Come ogni whovian reagirebbe

di LaRagazzaImpossibile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Straordinaria routine ***
Capitolo 2: *** i princìpi della dinamica ***
Capitolo 3: *** Professore..Chi? ***
Capitolo 4: *** Era mattina ***
Capitolo 5: *** facciamo un gioco ***
Capitolo 6: *** Gli whovians sanno come si corre! ***
Capitolo 7: *** Chi sono gli whovians? ***
Capitolo 8: *** Le converse nere ***



Capitolo 1
*** Straordinaria routine ***


Come ogni Whovian reagirebbe

Capitolo Uno: straordinaria routine.

7.30.
"Ma quanto è fastidioso il suono della mia sveglia?? Una ragazza di 19 anni con la sveglia della nonna!".
Con un gesto strafottente sbatto la mano su quell'orrenda sveglia con le galline e la spengo, stropiccio gli occhi e finalmente li apro.
Rimango così qualche secondo giro la testa verso la sveglia sofferente sul mio comodino, "devo cambiare sveglia, magari una con il suono del Tardis!".
Vabbè, mi presento, sono Lara, ho 19 anni e sono una studentessa (putroppo), vivo ad Ipswich con mia madre e mio fratello.
Sono una whovian, una sognatrice, una che non perde la speranza.
Perchè dovrei sperare? Bhe, ogni giorno è uguale all'altro, sveglia alle 7.30, scuola alle 9 fino alle 14, torno a casa, lavoro in un coffee shop dalle 15.30 alle 20,
esco la sera, ma niente di che, a letto alle 23.30 e poi di nuovo tutto d'accapo, la mia giornata più entusiasmante è la domenica perchè posso dormire di più, allegria eh?
A volte mi sdraio a terra a guardare il cielo sperando di vedere la cabina blu del Dottore che viene a prendermi, ma quale whovian non lo sogna?
"Oddio, ma sono ancora a letto!"
Mi alzo, colazione, mi preparo, mi vesto semplicissima, blue jeans, converse nere, camicetta bianca e..*Driin* dove diavolo ho messo il cellulare?? Disordine, tantissimo!
Alla fine lo trovo "Judith?".
"Sono davanti casa tua con la macchina appena lavata, andiamo?"
"Arrivo!"
Mi precipito fuori casa, saluto la mia migliore amica nonchè amica di banco Judith e ci avviamo.
"La professoressa Lambert è stata trasferita"
"Davvero?" Odio la professoressa Lambert, quella di fisica e chimica.
"Si!!" esclama Judith entusiasta.
"Cominciamo benissimo!"
Ha appeso un piccolo Tardis con una piccola Converse rossa allo specchietto della macchina, non è una whovian come me,
ma glielo regalai quando andai al Comic-con, sono contenta che nonostante abbia la testa piena di Dottore e cose blu apprezzi la mia passione.
Arriviamo a scuola, ad aspettarci c'erano Mark, cugino di Judith, quarto anno e David, quinto.
Entriamo in classe e dopo l'ora di inglese abbiamo fisica, entrambe curiose di conoscere la/il nuova/o docente di chimica e fisica che, come tutti i novellini, arriva 20 minuti dopo la campanella.
La porta si apre, una figura slanciata ed elegante entra, con una cartella sotto il braccio e una valigetta nell'altra mano.
"Buongiorno 5c!"
Non ci credo.
"Ju-Judith.." "sii! è identico vero?"
"No Judith, non è identico..E' LUI!"
"Ma smettila, il Dottore non esiste!"
La guardo stizzita, come ogni whovian reagirebbe.
Era lui, ero in preda al panico, lo stesso ciuffo spettinato, le stesse converse, gli stessi occhiali, lo stesso sguardo.
Bellissimo.
"Io sono il Signor SPock, il vostro docente di Scienze fisiche e chimiche di quest anno!"
"no.." pensai.
Scattai in piedi, la sedia cadde dietro di me "TU SEI IL DOTTORE!" urlai puntandogli il dito contro con lo sguardo sbarrato.
Come ogni whovian reagirebbe.

