Diario di un Volpino

di unholy spirit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Canto solo per te ***
Capitolo 2: *** Amore e malintesi ***
Capitolo 3: *** Kanji e Statura ***
Capitolo 4: *** Si può essere buoni senza essere zuccherosi ***
Capitolo 5: *** Words of love... Or so he was told ***



Capitolo 1
*** Canto solo per te ***


Salve a tutti!!
Dunque, questa è la prima storiella di una serie di scemenze su Gin Ichimaru e chi capita. Avviso subito che gli aggiornamenti saranno lunghi, purtroppo non ho molto tempo e mi ci vuole un po’ per buttare giù una storia come effettivamente voglio che venga :P.
Questo capitolo è dedicato a Niji Arashi!!
 

DIARIO DI UN VOLPINO




Canto solo per te

 




“Devi ascoltarmi, non puoi fuggir così…”

Una voce profonda risuonava nella sala del trono di Las Noches, melodiosa, mentre intonava un’armonia dalle origini sconosciute.
Era mattina presto e gli abitanti del palazzo ancora dormivano, ma il suono di quella dolce canzone non sfuggì alle attente orecchie di Ichimaru Gin, né a quelle più sensibili di Kaname Tousen.
Alzatosi dal letto con gli occhi ancora chiusi dal sonno… beh… più chiusi del solito, l’ex Capitano Volpino si diresse verso il suo collega. Si scambiarono uno sguardo d’intesa e si avviarono verso la sala incriminata.

Oggi… non ho che un canto… canto, solo per te…”

- Indubbiamente – cominciò serio Gin – qualcuno sta cantando qui dentro –
- Indubbiamente – confermò Tousen.
- E, sempre indubbiamente, questa è la voce del Capitano Aizen –
- Precisamente – ri-confermò Tousen.
- Ma la domanda che mi tormenta è: a chi sta cantando? – aggrottò la fronte Ichimaru.

Senti, con quanto amore, questo mio cuore, batte per te…”

- Aizen-sama che canta una canzone d’amore? Non l’aveva mai fatto prima –
- È questo il punto Kaname!! Chi gli ha rubato il cuore?? - 
I due ex Shinigami rimasero in silenzio per un po’, osservando il corridoio. Infine, decisero di svelare il mistero spiando da una finestrella.
 
- Kaname… cosa vedi? – chiese il volpino con una certa urgenza nella voce, non pensava che il collega pesasse tanto.
- Non riesco a capire… - rispose puntellandosi meglio sulle spalle di Gin.

Oggi… come d’incanto… canto, solo per te…”

- Con chi è? –
- È da solo. Canta e volteggia. Ha qualcosa in mano –

Oggi che ti ho trovata, amata, resta con me…”

- Cos’ha? Cos’ha? –
- Sembrerebbe… una tazza di the –
- Una tazza di the? – Gin perse l’equilibrio per lo shock, cadendo rovinosamente a terra – lui vive con la tazza di the in mano, ma dedicarle una canzone d’amore e ballarci assieme è eccessivo – concluse massaggiandosi il fondoschiena.
- Se la vista non mi inganna, quella era proprio una tazza di the – ribattè Tousen togliendosi la polvere dai vestiti.
Tra i due ricadde il silenzio.
Fu Gin a romperlo per primo.

 - Kaname, ma tu non sei cieco? –
 
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Ed ecco finito il primo capitolo. Spero sia di vostro gradimento
Niji, Niji, ora l’ho pubblicato, non devi più aspettare, contenta??
Alla prossima!!!
Unholy spirit

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Capitolo 2
*** Amore e malintesi ***


Amore e malintesi

 

Gin osservava la scena semi nascosto tra gli alberi di Rukongai. Ormai ne era sicuro. Il luogotenente della sesta brigata, nonchè il suo migliore amico Byakuya Kuchiki, non era indifferente a quella ragazza.

