Australia on the road di Midnight tears (/viewuser.php?uid=57783)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 Australia!!! ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 Monsoon ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 Ready, set, go! ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 When you look me in the eyes ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 Would you mind if I killed you? ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 Troubles ***
Capitolo 1 *** Cap. 1 Australia!!! ***
AUSTRALIA
ON THE ROAD
Cap.1
AUSTRALIA!!
-
Australia!!!-
Giulia
segnalò il suo ingresso in casa spalancando la porta
dell’appartamento nel centro di Berlino che condivideva con
le sue migliori amiche e urlando il nome dell’enorme
continente a un volume talmente alto che probabilmente anche gli
abitanti del suddetto paese l’avevano sentita, facendo
sobbalzare la povera vecchietta che aveva la sfortuna di essere la
vicina di casa di quelle tre casiniste.
- Che
succede, Giuli? -
Una
testolina con lunghi capelli biondo-oro ondulati come le onde del mare
che incorniciavano un visetto ovale con lineamenti morbidi come un
petalo di rosa, una pelle vellutata e due enormi occhi celesti dolci e
ingenui come quelli di una bambina, fece capolino dalla cucina.
- Ciao Anna!
Ho novità FANTASTICHEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Anna
tirò indietro la testa, sparendo in cucina e evitando
l’onda d’urto provocato dall’urlo
entusiastico di Giulia.
Quando
l’onda anomala fu passata, il corpo snello e affusolato di
Anna seguì la sopraccitata testa all’entrata
dell’appartamento dove si trovava l’amica,
chiudendo la porta per evitare reazioni isteriche da parte dei vicini.
- Allora,
calmati e spiegami cosa succede, senza urlare! - disse Anna lentamente,
come se Giulia fosse stata una bambina di cinque anni un po’
tarda.
-
E’ successa una cosa incredibile!!!! - esclamò lei
di nuovo, abbracciando di slancio l’amica.
Anna si
ritrovò a stringere la ragazza senza neanche sapere
perché. Una matassa di ricci del colore della terra
illuminata dal sole calante le coprì la visuale e la fece
starnutire, mentre sentiva le costole gemere sotto la presa ferrea di
Giulia.
Quando
l’amica si fu staccata, si passò una mano sulla
faccia e aprì gli occhi per dirgliene quattro, ma un rumore
di passi provenienti dal corridoio la interruppe.
Entrambe si
girarono e una figura alta, con un bel fisico robusto di costituzione
ma rassodato da anni e anni di allenamento apparve sulla porta,
appoggiandosi allo stipite, mentre il piede batteva nervosamente sul
pavimento.
-
Elena…-
La terza
componente del gruppo le fissava con aria scocciata, mentre i capelli
neri le ricadevano in disordine sul volto, segno evidente che stava
dormendo prima che Giulia la svegliasse involontariamente.
- Allora, se
per voi non è troppo disturbo, vorrei sapere…-
prese fiato - CHE CAZZO SUCCEDE QUI?!?!?! STO’ CERCANDO DI
DORMIRE!!!!!!! -
Le altre due
si zittirono, terrorizzate da una sua possibile azione violenta.
Capitava spesso che Elena, la più forte delle tre,
aggressiva e con il pugno facile, sfogasse contro qualsiasi oggetto le
capitasse tra le mani la propria rabbia. Non le aveva mai menate sul
serio, ma era un po’ come un cucciolo di tigre:
anche se giocava, lasciava segni profondi con le sue unghiette, nel
caso specifico lasciava dei bei lividi con i suoi pugni micidiali.
-
Ecco… io… pensavo di…-
balbettò Giulia.
- Di cosa?
Di farci una sorpresa svegliandoci di colpo e facendoci urlare contro
dai vicini, come se non avessimo già abbastanza problemi con
loro?!?!?!? No, dimmelo subito, perché se stai cercando di
farci sfrattare dall’appartamento che abbiamo faticosamente
guadagnato dopo mesi di lavoro solo per venire qui e fare questo
scambio culturale, sappi che ci stai riuscendo benissimo!! -
Giulia
ammutolì, abbassando lo sguardo sui propri piedi e rigirando
tristemente l’oggetto che fino a poco prima sventolava
felicemente come fa un bambino con il suo nuovo giocattolo il giorno di
Natale.
Solo in quel
momento Elena notò che cosa stringeva tra le mani
l’amica: una confezione mega di gelato a tre gusti, nocciola,
crema e cocco. Si morse le labbra: era il gelato delle grandi
occasioni, quello che mangiavano sempre per celebrare qualcosa di
importante, e, tra l’altro, quello che aveva un prezzo
stratosfericamente alto.
Alzò
lo sguardo su Anna, che le lanciò una muta occhiata di
rimprovero.
Sospirò,
passandosi una mano sugli occhi e strofinando le palpebre. Accidenti,
sapevano benissimo quanto la irritasse essere svegliata in quel modo!
Fissò il mucchio di ricci che le stava davanti, celando gli
occhi lucidi di Giulia.
- Avanti -
le disse dandole uno scapellotto sul collo - andiamo a parlarne sul
divano, di qualunque cosa si tratti. Anna, prendi i cucchiaini prima
che il gelato si sciolga -
Il viso di
Giulia si illuminò e la ragazza saltò addosso
all’amica, stampandole un bacio sulla guancia:- Grazie Ele, e
scusa per averti svegliata! Ma sai che non ti fa bene dormire troppo,
dopo diventi pigra e noiosa!! -
- Ma
sentila! Corri pulce, oppure ti finisco tutto il gelato alla nocciola! -
- No!!!! Non
provarci Elena!! La nocciola è mia!!! -
Ridendo come
due matte, le ragazze si gettarono sul divano, facendosi il solletico e
tentando di colpirsi amichevolmente.
- Ehi, ci
sono anch’io!!!!!! -
Con in mano
il gelato, per fortuna ancora chiuso, e tre cucchiaini, Anna si
gettò nella mischia, finché tutte e tre non
furono un unico groviglio urlante di capelli, braccia e gambe.
Dopo aver
ritrovato un minimo di ritegno, le ragazze si sistemarono ai loro
soliti posti: Anna sulla poltrona di destra, Giulia su quella di
sinistra e Elena sul divano di fronte al televisore. Erano proprio un
bel gruppetto.
Si erano
conosciute alle medie, durante un’incursione nella mensa
scolastica, che stava chiaramente affamando i poveri studenti, e da
lì avevano cominciato a frequentarsi fino a diventare
indivisibili. E la cosa era strana, visto che erano diversissime
l’una dall’altra, sia fisicamente che
caratterialmente.
La prima era
Anna, con quel suo aspetto da bambolina, perfetta sotto ogni aspetto.
Aveva un fisico magro e aggraziato, con movimenti dolci e candidi che
ricordavano quelli di un cigno. Con i suoi enormi e tondi occhi azzurri
riusciva a convincere chiunque a fare qualsiasi cosa per lei
semplicemente sbattendo le ciglia, i lunghissimi capelli mossi color
oro, perfetti con la sua carnagione lattea, che le arrivavano alla
vita, incorniciandola come un angelo di Natale, facevano il
resto. Era molto dolce, non alzava mai la voce, non perdeva
mai la pazienza, ed era un’inguaribile romantica sognatrice,
sempre in attesa del principe azzurro. Suonava il pianoforte e aveva
una bella voce, nonostante la sua aspirazione fosse diventare una
stilista.
Poi veniva
Giulia, la casinista del gruppo. Il suo modo di essere, così
trasandata, sbadata e spiritosa, si rifletteva anche nel suo aspetto.
Aveva i capelli ricci che crescevano folti e rigogliosi fino a
metà schiena, di un bellissimo colore rossiccio, come un
albero illuminato dal sole che tramonta, che teneva sempre legati con
una coda. Il viso era squadrato, con una gobbetta sul naso e le labbra
forse un po’ troppo piene, ma nell’insieme il tutto
risultava armonioso e piacevole. Gli occhi erano verde scuro, con
lunghe ciglia nere, e una spruzzata di lentiggini sulla pelle
abbronzata le davano quell’aria spiritosa e sbarazzina che la
distingueva. Simpaticissima, solare, sempre allegra e con la battuta
pronta, non stava zitta un attimo ed era la compagna ideale con cui
fare casini, insomma, una con cui era impossibile annoiarsi!
Per ultima
Elena. Elena era la ribelle, la forte, l’indistruttibile, era
la boss indiscussa del trio. Faceva pugilato da quando era piccola, e
questa si rifletteva sul corpo, molto robusto di costituzione,
diventato flessuoso, agile e scattante come quello di una gazzella dopo
gli anni passati in palestra, dove passava più tempo che a
casa. Naturalmente predisposta per quello sport, era aggressiva,
spietata, non guardava in faccia nessuno pur di ottenere ciò
che voleva. Averla contro era un errore fatale, in compenso se
l’avevi dalla tua parte non esistevano nemici! Aveva il viso
tondo, con zigomi alti, il naso piccolo e il taglio degli occhi
allungato e leggermente asimmetrico, che le conferiva uno sguardo
obliquo. Non era bella in senso canonico, ma aveva un fascino
particolare per cui era impossibile non notarla anche in mezzo a una
folla. Inoltre, madre natura l’aveva dotata di due stupendi,
rarissimi occhi di uno stupendo viola acceso e intenso, come le ali di
una farfalla tropicale, che ben si armonizzavano con la pelle color
cannella e con i capelli neri che portava appena sopra le spalle,
scalati intorno al volto, con una ciocca più lunga delle
altre dello stesso viola intenso degli occhi.
Erano tutte
e tre italiane e tutte e tre avevano la stessa età, 18 anni,
quasi 19, e si erano trasferite a Berlino da appena un mese per passare
l’ultimo anno di liceo in una scuola tedesca, da cui poi, se
avessero avuto una media abbastanza alta (cosa di cui nessuna delle tre
dubitava, essendo dotate anche di un cervello ben funzionante), si
sarebbero iscritte alla più prestigiosa
università della Germania, che si trovava appunto
lì a Berlino. Anna avrebbe fatto moda, Giulia lingue, e
Elena giurisprudenza. Ancora era luglio, ma avevano deciso di venire
prima per ambientarsi meglio e districarsi con la lingua
- Anna,
togli quel poster da lì, mi viene da vomitare! -
Anna
inarcò un sopracciglio mentre leccava il cucchiaino dagli
ultimi rimasugli di gelato alla crema, guardandola con sguardo
scettico:- Levare COSA esattamente? -
- Quello! -
esclamò Giulia indicando il poster attaccato alla parte
sopra il camino, su cui era impressa l’immagine di quattro
ragazzi che fissavano l’obbiettivo.
- Eh no!!! -
saltò su Anna - i Tokio Hotel non si toccano! Piuttosto, tu
leva quell’obrobrio di immagine dalla porta della cucina!! -
-
Assolutamente no! - Giulia scattò in protezione
dell’oggetto appena menzionato - i miei amati Cinema Bizarre
non si toccano!!!!!!!! -
Elena
alzò gli occhi al cielo “Ci risiamo”
- Senti
Giuli, non ho assolutamente intenzione di vomitare ogni volta che vado
a mangiare perché quei cinque esseri di dubbio sesso ti
attizzano gli ormoni!! -
- Tu hai il
coraggio di parlare!! Proprio TU, Anna, che ascolti quel gruppo di
pezzenti con quella sottospecie di donna che si ritrovano come cantante
e con quel chitarrista con una scopa in testa e chissà cosa
nelle mutande!! -
- Non ti
azzardare a… -
Elena scossa
la testa: era sempre la stessa storia.
Anna era
cotta dei Tokio Hotel e non sopportava i Cinema Bizarre, mentre Giulia
osannava i Cinema Bizarre e avrebbe volentieri ammazzato i Tokio Hotel.
Le due discutevano in continuazione su quell’argomento, e
avevano trasformato l’appartamento in un campo di battaglia.
I poster spuntavano come funghi dove meno te lo aspettavi, perfino
nella scarpiera o dentro la credenza!! Una volta Elena ne aveva trovato
uno dentro la doccia, e aveva dato ad entrambe una strigliata tale che
non si erano più azzardate a mettere niente in bagno. Ogni
volta che andavano in macchina era una guerra su che musica ascoltare.
Dal canto suo, Elena mal sopportava entrambi i gruppi, lei ascoltava
tutt’altro genere di musica! Così si erano
regalate un iPod a testa, in modo che ognuna potesse sentire la musica
che voleva senza dover contendere lo stereo con l’altra.
-
Piantatela!!! - esclamò Elena, spazientita.
Giulia e
Anna si girarono a guardarla.
-
Ascoltatemi bene: se mi avete svegliata solamente per sentire voi due
deficienti discutere su quale fra due band orripilanti dietro alle
quali sbavano milioni e milioni di oche senza cervello che non
esiterebbero un minuto solo a entrare nel letto di tutti i componenti
insieme e a darci dentro con tutti contemporaneamente, vantandosene
pure, sia la migliore, sappiate che rischiate di ritrovarvi senza
orecchie e senza occhi, così magari la smetteremo con queste
cretinate!!!!! -
Le amiche
ammutolirono e abbassarono lo sguardo con aria colpevole, poi tornarono
mestamente sedute e ripresero ad ingozzarsi in silenzio
- Allora -
esordì Anna dopo un po’ di tempo che mangiavano -
qual’era quella novità di cui dovevi assolutamente
parlarci? -
Giulia si
bloccò e le fissò con gli occhi sgranati dalla
felicità:- Ok, mi ha chiamato mio padre da Roma -
-
Sì? Era solo per dirci che hai sentito il tuo caro paparino
che ormai credevamo defunto o comunque assorbito negli studi del
laboratorio di medicina? -
Le altre due
fulminarono Elena, famosa anche per le sue battute al vetriolo, ma
quest’ultima si limitò a sorridere e a farle cenno
di continuare.
- Visti gli
ottimi risultati che ho ottenuto a scuola - trattenne il respiro - MI
HA REGALATO QUESTI!!!!!!!!!! - urlò alla fine, sventolando
sotto il naso delle amiche tre pezzi di carta.
- Cosa sono?
- domandò Anna.
Un sorriso
enorme spaccò in due il viso di Giulia:- Tre biglietti aerei
per l’Australia!!!!!!!! -
Le altre due
sgranarono gli occhi.
-
Già - le anticipò Giuli leggendo nel pensiero
delle amiche - finalmente potremo realizzare il nostro sogno!! Una
vacanza on the road in Australia!!!! -
Una vacanza.
Insieme.
Era dalla
terza media che si erano ripromesse che un giorno avrebbero fatto un
viaggio nel continente più selvaggio e affascinante del
mondo con solamente una macchina, una cartina e qualche soldo in tasca,
ovviamente insieme!
- Ma stai
scherzando? - Anna era ancora incredula.
- No, per
niente!! Papà ha detto che ormai ho
l’età giusta, e che mi meritavo una ricompensa per
tutti i sacrifici che avevo fatto…-
- QUALI
sacrifici, esattamente? - domandò Elena inarcando un
sopracciglio.
Giulia fece
un gesto di sufficienza con la mano:- E che ne so io! Mica riesco a
leggere cosa passa per la mente di mio padre! Comunque,
l’aereo parte lunedì, e i biglietti del ritorno
sono per il 21 agosto -
La bionda
guardò il calendario: era giovedì 12 luglio.
- Mi stai
dicendo che abbiamo un mese a disposizione per scorrazzare in lungo e
in largo per tutta l’Australia?!?!?! -
- Esatto!!!!
-
Anna e
Giulia urlarono di felicità e si abbracciarono.
- Un momento
ragazze - Elena le interruppe.
Giulia la
fissò da sopra il braccio dell’amica:- Che succede
Ele? Cos’è quella faccia? -
- Come
facciamo a muoverci? Mica possiamo portarci la macchina in aereo! E
poi, dove atterriamo? Forse sarebbe il caso di dare un attimo
un’occhiata alla situazione prima di festeggiare! -
- Dai,
Elena! - Anna roteò gli occhi - non fare la guastafeste! -
- Anche
perché non ce n’è proprio motivo! -
esclamò la riccia - ho pensato a tutto io! Ho noleggiato una
macchina direttamente a Sidney, dove atterreremo, ad un prezzo davvero
bassissimo! -
- E
l’itinerario? -
- Ci
penseremo sul posto! Dai, cosa c’è che ti
preoccupa? Di solito sei tu quella che si butta a capofitto nelle
situazioni più strane e impossibili! Che cosa
c’è di diverso stavolta? -
Elena
fissò le amiche, e vedendo l’entusiasmo riflesso
nei loro occhi non poté fare a meno di sorridere a sua
volta, nonostante sentisse una stretta dolorosa al cuore:- E va bene -
Le tre si
abbracciarono strette strette.
Elena mise
una mano al centro, Giulia mise la sua e Anna si unì.
- INSIEME
PER SEMPRE!!!!!! -
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-
Australia?!?!? -
Tom Kaulitz
fissava incredulo David Jost, il suo manager, dalla cui bocca erano
uscite le ultime parole, anzi, l’ultimo nome, che si sarebbe
aspettato di sentire durante una riunione indetta per risolvere il
“problema Bill”, come era stato ribattezzato dallo
stesso Tom.
- Proprio
così, Australia! -
- Cosa
intendi dire? Che vuoi mandarci in un continente desertico per una
qualche avventura spirituale alla ricerca di noi stessi?!?! -
David
fulminò il chitarrista con un’occhiata:- No.
Intendevo dire che voglio mandarvi a fare una vacanza da semplici
turisti in un paese dove non vi conosce nessuno, in modo che Bill non
si senta sotto stress, si possa rilassare e possa riprendere presto a
cantare! -
Tom
sprofondò ancora di più nella poltrona,
sconvolto. Si girò a fissare i suoi amici, nonché
compagni d’avventura e di band, Georg e Gustav, che
sembravano sconvolti e increduli tanto quanto lui.
- Sarebbe
per voi un’ottima possibilità per staccare la
spina e riposarvi un po’ - vedendo che i ragazzi non
reagivano, il manager continuò a parlare - senza contare il
fatto che l’Australia è uno stupendo paese, pieno
di bellezza naturali, e…-
Tom smise di
ascoltarlo, sconvolto.
David doveva
essersi bevuto il cervello. Mandarli a fare una vacanza? In Australia,
poi! Cosa c’era di bello in Australia?
Beh, si
disse, in fin dei conti non è una cattiva idea, passare un
mese a prendere il sole su una spiaggia, comodamente sdraiato con un
cocktail fresco e una bella ragazza che mi massaggia la schiena! O
magari in un bel letto d’hotel con tutte le
comodità e…
- Come
sarebbe a dire IN MACCHINA?!?!?!?!? -
Più
che l’urlo straziante, fu la voce che l’aveva
emesso a farlo scattare come una molla, facendogli prendere un colpo,
visto che apparteneva all’unico del gruppo che poteva essere
definito un “ragazzo calmo, pacato e tranquillo”.
Si
girò a fissare il suddetto ragazzo
calmo-pacato-e-tranquillo, e lo trovò a gesticolare
convulsamente con pose degne di suo fratello Bill, sbraitando
maledizioni e urlando qualcosa a proposito di “vita da
selvaggi” e “ritorno all’età
della pietra”.
Nel
frattempo, Georg si trovava seduto sul divano con gli occhi spalancati
e la mascelle a fare compagnia alle sue scarpe.
Ma che era
successo?
- Ma dai
Gustav, sei esagerato!- esclamò David - Tu che ne pensi,
Tom? -
Lui
fissò gli altri due:- Non ho capito quello che ha detto -
Gustav lo
fissò:- David ha detto che non dovremo andare in albergo, ma
fare un viaggio on the road con solamente una macchina, due tende e
qualche valigia, girando per un mese per l’intera Australia
senza una meta vera e propria, ma solamente per il gusto di riscoprire
le bellezze naturali del nostro mondo! -
Tom
guardò Gustav.
Poi Georg.
Poi David.
Poi di nuovo
Gustav.
Sorrise:- Ho
capito, volete prendermi in giro! Ma con me non attacca, ragazzi!
-
David lo
fissò senza mutare espressione.
La
sconvolgente verità si fece strada a mano a mano nella mente
di Tom, facendogli morire il sorriso sulle labbra.
- Non stai
scherzando? -
Il manager
scosse la testa.
- Come
no?!?!?!? Non starai mica dicendo che vuoi davvero mandarci
all’avventura in un continente enorme, pieno di selvaggi, di
pazzi, di bestie feroci con solamente una macchina e una cartina, con
il rischio di perderci?!?!? -
Mentre
urlava, Tom si era alzato in piedi e ora si trovava a un millimetro
dalla faccia del suo manager, che si limitò a dargli un
colpetto con le dita per rispedirlo seduto.
- E invece
è esattamente quello che ho intenzione di fare!! -
-
Ma… ma… tu non puoi farlo!!! -
- Non solo
posso, ma lo sto già facendo. Anzi, per essere precisi ho
comprato i biglietti per l’aereo stamattina -
-MAI!!!!!!!!
-
L’urlo
di Tom fu di una potenza tale da far temere al povero David che gli
ultrasuoni avessero spaccato le finestre.
- Tom,
piantala di urlare! -
Ma il rasta
non sembrava intenzionato ad ascoltarlo:- NO CHE NON LA PIANTO!!!!!!!!
Tu vuoi mandarmi in un posta sperduto, in mezzo al nulla, senza acqua,
senza cibo, senza mezzi di comunicazione, abbandonandoci a noi stessi
in un posto pieno di schifosissimi insetti e belve feroci!!! E
poi…-
- Ma che
cazzo dici?!?!? Guarda che non vi sto mandando a fare un corso di
sopravvivenza nel deserto, vi sto mandando a fare una vacanza!! Un
po’ diversa dalle altre, certo, ma pur sempre una vacanza!!! -
- Una
vacanza non può essere una vacanza se siamo dispersi in un
luogo sconosciuto senza niente!! E soparttutto…-
- E
soprattutto cosa?!? - David stava cominciando a perdere la pazienza-
-
…e soprattutto senza una bella gnocca da scoparmi!! Cazzo,
in Australia ci saranno più foche che ragazze! -
- In
Australia non ci sono foche…- gli fece notare Georg.
- Appunto!
Con chi dovrei scopare secondo te, David? Con i canguri?!?!? -
Nella stanza
calò un silenzio sbigottito, mentre Georg si accasciava sul
divano, ormai rassegnato a dover passare una vacanza da uomo di
Neandertal insieme all’anello di congiunzione tra la scimmia
e l’uomo, ovvero Tom.
Gustav si
limitò a sospirare e a fissare il pavimento. Tanto erano
sempre gli altri a prendere le decisioni, non vedeva perché
in quell’occasione sarebbe dovuto essere diverso…
David,
invece, aveva ormai perso la pazienza - Riesci a pensare solamente al
sesso, eh, Tom? Solamente a quello? E non pensi a tuo fratello? I
dottori hanno detto che gli unici motivi per cui non canta sono
psicologici. Da quando ha fatto l’intervento ha paura,
è stressato, non sta bene. Ha BISOGNO di questa vacanza. E
non venirmi a dire che per tuo fratello non saresti disposto a passare
un mese senza rotolarti tutti i giorni con una ragazza a letto, anche
se sono sicuro che questo non accadrà, visto che uno come te
riuscirebbe a trovare ragazze da scoparsi perfino su Plutone!! -
Tutti
sapevano che Tom avrebbe scalato l’Everest a mani nude con
solamente un costume addosso se questo fosse stato necessario per far
star meglio suo fratello, ma lui non ci stava, non avrebbe mollato
così facilmente.
-
Assolutamente no! - esclamò il ragazzo - non rinuncerei al
sesso per nessun motivo al mondo, neanche per mio fratello!! -
Lui e David
si fissarono in silenzio, lanciando fulmini con gli occhi.
