Il Ciclo

di Exodd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Successori ***
Capitolo 3: *** "Aqua, Attenta!" ***
Capitolo 4: *** Il Keyblade ***
Capitolo 5: *** La Clessidra ***
Capitolo 6: *** L'Emblema ***
Capitolo 7: *** Ricordo#1, La Fine ***
Capitolo 8: *** Ricordo#2, Il Ciclo ***
Capitolo 9: *** Master Sora ***
Capitolo 10: *** Utopia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Era una bella giornata. Era la prima di quell'inverno.

La neve era già sparita da tempo e aveva lasciato il posto alle piogge torrenziali delle ultime settimane, che avevano riempito le strade di pozzanghere. Ci erano voluti poi vari altri giorni per far calmare il forte vento freddo che faceva volare via gli ombrelli di chi ancora temeva di bagnarsi da un momento all’altro.

Ma stavolta Le nuvole che vi erano in cielo si erano diradate abbastanza da non riuscire ad impedire ai raggi del sole di riscaldare l’aria mattutina, rendendo la temperatura perfetta per uscire.

E Matt, Peg e Roti non erano i tipi da lasciarsi sfuggire una simile occasione.

"Roti, aspettami!"

"Peg, sei la solita lumaca!"

"Guarda! c'é Matt!"

"dove?!"

SDEEENG

Il ragazzino di nome Roti andò a sbattere la testa contro un palo, e cadde a terra, stordito.

"E tu sei il solito distratto" Disse Matt, sogghignando.

Lamentandosi, Roti si alzò da terra, cercando di riprendersi, e si passò una mano sui vestiti, per togliere le macchie bianche di polvere che si erano formate su di essi.

"Dobbiamo andare, o faremo troppo tardi. Tu stai bene, Roti?"

"Si, ormai ci sono abituato"

"Ci credo: ormai non c'é lampione in città che non porti lo stampo della tua faccia!"

"Forse, ma non c'é neppure nessuno in città che sappia correre più veloce di me!" E ripartì subito a razzo.

"Ehy, aspettaci" Dissero in coro Peg e Matt, incominciando a correre dietro a Roti per la via deserta della città.

"Tanto non mi prendete!", Disse Roti, voltandosi verso di loro e contemporaneamente svoltando a destra.

Appena si girò, però, rimase abbagliato dalla luce del sole, e perse momentaneamente la vista andando a travolgere una persona girata di spalle nella sua corsa, trascinandola per terra con lui.

Roti si rialzò immediatamente, e cercò di capire cosa fosse successo, benché i suoi occhi fossero ancora fuori uso. La prima cosa che sentì fu una leggera fitta di dolore al ginocchio, come se fosse andato a sbattere contro qualcosa di duro.

"Stai bene?" Chiese la persona ancora a terra

Roti la guardò. Da quel poco di visibilità che aveva recuperato, riuscì a capire che colui che aveva travolto era una ragazza. Poteva avere più o meno una decina di anni in più di lui.

Stranamente non riuscì ad intravedere niente che potesse essere così solido da poter essere l’oggetto contro cui aveva urtato.

Imbarazzato, disse "Mi scusi.. È che il sole mi ha abbagliato.. E stavo correndo.. Quindi non l’ho vista proprio.. E.."

"Mangia la nostra polvere, Roti!" Dissero Peg e Matt, superandolo.

"Aspettate solo che vi prenda e poi vedrete!" Disse Roti, ripartendo a tutta velocità, scordandosi completamente della ragazza.

Quella restò un attimo ferma, a terra, con un’espressione pensierosa, e allo stesso tempo sorpresa. Quindi, con uno strano sorriso, si levò dal suolo ed incominciò a camminare verso dove erano spariti prima i tre ragazzini.

 


"Ehy, il mare é splendido oggi, viene quasi voglia di farsi un bagno!"

"Matt! siamo ancora in Inverno! L'acqua sarà congelata!" disse Peg

"E allora?" Rispose Matt, togliendosi la maglietta "Roti, tu sei con me, no?"

"Certo!" Disse Roti, già con il petto scoperto

"A chi si tuffa prima!" disse Matt, ed entrambi corsero verso il mare.

Arrivati alla fine della spiaggia, Matt piantò i piedi nella sabbia e si bloccò di colpo, lasciando che Roti si tuffasse. "Aaaah, ma é gelida!!" Disse Roti, riemergendo dall'acqua.

"Certo che lo é, babbeo, altrimenti, perché mi sarei fermato?"

"ahahah" "Brrr.. S-se v-v-vi p-pren-ndo..."

I tre giocarono per tutto il pomeriggio, rincorrendosi e spruzzandosi l’acqua addosso. Quando scese la sera, si distesero esausti sulla sabbia, a guardare il cielo, che si era illuminato di stelle.

"Secondo voi, cosa sono le stelle?" chiese Roti, sdraiato sulla sabbia

"Io ho provato a chiederlo a mio padre" Disse Peg "Ma lui mi ha detto che non se lo ricordava e poi mi ha sbattuto la porta in faccia.. Forse perché era in bagno e .."

"Una volta" La interruppe Matt "Un ragazzo mi ha raccontato che le stelle sono dei mondi diversi dal nostro, di cui noi vediamo solo la luce"

"Chi te l'ha raccontato?" Gli chiese Peg

“Ve l'ho detto: é stato un ragazzo, un po' più grande di me, che mi ha detto di essere stato in quei mondi, e di aver visto tante cose incredibili, ma anche cose orribili"

Matt fece l'occhiolino a Roti, e quello capì al volo

"Cose orribili? Q-quali cose orribili?" Chiese Peg, incominciando a preoccuparsi

"La sua storia cominciò in un'isola come questa, ma lontano da qui. Lui passava le giornate giocando con i suoi due amici, ed avevano tutti e tre più o meno la nostra età. Una volta, decisero di costruire una zattera per andare ad esplorare i vari mondi, e così iniziarono a prepararsi per il loro viaggio. Ma non si accorsero che contemporaneamente, qualcun altro stava tramando alle loro spalle..”

TUM

“C-cosa é stato?” Disse Peg, guardandosi intorno con apprensione, tremando dalla paura

“Erano le tenebre!!” Disse ad alta voce Matt, per far sì che l’attenzione di Peg fosse di nuovo su di lui, e che non si accorgesse che Roti era inciampato su una roccia sporgente dalla sabbia, sbattendo la faccia a terra.

“Piano piano, le tenebre riuscirono a prendere il possesso di tutta l’isola, fino a riuscire a controllare persino le ombre delle persone. Infine, nel buio della notte, all’ora prefissata, le ombre presero vita, fino a trasformarsi in orripilanti creature nere sanguinarie.. Queste si avvicinarono piano piano agli ignari ragazzi, che dormivano tranquilli nei loro letti.. Li osservarono per qualche secondo.. E d’improvviso.. Li colpirono alle spalle!!!"

"BU!" Urlò Roti, afferrando Peg per le spalle

"Aaaaaaaaaaaaah!"

Roti e Matt scoppiarono a ridere, mentre Peg cercava di riprendersi dallo spavento

"Roti!" disse Peg, cercando di prenderlo a pugni “Mi hai fatto prendere un colpo! Cattivo!”

"Ahahah, Tanto non hai speranze di prendermi!" Disse Roti, iniziando a correre per evitare i colpi.

"Roti! Attento!" Urlò Matt

PUM

Roti andò a sbattere contro un albero, e mentre cadeva a terra, un frutto lo colpì sulla testa.

"Ohio! Prima mi ha accecato la luce, ora anche il buio si ci mette!" Esclamò arrabbiato.

"Ah-ah! Ben ti stà!" Disse Peg tra le risate

"Ora é meglio andare" disse Matt, anche lui divertito "oppure perderemo il traghetto"

Alzatosi da terra, Roti raggiunse gli altri, che si erano già incamminati verso il piccolo molo dell’isola. Solo una persona restò sulla spiaggia, guardando con aria incuriosita i tre amici andarsene: era la ragazza di prima.

"Sempre il solito, va a raccontare a tutti i bambini la nostra storia"

Lentamente, si avvicinò all'albero contro il quale Roti si era schiantato qualche momento prima, quindi si abbassò, piegandosi sulle ginocchia.

"Chissà come reagirebbero quei ragazzini se sapessero che l'isola di cui stavano parlando é proprio questa" disse, raccogliendo il frutto caduto, che aveva la forma di una stella.

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Capitolo 2
*** Successori ***


Capitolo 1 - Successori

- avere un legittimo successore, l'unica missione che mi spettava era allenare ed educare la nuova generazione. -
Xehanort's Reports



Scintille.
Un keyblade cozzava contro un'armatura rosa.
Il mostro gigante barcollò, quindi si preparò a lanciare il suo attacco finale.
Sora lo precedette, e lo colpì diritto in mezzo agli occhi.
Questo alzò la sua arma, ma il peso lo sbilanciò, e cadde rovinosamente sulle spalle, dissolvendosi in una nuvola di fumo.
Sora si calmò e alzò gli occhi a guardare l'oscurità attorno a sè.
Ci era già stato in quel posto, ma ogni volta era sempre diverso.
Stavolta però era molto più strano delle altre volte, ma Sora non poteva capirlo.
"Sora"
Si voltò. Si era completamente dimenticato che non era da solo.
"Sei stato bravo. Ora va ad aiutare i tuoi amici"
Sora cercò di raggiungerla, ma una luce forte si sprigionava da dove veniva la voce.
Una luce troppo forte.

