Fool Me Once, Fool Me Twice

di _Kennett
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stranger ***
Capitolo 2: *** This is just perfect ***



Capitolo 1
*** Stranger ***


Premessa: Tenevo a precisare che quesa fanfiction non è ma ma di  The Dead Masquerade. Come qualcuno già saprà sto già traducendo una Dramione, ma ciò non mi impedisce di tradurne un'altra dal momento che The Vampire Diaries rientra fra le mie preferenze :) 
Personaggi&coppie: Bonnie; Damon; Stefan; Elijah; Klaus and Kol (questi sono i personaggi che racchiude il primo capitolo) .
Come coppia certa avremo quella di Bonnie e Kol, per cui la coppia Kennett! Fatevi avanti valorosi shippatori  :P 
Commenti: Nonostante non sia frutto del mio sacco, un vostro parere sul mio modo di tradurre, come anche le correzioni, saranno graditi.
A presto e buona lettura :)

 






Fool Me Once, Fool Me Twice

Stranger



 

Bonnie si trovò a piedi nudi in un luogo abbastanza familiare: uno che aveva visto tante volte nei suoi sogni; era il luogo dove erano state sepolte tutte le streghe della sua famiglia. Continuò, leggiadra, a camminare fra le pietre di testa sparse sulle bare delle streghe sepolte, avvolta da una leggera nebbia che offuscava il suo cammino, fino a trovarsi, ancora una volta, dinanzi a una bara di farro chiusa.

La strega, credendo di avere un po' di fortuna dalla sua parte, tentò di aprire la bara, ma naturalmente quest'ultima non si mosse di un millimetro. Esasperata, lanciò uno sguardo fugace a ciò che la circondava, chiedendosi istintivamente se Klaus fosse stato nei paraggi, come appunto capitava spesso, si destò quando udì dei passi provenire dalle sue spalle, passi che fecero scricchiolare le foglie pressate dalle suole delle scarpe. Lentamente, si voltò aspettandosi di scontrarsi, come le altre volte, con un Klaus beffardo, ma mai come quella volta si stava sbagliando. L'uomo che le si parò di fronte non lo conosceva nemmeno; non l'aveva mai visto prima in vita sua.

"E tu chi saresti?" Chiese alla figura maschile a lei sconosciuta.

L'uomo non si degnò di rispondere, si limitò semplicemente a sorridere facendole poi fuoriuscire un sussulto di sorpresa non appena utilizzò la velocità vampiresca per piazzarsi, in meno di un secondo, dinanzi alla sua visuale. Visto da quella vicinanza, la piccola strega riuscì a metterlo a fuoco a dovere. E dovette constatare che fosse alquanto interessante. Era alto si e no un metro e ottanta, portava i capelli alzati sul davanti ed erano di un marrone cenere. I suoi occhi erano dello stesso colore dei crini, ma erano splendenti, e il suo corpo era fasciato da un abito abbastanza antico.

"Posso aiutarti," le sussurrò a un passo dal suo viso carezzandole dolcemente la guancia. Bonnie si lasciò andare a quel contatto, inclinando leggermente il capo per bearsi di quella carezza. Quando avvertì l'assenza di quel tocco, aprì gli occhi bloccandosi per un secondo dallo shock: l'uomo era scomparso nel nulla ed in quel momento la sua presenza era stata sostituita da Klaus.

"Giungi sempre qui?" le chiese sorridendole beffardamente. Quando le vene cominciarono a formarsi intorno ai suoi occhi e le zanne cominciarono a scendere lentamente, Bonnie avvertì lo stomaco in subbuglio. Emise un grido alto ed acuto non appena le zanne di Klaus trafissero la pelle del suo collo.

Bonnie urlò girandosi nel proprio letto in preda al terrore, ansimante e coperta di sudore, osservò l'orologio posto sul comodino accanto al suo letto, per poi ricadere ancora sconvolta sul suo materasso comodo con un profondo sospiro. Avrebbe dovuto fermare quei sogni.

 

 

 

 

 

Klaus e Elijah destavano dinanzi alle loro quattro bare. Solo una era vuota poi le altre contenevano i loro restanti frateli: Rebecca, kol e Finn. Klaus con un po' di pazienza era riuscito a convincere Elijah a mantenere ancora per un po' la loro sorellina all'interno della bara, poiché non avrebbe potuto raccontarle tutte le possibili bugie e quindi di conseguenza sarebbe stato più sicuro tenerla lì che saperla in giro chissà dove.

