Skool Luv Affair

di YamaTheShepherd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 0: SKOOL LUV AFFAIR (Prologo) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: SKOOL ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: LUV ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: AFFAIR ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: SKOOL LUV ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: LUV AFFAIR ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: SKOOL AFFAIR ***



Capitolo 1
*** Capitolo 0: SKOOL LUV AFFAIR (Prologo) ***


Note dell'autrice:
E' la prima volta che mi cimento in una fanfiction a capitoli, che superi di lunghezza - spoiler spoiler! - i due, inoltre è la prima a cui ho cercato di infondere una vena comica, cosa che non ho mai fatto prima. Non so bene come comportarmi, quindi, e non so se sono stata in grado - e se ne sarò fino alla fine di questa - di mantenermi sulla retta via e non sfociare nei generi che sento più miei. Fatta questa premessa vorrei precisare che i personaggi tendono - parecchio - all'ooc per questioni di storia, altrimenti non sarebbe stata credibile.
In teoria avrei dovuto iniziare a pubblicarla appena fu annunciato il comeback - e ora siamo a "Danger"... - poiché l'idea è venuta fuori proprio appena uscì questo "meraviglioso" titolo che ha fatto nascere in me tanti sentimenti contrastanti, idee e spirito di iniziativa che però, come possiamo vedere, si è spento miseramente. Ma fortunatamente la noia mia dato la voglia che mancava per riprendere a scrivere e visto che ora ho abbastanza capitoli in archivio posso finalmente pubblicare.
Ora non vi scoccio più e vi lascio al prologo di questa - comunque - breve avventura.
- Yama


Capitolo 0: SKOOL LUV AFFAIR (Prologo)

  
 
E' un sabato come un altro e come qualsiasi studente, Kim Seokjin, è a scuola. Con la piccola differenza che Seokjin è parecchio più grande di tutti i suoi compagni di classe. 
A lui non dispiace andare a scuola, forse è per questo che ha scelto di perdere e ripetere tanti anni; forse è per stare con il suoi cari amici, che ha scelto di farsi bocciare per più volte consecutivamente; forse è semplicemente perché non è abbastanza intelligente da farsi promuovere, perché per quanto gli piaccia andare a scuola a lui non importa assolutamente nulla di seguire le lezioni o studiare a casa. Si limita infatti a rimanere seduto al suo banco, con la testa tra le nuvole. Ad un primo sguardo potrebbe quasi sembrare attento, concentrato nell'ascolto della lezione, ed effettivamente ha anche l'aspetto di uno studente modello, ma per la testa ha tutt'altro.
Lo sa bene quello che da anni è il suo compagno di banco: Kim Namjoon. Seokjin ama definirlo il suo migliore amico, non consapevole del fatto che Namjoon non lo ha mai considerato simpatico. Lui vede il loro rapporto più simile a quello di due compagni di cella, che quindi deve farsi andare bene per forza e a cui, con il tempo, si è abituato. Perché ogni anno da quando sono in classe insieme, all'assegnazione dei posti, Jin si va a sedere di sua spontanea volontà nel posto vicino al suo e nessuno ha da ridire su questo, tanto i loro compagni di classe non si fanno problemi ad evitarli e i professori, che con loro hanno perso le speranze, preferiscono non "contagino" anche gli altri con il loro caratteraccio. Ma come dicevamo all'inizio sa bene Namjoon cosa passa per la testa di Seokjin che, da quando lo conosce, è costretto a sorbirsi ogni giorno le sue fantasie, le cottarelle e i suoi desideri più intimi. E Namjoon - che in verità preferisce farsi chiamare Rap Monster seppur nessuno usi quel nome se non per prenderlo in giro - non ci fa neanche più caso. Si limita a fissare i campi sportivi della scuola fuori dalla finestra, tanto neanche a lui importa di seguire la lezione. Anzi, a lui non importa neanche di andarci a scuola. Se non fosse per la madre che, ogni mattina gli prepara la sua merenda preferita a cui non può dire di no, ma che non gli verrebbe mai data se non continuasse a frequentare, non ci andrebbe più, perché a sua detta è troppo grande e figo per continuare. 
Fatto sta che ogni mattina è "costretto" a tornarci, a sedersi al solito posto, pronto ad avere Seokjin sdraiato addosso per tutta la giornata, che gli parla di quanto sia figo Jimin, di quanto gli piacciano i suoi addominali e di quante porcherie vorrebbe fare con lui. Perché sì, l'attuale fissa di Seokjin è Jimin, e forse è anche più di una fissa momentanea visto che è da parecchio che ne parla. Ma a Namjoon non importa molto, continua a non ascoltarlo e a guardare fuori dalla finestra, ringraziando il cielo che Jin non si sia ancora reso conto che, il sabato a quell'ora, la classe di Jimin fa educazione fisica proprio nei campetti li sotto.
