L'eterna estate

di Passion and Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio.. ***
Capitolo 2: *** Un incontro speciale ***
Capitolo 3: *** Curiosità e illusioni ***
Capitolo 4: *** Segreti ***
Capitolo 5: *** Fuoco nel fuoco ***
Capitolo 6: *** Dolce inganno? ***
Capitolo 7: *** Incomprensioni ***
Capitolo 8: *** Divisi ***
Capitolo 9: *** Cercando di dimenticare ***
Capitolo 10: *** Ti presento.... ***
Capitolo 11: *** Tra di loro ***
Capitolo 12: *** Addio Nine... ***
Capitolo 13: *** Vendetta ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio.. ***


L'eterna estate

 

Giugno 1781.

 

Tu sei la complicità, Gioco di sensualità, sei una ragione in più

travolgente come il vento che scuote il mare.


 

La radura appariva florida e rigogliosa, e si, si vedeva proprio che l'estate aveva fatto il suo ingresso.

Questo quadro di serenità, fu interrotto dal rumore degli zoccoli di un cavallo che, spronato dal suo padrone, calpestava alla rinfusa i timidi fiori che sbocciavano lungo la radura.

Il giovane in questione, non era altro che Connor Kenway, un giovane dal' incarnato scuro, dallo sguardo freddo come la neve che, in inverno copriva le montagne del nord America ; si apprestava a grande velocità a raggiungere il fiume che scorreva ai piedi della radura.

Giunto nei pressi del fiume, scese dal cavallo per ammirare le acque cristalline, che baciate dai raggi del sole, illuminavano l'intero paesaggio... e il rumore dell'acqua che si infrangeva contro le rocce... che dolce melodia!.

In quel silenzio sovrano, dal' acqua si erse una figura snella e aggraziata.

Connor dal canto suo, istintivamente strinse il manico della spada, ma osservando meglio notò che non si trattava del solito templare, era semplicemente la visione più bella che avesse mai visto;

 

Tu sei per me,

i ricordi che restano ora che ci sei non fanno male più

 

un ragazzino dai capelli dorati e dalla pelle chiara come i riflessi della luna, si beava della tranquillità di quel fiume, per darsi una bella rinfrescata dopo una giornata calda e faticosa.

I suoi grandi occhi azzurri erano, adesso proiettati sull'assassino.

 

- Non mi aspettavo di vederti qui...-

- Volevo farti una sorpresa, evidentemente ci sono riuscito. - disse l'uomo, con un lieve sorriso.

- Ma allora com'è andata la missione?? - chiese mentre con le braccia, si copriva i delicati pettorali uscendo dal' acqua, per avvicinarsi a lui.

- Shh... c'è tempo per parlare....- sussurrò vicino alle sue labbra.

- Mio piccolo Leo....- .   

 

Nei miei pensieri dove non c'eri sempre sarai

per me.

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Capitolo 2
*** Un incontro speciale ***


Una sottile fiamma brucia nel fondo del mio cuore

senza preavviso,si diffonde in una passione ardente

 

 

Come ho conosciuto Connor? Beh, diciamo che successe tutto in quella magica estate.

Ma prima di passare ai racconti, vorrei presentarmi, io sono Leo Kliesen, un giovane apprendista soldato, anche se mio padre mi soprannomina sempre “Il piccolo templare”.

Vi starete tutti chiedendo: “come può un assassino innamorarsi di un templare? “So che può sembrare assurdo, ma io non seguo l'ordine dei templari, io faccio ciò che ritengo giusto e questo, Connor quel giorno lo notò....

 

 

-Mira un po' più in alto.- suggerì il comandante, andando vicino al giovane apprendista.

Leo, con aria seccata cercò di calibrare meglio la mira, sparando verso un bersaglio riempito di paglia, centrandolo perfettamente.

-Ottimo lavoro, apprendista.-

-Ho solo ascoltato il suo suggerimento.- disse con tono fermo

-AHAH!, Che ragazzino perspicace.- rise il comandante, dandogli una pacca su una spalla.

Il giovane si limitò a sorridere, ma in realtà gli importava ben poco dei complimenti del istruttore, a volte si chiedeva come fosse finito in quel posto; si domandava cosa c'entrasse lui con l'arruolamento e il resto.

Fin da piccolo, il suo più grande sogno era stato quello di cantare.

In effetti, aveva un bel timbro, acuto e delicato, tendente al soprano, ma non del tutto.

 

 

-Cavolo, Leo con la spada te la cavi bene, hai una mira perfetta, eppure non ti vedo molto motivato.- notò un altro giovane, standogli accanto

-Lo sai, io non sono un tipo da queste cose, è stato mio padre, contro la mia volontà, a mandarmi in questo...questo posto.- nel suo tono, c'era una nota di amarezza.

 

Più tardi, il ragazzo decise di fare una passeggiata lungo il fitto bosco, sapeva di non potersi allontanare tanto dall'accampamento, ma volle comunque allontanarsi, l'aria fresca del mattino lo avrebbe distratto dal suo “malumore cronico”.

 

 

-Ah, come sono belle queste rose, specialmente ora, di questo periodo.- sussurrò chinandosi verso si esse, per osservarle meglio.

-Infatti, è proprio quello che pensavo.- concordò una voce, nelle vicinanze.

-Chi c'è?- chiese tornando dritto, mentre si guardò intorno.

Dall'oscurità della foresta, apparve un uomo incappucciato, nelle mani stringeva un'ascia insanguinata.

-Oh!, Chi siete?! Cosa volete?!- gridò l'apprendista, mettendosi sulla difensiva, mentre estrasse la spada.

-Tanto non mi attaccheresti mai, tu sei diverso da loro.- mormorò in tono gentile, la presenza sconosciuta, avanzando con passo pacato verso egli.

-Io.. non ne sarei t-tanto sicuro.- balbettò puntandogli la spada contro, ma si accorse di aver commesso un errore, non errore qualunque, la prima cosa da non fare in caso di attacco, mai mostrarsi vulnerabili al nemico, per nessun motivo.

-Dai, vieni qui.- gli disse l'uomo misterioso, con tono fermo.

Leo in un battito di ciglia, si ritrovò petto contro petto con l'uomo, la spada era finita a terra, e la mano con la quale la impugnava, si ritrovava ora intrecciata con quella del tizio sconosciuto.

L'uomo si tolse il cappuccio mostrando il volto al giovane, Leo rimase come incantato.

-Ma voi chi siete?- ribadì, questa volta con tono sognante.

-Tu hai una luce particolare, che illumina i tuoi sguardi, tu sei puro, Leo Kliesen.-

-Come sai il mio nome?-

 

Intrecciamo le dita in un bacio appassionato,

dalle labbra alla lingua, il desiderio aumenta.

 

 

- Ti ho osservato ultimamente, e mi è stato chiaro fin dall'inizio, tu sei speciale, tu non sei un templare marchiato nell'anima, come lo sono i tuoi compagni.- spiegò ora abbracciandolo.

-Ehm..si, il tuo discorso non fa una piega..infatti.- disse con una punta di imbarazzo, arrossendo e sorpreso per quel gesto affettivo improvviso.

 

Abbracciami, voglio essere certo che non pensi che sia uno sbaglio

 

 

-Ma tu sei..- il ragazzo venne interrotto, poiché l'uomo aveva posato le sue labbra sulle sue.

 

Baciami, voglio essere rimodellato

intossicato, voglio annegare in questo momento incantato

 

Leo ricambiò quel bacio dolce e passionale, non gli era mai capitata un'esperienza simile, però in quel momento non c'era bisogno di tante spiegazioni, aveva stregato letteralmente quel forestiero e la cosa sembrava non dispiacerlo, anzi quel sentimento lo ricambiava anche lui in parte.

 

-Il mio nome è Connor e sono un assissino.-

 

Questo episodio, è stato scritto sulle note di Magnet dei Vocaloid, versione Yaoi ^^

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Capitolo 3
*** Curiosità e illusioni ***


-Ma allora, tu vivi da queste parti, giusto?- domandò il giovane templare, camminandogli di fianco.

-Beh, si nel mio villaggio o quello che ne è rimasto.- una forte nota di malinconia gli fece tremare la voce mentre diceva quelle parole.

-Che vuoi dire?- notò il suo sguardo triste.

-La morte di mia madre è connessa con l'incendio avvenuto nel mio villaggio, quando ero piccolo.-

-Oh, Connor mi dispiace..- sussurrò dispiaciuto.

-Non è stato un incendio di cause naturali, ma sono stati quei bastardi a dare fuoco al mio villaggio, facendo così, mia madre è morta, rimanendo intrappolata nella nostra capanna e io tentai di liberarla, ma non c'è l'ho fatta, riesco ancora a ricordare le sue ultime parole.- narrò la vicenda stringendo i pugni, ma poi al ricordo della madre deceduta, alzò lo sguardo al cielo.

Leo, dapprima non sapeva cosa dire o come comportarsi, per evitare di essere inopportuno rimase in silenzio poggiandogli una mano sulla spalla in segno di solidarietà.

-Sai, non ci crederai mai.- esordì dopo un lungo silenzio, continuando a camminare lungo la radura.

-Uhm?- guardando l'uomo con aria interrogativa.

-Sono un assassino figlio di un templare, mio padre si chiama Haytham Kenway, che paradosso, eh?- disse con tono ironico, sorridendogli.

Haytham?” pensò l'altro mentre sentì un brivido percorrergli la schiena.

-Lo conosci?- chiese, inarcando un sopracciglio, notando la reazione del ragazzino.

-Ma..ma che domande!, Certo che lo conosco, è il più grande templare che sia mai esistito, parte del mio addestramento lo devo a lui.- spiegò con tono incerto, cercando di mascherare il suo stupore.

Connor lesse nei suoi occhi una nota di imbarazzo, che ci sia stato un rapporto che va ben oltre la semplice intesa tra maestro e allievo?, se poi fosse così, che pugnalata sarebbe stata per lui, al solo pensiero che quel dolce angelo avesse condiviso il letto con suo padre, lo faceva star male, lo infuriava moltissimo.

Non sapeva quasi niente di Leo e già provava una profonda gelosia nei suoi riguardi.

Continuando a camminare, il giovane notò la serietà dell'uomo, decise allora, di rompere il silenzio.

-Connor?-.

-Umh?- posando lo sguardo sul ragazzino.

-Dove ci stiamo dirigendo?, È da diverse ore che stiamo girovagando.- chiese leggermente preoccupato.

