How to save a life

di ninety nine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jim Hawkins ***
Capitolo 2: *** katniss e gale ***
Capitolo 3: *** Hiccup e sdentato ***
Capitolo 4: *** Fight ***
Capitolo 5: *** quattro ragazzi , un drago e qualche macchia di sangue ***
Capitolo 6: *** Riunioni, racconti e onde ***
Capitolo 7: *** alberi, coltelli e sarcarsmo ***
Capitolo 8: *** Pennuti e gemelli ***



Capitolo 1
*** Jim Hawkins ***


Jim aprì gli occhi. Che diavolo di sogno era mai stato quello? Un ragazzo di quattordici o quindici anni veniva a chiedere a lui, Jim Hawkins, un tempo ragazzo scalmanato e croce per sua madre, poi mozzo alla ricerca di un tesoro trovato e perso, così come tutti gli amici che aveva… ma qualcosa aveva salvato, abbastanza per ricostruire la locanda di sua madre. No, non era stato lui a salvare quel poco. Era stato Silver..quella vecchia canaglia. Gli mancava. Ma poi, piano piano, la mancanza di un padre era tornata a pesare dagli Hawkins. E la sua vita era tornata uno schifo.
Ma torniamo a noi.. il ragazzo del sogno.. gli assomigliava. Non nel fisico : magro,occhi neri, capelli scuri e disordinati. Ma nella tristezza che gli si leggeva in quegli occhi, lì sì. Anche quel ragazzo, come Jim, aveva gli occhi di uno che dalla vita si aspetta solo l’ennesimo colpo basso. Jim non ricordava mai i sogni che faceva e si stupì di quanto ricordasse di quello appena passato. Il ragazzo non parlava, sembrava imprigionato da qualche parte..ma dove? Aveva detto poche parole: Long Island, Percy ti troverà. Che significava? Beh, l’avrebbe scoperto, poco ma sicuro.                                                                                                                                                               Cercò i pochi risparmi che aveva e uscì di casa di soppiatto, lasciando solo un biglietto a sua madre. ‘’Tornerò’’. I suoi piedi lo portarono verso un luogo ben conosciuto. Lo spazio porto di montressor.
 
Eccomi qui…direte voi ‘’perché questa invece di aggiornare crea nuove storie?’’ Beh..sono fatta così! Mi è venuta l’ispirazione e ho scritto. Questo è solo un capitoletto iniziale e penso che di simili ne avremo un altro o altri due..come introduzione dei nostri personaggi. Poi si allungheranno, prometto! Beh, che dire..qui conosciamo Jim Hawkins. Ma non il Jim del celebre romanzo..quello del cartone animato Disney..e il ragazzo del sogno?    Beh, avrete capito no? Nico di Angelo!   Dopo ciò..le opinioni sono sempre ben accette!! A presto..katniss_jackson <3

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Capitolo 2
*** katniss e gale ***


ATTENZIONE, POSSIBILE SPOILER ‘’IL CANTO DELLA RIVOLTA’’

Lontano da Jim, anche Katniss aprì gli occhi. Sentì i capelli intrisi di sudore , il cuore che le batteva forte. Pensò a ciò che aveva appena visto. Perché non era stato un sogno. I sogni e gli incubi li conosceva fin troppo bene. No. Quella era una visione. Una richiesta. Di aiuto. Molti durante la ribellione avevano sostenuto di aver ricevuto richieste e messaggi da persone in difficoltà..lei non ci aveva mai creduto. Ma ora le era successo e sentiva il bisogno di correre a salvare il richiedente. Un ragazzo, adolescente, magro da far paura, capelli e occhi neri pieni di rabbia, dolore,frustrazione. Le sembrò di vedere i suoi occhi quando era morta Prim , o Rue ,misti agli occhi di Gale quando inveiva contro capitol City..quel ragazzo aveva un nemico da combattere..l’ennesimo probabilmente. E aveva molti fantasmi, molto dolore dentro di sé. Doveva averne passate tante. Come lei. Katniss iniziò ad alzarsi e a vestirsi. Doveva uscire, recuperare l’arco e le frecce e partire. Il ragazzo le aveva lasciato un indizio su dove andare. Long Island aveva detto, vi troverà Percy. Long Island..sapeva dove era. Prima, nelle vicinanze stava il distretto quattro.   Nel frattempo i suoi piedi si erano mossi. La portavano verso la recinzione..teneva le sue armi sempre lì, in quel tronco cavo.                                                                                                                                Mentre vi si dirigeva, vide Gale che si incamminava esattamente verso doveva andare lei. Lui la guardò. Capì dal suo sguardo che aveva ricevuto la stessa convocazione.
-Insieme?- domandò
-Insieme.-
 
