I can't live without you

di Snow_Queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Birthday Party ***
Capitolo 2: *** You are.. ***
Capitolo 3: *** You Are 1.0 ***



Capitolo 1
*** A Birthday Party ***


 
                                          



 
Jack e Hiccup erano fidanzati da un po’ di tempo oramai, qualche mese o giù di li, ma per loro sembrava essere passata solo una settimana. Era difficile vederli separati se prima, quando erano solo amici, riuscivi ad avere un po’ di tempo con loro ora era impossibile, neanche le loro migliori amiche riuscivano ad avere un attimo della loro attenzione, il che non poteva essere facile per le due che ora, erano diventate amiche a loro volta.
-Hai sentito una delle due colombelle?- Elsa si sistemò alcune ciocche di capelli sotto il cappello di lana bianca, stava nevicando e il parco dell’università non era mai stato così bianco, tutt’intorno al neve scendeva lenta e la bionda non poteva non sentirsi attratta da essa, come se potesse essere una parte di lei.
-Negativo Elsa- commentò l’altra ragazza bionda, Astrid, che stava sorseggiando il suo caffè macchiato seduta in bilico sullo schienale di una panchina.
L’ultima volta che avevano visto la coppia era stato alla partita di football, dove i ragazzi avevano stracciato gli avversari con un vantaggio di cinque punti segnati da Astrid.
-Sai almeno se verranno al tuo compleanno?..-
-Astrid.. io non ho organizzato nulla per il mio compleanno..-
Elsa era fatta così, non adorava particolarmente le feste, quelle le lasciava per lo più ad Anna, lei adorava trovarsi tra la gente.
-Certo, ventidue anni e non c’è una festa, ma andiamo..- detto ciò Astrid terminò il suo caffè e si alzò per gettare il bicchierino di plastica in un cestino poco lontano dalla panchina.
-Astrid dimmi che tu e Anna non state organizzando nulla..– Elsa non potè fare a meno che sospirare, si tolse il cappello e si passò una mano tra i capelli un po’ esasperata per poi rindossarlo.
-Ma abbiamo già affittato la fontana di cioccolato! Non vorrai essere tu a dire ad Anna che non potrà abbuffarsi di frutta ricoperta di buonissimo cioccolato? E poi terremo lontani quei due per qualche oretta.. Non moriranno mica..- sorrise l’altra sistemandosi la morbida sciarpa rossa intorno al collo così da proteggersi dal freddo.
Elsa alzò lo sguardo e incontrò quello della ragazza, aveva una strana luce negli occhi segno che stava organizzando qualcosa..
-Astrid a volte ho paura di te sai?- detto ciò gettò a sua volta il bicchierino contenente una, oramai finita, cioccolata alla menta dentro il cestino e prendendo l’amica a braccetto si incamminò con lei verso le residenze universitarie.
 
-•-•-•-
 
 
Hiccup era senza ombra di dubbio più mattiniero del suo fidanzato, si era alzato tranquillo intorno alle sette e lasciò un bacio sulla fronte al ragazzo che amava ed era andato a farsi una doccia lasciandolo ancora tra le braccia di Morfeo. Adorava vederlo dormire, se non fosse per il fatto che non poteva vedere quegli occhi azzurri capaci di farlo impazzire.
-Jack? Ti sei alzato?- lo chiamò dal bagno -Oh andiamo, farai tardi!- dopo l’ennesimo richiamo uscì dalla stanzetta con i boxer addosso e rientrando in camera, notò subito che Jack non si era alzato, infatti era lì dove lo aveva lasciato, avvolto tra le lenzuola e le coperte ancora, apparentemente, addormentato. Hic non potè fare  a meno di sorridere e dopo essersi infilato addosso la prima cosa che gli era passata tra le mani, si sedette sul letto dal lato del ragazzo e lo scosse appena.
-Andiamo Jack alzati..-
Al moretto mancò il respiro quando vide quegli occhi azzurro cielo puntarsi nei suoi verde foresta. Era come sempre un’emozione senza parole, fin dal primo momento in cui aveva messo piede nella stanza e nella sua vita, Jack riusciva ad emozionarlo anche semplicemente guardandolo, i suoi occhi e il suo sorriso erano tutto ciò di cui aveva bisogno per poter vivere felice.
-Su il professor Scar ti sbrana se entri in classe a lezione iniziata..-
Jack d’altro canto non rispose ma, tirò il suo fidanzato di nuovo steso sul letto e gli rubò un bacio.
-Buongiorno..- gli sorrise e Hic sapeva che non c’era cosa più bella del sorriso di Jack, era capace di imbambolarlo meglio di qualsiasi altra cosa.
-Hai corso tra mezz’ora, dovresti prepararti..-
L’albino gli sorrise ancora e per tutta risposta recuperò il cellulare da sotto il cuscino e gli mostrò un messaggio che gli era stato mandato dall’assistente del professore.
La lezione era stata rimandata.
-Dovrai sopportarmi stamattina..- Jack non potè non sorridere di nuovo quando notò un piccolo bagliore negli occhi di Hiccup alla notizia e il cuore di quest’ultimo perse un battito davanti a quel sorriso.
-Che rottura, e io che speravo di restare tranquillo a studiare solo soletto senza nessuno che mi rompesse- Hic gli fece il verso e si sporse appena per baciarlo, ma Jack si spostò lasciandolo sorpreso, in particolar modo, quando lo atterrò sovrastandolo.
-Preferisci davvero che me ne vada?- gli chiese l’albino, carezzandogli appena il viso e il profilo del collo con le labbra.
-Spero che tu stia scherzando Jack..- sospirò appena Hiccup e alzò il viso per incontrare le sue labbra.
Jack rise appena sulle labbra del fidanzato ma la risata gli si spense quasi subito, le sue labbra erano un invito che non poté rifiutare infatti vi indugiò per alcuni istanti che gli sembravano infiniti, Hiccup era il dono più bello che la vita poteva fargli, non chiedeva nient’altro che restare con lui per quanto più tempo era possibile.
La paura che avevano provato entrambi in quei mesi era oramai un ricordo lontano.
La paura di essere respinti, la paura dell’essere rifiutati dall’unica persona di cui realmente gli importava..
“Che idiozia” non potevano saperlo, ma pensarono la stessa cosa all’unisono.
Se ora si guardavano negli occhi, leggevano entrambi le stesse identiche emozioni senza nome e una pace che si poteva sentire soltanto restando affianco alla propria anima gemella. Accanto a quella persona con la quale divideresti l’eternità se solo fosse possibile.
 
