu aveva appena finito di spiegare a Giulia, seduta accanto a lui, per quale motivo si trovassero lì, avendo cura nel frattempo di stringerle la mano e accarezzarne il palmo con il pollice.
Appena la ragazza era salita sul camper (ed era rimasta ad occhi aperti, commentando che quello le sembrava più che altro una suite), Yu le aveva proposto di sedersi accanto a lui, e ovviamente la ragazza non ci aveva pensato due volte a rispondere di sì. Così si erano sistemati sulle poltroncine dietro a quelle del guidatore, e davanti a loro si erano messi Shin e Strify.
- Ehi, Yu, e adesso chi guida? - aveva esclamato Shin rendendosi conto che ora mancava l’autista, e tenendo conto del fatto che sicuramente il chitarrista non si sarebbe staccato dalla ragazza tanto presto.
- Non, lo so, fate guidare chi volete - aveva risposto lui con noncuranza.
Al che Shin si era girato verso Strify, che fissava i due davanti a loro con espressione indecifrabile:- Strify, che dici, chi guida? -
- Fa guidare Kiro - aveva risposto lui, senza rendersi conto pienamente di ciò che aveva detto.
Il batterista era rimasto sbigottito, ma prima che potesse protestare, il bassista si era sistemato al posto di guida con un sorriso a trentadue denti, mentre Luminor annunciava al gruppo che lui si sarebbe messo al posto del passeggero per controllare l’essere che guidava.
E ora pagavano le conseguenze della decisione di Strify.
Kiro riusciva a centrare ogni singola buca che incontrava sulla sua strada, sbandando pericolosamente per cercare di evitarle e riuscendo ogni volta a centrarle in pieno.
- Ehi, Kiro, guarda che se giri il volante riesci ad evitarle meglio, sai? - esclamò Shin vedendo come l’amico piegava tutto il corpo verso sinistra, tentando di far prendere al mezzo quella direzione e lasciando il volante praticamente immobile con le braccia attaccate sopra.
Dal posto di guida il piccolo bassista sbuffò:- Non è colpa mia, è la macchina! -
Gli altri rimasero per un secondo in silenzio, mentre Shin si spiaccicava la mano sulla faccia.
Giulia scoppiò a ridere e sorrise:- Kiro è davvero adorabile! -
- Sì, certo, adorabile come può esserlo una sanguisuga! - mugugnò Yu, non contento del fatto che l’attenzione della ragazza fosse stata attirata da un essere privo di fascino e sex appeal, reclamando di nuovo lo sguardo di Giulia su di sé.
- Allora, che mi dici di te, Giulia? - domandò fissandola con uno dei suoi sguardi magnetici.
Lei restò qualche istante in silenzio, persa nella muta contemplazione del ragazzo che aveva sognato per così tanto tempo e che ora le stava davanti in carne ed ossa.
- Ehmm… ecco, sì, scusa! - esclamò vedendo l’espressione maliziosa e soddisfatta di  Yu - stavo pensando ad una cosa. Comunque, cosa vuoi sapere? -
Lui fece spallucce:- Ma, da dove vieni, quanti anni hai, dove vivi…-
- Beh, ho diciotto anni e vivo da poco a Berlino con Elena ed Anna. Siamo italiane ma ci siamo trasferite per fare lì l’ultimo anno di superiori, poi vogliamo andare all’università. Io voglio studiare lingue, mi è sempre piaciuta come materia, e…-
Giulia seguitò a raccontare della sua vita, parlando poi della sua passione per la loro musica, ignara del fatto che un paio di occhi la stavano fissando in modo molto intenso…