Ed è proprio sotto la finestra della classe di Seokjin e Namjoon che, Park Jimin si sta quasi denudando, rimanendo a petto nudo in pieno inverno, perché a correre ha sudato - perché è un esibizionista - e ora ha caldo. Ma tanto nessuno ci fa caso. Nessuno va dietro ad un moccioso come lui, esclusa qualche ragazzina con la ragione annebbiata dagli ormoni e Seokjin. Fortunatamente in quel momento non ci sono né le ragazzine né Jin a guardarlo, ma solo i suoi compagni di classe che si girano disgustati ed improvvisamente infreddoliti da quella visione.
Anche se Jimin, Namjoon e Seokjin, frequentano lo stesso anno scolastico, si trovano in due classi differenti, e seppur la loro reputazione non sia molto diversa tra i compagni di classe, il primo viene considerato ancora meno. Anzi, per certi versi viene considerato di più poiché viene preso di mira più spesso dai compagni e, anche quelli più piccoli di lui, si divertono a prenderlo in giro. Nella sua classe gli unici a trattarlo normalmente sono Hoseok e Taehyung, non che sia un amico per cui darebbero tutto, ma almeno lo rispettano come qualsiasi altro essere umano, chiacchierano insieme senza problemi e se, ogni tanto, lo prendono in giro lo fanno in modo affettuoso.
Jung Hoseok e Kim Taehyung non è che vengano calcolati di più del loro compagno, ma le prese in giro almeno gliele risparmiano. Loro, semplicemente, vengono ignorati. 
Hoseok e Taehyung sono migliori amici, inseparabili, fin da quando si sono conosciuti. A loro importa ben poco di quello che gli altri pensano, quello che conta è divertirsi e fare cretinate, e lo fanno per tutto il giorno, da sempre.
Fare gli scemi è la cosa che, a quei due, piace di più. Anche più dell'educazione fisica, soprattutto quando fa freddo e per scaldarsi ci vuole tempo. Se ne rimangono quindi in disparte, vicino alla recinzione della scuola. Si arrampicano, urlano, si rotolano per terra... A nessuno importa, in particolare al professore, che preferisce rimangano lontani, invece di disturbare la sua lezione.
E' un sabato dall'aria ghiacciata, eppure Taehyung sente un improvviso calore al collo, che lo fa saltare dal muretto su cui si era seduto, facendo scaturire risate familiari, ma che a quell'ora non si aspettava di sentire. La mano di Min Yoongi aveva superato la recinzione tenendo ben salda una lattina di caffè caldo, che aveva accuratamente poggiato sotto la nuca dell'amico. 
Yoongi è l'unico del gruppo ad essersi diplomato, a frequentare l'università, ad avere un atteggiamento normale quando ce n'è bisogno, a sembrare serio. Eppure continua a frequentare quel branco di svalvolati. Lo fa perché si diverte, dove ammetterlo. Sono tanto sfigati da farlo sentire una persona favolosa, lo intrattengono, lo fanno ridere ogni tanto e sentire superiore praticamente sempre. In un certo senso si sente un po' come fosse il loro papà, e anche un po' responsabile del fatto che siano cresciuti così male. E poi c'è qualcosa a cui ultimamente non riesce a rinunciare, che gli da tanti pensieri, e lo tiene ancora legato a quei ragazzini.
Taehyung afferra la lattina ringraziandolo, spalmandosi contro la rete per cercare di trasmettergli affetto, poi si passa il contenitore bollente su ogni centimetro di pelle scoperta ed infreddolita, mentre Yoongi da un'altra confezione di caffè caldo a Hoseok ed insulta in modo poco carino Jimin, dicendo che anche da quella distanza si vede che sta morendo di freddo. Poi alza una mano, verso una finestra che conosce bene e la agita, prima di andare a stappare la lattina che aveva preso per se e a mandare giù la bevanda bollente.
Dall'altra parte del vetro Jeon Jungkook agita piano la mano, sperando che il professore non lo abbia visto, ricambiando il saluto del suo hyung. Proprio come Namjoon anche lui guarda fuori dalla finestra e non vede l'ora di uscire e divertirsi. A scuola si è impegnato, come ogni giorno, e pensa di meritarsi un po' di riposo. Pur considerando "Namjoon and friends" un branco di rimbambiti si diverte con loro, alla fine sono più grandi, ogni tanto riescono anche ad insegnargli qualcosa. E anche se non sono proprio degli esempi da seguire, preferisce girare con stupidi più grandi, che con stupidi della sua età; almeno la gente ti trova più carismatico - pensa.
E' un sabato come un'altro, che di speciale non ha nulla: Kim Seokjin ha la testa tra le nuvole come ogni giorno; Kim Namjoon guarda fuori dalla finestra, aspettando che la campanella suoni il prima possibile; Park Jimin si atteggia senza successo, tra i suoi compagni di classe, beccandoci anche qualche scappellotto quando supera il limite; Jung Hoseok e Kim Taehyung fanno gli scemi; Jeon Jungkook ascolta le ultime parole del professore, mentre comincia a riordinare le sue cose, pronto a scattare al suono della campanella; Min Yoongi li aspetta fuori dalla scuola, così che appena usciti possano finalmente andarsi a divertire insieme.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: SKOOL ***