Ad un certo
punto un rumore di passi e una voce li fece girare tutti verso la
porta, dove si trovava Bill.
- Che
sta’ succedendo? - domandò il ragazzo con aria
assonnata.
Gli altri si
fissarono tra loro, poi David sospirò:- Nulla Bill, stavamo
solo discutendo, non ti preoccupare. Hai preso i sonniferi? -
Il cantante
scosse la testa:- No, ho mangiato da poco, e se lo prendo a stomaco
vuoto mi viene da vomitare…-
Da quando
aveva fatto l’intervento non era più il Bill di
prima. Viveva nella costante paura che la voce sparisse di nuovo, visto
che la sua era una malattia con tendenza recidiva, e il terrore di non
essere all’altezza delle aspettative che gli altri riponevano
in lui lo terrorizzava. Tom non ricordava l’ultima volta che
lo aveva visto sorridere. Forse era proprio quella la cosa che gli
mancava di più del fratello: il sorriso. Quel sorriso
stupendo che alleviava il dolore di chiunque lo ricevesse, quel sorriso
che faceva toccare il cielo con un dito alle fan che avevano la fortuna
di vederlo. Quel sorriso che ogni volta scaldava il cuore di Tom.
In quel
momento Bill indossava una maglia del gemello e i pantaloni della tuta,
aveva i capelli stropicciati attorno al viso, e due occhiaie profonde a
segnargli lo sguardo. Tom ebbe una stretta al cuore vedendo il fratello
in quelle condizioni.
Nel
frattempo, David aveva allungato al cantante una scatola con dentro dei
sonniferi:- Prendili, mi raccomando, hai bisogno di dormire -
Lui
annuì, poi fece per salire, quando una voce lo
bloccò:- Bill? -
Il ragazzo
si girò verso Tom:- Dimmi? -
-
Senti… tu… che ne diresti di una vacanza? -
Bill
sgranò gli occhi sorpreso:- Una vacanza? -
-
Sì, una vacanza, solamente noi quattro, io, tu, Georg e
Gustav. Che ne diresti? -
Il gemello
sorrise tristemente:- Mi dispiace Tom, ma proprio non mi và.
Ogni volta che andiamo da qualche parte, c’è
sempre uno stuolo di giornalisti e fan che ci seguono, non potrei
godermi un viaggio, mi dispiace. È meglio restare qui, tanto
le grida le sentiamo lo stesso, ovunque andiamo, no? -
Tom
cominciò a giocherellare nervosamente con l’orlo
della propria maglia:- E se fosse una vacanza in… in un
posto dove nessuno sa chi sono i Tokio Hotel? -
- Come? E
dove vorresti andare? -
- Ecco,
pensavo… magari… in Australia? -
Bill
aggrottò le sopracciglia:- Ma Tomi, a te non piace
l’Australia!!! -
“No,
infatti detesto quel cavolo di inferno deserto e pieno di schifezze
come animali selvatici e insetti velenosi, con quelle lunghissime
strade deserte senza neanche l’ombra di una bella ragazza per
chilometri e chilometri!!!”
Tom
si morse le labbra per impedirsi di pronunciare ad alta voce quelle
parole.
- Beh, in
fin dei conti non è poi tanto male. E poi, non hai sempre
detto che ti sarebbe piaciuto fare una vacanza solo noi quattro on the
road come semplici turisti in un grosso paese? -
Bill lo
fissava a bocca aperta, incredulo.
-
Tu… lo faresti per me? - balbettò.
- Certo,
Bill -
All’improvviso
Bill gli saltò addosso con tanto impeto da farlo cadere per
terra, abbracciandolo talmente forte che Tom temette gli si fossero
spezzate le ossa.
David gli
sorrise soddisfatto, lanciando a Tom uno sguardo come a voler dire
“Te l’avevo detto, no?”
“Grande
Tom, ti sei scavato la fossa da solo! Ti sei condannato a un mese
d’inferno e di atroci sofferenze!” si maledisse
mentalmente.
-
Graziegraziegraziegraziegrazie!!!!!!!!!!! Ti voglio tanto bene,
Tomi!!!!!! - urlò Bill, sorridendo radioso come un bimbo
piccolo e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Beh,
pensò Tom, forse ne valeva la pena!
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
Australia!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Un urlo
agghiacciante tranciò di netto l’atmosfera di
equilibrio, pace e concentrazione che si era formato in quelle due ore
di prove ininterrotte nello studio di registrazione.
Strify,
spaventato, steccò in modo pietoso una nota di Silent
Scream, trasformando un LA perfetto nell’urlo di una
tredicenne, Yu fece una salto all’indietro, spaccando con il
peltro una delle corde della sua chitarra preferita, Luminor
sobbalzò, appoggiando le mani sulla tastiera cercando di non
cadere e producendo un suono orribile, mentre Shin si bloccò
con le bacchette a mezz’aria, facendo anche lui un salto
sulla sedia. Ovviamente, quella che all’inizio sembrava
essere una canzone eseguita perfettamente si trasformò in un
flop totale.
Dopo un
istante di sbigottimento, Strify si girò lentamente verso
l’essere che aveva lanciato quell’urlo disumano,
interrompendolo mentre cantava con la sua voce stupenda e facendolo
stonare in maniera vergognosa.
Kiro,
incurante del fatto che quattro sguardi assassini con le fiamme negli
occhi convergevano CASUALMENTE su di lui, rimase immobile con il basso
a mezz’aria, la bocca spalancata in un sorriso da ebete, lo
sguardo fisso in un punto indefinito di fronte a lui e gli occhi
luminosi e allargati sul suo volto come due palle da biliardo.
-
Kiro…- Strify si avvicinò al bassista,
improvvisamente preoccupato. Certo, che Kiro non fosse normale era
risaputo, che avesse qualche rotelle fuori posto era un fatto
incontestabile, ma se poi quell’essere eccessivamente
energico cominciava pure a drogarsi…
- Kiro? Stai
be…? -
Prima che
Strify potesse anche solo terminare la frase, una figura bianca e
indistinta gli saltò addosso, attaccandosi a lui e
stritolandolo con braccia e gambe e stampandogli un bacio sulla guancia.
- STRIFY,
SEI UN GENIO!!!!!!!!!! - gli urlò Kiro in piena faccia,
prima di staccarsi e sparire, lasciando davanti al cantante solamente
una nuvoletta e una scia di polvere degne di Speedy Gonzales che si
snodava fino alla porta da cui era sparito, mentre i capelli di Strify
erano schizzati all’indietro a causa dell’onda
d’urto, come se una mucca gli avesse appena leccato la testa.
Il silenzio
sbigottito che seguì fu interrotto solamente dal rumore
delle bacchette di Shin che cadevano a terra, mentre il ragazzo era
rimasto immobile con le braccia ancora a mezz’aria a fissare
il punto in cui Kiro era sparito.
- Uau -
esclamò Yu - cosa si è fumato Kiro stamattina? -
-
Quell’essere è un disastro per la quiete pubblica!
- esclamò Luminor lisciandosi i capelli con fare irritato.
-
STRIFY!!!!! - urlò Shin - NON TI AVEVO DETTO DI IMPEDIRGLI
DI BERE ANCORA LA VODKA?!?!? SONO SICURO CHE SEI TU CHE GLI HAI DATO IL
PERMESSO!!!! -
- IO?!?!? -
Strify era incredulo - Io non ho fatto niente!! Sono sicuro che non ha
bevuto niente, sono stato con lui tutto il tempo!! -
- Non
è vero, sicuramente ti sei lasciato convincere dalla sua
faccia da cane bastonato!! -
- Ma se ti
dico che io non ho fatto niente!!! - Strify cominciava a spazientirsi,
mentre tentava di riportare i capelli alla loro posizione normale.
-
Vabbè ragazzi, direi di prenderci una pausa, tanto senza
bassista non possiamo suonare! -
Visto che la
proposta avanzata da Yu non faceva una piega e che loro stavano
suonando ininterrottamente da due ore, decisero di prendersi una pausa,
e si diressero al bar.
“Bah,
chissà cosa gli passa per la testa!!!”
Dieci minuti
dopo, Strify si trovava con gli altri quattro la bar a bere una coca
cola, chiedendosi cosa avesse spinto Kiro a comportarsi in quel modo.
- Ma quando
torna? - esclamò - dobbiamo finire le prove, non possiamo
mica…-
-
STRIFYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!! -
Kiro
spuntò all’improvviso alle sue spalle, urlandogli
il suo nome nelle orecchie e facendolo urlare di nuovo.
-
AAAAAHHHHH!!!!!!!! -
Ovviamente,
la lattina di coca cola gli cadde di mano, rovesciandosi sui suoi
pantaloni BIANCHI e sulla sua maglia preferita, ovviamente BIANCA anche
quella.
- Ma
vaffanculo, Kiro!!! Guarda che cazzo hai combinato!!!! -
Insensibile
alle varie maledizioni che gli venivano scagliate contro dal cantante,
Kiro prese ad abbracciarlo sventolando qualcosa tra le mani.
- Kiro!! -
Shin si
gettò addosso all’amico, staccandolo da Strify -
Ma che cazzo ti è venuto in mente? Dove sei stato?!?! -
Lui sorrise
radioso:- A farvi una sorpresa!!!! -
Le parole di
rimprovero morirono in bocca a Shin, mentre anche tutti gli altri
sgranavano gli occhi.
- Cosa?!?! -
- Esatto!!!
Era da un po’ che volevo farvi un regalo, poi Strify oggi
pomeriggio mi ha dato l’idea giusta con quella maglia
ridicola!! -
- Ehi!! La
maglia che tu definisci “ridicola” è la
mia preferita, e tu l’hai appena sporcata!! -
esclamò Strify, piccato.
Yu sporse la
testa per vedere la maglietta. Era una semplice maglietta bianca con
sopra un qualcosa di marrone.
-
Cos’è quell’affare marrone? Vomito? -
Strify lo
fulminò con lo sguardo:- È un canguro,
ignorante!! -
Shin
sgranò gli occhi:- Aspetta, non ci avrai mica regalato un
canguro?!?!?! - conoscendo Kiro, non sarebbe stata una cosa
così strana…
- Ma no! Per
chi mi hai preso? Mica potevamo portarcelo in tour, si sarebbe
stancato, poveretto!! -
Luminor
inarcò un sopracciglio, fissando Kiro:- Tu hai dei gravi
problemi psichici, essere -
- Io non
sono un essere!!! - Kiro era offeso.
Strify si
mise tra i due:- Insomma, facciamola finita! Cosa ci hai comprato,
Kiro? -
Lui sorrise
di nuovo, porgendogli quattro fogli di carta:- Questi!!! -
Shin fu
più veloce di lui ad afferrarli.
- Cosa? -
era incredulo.
Strify ne
approfittò per fregarglieli di mano. Quando vide di cosa si
trattavano non si trattenne:- BIGLIETTI AEREI PER
L’AUSTRALIA?!?!?!? -
Kiro
annuì, tutto contento:- Esatto!! Avevamo sempre detto che
avremmo voluto fare una vacanza tutti insieme, e ho pensato che un
viaggio in Australia solo noi quattro era l’ideale!! -
Gli altri lo
fissarono sbigottiti.
- Grande
idea, piattola!! -
Shin e
Luminor fissarono Yu, che aveva appena pronunciato quella frase.
- Beh, che
c’è? Una volta tanto che gli viene una buona idea
e che usa la testa in modo intelligente! -
- Peccato
che in questo momento sia TU a non usarla! Non che tu ti sforzi mai di
farlo, anzi ancora mi chiedo se sotto tutti quei capelli ci sia
qualcosa di funzionante…- esclamò Luminor
passandosi drammaticamente una mano sugli occhi.
Shin prese
parola:- Kiro… ti sei organizzato almeno? -
Lui
reclinò la testa da un lato:- In che senso? -
- Nel senso,
hai prenotato un albergo? Hai avvertito il manager? Hai fatto un
itinerario? -
Il bassista
sgranò gli occhi, poi li abbassò per terra -
Veramente no…-
Shin
alzò gli occhi al cielo:- Ecco, come pensavo! Fai sempre un
casino, qualunque cosa tu faccia! Come pensavi che ci saremmo mossi una
volta arrivati? -
- Con la
macchina! -
- E la
macchina come pensavi che l’avremmo portata? -
- Con
l’aereo! -
Il povero
Shin era sconvolto:- Perché, secondo te una macchina in
aereo ci entra?!?! No, basta, ora tu riporti indietro questi biglietti
e ti fai ridare i soldi! -
-
Strifyyyy!!!!!!!!!! - Kiro si appellò piagnucolando al
cantante della band, in cerca di supporto - ti prego! Ci tenevo tanto a
farvi una sorpresa!!!! -
Il
batterista sbuffò:- Avanti Strify, diglielo tu che non si
può fare! -
Strify non
rispose. Fissava Kiro.
“Oh
no” pensò Shin disperato.
Kiro stava
fissando il cantante. Con gli occhi spalancati. Le mani giunte in una
preghiera. Con quell’adorabile espressione da cane bastonato
che faceva sempre capitolare chiunque lo vedesse.
- Ti
preeegooo!!!!!! -
Strify
fissò Kiro, mordendosi un labbro.
“Avanti
Strify” si disse “mostrati severo e risoluto per
una volta! Non puoi mica cedere ogni volta che questo
adorabile… cioè, questo rompiscatole ti fissa
così!!”
Kiro,
intuendo i pensieri di Strify, sporse in fuori un labbrino, facendolo
tremare, mentre gli occhi cominciavano a luccicare e a riempirsi di
lacrime, mentre li sgranava sempre di più.
- Per
favore… - mugolò, tirando su con il naso.
Luminor
scosse la testa.
Yu si
sfregò le mani tutto contento.
Shin
sbatté la testa contro il tavolo.
Alla fine,
come previsto da tutti i membri dei Cinema Bizarre, Strify
capitolò:- Quando si parte? -
Ciaaoooooo!!!!!!!!
Ecco qui la mia nuova FF!!! Era da un po' che mi girava in testa, e
devo ringraziare Marika per questo, è lei che mi ha dato
l'ispirazione!! ^_^
Sei vi è
piaciuto fatemelo sapere, mi raccomando!
Kisses
Midnight Tears
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Capitolo 2 *** Cap. 2 Monsoon ***
Cap.2
Monsoon
Lunedì
12 luglio, ore 12.30
All’aeroporto
di Sidney c’era un via vai impressionante di gente, e lo
sbattere più o meno frettoloso di migliaia di scarpe di
persone diverse si mischiava con gli annunci in inglese degli aerei in
partenza e in arrivo, e al rumore dei motori degli aerei che ruggivano,
creando un frastuono assordante.
Tra tutta quella
gente, in mezzo alla sala, stavano immobili tre ragazze. La bionda
teneva a tracolla una borsa rosa e a terra una valigia del medesimo
colore, la rossa aveva in una mano uno zaino viola della Seven e un
trolley, mentre la mora teneva uno zaino sulle spalle e una grossa
sacca da ginnastica rossa a tracolla. Tutte e tre fissavano basite
l’enorme struttura.
- Come facciamo a
uscire? - domandò Giulia guardando le amiche.
- Beh, dalla porta
immagino…- tentò Anna.
Elena si
girò a guardarla, inarcando un sopracciglio:-
Perché, tu hai anche solo una vaga idea di DOVE si trovi
l’uscita? -
- Ehm…-
- Ecco, appunto -
Dopo che furono
passati almeno altri due minuti in assoluto silenzio, Giulia
tentò di farsi venire un’idea:- E se chiedessimo a
qualcuno? Tanto ci sarà uno sportello informazioni, o magari
un poliziotto, no? -
Le altre due decisero
di assecondare l’amica e dopo qualche attimo di ricerca si
diressero verso quello che sembrava un poliziotto.
Giulia si
avvicinò all’uomo:- Excuse me? -
Il poliziotto le
sorriso cordiale:- Yes? -
- Could you tell us
where the exit door is, please? -
L’uomo
sorrise di nuovo:- Of course! -
Dopo
mezz’ora di spiegazioni in fitto dialetto australiano
(fortuna che Giulia se la cavava egregiamente con le lingue straniere,
in particolare con le varie forme di inglese nel mondo), le ragazze
appresero che l’uscita si trovava circa 500 m dietro di loro,
e che il parcheggio era immediatamente sulla sinistra
all’uscita.
Alla fine,
trascinandosi dietro i bagagli, le tre amiche riuscirono ad arrivare al
parcheggio…
-…CHE
OVVIAMENTE E’ GROSSO QUANTO L’AEROPORTO INTERO,
PISTE D’ATTERRAGGIO COMPRESE!!!!!! - urlò Elena,
pericolosamente vicina al limite della sua già esigua
pazienza, facendo girare tutti i presenti, che fortunatamente non
capivano l’italiano, verso le tre - E ORA MI DITE COME CAZZO
FACCIAMO A TROVARE LA MACCHINA?!?!?! - strillò rivolta alle
sue amiche.
-
Elenuccia…- tubò Anna, cercando di calmarla - non
ti preoccupare, quello che ce l’ha noleggiata mi ha detto
esattamente dove l’avrebbe parcheggiata. Ci basta trovare il
settore giusto e siamo a posto!! -
- Sì, Anna
ha ragione! - rincarò Giulia - vedrai che la troveremo
subito!! -
2
ore dopo…
- Subito, eh? -
sbraitò Elena, disidratata, distrutta fisicamente e
psicologicamente dopo due ore passate sotto il sole alla ricerca della
macchina, che alla fine avevano finalmente trovato - E, tra
l’altro, non sono nemmeno sicura che questa roba che voi vi
ostinate a chiamare “macchina” possa trasportarci
in giro per l’Australia per un mese! -
In effetti, la
suddetta macchina era una specie di relitto bellico rosso scrostato di
chissà quanti anni prima, lunga e stretta, con un enorme
bagagliaio che comprendeva quasi la metà del veicolo e i
sedili di pelle nera, che sicuramente non aiutavano a tenerle fresche.
- E manca
l’aria condizionata, tanto per dirne un’altra!! -
aggiunse, esasperata.
Elena era
l’unica in grado di parlare, le altre erano quasi morte.
Non si sa come,
riuscirono, tra le fitte del sole cocente e gli scleri di Elena, a
sistemare i bagagli e a entrare in macchina, non prima di aver tenuto
aperto l’abitacolo per permettergli di prendere aria, visto
che all’interno aveva raggiunto una temperatura degna del
deserto del Sahara.
- Chi guida? -
Invece di rispondere,
Anna si sdraiò sui sedili posteriori, e Giulia si
accasciò sul sedile del passeggero.
La pugile
alzò gli occhi la cielo:- Ma non mi dire…- poi si
sistemò al posto di guida.
Sorprendentemente, la
macchina partì subito, e questo indusse Elena a sperare che
almeno il motore fosse in buone condizioni. A causa del caldo, tenevano
i finestrini spalancati, e l’aria che entrava scivolava sui
loro volti bagnati dal sudore, asciugando le goccioline brillanti che
imperlavano la loro pelle, dando alle ragazze un po’ di
sollievo.
- Ditemi
perché mi sono lasciata convincere a fare questa follia! -
sbottò Elena ad un certo punto.
Giulia
aprì un occhio e la fissò sorridendo:- Beh,
è ovvio! - spostò il braccio che penzolava fuori
dal finestrino intorno al collo dell’amica, mentre Anna la
abbracciava da dietro.
- PERCHÈ
CI ADORI!!! - esclamarono contemporaneamente.
Lei rise:-
Sì, certo, come no! Tornate a dormire, va, vi sveglio quando
vedo un McDonald‘s!! -
- Agli ordini, capo!
-
Entrambe tornarono
alle loro posizioni di prima.
Anna prese la borsa
rosa e estrasse da una tasca un iPod nano fucsia, si infilò
le cuffie e chiuse gli occhi, gustandosi le note dolci e leggiadre di Monsoon, mentre la
voce stupenda di Bill la faceva scivolare lentamente nel sonno.
*Running
through the monsoon…… beyond the world
To
the end of time…… where the rain won’t
hurt
Fighting
the storm…… into the blue
And
when I lose myself…… I’ll think of you
Together
we’ll be running somewhere new……
through the monsoon
Just
me and you
Nel
frattempo, Giulia aveva preso lo stesso oggetto, solamente che il suo
era nero, e aveva fatto la stessa cosa dell’amica. A cullarla
però c’era la voce di Strify che intonava Forever or never,
la sua canzone preferita.
*I'm
not gonna live forever
Said
I'm not gonna live forever
better
make it now or never
(ever,
ever)
I'm
not gonna live forever
Said
I'm not gonna live forever
gotta
make it now or never
(forever
or never)
Elena,
invece, si era infilata le cuffie del suo iPod blu e aveva selezionato
la sua canzone preferita, Lose
yourself di
Eminem, lasciando che la voce del rapper americano le facesse compagnia
durante il viaggio.
*You
better lose yourself in the music, the moment
You
own it, you better never let it go
You
only get one shot, do not miss your chance to blow
This
opportunity comes once in a lifetime yo
---------------------------------------------------------------------------
*
Correrò attraverso il Monsone…… oltre
il mondo
Alla
fine del tempo…… dove la pioggia non
ferirà
Combattendo
la tempesta…… nel dolore
E
quando perderò me stesso……
penserò a te
Insieme
correremo da qualche parte di nuovo…… attraverso
il Monsone
Solo
io e te
* Non vivrò per
sempre
Dicendo che non
vivrò per sempre
Meglio farlo ora o
mai più
(mai più,
mai più)
Non vivrò
per sempre
Dicendo che non
vivrò per sempre
Devo farlo ora o mai
più
(per sempre o mai)
*
È meglio che tu perda te stesso nella musica, questo momento
ti
appartiene, faresti meglio a non lasciartelo scappare
Hai
solo una possibilità, non perdere la tua occasione per
sfondare
Questa
opportunità capita una sola volta nella vita, yo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- Ma
perché tutte a me?!?!? -
Tom era disperato.
Erano partiti da Berlino 14 ore prima, il viaggio era stato orribile,
c’era stata una turbolenza tremenda, che per uno come lui che
soffriva il mal d’aereo era come essere messo in un
frullatore acceso, erano arrivati a Sidney ma nessuno di loro capiva
una parola di inglese, non sapevano dove andare, non sapevano
dov’era la macchina che David aveva provveduto a noleggiare
e, come se non bastasse, aveva perso una delle sue valige.
- Io lo sapevo che
andava a finire così! Ma perché non me ne sono
rimasto a casa?!?!? -
- Dai Tom - Georg gli
mise una mano sulla spalla - non farla tanto tragica. In fondo hai
altre quattro valige, no? Se ti manca qualcosa di vitale importanza
possiamo sempre comprarlo -
Il chitarrista si
girò disperato verso di lui:- Tu non capisci!! Dentro la
valigia c’era una cosa di vitale importanza per me!!! -
Il bassista si
allarmò:- Cosa c’era dentro? I soldi -
- No! -
- Il cellulare? -
- No! -
- La tua chitarra? -
- Ma stai
scherzando?!?!? Se avessero perso la mia chitarra, a
quest’ora avrei già fatto causa alla compagnia
aerea per danni morali e psicologici!! -
-…ok, non
è la chitarra. E allora cos’è che ti
manca? -
Tom lo
fissò disperato:- C’erano i miei preservativi
lì dentro!! E ora io come faccio?!?! -
-…-
- Ma ti rendi conto,
Georg? È terribile!! E adesso?!?!? Se mi capitasse di
incontrare una che ci sta’, anche se la cosa non è
molto probabile, vista che la scarsità di esseri di genere
femminile con un bel paio di tette o un bel culo, non potrò
fare sesso con lei, non posso mica rischiare di farla rimanere
incinta!!!! -
Georg lo
fissò sorpreso:- Da quando ti preoccupi delle ragazze con
cui vai a letto? -
- Ma mica mi
preoccupo per loro!! Mi preoccupo per me!! Pensa che succederebbe se si
sapesse che Tom Kaulitz ha fatto rimanere incinta una ragazza. Nessuna
vorrebbe più venire a letto con me!! Ma ti rendi conto?!?!?
