Searching our happy ending

di _ Arya _
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chocolate&Comfort ***
Capitolo 2: *** Alcool&Angry ***
Capitolo 3: *** Pants&Passion ***
Capitolo 4: *** Trick&Trust ***
Capitolo 5: *** Accord&Apoligize ***
Capitolo 6: *** Internet&Interest ***
Capitolo 7: *** Night&Need ***
Capitolo 8: *** Storm&Sadness ***
Capitolo 9: *** Wood&Warmth ***
Capitolo 10: *** Arms&Ache ***
Capitolo 11: *** Neck&Neck ***



Capitolo 1
*** Chocolate&Comfort ***


CaptainSwan [Chocolate&Comfort]
 

Nonostante le coperte e il riscaldamento che Henry mi aveva portato, sentivo ancora freddo fin dentro le ossa, tanto che mi reputavo fortunata ad essere viva.

Nonostante tutto, non ero arrabbiata con Elsa, anzi, ero in grado di capirla piuttosto bene: non era in grado di controllare al 100% i suoi poteri, proprio come me. Anzi, forse era anche più brava di me, ma con quello che stava passando, sua sorella Anna che non si riusciva a ritrovare, era completamente comprensibile che non fosse in sé.

-Tesoro, ti dispiace se andiamo a cercare di capire come aiutare Elsa a trovare sua sorella?- mi domandò mia madre, avvicinandomisi e accarezzandomi i capelli.
-Certo, andate pure- cercai di parlare normalmente, senza sbattere i denti per il freddo -sto bene adesso.
Se c'era qualcosa in cui ero davvero brava, era il saper convincere le persone che non c'era bisogno di preoccuparsi per me: crescere da sola mi aveva aiutata in questo, mi aveva resa forte e capace di cavarmela da sola.
-Sei sicura?- mi guardò negli occhi mio padre.
-Sì, sono sicura...non vi preoccupate, ora è Elsa ad aver bisogno di voi.
-... e in più ci sono io a occuparmi di lei- intervenne Hook, entrando dalla cucina, con uno dei suoi sorrisi.
-Forse dovremmo rimanere, sai...- iniziò David, ma Mary Margaret gli diede una gomitata tra le costole, così ci salutarono e uscirono insieme ad Elsa.

Eravamo rimasti soltanto io, Killian ed Henry.
Mio figlio si avvicinò dandomi un abbraccio che ricambiai per quanto le coperte me lo permettessero, poi, premuroso, sistemò il riscaldamento perché l'aria calda puntasse dritto verso di me.
-Grazie ragazzino!
-Sai mamma... se non ti dispiace, c'è un'altra persona che credo possa avere bisogno di me. Voglio dire, tu non rimarresti sola, ma lei...- iniziò, e io intuii subito. Aveva ragione.
-Vai da Regina, magari resta a dormire lì... hai ragione, potrebbe farle davvero bene passare del tempo con te. Quando l'ho vista l'ultima volta era così...- non finii la frase. Triste, distrutta, delusa, erano solo alcune delle parole che avrei potuto usare per descriverla, ed era colpa mia. Grazie al mio voler salvare le persone a tutti i costi avevo rovinato la sua storia con Robin Hood, che la rendeva tanto felice. Henry era l'unica persona che al momento poteva farla stare un po' meglio, era giusto la raggiungesse.
-Grazie mamma- mi stampà un bacio -tu prenditi cura di mia madre, ok?- fece poi quasi minaccioso verso il pirata, tanto che mi venne da sorridere.
-Certo ragazzino, è in ottime mani- gli strizzò l'occhio.

Così anche mio figlio ci salutò, lasciandoci completamente soli. Per un attimo ci guardammo negli occhi, poi Killian si voltò e tornò in cucina, lasciandomi un po' delusa. Cosa stava succedendo all'improvviso? Non c'era mai stato problema d'imbarazzo tra di noi, soprattutto da parte sua.
Rimasi silenziosa a pensare: forse aveva paura di me? Aveva paura che mi sarebbe successo come ad Elsa e non avrei saputo controllare i miei poteri? In fondo lui odiava la magia, gli aveva sempre portato via le persone che amava... però no. Lui non aveva paura. Di niente. Non era il tipo da aver paura!
I miei pensieri furono interrotti da dei passi e un odore forte di... cioccolata.
Alzai lo sguardo, e mi aprii in un gran sorriso. Era Hook con in mano una tazza che doveva essere cioccolata calda, e aveva anche un buon odore. Lasciai perdere i miei film mentali assurdi e insensati, forse il freddo aveva fatto danni anche alla mia testa.
Il bel pirata si chinò accanto a me e mi porse la tazza calda e fumante, sorridendo.
Assaggiai un sorso, era davvero buona!

-Da quanto in qua sai preparare una cioccolata così buona, Capitano?- scherzai, sorridendogli a mia volta.
-Imparo in fretta Swan. Sono contento sia di tuo gradimento.
Rimase in quella posizione scomoda fino a che non finii tutta la cioccolata, che mi scaldò più di quanto non avessero fatto le coperte. Era dolce, pensai, dietro alla sua scorza di pirata forte e intrepido. Eravamo simili io e lui, forse era per questo che ci eravamo trovati.
 

-Ti sei sporcata- mi fece notare -possibile tu non sappia bere una cioccolata...- e prima che potessi reagire si sollevo un po', avvicinando il suo viso al mio, e con la lingua pulì la cioccolata che era rimasta sull'angolo della mia bocca. Istintivamente posai la tazza di lato, e potrai le mani tra i suoi capelli per poi baciarlo con passione.
Il pirata non esitò un attimo a ricambiare, e portò le braccia dietro la mia schiena per attirarmi a sé.

In un attimo fummo in piedi, ed erano rimasti il suo corpo e le sue braccia forti a farmi da coperta.
-Forse non è il caso se ancora non stai bene...- cercò di dire, fermandosi un attimo.
-Sta' zitto- feci di rimando, tornando a baciarlo. Il freddo era ormai solo un ricordo, paragonato al calore che provavo in quel momento. Con un movimento deciso feci scivolare a terra la sua giacca, e lui fece lo stesso con la mia. I baci si facevano sempre più infuocati, eravamo insaziabili. Sembrava che la passione accumulata e mai sfogata si fosse presentata tutta insieme e non eravamo più in grado di fermarla.
Mentre mi mordicchiava il labbro gemetti e sbottonai la sua camicia, accarezzando il suo petto. Un attimo dopo la mia maglia raggiunse le giacche sul pavimento, e il mio corpo ancora fresco aderì contro quello caldo di lui.

Separammo un solo breve istante le labbra per riprendere fiato, e ci guardammo negli occhi, per poi tornare a baciarci come prima mentre con le mani esploravamo ogni parte scoperta che riuscivamo a scovare dei nostri rispettivi corpi. Mi sentivo fremere, e la voglia di averlo tutto per me si faceva ogni secondo più forte, così, non potendo più resistere, corsi con le mani alla cintura dei suoi pantaloni nel tentativo di toglierla, nello stesso istante in cui lui mi slacciò il reggiseno.

Proprio in quel momento la porta si aprì.
L'unica cosa che riuscii a fare fu tirare su una coperta per coprirmi in fretta, poco prima che i miei genitori restassero impietriti a bocca aperta a fissarci.
Nessuno riusciva a emettere un solo suono, né noi né loro.
Ci limitavamo semplicemente a guardarci tutti negli occhi.
-Ok. Io e David stavamo per andare in cucina a preparare i tacos.- ruppe il silenzio Mary Margaret, e trascinò un David tutt'altro che d'accordo in cucina, chiudendo la porta.

-Grazie per... la cioccolata- dissi soltanto, riagganciando il reggiseno e infilandomi di nuovo la maglietta.









Angolo dell'autrice
Ciao a tutti! Premetto che non ho quasi mai scritto fan fiction, soprattutto non qui su EFP. Però mi piace leggerle, e ne ho lette parecchie, un po' per tutte le serie che seguo.
In realtà non pensavo che avrei iniziato a scriverne, ma dato che adoro i CaptainSwan, e ho trovato quest'iniziativa dei prompt molto carina, ho deciso di provare a cimentarmi anch'io. Non sono sicura che il risultato sia molto buono, perché di solito scrivo storie e racconti di mia invenzione, ed è un po' diverso... in ogni modo, spero possa piacere a qualcuno! Non so ogni quanto pubblicherò non essendo molto pratica, ma mi sono divertita a scrivere questo capitolo, quindi non credo di far passare mesi!

Il titolo "Chocolate&Comfort" mi ha fatto subito pensare a questa scena della 4x02, di Hook che abbraccia Emma e cerca di scaldarla.
Ho usato la cioccolata calda sia come chocolate che come comfort: comfort perché Emma si stava facendo tanti film mentali, temeva che lui non la volesse più, e invece le porta la cioccolata cancellando quei pensieri.
Alla prossima!


 

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Capitolo 2
*** Alcool&Angry ***


Captain Swan [Alcool&Angry]


-Statemi lontano, vi prego!- agitata per quella magia che non riusciva a controllare, non riuscì a impedire che le sue mani scaturissero quelle ondate argentee che spezzarono un palo della luce che fece per dare addosso alla sua famiglia. In un attimo, suo padre aveva spinto via David, ed Emma per terrore di fargli del male era riuscita a deviare la direzione della caduta, senza rendersi conto che ora quell'enorme palo era diretto dritto verso di lei.
Killian però se n'era accorto, e dopo un attimo lei si era trovata a terra, mani e ginocchia sbucciate, l'aveva spinta via appena in tempo per salvarla.
Lui giaceva immobile, braccia ancora avanti, con le gambe sotto il palo.
Aveva pianto, aveva urlato, aveva sollevato dal suo corpo quel peso con la sua magia, poi aveva perso i sensi.
 

-Tesoro, sei sveglia...- sentii la voce di mia madre come un rimbombo, mentre lentamente aprivo gli occhi.
-Hai battuto la testa, ma il dottore ha detto che non è grave, devi solo riposare un po'. E oltre a questo hai solo qualche graffio...- sorrise accarezzandomi la fronte, mentre cercavo ancora di focalizzare su dove mi trovassi.
-Do...dove sono?
-All'ospedale- fece preoccupata, scrutandomi con attenzione.
Chiusi gli occhi nel tentativo di far tornare a galla i miei ricordi, storditi da qualche antidolorifico che mi avevano iniettato.
-Killian!- realizzai improvvisamente, scattando a sedere tanto velocemente che la testa mi girò, ma la ignorai.
Mia madre mi guardò mordendosi un labbro, di nuovo preoccupata.
-Come sta Killian, dov'è!- gridai quasi.
-Tesoro devi riposare, torna sdraiata e...
-DIMMI COSA SUCCEDE!- stavolta non mi trattenni e scattai in piedi barcollante.
-È vivo Emma, sta tranquilla. Sdraiati, poi chiederemo al dottore.
La guardai: non stava mentendo, non avevo perso il mio potere di capire quando mi mentivano, ma mi nascondeva qualcosa. Qualcosa di poco piacevole.
-Va... bene. Killian ti ha salvato, tu... se non fossi intervenuta così in fretta non ce l'avrebbe fatta probabilmente... ma, Emma...- mi guardò, aspettando una mia reazione prima di continuare, quindi cercai di mantenere la calma -Quindi?
-Non si è ancora svegliato. Non sappiamo che genere di danni potrebbe avere avuto, ha battuto forte la testa...
A quel punto scoppiai a piangere, non potevo sopportare il pensiero di perderlo.
Ed era solo colpa mia. Colpa della mia orribile magia che non ero stata in grado di controllare neanche per salvare l'uomo che amavo.
-Mi aveva promesso che sarebbe sopravvissuto- singhiozzai, sedendomi e stringendo con rabbia le lenzuola. Me l'aveva promesso, non può farmi questo, non può andarsene! È un uomo d'onore, non può infrangere una promessa!

Mi alzai nuovamente, e nonostante le proteste di mia madre, stavolta non mi arresi e uscii da quella stanza, e infine dall'ospedale.

***

Mi trascinavo quasi in trance, fino a che non entrai da Granny.

Per fortuna invece di sua nonna, trovai Ruby, che consapevole dell'accaduto non mi negò di ubriacarmi, almeno fino a che non scagliai una bottiglia contro il muro rompendola in mille pezzi e spaventando vari clienti.

-Emma!- si avvicinò lei, prendendomi le mani per fermarmi prima che ne distruggessi un'altra -ti ho lasciata bere perché ne avevi bisogno, ma basta!
-RUBY IO NON NE POSSO PIU', FACCIO DEL MALE A TUTTI QUELLI CHE AMO. ANCHE A UN PIRATA GRANDE E FORTE! SONO ORRIBILE!- gridai incontrollata, senza pensare minimamente alle persone che avevamo intorno.
-Emma, smettila per favore... lo sai che Killian ce la farà, e invece di bere dovresti essere da lui.
-NO IO DEVO SOLO STARE LONTANA DA LUI, PER NON FARGLI ALTRO MALE SEMPRE CHE SI SALVI!- scoppiai a piangere, e la mia amica con cautela mi portò in cucina per avere un po' di privacy.
-Emma, ascoltami. Posso capirti più di chiunque altro, io ho ucciso l'uomo che amavo per il mio potere incontrollato del lupo... ma perché non ero consapevole di essere io! Tu sai di avere i tuoi poteri, puoi controllarli. Chiedi anche a Elsa... l'amore non farà che aiutarti a riuscirci. E Hook non si è buttato per salvarti perché tu lo abbandonassi.
A quel punto rimasi in silenzio, non potevo darle torto. Lui era inerte su un letto, e io non ero lì a tenergli la mano.
-C'è un problema. Sono ubriaca.- dissi infine.
-Ti faccio un caffé bello forte, poi ti accompagno all'ospedale. E lavati la faccia, forza...

