Frozen

di The Mad Tinhatter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sacrifice ***
Capitolo 2: *** Fighting and Loving ***



Capitolo 1
*** Sacrifice ***


Frozen

Cap. 1: Sacrifice

“I would stop running
If I knew there was a chance
It tears me apart to sacrifice it all
But I’m forced to let go…” Frozen – Within Temptation

Mi guardi, i tuoi occhi profondi dentro ai miei.
- Ci hai pensato?
Se ci ho pensato. Per tutta la settimana, la tua è stata la domanda ricorrente nella mia mente. Mi era sembrato facile rispondere, ad un certo punto. Facile come scegliere tra la vita e la morte, tra la libertà e la prigionia.
Annuisco. Non so cosa tu riesca a leggere dai miei occhi. Si dice che guardando negli occhi una persona si riesca a capire cosa stia provando. Chissà se è vero.
A volte la decisione giusta da prendere non è la più semplice, né tantomeno la più felice.
Ho sofferto in questa casa, soprattutto negli ultimi tempi. Costretta a compiere azioni atroci che preferirei dimenticare. Costantemente controllata.
Morzan ti ha scoperto, ha scoperto la tua identità. E tu devi scappare.
Mi chiedi di seguirti, di rifarmi una vita con te.
Non sai quanto vorrei che ciò fosse possibile.
Sembra semplice, no? Liscio come l’olio. L’uomo che ami ti chiede di seguirlo, sarebbe stupido rifiutare.
- Non posso farlo, Brom.
Vedo la tua espressione, e vorrei non aver mai pronunciato quelle parole.
Avevi detto che avresti accettato qualsiasi mia risposta, allora perché mi guardi così?
- Selena… non puoi continuare a vivere così.
Le tue parole sono vere. Tu per primo hai visto come è la mia vita qui, a palazzo. Una prigione dorata, ecco come l’hai chiamato.
Mi appoggio ad una delle colonne del porticato. Ho paura di separarmi da te. Ho paura del dolore che potrei provare. Forse è un sacrificio troppo grande per me, forse non riuscirò a resistere….
Dal primo momento in cui ti ho visto, è stato come se un velo fosse stato tolto dal mio volto. Il mondo, per me, aveva cambiato completamente aspetto.
Se Morzan mi aveva mostrato soltanto campi di battaglia aridi e inondati di sangue, tu mi hai mostrato il verde dei prati, e la bellezza dei fiori.
La rabbia di Morzan ha lasciato spazio al tuo amore.
La mia vita, la mia stessa essenza è cambiata, in così poco tempo. Ho capito che il mio ruolo nel mondo non era quello di essere la Mano Nera di Morzan.
Ho aperto gli occhi.
Ho vissuto la mia favola. Ma forse la nostra storia non è destinata ad avere un lieto fine.
- Brom… io devo restare qui.
Sento qualcosa rompersi dentro di me. Ho provato più volte questa discussione, eppure non avevo considerato questo fattore. Posso decidere di lasciarti andare da solo, ma non posso evitare di sentire quella parte di me che vorrebbe andarsene con te, quella parte che soffrirà di più. Dovrò perdere una parte di me per sopravvivere al dolore?
- Perché, Selena, perché?
Non capisci, Brom, e comunque posso considerare giusto il tuo ragionamento.
