The Walking Dead: Sopravvivere affinché la morte non verrà.

di King Of My World
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Tutti credono di vincere. Tutti credono di sopravvivere, ma loro non sanno ciò li aspetta lì fuori. E’ un incubo senza fine, e noi non facciamo altro che lottare per mandare avanti questa prigione.
Non so come si sia estesa questa epidemia, ma è una catastrofe globale: non ho mai visto niente di simile. Ho perso mia moglie, lasciadomi Judith nelle mie mani, come se io potessi risolvere le cose con una bacchetta magica. Ma sappiamo bene che, tutto questo prima o poi sia destinato a finire. Ed io sono qui, immerso nei miei pensieri a guardare quei vaganti fuori ai recinti, sembrano aumentare giorno dopo giorno.
Loro sono lì ad aspettarti. Non fanno altro che aspettarti per poterti strappare la carne. Per poi diventare come loro, né a me e né la mia famiglia dovrebbe accadere una cosa del genere, perché non lo potrei mai sopportare: sono stufo di uccidere.
 
“Rick, mi dai una mano a trasportare questi cadaveri?” mi chiede Michonne.
“Certo, lo faccio subito” rispondo con fretta, ha interrotto i miei pensieri.
 
Certo che sono davvero molto brutti. Purtroppo, è più di un anno che li vedo e non smettono mai a farmi schifo e un’altra cosa che non capisco è il perché esistono!
Sono giorni che me lo domando, ma non riesco mai trovare risposta. Che schifo di vita, non facciamo altro che tenere gli occhi aperti e stare attenti. Se questa è vita, vorrei proprio capire la si fa a vivere per davvero. E’ tutto così strano.
Ogni volta che esco lì fuori, non faccio altro che stare attento, per poi prendere provviste e scappare, altrimenti verrai fritto proprio come l’uovo in padella.
Questi essere chiamati “Zombie” non fanno altro che ringhiare per via della loro fame, vorrebbero mangiarti proprio come se fossi il loro piatto preferito. Non so proprio, eppure sembrano persone, ma non lo sono affatto. Se ti distrai un momento, loro alla prima occasione ti azzannano senza avere pietà di te. Loro non vivono, non ti ascoltano, non ti guardano; loro non fanno altre che mangiare e poi basta.
Mi fanno schifo, perché li ho visti mangiare, li ho visti attaccare, e soprattutto in gruppo, fanno paura fino a farti tremare. Hanno cambiato il mondo, ora è diventato tutto pericoloso. Nemmeno nella case si vive bene, e se non ha provviste o qualche cosa per sopravvivere, potresti morire di fame, sete, ma anche di paura.
Li trovi da per tutto, per le strade, per i centri commerciali, infatti, noi non facciamo altro che stare attenti proprio in quei luoghi. E proprio una settimana fa, abbiamo perso molte persone: in realtà, quel posto era piene di quelle belve affamate.
 
“Papà, ti vedo molto pensieroso oggi. C’è qualcosa che non va?” dice mio figlio, è al quanto preoccupato per me.
“No, non è nulla. Sta tranquillo. Va tutto bene!” gli rispondo, facendogli un sorriso.
 