Strify fissava la ragazza che gli stava di fronte, gustando ogni particolare della sua stupenda immagine che finalmente riusciva a vedere per intero, assaporandone ogni dettaglio come miele sulla lingua.
Fece scorrere lo sguardo sul fisico magro, sui pantaloni neri a pinocchietto che le fasciavano le gambe e sulla canotta viola, le cui spalline trattenevano l’indumento dallo scivolare giù, lungo la sua vita sottile. Mentre parlava Giulia gesticolava, alzando le mani in aria per tracciare cerchi immaginari, mostrando le unghie corte smaltate e le mani lunghe e affusolate. I ricci ribelli la avvolgevano fino a metà schiena, andando a nascondere la pelle abbronzata delle spalle. Ogni tanto una ciocca ostica più delle altre andava a coprirle il volto e lei ogni volta vi passava in mezzo una mano, rimettendo la ciocca al proprio posto e permettendogli di vedere quel viso stupendo e quelle labbra piene e dolci così simili ad una fragola matura.
Ad un tratto la ragazza si girò verso di lui, piantando gli occhi, più lucenti di due smeraldi, nei suoi, sgranandoli con un’espressione sorpresa. Dopo qualche istante la ragazza corrugò le sopracciglia, facendo un cenno con la testa e schiudendo leggermente le labbra in un espressione di attesa, come se… si aspettasse una risposta da lui.
- Ehi Strify, ci sei? -
La mano di Shin andò a coprirgli la visuale, permettendo a quei pochi neuroni che gli erano rimasti di respirare e di riconnettersi con il resto dell’ambiente.
- Come? Oh, sì, certo, hai ragione Yu - esclamò, ignorando completamente ciò che gli aveva chiesto l’amico.
Shin accanto a lui sgranò gli occhi, mentre Yu lo fissava soffocando una risata.
Oddio, che aveva detto?
- Davvero? - la dolce voce della ragazza lo fece girare immediatamente verso di lei. Giulia aveva gli occhi sgranati e lo fissavano con un’espressione… delusa… sconcertata… triste?
Yu ne approfittò per metterle una mano sulla spalla:- Eh, te l’avevo detto, no? -
- Ma… Strify, dicevi sul serio? - chiese Shin sconcertato.
- Ehmm…- il cantante si agitò nervosamente sulla sedia.
“Ecco, e adesso? Cazzo, qualcuno mi dica cosa ho detto!!!!!”
- Sai, non pensavo…- esclamò Giulia - cioè, non mi sembravi il tipo, ecco…-
Lui la fissò a disagio:- Ehm… in che senso? -
- Beh… non pensavo potesse piacerti una come Elena, ecco! -
“COSA?!?!?!?”
- Quando Yu ha detto che ci volevi provare con Elena e che per questo gli avevi chiesto di domandarmi qualcosa su di lei, non pensavo fosse vero…- disse Giulia abbassando lo sguardo.
“OH MEIN GOTT!!”
- NO!! Assolutamente no, cioè, io…- Strify annaspava, cercando le parole per spiegare.
Accidenti, cosa poteva dirle? ‘No, guarda, la tua amica non mi piace proprio, in realtà mi basta sentire la tua voce per andare in trance, e tra l’altro se non smetti di stare così attaccata a Yu finirò per commettere un omicidio!’
Questo avrebbe voluto dirle, ma ovviamente…
- No, mi sono sbagliato, ciò, a me non interessano…-
- Le ragazze? - suggerì Yu con un ghigno.
- Sì! - solo dopo aver visto l’espressione incredula di Giulia e l’espressione soddisfatto di  Yu il suo cervello gli recapitò ciò che aveva appena detto.
- Sei gay? - chiese Giulia basita.
- NO!!! - strillò ad un volume decisamente troppo alto che suonò quindi come una conferma -no, proprio per niente!! Volevo solo dire che, ecco, che la tua amica non mi interessa, a me piace un’altra…-
Ancora una volta si rese conto di cosa aveva detto solamente quando vide l’espressione sorpresa di Yu e Shin che lo fissavano.
Giulia sembrava sollevata, anche se sempre più confusa:- Un’altra? E chi sarebbe? -
- Ehmm…-
Yu spostò lo sguardo da Giulia a Strify, e vedendo l’espressione con cui quest’ultimo la fissava, capì a chi si riferisse l’amico.
Quando Strify vide lo sguardo di Yu e capì che aveva capito, chiedendosi cosa avrebbe fatto per tirarsi fuori da quella situazione, per la prima volta nella sua vita l’imbranataggine di Kiro si rivelò utile a qualcosa.
Infatti, mentre guidava con un’espressione concentrata che su di lui risultava esilarante, un qualcosa di nero gli attraversò la strada, facendolo urlare e inchiodare di colpo.
Presa alla sprovvista, Giulia finì scaraventata in avanti, proprio verso Strify.
“Eh, no, addosso a Strify no!!!” sobbalzò Yu, che non intendeva assolutamente cedere la ragazza al cantante. Così scattò con le braccia in avanti, trattenendola infilando le dita nei passanti posteriori dei suoi jeans, facendola sbilanciare solamente col busto. Giulia tese le mani in avanti, e Strify la afferrò prontamente, trattenendola per i gomiti.
I capelli ricci di Giulia si riversarono sul volto di Strify, inondandolo con un profumo dolcissimo di pesca e pulito, facendogli girare la testa. La ragazza alzò lo sguardo verso di lui e le loro labbra si sfiorarono, mentre, occhi negli occhi, entrambi arrossivano fino alla punta dei capelli.
In quei pochi istanti, il ragazzo rimase estasiato nel rimirare Giulia, rimanendo impietrito e totalmente ammaliato dalla sua bellezza. Si perse in quegli stupendi occhi color smeraldo, soffermandosi su ogni minima sfumatura. Come tante piccole schegge di legno incastonate in due gemme rarissime, migliaia di sfaccettature marroni adornavano quegli occhi bellissimi, scavando nella sua mente, infilandosi in ogni angolo e stampando in modo indelebile quel accostamento di colori così bello e stupendo dentro di lui, marchiandolo a fuoco.
Strify strinse Giulia con tutte le forze che aveva, come a impedirle di partire per un lungo viaggio che l’avrebbe portata lontano da lui. E, in effetti, era proprio questo che voleva: tenerla vicino a lui, stringerla tra le sue braccia, averla accanto a sé per sempre. Era geloso e affascinato da tanta bellezza. Come fosse stata una creatura rara, avrebbe voluto chiuderla da qualche parte e gettare via la chiave, in modo da non dover essere più costretta a dividerla col mondo, che non meritava di essere illuminata da una bellezza più potente e sfolgorante del sole, una bellezza indegna perfino di una dea.
Intanto, inconsapevole del fatto che Strify stesse provando le sue stesse identiche emozioni, Giulia fissava con una fitta dolorosa quel volto stupendo e quegli occhi chiari, mentre un pugnale le si piantava nel cuore. Era stupendo. Era il suo sogno.
Ma amava un’altra.
Proprio quando credeva di essere arrivata al limite della sopportazione, Yu la tirò indietro, facendola ricadere sul sedile accanto al suo.
- Ti sei fatta male? - le chiese apprensivo.
Lei rimase un attimo in silenzio, stordita da quelle emozioni troppo forti per il suo cuore così giovane e inesperto, mentre la pelle dove Strify l’aveva toccata sembrava prendere fuoco, bruciando in modo insopportabile.
- Sì - rispose, riprendendosi immediatamente - sì, sto’ bene -
Ma un tremitio nella voce della ragazza fece capire che in realtà dentro di lei una marea di emozioni diverse si stavano abbattendo nel suo cuore come onde che si infrangono su di uno scoglio, lasciandola confusa e disorientata.


Ok, premetto subito che in realtà questo era un capitolo molto più lungo, che tra l'altro non ho ancora finito di scrivere, ma che poi ho deciso di spezzare a metà. L'ho fatto soprattutto perchè questo è un pezzo molto dolce, mentre quello che viene dopo è di puro delirio, e ho pensato che il 4 capitolo poteva finire anche così, almeno poteva postare prima mettendo fine alle vostre sofferenze (o facendovi soffrire anche di più, voi che dite?!?!? ^_-).
Ora, come al solito, i ringraziamenti:
alice_chan: grazie, sono contenta che la storia risulti coinvolgente e divertente! Sì, Luminor con quel suo ventaglio mi far morire dal ridere, e visto che è diametralmente opposto a Kiro è troppo divertente vederli in accoppiata!!
eleonor483: Sì, probabilmente Shin e Gustav sono i più normali, ecco perchè vanno d'accordo! Grazie per i complimenti!!
xxx_meggy: Ora che hai postato l'ho fatto anch'io per restituirti il favore!! Ehi, ma io e te facciamo a gara a chi fa le recensioni più belle per caso?!?!? Beh, finora sei in netto vantaggio tu, decisamente!! ^^ Aspetto un tuo commento, mi raccomando!! TVTTB
Elengel483: Davvero Elena ti assomiglia? Wow, ti prego non arrabbiarti con me per tutto quello che le capita, eh? ;-) A proposito, ho letto la tua storia, e mi è piaciuta davvero molto!! Complimenti, e grazie per la recensione!!
shaka: Tu sei malvagia!!!!! Ma lo sai che vedere la tua foto con i CB mi ha mandato in paranoia? Insomma possibile che i miei non mi mandino nemmeno al loro concerto, al contrario di tutti quelli che conosco?!?!?! UFFAAAA!!!!!!! Comunque, adoro le tue recensioni, sono quelle che prefersico, sul serio!! Inoltre i racconti dei tuoi viaggi mi fanno morire dal ridere!! Vorrei tanto anch'io fare un viaggio con i miei amici, ma i miei ancora non sono d'accordo (be, forse 14 anni sono un po' pochini in effetti...). Continua a recensire, ci tengo molto al tuo parere!! :-*
tokiohotelina483: Eccomi, scusa per l'attesa!! Spero vorrai leggere comunque, grazie!!!
Alexgirl & martinaTH4e: AAAAHHH, che bello, due nuove lettrici!!! Grazie a tutte e due per i complimeti, ditemi se vi piace anche questo cap!!!
E ultima ma non meno inmportante (anzi, direi la più importante) Marika, che è praticamente la mia fonte di ispirazione per questa Fic. Ti adoro, sono tanto felice di averti come amica!! ^_^ TVUKDB
Come al solito ringrazio anche chi legge senza commentare e quelle tante che hanno messo la storia nei preferiti. Vi adoro tutte, dalla prima all'ultima!!! Aspetto vostri commenti, mi raccomando!
Alla prossima!