C’è stato un tempo, prima che tu arrivassi, in cui io amavo Morzan. Amavo tutto ciò che faceva, lo assecondavo in ogni sua iniziativa, anche la più orrenda e disumana. Un periodo che vorrei dimenticare.
Ma c’è ancora un elemento di quel periodo che non voglio dimenticare. Che, anzi, vorrei proteggere.
Ed è per questo che devo restare qui.
- Mamma!
Un bambino corre verso di me, un po’ incerto. Lo abbraccio, più forte che posso, e sento la cicatrice della sua ferita sotto la maglia leggera.
- Torna da Nadja, Murtagh. Gioca con lei, io arrivo tra poco.
Lui mi guarda, un po’ deluso. Sposto una ciocca di capelli neri dal suo viso. Suo padre vuole che li tenga lunghi, come lui.
Aspetto che Murtagh sia tornato dentro, poi comincio a parlare.
- Brom… non posso abbandonarlo. Non posso abbandonare mio figlio, lasciarlo solo con Morzan. Tu non hai visto cosa gli ha fatto, tu non sai di cosa è capace. L’ha colpito con la spada, ha rischiato di ucciderlo… il mio bambino….
Una madre non può restare impassibile di fronte al dolore di un figlio. È naturale che sia così, esattamente come è contro natura che una madre abbandoni un figlio senza provare il minimo rimorso.
Ho pianto tanto, in quei giorni. Mi era sembrata tanto inconcepibile, e tanto crudele, come reazione. Che colpa poteva avere Murtagh se quel giorno suo padre era più nervoso del solito? Lui gli aveva solo chiesto di giocare con lui… e Morzan, per tutta risposta, gli aveva gettato la spada addosso….
- Possiamo portarlo con noi… vivremo assieme, come una famiglia… io e te ci sposeremo, e la nostra vita tornerà normale… il potere dei draghi non ha più effetto su di me, non sono immortale… vivremo insieme, invecchieremo assieme….
È un lieto fine. Quello che vorrei, quello che sogno ogni notte. Ma è irrealizzabile.
- Brom… il nostro posto è qui. Morzan ci cercherebbe, farebbe di tutto per vendicarsi, e allora nemmeno i nostri poteri messi assieme ci salveranno… lui ci troverà, e ci ucciderà tutti….
Forse tu saresti disposto a farlo, a rischiare tutto pur di stare con me. Ma io non voglio metterti in pericolo.
- Selena….
- No, Brom. Non sai… non sai quanto mi costa… ma so che sto facendo la cosa giusta. Parti, Brom, e non addolorarti pensando a me. Io… me la caverò.
Lo so, è una bugia. Lo dico quasi per convincere me stessa, ma so che non sarà mai vero. Sentirò sempre un vuoto, proprio qui, in mezzo al petto. Il mio cuore non batterà più come prima.
Ti avvicini a me, mi prendi la mano. Cerchi di nascondere il dolore.
Mi baci, per l’ultima volta. So che non ci rivedremo mai più, ne sono consapevole. Lasci andare la mia mano, e con la tua stretta va via anche una parte di me.
- Allora… addio.
La mia risposta è un mormorio appena percettibile, sovrastato dalle lacrime.
- Addio….
Ti vedo allontanarti da me, e mi sento mancare. Cado in ginocchio, in preda ai singhiozzi. Lascio scorrere le lacrime. Passerà, ecco ciò che dico a me stessa. Arriverà, presto o tardi, un tempo in cui potrò pensare a questo momento senza piangere. Ma non ne sono sicura.
È un detto popolare, no? “Il tempo cura tutte le ferite…”…. Ma non ne sono sicura.