Bene ragazzi..eccomi tornata dopo pochi giorni (miracolo, k_j ha aggiornato subito! ^^ ) con un altro capitoletto introduttivo..ancora uno e poi entreremo nel vivo della vicenda!
Intanto, grazie a Gea_ che ha recensito il primo capitolo..le vostre opinioni sono molto importanti per me!
Poi..la storia delle convocazioni durante la rivolta è inventata da me, la Collins non la nomina affatto..così come non specifica la posizione dei distretti. Erano piccole precisazioni che mi servivano per la storia…ambientata un anno dopo la ribellione dei distretti. Dimenticate però l’epilogo e le ultime riche de ‘’Il canto della rivolta’’. Katniss non ha scelto Peeta. E’ single… O.o
Dopo ciò.. grazie per leggere queste ff nonsense di mezzanotte! A voi.. <3 katniss_jackson

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Capitolo 3
*** Hiccup e sdentato ***


Hiccup si svegliò, spaventato. Sdentato dormiva accanto a lui, come se nulla fosse successo. Ma qualcosa era successo. Un ragazzo si era intruffolato nei suoi sogni. Un ragazzo strano. Di sicuro non era un vichingo. Non cavalcava un drago. Aveva capelli scurissimi ed era pallido come un morto. La visione ra sfocata, ma Hiccup aveva distinto chiaramente un taglio sanguinante sul viso del ragazzo e un labbro spaccato. Aveva combattuto. Ma ora, nella visione, sembrava sconfitto. Svenuto, chiuso in un sacco, gli chiedeva aiuto. Chiedeva aiuto a lui, Hiccup, poco più che un ragazzino per i vichinghi. Ma nel mondo dove viveva il ragazzo, doveva essere già adulto...la curiosità si era intruffolata nel cuore di Hiccup, insieme alla paura. Ma sapeva che doveva andare. Partire subito, senza dire nulla a nessuno. Suo padre si sarebbe arrabbiato, lo sapeva. Ma il ragazzo nel sogno aveva davvero bisogno. Magari non aveva neppure un padre. Sì, sarebbe partito. Svegliò Sdentato, gli saltò in sella e gli sussurrò le parole che Nico gli aveva detto ''Long Island. Trova Percy Jackson.''

Sdentato partì, come se sapesse esattamente dove andare.

 

Ehi ragazzi, eccomi ho aggiornato con l'ultimo capitoletto introduttivo, dove conosciamo i nostri ultimi protagonisti (dei li adoro!) e veniamo a sapere qualcosina-ina di più sul nostro Nico...

E, dal prossimo capitolo...l'avventura inizia!

Che ne dite? Grazie a Gea_ che recensice..aspetto anche le vostre opinioni..tranquilli, mi vanno bene anche insulti ^^ .

 

Ciauuu a tutti e grazie per leggere queste ff insensate katniss_jackson <3

 

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Capitolo 4
*** Fight ***


IL GIORNO PRIMA

 
Quando Nico si era trovato davanti quell’uomo, non aveva saputo cosa pensare. Quando poi questo aveva iniziato a minacciarlo, non sapeva che fare. Chiedeva di Percy, voleva sapere dove trovarlo. Ovviamente, Nico rimase muto. Sapeva di non doverglielo dire, che era un nemico. Sentiva su di loro l’odore della morte. Un figlio di Ade come lui ha anche questo potere. E , vi assicuro,  che quando l’odore della morte si sente, quello che avete davanti è un brutto ceffo.

-Ripeto la domanda, ragazzo. Dove trovo Percy Jackson?-

Nessuna risposta.

-Dove lo trovo?-

Mutismo assoluto da parte di Nico.

-Mi stai facendo perdere la pazienza, semidio. –

Nico lo guardò , inespressivo, strafottente quasi.

-So che tu sei un semidio e so benissimo che sai dove è Jackson. Dimmelo. –una luce feroce balenò negli occhi dell’uomo.

Il ragazzo lo lo fissò , a lungo. Sembravano due animali che si studiano prima di un combattimento. Gli occhi neri di Nico fissi in quelli rossi dell’uomo. Ecco qual’era la cosa strana che il semidio aveva notato. Quegli uomini avevano gli occhi rossi. Come tutti i servi di Gea. La cosa lo allarmò. Cosa volevano?
Alla fine, Nico decise di cavarsela con poche parole: -Non lo saprà mai, non da me.-
Semplice, conciso, essenziale. Forte.

L’uomo sorrise.

-Ho i miei metodi-

Il semidio rimase immobile.

A quel punto, partì il primo pugno, che colpì Nico alla mascella. Forte.  Il semidio sentì il labbro spaccarsi, il sangue uscire. Non se l’aspettava. Non ci vide più. Sapeva che avrebbe dovuto trattenersi, che non aveva possibilità di vincere contro l’uomo alto e muscoloso che aveva davanti. Non aveva nemmeno la spada, rimasta chissà dove al Campo, nelle mani di Leo, che voleva assolutamente rinforzarla in vista delle battaglie che avrebbero seguito. 