"Aspetta!" disse Sora svegliandosi.
Aveva ancora il braccio teso davanti a sè, con la mano stretta ad afferrare l'aria.
Un raggio di sole penetrava dalla finestra, finendo dritto sui suoi occhi.
Si tirò su, ripensando al sogno.
Era lo stesso da giorni.
Un sogno la cui fine era sconosciuta.
Ogni notte si vedeva lì, a combattere quel mostro, a sconfiggerlo, e a cercare di raggiungere quella ragazza misteriosa.
Eppure lui sapeva che non era un sogno: era un ricordo.
Un ricordo che terminava nello stesso momento del sogno.
"Accidenti!" esclamò.
Non gli piaceva non ricordare qualcosa, soprattutto se era qualcosa di importante.
I ricordi erano una delle cose che gli erano serviti di più quando...
"Sora!"
Una voce lo stava chiamando dalla finestra. Si affacciò e vide una ragazza dai capelli rossi, che lo guardava con un sorriso stampato in faccia.
"Kairi!"
"Stavi ancora dormendo? Ci dovevamo vedere mezz'ora fa!"
Quardò l'orologio. Era davvero tardi.
"Scendo subito!"
Dieci minuti dopo arrivò alla porta tutto trafelato.
"Ecco.."
Kairi non lo fece finire, mozzandogli il fiato con un bacio.
Era piacevole, ma ancora Sora non ci si era abituato.
"Buongiorno dormiglione"
"B-Buongiorno"
Si presero per mano e iniziarono a camminare per la città.
Era una bella giornata. L'inverno era appena terminato.
"È da un po' di giorni che ti alzi tardi. Cos'hai? Stai male?"
Sora temeva quella domanda, che ogni giorno puntualmente arrivava.
Era a causa di quel sogno che non si svegliava.
Aveva bisogno di sapere come andava a finire.
Ma soprattutto non aveva intenzione di parlarne con lei.
Che figura ci avrebbe fatto se quella ragazza che vedeva nel sogno fosse stata proprio Kairi?
"Sarà tutta la fatica accumulata. Ma lo sai quanto abbiamo dovuto combattere negli ultimi anni?"
Kairi lo guardava sospettosa. Non era un tipo che poteva essere ingannata così facilmente.
Sora si affrettò a cambiare discorso.
"E tu dove sei stata ieri? Non ti ho vista per tutto il giorno"
Kairi esitò un attimo.
Sora capì al volo. Lo sapeva cosa faceva: si allenava col Keyblade.
Ma lo faceva di nascosto, per non farsi vedere da lui.
"Ho visto tre ragazzini e li ho seguiti. Mi ha ricordato il tempo in cui giocavamo tutti e tre insieme e.."
Kairi si accorse troppo tardi di aver fatto più danno di quello che voleva.
Lo abbracciò e gli disse "Scusami"
Dopo un attimo di silenzio, le rispose
"Non ti preoccupare"
Se c'era qualcosa che gli mancava dei tempi passati, non erano le lotte con il keyblade, nè il girare per i mondi.
La cosa che più gli mancava era lui. Era Riku.
"Ce ne sono tanti di bambini. Perchè ti sei messa a seguire quei tre?"
Chiese, ancora scosso.
Kairi rispose con un sorriso
"Penso di aver trovato i nostri successori"
Sora sgranò gli occhi. I successori! Come poteva averlo scordato!
Un ricordo si rifece vivido nella sua mente come se fosse stato il giorno prima.
"Ormai siete cresciuti, e siete diventati più potenti. È ora che siate voi a scegliere la nuova generazione di keyblader. Se avrete bisogno di aiuto per addestrarli, avete molte persone a cui potete chiedere"
Erano state queste le parole di Yen Sid, il maestro di Topolino, Pippo e Paperino.
"Come hai fatto a trovarli? Li stiamo cercando da mesi! E non ne abbiamo mai incontrato qualcuno che riuscisse a toccare il Keyblade!"
A Sora venne in mente tutto il tempo passato a escogitare un metodo per trovare i loro successori.
Purtroppo è il keyblade a scegliere, non loro, quindi dovevano riuscire a far toccare il keyblade a qualcuno, senza che questo lo vedesse.
All'inizio Sora aveva proposto di preparare un grande sacco pieno di dolci, e nascondervi il keyblade all'interno.
Kairi subito bocciò la proposta: ad ogni bambino veniva insegnato di non accettare dolci dagli sconosciuti, ed inoltre i dolci costavano!
Invece Kairi escogitò un altro piano: se c'era qualcosa che piaceva ai bambini più dei dolci erano le storie, e, sicuramente Sora ne aveva da raccontare!
Così, mentre Sora intratteneva il publico, Kairi cercava di invocare il suo keyblade alle loro spalle, ma fino a quel momento, non c'era mai riuscita.
In compenso Sora si era appassionato al suo ruolo di cantastorie, e lo faceva ormai anche in assenza di Kairi, così che già tutti i bambini sapevano delle loro avventure.
"Non li ho trovati. Sono venuti loro da me. O meglio.. uno di loro mi è letteralmente cascato addosso, e sono sicura che abbia toccato il mio keyblade prima che riuscissi a farlo scomparire"
Sora era tra il sorpreso e lo spaventato
"L'ha visto?"
"Credo che abbia notato solo la luce che emette mentre scompare"
Sora tirò un sospiro di sollievo.
"Andiamo a cercarli"
"Ok"
Ancora Sora non ci poteva credere: li avevano trovati.

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Capitolo 3
*** "Aqua, Attenta!" ***


Capitolo 2 - "Aqua, Attenta!"

- Ne è passato di tempo, amica mia -
Xemnas


I mondi galleggiano, inerti, nella Strana Dimensione.
Miriadi di stelle elargiscono la propria luce all'oscurità che li attornia.
Pochi possono godere di questo spettacolo, specialmente ora che le barriere di luce sono state innalzate.
Era stata una decisione difficile, lo sapeva, ma era il metodo più efficace.
L'ordine dei mondi era già stato distrutto più di una volta. Da un solo uomo.
Era comprensibile che quindi i mondi avessero preso provvedimenti estremi, cercando di proteggersi.
"Ma presto non serviranno più"
Avanzava a passi lenti: non aveva alcuna fretta.
Aveva pensato tanto in quegli anni, ma ora non aveva più dubbi: il suo viaggio era ormai giunto alla fine.
"Una fine da schifo" Pensò.
Mancava solo un ostacolo da superare, ma era il più arduo.
Era l'ultima prova che doveva superare. La prova della determinazione.
Cercò di scacciare quei pensieri dalla mente, e voltò gli occhi a guardare le stelle.
Erano bellissime.

Un rumore lo fece riprendere dalle sue fantasticherie: i suoi piedi avevano poggiato contro il suolo duro.
I mille colori della Strana Dimensione scomparvero, lasciando il posto al nero di una notte eterna.
Si chiese se fosse davvero arrivato nel posto giusto.
Ogni volta che se lo era immaginato, aveva pensato a qualcosa di misterioso e bellissimo, ma allo stesso tempo terrificante.
"No, non può essere. Devo aver sbagliato"
Stava per fare dietrofront, quando lo udì.
Un respiro regolare e lento, come di una persona che dormiva.
A tratti sentiva risa, singhiozzi, parole sussurrate. Sentiva pure il battito del suo cuore.
Si girò e lo vide.
Era un ragazzo. Aveva i capelli dorati, e gli occhi color cielo.
Dopotutto non aveva sbagliato, si disse, tirando un sospiro di sollievo.
Si diresse verso di lui e si decise a rimanere impassibile.
"È ora di terminare la mia missione"

Dormiva? Sognava? Non lo sapeva bene neanche lui stesso.
Ma solo in quello stato si sentiva a casa propria.
Era passato tanto tempo da quando aveva visto i suoi amici l'ultima volta.
Ma sapeva di poterli rivedere sempre, nella sua mente, nei suoi ricordi.
Da quanto tempo era in quello stato? Ore? Minuti? O forse Giorni?
Ormai non contava più il tempo. Sapeva solo che non voleva svegliarsi.
Ma il destino era contro di lui.
Sentiva la presenza di qualcun altro.
Vedeva la sua indecisione : sentiva il suo passo e avvertiva l'insicurezza in esso.
Non fu però il rumore dei suoi passi a farlo destare. Non si domandava nemmeno come potesse essere arrivato fin lì.
Fu la sua aura a sorprenderlo.
Era potente, molto potente.
Ma la cosa che lo colpì di più fu un'altra: Quell'aura gli era familiare.
Tornando alla dura realtà, Ven si svegliò.
Si alzò da terra ed evocò il Keyblade.
Fu una sensazione strana.
Non impugnava quell'arma da tanto tempo.
Da quando era lì non aveva incontrato più nessuno. La solitudine era stata la sua unica amica.
Ma percepì che non essersi esercitato per tanto tempo poteva solo avergli fatto male.
Bastò impugnare la sua arma per capirlo.
Era diventato debole.
Cercando di pensarci il meno possibile, si constrinse a concentrarsi sul suo "ospite". Gli occhidi erano ormai adattatati al buio, ma si disse che anche un cieco l'avrebbe visto. Indossava degli abiti che lo facevano risaltare in una maniera soprannaturale.
Cercò un qualche elemento che gli permettesse di identificarlo, ma appena fu abbastanza vicino, si accorse che la figura era coperta da una lunga tunica, che arrivava fin quasi il pavimento, lasciando vedere a malapena i piedi.
La tunica era attraversata per tutta la sua lunghezza da una cerniera lampo, e terminava con un cappuccio, a cui era attaccata una catena, e da cui partivano due lacci.
Il volto, era nascosto, e quel colore assurdo dei suoi vestiti non permetteva all'occhio di vedere dentro il suo cappuccio.
Più si avvicinava, più Ven sentiva di conoscere quella persona, ma non si ricordava assolutamente di chi fosse quella strana forza.
"Chi sei? Perchè sei qui?"
L'uomo si fermò, a qualche metro da Ven, e pensò un attimo alla risposta
"Chi sono, ormai non ha più importanza. In quanto al motivo per cui sono qui.. bè, mi sembra ovvio.."
Era vero, pensò Ven. Se era venuto fin lì, poteva avere soltanto uno scopo.
Ven era rimasto lì per tutto questo tempo solo per evitare che ciò avvenisse.
"Lo devo fermare!"
Ven si lanciò contro lo sconosciuto, che rimase fermo.
Spiccò un balzo, ma arrivato ad un metro da lui, vide la sua faccia.
E lo riconobbe.
Ma il suo avversario stava aspettando solo quello. Un attimo di distrazione.

Dolore.
Con un solo, veloce e fluido gesto l'uomo lo aveva scagliato a vari metri di altezza, facendogli perdere il Keyblade.
Quando ricadde a terra, Ven sentì che le forze lo avevano già quasi completamente abbandonato, e capì che era la fine.
I passi del suo nemico si avvicinavano a lui. Ven si girò e lo guadò diritto negli occhi.
"Perchè?" Sussurrò, con la poca voce rimasta.
Non vide la sua bocca muoversi, ma sentì, come in un sogno, la sua voce.
"Mi dispiace".
Fu allora, mentre l'uomo alzava le braccia per infliggergli il colpo mortale, che capì.
Chiuse gli occhi e pensò. Pensò più forte che potè.
"Aqua, Attenta!"

Molto lontano, in un altro mondo, sotto lo stesso cielo, Master Aqua aprì gli occhi.

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Capitolo 4
*** Il Keyblade ***


 Capitolo 3 - Il Keyblade

 

- Tra le storie che mi ha raccontato, mi ha colpito quella di un misterioso oggetto a forma di chiave chiamato Keyblade che si dice nasconda un enorme potere. -

Diario di Ansem

 

"Liberi me!" Cantarono in coro Peg e Matt, poggiando le mani sull'albero.