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Capitolo 2
*** Fighting and Loving ***


Cap. 2: Fighting and Loving

“Would you mind if I killed you?
Would you mind if I tried to
Cause you have turned into my worst enemy
You carry hate that I feel
It’s over now
What have you done?” What Have You Done – Within Temptation

Sono seduta sul letto. Penso.
Morzan ha detto di voler parlare con me. Strano. Lui ha sempre pensato prima ad agire, piuttosto che parlare.
È cambiato molto, nei miei confronti. Perlomeno, prima mostrava verso di me un minimo di rispetto. Ora non più.
Non aveva mai urlato contro di me, prima, nemmeno dopo ciò che gli ho detto quando ha aggredito suo figlio. Pensavo che, almeno in quel caso, si fosse accorto di aver sbagliato.
Negli ultimi tempi, invece, trova ogni pretesto per urlarmi addosso. Come sono vestita, le parole che gli rivolgo… nulla gli va più bene.
Ho paura che lui sappia. Forse sono cambiata così tanto da renderlo sospettoso. I miei sentimenti verso di lui sono cambiati, sicuramente sarà così anche per il mio comportamento. Non riesco più ad essere la stessa.
Da quando Brom è andato via, non sono più la stessa. Forse sono più triste, più silenziosa.
Avevo deciso di chiudere quel capitolo della mia vita, e realizzare che quella felicità non sarebbe mai più tornata. Non mi è possibile.
C’è qualcosa che mi impedisce di staccarmi da quei momenti. Lo stesso motivo che mi ha tenuta ancorata qui.
Aspetto un bambino, e so che non è di Morzan.
Poso una mano sul ventre. Non sento il bambino, ma è normale, ha solo poche settimane.
Sorrido. Questi sono i miracoli dell’amore. Brom è ancora qui, è qui con me… non mi sento sola….
Sento la porta aprirsi, e mi alzo di scatto. Morzan è in piedi, e la sua espressione non promette niente di buono. Ho paura di lui, potrebbe farmi del male, far del male al bambino….
- Morzan…. – mormoro, mentre lui si avvicina sempre di più a me. Vorrei indietreggiare, mettermi ad una distanza di sicurezza, ma c’è qualcosa che mi tiene inchiodata.
Lui mi fissa, l’espressione dura.
- Non parlare – mi risponde. Il suo tono di voce è basso, ma anche così riesce ad esprimere la sua rabbia. – So cos’hai fatto.
Ha scoperto tutto. Non so come, ma l’ha scoperto.
- Morzan… io….
- Lo sapevi, chi era, vero? Sapevi che quel bastardo non era il giardiniere, vero? Eppure… eppure non hai esitato a “farci amicizia”, giusto?
Ecco, comincia ad alzare la voce. Ho paura, ma non posso lasciar correre. Non posso lasciare che tutto scorra, come sempre. Due parole, uno schiaffo, e poi tutto come prima. No.
- Lo sapevo, Morzan.
Cerco di essere sfrontata. So che non mi gioverà, ma non posso difendermi in altro modo.
- Tu… mi… hai… tradito!
- Già, hai ragione. Ti ho tradito. Ma ti sei per caso chiesto perché l’abbia fatto?
È una domanda che non può sopportare. Perché conosce benissimo la risposta, ma non vuole ammettere i suoi sbagli e la sua violenza.
E, oltretutto, sto cominciando anch’io ad alzare la voce. Non può restare impassibile.
Lo schiaffo arriva, sonoro e potente. È così forte da farmi lacrimare gli occhi dal dolore, così potente da farmi indietreggiare, e non per la paura.
- Non parlare così a tuo marito!
La sua voce è più forte che mai, e nemmeno i miei toni più forti potrebbero sovrastarla. Cerco di ricompormi, di formulare una risposta. Non ci riesco, sono troppo scioccata.
- Potrei ucciderti, per quello che hai fatto. Ma non lo farò. Mi potresti essere ancora utile. Del resto, sgualdrinella, io ti ho ancora in pugno. Credi di esserti liberata di me soltanto perché sei riuscita ad imbrogliarmi una volta? No… io conosco il tuo vero nome, tu sei in mio potere… e poi… non vorrai che faccia di nuovo del male a nostro figlio, vero?
- Morzan… non… neanche tu… non potresti mai farlo….
È pazzo. Il suo senno deve essersi volatilizzato. Non può pensare di aggredire suo figlio solo per ricattarmi. Ma il suo sorriso diabolico non suggerisce altro. Sembra quasi che la mia espressione di dolore provochi in lui un piacere sfrenato. Mi rendo conto che, in questo momento, sarebbe capace di tutto.
- Dici? L’ho già fatto una volta, perché non potrei rifarlo?
Gode nel vedermi cadere sotto i colpi delle sue parole.
Resto in silenzio. Entrambi restiamo in silenzio.
Poi lo sento. Cerca di entrare nella mia mente, cerca di strapparmi tutte le risposte che vorrebbe. Mi concentro su una delle piastrelle del pavimento. La fisso, mi concentro completamente su di essa. Non è difficile, me l’ha insegnato Morzan stesso, per proteggermi dagli attacchi di coloro che, a quel tempo, consideravo nemici.
Sento l’attacco di Morzan affievolirsi, ma solo quando non sento più la sua mente nella mia abbasso la guardia.
Mi viene quasi da sorridere. Tutte le ore passate con lui ad allenarmi per chiudere completamente la mia mente, a quanto pare, mi sono finalmente tornate utili.
Anche se sa del mio tradimento, meglio che non sappia del bambino. Ci ucciderebbe entrambi all’istante.
Il volto di Morzan è contratto per la rabbia. Non può sapere la verità, e ciò lo infastidisce.
Il suo volto muta in un ghigno diabolico. Mormora qualche parola nell’antica lingua, verso di me. Non riesco a capirlo. Probabilmente lo fa apposta, vuole confondermi, lasciarmi ignara di ciò che può avermi fatto.
Penso che, magari, abbia deciso di uccidermi con la magia, ma non sento niente. Non sento fitte di dolore, non sento la vita andarsene.
Ricomincia a parlare. La sua voce è bassa, ma dura.
- Vattene. Prendi le tue cose, ed esci da questa stanza. Non farti mai più vedere qua dentro. Dormi con la servitù, se vuoi, ma non sdraiarti mai più su questo letto.
Rimango perplessa. Davvero vuole che me ne vada?
- Vattene! – urla.
Ed io non posso far altro che ubbidirgli.