Entrambi i fratelli Originali aprirono le due bare: Elijah aprì la bara del fratello Kol, mentre Klaus quella di Finn; e con un conteggio mentale estrassero i pugnali di quercia bianca dal cuore dei rispettivi. Poggiarono quest'ultimi sulla scrivania che non destava lontano dalla loro postazione e misero un sacchetto di sangue fresco, per quando si sarebbero svegliati, in ciascuna bara.

Tutto ciò che restava da fare era attendere e attendere, nella speranza che sarebbe andato a buon fine.

 

 

 

 

 

 

Erano passati troppi anni dall'ultima volta che avesse rivolto la parola ai suoi fratelli e si sarebbe anche sdraiato comodamente se non fosse stato nervoso per il loro risveglio, in più come se non bastasse so fratello Elijah si era posizionato di fronte ad esso per fissarlo con occhio scrutatore e questo lo fece innervosire maggiormente. Klaus non era così ingenuo da non considerare suo fratello maggiore una minaccia, poiché proprio perché lo avvertiva come una minaccia aveva conficcato, per primo, il pugnale. Se ci fosse stato qualcuno su quel mondo capace di sconfiggerlo era proprio il vampiro seduto di fronte ad esso, pronto ad attaccarlo in qualsiasi momento.

Un forte respiro ansimante fu il suono che irruppe fra gli sguardi competitivi dei due fratelli, un respiro seguito subito dopo da un altro.

Adesso si poteva dire che fossero entrambi svegli, ed entrambi non erano molto soddisfatti.

 

 

 

 

 

"Stefan, Damon!" Bonnie richiamò la loro attenzione mentre camminava in pensione. Stefan, precedentemente, le aveva mandat un messaggio cercando il suo aiuto per un piano che aveva escogitato.

"Judgey," la salutò Damon varcando la soglia, "Stefan è nello studio." Bonnie annuì e si fece strada allo studio.

Bonnie bussò alla porta parzialmente aperta, come per avvertire della sua presenza, prima di entrare. "Qual è il piano?" Chiese. Stefan era appena tornato dal suo appuntamento con Klaus, e adesso aveva cominciato ad elaborare le cose con lei, per cui Bonnie aveva deciso di lasciar perdere i convenevoli. Ormai il bel vampiro non era più lo stesso e l'unico obiettivo che possedevano entrambi era quello di annientare, una volta e per tutte, gli Originali.

"Ho bisogno che tu faccia un incantesimo per me," le disse senza alzare lo sguardo dal libro che stava sfogliando.

'Tipico', pensò ed alzò leggermente gli occhi. "Che tipo di incantesimo?"

"Ho bisogno di capire cosa Klaus stia progettando, e l'unico modo per farlo è quello di vegliare su di lui, ma probabilmente avvertirebbe ogni mio passo," cominciò a darle le sue spiegazioni gettando al contempo il libro sul tavolo e facendolo atterrare con un tonfo sonoro. "Questo dovrebbe esserci utile," le disse alzandosi dalla sedia, "ho bisogno che tu mi renda invisibile agli occhi degli Originali."

Bonnie ci pensò su per un po' ma poi si trovò ad annuire con accordo. "Okay, penso di riuscire a trovare qualcosa anche da me. Sono sicura che all'interno dei miei grimori ci sia un incantesimo ideale."

"Tienimi aggiornato su ciò che troverai!" Le urlò dietro il vampiro mentre la strega abbandonava la stanza.

Si fece strada verso la porta ma venne bloccata dalla figura maschile di Damon. "Elena mi ha parlato del tuo sogno frequente," le disse. "Mi ha detto che c'è Klaus con un altro ragazzo, non sai chi sia l'altro?"

Bonnie scosse la testa un po' frustrata. "Ci ho pensato tutto il giorno, sono certa di non averlo mai incontrato, ma ha un viso familiare. Potrei correlarlo a qualcuno che ho intravisto di sfuggita."

La loro conversazione venne bloccata dallo bussare alla porta. Come Damon si affrettò ad andare ad aprire gli occhi di Bonnie si spalancarono dallo stupore non appena vide Elijah in piedi incorniciato fuori alla porta, e lei che pensava che fosse ancora in una delle bare. "Quando mi hai avvertito del piano di Klaus, ho nascosto la quarta bara ma ho anche avuto la premura di liberare Elijah dal pugnale," Spiegò Damon a Bonnie come se le avesse letto nel pensiero. Elijah al contempo varcò la soglia. "Parlando di bare, sai chi vi è dentro?" Damon all'Originale.