Ma come può andare tutto bene? Se il mondo sta andando a rotoli giorno dopo giorno? Mio figlio Carl ha compiuto appena 11 anni, e devo dire che se la cava molto meglio di me. Sono fiero di lui.
Il nostro è diventato un piccolo villaggio, dove tutti possono vivere tranquilli e al sicuro da quei mostri. Anche se viviamo tutti in un prigione. All’epoca di un paio di anni, tutti avevano paura del carcele, mentre ora è diventato un posto sicuro per la popolazione: davvero molto divertente. Delle volte mi sembra vivere in un film, è tutto così surreale. E invece no, era tutto reale.
Deryl era quello che se la cava meglio di tutti, mi piace ed è un tipo davvero in gamba: riesce a far contenti tutti. Qualsiasi cosa gli chiedono, lui riesce a trovarla; sono sorpreso dal suo modo di fare, lui serve quanto me in questo gruppo.
Spero che da qualche parte lì fuori, Carol se la stia cavando. Deryl non mi parla da molto tempo per via di questo, perché la lasciai andare. Purtroppo è stata un scelta difficile, proprio perché lei ha ucciso delle persone e non doveva farlo. E mi dispiace molto, ma penso che gli passerà presto. Lei ha ucciso quelle persone per salvare le altre, ma è una scelta che dovevamo fare tutti; avrebbe potuto almeno avvisarci per ciò che stava facendo: invece non lo ha fatto. Ma lei è diventata molto più coraggiosa rispetto alla prima volta che la vidi, ora è più forte e penso che potrà farcela.
Lì fuori nessuno è al sicuro, ma sento che lei se la stia cavando bene. Non mi piace fare il capo, ma devo. Purtroppo, queste persone credono in me ed io credo in loro: spero di aver dato una buona impressione a donne e bambini, e anche ad alcuni uomini, i quali stavano diventando molto più esperti nelle loro spedizioni.
Insomma, ora siamo una famiglia e spero che lo potrà essere anche in un lontano futuro. Domani ci spetta una lunga giornata, dobbiamo allungarci perché le provviste stanno per terminare e dobbiamo vagare per nuovi posti per poterle trovare. Io, Michonne, Deryl e mio figlio, anche se mi ha costretto a dire di sì, ci avventureremo alla ricerca di ciò che ci serve. E spero soltanto che andrà tutto bene…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Eccoci arrivati in macchina, oltrepassare quel cancello è come se fosse l’Inferno, con la speranza di cavarcela. Non è sempre tutto così semplice, ma tutti credono che io sia il leader. Invece sono solo un povero idiota che cerca di mettere di tutti in salvo.
I vaganti non fanno altro che aumentare là fuori, ciò è davvero spaventoso. Non mi piace sparare, ecco perché odio le armi ma senza di essere la sopravvivenza è pari a 0. Carl ha un’ottima mira, sembra molto più capace di me. Io no. Sono solo un rammollito, mi sento offeso al suo fianco: mi sento male al solo pensiero perché lui non merita questo tipo di vita, io invece, ho avuto un’infanzia senza interruzioni. Era perfetta, anche perché io sono stato felice, mentre lui deve combattere per sopravvivere. Che razza di mondo è questo…
Dio sembra che ce la voglia far pagare. Sopravvivere affinché la morte non verrà… Davvero una pazzia.
Come si può essere felici in questi momenti? Non facciamo altro che vivere nel panico. Dopo la morte di mia moglie, non mi sento più al sicuro. Là fuori non si fa altro che vivere nel pericolo, bisogna sempre tenere gli occhi aperti, fare attenzione, non ci si può rilassare un attimo. Il mondo è cambiato, ormai dovremo farcene una ragione; si stava meglio prima. Mentre adesso dobbiamo lottare per ottenere un qualche cosa che forse, non andrà affatto bene. Non si fa altro che vivere nella paura.
 
“Papà. Tutto questo, un giorno finirà?” mi domanda Carl, ha un’aria triste e malinconica, ma allo stesso tempo coraggioso.
“Non credo, non me la sento di mentirti. Ho la sensazione che tutto questo durerà per sempre. Ormai per vivere, devi lottare e basta. Devi riuscirci!” gli risposi, dandogli un filo di speranza.
 
Mi viene da piangere al solo pensiero, ma non davanti a mio figlio. Vorrei dimostrarmi più coraggioso del solito: sono un padre davvero inutile. Ecco, io mi sento inutile. Non sono stato capace di accettare le cose, sembra tutto così finto. No, non lo era affatto.
Sembra che tutto questo sia fatto apposta per metterci alla prova, ma forse la colpa è anche un po’ di noi essere umano; non è stato semplice arrivare fin qui, devo dire che è stato davvero un miracolo. Michonne mi guarda come se le avessi tolto qualcosa. Siamo amici, soltanto amici. Oh, quanto mi manca Lori. Non faccio altro che pensare a lei, al suo viso, ai suoi modi di fare. E, ricordo una delle cose che amavo di lei: alla domenica mattina, non faceva altro che preparare pancake, anche se erano buciati li mangiavo lo stesso. Com’è difficile dimenticarla.
 