- Soi-chan – si voltò verso il capitano della seconda brigata – sento puzza di bruciato –
- Come osi? – s’indignò la ragazza.
- Non tu – si affrettò a chiarire la volpe spaventata – loro. Lui e lei… soli – disse col tono di chi la sa lunga.
- E cosa c’è di male? – la piccola ape alzò un sopracciglio interrogativa.
- Io l’ho già capito – cantilenò Gin.
- Cosa? –
- Ma loro ancora no! –
- Chi? –  la ragazza si stava perdendo.
- Si stanno innamorando e il nostro trio…. diventerà un duo! –
- Oh – capì finalmente cosa intendeva Gin.
- Fra stelle e pleniluni….. c’è un’aria di magia. È un attimo così romantico… vedrai lo porta via! – concluse il ragazzo teatralmente.
Guardarono il loro amico allontanarsi insieme alla ragazza.

- Lo ha come stregato. Quella Hisana è strana, non ha nessuna reiatsu, ma deve avergli fatto qualcosa per attrarlo così – corrugò la fronte.
- Gin – sospirò esasperata lei – Bya è un uomo, e non è né impotente né asessuato. Lei è una donna, è normale che lui provi interesse – parlò lentamente, come se stesse spiegando un concetto basilare ad un cretino – e poi l’ha appena conosciuta, non può essersi innamorato. Vedi cose che non esistono – concluse la ragazza.

{Una settimana dopo.
- TU COSA? – Gin urlò così forte che Byakuya rischiò di versarsi addosso il thè per lo spavento.
- Mi sposo, Gin – rispose - quante volte ancora vuoi farmi ripetere la stessa frase? – aggiunse seccato.
- Ma… tu… lei… insomma… una settimana è poco… io non… non hai il vestito… nemmeno lei… il clan… gli stuzzichini… tuo nonno ti ucciderà… -
- D’accordo – s’intromise Soi – Gin non si sente bene, lo porto alla quarta compagnia  – prese il volpotto per un braccio e lo condusse alla porta – mi prometti che ci penserai Bya? È troppo presto, la conosci appena. Fai passare almeno un paio di mesi –
- Ci penserò – rispose in tono piatto.}
 

- E lui non ha che lei ormai… nei pensieri suoi – Gin teneva una tazza di thè bollente corretto al Whiskey.
- Il nostro trio… è un’altra storia – concordò Soi Fon.
- Non tornerà… con noi! – Gin bevve l’ultimo sorso di the e restituì la tazza ad Unohana.
Si guardarono per un po’ sconvolti dall’improvvisa pazzia del Kuchiki.
- Ehi Gin? – il capitano due spezzò il silenzio.
- Sì? –
- Ma per tutto questo tempo mi hai fatto fare la parte del FACOCERO?? – urlò indignata alzandosi e torreggiando, per quanto poteva dato il suo metro e cinquanta, il volpino minacciosa.
L’urlo di Gin squarciò la notte.
 

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Salve a tutti!! Quanto tempo!!
Avevo detto che avrei aggiornato lentamente è vero, ma ho anche alcuni problemi con l’account, quindi mi risulta difficile recensire e pubblicare.
Comunque, ecco il secondo capitolo. Un grazie speciale a Timon e Pumba per la canzone. In questa storia ho messo Gin, Byakuya e Soi Fon come migliori amici ispirandomi al “troublesome trio” di Artsy-chan su DA. Ecco il link alla pagina : http://artsy-chan.deviantart.com/gallery/25837881
Alla prossima
unholy spirit

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Capitolo 3
*** Kanji e Statura ***


Kanji e statura

 

 

Era una mattinata serena nel Seireitei, gli uccellini cantavano allegri e il lavoro procedeva tranquillo e  senza intoppi.

Decisamente un incubo per Gin Ichimaru.

Da quando era arrivato in divisione, quella mattina, era rimasto seduto alla sua scrivania a compilare rapporti e firmare documenti. Nessuno scherzo a Izuru né ad altri membri della brigata. Non che non ci avesse pensato: si era appostato diverse volte dietro la porta dell’ufficio del Luogotenente, ma senza concludere niente.

La verità era che il volpino era a corto di idee. Una vera e propria giornataccia.

Cominciò a leggere l’ennesimo rapporto, quando sentì una reiatsu conosciuta fuori dal suo ufficio.
- Entra – comandò in tono annoiato.
- Capitano Ichimaru dovreste firmare questi documenti da mandare alla decima brigata – Kira Izuru si avvicinò all’inquietante Shinigami con un blocchetto di fogli in mano e l’immancabile espressione da emo-depresso in faccia.