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Capitolo 2
*** i princìpi della dinamica ***


"Prego?" Chiese "il docente" continuando "il...Dottore?"
notai i miei compagni di classe, alcuni ridacchiavano, altri si coprivano gli occhi con la mano, altri parlottavano, chi fissava, chi restava in silenzio.
Io restai lì, immobile con il dito puntato verso di Lui.
Judith si alzò, mise una mano sulla mia spalla dicendo "Professore ci scusa un attimo?", lui annuì e Judi mi portò fuori dalla classe, chiuse la porta e mi attaccò.
"Lara ma che ti prende??? Non puoi prendere il primo sosia del tuo Dottore immaginario e aggredirlo dicendo di essere il Dottore!"
"Ma è lui!!"
"Ah si?? e come lo sai? hai visto che ha due cuori? Ma dico, ti ascolti? Non è il dottore okay? Lui non esiste, è un personaggio di un film e basta! Quello è il nostro docente il signor S.."
"Smith" la interruppi.
Judi mi guardò irritata "Spock Lara, è il Signor Spock, ora torniamo in classe, ti scusi e proseguiamo la lezione va bene?"
abbassai lo sguardo e tornammo dentro.
Judi si scusò ancora una volta e il professore annuì.
Fece l'appello e chiese ad ognuno di presentarsi brevemente.
"La signorina..Lara Woody"
alzai lo sguardo e divenni rossa, molto rossa.
"Sono io" qualcuno rise, qualcuno canticchiò il tema di Doctor Who e una voce in fondo, per imbarazzarmi esclamò "Allons-y!"
"Oh sì, francese" disse Spock.
Accennai un sorriso, mi presentai e proseguimmo la lezione.
"Il primo principio della dinamica, o 'principio di inerzia.." cominciò a spiegare entusiasta.
lo guardavo, lo sentivo, ma non ascoltavo, guardavo come disegnava roba sulla lavagnetta magnetica, come si muoveva,
come parlava, come si spostava da un lato all'altro della classe con il suo completo gessato marrone.
Ero incantata, completamente, catturata dalla sua figura.
Suonò la campanella e l'ora terminò.
"Va bene ragazzi, i principi fondamentali della dinamica per domani, vedrò di interrogare qualcuno!"
Qualche verso di disapprovo e io delusa dal fatto che fosse andato via, mi alzai, "Lara!" richiamò Judith.
Mi affacciai al cornicione della porta, stava infilando il cappotto lungo, color cammello, si voltò, mi vide,
il suo sguardo incrociò il mio e mentre sistemava il colletto del cappotto mi fissava negli occhi, senza sorriso, senza nulla,
era uno sguardo intenso ma che mi caricò d'ansia, raccolse la valigetta e mi lanciò un altro sguardo, stavolta più "cattivo" e si incamminò svoltando verso le scale.
Tornai in classe, al mio posto.
Judith mi fissava "tutto bene? Sei bianca in faccia!"
Non risposi, misi la testa tra le mani e pensai, pensai tanto, mille domande, mille dubbi e zero risposte, nessuna..
Ricreazione!
abbiamo una ricreazione di mezz'ora ogni 2 ore, e di questo non mi lamento.
Dissi a Judith che volevo stare in cortile, lei non va mai in cortile, era per non dirle che volevo stare sola, così andai.
Mi incamminai per il corridoio con mille pensieri in testa, non salutavo nemmeno gli altri studenti, scesi le scale, per istinto mi voltai a guardare in alto sulla rampa precedente, ed era lì,
meraviglioso, con lo sguardo perso, il suo cappotto e continuava a fissarmi, lo guardai qualche istante, aveva il viso pallido e indifferente, quasi assente, mi incamminai al cortile, e dopo tre o quattro passi mi voltai ancora, ma lui non c'era più.