***

Mezz'ora più tardi ero all'ospedale, ancora un po' stordita dall'alcol ma abbastanza lucida grazie al caffé di Ruby; i miei mi videro ma sorrisero senza fare domande, probabilmente la mia amica li aveva già chiamati.
Il dottor Whale mi accompagnò alla stanza di Hook, e mi fece entrare raccomandandosi di non disturbare.

Mi avvicinai, e prima che me ne rendessi conto lui aprì gli occhi.
-Swan. Stai bene allora...
-Killian! Io sì, grazie a te... ma tu... tu... allora tu stai...
Si alzò a sedere con mia grande sorpresa, e mi fece cenno di avvicinarmi, quindi andai a sedermi accanto a lui.
Portò la mano dietro la mia testa, e avvicinandomi delicatamente mi baciò.
-Ho avuto paura di perderti, Emma. Quando ho visto quella cosa deviare...
Lo zittii con un bacio io, stavolta.
-IO ho avuto paura di perderti. Non hai idea di come mi sono sentita, con te lì a terra... quando sono corsa via dall'ospedale dicevano tu fossi più morto che vivo e...
Mi abbracciò, e io lo lasciai fare, ne avevo bisogno. Avevo bisogno di scaldarmi tra le sue braccia forti e confortevoli.
-Pensavo Regina te l'avesse detto...- sussurrò.
-Dirmi cosa?- alzai lo sguardo, interrogativa.
-È stata qui. È stata lei, con la magia... a rimettermi in sesto, per quanto possibile. Dovrò riposare un po' pare ma nulla di che. Ha detto che non poteva privarsi del divertimento di prendere in giro la coppietta “occhi dolci”.
-Pensavo mi odiasse- borbottai -invece ti ha... devo ringraziarla...
-Ok, ma non ora... resta qui.
Annuii e lo strinsi ancora, sentirlo tra le mie braccia, sentire il suo cuore battere, era la sensazione più bella che potessi provare. Sarei rimasta lì per sempre se avessi potuto.

-A proposito, posso anche tornare a casa... e preferirei, piuttosto che stare qui e mangiarmi quelle orribili gelatine verdi.
-Tu non andrai a stare da solo in una camera da Granny finché non ti sarai ripreso del tutto, chiaro?
-E dove dovrei andare, scusa? Se ricordi non ho una casa mia.
-Verrai da me.- dissi semplicemente, guardandolo.
-Ma siete già in tanti, non c'è posto per me...- cominciò a dire, sorpreso.
-Oh avanti, per un paio di giorni Henry può andare a dormire da Regina... lo devo anche a lei. Così posso prendermi cura del capitano che mi ha salvato la vita...
-Se la metti così, non posso rifiutare, Swan... soprattutto se con “prenderti cura” vuoi dire finire quel che avevamo iniziato, ma stavolta senza essere interrotti...
-Hook! Sei un pervertito... pure in questo stato non sai pensare ad altro. Sei assurdo.
-Stavo scherzando dai! O forse no.

Silenzio. Lo guardai e basta, felice di averlo ancora con me.
-Ti amo Killian- mi lasciai sfuggire così, senza un reale motivo. Mi portai le mani alla bocca, sconvolta quasi più di lui per ciò che avevo detto.
-Ti amo anch'io Emma. E a proposito, i tuoi baci al rum sono fantastici.






Angolo dell'autrice;
Eccomi qui col secondo prompt, ci ho messo meno del previsto :P comunque, mi sono ispirata al breve Sneak Peek che è uscito, e questo capitolo potrei definirlo un "What if"... cosa succederebbe se fosse andata così? E ho immaginato che Killian non avrebbe mai permesso che lei si facesse del male... e ovviamente lei si sarebbe odiata per quel che è successo, si sarebbe arrabbiata con se stessa tanto da andarsi a ubriacare per la disperazione... e qui ho usato Alcool&Angry.
Spero vi sia piaciuto abbastanza, anche se io non ne sono del tutto soddisfatta (non lo sono mai in effetti, però dettagli.)
Alla prossima!

 

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Capitolo 3
*** Pants&Passion ***


CaptainSwan [Pants&Passion]


Nonostante Killian non fosse ancora del tutto stabile, non mi permise di tenerlo sottobraccio, perché come aveva detto “Posso essere l'eroe, ma non la principessa”.
Quando entrammo lo feci accomodare sul divano, e io mi ci sedetti accanto lasciando che mi cingesse le spalle.
-Allora... dici che sopravviveremo due giorni coi Charming? Tuo padre non mi sopporta, credo.
-Infatti è così Hook- fece sbucando da dietro e togliendo il suo braccio dalle mie spalle -ma diciamo che quando hai salvato mia figlia la mia considerazione per te è cresciuta, quindi se ti comporterai bene non ti ucciderò mentre starai qui.
-Oh grazie, questa è una bella notizia!
-Basta che tieni le mani a posto. Non ho dimenticato quello che ho visto l'altra volta.
-David!- esclamai indignata -potresti anche farti gli affari tuoi! Devo ricordarti cos'abbiamo visto io e Henry quando siamo rientrati in casa una certa volta?
-Noi siamo adulti! Tu sei la mia bambina.
-Ti ricordo che abbiamo la stessa età. E io ho un figlio, quindi credimi, ho smesso da tanti anni di credere nella storia della cicogna.
-Beh, non toccarla davanti a me.- concluse e raggiunse Mary Margaret in cucina. Non avevo ancora rivolto una sola parola a mia madre, e non avevo intenzione di farlo molto presto: ricordavo ancora il suo sguardo di terrore alla mia magia incontrollata... faceva male.

-Va bene, ti accompagno in camera a dare un'occhiata?- gli proposi -è anche camera mia- aggiunsi, vedendolo riluttante nello spostarsi da lì.
Alle parole magiche si alzò in piedi e mi diede la mano per aiutarmi a fare lo stesso.
Scossi la testa divertita e lo condussi in camera, indicandogli il suo letto, sul muro opposto rispetto al mio.
-Questi letti sono troppo distanti... non credi anche tu?
-Oh, si...- mi feci seria, guardandolo -dimenticavo di doverti tenere la manina la notte, scusa.
Lui ci rimase di sasso, e io non riuscii a non scoppiare a ridere dandogli una leggera gomitata tra le costole: cercò di trattenere un lamento, ma io me ne accorsi lo stesso.
-Oddio scusa, mi ero scordata...- istintivamente lo accarezzai dove l'avevo colpito, ma lui sorrise: -Non è niente Swan, ho avuto momenti peggiori... tipo quando volevi uccidermi intenzionalmente.
Poi mi attirò a sé senza alcuna delicatezza, e mi baciò con una passione che ricambiai, tanto da rimanere senza fiato dopo solo pochi istanti.
-Wow...- mi lasciai sfuggire dopo aver ripreso fiato, arrossendo poi per quello stupido commento da ragazzina in piena crisi ormonale.
-Dovresti andarti a fare una doccia comunque, così puoi metterti i nuovi vestiti che ti ho comprato.- cambiai discorso.
-Devi avermi studiato proprio tanto per conoscere la mia taglia- fece malizioso.
-Zitto o ti mollo un'altra gomitata. Tieni.- gli porsi una busta e un asciugamano abbastanza grande, poi gli mostrai il bagno di fronte la camera.
-Non aiuteresti un povero invalido a lavarsi?- fece prendendomi il mento con le dita, e io gli sorrisi sensuale: -Oh Killian... -iniziai, portando una mano sulla sua coscia -se non fili ora subito in bagno invalido lo sarai veramente, e per mano mia.
Lo lasciai lì e rientrai in camera, chiudendo la porta e sorridendo, sicura di essere riuscita a shockarlo a dovere.

Mi stesi sul letto ad aspettarlo, e passò quasi un quarto d'ora prima che rientrasse; mi tirasi su e lo guardai. SEXY fu la prima parola che mi venne in mente per descriverlo.
La camicia nera un po' sbottonata gli stava a meraviglia, per non parlare dei pantaloni. La pelle nera era aderente sulle sue le sue gambe, che erano messe senz'altro più in risalto che con i suoi abiti da pirata. Fece un giro completò e si inchinò, ma a me rimase impresso il modo in cui anche il suo fondo schiena era stato evidenziato da quei pantaloni.
-Sono contenta di aver scelto la taglia giusta- mi alzai e mi avvicinai a lui -sei decisamente molto sexy, Capitan Guyliner.
Emanava anche un profumo inebriante, che lo rendeva ancora più irresistibile. Se le sue ossa fossero state a posto, molto probabilmente sarebbe stata la volta buona per me di cedere.
Come in risposta ai miei pensieri, mi attirò a sé baciandomi con foga: “Tu sei sexy Swan”, mormorò sulle mie labbra prima di tornare a baciarmi.
Il suo trasporto inevitabilmente mi coinvolse, e mi trovai con le mani sul suo sedere, il che rese le cose ancora più complicate dato che aderendo al mio corpo la sua eccitazione si fece evidente.

Feci un grosso respiro e a fatica mi staccai da lui, aggrappandomi alle sue spalle
-Perché ti sei fermata...- biascicò con la voce roca, ancora preso dall'accaduto.
-Se sei qui è perché non sei guarito. Non voglio ricordare la nostra prima volta con te che urli di dolore. Dovresti urlare per altro...
-Troppo tardi per tirarsi indietro Swan- fece cercando di baciarmi il collo, ma lo fermai; -No, sul serio... sarai forte, e tutto quello che vuoi, ma sei umano...
-Emma, a parte che sto bene, non penso che il dolore sarà il mio primo pensiero se noi facciamo l'amore- prima che potessi replicare ancora, mi spinse contro il muro e tornò a baciarmi con foga, e smettendo di pensare ricambiai anch'io.
Le mie mani corsero veloci alla sua camicia che sfilai e lasciai scivolare a terra, per poi esplorargli il petto con le dita.
Poi fu il suo turno di togliermi la canottiera che ancora mi copriva: io alzai le braccia per aiutarlo e subito mi strinsi al suo corpo; il suo petto premeva contro di me con un calore che non era dato solo dalla temperatura fisica, tanto da correre subito al bottone dei suoi pantaloni, con cui però feci fatica. Provai e riprovai, finché l'irritazione non si unì alla passione e ribaltai le posizioni spingendo lui addosso al muro, senza più preoccuparmi di fargli del male.
-Maledetti pantaloni- biascicai quando finalmente riuscii a slacciarli, e dopo aver tirato giù anche la zip glieli feci scivolare via.

Ribaltò ancora le posizioni, con tanta forza che probabilmente il giorno dopo sarei stata con la schiena a pezzi, ma in quel momento era dannatamente eccitante. Con molta più velocità di me, mi tirò giù i pantaloni facendo saltar via il bottone, per poi fermarsi un attimo e squadrarmi.
-Sei stupenda dolcezza- disse senza staccare gli occhi da me, e non potei che pensare lo stesso di lui.
Poi si avventò nuovamente sulle mie labbra, e mi strappò via il reggiseno che lasciò cadere insieme agli altri vestiti.
Mentre con l'uncino mi teneva ferma contro il muro, con la mano percorse ogni centimetro della mia pelle, partendo dal collo, scendendo lungo il mio seno, e lì mi lasciai sfuggire un gemito, per poi proseguire lungo i fianchi e poi le cosce.

Quando alla fine sentii le sue dita tra le mie gambe, queste per poco non cedettero, e lui se ne accorse. Mi prese quasi di peso e mi fece stendere sul letto, per poi continuare piacevole tortura che non mi fece trattenere gli ansimi.
Col poco autocontrollo che ancora mi rimaneva, sfilai i suoi boxer e lui fece lo stesso coi miei slip.
Il sentirlo dentro di me fu così improvviso che quasi cacciai un urlo, ma per fortuna un suo bacio lo attutì in modo che nessuno fuori dalla stanza potesse sentire.
I movimento dapprima lenti si fecero sempre più veloci e intensi, e solo grazie alla nostra forza di volontà trattenemmo gli ansimi per quanto possibile, fino a che non mi gemette forte sulle labbra e fui invasa da un calore intenso, una sensazione che fece vibrare il mio corpo e curvare la mia schiena, per poi ricadere esausta e ancora tremante sul materasso.

Killian per non pesarmi si poggiò sui gomiti, e quando ebbi recuperato un minimo di forze aprii gli occhi per rendermi conto che mi stava fissando.
-Dio mio, Killian...- dissi a denti stretti col respiro ancora affannoso.
-Puoi dirlo forte... credo cercherò di salvarti più spesso.