-•-•-•-
 
Il piano di Astrid era semplice: separare i due per l’intera serata lasciandoli ingelosire a vicenda con abbracci e risate, con quell’affinità che si poteva avere solo con qualcuno di speciale e loro lo erano. Astrid era la migliore amica di Hiccup; a parte Jack, tra i suoi amici nessuno aveva più rilievo di lei. Jack d’altro canto prima di conoscere Hiccup, era convinto di amare Elsa ed era per lui molto più di un’amica, una confidente, una sorella. Entrambe.. avrebbero potuto farli morire di gelosia anche solo con un abbraccio concesso all’amico in questione.
-Astrid ma sei davvero sicura di tutto ciò? E se finissero col litigare?- chiese Elsa mentre sistemava dei punti luce nei lunghi capelli biondi che per l’occasione aveva lasciato lunghi sulle spalle.
-Certo, così imparano ad ignorarci per tempi così prolungati. Chi si credono di essere quei due, va bene essere innamorati, ma ora esagerano se iniziano col non rispondere neanche a dei semplici messaggi.- se fosse stato per l’altra, il piano sarebbe stato ben peggiore, ma dopotutto, voleva bene ad entrambi e vederli soffrire non era certo ciò che desiderava, come neanche rovinare la festa di compleanno di Elsa.
La festa era stata organizzata in casa, Elsa all’inizio era contraria, come se non lo fosse stata abbastanza, ma era comprensibile dopotutto. Da quando i suoi genitori erano morti quattro anni prima in un tragico incidente stradale, Elsa si era sempre occupata di tutto; essendo maggiorenne, le avevano affidato la custodia completa della sorella minore.. ecco perché una festa in casa non le sembrava molto adatta. Ci era voluto un po’ per togliersi di torno gli assistenti sociali, soprattutto perché ora Anna era maggiorenne altrimenti..
-In quanti hanno confermato?- chiese, sistemandosi il vestito azzurro la sorella minore di Elsa, Anna, distraendola dai vari pensieri.
-Una cinquantina di persone- le rispose Astrid che, dopo aver controllato il display del cellulare, si concentrò sull’abito rosso che le aderiva addosso come una seconda pelle fino alla vita per poi scendere più morbido sulle gambe. –E pensare che gli invitati erano solo una decina!- a quell’affermazione ci mancò poco che Elsa avesse un mancamento.. o un principio di infarto.
-Che cosa?!-
-Tranquilla sorellona. Più siamo più ci divertiamo!-
Anna sembrava entusiasta della cosa gironzolava per la stanza alla ricerca di forcine e lacca come un uragano. Astrid non era da meno, con più gente del normale sarebbe stato facile dividere gli “inseparabili”.
-Ho già detto che non credo sia una buona idea?- sentendola le organizzatrici della festa sbuffarono sonoramente per poi ridere all’unisono.
-Ad ogni modo, verrai mercoledì vero Astrid?-
-Tranquilla, non solo verrò mercoledì, ma saremo soltanto noi. Nessun invitato extra Elsa puoi rilassarti.-
-In quel caso, è Natale, non credo che Elsa caccerebbe fuori qualche imbucato.- Anna rise, era ancora incollata allo specchio alla ricerca di un modo particolare per sistemare i capelli.
-Anna..- Elsa sembrò voler dire altro ma si fermò. –No nulla, sei disarmante.-
-Grazie Elsa.-
Anna era il suo completo opposto non c’era nulla da fare. Sole e Luna. Giorno e Notte. Due facce della stessa medaglia, ma nessuna poteva esserci senza l’altra.
-Ah.. Elsa..- Astrid le si avvicinò e le sistemò il piccolo strascico del suo vestito argentato e le tirò indietro alcune ciocche per applicarvi altri punti luce.
–Non mandare tutto all’aria- detto ciò le fece l’occhiolino e andò a controllare l’arrivo degli invitati, lasciando la ragazza un po’ tesa. Non voleva ferire i due ragazzi, erano così felici.. e non vedeva Jack così felice da tanto tempo..
-Anna, credi che sia una pessima idea?-
-Ingelosirli a vicenda? Perchè? Fino a che non fate qualcosa del genere anche con me e Kristoff, è un’idea magnifica-.
Elsa non poté fare a meno di ridere nel sentire ciò che disse la sorella e accantonò l’immagine di un Jack che piangeva sulla tomba della sorella più piccola. Si, Hic era tutto ciò di cui il suo migliore amico aveva bisogno.
-Forse mi hai dato una splendida idea per il futuro.-
La sorella minore, da prima sconvolta, si unì alla risata della maggiore ed entrambe poi si avvicinarono alla porta per raggiungere gli invitati nel salone principale della casa stile tudor che i loro genitori avevano comprato prima della nascita di Anna.
 