Note dell'autrice:
Finalmente posso presentare il primo capitolo della storia.
Non mi va di scrivere molto, quindi dirò solamente che ogni lunedì cercherò di far uscire un nuovo capitolo e anche se già oggi me ne stavo per dimenticare, non sarà lo stesso per la prossima settimana. Buona lettura - si spera.
- Yama


Capitolo 1: SKOOL

  
 
E' un sabato come un'altro, freddo poiché è inverno, noioso come ogni giorno di scuola, pesante... O forse ad essere pesante è Seokjin, che come sempre se ne sta sdraiato - praticamente - su Namjoon, parlando di tutto ciò che gli passa per la testa. 
Namjoon ovviamente non lo ascolta, ma dalle poche parole che gli sono arrivate ha intuito che anche questa volta il centro dei suoi pensieri è Jimin. E gli manca solo stare ad ascoltare quanto secondo Jin sia ben dotato, mentre guarda il diretto interessato mettere su uno dei suoi soliti "spettacolini" durante l'ora di educazione fisica. Tanto umiliante che Namjoon non avrebbe il coraggio di ripetere a voce alta ciò che ha appena visto. Eppure è sicuro che Seokjin troverebbe ugualmente meraviglioso e per questo ringrazia il cielo che ancora non abbia scoperto in quale giorno, e durante quali ore, la sua classe si trova nel cortile.
La giornata è stata dura, come qualsiasi altra giornata passata dentro la scuola. Dura, anche se Namjoon non fa nulla dal momento in cui mette piede nella scuola finché non esce. Poi si sente rinascere, carico di tutte quelle energie che aveva magicamente perso durante la mattinata, ma che comunque non userà per studiare. No, perché a lui lo studio non importa. Lui da grande vuole diventare il capo di un gruppo di teppisti con i fiocchi, altro che quei quattro scemi che si ritrova come amici. Che poi si è sempre chiesto perché li consideri suoi amici quando spesso non può sopportarli... Mistero.
Fatto sta che quella che lui studia è "la nobile strada del teppista" - come lui dice - e il suo tempo lo impiega cercando di imparare come diventare un buon capo e farsi dei buoni compari.
Quando la campana che segna la fine delle lezioni suona, Namjoon non corre fuori dalla scuola come ci si aspetterebbe, ma attende che Seokjin si sposti; poi si alza, sistema le sue cose, va al bagno a lavarsi le mani e solo allora si incammina verso l'uscita. Jin lo segue passo passo, tanto la loro direzione è la stessa. 
Arrivati nell'atrio, Jungkook, appena uscito dalla sua classe, si aggiunge a loro e camminano insieme verso la porta d'ingresso scambiandosi qualche saluto e poche domande. Come al solito gli altri sono già lì: Taehyung e Hoseok si urlano qualcosa di umiliante tra di loro, Jimin finge di ridere ascoltandoli, anche se non ha idea di cosa si stiano dicendo, mentre Yoongi osserva i tre che sono appena arrivati, tirando fuori dalla tasca del giaccone una mano per salutarli.
La strada per arrivare a casa di Namjoon la conoscono tutti perfettamente ormai, non solo lui la saprebbe percorrere ad occhi chiusi.
E' strano come questi sette elementi fatichino a sopportarsi a vicenda, ma continuino ad incontrarsi ogni sabato dopo scuola, per passare il tempo insieme. 
Per quanto tutti, tra litigi ed incomprensioni, si considerino più che conoscenti, solo alcuni di loro sanno cos'è un amico vero. 
Taehyung ha Hoseok, e Hoseok ha Taehyung, loro sanno comprendersi perfettamente, si considerano "migliori amici" e lo sono davvero, ma non per questo non considerano amici anche gli altri. Anche Jimin li considera tutti amici, alla fine sono gli unici che non lo trattano sempre male - lui crede che lo facciano affettuosamente - e con cui riesce a stare bene. Jungkook e Yoongi vedono quegli incontri un buon modo per passare il tempo in compagnia di qualcuno. Jungkook considera Yoongi un ottimo amico, sa che può fare affidamento su di lui perché caratterialmente è il più adulto, mentre gli altri sono dei buoni amici di cui però non può sempre fidarsi. Yoongi invece considera Jungkook come un fratellino da accudire, un amico certo, ma non uno con cui può parlare delle cose di cui parla solitamente con i suoi coetanei; Taehyung e Hoseok sono la sua fonte di divertimento assicurato, è affezionato a loro e probabilmente sono quelli a cui è più attaccato; gli altri sono okay.
Namjoon non fa altro che dire che sono un peso, che non sono dei veri teppisti come li vorrebbe, ma sotto sotto tiene a tutti, anche se non li sopporta e farebbe decisamente a meno dei chili di Jin addosso ogni giorno. Per Seokjin invece Namjoon è il miglior amico, quello con cui passa più tempo in assoluto, e gli altri sono tutti dei bellissimi amici, tranne Jimin che la meraviglia del suo cuore.
Per la madre di Namjoon quelli invece non sono altro che i soliti sette rompi scatole del sabato. Sa già che, entrati in casa, sporcheranno, urleranno, metteranno in disordine. Sono anni ormai che la famiglia di Namjoon non ha più un fine settimana come si deve, in pace e tranquillità, ma tanto, abituati ad avere un figlio come il loro, ringraziano il cielo che non riesca davvero a trovarsi un vero gruppo di teppisti da capeggiare. 
La madre di Namjoon ama chiamare la combriccola del figlio "BTS". E' fiera di lei per avergli trovato questo bellissimo nome, perché non solo è un saluto, un modo per chiamarli tutti e sette, ma anche un avvertimento prima di entrare in casa. Per anni non ha fatto altro che ripetere "Bimbi togliete le scarpe" ogni volta che entravano in casa, finché non si è accorta che bastavano le iniziali "B.T.S." per fargli capire cosa intendesse. Da quel momento lo dice ogni volta che li sente entrare, è il suo modo per salutarli, fargli capire che è in casa e che quindi non possono permettersi di fare come voglio. Loro rispondono con un "ciao" o un "buonasera" - quelli più educati - poi si tolgono le scarpe ed entrano. E anche quel sabato, come tutti gli altri, lei urla "BTS!" dalla cucina appena sente la porta aprirsi. Dall'ingresso sette voci, che ormai conosce fin troppo bene, risuonano salutando in altrettanti modi diversi, per poi abbassarsi in un brusio incomprensibile che si sposta verso la camera di Namjoon. Da quel momento, la donna, farà finta che non ci sia nessuno nella sua casa oltre a suo marito e sua figlia.
La prima cosa che i ragazzi fanno, appena entrano in casa di Namjoon, è chiudersi nella sua stanza. Quasi contemporaneamente lasciarono cadere a terra le loro borse e le giacche, e si buttarono sul pavimento senza paura di sbattere rovinosamente qualche parte del loro corpo. Namjoon che è il padrone di casa, invece, si sdraia sul suo letto, e stranamente quella volta fu il primo a tirare fuori un discorso che tutti potessero seguire, a differenza delle chiacchiere sconclusionate che avevano fatto fino a quel momento in gruppetti disomogenei. 
«Ragazzi, per me la scuola è un peso.»
Come se non fossero già a conoscenza delle sue "difficoltà" scolastiche, gli altri, fecero finta di nulla, ascoltando quello che aveva da dire. A quanto pare per Namjoon diventava sempre più difficile mettere piede in classe, come difficile è rinunciare alla sua buonissima merenda, per questo tira ancora avanti.
Secondo tutti, fare uno sforzo e finire la scuola il prima possibile, è l'unica soluzione valida. Anche secondo Jin che è un anno più grande di Namjoon e frequenta il suo stesso anno.
Ma c'è qualcosa che a lui proprio non va giù della scuola; qualcosa che ovviamente non conosce e non sa definire. Inutile, da parte degli altri, stargli a spiegare che non è l'analfabetismo a fare un teppista, anzi spesso sono molto istruiti, soprattutto i capo banda - come vuole diventare Namjoon. O forse no.
Passano ore a discutere di questa cosa, che seppur tutti ne fossero a conoscenza, non ne avevano mai parlato in questo modo vivace e coinvolgente, e la cosa sembra far effetto persino su Namjoon.
«Ma ormai è troppo tardi per me.»
Namjoon inizia a capire che non tutte le cose che dovrebbero renderti una persona migliore dei teppisti, ti rende realmente tale. Se vai bene a scuola e ti fai promuovere anche con bei voti, poi non è detto che i tuoi pugni siano flaccidi come quelli di una femminuccia. In verità non è neanche detto che se sei una femmina allora tiri pugni come una femminuccia.
Namjoon ha grande stima delle teppiste e delle ragazze che tirano pugni come uomini veri.
Quella notte di un sabato come un altro, fredda poiché è inverno, noioso perché pensare e faticoso, pesante poiché Jimin gli si è addormentato addosso... Forse Namjoon arriverà alla decisione che potrebbe dare una svolta decisiva alla sua vita: iniziare a studiare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: LUV ***