Angolo dell'autrice.
Eccomi qui al terzo prompt... beh, non credo ci sia molto da dire. Chi legge avrà ormai capito che le one shot seguono comunque un filo continuo... almeno per ora, ma credo ormai lo porterò avanti fino alla fine.
Beh, detto questo spero che vi piaccia :) Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Trick&Trust ***


Captain Swan [Trick&Trust]


Una volta accomodati, Granny ci portò i nostri caffé e i cornetti caldi alla crema. Il mal di schiena con cui mi ero svegliata, dovuto alla notte movimentata che avevamo passato, per fortuna era ormai sparito dopo il massaggio di Killian.
Io feci per addentare il mio cornetto, ma lui, seduto accanto a me, mi scostò la mano e mi diede un bacio.
-Sono più buono io, vero?- sorrise malizioso il pirata.
-Tutto questo è davvero disgustoso- commentò Regina che era appena entrata con Henry, guardandoci con disapprovazione. Io arrossii violentemente.
-Ciao mamma, ciao Hook!- ci salutò invece Henry, sorridendo -come sta prendendo il nonno il fatto che il fidanzato di mia mamma sta vivendo con lei?
-Henry!- esclamai -noi non siamo...- no? Eppure era probabilmente ciò che eravamo, solo non ufficialmente, in realtà non sapevo definirci neanch'io -lascia stare. Diciamo che cerchiamo di divertirci in camera per quanto possibile, così ci vede di meno...-. Mio figlio sorrise... in un modo un po' strano.
-Mio dio Swan, non hai davvero detto questo davanti a Henry- si indignò la sua altra madre, lanciandomi un'occhiataccia.
-Cosa... oddio ma no! Io non intendevo quello... io... io...- Killian sorrise e mi poggiò una mano sulla gamba con l'intento di calmarmi, ma ottenne l'effetto opposto, facendomi arrossire fino alle orecchie.
-Oh.mio.Dio.- ribadì la donna -in camera di tuo figlio, Swan?
-Ehi, non eravamo sul suo letto!- intervenne Killian, ancora una volta peggiorando le cose dato che aveva praticamente confermato che eravamo stati a letto insieme.
Henry scoppiò a ridere parecchio divertito a quanto sembrava, ma lo stesso non si poteva dire di me. Quello era stato un dettaglio che mai e poi mai avrei creduto di condividere con mio figlio ancora troppo piccolo per certe cose e Regina.
-Henry, preferiresti un fratellino o una sorellina?- gli domandò il pirata; stavolta non mi trattenni e gli diedi una gomitata tra le costole che difficilmente avrebbe dimenticato.
Infatti non riuscì a non farsi sfuggire un lamento, portandosi il braccio dove l'avevo colpito, poi mi guardò.
-Ti sta bene Hook, almeno la smetti di parlare dei cavoli nostri in pubblico!- dissi a denti stretti, mentre Henry continuava a ridere e perfino sul volto di Regina apparve un sorrisetto.
-Swan!- esclamò poi all'improvviso, con lo sguardo alle tazzine di caffé, il cui contenuto stava bollendo; mi guardai le mani e restai di sasso, stavano scaturendo una luce color fuoco.
-I..io... state lontani, esco di qui prima di fare del male a qualcuno...- balbettai col terrore di ripetere l'ultima esperienza.
-Mamma no, non c'è bisogno...- mio figlio fece per avvicinarmisi ma io mi scansai, non me lo sarei mai perdonato se gli avessi fatto del male.
-Emma. Va tutto bene.- intervenne Hook e mi prese le mani con la sua.
-Non toccarmi Hook!- cercai di liberarmi ma lui non lasciò la presa, nonostante le mie mani fossero probabilmente bollenti.
-Tesoro, sta tranquilla... puoi controllarlo, lo sai...- disse tranquillo, e senza lasciarmi le mani avvicinò il viso al mio e mi baciò. Quel bacio mi fece sentire tranquilla, serena, e una volta staccate le sue labbra dalle mie, notai che le mie mani erano tornate a essere normali.
Mi lasciai abbracciare da lui, che lasciò poi il posto ad Henry.
Quando anche lui mi lasciò andare, feci un gran respiro e presi la mano di Hook, per accertarmi di non avergli fatto del male: aveva il palmo poco arrossato, ma fortunatamente non c'era segno di bruciature.
Aveva già perso una mano, e sapevo che almeno un po' ne soffriva da quando aveva chiesto a Rumple di restituirgliela... ma non era andata a buon fine a lungo termine. Anche se non avrebbe mai ammesso tutto ciò.
-Sei un incosciente. Avrei potuto farti del male.- borbottai guardandolo, senza lasciargli la mano.
-No, non l'avresti fatto. Volevo dimostrarti che ti puoi controllare... e così è stato.
-Capitan Guyliner ha ragione Swan. Però non avrai sempre lui a pararti il culo, quindi è ora che tu impari a controllare il tuo potere.
-E come faccio Regina! Neanche mi rendo conto di quando succede... succede e basta.
-Hai semplicemente bisogno di riprendere con le lezioni di magia. Ci vediamo questo pomeriggio alle 16 al ponte, chiaro?
-Io... va bene. Chiaro. Accompagni tu Henry a scuola? Io ora... non è... non è il caso.
-Certo. A più tardi Swan. Capitan Suicida, non posso garantire di poterti salvare di nuovo la pelle se ti fai incenerire dalla tua ragazza- disse, e dopo che Henry mi ebbe salutato con un bacio lo portò fuori.

Io rimasi in silenzio, e finii di bere il caffé che avevo scaldato ulteriormente con la mia magia.
-Emma, tesoro...
-Grazie Killian- lo fermai, e gli stampai un bacio sulle labbra.

***

Alla fine avevo rinunciato ad aspettare Hook, che era già uscito da quasi due ore a far spese e non rispondeva al telefono. Ero convinta che fosse a comprarsi da vestire, e vanitoso com'era ci avrebbe messo ancora del tempo, quindi gli lasciai solo un bigliettino per dire che ero uscita, ed andai.
Quando arrivai al ponte erano le 16.05, eppure non c'era traccia di Regina... era strano che fosse in ritardo.
-Regina?- gridai, pensando che potesse essere nei dintorni.
Silenzio.
-Emma- fece una voce alle mie spalle -che bello trovarti qui, da sola.
-Co... cosa?! Che ci fai tu qui! E Regina? Che cosa le hai fatto.
La regina delle nevi mi stava guardando col sorriso stampato sulle labbra, un sorriso alquanto irritante.
-Non è di Regina che dovresti preoccuparti... non sei venuta col tuo ragazzo?
-Co... cosa? Cosa hai fatto a Hook!- urlai, fuori di me. Non poteva portarmi via anche lui.
Con un sorriso schioccò le dita e fece apparire Hook in una gabbia di ghiaccio piena di stalattiti verso l'interno.
-No. Lascialo in pace. Prenditela con me.
-Emma, scappa! Non pensare a me... ti prego.- mi supplicò, col ghiaccio ormai alla gola.
-Scordatelo Hook!
Chiusi gli occhi per concentrarmi, e sentii le mani calde: misi a fuoco la gabbia di ghiaccio, e cercai di spingere il calore nel tentativo di scioglierla.
Fermai l'incantesimo giusto in tempo, con un urlo, perché la regina aveva fatto sparire la gabbia e avrei rischiato di fare del male a Killian.
Non sapevo cosa avesse in mente, ma continuò con me questo assurdo gioco, probabilmente per stancarmi, ma non mi importava. Usai tutte le mie forze, tutto il mio autocontrollo per non fare del male all'uomo che amavo. Un incantesimo dopo l'altro, un freno dopo l'altro, e nel mentre cercavo di colpire anche lei per farla smettere.
-Basta così- disse infine, e lasciò andare il pirata che si mise in ginocchio a riprendere fiato. Io non esitai e corsi subito da lui, a vedere come stava.
-Cosa vuoi da me? Da noi? Che senso ha avuto tutto questo?!- chiesi infuriata.
-Oh, Swan...- girò su sé stessa, e restai di sasso. Al posto della regina delle nevi apparve Regina, che mi guardava con un sorriso soddisfatto.
-Co... cosa, io non capisco...- borbottai, guardando Killian che si alzava, più in forma di me. Mi tirò su, e guardò Regina: -Spiegaglielo tu.
-Swan, i tuoi poteri vanno fuori controllo quando sei sotto pressione... non te ne sei accorta?
Io la guardai sconcertata. Aveva ragione... ma quindi?
-Quindi- disse, come se mi avesse letto nel pensiero -non sarebbe servita a niente una lezione di magia scolastica. Dovevo metterti in condizioni di stress... e cosa meglio del minacciare il tuo pirata sarebbe potuto servire?
-In mia difesa posso dire che l'idea è stata sua.- disse Hook, arretrando nel vedermi arrabbiata.
-Ma che uomo sei...- fece Regina indignata -ah già scusa, sei un pirata.
-BASTA!- urlai -Tutti e due. Come avete osato farmi una cosa del genere? Ho pensato che ti avesse fatto del male Regina, e che volesse fare lo stesso con lui... non è stato divertente!
Colpii entrambi con delle scie di luce bianca sbattendoli a terra, anche se cercai di non fargli troppo male.
-Mi sa che non è bastato- fece Regina, rialzandosi senza accettare una mano da Hook.
-Oh invece mi sa di sì... voleva ucciderci per davvero, non per sbaglio.
-Sei perspicace, Hook.- dissi, guardandolo ancora in preda all'ira -Può anche essere che non voglia ti faccia niente la regina, ma non vuol dire che non possa ucciderti io! Brutto idiota che non sei altro!
Cercai di prenderlo a pugni, ma lui mi fermò le mani con la mano e l'uncino, a cui diedi una botta facendomi male da sola. Imprecai tenendomi la mano con l'altra e piegandomi in due.
-Dai tesoro, sta' ferma un po'... ti sei rotta qualcosa?- fece preoccupato.
-No- biascicai, alzando lo sguardo verso di lui -ma appena mi riprendo rompo qualcosa a te, stronzo.
-Swan, finiscila per l'amore del cielo- intervenne Regina annoiata -io non faccio la maestrina dolce e gentile, io o ti insegno sul serio o lascio perdere. E poi lui non rischiava, non l'avrei ucciso seriamente.
-IO avrei potuto ucciderlo, Regina... per sbaglio!
Lei scoppiò a ridere, e io avrei tanto voluto prenderla a pugni. Non c'era niente di divertente.
-Sarebbe stato interessante, ma non credo l'avresti mai ammazzato...
Respirai a fondo, nel tentativo di darmi una calmata e pensare a mente lucida. Poi una mano prese la mia, e mi voltai verso il responsabile.
-Emma, tesoro. Tu mi ami, e... Elsa te l'ha detto, l'amore aiuta a fare cose incredibili.
Restai in silenzio, non sapendo che dire, non aveva tutti i torti.
-E poi io mi fido di te. Mi sono offerto perché mi fido ciecamente.. e so che non lo ammetti, ma hai bisogno di fiducia.
Aveva colpito ancora nel segno. Mia madre mi aveva urlato contro. Aveva allontanato da me mio fratello... per quanto mi volesse bene non era riuscita a fidarsi di me in quei momenti.
Killian l'aveva sempre fatto, non aveva mai perso la fiducia, nonostante il fatto che per colpa mia aveva rischiato la vita.
-Ok... ti... vi perdono. Ma non dovete fare mai più una cosa del genere, è stato... terribile. Basta trucchi.
-Ok tesoro... mai più. Anche perché ho visto che non hai bisogno della magia per ammazzarmi, e la cosa mi terrorizza ed eccita allo stesso tempo...- sogghignò con un sorriso sghembo.
-Potrei vomitare- intervenne Regina -compratevi una casa o affittate una stanza se proprio dovete. State diventando peggio dei Charming, e non è un complimento.
Arrossii violentemente, e Hook, che ormai era esperto nel peggiorare le situazioni imbarazzanti mi strinse a sé baciandomi i capelli.
-Forse dovremmo seguire il consiglio di Regina... casa tua è affollata...- sussurrò, facendomi passare dal rosso al bordeaux. Grazie al cielo il mio viso era ben nascosto nell'incavo del suo collo.

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Capitolo 5
*** Accord&Apoligize ***


Captain Swan [Accord&Apologize]


-Tu stai più che bene Hook, quindi puoi anche lasciare questa casa!- stava gridando David, in preda alla gelosia.
-Smettila essere tanto antico Charming, non ho fatto niente di male a tua figlia!
-Te la sei solo sbattuta nel mio bagno, pirata!
I due si guardavano in cagnesco, e io non sapevo se essere più imbarazzata per il fatto che mio padre ci avesse visti uscire insieme dal bagno, ancora in accappatoio, o per il modo in cui aveva reagito.
Fece per dare un pugno a Killian, ma con la mia magia ora abbastanza controllata riuscii a creare una barriera di energia tra i due.
-Basta papà- dissi, stringendomi nell'accappatoio -ho 30 anni e passa porca miseria, posso fare sesso con chi voglio e dove voglio!
Si fermarono entrambi sconvolti a guardarmi. Ok, forse non era proprio da me essere tanto diretta, però ero stufa di essere trattata come una ragazzina. Mia madre, che o era più comprensiva, o voleva ancora farsi perdonare per come mi aveva trattata per via della magia, non aveva avuto nulla da obiettare fin dal suo arrivo a casa nostra, ma David, mio dio, era così all'antica!
-Emma- ruppe il silenzio mio padre -se anche non viviamo in un castello, tu rimani comunque una principessa. E c'è un'etichetta da seguire, forse è il caso di insegnarti qualcosa.
A quell'affermazione non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere senza riuscire a trattenermi. Una principessa, io. Io che avevo indossato un abito principesco una sola volta, e solo per intrufolarmi a un ballo, una principessa! Come no.
-Mi dispiace deluderti, ma io non mi sento una principessa.- dissi quando riuscii a fermare le risate -io non lo sono mai stata, non ho mai vissuto da principessa... non puoi pretendere che inizi a farlo ora. E forse non è neanche davvero quello che vuoi, tu sei solo geloso, papà.- conclusi sottolineando volontariamente l'ultima parola.
-Ok. Forse è vero. Forse ho esagerato, però... non è il caso lui continui a vivere qui. Si è ripreso e sta perfino meglio di me, può tornare a stare da Granny, no?
-Va bene David- disse Hook -su questo hai ragione.