È un problema enorme!!! -
Georg si trattenne
dal dire a Tom, per quanto fregasse a lui la cosa, dove poteva
metterseli i suoi problemi enormi, e, per quieto vivere,
cercò di venirgli incontro:- Dai, li compreremo qui. Sono
sicuro che, nonostante tutto quello che dici, in Australia non vivono
come rozzi selvaggi dell’età della pietra!! -
- NO!!!! -
Dopo l’urlo
disperato di Tom, tutti si girarono a guardarli incuriositi. Georg fece
un sorrisino nervoso e fece segno che era tutto a posto.
- Ma che cazzo urli,
si può sapere?!?!?- sibilò a Tom.
Come se non
l’avesse sentito, il chitarrista continuò nel suo
monologo drammatico:- Non posso mica comprarli qui!! Sicuramente
avranno marche diverse, la mia pelle è delicata, non posso
mica rischiare con un prodotto che non conosco! E poi…-
Georg era sconvolto.
E esasperato.
No, decisamente non
era possibile passare un mese con lui, la sua sanità mentale
non ne sarebbe uscita incolume.
“Dove
diavolo è Gustav quando serve?!?!?”
Proprio in quel
momento, la testa bionda di Gustav apparve tra la folla, seguita da
quella di Bill, quel giorno meno evidente del solito visto che i
capelli ricadevano lisci sulle spalle e solamente i ciuffi davanti
erano sparati in aria.
- Ehi Georg, abbiamo
recuperato le valige! - esclamò Gustav.
- Già, ci
sono tutte, a parte quella di Tom non ne manca nessuna!! - in
quel momento Bill notò il gemello, che si stava ancora
disperando, incurante del fatto che Georg oramai non lo ascoltava
più.
- Che
cos’ha Tomi? - chiese il gemello minore reclinando la testa
di lato.
Georg alzò
gli occhi al cielo:- È disperato perché nella
valigia che ah perso c’erano i preservativi e ora lui non sa
cosa fare nel caso incontri qualche ragazza scopabile, nonostante, a
suo dire, ce ne siano veramente poche qui -
Gustav si morse le
labbra:- Io devo stare zitto, io sevo stare zitto…-
Bill intanto si era
avvicinato al gemello:- Tomi? -
In quel momento il
chitarrista si risvegliò dal suo stato di trance e
fissò il gemello:- Sì, Bill? -
- Non ti preoccupare,
vedrai che troveremo una soluzione! - e gli sorrise come solo lui
sapeva fare.
Il cuore di Tom si
sciolse come burro:- Sì, certo, hai ragione! -
Bill lo
abbracciò, poi, sempre con il sorriso sulle labbra:- Che ne
dici se adesso andiamo a prendere la macchina? -
Il chitarrista
sorrise a sua volta:- Hai ragione! -
Detto questo, si
incamminò verso il parcheggio.
- Un giorno - disse
Gustav rivolto al cantante - dovrai spiegarmi come fai a manovrarlo
come un burattino! -
Bill gli
strizzò l’occhio e si incamminò nella
stessa direzione del fratello.
I Tokio Hotel
trovarono la loro macchina molto più velocemente delle tre
ragazze.
- Wow!! -
Fu il commento
collettivo.
La macchina era un
enorme fuoristrada a sei posti grigio metallizzato, che splendeva sotto
il sole come un gioiello, come a voler urlare al mondo “sono
nuova di zecca, e costo più di un aereo, inchinatevi al mio
cospetto!”
- È
magnifico…- mormorò Tom, sfiorandolo con timore
reverenziale.
- David ha fatto
proprio le cose in grande stavolta! - esclamò Gustav.
Georg e Tom si
fissarono.
- LA GUIDO
IO!!!!!!!!!!!! - urlarono all’unisono, fiondandosi
contemporaneamente al posto di guida. Dopo qualche scazzottamento, e
grazie soprattutto ad un calcio ben assestato nelle parti basse, il
rasta riuscì a conquistare il posto di guida, lasciando il
povero Georg per terra dolorante, che si teneva una mano sui gioielli
tremendamente doloranti.
- Non
vale…- esclamò con una vocetta acuta tipica dei
castrati.
Tom sorrise
trionfante:- In guerra e in amore tutto è lecito! -
- E per te questa
è una guerra? - chiese Gustav scettico.
- NO!!! Questo
è amore! Non posso mica permettere che quel grosso scimmione
guidi questo tesorino, finirebbe per traumatizzarlo!! -
accarezzò la macchina con occhi languidi - e poi la
piccolina vuole stare con me, vero? No, tranquilla piccola,
papà non ti lascia nelle mani di quel brutto cattivone, no
no no…-
Sotto gli sguardi
allucinati degli altri tre, Tom cominciò a dare dei piccoli
bacini al manubrio, e pacche amichevoli all’interno della
macchina, sussurrando paroline dolci.
Quando Bill colse il
vezzeggiativo “picci picci” non si trattenne
più, scoppiò a ridere convulsamente, tenendosi le
mani sulla pancia e cadendo a terra, mentre le lacrime gli rigavano le
guance.
Vedendolo
così felice, Gustav, Georg (che nel frattempo si era
rialzato) e Tom sorrisero dolcemente con fare protettivo. Era
così bello vedere che aveva ripreso a sorridere…
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- CHE
BELLOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SIAMO ARRIVATI!!!!!!!!!!! -
Mentre si limava le
unghie, la giovane hostess sobbalzò e fece un salto
all’indietro, spaventata da un acuto impressionantemente alto
proveniente dalla sua sinistra. Ad un tratto un… un QUALCOSA
si materializzò di fronte a lei. Era un affarino bianco, con
una carnagione pallidissima e bianca, un paio di jeans chiari, una
canotta bianca e i capelli, bianchi pure quelli, con dei ciuffi neri.
Saltellava sul posto battendo le mani, il tutto ad una
velocità folle, rimbalzando come una pallina di gomma,
urlando chissà cosa in una lingua che non conosceva.
- CHE BELLO CHE BELLO
CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE BELLO CHE
BELLOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!! -
Sembrava un criceto
in calore imbottito di allucinogeni che aveva appena avvistato una
mandria di cricetine vergini in cerca di marito!!!!
- GUARDATE
COM’E’ BELLOOOO!!!!!! - detto questo, il cosino
bianco schizzò ad una velocità folle verso
l’uscita, sollevando un polverone dietro di sé e
facendo voltare nella sua direzione tutti i presenti
nell’aeroporto.
Non fece in tempo a
riprendersi dallo schock che un’altra figura alquanto
bizzarra le passò davanti, correndo.
- KIRO,
ASPETTAAAA!!!!!! - un altro tizio con i capelli lisci mechati di nero
corse nella stessa direzione del ragazzo di prima, sollevando una
ventata d’aria che le scompigliò i capelli.
Poi un tizio con un
fisico da infarto messo in evidenza da una maglia nera senza maniche
con i primi bottoni slacciati sul petto scolpito, i capelli neri con
dei ciuffi rossi e un borsone a tracolla, saltellò verso la
direzione degli altri due, felice come Heidi sulle montagne, ad una
velocità meno sostenuta dei suoi compari, ma sicuramente non
meno inusuale.
- BELLE GNOCCHE,
ARRIVO IOOOO!!!!!!! -
Un istante
dopo…
- EHI,
ASPETTATEMI!!!!!!!!! KIRO, STRIFY, YU, PERCHE’ CAZZO DEVO
SEMPRE PORTARLE IO TUTTE LE VALIGE, PORCA PUTTANA?!?!?! -
Un tizio con i
capelli bianchi (“pure questo?!?!?”) e una
carnagione altrettanto pallida, correva, si fa per dire, dietro agli
altri tre, anzi, per essere precisi arrancava dietro agli altri tre con
un numero indefinito di valige sulla schiena, piegato in due come una
tartaruga.
Quando pensava di
averle viste proprio tutte, rimase sconvolta per la quinta volta in un
minuto. Un tizio con lunghi e setosi capelli neri, uno strato
mostruosamente spesso di trucco sul viso, quella che somigliava in
maniera preoccupante ad una gonna nera lunga fino ai piedi a coprirgli
le gambe, e con stivali e maglia dello stesso colore, sfilò
davanti a lei come una modella sfila ad un concorso di bellezza,
trascinandosi dietro una valigia (indovinate di che colore?),
accarezzandosi i capelli e guardandosi intorno in modo sdegnoso:- Ah,
che barbari! Devono sempre farsi notare, ovunque vadano, non possono
certo stare calmi e passare inosservati! -
Quando anche
l’ultimo membro dei cinque fu passato, la ragazza rimase
immobile a fissare il punto dove erano passati, con gli occhi sgranati
e la bocca aperta in una O perfetta, mentre la limetta le cadeva dalle
mani.
“Ok, da
oggi basta birra a pranzo…”
- Allora Yu,
cos’è che hai comprato? -
- Io resto
dell’idea che non avremmo far dovuto scegliere a lui -
borbottò Strify, preoccupato - si sa che Yu ha dei gusti
strani…-
Il diretto
interessato si voltò:- Ma non è vero! -
Vedendo come lo
guardavano gli altri, si difese:- Sì, ecco, forse giusto un
po’…-
- Sì,
giusto un po’, come quella volta che per il compleanno di mia
nonna chiamasti delle spogliarelliste che spuntarono fuori dalla torta
quasi senza niente addosso cantando tanti auguri! Le venne un infarto e
dovemmo portarla al pronto soccorso…-
- Ma non dicevi
sempre che volevi che morisse? -
-…sei un
caso senza speranza, Yu…- il cantante scosse la testa,
rassegnato.
- Ehi, ragazzi, mi
date una mano? - il povero Shin intanto stava rischiando di spaccarsi
in due per il peso eccessivo delle valige sulla sua schiena.
Strify
allungò un braccio e prese le sue due valige, mossa a
compassione verso il più piccolo del gruppo.
Nel frattempo, Kiro
avanzava a balzi verso il parcheggio, cantando una sciocca canzoncina
tedesca usata dalle maestre per insegnare ai bambini
dell’asilo a contare, battendo le mani e sorridendo talmente
tanto che sembrava gli si dovesse spaccare la faccia a metà
da un momento all’altro.
- QUANTO MI PIACE
QUESTO POSTO!!! GUARDATE QUANTA BELLA GENTE!!!!! -
- Kiro! -
esclamò Strify - piantala di saltellare come un canguro, ne
vedremo anche troppi in questo posto, e vienei a darci una mano, a meno
che tu non voglia essere portato in giro al guinzaglio e con la
museruola! -
Luminor
guardò il bassista sdegnato:- Sei sempre un peso inutile,
essere! -
- Strifyyyyy!! -
piagnucolò Kiro, nascondendosi dietro a lui - Luminor dice
che sono un essere! Ma io non sono un essere!! Io sono…-
- Una piattola -
borbottò il cantante, stringendo però Kiro con
fare protettivo.
- EHI RAGAZZI!!
ECCOLO QUA!!! -
“E ti
pareva! Tanto se non è Kiro a farsi notare ci pensa
Yu…”
Il suddetto Yu si
trovava davanti ad un camper ENORME, grosso all’incirca come
il loro appartamento, palesemente nuovo e palesemente COSTOSO.
- Non è
una meraviglia? Il meglio del meglio, l’ultimo modello appena
uscito sul mercato!! Ha di tutto e di più, raggiunge quasi
la stessa velocità di una Ferrari ed è
maneggevolissimo!! Per accaparrarmelo ho dovuto contrattare parecchio
con altri tre milionari che continuavano a sparare somme più
alte delle mie, ma alla fine me lo sono preso io! - esclamò
orgoglioso il chitarrista
Kiro
saettò in avanti, osservando il mezzo con gli occhi
luccicanti:- Ohhh… Ma è bellissimo! -
- Per te tutto quello
che abbiamo visto finora è “bellissimo”,
essere dal vocabolario ristretto! - esclamò Luminor.
Intanto, Strify e
Shin si scambiarono un’occhiata,
preoccupati.
- Yu…-
cominciò il cantante -…quanto lo hai pagato
esattamente? -
- Oh, ehm, un
pochettino…- rispose Yu, evitando accuratamente il suo
sguardo.
- QUANTO di preciso?
- rincarò Shin.
- Beh…
ecco… diciamo…- Yu sussurrò
il prezzo.
- QUANTO
L’HAI PAGATO?!?!?!?!?!?! - l’urlo di Strify
risuonò per tutto l’aeroporto, mentre i presenti
alzavano gli occhi al cielo, rassegnati. Tanto, con tutto quello che
avevano visto quel giorno…
- Strify,
calmati… - disse il chitarrista, cercando di calmare
l’amico che sembrava in preda ad una crisi isterica.
- TU STAI SCHERZANDO
SPERO!!!! CON QUELLA CIFRA CI SFAMAVAMO IL TERZO MONDO!!!! MA COSA TI
PASSA PER LA TESTA?!?!?! DOBBIAMO SOLAMENTE FARCI UNA VACANZA, NON
VIVERCI PER IL RESTO DELLA NOSTRA VITA!!!!!!!!!!! -
- Ma suvvia, non
farla così tragica…-
- LA COSA E’
TRAGICA!!!!!!!!!! MA TI RENDI CONTO?!?!?!? DOVREMO FARE TRE MESI INTERI
CON UN CONCERTO SOLD-OUT AL GIORNO PER RECUPERARE QUELLA CIFRA!!!! MA
CHE TI DICE LA TESTA?!?!?!? -
Mentre il cantante
continuava ad urlare come un’adolescente alle prese con i
sintomi del suo primo ciclo mestruale, Kiro era entrato nel camper e
aveva cominciato a sistemare le valige, cercando il posto
più comodo da accaparrarsi.
Vedendo che le cose
tra Yu e Strify non sembravano appianarsi, Shin, sospirando,
seguì l’amico sul camper, subito imitato da
Luminor. Appena entrato non poté trattenere un fischio di
ammirazione:- Wow, è più attrezzato di una suite
a cinque stelle questo coso! -
Era enorme, aveva due
letti a castello in fondo, due tavoli che si trasformavano in letti
matrimoniali, uno dei quali già fatto, una bagno molto
grosso, un’enorme cucina con relativo frigo, un televisore al
plasma, una play station 3 con una pila di giochi alta fino al
soffitto, e addirittura un idromassaggio!
- Io sto qui!!! - la
voce di Kiro li fece girare verso i letti a castello. Kiro si era
sistemato su uno dei letti in basso e aveva già provveduto a
“sistemare le loro cose negli armadi”, ossia a
buttare le valige a caso dentro quelli che sembravano i magazzini di un
centro commerciale più che dei semplici armadi!
Shin
valutò la situazione, e decise che non aveva la
benché minima intenzione di dormire nel letto matrimoniale
con il rischio di ritrovarsi Kiro appiccicato addosso perché
durante la notte aveva avuto un incubo, quindi… - Io prendo
questo! - esclamò sistemandosi nel letto sopra al bassista.
Luminor non disse una
parola, si limitò a mettersi nel letto in alto rimasto.
- Secondo te
riusciremo a partire? -
Shin si strinse le
spalle:- Non saprei. Ma non dovrebbero metterci ancora molto -
Infatti,
una ventina di minuti dopo…
- Grazie Strify,
sapevo che avresti capito! -
- No, Yu, io avrei
dovuto capire PRIMA quanto fosse da sadici masochisti mettersi nelle
tue mani, e comunque oramai il danno è fatto, e di certo non
intendo riempire di rughe la mia pelle stupenda prima del tempo
solamente perché tu sei un idiota patentato! -
Shin
ridacchiò di fronte alla, per così dire, modestia
dell’amico, tentando di simulare la risata con un colpo di
tosse, cosa che non gli riuscì troppo bene vista
l’occhiata di fuoco rivoltagli da Strify.
Ovviamente quella dei
posti letto era stata un altro paio di maniche, ma alla fine avevano
concordato che Yu avrebbe dormito nel letto singolo rimasto e il
cantante nel letto matrimoniale.
- Allora, se nessuno
ha niente in contrario, guido io! - prima che chiunque potesse
protestare, Yu si fiondò al posto di guida, tutto contento.
- Ragazziiii!!! Io ho
fameeeee! - mugolò Kiro, facendo gli occhi dolci - possiamo
andare da McDonald’s? Bitteeee!! -
-
D’accordo, appena ne vedo uno mi fermo! -
- Che bello!!!!!!
Hamburger, patatine…- Kiro si leccava le labbra, pregustando
già il suo pranzetto distruggi-fegato preferito.
Shin fece una
smorfia:- Sei una fogna, Kiro, pensi sempre a mangiare! -
- Oh, eccone uno! -
esclamò Yu.
Mentre Strify
guardava fuori dal finestrino, ignorando le chiacchiere degli altri
dietro, sentì un brivido corrergli su per la schiena,
facendogli accapponare la pelle, nonostante il caldo torrido.
“Ehi, ma
che…?” si domandò.
Poi il rumore di una
frenata brusca e un clacson che suonava violentemente lo riscosse,
facendolo girare verso la strada davanti a loro.
- Ehi ragazzi, un
Mcdonald’s! -
Tom fu il primo ad
avvistare l’insegna gialla a forma di M che segnalava il loro
fast-food preferito, facendo venire l’acquolina in bocca a
tutti gli altri.
- Dai, Tomi, fermati
qui! - esclamò Bill.
Il fratello sorrise:-
Sicuro! Aspetta che faccio inversione! -
Georg
sgranò gli occhi:- Ma non puoi farlo qui! -
- E chi se ne frega?
Tanto non c’è nessuno! -
Ignorando la
preoccupazione degli altri, Tom girò la macchina, invadendo
la corsia opposta e girandola per entrare nel parcheggio a
velocità sostenuta.
- TOOOM!!!!
ATTENTOOOOO!!!!!!!!! -
Notò solo
all’ultimo minuto la macchina che veniva dalla direzione
opposta, dritta dritta contro di lui. Era troppo tardi, non poteva
girare, non poteva indietreggiare, non poteva fare niente!!!!
-
AAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!! -
La macchina davanti a
loro inchiodò di colpo, il guidatore sterzò,
facendo girare la macchina di traverso e immettendosi nella corsia dove
prima si trovava Tom, riuscendo a fermarsi prima di andare a sbattere
contro un cartello stradale.
I ragazzi tirarono un
sospiro di sollievo.
- Pericolo scampato!
- esclamò Tom. Poi vide la portiera della macchina (sempre
che macchina si potesse definire quel catorcio) spalancarsi e una
ragazza uscirne venendo verso di loro come una furia, e il sorriso gli
morì sulle labbra - O forse no…-
Una frenata
improvvisa fece svegliare di botto Giulia e Anna, che cascò
giù dai sedili a causa della brusca frenata.
Entrambe urlarono
mentre Elena riusciva miracolosamente a girare la macchina prima di
scontrarsi con il fuoristrada che aveva invaso la loro corsia,
immettendosi in quella opposta e fermandosi a un soffio da un cartello
stradale, bloccando la strada che fortunatamente era deserta.
Per un istante
rimasero tutte e tre immobili e senza fiato, fissandosi a vicenda con
gli occhi sgranati. Poi quelli viola di Elena si ridussero a due
fessure, mentre stringeva i pugni e prendeva fiato - IO LO
DEVASTOOOOO!!!!!!!!! - dopo aver urlato a pieni polmoni, la ragazza
spalancò la portiera e si diresse verso l’altra
macchina a passo di marcia.
Nel frattempo Tom era
uscito dal suo veicolo “Posso sempre giocarmi la carta
‘mi dispiace, sono straniero e non capisco cosa
dici’. Tanto gli australiani non capiscono il
tedesco!”
Quindi, quando la
ragazza gli si avvicinò, sorrise e disse in tedesco - Scusa,
io…-
Ma prima che potesse
finire la frase, la ragazza lo afferrò per la maglia e lo
sbatté contro la carrozzeria della sua macchina:- RAZZA DI
COGLIONE!!!!!! MA CHI CAZZO TI HA DATO LA PATENTE, TUA NONNA?!?!?!? CI
HAI QUASI INVESTITE, PORCA PUTTANA, IO TI DISINTEGRO,
SOTTOSPECIE DI AMEBA AMBULANTE CON UNA
SCOPA AL POSTO DEI CAPELLI!!!!!!!! -
Sentendosi urlare
quella raffica di maledizioni in perfetto tedesco, Tom si
sentì male “Ma che cazzo, proprio una tedesca
dovevo incontrare? Beh, fortuna che ho gli occhiali e il cappello,
almeno non dovrebbe riconoscermi…”
Nonostante la ragazza
lo stesse mandando a quel paese in tutte le lingue che conosceva,
l’istinto di SexGott di Tom lo incitò ad osservare
meglio la figura che aveva davanti: gambe lunghe e robuste, ma tutto
sommato belle, fisico asciutto, decisamente forte (nonostante la
ragazza gli arrivasse alla spalla lo stava praticamente sollevando da
terra!), seno prosperoso, capelli neri corti, viso carino, nella
norma… In definitiva, anche se non uno schianto, era un
bocconcino decisamente niente male, soprattutto fisicamente!
“Oh, uau,
baby…” istintivamente fece scendere lo sguardo
sulla scollatura e prese a leccarsi le labbra, tormentandosi il percing
con la lingua, cominciando a chiedersi se non fosse il caso di farsi
riconoscere e divertirsi un po’ con lei.
Quando Elena si rese
conto che il ragazzo le stava fissando il seno, andò fuori
di testa. Ma prima che potesse dire qualcosa, Tom fece scivolare la
mano nella tasca posteriore dei suoi jeans, tastandole il sedere e
sorridendo.
Lei lasciò
andare la sua maglietta, momentaneamente spiazzata. Poi riprese a
urlare a pieni polmoni:- RAZZA DI MANIACO PERVERTITO, MA COME CAZZO TI
PERMETTI?!?!? MA GUARDA CHE IO TI SPACCO LA FACCIA!!!! -
Intanto, da dentro la
macchina, Bill si stava passando una mano sul volto:- Ma allora
è deficiente!! - esclamò.
- Direi proprio di
sì - confermò Gustav - quella tra un
po’ gli spacca la faccia e lui le guarda le tette?!?! -
- Beh, non ha tutti i
torti, guarda che culo che ha la tipa…-
Cantante e bassista
fulminarono Georg con lo sguardo.
- Che ho detto? -
Bill
sospirò, poi riportò lo sguardo verso la scena
davanti a lui:- Scommettiamo che adesso ci prova con lei? - disse,
vedendo l’espressione del fratello.
- Scommettiamo che
tra un po’ gli fa tutti e due gli occhi neri? - stava dicendo
intanto Giulia ad Anna.
Quest’ultima
annuì:- Sì, forse è il caso che
andiamo a salvare quel ragazzo -
Ma prima che le
ragazze potessero correre in aiuto di Tom, lui fece la sua mossa:- Dai
tesoro, non ti agitare! Perché non vieni a bere qualcosa con
me? Dopo avrai tutto il tempo di scaldarti, baby -
Elena
sgranò gli occhi.
Ma.
Come. Si. Permette?!?!?!
Prima ancora che se
ne rendesse conto, una furia cieca si impossessò di lei, e
sferrò un cazzotto micidiale nello stomaco del ragazzo che
lo fece piegare in due sull’asfalto, sputando e tossendo.
Immediatamente Anna e
Giulia si precipitarono verso l’amica, prendendola per le
spalle e trattenendola dall’infierire su Tom, mentre Bill,
Georg e Gustav erano corsi fuori ad accertarsi che
quest’ultimo stesse bene.