Roti arrivò di corsa qualche secondo dopo, ma scivolò sulla sabbia e andò a sbattere contro la casa base, cadendo a terra.

"Che ti succede Roti? Non é da te essere così lento." Lo canzonò Matt.

"Non sono lento! É solo che sono stato distratto!" Gli rispose con il volto tutto rosso.

"Si, tutte scuse!" Lo rimboccò Peg.

Non era una scusa, pensò rialzandosi da terra.

Era da quella mattina che aveva quella strana sensazione.

Non riusciva ad identificarla, ma qualcosa dentro sé gli diceva che non era nulla di buono.

"Roti!"

Si riscosse dai suoi pensieri, e si accorse che stava guardando di nuovo il cielo.

"Svegliati! Tocca di nuovo a te contare."

Scosse la testa.

Non gli piaceva contare.

Di solito non perdeva mai a nascondino.

"Uno, due, tre..."

Mentre Matt schizzava verso il pontile di legno, Peg corse a nascondersi nel suo posto preferito.

Si arrampicò sulle rocce, e le costeggiò finché non trovò una piccola insenatura.

Vi si infilò e si ritrovò all'interno di una grotta.

Erano passati pochi mesi da quando l'aveva scoperta per la prima volta.

L'interno era buio, ma i pochi raggi solari che filtravano dalle pietre rivelavano i disegni fatti sulle pareti.

Peg perdeva pomeriggi interi a guardarli, in completa solitudine: solo lì si sentiva a casa propria.

"Così anche tu conosci questo posto, eh?"

Peg si girò, spaventata.

In tutte le volte che si era rifugiata in quel luogo, era sempre stata da sola, quindi credeva che nessuno, a parte lei, sapesse della sua esistenza.

"Sai, da piccoli io e una mia amica venivamo qui e disegnavamo sui muri"

Disse, dirigendosi verso il fondo.

Peg non riusciva a vedere bene il nuovo arrivato: era un ragazzo e aveva i capelli castani, ma quando provava a guardare il suo volto, era sempre o girato di spalle, o in una zona buia.

Sembrava conoscere molto bene quella grotta.

"Eccoci qui" disse il ragazzo, osservando la parte bassa del muro.

Peg, incuriosita, si avvicinò e guardò il disegno che vi era. Non l'aveva mai notato prima.

Erano due facce di bambini, un maschio e una femmina, che si scambiavano delle stelle.

"Quello è il frutto Paopu. Si dice che se due persone lo condividono, le loro vite saranno collegate per sempre"

Il ragazzo si girò verso di lei, e Peg riuscì finalmente a vedere i suoi occhi. Erano del colore del mare.

Lo riconobbe.

"Ma tu sei quel ragazzo che racconta sempre le storie!"

"Oh, allora sono conosciuto!" Disse, sorridendo. "Che storie hai sentito su di me?"

"Mi hanno raccontato che hai viaggiato in tanti mondi, e hai sconfitto tanti nemici"

"É vero, ho incontrato tanti mostri. Erano neri, grossi e spaventosi.."

Peg cominciò a tremare nuovamente.

“..ma li ho eliminati tutti con il mio Keyblade"

"Il tuo.. cosa?"

Il ragazzo evocò dal nulla la sua arma e Peg capì al volo il perché quel nome: sembrava una spada, ma aveva la forma di una chiave.

Guardandola bene, Peg si accorse che la parte terminale era una corona a feedback negativo.

"Prendilo, e con questo non avrai più paura dei mostri"

Peg, come se stesse eseguendo un ordine, tese il braccio e aprì la mano per prenderlo.

Era arrivata già a sfiorare quell’arma, ma appena la sua mano si richiuse, lo fece sull'aria.

Restò qualche secondo ad osservare il punto dove un attimo prima era scomparso il Keyblade, quindi si girò verso il ragazzo: sembrava confuso pure lui.

"Bugiardo! Mi hai mentito" gridò Peg, e, incominciando a piangere, cercò di scappare.

"Aspetta!" Gli disse il ragazzo, afferrandola per la spalla.

Peg sentì una scossa leggera attraversarle il corpo, ma intuì che il ragazzo l'avesse sentita molto più forte, perché mollò la presa quasi istantaneamente.

Peg non si voltò.. Non controllò neanche se la stesse seguendo.. L’unica cosa che fece fu correre dritto dai suoi amici.

 

Roti stava di nuovo guardando il cielo, ma quando vide arrivare Peg, si riprese in un istante e scattò come un lampo a toccare l'albero.

"Ah ah. Adesso sarai tu a contare!"

Matt spuntò da dietro l'albero.

"Non credo proprio! Liberi tutti!"

"Uffa! Non è giu.."

"Peg! Cos'hai?"

Peg si buttò tra le braccia di Matt. Tra le lacrime disse:

"Nella grotta.. Un ragazzo... I mostri.. Una spada.."

"Calma Peg! Adesso andiamo a casa, così ti riprendi, ok?" Disse Matt.

Peg annuì, ma Roti sbuffò.

Non era la prima volta che perdevano un pomeriggio di giochi perché Peg si metteva a piangere.

Controvoglia, si mise a seguire i suoi due amici sulla via di casa, ma avevano fatto appena pochi passi che Peg si mise ad urlare: "Eccolo, è lui!"

Matt vide un ragazzo in lontananza. Non poteva avere che una decina di anni più di lui.

Stava camminando verso di loro a passo spedito.

"Tienila tu" disse Matt a Roti, passandogli Peg, mentre si preparava a fronteggiarlo.

Quando arrivò a pochi metri da loro, Matt gli chiese

"Chi sei? Perché hai spaventato Peg?"

Quello non parlò, ma in tutta risposta evocò il Keyblade.

"Proteggeresti i tuoi amici a costo della tua vita?"

"Certo!" Disse Matt, ponendosi a braccia allargate dinanzi a lui.

"Vedremo"

Alzò il Keyblade sopra la sua testa, pronto a colpire.

Peg, Roti e Matt chiusero gli occhi contemporaneamente, ed aspettarono per un po’ di tempo..

Ma il colpo non arrivò.

Quando Matt riaprì gli occhi, il ragazzo era sparito nel nulla, e quella strana arma... la stava impugnando lui.

Matt si perse un attimo a contemplare la sua forma e la sua leggerezza, ma non ebbe il tempo di riprendersi che il Keyblade scomparve d’improvvido, lasciando che il pugno di Matt si richiudesse del tutto.

Ancora sorpreso, si volse a guardare i suoi amici: avevano ancora gli occhi chiusi.

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Capitolo 5
*** La Clessidra ***


 Capitolo 4 - La Clessidra

 

- Le ragazze sono complicate.

Basta fare o dire qualcosa di sbagliato e sei fregato –

Diario di Roxas

 

"Sicura che sono loro?"

"Certo che lo sono! Uno di loro ieri mi è cascato praticamente addosso!"

"Quale dei tre? La ragazza?"

"No, è quello che sta guardando il cielo"

"Ehi, ma io lo conosco! Non è quello che va sempre a sbattere contro i lampioni?"

"Ehm...

PUM

Sì, è lui"

Sora e Kairi si erano appostati dietro ad un cespuglio basso, al limitare della spiaggia, per poter osservare meglio i tre ragazzini mentre giocavano a nascondino.

Sora osservò quello che aveva appena sbattuto contro un albero, e che si stava rialzando da terra.

Kairi gli aveva detto già il nome del suo successore. Era Roti.

I ragazzini avevano tutti e tre circa quattordici anni, ma Roti era il più piccolo di tutti.

Aveva dei capelli castani, che non gli stavano giù sulla testa, ma formavano ciuffi spaiati che neanche un pettine bagnato sarebbe riuscito a riportare sulla retta via.

Indossava una semplice maglietta verde, che contrastava con il colore dei suoi occhi: rosso acceso.

"Non mi hai detto ancora i nomi degli altri"

"Oh, sì.. Dunque... Il ragazzo più grande si chiama Matt, mentre la femmina Peg"

Sora spostò lo sguardo sul ragazzo.

Aveva i capelli biondi che gli scendevano dalla testa come spaghetti, e, sebbene fossero tagliati corti, gli formavano una frangetta che gli copriva le sopracciglia, ma che non riusciva a nascondere i suoi occhi marroni.

La ragazza aveva invece dei capelli che le arrivavano fino alle spalle, il cui colore era lo stesso di quello dei suoi occhi: Un nero profondo, ma vivace.

"A dire il vero, pensavo che il mio successore fosse una ragazza, ma a quanto pare mi sbagliavo.. Perché non provi tu con lei?"

"Va bene" Rispose Sora.

Aspettarono in silenzio che Roti cominciasse a contare, quindi si misero a seguire Peg.

Fu una vera sorpresa per loro quando Peg andò a infilarsi nel loro antico rifugio segreto.

Erano passati almeno dieci anni dall'ultima volta che avevano messo piede in quel luogo.

"Ok, vado dentro" Disse Sora. Kairi si limitò ad annuire.

Sora arrivò all'ingresso della grotta con un salto, ma riuscì a malapena ad entrarci.

Non si era mai accorto di quanto fosse cresciuto negli ultimi tempi: era accaduto tutto troppo velocemente in quegli ultimi anni.

Kairi stette fuori, nascosta, ad aspettarlo.

 

Qualche minuto dopo, Peg uscì di corsa dalla grotta. Stava piangendo.

Sorpresa, Kairi si voltò: Sora non usciva.

Decise di entrare anche lei.

Dopo averlo cercato, trovò Sora nel punto più remoto dall'entrata, seduto a terra, con gli occhi persi nel vuoto.

Che cosa stava facendo? "Sora?"

Siccome quello seguitava a non risponderle, Kairi si alterò.

"SORA!"

Finalmente si riprese.

"Eh?"

"Cos'è successo? Ho appena visto Peg uscire da qui piangendo!"

Sora scosse la testa, come per svegliarsi.

"Lei non è.. il mio successore.. l'ho sentito.."

Kairi restò un po' sorpresa, ma solo dopo qualche istante capì cosa Sora stava realmente cercando di dirle.

"Dobbiamo portarla.."

"NO!" Gridò Kairi.

Sora restò per un attimo attonito dalla reazione improvvisa, mentre l’eco della grotta ripeteva più volte quell’esclamazione, con un tono sempre più debole, fino a quando non cessò del tutto.

Ripresosi, Sora si alzò da terra, e quindi si scagliò contro di lei.

"Kairi! L'abbiamo appena trovata! Anche lui deve.."

Ma lei non gli lasciò il tempo di finire.

Lo abbracciò.