Prima di lasciare a David il tempo di rispondere, tirai Hook per un braccio trascinandolo in camera, per poi richiudere la porta ancora arrabbiata.
-Se te ne vai da questa casa prendo Henry e ce ne andiamo anche noi.- dissi, in tono fermo e deciso -Non ho intenzione di farmi controllare dai miei genitori, non alla mia età!
-Calmati dolcezza- fece poggiandomi le sue sue dita sotto il mento -per quanto io desideri poter avere più privacy, non puoi vivere da Granny con tuo figlio, te ne rendi conto vero?
Incrociai le braccia guardandoli in tono di sfida... in fondo perché no! Io ed Henry vivevamo comunque nella stessa stanza, quindi potevamo benissimo stare da Granny.
Lui invece di dire qualcosa, si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra, che dopotutto riuscì davvero a calmarmi un po'.
-È stato molto erotico quando hai detto “faccio sesso dove mi pare”, sai...- mi sorrise malizioso, e mio malgrado sorrisi anch'io, attirandolo a me.
-Ehi, calma tigre... vuoi già rifarlo? Magari per terra? Sulla scrivania?- mi stuzzicò.
-Ma no, cretino, sta zitto...- arrossi abbassando lo sguardo.
Solo in quel momento mi resi conto della scenata imbarazzante che avevo fatto a mio padre. Lui era solo un padre geloso, e io avevo esagerato.
-Però ho davvero bisogno vivere senza i miei...- sospirai.
-E sarò contento quando lo farai, però devi prenderti un appartamento, una casa... non una camera d'hotel. E allora sarò lieto di farti visita il più spesso possibile.
-Potresti anche trasferirti- buttai lì, senza pensarci più di tanto.
-Oh... vuoi già convivere, amore?
-Tu... tu non hai una casa. E insomma, non dico che devi venire subito a... insomma a vivere in camera mia. Ma avrai una camera per te, ecco...- cercai di riparare al danno. Non volevo iniziasse a farsi strane idee, avevo pur sempre una reputazione da difendere.
-Grazie tesoro, però fino a quando non avrai un posto tutto tuo, mi prometti che resterai qui con tuo figlio?
-Mh...- mugugnai, un po' contrariata.
-Verrai da me da Granny quando vorremo un po' di intimità, affare fatto?
-Così va meglio. Affare fatto.- concordai, dandogli un bacio.
-Bene, abbiamo un accordo. Che non ti venga in mente di cambiare idea al primo battibecco con papino. E forse dovresti andarti a scusarti con lui, l'hai sconvolto mi pare...
Annuii, aveva ragione. Mi sarei scusata.
Una volta asciugatami quanto potevo, mi vestii e raggiunsi mio padre in cucina, seduto davanti alla tv accesa.
-David... papà?- feci, avvicinandomi a lui, che si voltò verso di me.
-Emma, tesoro, mi dispiace per prima...
-No, aspetta. Scusami tu... ho esagerato. È normale che tu sia geloso di me... e non mi dispiace.
-E tu scusami per come ho reagito, sono stato eccessivo... però per me sei sempre la mia bambina, ero abbastanza shockato...
-Scusa, lo so- dissi imbarazzata.
-Dai, vieni qua!- mi tirò a sé in un grosso abbraccio, che ricambiai -Solo avvertimi se sto per diventare nonno per la seconda volta, affare fatto?- aggiunse.
-David!- esclamai, e stavolta ero io quella sconvolta.









Angolo dell'autrice
Scusate per questo capitolo, non è dei migliori, ma in realtà non avevo grandi idee per riuscire a far seguire alla shot comunque un filo logico con le altre... quindi è quello che è! Spero di fare di meglio nel prossimo :P

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Capitolo 6
*** Internet&Interest ***


CaptainSwan [Internet&Interest]


Dopo il tentato omicidio di mio padre nei confronti di Killian ormai una settimana fa, avevamo deciso di evitare di passare il tempo insieme lì in casa.
Le volte che Henry dormiva da Regina, io le passavo con lui da Granny.
La prima volta che Ruby mi aveva vista entrare, era stata entusiasta come una bambina e mi aveva abbracciata... per poi accompagnarmi a comprare delle cose “carine” per la notte, come le chiamava lei.
Trovava meraviglioso il fatto che ormai io e lui facessimo coppia fissa; un po' era stato anche merito suo, quindi avevo deciso di sorvolare su certe battutine occasionali senza incenerirla.
Ormai era la terza volta che ero da lui, stava diventando un'abitudine... tanto che Killian, da bravo uomo di casa -anche se quando gliel'avevo fatto notare non era stato proprio felice della definizione-, era uscito a fare la spesa in modo che potessimo prepararci il pranzo insieme, Granny ci aveva messo la cucina a disposizione.

Seduta sul letto a gambe incrociate e la schiena contro il cuscino, stavo impazzendo nel leggere le ricette su un sito che mi aveva suggerito Ruby, sembravano tutte fantastiche ma troppo complicate per me, che non avevo mai cucinato nulla di elaborato. Però volevo qualcosa di speciale, cucinare insieme per la prima volta era in qualche modo un primo passo verso la convivenza.
A quel pensiero arrossii, e grazie al cielo ero sola.
Sotto la ricetta della spigola con porcini e patate, che mi sembrava interessante e facile da preparare, notai un piccolo messaggio di spam in un riquadro arancione: “Affitti e vendite a Storybrooke – prezzi variabili e trattabili”.
Senza pensarci troppo cii cliccai, per dare un'occhiata a cosa proponevano. C'erano in vendita più case di quante avessi immaginato potessero esserci nella cittadina. La prima era la casa dove aveva abitato Zelena, ma la scartai subito: lì aveva quasi ucciso Hook, e non gli avrebbe fatto piacere viverci. E sinceramente neanche a me, ricordavo ancora la paura di perderlo nonostante allora non avessi ancora accettato i miei sentimenti.
Il secondo era un appartamento troppo vicino a casa dei miei, quindi scartai anche quello senza pensarci due volte.


Quando sentii lo scricchiolio della porta alzai lo sguardo, e vidi entrare Killian con tre buste della spesa stracolme... sembrava avesse fatto rifornimento per settimane!
-Hai svaligiato tutto il supermercato, capitano?- scherzai, mentre le posava a terra.
-In realtà... volevo prendere un po' di tutto. Non sapendo cosa avremmo cucinato... e di cosa avessi voglia.- disse dolcemente, venendo a sedermisi accanto e a salutarmi con un bacio.
-E poi voglio preparare un dolce a Ruby...- aggiunse, facendo spallucce.
-A Ruby? Perché?- lo guardai stranita.
-Gelosa Swan?- ghignò.
-Zitto. Allora, perché?
-Beh, Ruby è stata tanto carina con me...- iniziò, sapevo che si stava divertendo come un matto a punzecchiarmi, così cercai di restare impassibile, -Ti ha fatto prendere tutta quella biancheria sexy... e questo pigiama- concluse, posando una mano sulla mia gamba.
Indossavo ancora il nuovo pigiama di seta rosa, con canottiera e pantaloncini corti, decorato in pizzo nero sui bordi. L'avevo trovato eccessivo in un primo momento, ma Ruby mi aveva costretta a prenderlo... e a Hook era piaciuto parecchio.
-Il solito maniaco... comunque forse ho trovato una ricetta.
Prima che mi rendessi conto che sul pc c'erano case e non ricette, lui stava già fissando lo schermo.
-Quindi cerchi casa con questo aggeggio infernale mentre io non ci sono...
Arrossii.
-Si chiama computer. E le...cose, si cercano con internet. È come un... un mare, digitale. C'è di tutto- spiegai, deviando il discorso.
-Frena Swan, è già tanto che io sappia cliccare su “Emma” su quella scatolina di plastica...
-Cellulare. Si chiama cellulare.
-Sì. Comunque questo internet forse non è poi così infernale, sembra tipo una cosa magica... se ti farà trovare la nostra casa.
Sospirai, ormai la frittata era fatta, non sarei riuscita a portare il discorso sul pranzo in quel momento, e forse era meglio così.
-Bene. Allora mettiti comodo e aiutami a scegliere una casa, già che ci siamo.
Non se lo fece ripetere due volte: si tolse le scarpe e la giacca, sistemò l'altro cuscino accanto il mio e vi si appoggiò, guardando ancora un po' stranito il desktop.
-Quindi le case escono da questa cosa quando le compri?- mi domandò, e io scoppiai a ridere.
-No Killian. Qui possiamo vedere i prezzi, i dettagli... e poi andiamo a vederle di persona, all'antica!
-Ah va bene... in questo caso fammi vedere...
Studiò le prima due abitazioni, e fu d'accordo con me nello scartarle, così continuai a scorrere verso il basso.
C'erano vari appartamenti vicino al mio posto di lavoro, ma non mi entusiasmava l'idea di abitare in un condominio. Volevo qualcosa di diverso.
Mi indicò la foto di una casetta in basso, così scesi ancora un po'. Era una villetta a due piani, vista sul mare e anche un piccolo giardino; al piano terra c'erano cucina, salone, bagno e ripostiglio, mentre di sopra tre camere e un bagno. Anche il prezzo era abbastanza abbordabile, non essendo la casa enorme.
Cliccai sulle foto per dare uno sguardo agli interni, e Killian mi cinse le spalle con un braccio, guardando insieme a me. Era arredata almeno con ciò che strettamente necessario, era carina.
-Hai gusto...- sussurrai, guardando le foto delle camere da letto.
-Io posso prendermi quella più piccola... sai, se vuoi.- disse, vedendomi in difficoltà.
In realtà non sapevo se volevo che dormisse in una camera diversa dalla mia. Dormire insieme era stato piacevole, mi ero sentita bene, e forse avrei voluto che continuasse così. Però già l'idea di convivere mi faceva un po' paura... neanche con Neal avevo mai convissuto veramente, in una casa tutta nostra. Forse era troppo presto, ed avere due camere distinte era la soluzione migliore, per il momento. E d'altra parte lui non mi conosceva del tutto... non conosceva le mie abitudini, e il timore che potessi non piacergli più era abbastanza forte.
-Vedremo... posso chiamare nel pomeriggio, e domani andiamo a vederla...- sospirai.
-Emma. Che c'è?
Rimasi in silenzio: non sapevo cosa dire, non sapevo come iniziare.
Mi accarezzò una guancia, per poi stamparmi un bacio in fronte: era così dannatamente bravo a sapermi far stare bene.
-C'è che non mi conosci... voglio dire, non conosci le mie abitudini, certi miei interessi...- sputai il rospo, evitando di guardarlo negli occhi. Si limitò a stringermi più forte a sé.
-Hai ragione Swan.- disse, e mi voltai a guardarlo, spaventata. Aveva deciso di tirarsi indietro? Così all'improvviso?
-Infatti ora voglio sapere tutto di te... sai, a parte che sei dannatamente innamorata di me- sorrise, e io gli diedi un pizzico sul braccio.
-Dico sul serio, forza!
-E va bene!- risi, per poi dargli un bacio. Non ero più tesa, ero solo divertita.
-Mi piace la cioccolata calda con la cannella. Dovrai prepararmela per colazione ogni mattina, altrimenti la giornata non può partire. Ok?
-Si può fare, si può fare. Poi?
-Poi canto sotto la doccia, e non dovrai mai insultarmi se stono. Mi piace andare a correre ogni tanto la mattina, o andare in bici. Quando ho... le mie cose, potrebbe capitare che mi mangi vaschette intere di gelato da sola, e tu non dovrai giudicarmi o potrei diventare violenta.
-Uhm, interessante questa! Hai ragione, non conoscevo questo tuo lato goloso... quello violento si.
-Ormoni... non puoi capire.- tagliai corto -La sera tardi dopo cena, mi piace mettermi comoda sul divano a vedermi un film in TV, o su Netflix... mangiando pop corn o altre schifezze.
-Ancora questo Netflix e non mi hai spiegato che è...
-E' su internet. Ci guardi i film. Anzi, ora te lo faccio vedere... comunque se vivi con me è sottinteso che i popcorn dovrai prepararli tu, ok?
-Certo certo, come desidera capo. Ora fammi vedere che roba è Netflix...
Ancora sorridendo, aprii il sito sotto il suo sguardo confuso nel vedere copertine e titoli che per lui erano sicuramente solo scritte e immagini senza senso.
-Vuoi provare tu a cercare un film?
-Volentieri, un film è quella cosa che fanno anche nella scatola magica che fa vedere la vita della gente?
Risi ancora di gusto, era divertente il suo approccio con la tecnologia... lo adoravo anche per questo.
Avvicinò la mano buona alla tastiera, guardando i tasti come col timore di essere morso.
Digitò la C, poi la A e poi la O, ma cancellò quest'ultima. Poi la P, la T, la S, e nell'intento di cancellare quest'ultima cancellò tutto quello che aveva scritto fino ad allora.
-Porca miseria! Già questo coso mi odia, ha le lettere in un ordine insensato! Con una mano è impossibile usarlo!- si scoraggiò, lasciando perdere il computer e buttandosi di nuovo schiena sul cuscino.
Mi si strinse il cuore per quanto mi fece tenerezza in quel momento, così lasciai il pc sul comodino e mi strinsi a lui.
-Killian, sta tranquillo...
-Io vorrei imparare le cose che ti piacciono, vorrei poterle fare con te, per te... invece sono inutile!
-Non è vero! Hook, io non ho mai avuto nessun problema col fatto che tu abbia una mano sola... insomma, sei Capitan Uncino!
-Ero. Un capitano senza nave non si è mai visto. Ora sono il tuo inutile ragazzo con un uncino al posto della mano.
-Non sei inutile. E l'uncino ti rende sexy- lo rassicurai -insomma, sono fidanzata con Capitan Uncino! Ha un certo non so che che ti rende sensuale, quell'aggeggio...- sussurrai, sfiorandogli l'uncino con le dita.
Finalmente lo vidi rilassarsi, e mi sentii meglio insieme a lui. Aveva qualcosa di intimo il fatto che per una volta avesse tirato fuori una debolezza, non era mai successo prima. Lui era sempre quello sicuro di sé.
-Quindi siamo... “fidanzati”- mi guardò curioso.
Avvampai.
-Sta zitto se non vuoi dover fare a meno di un altro arto.
Ridemmo insieme, e stavolta fu lui a stringermi, e a baciarmi. Mi accarezzò una gamba nuda con l'uncino, mentre con la mano cercò di sollevarmi la canottiera, ma lo fermai.
-Non ora, pirata. Ora mi lasci vestire, segnare il numero per chiamare per la casa, e poi scendiamo a cucinare. Dopo mangiato ti insegno a usare internet, e ti farò vedere come sia possibile farlo anche con una mano sola. Ma se pensi di non potermi battere...- feci spallucce.
-Io non mi tiro mai indietro davanti ad una sfida Swan, e di solito vinco.
-Lo vedremo, io non sono una che lascia vincere facilmente! Comunque che volevi scrivere?
-Captain Hook ovviamente, volevo vedere cosa ci fosse su di me, il tuo interesse numero 1...- sorrise malizioso, stampandomi un altro bacio.
-Sei sempre il solito...- alzai gli occhi al cielo con un sorriso.