Ma, nonostante tutto, il figlio di Ade iniziò a combattere. Un pugno nella pancia dell’uomo. Schivare il suo contraccolpo. Un calcio. Schivare. Attacco. Difesa. Attacco. Difesa. Attacco. Difesa. Andava tutto bene. Attacco difesa. Stava vincendo. Attacco, difesa. Fino a che non sentì qualcuno che lo afferrava da dietro. Due braccia forti. Nico provò a liberarsi, iniziò a scalciare, cercava di mordere le braccia dell’uomo che lo tenevano. Questi si limitava a stringerlo sempre più forte.  Il corpo magro di Nico scompariva via via che l’uomo lo stringeva.                                                                                                                                                                                 
Poi lo sbattè a terra. Improvvisamente. Violentemente. Il ragazzo non fece in tempo a riparasi il viso. Sentì la fronte picchiare contro un sasso. Faceva male. La vista iniziò ad appannarsi, un po’ per il colpo, un po’ per il sangue che aveva iniziato a colargli lungo il viso, dentro agli occhi.                                                                                         

Poi, dopo quella che gli sembrò un’eternità, ma che in realtà erano pochi secondi, vide i due uomini torreggiare sopra di lui.

-Io ti avevo avvertito.- Disse il primo, quello con cui aveva parlato.

Poi si chinò su di lui, con uno straccio in mano. Gli bendò la bocca , quando era ancora troppo frastornato per opporre resistenza.

-Ti credevo più forte- disse. Lo squadrò da capo a fondo, soffermandosi a lungo sul viso ferito, sul corpo magro ma muscoloso che tremava per il dolore nascosto a malapena dalla maglietta nera.
Sembrava divertirsi a vederlo soffrire.

-Figlio di Ade- disse. E rise. Quella risata scosse Nico, che cercò di liberarsi della benda, di urlare.

Ma l’uomo gli teneva già le mani inchiodate a terra, mentre l’altro gli stava legando i piedi. Poi lo voltò e gli legò le mani dietro la schiena. Nico gemette quando il taglio sulla fronte sfiorò la terra. Sentì nuove ondate di dolore percorregli il viso ed espandersi in tutto il corpo. La vista gli si appannò completamente. La testa gli si fece pesante. Poco dopo, svenne.

I due uomini lo chiusero rapidamente in un sacco,  il secondo se lo caricò malamente in spalla, e partirono.

-Ottimo lavoro-parlò Gea nelle loro teste.

Mai Nico di Angelo era stato sconfitto in così poco tempo.

 
 


Buongiorno principesseeeee ^^ (non chiedetemi come mi è venuto questo flash, non lo so nemmeno io!)
Ma parliamo del capitolo..è stato molto, molto difficile scriverlo (Nico è il mio personaggio preferito in assoluto, e vederlo soffrire perché io l’ho scritto è stato orrendo!)..però eccomi qua..ad aggionare dopo soli 3 giorni..è un miracolo, ragazzi!                                                                        Comunque, questo capitolo è mooolto più lungo degli altri, è un flah back e parte pure con un bel botto di azione!
Detto ciò, vi ricordo che il tastino ‘’recensioni’’ esiste, e che agli autori fa molto piacere ricevere opinioni!  (Mi sento tanto cattiva a scrivere ogni volta di recensire..quindi FATELO!)
Beh, spero che la mia storiellina vi stia piacendo… vi saluto, a prestissimo (spero!) katniss_ Jackson
PS : direi buonanotte, è l’una e dieci di notte...se mi becca mia mamma mi strozza! XD

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Capitolo 5
*** quattro ragazzi , un drago e qualche macchia di sangue ***


Quattro ragazzi e un drago atterrarono nello stesso momento in una radura, quella dove poco prima, almeno nel tempo terrestre, Nico era stato rapito.

Si guardarono. Bastò quella semplice occhiata per capire che tutti erano lì per la stessa cosa, per la convocazione di quel ragazzo.

-Mi chiamo Hiccup-

A parlare era stato il ragazzo vichingo.

-Gale..e lei è Katniss-

-Io Jim..quello..è un drago?-

Hiccup sorrise

-Sì, è un drago e si chiama sdentato. Ma gli siete simpatici...quindi sarà come un gattino con voi, tranquilli!-

Katniss e Gale si guardarono e scoppiarono a ridere

-Speriamo non come Ranuncolo!-

Poi, i ragazzi tornarono seri.

-Io..direi di trovare Percy Jackson. Dopotutto è l'unica traccia che ho, e credo anche voi.- azzardò Hiccup.

-Beh, sì-

L'istante dopo arrivò alla radura una ragazza sui diciassette anni, bionda. Si guardò in giro e sul suo viso si dipinse lo sconcerto più totale.

-Che..che..-

-Sai dove trovare Percy Jackson?- domandò Jim, senza tanti complimenti.

-Che volete da lui?-

Al nome di Percy, la bionda si era subito allarmata.