Midnight Tears

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Capitolo 5
*** Cap. 5 Would you mind if I killed you? ***


Cap.5
Would you mind if I killed you?




- Yu, che cosa stai facendo? -
Giulia guardava l’opera del chitarrista, che, non appena si era ripresa dallo shock di poco prima, aveva preso la cintura di sicurezza e, senza dire una parola, l’aveva avvolta intorno a lei in modo così elaborato e intricato da farla sembrare una pluriomicida estremamente pericolosa condannata a morte che ha appena tentato la fuga.
In risposta, Yu sfoderò un sorriso a trentadue denti, sistemandosi meglio sul sedile e passandole un braccio intorno alle spalle:- E’ solo per essere sicuro che tu non CADA di nuovo e ti faccia male! - di sfuggita lanciò un’occhiata trionfante a Strify, che nel frattempo lanciava lampi dagli occhi e digrignava i denti. Yu sorrise ancora di più e strinse ulteriormente la cinta intorno al corpo immobilizzato della povera Giulia.
- Così non riesco a respirare! - esalò la poveretta mentre l’aria defluiva dai polmoni diventati improvvisamente troppo stretti.
Il chitarrista e il cantante, però, la ignorarono bellamente, troppo occupati a uccidersi con lo sguardo a vicenda.
- Ragazzi…- Shin, vedendo che Giulia non riusciva a inglobare aria nei polmoni, cercò di attirare la loro attenzione.
- Ragazzi…-
- Dai Strify, visto che a te piace ELENA, perché non vai nell’altra macchina invece di restare qui ad inquinare l’aria? -
Strify strinse i pugni e ghignò:- L’unica cosa che inquina l’aria qui dentro sono le esalazione del tuo cervello che brucia che ti escono dalla bocca! -
Vedendo Giulia che batteva i piedi cercando di attirare la loro attenzione, boccheggiando alla ricerca di aria mentre il sangue le defluiva dal volto, Shin si schiarì la voce:- Ragazzi…-
Ma gli altri due continuavano a lanciarsi frecciatine acide e insulti, alzando mano a mano la voce, ignorando il fatto che l’oggetto della disputa stesse lentamente soffocando a pochi centimetri da loro.
- Ragazzi…-
Strify e Yu si voltarono contemporaneamente verso di lui:- STA’ ZITTO, SHIN!!!!!!!!!! –
L’onda d’urto causata da quell’urlo formato stereo fece letteralmente sprofondare il batterista nel sedile.     
Il poveretto non sapeva più cosa fare: Giulia stava soffocando, in quel momento aveva assunto un’inquietante colorazione blu cianotico, ma lui non poteva andare ad aiutarla perché gli altri due creavano con i loro corpi, ben più muscolosi del suo, un muro invalicabile, mentre mulinavano per aria le braccia rischiando di accecarlo ed emettendo urla spacca timpani. Non poteva competere con Strify e Yu, ma non poteva nemmeno lasciar morire Giulia!
Esasperato, fece l’unica cosa che il suo cervello troppo stressato riuscì a suggerirgli di fare: chiamò rinforzi.
Scattò in piedi e si precipitò verso gli altri due membri del gruppo davanti.
- LUMINOR!!! - urlò come un guerriero gravemente ferito di ritorno da un campo di battaglia su cui infuria una lotta troppo sanguinosa e cruda per essere combattuta, chiamando a gran voce l’unico che potesse aiutarlo a salvare la povera ragazza che stava soffocando e la propria sanità mentale che a furia di frequentare Strify, Yu e Kiro stava progressivamente andando a farsi benedire.
Il pianista alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo:- Che c’è, Shin? -
- Devi aiutarmi, Lumi! -
Luminor inarcò un sopracciglio sentendo le urla provenienti dal centro del camper, alzando gli occhi al cielo:- Ho da fare - disse alla fine - devo controllare l’essere che guida, a meno che tu non voglia farci morire tutti quanti - fece un cenno con il capo verso Kiro, che fissava rapito le cifre dei numeri che segnavano la velocità cambiare a seconda di come lui premeva l’acceleratore, senza badare minimamente alla strada, che fortunatamente era dritta come un righello - Sbrigatela tu con i due selvaggi -
- Ma Luminor, ho un problema davvero serio! -
- Lumiiii, cos’è questo pedale qua sotto? - domandò proprio in quel momento il bassista indicando il freno.
Shin fissò l’amico esterrefatto, mentre nella cabina di guida piombava il silenzio.
- Anch’io ho un grosso problema, Shin - disse serafico Luminor - Quello è il freno, essere, serve per far andare più piano la macchina -
Kiro annuì, cominciando a premere alternativamente il freno e l’acceleratore, così che la macchina cominciò a procedere a singhiozzo.
Luminor alzò gli occhi al cielo, poi si avvicinò a Kiro, spiegandogli come andavano usati il freno e l’acceleratore, e dopo un po’ la macchina riprese la sua andatura normale.
- Come ti dicevo - esclamò Luminor sedendosi di nuovo e aprendo il libro - ho anch’io un grosso problema -  
Shin scosse la testa:- No, non capisci! Non è per me, è per Giulia! Sta soffocando e io non riesco a liberarla! -
Luminor sgranò gli occhi:- Come? Ma non era per lei che stavano litigando? –
- Sì, ma sono talmente impegnati a lanciarsi insulti che non si sono accorti che lei sta’ soffocando, e io non riesco ad avvicinarmi abbastanza per slegarla dal sedile dove Yu l’ha legata!-
Il pianista chiuse di scatto il libro, sbattendolo con tanta forza e in modo tanto improvviso che Shin fece un salto all’indietro. In un modo inquietantemente simile a quello della bambina assatanata di The Ring, Luminor si alzò lentamente dal sedile con le fiamme negli occhi.
- Stanno. Uccidendo. Una. Povera. Ragazza. Innocente?!?!? -
Senza aspettare risposta, partì a passo di carica verso dove si trovavano gli altri, lasciando il povero Kiro a vedersela da solo con il volante che ancora non voleva saperne di piegarsi nella giusta direzione.  
Strify e Yu si stavano ancora urlando addosso a vicenda, roteando le braccia per aria e pestando i piedi per terra come bambini piccoli, mentre Giulia si agitava sul sedile, per quanto le fosse possibile così bardata com’era, con la pelle di un’inquietante colorazione blu cianotica, cercando inutilmente di attirare l’attenzione degli altri due.
Vedendo quella scena, l’istinto represso da supereroe di Luminor (che da piccolo aveva sempre desiderato diventare come Spiderman, ma poi si era dovuto arrendere quando aveva constato che di ragni radioattivi non ce ne erano, almeno in Germania, e che era molto improbabile che avvenisse un qualche miracolo che lo trasformasse in un uomo volante o super forte) prese il sopravvento, irrompendo con tutta la sua maestosa forza.   
Con lentezza inquietante, Luminor si rimboccò le maniche, si sistemò i capelli, diede una ripassata al make-up, si assicurò di essere in ordine, e, con le fiamme negli occhi, si diresse verso il primo salvataggio di quella che, ne era sicuro, sarebbe stata una lunga e gloriosa carriera di supereroe (i sogni sono duri a morire…).
Strify e Yu stavano ancora strillando, puntandosi le dita addosso a vicenda.
Luminor afferrò di scatto le mani di entrambi, torcendogli i polsi all’indietro.
- AAAAAAAHHHH!!!!!!!!!!!!!! LUMINOR!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Insensibile alle urla di protesta dei due, il Dio Lumi piegò le braccia di entrambi dietro alla schiena, costringendoli ad inginocchiarsi a terra agonizzanti di dolore, spostandoli poi di lato con un calcio, facendoli rotolare come birilli. Poi si avvicinò alla fanciulla in pericolo, e con un solo gesto della mano strappò via le catene che la imprigionavano (cioè, con un solo gesto della mano sganciò la cintura avvinghiata intorno al corpo di Giulia come un rampicante), lasciando che l’aria riempisse i suoi poveri polmoni in astinenza.
Giulia, che oramai si era rassegnata a morire, soffocata da una cintura troppo stretta mentre i due ragazzi più fighi del mondo litigavano per lei (cosa che in un altro frangente non le sarebbe certamente dispiaciuta, ma che in quella determinata situazione le stava risultando potenzialmente mortale), vide Luminor piombare su di lei e salvarle la vita come un dio sceso dal cielo.
- Luminor…- biascicò quando si fu ripresa - grazie…-
Il pianista scosse teatralmente la lunga massa di capelli neri, omaggiandola con uno dei suoi rari sorrisi:- Ma figurati, non c’è di che. E poi, devi ringraziare Shin che mi è venuto a chiamare! -
- SHIN!!!!!!! -
Giulia si lanciò verso il batterista, passando sopra a Yu e usando lo stomaco di Strify come trampolino di lancio (non che ci avesse fatto apposto, eh, ma non li aveva proprio visti… XD)
- Shin, mi hai salvato la vita!! -
Shin la strinse a sé e sorrise:- Ma ti pare…-
Luminor guardò soddisfatto la scena, poi i suoi occhi si puntarono su Strify e Yu, che si erano appena rimessi in piedi.
- Voi due! Non provate più a metterla in pericolo, chiaro? -
Loro due annuirono.
- Sì Lumi, promettiamo di fare i bravi! - esclamò Yu con la faccia da bravo bambino.
Luminor incarcò il sopracciglio:- Guardo che lo vedo che tieni le dita incrociate dietro la schiena! -
- Ehmm…-
- Comunque, vedi di non fare come al tuo solito e di approfittarti di lei facendo leva sul fatto che ci adora, chiaro? -
Il chitarrista sgranò gli occhi:- Lumi, ma per chi mi hai preso? - domandò con aria indignata.
Il pianista sospirò, poi si voltò verso Strify:- Posso contare almeno su di te? -
Strify annuì:- Sì, non ti preoccupare, Lumi -
Confidando nel fatto che prima di allora Strify non si era mai comportato in quel modo solamente per una ragazza, e che aveva decisamente più sale in zucca di Yu, Luminor si poté ritenere soddisfatto del risultato raggiunto.
Sorrise:- Tutto è bene quel che finisce bene! -
- LUMI!!!!!!!!!!! C’E’ UN CANGURO CHE MI INSEGUEEEEE!!!!!!!!!!!!!! -
Il sorriso si congelò sul volto di Luminor, e tutti si voltarono preoccupati verso Kiro.
- O forse no…- mormorò Shin.