Angolo dell'autrice.
Ciao! Come promesso non ci ho messo molto... col fatto che io la notte non dormo, o meglio, vado a dormire MOLTO tardi, tra le altre cose scrivo sempre... e quindi ho già finito :)
Spero vi piaccia... e spero che la vera Emma prenda esempio e inizi sul serio a cercare casa, finalmente xD
Grazie a chi sta recensendo e/o leggendo questa ff :)

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Capitolo 7
*** Night&Need ***


CaptainSwan [Night&Need]


Mi rigirai nel letto, quello che da oggi potevo chiamare il mio letto, nella mia casa. O meglio, nostra. Ci era piaciuta, ed era piaciuta ad Henry, era perfetta come in foto.
Avevamo discusso sul pagamento, Emma come sempre aveva voluto fare da sola, ma non gliel'avevo permesso, quindi ci eravamo accordati sul dividerci le spese. E la brillante idea l'aveva avuta Henry “Perché non la fate intestare a entrambi?” aveva proposto.
Era stato strano. Non eravamo sposati, neanche fidanzati ufficialmente, eppure avevamo finito per farci convincere da un ragazzino.
La sera però ci eravamo trovati in una situazione imbarazzante, lei era appena tornata da un appuntamento con una vecchia amica ed era stata di poche parole... un po' distante, anche se aveva negato, quindi avevo deciso di lasciarla dormire da sola.
Quando finalmente mi fermai, sentii un rumore proveniente dalla stanza di Emma, come di singhiozzi: decisi di andare a vedere cosa stesse succedendo.

Bussai, e in quel momento i singhiozzi cessarono. Tentennante, decisi di aprire la porta ed entrai.
Emma era seduta alla finestra, ma non si voltò verso di me, così mi avvicinai.

-Emma... tesoro- sussurrai -va tutto bene?
Si voltò verso di me e mi guardò: aveva gli occhi arrossati e ancora umidi, aveva pianto... mi si strinse il cuore.
-Sto bene...- disse, facendomi segno di sedermi accanto a lei, e così feci.
-E allora cosa è successo tesoro... brutto sogno?
Fece di no con la testa, e abbassò lo sguardo stringendo le dita della sua mano tra le mie; -La donna che ho incontrato oggi pomeriggio, che mi aveva contattata. Sai che facevo la cacciatrice di taglie vero? Ho lavorato per lei...
-Oh...- non seppi che altro dire, ma avevo immaginato si trattasse in qualche modo di quella donna.

-Mi aveva chiesto di trovare un uomo. Il suo compagno. Voleva lo trovassi e lo assicurassi alla giustizia, doveva pagare per quello che aveva fatto...
Annuii, guardandola e accarezzandole una guancia, dove intercettai una nuova piccola lacrima che stava rigando il suo bel viso.
-Non sei obbligata a parlarmene- le dissi, non volevo si sentisse messa alle strette.
-No, va bene. Ne ho bisogno credo.- mi strinse la mano più forte, e mi portò a sedermi sul letto, vicino a lei.
-Quando arrivai mi disse che aveva richiesto un cacciatore di taglie uomo per questa cosa, e che avevano sbagliato a mandarle una ragazza di 25 anni. Quindi le ho chiesto il motivo... sai, ero un po' ferita nell'orgoglio, insomma, ero sempre stata piuttosto brava.
-Non ne dubito, Swan- le feci l'occhiolino e lei accennò un sorriso, per tornare però subito seria.
-Ha una figlia, Julie, che all'epoca aveva 15 anni... aveva perso il padre, ma il suo nuovo compagno era stato fin da subito molto tenero con lei. Però certe tenerezze paterne si sono trasformate in altro... la ragazzina gliene aveva parlato, ma lei non le aveva creduto. Comunque, una sera... la madre non c'era, e Julie è rientrata tardi dopo una festa di compleanno. L'uomo l'ha accolta ovviamente, le ha fatto un sacco di complimenti sull'aspetto... poi ha iniziato a toccarla... e... alla fine... -la sua voce tremò, e fu costretta a fermarsi a riprendere fiato -E alla fine ha abusato di lei. Capisci? Un 40enne, ha violentato una ragazzina di 15 anni, indifesa... Presi a cuore la questione, e nonostante la donna tentasse di dissuadermi per il mio bene, alla fine la convinsi che potevo pensarci io.
-Eri incline al pericolo già da allora, quindi.
-Lo sono sempre stata pare. Dopo varie ricerche ho trovato l'uomo in un pub che frequentava, e ho finto di flirtare con lui, tanto che a fine serata si offrì di portarmi a casa sua “per un caffé”. Avevo un piano. Sarei andata, avrei mandato per sms l'indirizzo alla donna. Lei avrebbe chiamato la polizia mentre io lo trattenevo. Era un piano perfetto che è andato a farsi benedire quando arrivati a casa sua vedevo solo numeri civici, ma nessun indirizzo.- si prese ancora una pausa, e io le strinsi di più la mano. Forse iniziavo a capire a cosa voleva arrivare, ma volevo credere che non fosse quello, sarebbe stato troppo.
-Non volevo fallire... quindi ho pensato di salire, minacciarlo con la pistola e intanto chiamare la polizia. Non avevo paura, non era la prima volta. E invece, quando mi ha abbracciata, mi ha preso la pistola. Ha riso, e poi... ho provato a ribellarmi ma... ma...- le si spezzò la voce e pianse di nuovo, stringendosi al mio petto.
Io ero disgustato. Sconvolto. Incredulo. Non potevo crederci, non volevo crederci. Non poteva essere vero, non poteva averle davvero fatto del male, era fuori discussione.
Venticinque anni, una ragazza così giovane, e aveva subito una cosa del genere. Era qualcosa che nessuna donna avrebbe mai dovuto provare in vita sua.
-Mentre lui ancora... ancora...- singhiozzò tra le lacrime.
-Basta Emma!- la supplicai -non farti del male ancora, basta... non c'è bisogno.- era fin troppo straziante per me, quindi non osavo immaginare quanto lo fosse per lei.
-Su... sul tavolo dove ero... sdraiata... ho allungato la mano, c'era un vaso. Gliel'ho rotto in testa- continuò, come se non mi sentisse -è svenuto, e sono riuscita a... a fare tutto il necessario. Ma non ho detto niente, capisci, non potevo! Quella povera donna si sarebbe sentita in colpa, non potevo farle questo...
-Non gliel'hai detto... e non l'hai mai detto a nessuno?- rimasi basito. Era già abbastanza dover sopportare una violenza come quella, ma non potevo immaginare nulla di peggio dell'affrontarla completamente sola.
-No. Ho lasciato che la mia vita... andasse avanti. L'ho superato, sai. Però non sono più andata a letto con un uomo. Sono uscita con alcuni, ma li vedevo tutti sbagliati... inconsciamente ero io a esserlo, io a essere ancora ferita, anche se non lo sapevo.- la lasciai piangere sul mio petto, finché tutta la parte della maglietta sulla spalla destra non fu fradicia. La strinsi forte, versando qualche lacrima anch'io. Nulla poteva giustificare quel mostro che l'aveva fatta soffrire, nulla poteva cancellare quell'orribile momento dalla sua vita, come avrei potuto aiutarla a dimenticarlo? Mi sentivo impotente, era qualcosa che non potevo controllare, e mi faceva male da morire sapere quanta angoscia provasse dentro di sé.
E sapere che forse l'avevo fatta star male pure io...
-Tesoro- sussurrai -ma io e te... noi... l'abbiamo...
-Lo so- disse, e rimase qualche attimo in silenzio, poi mi abbracciò.
-E... tu dovevi fermarmi...
-Shh... No, Killian, non pensarlo nemmeno. Tu non sei lui. Tu sei... tu sei l'uomo che voglio. Che amo. È stato tutto naturale, non mi sono sentita forzata.
-Sei sicura... sicura? Che non ti ho fatto del male in qualche modo...- non ci eravamo mai andati molto piano, e ora me ne pentivo. Se solo avessi saputo...
-Io non faccio mai cose che non voglio fare- si tirò su, guardandomi negli occhi. Sembrava sincera: -Io volevo fare l'amore con te tutte le volte che l'abbiamo fatto, e sono stata benissimo.
Finalmente sorrise davvero, un sorriso grande e sincero che riuscì a rassicurarmi. Non me lo sarei mai perdonato altrimenti.
Ero un uomo fortunato, e neanche lo meritavo. Una donna splendida come lei aveva scelto me, proprio me, da amare. Un pirata che aveva fatto tanti errori, che era tutt'altro che perfetto, cosa che invece era lei.
-Grazie, Killian...- mi sussurrò dolcemente sulle labbra, per poi stamparmi un tenero bacio.
-E per cosa?
-Sono quasi le 4 del mattino, e tu sei qui ad ascoltarmi. Anche se stasera sono stata ingiusta e distaccata...
-Emma, io ti amo. Ogni lato di te, anche quello complicato... e poi... come hai fatto a tenerti tutto dentro per... anni?
-Non era una ferita aperta... l'avevo superato, quindi diciamo che non ci pensavo. Ma potermi sfogare con qualcuno, con te... ha chiuso questa storia completamente. Ne avevo un gran bisogno, grandissimo. Ti amo anch'io, tra parentesi...
Mi spinse piano perché mi sdraiassi, e lei si accomodò sopra di me, baciandomi.
-Ho bisogno di te Killian...- disse sulle mie labbra -resta qui stanotte. Anzi, resta qui e basta, lascia perdere l'altra stanza... Ti voglio con me.
Raramente era così esplicitamente dolce, e anche per questo la amavo, perché questi momenti erano unici e speciali.
-Certo che resto. E ti faccio le coccole quanto vuoi, anche fino a domani mattina se ti fanno dormire meglio...
-Grazie, non serve... devi dormire anche tu. Voglio solo... sentirti vicino.- dicendo questo tornò a sdraiarsi sul letto, ma con la testa sul mio petto, e io la cinsi con le braccia, assaporando il dolce profumo di fiori dei suoi capelli.
-Non vado da nessuna parte. Sono qui con te. E ti proteggerò sempre.










Note dell'autrice
E insomma, sono arrivata anch'io al punto che mi mancano solo 4 shot alla fine di questa iniziativa... grazie davvero a chi sta recensendo o seguendo la FF :)
Per il prossimo capitolo ci sarà da aspettare almeno una settimana circa perché parto... spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se stavolta è stato un po' più pesante.

:*

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Capitolo 8
*** Storm&Sadness ***


CaptainSwan [Storm&Sadness]


Fuori pioveva, era in atto una tempesta abbastanza forte da rispecchiare il mio umore. Disperazione, tristezza, senso di impotenza, un dolore forte quanto il fulmine che squarciò il cielo, e il tuono che lo seguì.
-Emma...- strinsi forte la mano della mia ragazza, stesa su quel maledetto letto d'ospedale. Inerte. Due tubicini nel naso che le permettevano ancora di avere aria nei polmoni. Un battito così flebile, che avrebbe potuto spezzarsi prima della fine della giornata.
“Era incinta... di un mese e mezzo” aveva detto il dottor Whale. Era rimasta incinta la prima volta che avevamo fatto l'amore. Ma quella creaturina era morta, e ora anche lei mi stava lasciando.
Regina non aveva potuto fare niente... controindicazioni del vero amore. Non poteva fare nulla al suo cuore. Neanche una piccola magia che lo facesse tornare a battere. Era intoccabile. E neanche baciarla era servito a qualcosa, per quanto amore ci potessi mettere. Suo figlio, i suoi genitori, tutti avevamo provato con l'amore, ma niente. Whale aveva provato con un intervento, ma contro la magia non aveva aiutato.
Ed era stata tutta colpa mia. Solo mia, se quel maledetto coccodrillo le aveva fatto questo.