"Ovvio," rispose, "ma penso che vi lascerò scoprirlo da soli," concluse. "Ora, passiamo al vero motivo per cui sono qui. Quindi sei stato tu a risvegliarmi, giusto?" Osservò Damon che annuì con gli occhi socchiusi. "Per cui sono giunto qui per darvi una sorta di avvertimento. Klaus ed io abbiamo estratto i pugnali dal cuore dei nostri fratelli."

"E Rebekah?" Chiese Bonnie.

"Klaus ha ritenuto più opportuno lasciare Rebekah all'interno della bara." Spiegò platealmente.

I due sorrisero con scherno. "Certo che sia così." mormorò la strega. Entrambi erano a conoscenza della vera ragione per cui Klaus aveva preso quella decisione, e di certo non per tenerla al sicuro.

 

Era bello sapere che possedevano ancora una certa influenza su Klaus, con una bara fra le loro mani e con la consapevolezza di sapere che Elijah e gli altri suoi fratelli non erano a conoscenza del fatto che Klaus avesse ucciso la loro madre.

 

 

 

 

 

Erano passati solo tre giorni da quando Elijah e Klaus avevano estratto i pugnali dal cuore dei loro fratelli e le cose stavano fluendo lisciamente mentre Klaus attendeva il momento giusto. Inizialmente Finn aveva riversato tutta la rabbia che si era svegliata con lui sull'Originale, spingendogli un grande palo di legno, che aveva preso dalla rampa di scale del grande palazzo, al centro del suo cuore per poi scaraventarlo dall'altra parte dell'atrio e facendogli battere il cranio sul duro pavimento di marmo.

Kol tuttavia, fece svanire la sua rabbia diversamente dal fratello maggiore. Aveva minacciato Klaus di annientare la Doppelganger se solo si fosse azzardato nuovamente a ficcargli il paletto nel suo cuore, e questa minaccia turbò leggermente Klaus. Non perché gli importasse di Elena, a dirla tutta di lei non gliene fregava un bel niente. A volte si trovava a pensare che l'altra Doppelganger fosse stata di gran lunga più interessante: almeno Katerina possedeva un po' di personalità, Elena invece era la più noiosa ragazza che avesse incontrato nei suoi mille anni. Ma ciò nonostante il suo sangue era di fondamentale importanza, senza quello non avrebbe più potuto creare ibridi. Per cui la Doppelganger, purtroppo per il fratello, doveva rimanere assolutamente al sicuro.

Kol era sempre stato un ottimo calcolatore; Avrebbe sempre di gran lunga preferito minacciare qualcuno piuttosto che sporcarsi le proprie mani. Era il tipo di vampiro che avrebbe soggiogato qualcuno per farci uccidere anziché uccidersi. Kol non si sarebbe mai mostrato mortificato, anche se poteva ferirlo, anche perché le sue azioni passate avrebbero potuto far rabbrividire il diavolo in persona, ma quello faceva parte del loro essere un vampiro. Era una delle conseguenze impreviste.

In quegli ultimi tre giorni, Klaus aveva fatto aiutare i suoi due fratelli dai suoi ibridi, in modo tale da adeguarsi al nuovo mondo moderno. Li avevano aiutati con tutti i gadget e la cultura ormai cambiata. Ma non ci volle molto ad adeguarsi, dopotutto, i suoi fratelli non erano di certo stupidi.

Inoltre, non ci volle molto ad aprire il caso di Rebekah, e Klaus in tale circostanza fece del suo meglio per far comprendere al fratello che la cosa migliore era quella di tenere la sorella all'interno della bara. Poté, però, constatare che di quella spiegazione non ne fu poi così felice, ma lasciò cadere, per il momento, il discorso. 

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Capitolo 2
*** This is just perfect ***


This is just percet

 

Bonnie sorrise non appena una mano scivolò sulla sua schiena nuda, poi un paio di labbra calde seguirono, lentamente, lo stesso percorso. Sospirò quando due grosse mani si mossero dai suoi crini bruni per raggiungere il collo, che prese poi di seguito a baciare sino a giungere al suo orecchio. L'uomo prese il lobo fra le labbra schiuse e cominciò, delicatamente, a succhiare la sua carne morbida. Emise una risatina quando prese a mordere giocosamente un suo orecchio.