Intanto, nel fuoristrada, la situazione stava pericolosamente degenerando.
- E come deve essere la ragazza dei tuoi sogni? -
Attaccata a Bill come una sanguisuga, Anna sbatté i grandi occhi azzurri, stringendosi ancora di più al braccio del ragazzo e intrecciando una gamba con la sua.
- Ehmm…- gli occhi del cantante saettavano da una parte all’altra della vettura, cercando una via di fuga, ma dovette constatare che nessuno in quel momento sembrava preoccuparsi di lui.
Georg guidava, e aveva impegnato Gustav in un’accesa discussione sulle auto da corsa, ma anche volendo il batterista avrebbe potuto fare ben poco per aiutarlo.
L’unica che forse avrebbe potuto salvarlo da quell’interrogatorio di terzo grado si trovava esattamente alle sue spalle, ma era troppo impegnata a fissare con espressione arcigna il paesaggio che scorreva dietro il finestrino, cercando di ignorare Tom che non sembrava minimamente intenzionato a darsi per vinto, e continuava imperterrito a provarci con lei, per potergli dare una mano.
Non sapendo che fare, decise che il modo più saggio per sbrigliarsi da quella situazione era descrivere una ragazza che non avesse niente a che fare con Anna, cercando quindi di farle capire, nel modo più indiretto e delicato possibile, che non era interessato a lei.
- Ehmm… dunque… lei…-
Anna si protese verso di lui:- Sììì? -
Bill sgranò gli occhi, a disagio:- Allora… deve essere… non troppo alta -
- Ah-ah -
- Poi deve avere la pelle… color cannella -
- Sì -
- E i capelli neri -
- Sì -
- Con delle belle curve…-
- Mhh -
- E deve essere molto determinata, con una forte volontà -
- Sì -
- Deve essere onesta. -
- Ah-ah -
- Anche un po’ acida -
- E poi? - domandò lei avvicinandosi sempre di più.
E che cavolo, Anna non c’entrava assolutamente niente con quella descrizione, perché continuava ad insistere?!?!? Lui mica pensava a lei, si riferiva a… a…
“Oddio”
Quasi gli prese un infarto quando di rese conto che aveva descritto esattamente la mora dietro di lui. Lanciò un’occhiata di sbieco ad Elena, inorridendo di fronte all’evidenza dei fatti.
Anna sbatté di nuovo le ciglia:- E gli occhi? -
- Gli occhi devono essere vi…- si fermò giusto in tempo, rendendosi conto che dicendo che la ragazza dei suoi sogni aveva gli occhi viola, Anna, ammesso e non concesso che lo stesse veramente ascoltando, non ci avrebbe messo molto a mettere insieme i pezzi di quella descrizione e ricondurli ad Elena.
-…verdi - esalò alla fine.
- Ho capito - mormorò lei.
“Grazie a Dio!” Bill tirò un sospiro di sollievo.
- Bill, tu credi nell’amore? -
“E questa da dove l’ha tirata fuori?!?!?” - Ehmm… sì, certo -
- E non pensi che l’amore debba essere una cosa che va oltre l’aspetto fisico? -
“Aiuto” - Beh… sì -
- Anche io. Sai, sono convinta che sia il carattere di una persona, più che l’aspetto fisico, a farci innamorare di lei -
- Ah - “Sento puzza di guai…”
- Ecco perché io cerco sempre di vedere oltre le apparenze, oltre l’aspetto fisico di una persona -
“Avrà capito che non mi piace?”
Bill sperava con tutto se stesso che fosse così.
Anna posò la propria mano sulla sua.
- Ed è per questo che tu mi piaci così tanto -
“O no…”
La bionda si strinse a lui:- Dal primo momento in cui ti ho visto, l’ho sentito, ho capito che eri il ragazzo giusto per me -
“E fortuna che sei una che guarda oltre le apparenze!”
- Appena ho incrociato il tuo sguardo, è stato come se ti conoscessi da sempre…-
“MI CONOSCI SOLO DA DUE ORE, E SE MI CONOSCESSI DAVVERO CAPIRESTI CHE L’INTERESSE NON E’ RECIPROCO!!!!!!”
Quanto avrebbe voluto urlarle quelle parole!
In quel momento Anna si protese verso di lui, avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca, schiudendo le labbra…
“Oddio…”


Would yu mind if I killed you?
Would you mind if I tried to
Cause you have turned into my worst enemy?