-Diciamo che un ragazzo ci ha contattati in sogno. Capelli neri, pallido, ferito.-

-Nico- sussurrò la ragazza. Poi, corse via.

 

 

 

Percy Jackson stava cercando Nico da tutto il giorno ormai, senza risultati.

E stava iniziando a preoccuparsi. All'inizio pensava che fosse da qualche parte solo, come suo solito, o magari con la Signora O'Leary o con Hazel.

Ma il figlio di Ade non era comparso a pranzo e non si era visto nemmeno nel pomeriggio, né alla fucina a controllare i lavori di Leo sulla sua spada, a cui era straordinariamente legato, e nemmeno alla riunione dei capo cabina, a cui lui avrebbe dovuto partecipare dato che era l'unico figlio di Ade.

Okay che Nico non si era mai sentito a casa al Campo Mezzosangue, ma dopo la sua ultima disavventura con Oto ed Efialte [1] sembrava avere accettato il suo ruolo di capo cabina e aveva iniziato a partecipare a tutte le riunioni, probabilmente per evitare che ad altri semidei succedesse quello che era successo a lui.

Stava girando per l'ennesima volta nei pressi della casa grande quando arrivò Annabeth, trafelata.

-Percy, Percy...finalmente ti ho trovato!-

Percy sorrise. La sola vista della fidanzata lo riempiva di buonumore, gli faceva dimenticare i problemi e gli risvegliava l'ironia.

-Ehi Annabeth, non mi hai chiamato Testa d'alghe ! Alla buonora!-

-Jackson, non scherzare. E' importante. Hai trovato Nico?-

Percy guardò la ragazza , stupito. Quando Annabeth lo chiamava per cognome non era un bel segno.

Era preoccupata e spaventata. Che era successo, ora?

-No, non l'ho trovato. Non ho idea di dove possa essersi cacciato. -

Percy sferrò un calcio ad una sedia. Era frustrante. Lui si era sempre sentito responsabile di Nico ed era stato il semidio che era riuscito a proteggere meno di tutti. Non era riuscito a salvare Bianca, né a farlo sentire a casa al Campo. Poi il figlio di Ade era finito nel Trataro e usato come esca da Gea. E poi cosa, ancora, il destino aveva in serbo per quel ragazzino solitario?

-Nemmeno io, ma ho paura che gli sia successo qualcosa di brutto.-

Il figlio di Poseidone la guardò con occhi interrogativi e perplessi.

La figlia di Atena prese il fidanzato per mano e iniziò a correre, portandolo fuori dal campo.

-Annabeth, che succede?-

Nessuna risposta.

La ragazza continuò a correre fino ad arrivare ad uno spiazzo poco distante dal pino di Talia, ma esterno ai confini della barriera.

Qui, si fermò. Fece un cenno a Percy per dirgli di osservare bene ciò che aveva davanti.

Quattro persone, un drago e qualche macchia di sangue.

-Che..che diavolo succede qui?-

-Certo Percy che sei piuttosto corto di cervello, testa d'alghe! Nico è scomparso e ci sono macchie di sangue..la parola ''rapimento'' ti dice nulla?-

Percy la guardò con occhi preoccupati e un tantino infastiditi.

-A questo ero arrivata, sapientona! Ma..ma loro?- domandò Percy indicando le strane persone che gli erano arrivati davanti.

Due ragazzi vestiti piuttosto spartani, archi a spalla..forse figli di Apollo?

Un ragazzo in abiti vichinghi...non è che ora esistono anche figli degli dei nordici?? E questi semidei cavalcano anche..i draghi?

Un altro ragazzo, occhi azzurri e sguardo da duro...figlio di chi?

Erano semidei, quelli?

Che ci facevano lì?

Percy era piuttosto sovrappensiero, quindi si spaventò quando i quattro chiesero, all'unisono -Percy Jackson?-

Okay...stava iniziando a spaventarsi davvero. Cosa erano..eidolon?

-Sì. Perchè?- Percy era fatto così, quando era teso aveva la brutta abitudine di rispondere un po' troppo seccamente.

-Un certo Nico ci ha contattati in sogno dicendoci di venire qua. Subito.-

-Nico...- Percy si rabbuiò.

-Okay, mi fido di lui. Almeno, ora. Organizziamoci.-

 

 

 

 

[1] Si parla dei fatti accaduti in ''Il marchio di Atena''

 

 

 

 

 

 

Ragazzi miei buongiorno! Che dite di questo capitolo? *scappa a nascondersi e usa una sedia come scudo per i pomodori*

Lo so che non è un granché, ma provate a porre sei ragazzi completamente diversi a incontrarsi.. BUM... esplosione di scemate per l'autrice! (e di figaggine ..perchè tra Jim, Nico, Percy E Hiccup beh... <3 )

Ma torniamo a noi...vi è piaciuto il collegamento a Ranuncolo? C'è da dire che Sdentato è molto, moooolto più simpatico di Ranuncolo! O sbaglio?