Gli abbracci di Kairi avevano sempre il potere di calmare Sora, e anche di calmare lei stessa.

"Te l'ho già detto tante volte. Non possiamo farlo. Non puoi farlo" Gli disse piano.

Sora la scostò dolcemente, e lei lo guardò negli occhi.

Kairi la vide. La speranza si era sopita in lui, ma ancora non l'aveva abbandonato.

"Io vado a casa" Disse Sora, abbassando lo sguardo, e s’incamminò verso l'uscita.

"Sora.."

Lui si fermò, ma Kairi non trovava più le parole.

Fu Sora a rompere il silenzio.

"Troverò un modo. E saremo di nuovo tutti e tre insieme. Te lo prometto"

Sora stette fermo ancora un po', quindi, come se avesse preso una decisione, uscì di corsa.

Suo malgrado, anche Kairi si diresse verso l'uscita.

"É vero" Pensò Kairi: anche a lei mancava Riku.

Si ricordava ancora il giorno in cui Yen Sid li aveva incaricati di trovare i loro successori, e si ricordava la faccia di Sora.

Era triste.

Il giorno dopo, invece, era già tornato il Sora che aveva sempre conosciuto.

Era passato molto tempo da quando l'aveva visto sorridere l'ultima volta.

Ma fu quando Kairi ne capì il motivo che ebbero la loro prima lite.

"Non puoi andare! Lo sai!"

"Ma anche lui deve avere un successore!"

"Non importa! É troppo pericoloso!"

"Ma Yen Sid.."

"Yen Sid si è scordato di dirti che il successore non è strettamente indispensabile, e soprattutto non lo è così tanto da mettere in ballo la tua vita! E non solo quella!"

"Ormai ci sono abituato! Ho affrontato una marea di pericoli in questi anni! Ma forse tu non te ne sei nemmeno accorta! Tu dormivi, o comunque te ne stavi in disparte! Sempre!"

"Non è vero! Ho combattuto anch'io! Se non te ne sei accorto, adesso sono anch'io un master Keyblader! E se la vuoi sapere tutta, sono anche più forte di te!"

"Balle!"

"L'ho notato, sai? Ti vergogni di combattere! Ti vergogni persino di impugnare la catena regale! Questo perché ti sei accorto di essere diventato debole!"

Kairi ancora si vergognava di quella sfuriata, anche perché sapeva di non pensare veramente quelle cose. Le aveva dette solo per cattiveria.

In seguito si erano riappacificati, ma ancora evitavano quegli argomenti. O almeno, ci provavano.

Mentre rifletteva su queste cose, il sole si era già abbassato sull'orizzonte.

Kairi si aggirava tra le vie della città deserte, cercando però di non prendere la strada giusta, volendo guadagnare un po' di tempo prima di tornare a casa, per riflettere.

Fu allora che la sentì, d'improvviso.

Una morsa al cuore.

Kairi dovette usare tutta la sua forza di volontà per non cadere al suolo.

Cercò di capire cosa fosse successo, ma intuì che non era lei a stare male.

E c'era una sola persona che fosse collegata direttamente al suo cuore.

Cercò di correre, ma, appena mosse il primo passo, fu subito attorniata da una dozzina di shadow, che comparvero d’improvviso dal suolo.

"Non ora!" Ruggì Kairi, evocando il suo Keyblade e spazzando via gli avversari in pochi colpi.

Fu così veloce che quando li sconfisse tutti, i cuori erano ancora nel punto in cui il rispettivo heartless era stato annientato.

Sentì lo spostamento d'aria alle sue spalle solo all'ultimo secondo, quindi si voltò e con un fendente eliminò l'ennesimo shadow.

"Ce ne sono ancora?" si disse fra sé e sé.

Poi una scena agghiacciante si presentò ai suoi occhi. Lei non ci volle credere.

Attorno ad ogni cuore si stava formando una coltre nera.

L'oscurità li stava divorando di nuovo.

Per ogni cuore si formava un nuovo shadow.

Si ritrovò nuovamente circondata dagli heartless.

Ricominciò a combattere, ma ogni volta che distruggeva un nemico, quello si rigenerava dal suo stesso cuore, e diventava ogni volta sempre più difficile batterlo.

Li sconfisse cinque volte, ma non ci fu verso di eliminarli definitivamente.

Attaccò di nuovo. Uno shadow scartò a sinistra ed evitò il Keyblade, ma Kairi fu più veloce, e cambiò la traiettoria del colpo.

Quello che successe fece restare Kairi senza fiato: lo shadow aveva parato il suo attacco!

Kairi cadde a terra.

Cos'erano quei mostri? Chiaramente non potevano essere normali heartless, anche se ne avevano l’aspetto.

Fu allora che la vide.

Dapprima pensava che fosse il sigillo degli heartless, ma poi capì che il simbolo era diverso. Era composto da due cuori, uno nero col bordo bianco e uno bianco col bordo nero, uniti per le punte. Era sopra le loro teste.

Una clessidra.

D'improvviso com’erano apparsi, gli shadow scomparvero nel nulla, e Kairi sentì la morsa al petto sciogliersi.

Si rialzò da terra, ma non sapeva più né cosa fare, né cosa pensare.

Decise di seguire la voce dentro di sé.

"Sora!"

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Capitolo 6
*** L'Emblema ***


Capitolo 5 - L'Emblema

 

- Non creavano solo Heartless “purosangue” con i cuori viventi, ma usavano anche quelle creature per sintetizzarne delle versioni artificiali.

Questi Heartless sintetici portano delle mostrine e sono chiamati “Emblemi” -

Diario di Ansem il Saggio

 

"É fatta", pensò Sora.

Ora anche lui aveva un successore.

Ora mancava solo lui. Riku. E Peg.

Era lei il successore, non c'era alcun dubbio in ciò.

Sora rabbrividì un attimo ripensando a quando l'aveva toccata.

Aveva sentito il suo potere, ed era riuscito a riconoscerlo.

Ma ora, ripensandoci, riusciva a scorgere qualcos'altro in ciò che aveva percepito.

Era qualcosa di strano. E allo stesso tempo molto grande.

"Non può essere" disse Sora a se stesso, dandosi un pugno sulla testa.

Cercò di riconcentrarsi sulla cosa più importante.

Come sarebbe riuscito a dire a Kairi che aveva appena aggredito tre ragazzini?

Mentre era perso in questi pensieri, Il sole stava incominciando a nascondersi dietro la linea blu del mare, innaffiando di arancione tutte le case.

La luce bassa mandava le ombre lunghe sul terreno, fino a ricoprire totalmente le strade.

Persino le persiane delle finestre erano chiuse, per proteggersi dalla fredda aria invernale che la tenue luce del tramonto non riusciva a riscaldare.

Sora camminava verso casa sua, senza fretta, imboccando le vie ormai deserte della città.

Probabilmente Kairi era già tornata a casa. Si disse che forse era meglio andare a trovarla.

D'un tratto, una mano sbucò dal terreno, e afferrò la sua caviglia, facendolo cascare in avanti.

Sora sbatté la faccia contro il suolo, non riuscendo a pararsi con le mani, ma scattò subito in piedi, liberandosi dalla morsa alla caviglia.

"Chi..." Iniziò a dire, ma non riuscì a terminare la frase che cinque shadow lo circondarono, sbucando fuori dal terreno.

Sora li guardò con un misto di rabbia e felicità: non sopportava mai i loro scherzi, ma era sempre bello avere qualcosa con cui sfogarsi.

Il Keyblade non fece neanche in tempo a comparire. Sora era già saltato su di loro, colpendoli con i pugni.

Dopo qualche parata e qualche calcio, decise che era ora di fare sul serio.

Calò su di loro il Keyblade, e in pochi attacchi li eliminò tutti.

Non aveva neanche il fiatone. Rimaneva sempre deluso dalla debolezza dei suoi avversari.

“Vuol dire che sei diventato troppo forte” si disse fra sé e sé, sorridendo.

Fece per andarsene, quando un'altra mano lo fece cascare nuovamente.

"Altri?" Disse Sora, alzandosi da terra, stavolta un po' scocciato.

Ma quello che vide dopo che si girò gli tolse tutta la voglia di scherzare.

Gli heartless si stavano rigenerando.

In quel momento di sconcerto, sentì una mano umana toccargli la spalla.

L'ultima cosa che udì fu

"Ciao, Sora. É un piacere per me incontrarti"

 

Era come se si fosse buttato da un trampolino.

Aveva visto la terra avvicinarsi a lui, ma non ne aveva sentito l'impatto.

Inoltre non stava veramente precipitando.. era come se stesse andando verso gli abissi di un oceano, con la forza di Archimede che rallentava la sua caduta, sempre di più.

Abissi era la parola giusta. Al colore azzurro dell'acqua illuminata dal sole si sostituì gradatamente un nero sempre più cupo, fino a quando divenne impossibile scorgere una qualsiasi fonte di luce attorno a sé... Ma allora perché riusciva ancora a vedersi? E perché non stava affogando?

La caduta si fece sempre più lenta, fino a che Sora non poggiò i piedi contro qualcosa di solido.

Quando guardò in basso capì dov'era.

Era dentro al suo cuore.

La superficie su cui era atterrato era rotonda e emetteva una considerabile quantità di luce, che permetteva agli occhi di ammirare le figure disegnate su di essa.

Sora vide se stesso, in scala di almeno cinque a uno, che lo osservava di rimando con un'espressione sognante.

Era adagiato sul bordo che delimitava lo sfondo della sua terra: le Isole del Destino.

"Mai nome più appropriato"

Pensò Sora, spostando lo sguardo dal sole riflesso nel mare alle figure vicino al suo volto.

Dentro dei cerchi erano raffigurati i suoi amici più cari. Kairi, Riku, Ven e Aqua.

C'era anche un quinto cerchio, ma era vuoto.

Sora sapeva che era destinato a Terra, un Keyblader più grande di lui, che aveva incontrato dieci anni prima. Ma quell'incontro era stato troppo breve perché potesse ricordarlo chiaramente.

Sora si sedette, perso nei suoi ricordi. Ad ognuno di quei volti erano legati così tante esperienze e avventure che ne avrebbe avuto da raccontarne per secoli.

Dopo aver indugiato su ogni volto per almeno una decina di minuti, il suo sguardo ritornò alla sua figura. Impugnava la catena regale.

I suoi occhi percorsero l’arma per tutta la sua lunghezza, ma, arrivato alla parte terminale, notò qualcosa di insolito.

Si alzò e procedette verso la strana macchia che aveva scorto, ma quando vi arrivò sopra, si accorse che non era uno scarabocchio: era un simbolo.

L'emblema degli Heartless.

