My dear Watson

di Gyal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Study In Pink ***
Capitolo 2: *** The Blind Banker ***



Capitolo 1
*** A Study In Pink ***


John,
Ancora non credo a quel che sto facendo. Sto davvero seguendo il tuo inutile consiglio?

"Dato che non ami parlare, potresti scrivere. E no, con 'scrivere' non intendo il tuo blog, dove non fai altro che elencare tipologie di tabacco"

A quanto pare sì.
Chi avrebbe mai detto che avrei trovato un coinquilino con cui dividere le spese dell'appartamento della signora Hudson? E, soprattutto, chi avrebbe mai detto che l'avrei trovato grazie ad un conoscente che sfrutto per poter andare al Bart's ogni qual volta io lo desideri?
Bravo, Stamford.
"Bravo", come se avesse qualche merito per essere capitato con te all'università. Ma voi siete così fissati ad accaparrarvi inutili e falsi meriti, che quasi quasi vi accontento. Ma sì, bravi.
Quando Stamford ci ha presentati, io avevo ovviamente già capito tutto ciò che c'era da capire di te. Sapevo che saresti stato il coinquilino adatto a me. Ex militare e quindi rigoroso, incline ad adattarsi alle situazioni. Medico e quindi metodico, beh, più o meno. Comunque non uno sprovveduto. Sapevo di averti colpito; del resto, non hai fatto molte domande, non hai quasi esitato.
Questa convivenza non è solo una sfida per te, è anche un mio esperimento. Sì, voglio vedere com'è stare a contatto ventiquattro ore con un individuo di intelligenza medio-bassa. Senza offesa. Mycroft ha detto che non ci sarei riuscito, e sai che sarei in grado di vendere l'anima al diavolo pur di dimostrargli che ha torto. Non che io creda a queste sciocchezze.
Fatto sta, John, che la storia del sociopatico iperattivo, invece di allontanarti o, per lo meno, allarmarti, ti ha incuriosito ancora di più. Ed è questa la carta che giocherò con te: la curiosità. Ed è per questo stesso motivo che non mi sono affatto stupito quando mi hai seguito a ruota sulla scena del delitto di Jennifer Wilson. Sì, John, quella che tu hai descritto in quella tua ridicola favoletta per bambini che hai il coraggio di chiamare "blog". Il mio è un blog, un vero blog.
Per questo è inutile che io scriva degli omicidi seriali: ci hai già pensato tu a romanzarli e ad infiocchettarli come si deve, rendendoli reperibili su internet nel caso qualche mente inferiore e, a mio avviso, deviata abbia la malsana idea di leggere "Uno Studio In Rosa". Non potevi trovare titolo più stupido di questo.
Una cosa che mi ha stupito, invece, è stata la tua immediata fedeltà nei miei confronti. Non si può dire che tu non abbia bisogno di soldi, eppure hai rifiutato l'offerta di mio fratello riguardo il passargli informazioni sul mio conto. Peccato, avremmo potuto dividere i soldi. Ma comunque mi ha stupito.
Ho capito cose che nemmeno tu hai capito.
Da Angelo non hai fatto altro che puntualizzare ogni singola volta che non eri il mio ragazzo, per questo ho pensato che mi sarei divertito a vederti a disagio nel rivelarti che non sono interessato alle donne. Invece mi hai stupito di nuovo. Hai mantenuto la tua nonchalance, mentre qualche minuto prima saresti praticamente salito sul tavolo pur di render noto il fatto che non sei gay. E ci avrei quasi creduto, sai, se non ti fossi leccato le labbra. Ah, il corpo tradisce con la sua sincerità!
E poi mi hai stupito ancora, John. Mi hai stupito quando hai ucciso un uomo per salvarmi. Per salvarmi anche da me stesso, dopotutto: dovevo a tutti i costi scoprire quale delle pillole fosse quella mortale. Non ero in pericolo. Okay, FORSE avrei rischiato di essere in pericolo. Forse.
Potrei aver bisogno di qualcuno che si prenda cura di me, in un modo o nell'altro. Qualcuno che non sia insopportabile come mio fratello.
Okay, ho scritto questa... cosa tanto stupida quanto inutile. Un "bravo" me lo merito anch'io, dopotutto.