Gin scosse una mano come a dire che lo avrebbe fatto dopo.

- Decima brigata? – alzò la testa di colpo.
- Sì Signore. Sono documenti urgenti –
- Li firmo subito – allungò una mano per prendere i fogli – e non disturbarti Izuru, li consegno io - sorrise.
- Capitano? – chiese un po’ perplesso il povero Kira.
- Ho detto che li consegno io, Izuru – il suo ghigno si allargò, finalmente aveva un’idea per dare un senso a quella giornata.



*********



- Buongiorno Shiro-chan – salutò allegro il Capitano tre, entrando nell’ufficio del collega senza bussare.
- Ichimaru… - lo squadrò Hitsugaya, non era felice di averlo lì – perché disturbarti a venire fin qui di persona? – chiese in tono piatto.
- Oh, volevo solo fare due chiacchiere, non c’è bisogno di essere tanto diffidente – sorrise.
- Lascia pure i documenti sulla scrivania – tagliò corto il giovane Capitano, non era in vena di “chiacchiere”, non con Ichimaru.
- Sono documenti urgenti, dovresti firmarli subito e riportarmeli – spiegò il volpotto – ma ti risparmio il viaggio, aspetto qui – concluse sedendosi sulla scrivania.

Hitsugaya prese a leggere i documenti ignorandolo.

- Allora – ruppe il silenzio Gin – mi sono sempre chiesto, il tuo nome si scrive con il kanji di “bianco” o di “se stesso”? – lo guardò con aria divertita.
- Con il kanji di bianco – rispose guardandolo sospettoso per l’insolita domanda.
- Immaginavo – si alzò e si diresse alla porta – i due kanji sono molto simili, ma… - fece una pausa -  “bianco” è più basso – uscì.

Hitsugaya rimase a guardare la porta in silenzio finchè non registrò le parole del collega…

- Bankai! –
 
 






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Ooooooooooooooooss!!
Dall’ultimo aggiornamento è passato davvero un secolo, quindi adesso ci si aspetterebbe un capitolo epico. Non reputo questo capitolo tale, ma spero vi piaccia comunque.
Vi lascio una breve spiegazione della battuta:

: Shiro/Haku/Byaku - bianco

: Shi/Ji - auto-/se stesso

I due kanji sono molto simili, sia per la loro scrittura che per la loro pronuncia. Come unica differenza “grafica”, il kanji di “shi” presenta una parte in più all’interno, risultando, in parole povere, più “alto” di “shiro”.
Gin si basa su questa piccola ed unica differenza per infastidire Hitsugaya, di cui tutti conosciamo le paranoie sull’altezza.

Al prossimo capitolo

unholy spirit

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Capitolo 4
*** Si può essere buoni senza essere zuccherosi ***


Si può essere buoni senza essere zuccherosi
 





Faceva freddo quella mattina, così freddo che avrebbe voluto tornare sotto le coperte e non uscire per tutto il giorno.
Ma il Capitano Zaraki non accettava scuse per gli allenamenti. “Puoi avere troppo freddo per lavorare, ma non per allenarti”, così gli avrebbe detto.
Renji sospirò, prese Zabimaru, e si diresse in brigata.

 
 
**************
 
 
 
- Allora siamo d’accordo Capitano Zaraki, dopo gli allenamenti mandalo da me – sorrise perfido Gin uscendo dall’undicesima brigata.
 
Erano passate due settimane da quando aveva parlato con Abarai, e ancora non riusciva a capire come il rosso si fosse fatto convincere. Non che mettesse in dubbio le sue capacità persuasive, ma accettare questo…

 
 
 
*due settimane prima*

- Ciao Abarai-kun – sorrise allegro il Capitano della terza compagnia.
- Signore – salutò rispettoso il rosso sesto seggio.
- Tra due settimane è il compleanno della piccola Rukia – osservò casualmente la volpe – le stai comprando un regalo? –
- Beh… ecco… io…  - tentennò in imbarazzo Renji.
- Credo di aver trovato il regalo perfetto per lei, ma forse – lo squadrò – non sono la persona più indicata per consegnarglielo. Lo faresti tu per me? –
- Non mi è concesso vederla… - abbassò lo sguardo con aria triste.
- Non devi mica portarla fuori a cena – scosse una mano il volpotto – non preoccuparti, ci parlo io con Byakuya-san – sorrise pronunciando quel nome, per motivi a Renji, ancora, sconosciuti – tu presentati nel mio ufficio tra due settimane –