Un enorme cuore, legato da due fili spinati neri, copriva quasi la metà della parte terminale del Keyblade.

Quel simbolo riportò alla realtà Sora. Cosa ci faceva in quel posto? E com'era giunto fin lì?

Aveva una gran confusione in testa, ma si sforzò di ricordare.

Ricordava che stava camminando. Quindi si era ritrovato a combattere contro gli shadow. Li aveva sconfitti, ma qualcosa era andato storto..

"Cosa?" Si chiese, ma la sua mente gli impediva di andare avanti.

Decise di calmarsi. Non era il momento di lasciarsi prendere dal panico.

Chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, riuscì a sentire una presenza. Ma non riusciva a identificarla.

Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Si stava nascondendo.

Ad alta voce, Sora disse: "So che sei qui. Vieni fuori!"

Nessuno rispose. Nessuno si fece avanti.

Lui incominciò a spazientirsi.

"É inutile nascondersi! Questo è il mio cuore! Ti troverei comunque!"

"Ti assicuro" Disse una voce alle sue spalle "che sono di più le cose che non sai sul tuo cuore che quelle che sai".

Sora si voltò.

Un uomo era apparso dal nulla sopra il suo cuore.

Il suo interlocutore era vestito con un mantello, ed era incappucciato.

Sora non ci mise molto a riconoscere in quei vestiti, quelli dell'organizzazione.

"Chi sei?"

Lo straniero soppesò la sua risposta, quindi disse:

"Il mio nome è Nexis. Non è necessario che tu sappia altro su di me"

Sora notò una vena di malinconia nella sua voce, ma ciò lo rendeva ancora più sospettoso.

Impugnò il suo Keyblade.

"Come sei entrato qui? E perché indossi quegli abiti? Ma soprattutto.. perché sono bianchi?"

"Questi abiti rappresentano la via migliore per nascondersi agli occhi e ai sensi. Il loro colore è di secondaria importanza"

Effettivamente, Sora percepiva solo una presenza molto debole. Immaginò che se non avesse avuto i poteri di un Master Keyblader, non sarebbe neanche riuscito a sentirla.

Ma lo straniero si era scordato intenzionalmente di rispondere alla prima domanda.

Sora non perse più tempo, e partì alla carica, ma l'unica cosa che il suo Keyblade colpì fu l'aria.

"Non c'è bisogno di combattere. Ho raccolto più informazioni di quelle che speravo"

Era sparito. Di nuovo.

Sora acuì i suoi sensi, ma non sentì più alcuna presenza.

Cadde in ginocchio, posando la catena regale a terra.

Cosa stava succedendo? Stava ricominciando di nuovo tutto da capo?

Sora si disse che era ancora troppo presto per stabilirlo. Ma in cuor suo sentiva che qualcosa di terribile stava per accadere. Anzi, forse era già successo.

Dentro di sé cominciò a sentire una voce.

Prima era appena un sussurro, quindi divenne sempre più forte, fino a che non la sentì chiaramente.

Volse gli occhi in su.

La sua luce lo stava chiamando.

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Capitolo 7
*** Ricordo#1, La Fine ***


NOTA IMPORTANTE:  I capitoli 7 e 8 sono speciali. Sono chiamati "Capitoli Ricordo" perché sono dei flashback su quanto successo 10 anni prima l'inizio della storia del Ciclo. Idealmente, coprono la storia di un ipotetico Kingdom Hearts 3. Ci saranno diversi capitoli ricordo lungo la storia, che andranno mano a mano a rivelare i misteri del passato.

Questi due capitoli, 7 e 8, sono ambientati ALLA FINE di Kingdom Hearts 3. Buona lettura!




 Capitolo 6 - Ricordo#1, La Fine

 

Il suono delle onde.

Era da troppo tempo che non lo sentiva.

Si voleva svegliare, ma quel suono conciliava il sonno, così si concesse altri dieci minuti.

Era sdraiato sulla sabbia, con l'acqua che gli bagnava appena le scarpe, e il sole che splendeva sulla sua testa.

La calma che regnava era quasi soprannaturale, e in confronto al rumore che proveniva dai suoi ricordi, sembrava che stesse suonando la melodia più dolce che avesse mai sentito.

"É finita, finalmente" Si disse, riaffidandosi ai propri sogni.

Nessuno lo avrebbe tirato fuori dal suo sonno. Niente sarebbe più riuscito a svegliarlo. Nulla, forse tranne...

"Svegliati, dormiglione!"

Sora aprì gli occhi di scatto. Sopra a lui, sorridente, c'era Kairi.

"Era ora! Hai dormito quasi per tutto il giorno!" Disse ridendo.

Sora si mise a sedere e si guardò intorno.

Si trovava sulle Isole del Destino. Era di nuovo a casa.

"Kairi.. Come.. Come siamo tornati qui?"

Kairi scosse la testa.

Sora invece credette di capire. Era stato il Kingdom Hearts.

Si alzò in piedi e guardò in ogni direzione, come se stesse cercando qualcosa, o qualcuno.

Ancora allegro in volto chiese "Dov'è.."

Gli occhi di Kairi gli mozzarono la frase in gola.

"Non ricordi, vero?"

Sora non riusciva a tenere quello sguardo. Lo faceva sentire troppo colpevole.

Si girò dall'altra parte e incominciò a correre.

Esplorò l'intera isola da costa a costa, e cercò in ogni posto che gli venne in mente.

Non sapeva cosa gli fosse successo esattamente. Ma non voleva credere che fosse morto.

Ma soprattutto non poteva accettare che, qualunque cosa gli fosse capitato, fosse stata tutta colpa sua.

Sora tornò in spiaggia solo al tramonto.

Kairi era ancora lì, in piedi, che guardava il mare, colorato dagli ultimi raggi del sole.

"Non sei riuscito a trovarlo" disse, dandogli le spalle.

Non era una domanda. Serviva solo a sottolineare l'inutilità delle sue azioni.

Quello fu il colpo fatale per Sora.

Cadde sulle ginocchia, appoggiando i gomiti sulla sabbia ormai fredda.

Piangendo.

"Sono ripartito per rimettere tutto a posto.. Ma dopo tutto quello che ho fatto.. Non sono riuscito nemmeno a salvare il mio migliore amico!"

"Sora?"

Alzò gli occhi da terra. Kairi si era abbassata all'altezza dei suoi occhi, e gli stava porgendo una lettera.

"Credo sia per te"


 

"Devi pensare intensamente alla persona a cui è diretta"

"Ah, ecco.. Mi ero sempre chiesto come funzionasse.. Ma anche ora che me l'hai spiegato, rimango comunque perplesso su come riesca ad arrivare sempre alla destinazione giusta.."

Kairi sorrise, mentre Sora donava al mare una bottiglia, con la lettera di risposta a Riku.

Rimasero quindi nella debole luce del sole ormai morente, osservando la bottiglia sparire all'orizzonte, inghiottita dalle onde.

"Un giorno lo andrò a riprendere"

Kairi si strinse forte a Sora, e vide il mare riflesso nei suoi occhi azzurri.

Sora si voltò verso di lei, e scoprì di essere solo a pochi centimetri dalla sua faccia.

Arrossì violentemente. "Kairi.. Io.."

Kairi mise un dito sulla sua bocca, per zittirlo. Non c'erano più bisogno di parole.

Le loro ombre, ormai allungate dagli ultimi raggi solari, divennero una sola.

Le ombre rimasero unite finché anche l'ultimo residuo di luce non si fu estinto, fondendosi con il buio.

Ma i rispettivi proprietari si staccarono solo dopo che anche l'ultima stella apparve sopra di loro.

"Il nostro primo bacio" Disse Sora, ancora stordito

"Veramente.." Rispose Kairi sorridendo "..è il nostro terzo bacio"

Sora, accigliato, stava per controbattere, quando un coro di applausi e fischi si alzarono dietro di loro.

"Io l'avevo detto, squack!"

"Finalmente, ayouk!"

"Li avevo pregati di lasciarvi in pace, ma loro hanno insistito"

Paperino, Pippo e Topolino erano davanti a loro, con delle lanterne in mano per vederci al buio.

"Sono pomodori quelli, o sono le vostre teste?" Chiese il re, nascondendo un sorriso.

Sora e Kairi, a cui si era gelato il sangue nelle vene, si guardarono nella faccia per un istante.. e scoppiarono a ridere.

La luce delle lanterne aggiungeva ai loro volti molta luminosità, che rendeva il colore dell'arrossamento dovuto all'enorme imbarazzo ancora più acceso, fino a farli sembrare due peperoni con i capelli.

"State tutti bene?" Chiese Sora, riprendendosi.

"Certo, ayouk!" "Squaraquak, dovremmo essere noi a chiedertelo.."

"Ma questo non è il momento" Li interruppe Topolino "Ci sono cose più importanti a cui pensare, ora".

Sora e Kairi abbassarono il capo, e dissero insieme "Riku è.."

"É ora di festeggiare!"

I due ragazzi andarono nel pallone. Non si aspettavano una simile svolta.

"Abbiamo finalmente sconfitto l'oscurità! Adesso non avremo più nulla di cui preoccuparci!"

Sora era combattuto tra l'esultare e il preoccuparsi seriamente.

"Sua Maestà, Riku.."

"..è vivo e sta bene, lo sappiamo. Anzi, Yen Sid sa già tutto ed adesso ha qualcosa da dirvi"

"La Gummyship è già pronta, squack!"

Sora non sapeva più che fare, o che pensare. Kairi lo prese per mano, tirandolo. "Andiamo?" "Si.. Certo!"

Si imbarcarono tutti a bordo dell'astronave, direzione Torre Misteriosa.

Tutti coloro che erano sulla navicella li salutarono festosamente.

Cip e Ciop si intrufolarono dentro ai vestiti di Sora per fargli il solletico, facendolo contorcere a terra, mentre si ammazzava dal ridere.

Il Grillo era letteralmente fuori di se: saltava da una parete all'altra velocissimo, urlando di gioia più che mai.

"L'hai sconfitto davvero?"

"Da quello che raccontava Yen Sid, sembrava che stesse succedendo il finimondo laggiù"

"Ad un certo punto, temevamo che fossi morto"

"Ma che dici? Lui è l'eroe! Non può morire!"

Dicevano Cip e Ciop

"É stato un peccato non poterci essere. Mi sono perso la battaglia finale! Dicono che anche tu abbia combattuto bene, Kairi"

Disse il Grillo, rivolgendosi a Kairi

"Non ho fatto molto.." Disse piano Kairi

"Non essere modesta, Kairi. Se non fosse stato per te, a quest'ora nessuno di noi sarebbe qui" Disse il re.

"Hai combattuto pure tu?"