Decisamente le parole di What Have you done dei Within Temptation, uno dei suoi gruppi preferiti, esprimevano meravigliosamente bene quello che Elena pensava in quel momento nei confronti di Tom, con l’unica differenza che nella canzone quelle parole erano cantate con dolore, mentre lei al massimo avrebbe potuto pronunciarle con una risata sadica mentre strozzava quel coso con un Mocho Vileda in testa.
Neanche la musica sparata a tutto volume dell’iPod riuscivano a fermare le parole di Tom, che continuava imperterrito a cercare di sedurla.
“I casi sono due” rifletté Elena “o è un emerito coglione e non capisce assolutamente un cazzo neanche dopo che ho tentato di castrarlo, oppure lo capisce fin troppo bene ma la cosa lo eccita ancora di più perché è un sadico masochista che ama farsi del male”
La prima gli sembrava decisamente la più probabile.
- Com’è il tuo tipo ideale? - le chiese Tom.
“Non te lo dico nemmeno se muori”
- Allora? -
- Di certo non come te - rispose lapidaria.
Tom sfoderò il suo sorrise sbieco che mandava in delirio tutte le ragazze che incontrava:- Intendi dire “non un incredibilmente figo, stupendo, simpatico, stratosferico, con un fisico da infarto, dio del sesso come me”? -
- No, intendevo dire, “non uno stronzo, borioso, ninfomane, bastardo, rompicoglioni, idiota, pallone gonfiato come te” - esclamò Elena esasperata voltandosi verso di lui.
Tom approfittò di quel movimento per premere il proprio corpo contro il suo, bloccandole i polsi contro il finestrino e piantandole un ginocchio nello stomaco, portando il viso a pochi centimetri da quello di lei.
Lei sgranò gli occhi e tentò di liberarsi, ma dovette riconoscere che Tom aveva decisamente più forza in corpo di quanto non sembrasse ad una prima occhiata.
Vedendo il suo sguardo spiazzato, Tom sogghignò:- Vado anch’io in palestra, sai? -
Elena si riprese subito, e inarcò le sopracciglia:- Sì, l’ho notato -
Il chitarrista le si avvicinò ancora di più:- Però preferisco un altro tipo di esercizio…-
- Quale, quello per i muscoli del cervello, ammesso e non concesse che tu ne abbia uno e che quel poco che hai sia utilizzabile? -
Tom la fissò con malizia:- No, intendevo l’esercizio da camera…-
- Beh, non con me tesoro, non pensarci nemmeno! -
- Non ti ho chiesto se eri d’accordo o no…-
Lei sorrise sarcastica:- E cosa intendi fare? Legarmi al letto e violentarmi? -
Tom si leccò le labbra - Non mi tentare…-
“Ma questo è un pervertito!”
Diede uno scossone con il braccio, ma la presa di Tom sui suoi polsi era salda, e non riuscì a liberarsi di lui.
Ok, così non andava bene, non andava affatto bene!!
Si voltò verso Bill, sperando che almeno lui potesse far ragionare il gemello, ma il poveraccio si trovava in una situazione altrettanto critica: Anna si era avvinghiata a lui come una piovra, e gli stava dicendo qualcosa, progressivamente alla sua bocca. Bill, di riflesso, indietreggiava sempre di più, finché non si ritrovò appiccicato al finestrino.
In quel momento, Tom si strinse ancora di più addosso a lei, affondando il volto nei suoi capelli e respirando profondamente.
- Adoro il tuo odore…- mormorò lui con voce roca.
- Buon per te. È Moschino, se vuoi puoi andartelo a comprare -
Lui sorrise:- Preferisco sentirlo sulla tua pelle
Lei si morse le labbra, dicendosi che commettere un omicidio poteva rivelarsi molto compromettente per la sua futura carriera di giudice…
- Che ne dici se adesso facciamo un gioco, bambola? -
…ma che in fin dei conti in quel caso ne sarebbe valsa decisamente la pena!
- Che ne dici se adesso ti spacco la faccia, come avrei dovuto fare già da un pezzo, bastardo?
Tom non rispose, si limitò strusciare il naso contro il suo collo, facendole venire una gran voglia di spaccare il vetro e buttarlo giù dall’auto in corsa.
- Mhhh - mugolò il ragazzo - mi piace un sacco come profuma la tua pelle -
- Sei ripetitivo - commentò Elena acida - cambia battuta -
- Che ne dici se cominciamo a darci dentro? -
Lei lo fulminò con lo sguardo:- Dico che non ci penso nemmeno -
Tom sogghignò:- E a me non interessa -
Elena sgranò gli occhi mentre Tom si avvicinava sempre di più a lei.
“Ah no, non pensarci nemmeno!!!”
Presa dal panico, fece l’unica cosa che poteva fare in una situazione del genere: portò la testa all’indietro e diede una capocciata in faccia a Tom.


Proprio quando le labbra di Anna stavano per unirsi con le sue, Bill girò la testa di lato, e quello che vide lo lasciò sconvolto: Tom aveva bloccato Elena, le teneva i polsi inchiodati al finestrino, un ginocchio nello stomaco e si avvicinava a lei con gli occhi chiusi, con la chiara intenzione di baciarla. Ancora più chiaro era cosa pensava Elena in proposito, ma non cosa avesse intenzione di fare.
Sotto lo sguardo sconvolta di Bill, Elena portò indietro la testa, poi diede una capocciata a Tom dritta dritta sulla faccia.
Tom lanciò un urlo agghiacciante, facendo sbandare Georg e girare sia Gustav che Anna, mentre il fratello portava le mani sulla faccia, gemendo.
Ritrovatasi improvvisamente libera, Elena ne approfittò per dare un altro calcio a Tom nello stomaco, facendolo accasciare sul sedile, poi si voltò verso di loro.
“E adesso che vuole fare?”
Con un balzo, Elena scavalcò il sedile, afferrò Anna e la scaraventò letteralmente al suo posto, accanto a Tom.
- Ehi!! - esclamò la bionda, indignata.
- NON DIRE UNA PAROLA!!!!!!!! TU ORA STAI LI’ DIETRO CON IL MANIACO SESSUALE E TE LA VEDI DA SOLA, EVITANDO DI ROMPERMI LE PALLE, CHIAROOOOOOO?!?!?!? -
Di fronte all’espressione furibonda di Elena, Anna si fece piccola piccola.
- Ma Ele, io volevo stare con Bill…- piagnucolò la ragazza.
- NON ME NE FREGA UN FICO SECCO!!!!!!! -
Detto questo, si voltò verso Georg e Gustav, che si stavano trattenendo dallo scoppiare a ridere.
Li guardò entrambi, poi sbuffò:- Potete anche ridere, mica mi offendo…-
Entrambi scoppiarono a ridere, rotolando sui sedili e tenendosi la pancia con la mano.
- Elena, sei un mito!!! - esclamò Georg tra una risata e l’altra.
Anche Bill sorrise, ma poi vide il volante.
Vuoto.
Senza nessuno che lo governasse.
- GEORG!!!!!!!!!!!! - urlò - LA STRADAAAAAAA!!!!!!! -
In quel momento il bassista sembrò ricordarsi di cosa doveva fare e impugnò fulmineamente il volante, riprendendo il controllo della vettura.
In quel momento, Elena si ricordò di avere accanto il gemello del pervertito, che, per quanto non sembrasse affatto idiota come il fratello, poteva sempre essere peggio di lui.
- TU!!!!! - esclamò voltandosi verso Bill, facendogli fare un salto sul sedile - Sei anche tu un pervertito? -
- N-no -
- Hai intenzione di molestarmi come ha fatto quel rompipalle fino a cinque secondi fa? -
- No! -
Lei lo fissò, trapassandolo da una parte all’altra con quegli stupendi occhi viola, poi si sistemò meglio sul sedile e si infilò le cuffie dell’iPod.