"Posso aiutarti," sussurrò con voce roca contro il suo orecchio. Il respiro di Bonnie accelerò quando avvertì la sua mano scivolare nel suo interno coscia. "Puoi fidarti di me," le disse sensualmente.

Si voltò a guardare l'uomo chino su di lei. Sul suo volto possedeva un largo sorriso incorniciato da due occhi carichi di lussuria. Bonnie portò le proprie mani verso la figura maschile, in modo da far avvicinare il viso di lui al suo così da far incontrare le loro labbra in un appassionato e lussurioso bacio. L'uomo ancora dal volto sconosciuto morse leggermente le labbra rosee della ragazza, approfittandosi del suo rantolo, così da scivolare con la lingua all'interno delle sue labbra. Non appena le loro lingue si toccarono Bonnie gemette con piacere. Assaporò ogni centimetro constatando che non avesse mai sperimentato nulla di simile in vita sua.

Troppo presto, dovette staccarsi da lui per riprendere un po' di fiato, ma l'uomo abbandonò le sue labbra lasciando una lunga scia di baci lungo la sua mascella fino a giungere al suo collo, facendola ulteriormente gemere.

Poi, radicalmente, tutto mutò. Le dolci carezze e i baci piacevoli scomparvero venendo sostituite da tocchi freddi, duri e dolorosi di un morso profondo sul collo della ragazza, ove quest'ultima si trovò ad indietreggiare per lo spavento.

Quando aprì gli occhi l'uomo che credeva che si sarebbe trovato di fronte svanì, venendo ancora una volta, sostituito da Klaus. La guardò e sorrise prima di affondare le proprie zanne nell'incavo del suo collo, costringendola ad urlare per il dolore.

 

Gli occhi di Bonnie si spalancarono. Immediatamente portò le proprie mani lungo il suo collo per percepire sotto i polpastrelli una qualunque traccia di un morso o di sangue fresco, ma nulla vi era. Si lasciò sfuggire un respiro profondo e cercò di riprendere il proprio autocontrollo. Di certo quelli non erano i tipi di sogni che desiderava fare la notte.

 

 

"Hai rifatto lo stesso sogno dell'altra notte?" Chiese Elena alla sua amica mentre erano intente a varcare la soglia del loro liceo.

"Esattamente lo stesso!" Confermò Bonnie. "Sono sempre all'interno del cimitero con un Klaus che cerca sempre di mordere il mio collo."

Magari, dovette constatare, che qualcosa all'interno dei suoi sogni stava tramutando, ma non per questo doveva far sapere alla sua amica delle cose sconce che si era ritrovata a sognare.

"Proprio uguale?" Elena azzardò a mettere in discussione ciò che Bonnie le avesse appena detto, quando raggiunsero i loro armadietti.

 

Bonnie annuì. "C'era anche lo stesso ragazzo sconosciuto ma stranamente familiare," sospirò prima di aprire il suo armadietto. La giovane strega esitò per un momento prima di esporre la sua teoria. "Sarà probabilmente sbagliato ciò che starò per dire, ma se questo ipotetico sconosciuto in realtà fosse uno dei suoi fratelli?"

Elena si trovò ad alzare un sopracciglio dubbiosa. "Cosa te lo fa pensare?"

"Quando scompare dai miei sogni, magicamente compare Klaus, esattamente nello stesso punto dell'altro ragazzo. Ma come ho già detto mi starò probabilmente sbagliando." Bonnie rimosse la sua teoria estraendo i libri dal suo armadietto di metallo.

"Damon mi ha detto che Elijah e Klaus hanno estratto i pugnali del cuore dei loro fratelli, quindi può anche essere." Rispose Elena con una piccola scrollata di spalle.

"Parlando di Damon, cosa sta succedendo fra voi?" Le chiese con occhi socchiusi giocosamente.

"Niente, a dire il vero lo sto evitando," confessò. "Mi sento ancora così in colpa per il bacio. Sono ancora innamorata di Stefan, è solo che.."

"Ami molto di più Damon," concluse Bonnie per lei trovandosi un Elena con un'espressione afflitta sul volto prima di annuire lentamente.

"Questi fratelli Salvatore ti spingeranno alla pazzia!" Scherzò per sdrammatizzare la situazione.

Le labbra di Elena si curvarono leggermente verso l'alto. "Non saprei," disse emettendo un gemito frustrato per poi appoggiare il capo contro gli armadietti metallici.

"Passi da me più tardi?" Le chiese come cominciarono a raggiungere la classe. "Potremmo utilizzare qualche incantesimo, ho casa libera. Sai da quando Jeremy è via sembra un po' vuota."