La voce di Sora sorprese tutti

"Non ti ricordi? Squack"

"No.. la mia memoria si ferma a quando ho visto Terra.. per poi riprendere solo alla fine.."

Il silenzio calò per un secondo. Fu il re a parlare per primo.

"Oh, allora non ti ricordi neanche che Kairi ti ha.."

Con un gesto fulmineo, Kairi tappò la bocca a Topolino

"Cosa?" Chiese Sora

"Niente, il re voleva dire solo che.. Oh, guarda, siamo arrivati!"

Nell'oblò apparve la sagoma della torre dove viveva Yen Sid.

Tutti si girarono a guardarla, tutti tranne Kairi, che disse all'orecchio del re: "Voglio essere io a dirglielo, va bene?"

"Ok, ma adesso potresti togliermi il braccio dal collo? Dovrei atterrare.."

"Vieni, Kairi, c'è Yen Sid affacciato, ayouk!"

"Vengo!"

 

"Sono arrivati" Disse Yen Sid.

"Finalmente!" Esclamarono Ven e Aqua.

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Capitolo 8
*** Ricordo#2, Il Ciclo ***


NOTA IMPORTANTE:  I capitoli 7 e 8 sono speciali. Sono chiamati "Capitoli Ricordo" perché sono dei flashback su quanto successo 10 anni prima l'inizio della storia del Ciclo. Idealmente, coprono la storia di un ipotetico Kingdom Hearts 3. Ci saranno diversi capitoli ricordo lungo la storia, che andranno mano a mano a rivelare i misteri del passato.

Questi due capitoli, 7 e 8, sono ambientati ALLA FINE di Kingdom Hearts 3. Buona lettura!

 

Capitolo 7 - Ricordo#2, Il Ciclo

 

La sua lunga tunica blu strisciava sul pavimento, lasciando una scia scura in mezzo alla polvere, che ormai non veniva più tolta da parecchio tempo.

Si guardò intorno, e vide il disordine e la sporcizia che regnava.

Stava aspettando visite importanti, e non voleva fare trovare la sua casa in tale stato.

Si rimboccò le maniche, ma ben presto capì che era un'impresa disperata ripulire tutto da solo.

Fu allora che gli venne in mente l'esperimento che il suo apprendista fece quando era ancora giovane, quello che gli allagò la sua vecchia dimora e che lo costrinse a trasferirsi in quella torre.

Al suo comando, da uno sgabuzzino uscì una scopa, a cui fece comparire magicamente gambe e braccia per eseguire i suoi ordini.

Un'ascia comparì quindi sopra quella, dividendola in tanti piccoli pezzi, ma da ogni scheggia di legno, nacquero altrettante scope, identiche all'originale.

Tutte insieme, si misero al lavoro, ed in poco tempo pulirono non solo la stanza, ma anche l'intera torre.

"L'unione fa la forza" Esclamò contento il vecchio mago.

Tutto era tornato allo stato di ordine.

Soddisfatto, ordinò alle scope di scomparire.

Quelle, però, non lo ascoltarono e continuarono imperterrite a lavare, pulire e ordinare, ma dato che avevano già lavato, pulito e ordinato tutto, incominciarono a sporcare e mettere il tutto in disordine per avere altro lavoro da fare.

Il vecchio mago si infuriò, e lanciò dei fulmini, che incenerirono le scope all'istante.

Bastò appena il tempo a Yen Sid per pensare con orrore che aveva appena creato più sporcizia di quanta ce ne fosse stata all'inizio, che quelle si rigenerarono sul posto, e continuarono il loro lavoro come se nulla fosse accaduto.

"Basta, basta!!" Urlò, cercando a mente l'incantesimo che aveva usato anni prima per rimediare allo sbaglio del suo apprendista.

Dopo aver pronunciato anche l'ultima parola della formula magica, le scope caddero a terra, immobili, ma non scomparvero.

"Heartless" Pensò con disgusto, osservando l'oscurità che avvolgeva le sue creazioni.

Due lampi di luce attraversarono la torre dalle fondamenta fino alla cima, travolgendo tutte le scope e liberando i loro cuori.

"Grazie" Disse Yen Sid

"Si figuri" Rispose un ragazzo biondo, impugnando ancora il suo Keyblade.

"Penso che le abbiamo messo in soqquadro la torre.." Si scusò la ragazza dai capelli blu.

"Non importa, a quanto pare era destino" Disse con una nota di malinconia il mago, osservando il neo-nato disordine.

I ragazzi seguirono il mago nella stanza più alta della torre.

Yen Sid si sedette alla scrivania, facendo apparire due sedie davanti a sé.

Non gli diede però neanche il tempo di sedersi, che gli chiese

"Siete proprio sicuri di ciò che state per fare?"

"Non possiamo permettere che accada di nuovo" Disse Ven

"É il nostro dovere di Keyblader" Aggiunse Aqua.

Dopo qualche momento di silenzio, Yen Sid disse, guardandoli negli occhi,

"Voi siete preoccupati per Sora e Kairi"

I due ragazzi volsero i loro sguardi verso terra. Era stupefacente come quel vecchio riuscisse a leggerli così bene

"Non è solo per loro. É per il bene di tutti i mondi!"

"Sapete bene che i mondi hanno i loro modi per proteggersi. Presto le barriere di luce saranno innalzate, e i mondi saranno divisi ancora una volta."

Un silenzio imbarazzante scese tra i tre.

"Comunque" Disse Yen Sid "Anch'io penso sia una buona idea"

I volti dei due ragazzi si rasserenarono

"Anche perché Sora non accetterebbe il fatto di non poter rivedere Riku"

"Non lo accetterà comunque" Rispose Ven

"Per lui Riku è un fratello, come lo è per me Terra"

"Ma pensiamo che Kairi lo possa far ragionare" Concluse Aqua.

Yen Sid si alzò e si affacciò la finestra

"Non potrete mai più rivedervi"

Ven e Aqua si lanciarono un'occhiata divertita tra loro

"Di questo non si deve preoccupare. Ormai ci siamo abituati" Rispose Aqua, simulando una voce dolorante.

Ma Yen Sid non si fece ingannare

"Quindi i vostri poteri sono progrediti fino a tal punto.. Vi devo fare i miei complimenti"

Ven stava per controbattere, ma Yen Sid lo anticipò

"Sono arrivati"

"Finalmente" Dissero Ven e Aqua, alzandosi.

Il mago stette ancora per un attimo alla finestra, osservando il cielo stellato, mentre i passi si facevano sempre più vicini alla porta.

"Avanti" Disse, aspettandosi di sentire bussare alla porta, ma quella si spalancò senza alcun preavviso, catapultando Sora e Kairi sui due Keyblader già presenti nella stanza e facendoli cadere a terra

"Ven, Aqua.. Siete anche voi qui?"

Disse Sora, al colmo della felicità.

"Si.. Anche noi siamo contenti di rivedervi"

Rispose Aqua, cercando di liberarsi dalla stretta di Kairi.

"Calma!" Disse Yen Sid con la sua voce profonda, cercando di sedarli.

"Ci scusi" dissero Kairi e Sora in coro, imbarazzati, alzandosi da terra.

Topolino, Pippo e Paperino arrivarono poco dopo

"Bene, è ora di cominciare"

Disse Yen Sid, quando vide che tutti gli interessati erano presenti.

Si mise davanti a Sora e Kairi, mentre Ven e Aqua, ripresosi dal burrascoso saluto, lo affiancarono.

"Cosa succede?" Chiese Sora confuso, ma Kairi gli fece segno di tacere.

Yen Sid si schiarì la voce, e tentò di assumere la posa più autorevole possibile.

"Voi, Keyblader Sora e Kairi, non avete avuto mai un maestro che vi insegnasse a combattere.. Né tantomeno avete seguito un allenamento ben preciso.. Quindi, secondo la tradizione, voi non avete alcun diritto ad assumere il grado di Master Keyblader"

Sora stava per scoppiare.. Nessun maestro? Nessun allenamento? Non aveva alcun senso..

Kairi gli pestò violentemente un piede, e lui si portò le mani davanti alla bocca per non urlare.

Dietro di loro, Topolino aveva assunto una posizione quasi militare, cercando di simulare quella del suo maestro.

Dal loro canto, Pippo e Paperino si grattavano la testa, cercando di capire cosa stava accadendo..

"Tuttavia.." Continuò Yen Sid "..avete dato prova del vostro coraggio in più occasioni ed avete preservato l'equilibrio tra i mondi per ben tre volte, riuscendo a sconfiggere nemici di rango elevato, adempiendo così ai doveri di un vero Master Keyblader.”

Yen Sid si zittì, quindi furono Aqua e Ven a riprendere la parola.

Si avvicinarono ai due ragazzi, e dissero

"Kairi, hai dimostrato non solo di saper combattere grazie alla tua forte volontà d'animo, ma anche di saper usare la forza dentro al tuo cuore nel modo migliore.

É per questo che ti nomino Master Keyblader"

Kairi sorrise, senza arrossire, mentre Aqua le consegnava un fagottino di stoffa ripiegato.

Ma non ci fu tempo di aggiungere altro, che subito Ven ricominciò

"Sora, grazie al tuo coraggio hai salvato i tuoi amici e l'intero universo. Hai combattuto fino alla fine, senza mai arrenderti, e anche se non avevi nessun talento, sei riuscito a vincere grazie alla tua tenacia. Grazie a questi tuoi pregi, ti nomino Master Keyblader.

Questi sono per voi. Usateli bene"

Mentre Sora e Kairi si meravigliavano dei doni ricevuti, Yen Sid si affacciò nuovamente alla finestra, volgendo gli occhi al cielo stellato.

"Ora siamo nelle tue mani. Fa il tuo dovere, Master Riku" Disse, mentre una stella cadente attraversava il cielo.

 

"Farò del mio meglio"

Rispose Riku, osservando una stella sorgere dal mare e ascendere fino a perdersi nell'oscurità del cielo.

La seguì con la testa finché poté, quindi parlò di nuovo, stavolta rivolto ad un altro interlocutore.

“Sei sicuro che non ci sia un modo?”

Una voce dietro di sé gli rispose.

"É inutile. Il ciclo non può essere fermato."

 

 

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Capitolo 9
*** Master Sora ***


 Capitolo 8 – Master Sora

 

- L’ultima carta ci condusse al luogo in cui Sora era cresciuto -

Grillario, Chain of Memories

 

Il sole stava sorgendo di nuovo.

Lo seppe dai pochi raggi che entravano dalle fessure nelle rocce.

Era sgattaiolata fuori casa di notte, come faceva sempre, e si era andata a rintanare nel suo posto preferito.