- IO TI UCCIDO!! TI
DISTRUGGO!!!!! TI SBRANOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! -
Nel frattempo, un
camper si era fermato a pochi metri da loro, nonostante nessuno lo
avesse notato.
Da dentro, Yu,
Strify, Kiro, Shin e Luminor fissavano basiti la scena.
- Wow, che
caratterino!! - esclamò Yu.
Shin si
girò verso di lui:- Meglio che non ti fai venire strane
idee, Yu! Mi sa che quella è davvero capace di staccarti le
palle e fartele mangiare!! -
Strify
ridacchiò, ma quando tornò a fissare la scena, lo
sguardo gli cadde non sulla furia che ancora scalciava e si dimenava,
ma su una delle due ragazze che la stavano tenendo. Era un
po’ bassina, aveva un fisico molto magro, indossava un paio
di pantaloni neri a pinocchietto e una canotta viola. I
capelli ricci e ribelli le inondavano il volto, impedendogli di vedere
bene il suo viso, ma qualcosa nel suo modo di fare attirò
subito la sua attenzione.
Ad un certo punto, la
ragazza girò la testa verso di loro e li vide.
“Bella”
fu l’unica cosa che riuscì a pensare. Poi la sua
testa smise di funzionare. Così. Senza un motivo.
Quando la ragazza si
girò a dire qualcosa alla tipa coi capelli biondi, lui
continuò a vedere i suoi occhi verdi che lo fissavano.
- Anna,
c’è gente! -
Anna si
voltò e vide anche lei il camper a qualche metro da loro,
anche se non riusciva a vedere le persone all’interno a causa
del sole che si rifletteva sul vetro. Poi spostò lo sguardo
sugli altri tre ragazzi, anche loro con gli occhiali da sole sugli
occhi e i cappellini con la visiera, che tentavano di far alzare il
tizio che Elena aveva colpito.
- Forse è
il caso di andarcene, è? -
L’amica
annuì, ed entrambe presero Elena di peso, trascinandola
verso la macchina, mentre la ragazza ancora imprecava contro il tipo
con i rasta, buttandola sui sedili posteriori.
- Guido io! -
esclamò Giulia mettendosi al posto di guida.
Un attimo dopo erano
ripartite sgommando.
Scusate scusate
scusate scusate!!!!!! Mi perdonate per il ritardo, vero? Giuro che non
ci ho fatto a posta, non è stata colpa mia! I miei genitori
sono partiti per Pisa e mi hanno lasciato da mia nonna, che
però non ha internet, quindi, anche se il capitolo era
pronto, non ho potuto postarlo! Sono tornata oggi e ho provveduto ad
aggiornare immediatamente la storia. Mi avete perdonato, vero? Grazie,
vi voglio bene^_^
Allora, adesso passo ai ringraziamenti:
XxXBizarrinaXxX:
E dopo le interminabili lezioni lezioni di greco e latino durante le
quali mi hai dato una mano a mandare avanti questa storia, finalmente
ecco il secondo capitolo!!! Sai già perchè non
l'ho messo prima, ma i miei mi hanno promesso che adesso mi mettono
internet illimitato, quindi potrò aggiornare più
spesso! Certo che me l'hai ispirata tu, chi è che mi ha
fatto vedere tutti quei video sui CB (soprattutto quello dove
c'è Strify che balla?!?!?!)? :-*
tokiohotelina483: Sì, ne vedremo
sicuramente delle belle!! Continua a seguire questa FF!!
xx_meggy:
Grazie della mega recensione!!!! Direi che mi hai decisamente superata,
sia per la lunghezza che per la bellezza!! Sì, lo so che la
storia è un po' incasinata, ma è nata per
esserlo, non volevo farne una banale!! Io continuo ad aspettare che tu
aggiorni (sai quanto mi piaccia "Vier element"!). Ora che io ho
postato, devi farlo pure tu! Grazie tantissime dei complimenti!
eleonor483:
mi fa piacere sapere che la storia ti ha fatto ridere!! L'idea del
canguro non so nemmeno come mi sia venuta, è uscita
così mentre scrivevo!! Se anche questo cap è
divertente, fammelo sapere!!
shaka:
Eh sì, sono 12 pazzi in partenza per l'Australia! Lo so che
ci sono un po' di forzature, (in teoria a luglio in Australia non
dovrebbe essere poi così caldo) ma visto che è
una storia di pura fantasia penso di potermelo permettere, no? Grazie
per i consigli, (e per la correzione sul plettro!) e anche per le
critiche, vedrò di fare più attenzione la
prossima volta!!
Grazie anche e tutti quelli che leggono senza recensire e a chi ha
messo questa storia nei preferiti!
Vi prometto che aggiornerò presto, grazie di tutto!!
Kisses.
Midnight Tears
|
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Capitolo 3 *** Cap. 3 Ready, set, go! ***
Cap.3
Ready, set, go!
- Ma secondo voi dove stavano
andando? -
Shin
alzò gli occhi al cielo, esasperato dall’ennesima
domanda idiota di Yu. Da quando erano entrati al McDonald’s
non aveva fatto altro che fare domande del tipo “Ma secondo
voi come si chiamano?”, “Voi dite che sono di
Berlino?”, “Secondo voi potrei piacere alla tizia
che guidava?”
-
Non lo so, Yu! Mettitelo bene in testa: NON. LO. SO!!!!! Le abbiamo
viste per quindici secondi di sfuggita, come cazzo pensi che facciamo a
sapere vita morte e miracoli di quelle tre?!?!?! -
-
Mamma mia quanto sei palloso! - sbuffò Yu fregando una
patatina dal cartoccio di Shin (l’ennesima), che cominciava a
non poterne davvero più. Da quando le tre se ne erano andate
il chitarrista non aveva fatto altro che fare domande a cui
né lui né gli altri potevano rispondere, a meno
che uno di loro non fosse stato un veggente a insaputa degli altri.
Beh, pensò fissando Luminor, non era tanto difficile
immaginarselo con un turbante in testa e una tunica, tutto
rigorosamente nero, che con la sua espressione mistica fissava una
palla di vetro in attesa di chissà quale segno dal cielo,
emanando sentenze di morte a destra e manca. Di certo non sarebbe stata
la prima volta.
C’era
stato un periodo in cui aveva avuto, come la chiamava lui,
“una chiamata dal cielo” e aveva cominciato a
leggere le carte (ogni volta che gli chiedevano dove avesse imparato
lui rispondeva che non poteva svelare loro i segreti mistici
dell’altro mondo, ma Shin sospettava fortemente che in
realtà si inventasse tutto di sana pianta, visto anche che
le stesse carte nelle stesse identiche posizioni per lui avevano
significato vita felice e spensierata per almeno una settimana, mentre
per Strify un’imminente sciagura che si sarebbe dovuta
abbattere su ciò che di più prezioso possedeva al
mondo.
Inutile
dire che per una settimana intera Strify aveva girato per casa con una
cuffia in testa e un cappuccio ogni qualvolta uscivano, guardandosi
intorno con occhi da pazzo spiritato, aspettandosi che un qualche
demone sorgesse dall’inferno per bruciare la sua
preziosissima chioma). Kiro riceveva almeno una decina di predizioni di
morte al giorno, cosa che lo spingeva puntualmente a rifugiarsi nel
letto di Strify, che però era in paranoia con i suoi
capelli, e gli urlava contro, ricevendo in cambio un
“insensibile!!” urlato a volume sufficientemente
alto da permettere anche agli altri di svegliarsi, causando a tutti
notti insonni.
Fissò
il suo vassoio: ancora non aveva toccato cibo. Nonostante fosse entrato
con lo stomaco che ruggiva a tutto spiano, dopo aver visto Kiro
mangiare (e sputacchiare tutto intorno) ben NOVE hamburger, CINQUE
cartocci di patatine, SEI gelati e essersi scolato DIECI bevande varie
in appena dieci minuti, il suo appetito si era rifugiato da qualche
parte di indefinito dentro di lui, molto in profondità,
chiudendogli lo stomaco.
-
Non lo mangi? - biascicò il bassista con la bocca piena di
patate.
“Ecco,
appunto”
Prima
ancora che potesse rispondere, sotto lo sguardo schifato di Shin, Kiro
prese il suo McChicken e lo ingoiò tutto intero, mandandolo
giù con un po’ di coca-cola.
-
Sto per sentirmi male…- mormorò rivolto a Strify
che si trovava di fronte a Kiro, cercando appoggio da parte sua.
Strify
però sembrava non averlo nemmeno sentito. Rigirava una
patatina tra le mani, inzuppandola di tanto in tanto nel ketchup, ma
senza mai mangiarla. In effetti, sembrava la stessa che aveva in mano
una ventina di minuti prima…
Sul
vassoio non c’era più niente, ma questo solo
perchè Kiro aveva provveduto a spazzare via tutto.
Corrugò le sopracciglia: non era normale tutto quel silenzio
da parte sua, a cosa stava pensando?
-
Strify? - lo chiamò, ma non ricevette risposta.
Riprovò,
mettendogli una mano sulla spalla:- Ehi, Strify, che succede? -
-
Cosa? - il cantante si girò confuso verso di lui, tornando
sul pianeta terra dopo un viaggio nei reconditi arcani di
quell’esigua parte di cervello sopravvissuta nella sua
scatola cranica ai bombardamenti di lacca, piastra & Co. a cui
era costantemente sottoposto.
-
Mi chiedevo se c’è qualcosa che non va. Non hai
mangiato e non parli nemmeno, cosa decisamente strana! -
Lui
scosse la testa:- Non ho niente, stavo solo pensando…-
Infatti,
nella sua testa non faceva altro che rivedere quei capelli ricci e
lunghi e quelle mani affusolate che andavano a spostarli dal volto,
rivelando un viso dolcissimo con due stupendi smeraldi incastonati al
centro. Non riusciva a togliersi dalla testa quella ragazza, continuava
a rivedere la sua espressione mentre si girava verso di loro. Non
sapeva nemmeno come si chiamava…
Sospirò
rumorosamente, insospettendo Shin.
-
Cosa stai fissando con quell’espressione, essere? -
Il
tono austero di Luminor fece voltare il batterista verso Kiro, che si
era immobilizzato con una quantità indefinita di patatine in
bocca e una cannuccia infilata in mezzo a tutto quell’untume.
Fissava con gli occhi sgranati un punto dall’altra parte
della sala affollata.
Strinse
gli occhi per capire cosa avesse attirato la sua attenzione, anche se
era difficile in mezzo a quel mare di gente. Poi notò una
maglia extra-large seduta ad un tavolo diametralmente opposto al loro,
dei rasta che spuntavano da un cappello e…
“Non
ci credo, il ragazzo del fuoristrada!”
Poi
il suo sguardo cadde sul ragazzo di fronte a lui. “Io quello
l’ho già visto…” si disse.
Cominciò a spremere le meningi, cercando di ricordare dove
potesse averlo già visto, oltre a poco prima durante il
quasi-incidente.
“Ehi,
aspetta un attimo…” capelli neri con meche bionde,
vestiti attillati, mani complete di french manicure…
Il
cuore quasi gli si fermò quando si rese conto di chi erano
quei ragazzi. Fissò di nuovo Kiro: aveva gli occhi
luccicanti, sorrideva (con ancora le patatine in bocca, che
schifo…) e stringeva i bordi del tavolo.
“Oh.
Mio. Dio” Shin cominciò a pregare tutti gli dei
che conosceva e anche quelli che non aveva mai nemmeno sentito nominare
che il bassista non facesse ciò che lui sapeva aveva in
mente di fare. Guardò Yu. Tra lui e l’altro
chitarrista era guerra aperta da quando si erano incontrati ad un
concerto di beneficenza e tutti e due avevano messo gli occhi sulla
stessa ragazza.
“Ti
prego Kiro, non farlo…”
-
La voglio rivedere! -
Bill
alzò gli occhi al cielo:- Tom, è da quando siamo
entrati che continui a ripeterlo! Abbiamo capito che vuoi incontrarla
di nuovo, ma mi sembra molto improbabile! Non sappiamo chi sono, non
sappiamo dove andavano, e l’Australia non è
propriamente un paese “piccolo”…-
Tom
scosse la testa:- Non mi interessa! Io rivedrò quella
ragazza! Le troverò e…-
-
E cosa? Hai intenzione di scusarti con lei per il tuo comportamento da
deficiente di prima? Incredibile, non me lo sarei mai aspettato da te!
- esclamò Gustav sorpreso.
-…e
la conquisterò e la convincerò a venire a letto
con me, fosse l’ultima cosa che faccio! -
Gli
altri tre lo fissarono per un istante, poi scossero la testa.
-
Propongo un brindisi a Tom e ai suoi “nobili e cavallereschi
scopi!” - esclamò ironico Georg alzando il suo
bicchiere, subito imitato da tutti gli altri.
-
Comunque è strano! - esclamò Bill ad un certo
punto.
-
Cosa? - domandò Georg - che Tom si sia fissato con una
ragazza che nemmeno conosce solamente perché lei non ha
ceduto al suo fascino di SexGott? -
In
risposta, Tom gli tirò una patatina, che però il
bassista prese al volo, aprendo la bocca e facendocela cadere dentro.
-
Veramente intendevo dire che è incredibile che siamo
riusciti a trovare delle tedesche proprio qui e proprio in questo
periodo! - esclamò il cantante.
Georg
scosse le spalle:- Non dimenticarti che questo è periodo di
vacanza…-
-
E poi la mia presenza attira le ragazze come mosche sul miele! -
esclamò Tom, gonfiando il petto.
-
O come mosche sulla cacca di mucca! - mugugnò Gustav,
facendo scoppiare a ridere sia Bill che Georg.
-
Cosa hai detto? - chiese il chitarrista in tono minaccioso.
Ma
prima che il batterista potesse rispondere, un urlo
dall’altra parte della sala li fece voltare tutti quanti.
-
I TOKIO HOTEEEELL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Poi
si sentì il rumore di qualcosa che si rovesciava e una serie
di imprecazioni in tedesco e maledizioni varie.
-
Ma che è, l’intera Germania si è
rifugiata qui dentro? - esclamò sconvolto Gustav.
Tre
ragazzi stavano immobili intorno ad un tavolo rovesciato, mentre un
ragazzo con un vassoio in testa rincorreva in circolo un quinto cosetto
bianco che strillava disperato e che, notò Georg, somigliava
impressionantemente ad un criceto che corre su una ruota, ruotando
attorno agli altri tre con una velocità degna, appunto, di
un criceto che cerca di scalare una ruota gialla di plastica che
però non scalerà mai perché quella
continua a girare, urlando aiuto ad un volume vocale che poteva
rivaleggiare con quello di una sirena d’allarme.
Quando
si fu ripreso dallo shock, Tom fissò meglio i cinque:- Ma io
quelli li conosco…-
Anche
Bill li fissò e si rese conto di chi fossero…
“Oh
Signore, ti prego, non farmi questo!” supplicò
disperato il cantante, mentre vedeva l’espressione
di Tom mutare pericolosamente…
Intanto,
al tavolo dei CB, era in corso una vera e proprio tragedia.
Infatti,
Kiro, alzandosi in piedi di scatto e urlando a pieni polmoni, non solo
aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti, ma aveva
anche sputato tutte le patatine che aveva in bocca e
l’aranciata addosso a Yu e Strify che si trovavano di fronte
a lui. Poi, prima che loro potessero reagire, aveva fatto rovesciare il
tavolo scattando in piedi come una molla, mentre il suo vassoio, con
tanto di salsine, rimasugli di hamburger e condimenti vari, era volato
sopra le loro teste e si era spiaccicato… in testa a Strify.
Quest’ultimo
aveva prima fissato basito il bassista con espressione smarrita, non
capendo cosa fosse successo, ma quando poi aveva visto il ketchup e la
maionese scendergli dai capelli e colargli sulla faccia, aveva dato di
matto.
-
KIROOOOOOOOO!!!!!!!!!!!! IO TI AMMAZZOOOOOO!!!!!!! -
Avvertendo
il pericolo, Kiro aveva cominciato a correre in cerchio intorno al
tavolo, mentre Strify lo inseguiva, brandendo una sedia come arma.
-
VIENI QUI, RAZZA DI TOPO IN CALORE!!!!! VIENI QUI CHE TI SPACCO IL
MUSO, SOTTOSPECIE DI SCIMMIA AMBULANTE, LURIDO TOPO DI FOGNA, RAZZA
DI…-
-
AIUTOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Quindi,
la scena che si parò davanti a tutti i clienti del fast-food
fu: Strify indemoniato che rincorreva Kiro, dando ogni tanto delle
sediate al pavimento cercando di colpirlo, nonostante questo
continuasse a sgusciare via come un’anguilla, Yu che
continuava a fissare disorientato la scena, come se ancora non avesse
capito esattamente cosa fosse successo, Luminor che sorseggiava la sua
aranciata facendosi aria con il ventaglio e osservando il dramma con la
sua solita aria sdegnosa, e Shin che sbatteva la testa contro il muro,
chiedendosi perché dovessero capitare tutte a lui.
Ma
proprio quando il cantante aveva finalmente acciuffato il povero
bassista, bloccandolo in un angolo, pronto a colpire con la sedia con
sguardo assatanato…
-
CI SONO!!!!!!! SONO QUEI CINQUE IDIOTI CONCIATI PEGGIO DI MICHAEL
JACKSON CON LA PLASTICA FACCIALE CHE CANTAVANO AL CONCERTO DI
BENEFICENZA!!!! I CINEMA BIAZARRE!!!!!!!!!!!!! -
Un
altro urlo fece voltare tutti quanti dalla parte opposta del locale,
dove Tom era salito su un tavolo, esultando a pieni polmoni per aver
ottenuto la prova che effettivamente un cervello, seppur microscopico,
sotto quell’ammasso di capelli secchi meglio conosciuti come
“rasta” c’era.
Bill
sorrise nervosamente, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno ad
un dito, mentre Gustav scivolava lentamente sotto il tavolo sperando di
essere inghiottito dal pavimento, e Georg tirava nervosamente Tom per
la maglia, con un sorriso tirato sulla faccia.
-
Tom, che cazzo stai facendo?!?!? - sibilò a denti stretti,
sempre mantenendo i muscoli della faccia tirati in un prototipo di
sorriso.
-
SONO LORO!!!!!! LO AVEVO DETTO CHE LI AVEVO GIA’
VISTI!!!!!!!! -
Ovviamente
Kiro non poteva rimanere in disparte:- ECCO!!!! VE L’AVEVO
DETTO IO!!!!! SONO I TOKIO HOTEL!!!!!!!!!!!! -
In
quel momento Yu si girò e il suo sguardo si
incontrò con quello del chitarrista rivale.
“Ehi,
perché mi fischiano le orecchie?” si
domandò Strify.
-
Ohmmammamia…- sussurrò Bill.
Nella
sala era calato un silenzio di tomba.
I
due chitarristi si fissavano con sguardo assassino, lanciando fulmini
con gli occhi. Georg si aspettava quasi di sentire una di quelle
musichette dei vecchi film western risuonare per la sala tanta era
l’impressione che faceva la scena.
-
Yu - sibilò Tom, sputando quel nome come fosse stato veleno.
-
Tom - rispose Yu, pronunciando il nome del chitarrista come una
bestemmia.
-
Come mai da queste parti? Le ragazze si sono rese conte che sei un
povero fallito e hai deciso di ritirarti in solitudine in un posto dove
di ragazze ce ne sono davvero poche, e tutte attirate dal sottoscritto
per giunta? - lo sbeffeggiò il rasta.
L’altro
sogghignò:- Oh, sì, lo vedo, sono talmente
attratte da te da rischiare di venirti addosso con la macchina
ringraziandoti con tanto di pugno! -
Bill
sgranò gli occhi:- Eravate voi i tizi del camper?!?!? -
Shin
annuì:- E già…-
Nel
frattempo, i due chitarristi avevano continuato a lanciarsi maledizioni
sotto gli sguardi stralunati dei presenti, che ovviamente, non parlando
tedesco, non capivano un’acca di quello che stava succedendo.
Quando
la tensione era ormai arrivata ad un livello al limite della
sopportazione e i due stavano per mettersi le mani addosso, la
Provvidenza Divina si fece vedere sotto forma di un obeso impiegato del
locale.
-
Sorry - disse, rivolto ai due gruppi - may you go away, please? -
Yu
stava per ribattere che lui non si sarebbe mosso senza prima aver
spaccato la faccia a Tom, quando Strify gli mise una mano sulla bocca,
per poi rivolgersi all’uomo:- Of course! Please, forgive our
friend, sometimes he’s a little… impulsive!
We’re leaving immediatly! -
E
sorridendo nervosamente, uscì dal locale, trascinandosi
dietro Yu, mentre Luminor lo seguiva, sempre sventolandosi con il suo
inseparabile ventaglio, e Shin trascinava via Kiro, che intanto faceva
ciao-ciao con la manina all’altro gruppo.
Quando
i Cinema Bizarre furono usciti, i Tokio Hotel si fissarono
confusi.
-
Che ha detto? - domandò Georg.
Gli
altri scossero la testa: non erano molto ferrati in inglese…
L’impiegato
si voltò verso di loro, ripetendo la stessa identica
domanda, che arrivò ai cervelli dei quattro come una serie
di suoni indefiniti e distorti simili agli ultrasuoni usati dalle
balene per comunicare tra loro.
-
Scusi, non capiamo! - disse Tom rivolto all’uomo, ovviamente
in tedesco.
Quest’ultimo,
che stava cominciando a perdere la pazienza, ripeté
nuovamente la domanda, più lentamente.
-
Forse vuole dirci che è contento che quei cinque se ne siano
andati! - si illuminò Tom.
-
Non credo - disse Bill - forse vuole che ce ne andiamo…-
-
Ehi, un momento, non vorrà mica farci pagare il conto di
quelli là, vero?!?!? - strillò il rasta,
indignato.
-
Tom - tentò Georg - guarda che non credo che…-
-
IO NON CI PENSO NEMMENO!!!!!!! - urlò come se non lo avesse
sentito - IO NON PAGO NIENTE DI NIENTE!!!!! SE LO PUO’
SCORDARE, HA CAPITO?!?!? IO NON INTENDO ASSOLUTAMENTE…-
-
TOM PIANATALAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Bill
aveva perso la pazienza e anche lui aveva cominciato ad urlare,
però rivolto al fratello.
-
AH, E’ COSI’! - esclamò Tom puntandogli
un dito accusatore contro - TU SEI DALLA LORO PARTE!!!! LO SAPEVO CHE
STAVI COMPLOTTANDO PER ROVINARCI!!!!! L’HO SEMPRE
SAPUTO!!!!!!!! TU STAI DALLA PARTE DI QUEI COSI, AMMETTILO!!!!!! -
-
Tom, non pensi di essere…? - tentò Georg.
-
ANCHE TU SEI DALLA LORO PARTE, VERO?!?!? - urlò
Tom puntandogli un dito contro il naso - LO SAPEVO!!! LO SAPEVO!!!!
STATE COMPLOTTANDO CONTRO DI ME, VOI VOLETE ROVINARMI!!! SIETE IN
COMBUTTA CON QUELLO YU, LO SAPEVO! CHE POI, CHE CAZZO DI NOME
E’ YU?!?!?!? - si chiese ad un certo punto, sempre
continuando però ad urlare.
-
MA. COSA. CAZZO. STAI DICEEEENDOOOO?!?!?!?!?!?!?!?!? - Bill oramai era
arrivato al limite.
-
TU, GEORG E GUSTAV SIETE D’ACCORDO CON QUELLO GNU!!!!!!!! IO
LO SAPEVO!!!!!! MA NON RIUSCIRETE NEI VOSTRI INTENTI,
SAPPIATELO!!!!!!!!!! - detto questo, prese la sua aranciata e la
svuotò in testa a Georg.