“Sono giorni che sta sempre fatti tuoi, c’è qualcosa che non va?” mi chiede Michonne.
“Si, è vero. Penso che viviamo in un mondo di merda!” rispondo con aria infastidita.
“Siamo di mal umore stamattina? Sei proprio un figlio di puttana, devi tenerti Carol sulla coscienza e andare a marcire all’Inferno” dice Daryl mentre era al volante.
 
Non ho risposto al suo intervento, perché lui ha ragione e io ho torto. Ma quella è stata un scelta di Carol, non mia. Lei aveva ucciso delle persone, e le aveva bruciate dopo aver dato a loro una coltellata in testa. Non mi sembra una cosa molto normale, l’ha fatto per proteggerci ma almeno doveva consultare uno di noi, purtroppo non lo ha fatto…
 
“Ci potevo pensare io, invece tu che hai fatto? L’hai lasciata andare!” aggiunse ancora poco dopo.
“L’ho dovuto fare, mi capisci? Non poteva stare più con noi!” comincio ad urlare, sto perdendo il controllo di me stesso.
“Papà, calmati. Cerca di rilassarti” dice mio figlio per non farmi alterare troppo.
 
Deryl frena la macchina e mi guarda dritto negli occhi, come se volesse tagliarmi la testa per ciò che ho appena detto: forse è meglio tacere.
 
“Okay, ti prometto che in questi giorni la andremo a cercare e la riporteremo alla prigione” continuo, poco dopo essermi rilassato.
“Ora sì che si comincia a ragionare!” mi dice soddisfatto, per poi continuare a guidare.
“In effetti, abbiamo ancora bisogno di Carol. Lei è brava quanto Hershel” sussurra Michonne.
“Forse avete ragione, allora domani usciamo a cercarla” dico, anche se non sono affatto sicuro.
 
Siamo arrivati a destinazione, c’è voluto più di mezz’ora per arrivare e se siamo ancora vivi significa che ciò è un miracolo.
Non abbiamo erranti alle calcagna, quindi possiamo procedere senza nessun problema. Forse è tutto troppo tranquillo… Un po’ troppo.
Per entrare è stato troppo semplice. Okay, tutto tranquillo. Quindi possiamo prendere gli zaini e prendere ciò che ci serve: in questo centro commerciale ci sono tantissimi vaganti, ma lo sono solo all’esterno. Ne sono quanto una città intera. Noi, invece, entriamo sempre da dietro. Be’, se lo facciamo dall’entrata principale è come se servissimo il cibo su un piatto d’argento.
 
“Un rasoio” sussurra mio figlio.
“Cosa ci vuoi fare con quello?” dico con aria strana.
“Oh, ma non è per me. E’ per te, non ti fai una barba da un secolo” scherza, facendomi un sorriso.
“Spiritoso. D’accordo, prendilo” gli rispondo, accarezzandogli la testa.
 
All’improvviso, mentre stiamo sul punto per andare. Sento un ringhio di qualche errante che sta nel reparro alimentare.
 
“Avete sentito qualcosa?” domandò Michonne, al quanto preoccupata.
“Sì, ci penso io” dico, mentre mi dirigo verso il posto.
 
In effetti, è un vagante con la testa tagliato. Io gli ficco un coltello nell’occhio fino ad arrivare al cervello: in modo che si spegnesse definitivamente.
 
“Forse, è ora di andare papà! Prima che arrivino da un momento all’altro!” urla mio figlio, mentre noi tutti ci dirigiamo sull’auto.
 