Quella sera non aveva proprio voglia di dormire, ma anche se l'avesse desiderato, non sarebbe comunque riuscita a prendere sonno.

Dopo quello che era successo il giorno prima, era ancora scossa, e solo quel luogo aveva il potere di calmarla.

Quel ragazzo.. Prima le aveva mentito.. Poi li aveva attaccati.. Infine era scomparso nel nulla..

Non aveva molto senso tutto ciò..

Inoltre conosceva anche la grotta, il che rendeva imperfetto il suo nascondiglio segreto.

Quella notte stessa, prima di entrare, si era accertata che non ci fosse nessuno dentro, quindi si era seduta nel punto da cui poteva sentire ogni minimo rumore, così da sapere in anticipo se quel ragazzo fosse ritornato.

Ma non fu un rumore a destarla dai suoi pensieri.

Fu una scossa.

Peg si alzò di scatto e si guardò intorno

"C-c'è qualcuno?" Chiese tremando.

Nessuno gli rispose.

"E-esci fuori, lo s-so che sei tu!"

Disse, cercando di far sembrare la sua voce minacciosa, senza successo.

Quella sensazione che aveva provato era stata la stessa del giorno prima, quando quel ragazzo l'aveva afferrata per una spalla. Doveva essere lui.

Ma l'unica cosa che sentì fu l'eco della sua voce.

Peg cercò di tranquillizzarsi.

Dopotutto non riusciva a percepire niente, ed il sole ormai illuminava quasi tutta la grotta.

Si disse che forse se l'era solo immaginato.

Tirando un sospiro di sollievo, si distese e tornò a guardare le figure disegnate sulle pareti, ma ormai l'incantesimo era rotto.

Uscì dalla grotta e si stiracchiò alle prime luci del sole.

Aveva appuntamento con i suoi amici meno di un'ora dopo. Volevano recuperare il tempo perso il giorno prima, e l'unico modo per farlo era vedersi di mattina presto.

Discese le rocce, si mise a camminare in direzione della spiaggia.

Era appena giunta a bagnarsi i piedi nell'acqua del mare, quando una figura incappucciata, totalmente vestita di bianco, uscì dalla grotta, fermandosi sulla soglia.

"Allora è vero.. Questo potrebbe causarmi molti problemi.."

Disse, scomparendo nell'oscurità.

 

"Uff.. Ma che fine hanno fatto?"

Pensava Peg, seduta a gambe penzoloni sul molo

"É normale per Roti.. ma Matt? Non è da lui essere in ritardo.."

Il rumore di due persone in corsa la fecero voltare, e finalmente li vide.

Si alzò e si preparò a fargli una bella ramanzina.

Matt e Roti si fermarono davanti a lei, ansimanti, cercando di riprendere fiato.

"Vi sembra questo il modo di far aspettare una si.."

"Secondo te li abbiamo seminati?"

"Lo spero proprio"

"Hey, voi due! Mi state ad ascoltare?!"

Ma Matt e Roti non la ascoltavano. Si guardavano intorno con aria spaventata, come se avessero paura che qualcosa potesse apparire da un momento all'altro.

Peg si arrabbiò seriamente, così pestò i piedi ad entrambi, e gli urlò contro "Insomma! Che vi prende?"

I due ragazzi si massaggiarono i piedi per lenire il dolore, quindi finalmente Roti le rispose "Peg! Non bastavano quei mostri di prima? Ti ci metti anche tu ora a colpirci?"

"Che mostri?" Chiese scettica lei

"Erano dei mostri tutti neri, più bassi di noi. Ce li siamo visti spuntare davanti, quasi come fossero usciti dal terreno.."

"E ci hanno iniziato ad attaccare senza preavviso, con calci e morsi e spinte.."

"Abbiamo provato a combatterli con dei bastoni, ma non riuscivamo neanche a sfiorarli.."

"Per fortuna non erano tanto veloci e siamo riusciti a seminarli"

Dicevano i due ragazzi, interrompendosi l'un l'altro.

Peg li guardò con aria dubbiosa

"Se state provando a spaventarmi, vi avverto che non ci siete riusciti. Non sono così stupida da cadere due volte nello stesso tranello.." Disse, nascondendo il tremolio alle ginocchia.

"Ti assicuro che non ti stiamo mentendo, Peg!"

“Se, se.. Come n..” Iniziò lei, ma non riuscì a completare la frase.

Stava guardando un punto fisso dietro ai suoi amici.

Peg non capiva che stava succedendo.

Era come se le ombre dietro a Matt e Roti stessero prendendo forma.

Dapprima vide solo un paio di antenne.

Poi, piano piano, uscì da terra una testa con due grandi occhi gialli.

Quindi un esserino completamente nero sbucò fuori dal terreno.

Peg puntò il dito verso quei mostriciattoli, ma non riusciva a parlare a causa del terrore.

Il primo a comprendere la situazione fu Matt.

Non si girò nemmeno, ma si gettò a capofitto su Roti, così da schivare il colpo che stava arrivando da dietro.

"Ma cosa..?" Disse Roti, che ancora non si era reso conto del pericolo appena evitato.

"Correte!" Urlò Matt, ma altri due shadow comparvero dietro Peg, tagliando così ogni possibile via di fuga.

Peg era letteralmente paralizzata dalla paura, e si accasciò sulle ginocchia.

Matt e Roti si disposero istintivamente attorno a lei, ma non avevano completamente idea di come proteggersi.

"Cosa volete da noi? Andate via!" Provò ad urlagli contro Roti

"É inutile" Gli disse Matt, alzando la guardia.

Peg si coprì la faccia con le mani e si mise a piangere.

Dal rumore dei salti, seppe che i mostri avevano attaccato.

Ma quello che sentì dopo fu totalmente irreale per lei.

Due shadow avevano provato ad aggredire i suoi amici, ma, invece del rumore dei pugni, sentì un rumore metallico, seguito da due tonfi.

Peg si tolse le mani dagli occhi.

Ciò che vide gli tolse quel poco fiato che ancora gli era rimasto.

Matt e Roti stavano impugnando due spade dalla sagoma insolita, facilmente identificabili con la forma di una chiave.

L'elsa della spada di Roti era composto da due lingue di fuoco che si univano con il manico formando una doppia elica a spirale, che si propagava per tutta la lunghezza del Keyblade, incontrandosi solo alla sua estremità, dove la fiamma lasciava spazio ad un'esplosione di metallo bianco.

Matt aveva invece un'arma dall'elsa blu a forma di semisfera che proteggeva l'impugnatura, a mo di sciabola, da cui partiva una pesante lama alla cui estremità erano presenti due grossi denti squamosi.

Davanti a loro, due shadow erano a terra, storditi dalla parata dei ragazzi.

Peg, sbalordita, si volse quindi a guardare i volti meravigliati dei suoi amici, a testimonianza del fatto che neanche loro sapevano cosa stesse succedendo.

Il primo a parlare fu Roti.

“.. Forte!”

Matt si girò verso di lui, con un’espressione che significava “ma se neanche sai cos’è?!”, e sicuramente gliel’avrebbe anche detto, se solo quello non fosse partito all’attacco con una nuova luce negli occhi.

"Roti, fermati!"

"Matt!!" Gridò Peg, appena in tempo per far sì che Matt si accorgesse del nuovo colpo che stava arrivando alle sue spalle.

Intanto, Roti si era fiondato di corsa sul nemico, ma lo slancio che aveva era troppo, e non riuscì a frenarsi quando lo shadow scartò sulla destra, finendo qualche metro più avanti.

Contemporaneamente, Matt parò l'offensiva dello shadow alle sue spalle, ma non fece in tempo a contrattaccare, che quello si era già allontanato.

"L'ho colpito di striscio!" Esclamò entusiasta Roti, osservando la ferita poco profonda sul suo avversario.

"Anch'io!" Rispose Matt, osservando lo shadow dolorante davanti a sé, ma la loro gioia durò poco, perché vennero entrambi respinti dagli attacchi dei restanti due shadow, ritornando così al punto di partenza.

"R-ragazzi.. state bene?" Domandò Peg, con un filo di voce

"Certo, Peg, per chi mi hai preso?" Rispose Roti, visibilmente ferito.

"Non ti preoccupare, Peg. Ce la faremo!" La confortò Matt, cercando di non far capire che non ci credeva neppure lui.

Peg abbassò la testa e si strinse forte ai suoi due amici, riprendendo a piangere.

Quando gli shadow si ripresero, e Matt e Roti alzarono di nuovo la guardia, Peg si mise ad urlare

"Aiutateci! Vi prego.. Se qualcuno ci sente.. Salvateci!"

Sordi alle grida di Peg, tutti e quattro gli shadow saltarono contemporaneamente sui tre amici.. Ma non riuscirono mai a toccare terra.

Peg alzò gli occhi in tempo per vedere i due fasci di luce che avevano attraversato il campo di battaglia, facendo svanire gli heartless in delle nuvole di fumo, liberando i loro cuori.

Restarono tutti e tre incantati a guardare i quattro cuori librarsi in aria, fino a che non raggiunsero un'altezza tale da non essere più distinguibili dal blu del cielo.

"Qualche dio ti ha ascoltato, Peg" Disse Roti, ancora rivolto con lo sguardo in alto.

"Dio Sora.. Uhm, non è malaccio.. Ma per ora potete chiamarmi Master Sora"

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Capitolo 10
*** Utopia ***


Capitolo 9 - Utopia

- Un piano é qualcosa che non può essere fermato -
Master Xehanort


Un giorno era passato.
Si domandava se non fosse stato troppo affrettato stavolta.
Dopotutto aveva scoperto cose incredibili nelle ultime ore, ed un passo falso avrebbe portato sicuramente alla sua rovina.
Non riusciva ancora a credere di essere stato così ingenuo..
Cosa s'era messo in testa di fare? Miracoli forse?
Sta di fatto che il nuovo piano era già pronto, nato sulle rovine di quello vecchio, conclusosi in una totale disfatta.
Questa volta però, ci sarebbe voluto del tempo, ma piano piano, sapeva che si sarebbe compiuto. 
Questa volta era inevitabile.
Sarebbero intervenute forze maggiori anche delle sue a far sì che andasse tutto a buon fine, perché era scritto nel destino.
Il ciclo si sarebbe chiuso, finalmente.
Si fermò, a pochi passi dalla spiaggia, là dove ancora non lo potevano vedere.
I custodi avevano infine trovato i loro successori, ed a giudicare da quello che vedeva, stavano cercando di spiegare loro cosa voleva dire possedere un Keyblade.
"Auguri" Pensò, ricordandosi quanto c'era voluto a lui per comprendere appieno tutto ciò che riguardava il Kingdom Hearts, studiandolo dai pochi libri che esistevano su quell'argomento.
Scosse la testa, e si concentrò su quello che doveva fare.
I custodi ne avrebbero avuto ancora per un po' di tempo, quindi si poteva preparare con tutta calma.
Si guardò attorno, cercando il modo migliore per iniziare. Dopo pochi minuti, si decise.
"Trovato!"