Note dell'autrice:
Eccoci ad un nuovo capitolo. Mi sento in dovere di ringraziare tutti quelli che stanno seguendo la mia storia, sperando sia davvero apprezzata. Quindi grazie a tutti e in particolare grazie alle mie CAXXE che mi hanno spinta a dar vita a questa fanfiction, che mi appoggiano e supportano. E grazie anche a Yui che mi sopporta ogni giorno.
Ora che ho fatto la brava ragazza, vi lascio alla ff. Alla prossima settimana, buona lettura.
- Yama


Capitolo 2: LUV

  

E' ancora sabato; sempre il solito, monotono e freddo sabato d'inverno. E' quasi mezzanotte e i ragazzi sono ancora tutti a casa di Kim Namjoon, anzi sarebbe meglio dire che fino alla mattina del giorno seguente, da li non si muoveranno, perché ormai sono abituati così.
La mezzanotte sta per scattare, e Namjoon, come qualsiasi altro giorno - come se nel suo corpo ci fosse un orologio ben programmato - si addormenta, avvolto nel suo piumone. L'espressione rilassata e serena, lo fanno apparire una persona diversa. E forse quella domenica d'inverno, per la prima volta, è andato a dormire sentendosi, davvero, un altro.
Jimin lo segue a ruota: si sdraia sul suo letto, si appoggia a lui e si addormenta, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Appena è sicuro si siano addormentati, Yoongi si alza, percorre silenziosamente il corridoio della casa fino a raggiungere la cucina e li va a recuperare le bottiglie birra che aveva comprato, insieme al succo di frutta alla pesca e alla Fanta che erano soliti consumare durante queste serate, e abilmente nascosto nel frigo appena entrato in casa. Poi torna in camera facendo altrettanto silenzio, si risiede al suo posto, e comincia a bere. A Yoongi non dispiace condividere la sua birra con i rimasti, sa che loro non si metteranno a fare tanto casino, mentre su Namjoon e Jimin non ci può mai fare affidamento e non ha intenzione di scoprire come potrebbero diventare "pericolosi" da brilli.
Eppure è raro che qualcuno gli chieda una bottiglia o addirittura un sorso, anche se Yoongi la birra la porta sempre. Jungkook è escluso a prescindere, oltre al fatto che si addormenta quasi sempre non molto dopo i primi due, è minorenne e non gli permettono di toccare neanche un goccio d'alcol. Stranamente, quella sera Seokjin gli chiede una bottiglia, ma finisce per dividerla con Hoseok, lasciando ugualmente qualche dito di liquido all'interno di essa. 
Taehyung è l'unico a chiedere solamente un sorso; il suo sguardo è fisso su Yoongi, gli occhi assonnati, le labbra tirate in un sorriso, troppo carino perché il più grande possa dirgli di no. Così lo lascia bere, per poi riprendersi la sua bottiglia e finire di scolarsi tutto. Poco dopo, Taehyung, appoggia la testa sulle gambe di Yoongi, si avvolge meglio nella coperta e si addormenta.
Quel poco che Seokjin ha bevuto, ha risvegliato istinti che la ragione riusciva a placare. Sono passati più di venti minuti da quando Taehyung si è addormentato e Jin non ha smesso un attimo di parlare di Jimin, di quanto sia bello e di quanto faccia male stare chiuso nella sua stessa stanza - anche se con altre cinque persone presenti. E' sicuro che, per lui, dormire sarà impossibile. Solo a quel punto si rende conto che Hoseok era totalmente all'oscuro dei suoi sentimenti per quello che considerava il ragazzo più bello del mondo. Non lo aveva mai detto apertamente - se non a Namjoon - eppure tutti ne erano a conoscenza, escluso il diretto interessato e, a quanto pareva, Hoseok. Così ne approfitta e fa un mezzo "coming out":
«... Quindi sia chiaro, sono gay, e amo alla follia Jimin.»
E nessuno ebbe da ridire nulla: Yoongi se n'era già reso conto da solo tanto tempo prima e a Hoseok, in fondo, non importava più di tanto. Iniziano così a discutere, su cosa ci trovasse di bello in quel tipo, su come si fosse accorto di essere innamorato di lui. Hoseok poi, di tanto in tanto, gli chiedeva com'era essere omosessuale, cosa si provasse, e altre domande senza senso perché tanto, quel poco d'alcol, aveva fatto effetto anche a lui. E alla fine le domande arrivarono anche per loro.
«Lei ha dei lunghi capelli neri, finissimi e lisci, che le arrivano a metà schiena, gli occhi scuri e la pelle pallida. Le sue guance sono tonde, ma non troppo, sembrano così lisce e morbide che ogni volta devo trattenermi dall'andarle vicino e toccargliele. E' bella, mi piace tanto...»
Ma il problema è che la tipa in questione ha sempre fatto finta di non conoscerlo, seppur stiano in classe insieme dall'inizio del liceo. Hoseok continua ad osservarla, giorno dopo giorno, a trovarla sempre più bella e più di una volta ha fermato la sua mano a pochi centimetri dalla guancia dei lei, che guardandola sconvolta e schifata, finiva sempre per fuggire via, parlando male di lui apertamente con le sue amiche.
Questi sono i momenti della loro "amicizia" che a Yoongi piacciono e se li gode pienamente, ascoltando con attenzione le parole degli altri, partecipando alla discussione e facendo altre cose, come in quel momento, in cui ha inconsciamente portato una mano tra i capelli del ragazzo appoggiato alla propria gamba, cominciando a toccarli ed accarezzarli.
«Hyung, tu non ci racconti mai nulla della tua vita amorosa, come va?»
La sconfinata curiosità di Hoseok lo spinge a porgergli quella domanda; lo avrebbe chiesto a tutti se non li avessero già abbandonati.
«Ho qualche ragazza, occasionalmente, niente di impegnativo. Però c'è qualcuno che mi piace, ma so che ci vorrà molto prima di conquistare questa persona, quindi ora penso a divertirmi.»
Yoongi parla senza troppi problemi, dopo una breve pausa impiegata per organizzare mentalmente le cose da dire. Yoongi non è il tipo che si fa problemi a raccontare queste cose e scenderebbe anche in particolari più intimi se la curiosità di Hoseok toccasse l'apice, ma ha troppo sonno per andare oltre, e si lascia sfuggire una grande opportunità. Alla sua stanchezza va ad affiancarsi la natura da "ragazza impiccetta" (? cambiare assolutamente) di Seokjin che sibilando un "devo rivelarvi un segreto", va ad insinuarsi nel discorso tra i due catturando la loro attenzione.
«Namjoon fa tanto il gradasso, ma è ancora vergine. Me l'ha detto una volta... E mi ha detto anche che è perché non ha mai avuto una ragazza e ha paura ad andare a prostitute.»
«Dai hyung, non c'è niente di male nell'essere vergini, tu non lo sei?»
«Ovviamente no, Hoseok, ho avuto le mie fiamme in passato, ormai le mie chiappette non sono più immacolate.»
In tutto questo, Yoong preferiva rimanere un semplice spettatore di quello scambio di domande e risposte che trovava decisamente esilaranti, senza esporsi troppo a quel rischio da cui - come è già stato detto - non si sarebbe comunque tirato indietro, ma se poteva evitarlo lo faceva senza pensarci due volte. Ma tanto è questione di minuti e anche Hoseok smette di parlare e crolla definitivamente tra le coperte su cui era già steso. 
Seokjin continua a chiacchierare per conto suo, Yoongi lo ascolta, ma risponde una volta si e una no, lasciando frasi a metà, concentrandosi molto di più sulla morbidezza dei capelli di Taehyung che sul resto. Così, pian piano, il più grande si sposta fino a raggiungere il letto di Namjoon, vi sale sopra e va a sdraiarsi su Jimin, soffocandolo in un abbraccio.
Pian piano si addormentarono tutti, chi vicino alla persona amata, chi soffocato sotto il peso di altri, chi in totale tranquillità. La domenica era iniziata, e in quella piccola stanza non sembrava neanche tanto fredda.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: AFFAIR ***


Note dell'autrice:
E come ogni lunedì, rieccoci con il nostro appuntamento fisso, oggi per fortuna non me ne sono ricordata all'ultimo, non sono proprio un caso perso.
Per oggi non ho altro da dire, se non che siamo a metà della storia e va tutto bene... Stranamente bene.
Vabbè, buona lettura.
- Yama


Capitolo 3: AFFAIR

  