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Capitolo 3
*** Professore..Chi? ***


Andai in cortile, volevo non pensarci, mi stavo incasinando, sono una whovian, dovrei perseguitare quell'uomo, Dottore o meno.
Ma il suo sguardo che mi fissava così, io..bho.
Mi sedetti poggiata al tronco del salice in cortile e tirai fuori le cuffiette rendendomi conto di aver dimenticato la merenda.
infilai la mano in tasca e trovai degli spiccioli, ma non avevo voglia di alzarmi, così come avevo fame..Uffa!
Sparai il volume al massimo e mi immersi nella musica, e la deficiente non sentì la campanella, Judi venne a richiamarmi, mi tolse una cuffietta all'urlo di "Terra chiama Lara!"
Irritata risposi "Sono sulla Terra! Purtroppo..." "Bhe, se resti sotto il salice il tuo bel Dottore non ti vedrà".
Feci una smorfia e tornammo in classe. Seguì la lezione di latino. 
A metà ora chiesi di andare in bagno, "prego Lara" disse la signora Chase.
Ma quale bagno, mi incamminai verso la sala docenti, c'era l'inserviente che puliva la cattedra "devo prendere il registro del signor Spock", "prego" rispose.
"a meno che il suo cassetto non si apra col cacciavite sonico" pensai ad alta voce "no, è di legno" rispose l'inserviente.
Mi girai con gli occhi spalancati "Cosa?" l'inserviente alzò lo sguardo "che?" "ha detto qualcosa riguardo ad un cacciavite sonico?" chiesi "si sente bene?" mi disse.
"lasci perdere" tornai a cercare il cassetto tra quelli degli altri insegnanti. 'devo avere le allucinazioni' pensai.
"Spock - Fisica e chimica".
La targhetta del nome incollata con lo scoth su quello della professoressa Lambert.
Aprii il cassetto, stupita della facilità.
"Fisica volume 1, volume 1b...'Chimica facile'...una bustina di tè al bergamotto..."
L'inserviente uscì salutandomi, un vecchietto che si trascinava il secchio e il carrello delle scope, tutti uguali gli inservienti.
Uscì lui ed entrò Lui, con il cappotto, le mani nelle tasche dei pantaloni, lo stesso completo gessato, entrando a passo svelto con un "salve!".
E io avevo le mani nel suo cassetto.
Sorrise "posso esserle d'aiuto, signorina Woody?".
Non chiusi nemmeno il cassetto per l'imbarazzo.
Mi misi di fronte a lui che aveva un sorriso cinico e divertito.
"Io..stavo cercando..stavo cercando lei!!" dissi accennando una smorfia/sorriso stupido.
"Oh capisco, mi cercava nel..cassetto?" Rispose indicandolo.
Risposi d'istinto "bhe, sarà più grande all'interno!".
Il suo mezzo sorriso si spense, si fece serio, terribilmente serio "Jhon!??!" urlò girando la testa verso il corridoio "La signorina Woody non sta bene, vada in segreteria e chiami la sua famiglia".
Posò di nuovo lo sguardo su di me "meglio che tu vada a casa" e fece per andarsene continuando a tenere le mani in tasca, non le aveva tolte mai in quei minuti tesi e imbarazzanti.
"Non è vero! sto bene!" Si girò ancora verso di me, stavolta avanzava a passi lunghi con il tono più serio e severo che abbia mai sentito "Tu non ti senti bene, dici cose senza senso, vai a casa e non..."
"Non cosa?" abbassò lo sguardo, qualche istante di silenzio e poi buttò i suoi occhi nei miei avanzando verso di me, cosa che mi portò ad indietreggiare "Non tirare più fuori questi stupidi argomenti che ti invadono la mente".
Rimasi bloccata contro la libreria con gli occhi spalancati, quasi spaventata, con Lui che mi fissava, mani in tasca, sguardo serio e il suo naso a due centimetri dal mio.
Sono una whovian, non avrei potuto desiderare altro.
Si girò di scatto, facendo svolazzare il cappotto e si incamminò all'uscita della stanza.
"P-professore..". Si fermò. "Sì, professore". uscì.
"Professore...chi?". dissi in silenzio.