E finalmente sono riuscita a postare!!!!!!!
Lo so, sono imperdonabile, ma avevo dei problemi con il computer e il capitolo non era pronnto, scusatemi ancora!!
Ringrazio tutti quelli che tengono la Fic tra i preferiti, e tutte quelle che hanno commentato nello scorso capitolo (a proposito, Shaka, sarei davvero curiosa di sapere come pensi abbinerò le coppie, me lo dici? Mi hai incuriosita!!!).
Mi raccomando, recensite, sono curiosa di sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male!
A presto!!

Midnight Tears

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Capitolo 6
*** Cap. 6 Troubles ***


Cap. 6
Troubles



Oh no, I see
a spiderweb and it's me in the middle
so I twist and turn
but here am I in my little bubble
(Trouble, Coldplay)


“Ok, ora mi avvicino e le chiedo cosa sta ascoltando”
Bill si voltò verso Elena, che, seduta accanto a lui, fissava fuori dal finestrino con le cuffie nelle orecchie, persa nei suoi pensieri.
- Ehmm… -
“Voce. Voce, esci!!”
Ma, per quanto si sforzasse, le parole non uscivano. Non perché non sapesse cosa dirle, e la vicinanza della pugile non lo bloccava fino al punto da inibirgli la capacità di parola, però lo spaventava. Lo spaventava e lo intimoriva allo stesso tempo.
Era incuriosito da lei e voleva conoscerla meglio, ma aveva paura che se si fosse avvicinato troppo Elena lo avrebbe aggredito, e sapeva che c’erano possibilità ragionevolmente alte che la ragazza avesse dei pregiudizi nei suoi confronti e lo detestasse a prescindere, visto anche l’accanimento che sembrava dimostrare Anna nei suoi confronti, ed era sempre possibile che Elena decidesse di ignorarlo per lasciare campo libero all’amica.
Inoltre, anche il fatto che Tom si fosse dimostrato così interessato a lei era un buon deterrente per Bill. Tom avrebbe potuto sentirsi tradito se lui avesse anche solo osato rivolgerle la parola, lo sapeva bene, e allora si sarebbe ritrovato non solo una Elena ancora più incazzata di prima, ma anche un Tom imbestialito, intenzionatissimo a difendere quello che lui considerava “il suo territorio”, e una Anna, se possibile, ancora più accanita e pedante di quanto non lo fosse stata fino a quel momento.
Al solo pensiero, sentì un brivido percorrergli la spina dorsale.
Che fare? Rischiare o no?
“Oh, al diavolo Anna, Tom e tutto il resto! Avanti Bill, leb die sekunde!!”
Prima si voltò verso i sedili posteriori per assicurarsi di avere campo libero. Sia Tom che Anna fissavano imbronciati fuori dal finestrino, ed entrambi avevano le cuffie alle orecchie, e il rumore di due melodie differenti attutite dagli auricolari indicavano che entrambi dovevano essere troppo impegnati a ribollire nel loro brodo per potersi accorgere di lui.
- Ehmmm - si avvicinò ad Elena, schiarendosi la voce, ma lei sembrò non notarlo.
Riprovò, ottenendo lo stesso identico risultato.
“E che cavolo!”
Sbuffò.
- Credo che non ti senta -
Bill si voltò di scatto verso Gustav che lo fissava dallo specchietto, sorridendo.
- Come? -
Il battersita alzò gli occhi al cielo, sorridendo bonariamente:- Ha le cuffie, credo non ti senta. Prova a scuoterla, altrimenti mi sa che non si accorgerà di te -
Il vocalist annuì, tormentandosi però il labbro con i denti, facendo scorrere lo sguardo da Elena a Tom con aria indecisa.
- Bill… - spostò lo sguardo verso il batterista, che chiamandolo si era voltato verso di lui - Cos’è che ti blocca? -
Bill continuò a mordersi il labbro, senza rispondere.
- È perché Tom è interessato a lei? - tirò a indovinare Gustav, facendo centro al primo colpo.
Lui annuì:- Sì. Mi sembrerebbe di rubargli qualcosa se parlassi con lei…-
Gustav sbuffò:- Oh, ma dai, vuoi solo parlarle, mica te la devi sposare! -
Sorrise immaginandosi la scena. Decisamente surreale.
- E poi - continuò il batterista - mica devono per forza essere tutte di Tom! Lui non è innamorato, è solo cocciuto come un mulo ed è cronicamente incapace di accetare un rifiuto, che lo fa scattare come un segugio. Per lui è solo una sfida, dovresti saperlo meglio di me - accennò con il capo ad Elena, che non si era accorta di nulla - e poi, mi sembra che questa poveraccia ne abbia passate abbastanza per oggi! -
- Sì, infatti - si intromise Georg - poveretta, si è dovuta subire tutto il giorno gli attacchi di Tom mentre le sue amiche se la spassavano con i loro idoli. Credo che al suo posto vorrei solamente qualcuno con cui fare due chiacchiere in santa pace! - gli lanciò uno sguardo dallo specchietto e gli fece l’occhiolino.
Bill sorrise.
Era bello avere amici come loro.
Si voltò verso Elena, che continuava a fissare il paesaggio scorrere davanti a lei con aria assente. Bill si prese qualche istante per osservarla in silenzio, cercando di capire qualcosa di più di quella ragazza.
La linea della mascella era stranamente rilassata, le labbra spiegate in un mezzo sorriso che, almeno per lui, creava uno strano effetto sul volto della ragazza, sciogliendo i lineamenti che fino a quel momento aveva visto solamente contratti dalla rabbia o tesi come quelli di una tigre pronta a difendersi. Gli piaceva il suo volto, in quel momento così rilassato, con qui lineamenti aguzzi, armonici, e le labbra tese in un sorriso quasi impercettibile. Ma soprattutto, gli piaceva il modo in cui le iridi viola sembravano perdersi nel paesaggio di fronte a lei, mescolandosi nel riflesso del finestrino con i colori caldi e solari dell’Australia, scaldandoli di una luce nuova, e, a suo avviso, tremendamente affascinante.
“Forza, vai!”
Si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla, scuotendola leggermente.
- Ehi? -