Non è sabato, questa volta, ma Yoongi sta comunque aspettando fuori dalla scuola uno dei suoi "amici". Più precisamente aspetta Jeon Jungkook. Gli ha promesso che lo aiuterà con degli argomenti che non riesce a capire, visto che a breve avrà dei test da fare e vuole prepararsi al meglio, gli ha detto, e Yoongi non ha rifiutato la proposta, tanto a lui di studiare le su cose non ne ha voglia, e non ha neanche voglia di passare il pomeriggio da solo, quindi accetta volentieri. Così aspetta, calciando i sassolini sul marciapiede, osservando le macchine che passano, ascoltando le chiacchiere che arrivano dalla classe che in quel momento ha l'ora di educazione fisica nei campetti della scuola, fino al suono della campanella. A quel punto si riavvicina al cancello, finché non individua il più piccolo del gruppo e lo saluta agitando la mano, cercando di farsi notare - dalla sua bassa statura - in mezzo a quella mandria di ragazzini vestiti tutti uguali che si riversa sul marciapiede, finalmente libera.
Nella sua mente il piano era chiaro e ben delineato in ogni punto: prendere Jungkook a scuola; tornare a casa con l'autobus; rilassarsi un po' guardando la televisione; aiutarlo con quello che non capiva; offrirgli qualcosa da mangiare e/o da bere; rilassarsi ancora; riaccompagnarlo a casa. Più semplice di così si muore. Nella sua fantasia quella sarebbe stata una tranquilla giornata passata in "coppia", senza fare niente di particolare, senza rompiscatole in giro; una di quelle giornate che difficilmente possono andare storte, eppure c'era già qualcosa che non andava. Qualcosa che non capiva. Finora aveva fatto tutto bene, Jungkook era arrivato, si erano salutati, avevano percorso quel breve tratto di strada fino alla fermata degli autobus, avevano parlottato, Taehyung era scoppiato a ridere come al solito, facendo girare chiunque fosse presente in strada... Tutto normale insomma... Tutto...
Taehyung.
Taehyung si era unito a loro davanti al cancello della scuola. Aveva visto Yoongi appena uscito e poiché era strano trovarlo li durante la settimana, si era avvicinato notando che con lui c'era anche Jungkook. Li aveva salutati, poi li aveva informati dell'assenza di Hoseok e tra una chiacchiera e l'altra gli aveva chiesto se poteva unirsi a loro. Lasso di tempo in cui Yoongi aveva letteralmente spento il cervello. Non che gli dispiacesse la presenza di Taehyung - anche se era certo avrebbe disturbato lo studio di Jungkook tutto il pomeriggio - solo che la sorpresa nel vederlo fu talmente tanta che smise di parlare finché il più piccolo non ebbe bisogno del suo insegnante privato. E mentre quei due si concentravano su qualcosa di molto semplice per uno e per niente scontata per l'altro, Taehyung se ne stava sdraiato sul divano, guardava cartoni animati alla televisione, partecipando attivamente alle avventure dei protagonisti, urlando, lanciando cuscini, scivolando a terra e poi tornando carponi sopra al sofà. Ogni tanto chattava con Hoseok e gli mandava messaggi vocali urlando cose incomprensibili, e dall'altra parte il suo amico faceva lo stesso. Eppure la cosa sembrava non turbare gli altri due, che con il tempo avevano sviluppato un'abilità particolare che li aiutava ad escludere, dal loro raggio visivo e uditivo, i soggetti molesti.
Quando ebbero finito, come da programma, Yoongi offrì qualcosa non solo a Jungkook, ma anche a Taehyung, che si fecero dare un po' del loro amato succo alla pesca e qualche biscottino, e seduti tutti insieme intorno al tavolo della cucina, consumarono la piccola merenda. Lì rimasero ancora un po' a chiacchierare - cioè a sentire Taehyung urlare - di cose a caso e spesso senza senso, finché non suonarono al campanello e Yoongi andò ad aprire. Fu questione di pochi istanti, Yoongi sfrecciò nella sua camera e poi tornò nuovamente dai suoi amici, che curiosi gli chiesero chi fosse.
«Nessuno in particolare... Un tizio. Uno hyung all'università mi ha chiesto di procurargli un po' di "roba" da questo tizio, è uno dei migliori in giro da queste parti. Ci prendo una bella percentuale.»
Yoongi non si era mai fatto grossi problemi a dire come stavano le cose, neanche per quanto riguardava quel tipo di cose e a Jungkook quel lato del più grande piaceva molto. Curioso cominciò a riempirlo di domande su come funzionassero quei circoli e ad ogni risposta di Yoongi, i suoi occhi si facevano sempre più brillanti e grandi, si avvicinava a lui, parlava a voce più alta; era decisamente eccitato. Peccato che pochi minuti dopo sua madre lo chiamò dicendo che era nei paraggi e non doveva farsi riaccompagnare a casa, così la raggiunse lasciando solo Yoongi e Taehyung, che infastidito da quei discorsi aveva lasciato la stanza ed era tornato a sedersi sul divano, questa volta composto e in silenzio, segno che c'era qualcosa che non andava.
«Fai uso di droghe?»
Yoongi rimane colpito da quella domanda, tanto quando dall'atteggiamento serio che Taehyung aveva assunto - senza contare che lo considera infinitamente sexy, e se lo immagina con un frustino in mano e pantaloni di pelle super-aderenti, e... Sarebbe meglio che Yoongi la smettesse con questi pensieri prima di farsi beccare dall'altro.
«Ogni tanto... Ad un tiro non dico di no.»
Taehyung si alza, prende le sue cose, gli urla di smetterla e se ne va, sbattendo la porta porta tanto forte da cancellare ogni traccia di pensiero impuro dalla testa di Yoongi, che si lascia cadere sul divano con lo sguardo perso. Per la prima volta in vita sua ha davvero voglia di smetterla di essere così, gli è bastato vedere quel lato dell'amico che non conosceva e che lo aveva decisamente scosso.
Passa del tempo senza che Yoongi si muova, ancora pensa a Taehyung che si alza e se ne va urlandogli contro, poi i suoi pensieri vengono interrotti dal campanello che suona. Cosa sono tutte queste visite? Che giornata strana.
Alla porta c'è Namjoon; deve sfogarsi, dice.
«Hyung, io non ce la faccio più, non riesco proprio a trovarlo un gruppo di teppisti da comandare.»
Yoongi ride, pensa a quanto sia ridicola questa fissazione che ha, pensa al fatto che se Namjoon lo conoscesse un pochino meglio saprebbe che lui è come quelli che lui considera "teppisti", pensa a Taehyung... 
«Vai a perlustrare qualche vicoletto, come al solito, prima o poi troverai qualcuno.»
E chiude la porta, limitandosi a salutarlo con un brevissimo cenno della mano.
Le giornate non vanno sempre come previsto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: SKOOL LUV ***


Note dell'autrice:
Quasi quasi oggi mi dimenticavo di pubblicare, quando mi rendo conto di quanto crudele possa essere la mia mente ad illudermi sia ancora domenica, benché io sappia perfettamente che non è così, mi sento davvero una persona di cacca - perdonate il termine. Beh, ma a quanto pare anche questa volta me la sono scampata e non ho mancato nessuna promessa... Ad essere sincera questa è più una sfida con me stessa, non sono mai stata brava a rispettare le scadenze, ho sempre fatto tutto all'ultimo secondo e neanche questa volta mi sta andando meglio - devo ancora finire di scrivere il quinto capitolo, ma ssh, acqua in bocca. Spero davvero di riuscirci in settimana o... Boh, mi picchierò da sola.
E dopo questa dimostrazione di rara "sanità" vi lascio alla lettura, alla prossima.
- Yama


Capitolo 4: SKOOL LUV

  