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Capitolo 4
*** Era mattina ***


"Stai così male?" 
(Non sto male mamma, la prof. Lambert è stata sostituita dal Dottore, dal Mio Dottore, completo di cappotto e sguardo sexy, ma dato che l'ho scoperto e la cosa sembra averlo irritato mi ha spedita a casa mentre frugavo nel suo cassetto)
"Già, mi sento svenire, ho la nausea" risposi per non dirle davvero perchè ero a casa.
"Sei bianca in faccia, vai a dormire, per fortuna il giovedì non lavori!"
Feci un segno con la testa e andai in camera mia, la mia stanza è azzurra, c'è un Tardis sul comodino, il mio armadio è blu con le movenze del Tardis, il tappeto ha le galassie stampate, i cuscini sono blu e le tende sono bianche, anche se le volevo blu.
dopo un rapido sguardo al tutto mi buttai a capofitto sul letto e in un momento mi sentii stanca, come schiacciata da un masso e ripensai alla mattinata.
Che mattinata, mi ha stravolta, quello sguardo..mi sono persa in quello sguardo, come una whovian reagirebbe..già..il sonno prese il sopravvento e così le palpebre caddero morbide e io riuscii a dormire.
3.00 a.m.
HO DORMITO COSì TANTO???
bhe, è lo stress, ma aspè, perchè sono sveglia? Io ho ancora sonno. Avete presente quando 10 minuti prima che aprite gli occhi, mentre dormite ancora, riuscite a ragionare come svegli?
Con gli occhi chiusi e il sonno, ho indovinato l'ora e mi sono chiesta il perchè della mia dormita e ho risposto che era lo stress. Bah.
Mi svegliò un rumore, e pioveva, ma non mi svegliò la pioggia.
E nemmeno il rumore, non era un rumore, era il suono che aspettavo da 19 anni, il suono che ogni whovian vuole sentire.
Soprattutto io.
mi alzai di scatto, avevo ancora i blue jeans, le converse erano buttate sul pavimento e la mia camicetta era stropicciata addosso a me.
Corsi alle mie orrende tende bianche, e guardai fuori dalla finestra.
Era lì! è il Tardis! Sotto la pioggia, vicino al Tardis si ergeva la meravigliosa figura del "Dottore" lo stesso completo, senza cappotto, fissava la mia finestra,
gli occhi a spillo nei miei, con il suo solito sguardo cattivo di questa mattina.
Mi precipitai di sotto fregandomene delle scarpe o meno, avevo i calzini, afferrai il cardigan colo panna di mia madre appeso allo specchio e corsi fuori.
Come ogni whovian reagirebbe.
Come ogni whovian innamorata reagirebbe.
Spalancai la porta, corsi in cortile a cercare il Tardis, sotto la finestra della mia stanza, ma non c'era.
Sotto la pioggia, mi guardai intorno, il cuore all'impazzata "Dottore??", andai nel cortile del garage "Dottore???".
Ma non c'era, respiravo a fatica per l'ansia "Dottoreeee???".
Niente.
Mio Dio, ho le allucinazioni vere.
Mi sentivo presa in giro, tornai dentro pensando alla scena, eppure era così reale!
mi lasciai scivolare lungo la porta d'ingresso, stanca, assonnata e stupida, terribilmente stupida.
Tornai in camera mia, ciondolando per le scale.
Aprii la porta 

non illudetevi, non c'era.