I tried so hard
And got so far
But in the end
It doesn't even matter
I had to fall
To lose it all
But in the end
It doesn't even matter

La musica dei Linkin Park le risuonava nelle orecchie mentre si perdeva in quel meraviglioso mondo dai colori caldi e invitanti, quel mondo fatto di rocce, caldo e sabbia, con distese rocciose immense tinte di un marrone caldo e liquido simile a miele, intervallate da sprazzi di piante color verde smeraldo, il tutto che poi andava a mescolarsi con l’azzurro limpido del cielo.
Sì, l’Australia era davvero bellissima.
Aveva sempre sognato di andarci con Anna e Giulia, ed era sempre stata convinta che la loro sarebbe stata una vacanza fantastica, memorabile, ma ora quei cretini stavano rovinando tutto! Le sue due amiche erano talmente prese dai rispettivi ragazzi da dimenticarsi tutto il resto.
Sentì la rabbia ribollirle nelle vene mentre pensava a come stesse andando tutto a rotoli.
“Ma perché? Proprio loro dovevamo incontrare? E manco un gruppo solo, TUTTI E DUE CONTEMPORANEAMENTE!!!”
E poi non le stavano per niente simpatici quei tipi. Assolutamente. Soprattutto Tom.
Le stavano rovinando la vacanza, e la cosa non le andava per niente giù!
- Ehi? -
Improvvisamente si sentì toccare sulla spalla, si voltò di scatto, trovandosi di fronte Bill, che la fissava leggermente ansioso.
- Che vuoi? - chiese bruscamente.
Lui trasalì, ritraendosi leggermente.
- Volevo solo sapere che cosa stavi ascoltando…-
- Non sono affari tuoi! -
Detto questo, si voltò di nuovo verso il finestrino, dandogli le spalle, fermamente decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio. Forse in un’altra situazione avrebbe anche potuto farci due chiacchiere, ma per il momento era troppo incazzata per rivolgergli la parola.
“Ma brava” si complimentò una vocina nella sua testa “continua così. Magari voleva solo fare amicizia e tu hai sputato sopra la mano che ti offriva. Davvero complimenti, Elena, brava!”
“Oh, e piantala!” esclamò lei, rivolta a quella dannata e insistente vocina.
Che, ovviamente, non ci pensava nemmeno lontanamente a lasciarla in pace.
“Certo, fare l’asociale musona e indisponente ti aiuterà di sicuro a migliorare la situazione!”
“La situazione è già irrimediabilmente rovinata, per colpa di questi emeriti coglioni!”
“Potresti almeno provare ad andarci d’accordo…”
“MI STANNO ROVINANDO LA VACANZA!!!!!”
“Non dire cazzate!” esclamò la vocetta con fare imperioso “nel caso tu non l’abbia notato, tre su quattro dei presenti in questa macchina hanno tentato di fare quattro chiacchiere amichevolmente, e tu li hai allontanati tutti. Guarda in faccia la verità: LA VACANZA TE LA STAI ROVINANDO DA SOLA!”
Detto questo, la fastidiosa vocetta si chetò. Lasciandola però con la spiacevole sensazione che quello che avesse detto fosse vero, e che lei si stesse scavando con le sue stesse mani una fossa ancora più profonda di quella in cui era precipitata.
Sbuffò, e alzò lo sguardo verso il riflesso di Bill sul finestrino. Il ragazzo non si era mosso di un centimetro, e la fissava con un’espressione delusa e addolorata.
Elena si sentì uno schifo. Accidenti, in fin dei conti non era mica colpa sua se aveva per gemello quella grandissima testa di cazzo di Tom…
Attraverso il riflesso sul finestrino, fece scorrere lo sguardo sul volto di Bill, scivolando dulle linee armoniche del volto, soffermandosi sugli occhi, che però non riusciva a vedere bene a causa del contrasto col paesaggio circostante.
Sbattè le palpebre: che fare?
Reclinò la testa di lato, ripensando a quello che aveva detto la vocetta: la vacanza te la stai rovinando da sola…
Beh, effettivamente…
Sbuffò: perché doveva sempre essere tutto così complicato?!?!?!?
“Dunque, vediamo…” riflettè “se continuo così rischio di mandare seriamente a puttane anche quella minuscola possibilità che ho di passare una vacanza decente… e, in fin dei conti, questo Bill non sembra nemmeno tanto male…”


“Ecco, lo sapevo io, dovevo lasciarla stare. Chissà adesso cosa pensa di me…”