“E’ anche oggi è andata” dico, mentre ci siamo rimessi tutti in viaggio verso la prigione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Non ho mai pensato a cosa pensasse uno zombie, ma chissà cos’avranno per la loro testa. Sono stato sempre curioso di saperlo. Ho provato molte volte a comunicare con lui, ma lui non fa altro che pensare a strapparmi la carne…
In realtà non sono loro i veri mostri. I mostri siamo noi. Forse tutti meritiamo questa fine, o forse, è solo e soltanto un gioco. Se era tutto un gioco, allora perché tutto questo non finisce mai? No, io credo che ce la stia facendo pagare in qualche modo: inoltre questa vita non poteva essere così semplice. Un giorno nemmeno questa prigione lo sarà, quei recinti nel modo o nell’altro verranno prima o poi distrutti.
Sembra che Dio ci abbia abbandonati ad un tragico destino. Ormai, il nostro unico sostenitore è il suo nemico: Giuda Iscariota. Possiamo pregare quanto vogliamo, ma sappiamo bene che sarà tutto inutile, perché tutto prima o poi crolla.
Gesù potrà essere anche la mia virtù, la mia priorità. Ma Giuda, in realtà, è il demone che tutti hanno: nel loro cuore c’è solo malvagità. Quindi prima o poi, ciò porterà ad amare il cattivo, che sarebbe appunto Giuda.
Girovagando giorno dopo giorno, non c’è nessuna speranza di salvezza, perché prima o poi ti stuferai e sarai sfinito di scappare; arrivando poi il momento di farsi strappare la carne e farsi mangiare qualsiasi parte del corpo. Tutto ciò ti farà soltanto schifo… Questa è la crudeltà del mondo di oggi.
 
“Non fanno altro che aumentare di giorno in giorno, eh?” mi dice Deryl, mentre punta il dito verso i vaganti.
“Eh già, dovremo fare qualcosa. Altrimenti diventeremo la loro cena per questa sera!” sorrido.
 
In effetti sono tantissimi, non potevo dargli tolto.
 
“Uccidiamo qualche maiale per farli dividere, oppure li uccidiamo senza pietà?” mi chiede con aria al quanto soddisfatta.
“No, così attireremo altri zombie. E non sarebbe affatto una buona idea” sussurro, cercando di controllarmi.
“Come vuoi” Aggiunse, seccato.
 
Per lui è tutto semplice, cerca sempre di farti arrabbiare in qualche modo: potevo anche capire che sia per il fatto di Carol, ma non può attaccarmi di continuo, anche se gli ho proposto di andarla a cercare.
Deryl crede che noi giochiamo a poker, come se ci fosse tutto in gioco; una volta tanto deve capire anche che ci sono delle vite in gioco e questo lui sembra proprio non capirlo.
 
“Dopo aver fatto questo, andremo a cercare Carol. Che ti piaccia o no!” mi dice, mentre mi guarda con un’aria minacciosa.
“V-va bene” balbetto, ma non per paura, ma perché sono contrario a ciò che vuole lui.
 
Okay, ora devo uscire assieme a lui e spero tanto che non farà nessuna cavolata; anche se lui è molto abile nell’uccidere quei mostri mentre io sono molto più lento di lui anche se ho una mira formidabile.
Daryl merita un applauso per ogni sua mossa. Forse perché lui sembra molto meglio di me. Questo lo penso io, ma Hershel mi diceva sempre che sono un grande uomo. In questo momento gli do torto… Purtroppo non mi sento come mi ha descritto.
Dopo una ventina di minuti ci mettiamo subito in marcia. Ogni volta che mi allontano mi sembra di ricevere una botta in fronte alla testa. La mia domanda è: la troveremo? Chissà…
Mentre Daryl guida, io mi guardo l’Inferno all’esterno dell’auto ed è orribile. Anzi, forse all’Inferno si vive meglio. Perché è noi che ci troviamo nel vero Inferno. Purtroppo questa è una lotta di sopravvivenza e non credo che finirà presto. Sarà un mondo senza fine. E noi non faremo altro che scappare, scappare e scappare ancora.
All’improvviso Daryl prende un pacchetto di sigarette dalla sua tasca e se ne fuma una: proprio come un delinquente, senza ombra di dubbio. Ma nonostante ciò, è un brav'uomo.
Stiamo girando da tre almeno tre ore e non abbiamo travato nemmeno una traccia di Carol. Quella donna in qualche modo ha mangiato il cuore di Daryl, proprio come se fosse suo figlio, e lo ha davvero fatto diventare un uomo ragionevole e con un cuore al petto. Da una parte sono davvero pentito di averla lasciata andare. Carol, in quel momento aveva più che ragione: l’aveva fatto per il bene di tutti. Ed io cos’ho fatto? L’ho lasciata andare come uno stupido.
Tutto d’un tratto vediamo una figura correre verso la prigione.
 