E' un lunedì mattina; un lunedì mattina come un altro. Fa parecchio freddo, poiché è ancora inverno e la mattina presto la temperatura è sempre più bassa. Sta iniziando a sorgere il sole, la luce dei primi raggi schiarisce il cielo dietro le case e riflette sul bianco della neve che si è posata sul terreno durante la notte e ancora continua a scendere. Non è una novità eppure è sempre bella da vedere, così tutti gli studenti che cominciano a prepararsi per andare a scuola guardano fuori dalla finestra pensando a quanto potrà far freddo, quanto dovranno coprirsi, che paio di scarpe dovranno indossare, quanto sia scocciante camminare sulla strada ghiacciata, ma anche a quanto stranamente bella possa apparire ogni volta la città coperta da quel bianco splendente. 
A differenza di tanti altri studenti, Seokjin e Jimin, in quel momento non stanno guardando la neve e neanche non si stanno preparando per andare a scuola.
Seokjin e Jimin sono a letto. Dormono tra le coperte sfatte e calde, abbracciati l'uno a l'altro. La loro voglia di andare a scuola è pari a zero, e anche se si rendessero conto che è l'ora di alzarsi non lo farebbero, preferendo continuare a rimanere dove sono. 
Quello che è successo la sera prima è una lunga storia; un fiume di sentimenti tenuti nascosti fino a quel momento ha investito entrambi in quella che doveva essere una semplice uscita tra amici, una delle classiche uscite di gruppo della domenica pomeriggio, che si era pian piano trasformata in una serata di "coppia" che aveva colto impreparati entrambi. In particolare Seokjin la cui difficoltà nel nascondere i propri sentimenti e la timidezza improvvisamente provata nel fare qualunque cosa, aveva rivelato molto più di quello che il più grande dei due sperava. E per quanto Jimin fosse tardo per certe cose, davanti ad esplicite dichiarazioni non era riuscito a far altro che boccheggiare, arrossire e abbassare lo sguardo, per poi balbettare qualcosa di sconclusionato che si era rivelata essere una dichiarazione a tutti gli effetti. Perché a Jimin, Seokjin, era sempre piaciuto, solo che nessuno aveva mai fatto caso a lui, nessuno si era mai chiesto cosa in realtà provasse o se magari le sue azioni celassero qualche segreto e secondo fine. A nessuno quindi era mai importato di cercare di capire come Jimin in realtà fosse e lui non si era mai lamentato. Gli piaceva quella leggerezza che gli aleggiava intorno, nessuno pretendeva nulla da lui così poteva fare quello che preferiva senza rovinare le aspettative degli altri. In fondo non era poi tanto stupido. Si godeva, semplicemente, la sua giovinezza; probabilmente male, ma se la godeva.
Così la loro serata si era conclusa nel migliore dei modi: erano stati insieme, avevano abbattuto la barriera della vergogna prendendosi per mano e camminando l'uno vicino all'altro, si erano scambiati qualche incerto bacio, avevano guardato un film prima semplicemente seduti vicini, poi abbracciati come se dovessero proteggersi a vicenda da qualcosa, concludendo il tutto dormendo insieme.
La giornata era stata troppo intensa perché due ragazzi come loro potessero avere la forza di affrontare qualcosa di tanto impegnativo quanto la scuola. Cosa che, diversamente, spettò a Hoseok e Namjoon.
Hoseok, quella mattina era carico di quella meravigliosa cosa chiamata coraggio. Ciò che il giorno precedente era successo a Seokjin e Jimin lo aveva riempito di spirito d'iniziativa e tante buone idee per riuscire a far capire alla ragazza di cui era innamorato, quali fossero i sentimenti che provava. Così entrato in classe un po' prima degli altri, si era seduto al suo banco in attesa che la ragazza in questione facesse lo stesso. Hoseok non viveva in città, così doveva usare i mezzi ogni mattina per raggiungere l'edificio e questo era il motivo per cui arrivava sempre prima degli altri compagni che invece abitavano nei dintorni. Per lo stesso motivo, la ragazza, era una delle prime a mettere piede nell'aula. 
Quella mattina, appena lo fece, fu sorpresa dalla voce del ragazzo.
«Non trovi sia bella la neve?»
Lei, che a differenza del ragazzo era seduta in una fila lontana dalla finestra, aveva posato la sua cartella sul banco e si era avvicinata al davanzale, poggiandovi i gomiti ed avvicinando il volto al vetro freddo. Non gli aveva dato risposte concrete, si era limitata a mugolare in un probabile segno d'assenso, ma solo il fatto che si fosse mossa per andare ad osservare fuori dalla finestra dopo la sua domanda, aveva fatto saltare il cuore a Hoseok fino in gola.
«Forse quando ti trovi a dover venire a scuola sotto la neve non è tanto bella. Ma una volta che sei dentro, guardarla scendere è rilassante.»
Aveva aggiunto osservando le chiazze più scure, umide, sulla gonna della ragazza. Le stava parlando, finalmente, eppure la sua voce sembrava non essere indirizzata a nessuno; anche lui guardava fuori dalla finestra, con lo sguardo felice, ma perso tra i fiocchi che continuavano a posarsi sulle superfici già bianche.
«Ti andrebbe una cioccolata calda, dopo scuola... Con me?»
Le aveva chiesto dopo interminabili minuti di silenzio ad osservare la neve, interrotto dal suono della campanella che indicava l'ingresso di un'orda di ragazzini urlanti di li a poco. Si era così sbrigato, in una richiesta approssimativa che non aveva ricevuto risposta se non l'allontanamento della postazione da parte della ragazza.
Hoseok passò il resto della sua giornata scolastica nel silenzio, parlando solamente con Taehyung, ma senza alzare troppo la voce - cosa che fece preoccupare i professori che gli chiesero per ore perché fosse andato a scuola se stava male. 
A fare chiasso in giro per i corridoi ci pensava Namjoon, in quel lunedì mattina che da normale, come qualunque altro, si stava trasformando in una strana giornata. Si era svegliato con la brillante idea di "trovarsi una donna", perché ogni teppista che si rispetti ha una donna altrettanto rispettabile al suo fianco; aveva quindi stilato una lista delle ragazze che meglio si adattavano a quel ruolo e, partendo dalla prima, bellissima ed irraggiungibile insegnante di matematica, aveva dato il via al suo nuovo progetto.
Un fallimento totale.
La sua giornata scolastica era trascorsa tra urla di ragazzine impaurite, sonori ceffoni, calci per allontanarlo e una punizione che gli imponeva di rimanere a scuola dopo la fine delle lezioni per ripulire i bagni e spalare la neve. Mentre il preside gli faceva la ramanzina su quale fosse il comportamento più consono ad un ambiente scolastico, per non parlare del mondo con cui uno dovrebbe rivolgersi alle ragazzee e, soprattutto, alle insegnanti, Namjoon pensava a Seokjin che probabilmente avrebbe saputo consigliargli un mondo migliore per approcciare con le sue "belle donzelle". Magari lui sarebbe stato in grado di aiutarlo. Lui era sempre in grado di aiutarlo e lo faceva sempre con piacere. Namjoon, in quel momento, pensava che Seokjin forse era l'amico più vicino che avesse.
E altrettanto vicino era Taehyung a Hoseok - ma questo era chiaro a tutti - che, dopo essere venuto a conoscenza di ciò che era successo prima che entrasse, non aveva perso di vista un attimo il suo amico, cercando di risollevargli il morale fino al suono ultimo della campanella. 
Cosa che però, Taehyung, non poteva fare, era tenergli compagnia fino alla fine della giornata, finché non gli fosse passata; così quando uscirono dall'istituito dovettero salutarsi e prendere una strada differente. 
Il morale di Hoseok era a pezzi e si trascinava verso la fermata dell'autobus strusciando i piedi sul marciapiede ripulito dalla neve. Era tanto preso dai suoi pensieri che neanche si rese conto della mano che, battendo sulla sua spalla, cercava di richiamare la sua attenzione. Non se ne rese conto finché non si fece più insistente fino a smuoverlo, allora di girò chiedendosi per quale motivo Taehyung non fosse ancora tornato a casa, ma a chiamarlo non era il suo migliore amico.
«La cioccolata calda... Non ti ho risposto prima. Mi piace, andiamo a prenderla insieme.»