-•-•-•-
 
-Ragazzi finalmente! Credevamo che non veniste più!-
-Hai ragione Astrid, siamo stati trattenuti- si scusò Hiccup che era “stranamente” rosso sulle guance, sembrava quasi imbarazzato a differenza di Jack che era il ritratto della tranquillità.
-Si, certo.. e immagino che il tuo nuovo “tatuaggio” sul collo c’entri qualcosa con questo vostro ritardo..-
Il lieve rossore del moretto arrivò fino alla punta delle orecchie quando Astrid finì di parlare.. Jack invece non riuscì a non ridere sta volta.. risata che fu interrotta solo quando incontrò l’occhiataccia che Hiccup gli stava lanciando.
-Scusa amore, ma era difficile trattenersi- detto ciò l’albino gli circondò la vita con un braccio e gli diede un bacio sul “tatuaggio”-Oramai siamo stati scoperti è inutile imbarazzarsi.- continuò con un sorrisetto.
-JACK!- Hiccup si passò una mano sul viso e fu sollevato nel vedere la figura di Elsa che si avvicinava, il regalo e gli auguri avrebbero aiutato a cambiare argomento.
-Elsa! Non sai come sono felice di vederti..- ed era vero in ogni senso immaginabile.
-Hic, non mi aspettavo un tale saluto- era arrivata in quel momento, ma notò subito anche lei il marchio e non potè non sorridere appena, anche se cercò di mantenere un comportamento più posato.
-Jack non marchiare le persone..- l’ammonizione che doveva essere l’ancora di salvezza di Hic servì soltanto a farlo sprofondare.
-Mi chiedo da quando vi interessi dopotutto. E’ come quando si mette il nome sui giocattoli, l’unica differenza è che Hiccup non è un giocattolo, ma è lo stesso solo mio e tutti devono sapere che le mie “cose” non si toccano-
Allo sproloquio di Jack stavolta fu Hiccup a ridere anche se non poteva immaginare che il suo ragazzo l’avesse fatto per far ridere di se e non di lui.
-Comunque.. Buon Compleanno Elsa, spero che il regalo ti piaccia- detto ciò le diedero un bacio sulla guancia a vicenda e Jack le porse un cofanetto di velluto blu. Il regalo l’avevano scelto insieme lui e Hiccup in una gioielleria del centro. Era una catenina d’argento con un piccolo punto luce come ciondolo.
-Ragazzi.. non dovevate.. è.. è bellissima vi ringrazio.- ora iniziava a sentirsi in colpa per ciò che dovevano fare. Abbracciò entrambi e tirò fuori la catenina dal fodero. –Jack mi aiuteresti a metterla?- chiese, dandogli la schiena e spostando appena i capelli dal collo per facilitargli il tutto.
Astrid invece, dato che Elsa aveva iniziato, si avvicinò ad Hiccup e lo prese a braccetto, poggiando appena il capo sulla sua spalla con un finto sospiro.
-Cosa c’è, non dirmi che volevi un regalo anche tu?- rise appena Hiccup scompigliandole la frangetta; la ragazza non si era mai comportata così e gli sembrava sospetto..
-Nulla, prima pensavamo a quanto tu e Jack oramai siate inseparabili e ci chiedevamo cosa sarebbe accaduto se Elsa avesse aperto gli occhi prima sui sentimenti che Jack provava per lei, se ora sareste stati amici o lo stesso fidanzati vuoi due.-
Il ragazzo imprecò mentalmente, non poteva non sentirsi a disagio quando gli lasciavano immaginare Jack tra le braccia di qualcun altro.. e quando questo qualcun altro era Elsa, il cuore sembrava che gli si fermasse, come se Jack l’avesse abbandonato realmente per lei. L’unica ragazza per cui avesse mai provato qualcosa era Elsa, e queste erano parole dell’albino non certo le sue.
Glielo disse la prima volta che “toccarono” l’argomento. Se avesse potuto amare una ragazza, quella sarebbe stata soltanto Elsa, e lo notava ogni volta che li osservava ridere o scherzare insieme.. come anche ora del resto.. ora che erano talmente vicini da potersi baciare addirittura se fosse stato voluto da entrambi..
 
 
-Certo che sei stato fortunato Jack-
-Riguardo cosa?- l’albino non capiva a cosa si riferiva, alla collana? No era difficile conosceva i suoi gusti, prediliva le cose semplici e quella collana era perfetta.
-Parlavo di Hiccup e Astrid, sono stati fidanzati per qualche anno. Se non si fossero lasciati chissà se voi due vi sareste mai incontrati, probabilmente avrebbero coabitato vicino l’università e Hic non avrebbe mai preso la camera al dormitorio..-
“Ho deciso di chiedere ad Astrid di riprovarci..” la sera in cui gli la sera in cui gli rivelò i propri sentimenti furono quelle le parole che lo spinsero a dichiararsi, a rischiare il tutto per tutto.. eppure era tutto così strano, quei casi della vita erano imprevedibili.. Mentre si ritrovava a pensare ciò, si voltò mentre Elsa faceva altrettanto e finì con lo sporcarsi appena il collo, dato che era più alto di lei, col rossetto di quest’ultima.
-Oddio Jack scusami!- non era previsto quindi erano davvero delle scuse.
-Non preoccuparti, è solo rossetto si toglierà senza problemi.- si voltò per tornare da Hiccup, ma era sparito per cui, dato che Elsa non lo lasciava andare via, restò con lei.
Ma dove potevano essersi cacciati lui e Astrid?
 