-Guarda, la vedi questa montagna?- fermandovisi ai piedi di quest'ultima.

-Ehm si, ma cosa significa?-.

-Se salirai con me in cima alla vetta, darò risposta alle tue domande.- disse con tono aleatorio, guadandolo divertito.

-Ah, questa è la montagna che vedo sempre dalla finestra della mia stanza, ma cosa c'entra questo con le mie domande..- rimase un po' perplesso non capendo le sue intenzioni.

-Seguimi e lo scoprirai.- ribadendo il concetto, l'assassino s'incamminò su un piccolo sentiero che in alternativa alla scalata, conduceva sino alla cima della montagna.

In quel momento, non sapeva per quale motivo, ma a Leo venne l'idea di paragonare Connor alla montagna stessa.

 

Che mani grandi, che grandi occhi hai, ma questo oltre me chi lo sa?

 

Forse per il fatto che era un tipo misterioso, come una montagna, tu puoi vedere il suo aspetto anteriore, ma non sai cosa nasconde dietro o cosa ci possa essere lungo il suo sentiero, agli occhi di Leo, egli appariva così, sapeva il suo nome, a piccole linee la sua storia, cosa fosse, a livello identificativo si, ma per quanto riguardava il personale?Non sapeva niente.

E com'è dolce accarezzare te, ma questo oltre me chi lo fa?

 

La cosa lo turbava ma allo stesso tempo lo incuriosiva, conosceva solo la prima parte, mancavano le altre due, spettava solo a lui conoscerle e l'intenzione era quella.

 

Vorrei sapere di te, vorrei sapere di più, se stai facendo

con me le stesse cose che tu, magari hai fatto con chi, sostituendosi

a me, a tutto ha detto di si,come io adesso con te

 

Ma mentre stavano camminando una morsa allo stomaco gli impedì di proseguire, voleva davvero sapere cosa ci fosse oltre quella montagna? Voleva davvero avere le risposte a tutte le domande? Quando era al campo di addestramento, tutte le mattine si fermava a guardare la montagna e si chiedeva cosa ci fosse dietro e cosa poteva nascondere, lui s'immaginava fiumi dorati, vaste pianure con cerbiatti e lepri che scorrazzavano di qua e di la, immensi campi di rose come quelle viste quella mattina, lo stesso era per Connor, voleva sapere tutto su di lui? Desiderava mantenere viva quell'illusione che si era fatto sul suo amato o distruggere tutto sapendo la verità? Connor gli piaceva moltissimo, come uomo, come si esprimeva, la sua tenacia eppure se avesse voluto mandare avanti quella relazione, alla fine la verità su di egli avrebbe dovuto saperla, si conoscevano da poco, non sapeva nemmeno se questa storia sarebbe potuta andare avanti, ma se lui fosse solo un passatempo? Questa era la domanda che lo ossessionava, non voleva essere uno dei tanti, lui voleva essere l'unico fra i tanti per quell'assassino.

 

 

E se poi fosse così che pugnalata per me, se ti sei dato

fin qui vorrei sapere perchè, vorrei sapere però, ho già

paura che poi, potrei scoprire che c'è

uno strapiombo per noi

 

-Perchè ti sei fermato?- chiese l'uomo voltandosi verso egli.

-Io sono davvero curioso, vorrei davvero sapere, ma allo stesso tempo ho paura...- confessò, lo sguardo nascosto sotto la frangia.

-Ma non c'è niente di cu..-.

Leo gli posò due dita sulle labbra e lo guardò dolcemente.

-Non voglio rovinare la mia idea.-

-Quale idea?- sguardo confuso.

-Connor, tu sei arrivato nella mia vita così dal niente e non voglio affrettare i tempi, tu mi piaci davvero, ma ci sono tanti segreti e tante cose ancora che è meglio che io e te non si sappiano.- sussurrò poggiando la sua testa sul suo petto.

-Sei proprio puro, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.- lo avvolse in un caldo abbraccio, per poi baciarlo sulle labbra.

 

Oltre la montagna, forse un giorno io ci andrò

oltre la montagna ma, per ora no

ma per ora no.....

 

Angolo della scrittrice:

Mah, non so cosa io possa aver scritto XD, questo capitolo è stato scritto sulle note della canzone Oltre la montagna di Anna Oxa, ah dimenticavo, chi volesse ruolare con me piccole storie tra Leo e Connor e varie, mi contatti pure in privato, sono disponibile solo il martedì sera. Ciaooo e alla prossima <3 <3v

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Capitolo 4
*** Segreti ***


Erano trascorsi tre mesi dal loro primo incontro.

In questi mesi, Connor iniziò a conoscere meglio quel dolce templare dagli occhi azzurri.

Si davano sempre appuntamento nei pressi del fiume di Gemme, denominato da loro in questo modo perché ogni mattina, al levar del sole, questo fiume baciato dai raggi solari brillava come se fosse tempestato ovunque da gemme preziose.

Ma tuttavia c'era qualcosa che ancora l'assassino non doveva sapere....

 

-Hey, come mai sei tornato tardi?- domandò un ragazzo alto e biondo, mentre Leo si gettava sul letto.

-Ah, Nine....-.

-Aspetta, fammi indovinare, Connor.- ironizzò togliendosi la divisa, rimanendo solo con la camicia bianca e i pantaloni.

-Prima o poi mi beccherò un richiamo, me lo sento...- disse con aria affannata, standosene a pancia in su.

-Eheh, il tuo assassino ti riempe le giornate- rise, sedendosi vicino a lui.

-Però è un piacere stare con lui, mi rende felice e allieva le mie giornate, dato che odio stare qui.- mettendosi a sedere sul letto.

-E poi, anche perché ci sei tu, Nine.- disse in seconda battuta, guardandolo dolcemente.

-A fare cosa?- domandò l'altro inarcando un sopracciglio.

-Che mi rendi le giornate più allegre, sciocchino!- gli passò una mano tra i capelli scompigliandoglieli.

-A proposito, sai chi è venuto a trovarci oggi?- Nine dopo la risata iniziale, si fece cupo in volto.

-Chi?- Leo era davvero curioso di saperlo, ma l'espressione del suo amico non prometteva niente di buono.

-Il Kanwey.-.

-Oh, davvero e cosa ha detto?- era tutto in subbuglio.

-Inizialmente, caso strano, ha domandato subito per te.- raccontò pacato.

-E tu.. non gli hai detto che ero con Connor, vero?- l'espressione terrorizzata di Leo, faceva divertire molto Nine.

-Secondo te? Gli ho raccontato la solita barzelletta che tu eri andato al fiume a fare provviste d'acqua per l'accampamento.- un sorriso divertito dipinse le sue labbra.

-Ah..e io pensavo chissà cosa, ma sei proprio una merda!- disse tirando un sospiro di sollievo, per poi dargli un piccolo pugno nella spalla sinistra.

-AHAH, comunque a parte gli scherzi, lui desidera parlarti.- aggiunse.

-E qui cominciano i problemi...- Leo si alzò dal letto, andando difronte alla finestra della piccola stanza.

-Perchè? Che ti costerà mai far felice il vecchio, almeno per una volta evito di raccontargli cazzate..e poi..- disse Nine, con aria seccata.

-E' suo padre!- esternò impulsivamente voltandosi verso di lui.

-Come, scusa?- chiese non capendo quell'affermazione.

-Haytham è il padre di Connor, ora capisci perché evito di incontrarlo?- ammise con tono agitato.

-Che?? Il vecchio è il padre di...Connor?.- rimase sbalordito.

-Scusa, se ho alzato la voce ma questa storia mi sta tormentando.- disse risiedendosi sul letto, mentre si massaggiava le tempie.

-Wao, piaci a padre e a figlio, cavolo Leo! Hai fatto centro.- rise incredulo.

-Ascolta tra me e Haytham non c'è stato niente e tu lo sai bene!-. Volse lo sguardo su di egli.

-Si per te, ma per lui tu contavi e come,lo si vedeva lontano un miglio, tutte le volte che ti chiedeva di passare nel suo ufficio, lezioni extra di spada..e..-

-Nine, ascolta questo non significa niente, lui ci teneva ad addestrarmi al meglio.- disse innocentemente.

-Certo, che tu la malizia non sai dove sta di casa.- mormorò sarcasticamente.

-Che intendi dire?-.

-Leo, quell'uomo è non attratto, qualcosa di più, non c'è un semplice rapporto di collaborazione, ma ben altro, fidati!- esclamò stringendogli le spalle e guardandolo dritto negli occhi.

-So di cosa parlo e Connor un giorno o l'altro lo verrà a sapere.- allentò la presa.

-No, questo mai! Non posso permetterlo è..è fuori discussione!- esordì con tono irrequieto, dopo un lungo silenzio.

-Ma se tu ora hai appena detto, che non c'è niente tra di voi, io non capisco, prima difendi il vecchio, poi ora mi vieni a dire che l'assassino non deve saperlo, io Leo non ci capisco più niente...- disse con tono confuso.

-Io non voglio che Haytham possa trovarsi a combattere contro Connor per causa mia, di già sono di diversi orientamenti culturali, mettiamoci pure il triangolo ed il pacchetto è completo.- una nota di amara ironia vi erano in quelle parole.

-Ma sei impazzito?! Mentire ad un assassino equivale a morte certa, lo sai?-.

-Connor non mi metterebbe mai un dito addosso, mi ama troppo, non farebbe mai una cosa del genere.- affermò con tono fermo.

-E che cosa intendi fare?-.

-Qui ci sono dimezzo due vite, non potrei sopportare che si facessero del male, soprattutto per il mio Connor, ha ritrovato suo padre e io non posso distruggere tutto per l'intesa che ho con l'altro, mentirò per il bene di entrambi.- disse con tono deciso, accennando un lieve sorriso.

-Mmh, conta pure su di me, anche se sono contrario a questa decisione, ma come farai con Haytham?, non puoi ignorarlo per sempre.- chiese Nine preoccupato.

-Beh, basta vederlo in città, No? Poi qualcosa mi inventerò, almeno Connor non lo verrà mai a sapere e tutti vivranno felici e contenti.-.

Nine abbracciò fortemente il suo amico, per dimostrargli tutto il suo appoggio, il piano di Leo non faceva una piega, ma quanto sarebbe potuto andare avanti ciò?Sapeva che stava correndo un gran rischio, ma in cuor suo pregava che Connor potesse comprenderne il perché, ma avrebbe capito?.