Fu un dialogo molto strano quello che avvenne tra i Custodi e i tre ragazzini.
In un primo momento, i tre ragazzi erano troppo spaventati da Sora, che avevano riconosciuto come il ragazzo che li aveva attaccati il giorno prima.
Fu solo quando Kairi, arrabbiata perché non sapeva niente della cerimonia di successione del suo compagno, fece finire Sora con la faccia sulla sabbia tramite un potente scappellotto, che Matt e Roti abbassarono i loro rispettivi Keyblade, precedentemente puntati alla gola dei due nuovi arrivati.
Non passò molto tempo, inoltre, che Roti riconobbe in Kairi la ragazza che aveva travolto qualche giorno prima, e che aveva lasciato a terra senza essersi scusato.
Ma la discussione vero e propria iniziò solo quando Peg si decise ad uscire da dietro le spalle di Matt, e provò a fidarsi di Sora, confortata dal bernoccolo che gli stava spuntando in testa a causa del colpo infertogli da Kairi.
Ci volle in seguito un'altra mezz'ora per spiegare cosa fosse un Master Keyblade e per far capire cosa comportasse essere un Keyblader, ma ci sarebbero voluti solo dieci minuti, se Roti non li avesse interrotti continuamente con le sue domande.
POM
"Ahio, Peg!" Disse Roti, con la faccia a terra e cinque dita stampate sul collo
"Così la smetti!" Gli rispose Peg, che ormai si era tranquillizzata completamente.
"Contenta? Hai dato il cattivo esempio a dei ragazzini!" Disse Sora, voltandosi verso Kairi
"Stop! Approfittiamo di quest'attimo in cui Roto non ci interromperà! Voi siete i Custodi del Keyblade, giusto?" Chiese in fretta Matt
"Si" Risposero in coro Kairi e Sora
"E avete scelto noi per essere vostri successori, giusto?" "Si"
"Quindi ci allenerete ad usare il Keyblade, vero?" 
"Esatto" Risposero Kairi e Sora, esultando mentalmente. Forse quel ragazzo aveva davvero capito quello che gli avevano detto.
Ma la loro gioia durò poco
"E.. Perché?"
Pensarono entrambi di essere arrivati alla parte più difficile.. Come si fa a spiegare a dei bambini l'esistenza di Luce e Oscurità, l'importanza dei cuori, e il concetto di Kingdom Hearts?
"Perché gli heartless sono attratti da quell'arma, quindi d'ora in poi vi cercheranno e vi attaccheranno, quindi voi dovrete sapervi difendere, se non vorrete rimetterci la pelle"
Mentre la paura intaccava i tre ragazzi, Kairi guardò disbiego Sora, che era fiero di essere riuscito a risolvere una tale situazione in maniera così semplice
"Questo vuol dire che ci potete insegnare ad usare i fasci di luce di prima?" Chiese Roti, incominciando ad eccitarsi.
"Oh, per arrivare a quel livello, dovreste allenarvi per almeno cento anni!"
Roti sembrava già convinto, ma Matt no.
"E in cosa consiste quest'allenamento?"
"Sarà un allenamento tecnico e spirituale, che vi insegnerà sia le arti del combattimento, sia ad utilizzare la forza stessa del Keyblade. Per far ciò dovremmo girare tra i mondi ed affrontare più avversari diversi"
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Roti scoppiò di gioia.
"Avete sentito? I mondi! Andremo passeggiando per le stelle!!"
Mentre Roti cercava di convincere i suoi due amici, Kairi si rivolse sottovoce a Sora
"Sora, l'hai sentito anche tu poco fa, no?" 
"Intendi quel potere strano prima che eliminassimo gli Shadow?"
"Si.. Secondo te che poteva essere?"
"Non ne ho la più pallida idea.. Non sei tu quella che riesce a percepire al meglio i poteri?"
"Si, ma siamo stati troppo veloci, non ho potuto analizzarlo al meglio"
".. E poi sconfiggeremo mostri, vivremo grandi avventure e diventeremo più forti!"
Roti finì di parlare, ma il suo discorso non era servito a fare breccia negli altri due.. Anzi, era solo servito a spaventare maggiormente Peg
"Su, su, Peg, non avere paura.. E' una grande opportunità questa.. E poi ci saremo sempre noi a proteggerti"
Cercava di rincuorarla Matt, con scarsi risultati.
"Veramente.." Disse Sora "Peg non possiede un Keyblade"
I tre amici si voltarono a guardarlo stralunati
"Ci stai dicendo che.." 
"..Peg non può venire con noi" Finì la frase Kairi "Sarebbe troppo pericoloso andare in giro per i mondi senza un'arma con cui difendersi"
Ci fu un attimo di smarrimento. Dopodiché Matt prese una decisione.
"Niente da fare"
"Cosa??" Esclamarono Sora, Kairi e Roti all'unisono
"O lei viene con noi, o io non accetto"
"Ma Matt!! Non possiamo.." "Roti!!!" 
"Uff.. E va bene.. Se non viene Peg, non vengo neanch'io, contento ora?"
"Meglio" Rispose Matt "Allora.. voi che.." 
Matt si bloccò. E Non perché l'espressione dei due Custodi era persa nel vuoto. Ma perché quello che stava vedendo non poteva essere reale.
Un uomo, totalmente vestito di bianco, stava avanzando verso di loro. Camminando sul mare.
Non fece in tempo ad aprire la bocca, che Sora lanciò il suo Keyblade alle sue spalle, diretto verso quella strana figura.
Quella non fece altro che scomparire e ricomparire dopo che l'arma era passata, continuando a camminare ininterrottamente.
"C-chi é quello?" Chiese Peg
"Nexis" Sbottò Sora 
"Che vuoi da noi?"
Lui alzò il braccio e tese l'indice
"Io voglio lei"
In un attimo i Custodi rievocarono le loro armi e si frapposero tra Nexis e Peg, che aveva gli occhi sgranati.
Roti e Matt, dal loro canto, erano troppo confusi per fare alcunché.
"Perché? Cosa le vuoi fare?"
In tutta risposta, Nexis alzò i palmi delle mani, evocando tanti piccoli shadow, che circondarono il gruppo di cinque Keyblader. 
"No, non di nuovo!" Esclamò Matt, ritornando insieme a Roti attorno a Peg, che era nuovamente sul punto di scoppiare a piangere. 
"Se non volete consegnarmela, me la prenderò da solo"
"Pfui! Quei tuoi piccoli mostriciattoli non ci spaventano! Possiamo batterli in un batter d'occhio!" 
"ROTI!!!"  Gridò Matt, rimproverando l'amico. Non era il momento di fare gli sboroni.
"Ma Matt! I nostri due maestri sono in grado di far cose incredibili! Ti sei già dimenticato di prima, quando hanno vaporizzato i nemici in un centesimo di secondo?"
"Questi non sono gli stessi mostri di prima" Disse ad alta voce Sora, guardando il simbolo della clessidra stampato sulle loro teste  "Non sarà così facile batterli stavolta"
La faccia di Roti passò dall'eccitato al sorpreso in un tempo record.
"Oh, vedo che vi siete già accorti delle potenzialità dei miei Utopia"
"Quindi sei tu che comandi questi.. Utopia?" Chiese Kairi
"Esattamente, mia cara ragazza." Rispose ironicamente Nexis "Se non mi sbaglio avete già avuto modo di misurarvi con loro l'altro giorno"
"Purtroppo" Dissero Kairi e Sora, memori degli avvenimenti del giorno prima
"Bene. Almeno sapete chi vi sconfiggerà. Attaccate!"
Contemporaneamente tutti gli utopia strinsero il cerchio attorno ai cinque ragazzi, correndo verso di loro
I due Custodi alzarono verso il cielo i loro Keyblade e lanciarono assieme la stessa magia.
"Aeroga!"
Due turbini di vento giganti si crearono istantaneamente attorno  a loro, investendo in pieno tutti gli shadow.
Quando anche l'ultimo fiato di vento si fu calmato, attorno a loro non c'erano più utopia, ma solo i loro rispettivi cuori.
Matt e Roti erano a bocca aperta, e perfino la paura di Peg non riusciva a superare il suo stupore.
"Neanche la magia ha funzionato" "Be, dovevamo pure tentare, no?"
"Non ha funzionato? Ma se li avete annientati!" Disse Roti ai due Custodi, non capendo cosa stessero dicendo.. Avevano sconfitto quei mostri, e l'avevano fatto in una maniera stupefacente! Perché parlavano come se non avessero concluso niente?
"R-Roti" Disse Peg, tremando nuovamente, puntando il dito verso uno dei cuori.
Roti si voltò appena in tempo per vedere un'aura nera formarsi intorno al cuore, per poi avvolgerlo completamente e prendere la forma di uno shadow.
"Che sta succedendo??" Chiese Matt, che ormai non stava capendo più niente. Ma i custodi non lo ascoltavano.
"E ora cosa facciamo?" "Incominciamo a fare sul serio, Kairi" Disse Sora, incominciando a caricarsi.
"Bene" Disse Kairi, concentrandosi anche lei. "Io mi prendo quelli a destra" 
"Ok" Disse Sora, mentre incominciava ad apparire un'intensa luce su entrambi i loro Keyblade.
In una frazione di secondo, furono entrambi sui loro bersagli, ma Nexis stava aspettando solo questo momento.
"Prendete la ragazza"
Gli shadow scomparvero proprio mentre i due Custodi calavano i loro fendenti su di essi.
Sora e Kairi si girarono in tempo per vedere che gli shadow erano ricomparsi proprio sopra Roti, Matt e Peg.
Capirono subito che non sarebbero riusciti ad arrivare in tempo per fermarli. 
Matt e Roti, invece, alzarono i loro Keyblade in posizione difensiva, ma sapevano che non sarebbero riusciti a sostenere un attacco di massa nelle loro condizioni.
"Sei mia" Disse ridendo Nexis
Quello che successe subito dopo avvenne in un attimo.
Una sfera si erse istantaneamente sopra i tre giovani, proteggendoli dall'attacco nemico.
Questa non durò a lungo, perché esplose un attimo dopo, e l'esplosione travolse tutti gli shadow, inondandoli di un'energia di un colore strano.
Viola.
Come le pupille di Peg in quel momento. 

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