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Capitolo 5
*** facciamo un gioco ***


Capelli da schifo, ho dormito sul tappeto, i vestiti del giorno prima ed erano le 6 del mattino.
Mi sentivo energica, pronta ad affrontare tutto, volevo che il professore mi dicesse in faccia che era il Dottore, ero sicura di saperlo!
Noi whovians possiamo riconoscere il vero Dottore tra mille copie giusto?
Come ogni mattina bla bla bla.
Mi avviai a scuola con mia madre che andava a lavoro perchè Judith non sarebbe venuta. Non aveva studiato Fisica, nemmeno io, ma Judi dice che se il professor Spock la interrogasse, lei si scioglierebbe davanti al suo sex appeal.
E' MIO.
Le prime tre ore non passavano! Noiaa!
Arrivò la quarta ora, fisica e si innalzarono parole tipo "chi ha studiato?" "no, ma questo è novellino, non interroga" "e che ne sai?"
Entrò a passo svelto in classe "Buongiorno Ragazzi e ragazze, buongiorno Lara" "dice a me?" alzai la testa di scatto.
"tu? Ho detto ragazzi e ragazze, soffri di egomania Lara?"
Feci una smorfia, si sedette, aprì il registro e strizzando le labbra con il suo fare spavaldo parlottò qualche nome.
"bhe bhe bhe...mh vediamo.. la signorina Cheril è assente, e il signor Ryan..mh okay. Sbattè il registro e sorrise, aveva la cravatta color vinaccia chiaro, giacca marrone e camicia bianca,
il ciuffo sempre quello e quella tremenda aria da..da..perfezione.
"Bene!" -un sorriso a 64 denti- "interroghiamo oggi! Odio le interrogazioni, per questo io interrogo e basta"
alcuni di noi si guardavano sbarrati.
"IO!" alzai la mano e lui passò a fissarmi.
"Tu...sei preparata?"
"certo!"
"mh, d'accordo vieni vieni" disse.
mi avviai alla cattedra, presi la sedia e mi sedetti in modo da essergli vicinissima per sussurrargli ciò che dovevo.
"allora...Quali sono i princìpi della dinamica?"
"facciamo un gioco" proposi.
"siamo ad un'interrogazione, non è un gioco"
"io faccio una domanda a lei e lei una a me, se rispondiamo correttamente passiamo alla domanda successiva, altrimenti chi sbaglia deve rispondere a due domande"
"non è un gioco.." disse quasi irritato rivolgendo lo sguardo alla classe.
"Bene, comincio io: chi è lei davvero?"
Per fortuna nessuno si fila le interrogazioni, ognuno pensa ai fatti suoi.
"ti ho fatto io la prima domanda, dimmi i principi della dinamica"
"Principio di inerzia, legge della dinamica e principio di azione e reazione, ora: chi è lei davvero?"
si tirò dritto sulla sedia con le mani nelle mani.
"Sono il professror Spock"
"guardi che così mi fa fare un'altra domanda, dica la verità, lei è il Dottore! Lei è un uomo straordinario, perchè lo nega??"
"Io non sono il Dottore, non voglio che mi consideri tale e basta con questa storia"
"so dov'era stanotte, l'ho vista"
"Ovunque fosse, non ero io"
"me lo dimostri"
misi le braccia conserte sul tavolo per dominare il dialogo.
"perchè pensi che non sia io davvero?"
"me lo dica lei", dissi a voce roca
mise le braccia conserte sul tavolo anche lui e avvicinò lo sguardo al mio, di nuovo, gli occhi suoi, a 2 centimetri dai miei.
"io non sono il Dottore, non ero a casa tua stanotte e non ho un caspita di Tardis o roba simile, chiaro?"

Il mio viso si illuminò, spalancai la bocca e gli occhi "Ho parlato di "cortile mio?".
Divenne bianco.