 

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Capitolo 5
*** Fuoco nel fuoco ***


- Ah, che splendida giornata.- disse con aria serena il piccolo Leo, mentre camminava in mezzo al bosco.

Faceva più caldo ultimamente, le giornate erano più lunghe, eh si, si vedeva proprio che l'estate aveva fatto il suo ingresso.

Si fermò ad osservare la radura verde e rigogliosa, alcuni cervi e altri animali che si apprestavano a dissetarsi lungo il fiume... il posto perfetto dove potersi rilassare, dopo le noiose lezioni di spada mattutine.

Ma improvvisamente, calò il buio sugli occhi del giovane.

-Chi sono?- sussurrò una voce familiare, vicinissima al suo orecchio.

-Oh, Connor!- sobbalzò, allontanandosi.

-Eh, ma bravo.-

-Non lo rifare mai più, intesi?!-.

-Volevo solo testare i tuoi riflessi.-.

-Facendomi venire un attacco cardiaco?- chiese, sempre con il cuore a mille.

-Non sei molto reattivo- affermò l'assassino, incrociando le braccia.

-Mi hai colto di sorpresa..-.

-Chiunque poteva farlo, ma non puoi reagire agli ultimi secondi, sai? Dovevi subito distanziarti e poi identificarmi, pensa se fosse stato un altro, a quest'ora potevi ritrovarti un coltello conficcato nella schiena.- gli spiegò severamente.

-Uffa! Lo so, ma come potrei godermi questo spettacolo naturale, essendo sempre sull'attenti e sempre attento a tutto.- disse, volgendo lo sguardo al cielo.

-Mmh, io lo dico per il tuo bene Leo, se ti accadesse qualcosa..io..-.

-Lo so, lo so.- mormorò il templare dagli occhi azzurri, interrompendolo per poi accarezzargli il viso.

Alche, Connor lo attirò a se, posando le sue labbra su quelle dell'altro.

-Mmh, Connor?- domandò, distaccandosi.

-Si, piccolo.-.

-Emh, stasera dopo il congedo da parte del comandante, ceniamo insieme?-.

-Certo, ma questa sera voglio portarti in un posto che sicuramente ti piacerà.-.

-Quale? Quale?- chiese incuriosito.

-Che sorpresa sarebbe, scusa?- sorrise leggermente, baciandolo di nuovo, odorando i suoi capelli dorati.

-Ti piace fare il misterioso, eh??-.

-Vedrai, ti piacerà.-.

Dopo il ritiro nelle proprie stanze, Leo assicurandosi che nessuno lo vedesse, si allontanò dal campo.

Certo, potevo mettermi una cosa più decente, ma va bene così..” pensò mentre correva a perdifiato, inoltrandosi nella fitta foresta.

Dopo una cena al chiaro di luna, l'uomo ordinando al ragazzo di tenere gli occhi chiusi, durante il tragitto, lo condusse nel posto misterioso.

-Apri gli occhi.-.

Il fanciullo aprì i bei occhi azzurri, rimanendo stupito.

Non si trattava altro di un piccolo fiume con una cascata e vari massi, ma era davvero incantevole, l'ideale per una coppia innamorata.

-Ah...-.

-Allora, che te ne pare?- chiese l'assassino guardandolo.

-E' davvero un luogo molto bello..- rispose ammirando la zona.

-Non avevo dubbi..- disse, privandosi dei vestiti.

-Cosa, cosa fai?- domandò con una leggera punta d'imbarazzo.

-Mi pare ovvio, tu non ti svesti?- lo guardò sorridendogli, ormai completamente nudo.

Leo, alla vista di quel corpo scultoreo e possente, sentì il cuore battere forte e le gote avvampare.

-Ehm, io...-.

-Su avanti, il bagno vorrei farlo in compagnia- disse, gettandosi in acqua, per poi ergere, tirandosi i capelli all'indietro.

Cavolo, che visione suadente, Connor era bellissimo....

-Dai, non farti pregare!- esclamò l'uomo, iniziando a schizzarlo.

-Aaah! No, dai! Ahaha- rise, cercando di evitare gli schizzi.

 

 

Fuoco nel fuoco, sono gli occhi tuoi dentro ai miei

ne basta poco ed ho già capito chi sei

 

 

Entrato in acqua, il piccolo Leo si avvicinò a Connor che appoggiato ad una pietra non gli distolse gli occhi di dosso,nemmeno per un istante.

Rimasero in silenzio a guardarsi.

-Dunque?- esordì, l'assassino rompendo il ghiaccio.

-Beh, l'acqua è perfetta...-.

-Tu sei perfetto, Leo- affermò con voce profonda.

Il templare arrossì di getto.

-Non sono molto bravo a parole, ma tu sei importante per me..- sussurrò, attirandolo a sé.

-Ah, Io..ehm.- non sapeva cosa dire, era tutto un fremito.

 

 

Vorrei morire sulle labbra rosse che hai..

 

 

Connor colmò la poca distanza tra loro con un bacio, ma poco dopo iniziò a baciarlo con foga, fece scivolare le sue mani lungo la schiena del giovane, arrivando a stringere i sodi e piccoli glutei.

Leo gemette lievemente, andò maggiormente su di giri quando l'altro, iniziò a tormentargli con la lingua i capezzoli rosei e turgidi.

 

 

Scivolare poi sul pendio, quello dolce che hai

è un incontro d'anime

 

La radura era pervasa dai gemiti del fanciullo mentre Connor lo accarezzava.

Poi si scostò e gli si aggrappò con disperazione. L' uomo gli prese le mani, baciò i palmi poi gli baciò nuovamente le labbra, mormorando che avevano tutto il tempo del mondo.

Adorava la pelle candida di quel ragazzino, il modo in cui si arcuava all'indietro quando gli leccava i capezzoli.

E i gemiti che emetteva.

Erano musica per le sue orecchie, lo facevano eccitare da morire.

Ma per il momento voleva solo baciarlo ovunque, bearsi del suo sapore, poi solo allora lo avrebbe fatto suo.

 

 

La notte sembra perfetta, per consumare la vita

io e te, c'è un bisogno d'amore, sai?

Che non aspetta!!


 

Usciti dal fiume si distesero sul prato, lentamente Connor scese lungo il corpo di Leo, baciandolo, leccando la pelle vellutata, mentre lui si contorceva a quella meravigliosa sensazione.

-Connor...- sussurrò il biondo guardandolo.

-Si, piccolo- mormorò soavemente e inserì le dita nella sua apertura.

Leo si lasciò sfuggire un grido selvaggio, gli occhi sbarrati dal piacere.

-Ti piace?- gli chiese con voce rauca.

-Oh, aah- bisbigliò eccitato, -Connor, io...-.

Lui sfilò le dita, gli appoggiò le mani sulle natiche e lo sollevò, per dargli piacere con la lingua.

Quel grido spezzo il silenzio mentre le mani affondavano nei suoi capelli bruni.

-Connor- mormorò con voce spezzata.

-Ti voglio dentro di me.- aggiunse.

La sua dolce richiesta venne subito accolta.

L'assassino lo baciò di nuovo e senza indugiare, posizionatosi fra le sue gambe, entrò in lui lentamente. Avrebbe voluto che questo attimo durasse per sempre.

Quando fu dentro di lui, a fondo, cominciò a muoversi.

Prima lentamente, poi sempre più veloce.

Poteva percepire i battiti dei loro cuori, le contrazioni del suo corpo...Il mondo intorno a Connor si stava disintegrando. Non riusciva a pensare, c'era solo Leo, solo lui.

Il fanciullo urlò fortemente e si aggrappò a lui.

-Aah, io...io...- sussurrò.

-Non avere paura, io sono qui con te.- gli mormorò dolcemente.

Leo si lasciò andare emettendo un grido, mentre Connor si abbandonò, proiettandosi con lui nell'universo stellato.

 

 

 

 

E' un'emozione diretta se vuoi, ma non sarà

infinita perché siamo fuoco nel fuoco

ormai, bruciamo in fretta noi

 

 

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Capitolo 6
*** Dolce inganno? ***


-Leo...Leo...- gli mormorò una voce, vicino al suo orecchio.

-Oh, che c'è??- domandò il ragazzo, mezzo addormento.

-Dai, dai raccontami tutti i dettagli salienti, dai- insistette Nine, scuotendolo.

-Mmmh, è domenica dai, almeno due ore fammi riposare.- mugolò tra il sonno, dando le spalle all'amico.

-No, dopo ti riposi, ma ora voglio sapere che hai provato, cosa ha fatto?- iniziò a tempestarlo di domande, picchettandogli la spalla.

Il fanciullo sospirò con aria rassegnata, sapeva che avrebbe continuato all'infinito... ma la forza mentale per mettere insieme una frase di senso compiuto, si faceva sentire.

-Allora, vediamo...- si voltò verso l'altro, stropicciandosi gli occhi.

-Si, avanti.- impaziente di sentire il racconto per filo e segno.

-Abbiamo cenato insieme e poi....-.

-Ascolta, salta i particolari insignificanti, arriva al sodo!- esclamò Nine, interrompendolo.

-Dunque, ci siamo fatti un bagno e poi lo abbiamo fatto..ed è stato bello, davvero..Connor era così delicato, la sua voce mi confortava, aah...- raccontò con aria sognante, ripensando a ciò, mettendosi a sedere sul letto.

-Mmh, vi siete dati da fare, ehehehe- rise l'altro, guardandolo.

-In verità lo abbiamo fatto quattro volte..- bisbigliò, arrossendo e ridendo.

-Waoo, Connor il dio del sesso, ahahaha-.

-Dai, Nine....è bravo a letto, questo lo devo ammettere.- riconobbe il biondo, aggiustandosi la camicia.

-Bene, sono contento ah, ci aspetta una settimana..-.

In quel preciso istante, qualcuno bussò alla porta della stanza.

-Si?- chiese Nine, aprendo leggermente la porta.

-Buon giorno, riferisci a Leo che lo voglio vedere tra mezzora al campo, intesi?- si raccomandò un uomo di bell'aspetto, alto, sulla cinquantina e dai capelli grigi.

-Oh, certo signor Kenway, lo avverto subito, buona giornata- disse congedandosi, per poi chiudere la porta dietro le sue spalle.

-Hey, il vecchio ti cerca, tra mezz'ora al campo.- lo informò, tornado da lui.