20 giorni prima.
-Hook! Oh mio dio, Killian!- gridò Emma, in preda al panico.
-Sto bene amore, tranquilla...- cercai di rassicurarla, ma la mia mano era rossa di bruciature, causate involontariamente dalla sua magia.
Aveva avuto un incubo, e io le avevo preso la mano ignaro che fosse colma di magia. Avevo gridato, preso alla sprovvista, e lei si era svegliata.
-No! Guarda che ti ho fatto...- scoppiò a piangere, afferrando la mia mano.
-Non è niente tesoro...torna a dormire, va tutto bene...- la abbracciai forte, nel tentativo di riuscire a calmarla.

19 giorni prima.
Nel momento in cui risi per il suo fallito tentativo di risucchiare Emma in quel maledetto cappello, Tremotino mi strappò via il cuore dal petto.
-Cosa aspetti. Fallo e basta allora!- gridai.
-Prima mi servi. Ma poi, credimi, ti ucciderò. Alla fine morirai.

15 giorni prima
-Come non ha il cuore. Regina... cosa dici?!
Guardai Regina e Emma con disperazione, perché non potevo dire la verità, non potevo farci nulla. Non potevo dire chi era stato, e neanche il perché. Era terribilmente frustrante.
-Gold! È stato mio marito!- Belle entrò correndo, con un libro in mano e il fiato corto -Qui. Lui vuole liberarsi della maledizione del pugnale. Alla fine deve uccidere Hook, dovrà distruggere il suo cuore.
Le fui grato come non mai, aveva detto la verità che io non potevo pronunciare.
Emma si portò le mani alla bocca, per poi venirmi a stringere, con le lacrime agli occhi.
-Tesoro, io ti amo lo stesso... non ho bisogno di un cuore per amarti- sussurrai, non sapendo che altro dire, limitandomi a stringerla a mia volta.
-Ci riprenderemo il tuo cuore Killian. Non ti perderò.- promise, con la voce rotta dal pianto e dalla disperazione.


8 ore prima.
Eravamo sulla spiaggia, Emma era riuscita a seguirmi mentre ero costretto a portare a Rumple l'ultimo stupido oggetto magico da inserire nel cappello di cui aveva bisogno, prima di uccidermi.
-Signorina Swan, temo che lei non sia invisibile- disse il coccodrillo, e con uno schiocco di dita fece sparire l'albero dietro al quale si era nascosta.
-Corri Emma! Lascia perdere e scappa!- le urlai, ma lei invece di obbedire corse verso di me, paradomisi davanti.
-Pirata, falla entrare nel cappello.- lo disse tenendo in mano il mio cuore.
Le mie mani si mossero da sole. La spinsero da parte e presero il cappello che mi porse l'uomo. Calde lacrime mi solcarono il volto, mentre Emma mi guardava con gli occhi sbarrati. Sembrava avesse paura di me, e io non potevo fermarmi, non potevo rassicurarla, sarei stato la sua rovina.
-Forza Hook... fallo- comandò.
Emma mi guardava, incapace di muoversi. Mi guardava, con quei suoi occhi verdi, anch'essi colmi di lacrime.
-Killian...- sussurrò -lo so che non sei tu a volerlo fare, lo so. Ti amo Killian Jones.
Le mie mani stavano aprendo la scatola che conteneva quel maledetto affare, e lo feci.
“Ti amo Killian Jones” risuonò nella mia testa. E fu un attimo. Mi gettai addosso a lei, portandola fuori dalla traiettoria del vortice che si era appena scaturito.
-Trafiggila. Col tuo uncino. E poi lasciala andare. Voglio vederti soffrire prima di morire.- ordinò ancora quel mostro.
Guardai Emma negli occhi, e in quel momento mi accorsi che le sue parole non avevano più alcun effetto su di me. Anzi, la strinsi tra me e la sabbia ancora più forte, a proteggere il suo corpo.
Per un solo attimo i nostri sguardi si sorrisero, prima di sentirmi scaraventare contro le rocce. Sentii dolore in tutto il corpo, mi mancò il fiato. Emma urlò. Urlò il mio nome e la vidi alzarsi, pronta a lanciare un incantesimo che il signore oscuro bloccò mostrandole il mio cuore.
Raccolsi tutte le forze per alzarmi in piedi e cercare di raggiungerla, ma fui scaraventato nuovamente contro la roccia, stavolta fu il mio braccio a parare il colpo.
-Mi butterò in quella cosa, ma tu lascialo stare!- gridò la mia Emma, disperata. Non potevo lasciarglielo fare. Semplicemente non potevo.
Nel momento esatto in cui si gettava verso il fumo nero, afferrai la sua mano.
-Lasciami! Hook, ti ucciderà...- più cercava di divincolarsi, più le stringevo forte la mano e affondavo l'uncino in profondità. Neanche il mio braccio rotto poteva fermarmi.
-Mi ucciderà lo stesso. E non ti lascerò mai andare Swan. Non importa cosa mi succederà. Ti amo, ti amo e finché avrò vita ti proteggerò. Fino alla fine.
-Ancora per poco, pirata- rise Rumple. Emma urlò ancora, e io mi aspettai il peggio.
Invece non successe nulla. Per quanto cercasse di stringere il mio cuore, questo rimase rosso e luminoso, come incantato da qualcosa.
Per un attimo sul volto di Emma apparve un sorriso di gioia, soffocato subito da uno sguardo sofferente. Le sue labbra divennero blu.
Non riusciva a respirare. La magia del portale non potendo avere lei, si stava prendendo la sua vita. Il suo respiro. Il suo battito.
Non mollai la presa neanche quando chiuse gli occhi, e la stretta della sua mano si allentò.
-NO EMMA!- urlai, e successe tutto velocemente. Gold fu scaraventato via, il mio cuore emanò una forte luce rossa, che sembrò risucchiare quella del portale, fino a che non lo richiuse.
Solo allora mi accasciai, stremato e dolorante. Senza però lasciare la sua mano fredda.

Il suo volto sembrava così sereno... se non fosse stata attaccata a tutti quei tubi uno avrebbe pensato che dormisse.
Guardai quello strano computer che segnava il battito del suo cuore, era appena percettibile. I suoi avevano deciso che meritavo di passare i suoi ultimi istanti insieme a lei. Nessuno aveva detto “ultimi”, ma era quella la realtà, a meno di un miracolo dell'ultimo secondo, nel quale in un modo o nell'altro continuavo a sperare.
Avevo esaurito anche le lacrime ormai, mi sentivo vuoto. Non avevo provato a rimettere a posto il mio cuore, avevo paura che il dolore già insopportabile peggiorasse.

Chiusi gli occhi, e rividi il nostro primo bacio, a Neverland. Era stato uno dei baci più spontanei e passionali che mi avesse mai dato, quasi violento. Dopo quell'episodio non avevo dimenticato più il sapore delle sue labbra.

Poi aveva lasciato che la magia la abbandonasse quando Zelena aveva cercato di uccidermi. Aveva rinunciato alla sua magia bianca che avrebbe potuto spezzare la maledizione per salvare me, nonostante sapesse di rischiare di rovinare tutto. Mi aveva chiesto di tornare da lei.

E ancora, la nostra avventura nella foresta incantata, nel passato. Avevamo ballato, l'avevo portata al suo primo ballo da principessa; ricordavo quanto fosse splendida, ce l'aveva nel sangue... e mi ero sentito il pirata più fortunato del mondo.

Il bacio tanto atteso nel momento in cui le avevo detto di avere scambiato la mia nave per lei. Finalmente un bacio reale, sentito, desiderato da entrambi. Dolce e forte allo stesso momento, un bacio durato molti istanti.
I suoi occhi lucidi quando aveva detto di non voler perdere anche me.
Il suo modo da dura ma impacciato di chiedermi di uscire.
Il nostro primo appuntamento... lei così bella, perfetta... mia.
La prima volta che avevamo fatto l'amore. E inconsapevolmente un'altra piccola vita aveva iniziato a crescere dentro di lei, la nostra piccola vita che per più di un mese aveva cercato di farsi spazio nel mondo.
La prima notte nella nostra nuova casa. Lei nella sua stanza, io in un'altra. L'avevo sentita piangere, l'avevo raggiunta. Si era sfogata con me, l'avevo consolata, e da allora avevamo sempre dormito insieme, stretti. Avevamo imparato a conoscerci davvero, a vivere con Henry come una vera famiglia... tutti e tre.

-Swan, non puoi lasciarmi! Ti prego Emma...- le lacrime ripresero a scivolare sul mio viso ancora una volta, ancora più amare; non potevo accettare che sarebbe tutto finito, non potevo accettare che l'avrei persa.
-Sei la salvatrice, ne hai affrontate di peggio... non arrenderti...- sussurrai, portando la sua mano alle mie labbra e baciandola.
Nulla.
Continuava ad avere gli occhi chiusi, e non reagire. In nessun modo.
Neanche un piccolo respiro autonomo, un sospiro.
Neanche muovere un dito, cercare di aprire gli occhi.
-Amore mio... io non posso vivere in un mondo dove non ci sei tu. Quindi per favore, torna da me...

Dalla macchina iniziò a provenire un rumore assordante, mi voltai a vedere cosa stesse succedendo... le linee sullo schermo si stavano appiattendo.
Un altro fulmine illuminò la stanza spenta dalla disperazione, e un tuono ancora più forte del precedente espresse al posto mio il dolore della mia anima.

















Note dell'autrice
Ciao a tutte... sono tornata, e sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo... per favore, non odiatemi LOL so di essere stata un po' cattiva nel precedente e ora anche qui... ma mi girava così, non so perché (forse sono ancora scossa dall'ultima puntata... sapete com'è D: )... sorry ^^"


 

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Capitolo 9
*** Wood&Warmth ***


CaptainSwan [Wood&Warmth]


Poi accadde l'inaspettato. Il miracolo.
Quell'orribile rumore di morte cessò, e le linee piatte sullo schermo ripresero il loro movimento, sempre più veloce. Sempre più vivo.
Incurante del fatto che la porta si stesse aprendo, mi chinai e accarezzai i suoi capelli, il suo viso, baciai le labbra ora semiaperte, che finalmente avevano ripreso il controllo del suo respiro.
Il calore stava tornando a farsi spazio nel suo corpo, e godetti di quel contatto, mentre le lacrime di gioia continuarono a scendere copiose.
-Killian...
-Sei tornata da me- singhiozzai, senza lasciare la presa -non puoi mai più farmi una cosa del genere, non devi, tu... tu...ti amo- continuai a singhiozzare come non avevo mai fatto. Quello era il giorno in cui non mi sarei vergognato delle mie debolezze, le mie paure, e non mi importava di chi potesse vedermi in quello stato. La baciai ancora, un bacio che ora ebbe la forza di ricambiare.

Dovettero staccarmi da lei quasi con la forza, perché non ero in grado di muovermi, volevo rimanere lì per ore, anche solo ad ascoltare il suo respiro.
Il dottor Whale lasciò che la abbracciassero anche i suoi genitori ed Henry, poi ci mandò fuori perché potesse farle un controllo e parlarle. Parlarle della gravidanza che aveva perso... chissà come avrebbe l'avrebbe presa.
-Killian. Saresti stato un bravo padre per mio fratello.- disse Henry, venendosi a sedere accanto a me.
-Lo pensi davvero, ragazzo?
Annuì: -Tu hai salvato la mia mamma, contro Tremotino, senza avere alcun potere... so che non la farai mai soffrire. E so che lei ti ama, e che sei quello giusto.
Accarezzai la testa al ragazzo, era bello avere la sua approvazione. Un conto era vivere insieme, un altro era considerarmi davvero parte della famiglia.