*fine flashback*

 
 
 
 E così, quella sera Renji si ritrovò in compagnia del Capitano tre, con indosso un enorme costume da coniglio ed una chitarrina in mano.
- Siete sicuro che ci sia solo Rukia? – chiese preoccupato
- Certamente. Questa è Villa Kuchiki, Abarai-kun, ognuno degli abitanti sta in un’ala diversa della casa – spiegò – e questa è la stanza della piccola Rukia, non corri nessun rischio. Ti fidi di me? –
Il sorriso sulle labbra di Gin fece desiderare a Renji di essere rimasto a casa. Sospirò e si mise in posizione, in attesa del segnale.

 
Non era nemmeno a metà della serenata, quando Rukia uscì in giardino con le guance arrossate e l’aria vagamente imbarazzata.
Renji le sorrise, non capendo il motivo di tanto imbarazzo, ma poi il suo cuore si fermò.

La porta non dava sulla stanza da letto di Rukia, ma su un’ampia sala da pranzo gremita di ospiti.
Gin sorrise soddisfatto, lo salutò dal tetto e, con uno shunpo, sparì nella fredda notte invernale.
 



 
 
 
 
 
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Oss!!
Stavolta ho aggiornato presto :D (più presto del solito)
Dunque dunque dunque, passiamo alle spiegazioni.
Avete visto tutti la pubblicità con il coniglio rosa che canta la serenata a Lucia? (Il titolo è il primo indizio, dato che non posso mettere il video). Ecco, quella pubblicità mi ha ispirato questo capitolo. Rukia è la traslitterazione giapponese di Lucia, ama i conigli, ed ha quasi lo stesso taglio della tipa nella pubblicità. Quando l’ho vista ho avuto degli strani viaggi mentali, ed ecco qui.
Il capitolo è ambientato nei (pochi) mesi precedenti alla nomina di Luogotenente di Renji, più precisamente il 14 Gennaio 
Renji è diventato Luogotenente della sesta brigata il giorno stesso in cui Rukia è stata mandata a Karakura. Non si è mai sicuri con le date in Bleach, ma possiamo fare due calcoli approssimativi. Rukia è rimasta 2/3 mesi nel mondo terreno. L’hanno salvata durante le vacanze estive (dalle ultime due settimane di luglio, fino a settembre). Quindi Rukia è stata riportata indietro, approssimativamente, nei primi giorni di Luglio, perciò, è arrivata a Karakura ad Aprile/Maggio.

Al prossimo capitolo
unholy spirit

*Si ringrazia Saeko_san per la correzione ;)*

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Capitolo 5
*** Words of love... Or so he was told ***


Piccola premessa: in questa storia non sarà Gin il protagonista, ma sarà il nostro nobile preferito.
La pubblico ugualmente nel “Diario di un Volpino”, leggete e scopritene il motivo!!
 
 
 
 
 
 
Words of love… Or so he was told
 
 
 
 
 
Renji Abarai misurava nervosamente il suo ufficio a grandi passi. Ancora una volta aveva aspettato troppo, e adesso era in alto mare.
Non era mai stato bravo con le parole, questo era risaputo, ma questa volta si sarebbero aspettati qualcosa da lui, lei si sarebbe aspettata qualcosa.
E lui non aveva intenzione di deluderla; non il giorno del loro fidanzamento ufficiale.

Già….

Peccato che non fosse ancora riuscito a produrre niente che potesse essere adatto; non era così ambizioso da sperare in qualcosa che soddisfacesse o sorprendesse i presenti, ma, quantomeno, non voleva fare una pessima figura.
In preda alla frustrazione tirò un calcio al muro, trovandosi poi a rotolare per terra imprecando per il dolore.
Era così perso nei suoi pensieri che non si accorse dell’intruso nell’ufficio, finchè un colpo di tosse non lo fece sobbalzare.
 