-Eh? Haytham, si arrivo subito...- disse schizzando dal letto, andando nel piccolo bagno.

-Non per rovinarti la giornata, ma con Connor come la mettiamo??- chiese Nine, appoggiato fuori dalla porta del bagno.

-Oddio!! E' vero, se mi vedesse con il padre, cazzo!- urlò, aprendo di scatto la porta mentre per poco l'altro non gli cadde addosso.

-Ok, io ho tutto sotto controllo..io ho la situazione in mano...- si ripeté, tra se e se Leo cambiandosi in tutta fretta.

-Mh, ascolta e se andassi io a cercarlo??-

-Ma tanto lui, da come mi ha detto una missione l'aveva finita, quindi in città non dovrebbe andarci per il momento.- mormorò fra se e se, ignorando la proposta dell'amico.

-Hey! Mi stai ascoltando?-.

-Hm? Hai detto qualcosa?-.

-Si e se andassi io da lui, portandogli un tuo messaggio?-.

-Cioè? No, non capisco.- disse con aria confusa il templare.

-Allora, mi spiego meglio- si schiarì la voce, -Io vado dal tuo uomo, dicendogli che mi hai mandato tu da lui per avvertirlo che oggi non vi potrete vedere perché, ti entrato un impegno urgente e...-.

-E magari mi sono dovuto allontanare per un'esercitazione a sorpresa, mmmh non fa una piega, geniale.- sorrise il fanciullo, dandosi una rapida occhiata allo specchio.

-Si, ma dov'è che vi dovevate incontrare di preciso? Sai, non faccio l'arte e l'indovino.- disse ironicamente il compagno.

-Allora, alle tre in punto vicino al piccolo fiume oltre la foresta, lo riconosci perché c'è un enorme masso difronte, è vicino non temere.- gli fece l'occhiolino, finendo di sistemarsi.

-Perfetto.- affermò, Nine guardandolo.

-Bene, io vado mi raccomando, conto su di te a dopo!- esclamò Leo, salutandolo per poi andarsene.

-Eccomi, desiderava vedermi??- domandò il biondo, raggiungendo l'uomo alle sue spalle.

-Leo, finalmente riesco a vederti.- sorrise, voltandosi verso egli.

-Mh, quanto tempo Haytham.- contraccambiò il sorriso, camminandogli accanto.

 

Come prestabilito, Nine si diresse al grande masso alle tre in punto e come da piano, vi trovò Connor che attendeva l'arrivo del suo amato.

-Connor Kenway?-.

Al suono della sua voce, l'assassino si voltò di scatto e mettendosi il cappuccio con abile gesto estrasse la spada.

-No, no vengo in pace..- spiegò il soldato alzando le mani, in segno di resa.

-Chi sei?- domandò l'uomo, sempre sull'attenti.

-Io sono Nine Brildgie, amico di Leo Kliesen, sono venuto per dirti che lui non potrà raggiungerti perché ha avuto un imprevisto..- il ragazzo cercava di mantenere la calma e i nervi saldi.

-Che genere d'imprevisto?- la sua voce era cupa.

-Un esercitazione a sorpresa, mi ha detto di avvisarti, comunque tranquillo, so tutto ma non ne farò parola con nessuno, puoi fidarti.- disse facendogli l'occhiolino per poi allontanarsi velocemente.

Connor si tolse il cappuccio e rimise la spada nel fodero, strano che Leo non fosse venuto di persona a dirglielo, magari lo avevano colto così, all'improvviso e non aveva avuto modo di avvisarlo, poteva capitare...ma dentro di lui sentiva che c'era qualcosa di strano, non riusciva a spiegarsi quella sensazione, ma aveva l'impressione che quel biondino gli nascondesse qualcosa e non da ora.... invece di far ritorno da Achille, il suo istinto per qualche strana ragione gli suggerì di recarsi in paese.

 

-Vedo che sei migliorato sia in attacco che in difesa.- notò Haytham, sorseggiando un boccale di birra.

-Beh, ci sto mettendo tutto l'impegno possibile, sai mio padre vuole che io sia impeccabile.- disse il giovane, poggiando i gomiti sul tavolo della locanda.

-Sei sempre in perfetta forma..- gli sussurrò, allungando una mano per carezzargli il viso.

Leo arrossì, beandosi di quella carezza.

L'assassino rimase immobile, li aveva visti...si era mimetizzato in mezzo alla folla e dalla vetrata del locale aveva assistito alla scena, cazzo che si saranno detti! Allora aveva ragione fin dall'inizio...Leo nascondeva la relazione che aveva con suo padre! E lui come un idiota aveva abboccato, si era fatto ingannare da quell'angelo con il sorriso da diavolo e ci era riuscito magnificamente.

Avrebbe voluto entrare nel locale, gridare il suo disgusto, prendere il padre per il collo...ma non lo fece, rimase li immobile mentre dentro di lui tutto si sgretolava, lui rimase li, in silenzio....

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Capitolo 7
*** Incomprensioni ***


Non era certo di quello che aveva visto, voleva ancora prove più schiaccianti sul tradimento di Leo.

-Mi ricordo di quando ti ho addestrato la prima volta, già da subito capì che eri un giovane sveglio.- disse Haytham, sorridendogli.

-Mmmh, beh faccio del mio meglio...- sussurrò finendo la birra.

-Poi la tua grazia e la tua bellezza non passano inosservate.- l'uomo assottigliò lo sguardo.

Il fanciullo rimase in silenzio non sapendo cosa dire, si limitò solo a sorridere e in quel preciso istante gli ritornarono in mente le parole di Nine “Leo, quell'uomo è non attratto, qualcosa di più, non c'è un semplice rapporto di collaborazione … “ ma adesso che ci faceva caso, era vero...gli sguardi di quell'uomo, le sue particolari attenzioni, la sua insistenza nel volerlo vedere...tutto coincideva; lui non ci aveva mai fatto caso, forse per la troppa ingenuità, ma quell'affermazione cominciava ad avere un senso.

Usciti dalla locanda, il sole stava iniziando a calare, cavolo! Ma quanto tempo erano stati insieme? Si chiese il giovane mentre camminava di fianco all'uomo.

Connor nel frattempo li stava pedinando, era bravo nel fare questo genere di cose, sapeva di essere un masochista di prima categoria, ma voleva andare infondo a questa storia.

Improvvisamente si fermo andando a nascondersi tra i cespugli, vide i due che si erano fermati a conversare ai piedi di un albero, era troppo lontano, dannazione! Non riusciva a sentire niente!?

-Mi ha fatto piacere rivederti- affermò Haytham, guardandolo dritto negli occhi.

-Anche a me, spero che tutto ti vada bene- gli augurò l'altro con le spalle contro il tronco dell'albero.

Improvvisamente, il vecchio templare attirò a sé Leo baciandolo.

Quel gesto valse più di mille parole, non aveva bisogno di ascoltare..era tutto chiaro, Leo era un lurido traditore, pensare che quelle labbra, quel corpo fossero stati in origine assaporate dal padre...lo inorridiva profondamente, Ah,chissà quante volte avrà fatto sesso con suo padre, ridendo alle sue spalle, chissà se mentre facevano l'amore pensasse ad Haytham... Leo rimase sbigottito a quel bacio, si l'amico aveva ragione, Haytham Kenway aveva sempre nutrito una forte attrazione per egli, possibile non se ne fosse mai accorto?

-Buona notte, piccolo templare.- gli sussurrò con voce sensuale il Kenway, carezzandogli il viso per poi allontanarsi mentre il fanciullo era rimasto immobile, sempre con aria confusa.

-Ahaha, bravo davvero.- rise con amarezza Connor uscendo dal cespuglio, battendogli le mani.

-C-che ci fai tu qui?- balbettò l'altro, sbalordito nel vederlo.

-Ma bene, ora tornano tante cose....-.

-No, aspetta di cosa stai parlando?-.

-Che coraggio, continui ancora a fare il tonto.- strinse i pugni, cercando di contenere la rabbia, mentre camminava avanti e indietro.

-Connor, lasciami spiegare, non è come pesi.- esordì il ragazzo dopo un lungo silenzio.

-E allora?! Come deve essere! Vi ho visti Leo...- sbottò, fulminandolo con lo sguardo.

No, non poteva averlo visto baciarsi con Haytham, no... ma allora, questo significava che lo aveva pedinato?! Per quale motivo lo aveva fatto? Si senti avvilito...

-Tu mi hai seguito? Nonostante l'avviso di Nine! Ma ti rendi conto di ciò che hai fatto?- gli chiese con aria offesa.

-Ah, certo il tuo amichetto, si mi aveva informato sulla tua “esercitazione a sorpresa”, guarda che qui l'unico a sentirsi offeso sono io! Quindi non porre la discussione su un altro piano!- gli fece notare l'assassino vicinissimo a lui.

-Tu non ti fidi me! E chissà quante volte lo avraì fatto, Connor...- si rattristì, abbassando la testa.

-Ascolta, non fare la vittima, qui il colpevole sei tu, continuavi a insinuare che provavi qualcosa per me, eh certo! Prima te la sei fatta con mio padre poi hai pensato bene di provare il figlio, hai giocato bene le tue carte..- disse con ironia.

-No, no io provo qualcosa per te, qualcosa di grande, anche se tu stenti a crederlo, ma è così io l'ho fatto per il tuo bene.- gli spiegò con gli occhi lucidi.

-Sei patetico, di la verità, sai non vorrei che tu ti sentissi una puttana!- gli sorrise malignamente, provocandolo.

A quelle parole di scherno, sentì una fitta al cuore, spalancò gli occhi...lo aveva denominato “puttana”? Lui che si era sempre preoccupato, lui che lo ammirava in tutto e per tutto, lui che di notte lo pensava sempre, lui che si era arrovellato la mente per non fargli pesare il fatto che conoscesse suo padre...che lo aveva protetto da una grande lite per non far si che i due rompessero i contatti definitivamente... sorrise, lo sguardo nascosto sotto la frangia.

-Ahah, Connor Kenway.- lo guardò dritto negli occhi.

-Non osare parlarmi così! - aggiunse con un tono che non ammetteva repliche,la faccia vicinissima al volto dell'altro.

Connor fece una smorfia di disprezzo ed indietreggiò, sempre guardandolo.

-Beh, se non hai capito il mio gesto, mi dispiace ma non posso farci niente, se la pensi così tanto vale finirla, no??-.

-L'idea di stare in tua presenza un minuto di più mi disgusta- confessò freddamente l'uomo.