Quando Whale uscì, ci alzammo tutti in piedi guardandolo in attesa che dicesse qualcosa.
-Ha solo bisogno di riposo per un paio di giorni, fisicamente... ma sta bene. È scossa però, per... Hook, penso dovresti andare da lei in questo momento. Poi fatti medicare anche tu, ma ora vai.
Anche gli altri mi fecero cenno di andare, così annuii ed entrai nella stanza.
Emma era seduta con la schiena contro i cuscini, ma aveva le lacrime agli occhi: si voltò a guardarmi e singhiozzò ancora, così la raggiunsi velocemente sedendomi sul suo letto.
-Emma, amore... mi dispiace. Non era previsto, forse non era neanche il momento... ma sto male anch'io. Tanto. Era il nostro bambino...
Lei pianse ancora e si strinse al mio petto, bagnandomi di lacrime la camicia. La circondai con le braccia tenendola stretta a me, incurante del sinistro che ancora pulsava di dolore per la botta sulle rocce, come più o meno tutte le mie costole. Il dolore più grande era vederla piangere, e neanche la mia felicità nell'averla con me, viva e in forma, poteva aiutarmi a consolarla.
-Portami via Killian. Voglio respirare, portami nel bosco... non voglio stare qui dentro.
-Tesoro, io lo farei pure ma sei ancora debole... sei stata operata in maniera umana.
-Non ho... cuciture. Regina ha chiuso le ferite, credo.
-Ok, ma il tuo corpo sarà ancora scosso...
-Ti prego!- mi supplicò, guardandomi negli occhi e piangendo. Non potei più dirle di no, non ero in grado di resistere a quella supplica colma di dolore.
Annuii e la lasciai andare, uscendo a cercare Whale per chiedergli se potevo portarla via.
Giungemmo al compromesso che l'avrei portata in sedia a rotelle, e poi subito a casa a letto, aveva bisogno di una lunga nottata di sonno ristoratore.
Sua madre mi diede i suoi vestiti, e tornai in camera a darle la notizia.
-Non voglio girare in sedia a rotelle.- borbottò, mentre la aiutavo a togliere il camice azzurro.
-Oh ma ti vedremo solo io e gli uccellini del bosco, non ti preoccupare!
-E'... assurdo. Io non sto così male, posso camminare da sola.
-Dolcezza, sei viva per miracolo. Lascia che mi occupi di te per una volta, ok?
Sospirò, e fu costretta ad accettare.
 

Mentre la aiutavo a indossare i pantaloni e la maglia, mi concessi di indugiare alla vista della sua pelle perfetta, senza neanche un solo piccolo graffio.
Poi le feci infilare la sua giacca di pelle marrone, e infine gli stivali.
Mi allontanai di un passo per guardarla, era perfetta. Era la solita Emma Swan piena di vita, testarda e forte. A parte per il viso triste, ma l'avrei tirata su.
Si alzò e si avvicinò a me, prendendomi il viso tra le mani per stampare un tenero bacio.
-Andiamo?- sussurrò sulle mie labbra.
-Andiamo. Ma devi sederti su questa cosa con le ruote...
Mi guardò supplichevole, ma non accettai repliche. Si trattava della sua salute, e dopo l'accaduto non le avrei concesso di star male ancora.

Mezz'ora dopo ci ritrovammo a passeggiare nel bosco silenziosi, o meglio, io a spingerla e lei a guardare avanti senza proferire parola.
Mi fermai accanto al ruscello, sotto un albero, e mi parai davanti a lei. Era chiaro che avesse bisogno di sfogarsi, non volevo continuasse a reprimere il suo dolore.
-È bello qui, mi è sempre piaciuto- disse senza guardarmi in faccia.
-Come mai volevi venire proprio qui?
-Perché... non lo so. Ma fa freddo...- fece stringendosi in sé stessa.
-Andiamo a casa se vuoi, o ti ammali...
-No.
Stavolta era lei a non concedere repliche, quindi mi sfilai la giacca imprecando mentalmente per il dolore al braccio, e gliela feci indossare sulla sua. Mi guardò stranita, ma accennai all'uncino, facendole credere che fosse perché si era un attimo impigliata lì.
-Il tuo cuore?
-Non... non l'ho ancora rimesso. Prima... stavo male per te. Non ce la facevo.
-Dammi. Ci penso io.
Si alzò in piedi e prese dalla mia mano il cuore che le porsi, indugiando qualche attimo a osservarlo.
-E' così rosso... luminoso- sussurrò, sorridendo lievemente, poi mi guardò negli occhi: -Credo... credo ti farà un po' male. Ho paura... forse è meglio che fai da solo...
-Mi fido di te più che di me stesso, Emma. Starò bene. Anche se ora è esattamente dove dovrebbe essere.- presi la mano in cui teneva il cuore, e la portai al mio petto, sorridendole incoraggiante.
Trattenne il fiato e riportò l'organo al suo posto: il dolore durò un breve attimo, e una volta fatto sentii il calore invadermi il corpo, la gioia nel vederla star bene davanti a me si moltiplicò all'infinito, e la strinsi tra le mia braccia. Restammo in quella posizione per un po', finché non decisi che fosse ora tornasse a mettersi seduta.
-No Killian... sto meglio così, ho bisogno di te- sussurrò, per poi avventarsi sulle mie labbra. Io le dischiusi, e lasciai che la sua lingua trovasse la mia.
Non mi accorsi delle lacrime che scivolarono lungo le sue guance mentre continuava a baciarmi, mentre si apriva la giacca e portava le mani sotto la mia maglia, a esplorarmi la pelle. Mi slacciò anche i pantaloni, e nonostante iniziassi ad avere sempre più caldo e meno autocontrollo, le presi i polsi, fermandola.
-Emma... che fai?- le sussurrai sulle labbra.
-Non è ovvio? Voglio fare l'amore con te.
-Non possiamo farlo ora, non nelle tue condizioni Emma...
-Non mi vuoi?
-Lo sai che non è questo... ma non è il momento.
-Sì che è il momento, dannazione!- gridò, per poi subito scoppiare a piangere -Voglio farlo ora, perché voglio riavere quello che abbiamo perso!
Le sue lacrime si fecero sempre più copiose, si unirono i singhiozzi, e tutto il dolore che stava tenendo dentro finalmente iniziò a uscire. Batté coi pugni sul mio petto, sempre più forte, e io non potei fare altro che prenderle i fianchi e lasciarla sfogare.
-Voglio un figlio da te, stupido pirata, voglio un figlio con te!- singhiozzò ancora e mi buttò le braccia al collo, con la testa tra la mia spalla e il collo.
-Voglio un figlio con te, Killian- ripeté -riproviamoci. E stavolta lo proteggeremo a tutti i costi.
Alzò lo sguardo, incrociandolo nel mio. Incontrai i suoi bellissimi occhi verdi, lucidi ma sempre meravigliosi: -Voglio un figlio con te.- ripeté.
Quel bosco fu testimone dell'amore e del calore di quelle magiche parole.













Angolo dell'autrice.
Ciao a tutti! Vedete che non sono poi così crudele alla fine? Tutto è andato per il meglio... e mi mancano solo due shot alla fine dello spelling. Mi sembra ieri che ho scritto il primo capitolo... spero che questo vi piaccia! :) Grazie a chi sta seguendo la FF!
Arya

 

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Capitolo 10
*** Arms&Ache ***


CaptainSwan [Arms&Ache]


Il film era finito, e mi voltai verso Emma per vedere se si fosse addormentata.
Alzò lo sguardo e mi sorrise, stampandomi un bacio. Da più di due ore ci eravamo accoccolati sul divano, coperti con un piumone, a vedere “Harry Potter e la pietra filosofale”, quello che da bambina le aveva fatto sognare di avere dei poteri magici.
Aveva mangiato una quantità disumana di popcorn, e si era fermata solamente mezz'ora fa.
-Ti è piaciuto? Non è fantastico?
-Interessante Swan, ed effettivamente Voldemort mi ha ricordato moltissimo il Rumple di 300 anni fa... anche se il naso l'aveva.
Fu bellissimo sentirla ridere, ridere di cuore e abbracciarmi. Ancora non ero riuscito a realizzare che le cose andassero così bene, che lei si era salvata e io avevo il mio cuore per poterla amare come meritava.
-Bene, perché ce ne sono altri 6... in realtà 7, l'ultimo è diviso in due parti.

 

EMMA
L'espressione che fece fu inappagabile. Scoppiai a ridergli in faccia, mentre mi guardava sempre più sconvolto. Non riuscivo a smettere, non finché mi guardava in quel modo.
Mi ci vollero due minuti buoni per calmarmi, tanto che si preoccupò che potessi sentirmi male.
-Scusa- dissi, con ancora le lacrime agli occhi per le risate -ma la faccia che hai fatto...
-Mh, sai, per quanto mi piaccia stare qui ad abbracciarti, non mi va proprio di continuare a vedere film per altre 20 ore...- borbottò, baciandomi una guancia.
-Lo so, scherzavo. Ceniamo? E poi ho bisogno di una doccia bollente, ho ancora l'odore dell'ospedale addosso.
-Aspetta, dopo esserti divorata tutti quei popcorn vuoi cenare?- mi guardò con gli occhi spalancati, facendomi ridere ancora una volta.
-Quelli erano stuzzichini. Cucini tu?
-Come se avessi alternative... resta qui comoda Swan, vado a prepararti qualcosa.
Mi baciò ancora una volta, nessuno dei due ne aveva mai abbastanza di quei baci.
Poi lo lasciai andare, rimuginando sull'accaduto ancora una volta, ed istintivamente mi toccai la pancia, tirando un sospiro.
Non mi era mai passata per la testa l'idea di avere un bambino con lui a breve termine, mi ero semplicemente goduta la nuova felicità giorno per giorno.
Poi però era arrivato l'inferno. Gli era stato strappato il cuore, e la possibilità concreta di perderlo mi aveva scombussolata in maniera terribile. Mi aveva terrorizzata come non mai, Rumple poteva decidere di ridurre in cenere il suo cuore in qualsiasi momento.
E poi, quando tutto sembrava andato per il meglio, avevo ricevuto la notizia di aver avuto un aborto spontaneo. Piangere era stata la mia prima reazione istintiva. Avevo pianto, e Whale mi aveva mandato Killian. Ero stata impulsiva, l'avevo sbattuto contro un albero nel bosco, ed ora me ne vergognavo, ma quello che avevo detto era vero. Volevo davvero avere un bambino con lui, ero pronta.

Dopo la cena, che consistette in una fantastica zuppa di pesce che Killian aveva preparato in modo magistrale, andai in camera per iniziare a sistemarmi per la notte, mentre lui rimase a lavare i piatti.
Tirai fuori il pigiama coi cigni che mi aveva regalato mia madre, era caldo e ne avrei avuto proprio bisogno. Poi mi spogliai lasciando i vestiti sul letto, e presi l'accappatoio per dirigermi in bagno.
Hook mi bloccò a metà strada, restando a guardarmi con un ghigno malizioso.
-Come fai a essere sexy anche dopo essere praticamente resuscitata?
-E tu come fai a essere pervertito, anche quando hai la ragazza che teoricamente sta in convalescenza perché sta, uhm, male?
-Mh, scusa, hai ragione...
-E visto che sto così male, potrei avere bisogno di aiuto per lavarmi, sai... per non finire faccia a terra nella doccia, o qualcosa del genere- sorrisi, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Come dire di no alla mia ragazza malata?
Mi prese la mano e raggiungemmo il bagno insieme. Rimasi a braccia incrociate mentre lo guardavo spogliarsi.
-Va' pure, ti raggiungo...- disse, mentre lo vedevo faticare nel togliersi la camicia sul braccio con l'uncino. Invece di seguire il suo suggerimento lo aiutai, facendogli scivolare lentamente la manica, mentre faceva un'espressione strana. Proprio sotto il gomito aveva un enorme livido blu e la pelle tutta rossa e graffiata.
-Killian! Non mi hai detto di avere un braccio rotto.
-Non è rotto tesoro, lo sai che quando ci si rompe un braccio il minimo movimento fa urlare di dolore? E io non sto urlando...
Non risposi, ma guardai il suo braccio e mi sentii male per lui: si era preso cura di me, pensavo che prima si era fatto medicare, e invece no. Ricordavo le brutte botte che gli aveva fatto prendere Rumple, e lui aveva pensato solo a me.
Finii di spogliarlo io per non farlo faticare ulteriormente, e scoprii che lividi e ferite erano più di una, anche se non come quelle del braccio.
-Emma, calmati- fece prendendomi le mani e guardandomi negli occhi -sto bene. E poi sono io a dover aiutare te o sbaglio?
-S...sì, ma...
-Allora sh... sta tranquilla. Piuttosto goditi questo ben di dio che hai davanti...- fece un largo sorriso che mi fece alzare gli occhi al cielo, e prima che me ne accorgessi aveva le mani dietro la mia schiena, a sganciarmi il reggiseno. Trattenni il fiato mentre mi faceva scivolare le spalline lungo le braccia, e continuava a guardarmi intensamente negli occhi.
Ci spogliammo contemporaneamente dell'ultimo indumento che ci copriva, poi mi portò di peso nella doccia. Lo baciai con foga nel momento in cui aprì il getto di acqua calda sopra di noi, facendo attenzione a non toccargli la frattura o qualsiasi cosa fosse.
Lui però non si fece scrupoli e mi avvolse con entrambe le braccia, facendomi scivolare l'uncino freddo lungo un fianco. Rabbrividii, e lo baciai ancora, stringendo le mani nella sua schiena.
Si fece sfuggire dei mugolii tra i baci, quindi mi fermai: -Non essere troppo orgoglioso per dirmi se ti faccio male, pirata- sussurrai sulle sue labbra.
-No Swan, tutto il contrario... non sai che sollievo la stretta delle tue braccia, e le mani...
Effettivamente sentivo un formicolio sulle mani, e quando le guardai le trovai avvolte da un leggero alone bianco. Magia, di nuovo quella maledetta magia. Feci per allontanarmi, ma mi bloccò attirandomi a sé.
-Swan. Non mi stai incenerendo o cose simili... anzi. Abbi fiducia in te una buona volta. La tua magia non mi fa paura.
Il suo sguardo era così sensuale -matita colata, capelli bagnati sulla fronte- e serio allo stesso tempo, che finii per credergli. Portai le mani al suo petto, accarezzandolo delicatamente, e sotto il mio sguardo sparì ogni graffio o livido. Mi sorrise incoraggiante, così lo abbracciai per terminare il lavoro sul suo dorso, e scesi un po' più del dovuto; mi costò cara, subito sentii premere la sua eccitazione contro di me. Avrei voluto che mi facesse sua subito, in quell'istante, ma mi trattenni per utilizzare l'ultima scia di magia sul suo braccio. Lo afferrai decisa ma delicata, e lasciai che il formicolio mi si espandesse fino alle punte delle dita.
-Bene, dottoressa sexy... ora che sono guarito lascia fare a me il dottore... ti devo lavare, asciugare, e portare a nanna...
-Non stai dimenticando qualcosa?- sorrisi, aderendo a lui così tanto che se avessi schiuso le gambe di poco saremmo stati già un tutt'uno.
-Non oggi Swan... non dovrei essere io a spiegarti il perché.
Lo guardai incredula, non poteva lasciarmi così, con una voglia dannata di lui che non potevo soddisfare. Poi capii a cosa alludeva: l'aborto...
-Hook! Ero al primo mese. Non funziona come credi tu... ma ti assicuro che puoi sbattermi su questo muro e fare l'amore con me sotto l'acqua calda. Ed è quello che farai.
Probabilmente fui molto convincente, perché prima che me ne potessi rendere conto lo sentii entrare dentro di me.
Poggiata contro la parete della doccia, mi strinsi a lui baciandolo e portai le gambe a cingergli la vita. Ci muovemmo veloci e decisi, lasciando che la passione ci inondasse del tutto. Quasi faticavo a reggermi a lui per quanto il mio corpo tremava, fino a che non arrivai al culmine nello stesso istante in cui lo sentii esplodere dentro di me.
Ci vollero parecchi istanti per recuperare quel minimo di lucidità che mi permise di rimettermi in piedi, ma stretta comunque completamente tra le sue braccia.
-Come stai...- sussurrò, anche lui col fiato ancora corto.
-Alla grande. Ma dato che neanche a te fa più male niente, prendimi in braccio e portami a letto. E poi, magari...
In risposta mi baciò con forza, e obbedì.
Inconsapevole quanto me che quell'amore trasformato in passione poteva essere una nuova possibilità per noi. Per la nostra famiglia.
Per fortuna non avevo deciso di andare a dormire dai miei, niente avrebbe cancellato tutti i mali quanto lui. L'uomo della mia vita.