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: LUV AFFAIR ***


Note dell'autrice:
Siamo arrivati al penultimo capitolo, finalmente... Finalmente? Beh, almeno per me è una liberazione ahahah.
Questa fanfiction è stata con un lungo e doloroso parto(?). Non sono per niente abituata a scrivere cose a più capitoli, oltretutto da pubblicare in tempi prestabiliti. Anche perché inizio che sono avvantaggiata, ma a metà comincio a dover faticare per riuscire a scrivere in modo decente, perché ovviamente mi adagio troppo. Ed infatti quest'ultimo capitolo non mi convince per niente, non mi piace e non lo farà mai probabilmente. Questo perché mi sono ridotta all'ultimo a scrivere, seppur avessi metà della storia già pronta alla pubblicazione del prologo e non sono riuscita proprio a regolarmi con i tempo. Sono un caso disperato...
Vabbè, ora smetto di rompere le scatole e lascio alla storia, avverto che questo è decisamente il capitolo meno comico - e meno bello - di tutta la fanfiction. E niente... Buona lettura - si spera.
- Yama


Capitolo 5: LUV AFFAIR

  
 
E' una domenica pomeriggio e Yoongi si trova in una giardinetto, seduto su una panchina ben precisa, ad aspettare; lui e Taehyung si sono dati appuntamento lì.
Sono settimane che il più piccolo non gli parla; da quando è accaduto quel fatto a casa di Yoongi, Taehyung lo ha apertamente evitato, non gli ha mai rivolto parola, si è persino rifiutato di uscire con gli altri ragazzi per non dover stare insieme a lui e alla fine anche Yoongi ha deciso di prendersi una "pausa" per riflettere su cosa fosse bene fare e cosa no, e magari una parlata solo loro due se la sarebbero dovuta fare. Così un giorno si decise a scrivergli un sms in cui lo invitava ad uscire, solo loro due poiché doveva dirgli qualcosa, e Taehyung aveva accettato senza pensarci troppo.
Quindi ora Yoongi lo aspettava seduto e si alzò solamente quando, in lontananza, lo vide arrivare. Si da una sistemata ai pantaloni stropicciati e si scalda le mani infreddolite strofinando l'una contro l'altra e pian piano comincia ad avvicinarsi a lui, incerto, colto da un momento di timidezza, mentre Taehyung gli cammina incontro a passo svelto e sicuro, lo sguardo stranamente serio e leggermente cupo, in grado di intimorire anche il più grande, non abituato a vederlo in quell'atteggiamento.
Si salutano freddamente e, vista la bassa temperatura, Yoongi si propone di offrirgli qualcosa in un bar. Si avviano quindi, camminando in silenzio, vicini, ma comunque mantenendosi distanti di qualche centimetro per evitare qualunque tipo di contatto. Taehyung si limita a seguire Yoongi finché non arrivano al locale individuato dal più grande dei due che, invece, già sapeva dove sarebbe voluto andare.
Il locale, tranquillo e praticamente vuoto, ha comunque i tavolini disposti ben distanti tra loro così che nessuno possa farsi più di tanto gli affari degli altri, ed è proprio per questo che il più grande a pensato a quel posto; sembrava perfetto per loro.
I due entrano, Yoongi saluta con un gesto veloce il ragazzo dietro al bancone - un suo conoscente visto che comunque non è nuovo del posto - e va a sedersi in un tavolino posto in un angolino piuttosto riservato, ancora più perfetto. Sistematosi al suo posto e atteso che l'altro avesse fatto lo stesso, passa a Taehyung il menù, dicendogli di scegliere quello che preferisce, senza farsi problemi poiché che avrebbe offerto lui quindi avrebbe potuto prendere tutto quello che voleva.
Taehyung si era limitato ad alzare lo sguardo, a prendere il menù e a riabbassarlo, perdendosi tra gli apparentemente infiniti drink, bibite e tipi di caffè. Non proferì parola neanche quando ebbe scelto e parlò solamente al cameriere per l'ordinazione.
«Io vorrei chiederti scusa.»
Disse il più grande, ad un certo punto, sorprendendo Taehyung che rialza lo sguardo verso di lui visibilmente colpito, ma lo riabbassa subito dopo, come a voler nascondere la felicità che gli fa brillare gli occhi a causa di ciò che Yoongi ha appena detto.
«Perché dovresti scusarti?»
«Perché so che hai ragione e mi dispiace che tu ti sia arrabbiato tanto per questa cosa, quando vorrei le cose tra noi andassero bene. Ma non capisco perché te la sei presa così tanto.»
Un sorriso si allarga sul volto di Taehyung, ma non è solamente felice. Un pizzico di disappunto si nota nella sua espressione, come fa a non capire perché se l'è pressa? Eppure a Taehyung pare evidente.
«Tengo a te e mi piacerebbe che a te importasse della tua salute quanto importa a me. Non sono cose che a me piacciono e ti considero una persona abbastanza intelligente da capire che non si fanno... Forse ora ti è più chiaro perché me la sono presa tanto. Mi sono sentito un po' deluso.»
Yoongi era sempre stato convinto che l'infantilità di Taehyung non fosse altro che una scorza che lo ricopriva, nascondendo un lato molto più maturo di quanto né lui né gli altri si aspettassero. E questa sua risposta ne è la prova evidente: la prova che porta Yoongi a prendere una decisione definitiva.
«Non farò più nulla che a te non piaccia.»
Fu tutto ciò che Yoongi disse e tutto ciò che Taehyung voleva sentirsi dire. Non che Taehyung voglia costringerlo ad essere qualcuno che non è o a fare qualcosa che non vuole; desidera solamente che Yoongi lo ascolti e segua i suoi consigli; vuole che abbia una vita tranquilla, senza fare nulla di pericoloso o che gli faccia male, ma avrà modo di dirglielo con più calma, magari in un altro posto, probabilmente facendo un passo alla volta... Il primo, intanto, lo ha già fatto. Si è portato un pochino più avanti e allo stesso modo è avanzato Yoongi, che è riuscito ad esporre almeno in parte, e in modo celato, ciò che prova per lui. Il resto arriverà dopo, quando Yoongi riaccompagnerà Taehyung a casa.
Yoongi fermerà il più piccolo mentre varcherà la soglia del portone, per mettere in chiaro le ultime cose e, facendo ciò, tornerà a casa come una persona nuova, dall'animo più leggero e - perché no - felice.
«Tempo fa ti dissi che ero innamorato di una persona, non so se te lo ricordi, ma comunque... Sei te quella persona.»
Si dice che il coraggio è la virtù dei forti, e probabilmente anche degli stolti, perché in quel momento Yoongi si sente tutt'altro che forte. Si sente uno sciocco, privato di quei segreti che per un'infinità di tempo si è tenuto dentro, vulnerabile, prossimo ad una guerra contro qualcosa di ignoto e spaventoso, terrorizzato da come Taehyung potrebbe rispondergli. Stupidamente, perché Taehyung è tanto scosso quanto lui, non tanto perché non se lo aspettava, ma soprattutto perché era stato colto impreparato e quell'attacco lo aveva colpito in pieno. «Vuoi essere il motivo dei miei cambiamenti?»
Aggiunge allora Yoongi, intimorito da quel lungo silenzio, ma rassicurato dall'adorabile espressione che Taehyung aveva dipinta in volto.
«Sì... Anche se non dovresti cambiare per nessuno, ma solo per te stesso.»