Si era quello che si meritava, era solo un bastardo, un verme senza cuore, meritava solo di essere ucciso senza pietà.

-Addio, Connor non mi cercare più...- disse con voce soffocata dandogli le spalle, iniziando ad incamminanarsi in direzione del campo mentre una lacrima rigò il suo viso.

 

Come on skinny love just last the year...

pour a little salt you were never here....

 


Preso da una rabbia cieca, l'assassino estrasse la lama celata e con un ghigno stampato in faccia lo seguì affrettando il passo, che affronto gli aveva fatto..lo aveva tradito, lui non poteva immaginare il dolore che covava dentro di sé, non si era mai legato a nessuno, mai come con Leo, il suo piccolo angelo biondo...No non lo era più, era solo un volgare e mediocre puttanello che aveva giocato con la persona sbagliata, ora gliel'ha avrebbe fatta pagare cara! Gli si avvicinò correndo, allungo il braccio come per trafiggerlo da dietro...ma qualcosa lo bloccò, si qualcosa gli impedì di strappargli la vita...il grande amore che provava per lui e si maledì per questo.



Angolo della scrittrice: in questo capitolo mi pareva carino mettere la canzone di Birdy, Skinny love, per mettere in evidenza il rapporto tra Leo e Connor, un amore grande ma molto fragile ^^

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Capitolo 8
*** Divisi ***


Come on skinny love just last the year...

 

-Mhh, aah..-.

Con il cuore spezzato il piccolo Leo fece ritorno al campo, entrando nella sua stanza, chiuse la porta lentamente e si gettò sul letto scoppiando in lacrime.

-Hey, Leo? Ma che è successo?- gli domandò il compagno di stanza, precipitandosi da lui.

-Nine..è finita..- rispose tra i sighiozzi.

-Come è finita? No, no ci dev'essere un errore.- cercò di tranquillizzarlo, avvolgendolo in un caldo abbraccio.

-No, no è finita per davvero, aaah perchè?!- gridò il giovane contro il petto dell'amico.

-Vi ha visti, dunque- affermò con aria triste l'altro.

-Il più bello è che io mi sono sempre preoccupato per lui e suo padre, ho cercato sempre di evitare inutili discussioni..- disse con disperazione, liberandosi dall'abbraccio del compagno.

-Oh, Leo....-.

-E per cosa?! Per sentirmi dire che sono una lurida puttana?!- urlò alzandosi, piangendo con rabbia.

-Mi dispiace davvero tanto...-.

-No, ora basta è un capitolo chiuso, andrò avanti anche senza di lui.- sussurrò, asciugandosi le lacrime, andando difronte alla finestra.

-Io ci sono e ci sarò per sempre per te, non scordartelo e comunque dovevi metterlo in conto il fatto che questa storia...-

-Si, questa storia avrebbe avuto vita breve, pensavo chissà che cosa, quando lui non si è mai fidato di me, mi ferisce molto ammetterlo, ma è così e io non posso stare con una persona del genere.- sopirò interrompendolo, voltandosi verso egli.

-Siamo troppo diversi.- aggiunse a malincuore.

Nine si alzò dal letto per abbracciarlo nuovamente, era profondamente dispiaciuto per l'accaduto, sapeva quanto lui tenesse a Connor, ma doveva superare questo momento e lo avrebbe aiutato, entrambi erano molto legati, ma infondo sapeva che il capitolo Connor Kenway non si sarebbe chiuso definitivamente...

 

I tell my love to wreck it all,
Cut out all the ropes and let me fall...

 

Le giornate passavano più lentamente ed avevano assunto un gusto amaro, da quando non si vedeva più con il suo assassino tutto sembra essere ritornato ad una monotona realtà, quando lo incrociava per il bosco si scambiavano sguardi freddi, come sconosciuti, come se tra di loro non fosse mai successo niente, meno male c'era il suo caro amico almeno lo distraeva dai suoi pensieri.

-Oggi pranziamo velocemente e ci facciamo un salto in città, che ne dici??- gli propose l'amico andandogli vicino.

-Mmh, dico che è una splendida idea.- disse il fanciullo, prendendo la mira, sparando contro un manichino di paglia, centrandolo perfettamente.

-Wao, che mira!- rimase sbalordito.

-Tutto allenamento, vedrai imparerai anche tu.- disse porgendogli il fucile.

-Ah, pensi che ci siano possibilità anche per i casi come me??- chiese Nine ridendo.

-Che stupido che sei.- sorrise lievemente, dandogli un leggero pugno su una spalla.

Già meno male c'era lui a farlo sorridere...

 

In quei giorni, inaspettatamente Connor ricevette un'informazione, la quale diceva che Charles Lee si era rifugiato a Fort George, sapendo che Charles Lee era ancora vivo, decise di intraprendere un viaggio per trovarlo ed ucciderlo con le sue stesse mani.

Accordandosi con Lafayette, un valido collaboratore e con la stesura di un elaborato piano, Connor a bordo dell'Aquila, si diresse alla baia di Chesapeake, dove incontrò l'Ammiraglio de Grasse.

 

-Lafayette mi ha promesso un intera flotta e un capitano senza pari, invece mi ritrovo soltanto una bagnarola e un ragazzino al timone.- si lamentò quest'ultimi.

-Noi non vi deluderemo ammiraglio.- disse con tono deciso l'assassino.

-Ne dubito assai.- affermò scetticamente l'uomo, guardandolo.

-E le navi che ho chiesto?- chiese Connor seriamente.

-Sono vostre, a patto che sopravviviamo.-.

-E cosa volete che faccia?-.

-Tenete la baia mentre attacco la flotta, se le navi inglesi osano avvicinarsi affondatele.- gli ordinò l'ammiraglio mentre Connor si allontanò preparandosi per la battaglia.

Dopo un epico scontro navale, l'assassino con gran sorpresa dell'ammiraglio de Grasse, portò a termine il suo compito.

 

-Dicono che avete distrutto quel vascello da solo, forse Lafayette non esagerava, elogiando le vostre abilità.- riconobbe l'uomo, avvicinandosi a lui.

-Come promesso le mie navi sono ai vostri ordini, come le userete?- chiese in secondo momento.

-Cinque di loro entreranno in porto a New York con bandiera inglese.- spiegò pacatamente il Kenway.

-Un momento, pensavo doveste uccidere dei pirati o trasportare merci e invece...cosa dovreste fare? Ah? Attaccare New York?- gli domandò sbigottito.

-No, certo che no.- rispose tranquillizzandolo.

-Ah..- si sentì riavere.

-Solo una parte.-.

L'ammiraglio lo guardò con aria confusa.

-Spiegatevi meglio..-.

-Devo infiltrarmi a Fort George, ma è ben sorvegliato, i cannoni faranno breccia nelle mura e scateneranno il panico.- gli spiegò.

-Ma le navi battenti bandiera francese non potrebbero mai avvicinarsi.- asserì de Grasse.

-Ora capite?-.

-Temo di no, ma ogni promessa è debito anche se è fatta a un pazzo.- replicò con una punta di ironia.

-Accenderò un fuoco quando dovrete attaccare.- gli disse Connor indifferente alla sua risposta.

L'ammiraglio voltandosi, diede ordini a tutto l'equipaggio sul da farsi, spiegando tutto in francese.

Che strano, aveva appena finito una gloriosa battaglia navale, l'ammiraglio a modo suo, si era complimentato con lui eppure mancava qualcosa...quel templare dagli occhi azzurri e dai capelli dorati, accidenti! Non credeva che la sua assenza si facesse sentire più di tanto ed invece...nonostante la sua freddezza e la sua serietà, dentro soffriva ancora per lui, volse lo sguardo all'orizzonte, chissà se anch'egli stava ammirando quel tramonto..

 

Come on skinny love, what happened here?
Suckle on the hope in light brassieres

 

 

Il sole stava tramontando e Leo si era recato presso il fiume, dove era abitudine incontrarsi con..Connor, tutto aveva un fottuto senso di lui, ogni cosa di quel bosco lo ricordava...

 

Ad un tratto, una figura molto familiare apparve difronte a lui.

-Oh, Connor!- esclamò con un'espressione tra gioia e stupore, correndogli incontro.

-Mi dispiace, mi dispiace non doveva finire così.- si gettò su di lui con disperazione, gli occhi carichi di lacrime.

-Shh, ora sono tornato e niente e nessuno ci separerà.- gli sussurrò baciandolo delicatamente.

 

 

Who will love you?
Who will fight?
And who will fall far behind?

 

 

Odorando la rosa che aveva tra le mani, riaprì gli occhi tornando alla realtà.

-No, non tornerai mai più.- disse con amarezza gettando la rosa nel fiume, tornando nuovamente al campo.

 

 

Come on skinny loveeee
 

 

-Possibile che questo amore non sia destinato a vivere?...-.

 

 

My, my, my, my, my... 

 

Angolo dell'autrice: ho cercato di essere più fedele possibile per descrivere la battaglia di Chesapeake, spero non me ne vogliate XD  

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Capitolo 9
*** Cercando di dimenticare ***


-Sapevi che il vecchio Jenclin vende quel tipo di fucile, ma solo metà prezzo.- disse Nine, camminando di fianco a Leo mentre percorrevano le strade di Boston.

-No, davvero??- lo guardo con stupore.

-Si, si ora vaglielo a dire a Scott, poteva risparmiare il 50% se solo si fosse degnato di fare cinquecento metri più.-.

-Mhh, sai com'è fatto il nostro comandante, bravo con le armi, ma in materia fisica lascia molto a desiderare.- disse il biondo, guardandosi attorno.

-Hey, mi è venuta un idea.- aggiunse poco dopo, fermandosi di scatto.

-Cioè?.-.

-Visto che è da tanto che non ci concediamo un po' di tempo libero che ne diresti se sabato sera dopo il ritiro nelle stanze ci facessimo un bevuta?- propose sorridendo.

-Mh, tu non non hai mai bevuto molto, sei sicuro di star bene?- l'amico lo guardò storto.

-Tanto per cambiare un po', per staccare dalla solita ruotine.-.

Si quella ruotine divenuta vuota e ripetitiva dopo che quella persona non c'era più, era trascorso più di un mese e di lui nessuna notizia...

-Questa non è farina del tuo sacco.- affermò l'altro.