Comunque dai, almeno questo capitolo è lunghetto! Guardate sempre i lati positivi!

Detto questo smetto di rubarvi tempo con le mie farneticazioni da malata mentale su quanto siano fighi i personaggi dei cartoni e vado...alla prossima e RECENSITE! =)

Vi amoooo katniss_jackson

PS Qualcuno spiega al mio computer che quando metto le frasi tra asterischi non è per metterle in grassetto?

 

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Capitolo 6
*** Riunioni, racconti e onde ***


 

Dopo aver parlato, discusso, litigato per tutto il pomeriggio, Percy non ne poteva più.

Doveva trovare Nico, lo doveva trovare, chissà cosa stava provando quel ragazzo, chissà cosa gli stavano facendo. Tutto per colpa sua... tutto ciò che stava succedendo era solo colpa sua.

Osservò ad uno ad uno i ragazzi che aveva intorno:Annabeth, Leo, Piper e tutti gli altri capo cabina, con i volti stravolti e addolorati per la scomparsa del ragazzo e la rispettiva comparsa di quei quattro ragazzi, che ora cercavano di dare il loro contributo, pur senza conoscere il mondo in cui erano finiti.

Persino gli Stoll stavano zitti e li fissavano, senza nemmeno pensare agli scherzi che avevano sempre fatto ai nuovi arrivati.

I nuovi in questione erano forti, si capiva, abituati a combattere battaglie sia fisiche che psicologiche, ma erano pur sempre stati tolti dalle loro vite e catapultati lì senza sapere nemmeno bene il perché.

Se fosse morto, nella sua prima impresa nulla sarebbe successo.

Si appoggiò contro il muro e iniziò a scivolare verso il basso, la testa tra le mani.

All'improvviso, sentì una mano sulla spalla.

Alzò gli occhi e si trovò davanti il ragazzo che si era presentato come Gale.

-Non darti colpe che non hai.-

Percy lo guardò tra lo stupito e il riconoscente.

-Come hai fatto a capire..?-

-Ho passato anche io tanto tempo ad addossarmi e a farmi addossare colpe che non erano mie. Poi, ho capito che era meglio cercare di rimediare, e ci sono riuscito.-

Mentre parlava, lanciava occhiate vero la ragazza che era con lui, Katniss.

-C'entra lei?-

Gale sorrise.

-Sì-

Fece un sospiro, poi continuò.

-C'è stata una guerra e...sua sorella è rimasta uccisa. Da una bomba che avevo creato io e di cui i nostri nemici si sono appropriati. Credo che lei non mi abbia ancora perdonato del tutto...ma ora riusciamo a fingere che non sia successo nulla.

La nostra situazione è sempre stata piuttosto complessa..-

Percy capì che il ragazzo non aveva più voglia di andare avanti e decise che avrebbe potuto ricambiare la fiducia che gli aveva dato nel raccontargli quella storia.

-Nico..lui...aveva una sorella..è morta mentre era in un'impresa con me e io gli avevo promesso che l'avrei protetta..dopo quell'evento lui ha iniziato a chiudersi sempre più in sé stesso e a non sentirsi parte del nostro gruppo...

Poi poco tempo fa è stato utilizzato come ostaggio per attirarmi in trappola...capisci perché dico che è tutta colpa mia?-

-Percy, ascoltami. Quel ragazzo ha fiducia in te, altrimenti non ci avrebbe mandati qui con nessuna informazione se non il tuo nome. Lo troverai. Da quando ti ho visto, ho capito che sei un leader, un combattente.

Dimostralo.-

Poi Gale si allontanò lanciandogli un'occhiata che sembrava dire ''Forza, Jackson! Non è il momento di arrendersi!''

-E' una vita che cerco di dimostrarlo- sussurrò Percy, ma si alzò da terra e si avviò verso il tavolo.

Arrivato a destinazione, si sedette a capotavola, a quello che era sempre stato il suo posto.

Poggiò la fronte sul tavolo,chiuse gli occhi e contò fino a tre.

Poi sollevò la testa e osservò ad uno ad uno i suo amici: Annie, Clarisse, Travis e Connor, Piper e tutti gli altri, soffermandosi su ogni volto.

-Partiamo domani. Cercheremo Nico direttamente nel covo di Gea. E' ora di finire questa guerra.-

Per primo sorrise Gale, gli occhi grigi che brillavano.

Poi tutti, uno alla volta, si fecero contagiare da quel sorriso. Tutti, nessuno escluso. E Percy capì che quella volta, quella volta avevano una possibilità di vincere.

Mancava solo un tassello prima di combattere Gea, e quel tassello si chiamava Reyna.

 

Quella stessa notte,dopo aver contattato la pretoressa del campo Giove per chiederle il suo appoggio in quell'ultima avventura, Percy si recò sulla riva del mare che lambiva la cosa del campo e allungò una mano verso l'acqua.