-•-•-•-
 
La festa fu un successo, gli invitati si erano divertiti molto e la cosa importante per le ragazze, erano riusciti a tenerli separati per tutto il tempo o quasi. Alla fine della serata i due erano scappati, dandosi appuntamento all’auto. Non avevano considerato il taglio della torta e alcune foto di gruppo, perché fu allora che si erano riuniti fuggendo via.
-Perché mi sembra una fuga romantica?- chiese il moretto mentre si infilava il casco.
-Perché ci hanno tenuto separati per quasi quattro ore e il nostro massimo senza messaggi è venti minuti?- gli fece il verso Jack mentre aspettava il ragazzo per partire.
Durante il tragitto Hic non era affatto tranquillo anzi, quella chiacchierata ad inizio serata con Astrid l’aveva turbato e se considerava che il suo fidanzato era stato “tra le braccia” della ragazza che un tempo amava per tutta la sera lontano da lui, gli dava un moto di gelosia.
Si era stata Astrid a farli separare, ma d’altro canto, perché lui non era andato a vedere che fine avesse fatto?
Una volta in camera osservò Jack gironzolare per la stanza iniziando a spogliarsi e fu allora, quando tolse la cravatta iniziando a sbottonare la camicia, che notò uno strano segno sulla pelle del ragazzo.
-Jack, cos’è quel segno?- era rosso e dalla forma un po’ strana.. gli si avvicinò meglio e l’osservò, aveva tutta l’aria di essere un “marchio”, ma era certo di non essere stato lui a farglielo.
-Jack?..-
-Uhm?- l’albino si avvicinò allo specchio e si esaminò, aveva dimenticato l’accaduto del rossetto ne tanto meno adesso se ne ricordava. –Deve essere un marchio che mi hai fatto tu.-
-Io non ti ho fatto alcun marchio Jack.. da dove salta fuori?– la voce di Hic sembrava volesse tremare, ma non lo faceva, gli avevano insegnato che non si doveva piangere davanti a niente e a nessuno, qualunque sia l’accaduto. Un Haddock non avrebbe versato lacrime da femminuccia.
-Hic, non crederai davvero che..-
-Sei stato con Elsa tutta la sera vero?..- Hiccup lo interruppe e Jack non poteva credere alle sue orecchie. Davvero credeva che?..
-Hiccup. Non crederai davvero ciò che penso?!- non aveva parole, come poteva anche solo immaginarlo?
-Io credo a ciò che vedo Jack, un marchio che io non ti ho fatto dopo una sera che sei stato a braccetto con Elsa lontano da me.-
-Anche tu sei stato tutta la sera con Astrid, non ti ho mica accusato di avermi tradito mi sembra.-
-Io non ho un succhiotto sul collo e rossetto sulla camicia.-
Nel sentire quelle parole nella memoria di Jack si accese come una lampadina. Il rossetto.. ma certo doveva essere quello.
-Hic lascia che ti spieghi..-
Mai frase fu interpretata peggio. Hiccup gli diede la giacca e lo spinse fuori dalla stanza senza dire neppure una parola. –No, Hiccup aspetta! Non è come credi!- ma era troppo tardi. L’aveva sbattuto fuori dalla stanza chiudendo a chiave la porta. –Hic ti prego! Ascoltami!- ciò che ottenne fu l’eco della musica, aveva acceso lo stereo per non ascoltarlo.. Per fortuna aveva il cellulare nella tasca dei pantaloni, così chiamò Aster e gli chiese una specie di asilo politico a casa sua per quella notte.
Non riusciva a credere che Hiccup non gli avesse lasciato neanche il tempo di parlare. Davvero credeva che l’avesse tradito? Davvero credeva che l’amore che provava per lui fosse così volubile? Non ci capiva più niente, un attimo prima non vedeva l’ora di coricarsi cullato dal battito cardiaco del ragazzo che amava.. e quello dopo era fuori sotto la neve ad aspettare che Aster lo andasse a prendere..
 

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Capitolo 2
*** You are.. ***





2
1 Dicembre
 
 
Stories in his eyes
Love for every true heart that it sees.
 
 
-Hiccup ti prego! Ascoltami! Non è come credi!-
La voce di Jack arrivava ovattata e distante, un po’ era merito della musica che la sovrastava. Non voleva ascoltarlo né tantomeno vederlo.. non fino a che la rabbia gli montava in corpo in quel modo.
-Vattene!-
Aveva sempre creduto che l’ipotesi di un tradimento, da parte di Jack, fosse un qualcosa d’irreale. Un qualcosa che non sarebbe mai potuto accadere.
-Hiccup ti prego ascoltami dannazione!-
 
 
 