-Oh, senti se pensi che sia per quella cosa ti sbagli, io voglio uscire da quella semi specie di galera, prendere una boccata d'aria e vedere volti nuovi.-

giustificandosi con aria scocciata, sperando che l'amico credesse a quel mare di stronzate.

Nine lo guardò dubbioso, ma per non essere noioso assecondò la sua richiesta, anche se poteva immaginarsi il perché.

 

 

-Non c'è nessuno, vero?- domandò il fanciullo stando dietro il compagno di stanza, mentre l'altro sulla porta, verificava la situazione.

-No, via libera.- asserì, accertandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi.

Dopo una rapida controllata, i due sgattaiolarono fuori dal campo.

-Ihhih, speriamo di non incontrare ne Haytham o gli altri, se no sai che paternale.- rise Nine, camminando a passo svelto.

-Ahaha, sarebbe la ciliegina sulla torta.-.

Come pattuito antecedentemente si diressero alla locanda del paesino.

Appena arrivati il locale era pieno e al bancone c'era una fila immensa, fortuna volle che trovarono un posto.

-Ah, che botta di culo!- esclamò il templare sedendosi.

-Puoi dirlo forte, amico.-.

Si guardarono intorno, c'erano persone di ogni genere.

-Buona sera ragazzi, che cosa prendete?- chiese una giovane donna, avvicinandosi al tavolo.

-Portaci due birre.-.

-No, per me una bella bottiglia di vino, grazie.-.

-Eh? Ma non hai mai bevuto vino.- Nine lo guardò meravigliato.

-C'è sempre una prima volta, no?- sorrise, facendogli l'occhiolino.

Sinceramente ad un primo impatto pensò anche lui che fosse un idea stupida, ma era stanco di sentirsi giù, non lo esternava nemmeno all'amico ma infondo era preoccupato per Connor, cosa starà facendo? Dove sarà? Era più di un mese che non aveva più sue notizie, ma voleva mettere la parola fine a quella storia, avrebbe fatto qualsiasi cosa per attanagliare il dolore che portava dentro di se, qualunque anche se questo comportasse a socializzare con l'alcol, ma almeno per qualche istante avrebbe dimenticato, solo per un po'...

-Alla salute e alla faccia di chi ci vuole male!- esclamò Leo, brindando con il compagno.

Qualche ventina di minuti dopo, il giovane cominciò ad accusare un gran giramento di testa, farneticando cose incomprensibili.

-AHAHAH, ma la la, sai quella..ahahaha- rise senza un motivo, divenendo rosso in viso.

-Leo, io credo che tu abbia bevuto abbastanza.- disse l'altro allontanandogli la bottiglia.

-Ma stai zitto, ahaha ma che idioti questi indiani...-.

-Che c'entrano gli indiani?-.

-Ehah, tu non lo sai ma loro sono tutti uguali...- singhiozzò ridendo.

-Ah, dai andiamo al campo.- sospirò alzandosi.

-AHAH, sai io dovevo sbattermi Haytham come dovevo, farlo..- si alzò anche lui, ma barcollando.

L'amico lo prese sotto braccio e pagato il conto uscirono.

-Maledetto bastardo, figlio di un cane...- mormorò il biondo.

-Ora con chi c'è l'hai?.-

-Ma è colpa sua, ora..ora andiamo a parlare da lui, andiamo da Achille..- disse sempre sotto l'effetto del alcol.

-No, ora noi torniamo al campo, niente storie!- disse l'altro templare con un tono che non ammetteva repliche.

-Dai, ma allora sei uno stronzo, dai andiamo a parlare con il signor selvaggina..-.

-Ma ti sei visto, come pensi di affrontarlo in queste condizioni? L' alcol non ti aiuterà a superare questo momento, non ti darà gioia, ti renderà schiavo e non farà altro che aumentarlo solo il tempo giocherà a tuo favore.- gli confessò, guardandolo tristemente mentre camminavano.

Improvvisamente Leo si piegò su se stesso, ritornò su camminando per poco più di un metro per poi piegarsi nuovamente e rigurgitare.

-Lo sapevo che sarebbe andata a finire così...- sussurrò avvicinandosi per reggergli la testa.

-Ah, mi faccio schifo da solo..- confessò il giovane, tornando dritto e riacquistando lucidità.

-Non puoi tenerti tutto dentro e non sperare che oggi quando hai detto quella miriade di idiozie, ci abbia creduto, lo so benissimo perché volevi bere, ma affogare i dispiaceri nell'alcol non è servito a molto, giusto?-.

-No, la verità è che...è che...- esitò per qualche istante ma poi non c'è la fece più, scoppiò in lacrime abbracciando l'amico.

-Sfogati, sfogati che ti fa bene, io sono qui per ascoltarti.- gli mormorò dolcemente Nine, carezzandogli i capelli.

-Ho cercato di sorridere, di concentrarmi sugli allenamenti, ma non ci riesco, non ci riesco?!- gridò con rabbia tra le lacrime.

-Ma tu con me non devi fingere, stupido! Se ti va di urlare, di piangere fallo e basta!- gli disse guardandolo dritto negli occhi.

-Credevo di aver superato questa fase, ma mi sbagliavo, evidentemente era tutta un illusione come il nostro rapporto, era tutta un illusione....-.

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Capitolo 10
*** Ti presento.... ***


“ Nessuna traccia di quell'uomo, possibile che si sia dissolto nel nulla..” pensò iracondo l'assassino, camminando nel cuore del bosco.

“ Eppure devo trovare un modo, la morte di mia madre non può rimanere impunita”.

Giunto nella residenza di Achille, aprì la porta e si guardò intorno.

-Connor sei tornato, allora quale notizie mi porti?- chiese l'anziano scendendo le scale.

-Niente, purtroppo.- svio lo sguardo.

-Charles lee è riuscito un altra volta a sfuggirti.- dedusse avvicinandosi.

-Si, quell'uomo è più astuto di una volpe..- disse con tono cupo.

-Devi avere avere pazienza figliolo, la pazienza è la virtù dei forti.- lo guardò, mettendogli una mano sulla spalla.

-Ah, a proposito hai visite.- aggiunse Achille, invitandolo a seguirlo.

Arrivati in salotto, Connor rimase sorpreso, vedendo chi lo attendeva.

-Buona sera Connor.-.

-Tu che ci fai qui?- gli occhi si ridussero a due fessure.

-Tanto tempo che non ci vediamo.- sorrise Haytham, avvicinandosi a lui.

-Cosa vuoi?-.

-Oh, come siamo cupi, che c'è dormito male?- gli domandò ironicamente.

-Non mi aspettavo la tua visita.- rispose freddamente.

-Beh, ho saputo che hai intrapreso un lungo viaggio.- disse, girandogli intorno.

-Lasciamo perdere.-.

-Comunque, stasera avrei intenzione di presentarti una persona che può aiutarci.-

-Eh? Uno dei tuoi tira piedi?- chiese soffocando una risata.

-Vedrai, cambierai idea.- affermò, fermandosi difronte a lui.

Connor rimase in silenzio guardandolo, poi si diresse verso la porta.

-Alle otto difronte al ristorante Vierner.- si raccomandò il padre.

-Certo, voglio proprio vedere.- si volto verso di lui, per poi uscire dalla casa.

 

“ Voglio proprio vedere chi sia, se mio padre pensa che ci possa tornare utile per i nostri scopi, sicuramente ne sarà all'altezza” pensò il giovane assassino, incamminandosi verso il paese mentre la notte calava silenziosa.

-Ah, eccolo siamo qui.- gli gridò il vecchio templare, facendogli cenno con la mano.

Connor si avvicinò ai due, quando vide quella persona senti una fitta al cuore.

-Ti presento Leo Kliesen.-.

Leo sbiancò di colpo. Oh cielo! Ma è uno scherzo? O cosa? Entrambi rimasero in silenzio ad osservarsi.

-Io sono Leo, piacere.- sorrise, cercando di mascherare il suo stupore.

-Io Connor Kenway.-.

Si diedero una bella stretta di mano, ambedue fingendo magnificamente.

-E dopo le presentazioni possiamo dunque, metterci a tavola.- disse Haytham, sorridendo a entrambi, entrando nel ristorante.

-Quindi siete un allievo di mio padre.- esordì Connor, tagliando la sua bella bistecca al sangue.

-Si, si ma per favore non usate questi formalismi.- disse il biondo sorseggiando un boccale di birra.

-Ti posso assicurare che è il migliore.- asserì il Kenway, sfiorandogli con due dita una gota.

Leo rabbrividì leggermente, ma tentò di reprimere il suo nervosismo, accennando qualche piccolo sorriso.

-Capisco.- sussurrò l'assassino allacciando il suo sguardo a quello del ragazzo, nutrendo un leggero fastidio per quel gesto.

Ogni volta che si sentiva quegli occhi color mandorla addosso, sentiva il cuore battergli a mille..questa assurda commedia fin quando poteva durare? Per lui era una pena, ma non poteva far capire niente, doveva farsi forza e pensare a quante lacrime aveva versato per quel individuo, cercò di ripensare a tutto quello che era successo ed un po' di indifferenza toccò il suo cuore..

-Scusate, mi assento per un istante.- Haytham, si alzò e si allontanò per andare a salutare un vecchio amico.

Erano soli, difronte l'un l'altro, non riuscivano a dirsi niente, c'era solo un gioco di sguardi, ma la pazienza avrebbe toccato il limite molto presto.

-Non sapevo che tu fossi a questi livelli.- esordì il giovane Kenway, incrociando le braccia.

-Per favore, non mi sembra il momento.- tagliò seriamente il fanciullo.

-Eh, vedo come ti sei consolato.- gli lanciò uno sguardo provocativo.

-Ascolta, io non sono in vena di discutere, ahah se farlo con te lo si può definire discutere.- disse tagliente l'altro, facendo un sorrisetto da far venire i nervi.

-Ma bravo hai imparato a replicare.- notò, mettendo i gomiti sul tavolo.

-Quando gli altri ci abbandonano sai, devi imparare ad affrontare i problemi.- mormorò incurante, alludendo alla loro storia.

-Oh, ma tu hai recuperato.- sorrise maligno.

-Connor, basta.- digrignò i denti, guardandolo male.

-Gli hai rivolto lo stesso trattamento?- assottigliò lo sguardo, continuando a interferire,una smorfia di disgusto comparve sul suo viso.

Leo non ci vide più, non poteva trattarlo così, eh no! Quando è troppo è troppo! Fulminandolo con lo sguardo, si alzò e gli tirò uno schiaffo.