*************************
 

Byakuya Kuchiki stava perdendo la pazienza, era già al terzo colpo di tosse, e il suo luogotenente non si era ancora accorto della sua presenza.
Scocciato per il fatto di non essere stato notato, e per la poca considerazione che il suo sottoposto mostrava verso le pareti della divisione, già più volte ricostruite, diede l’ennesimo colpo di tosse, e stavolta il rosso lo notò.

- Capitano? Cosa fate qui? – chiese imbarazzato.
- Sono quasi le otto, Renji. Spero tu non intenda fare tardi – rispose con il solito tono impassibile, fingendo di non aver assistito alla patetica scena.
- No signore – cominciò con un filo di voce – è solo che… -

Il nobile lo guardò interrogativo, con un sopracciglio leggermente alzato.

- Insomma – l’ananas cominciò a gesticolare e si sedette sul divano, ancora non si fidava di poggiare il peso sul piede offeso – sono mesi che penso a qualcosa da dirle. Ma non sono in grado. Oggi è il grande giorno ed io non ho ancora preparato niente – si fermò per riprendere fiato.

Byakuya si sedette di fronte a lui, invitandolo a continuare.

- Ho provato più volte a scrivere qualcosa: un haiku, una semplice lettera o una dichiarazione d’amore. Ho chiesto anche aiuto, ma non è servito. Kira suggerisce solo cose deprimenti, Hisagi scrive belle poesie, ma non sono nel mio stile. Ho chiesto ad Ichigo, ma è stato ancora peggio, come se non avesse mai visto una ragazza in vita sua. Mi sono persino abbassato a chiedere consiglio ad Urahara, con le conseguenti figure di merda che mi hanno portato a fare le sue assurde ed inutili “lezioni di dichiarazione” – la sua voce salì leggermente di tonalità – sono disperato Capitano, non so più dove sbattere la testa –
-Ti sarei grato se non considerassi il muro atto a questo scopo – si lasciò sfuggire Byakuya.
- Come? – arrossì il rosso, capendo di essere stato visto pochi minuti prima.
- Passami carta e penna Abarai. Poi lavati, indossa qualcosa di decente e presentati a Villa Kuchiki per le otto in punto – ordinò.
- Carta e penna – ripetè stupidamente - Mi aiuterete voi? – si illuminò – Taichou... quindi siamo amici? –

Byakuya sgranò gli occhi per l’infantilità di quell’affermazione.

- No Renji. Ma voglio bene a mia sorella, e merita che le venga detto qualcosa di carino, di romantico, che le scaldi il cuore, se vogliamo. Qualcosa che chiaramente, per quanto possano essere sinceri i tuoi sentimenti, non può uscire fuori da quell’ananas che tu chiami testa -  concluse freddamente.
- Grazie Capitano, vi voglio bene! – disse uscendo di corsa dalla stanza.
 

*************************
 

Alle otto in punto Renji si presentò a Villa Kuchiki.
Rilesse per l’ultima volta il biglietto scritto da Byakuya, sorrise ed entrò. Gli ospiti erano già arrivati e la serata si prospettava serena e tranquilla.

La cena proseguì senza intoppi, tra risate, ottimo cibo, sake e buon umore generale. E finalmente arrivò il grande momento di Renji, finalmente avrebbe fatto il suo discorso.
Stirò nervosamente l’orlo del suo haori e si alzò, annunciando di dover dire qualcosa alla donna della sua vita. Si girò verso Rukia e, guardandola dritta negli occhi, cominciò a parlare per quelli che sarebbero stati i cinque minuti più lunghi ed emozionanti della sua vita.
 
-“ Non dire mai che il mio cuore ti è stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che è chiusa nel tuo petto […]” – lesse con voce alta e chiara.
-“ […] Perché nulla è per me l’intero universo…
Tranne te, mia Rukia: nell’universo sei tu il mio tutto.” – Renji concluse sorridendo e guardando Rukia con amore e soddisfazione.