“Tu dici che è Carol?” domanda Deryl, mentre cerca di avvicinarsi con più velocità.
“Non lo so, ma controlliamo” aggiunsi, con la speranza che sia lei.
 
Ci avviciniamo. E’ una donna con i capelli corti e senza ombra di dubbio sarà Carol.
 
“Carol, sei tu?” chiedo, mentre la donna si gira al quanto sorpresa della mia figura.
“Sì, sono io. Sono giorni che cammino e non mi è rimasto più nulla” risponde, ha un’aria molto stanca. Si vede che ha lottato molto in questi giorni per la sopravvivenza.
“Carol , torna a casa” dice Deryl.
 
Carol si gira e poco dopo sviene a terra. Io Deryl ci siamo guardati un attimo e siamo scesi dalla macchina per caricarla in auto. Per poi andare di nuovo alla prigione, con la speranza che Carol sia ancora viva.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Carol sta bene, per nostra fortuna si è ripresa in fretta, ma Daryl mi guarda come se fosse il diavolo in persona: io ho fatto quello che dovevo fare, tra l’altro volevo proteggere gli altri, ma il compagno di viaggio questo non lo capisce.
Mi sento un orco in questa situazione, come se la colpa sia tutto mia. Avrebbe almeno potuto dire del perché l’ho voluto fare, ma lui niente; non posso sopportarlo di essere trattato come se fosse tutta colpa mia. Il mio non è stato uno sbaglio qualsiasi, io voglio bene a Carol, ma penso che quello che abbia fatto io sia giusto. Credo che in questo non ci sia niente di sbagliato, e allora perché si fa tutti questi problemi?
Più guardo gli zombie fuori e più mi fanno paura, sono degli esseri orribili e disgustosi. Però, io non ho pietà ad ammazzarli perché loro non sono più umani come noi: non ragionano su nulla, pensano solo a mangiare e basta. Io ho pensato alla salute di tutti, Carol stava diventando pericolosa in quel periodo.
 
“Sei proprio un fottuto figlio di puttana. Pensa se potesse morire, ti do in pasto a quegli affammati li fuori!” mi strilla contro quel selvaggio di Deryl.
“Credi di essere meglio di me, cosa avresti fatto al mio posto. Sentiamo!” cerco di farlo ragionare.
“Lasciamo perdere, hai un cuore al posto di una pietra. Pensa anche a tutto quello che ha passato Carol, lo ricordi?” mi dice, mentre io guardo la mia pistola.
 
Non che volessi spararlo, cavolo, lo avrei fatto di sicuro. Ma Deryl rimane comunque quel mio fedele amico di sempre, anche se esagera sempre per ogni cosa; non potevo dargli torto, dopo tutto ha ragione.
Carol ha passato anche lei brutti momenti da quando è iniziato tutto: io ho perso mia moglie, mentre lei tutto, sia il marito e sia la figlia, ho avuto un gran coraggio a ficcarle una pallottola in testa. Soprattutto se conosci qualcuno. Mi alzo per sfogare la rabbia ammazzando quei cosi, erranti per essere corretti. Che razza di mondo è? Dove viviamo? Tutto ciò è davvero assurdo. Forse Dio ce la vuole far pagare per davvero!
Che razza di gioco è mai questo? Uccidere persone così, come se non fosse niente. No, questo non è divertente. Per Carl poi, questo che mondo è per lui? Che futuro avrà? Mamma mia, quante domande! E in tutto ciò, non c’è nemmeno una risposta.
 
“Papà. Deryl non l’ha presa molto bene” mi preannuncia mio figlio, come se per me dovrebbe essere una novità.
“Lo so, gli passerà” rispondo, dovrei cominciare a preoccuparmi?
 