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Capitolo 6
*** Gli whovians sanno come si corre! ***


Accennai un sorriso vittorioso, lui distolse lo sguardo e corse via dalla classe facendo cadere la sedia.
Mi spaventai, gli altri si chiedevano cosa fosse successo, li tranquillizzai con una cavolata e lo seguii.
Uscita dall'aula non lo vidi, ma la porta delle scale antincendio era aperta, mi precipitai giù per le scale, correndo a perdifiato, quelle stupide scale di ferro,
che fanno un rumore assurdo.
Correvo giù e pensavo solo una cosa "ho trovato il Dottore!! Io, una whovian che ha trovato il Dottore...reagirebbe come sto fac.."
un capitombolo dalle scale non me lo tolse nessuno.
Che male, diamine!
Mi rialzai zoppicando, pensavo solo al Dottore, continuai a correre verso la palestra "sono una whovian Dottore, so benissimo come si corre!".
Ma non lo trovai, ad un certo punto mi fermai e mi guardai intorno.
Senza fiato "oh no, non di nuovo Dottore! NON MI SCAPPI!".
Corsi verso il cancello, ero fuori scuola, ma non lo trovai.
Assurdo, l'ho perso di nuovo!
Mi voltai per tornare dentro, ma non riuscii a fare un passo che mi trovai il Tardis davanti al naso.
Stupita, illuminata, girai tutto intorno a quel tripudio di blu e meraviglia.
Ad un certo punto mi sentii afferrare il polso, strattonarmi con forza e buttarmi dentro al Tardis, suono meraviglioso ancora.
Era tutto buio, non si vedeva nulla...ma il Tardis non era colorato, più grande all'interno e profumava di..bhe..casa?
Perchè era buio? Feci qualche giro su me stessa, ma era come avere gli occhi chiusi di notte.
la luce id un fiammifero illuminò un diametro di 20 cm e lo sguardo meraviglioso del Dottore si materializzò davanti a me.
Sempre lo stesso sguardo oscuro.
"Chi sono io?" mi chiese.
Tremavo, ero spaventata, ma allo stesso tempo elettrizzata.
"t..Tu sei il Dottore..tu sei un Signore del..un Signore del tempo..l'ultimo e.."
"e?" cominciò ad avanzare verso di me e io ancora una volta ad indietreggiare.
"Sai molto su di me..come?"
"diciamo che...sei una leggenda" dissi cercando di sorridere per smorzare l'inquietante situazione. Ma il suo sguardo illuminato dal fiammifero restava fermo.
Il Tardis è malato, devo restare anonimo per un po' e il fatto che tu sappia chi sono davvero non va bene.
"Non cancellarmi la memoria"
"Come sai che posso farlo?"
"oh..lascia stare!
"Il Tardis per ora non può viaggiare, fin quanto non ripartirà, fin quanto non guarirà, devo restare a scuola, e tu non dirai a nessuno il mio segreto, okay?"
"Ma perchè vuoi restare anonimo?"
"Radiazioni, il Tardis rispecchia ciò che sono, se tu sei malato cosa fai? Ti curi, e come ti curi? Restando a casa, al coperto e al sicuro, giusto?"
"Si.."
"stessa cosa, la tua scuola è il luogo più sicuro"
"sicuro? ci sono 2.000 studenti, non so se ci sono altri Whovians.."
"altri..CHE??"
"ohuu, niente"
"un giorno me ne parlerai" disse dirigendosi alla porta che era lontana una ventina di passi.
"Il Tardis si sta curando, resterà fermo e anonimo, solo, come me, non lo dirai a nessuno, chiaro?"
"ad una condizione" dissi imponendomi al momento "quale?"
"Quando il Tardis sarà guarito mi porterai con te"
"solo un viaggio okay?"
"solo uno" 
sorrisi.
Sorrise.

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Capitolo 7
*** Chi sono gli whovians? ***