22 Dicembre
 
Hiccup non chiuse occhio per tutta la notte. Non riusciva a dormire senza Jack accanto, il suo abbraccio dolce ma allo stesso tempo possessivo era tutto ciò che gli serviva per dormire sonni tranquilli. Ora osservare il suo posto vuoto, gli riempiva il cuore di tristezza. Perché lo aveva fatto? Cosa più importante.. Che cosa avrebbe fatto lui ora? Aveva evitato l’argomento cacciandolo fuori, dalla sua stessa stanza per giunta... forse era lui quello che doveva andar via, doveva recarsi in segreteria e chiedere un cambio di stanza ma la sola idea di dover lasciare quella stanza piena di ricordi, gli provocava un groppo alla gola.
La voce di Jack che lo implorava di ascoltarlo era diventa un disco fisso nella sua testa. Ascoltare cosa poi? Come lo aveva tradito? Del modo in cui aveva capito, che il suo amore per lui era tutta una bugia? Doveva dirgli quanto amasse davvero Elsa? Il cellulare squillò in quel momento e sul display apparve la foto di Astrid. Non aveva voglia di parlare ma rispose lo stesso, altrimenti chissà quale idea brillante sarebbe apparsa nella mente dell'amica.
-Pronto?-
-Devo portare un cero in chiesa hai risposto alla prima chiamata! Dì a Jack che lo strozzo se non viene immediatamente.-
Hic ebbe un sussulto. Perché non era andato agli allenamenti? Ah certo aveva tutto in camera.
-Jack non è qui chiedi..-
-Si, certo non è lì.. Buttalo giù dal letto e non coprire i suoi sbagli!-
-Astrid, Jack non è qui come devo dirtelo? Chiedilo a Elsa.. É la sua ragazza dopotutto, saprà dov'è il suo fidanzatino no?-
-Ma no, Elsa è qui e non.. Aspetta ma che stai dicendo!-
-Io e Jack non stiamo più insieme. Dove si è cacciato, non è affar mio. - Detto ciò chiuse la telefonata e buttò il cellulare sotto il cuscino di Jack e affondò il viso nel suo. Non voleva sentirlo neanche nominare.. Non aveva smesso di amarlo tutt'a un tratto. Lo amava e sapeva bene quanto dolore gli causava la sua lontananza, ma un tradimento non poteva sopportarlo.
 
-Dove hai intenzione di andare Jack?-
Aster gli bloccava l'uscita. Non avevano una corporatura molto diversa ma lui aveva la capacità di farlo sentire una formica in momenti come quelli.
-Devo andare da lui Aster! Lasciami uscire, non puoi mica tenermi qua!- voleva vederlo, voleva spiegargli tutto, voleva dirgli che era tutto un malinteso, che tra lui ed Elsa non c'era nulla e che amava solo lui.. Lo aveva cacciato addirittura dalla stanza, la prima cosa che avrebbe fatto probabilmente sarebbe stata andare in segreteria a fare un cambio di camera e doveva chiarirsi prima che ciò accadesse.
-Tu non ti muovi di qui. L'hai detto tu stesso ieri sera, Hic deve sbollire e quando si sarà calmato, ti porterò io stesso da lui. Non costringermi a legarti, già ti ho dovuto sequestrare il cellulare.-
-Aster andiamo! Non sono mica un prigioniero politico! Lasciami andare da lui..-
Essere così lontani lo metteva a disagio. Il loro massimo senza cellulare era di venti minuti.
-Aspetta, quando ti sei preso il mio cellulare?-
-Mentre eri in bagno ma tranquillo ti sei perso solo una ventina di telefonate di Astrid.- disse l'altro affettando le carote per l'insalata. Era ora di pranzo dopotutto e Aster era vegetariano dopotutto. Non avresti mai trovato carne a casa sua, un appartamento nella cittadina vicino l'università. Aveva preferito affittare una casa propria piuttosto che stare in quelle stanzette universitarie dove si doveva dividere la stanza, se necessario.
-Ti farà bene stare un paio di giorni senza Hiccup, anzi farà bene a entrambi vedrai.-
Aster non sapeva cosa significava per lui stare lontano da Hiccup.. Era come essere in mare aperto e annegare lentamente. Hic era diventato tutto per lui, era l'ossigeno di cui aveva bisogno per vivere. Non poteva stare lontano da lui.. Dai suoi occhi.. Dal suo sorriso.. Non per così tanto.
 