-Papà..ti prego..- sussurrò

Attese un minuto, poi due.

Stava quasi per andarsene quando un lampo di luce blu illuminò la superficie e Poseidone si erse in tutta la sua gloria: calzoncini, camicia hawaiana e tridente.

-Papà..- Percy sorrideva. Finalmente suo padre era lì, era venuto quando ne aveva bisogno.

-Figliolo..- disse -Sono fiero di te.-

Sono fiero di te. Era incredibile come quattro parole potessero cambiare l'umore di una persona.

-Ce la puoi fare. I tuoi amici ti sono fedeli, i quattro sono scelti dallo stesso Nico, tienili da conto. Reyna convincerà i romani a collaborare. Ce la farete. Percy...hai già salvato l'Olimpo una volta. So che ce la puoi fare. Io ho fiducia in te, figlio mio. Ti voglio bene.-

Poi, sparì nelle onde, così come era arrivato.

-Anche io te ne voglio, papà..-

 

 

 

 

Buongiornooooo pricipessseeee <3 <3

Che brutta persona sono, aggiorno dopo troppo tempo, decisamente troppo!

Però capitemi..prima è saltata la connessione, poi è iniziata scuola, poi il computer ha deciso di rompersi..e finalmente ce l'ho fatta!!

Dal mese prossimo avrò un computer tutto tutto mio e quindi dovrei farcela ad essere più regolare!

Comunque, eccomi qua, cnon un capitolo scritto velocissimamente :)

Che mi dite di ciò? Fa così schifo?

*Nooooooo, è bellissimo!!*

Io spero davvero che vi piaccia!

Fatemi sapere, aspetto opinioni!

Katniss_Jackson

 

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Capitolo 7
*** alberi, coltelli e sarcarsmo ***


Nico aprì gli occhi, cercando di ignorare il dolore lancinante alla testa.

La sua prima impressione fu quella di trovarsi chiuso da qualche parte, oppure di essere diventato cieco.

Il semidio parteggiava per la prima ipotesi. Anche se, ripensandoci, meglio essere cieco ma libero che vederci nelle mani di Gea.

Dopotutto, l'aveva voluta lui. Per proteggere Percy Jackson, era disposto a fare di tutto, anche contattare dei perfetti sconosciuti. Nemmeno lui sapeva bene come aveva fatto, tanto valeva contattare direttamente Percy o qualcun altro al campo. E invece, chissà perché, il suo cervello o qualche dio si era divertito alle sue spalle in quel modo. Nico poteva solo sperare di aver contatto almeno le persone adatte per aiutare i suoi amici.

Improvvisamente, sentì un sobbalzo e un botto, come se qualcuno lo avesse posato malamente a terra.

La cima del sacco in cui era chiuso si aprì, lasciando che alcuni raggi di luce colpissero Nico in viso, facendogli chiudere istintivamente gli occhi.

Quando li riaprì, il ragazzo si trovò di fronte uno dei suoi rapitori.

-Buongiorno, principino degli Inferi..come ti senti?- domandò, con una nota di scherno nella voce.

Come si sentiva in due parole? Uno schifo. Ma non avrebbe dato a quel tipo la soddisfazione di vederlo sofferente. Era sempre stato orgoglioso, anche se era restio ad ammetterlo. Non amava che le persone lo vedessero soffrire, o piangere. Era anche per quello che stava tra la gente il meno possibile.

-Non mi chiamare principino degli inferi- ribatté il ragazzo, con disprezzo evidente.

-Mi fa piacere che non hai perso la voglia di ribattere, semidio. Ti farà comodo, quando sarai di fronte a Gea, aspettando che i tuoi amici arrivino per salvarti, andando incontro a morte certa.-

Ecco il piano che aveva Gea , allora. Usarlo come esca. Era piuttosto stanco di essere usato in quel modo, a dire la verità, ma gli sembrava di non avere scelta.

Tanto più che l'uomo gli si era avvicinato con una corda in mano. Intuendo le sue intenzioni, Nico cercò di sollevarsi da terra, dove era ancora sdraiato, semi infilato nel sacco in cui era stato chiuso.

Ma il semidio era ancora debole per i colpi ricevuti e il suo aguzzino si aspettava quella reazione.

Sguainò un coltello e ad una velocità impressionante lo premette sulla gola del ragazzo, che si immobilizzò immediatamente.

-Niente scherzi, figlio di Ade. Non tentare nemmeno di scappare o ti taglio la tua bella gola pallida. A Gea non servi vivo, vai bene anche morto. Abbiamo metodi molto efficaci per conservare un cadavere in buono stato. Chiaro?-

Nemmeno mentre parlava l'uomo perdeva quel sorrisetto di scherno che gli increspava perennemente le labbra.

A Nico venne il voltastomaco al solo pensiero. Sentiva distintamente la lame fredda del coltello premere contro la carotide e tagliargli superficialmente la pelle. Una gocci di sangue gli scivolò verso la clavicola.