L'assassino, con la testa leggermente girata rimase in silenzio e allo stesso tempo sorpreso per quel gesto, quel biondino aveva messo le unghie...ma quello schiaffo anche se non dava a vederlo, gli fece male, riconobbe di essere stato a sua volta un po' troppo duro con lui...cavolo allora anche Leo soffriva come lui...

-Continui a non capire.- si lascio sfuggire il biondo, cercando di trattenere le lacrime.

-Allora, di cosa conversavate?- domandò il vecchio templare, tornando verso di loro.

-Eh, parlavamo della caccia.- gli sorrise il giovane, guardando prima lui e poi Connor.

-Si, l'altra volta ho cacciato una volpe.- raccontò l'altro con aria pacata.

-Ah, ma bene.- disse risiedendosi per continuare “la gradita cena.”

 

Durante il corso della serata, il Kenway intuì che c'era qualcosa tra i due, i loro sguardi anche se schivi, tutte le volte che si incrociavano nascondevano una forte alchimia.. che i due si conoscessero da tempo? E lui ne fosse allo scuro?
 

Solo ieri c'era lui, nella vita mia

solo ieri c'era un sole che

metteva allegria

 

Dopo la lunga cena i tre si congedarono, Connor non fece altro che ripensare ai suoi sguardi, sentì un gran vuoto dentro di se, era la prima volta che si sentiva così per una persona.

Era diventato più bello, più forte di quando lo aveva lasciato, ma perchè proprio con suo padre? Perchè lui? Si chiedeva e richiedeva, perchè mai la loro storia si era dovuta concludere in quel modo? E poi quelle parole che lo tormentavano “ Continui a non capire..”.

Alzò lo sguardo al cielo, cos'è che doveva capire? Forse era stato lui a fraintendere tutto? Ma li aveva visti baciarsi..e poi quella carezza.. tutto era confuso, se c'era qualcosaltro oltre l'apparenza?

 

 

No, non può finire così, la vita

inventerò ancora per un po'

 

 

Leo osservava la luna dalla sua stanza, ormai alta in cielo.

La sua mente proietta sul suo assassino, avrebbe voluto che non fosse finita in quel modo, ma che parole amare e cariche di disprezzo gli aveva rivolto...ma nonostante ciò quello che gli fece più male era il fatto che ancora lui non sapesse il motivo del suo gesto, quell'azione fatta a fin di bene che poi si è rivelata la rovina del loro amore... certo che paradosso, pensò socchiudendo gli occhi.

 

No, che non può finire qui

qualcuno troverò

e rinascero...

 

 

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Capitolo 11
*** Tra di loro ***


 “Quei due nascondono qualcosa e devo sapere cosa..” pensò il Kenway, affrettando il passo, diretto verso il suo ufficio.

“e forse so già come.” un sorriso maligno s'increspo tra le sue labbra mentre la porta si chiuse dietro le sue spalle.

 

-Haytham vuole vedermi adesso??- chiese con stupore il giovane Leo, stando sul ciglio della porta di camera sua.

-Si, seguimi.- gli disse il comandante, facendogli cenno con la mani.

-La cosa mi puzza.- sussurrò l'amico.

-Non pensiamo sempre male.- voltandosi verso di lui.

-Mmh, attento.-.

-Si, non vado mica in guerra, è solo una convoca.- lo rassicurò, allontanandosi dalla stanza.

Entrato nel suo ufficio, il vecchio templare si voltò verso di lui.

-Buona sera.- sorrise gentilmente, invitandolo a sedersi.

-Mi avete fatto chiamare.- disse, sedendosi difronte alla sua scrivania.

-Si, volevo solo brindare con te.-.

-Brindare? E a cosa?-. Non c'era proprio niente da festeggiare per lui, non era proprio in vena.

-Per l'inizio della nostra collaborazione.-.

Prese la bottiglia di vino posta sulla scrivania e ne verso un po' in due calici.

-A noi.- glielo porse.

-Ma pensavo che la cena fosse stata sufficente e poi ti sei ringraziato abbastanza.- affermò, posando il calice sulla scrivania.

-Non vorrai mica offendermi, vero?- gli domandò fingendo un'aria risentita.

-Oh, no certo che no..- abbassò la testa, provato.

-Su.-.

L' uomo alzò il calice e Leo fece altrattanto e brindandarono.

-Ne vuoi un altro pò??-.

-Oh, no no vedi l'alcol...- non riuscì a finire la frase che Haytham gli ne versò ancora.

-Non fare complimenti, dai noi siamo soci.- assottiglio lo sguardo, sogghignando.

Sapeva che il ragazzo non reggesse l'alcol e quello che voleva era farlo ubriacare, per saperne di più.

-Ma dimmi, con Connor come..ti trovi??- esordì, dopo aver attesso che il ragazzo bevesse il secondo bicchiere di vino.

-Mmmh, C-Connor, eh lui è un socio davvero brillante, si vede che è tuo figlio.- rise nervoso, cercando di mantenere la sua compostezza.

-Mmh, questo mi fa piacere sai lui è un ragazzo dal carattere molto freddo e chiuso, non è facile legarci, ma tu... hai fatto l'eccezzione alla regola.- sorrise, versandogli dell'altro vino.

-Io sono a posto, basta.- asserì, leggermente arrossito.

“No, non credo.” pensò l'altro, insistendo sul fatto che non dovesse fare complimenti.

-Mmmh, avevo notato che l'altra volta, tra di voi ci fosse una forte intesa, non so se mi spiegho, ma non è il tipo d'intesa che ci può essere fra due sconosciuti, sempre se lo siete.- poggiò i gomiti sulla scrivania, incrociando le mani, portantandole sotto il mento.

-Mmh, non so di cosa tu stia parlando.- rispose con tono deciso, poggiando il calice ancora pieno sul tavolino.

-Mi dispiace lasciare quasta conversazione così, ma adesso devo proprio andare.- si alzò, chinando il busto leggermente.

-Grazie e notte, con permesso.- aggiunse, tornando dritto per poi uscire dalla stanza.

Era ancora leggermente rosso sulle gote per via del vino, ma la lucidità per sua fortuna era intatta.

-Dannazione!- esclamò l'uomo alzandosi e gettando il suo calice a terra, con aria iraconda.

-Ci dovra essere un modo, io devo sapere...se con l'alcol non ci sono riuscito, ci saranno altri modi, non me la danno a bere quei due.- sibilò, andando verso la finestra per guardavi fuori.

 

-Ah, quindi il pretesto era quello di festeggiare, mah sentitelo.- commentò Nine con aria strafottente.

-Dai, non è successo niente, ha insistito un po' sul bere, ma poi niente di eclatante.- spieghò, mettendosi sotto le lenzuola.

-Hai visto?-.

-Visto cosa?-.

-Tu hai detto che ha insistito sul fatto che ti volesse far bere, no?- chiese alzandosi dal letto per iniziare a camminare avanti e indietro nella stanza.

-Si, ho detto questo.- confermò, seguendolo con lo sguardo.

-Ah, Ah ecco spiegato tutto!- esclmò fermandosi di scatto.

-Scusa?- inarcò un sopracciglio.

-Il vecchio con la scusa di festeggiare la tua collaborazione, voleva farti ubriacare per sapere della relazione che c'è stata fra te e Connor, ma non ci arrivi??- si chinò verso di lui, i visi vicinissimi.

-No, aspetta non ti pare di viggiare un po' troppo di fantasia?- si mise a sedere sul letto, guardandolo dubbioso.

-No, non credo tutto coincide.- disse con tono deciso, stando in piedi difronte a lui.

-Mmm, ineffetti ha comiciato a domandarmi su Connor, era sorpreso del fatto che fra me e lui ci fosse stata subito una certa complicità.- sussurrò, ricordando.

-Che ti avevo detto, Leo attento cercherà sempre di scoprire cosa c'è stato sotto.-.

-Si ed è per questo che terremo la bocca chiusa, non voglio più ritrovarmi in situazioni spiacevoli, Haytham non deve sapere del grande amore che provo per suo figlio.- disse con aria triste per poi abbracciare l'amico.

 

-Oh, ma senti, senti..- sussurrò il Kenway con l'orecchio poggiato alla porta della loro camera, dopo aver origliato tutta la conversazione.

-L'ultimo pezzo del puzzle.- rise malizioso, allontanandosi.

-Beh, forse non ancora...-.

 

 

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Capitolo 12
*** Addio Nine... ***


Eppure sembrava che non fosse ancora finita....”

 

Due settimane più tardi, Leo e il suo amico, come era abitudine fare ogni martedì mattina, si stavano recando nel cuore della foresta per un giro di perlustrazione.

 

-Odio queste mattine, queste lezioni di supervisione dell'ambiente a cosa serviranno mai.- si lamentò Nine.

-Ad affinare l'udito e testare le nostre capacità di reazione, servono eccome.- gli spiegò il giovane templare, camminandogli a fianco.

-Bah, che perdita di tempo..- ribadì con aria seccata.

Il gruppo, più tardi si fermò nei pressi di un piccolo fiume per rifocillarsi e dissetarsi.

-Ah, questa siesta ci sta a meraviglia.- disse l'amico, posando il fucile a terra per poi stirarsi.

-Pigrone.- ridacchio Leo, guardandolo.

-Sarò anche pigrone, ma questi giri di perlustrazione con questo caldo, sono devastanti e non sono l'unico che la pensa così, giusto ragazzi?- domandò ironicamente rivolgendosi agli altri compagni.

-Giusto, Nine.- rispose un ragazzo, sorseggiando dell'acqua.

Alche, Leo scosse leggermente testa sorridendo.

 

-Eccoti, finalmente...- sibilò una voce sinistra, proveniente dai cespugli.

-Io vado a mettermi ai piedi di quel albero, fa troppo caldo.- disse il templare, guardando l'amico. Poi improvvisamente,uno sparo ruppe il silenzio, seguito da un urlo agghiacciante.....

-NINEEEEEEEEEEEE.- gridò Leo, voltandosi verso egli, vedendolo disteso a terra, inerme.

-Oddio?!.- urlarono altri, correndo verso la vittima.

-Nine, no, no ti prego...- ansimò il biondo, chinandosi a terra, sorreggendo l'amico.

-L-Leo...- riuscì a mala pena a dire, mentre l'erba si tingeva di rosso.

-Ti prego, non mi lasciare, io..io ho solo te.- disse con voce spezzata, mentre gli occhi divennero lucidi.