Da
lì ad una rissa coi fiocchi tra i tre (mentre Gustav se ne
stava seduto aspettando rassegnato che finissero) il passo fu breve.
Ovviamente,
non sapendo come altro fare, gli impiegati furono costretti a buttarli
fuori di peso, con Tom che ancora sbraitava.
-
Ecco Tom, ci hai fatto buttare fuori dal locale, sei contento ora? -
borbottò Georg.
Ma
lui nemmeno l’aveva sentito, troppo impegnato a macchinare
piani di vendetta inveendo contro tutti gli dei che conosceva.
-
Io lo ammazzo, io lo ammazzo…- nel frattempo Bill progettava
l’assassinio di suo fratello, così che sulle facce
dei due gemelli apparve la medesima espressione assassina e la stessa
aria inquietante.
-
Ragazzi, che ne dite di andare, ora che siamo riusciti a farci cacciare
fuori a calci in culo pure da un fast-food? - propose Gustav con
espressione serafica.
Dopo
poco, erano di nuovo tutti e quattro sull’auto, con
Tom al posto di guida.
-
Bill - disse Georg al cantante che aveva oramai sbollito tutta la
rabbia mentre Tom usciva dal parcheggio - io non penso che far guidare
Tom sia una buona idea…-
Ma
ovviamente, prima che Bill potesse dargli ragione…
-
ECCOLO!!!!!! È LUI!!!!!!!!!!! CON QUEI SUOI DEGNI COMPARI E
QUEL SUO CAZZO DI CAMPER!!!! STAVOLTA LO FACCIO FUORI!!!!!!!!!!!! -
Cominciò
a premere pericolosamente sull’acceleratore, portando la
macchina ad una velocità eccessiva…
-
Tom, siamo in una strada con un sacco di altre macchine, ti prego, non
fare cazzate! -
Vedendo
lo sguardo implorante del fratello, Tom non poté fare a meno
che rallentare.
“Ma
tra poco” inveiva intanto Tom “tra poco saremo
fuori città. E allora vedremo!!!”
-
Yu, non ci provare! - Strify guardò minaccioso il
chitarrista, che sbirciava nervosamente la macchina dietro di loro,
premendo di più sull’acceleratore ad ogni nuova
occhiata che lanciava al fuoristrada grigio metallizzato.
-
Yu!!! - sbraitò quando vide che la velocità del
mezzo si avvicinava spaventosamente ai 100 km/h su di una strada in cui
il limite era di 70 - siamo in una strada trafficata, vediamo di non
creare incidenti, ok? -
Yu
digrignò i denti, ma rallentò, adeguandosi al
limite di velocità imposto.
Per
tutto il viaggio in entrambi i veicoli nessuno parlò, chi
troppo preoccupato, chi troppo nervoso, chi troppo esasperato, chi
troppo eccitato (vedi criceto Kiro), chi troppo ansioso di dare una
lezione a una persona detestata…
Alla
fine, incredibilmente, riuscirono ad arrivare incolumi alla fine della
città. Dopo il semaforo c’era solamente la strada
che si dirigeva a sud del paese.
I
Cinema Bizarre non avevano un itinerario, mentre i Tokio Hotel
sì. Non sapendo dove andare, Yu si era limitato a seguire il
suo acerrimo rivale, la cui intenzione era tagliare per
l’interno per poi proseguire lungo la costa, fermandosi anche
per fare il bagno, visto che aveva bisogno di vedere qualche bella
ragazza in costume.
Una
strada lunga chilometri e chilometri, immersa nella natura desertica
dell’Australia, dove passava un’anima ogni cento
anni, oltre che una marea di canguri e animali simili, un caldo
soffocate, un fuoristrada, un camper, un semaforo.
Rosso.
L’attesa
stava facendo perdere il controllo a entrambi i guidatori. Volevano il
sangue, volevano l’umiliazione dell’avversario,
volevano la vittoria tutta per loro.
I
passeggeri di entrambi i veicoli si erano allacciati le cinture e
avevano recitato le ultime preghiere, qualcuno addirittura aveva
stilato un testamento. Si fissavano con sguardi terrorizzati, temendo
che quello potesse essere il loro ultimo giorno.
“Io
l’avevo detto a Strify che non doveva dargli il permesso! Ma
lui no, si è dovuto far convincere da quella sua faccia da
cane bastonato, e ora guarda te!”
“Ah,
sempre a fare casini e a farsi notare, mai una volta che si possa stare
in pace! (ultima sventagliata con l’amato ventaglio
nero)”
“No,
non posso morire così! Già immagino i giornali:
‘Giovane cantante nel fiore degli anni e della bellezza
all’inizio della sua sfolgorante carriera muore in un
incidente stradale in una zona desertica e viene ritrovato tre mesi
dopo l’incidente quando il suo corpo è stato
già divorato da insetti e robaccia varia che alterano la sua
bellezza…’ No, non è possibile,
no…”
“Uhmm…
chissà dove sono i canguri!!” (indovinate questo
chi è…)
“Ma
perché ho un fratello così idiota?!?!? Non gli
basta tenermi sveglio la notte perché ha da fare con le sue
amichette e le pareti delle camere d’albergo sono troppo
sottili, no, deve pure andare a fare una gara di velocità
nel deserto con uno che è fatto della sua stessa pasta! Ma
tu dimmi…”
“Ma
perché ho voluto fare il bassista?!?!? Papà me lo
diceva sempre: studia odontoiatria e diventa dentista, segui le mie
orme e la tua vita sarà felice… perché
non l’ho ascoltato?!?!?”
“Ecco,
io lo sapevo, avrei dovuto dargli due bacchettate in testa a David
quando ha proposto questa cosa, me lo sentivo! Anzi, no, meglio, avrei
dovuto sbattere la batteria in testa a Georg quando l’ho
conosciuto, invece di dirgli ‘non ti preoccupare, non importa
se mi hai pestato un piede facendomi un male
cane’!!!!!!”
“Io
lo ammazzo, io lo ammazzo, io lo ammazzo…”
“Io
lo faccio fuori, io lo faccio fuori…”
All’improvviso…
VERDE!!!!!!
I
due partirono, sfrecciando sulla strada a velocità
eccessive, cercando di buttarsi fuori carreggiata senza successo
(fortunatamente per gli altri), mandandosi maledizioni varie dai
finestrini abbassati, facendo sbandare pericolosamente i due veicoli.
-
AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!! - un unico suono usciva
dalle altre sette bocche, spasmodicamente artigliate ai sedili con
unghie e simili. Perfino Luminor sembrava aver perso la sua solita
calma aria sdegnosa per lasciar spazio alla paura e al terrore.
Ma
proprio quando pensavano che quella tortura non sarebbe mai
finita…
SBAM!!!!!!
Simultaneamente
i due veicoli inchiodarono, ed entrambi i guidatori si sporsero,
chiedendosi se quello che vedevano fosse un miraggio o frutto della
loro immaginazione.
Quando
ebbero appurato che non era così si fissarono… e
ripartirono sgommando verso una macchina rossa ferma sul lato della
strada.
-
Non ci posso credere! Non ci posso credere!!! - era da più
di mezz’ora che Elena inveiva in quel modo, tanto che oramai
le sue amiche non ci facevano più nemmeno caso.
-
Dai Ele, la cosa non è poi così
tragica…-
-
Ah no?!?!?! Siamo bloccate in mezzo ad un deserto o quel che
è, il cellulare non ha campo, non sappiamo come farci
soccorrere né a quanti chilometri di distanza sia la
città, e questo perché questo cazzo di catorcio
si è rivelato, come io avevo previsto, una perfetta
fregatura, e voi mi dite che LA COSA NON È POI
COSI’ TRAGICA?!?!?!?!??! -
Anna
cercò di consolarla:- Dai, potrebbe andare
peggio…-
Elena
la fissò:- Già, hai ragione! Potrebbe sempre
esserci quel pezzo di cretino che abbiamo incontrato prima che cerca di
toccarmi qualcos’altro oltre che al culo, mentre
probabilmente ora lui è comodamente seduto sul suo bel
fuoristrada grigio metallizzato con i suoi amici a sparare cazzate,
felice della sua vacanza! Oh sì, questo mi fa sentire molto
meglio!!!! -
Aveva
gli occhi iniettati di sangue, i denti scoperti come quelli di un
animale feroce, e ringhiava pure!!
Mentre
Anna cercava di calmare l’amica, Giulia fissava
l’orizzonte, persa nei suoi pensieri.
Quando
aveva guardato verso il camper… aveva sentito un brivido
lungo la schiena. No, non un brivido, una scossa, una scossa elettrica.
Aveva sentito il cuore prendere a battere più velocemente ed
era sicura di essere anche arrossita. Che in quel camper ci fosse
qualcuno… di speciale?
Scosse
la testa. Piantala, Giulia, si disse, queste sono cose in cui
crederebbe Anna, non tu. Riprenditi e cerca di trovare un modo per
uscire da questa situazione, avanti!
Si
guardò intorno: il paesaggio era bello da togliere il fiato,
certo, ma non c’era nessuno. Non si vedeva un cartello
stradale, né un qualche segno della presenza di esseri umani
su quel continente. Solamente una strada che si snodava lungo tutto il
paesaggio per chilometri e chilometri. E allora come fare?
“Accidenti
Giulia, che ti aspetti? Che all’improvviso sbuchi qualcuno da
quella strada che vi venga a salvare? Avanti, sii realista!”
Ma
proprio in quel momento, sentì un rumore. Sembrava il motore
di una macchina, possibile? Poi in lontananza intravide un polverone.
Sembravano… potevano essere…
-
DUE MACCHINE!! - urlò come un naufrago che ha appena
avvistato una barca - Ragazze, ci sono due macchine e stanno venendo in
questa direzione! -
-
Ma dai, non mi dire! Vista la VASTA SCELTA di strade che
c’è in questo posto, non avrei mai pensato che
CASUALMENTE potessero scegliere questa! -
Inutile,
Elena era sempre Elena.
Anna
invece sorrise:- Ma è fantastico! Facciamoci vedere, dai! -
Elena
alzò gli occhi al cielo:- Sì, fate voi. Io vedo
se quel rottame da’ qualche segno di vita oppure è
morto sepolto - detto questo si diresse verso la macchina che si
trovava pochi metri più in là.
Anna
e Giulia si misero in mezzo alla strada, facendo segni con le braccia
hai guidatori.
Come
se ce ne fosse bisogno…
-
Ehi, Giulia, non ti sembra di aver già visto quella
macchina? -
Giulia
strizzò gli occhi, cercando di vedere meglio oltre quella
cortina di sabbia, terriccio smosso e polvere che i due mezzi, cha tra
l’altro andavano ad una velocità davvero
inquietante, smuovevano tutto intorno, impedendole di distinguerne bene
il profilo.
Uno
era un camper… e l’altro… un
fuoristrada grigio metallizzato?!?!?
Anna
e Giulia si guardarono, sconvolte:- Oh-oh…-
All’improvviso
le due vetture inchiodarono proprio davanti a loro, e quasi
contemporanea-mente la portiera della macchina si spalancò e
ne uscì il ragazzo di prima, oltre che un buon numero di
imprecazioni in tedesco e maledizioni varie contro di lui.
Si
mise davanti a loro e sfoderò un sorriso smagliante:- Ehi! -
Ma
prima che potesse dire qualcos’altro, dal camper
volò letteralmente fuori un altro ragazzo, che diede una
spallata al rasta, facendolo cadere.
-
Spostati idiota, c’ero prima io! -
Tom
si rialzò, imbufalito:- Prima tu?!?!?! Guarda che ti ho
superato di almeno un chilometro con la macchina! -
E
i due ripresero ad urlarsi contro, dandosi addosso a vicenda, sotto gli
sguardi stralunati delle ragazze.
-
Ehi, m-ma…? - Giulia alzò lentamente un dito
tremante, facendo passare lo sguardo dall’uno
all’altro “M-ma… ma…
quello… è…
è…?!?!?!?!”
Non
poteva crederci. Non poteva crederci, era assurdo!!
Cercò
di dirsi che era impossibile, che se lo stava sognando, che stava tutto
solo nella sua testa, che semplicemente quel tizio somigliava al
chitarrista del suo gruppo preferito ma che in realtà era
solo un ragazzo normalissimo che CASUALMENTE aveva il suo stesso
fisico, i suoi stessi occhi, gli stessi identici capelli con le stesse
identiche ciocche rosse, gli stessi identici piercing…
Oddio,
stava per svenire, se lo sentiva!
-
YU!!!!!!!!!! CAZZO, MA TU E KIRO VI METTETE D’ACCORDO PER
FARMI VENIRE UN ATTACCO ISTERICO?!?!?!?!?! NON NE POSSO
PIU’, VI GIURO CHE TRA UN PO’ VI PRENDO E
VI LEGO TUTTI E DUE A UN CACTUS, POI VI FACCIO MANGIARE DALLE
IENE!! - una furia bianca uscì fuori dal camper, con un
diavolo per capello, urlando a tutto volume contro il tizio-simil-Yu,
con gli occhi fuori dalle orbite.
Una
testa bionda che somigliava in modo inquietante a quella del batterista
dei Cinema Bizarre sbucò fuori dallo stesso veicolo:- Dai
Strify, calmati…-
“Strify?!?!?!?!?
Oddio oddio oddio oddio oddio!!!!!!!!”
-
Ehi, ma perché mettete sempre di mezzo me? Io non ho fatto
nienteeeeee!!!!!!!!!! - un affarino piccolino e bianco sbucò
fuori belando come una pecora piccola e bianca, sfoderando un paio di
stupendi, cucciolosissimi OCCHI DA CANA BASTONATO ALLA KIRO!
Un
ragazzo con lunghi capelli neri e un ventaglio stretto in mano scese
con eleganza dal camper, sventolandosi sdegnosamente:- Tu
c’entri sempre qualcosa, essere! -
Ovviamente
la miracolosa comparsa di tutti e cinque i membri del suo gruppo
preferito che spuntavano in mezzo al deserto a salvarla da una
situazione disperata non poteva essere senza conseguenze per la povera
Giulia. Che ovviamente…
-
OMMIODDIONONCIPOSSOCREDERE, I CINEMA BIZARREEEEE!!!!!!!!! -
Saettò
in avanti, buttandosi addosso a Shin:- Ciao Shin!!! Oddio non ci posso
credere!! - poi il suo sguardo si posò su Strify che stava
ancora sbraitando e che quindi non l’aveva notata. Allora lei
gli saltò letteralmente addosso, abbracciandolo
d’impeto:- Strify!! Non ci posso credere, ho davanti Strify
in carne ed ossa!!!!! - lo fissò negli occhi - adoro la tua
voce, sei eccezionale!!! E dal vivo sei pure più bello che
dalle foto!! -
Sentirsi
tutto d’un tratto quel dolce peso attaccato al corpo (invece
del solito peso piuma di Kiro in versione nottambula con il pigiamino
rosa e gli orsetti) e la vista di quegli occhioni verdi piantati nei
suoi fu un colpo micidiale per il suo cervello, che smise
immediatamente di funzionare e di inviare messaggi al resto del corpo,
limitandosi a fargli assumere un’aria da pesce lesso, con
tanta di bocca spalancata. Manco fosse stato lui a incontrare per caso
il suo idolo!
Giulia
però in una frazione di secondo si era buttata addosso a Yu,
che evidentemente non aspettava altro visto il modo in cui le cinse la
vita, cogliendo al volo l’occasione.
-
Ehi, ciao dolcezza! - le disse, sfoderando uno dei suoi sorrisi
micidiali, davanti al quale la ragazza sentì di essere in
procinto di perdere il controllo e spingersi ben oltre un semplice
abbraccio o un semplice bacio!
Tom,
di fronte a quella scena, non poté fare a meno di rodersi di
gelosia: doveva essere lui quello a cui le ragazze saltavano addosso,
non Yu!
Nel
frattempo anche Georg e Gustav erano scesi dalla loro macchina,
scuotendo la testa e cercando di riprendere l’equilibrio.
-
E va bene Tom, questa è ufficialmente l’ultima
volta che tu guidi! - l’entrata in scena di Bill fece aprire
gli occhi a Giulia anche sull’altro gruppo.
Immediatamente
le balenò in testa CHI fosse dipendente da quella band che
lei nemmeno sopportava.
-
Ehi, Anna! Ci sono i To…-
SBAM!!!!!
L’improvviso
rumore di qualcosa che piombava a terra fece girare tutti verso il
punto dove Anna si era accasciata al suolo, priva di sensi. Tutti
quanti si guardarono, incerti sul da farsi. Giulia sapeva che sarebbe
dovuta andare in aiuto dell’amica, ma… cazzo, Yu
le stava tenendo un braccio intorno alla vita, SORRIDENDOLE IN MODO
SENSUALE!!! E quando le ricapitava un’occasione del
genere?!?!?
Ad
avvicinarsi alla bionda priva di sensi ci pensò Bill. Le si
accucciò accanto, mettendole un braccio sulla spalla e
scuotendola leggermente.
-
Ehi? Tutto bene -
Poi
la ragazza cominciò a dischiudere gli occhi, sbattendo le
palpebre.
Anna
aprì lentamente gli occhi, strizzando le palpebre. Ok, il
caldo le faceva decisamente male. Insomma, si era vista arrivare i
Tokio Hotel al gran completo con tanto di macchina super figa a
salvarla dal deserto e da una morte per deperimento fisico oppure
dovuto alle atroci torture che sicuramente le avrebbe inflitto Elena, e
per inciso sarebbero dovuti essere gli stessi contro i quali quella
mattina si erano quasi scontrate! Ok, lei aveva una fervida
immaginazione, ma a tutto c’è un limite.
Sentì
Giulia scuoterla per la spalla e chiederle se andasse tutto bene.
Scosse
un po’ la testa e si massaggiò le tempie:-
Sì, credo sia stato solo un calo di zucch…-
Poi
si fermò di botto.
Un
momento.
Da
quando Giulia aveva una voce così…
dolce… e profonda… e limpida…
e… maschile?
Lentamente
schiuse le palpebre. E per poco non crollò di nuovo svenuta
come una pera cotta. Non poteva crederci: stupendi occhi color
cioccolato circondati da uno strato di matita nera che faceva risaltare
ancora di più la loro bellezza. Pelle perfetta. Lineamenti
dolci. Capelli neri con qualche ciocca bionda. Labbra carnose e piene
leggermente schiuse da cui si intravedeva il piercing alla lingua.
Oddio.
-
AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Sentendo
quell’urlo disumano Bill fece per tirarsi indietro, ma Anna
fu più veloce di lui e gli buttò le braccia al
collo, facendolo cadere all’indietro con il dolce corpo della
bionda premuto contro il suo.
-
BILL KAULITZ!!!!!!! I TOKIO HOTEL!!!!!!!!!! ODDIOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
-
Proprio
quando sembrava che le cose alle due amiche non potessero andare
meglio, la situazione precipitò…
-
Anna? Giulia? Cos’erano quelle urla? Che è
succ… -
Elena
si bloccò di colpo, incapace di continuare, vista
l’assurdità della scena che le si parò
davanti: in mezzo alla strada c’erano un camper e un
fuoristrada grigio, lo stesso fuoristrada grigio che le aveva quasi
investite qualche ora prima, un tizio coi capelli neri e una specie di
vestito nero addosso che si faceva aria con un ventaglio di pizzo, un
cosetto bianco con due occhi grossi come due palle da bowling che la
fissava come se fosse stata un raro esemplare di una qualche specie
protetta, un tizio robusto con dei capelli biondi molto simile a Winnie
Pooh…
Il
suo cervello collegò le immagini che aveva davanti con
quelle delle foto che si ritrovava sparse per tutto
l’appartamento prima ancora di visualizzare il resto del
quadretto. Giulia appiccicata al chitarrista dei Cinema Bizarre e Anna
sdraiata per terra spalmata sul cantante dei Tokio Hotel. E…
il coglione coi rasta, che ora aveva capito essere il chitarrista
gemello di quello attaccato ad Anna, che la fissava leccandosi le
labbra.
Doveva
avere un’espressione abbastanza sconvolta, perché
le sue due amiche si staccarono dai rispettivi ragazzi per venirle
incontro.
-
Elena? Tutto bene? -
Bill,
Tom, Georg, Gustav, Strify, Luminor, Shin, Kiro, Yu…
riassociò i nomi ai volti in una frazione di secondo, e
altrettanto velocemente le tornò alla mente ciò
che le aveva detto Anna a proposito della fama di SexGott di Tom. E
altrettanto velocemente si rese conto che in quel momento erano gli
unici che potessero aiutarle.
-
Ditemi che sto’ sognando…- mormorò.
Giulia
e Anna si guardarono.
-
Ehm, Ele… visto? Adesso possiamo farci accompagnare da loro,
no? - esordì Anna.
-
Dove dovete andare, bellezze? - domandò Yu appoggiandosi al
camper.
Giulia
disse il nome della città dove erano dirette.
-
Ma che coincidenza! - esclamò Tom - è la stessa
strada che dobbiamo prendere noi! - sorrise ad Anna - che ne dite se vi
accompagniamo? -
Gli
occhi della bionda si illuminarono come due lampadine:- CERTO!!!!! -
-
Ah no, io non vado da nessuna parte con quei quattro trogloditi! -
esclamò Giulia.
Yu
sorrise:- Non penso ce ne sarà bisogno. CASUALMENTE
è la stessa strada che dobbiamo fare anche noi! Tu puoi
venire con noi sul camper e la tua amica può stare con loro
in macchina se volete, visto che la vostra mi sembra un po’ a
terra…-
-
Sì, è un’idea fantastica!!!!!!! -
esclamarono all’unisono le due, ed entrambe si fiondarono a
prendere le loro valige per trasferirle nei rispettivi veicoli.
Nel
frattempo Elena non si era mossa di un millimetro.
Solo
quando Giulia si fu nuovamente attaccata a Yu e Giulia si fu sistemata
tra Bill e Tom che si ricordarono della presenza dell’amica.
-
Ehmm… Elena? A te non dispiace, vero? -
Invece
di rispondere, la mora prese a sbattere la testa contro la macchina:-
PERCHÉ TUTTE A ME? PERCHÉ?!?!?!?!? -
Anna
le mise una mano sulla spalla:- Elena, dai, non fare
così…-
-
NO!!!! NON DIRE NIENTE!!! NON AZZARDARTI A DIRE UNA PAROLA!!!!!!! - e
si diresse verso la loro macchina ormai ufficialmente morta. Quando
tornò aveva in mano il suo zaino e il suo borsone - E
ricordatevi che lo faccio solo perché siamo amiche! -
Le
altre due le si gettarono addosso, abbracciandola stretta.
Giulia
le sorrise:- Vieni con me? Dai, con i Cinema Bizarre ci si diverte di
più! -
-
Non è vero! - esclamò Anna - i Tokio Hotel sono
il massimo! Dai! -
-
Già tesoro, la tua amica bionda ha ragione! Siamo il
massimo, con noi ti puoi divertire! - Tom le sorrise e le
ammiccò maliziosamente.
Lei
lo guardò con sguardo di fuoco, poi aprì il
bagagliaio del fuoristrada e vi sistemò le sue cose, oltre
che quelle che le tre ragazze si erano portate per fare campeggio.
Il
rasta scoccò uno sguardo di vittoria a u, che per tutta
risposta strinse la presa sulla vita piatta di Giulia, che sorrise,
felice di quelle attenzioni.
Tom
si avvicinò ad Elena e le mise una mano sulla spalla:- Lo
sapeva che eri un’intenditric,e dolcezza -
Lei
si scrollò la sua mano di dosso e lo gelò con gli
occhi:- Vengo con voi solamente perché penso sia
più facile gestire quattro cretini piuttosto che cinque! -
salì sull’auto e si sistemò
sull’’ultima fila dei sedili posteriori.