Il sapore amaro della delusione, intanto, pizzicava in bocca a Bill, che fissava sconsolato la ragazza che in quel momento gli dava di nuovo le spalle.
“Non avrei dovuto chiederle niente, magari se avessi aspettato un po’ avrei anche potuto…”
Elena, intanto, continuava a fissare il volto angosciato del ragazzo, e non potè fare a meno di sentirsi leggermente in colpa. In fin dei conti, non voleva fare niente di male, solo parlare un po’.
Alzò gli occhi al cielo, sconfitta.
“E va bene…”
Si voltò verso il vocalist, che alzò lo sguardo su di lei, leggermente sorpreso.
- Linkin Park - disse.
Bill sbattè le palpebre, confuso.
- Cosa? -
- Linkin Park - ripetè lei - sto’ ascoltando i Linkin Park -
Bill impiegò qualche istante per realizzare che Elena stava effettivamente parlando con lui.
- Ah sì? - riuscì a dire alla fine - Non li ho mai sentiti… come sono? -
Entrambi erano molto cauti, attenti a quel che dicevano e parlavano in modo piuttosto formale e diffidente.
- Molto bravi - rispose cauta lei - A me, personalmente, piacciono un sacco. Però forse non sono il tuo genere -
Anche Bill era un po’ impacciato. Non sapeva bene come comportarsi con lei, e aveva paura che, se avesse detto qualcosa di sbagliato, lei avrebbe ripreso ad ignorarlo.
- Non saprei, non so nemmeno che canzoni fanno -
Inaspettatamente, dopo qualche istante Elena gli porse una cuffietta.
- Vuoi sentire? - mormorò, sorridendo.
Bill rispose al sorriso, piacevolemente sorpreso, e si infilò l’auricolare, sistemandosi più vicino a lei e facendo involontariamente aderire la sua spalla con quella di Elena.
- Grazie -
- Figurati. Ti faccio sentire What I’ve done -
- D’accordo, sei tu l’esperta! -
Dopo qualche istante le note della canzone risuonarono nelle cuffie, ed entrambi si zittirono per ascoltare meglio.
Elena si stupì nel constatare che la vicinanza con Bill la faceva, in qualche modo, rilassare. Lui emanava calma e tranquillità, e lei si lasciò influenzare dalla sua aria serena.
- Sono bravi - constatò dopo un po’ il cantante.
- Sì, hai ragione. Le loro canzoni sono belle, anche se non credo reggano il confronto con gli Evanescence, o i Breaking Benjamin -
Bill inarcò un sopracciglio:- Gli Evanescence li conosco, ma i Breaking Benjamin non so nemmeno chi siano -
- Sono il mio gruppo preferito. Magari poi te li faccio sentire -
- Se non ti do fastidio…-
Elena rise:- Ma che fastidio! Mi piace parlare con te -
Quell’affermazione colse di sopresa persino lei. L’aveva detto veramente?
Bill sorrise:- Anche a me. Cioè, intendo dire, parlare con te! Non è che io parli con me stesso, non sono matto, cioè… -
Non potè fare a meno di pensare che quando arrossiva Bill era a dir poco adorabile.
- Tranquillo, ho capito. Piuttosto, tu che musica ascolti? -
Bill portò una mano al mento, pensoso.
- Vediamo… mi piacciono molto i Coldplay, Placebo, Green Day… e soprattutto Nena! -
Elena rimase di sasso.
- Nena?!?!? -
- Sì, perché? -
- Aspetta, aspetta… ti piace davvero Nena? -
- Sì… perché, che c’è che non va? - Bill era confuso, non capiva perché la cosa la sconvolgesse tanto.
Sotto gli occhi stralunati del cantante, Elena mutò lentamente espressione, storcendo la bocca e contraendo la mandibola, finchè…
- Oddio, non ci posso credere!! -
La ragazza scoppiò a ridere, facendolo sobbalzare.
- Nena, oddio, Nena!!!! -
Bill la guardava esterrefatto: era paonazza e aveva le lacrime agli occhi, stava letterlamente morendo dal ridere.
- Ma… ma… che c’è da ridere?? - esclamò indignato assumendo un’adorabile sfumatura rosso fuoco.
- Ma dai, Nena?!? Dio mio, non credevo proprio che fossi il tipo! -
- Perché? -
- Dai, tu, mezzo emo, darkettone, con quel look, mi vieni a dire che ascolti una cantante di non so quanti anni fa, che non brilla certo per chissà quali perle di canzoni… beh, dai!!!!! -
- Ehi, io non sono emo!!!!!! -
L‘ultima affermazione di Bill la fece ridere ancora di più, mentre lui diventava sempre più rosso.
Dopo qualche istante, si rese conto che Elena non era la sola a ridere. Si voltò e vide che anche Georg e Gustav avevano le lacrime agli occhi.
- Vi ci mettete pure voi adesso?!?!?!? - esclamò scandalizzato.
- Scusaci Bill, però… -
Incredibile, la risata della ragazza era contagiosa!
- Ok, aspetta che mi ricompongo… - fece ad un certo punto Elena, cercando di darsi un contegno.
- Certo… - boffocchiò Bill, ancora rosso di vergogna.
- Te la sei presa? -
- No, non ti preoccupare… -
Elena lo fissò scettica, il sorriso ancora stampato sul volto:- Sicuro? -
Lui rimase un attimo in silenzio, poi fissò il volto sorridente della ragazza accanto a lui e si rilassò.
- Sì, è tutto ok, ci sono abitutato -
- Scusami - esclamò lei - è solo che mi hai colta alla sprovvista, tutto qui -
- Fa niente -
- Non pensavo avesso gusti così pessimi in fatto di musica! - disse Elena, sorridendo perfida.
Uno strano sorriso curvò le labbra di Bill.
- Certo che, detto da una che ascolta le canzoni di Mermaid Melody, la critica perda un po’ il suo valore…-
Il sorriso morì sulle labbra di Elena, quando si accorse che Bill aveva in mano il suo iPod e che fissava con grande interesse lo schermo luminoso.
- Ehi, ridammelo!!! -
- Perché dovrei? -
- Perché lo dico io!! -
- E tu chi saresti? -
- Una che tra un po’ ti prende a calci!! -
- Non ce la fai!! -
- Vuoi scommettere??? -
- Vediamo!! -


Elena non aspettava altro: si lanciò verso Bill con uno scatto tanto repentino che Bill ebbe appena il tempo di mettere l’apparecchio fuori dalla sua portata.

- Ridammelo! -
- Non ci penso nemmeno!!! -
Quasi senza accorgersene, i due finirono uno sopra l’altro. Entrambi si agitavano, Bill perché cercava di tenere il prezioso oggetto lontano dalle grinfie di Elena, lei perchè cercava di strapparglielo di mano.
Alla fine, si ritrovarono tutti e due con il fiatone, Elena vittoriosa sopra a Bill, che, nonostante tutto, la fissava sorridendo.
- Certo che sei strana! - esclamò lui.
- Perché? -
- Beh, visto come ti eri comportata finora, non mi aspettavo proprio fossi così simpatica! -
Lei si sistemò meglio su di lui, appoggiando le mani sul suo petto e sdraiandosi completamente.
- Sì, anche tu sei forte, devo dire che ti avevo giudicato male! -
I due si ritrovarono a fissarsi negli occhi e a parlare scherzando del più e del meno, in una posizione decisamente equivoca a cui nessuno dei due sembrò fare caso.
- Sai che hai degli occhi stupendi? - si lasciò sfuggire Bill.
Elena sorrise dolcemente:- Grazie. Anche i tuoi sono molto belli -
Calò un silenzio strano.
Entrambi si fissavano negli occhi, sorridenti, ognuno perso nelle proprie considerazioni.
Ad un tratto Bill reclinò la testa da un lato.
- Perché ho la sensazone che ci stiamo scordando qualcosa? -
Lei assottigliò lo sguardo:- Non lo so, anche se in effetti ho anch’io una strana sensazione… -
Improvvisamene scattò qualcosa nella mente di entrambi, e tutti e due sgranarono gli occhi. Lentamente, entrambi alzarono lo sguado, rendendosi conto che due figure troneggiavano su di loro.
- … -
- … -
- … -
- … -
- Emmm… Tom? - mormorò Bill, vedendo lo sguardo esterrefatto del fratello.
- Elena… - chiese Anna, allucinata - cosa stai…? -
Proprio in quel momento, Georg urlò ed inchiodò di colpo, facendo cadere Elena per terra, Anna sopra a Bill e Tom sopra ad Anna.
- Ahia!!! Tom tirati su! -
- Che dolore!! -
Approfittando della situazione, Elena riuscì a sgusciare via e a catapultarsi fuori dalla macchina per vedere cosa succedeva.
Il camper aveva inchiodato davanti a loro. Lo sorpassò, cercando di capire cosa stesse succedendo.
- Ehi, ma che diavolo…? -
Lo spettacolo che si trovò davanti la lasciò senza parole.


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Ehmmm.... ritardo, dite? XD
Scusate, mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, ma avevo assolutamente perso la voglia di andare avanti!!!
Comunque, alla fine, ecco il nuovo capitolo, che posto di corsa!
Me lo lasciate un commentino, vero?? *_*
Giuro che mi impegnerò per aggiornare in tempi umanamente accettabili!
Ora scappo, alla prossima!!!


Midnight Tears

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