*Driiin *Driiiiin
"Si?"
"Leonardo Da Vinci! Ho sempre desiderato conoscerlo"
"Buongiorno Lara...come va?"
"Tutto bene, e tu..Dottore?"
"Oh, a meraviglia, il Tardis sta migliorando a vista, come puoi notare il telefono funz..come fai ad avere il numero del Tardis?"
Strizzai gli occhi capendo cosa vuol dire "Stalker"
"Senti facciamo...che ciò che so su di te me lo hai detto tu okay?"
"terrestri..."
"ti ho sentito! non insultare le altre specie quando non sai cosa rispondere!"
"Questo anche te l'ho detto io?"
"certamente".
La chiacchierata a telefono continuò mentre infilavo i jeans e allacciavo le converse.
"Sai com'è, ho solo un viaggio, voglio sceglierlo bene!"
"ottimo..ci vediamo a scuola".
*clacson, questa è Judith, ero felicissima di andare a scuola quella mattina.
"Hey come stai scema?!"
(oh benissimo, è il Dottore, Spock è il Dottore, ieri sono stata nel suo Tardis con la sua faccia ad un centimetro dalla mia, al buio, il tardis è malato quindi resterà nella nostra scuola un po', ma appena guarirà andrò con l.. STUPIDI PENSIERI, SILENZIO!)
"benissimo!!" con un sorrisone.
Arrivammo a scuola, salutai gli altri e Lo vidi.
Mi sorrise, ricambiai.
Bhe che dire? Voi siete whovians, potete capire tutta la situazione, vero? Certo!
Non avevo fisica o chimica quel giorno...perchè?????!??!?!?
Mai desiderato così ardentemente di fare fisica e chimica.
due interminabili ore..
Ricreazione!
Andai a cercarlo, senza che nemmeno Judi se ne accorgesse sgattaiolai via dalla classe.
Era sulla scala antincendio, seconda rampa, poggiato alla ringhiera.
"Dottore"
"Lara" con aria gentile.
Stava bevendo un frullato "banana?"
"Oooh, chi te l'ha detto? io?"
"ahahha"
si girò di fronte a me, era con un gomito poggiato alla ringhiera, io ero a braccia conserte davanti a Lui.
"Allora Woody, chi sono questi..Whoviani?"
"Whovians Dottore, sei l'unico che può sbagliare a dirlo"
"onore su di me! Quindi?"
"mmh, come te lo spiego... anzitutto sono persone...che...in un certo senso..bhe..ti amano, sì, -distolsi lo sguardo e la mia voce si vece morbida- ti amano" -lo guardai negli occhi.
"Tutti?"
"certo" spalancai uno dei miei sorrisi migliori, quelli che ti fanno luccicare gli occhi.
"E dimmi -si mise dritto avvicinandosi a me- tu ne fai parte?"
(dovevo prepararmi a questa domanda!!!)
Un respiro profondo "Sì! ne faccio orgogliosamente parte!"
sfoggiò uno sguardo alla Brendan Block (che suppongo voi conosciate)
"Sei una delle persone che mi amano?"
"sì io..(dai scherziamo?? non posso dire al Dottore "ti amo", ma sono una whovian, DEVO dirglielo)..sono una di quelli che ti ama (aggiungete un sorriso ebete, 200 grammi di coglionaggine e: IO!).
Si avvicinò ancora di più, feci un passo indietro (ma che diavolo faccio? Capitemi, è strana la situazione!).
Mi prese il viso tra le mani, ancora più vicino..

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Capitolo 8
*** Le converse nere ***