Tom
rimase momentaneamente spiazzato, ma poi sorrise maligno e, sfregandosi
le mani, si buttò dentro la vettura.
Bill
guardò Anna attaccata al suo braccio, Giulia attaccata a Yu,
gli sguardi esasperati di Gustav e Shin che si strinsero la mano
comprensivi, Luminor che si limitava a salire sul camper scuotendo la
testa, Kiro che saltellava tutto contento di avere dei nuovi amici,
Georg che alzava gli occhi al cielo e Strify che non sembrava dare
segni di vita.
Sospirò:
sarebbe stato un lungo viaggio…
Sono
tornata!!! Eccomi con il nuovo capitolo! Posto sempre più
tardi di quanto vorrei, ma il fatto è che i capitoli mi
vengono lunghi e ci metto un po' a scriverli! In questo cap finalmente
mi sono decisa a farli incontrare, e sì, lo so, sono caduta
nel demenziale, ma vi assicuro che i prossimi li farò un po'
più seri, anche perchè, poveretti, li sto'
decisamente ridicolizzando!! ^^'
Passando ai ringraziamenti:
eleonor483:
Sì, la povera hostess credo abbia subito un forte trauma, e
vivrò con il peso di aver sconvolto una giovane vita! Ma
vabbè, non sarà l'unica a rimanere traumatizzata,
fidati!!
xxx_meggy:
Ecco qua, ho postato, visto? Però non avrei dovuto farlo,
visto che tu comunque non hai aggiornato!! Uffa, guarda che mi offendo,
eh?!?! Scherzi a parte, Kiro è sì, completamente
fuori di testa, ma ancora deve dare libero sfogo ai suoi istinti
distruttivi, così come Yu, e la povera Elena che
finirà per ammazzarmi visto che a quanto pare capitano tutte
a lei!! ;-) A proposito, sai che ti invidio da morire? A me i miei
genitori non vogliono mandarmi al concerto!!!!!! BUAAAAA!!!!!!! Ok, mi
ricompongo... comunque ora sono triste, quindi ho bisogno di essere
consolata, quindi POSTA VELOCEMENTE IL CAPITOLO!!!!!! Ah, grazie dei
complimenti e per le recensioni, che sono davvero fantastiche, danke!!!!
Shaka:
Anche tu hai rischiato la vita come Tom per entrare in un
McDonald's?!?!?! A me non è mai capitato (sarà
perchè io faccio le vacanze con i miei e non con gli amici,
e non è proprio la stessa cosa!) Sì, Strify
è proprio una prima donna, ma è adorabile anche
per questo, no?
tokiohotelina483:
Soddisfatta la tua curiosità? Spero di sì!
alice_chan:
Che bello, una nuova lettrice!! Sono felice che la storia ti piaccia,
grazie!! Non preoccuparti se fai confusione, io all'inizio pensavo che
Kiro fosse il cantante, Strify il batterista e Yu il pianista!!
Un ringraziamento speciale va a Marika,
che mi aiuta tantissimo a continuare la storia con tutte le sue idee
fuori di testa!!! Ma ci pensi, se gli capitasse davvero tutto quello
che proogettiamo io e te, a quest'ora si sarebbero già
suicidati tutti!!!! TVTRB
Ovviamente ringrazio quelli che leggono senza commentare, sono tanto
felice che seguiate questa storia in così tanti!!! ^_^
Alla prossima!!!!!
Midnight Tears
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Capitolo 4 *** Cap. 4 When you look me in the eyes ***
Cap.4
When you look me in the
eyes
-
Georg, ti prego, piantala, sto’ per mettermi a vomitare!! -
sbottò Gustav.
Da quando
si era sistemato al posto di guida, il bassista non aveva fatto altro
che fissare la macchina con occhi amorevoli, accarezzando il volante e
sussurrando paroline dolci esattamente come faceva prima Tom. Con la
sola differenza che Georg, in aggiunta a tutto il resto, si scusava
dispiaciuto con il veicolo ogni qual volta premeva
sull’acceleratore o sul freno.
- Oh,
piccola mi dispiace, non ti faccio male, vero? - domandò
Georg apprensivo proprio in quel momento, accarezzando il freno a mano.
Ovviamente,
constatò Gustav, non l’aveva nemmeno sentito.
Alzò
gli occhi al cielo, esasperato: perché diavolo si era messo
accanto a quel cretino?!?!?
“Beh”
si disse per consolarsi “almeno non seno quello messo
peggio!”
Infatti,
se il povero bassista meditava di dare una randellata in testa a Georg,
nei sedili dietro, una ragazza con degli stupendi occhi viola era a un
passo dal prendere una tal certa persona per l’orlo della
maglia extra-large, aprirgli lo stomaco, appenderlo per i rasta fuori
dal finestrino usando come corda anche il suo intestino fino a farlo
cuocere come un pollo, per poi scuoiarlo vivo, cucire insieme la pelle,
riempirla di imbottitura e usarla come sacco per i suoi allenamenti di
boxe, usare il cuore per giocare a tennis, lo stomaco come pallone da
calcio, il cervello (sempre che ce ne fosse uno) come materiale
combustibile per il camino e, per finire in bellezza, incorniciare la
testa e appenderla alla parete di casa con su scritto: “unico
esemplare di maiale incrociato con una scimmia nel laboratorio di
Frankestein”!
Nel caso
servissero spiegazioni, la ragazza in questione era Elena e il ragazzo
Tom, che si era lanciato sul sedile accanto al suo non appena lei era
salita in macchina, lasciando nel frattempo Bill nelle grinfie di Anna,
che si era arpionata al braccio del cantante con nessuna intenzione di
staccarsi prima del loro futuro matrimonio e una voglia sfrenata di
parlare.
Il
fuoristrada era molto grosso, ed era sistemato in questo modo:
c’erano i due sedili davanti (che più che sedili
sembravano poltrone), ovviamente per il guidatore e il passeggero, poi
dietro tre file di sedili da quattro, di cui l’ultima fila
era stata rimossa per far posto ai bagagli della comitiva, a cui ora si
erano aggiunte anche le due ragazze.
Nei
sedili dietro a Gustav si trovavano Bill e Anna, dietro di loro un Tom
al meglio delle sue capacità di seduttore e una Elena al
limite della sua capacità di sopportazione.
Stava
girata verso il finestrino, cercando di concentrarsi su qualunque cosa
non fosse la voce roca e volutamente maliziosa del rasta che stava
praticamente appiccicato al suo orecchio.
-Allora
baby, ti stai divertendo? -
Lei non
rispose, ma Tom non si diede per vinto.
Prese la
ciocca viola della ragazza tra le mani e prese a giocherellarci,
attorcigliandosela intorno ad un dito e tirando leggermente, scoprendo
l’orecchio della ragazza dal cui lobo pendeva un pendente a
forma di saetta (appropriato, no?). Avvicinò lentamente le
labbra alla cartilagine, poi prese a mordicchiare gentilmente il lobo
dove il gancetto dell’orecchino non riusciva a coprirlo.
- Sei uno
schianto, Elena - le soffiò nell’orecchio.
La
ragazza ebbe un fremito, ma non disse niente, continuò a
stare voltata verso il finestrino e a non guardarlo. Tom lo prese come
un incoraggiamento e continuò a stuzzicarla.
Soffiò
sulle ciocche corte che le ricadevano sul volto, che si spostarono
andando a lasciare libera la fronte, mentre con il naso solleticava la
guancia della ragazza.. Nel frattempo mise una mano sul suo braccio,
facendola scorrere lentamente prima sulla spalla e poi sul collo,
accarezzando la sua pelle liscia e vellutata. Sorrise lievemente prima
di scostarsi leggermente da lei, e il sorriso si allargò
quando si accorse che lei aveva chiuso gli occhi e i suoi muscoli si
erano rilassati. Lentamente le si avvicinò al collo,
stavolta con maggiore determinazione. Prima passò
le labbra sopra quella stupenda pelle color cannella, poi le schiuse,
tracciando scie umide e delicate, attorcigliandole in volute spirali,
mentre sentiva i brividi scorrere lungo il corpo della ragazza come
acqua che scorre sulla roccia in un fiume di montagna. Constatando
l’effetto che il tocco della sua lingua aveva su di lei, Tom
continuò a bagnarle la pelle, mentre con la mano andava a
stringere leggermente il mento tra il pollice e l’indice.
Esercitò
un leggera pressione, e, molto lentamente, Elena si girò
verso di lui, sempre tenendo gli occhi chiusi. Tom alzò il
capo verso di lei: erano faccia a faccia, vicinissimi.
Elena
schiuse gli occhi, fissandolo con espressione indecifrabile. Tom si
perse nella contemplazione di quegli stupendi occhi viola: gli
ricordavano due orchidee in fiore tanto aggraziata era la combinazione
tra il viola dell’iride e il bianco splendente della pupilla.
Lei gli si avvicinò con lentezza snervante, mentre il suo
odore lo inebriava, suscitando in lui un’attrazione fisica
come poche altre ragazze prima di lei, facendogli desiderare di baciare
quelle labbra morbide e ora leggermente aperte, che facevano
intravedere la lingua della ragazza.
Arrivarono
ad un soffio di distanza, mentre lei si leccava le labbra. Tom protese
la bocca, esultante. Ma…
Tom
sgranò gli occhi, emettendo un suono strozzato, mentre
sentiva il ginocchio di Elena colpirlo nelle parti basse.
- Se ci
provi di nuovo - gli sibilò lei - ti strappo la lingua a
morsi e poi ti metto le palle in bocca finché non soffochi,
chiaro? -
Spinse un
po’ di più il ginocchio, poi si voltò
di scatto e tornò a fissare fuori, come se non fosse
successo niente.
Tom si
portò le mani all’inguine, imprecando qualcosa tra
i denti.
- Wow,
vai così ragazza! -
L’esclamazione
di Georg unita all’applauso di Gustav diedero definitivamente
il colpo di grazia alla barriera che conteneva la rabbia di Tom.
- Ma
andate tutti e due a farvi fottere, brutti stronzi!! -
sbraitò infatti, cercando inutilmente di recuperare un
minimo di contegno, mentre tutti gli altri se la ridevano alla grande.
- Mi
dispiace Tom, mi sa che ti conviene lasciar perdere! -
Tom si
girò verso Anna, che aveva appena pronunciato quelle parole.
- Sai,
Elena se è di cattivo umore è davvero
intrattabile - continuò la bionda - e poi parte con dei
preconcetti. Ti conviene aspettare che abbia un po’ sbollito
la rabbia, o ti ritroverai ridotto peggio di una pallina antistress.
-
Incredibile Anna, le prime parole con un minimo di senso che ti sento
pronunciare oggi! - esclamò acida Elena.
Georg
rise ancora:- Se riesci a tenere testa a Tom e a non cedere alle sue
avance mi stai già simpatica, Elena! -
Lei si
girò verso di lui fulminandolo con lo sguardo:- Va bene,
carte in tavola. Sei stronzo come lui e ci stai provando anche tu con
me, per caso? -
Il
bassista sgranò gli occhi:- No, assolutamente no! Come ti
è venuta in mente una cosa del genere? -
- Beh,
visto che l’hai sopportato per non so quanti anni, devi
essere o stronzo come lui o avere una pazienza illimitata. Quale delle
due? -
Georg
scoppiò a ridere:- Direi la seconda. Accidenti, non puoi
paragonarmi a Tom! Io ho molta più classe di lui, sono molto
più bello, simpatico, intelligente…-
Elena,
suo malgrado, sorrise:- E anche più modesto, a quanto
sembra! -
Tutti
quanti risero, alla faccia di Tom che ancora stava piegato in due,
rosso in viso per la vergogna.
Bill
intanto cercava di muovere il braccio e ripristinare la circolazione
interrotta dalla presa di Anna, che non sembrava intenzionata a
staccarsi da lui tanto presto. La ragazza vedeva davanti a lei il
coronarsi di una meraviglioso sogno d’amore, innamorata
com’era di Bill, e non pensava minimamente che lui potesse
non ricambiarla!
Il
cantante fece scorrere lo sguardo sulla ragazza: bella, su questo
niente da ridire, bella come poche altre ragazze avesse visto fino a
quel momento, e ne aveva viste davvero tante! Sembrava una bambola, con
quella pelle d’avorio, quegli occhi blu come il cielo, quel
fisico perfetto, esile con lunghe gambe sottili da passerella, e, per
completare il quadro, capelli mossi color oro zecchino che le
ricadevano morbidi intorno al corpo. Bella sì,
ma… banale.
Era come
tutte le altre sue fan, niente di più niente di meno.
Simpatica, questo sì, ma si vedeva lontano un chilometro che
si aspettava da lui una dichiarazione di amore eterno entro le
ventiquattro ore e una proposta di matrimonio di lì a due
giorni!!
Per un
momento lo pervase una profonda tristezza: ma perché nessuna
ragazza riusciva a vedere oltre il suo nome?
Intanto
nel camper si svolgeva tutta un’altra scena.
-…e
quindi abbiamo deciso di venire in Australia!! -
Yu aveva
appena finito di spiegare a Giulia, seduta accanto a lui, per quale
motivo si trovassero lì, avendo cura nel frattempo di
stringerle la mano e accarezzarne il palmo con il pollice.
Appena la
ragazza era salita sul camper (ed era rimasta ad occhi aperti,
commentando che quello le sembrava più che altro una suite),
Yu le aveva proposto di sedersi accanto a lui, e ovviamente la ragazza
non ci aveva pensato due volte a rispondere di sì.
Così si erano sistemati sulle poltroncine dietro a quelle
del guidatore, e davanti a loro si erano messi Shin e Strify.
- Ehi,
Yu, e adesso chi guida? - aveva esclamato Shin rendendosi conto che ora
mancava l’autista, e tenendo conto del fatto che sicuramente
il chitarrista non si sarebbe staccato dalla ragazza tanto presto.
- Non, lo
so, fate guidare chi volete - aveva risposto lui con noncuranza.
Al che
Shin si era girato verso Strify, che fissava i due davanti a loro con
espressione indecifrabile:- Strify, che dici, chi guida? -
- Fa
guidare Kiro - aveva risposto lui, senza rendersi conto pienamente di
ciò che aveva detto.
Il
batterista era rimasto sbigottito, ma prima che potesse protestare, il
bassista si era sistemato al posto di guida con un sorriso a trentadue
denti, mentre Luminor annunciava al gruppo che lui si sarebbe messo al
posto del passeggero per controllare l’essere che guidava.
E ora
pagavano le conseguenze della decisione di Strify.
Kiro
riusciva a centrare ogni singola buca che incontrava sulla sua strada,
sbandando pericolosamente per cercare di evitarle e riuscendo ogni
volta a centrarle in pieno.
- Ehi,
Kiro, guarda che se giri il volante riesci ad evitarle meglio, sai? -
esclamò Shin vedendo come l’amico piegava tutto il
corpo verso sinistra, tentando di far prendere al mezzo quella
direzione e lasciando il volante praticamente immobile con le braccia
attaccate sopra.
Dal posto
di guida il piccolo bassista sbuffò:- Non è colpa
mia, è la macchina! -
Gli altri
rimasero per un secondo in silenzio, mentre Shin si spiaccicava la mano
sulla faccia.
Giulia
scoppiò a ridere e sorrise:- Kiro è davvero
adorabile! -
-
Sì, certo, adorabile come può esserlo una
sanguisuga! - mugugnò Yu, non contento del fatto che
l’attenzione della ragazza fosse stata attirata da un essere
privo di fascino e sex appeal, reclamando di nuovo lo sguardo di Giulia
su di sé.
- Allora,
che mi dici di te, Giulia? - domandò fissandola con uno dei
suoi sguardi magnetici.
Lei
restò qualche istante in silenzio, persa nella muta
contemplazione del ragazzo che aveva sognato per così tanto
tempo e che ora le stava davanti in carne ed ossa.
-
Ehmm… ecco, sì, scusa! - esclamò
vedendo l’espressione maliziosa e soddisfatta di Yu
- stavo pensando ad una cosa. Comunque, cosa vuoi sapere? -
Lui fece
spallucce:- Ma, da dove vieni, quanti anni hai, dove vivi…-
- Beh, ho
diciotto anni e vivo da poco a Berlino con Elena ed Anna. Siamo
italiane ma ci siamo trasferite per fare lì
l’ultimo anno di superiori, poi vogliamo andare
all’università. Io voglio studiare lingue, mi
è sempre piaciuta come materia, e…-
Giulia
seguitò a raccontare della sua vita, parlando poi della sua
passione per la loro musica, ignara del fatto che un paio di occhi la
stavano fissando in modo molto intenso…
Strify
fissava la ragazza che gli stava di fronte, gustando ogni particolare
della sua stupenda immagine che finalmente riusciva a vedere per
intero, assaporandone ogni dettaglio come miele sulla lingua.
Fece
scorrere lo sguardo sul fisico magro, sui pantaloni neri a pinocchietto
che le fasciavano le gambe e sulla canotta viola, le cui spalline
trattenevano l’indumento dallo scivolare giù,
lungo la sua vita sottile. Mentre parlava Giulia gesticolava, alzando
le mani in aria per tracciare cerchi immaginari, mostrando le unghie
corte smaltate e le mani lunghe e affusolate. I ricci ribelli la
avvolgevano fino a metà schiena, andando a nascondere la
pelle abbronzata delle spalle. Ogni tanto una ciocca ostica
più delle altre andava a coprirle il volto e lei ogni volta
vi passava in mezzo una mano, rimettendo la ciocca al proprio posto e
permettendogli di vedere quel viso stupendo e quelle labbra piene e
dolci così simili ad una fragola matura.
Ad un
tratto la ragazza si girò verso di lui, piantando gli occhi,
più lucenti di due smeraldi, nei suoi, sgranandoli con
un’espressione sorpresa. Dopo qualche istante la ragazza
corrugò le sopracciglia, facendo un cenno con la testa e
schiudendo leggermente le labbra in un espressione di attesa, come
se… si aspettasse una risposta da lui.
- Ehi
Strify, ci sei? -
La mano
di Shin andò a coprirgli la visuale, permettendo a quei
pochi neuroni che gli erano rimasti di respirare e di riconnettersi con
il resto dell’ambiente.
- Come?
Oh, sì, certo, hai ragione Yu - esclamò,
ignorando completamente ciò che gli aveva chiesto
l’amico.
Shin
accanto a lui sgranò gli occhi, mentre Yu lo fissava
soffocando una risata.
Oddio,
che aveva detto?
-
Davvero? - la dolce voce della ragazza lo fece girare immediatamente
verso di lei. Giulia aveva gli occhi sgranati e lo fissavano con
un’espressione… delusa…
sconcertata… triste?
Yu ne
approfittò per metterle una mano sulla spalla:- Eh, te
l’avevo detto, no? -
-
Ma… Strify, dicevi sul serio? - chiese Shin sconcertato.
-
Ehmm…- il cantante si agitò nervosamente sulla
sedia.
“Ecco,
e adesso? Cazzo, qualcuno mi dica cosa ho detto!!!!!”
- Sai,
non pensavo…- esclamò Giulia - cioè,
non mi sembravi il tipo, ecco…-
Lui la
fissò a disagio:- Ehm… in che senso? -
-
Beh… non pensavo potesse piacerti una come Elena, ecco! -
“COSA?!?!?!?”
- Quando
Yu ha detto che ci volevi provare con Elena e che per questo gli avevi
chiesto di domandarmi qualcosa su di lei, non pensavo fosse
vero…- disse Giulia abbassando lo sguardo.
“OH
MEIN GOTT!!”
- NO!!
Assolutamente no, cioè, io…- Strify annaspava,
cercando le parole per spiegare.
Accidenti,
cosa poteva dirle? ‘No, guarda, la tua amica non mi piace
proprio, in realtà mi basta sentire la tua voce per andare
in trance, e tra l’altro se non smetti di stare
così attaccata a Yu finirò per commettere un
omicidio!’
Questo
avrebbe voluto dirle, ma ovviamente…
- No, mi
sono sbagliato, ciò, a me non interessano…-
- Le
ragazze? - suggerì Yu con un ghigno.
-
Sì! - solo dopo aver visto l’espressione incredula
di Giulia e l’espressione soddisfatto di Yu il suo
cervello gli recapitò ciò che aveva appena detto.
- Sei
gay? - chiese Giulia basita.
- NO!!! -
strillò ad un volume decisamente troppo alto che
suonò quindi come una conferma -no, proprio per niente!!
Volevo solo dire che, ecco, che la tua amica non mi interessa, a me
piace un’altra…-
Ancora
una volta si rese conto di cosa aveva detto solamente quando vide
l’espressione sorpresa di Yu e Shin che lo fissavano.
Giulia
sembrava sollevata, anche se sempre più confusa:-
Un’altra? E chi sarebbe? -
-
Ehmm…-
Yu
spostò lo sguardo da Giulia a Strify, e vedendo
l’espressione con cui quest’ultimo la fissava,
capì a chi si riferisse l’amico.
Quando
Strify vide lo sguardo di Yu e capì che aveva capito,
chiedendosi cosa avrebbe fatto per tirarsi fuori da quella situazione,
per la prima volta nella sua vita l’imbranataggine di Kiro si
rivelò utile a qualcosa.
Infatti,
mentre guidava con un’espressione concentrata che su di lui
risultava esilarante, un qualcosa di nero gli attraversò la
strada, facendolo urlare e inchiodare di colpo.
Presa
alla sprovvista, Giulia finì scaraventata in avanti, proprio
verso Strify.
“Eh,
no, addosso a Strify no!!!” sobbalzò Yu, che non
intendeva assolutamente cedere la ragazza al cantante. Così
scattò con le braccia in avanti, trattenendola infilando le
dita nei passanti posteriori dei suoi jeans, facendola sbilanciare
solamente col busto. Giulia tese le mani in avanti, e Strify la
afferrò prontamente, trattenendola per i gomiti.
I capelli
ricci di Giulia si riversarono sul volto di Strify, inondandolo con un
profumo dolcissimo di pesca e pulito, facendogli girare la testa. La
ragazza alzò lo sguardo verso di lui e le loro labbra si
sfiorarono, mentre, occhi negli occhi, entrambi arrossivano fino alla
punta dei capelli.
In quei
pochi istanti, il ragazzo rimase estasiato nel rimirare Giulia,
rimanendo impietrito e totalmente ammaliato dalla sua bellezza. Si
perse in quegli stupendi occhi color smeraldo, soffermandosi su ogni
minima sfumatura. Come tante piccole schegge di legno incastonate in
due gemme rarissime, migliaia di sfaccettature marroni adornavano
quegli occhi bellissimi, scavando nella sua mente, infilandosi in ogni
angolo e stampando in modo indelebile quel accostamento di colori
così bello e stupendo dentro di lui, marchiandolo a fuoco.
Strify
strinse Giulia con tutte le forze che aveva, come a impedirle di
partire per un lungo viaggio che l’avrebbe portata lontano da
lui. E, in effetti, era proprio questo che voleva: tenerla vicino a
lui, stringerla tra le sue braccia, averla accanto a sé per
sempre. Era geloso e affascinato da tanta bellezza. Come fosse stata
una creatura rara, avrebbe voluto chiuderla da qualche parte e gettare
via la chiave, in modo da non dover essere più costretta a
dividerla col mondo, che non meritava di essere illuminata da una
bellezza più potente e sfolgorante del sole, una bellezza
indegna perfino di una dea.
Intanto,
inconsapevole del fatto che Strify stesse provando le sue stesse
identiche emozioni, Giulia fissava con una fitta dolorosa quel volto
stupendo e quegli occhi chiari, mentre un pugnale le si piantava nel
cuore. Era stupendo. Era il suo sogno.