Quando parlò, aveva la gola secca.

-Trasparente-

Strano che, nonostante la situazione di m**** in cui si trovava, riuscisse a fare ancora certe battutine che aveva sempre solo pensato. Il pericolo aveva uno strano effetto su di lui.

Fortunatamente, il tirapiedi di Gea sembrò non accorgersi della battuta e continuò a fare ciò che stava facendo.

Sempre tenendo il coltello puntato alla gola del ragazzo, lo spintonò malamente verso un albero seminascosto da rovi e cespugli e, ignorando i suoi gemiti di dolore quando le spine gli graffiavano la pelle delle gambe e del viso senza che potesse chinarsi o ripararsi, lo condusse fino alla base del tronco.

-Siediti, senza fare tante storie, principino!- abbaiò l'uomo.

Nico sentiva il suo cuore battere a mille, le gambe che volevano fuggire il più lontano possibile e sicuramente non volevano inginocchiarsi. Sapeva che non era per niente una buona idea, che avrebbe perso anche quella minima possibilità di fuggire che aveva.

Ma cosa poteva fare? Aveva ancora il coltello puntato alla gola, una mano dell'uomo a stringerne l'elsa, l'altra che premeva sulla sua schiena.

Sarebbe morto prima di aver fatto un passo.

Così, Nico si sedette lentamente e poggiò la schiena contro il tronco dell'albero.

L'uomo lo legò stretto, tanto che il ragazzo sentì mozzarsi il respiro e gli immobilizzò le mani.

Poi, gli fece bere a forza un liquido dolciastro.

Anche in merito a quello, Nico sapeva che probabilmente era un qualche tipo di droga.

Sapeva che non avrebbe dovuto berlo, ma sentiva la coppa premergli contro le labbra e aprirgliele, quasi come in un sogno. Poi sentì il liquido bruciargli in gola e annebbiargli la mente.

Sempre come in un sogno, vide l'uomo alzarsi e fargli un cenno di saluto con la mano, dire -Ci vediamo domani, principino.- e poi allontanarsi del bosco.

Sentì una strana sensazione di sazietà e poi perse i sensi.

 

 

 

 

 

 

Buooooongiorno principesse!

O forse dovrei dire principessini!

Comunque.. non odiatemi! Volevate sapere qualcosa su Nico..e Nico sia! Mi sto facendo del male da sola nello scrivere questi capitoli..povero il mio Nico :'(

Che dire ancora.. RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE... per Narniaaaaaa (no seriamente, ogni volta che leggete senza recensire uccidete un fauno, non lo sapete?).

Quindi, salvate i fauni, i satiri e tutte le creature che necessitano del vostro aiuto..Nico compreso! Recensite!
Smetto di sclerare e me ne vado ora :)

A presto katniss_jackson

 

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Capitolo 8
*** Pennuti e gemelli ***


Percy era seduto a gambe incrociate sul ponte di poppa della Argo II, mentre Leo navigava verso l'ipotetico covo di Gea, situato sulla vetta del vero Monte Olimpo, almeno per quanto gi aveva detto Poseidone la sera prima.

Sembrava uno scherzo che Gea avesse scelto proprio il luogo che er secoli era stata la residenza degli dei, ma pensandoci aveva senso. La loro nemica voleva affermarsi come la nuova Zeus. Perso nei suoi pensieri, non sentì Annabeth che gli si avvicinava.

La ragazza gli si sedette a fianco e i due riamasero così,in silenzio, tenendosi mano nella mano.

-Annabeth..ieri ho parlato con mio padre. Ha detto che ha fiducia in me e che possiamo farcela. Credo che lui appoggi la nostra missione. Mi ha assicurato che quando ci sarà bisogno di ui, lui ci sarà.-

Annabeth sorrise.

-Testa d'alghe, chi non avrebbe fiducia in te? Nico stesso sapeva che eri il migliore tra noi, o pensi che si sarebbe dato tanto disturbo per proteggere chiunque?-

-E' questo il punto, Annie. Io..non lo so. Non ho mai capito a fondo quel ragazzo. Credo che stia cercando di farsi accettare difendendomi a suo rischio. Non sa che lo abbiamo già accettato, che lo vorremmo al campo con noi. Inoltre, credo che provi qualcosa per te, Sapientona.-

-Oh no, Percy. Non hai proprio capito. Lui non prova assolutamente niente per me. Non potrebbe nemmeno...-

-ANNABETH! PERCY!-

La voce di Jason li richiamò all'ordine.

-Cosa c'è, Grace?-domandò Percy vedendo arrivare il figlio di Giove trafelato.

Jason indicò il cielo, dove grossi albatri solcavano il cielo.

-Quegli uccelli sono sospetti, Percy.-

Il figlio di Poseidone corrugò la fronte.

-Quei..gabbiani?-

Annabeth sospirò pesantemente e tiro una pacca sulla testa al fidanzato.