"Certo, ho da poco avuto l'incarico da Stefan per un incantesimo, ma verrò subito appena avrò terminato," rispose.

"Che incantesimo?"

"Stefan vuole che gli faccia una sorta di incantesimo dell'invisibilità, in modo tale da spiare Klaus senza essere scoperto," le spiegò trovandosi un Elena abbastanza sbigottita. "Ti sta bene che collabori con Stefan?"

"Certo, perché non dovrebbe?" La giovane strega non parve molto convinta della risposta della sua migliore amica, ma ugualmente lasciò cadere il discorso sul bel vampiro.

"A proposito di Jeremy, come si sta trovato a Denver?"

"Si sta trovando bene," fece una breve pausa prima di riprendere a parlare. "Ascolta Bonnie, so che non sei d'accordo con quello che ho fatto, ma.."

"Capisco perfettamente perché tu l'abbia fatto Elena, ma ugualmente vorrei che tu non lo avessi fatto, Jeremy è abbastanza grande per prendere da solo le sue decisioni, per cui il fatto che lui sia lontano da noi non mi piace." Bonnie si sentì di rispondere onestamente, forse più del dovuto.

"Non voglio che affronti quella vita, e tu lo sai. Voglio che abbia una vita sicura."

"Fa parte della famiglia dei Gilbert, Elena. Alla fine ne rimarrà coinvolto. E' pur sempre la sua eredità."

"E' l'unico della mia famiglia che mi sia rimasto, non sopporterei anche la sua perdita." rispose alla fine Elena con fermezza.

"Beh, renditi conto però, che quando scoprirà ciò che hai fatto rischierai ugualmente di perderlo." Bonnie sentì di dover controbattere prima di allontanarsi lasciando la sua amica stordita da quella conversazione.

Quello che le aveva appena detto era pur sempre una dura verità. Bonnie era a conoscenza di quanto Jeremy fosse rimasto arrabbiato e ferito da Elena quando aveva richiesto a Damon di rimuovergli la memoria. Per cui se avesse scoperto quell'ulteriore inganno non l'avrebbe di certo perdonata facilmente. Elena necessitava di capire che non tutto poteva controllare, poiché qualcuno era in grado di prendere saggiamente le proprie decisioni.



 

Stefan destava seduto su di una sedia mentre Bonnie era situata dietro le sue spalle con le mani pronte a massaggiarsi le tempie. Entrambi erano situati all'interno di un cerchio di candele accese.

"Come funziona questa roba?" chiese Damon con circospezione mentre osservava i due.

"Altererà la percezione di Klaus e degli altri Originali. Priverà loro la capacità di vedere, sentire o perccepire la presenza di Stefan, anche se quest'ultimo si troverà proprio dinanzi ad essi", spiegò pazientemente mantenendo ancora gli occhi chiusi, per trattenere la concentrazione, prima di iniziare a pronunciare l'incantesimo.

Le fiamme delle candele presero leggermente a guizzare, ondeggiando, poi si allungarono ampliandosi fino a tornare allo stato di partenza: ciò equivaleva a dire che l'incantesimo fosse terminato.

"Come farò a sapere se ha funzionato o meno?" Chiese un po' dubbioso il vampiro alzandosi dalla sua postazione.

"Beh è semplice, se avrà funzionato tornai qui vivo e vegeto, se non avrà funzionato, ne rimarrai sicuramente ucciso." La giovane strega rispose con scherno mettendo su il miglior sorriso dolce che conoscesse.

"C'è solo un modo per scoprirlo, fratello." Damon sorrise. "Basterà assumere le vesti di 007," gli disse prima di indicargli la porta.

Stefan emise un ringhio sommesso prima di superare con umiltà suo fratello e la giovane strega, non seppe dirlo con certezza ma pareva che quei due fossero, stranamente, divenuti amici.

"Pensi che abbia funzionato?" Le chiese il vampiro una volta che Stefan ebbe lasciato la stanza.

"Lo scopriremo molto presto." Rispose senza osservarlo mentre impacchettava tutte le sue cose per lasciare anch'essa la stanza.

Proprio quando Bonnie stava per lasciare la soglia Damon la fermò, "Posso chiederti una cosa?"

Bonnie si voltò per fronteggiarlo, scoprendolo abbastanza nervoso. "Certo."

"Si tratta di Elena." Affermò.

"Oh no! Non voglio essere coinvolta nei vostri drammi." Piagnucolò quasi dimenticandosi della sua presenza.