*

Sono passati quasi otto mesi dall’ultima parola che io e Morzan ci siamo rivolti. Ormai nemmeno lo vedo più, è sempre così impegnato. A quanto pare, gli ordini di Galbatorix stanno diventando sempre più difficili da seguire.
Ma, alla fine, non m’importa più di tanto. Ogni volta che lo vedo, è come se vedessi uno sconosciuto. Ho avuto tempo di riesaminare il mio passato, qui, in questa piccola stanza che ho scelto di occupare. Mi chiedo come sia potuta essere così stupida, da ragazza. Ma lui, Morzan, era un giovane così bello… mi ha incantata. E quando ho scoperto chi fosse realmente, quando ho incontrato Brom… era troppo tardi.
Talvolta mi capita di incrociare il suo sguardo, e vedo l’odio nei suoi occhi… e mi rendo conto che, in un certo senso, sono lo specchio dei miei.
È così che è finito il nostro amore, e in fondo ne sono sollevata. Sarebbe potuto finire in modo molto peggiore, avremmo finito per ucciderci a vicenda….
Vedo il suo ghigno diabolico, ogni volta che posa il suo sguardo su di me. Mi fa paura. E ancora mi chiedo il significato di quell’incantesimo che mi ha lanciato. È come se avesse qualcosa a che fare con quel ghigno, è come se lui si aspettasse da me qualcosa che potrebbe essermi fatale, o che potrebbe farmi del male….
Forse è anche per questa mia paura che gli vieto di vedere Murtagh. Ho paura che possa di nuovo fargli del male, e che non ci sia nessun guaritore nei paraggi in quel momento, pronto a salvarlo….
Il bambino sta crescendo, dovrebbe nascere tra poco. Fortunatamente è inverno, e per nascondere la pancia le poche volte che vedo Morzan mi basta vestirmi un po’ di più.
È da un po’ che sto pensando ad un nome da dargli. Deve essere un nome evocativo, qualcosa che, un giorno, quando sarà più grande e conoscerà la verità, gli ricorderà suo padre.
Murtagh è felice di avere un fratellino o una sorellina. È uno dei pochi in questo palazzo a sapere del bambino, anche se, ovviamente, non sa chi è il vero padre.
Quando gioco con lui, ogni tanto posa un orecchio sulla pancia. Dice di voler sentire la voce del bambino.
Anche ora è qui, nella stanza con me, a raccontarmi i giochi che ha fatto con Nadja stamattina.
- … e poi, Nadja mi ha raccontato la storia del primo Cavaliere….
Mi guarda, come se avesse avuto un’illuminazione. Quella storia deve averlo colpito.
- Mamma… se è un fratellino lo chiamiamo Eragon?
Eragon. Più evocativo di così… e in più gli ricorderebbe anche suo padre… un Cavaliere….
Sorrido. Forse è questo il nome giusto, se sarà un maschietto.
- Ci penserò….
Murtagh mi guarda, raggiante.
Non sa che, purtroppo, il suo fratellino non sarà qui a giocare con lui. È una decisione che ho preso da un po’. Il bambino non dovrà vivere qui. Perché io so cosa accadrà a Murtagh, quando crescerà. Prima o poi sarà grande abbastanza, e non potrò più tenerlo nascosto al padre. Morzan lo allenerà, lo renderà un guerriero spietato, sarà capace di fargli dimenticare tutti i miei insegnamenti….
Ormai, questo è il suo destino. Ma questo bambino… no. Non voglio che cresca con un uomo che non è suo padre, e che lo odierebbe per questo. Voglio che cresca tranquillo, come tutti gli altri bambini, che giochi all’aria aperta con i suoi coetanei piuttosto che tra le mura di un palazzo, da solo. Se sarà una bambina, voglio che, una volta cresciuta, possa scegliere la persona con cui vivere la sua vita… rimanendo qui, finirà in sposa a qualche ricco nobile, costretta da Morzan.
Mio fratello, Garrow, sarebbe felicissimo di prendere mio figlio con sé. E sua moglie, Marian, adora i bambini.
Raggiungerò Carvahall, e resterò lì fino alla nascita del bambino. Poi, toglierò il disturbo. Non voglio vedere la tranquilla vita di Garrow stravolta dal mio arrivo.
Non voglio pensare al momento in cui sarò costretta ad abbandonare mio figlio.
Sarà quasi insopportabile, questo lo so.
Ma devo farlo.

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