 
23 Dicembre
 
 
Per Jack era arrivato il limite. Due giorni senza Hiccup erano troppi per lui. Doveva vederlo e chiarire tutto o sarebbe impazzito. Per fortuna Aster gli aveva dato dei vestiti, gli stavano un po' larghi ma nulla che una cintura non potesse mantenere. L'ostacolo maggiore era eludere la sorveglianza di Aster ma gli bastò uscire dalla finestra che dava sulle scale antincendio per essere libero.
Girato l'angolo del vicoletto gli bastò poco meno di un secondo per riconoscere la figura di Hiccup, era di spalle ma era impossibile per lui non riconoscerlo, e poi quante persone, in un’unica cittadina, portavano una protesi?
-Hiccup!- lo chiamò avvicinandosi a passo veloce. L'altro sussultò appena e si voltò, a Jack mancò il respiro nel vedere nei suoi occhi verde foresta così cupi. -Hiccup lasciami parlare..-
-Immaginavo fossi a casa di Elsa ma tanto meglio. Ero venuto a portarti degli abiti e a dirti che il ventisette sarei andato in segreteria a chiedere una nuova stanza.-
-No, Hiccup frena non correre di fantasia per favore lasciami parlare.-
-Non abbiamo nulla da dirci Jack.- detto ciò s’incamminò per andar via e in quel momento aprì il portone Aster, che era sceso a recuperare il borsone.
-Da dove salti fuori te?- non si era reso conto della fuga dell'albino e osservando Hic andare via non poteva far si che gli corresse dietro, non era ancora il momento adatto, era passato poco tempo ma alla fine non poté far altro che andargli dietro poiché Jack era riuscito a superarlo.
-Hiccup fermati!- iniziò dapprima a camminare velocemente per poi iniziare a correre nel vederlo sparire dietro altre persone. Non poteva lasciarlo andare via.. Dovevano chiarirsi, doveva dirgli quanto lo amava e che nulla al mondo avrebbe potuto offuscare quel sentimento incondizionato.
-Hiccup!- a un tratto non lo vedeva più.. Era sparito nel nulla, come un ologramma.
-Jack..- era Aster, non era stato difficile raggiungerlo. -Ti prenderai un malanno stupido- e, in effetti, era vero. Jack indossava solo una camicia, jeans e scarpe a parte.
-Non m’interessa Aster devo trovarlo.. Devo dirgli tutto.. Devo.. Devo..- dietro di Aster c'era un incrocio e poco lontano la folla si stava radunando.
"È terribile" diceva una signora che portava a spasso un bassotto. "Povero ragazzo.." diceva un altro.. "L'autista non l'ha proprio visto"... "ma no è lui che non ha guardato"
-Che sta succedendo Aster?- il dubbio non si era insinuato nella sua mente, neanche la vaga idea. Scansate le persone curiose da Aster, Jack avanzò fino a che l'amico non si fermò all'improvviso, come bloccato.
-Aster, scansati!- evitato lui, passando davanti ad un ragazzo, Jack restò immobile anche lui, come una statua di sale.
-Hiccup..- il respiro gli si mozzò e un lieve tremore s’impossessò di lui. -Hiccup!-
Aster non provò neanche a fermarlo, Jack si gettò in mezzo alla strada raggiungendo il ragazzo steso a terra.
-Hiccup.. Ti prego di qualcosa..- non lo mosse per paura di peggiorare la situazione, ma per un secondo gli sembrò di vedere quell'immenso verde foresta che tanto amava.. -Hic.. Amore mio ti prego..- gli carezzò il viso con una mano, mentre con l'altra gli aveva preso la sua. -Hiccup..- il tremolio non smise neanche per un secondo e si allontanò da lui soltanto all'arrivo dell'ambulanza.. Aster gli si avvicinò per tirarlo su -Jack forza..- l'ambulanza stava per partire.. L'infermiere lo osservò e prese dei moduli mentre un altro si occupava di Hiccup -Dovreste rispondere a qualche domanda, siete un parente?-
-Sono il fidanzato..- diede un ultimo sguardo ad Aster e salì sull'ambulanza.
-Vi seguo tranquillo.- lo rassicurò correndo indietro, a prendere la macchina per seguirli.
Il cervello di Jack in quel momento non collegava nulla. Davanti ai suoi occhi aveva ancora l'immagine di Hiccup steso sull'asfalto.. I capelli castani disfatti.. Il respiro corto..
-Nome?- l'infermiere aspettava una risposta.
-Hiccup.. H. Haddock..-
-Allergie?-
-Nessuna..-
La strada fino all'ospedale sembrava infinita. Avrebbe scaraventato via l'autista e preso il suo posto per poter correre davvero, altro che quella presa in giro.
-Volete darvi una mossa? Avete una sirena usatela!-
-Si calmi, stiamo facendo del nostro meglio.-
-Il vostro meglio non è abbastanza!-
In ospedale non lo lasciarono avvicinare più di tanto alla barella del pronto soccorso, c’era stato un incidente sull’autostrada e il luogo sembrava sotto assedio. Era pieno di feriti, nell’incidente doveva aver coinvolto un autobus.
-Si può avere una qualsiasi informazione!- Jack non riusciva più a star con le mani in mano, incidente o meno dovevano dargli delle informazioni su Hiccup o sarebbe impazzito. Fu solo grazie a Aster che riuscì a fermare un medico per sapere qualcosa e ad avvicinarsi alla barella, lo avevano collegato a una flebo e come se non ci mancasse altro era ancora privo di coscienza.
-Non abbiamo tempo, abbiamo casi più importanti a cui pensare..- detto ciò il medico provò ad andare via ma Jack con uno slancio lo bloccò al muro facendo sussultare anche Aster.
-Pretendo di sapere cosa ha il mio ragazzo adesso! Perché non si sveglia?-
Il medico sospirò e prese una cartella da un mobiletto tra due barelle, lesse i risultati e sospirò.
-Mi dispiace comunicarvi che il paziente, in seguito alla collisione con l’auto, sono state rilevate delle lesioni traumatiche.. che hanno provocato uno stato di coma. Ora se permette, devo andare.- detto ciò andò via o almeno ci provò, Aster lo prese in disparte e lo bloccò al muro per il camice e gliene disse di tutti i colori per il tatto usato nei riguardi dell’amico.
Jack non aveva ascoltato tutta la frase.. Era scivolato sul pavimento e fissava il vuoto assoluto.. Cosa gli aveva detto il medico? Hiccup.. era entrato.. in coma? No.. doveva essere uno scherzo organizzato per fargliela pagare di qualcosa.. ma certo doveva essere così.. forse di Astrid.. No.. purtroppo non poteva essere così.. era uno scherzo troppo crudele per poter essere stata lei ad organizzarlo.. neanche per vendicare Hic di quel presunto tradimento.
Si alzò appena e quasi inconsciamente si riavvicinò alla barella sedendosi su una sedia accanto a lui. Poggiò la mano sulle sue e le strinse appena osservando il suo viso, aveva qualche graffio ma per lui era sempre magnifico, qualsiasi difetto potesse avere. Poggiò appena la fronte contro la sua per un breve istante, gli sembrava che stesse semplicemente dormendo e che da un momento all’altro si potesse svegliare rimproverandolo perché non l’aveva svegliato prima per un corso.
-Hiccup.. non.. non puoi lasciarmi.. riapri gli occhi per favore..- si sentiva come se il mondo gli fosse crollato addosso, come avrebbe fatto senza di lui.. non si rese conto neanche delle lacrime che gli stavano rigando il viso.
-Hiccup.. volevo che mi ascoltassi.. ma non a questo prezzo..-
Aster stava ritornando da lui ma vedendolo in quello stato preferì allontanarsi e parlare con altri medici prima di chiamare Astrid e gli altri..
-Tra me.. ed Elsa.. non c’è stato mai nulla Hiccup.. mi ha sporcato per sbaglio col rossetto nulla di più.. e tu ora..- poggiò la fronte sul materassino e all’improvviso si rese conto che qualcosa di freddo gli stava bagnando il viso, era una lacrima e dopo quella ne seguirono tante altre.. pianse tutte le lacrime che poteva avere.. probabilmente non avrebbe pianto mai più in vita sua.
-Come poteva esserci qualcosa tra me e lei quando io amo te.. soltanto te.. come devo dirtelo che sei la mia vita.. sei il mio tutto.. ho iniziato a vivere nel momento in cui ti ho incontrato e aspettavo il tuo arrivo ancor prima di conoscerti.. Torna da me Hiccup per favore.. Io non credo di poter andare avanti senza di te al mio fianco, voglio sentirti ancora sbuffare quando ti disturbo mentre studi o quando ti rimando la sveglia per farti stare ancora tra le mia braccia.. o quando ancora ti bacio in pubblico facendoti arrossire, soprattutto davanti la tua aula quando ti accompagno.. Torna da me anche solo per dirmi che non vuoi rivedermi mai più..-
 