SH


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Insomma, questo sarà un diario. E sì, un diario Johnlock, nel caso non si fosse capito.
Ogni capitolo si riferirà all'episodio relativo e farò il possibile per essere attinente ai caratteri dei personaggi e soprattutto allo 'skinny love' che c'è fra John e Sherlock, scoprendo man mano i sentimenti di quest'ultimo.
Grazie per aver letto,
Laura :)

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Capitolo 2
*** The Blind Banker ***


John,
come vedi, continuo a perdere il mio tempo con queste sciocchezze.
Sei appena entrato in camera mia senza bussare, come tuo solito, e hai fatto quel sorrisino saccente e compiaciuto nel vedermi chino su questo stupido diario.
Non potevo darti la soddisfazione di avermi colto in flagrante proprio mentre sto seguendo un tuo inutile consiglio, così ti ho fatto tornare in cucina con la coda tra le gambe dicendoti che sto scrivendo le annotazioni di un esperimento. Cosa che, effettivamente, non è del tutto falsa, anzi.
A proposito di esperimenti, torniamo al nostro.
La convivenza prosegue.
A dire il vero, la stai prendendo abbastanza bene: non dai fastidio più di tanto. Anche se non sei ancora pronto per sapere cosa succede quando non sei in casa. Diciamo solo che se sapessi che non passo le giornate senza far niente, come ti faccio credere, non ti stupiresti più di tanto dei graffi del tavolo in cucina.
E con la convivenza arrivano anche le bollette, ovviamente.
Oh, John, dovresti vedere la tua faccia quando sfogli quelle lettere! Sono queste le cose che dovresti scrivere nel tuo blog; il mondo deve sapere come reagisci alle bollette.
Parlando di blog, in questi giorni ho risolto il caso che hai chiamato "Il Banchiere Cieco".
No, ma sul serio? Hai DAVVERO intitolato il caso "Il Banchiere Cieco"? Se prima credevo che esistesse un limite al ridicolo, sappi che hai appena ampliato i miei orizzonti.
Grazie a questo caso abbiamo (o, meglio, ho) ricevuto una ricompensa, cosa che non mi interessava minimamente, dato che, come ben sai, risolvo casi per noia e perchè è la polizia che chiede disperatamente il mio aiuto ogni volta (ovvero sempre) che brancola nel buio. E non li biasimo, basti pensare che hanno Donovan e Anderson fra le loro pattuglie per capire il livello di (pseudo)professionalità al quale si affida Londra. Se non ci fossi stato io, a quest'ora si starebbero ancora scervellando per cercare di capire di chi volesse vendicarsi Jennifer Wilson. Irrecuperabili.
Ah, hai trovato un lavoro in ospedale, un insulso lavoro in ospedale, dovrei dire. Sei troppo qualificato per quell'incarico e ne sei consapevole, ma il bisogno di soldi ti ha costretto ad accettarlo. Per quello e per la dottoressa che ti ha assunto. Non so se più per l'uno o per l'altra, ma comunque la seconda ti ha dato una motivazione in più che senza dubbio non avresti avuto altrimenti. Com'è che si chiamava? Ah, sì, Sarah. Noiosa.
E non lo dico per chissà quale strano e presuntuoso motivo, ma perchè mi sono imbucato al vostro appuntamento (che IO ho organizzato. E non un vero appuntamento, mi serviva una scusa per indagare sul Loto Nero).
Noiosa dicevo. Mi è bastato guardarla da lontano per capire che donna vuota e frivola sia. E poi, onestamente, non sarebbe in grado di adattarsi al nostro stile di vita. Cioè al mio, ma tu ormai segui me, quindi.
Presto ti stancherai di lei, ma nel frattempo ti lascio fantasticare nel tuo mondo di falsi cuoricini.
Che bello l'amore!!! Che belli gli unicorni!!! E gli arcobaleni!!!

SH



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Ed ecco il secondo capitolo.
Non posso farci niente, non sono proprio in grado di far uscire il mio Sherlock dall'oscuro e maledetto turbine del OOC.
Però ci sto lavorando, davvero.
Grazie mille a chi si sta prendendo l'impegno di seguire questa mia piccola sfida personale,
Laura :)

 

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