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: SKOOL AFFAIR ***




Capitolo 6: SKOOL AFFAIR (Finale)

  
 
E' un mercoledì; potrebbe benissimo essere un venerdì, ma no, è mercoledì, e neanche troppo diverso dagli altri. In fondo tutti i giorni si assomigliano tra loro, sono lo persone a renderli "speciali". E questo mercoledì, di speciale, ha che è il giorno in cui vengono consegnati i diplomi a quei fortunati che sono riusciti a concludere il loro percorso di studi superiore; in cui quelli che non ce l'hanno fatta, non avranno buone notizie da riportare a casa; in cui chi non ha fino, ha solamente avuto un lascia-passare all'anno successivo.
E così si ritrovano tutti lì - chi per un motivo chi per un altro - per ricevere brutte o belle notizie, oppure c'è chi sta semplicemente assistendo i suoi parenti o amici. Proprio come Min Yoongi, che sta sprecando il prezioso tempo che dovrebbe impiegare nello studio per stare con loro. Sta giocando con le unghie delle proprie dita, strusciandole rumorosamente tra di loro, annoiato ed irritato da quella lunga attesa. Guarda quei ragazzini in piedi, disposti in file ordinate, per classe; li osserva uno per uno. Molti di loro sono facce conosciute, ragazzini a cui ha venduto qualche grammo d'erba o che aveva visto nei circoli che frequentava fino a qualche tempo prima, tanti bei faccini che sotto sotto nascondono anime ben più sporche della sua. E' da un po' che ormai si sta ripulendo da quelle brutte abitudini che aveva; ha lasciato perdere tutto, ha chiuso i ponti con gli "amici" all'infuori di quei sei fastidiosi mocciosi, ha cambiato numero di cellulare e ha chiesto a tutti di non contattarlo più. Tutto questo lo ha fatto per uno di quei sei, probabilmente il più fastidioso di tutto; quello su cui il suo sguardo si è fermato già da qualche istante, osservandone la figura di schiena che si muove in modo scomposto, continuando a giocherellare con quello che ha davanti a lui seppur il preside abbia già iniziato a fare nomi tra i suoi compagni di classe. Si ferma solamente quando arriva a lui, rimane immobile per quei pochi istanti che servono all'uomo per informarlo della sua promozione, poi il ragazzo lo raggiunge, ritira il suo diploma e torna al suo posto. Nel farlo nota Yoongi, il suo sorriso si allarga e sventola timidamente il rotolo di carta verso di lui, felice. Da quando Yoongi ha cominciato ad ascoltarlo, da quando hanno iniziato a parlare più apertamente, a frequentarsi, le cose sono migliorate per entrambi. Tutto è più bello sotto l'influsso dell'amore. Soprattutto se - come Kim Taehyung - si è faticato tanto per cercare di non far scoprire a nessuno ciò che si prova, per poi, come per incanto, scoprire che tutto ciò in cui si è sperato può diventare realtà.
Ora Tehyung e Yoongi sono qualcosa di molto simile ad una coppia, seppur il loro rapporto sia fondato su una serie di regole, imposte dal più piccolo dei due al più grande e "premi" che gli vengono concessi se riesce ad essere un "bravo ragazzo". Probabilmente con il tempo questa situazione cambierà, come cambieranno le loro abitudini ora che Taehyung è uscito da liceo e sicuramente entrerà in un'università.
Probabilmente non cambierà il fatto che lui e Jung Hoseok continueranno a viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda. Da quello che si vocifera, stanno cercando di entrare nella stessa università, per non doversi separare. Per lui, questo che è appena passato, è stato l'anno scolastico più duro, ma che lo ha riempito di soddisfazioni. Ha dovuto studiare con estremo impegno, per non rischiare di essere bocciato un'altra volta, perché sì, era già successo anni prima e da quel momento aveva mettere tutto se stesso nello studio per non deludere nuovamente i suoi genitori, ma tra tutti gli anni che aveva passato a scuola, quello era stato in assoluto il più impegnativo di tutti. Ma i suoi sforzi sono stati ampiamente ripagati. Ora la ragazza dei suoi sogni è la sua ragazza, e non vergogna a dire che la sua vita non è mai stata così bella.
Quell'anno scolastico è stato il più dura anche per Kim Namjoon, che probabilmente non aveva studiato con tanto impegno come in quegli ultimi mesi, per cercare di recuperare quello che per anni si era rifiutato di fare. Ora osserva con occhi brillanti il diploma che tiene in mano, come se fosse - anzi probabilmente lo è - il traguardo più importante della sua vita. Nella sua mente c'è un solo pensiero: «Nessun teppista saprà resistere alla mia intelligenza e al mio spirito combattivo. Sarò il capo più potente della storia del teppismo.»
I traguardi si passano piano piano, un poco alla volta, e come sono riusciti a convincerlo a studiare, probabilmente riusciranno anche ad aiutarlo ad abbandonare questo sogno privo di speranze. E Namjoon si guarda intorno, puntando ragazzini e ragazzotti che potrebbero essere più o meno adatti a diventare suoi subordinati, ma a spiccare tra tutti sono sempre i soliti sei. Scrolla la testa, non riesce a crederci, non è la prima volta che si sofferma a valutare le persone e casualmente, qualcuno dei suoi amici ci capita in mezzo. Amici, sì. Quando pensa a loro usa spesso questa parola seppur non lo ammetta, è questione d'abitudine, forse, poiché tutti tendono a pensare questo del loro "gruppetto", eppure Namjoon non si fa più problemi a chiedere loro consigli o aiuto, ad aprirsi, parlare delle sue cose... Da quando i loro consigli si sono rivelati tanto preziosi, non ha titubato neanche per un istante, affidandosi a loro totalmente.
A differenza loro Kim Seokjin, si è fatto bocciare per l'ennesima volta, ma questa volta con una motivazione "valida". Ha deciso di seguire l'amore della sua vita.
Infatti, Park Jimin, si è ritrovato in questa condizione solamente a causa di Seokjin. Per stare con lui ha iniziato a saltare lezioni, ha smesso di studiare, ogni istante della sua vita era dedicato a Seokjin, ed ogni istante della vita di Seokjin, era dedicato a Jimin. Questo finché non sono stati certi della bocciatura, perché ora, insieme, hanno preso una decisione: il loro tempo libero, del seguente anno scolastico, lo passeranno insieme, a studiare; si diplomeranno insieme. Lo hanno deciso, e hanno fatto anche domanda per stare nella stessa classe.
Se ne stanno vicini vicini, tenendosi la mano, pochi passi dietro Yoongi, che hanno raggiunto durante la cerimonia. Attendono che i diplomati li raggiungano.
Come attendono Jeon Jungkook, che nel frattempo è andato a controllare i voti affissi nella bacheca all'ingresso della scuola. Non che abbiano molti dubbi; teorie che vengono confermate nel momento del suo ritorno: promosso, con il massimo dei voti; classificato tra i primi della scuola.
Il programma della giornata prevede: raggiungere casa di Namjoon, nel solito modo, portando le solite cose, e fare festa per tutta la notte. Perché tutti, un po', se lo sono meritato.



Note dell'autrice:
Finalmente questa storia è svolta al termine.
Prima di tutto ci terrei a ringraziare tutti quelli che l'hanno seguita, chi l'ha recensita, aggiunta tra i preferiti, letta di nascosto ecc. Mi rende felice sapere che è stata apprezzata seppur il risultato finale non sia soddisfacente. Quindi non fatevi problemi a dirmi tutto ciò che pensate, anche se si tratta di commenti negativi, saranno ben accetti.
Secondo non lo so, ho detto tutto ciò che volevo dire nella prima parte. Sto preparando un'altra fanfiction che mi è venuta in mente mentre finivo questa, ma visto che voglio pubblicarla solamente quando sarà terminata da cima a fondo - le scadenze non sono il mio forte - non posso neanche farmi pubblicità. Peccato.
Spero davvero sia stata gradita; era una fanfiction scritta un po' così, "alla cavolo", ma fa niente. L'importante è che sia andata.
Alla prossima.
- Yama

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