I sensi erano ancora ovattati, non capiva cosa gli accadeva intorno. Sentiva molte voci che si confondevano con le altre, ma soltanto una era quella che gli interessava. Quella di Jack. Inizialmente voleva dirgli di andare via ma insieme alla sua, ascoltò anche quella del medico..
“Coma? Per lo spirito del grande Odino! Cosa che dice?” pensò aprendo gli occhi osservando Aster portare via il medico e Jack crollare sul pavimento.. Voleva dirgli qualcosa ma vederlo così gli bloccava le parole.. quando si sollevò dal pavimento si rimise giù e chiuse gli occhi. Non sapeva spiegare perché stava facendo finta di essersi addormentato ma oramai..
Quando Jack iniziò a parlare, lo ascoltò come voleva e si sentì uno stupido per ciò che aveva fatto, ma soprattutto si sentiva male all’idea di averlo fatto soffrire a tal punto.. se solo l’avesse fatto parlare dal primo momento, gli avrebbe risparmiato tanto dolore, non aveva mai visto Jack piangere e sperava con tutto se stesso di non vederlo mai più..
–Jack?- non poteva fingere così aprì gli occhi, gli lasciò una mano per carezzargli i capelli e gli donò il sorriso più dolce che poteva fargli.
Vedere i suoi occhi azzurri riaccendersi dalla felicità fu lo spettacolo più bello a cui poteva assistere.
-Hiccup..-
 
I was lost but now I'm found
His happiness surrounds
And now I find that my dreams can come true.
 
Jack si sollevò soltanto quanto bastava per abbracciarlo, ogni parola era superflua.. Hic era sveglio non poteva importargli più di nulla al mondo, stava bene, era tornato con lui.. cosa poteva desiderare? Nell’abbraccio si lasciò andare in un ultimo sfogo silenzioso.. Aveva avuto paura. Paura di perderlo senza poter far nulla per salvarlo. Paura di perdere l’unica persona che aveva mai amato nella sua intera esistenza.
-Jack!- la voce di Aster che lo chiamava lo fece sollevare appena e Hiccup gli asciugò alcune lacrime sulle guance. Quell’idiota del medico ha preso la cartella clinica di un altro! Hiccup sta bene!-
 
Cause I'm gonna love you for the rest of my life
I'm holding you safe here in this heart of mine
 
Era difficile descrivere ciò che l’albino provasse in quel momento. Forse bisognava partire dalla gioia che provava nel sapere che il ragazzo stava bene e non aveva mai rischiato di perderlo, oppure dalla rabbia e la voglia che aveva di prendere a pugni quel medico disgraziato.. o forse ancora semplicemente dall’imbarazzo che Hiccup aveva potuto ascoltare tutto ciò che gli avesse detto..
-Hai.. sentito tutto?- gli chiese con un mezzo sorriso mentre si passava una mano tra i capelli.
-Ogni singola parola.. e ti dirò..- il moretto si sollevò appena e afferrò la camicia che indossava per tirarlo giù alla sua altezza, dove gli rubò un bacio piccolo ma pieno di significato.
Anch’io ti aspettavo quando ancora non ti conoscevo..- gli sorrise e a quelle parole fu Jack a baciarlo di nuovo ignorando le parole di Aster che lo rimproveravano. Aveva di nuovo la sua ragione di vita, non gli interessava altro..
 