Tuttavia le reazioni dei presenti non erano quelle che aveva immaginato.
Ichigo ed Inoue erano basiti, pallidi e congelati sul posto, Ukitake e Kyouraku lo guardavano sorridenti ed applaudivano deliziati, Yoruichi fissava Renji con la bocca spalancata, prima di voltarsi sospettosa verso Byakuya, cosa che portò Soi Fon a dubitare di aver sentito una bella dichiarazione d’amore, e Urahara aveva portato il ventaglio davanti al viso con aria imbarazzata.
Ed infine Rukia, lei doveva essere radiosa, ed invece era sconvolta e sull’orlo delle lacrime.

- Rukia? Perché piangi? – domandò preoccupato il Luogotenente della Sesta Brigata.
- Renji – cominciò la ragazza tra un singhiozzo e l’altro – pensavi che non me ne accorgessi? IO ho passato più tempo di te nel mondo umano! Sei uno stronzo! Hai copiato una poesia d’amore di Shakespeare dal libro che mi aveva prestato Ichigo! Non merito niente di meglio per te? – urlò prima di uscire dalla sala.
- Ma... Chi è Shakespeare? – chiese sconvolto il tenente.
Si voltò verso il suo Capitano in cerca di spiegazioni. Non riusciva a credere che fosse successo, non per mano di Kuchiki Byakuya!

Il suo cervello cominciò a lavorare come mai aveva fatto, tentando di trovare il modo giusto di spiegare a Rukia il malinteso e salvare, se possibile, il loro fidanzamento.
 

*************************
 

- Byakuya Kuchiki – Yoruichi gli diede una gomitata nelle costole, brutto segno per il bel Capitano – intendi rimediare? – suonava come una domanda, ma era chiaro che fosse un ordine.
- Rimedierò – rispose con tono piatto. Quando Yoruichi lo chiamava per nome e cognome, era meglio non contraddirla.
- Bene. Ti aspetto in camera, e se non torni con buone notizie... – abbassò la voce per non farsi sentire dagli ospiti, ma la minaccia arrivò chiara alle orecchie del nobile.

Byakuya si alzò ed uscì.
Era una notte tranquilla, una di quelle che preferiva. L’aria era fresca e il cielo era limpido.
Entrò in una stanza, accese un incenso e si sedette.

- Forse ho esagerato, me lo diresti persino tu. Ma mentiresti, tu esageravi sempre. Non sai quante volte Hisana si sia arrabbiata con me per colpa dei tuoi scherzi – si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
Si diresse alla porta per andare a cercare Rukia, ma prima di uscire si girò nuovamente verso una fotografia.
- Buon compleanno, Gin –
 
 
 
 


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Oss!
Eccomi tornata con una nuova storiella fresca fresca. Dopo un anno di assenza, mi rendo conto adesso…..
Avevo già pubblicato questa storia, ma siccome non mi soddisfaceva, l’avevo cancellata. (Spero che adesso piaccia di più anche a chi la legge)

- la parte in cui Byakuya dice a Renji che lo aiuterà è un piccolo omaggio a Scrubs, quando Turk deve preparare il discorso da dire a Carla. Probabilmente a chi ha visto la serie sarà suonata familiare. (Questa raccolta sta diventando un gigantesco omaggio a qualunque cosa… ma che ci posso fare? Mi piacciono)

- Renji indossa un haori, ma non è un haori da Capitano. Spiego per chi non lo sapesse. L’haori è un soprabito giapponese, lungo fino all’anca o alla coscia. È un indumento che aggiunge maggiore formalità all’abbigliamento. Inizialmente era riservato solo agli uomini, ma in seguito furono introdotti anche per le donne. ^-^

- Ichigo è un grandissimo appassionato di Shakespeare, da qui l’idea di mettere una sua poesia (può darsi che Rukia abbia letto qualcuno dei libri di Ichigo, mi sembrava più realistico che inserire una poesia di altri autori). La poesia è il “sonetto CIX (109)” – W.S.

- Doveva essere una storia per il compleanno di Gin… ma è già passato, e io sono sempre in ritardo.

Mantengo la linea (delle altre mie storie) sul “Troublesome Trio” di Artsy-chan (qui il link alla sua pagina http://artsy-chan.deviantart.com/gallery/25837881).
Bene, credo sia tutto. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Bye bye

unholy spirit

Ps: prometto che dal prossimo capitolo cambio bersaglio per gli scherzi!! P.p.s.: si ringrazia Saeko_san

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