Ma amava
un’altra.
Proprio
quando credeva di essere arrivata al limite della sopportazione, Yu la
tirò indietro, facendola ricadere sul sedile accanto al suo.
- Ti sei
fatta male? - le chiese apprensivo.
Lei
rimase un attimo in silenzio, stordita da quelle emozioni troppo forti
per il suo cuore così giovane e inesperto, mentre la pelle
dove Strify l’aveva toccata sembrava prendere fuoco,
bruciando in modo insopportabile.
-
Sì - rispose, riprendendosi immediatamente - sì,
sto’ bene -
Ma un
tremitio nella voce della ragazza fece capire che in realtà
dentro di lei una marea di emozioni diverse si stavano abbattendo nel
suo cuore come onde che si infrangono su di uno scoglio, lasciandola
confusa e disorientata.
Ok, premetto
subito che in realtà questo era un capitolo molto
più lungo, che tra l'altro non ho ancora finito di scrivere,
ma che poi ho deciso di spezzare a metà. L'ho fatto
soprattutto perchè questo è un pezzo molto dolce,
mentre quello che viene dopo è di puro delirio, e ho pensato
che il 4 capitolo poteva finire anche così, almeno poteva
postare prima mettendo fine alle vostre sofferenze (o facendovi
soffrire anche di più, voi che dite?!?!? ^_-).
Ora, come al solito, i ringraziamenti:
alice_chan:
grazie, sono contenta che la storia risulti coinvolgente e divertente!
Sì, Luminor con quel suo ventaglio mi far morire dal ridere,
e visto che è diametralmente opposto a Kiro è
troppo divertente vederli in accoppiata!!
eleonor483:
Sì, probabilmente Shin e Gustav sono i più
normali, ecco perchè vanno d'accordo! Grazie per i
complimenti!!
xxx_meggy:
Ora che hai postato l'ho fatto anch'io per restituirti il favore!! Ehi,
ma io e te facciamo a gara a chi fa le recensioni più belle
per caso?!?!? Beh, finora sei in netto vantaggio tu, decisamente!! ^^
Aspetto un tuo commento, mi raccomando!! TVTTB
Elengel483:
Davvero Elena ti assomiglia? Wow, ti prego non arrabbiarti con me per
tutto quello che le capita, eh? ;-) A proposito, ho letto la tua
storia, e mi è piaciuta davvero molto!! Complimenti, e
grazie per la recensione!!
shaka:
Tu sei malvagia!!!!! Ma lo sai che vedere la tua foto con i CB mi ha
mandato in paranoia? Insomma possibile che i miei non mi mandino
nemmeno al loro concerto, al contrario di tutti quelli che
conosco?!?!?! UFFAAAA!!!!!!! Comunque, adoro le tue recensioni, sono
quelle che prefersico, sul serio!! Inoltre i racconti dei tuoi viaggi
mi fanno morire dal ridere!! Vorrei tanto anch'io fare un viaggio con i
miei amici, ma i miei ancora non sono d'accordo (be, forse 14 anni sono
un po' pochini in effetti...). Continua a recensire, ci tengo molto al
tuo parere!! :-*
tokiohotelina483:
Eccomi, scusa per l'attesa!! Spero vorrai leggere comunque, grazie!!!
Alexgirl &
martinaTH4e: AAAAHHH, che bello, due nuove lettrici!!!
Grazie a tutte e due per i complimeti, ditemi se vi piace anche questo
cap!!!
E ultima ma non meno inmportante (anzi, direi la più
importante) Marika,
che è praticamente la mia fonte di ispirazione per questa
Fic. Ti adoro, sono tanto felice di averti come amica!! ^_^ TVUKDB
Come al solito ringrazio anche chi legge senza commentare e quelle
tante che hanno messo la storia nei preferiti. Vi adoro tutte, dalla
prima all'ultima!!! Aspetto vostri commenti, mi raccomando!
Alla prossima!
Midnight Tears
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Capitolo 5 *** Cap. 5 Would you mind if I killed you? ***
Cap.5
Would
you mind if I killed you?
- Yu, che cosa
stai facendo? -
Giulia
guardava l’opera del chitarrista, che, non appena si era
ripresa dallo shock di poco prima, aveva preso la cintura di sicurezza
e, senza dire una parola, l’aveva avvolta intorno a lei in
modo così elaborato e intricato da farla sembrare una
pluriomicida estremamente pericolosa condannata a morte che ha appena
tentato la fuga.
In
risposta, Yu sfoderò un sorriso a trentadue denti,
sistemandosi meglio sul sedile e passandole un braccio intorno alle
spalle:- E’ solo per essere sicuro che tu non CADA di nuovo e
ti faccia male! - di sfuggita lanciò un’occhiata
trionfante a Strify, che nel frattempo lanciava lampi dagli occhi e
digrignava i denti. Yu sorrise ancora di più e strinse
ulteriormente la cinta intorno al corpo immobilizzato della povera
Giulia.
-
Così non riesco a respirare! - esalò la poveretta
mentre l’aria defluiva dai polmoni diventati improvvisamente
troppo stretti.
Il
chitarrista e il cantante, però, la ignorarono bellamente,
troppo occupati a uccidersi con lo sguardo a vicenda.
-
Ragazzi…- Shin, vedendo che Giulia non riusciva a inglobare
aria nei polmoni, cercò di attirare la loro attenzione.
-
Ragazzi…-
- Dai
Strify, visto che a te piace ELENA, perché non vai
nell’altra macchina invece di restare qui ad inquinare
l’aria? -
Strify
strinse i pugni e ghignò:- L’unica cosa che
inquina l’aria qui dentro sono le esalazione del tuo cervello
che brucia che ti escono dalla bocca! -
Vedendo
Giulia che batteva i piedi cercando di attirare la loro attenzione,
boccheggiando alla ricerca di aria mentre il sangue le defluiva dal
volto, Shin si schiarì la voce:- Ragazzi…-
Ma gli
altri due continuavano a lanciarsi frecciatine acide e insulti, alzando
mano a mano la voce, ignorando il fatto che l’oggetto della
disputa stesse lentamente soffocando a pochi centimetri da loro.
-
Ragazzi…-
Strify e
Yu si voltarono contemporaneamente verso di lui:- STA’ ZITTO,
SHIN!!!!!!!!!! –
L’onda
d’urto causata da quell’urlo formato stereo fece
letteralmente sprofondare il batterista nel
sedile.
Il
poveretto non sapeva più cosa fare: Giulia stava soffocando,
in quel momento aveva assunto un’inquietante colorazione blu
cianotico, ma lui non poteva andare ad aiutarla perché gli
altri due creavano con i loro corpi, ben più muscolosi del
suo, un muro invalicabile, mentre mulinavano per aria le braccia
rischiando di accecarlo ed emettendo urla spacca timpani. Non poteva
competere con Strify e Yu, ma non poteva nemmeno lasciar morire Giulia!
Esasperato,
fece l’unica cosa che il suo cervello troppo stressato
riuscì a suggerirgli di fare: chiamò rinforzi.
Scattò
in piedi e si precipitò verso gli altri due membri del
gruppo davanti.
-
LUMINOR!!! - urlò come un guerriero gravemente ferito di
ritorno da un campo di battaglia su cui infuria una lotta troppo
sanguinosa e cruda per essere combattuta, chiamando a gran voce
l’unico che potesse aiutarlo a salvare la povera ragazza che
stava soffocando e la propria sanità mentale che a furia di
frequentare Strify, Yu e Kiro stava progressivamente andando a farsi
benedire.
Il
pianista alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo:- Che
c’è, Shin? -
- Devi
aiutarmi, Lumi! -
Luminor
inarcò un sopracciglio sentendo le urla provenienti dal
centro del camper, alzando gli occhi al cielo:- Ho da fare - disse alla
fine - devo controllare l’essere che guida, a meno che tu non
voglia farci morire tutti quanti - fece un cenno con il capo verso
Kiro, che fissava rapito le cifre dei numeri che segnavano la
velocità cambiare a seconda di come lui premeva
l’acceleratore, senza badare minimamente alla strada, che
fortunatamente era dritta come un righello - Sbrigatela tu con i due
selvaggi -
- Ma
Luminor, ho un problema davvero serio! -
-
Lumiiii, cos’è questo pedale qua sotto? -
domandò proprio in quel momento il bassista indicando il
freno.
Shin
fissò l’amico esterrefatto, mentre nella cabina di
guida piombava il silenzio.
-
Anch’io ho un grosso problema, Shin - disse serafico Luminor
- Quello è il freno, essere, serve per far andare
più piano la macchina -
Kiro
annuì, cominciando a premere alternativamente il freno e
l’acceleratore, così che la macchina
cominciò a procedere a singhiozzo.
Luminor
alzò gli occhi al cielo, poi si avvicinò a Kiro,
spiegandogli come andavano usati il freno e l’acceleratore, e
dopo un po’ la macchina riprese la sua andatura normale.
- Come ti
dicevo - esclamò Luminor sedendosi di nuovo e aprendo il
libro - ho anch’io un grosso problema -
Shin
scosse la testa:- No, non capisci! Non è per me,
è per Giulia! Sta soffocando e io non riesco a liberarla! -
Luminor
sgranò gli occhi:- Come? Ma non era per lei che stavano
litigando? –
-
Sì, ma sono talmente impegnati a lanciarsi insulti che non
si sono accorti che lei sta’ soffocando, e io non riesco ad
avvicinarmi abbastanza per slegarla dal sedile dove Yu l’ha
legata!-
Il
pianista chiuse di scatto il libro, sbattendolo con tanta forza e in
modo tanto improvviso che Shin fece un salto all’indietro. In
un modo inquietantemente simile a quello della bambina assatanata di
The Ring, Luminor si alzò lentamente dal sedile con le
fiamme negli occhi.
- Stanno.
Uccidendo. Una. Povera. Ragazza. Innocente?!?!? -
Senza
aspettare risposta, partì a passo di carica verso dove si
trovavano gli altri, lasciando il povero Kiro a vedersela da solo con
il volante che ancora non voleva saperne di piegarsi nella giusta
direzione.
Strify e
Yu si stavano ancora urlando addosso a vicenda, roteando le braccia per
aria e pestando i piedi per terra come bambini piccoli, mentre Giulia
si agitava sul sedile, per quanto le fosse possibile così
bardata com’era, con la pelle di un’inquietante
colorazione blu cianotica, cercando inutilmente di attirare
l’attenzione degli altri due.
Vedendo
quella scena, l’istinto represso da supereroe di Luminor (che
da piccolo aveva sempre desiderato diventare come Spiderman, ma poi si
era dovuto arrendere quando aveva constato che di ragni radioattivi non
ce ne erano, almeno in Germania, e che era molto improbabile che
avvenisse un qualche miracolo che lo trasformasse in un uomo volante o
super forte) prese il sopravvento, irrompendo con tutta la sua maestosa
forza.
Con
lentezza inquietante, Luminor si rimboccò le maniche, si
sistemò i capelli, diede una ripassata al make-up, si
assicurò di essere in ordine, e, con le fiamme negli occhi,
si diresse verso il primo salvataggio di quella che, ne era sicuro,
sarebbe stata una lunga e gloriosa carriera di supereroe (i sogni sono
duri a morire…).
Strify e
Yu stavano ancora strillando, puntandosi le dita addosso a vicenda.
Luminor
afferrò di scatto le mani di entrambi, torcendogli i polsi
all’indietro.
-
AAAAAAAHHHH!!!!!!!!!!!!!! LUMINOR!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Insensibile
alle urla di protesta dei due, il Dio Lumi piegò le braccia
di entrambi dietro alla schiena, costringendoli ad inginocchiarsi a
terra agonizzanti di dolore, spostandoli poi di lato con un calcio,
facendoli rotolare come birilli. Poi si avvicinò alla
fanciulla in pericolo, e con un solo gesto della mano
strappò via le catene che la imprigionavano
(cioè, con un solo gesto della mano sganciò la
cintura avvinghiata intorno al corpo di Giulia come un rampicante),
lasciando che l’aria riempisse i suoi poveri polmoni in
astinenza.
Giulia,
che oramai si era rassegnata a morire, soffocata da una cintura troppo
stretta mentre i due ragazzi più fighi del mondo litigavano
per lei (cosa che in un altro frangente non le sarebbe certamente
dispiaciuta, ma che in quella determinata situazione le stava
risultando potenzialmente mortale), vide Luminor piombare su di lei e
salvarle la vita come un dio sceso dal cielo.
-
Luminor…- biascicò quando si fu ripresa -
grazie…-
Il
pianista scosse teatralmente la lunga massa di capelli neri,
omaggiandola con uno dei suoi rari sorrisi:- Ma figurati, non
c’è di che. E poi, devi ringraziare Shin che mi
è venuto a chiamare! -
-
SHIN!!!!!!! -
Giulia si
lanciò verso il batterista, passando sopra a Yu e usando lo
stomaco di Strify come trampolino di lancio (non che ci avesse fatto
apposto, eh, ma non li aveva proprio visti… XD)
- Shin,
mi hai salvato la vita!! -
Shin la
strinse a sé e sorrise:- Ma ti pare…-
Luminor
guardò soddisfatto la scena, poi i suoi occhi si puntarono
su Strify e Yu, che si erano appena rimessi in piedi.
- Voi
due! Non provate più a metterla in pericolo, chiaro? -
Loro due
annuirono.
-
Sì Lumi, promettiamo di fare i bravi! - esclamò
Yu con la faccia da bravo bambino.
Luminor
incarcò il sopracciglio:- Guardo che lo vedo che tieni le
dita incrociate dietro la schiena! -
-
Ehmm…-
-
Comunque, vedi di non fare come al tuo solito e di approfittarti di lei
facendo leva sul fatto che ci adora, chiaro? -
Il
chitarrista sgranò gli occhi:- Lumi, ma per chi mi hai
preso? - domandò con aria indignata.
Il
pianista sospirò, poi si voltò verso Strify:-
Posso contare almeno su di te? -
Strify
annuì:- Sì, non ti preoccupare, Lumi -
Confidando
nel fatto che prima di allora Strify non si era mai comportato in quel
modo solamente per una ragazza, e che aveva decisamente più
sale in zucca di Yu, Luminor si poté ritenere soddisfatto
del risultato raggiunto.
Sorrise:-
Tutto è bene quel che finisce bene! -
-
LUMI!!!!!!!!!!! C’E’ UN CANGURO CHE MI
INSEGUEEEEE!!!!!!!!!!!!!! -
Il
sorriso si congelò sul volto di Luminor, e tutti si
voltarono preoccupati verso Kiro.
- O forse
no…- mormorò Shin.
Intanto,
nel fuoristrada, la situazione stava pericolosamente degenerando.
- E come
deve essere la ragazza dei tuoi sogni? -
Attaccata
a Bill come una sanguisuga, Anna sbatté i grandi occhi
azzurri, stringendosi ancora di più al braccio del ragazzo e
intrecciando una gamba con la sua.
-
Ehmm…- gli occhi del cantante saettavano da una parte
all’altra della vettura, cercando una via di fuga, ma dovette
constatare che nessuno in quel momento sembrava preoccuparsi di lui.
Georg
guidava, e aveva impegnato Gustav in un’accesa discussione
sulle auto da corsa, ma anche volendo il batterista avrebbe potuto fare
ben poco per aiutarlo.
L’unica
che forse avrebbe potuto salvarlo da quell’interrogatorio di
terzo grado si trovava esattamente alle sue spalle, ma era troppo
impegnata a fissare con espressione arcigna il paesaggio che scorreva
dietro il finestrino, cercando di ignorare Tom che non sembrava
minimamente intenzionato a darsi per vinto, e continuava imperterrito a
provarci con lei, per potergli dare una mano.
Non
sapendo che fare, decise che il modo più saggio per
sbrigliarsi da quella situazione era descrivere una ragazza che non
avesse niente a che fare con Anna, cercando quindi di farle capire, nel
modo più indiretto e delicato possibile, che non era
interessato a lei.
-
Ehmm… dunque… lei…-
Anna si
protese verso di lui:- Sììì? -
Bill
sgranò gli occhi, a disagio:- Allora… deve
essere… non troppo alta -
- Ah-ah -
- Poi
deve avere la pelle… color cannella -
-
Sì -
- E i
capelli neri -
-
Sì -
- Con
delle belle curve…-
- Mhh -
- E deve
essere molto determinata, con una forte volontà -
-
Sì -
- Deve
essere onesta. -
- Ah-ah -
- Anche
un po’ acida -
- E poi?
- domandò lei avvicinandosi sempre di più.
E che
cavolo, Anna non c’entrava assolutamente niente con quella
descrizione, perché continuava ad insistere?!?!? Lui mica
pensava a lei, si riferiva a… a…
“Oddio”
Quasi gli
prese un infarto quando di rese conto che aveva descritto esattamente
la mora dietro di lui. Lanciò un’occhiata di
sbieco ad Elena, inorridendo di fronte all’evidenza dei fatti.
Anna
sbatté di nuovo le ciglia:- E gli occhi? -
- Gli
occhi devono essere vi…- si fermò giusto in
tempo, rendendosi conto che dicendo che la ragazza dei suoi sogni aveva
gli occhi viola, Anna, ammesso e non concesso che lo stesse veramente
ascoltando, non ci avrebbe messo molto a mettere insieme i pezzi di
quella descrizione e ricondurli ad Elena.
-…verdi
- esalò alla fine.
- Ho
capito - mormorò lei.
“Grazie
a Dio!” Bill tirò un sospiro di sollievo.
- Bill,
tu credi nell’amore? -
“E
questa da dove l’ha tirata fuori?!?!?” -
Ehmm… sì, certo -
- E non
pensi che l’amore debba essere una cosa che va oltre
l’aspetto fisico? -
“Aiuto”
- Beh… sì -
- Anche
io. Sai, sono convinta che sia il carattere di una persona,
più che l’aspetto fisico, a farci innamorare di
lei -
- Ah -
“Sento puzza di guai…”
- Ecco
perché io cerco sempre di vedere oltre le apparenze, oltre
l’aspetto fisico di una persona -
“Avrà
capito che non mi piace?”
Bill
sperava con tutto se stesso che fosse così.
Anna
posò la propria mano sulla sua.
- Ed
è per questo che tu mi piaci così tanto -
“O
no…”
La bionda
si strinse a lui:- Dal primo momento in cui ti ho visto, l’ho
sentito, ho capito che eri il ragazzo giusto per me -
“E
fortuna che sei una che guarda oltre le apparenze!”
- Appena
ho incrociato il tuo sguardo, è stato come se ti conoscessi
da sempre…-
“MI
CONOSCI SOLO DA DUE ORE, E SE MI CONOSCESSI DAVVERO CAPIRESTI CHE
L’INTERESSE NON
E’ RECIPROCO!!!!!!”
Quanto
avrebbe voluto urlarle quelle parole!
In quel
momento Anna si protese verso di lui, avvicinandosi pericolosamente
alla sua bocca, schiudendo le labbra…
“Oddio…”
Would yu mind if I killed you?
Would you mind if I
tried to
Cause you have turned
into my worst enemy?
Decisamente
le parole di What
Have you done dei Within
Temptation, uno dei suoi gruppi preferiti, esprimevano
meravigliosamente bene quello che Elena pensava in quel momento nei
confronti di Tom, con l’unica differenza che nella canzone
quelle parole erano cantate con dolore, mentre lei al massimo avrebbe
potuto pronunciarle con una risata sadica mentre strozzava quel coso
con un Mocho Vileda in testa.
Neanche
la musica sparata a tutto volume dell’iPod riuscivano a
fermare le parole di Tom, che continuava imperterrito a cercare di
sedurla.
“I
casi sono due” rifletté Elena “o
è un emerito coglione e non capisce assolutamente un cazzo
neanche dopo che ho tentato di castrarlo, oppure lo capisce fin troppo
bene ma la cosa lo eccita ancora di più perché
è un sadico masochista che ama farsi del male”
La prima
gli sembrava decisamente la più probabile.
-
Com’è il tuo tipo ideale? - le chiese Tom.
“Non
te lo dico nemmeno se muori”
- Allora?
-
- Di
certo non come te - rispose lapidaria.
Tom
sfoderò il suo sorrise sbieco che mandava in delirio tutte
le ragazze che incontrava:- Intendi dire “non un
incredibilmente figo, stupendo, simpatico, stratosferico, con un fisico
da infarto, dio del sesso come me”? -
- No,
intendevo dire, “non uno stronzo, borioso, ninfomane,
bastardo, rompicoglioni, idiota, pallone gonfiato come te” -
esclamò Elena esasperata voltandosi verso di lui.
Tom
approfittò di quel movimento per premere il proprio corpo
contro il suo, bloccandole i polsi contro il finestrino e piantandole
un ginocchio nello stomaco, portando il viso a pochi centimetri da
quello di lei.
Lei
sgranò gli occhi e tentò di liberarsi, ma dovette
riconoscere che Tom aveva decisamente più forza in corpo di
quanto non sembrasse ad una prima occhiata.
Vedendo
il suo sguardo spiazzato, Tom sogghignò:- Vado
anch’io in palestra, sai? -
Elena si
riprese subito, e inarcò le sopracciglia:- Sì,
l’ho notato -
Il
chitarrista le si avvicinò ancora di più:-
Però preferisco un altro tipo di esercizio…-
- Quale,
quello per i muscoli del cervello, ammesso e non concesse che tu ne
abbia uno e che quel poco che hai sia utilizzabile? -
Tom la
fissò con malizia:- No, intendevo l’esercizio da
camera…-
- Beh,
non con me tesoro, non pensarci nemmeno! -
- Non ti
ho chiesto se eri d’accordo o no…-
Lei
sorrise sarcastica:- E cosa intendi fare? Legarmi al letto e
violentarmi? -
Tom si
leccò le labbra - Non mi tentare…-
“Ma
questo è un pervertito!”
Diede uno
scossone con il braccio, ma la presa di Tom sui suoi polsi era salda, e
non riuscì a liberarsi di lui.
Ok,
così non andava bene, non andava affatto bene!!
Si
voltò verso Bill, sperando che almeno lui potesse far
ragionare il gemello, ma il poveraccio si trovava in una situazione
altrettanto critica: Anna si era avvinghiata a lui come una piovra, e
gli stava dicendo qualcosa, progressivamente alla sua bocca. Bill, di
riflesso, indietreggiava sempre di più, finché
non si ritrovò appiccicato al finestrino.
In quel
momento, Tom si strinse ancora di più addosso a lei,
affondando il volto nei suoi capelli e respirando profondamente.
- Adoro
il tuo odore…- mormorò lui con voce roca.
- Buon
per te. È Moschino, se vuoi puoi andartelo a comprare -
Lui
sorrise:- Preferisco sentirlo sulla tua pelle
Lei si
morse le labbra, dicendosi che commettere un omicidio poteva rivelarsi
molto compromettente per la sua futura carriera di giudice…
- Che ne
dici se adesso facciamo un gioco, bambola? -
…ma
che in fin dei conti in quel caso ne sarebbe valsa decisamente la pena!
- Che ne
dici se adesso ti spacco la faccia, come avrei dovuto fare
già da un pezzo, bastardo?
Tom non
rispose, si limitò strusciare il naso contro il suo collo,
facendole venire una gran voglia di spaccare il vetro e buttarlo
giù dall’auto in corsa.
- Mhhh -
mugolò il ragazzo - mi piace un sacco come profuma la tua
pelle -
- Sei
ripetitivo - commentò Elena acida - cambia battuta -
- Che ne
dici se cominciamo a darci dentro? -
Lei lo
fulminò con lo sguardo:- Dico che non ci penso nemmeno -
Tom
sogghignò:- E a me non interessa -
Elena
sgranò gli occhi mentre Tom si avvicinava sempre di
più a lei.