Dove eravamo? Ah si! 'ancora più vicino'
Strinse gli occhi e poggiò il mio viso al suo petto tenendolo con le mani.
Sentivo i suoi cuori battere, avevo la pelle d'oca, sentivo il suo profumo e un brivido ghiacciato percorse la mia schiena.
Avevo Lui accanto a me.
Lo strinsi, più forte che mai, tolse le mani dal mio viso e mi abbracciò, stretto come me.
"Non smettete mai di amarmi, non fatelo"
Detto questo mi prese il viso e mi baciò sulla fronte.
Una lacrima scese...
"continuate ad amarmi".
Piangevo a dirotto,, quando l'abbraccio finì mi asciugai con la mano e lui sorrise, mi prese per mano e con la sua voce calda e confidenziale "andiamo dai, la lezione è ricominciata".
Ognuno nelle sue aule, lui a fare lezione, io a lezione.
Non potevo crederci, davvero, non distinguevo più la realtà da.. da tutto!
Ora tra l'emozione e lo stomaco che brontolava DOVEVO mangiare. 
Infilai la mano in tasca sperando di trovare qualche soldo, ma non lo trovai.
Trovai qualcos altro...
Una lettera, su foglio color fieno, ruvida e rovinata, profumava di...profumava di Dottore.
Quando la lezione di matematica cominciò la professoressa chiamo Judi alla lavagna, lei adora matematica.
Ne approfittai per leggerla.
< Tutto ciò che mi hai raccontato, gli whovians e quant altro mi ha fatto capire una cosa.
Siete meravigliosi, io non avrei potuto trovare amanti migliori, siete il massimo.
Mi rivolgo a tutti gli whovians: non smettete mai di essere ciò che siete, e non parlo di me, parlo..di voi.
Voi mi amate, voi mi amate in goni mia forma, che abbia il ciuffo sexy, una sciarpa ridicola o i capelli grigi, che abbia un mento sproporzionato,
un'aria da bambino o un gambo di sedano sulla giacca, voi..siete perfetti.
è amore incondizionato, non mi amate per come sono, voi mi amate per ciò che sono, e suppongo non sia rivolto solo a me.
Siete tanti,davvero, 7 miliardi di meravigliose piccole persone.
Correte ragazzi, correte tenendovi per mano, inseguite i vostri sogni, ascoltate il vostro cuore battere e pompare il sangue nelle vene, abbracciate, amate, vivete!
Questo è ciò che vuole il Dottore.
E tu Lara, vuoi vedere il mondo?
Mi conosci, sai anche dove sono, ti aspetto.>>
In un momento, tutto si fece chiaro, tutto era...perfetto"
L'inserviente che parlava del cacciavite, il Dottore sotto la mia finestra, tutto..chiaro.
Mi alzai e uscì dall'aula, nessuno mi fermò.
Guardai la professoressa che sorridendo mi disse "Vai a vedere il mondo" tutti sorridevano, anche Judi.
Scesi le scale, senza cadaere stavolta, corsi più veloce del vento, più veloce delle parole, e lui era lì.
Vicino al suo Tardis, "voglio vedere il mondo!", sorrise.
Corsi vicino a lui.
"Oh, ma tu lo guardi ogni giorno, ma non lo vedi piccola Lara"
Mi mise le dita alle tempie e chiuse gli occhi.
"Meravigliosa, sii sempre..meravigliosa"
"anche tu"
"un'altra cosa, -tolse le mani e le mise in tasca- Buongiorno!"
7.30.
"Ma quanto è fastidioso il suono della mia sveglia?? Una ragazza di 19 anni con la sveglia della nonna!".
Ma stavolta mi alzai di scatto "no, non può essere -cominciai a disperarmi- è tutto un sogno..è stato tutto un sogno!!"
mi misi le mani tra i capelli, delusa, amareggiata e sconfitta.
Mi preparai, andai a scuola, come sempre con Judi, entrai in classe dove c'era fisica ad attendermi.
E sapete cosa mi distrusse?
C'era la professoressa Lambert a fare lezione.
"Raggazzi, buongiorno, prima di iniziare..Lara! -alzai lo sguardo- questa è per te"
Andai alla cattedra a ritirare una speranza.
Era la stessa lettera che avevo in tasca, ma portava un'altra scritta:
<< Sogna Lara, dopo questi sogni svegliati delusa,
sii delusa, così non potrai mai arrenderti, chi dopo una delusione si arrende?
Nessuno, perchè tutti vogliono arrivare alla speranza di un sogno.
Sii delusa Lara dopo questo sogno, 
come ogni Whovian reagirebbe.
Il Dottore>>.
Sorrisi, infilai le converse nere di sempre, ma non era come tutti i giorni, non credo nemmeno fossero davvero le mie, ma in quel momento io capii che il Dottore non ci fa viaggiare, ci da una mano a farlo, perchè i viaggi più grandi, li facciamo noi.

FINE

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