-Presto, chiamate i soccorsi?!- gridò il comandante, avvicinandosi a loro, mentre altri giovani fanciulli si allontanavano a gran velocità verso l'accampamento.

Il ragazzo allungò la mano verso Leo, mormorando qualcosa di incomprensibile, la vista si stava offuscando e sentiva i battiti del cuore rallentare poco a poco si, stava morendo.

Il biondo distese perfettamente l'amico, aprì la sua uniforme andando a vedere dove fosse la ferita, tra lo sgomento e la disperazione, si strappo un pezzo di uniforme andando a fasciare il fianco colpito ed esercitò una leggera pressione, così da impedire la fuoriuscita di ulteriore sangue.

-Ah, ah tu non morirai!- esclamò tra le lacrime, guardandolo.

-Ritro..veraì la felicità, non piangere Leo, tu...sei...f...or...te.- gli sussurrò, sorridendo e chiudendo gli occhi.

-Aah..aah, Nine...non fare così, svegliati...- ansimò, il piccolo templare, increspando le labbra in un sorriso, con le lacrime che gli rigavano il viso.

-Sei un pigrone?! Il sole è già alto, aaah, svegliati?! Cazzo!- gli gridò, scuotendolo. Dopo di che gli carezzò il viso, socchiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.

Dopo qualche istante arrivarono i soccorsi e Nine fu trasportato su una carrozza.

In quel momento Leo, in direzione dello sparo intravide una figura familiare, il respiro gli venne a mancare, gli occhi sbarrati per l'incredulità......

l'uomo incappucciato semplicemente gli sorrise, voltandogli le spalle ed iniziando a correre.

No, non poteva essere vero, quella persona che tanto amava, aveva osato arrivare fino a tal punto? Era sicuro che fosse lui, lo aveva riconosciuto dall'abbigliamento e dal colore della veste....ma non ci voleva credere...

 

Non ci sono parole, non ne servono neanche, il vuoto che lasci, che una persona che ami lascia, è qualcosa che non si colma con le parole e il tempo mette solo una pezza temporanea, se poi l'amore resta, ma il marcio era intorno.. allora neanche la pezza basterà a coprire quel dolore.. e quella sensazione di vuoto totale che vedi intorno a te.....

 

Did I disappoint you or let you down?

Should I be feeling guilty or let the judges frown?

Cause I saw the end before we’d begun‘

 

I funerali si celebrarono la sera stessa, Leo sorresse la bara del suo caro amico, marciando nel corteo funebre, tutto gli parve così irreale, Nine morto e Connor l'esecutore della sua morte, no, no che razza di scherzo era?! Ma allora, quel assassino lo odiava più di quanto pensasse e solo per aver cercato di salvare il suo rapporto con suo padre... No, non riusciva più a capire niente...

 

 

You touched my heart, you touched my soul

you changed my life and all my goals

 

 

Al momento della sepoltura, guardo la bara per l'ultima volta, poi una volta sotterrata con la lapide e tutto, si avvicinò e ci posò un mazzo di fiori.

-Nine, la tua morte non resterà impunita, te lo giuro?!- disse, stringendo i pugni, mentre le lacrime bagnavano il suo viso....

 

Goodbye my lover

goodbye my friend

you have been the one

you have been the one for me...

 

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Capitolo 13
*** Vendetta ***


Era talmente assurdo... non riusciva a farsene una ragione, possibile che il responsabile della morte del suo caro amico fosse Connor?
Non poteva credere che l'ho odiasse fino a tal punto. Ma perchè coinvolgere proprio lui? Tante erano le domande che gli frullavano in testa, ma a tal proposito vi era solo una soluzione: affrontare quell'assassino, non gliel'ha avrebbe fatta passar liscia.
Con sguardo freddo, dopo aver sellato il proprio cavallo, il piccolo Leo, una volta salito sul quadrupede, si diresse nel cuore del bosco. 
Era intento a trovare quel ragazzo, avrebbe perlustrato ogni centimetro di quel bosco pur di trovarlo.

-Aaah...- sbadigliò l'indiano, grattandosi la testa, scendendo le scale, dirigendosi verso la porta d'ingresso dell'abitazione.
Quella sera, aveva passato la notte nella tenuta di Achille, uscì indossando solo una camicia bianca, leggermente sbottonata e dei semplici pantaloni. 
Connor, difficilmente si privava della sua veste d'assassino, fatta eccezione per la notte per quando si lavava. Il motivo di ciò? Marika, ovvero la donna di servizio del maestro Davenport, lo aveva rimproverato più di una volta, insistendo sul fatto che la divisa avesse bisogno di una bella lavata. La situazione era diventata insostenibile, quella donna era davvero insopportabile, ma per alcuni aspetti, sapeva essere molto convincente.
Passò difronte allo stendi panni “ Beh, a quest'ora sarà sicuramente asciutta.” ipotizzò , avvicinandosi ai capi stesi, era stata stesa all'aperto per un giorno intero, ma quello che vide erano solo due lenzuola e qualche camicia.
-Ma la veste..?- si chiese, scostando i lenzuoli.
“Essendo asciutta, forse Marika l'avrà riposta in camera. Strano sul comodino non l'ho vista, mmmh...”. Si portò una mano sotto il mento, riflettendo sul fatto che non l'avesse notata, allora si diresse nuovamente verso la porta di casa, per accettarsene.
-Connor!- lo chiamò Achille, uscendo dall'abitazione.
Alche, il ragazzo alzò lo sguardo su egli.
-Hai sentito ciò che è successo ?-.
-No, cos'è accaduto?- si avvicinò all'anziano.
-Ieri, hanno sparato a un giovane templare, che faceva parte di un gruppo di ragazzi che stavano perlustrando queste zone.- gli spiega, guardandolo.
“Leo!” fu il suo unico pensiero, prima che iniziasse a correre, inoltrandosi nella boscaglia, in direzione del suo accampamento.
-Aspetta! Dove vai?- gli urlò il maestro, sorpreso per la sua reazione.
Correndo, iniziò a pregare il cielo, a pregare il fatto che non fosse successo niente al suo angelo biondo, un po' provava astio per la presunta relazione con il padre, ma non avrebbe potuto sopportare l'idea di vederlo in una bara. 
Al solo pensiero sentì una morsa allo stomaco. 
Un istante dopo, però si dovette fermare, una figura stava avanzando verso di lui.
Aguzzò la vista ed un sorriso comparve sulle sue labbra.
-Leo, grazie a Dio, stai bene...- gli occhi marroni nocciola s'illuminarono, ma poco dopo la sua gioia svani, nel notare l'aria cupa del ragazzo che impugnava una spada.
-Ma cosa...?-. 
Il biondo avvicinandosi avvicinandosi si fermò d'innanzi a lui.
-Bene, bene....- sibilò con lo sguardo nascosto sotto la frangia.
-Leo...?- lo sguardo rifinì sulla spada.
-Sta zitto!- ruggì, guardandolo dritto negli occhi. 
Era incredibile quanta rabbia e odio celassero quei bei occhi azzurri.
-Tsk, dimmi solo una cosa, come hai potuto!- riprese, dopo un lungo silenzio.
-Potuto fare cosa?- chiese non capendo.
-Lo sai bene! Quanto mi fai schifo...- digrignò i denti, stringendo il manico della spada.
-Adesso calmati.- disse con tono fermo l'altro.
Calmati? No, aveva solo ucciso una delle persone più care che aveva, aveva strappato via la vita ad un povero innocente e lui se ne usciva con un “Calmati!”.
-Nine, avrai giustizia!- esclamò il fanciullo, innalzando la spada a quel cielo lontano, dove oramai si trovava il suo amico.
L'indiano inarcò un sopracciglio. “Un momento, allora Nine è stato ucciso, ma come può sospettare di me?” si domandò, cercando di poter capire come il giovane fosse potuto arrivare a quella conclusione, ma in quel momento il templare, deciso a trafiggergli il cuore con la lama della sua spada, si era lanciato su di lui.
L'assassino schivò i colpi e contrattaccò a mani nude. Poi grazie a un momento di distrazione da parte del suo avversario, riuscì a farlo cadere, prendergli la spada  inchiodandolo al suolo.
Connor sopra e il ragazzino sotto, come in quella magica notte d'estate, solo che non era l'amore ciò che facevano, ma una disperata lotta.
-Quali prove...hai?- ansimò l'indiano, gettando la spada in un punto non specificato del bosco, standogli sempre sopra.
-Riconoscerei quella dannata veste ovunque!- esclamò tra lacrime.
-Credimi, Leo... io non l'ho ucciso- cercò di spiegargli, facendolo calmare.
-Sei un maledetto stronzo!- gli urlò, cercando di dimenarsi, ma la presa dell'assassino era ben salda.
-E poi che motivo avrei avuto per farlo?- lo tratteneva ancorato al terreno.
-Per distruggermi la vita, come se non ti fosse bastato...-.
In quel istante, il Kenway ripercorse con la mente tutto quello che era successo tra di loro. Beh, dovette ammetterlo nuovamente, non era stato molto garbato con lui, ma era certo di una cosa: Non aveva ucciso Nine, per quanto poteva essere stato negli ultimi tempi, perfido con egli, non sarebbe mai arrivato a compiere un azione così meschina. Preso dai pensieri, allentò la presa, fu allora che Leo ne approfittò per liberarsi e di conseguenza scappare, ma Connor con gesto lesto, lo afferrò per un braccio, attirandolo a se.
-No, Non ti lascerò più andare.- gli sussurrò, carezzandogli i capelli dorati.
-Lasciami, lasciami bastardo!- protestò il giovane templare nella vana speranza di dimenarsi, tirando pugni contro il suo petto.
Per l'assassino equivalettero a carezze.
-Sfogati, piccolo...-. Con un piccolo sorriso, lo abbracciò forte.
Quelle parole fecero crollare il suo muro, spalancò gli occhi mentre le lacrime continuavano silenziose a rigargli il viso, appoggiò la testa al  petto del Kenway, piangendo disperatamente.
-Perchè....Perchè...- mugolò tra le lacrime.
Connor gli baciò la fronte, ora più che mai non l'avrebbe lasciato solo, aveva capito che infondo non aveva mai smesso di amarlo, fanculo suo padre, si era intento a riprenderselo e fare luce sulla morte del povero Nine, qualcuno voleva incastrarlo, ma chi? La stessa persona che li voleva separare per sempre...

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