In effetti penso proprio di sì. Deryl è uno pericoloso, ma prima, ora non più. Credo. Forse dovrei, i miei pensieri mi stanno fracassando  il cervello: sono stufo di tutto e di tutti. Mi sta sfiorando l’idea di prendere mio figlio e andare via da qua. Sembra che io sia di troppo, Deryl non vuole parlare con me altrimenti mi ammazza e sicuramente Carol cercherà di calmarci entrambi e gli altri che guarderanno. Non riesco più a fare pace con me stesso… Mi sento inutile certe volte.
Guardo mio figlio negli occhi proprio come per dirgli, sta tranquillo va tutto bene.
Non è vero, qui non va bene nulla. Questo mondo sta distruggendo le persone, le anime e tutti i sentimenti che c’erano una volta: sembra che la gente sia diventata più cattiva, più maligna. Forse l’essere umano è davvero diventato così. In effetti, credo di essermi reso conto di quello che ho fatto.
Sono davvero diventato così cattivo anch’io? Mi sento un’idiota.
Essere buoni in questo mondo è più difficile di quanto mi aspettassi, davvero orribile. Dio ci ha creati e Dio ci distrugge: molto semplice. E’ logica questa. E perché mai avrebbe dovuto fare questo? Forse perché all’Inferno, proprio come ce lo descriveva il nostra Dante nel Medioevo, non ci sarà più posto? Oppure ha voluto questo per puro caso, o meglio, per divertirsi.
Sarebbe il colmo, se davvero lo ha fatto per divertirsi. E poi, non avrebbe pensato ai bambini? Anche quelli si sono trasformati. Quando li vedo piango dopo averli sparati, ma meglio così da una parte, preferisco vederli morti invece di vederli trasformati in mostri.
Mi inginocchio per pregare, con la speranza che Dio ascolti le mie sacre parole.
 
“Dio, se esisti. Ti voglio dire che ciò che stai facendo è sbagliato” dico, mentre mi alzo e mi dirigo verso mio figlio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Stop. Io dovrei essere un combattente, dovrei vincere, ma vincere cosa? Forse un bel niente. Qui si tratta di sopravivenza, non è affatto un gioco. E’ solo un modo per vivere, uccidere chiunque ti blocca la strada per andare avanti.
Il destino sta giocando bene la sua carta, magari perdere sarà la via più semplice.
In questo mondo anche le cose più stupide sono importanti. Non si deve tralasciare niente, forse meglio tapparsi le orecchie con un bel paio di cuffie per non sentire quel rumore fastidioso degli erranti.
Come può tutto questo durare per sempre? Non esiste una soluzione? Perché Dio vuole vendicarsi? Io penso che siano le cattiverie della Terra. Tutta la Terra. Credo sia per questo: soldi, prostituzione, mafia, suicidi, omicidi, bullismo. Queste sono le cattiverie, non gli omosessuali.
Loro sanno amare meglio di noi, non credo affatto che quello sia un male. Come possono dire una cosa del genere?
Nell’antica Grecia, c’erano molti omosessuali, quindi non possono dire che sia un male. No, affatto. Non mi sembra giusto pensare una cosa simile. Il male è quello di maltrattare le persone, odiarle, ucciderle: questo è il male. Non quello che pensano tutti, ognuno vive come vuole la sua vita.
Ora, però, tutta questa vita sembra impossibile. Loro stanno ovunque, forse questa battaglia possono anche vincerla. Noi no. Non potremmo mai vincerla. Loro sono di più, noi di meno.
Non so per quanto vivrò, ma sento che prima o poi dovrà pur arrivare quel momento. Anche se capiterà, mio figlio già sa cosa fare. Oppure dovrà avere il coraggio di abbandonarmi da qualche parte, lui è forte perché sta crescendo in questo mondo; mentre io sono solo agli inizi, invece mia figlia Judith è nata in un’epoca sbagliata. Crescendo, penso che Carl sappia cosa fare: proteggerla affinché lui potrà.
La felicità di questi tempi è limitata, tutto ciò sembra veramente assurdo. Una vera e propria stronzata. Oramai per loro non c’è più posto all’inferno, forse il male è talmente potente da impadronirsi anche della Terra, quindi non esiste nessun Paradiso? Forse è stata tutta un’immaginazione di noi essere umani.
 
“Cosa pensi? Non fai altro che fissarli tutto il giorno!” Mi chiede Carol, mentre interrompe i miei pensieri.
“Nulla, a come ci sono finito qui.” Dico, sembra assurdo ciò che ho detto.
 