"Voglio chiederti solo un parere, nulla di più." La giovane strega dovette ammettere, più a sé stessa che altro, che mai prima avesse visto Damon come in quel momento. Poiché tra di loro tali discorsi non erano mai stati affrontati, ma nel corso degli ultimi mesi avevano imparato a tollerarsi. Damon le sembrava nervoso e vulnerabile.

Bonnie si trovò a sospirare prima di concedergli la domanda.

"Lo chiedo a te perché so che sei la sua migliore amica e la conosci meglio di chiunque altro," Iniziò a proferire parola ma Bonnie non seppe dire se le sarebbe piaciuto ciò che avrebbe realmente voluto chiederle. "Lo sai che sono innamorato di lei."

"Lo so." rispose dolcemente. " E credo di sapere anche dove vorresti andare a parare," poté intuire che tutte quelle confessioni in una sola volta, nel complesso, rappresentavano un peso. "Quel che ti dirò, lo dirò come la sua migliore amica e non come la saccente strega che sei abituato a trattare, per cui ho intenzione di essere brutalmente onesta." chiarì prima di procedere col suo discorso, "Elena prova qualcosa per te Damon, ma alla fine deciderà sempre di restare con Stefan. Tu ed Elena potreste avere un buon rapporto, ma sarà un rapporto che non durerà perché Elena sarà sempre innamorata di Stefan per cui non le importerà se poi finirà male." Si sentì estremamente una persona orribile, ma aveva l'obbligo di esporre il suo reale pensiero. Elena si sarebbe anche lasciata andare con Damon, ma nel momento in cui Stefan sarebbe tornato non avrebbe riflettuto due volte per rompere con quest'ultimo. E non sarebbe stato giusto. " Mi dispiace davvero, Damon."

"Non esserlo, avevo pensato anch'io la stessa cosa." rispose con una risata piccola quanto amara.

La giovane strega gli si avvicinò e strinse le proprie braccia attorno al busto di lui in un confortevole abbraccio. Sembrava che ne necessitasse. "Grazie per essere stata onesta," le disse prima di ricambiare il suo abbraccio.

"Figurati Damon." sorrise per poi allontanarsi dalla figura maschile.

"Quindi, adesso siamo amici?" Chiese Damon un po' scettico.

"Assolutamente no!" un'altra risata scherzosa echeggiò nella stanza. "Ringraziando il cielo!" rispose il vampiro con sollievo facendola ridere ulteriormente.

"Fammi sapere dell'incantesimo di Stefan," gli disse prima di imbarcarsi verso la porta d'ingresso.

 




Bonnie parcheggiò l'auto nel vialetto di casa sua, raccolse le proprie cose dal sedile del passeggero per poi dirigersi verso la porta d'ingresso con le chiavi fra le mani.

"Sera, Miss Bennett," una voce risuonò carezzevole dietro le sue spalle facendole scivolare il materiale sul terreno asfaltato.

Si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con Klaus.

"Klaus?" Ribollì di odio. "Cosa vuoi da me?"

"Necessito di una motivazione per far visita alla mia strega preferita?" chiese e Bonnie si trovò ad inarcare un sopracciglio.

"Cosa vuoi?" Scandì benevolmente le parole prima di incrociare le braccia al petto.

"Stai praticando un po' di magia, tesoro?" Le chiese ulteriormente ignorando la sua domanda, poiché i suoi occhi si erano fermati sul grimorio che giaceva sull'erba, non molto distante da loro.

"Mmmmh, si da il caso che abbiamo un piccolo problema di peste qui a Mystic Falls. C'è in giro un piccolo gruppo di ibridi con il loro leader psicopatico," rispose a tono continuando a fronteggiarlo.

Non distolse il suo sguardo fino a quando non si rese conto di una seconda presenza accanto a Klaus e dinanzi a quella visuale il suo respiro si agghiacciò.

"Perdona la mia maleducazione, Bonnie questo è mio fratello Kol," Si voltò verso la persona in questione. "Ora puoi invitarci a casa tua? Abbiamo molto da discutere."

Bonnie non riuscì a proferire alcuna parola, poiché rimase scioccata dinanzi a quell'uomo che per giorni le stava tormentando il suo sonno più sereno, non poteva assolutamente concepire il fatto che si trovava in carne ed ossa dinanzi ai suoi occhi come non poteva assolutamente concepire che fosse fratello a Klaus. Questo era semplicemente perfetto.

 

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