“Ah
no, non pensarci nemmeno!!!”
Presa dal
panico, fece l’unica cosa che poteva fare in una situazione
del genere: portò la testa all’indietro e diede
una capocciata in faccia a Tom.
Proprio
quando le labbra di Anna stavano per unirsi con le sue, Bill
girò la testa di lato, e quello che vide lo
lasciò sconvolto: Tom aveva bloccato Elena, le teneva i
polsi inchiodati al finestrino, un ginocchio nello stomaco e si
avvicinava a lei con gli occhi chiusi, con la chiara intenzione di
baciarla. Ancora più chiaro era cosa pensava Elena in
proposito, ma non cosa avesse intenzione di fare.
Sotto lo
sguardo sconvolta di Bill, Elena portò indietro la testa,
poi diede una capocciata a Tom dritta dritta sulla faccia.
Tom
lanciò un urlo agghiacciante, facendo sbandare Georg e
girare sia Gustav che Anna, mentre il fratello portava le mani sulla
faccia, gemendo.
Ritrovatasi
improvvisamente libera, Elena ne approfittò per dare un
altro calcio a Tom nello stomaco, facendolo accasciare sul sedile, poi
si voltò verso di loro.
“E
adesso che vuole fare?”
Con un
balzo, Elena scavalcò il sedile, afferrò Anna e
la scaraventò letteralmente al suo posto, accanto a Tom.
- Ehi!! -
esclamò la bionda, indignata.
- NON
DIRE UNA PAROLA!!!!!!!! TU ORA STAI LI’ DIETRO CON IL MANIACO
SESSUALE E TE LA VEDI DA SOLA, EVITANDO DI ROMPERMI LE PALLE,
CHIAROOOOOOO?!?!?!? -
Di fronte
all’espressione furibonda di Elena, Anna si fece piccola
piccola.
- Ma Ele,
io volevo stare con Bill…- piagnucolò la ragazza.
- NON ME
NE FREGA UN FICO SECCO!!!!!!! -
Detto
questo, si voltò verso Georg e Gustav, che si stavano
trattenendo dallo scoppiare a ridere.
Li
guardò entrambi, poi sbuffò:- Potete anche
ridere, mica mi offendo…-
Entrambi
scoppiarono a ridere, rotolando sui sedili e tenendosi la pancia con la
mano.
- Elena,
sei un mito!!! - esclamò Georg tra una risata e
l’altra.
Anche
Bill sorrise, ma poi vide il volante.
Vuoto.
Senza
nessuno che lo governasse.
-
GEORG!!!!!!!!!!!! - urlò - LA STRADAAAAAAA!!!!!!! -
In quel
momento il bassista sembrò ricordarsi di cosa doveva fare e
impugnò fulmineamente il volante, riprendendo il controllo
della vettura.
In quel
momento, Elena si ricordò di avere accanto il gemello del
pervertito, che, per quanto non sembrasse affatto idiota come il
fratello, poteva sempre essere peggio di lui.
- TU!!!!!
- esclamò voltandosi verso Bill, facendogli fare un salto
sul sedile - Sei anche tu un pervertito? -
- N-no -
- Hai
intenzione di molestarmi come ha fatto quel rompipalle fino a cinque
secondi fa? -
- No! -
Lei lo
fissò, trapassandolo da una parte all’altra con
quegli stupendi occhi viola, poi si sistemò meglio sul
sedile e si infilò le cuffie dell’iPod.
E finalmente sono
riuscita a postare!!!!!!!
Lo so, sono
imperdonabile, ma avevo dei problemi con il computer e il capitolo non
era pronnto, scusatemi ancora!!
Ringrazio tutti quelli
che tengono la Fic tra i preferiti, e tutte quelle che hanno commentato
nello scorso capitolo (a proposito, Shaka,
sarei davvero curiosa di sapere come pensi abbinerò le
coppie, me lo dici? Mi hai incuriosita!!!).
Mi raccomando,
recensite, sono curiosa di sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male!
A presto!!
Midnight Tears
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Capitolo 6 *** Cap. 6 Troubles ***
Cap. 6
Troubles
Oh no, I see
a spiderweb and it's me
in the middle
so I twist and turn
but here am I in my
little bubble
(Trouble, Coldplay)
“Ok, ora
mi avvicino e le chiedo cosa sta ascoltando”
Bill si
voltò verso Elena, che, seduta accanto a lui, fissava fuori
dal finestrino con le cuffie nelle orecchie, persa nei suoi pensieri.
-
Ehmm… -
“Voce.
Voce, esci!!”
Ma, per
quanto si sforzasse, le parole non uscivano. Non perché non
sapesse cosa dirle, e la vicinanza della pugile non lo bloccava fino al
punto da inibirgli la capacità di parola, però lo
spaventava. Lo spaventava e lo intimoriva allo stesso tempo.
Era
incuriosito da lei e voleva conoscerla meglio, ma aveva paura che se si
fosse avvicinato troppo Elena lo avrebbe aggredito, e sapeva che
c’erano possibilità ragionevolmente alte che la
ragazza avesse dei pregiudizi nei suoi confronti e lo detestasse a
prescindere, visto anche l’accanimento che sembrava
dimostrare Anna nei suoi confronti, ed era sempre possibile che Elena
decidesse di ignorarlo per lasciare campo libero all’amica.
Inoltre,
anche il fatto che Tom si fosse dimostrato così interessato
a lei era un buon deterrente per Bill. Tom avrebbe potuto sentirsi
tradito se lui avesse anche solo osato rivolgerle la parola, lo sapeva
bene, e allora si sarebbe ritrovato non solo una Elena ancora
più incazzata di prima, ma anche un Tom imbestialito,
intenzionatissimo a difendere quello che lui considerava “il
suo territorio”, e una Anna, se possibile, ancora
più accanita e pedante di quanto non lo fosse stata fino a
quel momento.
Al solo
pensiero, sentì un brivido percorrergli la spina dorsale.
Che fare?
Rischiare o no?
“Oh,
al diavolo Anna, Tom e tutto il resto! Avanti Bill, leb die
sekunde!!”
Prima si
voltò verso i sedili posteriori per assicurarsi di avere
campo libero. Sia Tom che Anna fissavano imbronciati fuori dal
finestrino, ed entrambi avevano le cuffie alle orecchie, e il rumore di
due melodie differenti attutite dagli auricolari indicavano che
entrambi dovevano essere troppo impegnati a ribollire nel loro brodo
per potersi accorgere di lui.
- Ehmmm - si
avvicinò ad Elena, schiarendosi la voce, ma lei
sembrò non notarlo.
Riprovò,
ottenendo lo stesso identico risultato.
“E
che cavolo!”
Sbuffò.
- Credo che
non ti senta -
Bill si
voltò di scatto verso Gustav che lo fissava dallo
specchietto, sorridendo.
- Come? -
Il
battersita alzò gli occhi al cielo, sorridendo
bonariamente:- Ha le cuffie, credo non ti senta. Prova a scuoterla,
altrimenti mi sa che non si accorgerà di te -
Il vocalist
annuì, tormentandosi però il labbro con i denti,
facendo scorrere lo sguardo da Elena a Tom con aria indecisa.
-
Bill… - spostò lo sguardo verso il batterista,
che chiamandolo si era voltato verso di lui -
Cos’è che ti blocca? -
Bill
continuò a mordersi il labbro, senza rispondere.
-
È perché Tom è interessato a lei? -
tirò a indovinare Gustav, facendo centro al primo colpo.
Lui
annuì:- Sì. Mi sembrerebbe di rubargli qualcosa
se parlassi con lei…-
Gustav
sbuffò:- Oh, ma dai, vuoi solo parlarle, mica te la devi
sposare! -
Sorrise
immaginandosi la scena. Decisamente surreale.
- E poi -
continuò il batterista - mica devono per forza essere tutte
di Tom! Lui non è innamorato, è solo cocciuto
come un mulo ed è cronicamente incapace di accetare un
rifiuto, che lo fa scattare come un segugio. Per lui è solo
una sfida, dovresti saperlo meglio di me - accennò con il
capo ad Elena, che non si era accorta di nulla - e poi, mi sembra che
questa poveraccia ne abbia passate abbastanza per oggi! -
-
Sì, infatti - si intromise Georg - poveretta, si
è dovuta subire tutto il giorno gli attacchi di Tom mentre
le sue amiche se la spassavano con i loro idoli. Credo che al suo posto
vorrei solamente qualcuno con cui fare due chiacchiere in santa pace! -
gli lanciò uno sguardo dallo specchietto e gli fece
l’occhiolino.
Bill sorrise.
Era bello
avere amici come loro.
Si
voltò verso Elena, che continuava a fissare il paesaggio
scorrere davanti a lei con aria assente. Bill si prese qualche istante
per osservarla in silenzio, cercando di capire qualcosa di
più di quella ragazza.
La linea
della mascella era stranamente rilassata, le labbra spiegate in un
mezzo sorriso che, almeno per lui, creava uno strano effetto sul volto
della ragazza, sciogliendo i lineamenti che fino a quel momento aveva
visto solamente contratti dalla rabbia o tesi come quelli di una tigre
pronta a difendersi. Gli piaceva il suo volto, in quel momento
così rilassato, con qui lineamenti aguzzi, armonici, e le
labbra tese in un sorriso quasi impercettibile. Ma soprattutto, gli
piaceva il modo in cui le iridi viola sembravano perdersi nel paesaggio
di fronte a lei, mescolandosi nel riflesso del finestrino con i colori
caldi e solari dell’Australia, scaldandoli di una luce nuova,
e, a suo avviso, tremendamente affascinante.
“Forza,
vai!”
Si
avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla, scuotendola
leggermente.
- Ehi? -
I tried so hard
And got so far
But in the end
It doesn't even matter
I had to fall
To lose it all
But in the end
It doesn't even matter
La musica
dei Linkin Park le risuonava nelle orecchie mentre si perdeva in quel
meraviglioso mondo dai colori caldi e invitanti, quel mondo fatto di
rocce, caldo e sabbia, con distese rocciose immense tinte di un marrone
caldo e liquido simile a miele, intervallate da sprazzi di piante color
verde smeraldo, il tutto che poi andava a mescolarsi con
l’azzurro limpido del cielo.
Sì,
l’Australia era davvero bellissima.
Aveva sempre
sognato di andarci con Anna e Giulia, ed era sempre stata convinta che
la loro sarebbe stata una vacanza fantastica, memorabile, ma ora quei
cretini stavano rovinando tutto! Le sue due amiche erano talmente prese
dai rispettivi ragazzi da dimenticarsi tutto il resto.
Sentì
la rabbia ribollirle nelle vene mentre pensava a come stesse andando
tutto a rotoli.
“Ma
perché? Proprio loro dovevamo incontrare? E manco un gruppo
solo, TUTTI E DUE CONTEMPORANEAMENTE!!!”
E poi non le
stavano per niente simpatici quei tipi. Assolutamente. Soprattutto Tom.
Le stavano
rovinando la vacanza, e la cosa non le andava per niente giù!
- Ehi? -
Improvvisamente
si sentì toccare sulla spalla, si voltò di
scatto, trovandosi di fronte Bill, che la fissava leggermente ansioso.
- Che vuoi?
- chiese bruscamente.
Lui
trasalì, ritraendosi leggermente.
- Volevo
solo sapere che cosa stavi ascoltando…-
- Non sono
affari tuoi! -
Detto
questo, si voltò di nuovo verso il finestrino, dandogli le
spalle, fermamente decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio. Forse
in un’altra situazione avrebbe anche potuto farci due
chiacchiere, ma per il momento era troppo incazzata per rivolgergli la
parola.
“Ma
brava” si complimentò una vocina nella sua testa
“continua così. Magari voleva solo fare amicizia e
tu hai sputato sopra la mano che ti offriva. Davvero complimenti,
Elena, brava!”
“Oh,
e piantala!” esclamò lei, rivolta a quella dannata
e insistente vocina.
Che,
ovviamente, non ci pensava nemmeno lontanamente a lasciarla in pace.
“Certo,
fare l’asociale musona e indisponente ti aiuterà
di sicuro a migliorare la situazione!”
“La
situazione è già irrimediabilmente rovinata, per
colpa di questi emeriti coglioni!”
“Potresti
almeno provare ad andarci d’accordo…”
“MI
STANNO ROVINANDO LA VACANZA!!!!!”
“Non
dire cazzate!” esclamò la vocetta con fare
imperioso “nel caso tu non l’abbia notato, tre su
quattro dei presenti in questa macchina hanno tentato di fare quattro
chiacchiere amichevolmente, e tu li hai allontanati tutti. Guarda in
faccia la verità: LA VACANZA TE LA STAI ROVINANDO DA
SOLA!”
Detto
questo, la fastidiosa vocetta si chetò. Lasciandola
però con la spiacevole sensazione che quello che avesse
detto fosse vero, e che lei si stesse scavando con le sue stesse mani
una fossa ancora più profonda di quella in cui era
precipitata.
Sbuffò,
e alzò lo sguardo verso il riflesso di Bill sul finestrino.
Il ragazzo non si era mosso di un centimetro, e la fissava con
un’espressione delusa e addolorata.
Elena si
sentì uno schifo. Accidenti, in fin dei conti non era mica
colpa sua se aveva per gemello quella grandissima testa di cazzo di
Tom…
Attraverso
il riflesso sul finestrino, fece scorrere lo sguardo sul volto di Bill,
scivolando dulle linee armoniche del volto, soffermandosi sugli occhi,
che però non riusciva a vedere bene a causa del contrasto
col paesaggio circostante.
Sbattè
le palpebre: che fare?
Reclinò
la testa di lato, ripensando a quello che aveva detto la vocetta: la
vacanza te la stai rovinando da sola…
Beh,
effettivamente…
Sbuffò:
perché doveva sempre essere tutto così
complicato?!?!?!?
“Dunque,
vediamo…” riflettè “se
continuo così rischio di mandare seriamente a puttane anche
quella minuscola possibilità che ho di passare una vacanza
decente… e, in fin dei conti, questo Bill non sembra nemmeno
tanto male…”
“Ecco, lo sapevo io, dovevo lasciarla stare.
Chissà adesso cosa pensa di me…”
Il sapore
amaro della delusione, intanto, pizzicava in bocca a Bill, che fissava
sconsolato la ragazza che in quel momento gli dava di nuovo le spalle.
“Non
avrei dovuto chiederle niente, magari se avessi aspettato un
po’ avrei anche potuto…”
Elena,
intanto, continuava a fissare il volto angosciato del ragazzo, e non
potè fare a meno di sentirsi leggermente in colpa. In fin
dei conti, non voleva fare niente di male, solo parlare un
po’.
Alzò
gli occhi al cielo, sconfitta.
“E
va bene…”
Si
voltò verso il vocalist, che alzò lo sguardo su
di lei, leggermente sorpreso.
- Linkin
Park - disse.
Bill
sbattè le palpebre, confuso.
- Cosa? -
- Linkin
Park - ripetè lei - sto’ ascoltando i Linkin Park -
Bill
impiegò qualche istante per realizzare che Elena stava
effettivamente parlando con lui.
- Ah
sì? - riuscì a dire alla fine - Non li ho mai
sentiti… come sono? -
Entrambi
erano molto cauti, attenti a quel che dicevano e parlavano in modo
piuttosto formale e diffidente.
- Molto
bravi - rispose cauta lei - A me, personalmente, piacciono un sacco.
Però forse non sono il tuo genere -
Anche Bill
era un po’ impacciato. Non sapeva bene come comportarsi con
lei, e aveva paura che, se avesse detto qualcosa di sbagliato, lei
avrebbe ripreso ad ignorarlo.
- Non
saprei, non so nemmeno che canzoni fanno -
Inaspettatamente,
dopo qualche istante Elena gli porse una cuffietta.
- Vuoi
sentire? - mormorò, sorridendo.
Bill rispose
al sorriso, piacevolemente sorpreso, e si infilò
l’auricolare, sistemandosi più vicino a lei e
facendo involontariamente aderire la sua spalla con quella di Elena.
- Grazie -
- Figurati.
Ti faccio sentire What I’ve done -
-
D’accordo, sei tu l’esperta! -
Dopo qualche
istante le note della canzone risuonarono nelle cuffie, ed entrambi si
zittirono per ascoltare meglio.
Elena si
stupì nel constatare che la vicinanza con Bill la faceva, in
qualche modo, rilassare. Lui emanava calma e tranquillità, e
lei si lasciò influenzare dalla sua aria serena.
- Sono bravi
- constatò dopo un po’ il cantante.
-
Sì, hai ragione. Le loro canzoni sono belle, anche se non
credo reggano il confronto con gli Evanescence, o i Breaking Benjamin -
Bill
inarcò un sopracciglio:- Gli Evanescence li conosco, ma i
Breaking Benjamin non so nemmeno chi siano -
- Sono il
mio gruppo preferito. Magari poi te li faccio sentire -
- Se non ti
do fastidio…-
Elena rise:-
Ma che fastidio! Mi piace parlare con te -
Quell’affermazione
colse di sopresa persino lei. L’aveva detto veramente?
Bill
sorrise:- Anche a me. Cioè, intendo dire, parlare con te!
Non è che io parli con me stesso, non sono matto,
cioè… -
Non
potè fare a meno di pensare che quando arrossiva Bill era a
dir poco adorabile.
-
Tranquillo, ho capito. Piuttosto, tu che musica ascolti? -
Bill
portò una mano al mento, pensoso.
-
Vediamo… mi piacciono molto i Coldplay, Placebo, Green
Day… e soprattutto Nena! -
Elena rimase
di sasso.
- Nena?!?!? -
-
Sì, perché? -
- Aspetta,
aspetta… ti piace davvero Nena? -
-
Sì… perché, che
c’è che non va? - Bill era confuso, non capiva
perché la cosa la sconvolgesse tanto.
Sotto gli
occhi stralunati del cantante, Elena mutò lentamente
espressione, storcendo la bocca e contraendo la mandibola,
finchè…
- Oddio, non
ci posso credere!! -
La ragazza
scoppiò a ridere, facendolo sobbalzare.
- Nena,
oddio, Nena!!!! -
Bill la
guardava esterrefatto: era paonazza e aveva le lacrime agli occhi,
stava letterlamente morendo dal ridere.
-
Ma… ma… che c’è da ridere??
- esclamò indignato assumendo un’adorabile
sfumatura rosso fuoco.
- Ma dai,
Nena?!? Dio mio, non credevo proprio che fossi il tipo! -
-
Perché? -
- Dai, tu,
mezzo emo, darkettone, con quel look, mi vieni a dire che ascolti una
cantante di non so quanti anni fa, che non brilla certo per
chissà quali perle di canzoni… beh, dai!!!!! -
- Ehi, io
non sono emo!!!!!! -
L‘ultima
affermazione di Bill la fece ridere ancora di più, mentre
lui diventava sempre più rosso.
Dopo qualche
istante, si rese conto che Elena non era la sola a ridere. Si
voltò e vide che anche Georg e Gustav avevano le lacrime
agli occhi.
- Vi ci
mettete pure voi adesso?!?!?!? - esclamò scandalizzato.
- Scusaci
Bill, però… -
Incredibile,
la risata della ragazza era contagiosa!
- Ok,
aspetta che mi ricompongo… - fece ad un certo punto Elena,
cercando di darsi un contegno.
-
Certo… - boffocchiò Bill, ancora rosso di
vergogna.
- Te la sei
presa? -
- No, non ti
preoccupare… -
Elena lo
fissò scettica, il sorriso ancora stampato sul volto:-
Sicuro? -
Lui rimase
un attimo in silenzio, poi fissò il volto sorridente della
ragazza accanto a lui e si rilassò.
-
Sì, è tutto ok, ci sono abitutato -
- Scusami -
esclamò lei - è solo che mi hai colta alla
sprovvista, tutto qui -
- Fa niente -
- Non
pensavo avesso gusti così pessimi in fatto di musica! -
disse Elena, sorridendo perfida.
Uno strano
sorriso curvò le labbra di Bill.
- Certo che,
detto da una che ascolta le canzoni di Mermaid Melody, la critica perda
un po’ il suo valore…-
Il sorriso
morì sulle labbra di Elena, quando si accorse che Bill aveva
in mano il suo iPod e che fissava con grande interesse lo schermo
luminoso.
- Ehi,
ridammelo!!! -
-
Perché dovrei? -
-
Perché lo dico io!! -
- E tu chi
saresti? -
- Una che
tra un po’ ti prende a calci!! -
- Non ce la
fai!! -
- Vuoi
scommettere??? -
- Vediamo!! -
Elena non aspettava altro: si lanciò verso Bill con uno
scatto tanto repentino che Bill ebbe appena il tempo di mettere
l’apparecchio fuori dalla sua portata.
- Ridammelo!
-
- Non ci
penso nemmeno!!! -
Quasi senza
accorgersene, i due finirono uno sopra l’altro. Entrambi si
agitavano, Bill perché cercava di tenere il prezioso oggetto
lontano dalle grinfie di Elena, lei perchè cercava di
strapparglielo di mano.
Alla fine,
si ritrovarono tutti e due con il fiatone, Elena vittoriosa sopra a
Bill, che, nonostante tutto, la fissava sorridendo.
- Certo che
sei strana! - esclamò lui.
-
Perché? -
- Beh, visto
come ti eri comportata finora, non mi aspettavo proprio fossi
così simpatica! -
Lei si
sistemò meglio su di lui, appoggiando le mani sul suo petto
e sdraiandosi completamente.
-
Sì, anche tu sei forte, devo dire che ti avevo giudicato
male! -
I due si
ritrovarono a fissarsi negli occhi e a parlare scherzando del
più e del meno, in una posizione decisamente equivoca a cui
nessuno dei due sembrò fare caso.
- Sai che
hai degli occhi stupendi? - si lasciò sfuggire Bill.
Elena
sorrise dolcemente:- Grazie. Anche i tuoi sono molto belli -
Calò
un silenzio strano.
Entrambi si
fissavano negli occhi, sorridenti, ognuno perso nelle proprie
considerazioni.
Ad un tratto
Bill reclinò la testa da un lato.
-
Perché ho la sensazone che ci stiamo scordando qualcosa? -
Lei
assottigliò lo sguardo:- Non lo so, anche se in effetti ho
anch’io una strana sensazione… -
Improvvisamene
scattò qualcosa nella mente di entrambi, e tutti e due
sgranarono gli occhi. Lentamente, entrambi alzarono lo sguado,
rendendosi conto che due figure troneggiavano su di loro.
-
… -
-
… -
-
… -
-
… -
-
Emmm… Tom? - mormorò Bill, vedendo lo sguardo
esterrefatto del fratello.
-
Elena… - chiese Anna, allucinata - cosa stai…? -
Proprio in
quel momento, Georg urlò ed inchiodò di colpo,
facendo cadere Elena per terra, Anna sopra a Bill e Tom sopra ad Anna.
- Ahia!!!
Tom tirati su! -
- Che
dolore!! -
Approfittando
della situazione, Elena riuscì a sgusciare via e a
catapultarsi fuori dalla macchina per vedere cosa succedeva.
Il camper
aveva inchiodato davanti a loro. Lo sorpassò, cercando di
capire cosa stesse succedendo.
- Ehi, ma
che diavolo…? -
Lo
spettacolo che si trovò davanti la lasciò senza
parole.
........
........
........
Ehmmm....
ritardo, dite? XD
Scusate, mi
dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, ma avevo
assolutamente perso la voglia di andare avanti!!!
Comunque, alla
fine, ecco il nuovo capitolo, che posto di corsa!
Me lo lasciate
un commentino, vero?? *_*
Giuro che mi
impegnerò per aggiornare in tempi umanamente accettabili!
Ora scappo,
alla prossima!!!
Midnight Tears
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