-Sono albatri, Testa d'alghe. Tu non studi la zoologia?-

-Ehm..no. Zoologia..cos'è, la scienza dei safari?-

Annabeth aprì la bocca per replicare, ma non riuscì a proferirire parola, perchè in quell'istante il primo albatro scese in picchiata verso la nave, puntando un obiettivo che si trovava a prua.

-Correte!- li incitò Jason e in lui si vide tutta l'auotorevolezza da pretore romano.

I tre semidei raggiunsero la prua, giusto in tempo per vedere Connor Stoll che cercava di colpire un uccello, già alto nel cielo, che stringeva tra le zampe una figura che si dibatteva e imprecava.

-Travis! Travis!- urlava il gemello.

Quando il primo albatro si trovò fuori tiro, un altro volatile partì in picchiata, ma venne fermato da una freccia di Lee Fletcher.

-Non possiamo permettergli di vincere. Dobbiamo ucciderli uno per uno. Saranno anche forze di Gea, ma sono solo dei dannatissimi pennuti!- urlò il ragazzo agli amici, ancora immobili.

A quelle parole, i tre sembrarono risuotersi.

Percy e Jason misero insieme un piccolo uragano che spedirono verso l'alto, diretto allo stormo di uccelli con la funzione di bloccarli in cielo, esposti alle frecce dei figli di Apollo.

Quando uno di loro cercava di scendere in picchiata, Leo faceva sì che Festus sputasse una palla di fuoco che centrava il bersaglio e lo inceneriva.

Quasi sempre, per lo meno. Quando uno di loro arrivava al ponte della nave, trovava il resto dei semidei, capeggiati da Annabeth, ad attenderli armati e pronti ad ucciderli.

Nel giro di pochi minuti, l'acqua intorno alla nave riluceva di toni rossastri causati dal sangue degli animali, che galleggiavano come zattere informi.

Piper, ansimando, raggiunse Jason e Percy.

-Ragazzi..potete smettere. Li abbiamo uccisi tutti.-

I due semidei si rilassarono immediatamente, e l'uragano cessò all'improvviso, schizzando la nave di rosso e gettando una grosa carcassa sul ponte.

-Ma che schifo!- bofonchiò Piper, tirando un calcio all'animale morto.- Ora lo rigetto in mare!-

-No, ferma!- Annabeth arrivò di corsa. -Devo controllare una cosa!-

La ragazza si inginocchiò accanto al corpo e lo voltò in modo da vedere l'occhio dell'animale.

Era rosso sangue.

-Come temevamo. Erano controllati da Gea. Il suo potere si sta espandendo se riesce a controllare anche gli uccelli marini, Percy. Dovrebbero essere dominio di tuo padre, oppure di Zeus, ma di certo non suoi, per tutti gli dei!-

Il figlio di Poseidone le si avvicinò e le diede un rapido bacio.

-Stai tranquilla, Spientona. Risolveremo tutto. Non permeterò che una palla di Terra con un nome così corto ci separi. Ci ha già ensato una stupida dea con un nome altrettanto corto!-

Annabeth sorrise e abbracciò il ragazzo.

-Grazie, Testa d'alghe. Tu sai sempre come tirarmi su il morale. Ti amo.-

-Ti amo anche io, Testa di Civetta.-

Prima che la semidea potesse assimilare il nuovo soprannome che Percy aveva inventato, Leo si avvicinò al gruppetto.

-Mi dispiace tanto interrompere questo vostro momento cuccioloso, ma abbiamo problemi ben più gravi. Connor è a pezzi senza il gemello. Dobbiamo sbrigarci a arrivare al covo di Gea per salvare Nico e Travis, sempre sperando che siano prigionieri insieme. Ah, dimenticavo, cercando di non perdere altri amici, se possibile.-

La sua voce mancava della solita ironia , del solito entusiasmo, sostituito da una profonda amarezza.

Leo era stanco morto di vedere amici scomparire, di convivere con la paura di morire o di veder morire qualcuno a cui voleva bene.

Il suo odio per Gea cresceva ogni giorno di più, insieme con la volgia di farla finita.

Aveva troppo persone da vendicare. Ancora un po' e sarebbe bruciato definitivamente e con lui tutto ciò che aveva intorno. In quel caso, sperava che vicino a lui ci fosse solo e soltanto Gea.

 

 

 

 

 

Buongiorno principesse!!

Come va?? Dopo 21 giorni, arrivo con il nuovo capitolo!! E alleluia, direte voi!

La scelta dell'albatro non è casuale. A scuola mi è toccato studiare una poesia che si chiama così e ,se in francese ha una musicalità incredibile, in italiano la sto odiando. Quiiindiii, date la colpa agli albatri!

E recensite, o vengono a trovare anche voi!! Intanto, grazie mille a chi legge, recensisce o perde anche solo pochi minuti con me <3

A presto katniss_jackson

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