I can't live without you
cause my soul would die
You know I'm telling the truth,
I'll spend the rest of my life
loving you



 
Salve salvino cari vicini <3 mi rendo conto che non ho scritto nulla nella precedente FanFic ahah xD ma comunque.. allora questa fanfic è stata pubblicata in mega ritardo, anche se avevo già concuso il capitolo agli inizi di Dicembre.. mea culpa.. 
Detto ciò, spero che vi sia piaciuta e avviso già da ora che forse mi ci vorrà un po' per scrivere il terzo e ultimo capitolo, l'intenzione iniziale era di concluderla qui ma avrei voluto scrivere un capitolo natalizio per cui in ritardo lo scriverò però xD
Volevo dire che alla fine tutte queste fanfic sparse, per così dire xD, sono tutte legate alla fin fine quindi questa è l'ultima per così dire singola. Le racchiuderò tutte in una raccolta indefinita :)

Ora credo di essermi dilungata troppo e mi dispiace per cui scusatemi xD
XoXo
SQ

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Capitolo 3
*** You Are 1.0 ***


                                                                                       

 
-Hiccup.. non.. non puoi lasciarmi.. riapri gli occhi per favore..-
 
Quando e come era iniziato tutto, non lo sapevano neanche loro.. Forse fu tutto grazie all’incidente stradale il giorno prima della vigilia di natale, forse furono le lacrime che Jack versò su quel lettino d’ospedale in quei dieci minuti in cui Hiccup non riprendeva conoscenza.. o forse fu semplicemente la paura del ragazzo di perderlo del tutto.
Il medico gli aveva riferito che era entrato in uno stato di coma irreversibile e in quel momento fu come se il mondo avesse perso tutti i suoi colori, i sapori, gli odori.. come se avesse perso un po’ della sua luce. Perché per Jack non c’era altra luce paragonabile al sorriso di Hiccup, era la sua forza, la sua vita, era tutto ciò di bello che lui avesse e quel individuo gli aveva appena detto che non avrebbe più ascoltato la sua risata, che non avrebbe più visto i suoi meravigliosi occhi verdi.. quegli occhi capaci di vedere oltre qualsiasi apparenza, trucco o inganno, perché con Hiccup era tutto così, era una scoperta che andava fatta giorno dopo giorno e dietro ogni scoperta c’era di sicuro altro ancora da scoprire.
 
-Hiccup.. volevo che mi ascoltassi.. ma non a questo prezzo..-
 
 No, non era tutto bianco o nero, rosa o blu.. esistevano altri colori, altre sfumature e ancora altro.. tanto altro. Tutto era un’avventura o una cosa nuova, Hiccup gli aveva sempre detto che con Jack era tutto un divertirsi, gli aveva sempre detto che non pensava mai alle conseguenze e che a volte ammirava il suo vivere la vita istante dopo istante.. ma ciò che Hiccup non sapeva era che se Jack aveva tutta quell’allegria, quella gioia di vivere.. era solo grazie alla forza che lui stesso gli trasmetteva giorno dopo giorno con i suoi sorrisi, con le sue preoccupazioni, col suo amore.. Ovvio, lui era sempre stato un tipo allegro, uno un po’ spaccone a cui piaceva far star bene gli altri incurante delle conseguenze che, determinate azioni, avrebbero potuto comportare. Un po’ come quando, in terza elementare, per far ridere un compagno di classe, di cui ora non ricordava neanche il nome, rischiò di farsi espellere perché aveva allagato il bagno degli insegnati..
Ok, forse non era la cosa più adatta da fare ma, funzionò e per lui era quello l’importante, anzi, ora che ci pensava bene.. quella fu la prima volta in cui aveva fatto ridere qualcuno per farlo sorridere.. Ricordava che quel bambino era preso di mira praticamente da ogni bulletto dell’istituto e farlo ridere, gli riempì il cuore di gioia..
Scosse il capo dai suoi pensieri e strinse maggiormente la mano di Hiccup.. ora come ora.. l’importante per lui era rivedere quegli occhi verdi.. e quelle labbra rosee sorridergli ancora.. voleva sentire la sua voce.. anche solo per dirgli che era un idiota. Voleva sentire qualsiasi insulto potesse esistere, avrebbe accettato ogni calunnia se.. se a dirla era lui. Perché ciò significava che era ancora lì, che stava bene e che.. Andava tutto bene..

 
 
Ho iniziato a vivere nel momento in cui ti ho incontrato e
aspettavo il tuo arrivo ancor prima di conoscerti..
Torna da me anche solo per dirmi
che non vuoi rivedermi mai più..

 
 
-Jack..-
-Hiccup..-
-Anch’io ti aspettavo quando ancora non ti conoscevo e.. credo di doverti dire qualcosa..-
A Jack non importava nulla, cosa poteva aver più importanza dell’aver scoperto che Hiccup non era mai stato in pericolo?
-Ricordi quando in terza elementare avevi allagato i bagni della scuola per far ridere quel bambino che tutti prendevano in giro?-
-E tu come fai a saperlo? Non ho mai detto a nessuno il motivo..-
Non c’era bisogno di dire altro.. quel sorriso sul viso di Hiccup bastava a fargli capire tutto.. Ancora una volta Jack si sorprese di quanto Hiccup fosse importante nella sua vita. Se era la persona che era, era per merito suo.
-Tu?-
-Io.-

 

-xSpecialx-

Salve, spero che questo special vi sia piaciuto, non so bene come definire ciò che è.. ringrazio già ora sia chi commenterà, sia chi non lo farà <3 vi voglio bene lo stesso <3

Snow Queen

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