Ci sono arrivato con le mie forze, e soprattutto con l’amore della mia famiglia anche se mia moglie non è riuscita a continuare quest’avventura.
Avrei voluto fare qualcosa in quel momento, ma aveva rotto le acque assieme a Beth e Carl. Loro due non erano in grado di mantenerla in vita e quindi mio figlio ha fatto il suo dovere: far nascere sua sorella. E’ stato coraggioso, lo ammetto. Questo è stato quello che ha potuto fare, ha coraggio e forse ne ha più di me.
 
“Mi piacerebbe non essermi mai svegliato in quell’ospedale, non era meglio che dormissi per sempre?” Chiedo a Carol, senza nemmeno pensare che lei sicuramente sarà contro a ciò che ho appena detto.
“Non penso che io sarei qui, ma nemmeno gli altri. Quindi liberati da questi brutti pensieri, sei una brava persona e capisco ogni tua azione. Anche quella di cacciarmi per un paio di giorni, ma comunque alla fine siete venuti a cercarmi. Non potrei mai avere niente di meglio.” Risponde, mentre mi lascia a bocca aperta per le sue parole.
 
Mi sento un perfetto idiota, anche perché non volevo io andarla a cercare ma Daryl. E’ lui quello bravo, non io. Io sono sempre contro. E questo Carol dovrebbe capirlo e invece no.
 
“No Carol, non l’ho voluto io, ma Daryl e Carl.” Dico, mentre mi tocco i capelli.
“Non ci credo, sono dell’idea che tu mi volevi qui. Credo poco a quello che dici, tu parli sempre con la testa ma mai con il cuore e per una volta cerca di provare un po’ di compassione. Forse magari un giorno le cose saranno più semplici, comunque pensaci. Ora vado, devo raccontare ai bambini come difendersi se si troveranno davanti a uno zombie. Purtroppo viviamo in questo mondo, e anche i bambini dovranno imparare come fare. Cerca di capirlo Rick, il nostro mondo è finito da un bel pezzo.” Mi sussurra mentre io cerco di capire le sue parole.
Forse un giorno capirò tutto questo, ora è meglio andare a prendere delle provviste per sopravvivere.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Penso sia molto difficile accettare la realtà. Aver dovuto abbandonare la prigione per via di quello stupido del Governatore, ha anche ammazzato uno dei miei migliori compagni: Hershel, l’uomo che salvò mio figlio.
Mi sono vendicato ugualmente, ma nessuno porterà mai quell’uomo in vita. Neanche più mia figlia riesco a trovare. Non riesco ancora credere quanto sia stato stupido e ingenuo.
Io dovrei salvare le persone, non metterle in pericolo; ma a quanto pare, succede sempre l’esatto contrario. Sono sfinito, stanco: vorrei solo riposare. Non so neanche se sto per morire, o meglio, se non lo sono già.
Mio figlio è arrabbiato con me, forse dovrei stare più attento a quello che faccio. Lui ha perfettamente ragione, io non sono nessuno per comandare. Sono solo suo padre, lui sta crescendo in un mondo sbagliato ed io dovrei insegnarlo a combattere contro gli erranti. Ma pensandoci. . . Lui è già in gamba da solo. Non ha bisogno di me.
 
“Ecco, quella è una cosa. Potremmo riposare lì, che ne dici?” Dice Carl, mentre mi guarda dritto negli occhi.
 
Io non riesco a fiatare, ho bisogno di energie. Vorrei riposare e basta. Mi sento confuso, fragile, come se la morte abbia deciso di raggiungermi. Carl mi strascina e mi sbatte sopra un divano, come carta straccia.
 
“Hai fame, sete?” Mi chiede, mentre io gli alzo il pollice per indicare “Okay”