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Capitolo 11
*** Neck&Neck ***


CaptainSwan [Neck&Neck]


Era la vigilia di Natale, e io mi sentivo completamente a pezzi. Avevo vomitato di prima mattina i residui della sera precedente. Certo, avevo mangiato parecchio ma non era la prima volta che mi abbuffavo.
-Mamma dai, ho fatto un pranzo leggero apposta... non mangi niente?
-Scusa Henry... non ce la faccio. Penso che vomiterò ancora se metto qualcosa in bocca...
-Non sarai incinta?
Lo guardai stupefatta, e mi sentii stupida per non averci pensato. Erano tre mesi che io e Killian avevamo deciso di smettere di usare precauzioni, ma mi era passato di mente ormai. Non avevo avuto nessun sintomo di un'eventuale gravidanza, fino ad oggi.
-Non... non lo so.- dissi -però ieri sera ho mangiato pesante, sarebbe una coincidenza troppo strana.
-Vado in farmacia a prenderti un test di gravidanza, ok?
Guardai mio figlio, sembrava sinceramente contento della possibilità di avere un fratello o una sorella. Ed era contento che il padre sarebbe stato Hook, si trovavano molto bene loro due insieme. Neal sarebbe sempre stato suo padre, ma Killian si era dimostrato fantastico con lui.
-Va bene ragazzino- accettai infine con un sorriso -tentar non nuoce.
-Grande! A dopo!- si alzò da tavola stampandomi un bacio sulla guancia, e dopo aver messo la giacca corse subito fuori.
Io lavai i piatti, o meglio, solo il suo essendo il mio ancora pieno, e poi andai a sdraiarmi sul divano.
Killian mi mancava, nonostante fossi stata io a convincerlo ad andare a lavoro. Sorrisi ripensando a quanto era stato su di giri quando gli avevo messo il mio distintivo da sceriffo. Dovevo ammettere che gli donava molto, era sexy.
Feci per afferrare il telecomando ma il mio cellulare squillò: era lui.
-Pronto, Killian... qualche problema coi criminali?
“No, niente del genere Swan. Mi godo la mia giornata da sceriffo dannatamente affascinante... come stai?”
-Sto bene, sceriffo. Sono sul divano e penso vedrò un po' di TV... finché non torni.
“Entro le 15 sono da te tesoro. Ho promesso che ti avrei aiutato a cucinare per cena... I tuoi arriveranno alle 18 a dare una mano... Regina con Robin e Roland vengono alle 20.”
-Va bene, io ho fatto la spesa...
“Cosa?” mi interruppe “tu dovevi startene a riposo! Ci avrei pensato io.”
-Oh avanti! Ti preoccupi sempre troppo... siamo andati io e Henry, mi avrebbe sorretta lui avessi rischiato di accasciarmi sul pavimento o qualcosa del genere.
“Lo sai perché mi preoccupo.”
-Ciao, a più tardi! Buon lavoro, sceriffo!- tagliai corto e chiusi la chiamata. Era dolce, ma anche irritante che dopo tre mesi ancora si preoccupasse che potesse succedermi qualcosa. Era ora che superasse il trauma.
Accesi la TV, e girai i canali fino a che non trovai “Il miracolo della 34° strada”, uno dei miei film di Natale preferiti.

-Mamma, eccomi!- esclamò Henry venendo a sedersi accanto a me -lo vai a fare adesso?
-Volevo finire il film...- ed ero anche un po' in ansia: da una parte avevo paura di rimanere delusa, da un'altra ne avevo di essere incinta... così all'improvviso.
-Oh dai, l'avremo visto una marea di volte...
-E va bene! Adesso vado... ma calmati. Non è detto che io sia incinta... potrei anche aver avuto un'indigestione!
Presi il test che mi porse, e andai a chiudermi in bagno, nervosa ed emozionata.

***

Eravamo tutti sistemati sul divano e le poltrone, mentre Henry era seduto sul tappeto con Roland e mio fratello.
Avevamo mangiato bene, e sentendomi meglio anch'io mi ero concessa di assaggiare un po' di tutto.
Io e Killian avevamo preparato zuppa di pesce, insalata di mare e gamberoni al forno con limone. I miei avevano portato spaghetti alle vongole e verdure, mentre Robin e Regina cupcake, muffin al cioccolato e la torta di mele.
Io ero riuscita a tenere la bocca chiusa tutto il tempo, anche con Killian. Ero impaziente, ma stavo aspettando il momento giusto... magari dopo un bacio sotto il vischio.
Addentai un po' colpevole il terzo cupcake allo yogurt, beccandomi un'occhiataccia di Henry. Silenziosamente rimproverata da mio figlio 14enne. Sapevo anch'io che il giorno dopo o la notte avrei vomitato ancora, ma non me ne importava molto al momento. Il Natale era fatto per mangiare, e non avrei rinunciato a una tradizione del genere, soprattutto durante il mio primo vero Natale in famiglia.
Per la prima volta la mia vita era perfetta, e potevo godermi le feste per davvero. Avevo i miei genitori, il mio fratellino, mio figlio, un altro ramo di famiglia, e un fidanzato ideale.
-Emma, posso dartelo un bacio o pensi di continuare a mangiare ancora a lungo?- fece Killian, cingendomi le spalle e dandomi un bacino sul collo.
-In realtà penso di mangiare ancora per molto... ma non per questo non posso accettare un bacio.- ridacchiai, e poggiai le labbra sulle sue: sapevano di cioccolato, così ne approfittai anche per leccarle.
-Swan... davanti a tutti? Non che a me dispiaccia...
-Oh chi se ne importa, a Natale lasciami fare la sdolcinata in pubblico... fossimo solo noi- sorrisi, e accennai ai miei, e Regina e Robin. Anche loro si stavano baciando.
-Ora abbi un po' di pazienza tesoro... devo fare una cosa.- si alzò dal divano e si schiarì la voce, ottenendo l'attenzione di tutti.
-Scusate se disturbo le vostre effusioni... ma avrei qualcosa di importante da dire.
Lo guardai interrogativa, cosa gli frullava per la testa? Si era ubriacato senza che me ne accorgessi e stava per fare qualche figura di merda?
Poi si voltò verso di me, guardandomi intensamente. Io rimasi ipnotizzata.
-Emma... tu sei la donna di cui sono riuscito ad innamorarmi dopo 200 anni in cui avevo temuto l'amore. Quando ho perso Milah, credevo che non avrei mai superato il dolore, che non avrei mai più amato. Ed è stato così a lungo, finché non ti ho incontrata. Mi hai legato nella casa di un gigante in cima a un fagiolo magico, mi hai steso con un pugno, mi hai dato un calcio in un posto doloroso quando ti ho baciata. Ma è da quando mi hai baciato a Neverland che ho iniziato a capire cosa provavo per te. Sei una donna forte, coraggiosa, altruista... ma anche dolce e fragile. Ho imparato a conoscere, a capire quando facevi la dura solo per proteggerti. Poi hai iniziato a lasciarti andare con me, e il mio cuore era ormai tuo.
C'era un silenzio totale, e io trattenevo anche il respiro. Solo le lacrime, dispettose, stavano già cominciando a inumidirmi gli occhi.
Poi si inginocchiò, e ringraziai il cielo di essere seduta, altrimenti sarei svenuta.
-Io ti amo Emma Swan, e voglio passare con te il resto della mia vita. Che sia tra pupazzi di neve malvagi, streghe psicopatiche o qualsiasi altra cosa... ormai sappiamo che io e te riusciamo a superare sempre tutto. Quindi mi faresti l'uomo più felice del mondo...- prese una scatolina dalla tasca e la aprì, rivelando un delicato anellino d'argento con una pietra azzurra incastrata nel mezzo -...se accettassi di diventare mia moglie. Mi vuoi sposare Emma?
Le mie difese crollarono totalmente, e scoppiai in lacrime mentre gli porgevo una mano sinistra tremante, sul cui anulare fece scivolare quel piccolo gioiello che calzava a pennello.
-Certo che voglio sposarti- singhiozzai, e senza neanche dargli il tempo di rialzarsi del tutto gli saltai al collo, stringendolo forte.
Partirono applausi e un altro pianto, sicuramente di mia madre. Io non riuscivo a calmarmi, non mi sarei mai aspettata la proposta, soprattutto non ora. Anche per questo era stato un momento magico, e non l'avrei dimenticato per tutto il resto della mia vita. Anche lui mi strinse a sé, fino quasi a sollevarmi da terra.
-Sei un idiota, per poco non mi facevi venire un attacco di cuore- dissi ridendo tra le lacrime. Gli presi la mano, e mi voltai verso i miei genitori che ci guardavano felici.
Si alzarono ad abbracciarmi, e lo stesso fece Henry, e gli altri si congratularono sinceramente con noi.
-Le farò lanciare il bouquet a te Regina, così sarete i prossimi- le fece l'occhiolino, e lei arrossì non sapendo cosa dire. Robin invece sorrise e la baciò, era così dolci! Una coppia stupenda, ed ero felice che anche lei avesse trovato la felicità.
-Adesso proporrei un brindisi, che ne dite? Vi comprate un altro champagne per capodanno...- fece mio padre, prendendo la bottiglia di spumante.
-Non so se è il caso che io beva...
-Stai di nuovo male? Lo sapevo che non dovevi mangiare così tanto...- iniziò Hook, ma lo zittii portandogli un dito sulle labbra.
-Non sto male, lo starò stanotte forse... ma ora sto benissimo. Solo che non credo mi faccia bene bere... perché altrimenti il nostro bambino si ubriacherà.
-C... cosa?- fece, guardandomi incredulo. -Tu...
-Sono incinta, si! Avremo un bambino...- fu il suo turno di stringermi a sé, ma con delicatezza come avesse già paura di fare male alla nostra piccola creaturina.
E mentre si congratulavano ancora una volta con noi, scoccò la mezzanotte: era Natale, e nonostante i numerosi pacchetti ancora chiusi sotto l'albero, io avevo già ricevuto i miei regali. I migliori che avrei mai potuto chiedere.
Felice, affondai il viso nell'incavo del suo collo dove gli stampai un bacino: -Ti amo, stupido pirata.
Ricambiò il gesto, con le sue labbra calde sul mio collo.
-Ti amo anch'io, Swan.































Angolo dell'autrice.
Ciao! Stavolta ci ho messo parecchio per scrivere questa shot... perché era l'ultima, e un po' mi dispiace doverla chiudere... mi mancherà scrivere per questo spelling!
Ho voluto dare un lieto fine, una scelta un po' banale forse... ma in realtà per OUAT è originale, perché non succederà mai una cosa del genere, felice e tranquilla xD Oddio, alla fine fine spero di si... ma non mi fido troppo!
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la FF, hanno recensito, o hanno letto in silenzio. Spero vi sia piaciuta, nonostante fosse la prima che ho scritto. E' stato divertente però, avere dei prompt da inserire in ogni capitolo... ho cercato di farlo al mio meglio. E riguardo a questo, grazie alle ideatrici del CaptainSwan spelling, è stata L'idea che mi ha convinta a iniziare a scrivere (tanto che adesso ne sto mandando avanti altre 2 xD)!
Un bacio,
Arya.

 

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