Sembra che non sia più mio figlio, è cambiato: forse da quando gli è morta la madre ed io non sono corso in loro aiuto. Sono davvero un buon annulla. Carl per ora se la sa cavare, ma ho l’impressione che senza di me avrà qualche difficoltà. Ma è un tipo sveglio, non ho nulla da temere.
L’unica cosa che non percepisco è il perché siamo solo noi? Gli altri dove sono? Spero abbiano trovato un po’ di riparo.
Perché Dio ci fa questo? Oramai sono diventato ateo, non credo più in lui. Ha portato via tutto me stesso, lo odio. Ho un odio profondo in tutto, odio anche le persone che mi circondano. Non so più come ragionare, pensare, mi sento un perfetto idiota.
Sono qui. Vivo, tra l’altro, e non ho nemmeno idea di cosa mi stia succedendo. Apro e chiudo gli occhi, sembra proprio che sia arrivata la mia fine: la morte mi aspetta. Devo raggiungerla?
In questo mondo questo succede, si muore e basta. Non c’è più niente che io possa fare per sopravvivere, quello che ho costruito purtroppo è diventato marcio. Perché l’essere umano vuole il male degli altri? Perché il malvagio deve opprimere l’umile? Ecco, noi siamo gli umili come dice Manzoni; ma con una differenza, io non prego. Non imploro nessuno, io sono l’oppresso oramai in questo mondo in balia di “soli malvagi”. Questo è tutto ciò che ci resta.
Di solito ci poniamo delle domande, ne sono tantissime. Ci rendono imperfetti, ma la chiesa dice sempre che l’uomo sia l’essere perfetto. No, l’uomo non è perfetto. Non esiste la cosiddetta “perfezione”. Come siamo nati? Dove siamo nati? Perché Adamo ed Eva hanno creato tutto questo? Loro sono esistiti? Forse no, forse sì. Chi lo sa? Nessuno.
Sulla Terra ci sono tanti di quei peccati, che oramai dobbiamo pagarli sopravvivendo altrimenti inizieranno a farci fuori come mezze gazzette. Ci strapperanno la carne come se fossero animali, ma noi siamo animali. Avrebbero potuto creare qualcosa di peggio, allora se Dio dovesse esistere, allora perché non ci manda direttamente alla distruzione? Invece che farci soffrire? Quante domande inutili, non esiste risposta. Sono stufo di tutto ciò, cosa potrò mai fare per mio figlio? Nulla. Neanche a questa domanda riesco a rispondermi. Che padre vergognoso!
Sono solo un povero idiota. Ho ucciso persona dopo persona, non solo erranti, ma anche poveri esseri umani. Mi faccio schifo. Carl ha ragione, io sono solo un uomo senza fede e speranza. Penso solo ed unicamente alla morte: come se tutto fosse semplice. Ho cercato di sperare, seguo un detto “Questo di tanta speme oggi mi resta”.
A me non resta più nulla, le mie uniche speranze sono su mio figlio e basta. Ma anche su mia figlia Judith, nella speranza che sia ancora viva. Anche se credo sia morta, forse sarebbe stato meglio; ma non sono sicuro, sento che ci sia ancora un piccola speranza nel mio cuore gelido, freddo, cupo.
In cosa dovrei sperare? In cosa dovrei credere? Sono talmente sfinito che forse continuerei per ore e ore sulla mia angoscia esistenziale. Sono un tedio in persona, non voglio più vivere questa inutile vita. Questa non è vita, questa è merda.
 
“Papà, mangia qualcosa!” accenna mio figlio, mentre medito sulla mia vita.
“Ah grazie, Carl avevo sempre pensato che avessi avuto bisogno di me. Mi hai dimostrato il contrario. Complimenti!” mi complimento con lui, facendogli un sorriso.
“Volevo ucciderti, pensavo fossi uno zombie” mente, conosco mio figlio.
“No, mi avresti lasciato qui.”
“Ti dico di no, ti avrei ucciso.” parla determinato.
“Ah” finisco la mia discussione.
 
Mio figlio mi avrebbe fatto fuori comunque. Be’ allora non conosco nemmeno mio figlio, complimenti Rick. Un plauso!
Certo che noi uomini siamo proprio la miseria di questo mondo, mi sento un perfetto idiota. Sorrido e medito sulla mia triste e lunga vita, piena di avventure e sopravvivenze. Con la speranza che un giorno dovrò morire senza pregare, senza soffrire e senza implorare pietà a nessuno. Sono felice di questo, vivete la vita finché ne avete bisogno. Perché in fin dei conti, tutti noi siamo costretti a vivere con l’infelicità assieme ai nostri coetanei.



Ultimo capitolo, spero vi sia piaciuto!
 

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